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edizione speciale per il forum universale delle culture

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ori, argenti, gemme e smalti della napoli angioina 1266 - 1381

a cura di pierluigi leone de castris

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Comitato scientificoFerdinando BolognaPaola GiustiPierluigi Leone de CastrisMaura PicciauFabrizio Vona

Comitato organizzativoRiccardo Carafa d’AndriaBiagio ConteBrigitte DapràVincenzo De GregorioRoberta GermanoLaura GiustiPaolo JorioPierluigi Leone de CastrisDaniele PittèriAdolfo Russo

Segreteria della mostra Luciana De Maria, Elena Manocchio

Comitato d’onore:Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle attività Culturali e del TurismoLuigi de Magistris, Sindaco di NapoliS.E. Crescenzio Sepe, Cardinale Arcivescovo di NapoliS.E. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi e Cava de’ TirreniS.E. Francesco Cacucci, Arcivescovo metropolita di Bari e BitontoS.E. Francesco Alfano, Arcivescovo di Sorrento e Castellammare di StabiaS.E. Beniamino De Palma, Arcivescovo di NolaS.E. Luigi Moretti, Arcivescovo di Salerno, Campagna e AcernoS.E. Luigi Conti, Arcivescovo di FermoS.E. Benedetto Tuzia, Vescovo di Orvieto e TodiS.E. Michele Seccia, Vescovo di Teramo ed AtriS.E. Ciro Miniero, Vescovo di Vallo della Lucania

Enti promotori

Comune di NapoliLuigi de Magistris, SindacoAssessorato alla Cultura e TurismoNino Daniele, AssessoreStaff: Dolores Anselmi, Rachele Pennetta, Maria Laura Vacca

Fondazione Forum Universale delle CultureDaniele Pittèri, CommissarioRoberta GermanoPierluigi VasquezSalvatore Barbato, Emilia CampanileRosaria Daniele, Gianluca GuarinoClaudia Moretti, Grazia RainoneGiovanna Sammartino, Roberta Trama

Cappella del Tesoro di San GennaroDeputazioneLuigi de Magistris, Sindaco di Napoli PresidenteRiccardo Carafa d’Andria, Vice PresidenteMariano BrunoAgostino Caracciolo di TorchiaroloGirolamo Carignani di NovoliAugusto Cattaneo di San NicandroRiccardo Imperiali di FrancavillaGiampiero MartuscelliGiovanni Pignatelli della LeonessaPierluigi Sanfelice di Bagnoli

Mons. Vincenzo De Gregorio, Abate della Cappella del Tesoro di San GennaroBiagio Conte, Segretario Generale, Coordinatore delle Attività AmministrativeLuciana De Maria, Responsabile Attività Culturali e Archivio StoricoRosa Granato, Archivista

Museo del Tesoro di San GennaroPaolo Jorio, Direttore

Arcidiocesi di NapoliS.E. Crescenzio Sepe, Cardinale arcivescovoMons. Adolfo Russo, Vicario per la cultura

Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli e della Reggia di CasertaFabrizio Vona, Soprintendente

Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”Lucio d’Alessandro, Rettore

ori, argenti, gemme e smalti della napoli angioina 1266 - 1381Napoli, Cappella e Museo del Tesoro di San Gennaro,11 ottobre - 31 dicembre 2014

mostra e catalogo a cura diPierluigi Leone de Castris

Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro

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catalogo a cura di Pierluigi Leone de Castris

autori delle schedeAntonio Braca ABGiuseppe D’Avanzo GD’ALaura Giusti LGPaola Giusti PGSerenella Greco SGPierluigi Leone de Castris PLdCElena Manocchio EMMarianna Rubino MRLina Sabino LSAntonia Solpietro AS

TraduzioniColum Fordham (inglese)Joan Pla Fulquet (catalano e spagnolo)

Referenze fotograficheArchivio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Salerno e Avellino / Carmine AquinoArchivio fotografico della Soprintendenza BSAE del Friuli Venezia Giulia, su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del TurismoArchivio fotografico Soprintendenza Speciale per il Polo Museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta/Luciano BasagniBritish Museum, LondraMichele CaloceroNicola CastaldoAugusto CocozzaDiocesi di Orvieto-TodiGino Di PaoloBeppe GernoneLorenzo MorigiMusée du Louvre, ParigiArchivio dell’Arte / Luciano PediciniLino SorabellaAntonio TosiniUfficio Beni Culturali Ecclesiastici dell’Arcidiocesi di Fermo / Domenico Oddi

