EDIZIONE N° LXVIII ANNO 2017 -...

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EDIZIONE N° LXVIII ANNO 2017 GIORNATA 21 MARZO Ricordo delle vittime della Mafia Il giorno 21 marzo è stato scelto dallo Stato per ricordare le vittime delle mafie. In occasione di questa manifestazione la classe 1B ha approfondito l’argomento creando un cartellone e svolgendo ricerche sulla mafia e in particolare su tre vittime: Barbara Rizzo, Serafino Famà, Elio Di Mella. Abbiamo presentato il nostro progetto alla classe 1C. Dopo l’introduzione tre nostri compagni hanno esposto le ricerche riguardanti le tre vittime. A sorpresa, sono state lette tre lettere che i figli delle tre vittime hanno scritto appositamente per la 1B. La giornata si è conclusa con l’ascolto della canzone Pensa di Fabrizio Moro che tratta proprio questo argomento. Per noi è stata una giornata molto istruttiva e ci ha fatto aprire gli occhi su una realtà che conoscevamo a malapena. Matteo Adrian Patrichi e Filippo Marzola 1B segue a pag. 2 A LEZIONE DI TEATRO Quest’anno la scuola media Tasso ha offerto la possibilità agli alunni delle classi prime di partecipare ad un corso di recitazione organizzato dal Comune e dal prof. Michalis Traitsis. Le lezioni si svolgono ogni martedì dalle 15:30 alle 17:30 presso la scuola Tasso. Abbiamo scelto di frequentare questo corso perché ci entusiasmava l’idea di poter recitare davanti ad un pubblico e di far parte di uno spettacolo. Oltre a divertirci, abbiamo fatto tante amicizie e, secondo noi, è la cosa più importante per realizzare uno spettacolo emozionante. Il professore ci insegna le regole del teatro attraverso dei giochi. Il nostro gioco preferito è quello del “quadro”: consiste nel creare una scena a piacere utilizzando i nostri compagni di lavoro facendo loro assumere posizioni a nostro piacimento. L’unica parte che non ci piace proprio è quando Michalis inizia a spiegare un argomento e non si ferma più; però noi cerchiamo di non distrarci e di rimanere attente, perché ci servirà per quando faremo lo spettacolo. Questo corso è molto impegnativo perché ci assegnano tanti compiti, ma noi non molliamo alle prime difficoltà e riusciamo comunque ad essere presenti il più possibile. Siamo molto contente di poter partecipare a questo corso e non vediamo l’ora di poterci esibire. Sara Veizi e Fiammetta Randazzo I C E-TWINNING ALLA TASSO La scuola media Tasso ha partecipato al progetto Etwinning “Había una vez…” con la I e la II B. segue a pag.16 GLI EBREI A FERRARA Nel secondo quadrimestre la mia classe ha svolto un percorso legato alla presenza ebraica a Ferrara con le nostre insegnanti. Le attività sono state diverse e molto coinvolgenti. La prima si è svolta in classe con la prof. Graziani, che ci ha esposto un meraviglioso powerpoint sugli ebrei ferraresi nell’età moderna. Nel 1492 gli ebrei sefarditi vennero cacciati dalla Spagna e tanti di essi si trasferirono in Italia e anche nella città di Ferrara, governata in quel periodo dal Duca Ercole I d’Este che li accolse molto volentieri, in quanto la maggior parte di loro erano molto ricchi. Nel powerpoint viene spiegato che, quando nel 1598 l’ultimo duca estense muore senza eredi maschi, Ferrara torna sotto il dominio del Pontefice. Lo Stato della Chiesa era purtroppo molto intollerante nei confronti degli ebrei, tanto che nel 1624 viene istituito in città il ghetto all’interno del quale sono costretti ad abitare e vivere tutti gli ebrei di Ferrara. E a proposito del ghetto, una delle attività che abbiamo svolto è stato proprio visitare i luoghi dell’antico ghetto. Anche quella mattina la nostra guida è stata la prof. Graziani che ci ha spiegato benissimo e nei minimi dettagli la storia di alcuni palazzi affittati agli ebrei e alcuni aspetti della vita nel ghetto. Il momento che ho preferito di questa uscita è stato quando, con l’intervento della prof. Carosella, abbiamo realizzato dal vivo il disegno di un portone, perché non capita tutti i giorni di disegnare all’aperto. Questa attività l’ho trovata molto utile sia dal punto di vista storico e didattico perché ci ha arricchito di nuove conoscenze, sia dal punto di vista dello “stare insieme” che ha funzionato molto bene. Antonio Palumbo II B INTERVISTA ALLA PROFESSORESSA LAURA GRAZIANI Gentile professoressa, colpiti dalle sue approfondite conoscenze sugli ebrei ferraresi del ‘500 e ‘600, ci siamo fatti diverse domande e speriamo possa qui soddisfare le nostre curiosità… II B segue a pag. 7 IL VIOLINO: UNO STRUMENTO MERAVIGLIOSO Ho scelto di imparare a suonare il violino perché è uno strumento dalle dolci note e dalla forma antica e particolare. Sin dalla mia tenera età sono stato affascinato dalla buona musica, antica o moderna, ma soprattutto dalla musica classica, grazie all’ interesse trasmessomi da mio nonno. Poi sono stato attratto da diversi strumenti: chitarra, flauto, pianoforte. E tra questi il più bello di tutti: il violino. Mi ha affascinato il suo suono così sinuoso e coinvolgente che ti fa capire il vero senso della musica: essa è qualcosa che non si può né possedere né rubare. La puoi solo ascoltare e sentirti libero. Una cosa davvero coinvolgente. Alle elementari non ho avuto possibilità di studiare questo strumento, perché nell’Istituto non c’era l’insegnamento del violino. Poi, una volta arrivato alle medie, ho scoperto la possibilità di entrare in contatto con questo strumento magnifico. Prima di decidere definitivamente, ci ho pensato un attimo per paura che dopo mi sarei stancato di suonarlo. Poi ho deciso. E ora sono molto felice di suonare il violino. Finalmente sono riuscito a suonare anche dei veri e propri brani musicali. Ho avuto anche la possibilità di esibirmi in pubblico, durante lo spettacolo MusIncanto per mostrare ciò che ho imparato. Anche se ho ancora molto da imparare, spero di continuare a suonare questo strumento armonioso e straordinario. Lo strumento che mi ha fatto sognare e immaginare un mondo fatto solo di musica. Michele Tugnoli I C Cari amici, ho 13 anni, frequento la terza media e sono un ragazzo felice. Sono dislessico, discalculico e disgrafico. Tante persone non conoscono questi termini e non sanno che influenza possano avere nella mia vita. Io sì, ma sono felice di avere una madre che mi aiuta nella vita, che mi è vicina nello studio, nelle amicizie che ho e nelle passioni che coltivo. Mi dispiace che mio padre viva lontano dalla mia città, ma appena può mi viene a trovare. Spesso sembro timido perché non parlo, lo faccio solo per paura di sbagliare la pronuncia di una parola e per questo temo di essere preso in giro dai miei compagni di scuola. Sono sicuro che ci siano tanti ragazzi come me e che, se ci scriveremo, ci aiuteremo a superare le nostre paure. Francesco Delvecchio III C DISCORSO PER L’INCONTRO CON L’ASSESSORE FELLETTI Gentile assessore, volevamo dirle che siamo molto contenti per come la scuola è stata impreziosita que st’anno. Mia sorella, che ha frequentato questo istituto prima di me, mi ha raccontato delle difficoltà di quando non c’erano l’ascensore e la rampa per i disabili; se, ad esempio, uno studente si rompeva una gamba e arrivava a scuola con le stampelle o con la sedia a rotelle, la sua classe doveva trasferirsi al piano terra ed un’altra, invece, era costretta a spostarsi ai piani superiori. Inoltre, senza rampa i bidelli dovevano aiutarli a salire e a scendere gli scalini all’ingresso. E’ importante ai giorni d’oggi che le scuole non abbiano barriere architettoniche! Per non parlare del fatto che, da quest’anno, in ogni classe abbiamo una LIM! Siccome imparare divertendosi è più facile, la LIM ci consente di approfondire gli argomenti in maniera interattiva, rendendo le lezioni più divertenti ed interessanti. Noi amiamo la nostra scuola e speriamo che ci possano essere, negli anni futuri, altre iniziative per migliorarla. Le auguriamo buon lavoro! Cecilia Capecchi I C Scuola Secondaria di 1° grado Torquato Tasso Viale Cavour, 75 Ferrara Istituto Comprensivo C. Govoni http://www.comune.fe.it/tasso NELLE PAGINE INTERNE PAGINE APERTE pag. 3 DAI NOSTRI INVIATI pag. 7 CRONACHE SCOLASTICHE pag. 8 RECENSIONI pag. 11 POESIE pag. 12 RACCONTI pag. 16 RICETTE pag. 19 DIVERTIAMOCI CON pag. 19

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EDIZIONE N° LXVIII

ANNO 2017

GIORNATA 21 MARZO

Ricordo delle vittime della Mafia

Il giorno 21 marzo è stato scelto dallo Stato per

ricordare le vittime delle mafie.

In occasione di questa manifestazione la classe 1B ha

approfondito l’argomento creando un cartellone e

svolgendo ricerche sulla mafia e in particolare su tre

vittime: Barbara Rizzo, Serafino Famà, Elio Di Mella.

Abbiamo presentato il nostro progetto alla classe 1C.

Dopo l’introduzione tre nostri compagni hanno esposto

le ricerche riguardanti le tre vittime.

A sorpresa, sono state lette tre lettere che i figli delle

tre vittime hanno scritto appositamente per la 1B.

La giornata si è conclusa con l’ascolto della canzone

Pensa di Fabrizio Moro che tratta proprio questo

argomento.

Per noi è stata una giornata molto istruttiva e ci ha fatto

aprire gli occhi su una realtà che conoscevamo a

malapena.

Matteo Adrian Patrichi e Filippo Marzola 1B

segue a pag. 2

A LEZIONE DI TEATRO

Quest’anno la scuola media Tasso ha offerto la

possibilità agli alunni delle classi prime di partecipare

ad un corso di recitazione organizzato dal Comune e

dal prof. Michalis Traitsis. Le lezioni si svolgono ogni

martedì dalle 15:30 alle 17:30 presso la scuola Tasso.

Abbiamo scelto di frequentare questo corso perché ci

entusiasmava l’idea di poter recitare davanti ad un

pubblico e di far parte di uno spettacolo. Oltre a

divertirci, abbiamo fatto tante amicizie e, secondo noi,

è la cosa più importante per realizzare uno spettacolo

emozionante. Il professore ci insegna le regole del

teatro attraverso dei giochi. Il nostro gioco preferito è

quello del “quadro”: consiste nel creare una scena a

piacere utilizzando i nostri compagni di lavoro facendo

loro assumere posizioni a nostro piacimento. L’unica

parte che non ci piace proprio è quando Michalis inizia

a spiegare un argomento e non si ferma più; però noi

cerchiamo di non distrarci e di rimanere attente, perché

ci servirà per quando faremo lo spettacolo. Questo

corso è molto impegnativo perché ci assegnano tanti

compiti, ma noi non molliamo alle prime difficoltà e

riusciamo comunque ad essere presenti il più possibile.

Siamo molto contente di poter partecipare a questo

corso e non vediamo l’ora di poterci esibire.

Sara Veizi e Fiammetta Randazzo I C

E-TWINNING ALLA TASSO

La scuola media Tasso ha partecipato al progetto

Etwinning “Había una vez…” con la I e la II B.

segue a pag.16

GLI EBREI A FERRARA

Nel secondo quadrimestre la mia classe ha svolto un

percorso legato alla presenza ebraica a Ferrara con le

nostre insegnanti. Le attività sono state diverse e molto

coinvolgenti. La prima si è svolta in classe con la prof.

Graziani, che ci ha esposto un meraviglioso

powerpoint sugli ebrei ferraresi nell’età moderna. Nel

1492 gli ebrei sefarditi vennero cacciati dalla Spagna e

tanti di essi si trasferirono in Italia e anche nella città

di Ferrara, governata in quel periodo dal Duca Ercole I

d’Este che li accolse molto volentieri, in quanto la

maggior parte di loro erano molto ricchi. Nel

powerpoint viene spiegato che, quando nel 1598

l’ultimo duca estense muore senza eredi maschi,

Ferrara torna sotto il dominio del Pontefice. Lo Stato

della Chiesa era purtroppo molto intollerante nei

confronti degli ebrei, tanto che nel 1624 viene istituito

in città il ghetto all’interno del quale sono costretti ad

abitare e vivere tutti gli ebrei di Ferrara. E a proposito

del ghetto, una delle attività che abbiamo svolto è stato

proprio visitare i luoghi dell’antico ghetto. Anche

quella mattina la nostra guida è stata la prof. Graziani

che ci ha spiegato benissimo e nei minimi dettagli la

storia di alcuni palazzi affittati agli ebrei e alcuni

aspetti della vita nel ghetto. Il momento che ho

preferito di questa uscita è stato quando, con

l’intervento della prof. Carosella, abbiamo realizzato

dal vivo il disegno di un portone, perché non capita

tutti i giorni di disegnare all’aperto. Questa attività l’ho

trovata molto utile sia dal punto di vista storico e

didattico perché ci ha arricchito di nuove conoscenze,

sia dal punto di vista dello “stare insieme” che ha

funzionato molto bene. Antonio Palumbo II B

INTERVISTA ALLA PROFESSORESSA

LAURA GRAZIANI

Gentile professoressa, colpiti dalle sue approfondite

conoscenze sugli ebrei ferraresi del ‘500 e ‘600, ci

siamo fatti diverse domande e speriamo possa qui

soddisfare le nostre curiosità… II B

segue a pag. 7

IL VIOLINO:

UNO STRUMENTO

MERAVIGLIOSO

Ho scelto di imparare a

suonare il violino

perché è uno strumento

dalle dolci note e dalla

forma antica e

particolare. Sin dalla

mia tenera età sono

stato affascinato dalla buona musica, antica o moderna,

ma soprattutto dalla musica classica, grazie all’ interesse

trasmessomi da mio nonno. Poi sono stato attratto da

diversi strumenti: chitarra, flauto, pianoforte. E tra questi

il più bello di tutti: il violino. Mi ha affascinato il suo

suono così sinuoso e coinvolgente che ti fa capire il vero

senso della musica: essa è qualcosa che non si può né

possedere né rubare. La puoi solo ascoltare e sentirti

libero. Una cosa davvero coinvolgente. Alle elementari

non ho avuto possibilità di studiare questo strumento,

perché nell’Istituto non c’era l’insegnamento del violino.

Poi, una volta arrivato alle medie, ho scoperto la

possibilità di entrare in contatto con questo strumento

magnifico. Prima di decidere definitivamente, ci ho

pensato un attimo per paura che dopo mi sarei stancato

di suonarlo. Poi ho deciso. E ora sono molto felice di

suonare il violino. Finalmente sono riuscito a suonare

anche dei veri e propri brani musicali. Ho avuto anche la

possibilità di esibirmi in pubblico, durante lo spettacolo

MusIncanto per mostrare ciò che ho imparato. Anche se

ho ancora molto da imparare, spero di continuare a

suonare questo strumento armonioso e straordinario. Lo

strumento che mi ha fatto sognare e immaginare un

mondo fatto solo di musica.

