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11. Educazione alla salute Nell’Azienda Sanitaria Locale di Mantova l’educazione alla salute trova un supporto organizzativo, di con- sulenza di documentazione nell’Ufficio Educazione Sanitaria e nell’annesso Centro di Documentazione. Tale unità organizzativa si colloca in posizione trasversale rispetto alle strutture semplici e complesse dell’Azienda ed ha lo scopo di coordinare le attività aziendali nell’ambito dell’educazione alla salute oltre ad offrire un servizio qualificato a coloro che concretamente si occupano di educazione e promozione della sa- lute, anche in relazione a quanto previsto dagli standard della JCI. In particolare: Valutazione delle aree di problemi che necessitano di attività di educazione alla salute; Promozione/realizzazione di progetti/interventi di educazione alla salute; Collegamento con le istituzioni extra ASL quali Regione, Ospedale, Scuola, Enti Locali, ecc. per la realizzazione di campagne e progetti di educazione e promozione della salute; Recepimento a livello locale delle indicazioni programmatiche e operative del Comitato Tecnico- Scientifico Regionale per l’Educazione Sanitaria; Collaborazione per iniziative di comunicazione aziendale; Consulenza metodologica per l’elaborazione e gestione di progetti o sussidi di educazione alla sa- lute; Programmazione di iniziative di formazione rivolte agli operatori ASL in tema di educazione alla sa- lute in collaborazione con il Presidio di Formazione della ASL; Realizzazione di iniziative volte a sensibilizzare e informare la popolazione sui temi della tutela del- la salute e sull’appropriato ricorso alla prestazioni sanitarie con il coinvolgimento dei MMG, dei PLS e dei Medici di Emergenza Sanitaria Territoriale; Coordinamento e collegamento con i referenti distrettuali per l’educazione alla salute; Gestione del Centro di Documentazione in Educazione Sanitaria con raccolta e catalogazione di materiale informativo di educazione e promozione della salute ed attività di prestito, consultazione in sede e ricerca bibliografica dei materiali presenti presso il Centro. Di seguito viene illustrato il Piano Aziendale delle attività di Educazione alla Salute con le aree tematiche di intervento volte alla promozione di sani stili di vita, come indicato anche nel piano della Regione Lombardia. 11.1. Campagne informative sui corretti stili di vita PIANO AZIENDALE 2005 DELLE INIZIATIVE DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE NELL’AMBITO DELL’ALIMENTAZIONE. L’alimentazione rappresenta il processo fondamentale attraverso il quale l’essere umano riceve l’energia necessaria per lo svolgimento dei propri processi vitali, per il mantenimento dell’equilibrio biologico e della salute. La necessità di educare la popolazione a corrette abitudini alimentari è molto sentita ed auspicata, special- mente alla luce della relazione sempre più evidente tra alimentazione e salute. E’ ormai accertato che una scorretta alimentazione influenza l’insorgere di molte malattie tra cui il diabete, l’obesità, l’ipertensione, ecc.. che, pur manifestandosi nell’età adulta, hanno molto spesso origine nelle abi- tudini alimentari infantili. La scienza moderna ha anche evidenziato che una corretta alimentazione non solo può contribuire alla pre- venzione delle malattie croniche tipiche della “terza età”, ma aiuta a rallentare alcune alterazioni che fanno parte del naturale processo di invecchiamento e a mantenere la salute fisica e psichica. Infatti comportamenti alimentari scorretti si instaurano precocemente risultando poi molto difficili da modifi- care proprio perché si sono consolidati in giovane età. Per questi motivi diffondere attività di educazione alimentare nelle scuole è sicuramente la strategia migliore per educare i bambini a riconoscere il valore e l’importanza di scelte alimentari corrette. Secondo gli indirizzi regionali l’educazione alimentare ha la finalità di migliorare la formazione e l’informazione del cittadino consumatore per orientarlo a consumi alimentari corretti, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo rispondenti ai bisogni nutrizionali di oggi ed idonei alla tutela del benessere e della salute. 1° Rapporto sulla situazione sanitaria e ambientale della provincia di Mantova

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11. Educazione alla salute

Nell’Azienda Sanitaria Locale di Mantova l’educazione alla salute trova un supporto organizzativo, di con-sulenza di documentazione nell’Ufficio Educazione Sanitaria e nell’annesso Centro di Documentazione. Tale unità organizzativa si colloca in posizione trasversale rispetto alle strutture semplici e complesse dell’Azienda ed ha lo scopo di coordinare le attività aziendali nell’ambito dell’educazione alla salute oltre ad offrire un servizio qualificato a coloro che concretamente si occupano di educazione e promozione della sa-lute, anche in relazione a quanto previsto dagli standard della JCI. In particolare:

• Valutazione delle aree di problemi che necessitano di attività di educazione alla salute; • Promozione/realizzazione di progetti/interventi di educazione alla salute; • Collegamento con le istituzioni extra ASL quali Regione, Ospedale, Scuola, Enti Locali, ecc. per la

realizzazione di campagne e progetti di educazione e promozione della salute; • Recepimento a livello locale delle indicazioni programmatiche e operative del Comitato Tecnico-

Scientifico Regionale per l’Educazione Sanitaria; • Collaborazione per iniziative di comunicazione aziendale; • Consulenza metodologica per l’elaborazione e gestione di progetti o sussidi di educazione alla sa-

lute; • Programmazione di iniziative di formazione rivolte agli operatori ASL in tema di educazione alla sa-

lute in collaborazione con il Presidio di Formazione della ASL; • Realizzazione di iniziative volte a sensibilizzare e informare la popolazione sui temi della tutela del-

la salute e sull’appropriato ricorso alla prestazioni sanitarie con il coinvolgimento dei MMG, dei PLS e dei Medici di Emergenza Sanitaria Territoriale;

• Coordinamento e collegamento con i referenti distrettuali per l’educazione alla salute; • Gestione del Centro di Documentazione in Educazione Sanitaria con raccolta e catalogazione di

materiale informativo di educazione e promozione della salute ed attività di prestito, consultazione in sede e ricerca bibliografica dei materiali presenti presso il Centro.

Di seguito viene illustrato il Piano Aziendale delle attività di Educazione alla Salute con le aree tematiche di intervento volte alla promozione di sani stili di vita, come indicato anche nel piano della Regione Lombardia. 11.1. Campagne informative sui corretti stili di vita

PIANO AZIENDALE 2005 DELLE INIZIATIVE DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE NELL’AMBITO DELL’ALIMENTAZIONE.

L’alimentazione rappresenta il processo fondamentale attraverso il quale l’essere umano riceve l’energia necessaria per lo svolgimento dei propri processi vitali, per il mantenimento dell’equilibrio biologico e della salute. La necessità di educare la popolazione a corrette abitudini alimentari è molto sentita ed auspicata, special-mente alla luce della relazione sempre più evidente tra alimentazione e salute. E’ ormai accertato che una scorretta alimentazione influenza l’insorgere di molte malattie tra cui il diabete, l’obesità, l’ipertensione, ecc.. che, pur manifestandosi nell’età adulta, hanno molto spesso origine nelle abi-tudini alimentari infantili. La scienza moderna ha anche evidenziato che una corretta alimentazione non solo può contribuire alla pre-venzione delle malattie croniche tipiche della “terza età”, ma aiuta a rallentare alcune alterazioni che fanno parte del naturale processo di invecchiamento e a mantenere la salute fisica e psichica. Infatti comportamenti alimentari scorretti si instaurano precocemente risultando poi molto difficili da modifi-care proprio perché si sono consolidati in giovane età. Per questi motivi diffondere attività di educazione alimentare nelle scuole è sicuramente la strategia migliore per educare i bambini a riconoscere il valore e l’importanza di scelte alimentari corrette. Secondo gli indirizzi regionali l’educazione alimentare ha la finalità di migliorare la formazione e l’informazione del cittadino consumatore per orientarlo a consumi alimentari corretti, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo rispondenti ai bisogni nutrizionali di oggi ed idonei alla tutela del benessere e della salute.

1° Rapporto sulla situazione sanitaria e ambientale della provincia di Mantova

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Disturbi del comportamento alimentare si manifestano in età scolare e che è possibile rilevare segnali di predisposizione già negli alunni della scuola elementare sebbene, questi disturbi si manifestino prevalen-temente nel corso dell’adolescenza. Il Piano di intervento della ASL di Mantova in questo settore nel corso del 2005 riguarda in particolare i se-guenti ambiti di intervento:

1) Abitudini alimentari nell’età evolutiva; 2) Disturbi del comportamento alimentare; 3) Comportamenti che garantiscono l’igiene nutrizionale.

In particolare le azioni previste per il 2005 sono sintetizzate nello schema seguente:

Ambito d’intervento

Tipologia di target Finalità generale

Risorse e Struttu-re aziendali coinvolte

Denominazione dei moduli di attività

Indicatori

di risultato Alunni delle scuole ele-mentari,

Promuovere l’acquisizione di abitudini alimentari corrette. Aumentare le conoscenze sul-le caratteristiche degli alimenti e sulle loro funzioni con l’intento di favorire scelte ali-mentari valide.

Distretti Socio-Sanitari Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Consulenza meto-dologica: Ufficio Educazione Sani-taria

Progetto “Viaggio nel regno di Nutrilandia”;

Progetto “Chi ben co-mincia meglio sta. Dalla prima colazione alla cena”;

Progetto “Per un fisico forte e scattante man-giar sano è importante”

Progetto “Facciamo merenda? Si. Tutti in-sieme a scuola”

Progetto Scuola ele-mentare di Castelluc-chio;

Progetto scuola ele-mentare di Lunetta

Realizza-zione dei progetti in almeno 30 classi di scuola ele-mentare

Alunni delle scuole medie inferiori

Promuovere l’acquisizione di abitudini alimentari corrette. Aumentare le conoscenze sul-le caratteristiche degli alimenti e sulle loro funzioni con l’intento di favorire scelte ali-mentari valide.

Distretti Socio-Sanitari Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione

Progetto “Alimentazio-ne... tu cosa fai?”; Progetto “Sane abitudi-ni”

Realizza-zione dei progetti in almeno 10 classi

Abitudini ali-mentari nell’età evolutiva

Studenti delle scuole medie superiori

Promuovere l’acquisizione di abitudini alimentari corrette. Aumentare le conoscenze sul-le caratteristiche degli alimenti e sulle loro funzioni con l’intento di favorire scelte ali-mentari valide.

Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione

Progetto “Il cibo.. su misura”;

Realizza-zione del progetto in almeno 21 classi

Disturbi del comportamen-to alimentare

Alunni scuola media inferio-re e superiore

Fornire conoscenze di base sui disturbi del comportamento alimentare al fine di educare i giovani a un corretto rapporto con il cibo e la propria immagi-ne corporea

SerT Distretto So-cio-Sanitario di Ostiglia Suzzara; Servizio Igiene degli alimenti e della Nutrizione

Progetto “Specchio delle mie brame”

Realizza-zione del progetto in almeno 5 classi di scuola me-dia e in 5 classi scuola su-periore

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Ambito d’intervento

Tipologia di target Finalità generale Risorse e Strutture

aziendali coinvolte Denominazione

dei moduli di atti-vità

Indicatori di risultato

Operatori che gestiscono ga-stronomie, bar, paninoteche, fast food e strut-ture di ristora-zione veloce

Valutazione della qualità igienico-sanitaria e nutri-zionale della ristorazione veloce e dei prodotti allesti-ti.

Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutri-zione

progetto “Junk food”

Realizzazione del progetto in almeno 15 esercizi com-merciali

Operatori addetti al servizio di ristorazione che operano presso Istituti Geriatri-ci/RSA della provincia di Mantova (alme-no 10) e gli ospi-ti delle stesse.

Sorveglianza in merito alla qualità igienico-nutrizionale delle preparazioni alimen-tari allestite e somministra-te all’interno di un campio-ne rappresentativo di Case di Riposo/RSA Educazione alimentare e nutrizionale nei confronti degli ospiti e degli operatori

Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutri-zione

progetto “Alimentazione nella terza età”

Realizzazione del progetto a favore di ope-ratori ed ospiti di almeno 10 RSA Comportamenti

che garanti-scono l’igiene nutrizionale

Componenti delle Commis-sioni Mensa del-le Scuole comu-nali e private presenti o in via di istituzione nell’ambito del territorio provin-ciale

Espletare un efficace moni-toraggio della ristorazione scolastica attraverso ade-guate procedure di sorve-glianza, controllo ed infor-mazione in materia di qlità delle matrici alimentdi prodotti del circuito di ristorazione, di etichettara alimentare e nutriziona-le, di sana ed equilibrataalimentazione

ua-ari,

tu-

Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutri-zione

“Corso di forma-zione per Commis-sione Mensa”

Coinvolgimen-to di almeno 150 parteci-panti

PIANO AZIENDALE 2005 DELLE INIZIATIVE DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE NELL’AMBITO DEL FUMO In Italia, così come in larga parte del mondo, sono molte le persone che fumano. L’indagine ISTAT 2002 sullo Stato di Salute della Popolazione, ha rivelato che il 26,6% degli italiani si dichiara fumatore. L’età in cui si fuma di più risulta, per entrambi i sessi, tra i 35 ed i 45 anni, ma sono sempre di più gli adolescenti di età compresa tra i 14 e i 16 anni che iniziano con l’abitudine, in particolare le ragazze. E’ oramai risaputo che il fumo di tabacco compare tra le principali cause di morte e di malattia. Oltre ad es-sere legato all’insorgenza di diversi tipi di tumori, esso è responsabile di BPCO, di infarti, di ictus e di altri problemi cerebrali di natura ischemica. Si stima che in Italia siano attribuibili al fumo di tabacco circa 90.000 morti all’anno, di cui oltre il 25% di età compresa tra i 35 ed i 65 anni. Per quanto riguarda la sola provincia di Mantova, si stima che ogni anno il fumo causi la morte di oltre 900 persone. Va sottolineato che anche il fumo passivo risulta dannoso per la salute, anche se con livelli di rischio inferio-ri rispetto a chi fuma. In gravidanza aumenta la probabilità di aborti spontanei, di gravidanze extrauterine, di difetti congeniti del nascituro, dello scarso peso del bambino alla nascita e la possibilità di morte improvvisa del neonato in cul-la. Particolarmente a rischio sono i bambini, figli di fumatori, esposti al fumo passivo fin dai primi anni di vita. Secondo dati relativi al 1999, i fumatori passivi sono oltre quindici milioni, pari al 26,5% della popolazione. Tra essi, oltre quattro milioni sono bambini. Alcuni studi hanno posto in luce significative relazioni tra l’esposizione al fumo passivo in ambiente dome-stico e numerose patologie dell’apparato respiratorio in età pediatrica. Negli ultimi anni l’opinione pubblica e gli organismi competenti hanno centrato la loro attenzione sul fumo e sugli effetti che esso produce; per affrontare il problema in senso globale sono state studiate e programma-te iniziative per prevenire l’iniziazione all’abitudine al fumo da parte dei giovani e la disassuefazione di colo-ro che sono fumatori. L’azione promozionale dei mass media da sola non è sufficiente, e soprattutto non garantisce risultati che si mantengano nel tempo. Il messaggio dei mass media deve essere continuamente rafforzato da azioni mira-

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te da parte delle strutture e degli operatori sanitari con l’obiettivo di promuovere stili di vita sani nei confronti dei cittadini. Il piano di intervento dell’ASL della provincia di Mantova in questo settore nel corso del 2005 riguarda in particolare i seguenti ambiti di intervento:

1. Antiiniziazione al fumo di tabacco in età evolutiva 2. Monitoraggio dell’andamento del fenomento tabagismo tra i giovani 3. Sensibilizzazione verso i danni da fumo attivo e passivo in gravidanza 4. Monitoraggio degli effetti della nuova legge che vieta il fumo nei locali pubblici

Ambito d’intervento

Tipologia di target Finalità generale Risorse e Strutture

aziendali coinvolte Denominazione

dei moduli di attività

Indicatori di risul-tato

Alunni di scuola ele-mentare (classi quinte)

Promuovere la resistenza individuale alle pressioni verso l’iniziazione al fumo di tabacco in età evolutiva

Servizio Medicina Preventiva delle Co-munità Ufficio Educazione Sanitaria Distretti sociosanitari

Progetto regionale “Mister Starbene ed il Club dei Vin-centi”

Coinvolgimento nel progetto di almeno 30 classi (+30 classi di con-trollo)

Alunni di scuola media inferiore (clas-si seconde e terze)

Promuovere la resistenza individuale alle pressioni verso l’iniziazione al fumo di tabacco in età evolutiva

Servizio Medicina Preventiva delle Co-munità Ufficio Educazione Sanitaria Distretti sociosanitari

Progetto regionale “Io non fumo e tu?” Progetto azienda-le “Sane Abitudini”

Coinvolgimento nel progetto di almeno 42 classi (+30 classi di con-trollo)

Antiiniziazione al fumo di tabacco in età evolutiva

Studenti di scuole media superiore (classi terze e quarte)

Promuovere la resistenza individuale alle pressioni verso l’iniziazione al fumo di tabacco in età evolutiva

Servizio Medicina Preventiva delle Co-munità Ufficio Educazione Sanitaria Distretti sociosanitari

Progetto regionale “Liberi di decide-re”

Realizzazione del progetto in almeno 5 classi di scuola media

Monitoraggio dell’andamento del fenomeno ta-bagismo tra i gio-vani

Studenti nella fascia di età 13-18 anni

Organizzazione di un si-stema di sorveglianza con-tinua sulla diffusione di abitudini tabagiche dei giovani, mediante rileva-zioni campionarie da effet-tuare a cadenza quadrien-nale

Servizio Medicina Preventiva delle Co-munità

Ufficio Educazione Sanitaria

Distretti sociosanitari

Adesione al “Si-stema di sorve-glianza sul tabagi-smo tra i giovani lombardi in età scolare” e realiz-zazione del primo step di indagine secondo gli incatori del Cencoordinagionale

di-tro

tore re-

Realizzazione degli step del progetto previsti dal Centro Coordinatore Re-gionale per il 2005

Sensibilizzazione verso i danni da fumo attivo e pas-sivo in gravidanza

Donne in gra-vidanza

Sensibilizzare le donne in gravidanza sui danni da fumo passivo per il feto e per il neonato Sostegno alla disassuefa-zione permanente delle madri fumatrici che hanno spesso con l’abitudine al fumo anche nel periodo post allattamento

Ufficio Educazione Sanitaria in collaborazione con Servizio Famiglia In-fanzia, Età Evolutiva, Distretti sociosanitari, Ufficio Formazione

Realizzazione di un corso di forma-zione per ostetri-che dei consultori fami-liari sul tema “Il counseling anti-tabagico in ambito ostetrico” Avvio delle attività di counseling in ambito consulto-riale

Coinvolgimento di almeno 25 ostetri-che consultoriali nell’attività formati-va. Realizzazione di attività di counse-ling a Favore di almeno 100 donne

Monitoraggio della nuova legge che vieta il fumo nei locali pubblici

Gestori di lo-cali pubblici (bar, ristoranti pub, pizzerie)

Organizzazione di uno studio descrittivo sugli ef-fetti dell’applicazione dell’art.51 della Legge n.3 del 16/01/2003 mediante rilevazioni a 30, 60, 180 giorni dalla sua entrata in vigore

Servizio Medicina Preventiva nelle Co-munità

Partecipazione all’indagine na-zionale promossa dall’Istituto Supe-riore di Sanità a cui ha aderito la Regione Lombar-dia

Coinvolgimento nella indagine di almeno 50 gestori di locali pubblici

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PIANO AZIENDALE 2005 DELLE INIZIATIVE DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE NELL’AMBITO DELLA SALUTE ORALE La Regione Lombardia , nell’ambito dell’attività di ricerca nel settore odontoiatrico avviata negli anni scorsi, ha rilevato che una parte significativa della spesa sanitaria, sostenuta direttamente dai cittadini, è relativa a quel settore. La patologia del cavo orale si profila come uno dei maggiori problemi di salute pubblica, sia per l’alta preva-lenza sia per il fatto che colpisce soprattutto le fasce più deboli. In considerazione del fatto che molte delle malattie a carico del cavo orale si potrebbero evitare con uno sti-le corretto da assumere già nel corso dei primi anni di vita, la Regione Lombardia ha promosso un pro-gramma di educazione alla salute per i bambini delle scuole dell’infanzia che prevede il coinvolgimento degli educatori (insegnanti e genitori). La scelta della scuola dell’infanzia è motivata dal fatto che dai 3 ai 6 anni la prevalenza di carie subisce il maggior incremento, si passa infatti dall’1% dei bambini affetti a 3 anni, al 36% dei bambini affetti a 6 anni. La carie dentale è la malattia più frequente nell’infanzia, 5 volte più comune dell’asma. Il piano di intervento dell’ASL di Mantova in questo settore nel corso del 2005 riguarda in particolare i se-guenti ambiti di intervento:

1) Promozione di una corretta igiene orale in età evolutiva; 2) Rilevazione epidemiologica sulla salute orale e comportamenti correlati.

In particolare le azioni previste per il 2005 sono sintetizzate nel seguente schema:

Ambito d’intervento

Tipologia di target Finalità generale

Risorse e Strutture a-

ziendali coin-volte

Denominazione dei moduli di attività

Indica-tore di

risultato

Bambini dai 3 ai 6 anni che frequentano le scuole ma-terne della pro-vincia di Man-tova e genitori dei medesimi bambini

Aumentare i comportamenti posi-tivi che favoriscono la salute ora-le e riduzione dei comportamenti a rischio Migliorare le conoscenze e favo-rire la diffusione di una cultura per la salute della bocca.

Ufficio Educa-zione Sanitaria

Servizio Medi-cina Preventiva delle Comunità

Distretti Socio Sanitari

Progetto: “I denti, un bene prezioso”

Realiz-zazione del pro-getto in almeno 20 se-zioni di scuola materna Promozione di una

corretta igiene orale in età evolutiva Insegnanti

e popolazione in generale

Migliorare le conoscenze e favo-rire la diffusione di una cultura per la salute della bocca.