RingraziamentiSi ringraziano gli enti prestatori e i dirigenti, i responsabili, i direttori, i funzionari e il personale tutto delle Soprintendenze, dei Musei e degli Uffici Diocesani che hanno consentito il prestito delle opere, nonché i parroci, i vicari, gli archivisti, i fotografi, i restauratori, i traduttori e i docenti universitari che hanno collaborato alla riuscita dell’iniziativa; in particolare, oltre a quanti già nominati in queste pagine, Emilia Alfinito, Elisa Amorosi, Luana Antonini, Paola Apuzza, Lucia Arbace, Felicia Armenise, Imma Ascione, Luigi Aversa, Giovanna Bandinu, Antonio Blundo, Françoise Barbe, Antonio Borella, Antonio Braca, Luca Caburlotto, Mario Cafiero, Rosaria Cammarota, Marco Ciano, Gerardo Cioffari, Luigi Colavolpe, Giorgio Cozzolino, Benedetta Craveri, Maria D’Agostino, Giosuè De Angelis, Fabio De Chirico, Luigi De Paola, Carmine del Gaudio, Giovanni Luca Delogu, Antonio De Riggi, Carmen de Rosa, Giuseppe Di Filippo, Gino Di Paolo, Luisa Franchi Dell’Orto, Danielle Gaborit-Chopin, Carlo Guardascione, Bonaventura Guerra, Vito Nicola Iacobellis, Antonella Lopardi, Rosa Lorusso, Nelly Luczak, Claudio Maggini, Antonino Mannaioli, Lucia Marinig, Roberto Middione, Ciro Moccardi, Alma Monelli, Giuseppe Muollo, Stefano Palmieri, Eduardo Parlato, Luciano Pedicini, Alessandra Perriccioli Saggese, Patrizia Piscitello, Roberta Porfiri, Antonio Quaranta, Marta Giuseppina Ragozzino, Raffaele Rammauro, Rosanna Romano, Ferdinando Salemme, Marina Santucci, Lina Sabino, Angela Schiattarella, Walter Scotucci, Antonia Solpietro, Rossana Spadaccini, Maria Grazia Spano, Antonio Tosini, Carmine Troccoli, Domenico Tufano, Maria Rosaria Valazzi, Pasquale Vanacore, Alberto Varani, Fabiana Vio

AbbreviazioniADS: Archivio Diocesano di SalernoADSo: Archivio Diocesano di SorrentoAng.- Angg.: Angioina, Angioino, AngioiniASDNo: Archivio Storico Diocesano di NolaASN: Archivio di Stato di NapoliATSG: Archivio della Cappella del Tesoro di San Gennaro, Napolibibl.: bibliografiaCanc.: Cancelleriacat.: catalogo (numero di)c. – cc.: carta, cartecfr.: confrontacm: centimetridiam.: diametrodoc.- docc.: documento, documentied.: edizionef.- ff.: foglio, fogliFAC: Fondo Archivio Capitolare fasc.: fascicolofig., figg., figs.: figura, figureFSV: Fondo Sante Visiteh: altezzainv.: inventariolargh.: larghezzalungh.: lunghezzamax.: massimo, massima ms.: manoscritton.: numeron.n.: nuova numerazionep.- pp.: pagina, paginep.e.: per esempioprof.: profonditàr: rectos.d.: senza datasec. - secc.: secolo, secolis.l.: senza luogos.n.p.: senza numero di paginass.: seguentiv: versovol.: volume

PrestatoriAmalfi, Museo Diocesano annesso alla CattedraleAriano Irpino, Museo Diocesano Atri, Museo CapitolareBari, Museo Nicolaiano di BariCapri, Parrocchia di Santo Stefano ProtomartireCividale del Friuli, Museo di Palazzo de NordisNapoli, Museo di CapodimonteNapoli, Museo DiocesanoNola, Museo DiocesanoParis, Musée du Louvre, Département des Objets d’artSalerno, Cattedrale, Cappella del TesoroSalerno, Museo DiocesanoSanta Vittoria in Matenano, Parrocchia di Santa VittoriaScala, Duomo Sorrento, EpiscopioTodi, Basilica Concattedrale di Maria SS. AnnunziataVallo della Lucania, Museo Diocesano

Restauri e diagnosticaRestauro del calice di Ariano Irpino e del cofanetto di Todi (nn. 24, 8) a cura di Daria Catello, Laboratorio di restauro dei Metalli Preziosi dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, con la collaborazione di Giorgio Durazzano, Michelangelo Bellucci e Carla CosenzaIndagini diagnostiche a cura di Giorgio Trojsi, Laboratorio di Diagnostica dell’Università Suor Orsola Benincasa di NapoliRevisione conservativa delle opere in mostra a cura di Antonio Tosini, Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli e della Reggia di Caserta

AssicurazioniMAGIO.JLT

TrasportiMontenovi srl

AllestimentoPlanet Stand Creation Allestimenti srl

Apparati didatticiAugusto Cocozza, Giuseppe D’Avanzo, Elena Manocchio, Marianna Rubino

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coordinamento editorialemaria sapio

art directorenrica d’aguanno

finito di stampare nell’ottobre 2014per conto di prismi editrice politecnica napoli srl

stampa e allestimentoofficine grafiche francesco giannini & figli spa, napoli

arte’m è un marchio registratoprismi editrice politecnica napoli srl

certificazioni qualità ISO 9001: 2008www.arte-m.net

stampato in italiaprinted in italy© copyright 2014 byprismieditrice politecnica napoli srltutti i diritti riservati all rights reserved