Michele Tugnoli I C

Cari amici, ho 13 anni, frequento la terza media e sono un ragazzo

felice. Sono dislessico, discalculico e disgrafico. Tante

persone non conoscono questi termini e non sanno che

influenza possano avere nella mia vita. Io sì, ma sono

felice di avere una madre che mi aiuta nella vita, che mi

è vicina nello studio, nelle amicizie che ho e nelle

passioni che coltivo.

Mi dispiace che mio padre viva lontano dalla mia città,

ma appena può mi viene a trovare.

Spesso sembro timido perché non parlo, lo faccio solo

per paura di sbagliare la pronuncia di una parola e per

questo temo di essere preso in giro dai miei compagni di

scuola. Sono sicuro che ci siano tanti ragazzi come me e

che, se ci scriveremo, ci aiuteremo a superare le nostre

paure.

Francesco Delvecchio III C

DISCORSO PER L’INCONTRO CON L’ASSESSORE FELLETTI

Gentile assessore, volevamo dirle che siamo molto contenti per come la scuola è stata impreziosita quest’anno. Mia sorella, che ha frequentato questo istituto prima di me, mi ha raccontato delle difficoltà di quando non c’erano

l’ascensore e la rampa per i disabili; se, ad esempio, uno studente si rompeva una gamba e arrivava a scuola con le

stampelle o con la sedia a rotelle, la sua classe doveva trasferirsi al piano terra ed un’altra, invece, era costretta a

spostarsi ai piani superiori. Inoltre, senza rampa i bidelli dovevano aiutarli a salire e a scendere gli scalini all’ingresso.

E’ importante ai giorni d’oggi che le scuole non abbiano barriere architettoniche! Per non parlare del fatto che, da

quest’anno, in ogni classe abbiamo una LIM! Siccome imparare divertendosi è più facile, la LIM ci consente di

approfondire gli argomenti in maniera interattiva, rendendo le lezioni più divertenti ed interessanti. Noi amiamo la

nostra scuola e speriamo che ci possano essere, negli anni futuri, altre iniziative per migliorarla. Le auguriamo buon lavoro!

Cecilia Capecchi I C

Scuola Secondaria di 1° grado

Torquato Tasso

Viale Cavour, 75 Ferrara

Istituto Comprensivo C. Govoni

http://www.comune.fe.it/tasso

NELLE PAGINE INTERNE

PAGINE APERTE pag. 3

DAI NOSTRI INVIATI pag. 7

CRONACHE SCOLASTICHE pag. 8

RECENSIONI pag. 11

POESIE pag. 12

RACCONTI pag. 16

RICETTE pag. 19

DIVERTIAMOCI CON … pag. 19

segue dalla prima pagina

Il giorno 21 Marzo 2017 insieme alla classe 1C siamo andati nell’aula di arte per raccontare la storia di tre vittime colpite dalla mafia. Le vittime di cui abbiamo scelto di

parlare sono Serafino Famà, Elio di Mella e Barbara Rizzo. Il nostro obbiettivo fin dall’inizio era comprendere che cos’è questo fenomeno e perché esiste. Prima di incontrare la classe 1C ci siamo preparati: abbiamo studiato questo

fenomeno, abbiamo visto dov’era diffuso e abbiamo svolto le ricerche sulle vittime.

Serafino Famà era un noto avvocato penalista, ucciso all'età di 57 anni nella città di Catania. Serafino Famà venne ucciso la sera del 1995 mentre usciva dallo studio con il

suo collega vengono esplosi sei colpi di pistola. L’altra vittima fu Elio di Mella, un carabiniere ucciso il 7 ottobre 1982 sull'autostrada Napoli-Bari, un commando di otto

uomini su tre auto blocca il furgone Peugeot blindato nel quale era custodito Mario Cuomo, pregiudicato della Nuova Camorra. Il detenuto, da quattro mesi nel carcere di

Campobasso, stava per essere trasportato ad Avellino dove sarebbe dovuto comparire davanti ai giudici. Cinque uomini costrinsero due carabinieri, minacciando con pistole

e fucili, a cedere le armi, a scendere dal mezzo e a distendersi a terra. Un colpo di pistola venne esploso nella parte posteriore del blindato contro lo sportello destro, dove

Elio Di Mella, accanto al detenuto ne manteneva le catene. Il carabiniere non si lasciò intimorire e, colpito con il calcio di una pistola, continuò a trattenere Cuomo fino a

quando, un uomo del commando lo colpì mortalmente con un proiettile alla testa. Elio Di Mella lasciò la giovane moglie ed un figlio di soli tre anni. Infine abbiamo studiato

la storia di Barbara Rizzo, che è stata assassinata nella Strage di Pizzolungo, mentre accompagnava poco dopo le 8:35 del mattino, a scuola i suoi piccoli gemelli, Salvatore

e Giuseppe, di soli sei anni uccisi anch'essi da un'autobomba destinata a colpire il magistrato Carlo Palermo. Dopo esserci preparati ci siamo recati in aula di arte per celebrare e non dimenticare questa giornata. La classe 1C ci aspettava entusiasta. Un nostro compagno ha presentato

l’argomento poi altri tre compagni hanno raccontato le storie delle vittime. La nostra professoressa filmò la nostra relazione sulla Mafia e ci fece una sorpresa: ci portò le lettere scritte dai familiari delle vittime che alcuni compagni hanno letto. Ci è piaciuta tanto questa giornata. Abbiamo capito cosa vuol dire perdere una persona uccisa da criminali. Questa giornata non la dimenticheremo mai. L’argomento che abbiamo trattato è di grande attualità perché la mafia è ancora presente in gran parte dell’Italia, dal sud al nord e per questo la scuola, i giornali cercano di

informare ed educare le nuove generazioni ad essere cittadini onesti e liberi. Maddalena Piovan e Ivan Tiogo I B

Cari ragazzi,

sono molto felice che abbiate scelto di approfondire la storia di mio papà. E' davvero bello ed importante che ognuno di noi faccia qualcosa per ricordare chi è stato

ucciso solo perché era onesto e coraggioso e amava tanto il suo lavoro.

Spero che possiate ricordarvi di quanto è bello essere liberi, onesti e coraggiosi in ogni cosa che fate e che da grandi seguirete la strada di chi si è battuto per

l'uguaglianza di tutti davanti alla legge, come ha fatto mio papà.

Siete la speranza di un futuro diverso, siete la possibilità di cambiare il presente per costruire tutti insieme un futuro libero dalle

mafie.

Vi abbraccio tutti.

A presto e ancora grazie.

Flavia Famà

La dignità è come un pugno di farina: se la getti nel vento non la recuperi più.

Cara Flavia, sono stata molto contenta di fare la sua conoscenza e di aver avuto la possibilità

attraverso lei di capire meglio il grande sacrificio del suo papà. Lui è stato onesto e

coraggioso nel combattere la mafia come ognuno di noi deve esserlo nell'eseguire

il proprio lavoro e nei comportamenti di ogni giorno. È un esempio grande anche

per noi bambini: ci insegna l'onestà e il coraggio che fin da piccoli dobbiamo avere

per cambiare in meglio tante cose intorno a noi. Ho trovato bellissima la frase in

fondo alla sua lettera: La dignità è come un pugno di farina, se la getti nel vento

non la recuperi più. La ricorderò per metterla in pratica sempre. Ricambio il suo abbraccio.

Sara Cazzola I B

Cara Flavia Famà,

intanto mi dispiace moltissimo per il suo caro papà. Dalla ricerca che la nostra

professoressa ci ha chiesto di svolgere, mi è sembrato fin dal primo momento un

uomo molto intelligente e pieno di serenità. Quando abbiamo letto la sua lettera

indirizzata alla mia classe, mi ha colpito moltissimo l'ultima frase. Sono sicura che

il suo papà è lassù in cielo che la guarda da quando si sveglia a quando va a letto,

ma soprattutto le vuole bene ed è estremamente contento di quello che sta facendo:

la sua bambina è una donna adulta onesta e speranzosa in un futuro migliore.

Un abbraccio da

Giulia Orsini I B

“Erano le 8 e 30 del 2 aprile 1985. L’auto azzurra di mia madre Barbara aveva appena superato

l’hotel Tirreno. Dai finestrini i miei fratelli Giuseppe e salvatore guardavano il mare. Dietro di loro,

all’improvviso due macchine di una scorta a protezione del giudice Carlo Palermo, a Trapani da

quaranta giorni. Dietro la curva, a ridosso di un muro, l’autobomba. Non uomini, né bestie ma

mafiosi. Non esitarono un attimo e azionarono il telecomando che doveva uccidere Palermo e gli

uomini della sua scorta. Non si fermarono davanti ad una madre con i suoi bambini. Loro saltarono per aria e salvarono quel “signore”, il giudice”. Mia madre non l’ho vista morta, la mafia me l’ha disintegrata. Dei miei fratelli mi sono rimaste le

fotografie di carnevale, i quaderni di prima elementare e l’immagine ricorrente di una macchia di

sangue sul muro bianco di una villetta, forse era Giuseppe. Avevo dieci anni, allora non avevo idea

di che cosa significasse vivere in un Paese dove la mafia comanda, decide, uccide. Non sapevo ancora che la giustizia si sarebbe fermata prima del tempo. Non sapevo che da quel giorno, davanti alle tombe di mia madre e dei miei fratelli, iniziava il tempo

difficile del dolore e della perdita. Tutto questo l’ho dovuto scoprire con il tempo e la sofferenza. Poi

ho capito e ho detto: “il dolore è un fatto personale ma la mafia no”. Ecco che allora la mia tragedia si è trasformata in un momento di riscatto. Ho fatto della mia storia testimonianza. Racconto la mia vita di bambina a cui è stata rubata la vita

di una madre e dei fratelli perché anche la mia sofferenza divenga un contributo a costruire un mondo

migliore e la mafia un nemico da combattere da un esercito sempre più numeroso. Un esercito fatto di persone che non hanno subito la violenza mafiosa come è successo a me ma che

dedicano il loro tempo ad organizzare, proporre e progettare, mettono a disposizione il loro tempo

e tutta la loro passione. Quando li vedo mi chiedo perché lo fanno e non se ne stanno al caldo delle loro case, chiusi nei loro

interessi personali. Io lo so perché, anche se non gli ho mai chiesto niente. Lo fanno perché di fronte

al dolore altrui e all’ingiustizia, davanti alla violenza dei mafiosi, gli uomini e le donne che credono

nei valori di una società giusta e consapevole rispondono con l’impegno. La società civile ha nomi e cognomi e tanto tempo dedicato alle battaglie e agli ideali. Battaglie portate avanti attraverso diverse azioni e con varie forme. Il giudice Caponnetto diceva che “La mafia teme la scuola più della giustizia, l'istruzione toglie

l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa”. La conoscenza consente, infatti, di creare una coscienza che ti permetterà di decidere da che parte

stare: dalla parte dei diritti e non dei favori; dalla parte della libertà e non dell’oppressione, dalla

parte del merito e non delle raccomandazioni; dalla parte della diversità e non della disuguaglianza. Puntare quindi su una rivoluzione culturale per sconfiggere le mafie è sicuramente importante. Oggi quella bambina è una donna di 42 anni. Mi alzo la mattina e il mio pensiero torna sempre a

mia madre e i miei fratelli. Barbara, Giuseppe e Salvatore sono vivi accanto a noi pronti a battersi

nelle battaglie quotidiane. Sulla stele che ricorda mia madre ed i miei fratelli c’è scritto “rassegnati alla morte non

all’ingiustizia le vittime del 2 aprile attendono il riscatto dei siciliani dal servaggio della mafia”. Non facciamoli attendere ancora. Tutti insieme possiamo riscattare il nostro paese perché le mafie hanno il loro nemico invisibile: il

nostro coraggio e la forza di non arrenderci mai!

Margherita Asta

Carissima Margherita, mi presento: mi chiamo Beatrice e vivo a Ferrara. A scuola ci

hanno consegnato tre lettere scritte dai famigliari di tre vittime

innocenti della mafia, in occasione della giornata del 21 marzo,

istituita proprio in loro memoria. Sono rimasta fortemente colpita dalla sua storia. Non voglio

neppure immaginare il dolore che l’ha accompagnata dalla sua

infanzia ad oggi. Perdere una mamma e dei fratellini deve essere

stato agghiacciante ed inimmaginabile la rabbia di aver subito tale

ingiustizia. Condivido appieno il fatto che tutti noi abbiamo il diritto di vivere

in libertà, serenità e non nella paura della mafia che vuole

comandare, usando la violenza e le minacce. È assurdo che ad oggi

non sia ancora stata sconfitta. LA mafia non può decidere chi deve

morire e chi deve vivere. La vita è un bene prezioso. È bello sapere

che ci sono tante persone che ogni giorno lottano contro questo

fenomeno. Io sono una bambina e spero, quando sarò grande, di

poter dare il mio aiuto, perché odio la violenza. Lei è da ammirare

per la grande forza e il coraggio che ha avuto e che tuttora dimostra.

Le fa grande onore essere la donna che è. Le mando i miei più sentiti complimenti ed un grande abbraccio.

Beatrice Meletti I B

Cara Margherita, sono Paula un’alunna della Tasso e oggi a scuola abbiamo parlato

della mafia. Abbiamo organizzato questa giornata per ricordare le vittime della

mafia italiana. Le classi IB e IC si sono riunite nella aula di arte dove abbiamo

letto tre lettere molto tristi di persone che hanno perso i propri

famigliari per la colpa della mafia. Io un po' conoscevo la mafia ma oggi ho imparato cose che mi

hanno colpito molto. Grazie per la tua lettera e ti volevo dire che mi dispiace per i tuoi

famigliari.

Paula Ivanova I B

Salve ragazzi, scrivo in qualita di orfano di un Appuntato dell'Arma dei Carabinieri, Elio Di Mella, in servizio presso il Comando provinciale Carabinieri di Campobasso,

il quale mentre stava effettuando il servizio di traduzione di un pericolosissimo esponente della Nuova Camorra Organizzata dal carcere del capoluogo molisano a quello di

Avellino, nello strenuo tentativo di impedirne la fuga veniva mortalmente colpito, a trent'anni, con un colpo di arma da fuoco lasciando una moglie giovanissima e un figlio

di soli due anni e mezzo. Il messaggio che desidero farvi pervenire in un giorno cosI importante qual e il 21 Marzo, finalmente riconosciuto dalla legge "Giornata della

memoria di Vittime di Mafia", e quello che in una realta come questa di oggi cosI invasa da fattori negativi tali da generare una grave crisi di identita sociale la quale

puntualmente si manifesta sotto ogni forma, sarebbe di vitale linfa perseguire, attraverso lo studio, quei principi di legalita che tanto sono stati inseguiti e difesi da. mio

padre, dai giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e da tutte le oltre novecento vittime che oggi purtroppo ricordiamo. Per compiere tutto cio queste persone sono andate

anche contro colui che dovrebbe essere e speriamo che un giorno lo diventera nella totalita delle sue funzioni, il garante di tale principio, ossia lo Stato. Con l'auspicio che cio possa concretizzarsi stringo voi tutti in un forte abbraccio.

Luca Di Mella

Caro Luca,

abbiamo ricevuto la tua lettera nel giorno del ricordo per le vittime della mafia. Abbiamo letto con attenzione le tue parole e ci ha molto toccato il lutto che ha colpito la tua

famiglia per la perdita di tuo padre. Abbiamo approfondito questo problema e abbiamo capito che la mafia e una piaga che da molto tempo affligge l’Italia nei posti in cui

manca lo stato perchè c’e tanta disoccupazione, politici poco seri e poche forze dell’ordine. Purtroppo pare che sia molto difficile sconfiggere questo problema che sta

rovinando lo sviluppo economico e sociale di molte zone d’Italia.