Ufficio Educa-zione Sanitaria

Realizzazione di un opuscolo informativo da mettere a di-sposizione delle educatrici e da dif-fondere (attraverso il sito web dell’ASL) dell’intera popola-zione

Pubbli-cazione del mate-riale in-formativo sul sito web azien-dale

Rilevazione epide-miologica sulla salute orale e comporta-menti correlati

Bambini appar-tenenti alle fasce di età di 4 e 12 anni

Valutare la diffusione delle carie in età evolutiva ed i comporta-menti legati all’igiene

Servizio Medi-cina Preventiva delle Comunità Ufficio Educa-zione sanitaria

Adesione all’indagine campio-naria regionale con-dotta dagli operatori del Centro OMS per l’Epidemiologia e l’Odontoiatria di Comunità

Effettua-zione della rileva-zione su almeno 100 bambini

PIANO AZIENDALE 2005 DELLE INIZIATIVE DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE NELL’AMBITO DELLA SICUREZZA STRADALE Gli incidenti stradali provocano ogni anno in Italia circa 8.000 decessi (2% del totale), circa 170.000 ricoveri ospedalieri e 600.000 prestazioni di pronto soccorso non seguite da ricovero; rappresentano inoltre la prima causa di morte tra i maschi sotto i 40 anni. Il gran numero di persone che subiscono lesioni, più o meno gravi, in seguito ad incidenti stradali costituiscono la prova che, anche in termini di costi sociali legati

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all’assistenza e alla riabilitazione, ci troviamo di fronte ad una “emergenza” non trascurabile. E’ del tutto evi-dente quindi che le problematiche legate alla sicurezza stradale, pur nella molteplicità dei fattori implicati e degli organismi ed enti interessati ad azioni preventive e correttive, costituiscono certamente un aspetto primario della Sanità pubblica. E’ diventato prioritario, pertanto, individuare continuamente nuove strategie di prevenzione che consentano, a breve, medio e lungo termine, di porre un argine a questo allarmante fe-nomeno dei nostri tempi. A questo proposito, il Piano 2005 delle iniziative di promozione, educazione ed informazione alla salute dell’ASL della provincia di Mantova prevede la realizzazione di azioni mirate alla sicurezza stradale sulla base delle indicazioni della Regione Lombardia che, nell’ambito della prevenzione degli stili di vita, definisce la sicurezza stradale uno degli obiettivi aziendali da perseguire. In particolare, seguendo le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003 – 2005 deve trattarsi di iniziative volte a:

a. elaborare strumenti per la prevenzione di comportamenti di guida a rischio e attività dirette di pre-venzione (anche in collaborazione con le forze di Polizia Stradale ed altri soggetti pubblici e privati) che rientrano nell’ambito dell’azione sanitaria;

b. individuare misure ed interventi mirati a ridurre l’impatto degli incidenti stradali sulle persone (atte-nuazione degli effetti);

c. migliorare l’efficacia e la rapidità di interventi di primo e pronto soccorso; d. migliorare gli interventi nel campo della traumatologia.

In relazione alla situazione specifica del nostro Paese si rileva l’opportunità di rafforzare, in modo particola-re, l’azione sanitaria riguardante l’attività di prevenzione (e gli studi a questa connessi) e il miglioramento dell’efficacia e della rapidità degli interventi di primo e pronto soccorso. Il piano di intervento dell’ASL della Provincia di Mantova in questo settore nel corso del 2005 riguarda in particolare i seguenti ambiti di intervento:

1) Prevenzione dei comportamenti di guida a rischio;

2) Miglioramento della collaborazione dei giovani con gli interventi di primo e pronto soccorso;

3) Istituzionalizzazione di collaborazioni interistituzionali in un’ottica di rete.

Ambito d’intervento

Tipologia di target Finalità generale Risorse e Strutture a-

ziendali coinvolte Denominazione

dei moduli di attività

Indicato-re di ri-sultato

Giovani dai 15 ai 25 anni

Informare e sensibilizzare i giova-ni sui rischi connessi all’uso di alcol e sulle situazioni di guida fonte di pericolo

Ser.T in collaborazione con Forze dell’Ordine, Club Alcolisti Anonimi, Croce Verde, Autoscuole, Provincia di Mantova, Sindacato Italiano Locali Divertimento

Progetto: “Quan-do guidi ? Non bevo”

Coinvol-gimento nel pro-getto di almeno 800 gio-vani

Prevenzione dei comportamenti di guida a ri-schio

Alunni delle classi di prima e seconda della scuo-la media inferiore

Sensibilizzare i ragazzi sul ruolo delle scelte personali nell’influenzare lo stato di salute, in relazione ai rischi connessi all’uso di alcol e altre sostanze ed ai loro effetti anche sulla sicurezza stradale

Distretto Sociosanitario di Mantova con la consulenza dell’Ufficio Educazione Sanitaria

Progetto: “Sane abitudini”

Realizza-zione del progetti in almeno 10 classi di scuola media

Studenti delle classi prime e seconde della scuo-la superiore

Responsabilizzazione alla guida sicura dei ciclomotori ed ai rischi dell’alta velocità

Ser.T Progetto: “Il Pa-tentino: patentino del ciclomotore e comportamenti a rischio”

Realizza-zione del progetto in almeno 15 classi di scuola seconda-ria

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Ambito d’intervento

Tipologia di target Finalità generale Risorse e Strutture a-

ziendali coinvolte Denominazione

dei moduli di attività

Indicato-re di ri-sultato

Miglioramento della collabora-zion e dei giovani con gli interventi di primo e pron-to soccorso

Studenti dell’ultimo anno di scuola se-condaria (neopaten-tati o in procinto di esserlo)

Informare sulla corretta attivazio-ne ed utilizzo del Servizio di E-mergenza ed Urgenza Territoriale (118) in caso di incidente stradale Migliorare la capacità di tutelare la propria incolumità in caso di pre-senza sulla scena di un incidente stradale

Servizio di Urgenza E-mergenza ed Urgenza Territoriale (118) in collaborazione con Azienda Ospedaliera “C. Poma” di Mantova con la consulenza dell’ Ufficio Educazione Sani-taria

Progetto: “F. Mar-tini : progetto per il corretto utilizzo dei sistemi di emergenza ed urgenza territoria-le”

Coinvol-gimento nel pro-getto di almeno 500 ra-gazzi

Istituzionalizza-zione di collabo-razioni interisti-tuzionali in otti-ca di rete

Istituzioni locali a vario titolo coinvolte sul tema della sicu-rezza stra-dale

Creazione di strumenti di coordi-namento tra i diversi Servizi ASL in tema di sicurezza stradale e promozione di rapporti in rete tra l’insieme delle istituzioni coinvolte nel settore della sicurezza strada-le ed in particolare: ASL della Provincia di Mantova, Azienda Ospedaliera “C.Poma” di Mantova, Provincia di Mantova, Questura, Forze dell’Ordine, Comuni, Enti ed Associazioni

Servizio Medicina Pre-ventiva delle Comunità in collaborazione con Ser.T e Ufficio Educazione Sani-taria

Istituzione e for-malizzazione di una Commissio-ne ASL Promuovere l’istituzione di una Consulta Provin-ciale per la pre-venzione degli incidenti stradali e per la sicurezza stradale

Istituzione Commis-sione ASL Attuazio-ne del processo di istitu-zione di una Con-sulta Pro-vinciale sulla sicu-rezza stradale

PIANO AZIENDALE 2005 DELLE INIZIATIVE DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE NELL’AMBITO DELLA VITA SEDENTARIA Il raggiungimento della consapevolezza che la sedentarietà sia una minaccia per la salute ha rappresentato uno stimolo a promuovere programmi per l'attività fisica. Svolgere attività fisica comporta numerosi benefici: la salute mentale e fisica migliorano e i rischi di obesità e di disturbi legati al sovrappeso diminuiscono. I go-verni, le autorità sanitarie, le scuole, le aziende e l'industria in generale svolgono un ruolo importante per incoraggiare stili di vita più sani e più attivi presso la popolazione.

Ogni fascia di età può trarre grandi benefici dall'aumento dell'attività fisica: i giovani, che possono e devono sviluppare uno stile di vita sano; le persone di mezz'età, che devono evitare i seri problemi legati alla vita sedentaria; e gli anziani, che da una maggiore mobilità potrebbero trarre benefici, come maggiore forza e una vita sociale più attiva. Una passeggiata ogni giorno a passo sostenuto è sufficiente come attività fisica e rientra nelle capacità della maggior parte delle persone.

L'attività fisica non consiste quindi esclusivamente nello sport: alcuni studi dimostrano infatti che non è ne-cessario faticare tanto per ottenere benefici per la salute. Il messaggio principale che gli esperti di salute tendono a trasmettere oggi è che l'attività fisica moderata, come una passeggiata a passo sostenuto, è qualcosa che tutti possono fare e da cui tutti possono trarre beneficio. Attività fisiche quotidiane ma di mo-desta intensità, come il ballo o le passeggiate, spaventano molto meno della parola "sport", ma il segreto è mantenere costante nel tempo un moderato esercizio fisico, invece di intraprendere attività sportive vere e proprie per poi abbandonarle. Il piano di intervento dell’ASL della provincia di Mantova in questo settore nel corso del 2005 riguarda in particolare l’ambito di intervento relativo alla promozione a corretti stili vita antagonisti della sedentarietà in età evolutiva.