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Sommario / Índex / Índice / Contents

Presentazioni / Presentacions / Presentaciones / Forewords8 Nino Daniele10 Daniele Pittèri

15 Ori, argenti, gemme e smalti della Napoli angioina, 1266-1381. L’oreficeria e l’arte alla corte degli Angiò di Napoli Pierluigi Leone de Castris

40 Ors, argents, gemmes i esmalts de la Nàpols angevina, 1266-1381. L’orfebreria i l’art a la cort dels Anjou de Nàpols Pierluigi Leone de Castris

51 Oros, platas, gemas y esmaltes del Nápoles angevino, 1266-1381. La orfebrería y el arte en la corte de los Anjou de Nápoles Pierluigi Leone de Castris

62 Gold, silver, gems and enamels in Naples under the Angevins, 1266-1381. Jewellery art at the Angevin court of Naples Pierluigi Leone de Castris

74 Catalogo / Catàleg / Catálogo / Catalogue 236 Bibliografia / Bibliografia / Bibliografía / Bibliography

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Nino DanieleAssessore alla Cultura ed al Turismo del Comune di Napoli / Regidor de Cultura i Turisme de l’Ajuntament de Nàpols / Concejal de Cultura y Turismo del Ayuntamiento de Nápoles / Councillor for Culture and Tourism, Naples city council

Napoli accoglie il Forum Universale delle Culture. Celebra in tal modo la dimensione internazionale della sua storia e del-

la sua cultura. Ospitando personalità e artisti da tutto il mondo quale ulteriore momento di incontro e confronto tra i pensieri e le espressioni universali, non poteva non rimirare al periodo in cui fu, tra il ‘200 e il ‘600, per la prima volta una capitale europea e, quindi, una capitale del mondo. Lo fa con una grande mostra do-vuta alla passione civile ed all’amore per l’arte e la cultura di al-cuni generosi esperti e operatori che hanno affiancato l’ideatore e curatore.La mostra Ori, argenti, gemme e smalti della Napoli angioina, 1266-1381, ci svela, oggi, raccolta in un unico luogo, tanta della ricchez-za e della unicità dell’arte e della cultura che si respirava a Napo-li con l’avvento dei sovrani francesi. Una corte che, già allora, ave-va fatto della città partenopea il crocevia di scambi nazionali e in-ternazionali con il passaggio e il soggiorno dei principali pensato-ri, giuristi, poeti, letterati e artisti dell’epoca.Potremo ammirare oggetti preziosissimi, gioielli dalla fattura mi-rabilmente pregevole e raffinata, nelle teche del Museo del Teso-ro di San Gennaro, accanto al busto reliquiario di San Gennaro, opera dei maestri orafi provenzali, già esposto n ella famosa cap-pella omonima, ed oggi fruibile “sotto una nuova luce” nel conte-sto delle produzioni artistiche della sua epoca. Tante opere, in prestito dai diversi musei e chiese che hanno l’o-nore e la responsabilità di conservarle, saranno esposte finalmen-te a Napoli per raccontarci i fasti, la ricchezza e la raffinatezza di una cultura che possiamo ancora oggi andare a ricercare nel-le strade e nelle piazze della nostra città contemporanea, nei dise-gni gotici degli archi e delle cuspidi di molte chiese, nelle archi-tetture delle piccole cappelle. Una civiltà di cui possiamo leggere attraverso la narrazione dei monumenti funebri dei reali angioi-ni, degli affreschi, delle miniature. Una delle civiltà che hanno at-traversato la storia di Napoli lasciandoci un retaggio incompara-bile di storia, patrimonio artistico e monumentale, avanzamento civile e culturale.La mostra sarà un’occasione unica di conoscenza e approfondi-mento di questo secolo che ha caratterizzato la storia e l’arte na-poletana. Fruibile gratuitamente per tre mesi, nel cuore del centro storico UNESCO, costituirà inoltre un sicuro stimolo e fonte di in-teresse e curiosità verso la scoperta della Napoli angioina, punto di snodo per innumerevoli percorsi turistici cittadini.E costituirà una nuova importante tappa per riportare Napoli al posto che le spetta tra le grandi città d’arte del mondo.