Il senso del dovere di tuo padre ha dato un esempio di come ci si deve comportare di fronte a questo fenomeno negativo.

Noi della futura generazione ci impegneremo a costruire una mentalita piu onesta e libera per sconfiggere tutte le mafie.

Cari saluti. Francesco Piovan I B

PAGINE APERTE

LETTERA DA UN PAESE IN GUERRA AL PRESIDENTE DELL’ONU

Egregio Presidente,

questa è una lettera dalla guerra, ma io non sono un soldato, sono orfano, i miei

genitori sono stati portati via dai nemici e poi uccisi.

Sono vittima in questo film dell'orrore, in quest'incubo che viene acceso e colorato

dalle fiamme delle bombe nemiche, riempito dai suoni dei fucili e dalle grida della

gente che piange perché i propri familiari vengono portati via.

Detto così, sicuramente nessuno vorrebbe avere un incubo del genere, ma io ho

sognato tante volte che fosse solo in un sogno crudele, che la mattina seguente,

svegliandomi, riuscissi a vedere il mio paese libero, in pace, non sentire più i colpi

dei fucili e non vedere più le fiamme delle bombe, con i mei genitori vicino a me

che mi dicono:" Tranquillo, era solo un incubo". Vedere solo i fuochi d'artificio

che splendono nel cielo stellato.

Ma questo sogno non si realizzerà mai senza un aiuto, un aiuto per fermare i

bombardamenti, per salvare i propri familiari, per darci il cibo, l'alimentazione

giusta per crescere, per costruire i parchi per divertirci e incontrarci con gli amici.

Sono in un film che desidero e non desidero esserci allo stesso tempo, perché

voglio far capire al mondo quale sbaglio sta commettendo e dirgli di fermarsi e

non iniziare mai più a girare. E ora, dopo aver letto la mia lettera, signor

Presidente, le chiedo: che senso ha ascoltare e non cambiare? Perché non

cambiare la vita delle persone vittime della guerra?

Regalatemi la pace che sogno da tanto tempo, ne ho bisogno, il mio paese ne ha

bisogno!

Annalisa Chen II A

LETTERA DA UN PAESE IN GUERRA: UNA PARTITA DI CALCIO

Caro signor Presidente,

ho alcune domande da farle a nome di tutti i ragazzi di Aleppo. Lei sa che cosa vuol dire avere un amico di fianco a sé e tre secondi dopo vederlo per

terra agonizzante? Lei sa che cosa vuol dire vedere la casa di fronte alla propria crollare con decine di

persone dentro? Lei sa che cosa vuol dire andare in parrocchia per giocare e non tornare mai piú? Lei sa che cosa vuol dire vedere un parente morire con i propri di occhi? E vedere soldati da entrambe le parti morire come mosche sapendo che un giorno saró

uno di loro? Non uscire mai di casa per il terrore dei soldati, combattere senza neanche sapere il

motivo del combattimento? Rimanere senza denti a 7 anni? Mangiare una volta ogni due giorni? Cosa vuol dire bere acqua così sporca da essere marrone? In sostanza, Lei sa che cosa vuol dire avere PAURA? Signor Presidente, ora che le ho posto tutte queste domande non mi aspetto una risposta

ma un po' di aiuto. Noi di Aleppo non vogliamo parole di compatimento ma un po' di cibo sano, un po' di

acqua pulita e, se non si può ottenere la pace, anche solo una tregua, giusto per fare una

partita a calcio con i militari. Ecco, signor Presidente, ci basta una partita a calcio, solo una partita a calcio.

Umberto Rossi III A

I CONFLITTI ECONOMICI, ETNICI, RELIGIOSI DI OGGI

Nei conflitti di oggi, più del novanta per cento delle vittime sono civili: migliaia

di donne, bambini, uomini inermi vengono uccisi ogni anno e molti altri feriti e

mutilati; inoltre molti bambini vengono rapiti alle loro famiglie e costretti a “fare

i soldati”. Un’altra caratteristica delle guerre di oggi è data dall’importanza

dell’effetto mediatico, cioè dall’impressione che suscitano nell’opinione pubblica

grazie ai mass media. Per catturare la solidarietà dell’opinione pubblica, talvolta

vengono attuate azioni provocatorie, per suscitare la reazione violenta degli

avversari. I mass media danno risalto a queste ultime violenze, inducendo

l’opinione pubblica a condannarle severamente (dimenticando la provocazione di

chi le ha suscitate). Secondo me tutto quello che fanno i Governi è sbagliato.

Prendere di mira persone civili indifese (donne, bambini, uomini inermi e anziani)

è da vigliacchi e scorretto. Dovrebbero essere leali e combattere contro chi è dello

stesso livello, armato e in grado di reagire. Un’altra azione scorretta è rapire i

bambini, che hanno diritto a una vita normale, all’istruzione e al divertimento, per

costringerli a “fare i soldati”. Non mi piace il fatto che compiono azioni

provocatorie solo per avere una reazione violenta degli avversari. Non capisco

proprio cosa ci sia di divertente o di bello nel fare la guerra. Io, se potessi, fermerei

la vendita delle armi, ma ciò peggiorerebbe l’economia di chi le vende, e farei

smettere ai mass media di “pubblicare” o diffondere le provocazioni, in modo tale

che non ci siano più reazioni violente e inutili. Le guerre sono INUTILI,

“servono” solo per uccidere persone che, magari, stavano vivendo per bene e per

mandare in rovina la loro vite. Una delle motivazioni per fare la guerra è la

religione, che dovrebbe rimanere una scelta assolutamente libera in ognuno di noi.

Sofia Ni III B

LE RACISME EXPLIQUÉ PAR LES ADOS

Pendant nos cours de Fle nous avons lu des extraits du livre par Tahar Ben Jelloun 'Le

racisme expliqué à ma fille' où l'auteur dit que les racistes sont des gens qui pensent

que tout ce qui est différent de leur réalité menace leur tranquillité. Toutefois une

personne raciste peut aimer et apprendre beaucoup de langues, qu'il utilise pour son

travail ou ses loisirs. L'écrivain dit 'On ne naît pas raciste, on le devient', par exemple

à cause d'une mauvaise éducation.

À notre avis l’auteur du livre dit la vérité sur le racisme. Le racisme est un sentiment

de “peur” envers l’étranger, ou pour ce qu’on ne connaît pas. Le racisme naît également

des généralisations car si quelqu’un dit que les noirs sont méchants c’est un préjugé

parce qu'ils ne sont pas tous méchants. Le racisme se base aussi sur la méfiance à l'égard

de tous ceux qui sont différents de nous, mais la diversitè est une chance et une richesse

que nous devrions apprecier. On peut changer un raciste, si on lui fait comprendre que

ceux qui sont différents de lui ne sont pas une menace mais il faut apprécier la diversité

pour améliorer les relations entre les peuples. Cristina Kulchyk e Zandrick Jugal III A

NON BISOGNA DIMENTICARE !!!

Io con la mia classe sono andato a vedere un film sulle persecuzioni degli ebrei. Mentre

lo guardavo, pensavo che era ingiusto che delle persone che non avevano fatto nulla

venissero uccise nei modi più brutti che ci possano essere, perché nel mondo siamo

tutti uguali! Non bisogna fare guerre perché portano solo distruzione e odio e non

bisognerà commettere mai più una brutalità come quella della Shoa: ecco perché

bisogna sempre ricordare. Mi ha colpito molto il coraggio di quelle persone “giuste”

che misero a rischio la loro vita pur di salvare quella di tanti innocenti. NON BISOGNA

DIMENTICARE !!!

Giorgio Gessi I C

LA CONQUISTA DEI DIRITTI DELLE DONNE

Nel corso della Storia la donna raramente è riuscita ad affermare i propri diritti all’interno della società, in quanto era considerata inferiore rispetto all’uomo e doveva allevare

i propri figli e custodire la casa. Il Risorgimento è il primo periodo della storia italiana nel quale la partecipazione femminile sia apertamente ricercata e riconosciuta. Nella

prima metà del XIX secolo, alcuni dei salotti più influenti in cui i patrioti, rivoluzionari e intellettuali italiani si incontrano, sono condotti da donne, come ad esempio Bianca

Milesi, Metilde Viscontini, Dembowski, Teresa Casati, e Cristina Trivulzio di Belgiojoso. Particolarmente rilevante è la presenza femminile nel movimento mazziniano, da

Sara Levi Nathan a Antonietta De Pace e Giuditta Bellerio Sidoli. Alcune donne si distinguono anche sui campi di battaglia, da Luisa Battistotti Sassi (combattente nelle

Cinque giornate di Milano) a Colomba Antonietti (caduta nella difesa della Repubblica romana), da Anita Garibaldi (la moglie di Giuseppe Garibaldi) a Rosalia Montmasson

(che partecipa alla Spedizione dei Mille come infermiera) a Antonia Masaniello e Giuseppa Bolognara Calcagno (che si uniscono ai combattenti garibaldini come soldatesse).

TUTTI UGUALI

Siamo pedine nella scacchiera della società.

La diversità non è ammessa.

Valeria Soloperto III C

Il nuovo Stato unitario esalta ed idealizza le madri e le spose del Risorgimento (prima fra tutte Adelaide Cairoli), ma non concede alcun diritto politico alle donne. Il voto

(anche amministrativo) è precluso. Il diritto di famiglia, disciplinato dal 1865 dal Codice Pisanelli, è improntato sulla supremazia maschile e preclude alla donna, attraverso

la richiesta dell'autorizzazione maritale, ogni decisione di natura giuridica o commerciale. L'articolo 486 del Codice Penale del 1859 del Regno di Sardegna, esteso ora a tutta

Italia, prevedeva una pena detentiva da tre mesi a due anni per la donna adultera. Nell’ambito dell'Istruzione, le donne ottengono nel 1874 l'accesso ai licei e alle università,

anche se in realtà molte scuole continuarono a respingere le iscrizioni femminili. Ernestina Paper, una ebrea, di origine russa, trasferitasi in Italia, è nel 1877 la prima donna

a laurearsi in Italia in medicina. Dopo di lei e fino al 1890 le donne che in Italia conseguirono una laurea saranno una ventina appena; molte delle professioni rimangono

comunque maschili. I cambiamenti legislativi sono molto lenti. I progressi maggiori sono ottenuti laddove lo sfruttamento era più grande ma anche la concentrazione

femminile più significativa, ovvero nei campi e nelle fabbriche. Nuove opportunità si aprono anche alle donne che abbracciano la vita religiosa. Nel 1904 viene formato il

Consiglio delle Donne Italiane (CNDI), aderente all'International Council of Women; la presidente è Gabriella Rasponi Spalletti. Il CNDI organizza a Roma, in Campidoglio,

nel 1908 il primo Congresso delle Donne Italiane, inaugurato dalla Regina Elena e dove erano presenti molte nobildonne. L'obiettivo era quello di estendere il diritto di voto

alle donne delle classi più elevate. Con la prima guerra mondiale i posti di lavoro persi dagli uomini richiamati al fronte vennero occupati dalle donne, nei campi, nelle

fabbriche e nella pubblica amministrazione, che in alcuni settori raggiungono anche l'80% degli addetti. Con l'instaurazione del regime fascista, i diritti delle donne subiscono

una radicale battuta d'arresto; l'ideologia fascista vede nella procreazione il dovere primario della donna. L'attività fisica delle giovani è vista come un complemento alla loro

femminilità e promuovendo la prima partecipazione femminile dell’Italia ai Giochi Olimpici del 1928, conquistando la medaglia d'argento. Tuttavia, c’è il timore che la

donna attraverso lo sport possa acquisire troppa indipendenza e libertà, pertanto anche su “pressione” del Vaticano, nessun’atleta è stata inviata a rappresentare l'Italia ai

Giochi Olimpici del 1932. La fine della seconda guerra mondiale in Italia, il 25 aprile 1945, segna un momento di svolta nella condizione femminile italiana. Alla vigilia

delle elezioni amministrative, le prime alle quali le donne erano chiamate a votare. La festa dell'8 marzo 1946 fu celebrata in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo

simbolo, la mimosa. Alla fine degli anni ‘60, sulla spinta anche degli avvenimenti europei e mondiali, nascono anche in Italia gruppi femministi, i quali non solo rivendicano

l'applicazione dei principi costituzionali di eguaglianza ma mettono l'accento anche su temi di diritto specificamente femminili, quali il divorzio, l'aborto, la contraccezione,

la lotta al maschilismo. Nel 1976 Tina Anselmi diventa la prima donna ministro dal 1979 al 1992; Nilde Iotti ricopre la carica di Presidente della Camera dei Deputati. Nel

1982 Camilla Ravera è la prima donna ad essere nominata senatrice a vita dal Presidente Sandro Pertini. Il 12 giugno 1984, in concomitanza con gli altri paesi europei, viene

istituita la Commissione Nazionale per la parità e la pari opportunità tra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio. Nel 2016, l'approvazione della legge sulle Unioni

Civili, di cui è relatrice la senatrice Monica Cirinnà, non solo aumenta i diritti delle donne conviventi al fuori dell'istituto matrimoniale ma regola anche i rapporti di

convivenza tra due donne. Paolo Stumbo, Lorenzo Parolini, Marianna Guccione, Enrico Miceli, Arias Gianluca, Catalin Comisarov, Sara Nechifor, Marcello Fornasiero II C

TEN WOMEN WHO MADE A DIFFERENCE

HYPATIA (scientist and philosopher)

Hypatia of Alexandria was a

mathematician, astronomer

and philosopher. Unlike most

girls of her day, Hypatia did

not stay home with female

relatives. She read a lot and

listened to her father discuss

ideas with other scholars. Her

father taught her Mathematics,

Science,Literature, Philosophy

and Art. She became a scholar like her father and worked to

preserve ancient Greek teachings. She taught Philosophy

and Astronomy and it is believed that she perfected the

astrolab, an instrument used to calculate the position of the

Sun, the Moon and the Stars.

She is still the symbol of freedom of thought.

Paolo Samorani e Alessandro Zaccarini III C

_______

AMELIA EARHART(aviator)

Amelia Earhart (Kansas, USA

24 th July 1897 - ? 1937) was

the first woman to fly over the

Atalantic and the Pacific

Ocean.

In 1937 she disappeared while

trying to circumnavigate the

globe from the equator. She

was declared legally dead in

1939.

Amelia dedicated great part of

her life to prove that, like

men, women could excel in their professions, and that they

could have equal value.

Martina Smolari III C

________

ANNE FRANK (diarist)

Anne Frank was born in Germany in 1929, but she moved

to the Netherlands in 1933. When Germany occupied

Amsterdam Anne and her family had to hide in secret rooms

where they remained for two years, from 1942 to 1944.

During these two years of solitary

confinement Anna wrote a diary.

Anne died in the Bergen-Belsen

concentration camp in 1945.

Her diary, “Diary of a young girl” was

pubblished thanks to her father, the

only member of the family who

survived.

The diary is not only a historical account of the Holocaust

but it tells of Anne’s impressions, feelings and insights on

the war and humanity.

Oumaima Makaoussi III C

KATE SHEPPARD (activist)

Born in Liverpool,

England, in 1847, Kate

Sheppard moved to New

Zeland in the late 1860s

where in 1885 she

founded the Women’s

Christian Temperance

Union. Two years later

she became the leader of

its suffrage campaign.

Thanks to Kate, on 19th

September 1893, New Zeland became the first

country where women gained the right to vote.