1° Rapporto sulla situazione sanitaria e ambientale della provincia di Mantova

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Ambito d’intervento

Tipologia di target Finalità generale

Risorse e Strutture a-

ziendali coin-volte

Denominazione dei moduli di

attività Indicatore di ri-

sultato

Genitori di bambini in età com-presa tra 0 e 6 anni

Promozione di una corretta atti-vità motoria per un corretto svi-luppo dell’apparato locomotore

Ufficio Educa-zione Sanitaria in collaborazio-ne con Pediatri di Libera Scelta e Dipartimento PAC

Progetto azien-dale “Partiamo col piede giu-sto”:

Coinvolgimento di almeno l’85% dei bambini sottoposti a controllo da parte del Pediatra in cor-rispondenza del 5°, 6°, 7°. 8° bi-lancio di salute

Promozione a cor-retti stili vita anta-gonisti della seden-tarietà in età evolu-tiva

genitori di bambini e ragazzi tra i 6 ed i 14 anni

Promozione di una corretta atti-vità motoria in età evolutiva

Ufficio Educa-zione Sanitaria in collaborazio-ne con Pediatri di Libera Scelta Medici di Medi-cina Generale

Studio di fattibili-tà per un proget-to di sensibiliz-zazione delle famiglie rispetto al tema dell’attività attivi-tà motoria in età evolutiva da rea-lizzarsi a cura dei MMG e dei PLS

Attuazione studio di fattibilità

Oltre alle iniziative descritte nel Piano si allega anche una breve sintesi dei progetti di educazione alla salute realizzati nelle scuole dai Servizi e Dipartimenti di questa ASL il cui stato di avanzamento è stato verificato alla data del 30 giugno 2005. Progetti di educazione alla salute dell’ASL provincia di Mantova (aggiornamento al 30 giugno 2005)

Ambito Distrettuale

a cui è rivolto Tematiche Titoli progetti Breve descrizione

finalità progetto

Tipologia di scuola

(dell’infanzia, elementare, me-dia inf. , media

superiore)

N. Interventi e N. destinatari

raggiunti

Distretto di Asola Affettività e Ses-

sualità nella prima adolescenza

Cose da “Ma-schi” e cose da “Femmine”

Promuovere una mag-gior consapevolezza rispetto all’identità ses-suale e alla conflittuali-tà relativa alla cono-scenza dell’altro sesso

Scuola Seconda-ria di secondo grado

Interventi: 1 Destinatari: 60 (2 clas-si)

Distretto di Asola Prevenzione di-

sagio scolastico Le situazioni difficili

Favorire l’acquisizione di strumenti di lettura diversi delle situazioni e dell’abitudine alla supervisione incrociata tra docenti

Scuole dell’infanzia

Scuola Primaria

Scuola secondaria di primo grado

Interventi: 1 Destinatari n. 5 Intervento 1 Destinatari: 14 Intervento 1 Destinatari 5

Distretto di Asola Gestione gruppo

classe Dal collegio insegnanti all’equipe sco-lastica

Fornire agli insegnanti elementi utili alla ge-stione della classe co-me soggetto gruppale ed al passaggio dal collegio docente all’equipe scolastica

Scuole Primaria e secondaria di pri-mo grado

Interventi: 1 Destinatari: 14

Distretto di Asola

Conoscenza Ser-vizi dell’ASL

Incontro infor-mativo sul con-sultorio

Fornire agli stranieri informazioni utili per individuare il consulto-rio, gli operatori del consultorio e i servizi che questo offre

Interventi: 1 Destinatari: 120 (popolazione immigra– extracomunitari)

ta

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Ambito Distrettuale

a cui è rivolto Tematiche Titoli progetti Breve descrizione

finalità progetto

Tipologia di scuola (dell’infanzia, ele-

mentare, media inf. , media superiore)

N. Interventi e N. destinatari

raggiunti

Distretto di Guidizzolo

Educazione all’affettività e alle relazioni

Educazione alla sessualità ed all’affettività

Creare un clima emo-tivo gradevole e sere-no per aiutare i bam-bini a guardare alla propria crescita con serenità (5° elementa-re) Creare un clima sere-no per aiutare i ragaz-zi a guardare alla pro-pria sessualità con consapevolezza (3° media inferiore)

scuola primaria e secondaria di primo grado

Interventi: 28

Destinatari: 469

Ambito Distrettuale

a cui è rivolto

Tematiche Titoli progetti Breve descrizione finalità progetto

Tipologia di scuo-la (dell’infanzia, elementare, me-dia inf. , media

superiore)

N. Interventi e N. destinatari raggiunti

Distretto di Mantova

Educazione alla sessualità ed affet-tività e alle relazioni

Educazione alla sessualità ed afettività e alle relzioni

f-a-

Promozione di un approccio consa-pevole alla sfera affettiva e sessuale informazione sullo sviluppo fisico e sessuale informazione sulla attività consultoria-le

Scuola primaria Scuola secondaria di primo grado Scuola secondaria di secondo grado

Interventi: 1

Destinatari: 45 Interventi: 30 Destinatari: 742 Interventi: 22 Destinatari: 763

Distretto di Mantova

Prevenzione di-pendenze e disagio giovanile

Le problematiche dell’adolescenza:

Sensibilizzare gli adolescenti: ad una maggior consape-volezza delle pro-prie competenze e capacità, controllo delle emozioni e capacità di analisi delle situazioni di rischio

Scuola secondaria di secondo grado

Interventi: 21 Destinatari: 463

Distretto di Mantova

Sostegno alla geni-torialità

Sostegno alla geni-torialità

Favorire e migliora-re le conoscenze e le competenze dell’essere genitore

Scuola dell’infanzia Interventi: 1 Destinatari: 26

1° Rapporto sulla situazione sanitaria e ambientale della provincia di Mantova

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Ambito Distrettuale

a cui è rivolto Tematiche Titoli progetti Breve descrizione

finalità progetto

Tipologia di scuo-la (dell’infanzia,

elementare, media inf. , media supe-

riore)

N. Interventi e N. destinatari raggiunti

Distretto di Ostiglia Sostegno alla geni-

torialità Genitori si impara Agire sulle risorse dei

genitori per ampliarle al fine di accrescere le loro capacità educative e promuovere il be-nessere della famiglia

Insegnanti e geni-tori dell’asilo nido, scuola dell’infanzia e primaria

Interventi:7 Destinatari: 122

Distretto di Ostiglia Promozione del

benessere e pre-venzione del disa-gio in adolescenza

Spazio ascolto Realizzazione , a scuola, di uno spazio di ascolto per singoli alunni o gruppi di a-lunni con possibilità di consultazione anche per insegnanti singoli o in gruppo

Studenti ed inse-gnanti scuola se-condaria di secon-do grado

Interventi:17 Destinatari: 130

Distretto di Ostiglia Prevenzione delle

dipendenze e dei nuovi comporta-menti di abuso di sostanze

No Grazie Prevenzione delle di-pendenze e dei nuovi comportamenti di abu-so di alcool, droghe e tabacco; prevenzione delle ma-lattie sessualmente trasmesse

Studenti scuola secondaria di primo grado e secondo grado

Interventi:11 Destinatari: 224

Distretto di Ostiglia Educazione

all’affettività, ses-sualità e relazioni e socialità

Sto bene a scuola

Emozioni e senti-menti

Promozione della co-noscenza e della co-municazione interper-sonale per lo sviluppo di dinamiche di gruppo adeguate Educazione ad una corretta conoscenza di sé e dei numerosi cambiamenti che l’essere adolescente comporta

Studenti scuola secondaria di primo grado e secondo grado

Interventi :14 Destinatari: 295

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Ambito

Distrettuale a cui è rivolto

Tematiche

Titoli progetti

Breve descrizione finalità progetto

Tipologia di scuola

(dell’infanzia, elementare, me-dia inf. , media

superiore)

N. Interventi e N. destinatari raggiunti

Distretto di Suzzara

Sostegno alla genito-rialità

Il nido della cicogna Incontri con i genitori di lattanti per insegnare la tecnica del massaggio e affrontare i temi legati allo sviluppo nella pri-ma infanzia

Asilo nido Interventi: 1 Destinatari:22

Distretto di Suzzara

Educazione alla ses-sualità e alle relazio-ni affettive

Educazione alla ses-sualità e alle relazio-ni affettive

Informazione su tema-tiche relative alla ses-sualità e diffusione delle conoscenze scientifiche riguardanti la sfera sessuale

Scuola secondaria di secondo grado

Interventi: 1 Destinatari: 25

Distretto di Suzzara Promozione del be-

nessere dell’adolescente e prevenzione del di-sagio

Il vascello magico Il bullismo I sentieri dell’educare Progetto CICAV Emozioni e senti-menti

Promozione del benes-sere dell’adolescente a scuola ed in famiglia e stimolazione ed ap-prendimento dei pro-cessi per una buona integrazione del prea-dolescente nel gruppo dei pari.

scuola primaria,

scuola secondaria di primo e secon-do grado

Interventi: 2 Destinatari: 70 Interventi: 23 destinatari: 578

Distretto di Suzzara Prevenzione delle

dipendenze

Farma Con Testa “No grazie”

Attività di prevenzione e informazione rivolta all’età’ adolescenziale

Scuola seconda-ria di primo grado e secondo grado

Interventi: 16 Destinatari: 627

Distretto di Suzzara Prevenzione dei

disturbi del compor-tamento alimentare

Specchio delle mie brame

Fornire conoscenze di base sui disturbi del comportamento amentare al fine di educare i giovani a un cor-retto rapporto con il cibo e con la propria immagine corporea

li--

Scuola media inferiore Suzzara

Interventi: 3 Destinatari: 79

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Ambito Distret-

tuale a cui è rivolto

Tematiche

Titoli progetti

Breve descrizione finalità progetto

Tipologia di scuola

(dell’infanzia, elementare, me-dia inf. , media

superiore)

N. Interventi e N. destinatari raggiunti

Distretto di Viadana Prevenzione di-

pendenze e disa-gio giovanile

Territorio – Co-municazione Legalità Farma con testa

Proporre un percorso di gruppo per aumenta-re la consapevolezza dei comportamenti e dei significati

Scuola secondaria di secondo grado

Interventi: 14 Destinatari: 258

Distretto di Viadana La prevenzione

dell’abuso e del maltrattamento minorile

Diritto al sorriso Fornire a docenti, ope-ratori e agenzie del territorio elementi co-noscitivi e di intervento in rete.

Scuola dell’infanzia e pri-maria

Interventi: 2 Destinatari: 37

Distretto di Viadana L’affettività nella

terza età L’affettività nella terza età

RSA Interventi: 1 Destinatari: 40

Distretto di Viadana Conoscenza dei

Servizi Il Consultorio Giovani

Pubblicizzare il servizio e approfondire i pro-blemi relativi alla ses-sualità e affettività

scuola secondaria di secondo grado

Interventi: 1 Destinatari: 300

Distretto di Viadana Promozione del

benessere gnile

iova-

sto bene s scuo-la A come amiciziaB come bambini C come classe D come dai par-liamone insieme

sperimentare strategie di problem solving con consulenza permanen-te

Facilitare il benessere nelle relazioni nel con-testo scolastico

Scuola primarie Interventi: 9 Destinatari: 155

Distretto di Viadana Educazione alla

sessualità e affet-tività nella pre adolescenza e adolescenza

Educazione alla sessualità e affettività

Affrontare le problema-tiche connesse e pre-venire comportamenti a rischio

Scuola secondaria Interventi: 1 Destinatari: 27

Distretto di Viadana

Promozione di una cultura a favore degli animali da affezione e pre-venzione del ran-dagismo

“I nostri amici animali”

Incontri informativi per gli alunni delle scuole elementari per la pre-venzione dell’abbandono e del randagismo degli ani-mali da affezione

Scuola elementare Interventi: 2 Destinatari: 100

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Ambito

Distrettuale a cui è rivolto

Tematiche

Titoli progetti

Breve descrizione finalità progetto

Tipologia di scuola

(dell’infanzia, elementare, me-dia inf. , media

superiore)

N. Interventi e N. destinatari raggiunti

Distretti di Mantova e Viadana

Prevenzione AIDS

I desideri ed il rischio

Realizzazione di incontri destinati a studenti delle scuole medie superiori, in collaborazione con i docenti, sul tema della prevenzione MTS e infezione da HIV

medie superiori della Provincia di Mantova

Mantova: 3 incontri 90 partecipanti Viadana: 3 incontri 90 partecipanti

Distretti di Suzzara e Viadana

Prevenzione ma-lattie infettive

Realizzazione di incontri destinati a genitori

Scuole elementari Suzzara 1 incontri 20 partecipanti Viadana: 4 incontri 200 partecipanti

tutti i Distretti

Donazione organi e tessuti

Il mio cuore è per te!