La ciutat de Nàpols acull el Fòrum Universal de les Cultures. D’aquesta manera celebra la dimensió internacional de la se-

va història i de la seva cultura. En el moment de rebre personali-tats i artistes d’arreu del món, com en una nova ocasió de trobada i confrontació entre els pensaments i les expressions universals, no podia sinó contemplar de nou aquella centúria en què fou per pri-mera vegada, entre els segles XIII i XVII, una capital europea i, per tant, una capital del món. I això ho fa amb una gran exposició que és fruit de la passió civil i de l’amor per l’art i la cultura d’una co-lla d’experts i tècnics que han prestat un generós suport al seu pro-motor i curador.La mostra Ors, argents, gemmes i esmalts de la Nàpols angevina, 1266-1381 avui ens revela, aplegada en un sol espai, gran part de la ri-quesa i la unicitat de l’art i la cultura que es van respirar a Nàpols en ocasió de l’adveniment dels sobirans francesos. Era una cort que ja aleshores, amb el pas i el sojorn dels principals pensadors, juris-tes, poetes, literats i artistes de l’època, havia fet de la ciutat parte-nopea una cruïlla d’intercanvis nacionals i internacionals. A les vi-trines del Museo del Tesoro di San Gennaro podrem admirar ob-jectes de valor extraordinari i joies de factura preciosa i refinada, al costat del bust reliquiari de sant Gener, obra dels mestres orfe-bres provençals, abans exposat a la famosa capella del mateix nom i que avui es pot gaudir “sota una llum nova” en el context de les produccions artístiques de la seva època. Moltes obres, que diver-sos museus i esglésies que tenen l’honor i la responsabilitat de con-servar-les han deixat en préstec, per fi seran exposades a Nàpols perquè ens parlin dels fastos, la riquesa i el refinament d’una cul-tura que encara avui podem anar a cercar en els carrers i les places de la nostra ciutat contemporània, en els dissenys gòtics dels arcs i les cúspides de moltes esglésies, en les arquitectures de les petites capelles. És una civilització que podem llegir a través de les narra-cions dels monuments fúnebres dels reis angevins, dels frescos, de les miniatures; una de les civilitzacions que han travessat la histò-ria de Nàpols i ens han deixat un llegat incomparable d’història, patrimoni artístic i monumental, d’avenç civil i cultural.La mostra serà una ocasió única per aprofundir en el coneixement d’aquest segle que ha caracteritzat la història i l’art de la ciutat. Se’n podrà gaudir gratuïtament durant tres mesos, just al cor del cen-tre històric Patrimoni Mundial de la UNESCO, i constituirà, a més, un estímul cert i una font d’interès i curiositat cap al descobriment de la Nàpols angevina, un nus d’enllaç per a innombrables recor-reguts turístics de la ciutat. I constituirà una nova i important etapa per tornar a col·locar Nàpols al lloc que li correspon entre les grans ciutats d’art del món.

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Nápoles acoge el Fórum Universal de las Culturas. Celebra con ello la dimensión internacional de su historia y de su cultura.

Recibiendo a personalidades y artistas de todo el mundo, como en una nueva ocasión de encuentro y confrontación entre pensamien-tos y expresiones universales, no podría dejar de volver a mirar ha-cia aquella centuria en la que, entre los siglos XIII y XVII, fue por primera vez una capital europea y, por tanto, una capital del mun-do. Lo hace con una gran exposición surgida de la pasión civil y el amor por la cultura de algunos expertos y técnicos que con genero-sidad han apoyado a su promotor y coordinador. La muestra Oros, platas, gemas y esmaltes del Nápoles angevino, 1266-1381 hoy nos revela, recogida en un único lugar, mucha de la ri-queza y de la unicidad del arte y de la cultura que se respiraba en Nápoles con el advenimiento de los soberanos franceses. Era una corte que, ya entonces, había hecho de la ciudad partenopea un en-crucijada de intercambios nacionales e internacionales a través del paso y la estancia de los principales pensadores, juristas, poetas, li-teratos y artistas de la época. En las vitrinas del Museo del Tesoro di San Gennaro podremos admirar objetos de extraordinario valor y joyas de factura preciosa y refinada, junto al busto relicario de San Jenaro, obra de los maestros orfebres provenzales, antes expuesto en la famosa capilla homónima y que hoy se puede disfrutar “bajo una nueva luz” en el contexto de las producciones artísticas de su época. Podrán exponerse en Nápoles, por fin, muchas obras presta-das por museos e iglesias que tienen el honor y la responsabilidad de conservarlas, para que nos cuenten los fastos, la riqueza y el refi-namiento de una cultura que aún hoy podemos encontrar en las ca-lles y plazas de nuestra ciudad contemporánea, en los diseños góti-cos de los arcos y las cúspides de muchas iglesias, en las arquitec-turas de las pequeñas capillas. Es una civilización que podemos le-er a través de las narraciones de los monumentos fúnebres de los reyes angevinos, de los frescos y las miniaturas; una de las civiliza-ciones que han atravesado la historia de Nápoles dejándonos un le-gado incomparable de historia, patrimonio artístico y monumen-tal, de progreso civil y cultural. Esta muestra será una ocasión pa-ra profundizar en el conocimiento de este siglo que ha caracteriza-do la historia y el arte de Nápoles. Podrá disfrutarse gratuitamente durante tres meses en el corazón de este centro histórico que es Pa-trimonio Mundial de la UNESCO, y será además un estímulo segu-ro y una fuente de interés y curiosidad hacia el descubrimiento del Nápoles angevino, un nudo de enlace de muchos recorridos turís-ticos por la ciudad.Y constituirá una nueva e importante etapa para volver a situar a Nápoles en el lugar que le corresponde entre las grandes ciudades de arte del mundo.