F. Del Vecchio, D. Racovita, I. Tsynda III C

_________

VALENTINA TEREŠKOVA (cosmonaut)

She was born in Russia in

1937 and she was the first

woman who flew in space.

She was chosen to pilot

Vistok 6 in 1963 when she

was 26. She remained in

space three days and she

went around the Earth 48

times.

Gianmarco Mazzoni e Gabriele Sorbello III C

____________

ROSA PARKS (activist)

On December 1st 1955

Rosa Parks said a brave

NO!

At the time Rosa was

living in the racially

segregated Montgomery,

Alabama, where balck

people and white people

went to different schools, churches, theatres, shops

and drank from different fountains. They could ride

the same buses, but they had to sit separately: black

people had to sit at the back.

One day, on December 1st 1955, Rosa refused to

give her seat to a white person. The bus was

crowded and there weren’t enough seats for white

passengers in the front section, so the driver asked

Rosa to give up her seat. She said NO! She was

arrested and spent the night in jail.

Led by MLK, the members of the African-American

community boycotted the buses until the law was

changed. The boycott lasted 381 days. It ended

when segregation on buses was declared

unconstitutional by the Supreme Court.

Elisabetta Martina III C

EMMELINE PANKHURST (activist)

Emmeline Goulden

(Manchester, 14th July

1858 - London 14th

June 1928), known as

Emmeline Pankhurst

was a political activist

and leader of the

British Suffragette

Movement. Supported

by her husband,

Richard Pankhurst (married in 1879), a lawyer

who believed in equality for women, in 1889 she

founded the Women’s Franchise League. In 1903,

after her husband’s death, she founded the

Women’s Social and Political Union (WSPU)

which focused on voting rights for women. She

was arrested several times. Finally in 1918, after

WWI, some women over 30 received the right to

vote. On July 2nd 1928 all women over 21 were

given the right to vote. Unfortunately Emmeline

didn’t live to see it: she died three weeks earlier.

Anna Ajmone e Maria Vittoria Pedace III C

_________

RITA LEVI MONTALCINI (scientist)

Rita Levi Montalcini was one of the greatest Italian

scientists.

She decided to

devote her entire

life to science,

choosing not to

get married.

In 1986 she won

the Nobel Prize

for Medicine for

her work in the

area of neurobiology. In 1992 she founded a

Foundation to support the training of young people

Anastasia Mihanescu III C

___________

COCO CHANEL (fashion designer)

Gabrielle Bonheur Chanel, known as Coco Chanel,

spent part of her childhood

and adolescence in an

orphanage run by nuns.

She started her fashion

career by designing hats

and in 1910 she opened a

hat shop. Three years later

she started to sell casual

clothes suitable for sport

and leisure. She was very successful because society

women loved her simple wardrobe. She banned

corsets and other uncomfortable garnments. Her

designs revolutionised the fashion industry: the most

successful was her classic “little black dress”.

Mariachiara Bussola e Veronica Cirelli III C

MALALA YOUSAFZAI (activist)

Malala Yosafzai was born on July 12th 1997 in Pakistan. When she was eleven she wrote a blog for

BBC and she told about life during the Taliban occupation.

On October 9th 2012, while she was going back home from school, a Taliban got on the school bus

and shot her in the head. Even if she was only 15 years old, the Taliban thought she was guilty

because she told the world about her desire to go to school, study and read.

Luckily, she survived the attack and was flown from Pakistan to Birmingham, in England, for

surgery.

Her family moved to Birmingham and they still live there.

On July 12th 2013, on her 16th birthday, Malala gave an important speech at the United Nations. She

spoke about wanting all girls to get education and about the importance of education for everyone:

“Education is neither eastern or western. Education is the right of every human being”.

In 2014 Malala received the Nobel Peace Prize and became the youngest recipient in the history of

the prize.

In 2016 her autobiography, I am Malala, was published.

Leonardo Berveglieri III C

FAMOUS QUOTES

Women must try to do things as men have tried. When they fail their failure must be but a challenge to others. Amelia Earhart I am very resourceful, as any woman would be. Valentina Tereškova

I would rather be a rebel than a slave. Emmeline Pankhurst

All that separates, whether race, class, creed or sex, is inhuman, and must be overcome. Kate Sheppard

Be less curious about people and more curious about ideas. Marie Curie

Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno avuto bisogno di “mostrare” nulla, se non la loro intelligenza. Rita Levi Montalcini

I believe there is only one race-the human race. Rosa Parks

Reserve your right to think, for even to think wrongly is better than not to think at all. Hypatia

Luxury must be comfortable, otherwise it is not luxury. Coco Chanel

No one has ever become poor by giving. Anne Frank

IL LINGUAGGIO DELLE BUONE MANIERE

“Per favore, grazie, Permette? scusi. “In fondo sono poche le parole delle buone maniere e non bisogna avere paura di usarle troppo spesso. Non capita quasi mai di trovare

qualcuno esageratamente educato, mentre, sempre più spesso si incontrano persone che sembrano ignorare queste parole, come se non le conoscessero o non facessero parte

del loro vocabolario. Non c’è nessun motivo per cercare di ottenere con arroganza qualcosa da qualcuno, quando glielo si può chiedere gentilmente. Basta dire “per favore”. Se lo faremo,

scopriremo che è più facile ottenere quello che chiediamo. Infatti, è difficile rifiutare qualcosa a una persona educata; al contrario è facilissimo irrigidirsi di fronte a una

persona arrogante. Quando uno ha ottenuto ciò che ha chiesto è doveroso rispondere con un “grazie”, una parola che deve ricorrere con grande frequenza nel nostro linguaggio. Per una buona educazione bisognerebbe ricorrere al “Galateo”. Il Galateo è un libro scritto nel’500 che definisce le norme comportamentali con cui si identifica la buona

educazione sociale. Il nome “galateo” deriva da Galeazzo Florimonte, vescovo della diocesi Sessa Aurunca, che corrisponde alla forma latina di galatheus. In generale il

galateo è un codice non scritto, anche se in alcuni casi può dar luogo a codificazioni scritte. La buona educazione dovrebbe essere maggiormente presente nella società di oggi e molti esperti nell'ambito sociale stanno cercando di sensibilizzare i giovani all'uso delle

buone maniere. P. Stumbo, L. Parolini, M. Guccione, E. Miceli, G. Arias Zambrano, C. Comisarov, C.S. Nechifor, M. Fornasiero II C

COME ASTOLFO ...

Penso che, di mio, sulla Luna ci siano molte cose smarrite ma, se devo pensare a

quella più importante mi viene in mente la felicità, o almeno in parte … Sicuramente l’ho persa quando ho dovuto affrontare il trasloco. E' stato un duro colpo

per me, sono passato ad una realtà diversa. A Milano uscivo sempre e trovavo il tempo per fare i compiti, ma comunque giocavo,

mi divertivo molto con i miei amici: mi sentivo a casa. Invece a Ferrara era tutto diverso: non conoscevo nessuno e non potevo uscire con

nessuno, l'unica cosa che rimaneva era chiudermi su me stesso, giocando con giochi

elettronici. Non ci stavo! Ma come è successo ad Orlando, anch'io ho avuto un “Astolfo “: in questo caso sono

stati i miei compagni ed i miei professori. Mi hanno aiutato ad integrarmi, così sono riuscito a divertirmi, ad uscire e a giocare

ancora come una volta. All'inizio avevo molta paura ma non avrei mai pensato di trovare delle belle persone

e, soprattutto, degli AMICI. Ora la felicità è tornata e anche Ferrara è casa mia.

Andrea Casagrande III A

_______

Ho perso molte cose sulla luna. A partire dalla più importante che è la fiducia in me

stessa. Non mi ricordo neanche quando la ho persa m la voglio indietro a tutti i costi,

perché la fiducia è molto importante, soprattutto quella in se stessi. Senza di quella

non riesco a fare niente quindi, se potessi, vorrei tanto riaverla o semplicemente

averla. La seconda cosa che vorrei riavere è una parte della mia felicità. L’ho persa

3 anni fa, quando sono partita per l’Italia. La rivoglio per poter essere completamente

felice. La terza è la fiducia dei miei genitori, l’ho persa 3 anni fa quando sono arrivata

in Italia, più precisamente nel corso dei 3 anni. Ho fatto quasi sempre di testa mia e

senza considerare le conseguenze dei miei gesti. È solo che non mi piace seguire gli

ordini. Ho la piena fiducia dei miei nonni che mi ripetono sempre che devo ascoltare

i miei genitori, ma li deludo quasi sempre. Quindi voglio riavere la loro fiducia, così

non saranno più tanto arrabbiati con me. Se sulla luna ci fossero veramente tutte le cose perse da una persona, non perderei

neanche un secondo e volerei lassù per riprendermi tutte le cose da me perdute. Annalisa Chen III A

L’AMICIZIA TRA I BANCHI DI SCUOLA Noi ci conosciamo da tanto tempo e siamo molto amiche. Ci chiamiamo Giulia,

Vanessa e Francesca. Frequentiamo la scuola secondaria da soli 5 mesi e già siamo

diventati un bellissimo gruppo di amici. In questa scuola ci troviamo molto bene…

eccetto i troppi COMPITI!!! Nella nostra classe ci stanno simpatici tutti: professori,

bidelli e compagni. I momenti della giornata che ci piacciono di più sono la

ricreazione e l’uscita da scuola!!! In classe siamo 24, molti li conoscevamo molto

bene perché venivano alle elementari con noi. Però siamo diventati molto amici

anche con il resto della classe. Noi ridiamo in continuazione, soprattutto quando

facciamo delle facce strane… molto strane! Alcuni hanno alcuni hobby in comune,

altri praticano lo stesso sport…ma alla fine è bello stare tutti insieme, aiutandoci

nel momento del bisogno e sostenendoci l’un l’altro: SIAMO UNA CLASSE

STUPENDA!!!

G. Sarzi Amadè, V. Cirelli, F. Testoni I C

SULL’AMICIZIA

Tradimento. Una parola che tutti avranno usato o sentito almeno una volta e per noi

è una parola come le altre, finché viene qualcuno e le dà un significato. Io ho

incontrato tante persone. Alcune persone sono rimaste, altre, invece, sono andate.

Avevo circa 6 anni quando ho perso una mia amica, che solo io ritenevo amica,

perché avevo scoperto quello che lei pensava. Ovviamente, quella volta, non avevo

preso seriamente quel fatto. Dopo ho incontrato tante persone che alla fine non

avevano fatto altro che usarmi o tradirmi. Mi ero chiusa in un guscio. Un giorno,

finalmente, avevo trovato il tesoro! Una persona che mi ha accettato come sono e

con cui potevo essere me stessa. La persona a cui voglio tanto bene, Nicole. Ci siamo

incontrate alle elementari per la prima volta. All’inizio stavamo a distanza. Poi, pian

piano, siamo diventate amiche e poi migliori amiche. Un’amicizia che vivrà per

sempre, se anche siamo lontane e non ci vediamo spesso. L’unica promessa che ci

siamo fatte è che staremo sempre in contatto, anche se io sono in un’altra parte del

mondo e lei in un’altra. Lei mi ha tirato fuori dal guscio e le sarò sempre grata per

questo!

True friendship isn’t about being inseparable, it’s being separated and nothing

changes. La vera amicizia non è essere inseparabili, ma è essere separate e non cambia nulla.

Momina Tanveer II A

IL MIO MITO È …

Il mio mito è la mia mamma, una persona molto

gentile e buona. Io l‘aiuto in casa, a fare le pulizie

domestiche, sparecchiare e apparecchiare la tavola. Lei

mi aiuta a fare i compiti quando sono in difficoltà. É

molto alta, porta gli occhiali, ha i capelli e gli occhi

castani; per camminare usa scarpe con i tacchi. Al

sabato pomeriggio fa yoga Ogni sera, prima di dormire,

mi coccola con tanto amore. Qualche volta la mamma

si arrabbia con me e con mio fratello. Lei si preoccupa

sempre per noi. Sta a casa con me il lunedì e il giovedì:

qualche volta insieme facciamo i compiti, mi porta a

pallacanestro per fare allenamento; insieme amiamo

camminare e giocare a carte. Secondo me, è la mamma

più bella di tutto il mondo. Francesco Rossi 1C

Il mio mito è mio nonno materno di nome Enzo. Lui

è una persona affettuosa e buona con tutti i suoi nipoti

e figli ed è anche molto scherzoso. Mio nonno ha

novant’ anni e nella sua vita ha studiato e lavorato

molto. È un ingegnere e, impegnandosi nel lavoro, è

diventato una persona molto importante. Ha studiato

tanto e infatti, quando gli faccio delle domande, lui mi

dà sempre una risposta e anche in maniera molto chiara.

Nonostante la sua età, è sempre aggiornato sulla

politica e anche sull’ attualità e sa tutto sulla storia e

sulla geografia: quando ho un dubbio, vado a casa sua

e gli chiedo informazioni e chiarimenti. Il nonno Enzo

è il mio mito perché vorrei essere come lui: vorrei

studiare e avere un lavoro importante come il suo,

vorrei avere una risposta a ogni domanda proprio come

lui. Ma, soprattutto, vorrei anch’io superare i

novant’anni!!!

Giorgio Gessi 1 C

Il mio mito è mio fratello! Lui mi aiuta in tutto: studio,

lavori domestici e tanto altro...Lui si prende cura di me.

Quando ero piccola, lui era il mio baby-sitter: mi

preparava da mangiare, mi aiutava cambiava il

pannolino e c’era sempre quando avevo bisogno.

Aveva solo 10 anni e faceva tutto questo per me. Ora

ha 19 anni, è molto più grande, ma continua a prendersi

cura di me. Quest'anno è molto impegnato con la

maturità e noi gli diamo tutto il nostro appoggio. Gli

voglio molto bene e non potrei immaginare come

sarebbe la mia vita senza di lui. Anche noi, come tutti i

fratelli, litighiamo e ogni tanto non andiamo d'accordo,

ma comunque ci vogliamo molto bene. Questi sono

motivi perché, secondo me, mio fratello Erghi è il mio

mito e lo sarà per sempre. Sara Veizi I C

L’INVIDIA

La volta in cui sono stata invidiosa di qualcuno è stato

circa 2 anni fa quando è nata la mia sorellina Giada. Ero

molto invidiosa perché prima del suo arrivo ero io la

preferita di casa. Infatti ero sempre viziata con tutto

quello che volevo. Quando Giada è nata mamma e papà

avevano occhi solo per lei e si preoccupavano sempre

tantissimo ogni volta che piangeva o faceva qualsiasi

cosa. Visto che piangeva sempre, anche di notte, i miei

genitori dovevano alzarsi per farla smettere. E per

questo motivo non avevano mai tempo o erano sempre

troppi stanchi per giocare con me. Anche quando sono

venute a trovarci i miei zii per salutare la bambina le

hanno portato tantissimi regali tra cui vestiti e

giocattoli. Invece a me non avevano portato niente. Quella sera ero molto invidiosa di Giada, infatti mi

sono messa a piangere per il resto della serata, poi la

mamma mi ha spiegato che se stava sempre con Giada

era perché aveva più bisogna di me di attenzioni e cure.

Alla fine ho capito che la mamma vuole bene anche a

me allo stesso modo e non sono più stata invidiosa. Yafei Lin II A

LA MARTENITZA

La Martenitza è un ornamento o

braccialetto rosso o bianco.

Secondo la tradizione bulgara

questo mese segna l’inizio della

primavera. Dunque il 1 marzo è

simbolo associato al saluto

dell’inverno e al benvenuto della primavera.