Fornire una corretta informazione sulla donazione di organi e tessuti dopo la morte per scegliere in modo consapevo-le e responsabile la propria volontà di donare

Scuola media su-periore

Interventi: 5 (3 nel Distretto di Mantova e 2 di Viadana) Destinatari mantova : 133 (studenti) 50 (adulti) =183 Destinatari: Viadana 45(studenti)

11.2. Progetto “Centro di Formazione presso la nuova sede ASL di Mantova “ L’ASL della provincia di Mantova, nell’interpretazione del suo ruolo di tutela della salute del cittadino richie-sto dal sistema alle ASL ha deciso di realizzare un Centro di formazione integrato al servizio della rete loca-le di welfare. Il potenziamento e diversificazione, a iso-risorse, dell’offerta di servizi sanitari secondo gli effettivi bisogni espressi, con continuità e stabilità (integrazione ospedale-territorio) rafforzandosi anche la dimensione terri-toriale degli interventi estensivi e di mantenimento, di cui si rileva sempre maggiore necessità nella gestione del paziente in fase avanzata della malattia e sulla soglia dell’estrema fragilità, impone all’ASL di essere punto di riferimento anche per la formazione e la cultura sanitaria integrata. Il progetto si propone come percorso organizzativo e gestionale utile ad implementare il sistema della quali-tà nella formazione e informazione sanitaria, quali fattori strategici di sviluppo del sistema sanitario e socio sanitario territoriale. La mission del Centro è quindi quella di promuovere la programmazione e gestione locale delle attività for-mative e di educazione alla salute secondo strategie di priorità condivisa con la DG Sanità e l’l.Re.F in tema di prevenzione attiva e appropriatezza della cura, ritenendosi che per radicare la cultura della salute e del ben-essere individuale e collettivo, valori essenziali per un sistema di eccellenza e di responsabilità solidale e sussidiaria, sia indispensabile investire in formazione, informazione, educazione e conoscenza, coinvol-gendo tutti gli attori ed operatori qualificati della Sanità Mantovana, a cominciare da un forte coinvolgimento dell’Azienda Ospedaliera pubblica, ma in una dimensione progettuale ‘aperta’ a tutti gli operatori e strutture sanitarie e socio sanitarie di eccellenza che insistono nel territorio. Di qui la decisione condivisa con l’AO Carlo Poma e già dedotta in protocollo di intenti (anno 2004) di unifi-care la funzione di programmazione e gestione delle attività formative mediante la realizzazione di nuovo Centro formativo integrato, presso l’Edificio 11 (ex teatro) del compendio del Dosso del Corso, i cui lavori di ristrutturazione e messa a norma e sicurezza saranno ultimati entro il 2006. La complessità e innovazione del progetto proposto impone di attivare da subito la messa a punto

1° Rapporto sulla situazione sanitaria e ambientale della provincia di Mantova

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dell’architettura dei contenuti e delle attività che si propongono mediante il Centro formativo integrato del Dosso (che potrebbe essere collegato funzionalmente e telematicamente con l’Istituto Regionale di Forma-zione ed essere una sua emanazione sul territorio) per offrire i propri servizi, i propri docenti e la propria professionalità a tutti i soggetti interessati e coinvolti nell’area sanitaria e socio sanitaria provinciale. L’iniziativa promossa muove dall’intento di contribuire al raggiungimento dei seguenti Macro Obiettivi di si-stema 1. contenimento della spesa migliorando i livelli di economicità dell’attività formativa ASL/AO per effetto

della razionalizzazione gestionale dei fabbisogni formativi e di personale all’uopo dedicato conseguenti alle significative economie di scala realizzabili attraverso la convergenza delle risorse umane, strumen-tali e finanziarie e correlati percorsi di riconversione di personale eccedente in alcune aree di attività (per es. per l’ASL operatori con qualifica di psicologo e assistente sociale) valorizzandosi attivamente il capitale umano disponibile (rete di formatori dei formatori);

2. miglioramento dell’efficienza in termini di capacità di risposta ai bisogni formativi degli operatori anzitut-to, ma anche di educazione e formazione dei cittadini sui corretti stili di vita;

3. miglioramento dell’efficacia e della qualità della formazione del personale, in particolare nella program-mazione e nella scelta dei docenti e dei contenuti, onde diffondere i fondamentali, per l’eccellenza del sistema sanitario lombardo, vale a dire la conoscenza che stimola e coltiva la creatività e “la capacità di innovare” pre-requisiti professionali per il potenziamento e sviluppo della mission PAC dell’ASL di go-verno locale e corresponsabilità con il livello regionale nell’oculato impiego delle risorse disponibili per il corretto e appropriato soddisfacimento della domanda di salute espressa secondo l’effettivo bisogno. L’efficacia del governo regionale e locale nella prevenzione e nella cura richiede competenza e profes-sionalità sempre più alte.

Obiettivi specifici di progetto a) gestione integrata e continua delle attività di formazione e di educazione alla salute mediante la realiz-

zazione di un Centro di formazione di eccellenza, in stretto raccordo con Direzione Generale Sanità e l.Re.F, per la formazione interaziendale (ovviamente accreditato ECM; provider unico) chiamato ad of-frire i propri servizi e la propria professionalità a tutti i soggetti interessati e coinvolti nell’area sanitaria e socio sanitaria provinciale;

b) verifica esperenziale che la forma di integrazione dei percorsi formativi in sanità proposta vada nella direzione della massima razionalizzazione nell’impiego delle risorse economiche disponibili;

c) potenziamento e diversificazione a isorisorse dell’offerta formativa di sistema sanitario locale agli ope-ratori e di educazione alla salute dei cittadini (in particolare, promuovere la cultura della “sana alimen-tazione” nella teoria e nella pratica: per quest’ultima componente attraverso il centro aziendale ristora-zione mensa e bar secondo i principi della sana e corretta alimentazione valorizzando sussidiariamente le produzioni agroalimentari locali).

d) Network integrato Specialisti ospedalieri e MMG/PLS sui temi della formazione e informazione sotto la regia dell’ASL/I.Re.F./DG San sulle politiche di governo della domanda.

Fasi Entro 30.11.2005 Nomina di un Comitato d’indirizzo ASL/Regione/Rete locale (Fondazione BAM, Università Mantova ecc.) -- composto anche da figure di rilevanza scientifica indiscussa nel settore e/o rappresentanti regionali (Dire-zione Generale Sanità Programmazione/IREF per conto della Direzione Generale Sanità) e locali in part-nership (Fondazione BAM, Università Mantova ecc.) — che individui il profilo ideale del responsabile del Centro di formazione integrato, le principali linee di attività e responsabilità e che monitori periodicamente l’efficacia, la qualità del progetto e la coerenza delle attività ai risultati attesi rispetto alla programmazione regionale e locale. individuazione del profilo ideale del responsabile del centro dl formazione integrato per la promozione dell’attività formativa nella sanità mantovana (ASL, AO, MMG/PLS) Entro 30.12.2005 Selezione per la nomina del Responsabile del Centro. Affidamento dell’incarico dirigenziale di Responsabile del Centro. Entro 30.06.2006 Realizzazione, a cura del Responsabile, delle Linee di attività oggetto dell’incarico - progettazione esecutiva (organizzativo-gestionale, tecnologie impiegate ecc.) del Centro in piena coe-

1° Rapporto sulla situazione sanitaria e ambientale della provincia di Mantova

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renza agli obiettivi attesi ‘focus’ di formazione ed educazione alla salute, con biblioteca, servizi multime-diali e tutto quanto di utilità per fare formazione agli operatori ed educazione ai cittadini non solo sui de-terminanti sanitari,ma anche ambientali,

- costituzione di un gruppo di lavoro locale (team di progetto) che coinvolga professionalità ASL e AO con il compito di fornire al Responsabile del Centro contributi tecnici in tema di.

1. analisi dei bisogni formativi 2. collegamento del centro in teleconferenza con la rete regionale di riferimento (l.Re.F.) e integra-

zione nazionale ed internazionale 3. progettazione dei piani formativi 4. gestione dei corsi formativi con riconoscimento dei crediti ECM, differenziati secondo i diversi per-corsi formativi 5. valutazione e controllo delle attività formative.

da condividere preventivamente e sviluppare con la Direzione Generale l.Re.F direttamente o per il tra-mite DG Formazione

- Piano dei conti e analisi dei costi di gestione (annuale e triennale) agganciati a criteri di riparto oggettivi ed equi tra i soggetti coinvolti nella gestione (ASL/AO).

Da sottoporre all’approvazione del Comitato di indirizzo. Entro 30.12.2006 Lay out del Centro con prima sperimentazione applicativa di alcuni percorsi formativi tenuto conto delle prio-rità strategiche (regole di sistema anno 2006): 1. Miglioramento dei livelli di appropriatezza e qualità delle prestazioni assunti a pre-requisiti nei processi

di evoluzione del sistema di accreditamento istituzionale degli erogatori; 2. Integrazione tra le varie funzioni di programmazione e controllo/autocontrollo sia come Ospeda-

le/Territorio sia come Governo Integrato della domanda e dell’offerta mediante la definizione dei prin-cipali interventi di prevenzione attiva e dei percorsi assistenziali di cura efficaci e appropriati (da decli-nare e attuare secondo le processate linee d’intervento e valutare mediante indicatori di processo (management e costi), di risultato, di soddisfazione del paziente, così come previsto anche dal proget-to di certificazione del percorso secondo gli standard JCl.

3. Implementazione del sistema di qualità delle attività del Centro secondo gli standard JCI, ai fini della certificazione sia dei percorsi formativi e sia dei percorsi di cura e continuità assistenziale su cui e per cui formarsi.