Naples welcomes the Universal Forum of Cultures. It is a won-derful way of celebrating the international scale of its histo-

ry and cultural heritage. The city is hosting leading figures and artists from all over the world as a further opportunity for meet-ing and discussing universal ideas and forms of artistic expression. The occasion has naturally led to a focus on the period between the thirteenth and fourteenth centuries when for the first time Naples became a European capital and therefore a capital of the world. This golden age will be celebrated with a great exhibition that ow-es much to the commitment and passion for art and culture of the people who have selflessly offered their generous support to the exhibition’s deviser and curator.The exhibition Gold, silver, gems and enamels of Angevin Naples, 1266-1381 displays within a single space much of the magnificence and uniqueness of the incredible atmosphere of art and culture that pervaded Naples under this French dynasty. The Angevin court transformed Naples into a leading city in Italy and Europe which was visited and inhabited by the leading intellectuals, jurists, po-ets, writers and poets of the age.We can admire the elegant, skillfully made works of jewellery and goldsmithery in the display cases of the Museum of the Treasury of San Gennaro, alongside the reliquary bust of San Gennaro. The work of Provencal goldsmiths, the bust has already been on dis-play in the Chapel of San Gennaro and can now be appreciated “in a new light” within the context of other art works of the period. The numerous works, loaned from various museums and church-es that have the honour and responsibility of housing them, will finally be on display in Naples. These precious artifacts show the magnificence, wealth and sophistication of a culture that can still be admired in the streets and squares of Naples, the gothic designs of the arches and spires of many of the city’s churches, and in the architecture of its small chapels. The civilisation can be understood through an analytical account of the funerary monuments of the Angevin monarchs, frescoes and illuminated manuscripts. This is just one of the various civilisations that have left their mark on Na-ples, leaving an astonishing legacy of historical, artistic and archi-tectural heritage, civic and cultural advancement.The exhibition will provide a unique chance to discover and ex-plore a century that has left an indelible imprint on Neapolitan art and history. The exhibition, situated in the heart of the historic cen-tre (a UNESCO world heritage site), will be free of charge for three months, an additional incentive to discover Angevin Naples and an ideal starting point for the many possible tours of the city. It marks a new, important step in the process of re-establishing Naples’s rightful place as one of the world’s great cities of art.

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“The Roots and the Future” è il motto che il Forum Universa-le delle Culture di Napoli ha scelto per sintetizzare il sen-

so del proprio programma che fra mostre, convegni, workshop, concerti e altri momenti performativi pone, da maggio a dicembre 2014, Napoli al centro di una fitta rete di relazioni e di scambi in-ternazionali. Le Radici e il Futuro, non un’antinomia, né un per-corso, ma l’unione fra due elementi attraverso i quali e sui quali costruire e rinnovare la propria identità culturale.Se è vero che per una città meticcia come Napoli, la cui storia e fi-sionomia si sono costruite metabolizzando culture ricchissime e innovative di origine e natura differenti, dall’Africa al nord Eu-ropa, la costruzione del Futuro diventa uno snodo identitario e qualificante, è altrettanto vero che affinché ciò da aspirazione si trasformi in processo reale sono necessarie due condizioni: che la città si riscopra crocevia, luogo di incontro e di confluenza di cul-ture diverse; che la cittadinanza tutta sappia riflettere in maniera dinamica e non nostalgica e autocompiacente sulle proprie origi-ni, traendo da esse humus e nutrimento. Perché le radici, prima ancora che ad ancorarsi al terreno, servono a crescere, a svilup-parsi a essere ogni giorno diversi rispetto al giorno precedente. A rinnovarsi senza dimenticarsi.La mostra Ori, argenti, gemme e smalti della Napoli angioina, 1266-1381 costituisce un’occasione unica per riscoprire un’età in cui la città ha vissuto un momento di straordinario fulgore, sia sotto il profilo culturale e artistico, che sotto il profilo politico ed econo-mico. Innanzitutto perché in quell’epoca Napoli divenne effettiva-mente centro del Mediterraneo e collegamento fra le culture me-dio orientali e quelle europee continentali, non solo luogo di in-contro, ma luogo di elaborazione, fusione e sintesi originale di in-fluenze diverse e ricchissime. Poi perché conobbe un imponente sviluppo economico che ci ricorda che non è mai esistita nella sto-ria alcuna civiltà culturale che non fosse anche una civiltà econo-mica. Cultura ed economia vanno di pari passo, si nutrono l’una dell’altra e senza uno sviluppo solido e permanente della seconda non “può” esistere un’identità culturale in grado di influenzare e guidare le civiltà ad essa contemporanee.La “forza” del periodo angioino si condensa in qualche modo nell’originalissima produzione di oggetti di lusso in metallo pre-zioso, espressione emblematica, anche se poco nota, di quella ci-viltà artistica ed economica. Una produzione soprattutto caratte-rizzata da una “sapienza particolare” capace di fondere l’elemen-to creativo proprio dell’artista e la raffinatezza esecutiva dell’ar-tigiano, in questo caso dell’orafo. Un insieme inscindibile da cui emergono chiaramente, come qualche secolo più tardi accadrà nella Toscana dei Medici, la compresenza e il dialogo fra le arti e i mestieri, entrambe a livelli altissimi, e dunque il rapporto stret-to fra la cultura e l’economia, fra la vivacità e la ricercatezza della