Scambiarsi la martenitza durante la prima settimana di

Marzo è un gesto che risale al IX secolo ed è una delle

più popolari usanze bulgare che si è mantenuta nel

corso dei secoli.

Il MIO FUTURO…

Il mio futuro lo desidero così…beh, non ho un’idea

precisa su come potrebbe essere il mio futuro ma ho fatto

sogni ad occhi aperti e ho sognato di viaggiare in tutto in

mondo e, come lavoro, mi piacerebbe fare la

criminologa, anche se è un lavoro difficile e richiede

molto studio. Voglio divertirmi e trascorrere ogni

secondo della mia vita al meglio, senza sprecarne un

minuto; certo, farò degli sbagli in scelte importanti, ma

sono quegli errori a rendere la tua vita speciale e con lei

il tuo futuro. Tutti sicuramente immaginano come

potrebbe essere il proprio futuro e probabilmente lo

vedono “rose e fiori”, ma forse non è sempre così. Forse

fai dei sogni ad occhi aperti e…anche io ne ho fatti, lo

ammetto. Alcune volte, forse, questi sogni si avverano,

ma altre volte purtroppo no. Possono essere stupidaggini

come desiderare che il ragazzo che ti piace si accorga

che esisti, ma anche cose più difficili. Nel tuo futuro ci

sono anche speranze e io…ho sperato molto, anzi

troppo! Io infatti spero di andare via, di vivere a Londra

o in America, poi non so…La vita è difficile, ma il futuro

è più un’avventura. Un’ avventura che puoi fare con

qualcuno o anche da solo, ma sei tu il padrone del tuo

futuro. Il tuo futuro si realizza solo se tu vuoi che si

realizzi. Martina Pivari III C

LA SCUOLA

La scuola è un luogo istruttivo, dove i ragazzi imparano

a leggere e a scrivere. Per molti ragazzi la voglia di

andare a scuola è poca, invece per altri è un luogo di

divertimento. Nella scuola i ragazzi, crescono, si

conoscono creando nuove relazioni tra di loro. Tempo fa l’obbligo scolastico era solo fino alla quinta

elementare, pochi i ragazzi riuscivano a continuare gli

studi, in quanto dovevano lavorare per aiutare

economicamente la famiglia. Ora invece l’obbligo scolastico è fino al secondo anno

della scuola superiore di secondo grado. Prima la scuola era molto rigida: non c’era libertà di

scelta per i vestiti, perché era d’obbligo indossare il

grembiule: bianco per le femmine e blu per i maschi e

con il fiocco tricolore. Inoltre gli insegnanti avevano una

bacchetta con la quale punivano gli alunni: dando le

cosiddette “Bacchettate nelle mani”, un’altra punizione

era mettere gli alunni in ginocchio sui chicchi di mais

dietro la lavagna. Inoltre nella scuola non c’era la

tecnologia (Lim e computer) per questo se si doveva fare

una ricerca si usavano le enciclopedie e se non si

avevano si andava in biblioteca. I compiti erano

eccessivi e difficili, altro che i compiti di adesso !!!!! I ragazzi si impegnavano molto a prendere voti

eccellenti, altrimenti ne pagavano le conseguenze. I

telefoni ancora non c’erano e quindi i compagni non

potevano aiutarsi a vicenda, mentre ora è possibile farlo

tramite messaggi. I genitori, nella vita scolastica non erano molto presenti,

specialmente durante lo svolgimento dei compiti a casa,

al contrario di oggi. Si facevano le gite, ma poche!!!! I libri di un tempo erano

complicati, perché vi erano poche immagini, il loro

linguaggio era molto difficile. Poi la scuola era divisa tra

maschi e femmine; col passare del tempo le classi sono

diventate miste. Invece, oggi attraverso schemi ed

esercizi semplici la vita dello studente è resa più

semplice. Per scrivere era obbligatorio adoperare la

penna con il calamaio, nel quale la penna veniva intinta

nell’inchiostro, combinando molto spesso dei guai!!! In caso di errori occorreva tirare una riga e scrivere la

parola corretta a fianco, perché non esisteva la cancellina

La scuola del passato era fondata sull’ascolto, imposto

dall’autorità dell’insegnante, sul silenzio,

sull’apprendimento mnemonico, mentre questa attuale

sulle attività che favoriscono la collaborazione tra

insegnante e scolaro e tra scolaro e scolaro. C. Apicel, S. Cotti, A. Marchesini, G. Boccafogli,

A. Cimbiri, F. Greci II C

_______

Rappresenta anche i colori della natura: il bianco della

neve e il rosso per le guance e la vecchiaia.

Fondamentalmente è un talismano per la buona salute e

la lunga vita. Esistono diversi tipi di martenitza: semplici

fili rossi e bianchi, bracciali o bambole di stoffa di lana

o di cotone. La martenitza è fondamentalmente un

talismano per la buona salute e la lunga vita. Rappresenta

anche i colori della natura: il bianco della neve e il rosso

per le guance e la vecchiaia.

Paula Ivanova e Beatrice Meletti I B

LA MIA MIGLIORE AMICA

La mia amica è alta e robusta. I suoi occhi hanno delle

sfumature di grigio, marrone e verde. Il suo viso ha

una forma particolare, con le sue lunghe ciglia folte,

le guance rosse, un naso aquilino, delle labbra piccole

piccole e le sopracciglia piuttosto folte. Ha delle

orecchie di media dimensione, i capelli mori, la pelle

bianca, pallida come la neve. Le sue spalle sono

larghe e robuste. Il suo viso esprime varie emozioni

ad esempio: la serenità, la tranquillità, un poco di

saggezza e molta responsabilità. Riguardo al suo

carattere è molto socievole ma direi che gli scherzi

non fanno proprio per lei. Quando le sto accanto, mi

fa sentire a mio agio anche se spesso litighiamo e

perciò si creano momenti di imbarazzo. Lei cerca

sempre un modo per farci riappacificare o di farmi

ridere e tornare a conversare ed essere amiche. Lei ha

più pregi che difetti anche se, i difetti, non sono da

prendere alla leggera. Il suo pregio più grande è il

seguente: se un suo amico o una sua amica è in

difficoltà cerca sempre un modo per dargli una mano

ad esempio se non ha la merenda. Il suo difetto più

grande, invece, consiste nel fatto che va in panico per

tutto. Quando c’è una verifica, o una interrogazione o

devono comunicare i voti, va in panico e comincia a

preoccuparsi, quindi io sono costretta a rassicurarla

ogni volta. Resta il fatto che le voglio tanto bene.

Essere come lei? Non ci penso proprio, preferisco

rimanere così come sono, sennò chi potrò mai

rassicurare? Con chi potrò confrontarmi su qualche

personaggio televisivo? Con chi canterò a

squarciagola durante una gita? Certo, queste cose

potrei farle anche con qualcun altro, ma quando sto

con lei sento che qualsiasi cosa facciamo diventa

unica. Se dovessi paragonarla ad un animale sarebbe

una farfalla tigrata, leggera e femminile ma con un

carattere forte. Invece, se fosse un oggetto, sarebbe

una delle sculture di fimo, per quanto ne è

appassionata. Per il bene che le voglio, non la

venderei nemmeno a peso d’oro!!

Losy Taty II A

IL MIGLIORE AMICO

Io non pensavo di trovare un vero amico, poi sono

diventato amico di Niccolò. Appena è arrivato in

classe da noi non l'avevo trovato molto simpatico,

soprattutto quando dava i calci alla mia sedia. Per

vendicarmi gli incollato tutto il diario, però dopo

abbiamo iniziato ad invitarci uno a casa dell'altro così

siamo diventati amici. Abbiamo anche iniziato a fare

lavori scolastici insieme. Quando viene a casa nostra

giochiamo ai videogiochi e usciamo, invece quando

andiamo a casa sua alcune volte facciamo i compiti,

però la prima volta che ci siamo andati abbiamo

ascoltato quello che ci diceva sui minerali e li

abbiamo visti anche dal vivo! Con lui mi trovo bene

perché ci incoraggiamo prima delle verifiche. Tra le

tante cose che ci uniscono, la nostra preferita è la saga

di “Guerre Stellari”.

Luca Pasquali II A

L’INVIDIA

Secondo me, l’invidia è un sentimento negativo che

ci porta a pensare e a volere ciò che non possediamo,

di conseguenza ci impedisce di concentrarci sulle

nostre abilità e sui nostri potenziali, ciò che

caratterizza ognuno di noi e che lo rende unico. Con l’invidia non potremo mai sviluppare le nostre

capacità ma ci sforzeremo sempre di diventare simili

agli altri o semplicemente immaginare di esserlo,

senza poterci rendere conto di ciò che realmente

siamo e ci differenzia dagli altri.

Io ho spesso provato invidia per qualcun altro, poi

però ho capito che tutti siamo diversi e che quel

“qualcuno” può non avere capacità che io invece ho.

È questa emozione che rovina gli esseri umani,

facendo voler loro diventare come persone che invece

non sono, illudendoli che non possiedano alcuna

abilità utile e sprecando ciò che potrebbero essere

capaci di fare. Luca Pieri II A

CERCAVO TE Cercavo una piccola cosa

in un mondo infinito,

e invece ho trovato te:

una cosa infinita…

in un piccolo mondo!

Francesco Tranca III D

DAI NOSTRI INVIATI

INTERVISTA ALLA PROF. SSA LAURA GRAZIANI (continua dalla prima pagina)

Come mai ha scelto di specializzarsi proprio questo argomento? La mia prima abitazione fu una casa del ghetto in via Vignatagliata e spesso giocavo a casa di un’amica che

aveva una finestra su un cortiletto piccolo e chiuso che mi faceva paura…credo che questo ricordo della mia

infanzia abbia avuto un ruolo importante nella passione per questa parte della città… Quanti anni ha studiato per diventare un’esperta in questo campo e dove ha trovato tutte queste

informazioni? Dopo aver frequentato il liceo classico Ariosto di Ferrara, mi sono iscritta nel 1976 alla facoltà di

Architettura a Venezia e durante la tesi di laurea, mi ha molto incuriosita l'area abitata dagli ebrei. Dopo la

laurea ho continuato a studiare all'Archivio di Stato di Ferrara. Perché ha scelto di diventare un’insegnante di tecnologia piuttosto che una guida turistica o

un’insegnante di storia? Mi piaceva molto l'architettura e volevo dedicarmi allo studio degli edifici, ma quando decisi di avere un

figlio, sapevo che da architetto non avrei percepito uno stipendio durante la maternità, quindi ho iniziato a

fare supplenze in varie scuole. In seguito ho partecipato a un concorso per diventare insegnante e l’ho

vinto…e quindi adesso sono un’insegnante di tecnologia. Prof, Lei per caso è di religione ebraica o hai mai pensato di convertirsi a questa religione? No, io non sono di religione ebraica e non ho mai pensato di convertirmi ad essa. Cosa la affascina di più della storia ebraica? Mi affascina la grandissima forza di questo popolo così legato alla propria cultura, alle proprie tradizioni e

alle proprie regole: ne hanno ben 613 e le rispettano severamente al contrario di noi cristiani che, pur avendo

le nostre, non siamo così rigorosi nel rispettarle. Lei è appassionata solo alla storia o anche alla cultura ebraica? Mi sono appassionata anche alla cultura perché dopo aver studiato la storia di questo popolo era inevitabile

appassionarsi anche ad essa perché è molto ricca e la apprezzo soprattutto in campo letterario. Conosce personalmente persone ebree ferraresi? Si distinguono per qualcosa da noi? Sì, ne conosco alcuni. Non si distinguono da noi fisicamente, ma solo per la religione, che gli impone certi

usi: per esempio, in generale non gli è consentito di mangiare la carne di maiale e il sabato in particolare

non possono percorrere più di mille passi, né usare mezzi di trasporto, né fare acquisti e neppure usare la

penna! Se con una macchina del tempo potesse tornare al tempo in cui a Ferrara c’era il ghetto ebraico, tra il

1624 e 1859, vorrebbe vivere dentro o fuori il ghetto, ovvero da ebrea o da cristiana? Se potessi andare e poi tornare indietro mi piacerebbe provare a vivere dentro il ghetto da ebrea, ma se

potessi soltanto andare vorrei vivere da cristiana, perché secondo me gli ebrei vivevano malissimo e

soffrivano molto la reclusione a cui erano costretti e io ho un carattere che ama muoversi e non sopporto le

costrizioni. Se invece fosse vissuta nel periodo della 2 guerra mondiale, come avrebbe reagito all’emanazione delle

leggi razziali? Sinceramente non posso sapere come avrei reagito all’emanazione delle leggi razziali perché se fossi vissuta

a quei tempi, sarei stata figlia di quei tempi, avrei ricevuto un’educazione diversa a scuola e i giornali e la

radio di allora erano sotto il controllo della censura e quindi diramavano solo notizie positive: nessuno

sapeva esattamente cosa capitava agli ebrei… Ha mai conosciuto ebrei che hanno vissuto il dramma della seconda guerra mondiale? Le hanno

raccontato qualcosa di quello che hanno vissuto? Sì, ho conosciuto personalmente Franco Schoenheit che a 17 anni fu deportato ad Auschwitz dove fu recluso

con il padre e separato dalla madre, che la rivide solo dopo la Liberazione. Franco mi ha raccontato che

incoraggiava il padre quando cadeva in momenti di depressione e tristezza nel campo di concentramento.

Questa famiglia fu l'unica a tornare a Ferrara sana e salva interamente. Il sig. Franco ricorda sempre ai

giovani di non dire mai: “Ho fame”, perché solo chi è stato deportato ed è stato costretto a mangiare fili

d’erba per nutrirsi, conosce veramente il significato di questa parola… È mai andata in Israele o le piacerebbe andarci? Se sì, in quali città è stata e quali sono i luoghi più

significativi che ha visitato? Non ci sono mai andata in Israele ma mi piacerebbe molto visitare il Muro Del Pianto e i luoghi dove ha

camminato Gesù. Conosce anche la cucina ebraica? E c’è un piatto particolare che apprezza più di altri? Sì conosco la cucina ebraica, che è molto varia a seconda che si tratti di cucina ebraica di tradizione

sefardita, che è molto saporita, oppure di tradizione askenazita o italiana, ma non ho un piatto che preferisco

più degli altri. Lei, Prof, ritiene importante che noi giovani conosciamo questa parte della storia della nostra città

…può spiegarci in breve perché? Io ritengo importante che voi conosciate questa parte di storia perché gli ebrei hanno contribuito allo sviluppo

della città, sia nell’aspetto architettonico che nell’aspetto culturale. E prima che fosse istituito il ghetto ebrei

e cristiani convivevano pacificamente. Attraverso questo progetto abbiamo compreso che anche la nostra città ha conosciuto l’intolleranza

religiosa attraverso le discriminazioni contro gli ebrei e la loro segregazione nel ghetto. Per lei la

tolleranza è un valore importante nella società di oggi? E Lei si considera una persona tollerante? Io penso che ci sia molta intolleranza nel mondo di oggi e lo confermano purtroppo i numerosi attentati

religiosi e le manifestazioni di razzismo. La tolleranza è un valore importantissimo, che ognuno deve fare

proprio, soprattutto nella società di oggi sempre più multietnica…Personalmente mi ritengo una persona

tollerante, ma devo ancora lavorare su di me: non tollero molte cose, per esempio le persone che masticano le

gomme davanti a te e con la bocca aperta.

Classe II B

Grazie PROF!