Si ritiene essenziale, nel merito e nel metodo, prima di procedere negozialmente alla definizione dell’intesa preliminare con la rete dei partner locali nel senso proposto sottoporre il presente progetto alla attenzione delle Direzioni Generali Sanità, Famiglia e Formazione, mediante il raccordo interdirezionale valutato più opportuno per condivisione programmatico strategica di massima in concomitanza all’ordinario passaggio di competenza della Direzione Generale Sanità ai fini del parere di coerenza dell’iniziativa alla programmazio-ne sanitaria regionale di periodo

11.3. Servizio di ristorazione ASL: un progetto di educazione alimentare applicata per fare “Cultura del ben-essere”. Il progetto di apertura di un servizio di ristorazione aziendale da parte dell’ASL nel compendio di Dosso del Corso può permettere all’azienda di svolgere una serie di funzioni aggiuntive1, oltre a quella di fornire un servizio ai propri dipendenti. Se una premessa condivisa è negli obiettivi che nel decreto 650/2005 sono de-finiti come: “promuovere il reperimento di alimenti con proprietà organolettiche originali, riscontrabili nella produzione che sia conforme alla natura ed al rispetto dell’ambiente”, per sviluppare una “didattica formativa della buona alimentazione, basata sul valore aggiunto del cibo come alleato della salute”, rivalutando la sta-gionalità e i cibi semplici e del territorio, non si può trascurare come il “servizio aziendale di ristorazione”, nelle intenzioni dell’Amministrazione, si configuri come parte di un più ampio intervento di “Welfare solidale” che si integra con il Nido interaziendale in partnership con BAM, Solco in fase di potenziamento sia come progetto educativo, con la prevista attivazione della sezione di scuola dell’infanzia sia come partner aggiunti (AO Carlo Poma, Camera di Commercio), con gli interventi per il sostegno all’inserimento lavorativo di fasce deboli (v. progetto Praticability), in un quadro di interventi di ‘sostegno attivo alla famiglia1

1 Cfr. M.C. Cantù, Il progetto di quallficazione dell’ex ONP(...), in L’evoluzione della cura, edito dall’ASL della provincia di Mantova, 2005, pp.186-195

1° Rapporto sulla situazione sanitaria e ambientale della provincia di Mantova

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OBIETTIVI In questo contesto, il servizio di ristorazione dell’Azienda ASL può svolgere una serie di funzioni di rilievo, all’interno della comunità mantovana, che qui si riassumono: 1. Valorizzazione strategica attraverso “l’evidenza della pratica” delle iniziative di formazione ed educazio-ne alimentare avviate dal “Centro di formazione Integrato” per la promozione dell’attività formativa nella sa-nità mantovana e nella rete di welfare locale. Per radicare la cultura della salute e del ben-essere individua-le e collettivo, valore essenziale per un sistema di eccellenza e di responsabilità solidale e sussidiaria, è in-dispensabile non solo investire in formazione, informazione e educazione, ma anche tradurre i contenuti formativi in buone pratiche coerenti, facendo crescere le competenze degli operatori e dei cittadini sui cor-retti stili di vita a partire dalla sana alimentazione mediante collaborazioni con soggetti del terzo settore che favoriscano l’impiego e lo sviluppo di competenze professionali di fasce deboli di popolazione, aumentando il grado di benessere sociale della comunità. In questo senso va il progetto “Praticability”, ma il servizio di ristorazione stesso può svolgere una funzione in questa direzione, ovvero di orientamento e promozione di comportamenti più salubri in campo alimentare. Evitando di inoltrarsi nei conflitti tra approcci molto differenziati in campo dietologico, si può sostenere che il promuovere, una maggior presenza nella alimentazione di prodotti vegetali (frutta e verdura) sia un riferi-mento importante. Altrettanto importante — in questo contesto — è sostenere la necessità che questi pro-dotti siano coltivati con tecniche sostenibili a favore dell’ambiente e del sociale. Il ricorso a prodotti da agri-coltura biologica e biodinamica è, da questo punto di vista, un valore di partenza imprescindibile. Già molti Comuni e Regioni hanno scelto di orientare i servizi di ristorazione collettiva in questa direzione. Così il fe-nomeno è cresciuto negli ultimi anni, passando dalle 197 mense bio deI 2000 alle 609 del 2004, come mo-strano i dati dell’Aiab, l’Associazione italiana agricoltura biologica. Le regioni (dati 2004) capofila sono Emi-lia Romagna, con 119 mense, seguita da Lombardia (105) e Veneto (70)2. 2. Offrire una gastronomia che preveda l’abbandono dei cibi precotti, che valorizzi in modo appropriato la tradizionale cucina mantovana, attualizzata per coerenza ai fondamentali della corretta nutrizione e sana alimentazione che promuova una idea di salute e ‘benessere’ legata alle dimensioni della natura, della cul-tura — anzitutto locale - e del piacere, punto di riferimento esemplare per cominciare ad affrontare il pro-blema della qualità della ristorazione collettiva con applicazione concreta al Nido Interaziendale (di cui si vorrebbe prevedere d’intesa con il Comune di Mantova in sede di Piano di Zona 2006-2008 un percorso progettuale di potenziamento della struttura come da sezione aggiuntiva, già approvata dalla DG Famiglia, utile a implementare un progetto educativo innovativo di servizi integrati a sostegno della famiglia da 0 a 6 anni che rafforza il valore aggiunto del Nido interaziendale per conciliare lavoro e famiglia) modello esem-plare ed esperenziale per promuovere i temi della qualità nella ristorazione nelle strutture scolastiche sanita-rie e socio-assistenziali, sinora decisamente trascurato a favore di una attenzione prevalente alle dimensioni del costo-pasto, alla sicurezza igienico-sanitaria ed alle componenti nutrizionali del pasto; 3. Valorizzazione della qualità e competitività locale andando oltre l’assunzione del “biologico” come pun-to di partenza per il servizio di ristorazione, pertanto non si può trascurare l’altro aspetto su cui si sta con-centrando da alcuni anni l’attenzione e l’iniziativa delle associazioni e delle istituzioni. E’ Importante che il cibo, oltre ad essere “biologico” sia anche “locale”3. Ciò anzitutto perché un cibo ‘biologico’ che viaggia per migliaia di chilometri per giungere nella mensa è ‘ecologicamente’, economicamente e socialmente insoste-nibile. Tralasciando l’ovvia insostenibilità ambientale dovuta ai costi di trasporto, imballaggio, ecc., ciò che si rompe irrimediabilmente — con la globalizzazione del prodotto — è il rapporto tra produttore agricolo, co-munità locale e consumatore4. Ciò genera conseguenze sui comportamenti di consumo (perdita della di-

2 Fonte AIAB 3 Va detto che negli USA, da cui è partito, già negli anni ‘80, il movimento per la promozione del utilizzo di prodotti del territorio, si intende per ‘locale’ ciò che si sviluppa in un raggio di ce. 300 km. (comunicazione personale del Manager del Madison (Wi) Farmer’s Market, maggio 2005) 4 In ogni continente sono in corso misure pratiche per rendere possibile la produzione locale per uso locale. Le campagne di “acqui-sto dei prodotti locali” affascinano i consumatori in Europa, negli Stati Uniti e altrove. Un’importante innovazione è rappresentata dal movimento per un’agricoltura sostenuta dalla comunità (CM), nel quale agricoltori e consumatori si collegano e condividono i rischi. I consumatori acquistano una “quota” all’inizio della stagione, che dà loro diritto di usufruire dei frutti del lavoro degli agricoltori, I mo-vimenti CSA sono nati a metà degli anni ‘60 in Germania, Svizzera e Giappone. Diciassette anni fa, non vi era alcun CSA negli Stati Uniti; attualmente ce ne sono oltre 3000 che servono decine di migliaia di famiglie. L’esempio degli Stati Uniti ha contribuito a ispira-re un movimento CSA nel Regno Unito, che ha ottenuto il sostegno del governo locale. Movimenti simili si sono sviluppati anche in Giappone e altrove, Altre iniziative di crescente rilevanza sono i mercati dai produttori agricoli in città, aumentati del 79% 1*1 corso

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mensione della stagionalità, impossibilità di controllo sulla produzione ed i produttori, perdita della dimen-sione culturale legata al rapporto con l’agricoltura, standardizzazione del gusto), sull’economia locale (di-pendenza dagli andamenti dei mercati internazionali, impossibilità di ricevere una giusta remunerazione per il lavoro agricolo, esposizione alla concorrenza di prodotti “esteri” prodotti a costi più bassi ma di minor qua-lità, crisi della piccola impresa agricola a conduzione familiare), sulla stessa agricoltura biologica (riduzione della bio-diversità, standardizzazione della produzione, de-localizzazione delle produzioni, perdita di caratte-ristiche organolettiche)5. In questo contesto cominciano a diffondersi esperienze di servizi di ristorazione (mense e ristoranti) che privilegiano, per l’approvvigionamento di prodotti biologici, l’acquisto diretto da pro-duttori locali. Queste esperienze, attive soprattutto negli USA, fanno riferimento al modello denominato “Community Supported Agricolture” (Agricoltura Sostenuta dalla Comunità), e si concretizzano nell’acquisto diretto di prodotti in fattoria o nei Farmer’s Market, nella vendita di prodotti agricoli per “abbonamento” o nel conferimento degli stessi da parte dei produttori presso le mense ed i ristoranti.6

4. Svolgere funzione promozionale per il benessere socio-economico del territorio; il proporsi come punto di riferimento per l’acquisto e la trasformazione di prodotti di agricoltura biologica prodotti localmente, può co-stituire un fattore di stimolo all’aggregazione di risorse (le aziende agricole biologiche ) attualmente disperse e non coordinate tra loro, le quali potrebbero (soprattutto se all’ASL si associassero anche successivamente altri gestori di servizi di ristorazione) concertare le produzioni e negoziare i prezzi di acquisto, superando la polverizzazione che le rende in questo momento assolutamente dipendenti dal mercato convenzionale. Questa iniziativa potrebbe anche costituire un volano per lo sviluppo delle altre attività di vendita diretta di prodotti agricoli, quali quelle previste dal mercato contadino (farmer’s market). La costruzione di una strate-gia condivisa che porti al radicarsi nelle comunità locali (ed a rispondere ai loro bisogni) delle aziende agri-cole mantovane, appare al momento l’unica strada che potrà permettere, in un futuro non troppo lontano, di salvare l’agricoltura tradizionale ed il patrimonio di culture, produzioni e conoscenze che le piccole aziende - prevalentemente a conduzione famigliare- hanno costituito nel nostro tessuto sociale. Ritenendo importante salvaguardare un patrimonio economico e culturale costituito dalle esperienze e dalla storia della agricoltura di fattoria, è importante promuovere “azioni positive” che siano funzionali al recupero del loro rapporto con il territorio, al miglioramento dell’impatto sull’ambiente e sulla salute umana, alla valorizzazione delle produ-zioni tradizionali. Il servizio di ristorazione aziendale può inoltre costituire uno strumento utile per offrire oc-casioni di professionalizzazione ed inserimento lavorativo per persone “socialmente svantaggiate” per le quali l’inserimento nel mercato lavorativo contemporaneo risulta alquanto difficoltosa. Le mansioni lavorative previste per le attività del servizio di ristorazione ed i suoi corollari (eccezion fatta per le attività di formazio-ne) sono sufficientemente semplici e richiedono competenze pratiche e relazionali tali da poter costituire un eccellente ambiente di lavoro per persone con problemi. Le esperienze in provincia di Mantova di gestione di strutture di ristorazione con persone “esplicitamente” connotate come problematiche sono alquanto ridot-te. Si ricorda l’esperienza della Casbah di Pegognaga, cui ha fatto seguito l’esperienza pluriennale della ge-stione del Bar ai Giardini Gina Bianchi di Suzzara da parte della Coop. CHV, la gestione per un anno del Dopolavoro Montedison da parte della cooperativa Arianna e poco altro7. Le modalità per rendere ciò possibile si sviluppano dalla estensione del progetto praticabilità alla costruzio-ne di un accordo di rete che tenga insieme associazioni, aziende agricole, servizi pubblici e del terzo settore per l’utilizzo dei “lavoratori deboli” all’interno di una sorta di “fattoria sociale diffusa” in cui possano speri-mentarsi in attività di produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli oltre che nella gestione del bar-servizio ristorazione, COME LEGARE RISTORAZIONE – EDUCAZIONE ALIMENTARE E FORMAZIONE: UN PROGETTO DI EDUCAZIONE SANITARIA APPLICATA La linea guida fondamentale per permettere di effettuare in modo efficace un intervento su questo tema è