poesia e delle arti e la maestria e la concretezza dei “produttori” e dei mercanti. Inquadrata in questo contesto, l’importanza della mostra è duplice: in sé costituisce un’eccezionale e rara occasione per raccogliere per la prima volta in un unico luogo oggetti rea-lizzati in quell’epoca, oggi normalmente custoditi in luoghi diver-si d’Italia e d’Europa. Ma è anche una possibilità per leggere più a fondo, capendone le cause e i motivi, una stagione straordinaria della storia della città, traendone motivi di riflessione sul presen-te e di stimolo per il futuro. È la possibilità per capire cosa man-chi oggi a Napoli e cosa dunque serva per costruire il futuro. Qua-le debba essere lo spirito da recuperare, come si possa ricollocare la città dentro i flussi del cambiamento, come si possa rimettere in movimento quell’energia creativa che qui non è mai mancata, ma che sempre è rimasta lì, brace sotto la cenere, viva, ma un po’ im-mobile. E in un momento storico come questo, in cui l’Europa ri-flette sulla necessità di far convergere le culture artistiche e quel-le produttive in un unico solco, traendo da quest’unione la forza per ricollocare il vecchio continente al centro delle dinamiche del mondo, questa occasione diventa di primaria importanza. È per questo che il Forum Universale delle Culture ha voluto coglierla ed è per questo che ha voluto che divenisse uno fra i momenti più significativi della propria programmazione.

“The Roots and the Future” és el lema que ha triat el Fòrum Universal de les Cultures de Nàpols per sintetitzar el sen-

tit del seu programa, el qual, a través d’exposicions, congressos, tallers, concerts i altres esdeveniments situarà Nàpols, de maig a desembre del 2014, al centre d’una densa xarxa de relacions i in-tercanvis internacionals. Les Arrels i el Futur: no pas una antinò-mia, ni un recorregut, sinó la unió entre dos elements a través dels quals construir i renovar la pròpia identitat cultural. Si bé és veri-tat que per a una ciutat mestissa com Nàpols – amb una història i una fesomia que s’han construït metabolitzant cultures riquíssi-mes i innovadores d’origen i naturalesa diferents, des de l’Àfri-ca fins al nord d’Europa – la construcció del Futur esdevé un nus identitari i crucial, també ho és que calen dues condicions perquè això es transformi d’aspiració en procés real: que la ciutat es torni a descobrir a ella mateixa com a cruïlla, lloc de trobada i confluèn-cia de cultures diverses, d’una banda, i que els seus ciutadans sà-piguen reflexionar de manera dinàmica, i no pas nostàlgica ni au-tocomplaent, sobre els propis orígens, i d’ells n’extreguin humus i nodriment. Perquè les arrels, més que per aferrar-se a la terra, ser-veixen per créixer i desenvolupar-se, per ser cada dia diferents del dia abans. Per renovar-se sense oblidar-se.La mostra Ors, argents, gemmes i esmalts de la Nàpols angevina, 1266-1381 constitueix una ocasió única per redescobrir una època en la

Daniele PittèriCommissario Fondazione Forum delle Culture / Comissari de la Fondazione Forum delle Culture / Comisario de la Fondazione Forum delle Culture / Commissioner, Universal Forum of Cultures Foundation