G

LA SPAL

Per scrivere l’articolo sulla SPAL, abbiamo pensato di

intervistare un giornalista che da sempre tifa questa squadra

e che tuttora si occupa di seguire la SPAL per il Resto del

Carlino. La scelta di intervistare Mauro Malaguti è stata

ancora più “azzeccata”, perché il giornalista ci ha subito

confidato di avere scritto il suo primo articolo proprio sulla

SPAL nel giornalino della scuola che, guarda caso, era

proprio la scuola media Torquato Tasso. Mauro è stato il

primo telecronista della televisione locale “Telestense” e poi

si è dedicato alla carta stampata, lavorando per anni come

giornalista sportivo della città e poi a tempo pieno alla SPAL. Cosa significa SPAL?

“SPAL vuol dire Società Polisportiva Ars et Labor. Si chiama

così perché deriva dalle parole ora et labora dei monaci

benedettini, infatti, la Spal è nata in un oratorio dei monaci

benedettini che era situato in via Coperta, tra il 1907 e il

1913.” Quali sono i giocatori della squadra attuale più

importanti? “Sono Bonifazi, Meret, Mora, Schiattarella, Giani, Lazzari,

Zigoni, Antenucci, Floccari.” Come si chiamano il Direttore Sportivo e il proprietario

della SPAL? “Il Direttore Sportivo si chiama Davide Ragnati, il

Presidente della squadra è Walter Mattioli mentre i

proprietari sono i membri della famiglia Colombarini.” Quale è stato il miglior piazzamento della SPAL nell’arco

della sua lunga storia? “E’ stato il quinto posto in serie A, nell’anno 1959-60,

quando è arrivata dietro ai campioni della Juventus, il Milan,

l’Inter e la Fiorentina. Era in serie A dal 1951 ed è rimasta

fino al campionato 1963-1964. Retrocessa, è rimasta in serie

B un solo campionato per poi tornare nella massima serie

fino al campionato 1968-69, dove non è più tornata. Ma nel

1961 la Spal ha anche giocato la finale della Coppa Italia

perdendo contro il Napoli 2-1” Chi è stato il giocatore più forte della SPAL? “Oscar Massei argentino che ha giocato anche in nazionale” Chi è l’allenatore della SPAL? “L’allenatore della SPAL è Leonardo Semplici. Nato nel

1967 a Firenze, ha giocato a calcio sempre in squadre minori

e prima di allenare la SPAL ha sempre allenato squadre di

categorie inferiori, a parte le giovanili della Fiorentina”. Chi è stato il miglior presidente della SPAL? “Il miglior presidente della SPAL è stato Paolo Mazza”. Parliamo dello stadio, si trova in centro città, è un po’

scomodo e anche piccolo ora che la SPAL è in serie B. “Qualche anno fa si era pensato di cambiare lo stadio perché

questo è effettivamente un po’ piccolo, ma i tifosi non hanno

voluto, sono affezionati a questo vecchio stadio perché è

sempre stato considerato” lo stadio della SPAL”. Una volta

si chiamava semplicemente stadio Comunale ma alla morte

di Paolo Mazza che era stato il miglior presidente della

squadra da sempre, la società ha deciso di intitolare questo

stadio a lui”. Ora che la SPAL è in serie B i costi di gestione sono

aumentati. Quali sono gli sponsor della SPAL? “Il principale sponsor è la Vetroresina, che è di proprietà

della famiglia Colombarini che possiede altre 2 fabbriche di

vetroresina in Brasile e negli Stati Uniti”. Mauro, cosa apprezzi maggiormente di questa nuova

squadra? “La cosa che mi piace di più nella conduzione della nuova

società è che si sta aprendo alla città attraverso

manifestazioni che avvicinano la squadra alla gente e

attraverso iniziative nelle scuole che possono essere uno

stimolo per i ragazzi a dedicarsi ad attività sportive”. Anche noi siamo appassionati di calcio e lo pratichiamo,

saremo sempre tifosi della SPAL e ogni volta che possiamo,

andiamo a vederla insieme. Andrea Leonardi e Filippo Ticchiati 1 D

VISITA DEI GIOCATORI DELLA BONDI

Venerdì 10 Marzo sono venuti alla Scuola Poledrelli i giocatori della Bondi, un'importante squadra di pallacanestro della nostra città, per pubblicizzare questo sport. La

settimana precedente la maestra di Motoria ci aveva avvisato che sarebbero venuti alcuni giocatori per visitare tutte le classi. Finalmente è arrivato il giorno dell'incontro.

Prima che giungessero, la maestra ci ha mostrato alla LIM alcune foto della squadra, con giocatori, allenatori, sponsor e il campo da gioco. A un tratto ha bussato alla porta

della nostra aula un allenatore per comunicarci che stavano per arrivare i giocatori. Dopo un po' sono giunti nella nostre classe soltanto due giocatori. Ci siamo subito stupiti

per la loro altezza. Uno era biondo con gli occhi azzurri, l'altro moro con gli occhiali; entrambi erano molto alti, con piedi molto grandi e indossavano la divisa della loro

squadra. I giocatori ci hanno proposto di indovinare la loro altezza. Un nostro compagno ha detto 2 metri e 95, un altro 1 metro e 94, ma poiché nessuno indovinava il

giocatore moro ha svelato la sua altezza a uno di noi: 2 metri e 4 centimetri!

Dopo siamo scesi in palestra con alcuni alunni delle classi 5A e 3A, i quali frequentano già le lezioni di basket tenute da questa squadra nella nostra scuola. Poi i giocatori si

sono trasformati in allenatori e ci hanno detto di dividerci in due squadre mescolate per giocare una partita. I nostri “allenatori” ci hanno insegnato dei trucchi per centrare il

canestro. Al termine abbiamo fatto una foto tutti insieme e infine i giocatori ci hanno salutato e ci hanno proposto di iscriverci a un corso di basket. È stata davvero una

mattinata diversa dal solito, divertente, interessante, anche se la cosa che ci ha lasciati maggiormente senza parole è stato certamente giocare accanto a dei “giganti”.

Classe V B “Poledrelli”

INTERVIEW

Today, we are in this outstanding Conference Hall with Mrs Emmeline Pankhurst,

leader of the Suffragettes movement and we will ask her the reasons why she is fighting

for the women’s rights.

Journalists: Good morning Mrs Emmeline Golden Pankhurst.

Emmeline: Good morning, young journalists.

Journalists: We are happy to be here with you and have the chance to interview a person

as famous as you.

Emmeline: So do I.

Journalists: Can we ask you some questions?

Emmeline: Yes, of course.

Journalists: When were you born?

Emmeline: I was born on 15th July 1858 in Manchester.

Journalists: Why did you start the Movement of the Suffragettes?

Emmeline: Because all the people should have the same rights.

Journalists: When did you get married?

Emmeline: In 1879, I got married with Richard Pankhurst.

Journalists: Has your husband ever helped you during your battle for women?

Emmeline: Yes, he has, he has always supported me.

Journalists: Has your husband ever told you about the risks of this important fight?

Emmeline: Yes, but he has constantly helped me until the day of his death in 1898.

Journalists: After your husband’s death have you thought to stop fighting for women’s

rights?

Emmeline: No, never. I’ve even been more determined to fight and to reach my goal, it is

thanks to my daughters that I started in 1903 the “Women’s Social and Political Union”.

Journalists: Which event do you remember most?

Emmeline: It is when in 1905 we chained to Buckingham Palace which cost me one of my

12th times in prison.

Journalists: What do you think of the desperate act done by your friend, Emily Davison?

Emmeline: I’ve been very sad for her loss but also proud because it takes courage to run

against a horse.

Journalists: Are you satisfied of your great but hard work?

Emmeline: Yes, very much and I hope that one day all women will have the same human

and political rights as men all over the world.

Journalists: Thanks a lot for this interview and I hope to see you again.

Emmeline: My pleasure.

Tommaso Vissoli, Roman Costantin, Isede Monica, Jana Mae Escanes III D

LA SCOPERTA DEI SETTE PIANETI

Poco meno di un anno fa, il piccolo

telescopio TRAPPIST (60 cm di

diametro) situato in Cile, ha

scoperto una stella nana rossa a 40

anni luce da noi (1 anno luce = 9461

miliardi di km), attorno a questa

stella sono stati osservati anche tre pianeti con caratteristiche simili alla Terra. Nana

rossa significa che ha il raggio più piccolo di quello del sole e temperatura

superficiale inferiore a quella solare. La stella è stata battezzata con il nome del

telescopio che l’ha scoperta: TRAPPIST-1. Pochi giorni fa, usando i grandi telescopi

europei e il telescopio spaziale Spitzer della Nasa, la stellina “trappista” rivela di

avere intorno un totale di sette pianeti, che girano su orbite ben allineate nello stesso

piano, proprio come fanno i pianeti del nostro Sistema solare. Gli astronomi hanno

scoperto questi esopianeti perchè il disco luminoso di TRAPPIST-1 veniva

periodicamente oscurato dal passaggio di questi sette corpi celesti. È un sistema

planetario piccolo rispetto al nostro Sistema solare: i periodi delle orbite dei pianeti

variano da uno a venti giorni (ricordiamo che la Terra impiega 365 giorni per fare

un giro completo attorno al Sole). Questi pianeti hanno però dimensioni e

composizione simili a quelle della Terra. La notizia sensazionale è che tre di queste

“sette sorelle” sono collocati nella cosiddetta “fascia abitabile”: una piccola parte di

spazio né troppo distante e né troppo vicina alla stella, ideale cioè per avere acqua

allo stato liquido e, dunque, per l’eventuale sviluppo di batteri o organismi

primordiali. Mancano ancora molti elementi per una comprensione completa della

situazione (es.: presenza di atmosfera, effettiva distanza dalla stella, sarà dunque

compito dei nuovi e potentissimi telescopi come il James Webb, su satellite, o

l’EXTREMELY LARGE TELESCOPE, sulle Ande, dare risposte riguardo questo

nuovo orizzonte galattico. La scoperta dei sette esopianeti è stata pubblicata sulla

rivista “Natura” e annunciata dalla Nasa nel corso di una conferenza stampa è

un’ottima notizia non solo per la parte dell’astronomia che si occupa di pianeti

all’esterno del sistema solare, ma anche per la ricerca di forme di vita che si sono

formate sui corpi celesti diversi dalla terra. Anna Bondanelli, Dalia Cassetti, Elisa Maestri, Emanuele Parmeggiani,

Ettore Cavicchi, Emanuele Barcaro I D

Cari lettori del giornalino,

scrivo per sapere cosa pensate dell’adolescenza.

Tutti dicono che l’adolescenza è un’età felice e spensierata, ma per me non è così. A volte mi alzo al mattino già arrabbiato e l’idea di andare a scuola mi mette ansia. Dal primo piano sento

le urla di mia madre che mi dice di muovermi perché è stanca di aspettarmi. Alle 8:00 iniziano già le nostre prime discussioni, mi ripete che sono lento in tutto, poco organizzato, poi inizia

il solito disco: - Stai attento a scuola! Non disturbare! Non fare il maleducato! Hai studiato?

A volte mi riprende perché mi vede pensieroso e mi chiede se voglio andare a lavorare al suo posto. Lei non capisce: per me la scuola è ogni giorno una prova. Forse un giorno mi pentirò

di questo mio pensiero, dal momento che i miei genitori mi ripetono che questa è l’età più bella e la scuola mi regala momenti di vita divertenti che porterò per sempre con me. La scuola

occupa troppo tempo e, tra i compiti e il basket, ho troppo poco tempo per gli amici. Il fine settimana sono più contento, perché tutto va a rilento e ho più tempo da dedicare a quello che più

mi piace: uscire con gli amici, giocare con la play, andare in piazza. Quando parlo con i miei coetanei, condividono gli stessi miei pensieri: una vita piena di regole e di doveri, siamo stanchi

di fare sempre le stesse cose. L’adolescenza è un’età intermedia perché non siamo bambini ma nemmeno adulti, quindi non siamo ancora in grado di scegliere da soli certe cose.

Ma voi cosa pensate dell’adolescenza e di questi cambiamenti d’umore? Io ne ho spesso: a volte sono felice e a volte mi annoio. Rimpiango quando andavo all’asilo e tutto era un gioco,

nessuna responsabilità e tutto andava bene. Leonardo Berveglieri III C

CRONACHE SCOLASTICHE

UNA GIORNATA AL CARCERE FEMMINILE DELLA GIUDECCA (Venezia)

La mattina del1°Giugno 2016 il regista Michalis Traitsis ed il suo “scombinato” gruppo di maldestri attori adolescenti, accompagnati da Martina Monti (leggiadra fanciulla

che con il suo violino porta la magia nelle rappresentazioni teatrali)si trovavano alla stazione di Ferrara, per prendere il treno che, dopo un veloce cambio a Bologna, li

avrebbe condotti in una nuova avventura: portare il loro lavoro teatrale “Voci e suoni da un’avventura leggendaria” al Carcere Femminile della Giudecca, a Venezia.

Durante il viaggio la tensione era davvero palpabile, un misto di paura ed ansia da prestazione: in fin dei conti nessuno dei ragazzi aveva mai visto da vicino un carcere e

le domande, che nessuno osava pronunciare ad alta voce, affollavano le loro testoline: “Che avranno fatto mai per essere recluse tutte quelle donne?”, “Ci faranno del

male?”, “Chissà se qualcuna di loro ha figli e chissà se ne ha nostalgia”, “Sarà spaventoso il carcere? … per esorcizzare tali paure e pensieri in treno i ragazzi fecero tanti

giochi e parlarono molto, ma non di ciò che li preoccupava, cercavano semplicemente di distrarsi e rilassarsi. Arrivati a Venezia le emozioni si intensificarono, un po`

perché si avvicinava sempre di più il grande momento dell’ingresso al carcere, un po` perché per raggiungerlo bisognava utilizzare un mezzo di trasporto assolutamente

non convenzionale per dei Ferraresi: il vaporetto … Un’esperienza divertente, che però terminò presto approdando al porticciolo dell’isola Giudecca appunto. Scesi dal

vaporetto i ragazzi si rifocillarono con una merenda al sacco, poi si incamminarono per le viuzze strette e spoglie dell’isola e dopo poco si trovarono di fronte un grande

edificio bianco, con un grande portone verde spalancato ed in attesa di essere varcato dai loro passi esitanti. Ad accoglierli il loro maestro Michalis, la loro guida in questo

viaggio all’interno di loro stessi, che li introdusse al carcere ed alle sue abitanti. I ragazzi conobbero Nawal e Samira, che accompagnarono lo spettacolo con i loro canti.

Lo spettacolo, per chi non lo sapesse, prevedeva che gli attori bendassero il pubblico, quindi, come di consueto, i ragazzi si accinsero a bendare ogni detenuta e diedero

inizio alla performance, circa novanta minuti di intenso lavoro volarono via con la rapidità di una folata di vento, sia per gli attori che per le spettatrici. Dopo l’esibizione

fu il momento delle domande che le detenute avevano in serbo per i ragazzi: la cosa che le aveva colpite maggiormente fu il fatto di aver assistito ad uno spettacolo teatrale

senza averlo visto, quindi qualcuna ne chiese le ragioni, mentre qualcun'altra volle esprimere le emozioni che questo “nuovo modo di vedere le cose” le aveva fatto provare.

Al termine di questo interessante confronto le detenute coccolarono gli attori con una lauta merenda preparata con le loro mani durante la quale scherzi e risate si

mescolarono alla nostalgia un po`amara di coloro che a casa raccontarono di avere figli dell’età dei protagonisti di questa avventura. Il pomeriggio velocemente divenne

sera ed il momento di ripartire arrivò in un lampo, con la certezza di esser cresciuti un po` di più e con nel cuore il ricordo di un posto che difficilmente abbandonerà la

loro memoria, i nostri attori ripartirono per tornare alla loro vita quotidiana.