degli ultimi otto anni soltanto negli Stati Uniti. Questi hanno permesso agli agricoltori locali di vendere I propri prodotti direttamente al pubblico senza ricorrere a costosi intermediari. Si stanno diffondendo anche orti familiari e scolastici — dagli orti “domestici” in Kenya ai bambini che a scuola coltivano il proprio cibo”. (da ‘Manifesto per il futuro del cibo —2003) 5 10 buone ragioni per consumare cibo locale htpp/www,biodiyersjta.info/modules/civiltacontadina/indexphp?ld=1 5 6 www.csacenter.org é un indirizzo di partenza per acquisire informazioni sulle iniziative dl Agricoltura Sostenuta dalle Comunità; 7 Nell’ambito del gemellaggio fra Mantova e Madison (Wisconsin) è stata a Mantova alcune volte Nancy Christie, che ha gestito per anni, invece, un ristorante a Madison con personale portatore di handicap o con problemi psichiatrici; ha successivamente curato il servizio di ristorazione in una struttura per lungodegenti promuovendo la valorizzazione della cucina (e dell’orto) come strumenti di riabilitazione o mantenimento delle capacità degli ospiti. E’ disponibile ad effettuare ‘scambi’ sulle modalità di realizzazione di pro-getti simili. Probabilmente si potrebbe stringere anche un partneriato con l’università del Wisconsin

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apparentemente paradossale: si tratta di “de-sanitarizzare” l’alimentazione, intervento che è parte della ‘de-sanitarizzazione” della salute e della vita, fondamentale per promuovere il miglioramento delle condizioni di benessere fisico-psichico e sociale dei cittadini e della comunità. La “sanitarizzazione” del tema dell’alimentazione è consistita fondamentalmente in due filoni di intervento ed in un metodo, attuati in modo molto forte soprattutto in Italia (non in Francia ad esempio); il metodo è quello prescrittivo-autoritario, con cui si gestisce il rapporto con gli utenti (individui o organizzazioni); non ha molte varianti se non le versioni predicatoria o manipolatoria. Il primo filone è quello della sicurezza igienico-sanitaria, che portato alla estremizzazione della attenzione alla dimensione dell’igiene e della sicurezza, definiti sulla base di standard industriali tali da mettere in crisi profonda le piccole attività di produzione e trasformazione agricola, nonché a rendere praticamente impos-sibili esperienze di didattica comprendenti la manipolazione e la degustazione di cibi, ed infine a suscitare esagerate apprensioni per lo ‘sporco” da parte di genitori e ragazzi. Il secondo è quello della riduzione dell’alimentarsi all’atto di introdurre ‘carburante” nell’organismo; il ridurre gli alimenti a grassi, carboidrati, proteine, contabilizzarli in calorie, enfatizzare il ruolo sulla salute di componenti presenti in percentuali irriso-rie, il non risolto rapporto tra diversi suggerimenti dietetici e loro “sponsor economici” hanno contribuito non poco allo snaturamento del rapporto di intere generazioni con il cibo, con la dimensione del piacere, della conoscenza, del rapporto con la complessità intrinseca nell’atto dell’alimentarsi; hanno contribuito non poco al determinarsi di numerosi problemi di salute legati all’alimentazione che adesso risultano tragicamente di attualità. Le esperienze più avanzate e che costituiscono, sia pure con molti distinguo dovuti al modello completa-mente opposto che storicamente la sanità pubblica italiana ha propugnato, sono sviluppate soprattutto in ambito scolastico8. Il punto di riferimento principale sono i programmi che appartengono ai filone “Farm to Cafeteria”, diffusi in diversi stati USA. Il progetto più organico che, dall’esperienza dei vari ”Farm to Cafete-ria prende le mosse, è il “Wellness Model” elaborato dal ‘Center for Ecoliteracy,” in collaborazione con Slow Food USA and la ‘Chez Panisse Foundation”9, L’ampio ed approfondito interesse del tema degli USA ed anche i forti investimenti governativi nel settore si spiegano con una triplice emergenza: la necessità di “salvare” i piccoli agricoltori, la diffusione di obesità e malnutrizione legate alla povertà e a stili di vita non salubri, che caratterizzano la realtà statunitense. In Italia ed in Lombardia assistiamo ad alcuni timidi tentativi di mettere in discussione il dogma “igienistico-dietetico” (cibo come carburante — igiene come priorità) per valorizzare le componenti culturali, relazionali ed affettive che all’alimentazione sono legate10. In provincia di Mantova alcune esperienze significative di coinvolgimen-to dei bambini in esperienze attive di conoscenza e rapporto con prodotti alimentari e dall’agricoltura sono state realizzate soprattutto dalla rete delle ”Fattorie Didattiche” alcune delle quali hanno notevolmente inve-stito in attività di formazione degli operatori per migliorarne le capacità di animazione didattica e di condu-zione delle attività con i bambini. Nell’ambito delle attività con adulti il punto di riferimento da almeno dieci anni è il movimento ‘”Slow Food” che ha svolto con meeting, corsi di formazione, 13 seminari, laboratori del gusto, e da ultimo con l’apertura della Facoltà di Scienze Gastronomiche presso l’Università di Pollenzo un profondo lavoro di sensibilizzazione dei consumatori e, contemporaneamente, di rinnovamento della ga-stronomia Il punto di svolta, che caratterizza le attività di molti programmi ‘Farm to Cafeteria”, di diverse fattorie didatti-che e del movimento Slow Food, è stato assumere il piacere, sensoriale e culturale come motore dell’apprendimento e dei processi di cambiamento. Questo passaggio probabilmente costituisce uno dei due punti di svolta per le attività di animazione-formazione legate ai temi delle produzioni alimentari e dell’alimentazione. L’altro è la valorizzazione della inter-soggettività, il superamento cioè del modello autori-tario-prescrittivo in cui l’esperto definisce cosa è bene e cosa è male, cosa fa bene e cosa fa male alla salu-te, per promuovere attività in cui si valorizza lo scambio di conoscenze, l’apprendimento reciproco, la condi-visione, la comunicazione e le relazioni. Tale approccio, infine, crediamo possa fornire una ricaduta anche i termini di salute comunemente intesa, il

8 Il testo di Ivan lllich, Nemesi Medica (lllich, I. Nemesi Medica, B. Mondadori, Milano, 2004) costituisce ancora, a quasi trentenni dalla pubblicazione, un punto di riferimento importante per la riflessione su questi terni; Manuale per portare cibo locale alle Istituzioni Locali: httP://attra.ncat.org/attra-pyb/farmtoschool.html 9 ll’indirizzo http:/www.ecoliteracy.org/programs/erl-guide.html è possibile scaricare (11.8 MB zippati) la “Rethinking School Lunch Guide” che contiene le indicazioni su come riorganizzare l’organizzazione ed il curriculum scolastico per valorizzare l’importanza di una corretta alimentazione. 10 Cfr.”‘Linee Guida della Regione Lombardia per la ristorazione scolastica”, 2002 pp. 50-53. Particolarmente rilevanti le attività rivol-te agli insegnanti. Slow Food e l’unico ente specificamente accreditato dal Ministero dell’Istruzione per le attività di formazione in questo ambito

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riappropriarsi del gusto del cibo, della sensazione piacevole di consumare pasti in modo sano ed armonico sono elementi in grado di porre un freno a quella “voracità” che spesso contraddistingue il pasto di adulti e bambini che, quindi, sempre più spesso si trovano a fare i conti con i problemi legati all’obesità. Si tratta di principi considerati base in diverse teorie pedagogiche ed andragogiche (relative alla formazione degli adulti) ma che poco diritto di cittadinanza sembrano ancora avere in molte attività di educazione sanita-ria (se non nelle loro varianti manipolatorie). Nonostante ciò, si ritiene che debbano essere assunti anche co-me fondamento delle attività di educazione-animazione formazione da realizzare in integrazione con il servi-zio di ristorazione aziendale. Un ultimo accenno ad un’altra caratteristica del programma ‘Farm to cafeteria”. Questi si realizzano in forme diverse, tutte accomunate dall’utilizzo di prodotti di agricoltori locali nell’ambito di servizi di ristorazione col-lettiva e nel coinvolgimento degli agricoltori stessi, insieme agli operatori educativi, nelle attività didattiche. Ma c’è un aspetto che in molti di questi programmi è centrale che, probabilmente, non potrà essere integra-to nel progetto relativo alla ristorazione aziendale. E’ la componente legata al coinvolgimento dei ragazzi nelle attività di produzione (con l’orto scolastico). Nelle esperienze più avanzate, i programmi “Farm to Cafeteria” integrano l’esperienza dell’orto scolastico o degli orti urbani (urban gardening o urban agricolture) con le attività di laboratorio di manipolazione, prepa-razione e degustazione degli alimenti, con le attività di riflessione attorno ai temi della alimentazione e delle produzioni agricole. In Italia, dove pure gli orti scolastici e la cura di attività agricole appartengono ad alcune radicate tradizioni pedagogiche (es. le scuole steineriane o la Rinnovata Pizzigoni), le realtà in cui sono più presenti espe-rienze in cui si integrano le dimensioni della produzione degli alimenti con quelle di trasformazione e con-sumo sono collocate prevalentemente in Emilia-Romagna15. Sull’orto e la produzione agricola come attivi-tà pedagogica particolarmente coinvolgente e ricca c’è, in questo momento un grande interesse in Italia. Nell’ambito della formazione degli adulti, assistiamo da anni ad una ricca proposta da parte di associazioni, aziende, organizzazioni di categoria di attività finalizzate all’apprendimento di conoscenze e tecniche nell’ambito della alimentazione16. Il tema della alimentazione (più frequentemente del rapporto tra bambini e cibo) è frequentemente trattato negli incontri con i genitori che si tengono in numerose scuole primarie. L’idea e che fare formazione per adulti in ambito alimentare possa consistere in attività che investono: i si-gnificati (culturali, affettivi, sociali, relazionali) che sono legati all’alimentazione ed alla cucina, la conoscen-za (di prodotti, di tecniche dl produzione e trasformazione); lo sviluppo dl sensibilità (sensoriali, corporee, relazionali). Si tratta di fare un lungo e difficile lavoro di recupero di sensibilità e culture che decenni di stan-dardizzazione dei comportamenti alimentari e del gusto stanno ottundendo. Preparare e consumare pasti è essenzialmente uno dei modi archetipi con cui ci si prende cura di sé, degli altri e della natura. Come sia cambiato il rapporto con il cibo e l’alimentazione è efficacemente descritto da un semplice dato. Il tempo medio di preparazione di un pasto era pari a quasi tre ore negli anni ‘50, negli anni ‘70 era pari ad un’ora e si colloca attualmente sui 18 minuti11. E’ un dato che, esprime benissimo i cambiamenti intervenuti nel pen-sare all’alimentazione, alla cucina, ed alle dimensioni socio-relazionali che ad essa sono legate in questi decenni. E’ un dato che contiene — al suo interno — la chiave per comprendere molti dei problemi che ali-mentarsi in modo eccessivo e/o squilibrato comporta. Siamo passati nel corso dei decenni non solo a con-tenere i tempi di preparazione ma anche quelli di consumo, ma anche — contemporaneamente — alla dif-fusione di prodotti che velocemente procurano soddisfazioni e piaceri sostitutivi e gratificazioni che sembra-no non poter più derivare dalla convivialità. Particolarmente significativo è che i consumi di “Junk food” (che sono immediatamente gratificanti) siano esplicitamente correlati alle appartenenze di classe socio-economica. Una attività di formazione degli adulti finalizzata a promuovere una maggiore attenzione all’alimentazione ed alla dimensione di benessere che ad essa è correlata non potrà quindi non porsi il problema di come inter-venire per risvegliare sensibilità, promuovere attenzione ai prodotti ed ai processi, sviluppare convivialità e