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qual la ciutat va viure un moment d’esplendor extraordinari, tant des del punt de vista cultural i artístic, com des del polític i econò-mic. Sobretot perquè en aquella època Nàpols va esdevenir centre de la Mediterrània i un enllaç entre les cultures de l’Orient Mitjà i les europees continentals; i no només lloc de trobada, sinó tam-bé d’elaboració, de fusió i síntesi original d’influències riques i di-verses. Però també perquè va conèixer un imponent desenvolupa-ment econòmic que ens recorda que no ha existit mai a la història cap civilització cultural que no fos també una civilització econòmi-ca. Cultura i economia van paral·leles, es nodreixen mútuament, i sense un desenvolupament sòlid i permanent de la segona no “pot” existir una identitat cultural capaç d’influir i guiar les civilitzacions que li són contemporànies.La “força” del període dels Anjou es condensa d’alguna mane-ra en la seva producció tan original d’objectes de luxe en metall preciós, que és expressió emblemàtica, tot i que poc coneguda, d’aquella civilització artística i econòmica. És una producció que es caracteritza principalment per una “saviesa particular” que és capaç de fondre l’element creatiu propi de l’artista i el refinament executiu de l’artesà, en aquest cas de l’orfebre. Un conjunt indivi-sible del qual emergeixen clarament, com passarà uns segles més tard a la Toscana dels Mèdici, la coexistència i el diàleg entre les arts i els oficis, totes dues a nivells altíssims, i per tant la relació estreta entre la cultura i l’economia, entre la vivacitat i el refina-ment de la poesia i de les arts, d’una banda, i la mestria i la concre-ció dels “productors” i dels mercaders, de l’altra. Emmarcada en aquest context, la importància de la mostra és doble: en si matei-xa constitueix una ocasió rara i excepcional per aplegar per primer cop en un sol lloc objectes realitzats en aquella època, que avui normalment es conserven en diversos llocs d’Itàlia i d’Europa; pe-rò també és una possibilitat per llegir més a fons, entenent-ne les causes i els motius, una època extraordinària de la història de la ciutat, i per inspirar reflexions sobre el present i oferir estímuls per al futur. És l’ocasió per entendre què falta avui a Nàpols, i per tant, què es necessita; quin ha de ser l’esperit que cal recuperar, com es pot resituar la ciutat dins els fluxos del canvi; com es pot tornar a engegar aquella energia que aquí no ha faltat mai, però que sem-pre s’ha quedat allà, viva però una mica immòbil, com la brasa so-ta les cendres. I en un moment històric com aquest, en què Europa reflexiona sobre la necessitat de fer convergir les cultures artísti-ques i les productives en un mateix solc i extreure d’aquesta unió la força per tornar a posar el Vell Continent al centre de les dinà-miques del món, aquesta ocasió esdevé d’una importància cabdal. És per això que el Fòrum Universal de les Cultures ha volgut apro-fitar-la, i és per això que ha volgut que esdevingués un dels mo-ments més significatius de la seva programació.

“The Roots and the Future” es el lema que el Fórum Univer-sal de las Culturas de Nápoles ha elegido para sintetizar

el sentido de su programa que, entre exposiciones, congresos, ta-lleres, conciertos y demás acontecimientos, sitúa a Nápoles, des-de mayo hasta diciembre de 2014, en el centro de una densa red de relaciones e intercambios internacionales. Las Raíces y el Futu-ro: no una antinomia, ni un recorrido, sino la unión entre dos ele-mentos a través de los que construir y renovar su propia identidad

cultural. Si bien es verdad que para una ciudad mestiza como Ná-poles – cuya historia y fisonomía se construyeron metabolizando culturas ricas e innovadoras de características y orígenes distintos, desde África hasta el norte de Europa – la construcción del Futuro se convierte en un nudo identitario y crucial, también lo es que pa-ra que ello se transforme de aspiración en proceso real se necesitan dos condiciones: que la ciudad se redescubra encrucijada, lugar de encuentro y confluencia de culturas diversas y que los ciudadanos sepan reflexionar de manera dinámica y no nostálgica y autocom-placiente sobre sus propios orígenes, extrayendo de ellos humus y nutrimento. Porque las raíces, aun antes que para anclarse en el te-rreno, sirven para crecer, para desarrollarse y para ser cada día dis-tintos respecto al día anterior. Para renovarse sin olvidarse.La exposición Oros, platas, gemas y esmaltes del Nápoles angevino, 1266-1381 constituye una ocasión única para volver a descubrir una época en la que la ciudad vivió un momento de extraordina-ria brillantez, tanto desde el punto de vista cultural y artístico, co-mo desde el punto de vista político y económico. En primer lugar, porque en aquella época Nápoles se convirtió en centro del Medi-terráneo y enlace entre las culturas de Oriente Medio y las euro-peas continentales; no sólo lugar de encuentro, sino también de elaboración, fusión y síntesis original de influencias ricas y diver-sas. Y también porque conoció un imponente desarrollo económi-co que nos recuerda que en la historia jamás ha existido ninguna civilización cultural que no haya sido al mismo tiempo una civi-lización económica. Cultura y economía van paralelas, se nutren una de otra, y sin un desarrollo sólido y permanente de la segun-da no “puede” existir una identidad cultural capaz de influenciar y guiar las demás civilizaciones contemporáneas. La “fuerza” del período angevino se condensa de alguna manera en la muy origi-nal producción de objetos de lujo en metal precioso, expresión em-blemática, aunque poco conocida, de aquella civilización artística y económica. Una producción caracterizada sobre todo por una “sabiduría particular”, capaz de fundir el elemento creativo pro-pio del artista y el refinamiento ejecutivo del artesano, en este caso del orfebre. Un conjunto indivisible del que emergen claramente, como algunos siglos más tarde sucederá en la Toscana de los Mé-dici, la presencia simultánea y el diálogo entre las artes y los ofi-cios, ambos en niveles altísimos, y por tanto, la relación estrecha entre la cultura y la economía, entre la vivacidad y el refinamien-to de la poesía y de las artes, por un lado, y la maestría y la concre-ción de los “productores” y de los mercaderes, por otro.Enmarcada en este contexto, la importancia de la exposición es doble: en sí misma constituye una ocasión rara y excepcional pa-ra reunir por primera vez en un mismo lugar objetos realizados en aquella época, que hoy normalmente se guardan en lugares dis-tintos de Italia y Europa. Pero también es una posibilidad para leer más a fondo, entendiendo sus causas y motivos, un tiempo extraordinario de la historia de la ciudad, extrayendo de él moti-vos de reflexión sobre el presente y de estímulo para el futuro. Es la posibilidad para entender qué es lo que le falta a Nápoles y, por tanto, qué es lo que se necesita para construir su futuro. Cuál de-be ser el espíritu que hay que recuperar, cómo se puede situar de nuevo a la ciudad dentro de los flujos del cambio, cómo se puede volver a poner en marcha aquella energía creativa que aquí nun-ca faltó, pero que siempre estuvo ahí, en las brasas bajo la ceniza,