Leonardo Molinari III A

LA PAZZIA DI ORLANDO

Il giorno 6 dicembre la nostra classe è uscita con le

altre prime per andare a vedere al Teatro Comunale “la

Pazzia di Orlando”, uno spettacolo con i pupi siciliani,

marionette mosse da un burattinaio; rappresentato

dalla compagnia “Figli d’Arte/Opera dei Pupi”,

adattamento scenico e regia di Mimmo Cuticchio. La

fonte di ispirazione di questo spettacolo è stata

l’Orlando Furioso. Alle ore 9:00 siamo partiti dalla

scuola, anche se lo spettacolo iniziava alle 10:00,

perché abbiamo fatto il tragitto a piedi, che ci ha dato

anche l’occasione di ammirare Ferrara ed i suoi

monumenti, come il Castello degli Estensi. Quando

siamo arrivati sotto i portici, dove c’era l’entrata del

teatro, il professor Abate e la professoressa Cappiello,

ci hanno consegnato i nostri biglietti e siccome noi non

UNA MATTINA CON GIORGIO BASSANI

Mercoledì 22 Febbraio, accompagnati dalla nostra

professoressa di lettere, ci siamo recati alla biblioteca

Ariostea, ed abbiamo avuto il piacere di incontrare la

dott.ssa Angela Ammirati, che ci ha spiegato in modo

più approfondito la vita e le opere di Giorgio Bassani,

di cui è stato da poco celebrato il centenario della sua

nascita. Egli, pur essendo nato a Bologna il 4 marzo

del 1916, è considerato da tutti uno scrittore ferrarese.

Esordisce nel 1940 con i racconti “Una città di

pianura”, pubblicati con lo pseudonimo di Giacomo

Marchi (usò il cognome della nonna perché era

cattolica) per non incorrere nella censura, poiché in

Italia erano state varate nel 1938 le leggi razziali. Le

sue storie sono tutte ambientate a Ferrara. Nel 1962

venne pubblicato “Il giardino dei Finzi-Contini”: fu

LA GIORNATA DELLA MEMORIA

Il 2 febbraio 2017 tutte le classi della scuola Tasso si

sono recate al teatro Boldini, per assistere ad un film

che trattava le vicende di Giorgio Perlasca.

Quest’uomo e soprattutto la sua bontà mi hanno

colpito profondamente. Alla fine del film abbiamo

visto un’intervista proprio a Perlasca e per

l’espressione del suo volto e le parole che ha detto,

pareva quasi un angelo.

Non capisco come una persona temprata da tutti quegli

avvenimenti, possa rimanere così gentile e generosa

verso il prossimo. Mi ha davvero stupito anche come

sapevamo con chi dovevamo sederci, giravamo qua e

là per scoprirlo. Eravamo molto felici per due motivi:

per essere insieme alle nostre amiche e soprattutto

perché la nostra classe non era in platea ma sui

palchetti, quindi eravamo “in altissimo”. Prima di

entrare nel teatro una donna ha attirato la nostra

attenzione: portava scarpe nere verniciate estive con

tacco 12! Era una signora proprio strana! Ecco

finalmente che entriamo, prendiamo posto e comincia

lo spettacolo: suona un’orchestra e poi inizia con una

specie di proemio da parte di un burattinaio. Questo

attore, era il figlio di un famoso regista che mette in

scena spettacoli di pupi della Sicilia, per questo

recitava solo in dialetto siciliano e noi non capivamo

nulla, però cercavamo di interpretare le sue parole. La

storia di Orlando è molto semplice da raccontare. Un

giorno, Orlando diventò pazzo per amore di una

donna, chiamata Angelica, lei però non ricambiava il

suo amore, perché si era innamorata di un saraceno, di

nome Medoro. Angelica e Medoro si fidanzarono e

dopo aver scritto i propri nomi e i loro sentimenti sui

tronchi degli alberi di un bosco, fuggirono insieme.

Orlando, arrivato in quel bosco, quando lesse sui

tronchi quelle scritte d’amore impazzì. Il paladino

Astolfo, si preoccupò molto per lui, così dopo aver

ammaestrato un Ippogrifo volò sulla Luna, dove trovò

in un’ampolla il senno perduto di Orlando. Pertanto

decise di portare quell’ampolla ad Orlando, il quale

dopo averla annusata tornò in sé. I burattinai erano

quattro, ma solo uno raccontava la storia e dava voce

a tutti i personaggi, però non si riusciva a capire molto

bene quale personaggio parlasse nei vari momenti,

però al di là di questo, lo spettacolo è stato divertente.

Le parti dello spettacolo che ci sono piaciute di più

sono state quelle dei duelli fra Paladini e Saraceni, i

burattinai erano bravissimi a muovere i fili. Inoltre,

durante i due duelli i due burattinai battevano i piedi

per far sembrare più violenta la lotta. Mentre

l’orchestra ha suonato solo in alcuni momenti dello

spettacolo: durante alcuni duelli e quando Astolfo è

andato sulla Luna con l’Ippogrifo. Secondo noi,

l’accompagnamento musicale ha reso la scena più

completa e maggiormente emozionante. Lo spettacolo

è durato circa un po' più di un’ora e dopo siamo andati

in un piccolo piazzale, davanti al teatro “Comunale”,

per fare merenda, il professore ci ha fatto una foto di

gruppo per ricordare quella giornata, poi siamo tornati

a scuola.

Anna Bondanelli ed Elisa Maestri I D

AMICI DI PENNA

Quest’anno tutte le classi prime della scuola Tasso

partecipano al Progetto epistolare: noi abbiamo i nostri

“amici di penna” nella quinta A del Doro. Questo

progetto consiste nello scriversi a vicenda delle lettere.

Quando abbiamo mandato la nostra lettera ai bambini

della scuola primaria, ci siamo presentati ed abbiamo

fatto capire i nostri interessi. Loro, con l’aiuto delle

loro insegnanti, hanno scelto il ragazzo o la ragazza a

cui scrivere. Le cose che ci piacciono di più di questa

attività sono: il momento dell’attesa, perché aspetti

con ansia la loro risposta; quando riusciamo a

conoscere meglio il nostro amico di penna; la

possibilità di fare nuove amicizie. Questo progetto ci

piace molto perché riusciamo a stare in sintonia con

dei ragazzi e a fare amicizia con loro. Nella lettera i

ragazzi ci scrivono delle cose su se stessi, per esempio

che sport praticano, i loro hobby, gli sport praticati e

tanto altro. In più ci fanno molte domande sui

professori, sulle verifiche, sulle difficoltà che si

incontrano quando si arriva alla scuola media. Noi

consideriamo il progetto molto importante perché ci

aiuta a essere meno timidi ed è anche un modo per

esercitarsi con la scrittura.

Lara Ranieri, Cecilia Capecchi I C

VISITA ALLA SCUOLA SECONDARIA TASSO

IL LABORATORIO DI SCIENZE

Il 17 novembre 2016 le classi 5A e 5B della Scuola

Primaria Poledrelli si sono recate a piedi alla Scuola

Secondaria Tasso. Abbiamo suonato il campanello, le

bidelle hanno aperto la porta e gentilmente ci hanno

indicato dove era il laboratorio di Scienze. Arrivati

all’ultimo piano abbiamo aspettato la Professoressa

Cascella. Quando è arrivata ci ha fatto accomodare nel

laboratorio di Scienze e sedere attorno a dei tavoli.

Nell’aula c’erano dodici tavoli con cinque bambini

ciascuno, in uno solo ve ne erano quattro. Su ogni

tavolo c’erano una pipetta, una provetta, un porta-

provetta e quattro bicchieri che contenevano

un successo enorme per Bassani, anche perché era

uno dei primi romanzi che raccontava delle leggi

razziali e venne tradotto in molte lingue. Attraverso

la vita di un gruppo di giovani ebrei che, essendo stati

allontanati dalle scuole, dall’università e dai circoli

sportivi, si ritrovano a trascorrere le giornate ospiti

nel parco della famiglia Finzi-Contini, si racconta la

storia dell’Italia sotto il regime fascista. Tutti i

personaggi moriranno dopo la deportazione tranne

Alberto, il fratello di Micol (la ragazza di cui il

protagonista, Giorgio, era innamorato) che morì

prima a causa di una malattia. L’ambientazione del

libro è ispirata a un parco, una zona di Ferrara nei

pressi del cimitero ebraico. Parte di quello spazio

verde è ancora esistente, nella zona di via delle Erbe,

mentre va ricordato che l’autore per molti anni visse

a Roma, dove amava recarsi particolarmente nello

splendido Orto botanico o essere ospite dell’Oasi di

Ninfa, presso Latina. È verosimile che anche da

questo giardino abbia tratto ispirazione per il suo

romanzo. Scrisse anche “Le cinque storie ferraresi” e

“Gli occhiali d’oro”. In classe abbiamo visto il film

“Il giardino dei Finzi-Contini”: mi è piaciuto molto

vedere la città in cui vivo e riconoscere alcuni luoghi,

ma mi ha rattristato vedere le immagini in cui gli ebrei

venivano ammassati e rinchiusi nelle stanze prima di

essere portati nei campi di concentramento da cui non

avrebbero più fatto ritorno.

Anastasia Mihaeschu III C

FEELING BETTER WITHOUT SMOKING

Today a teacher with three students from Liceo

Carducci came to my school to explain us the harmful

effects of smoking on people’s health. They asked us

if we knew the reasons why young people begin to

smoke.

They showed us a power point presentation about

what causes addiction in people and we saw shocking

pictures about the terrible effects of smoking. They

told us that smoking ten cigarettes a day, for one year,

is like drinking a cup of tar. They explained that

inside the cigarettes, there is ammonia that strengthen

the bond between nicotine and neurons and cause

addiction. Smoking is very dangerous for our health

because we can die from cancer or other terrible

diseases.

Licia Della Monica II A

INTERVENTO DELLA POLIZIA POSTALE

Le classi prime della

nostra scuola “T. Tasso”

sono state coinvolte in un

progetto importante per la

conoscenza e l’utilizzo corretto di internet. Per questo

è venuto un ufficiale della polizia postale che ci ha

messo in guardia dei pericoli del web e su come

affrontarli. Tutti a casa disponiamo di un computer:

tramite questo strumento moderno possiamo accedere

a internet e acquisire tante informazioni e servizi di

ogni tipo in poco tempo. Possiamo cercare un

indirizzo, leggere un giornale, conoscere notizie da

tutto il mondo, ascoltare musica e fruire di video.

Internet però nasconde molte insidie, in quanto alcuni

siti sono gestiti da malintenzionati che usano foto o

dati personali per guadagnare soldi in modo

disonesto. L’ufficiale di polizia ci ha mostrato

diapositive e filmati che mostravano i volti di persone

riprese a loro insaputa e in situazioni anche molto

delicate che non andrebbero fatte vedere a tutti.

Capita troppo spesso che per far togliere quelle

immagini indesiderate le persone coinvolte siano

minacciate e costrette a pagare somme di denaro

molto alte. Inoltre ci è stato spiegato che lasciare sui

siti dati personali non solo può causare perdita di

denaro ma si può entrare in contatto con persone

pericolose. Queste persone si fingono molto gentili

soprattutto con i minori e cercano incontri che

sfociano poi in violenze. Purtroppo nei filmati della

Polizia abbiamo visto anche casi di cyber bullismo

ovvero ragazzi mostrati in rete mentre vengono

maltrattati e derisi da alcuni coetanei o incolpati

ingiustamente di azioni gravi e che vengono

minacciati se raccontano tutto alla famiglia.

L’ufficiale di polizia ha consigliato a noi studenti di

usare una password sul nostro cellulare per evitare

che qualcuno prelevi informazioni o immagini senza

il nostro permesso. Da questo incontro abbiamo

capito che occorre usare internet in modo corretto,

prudente e con senso critico per non trovarsi coinvolti

in situazioni pericolose.

. Maddalena Piovan I B

la sua generosità fosse venuta a galla più di

cinquant’anni dopo. Oltre alla bontà di questo uomo,

nel film mi ha anche colpito come i tedeschi trattassero

i bambini ebrei. Come si può trattare un bambino di

cinque o sei anni, picchiandolo, sfruttandolo e più in

generale maltrattandolo? Un’altra cosa che mi chiedo

è: com’è possibile che tutte quelle persone (fascisti e

nazisti) potessero approvare un’idea e un concetto così

stupido, quando anche molti secoli prima, gli

illuministi avevano capito che le persone erano tutte

uguali? A questo proposito voglio portare una

citazione di Albert Einstein:

“Esistono due cose infinite: l’universo e la stupidità

umana, ma della prima non sono del tutto sicuro”.

Niccolò Cuoghi II A

PERLASCA UN EROE ITALIANO

Il giorno 2 febbraio 2017 la classe I C insieme con tutte

le altre classi della scuola media Tasso, accompagnata

dai professori, si è recata presso la Sala Boldini di

Ferrara per assistere alla proiezione del film intitolato

“Perlasca, un eroe italiano”. L’iniziativa è stata

organizzata dai professori dell’Istituto per ricordare le

vittime dell’Olocausto. Il film narra la storia di un

uomo che con il suo coraggio e la sua astuzia è riuscito

a spacciarsi per un console spagnolo al fine di salvare

più di cinquemila Ebrei dalle persecuzioni naziste e

fasciste. Questo film mi è piaciuto molto e mi ha fatto

riflettere a lungo sulle condizioni di vita degli

Ebrei durante la seconda Guerra Mondiale. In

particolare, mi ha colpito molto vedere che persone

senza scrupoli siano arrivate a massacrare e ad

uccidere altri esseri umani, che nulla avevano fatto se

non professare la loro religione. Mi chiedo come tutto

questo sia potuto accadere veramente. Ho pianto anche

nel vedere le scene in cui i bambini, strappati

all’amore della famiglia, erano costretti a lavorare. La

parte di questo film che più mi è piaciuta è stata

quando una povera bambina ebrea ha ritrovato il suo

papà che all’inizio era stato fatto prigioniero dai

Tedeschi. Anche se ormai sono trascorsi molti anni

dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e molte cose

sono ormai cambiate, non dobbiamo mai dimenticarci

che molte persone hanno veramente vissuto

quell’inferno, come ci ha testimoniato la professoressa

Sacerdoti che, subito dopo la proiezione del film, ci ha

raccontato la sua esperienza di sopravvissuta.

Pertanto, solo se riusciremo a tenere vivo il ricordo di

questi eventi terribili, potremo sperare di costruire un

futuro migliore per noi ragazzi.

Fiammetta Randazzo I C

L’ESPERIENZA DI PENNABILI

Noi, del gruppo teatrale di Michalis Traitsis, della

Scuola Tasso siamo stati invitati dai rappresentanti

della città di Pennabilli a fare il nostro spettacolo nel

loro teatro.

Siamo andati la con le nostre auto fino al piccolo

paesino e, una volta arrivati, abbiamo preso una

camera in un bellissimo albergo con la piscina. Quel

giorno lì abbiamo pensato solo a divertirci in piscina

poiché tutto il resto del gruppo non c'era ancora

(eravamo partiti prima io, mio padre, Margherita e suo

padre). Il giorno dopo, verso le 9, sono arrivati tutti gli

altri: Filippo, Fausto, Leonardo, Helin, Monica,

Catalina e Michalis. Verso le 10 abbiamo cominciato

a provare poiché alle 12 avevamo lo spettacolo. Il

teatro di Pennabilli era molto bello: era piccolino ma

molto alto, aveva dei bellissimi affreschi sul soffitto

ed un bel palco molto grande. Noi non abbiamo usato

il palco né i palchetti ma solo la platea, a cui abbiamo

tolto le sedie poiché ci serviva solo un cerchio di sedie.