11 Dato contenuto nella relazione di Franco Torelli nel corso del workshop “L’evoluzione del consumatore con riferimento agli acqui-sti ai prodotti biologici, tipici e di qualità”, organizzato in collaborazione della rivista Largo Consumo a SANA 2004 http/www.operapizzigoni,org in particolare si segnalano in questa direzione: a) il progetto “mangiare insieme”’ curato dalla Regione E.R, e più in generale il ‘pro-gramma per l’orientamento dei consumi e l’educazione alimentare” per il biennio 2003-2005: all’indirizzo http://www.scuolaer.it/page.asp?IDCategoria=131&lDSezione=389&lD=47116 c’è una scheda sul convegno conclusivo del febbraio 2005, e b) a rete degli orti scolastici biologici http://www.scuolacreativa,it/ortidipace.html In provincia di Mantova: Slow Food organizza laboratori di degustazione, corsi specialistici (i Master), serate a tema, la rete delle ‘Fattorie del Gusto” (http://www.agriturismomantova.it/eng/Eventi_Scheda.asp?Idevento=166) organizzano corsi a tema, come di-verse altre organizzazioni private organizzano corsi di tecniche di cucina o di degustazione di prodotti gastronomici; va detto che — a parte alcuni casi — il livello qualitativo non pare eccelso ed il costo è piuttosto elevato.

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relazioni. Possiamo decidere di assumere come target principale di questo intervento gli operatori dell’ASL nei cui confronti proporre, oltre alla possibilità di accedere in condizioni di favore a prodotti di eccellenza ga-stronomica ed a pasti con essi realizzati, momenti di formazione specificamente finalizzati a promuovere la conoscenza, la condivisione di abilità, lo sviluppo della riflessione attorno ai temi della alimentazione ed alle sue determinanti psicologiche, sociali, economiche e relazionali.

I temi principali a progetto a) prodotti e tecniche di produzione b) risorse nascoste (ovvero come promuovere la convivialità utilizzando le competenze presenti) c) sviluppare sensibilità e gusti (attività di degustazione e confronto su prodotti di fattoria e/o industriali, da agricoltura biologica e/o convenzionale) d) cucina e tecniche di cucina per un’alimentazione nel rispetto del gusto e della salute (come incrementare la % di prodotti vegetali freschi nell’alimentazione, come cucinarli riducendo al minimo la compromissione delle loro qualità, come dar sapore ai cibi utilizzando meno grassi...) e) alimentazione ed educazione alla sana alimentazione (destinato ai formatori) f) la cultura del territorio: valorizzare le biodiversità (anche culturali e gastronomiche), liberarsi dagli stan-dard; particolare attenzione è prevista per le attività di formazione rivolte al personale che più frequentemente si trova ad affrontare professionalmente problemi correlati ai temi delle produzioni agro-zootecniche, dell’alimentazione (di pazienti, utenti e famiglie), e della ristorazione collettiva. E’ soprattutto con essi che va condotto un intervento intenso per modificare approcci ai temi della alimentazione che si sono storicamente sedimentati ma che si stanno rivelando inadeguati, spesso inutilmente punitivi, in ogni caso inefficaci ad incidere sui comportamenti di consumo e le abitudini alimentari. g) qualificata opportunità per l’inserimento lavorativo delle persone disabili e di servizi di sostegno mirato (anche in relazione ai contestuali progetti cantierizzati al servizio delle fragilità/disabilità psichiatriche -in par-ticolare Centro diurno non standardizzato- per pazienti affetti da autismo) Si prevede, in una prima fase, di rivolgere le attività di formazione e di aggiornamento ai dipendenti ASL , ad operatori che si trovano per motivi professionali a diretto contatto con il cibo ed ai tecnici del settore. L’utilizzo della struttura sarà consentito anche per svolgere attività di animazione e formazione nei confronti delle scuole primarie e secondarie. Ulteriori servizi a progetto correlati alla ristorazione aziendale sono:

1. punto vendita diretta di prodotti ortofrutticoli (biologici), formaggi e salumi provenienti dalle fattorie del territorio mantovano

2. facilities alla cucina domestica: es. possibilità di acquisto di verdura già lavata o di preparazioni che richiedono cotture lunghe (es. brodo o cotechino); possibilità — su prenotazione — di avere piatti “complicati” (o semplicemente pronti) per il consumo domestico

3. chiusura del ciclo: servizi di last minute market per la gestione dell’invenduto, convenzioni con strutture per animali per avanzi, compostaggio dei rifiuti alimentari;

Assunta la necessità di costituire un’architettura organizzativo gestionale tale per cui i diversi soggetti, pub-blici e privati , questi ultimi, identificati sulla base dell’istruttoria tecnica del team di progetto dell’Asl capofila, tra coloro che gestiscono attività educative in ambito agricolo ed alimentare quale soluzione percorribile per assicurare la realizzazione di esperienze di animazione ed educazione, si è inteso promuovere una forma sperimentale di collaborazione pubblico privato ipotizzandosi un modello gestionale snello e flessibile con l’associazione in partecipazione secondo le Linee Guida Regionali approvate con DGR n. VII/18575 del 5.08.2004, sotto il coordinamento progettuale, data la trasversalità del progetto, sia per validazione autoriz-zatoria che per ogni possibile supporto utile, di DG San, DG Famiglia e DG Formazione, anche ai fini della candidatura del progetto come progetto di eccellenza di rilievo regionale.

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RISORSE MANTOVANE A PROGETTO: LA RETE DEI SOGGETTI COINVOLTI Attività Soggetti della Rete

Fornitura dei prodotti

• Società Cooperativa Agricola UNIPEG Per la fornitura di carni bovine.

• Consorzio Latterie Virgilio Rappresenta, per il settore, L’Azienda locale di eccellenza per i prodotti agroalimentari della filiera del latte (latte, formaggi, Yogurt,..)

• Società Cooperativa Agricola UNIPEG

• Consorzio Agrituristico Mantovano Coordina la rete degli agriturismi mantovani ed è l’organizzazione di agricoltori più impegnata nella sperimentazione di iniziative sulla “filiera corta” e sulla diversifica-zione delle attività dell’impresa agricola; promuove la costituzione del “mercato contadino”, ha lanciato la rete delle “Fattorie del Gusto”, ha lavorato per anni per la qualificazione delle attività di animazione svolte presso le “Fattorie Didattiche”. Nel corso dell’ultimo anno ha allargato il suo raggio di attenzione alle esperienze di “fat-torie sociali” che prevedono l’apertura delle aziende agricole a diventare spazi di accoglienza ed esperienza lavorativa per soggetti “svantaggiati

Gestione del servizio di ristorazione

• SOL.CO Mantova Al consorzio fanno riferimento diverse cooperative sociali che possono essere inte-ressate all’impiego di personale all’interno del servizio ristorazione. In collaborazio-ne con ASL gestisce il Nido Aziendale e sta realizzando il progetto “Praticability” per la gestione di diversi servizi all’interno del compendio di Dosso del Corso.

Attività di animazio-ne/formazione/educazio

ne alla salute

• SLOW FOOD L’associazione internazionale di produttori e consumatori è presente a Mantova con una condotta. Potrebbe collaborare con attività di formazione e riqualificazione di personale addetto ad attività di ristorazione, diffondendo i risultati della espe-rienza mantovana, mettendo a disposizione know how e competenze sia relative al territorio mantovano ed ai suoi prodotti e produttori d’eccellenza, sia relativamente alle tematiche dell’agricoltura sostenibile, della gastronomia, della didattica attra-verso le sue strutture provinciali e nazionali. In provincia di Mantova, attualmente, gestisce un progetto “globale” di educazione con il Comune e la Scuola Media di Pegognaga , organizza gruppi d’acquisto collettivo, promuove il presidio del “sala-me casalino dei contadini mantovani”, gestisce un gemellaggio con la città di Ma-dison (Wisconsin) sui temi dell’agricoltura sostenibile e dell’eccellenza gastronomi-ca, organizza attività di formazione su tematiche agricole e gastronomiche.

• Rete delle Fattorie Didattiche

Il circuito è costituito da 22 aziende agrituristiche, che negli ultimi dieci anni hanno offerto occasioni di conoscenza, educazione e formazione sui temi delle produzioni agricole, dell’ambiente e dell’alimentazione. Le strutture sono accreditate dalla Re-gione Lombardia come “Fattorie didattiche della Lombardia”. Alcune di queste strut-ture hanno sviluppato programmi di attività con i ragazzi particolarmente coinvol-genti ed interessanti da un punto di vista della metodologia. Sono quindi un punto di riferimento importante soprattutto per partnership nelle aree della formazione-educazione in ambito agricolo ed alimentare.

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IL PROGRAMMA

Per rispondere alle immediate esigenze di fornire pasti ai dipendenti che già prestano servizio presso il compendio di Dosso del Corso ed il cui numero, già a partire dai primi mesi del 2006, è destinato ad aumen-tare, le attività previste dal progetto prenderanno avvio secondo la seguente calendarizzazione:

Attività Periodo Apertura servizio bar entro gennaio 2006 Apertura punto vendita diretta entro primo semestre 2006 Apertura punto ristorazione Luglio 2006 comunque non

oltre settembre 2006 Attivazione servizio facilities Dal mese di settembre 2006 Servizi di last minute market Dal mese di settembre 2006 Attività di formazione /educazione alla salute rivolta a: • dipendenti • addetti dei servizi di ristorazione: • scuola

Dal secondo semestre 2006 A regime nel 2007 in stretto raccordo con il Centro inte-grato di formazione perma-nente attivo in Edificio 11

Il presente progetto è stato sottoposto anche all’attenzione delle Direzioni Generali Sanità, Famiglia e For-mazione, per condivisione programmatico strategica di massima in concomitanza all’ordinario passaggio di competenza della Direzione Generale Sanità. ai fini del parere di coerenza dell’iniziativa alla programma-zione sanitaria regionale di periodo

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