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viva, pero algo inmóvil. Y en un momento histórico como éste, en que Europa reflexiona sobre la necesidad de hacer converger las culturas artísticas y productivas en un único surco, extrayendo de esta unión la fuerza para resituar al Viejo Continente en el centro de las dinámicas del mundo, esta ocasión se vuelve de capital im-portancia. Es por ello que el Fórum Universal de las Culturas ha querido aprovecharla, y es por ello que ha querido que se convirtie-se en uno de los momentos más significativos de su programación.

“The Roots and the Future” is the slogan chosen by the Uni-versal Forum of Cultures in Naples to sum up its pro-

gramme of exhibitions, conferences, workshops, concerts and oth-er events scheduled from May to December 2014, giving the city a centra role in a series of international relations and exchanges. “The Roots and the Future” is not intended to be either a para-dox or a programme but the combination of two elements through which and upon which the city’s cultural identity can be construct-ed and renewed. It is undoubtedly true that for a hybrid city like Naples, whose history and character have been created by metab-olising a mixture of flourishing innovative cultures from Africa to northern Europe, the construction of its future becomes a crucial point of departure. However, it is also true that two conditions are required for this aim to be transformed into reality: firstly, the city must rediscover its identity as a crossroads, a meeting place and a point of convergence between different cultures; secondly, all of its citizens need to reflect dynamically, rather than nostalgi-cally and self-indulgently, on their own origins, drawing on and exploiting this fertile terrain. This is because roots, besides being needed to adhere to this terrain, are necessary for people to grow and develop so that each day they are slightly different from the day before. The city needs renewal without forgetting its origins. The exhibition Gold, silver, gems and enamels of Angevin Naples, 1266-1381 provides a unique opportunity to rediscover an era when the city enjoyed a period of exceptional splendour, both in terms of art and culture and in terms of politics and economics. Firstly this is because it was a phase when Naples became the real centre of the Mediterranean and the link between eastern and con-tinental European cultures, not merely a meeting place but a place for processing and combining these rich and varied influences in-to an original formula. Another reason is because the city under-went striking economic development which is a reminder that his-tory recalls no culturally advanced civilisation that did not pos-sess a strong economic base. Culture and the economy proceed at the same rate and feed off each other. Without solid longlasting economic foundations, there “cannot” be any cultural identity ca-pable of influencing and leading contemporary civilisations. The “force” of the Angevin period was somehow concentrated in the highly original creation of luxury items made of precious metals, the symbolic (albeit little known) expression of this thriving artis-tic and economic culture. In particular, the production of these ex-traordinary artifacts was marked by “special know-how” which combined the creativity of the artist with the technical sophisti-cation of the artisan, in this case the goldsmith. It is an insepara-ble partnership which reflects, as was to emerge several centuries later in Tuscany under the Medici dynasty, the close interaction

between arts and crafts, both of outstanding quality. What clear-ly emerges is the close relationship between culture and the econ-omy, between the liveliness and sophistication of poetry and the arts and the practicality of the “producers” and the merchants. In this context, the exhibition has a twofold significance: it is a rare and exceptional occasion to bring together, for the first time and in one place, the objects made during this period which are nor-mally kept in different places scattered around Italy and Europe. However, it also offers the chance to gain a deeper insight, under-standing the causes and motives, into an extraordinary period in the city’s history, finding ways of reflecting on the present and en-couragement for the future. It is a chance to work out what is miss-ing from Naples today and what is needed to build the future. It will help to grasp the spirit that needs to be regained, showing how the city can reassert itself within the flows of change and how it can harness the creative energy it has never lacked but which has remained alive but hidden away and untapped. At a time like the present, when Europe is reflecting on how to combine artis-tic and productive forces to enable it to re-establish its place at the centre of the world stage, this is a crucial opportunity. This is why the Universal Forum of Cultures has decided to grasp it and ensure that it becomes one of the most significant parts of its programme.

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