Quindi verso le 12 abbiamo fatto lo spettacolo: ci

siamo vestiti di bianco e ci siamo messi in ordine

sparso tra le sedie messe a cerchio. Dopodiché gli

spettatori sono entrati, si sono seduti e, con loro grande

stupore, sono stati bendati poiché il nostro spettacolo

si basa su luci, suoni e soprattutto emozioni.

Poi abbiamo cominciato: Ulisse, mentre cerca di

tornare ad Itaca, sbarca nell’isola dei Ciclopi e trova

rifugio in una caverna enorme che sembra

abbandonata. Scopre solo quando è troppo tardi che in

realtà è la casa di Polifemo, il capo dei Ciclopi, un

gigante enorme, grosso e con un occhio solo che

intrappola lui ed i suoi compagni e comincia a

mangiarseli. Stese la mano, agguantò un compagno di

Odisseo, lo sfracellò contro il suolo, lo fece a pezzi e

lo divorò senza lasciarne nulla. Mentre Polifemo si mangia i suoi compagni Odisseo

ha un idea: prenderà un grosso tronco, lo appuntirà, lo

rispettivamente alcol, acqua, olio e detersivo per

lavare i piatti.

Per prima cosa la professoressa ci ha chiesto se,

secondo noi, i liquidi unendoli si sarebbero mescolati.

Poi ci ha detto di mettere con la pipetta un millilitro di

detersivo, ma poi si è accorta che un ml era troppo

poco, quindi ha suggerito di metterne due, poi 2 ml di

acqua, un altro di olio e infine l’alcol. Poi ci ha detto

di controllare se i liquidi si erano mescolati, ma ciò

non era successo. Noi eravamo tutti stupiti. Quindi la

professoressa ha dato ad ogni gruppo una scheda da

compilare con la maestra. Alla fine ci ha spiegato

cos’è la densità e perché i liquidi non si erano

mescolati, ma solo stratificati. È stata un’esperienza

molto bella, in modo particolare mi è piaciuto vedere

come si sono stratificati i liquidi.

L. N. Megne V B “Poledrelli”

LA SICUREZZA NEL WEB

Il giorno 26 gennaio 2017 è venuto a scuola un

poliziotto a parlarci dei social network e come usarli

in maniera sicura e

consapevole. L’ incontro con la

polizia postale è stato molto

interessante perché ci ha

insegnato e chiarito i pericoli

dei social-network e del web e

ci ha spiegato come potremo

utilizzare queste informazioni

in futuro ed insegnarle ad altri bambini, ragazzi e

adulti. L’ufficiale di polizia ci ha, inoltre, dato dei

suggerimenti importanti da seguire: mettere password

sicure che contengano lettere e numeri; tenere due e-

mail (una per iscriversi ai social e l’altra per

comunicare con le persone); mettere gli account

privati e accettare come amici solo nostri conoscenti;

non fidarsi mai di nessuno perché potrebbero essere

persone con cattive intenzioni; non avere un account

prima dei 14 anni oppure farsi fare l’account dai

genitori; ma soprattutto rispettare la privacy e non

postare foto intime. Bisogna stare molto attenti!

Speriamo che certi episodi di cyber-bullismo

smettano di accadere e che la gente allerti subito al

polizia postale al primo segnale di pericolo. D.Gogoase, L.Panzetta, J.Cappelli, L.Ranieri,

C.Capecchi e M.Tugnoli I C

metterà nella brace e poi lo infilerà nell'occhio del

gigante. Prima però offre al gigante un enorme botte

di vino, il quale se la beve tutta e poi chiede ad Odisseo

qual è il suo nome per ringraziarlo. Odisseo si presenta

come Nessuno, che in greco antico era simile al suo

nome, dopodiché il gigante cade per terra,

addormentato. Odisseo allora applica il suo piano ed

acceca il gigante, il quale urla così forte da svegliare

tutti gli altri ciclopi che accorrono e che gli chiedono

che cosa sia successo. Lui, confuso e dolorante, urla: -

NESSUNOOOO!! È STATO NESSUNOOOO!!!- Gli

altri Ciclopi, assonnati ed infastiditi, lo scherniscono

un po’ e poi tornano alle loro caverne per dormire,

mentre Polifemo continua ad urlare per tutta la notte.

Il giorno dopo egli, mentre faceva uscire il suo gregge

lascia scappare, poiché non li vede, Odisseo e i suoi

compagni rimasti che riescono a tornare in barca ed a

rubare tutte le sue pecore. Lo spettacolo finisce con

Odisseo ed i suoi che mangiano e con la canzone

“Itaca” di Lucio Dalla. Finito lo spettacolo, abbiamo

festeggiato pranzando tutti insieme in una piccola

tavola calda lì vicino e poi sono tornati tutti indietro, a

casa mentre noi (io, mio padre, Margherita e suo

padre) siamo rimasti lì fino a sera, poi siamo rientrati

anche noi. È stata un esperienza meravigliosa, che

avrei ripetuto ancora molto volentieri ma che,

purtroppo, non è stato possibile rifare.

Umberto Rossi III A

I VULNERABILI

I Vulnerabili è uno spettacolo teatrale al quale abbiamo assistito, che ha come tema principale la sicurezza stradale. Lo scopo è quello di insegnare ai ragazzi la sicurezza

stradale in modo da farli diventare più prudenti. Lo spettacolo è particolarmente coinvolgente poichè ragazzi e insegnanti vengono chiamati sul palco per interagire e

dialogare con gli attori, sperimentando le conseguenze di comportamenti sbagliati alla guida. Ad esempio un ragazzo è salito sul palco e l'hanno fatto entrare in una finta

auto e gli mostravano dei colori, quando vedeva un determinato colore dove frenare… questo per verificare il suo tempo di reazione. Sono stati affrontati diversi argomenti:

prima di tutto la velocità in auto che è una delle prime cause di incidenti, a volte anche mortali. Poi l'importanza di avere macchine più sicure che "divertenti", cioè spesso

nelle pubblicità ci fanno vedere i vari optional dell'auto come l'mp3, il lettore messaggi ecc. ma quando si acquista un'auto bisognerebbe prima di tutto valutarne la

sicurezza. Un altro tema affrontato riguardava i fattori di rischio che possono essere l'alcool o la droga assunti prima di guidare o anche una guida particolarmente distratta,

l'uso del telefonino o la stanchezza che fanno diminuire il livello di attenzione. I vulnerabili sono gli utenti esposti agli incidenti che, pur non essendo a bordo della vettura

come pedoni e ciclisti, spesso sono vittime di incidenti mortali, causati dalla disattenzione degli autisti. Trovo che affrontare un tema così importante come la sicurezza

stradale in un modo così innovativo e semplice da capire anche per utenti giovani come noi possa far riflettere sui rischi che si corrono e possa servire a farci

"responsabilizzare". Alessio Bittini III A

UNA GIORNATA A TEATRO

Con la mia classe il 17 marzo sono andato al teatro Boldini, dove ho visto uno spettacolo molto interessante dal titolo “Miti di meraviglia”. Alla maggior parte dei miei

compagni non è piaciuto perché l’hanno trovato noioso, io al contrario l’ho trovato ricco di significato e ben interpretato. La compagnia si chiama “Teatro dell’orsa” e nel

2003 ha ricevuto anche il premio Ustica per il teatro d’ impegno sociale e civile. Lo spettacolo era accompagnato da un bravissimo musicista di nome Luciano Bosi che

suonava strumenti molto antichi, sacri e rituali, come il Rombo: questo strumento è presente da più di 2 milioni di anni in tutte le culture del mondo e se fatto ruotare

velocemente produce un suono molto particolare. Secondo la tradizione i bambini e le donne non possono vederlo nè toccarlo perché simboleggia la morte. Lo spettacolo

metteva in scena tre miti collegati tra loro dal legame, troppo o poco forte, tra genitore e figlio. Il mito che mi è piaciuto molto è stato quello di Efesto che Era aveva

concepito da sola per dimostrare di essere potente quanto Zeus. Il figlio era bravissimo nel fondere, modellare e forgiare il metallo ma era molto brutto e sua madre lo

disprezzava così tanto che un giorno, quando era ancora piccolo, lo gettò giù dall’ Olimpo e due ninfe dell’acqua lo crebbero. Efesto, dopo essere tornato sull’ Olimpo,

costruì un trono d’ oro per la madre che ci rimase attaccata per un sortilegio. Un giorno incontrò Afrodite, i due si innamorarono e dal loro amore nacque Arte, bella e

abile. Questo mito, che non conoscevo, mi è piaciuto molto perché mi ha fatto capire che tutti abbiamo non solo dei difetti, ma anche dei talenti. Rocco Davi I B

TEN CIGARETTES A DAY KEEP YOUR HEALTH FAR AWAY

Today we had a surprise: a science project! We were going to start the English lesson but suddenly a middle-aged woman entered our classroom and told us about the

project we were going to do. It was about the risks of smoking. The woman was a high school teacher from the “Giosuè Carducci” Secondary school and with her there

was another teacher called Nava and the co-presenters and helpers were three students of the same school: Gaia, Ludovica and Margherita. First they presented their school to us and then we did an experiment about smoking where we put three different types of water into three containers, each of them was

connected with a cigarette through a straw. Then they lighted the cigarette and waited to see what would happen to the water. After a while the water changed its colour:

it became darker. Then we saw a PowerPoint presentation on cigarettes, smoking and its consequences. And to conclude everything, I, with some of my classmates, did

a short roleplay about the risks of smoking meanwhile the rest of the class was making some posters. We had a great time and the posters were fantastic!

Momina Tanwer II A

NO AL TABAGISMO

Il 20 marzo 2017 abbiamo assistito nel laboratorio di scienze ad una lezione sul tabagismo, tenuta da tre studenti e una prof.ssa del liceo Carducci del corso di Scienze Umane.

Lo scopo della lezione era farci comprendere i danni provocati dal fumo. Attraverso immagini e scritte proiettate sulla parete, ci hanno illustrato le principali

conseguenze sulla salute tra cui: infarto, ictus, invecchiamento precoce, scarso rendimento fisico, tumori. I principali tumori provocati dal fumo sono quelli

alla vescica e all’apparato respiratorio.

L'OMS (ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ) evidenzia i danni del fumo in gravidanza che portano ad un basso peso del neonato,

parto prematuro e ad aborti spontanei. Alcune immagini mi hanno stupito, come per esempio quella dei POLMONI NERI: non avrei mai immaginato

che potessero diventare così. Ci hanno anche chiesto perché secondo noi un ragazzo della nostra età incomincia a fumare. Secondo me lo fa perché

influenzato dai ragazzi più grandi e perché si crede già adulto.

La parte più interessante per me è stata quando ci hanno mostrato un esperimento per vedere l'effetto del fumo nei polmoni: accendendo una sigaretta

e facendo entrare il fumo in tre contenitori con tre diversi liquidi, questi cambiavano colore e con ciò si dimostrava cosa succede al nostro fisico quando assorbe del fumo.

Questa attività per me è stata molto interessante ed educativa.

Gaia D'Iapico II B

LA RICETTA DELL’AMICIZIA Benvenuti a una nuova puntata di “Amici ai Fornelli!!!” La ricetta di oggi è: l’amicizia. Ci serviranno un po’ di ingredienti ma partiamo dal primo: la sincerità. Di questa consiglierei una

dose a piacere perché, ogni tanto, si può anche dire una bugia a fin di bene, affinché un’amicizia sia duratura. Comunque prendetela e mettetela da parte: deve lievitare.

Ora prendete “l’ascolto”. Per ascolto intendo saper ascoltare e capire i propri amici, quando si sfogano. Ora mettete a soffriggere l’ascolto e infilatelo in mezzo alla sincerità. Il prossimo

ingrediente è “l’aiuto”. Con questo intendo l’aiutare un amico in difficoltà. Grattugiate quindi l’aiuto e mettetene una manciata in mezzo al composto, precedentemente preparato. Ora

prendete abbastanza gioia, fatela sciogliere in una padella e quando sarà sufficientemente densa, mischiatela al resto. Se siete ragazze, prendete una dose piuttosto sostanziosa di “gossip”,

più o meno come ve ne darebbe vostra nonna, tritatelo alla julienne e sarà un ottimo contorno. Se invece siete maschietti, come me, prendete un po’ di sport, macinatelo e mettetelo nel

composto. Ultimo consiglio, se siete francesi, per favore, non metteteci aglio, potrebbe non giovare alla vostra amicizia.

…Ora…

Voce registrata: “Un ultim’ora, è crollata l’amicizia tra Trump e Berlusconi, perché questo non si è messo della cipria arancione. Chef Cuoghi, abbiamo bisogno di lei in America e ci deve

preparare questa ricetta!”. Ma come?! Siamo nel mezzo del programma! Comunque ora basta infornare e voilà! L’amicizia è pronta!

Voce registrata: “muoviti! Trump è diventato amico di Herdogan e se non ti sbrighi i test nucleari li fanno in Italia!” Ho capito! Scusate ma c’è qui l’elicottero che mi aspetta e sono di

fretta”. Comunque, alla prossima puntata di “Amici ai Fornelli”. Niccolò Cuoghi II A

LA SCUOLA

Se alla Tasso tu andrai ,

ti divertirai.

Vieni presto insieme a noi ,

fa prima che puoi.

Se alla Tasso tu verrai ,

a studiare insieme a noi ,

tante prof. incontrerai

lungo i corridoi. Francesca Testoni I C

RECENSIONI

IL GRANDE TOTÓ

Antonio De Curtis nasce a Napoli il 15 febbraio 1898

e fin da piccolo viene chiamato affettuosamente Totò.

La mamma, Anna Clemente, è una ragazza madre e

per questo viene registrato all’anagrafe come Antonio

Clemente,

figlio di N.N.

Solo nel 1921

Antonio verrà

riconosciuto

come un De

Curtis, dopo il

matrimonio

della madre

con Giuseppe

De Curtis. Durante la difficile giovinezza, un pugno

gli provoca una notevole deviazione del setto nasale

determinando anche la parziale atrofia che si

manifesterà nella sua tipica asimmetria facciale. Sin da bambino, in Totò è viva la passione per il teatro

e per i personaggi comici in particolare. Dalle recite

familiari al palcoscenico il passo è breve: già a 15 anni

debutta in uno dei tanti teatrini napoletani con lo

pseudonimo di Clerment. Durante la Prima Guerra

Mondiale, Totò conosce le durezze e la stupidità della

vita in caserma e fin da allora nasce in lui l’avversione

per i cosiddetti “caporali”, persone senza arte né parte

che, con la forza della propria posizione, cercano di

imporsi meschinamente sugli altri. Nel 1918, torna a

Napoli e comincia a recitare in piccoli teatri con un

repertorio di imitazioni. Dopo 4 anni, un clamoroso

fiasco lo porta a lasciare la sua città natale per trasferirsi

a Roma, dove diventa famoso interpretando la

marionetta disarticolata che verrà successivamente da

lui riproposta anche in alcuni film. Qui nasce il

personaggio Totò, con la tipica bombetta logora e il

tight troppo largo, sempre alle prese con la povertà e il

suo aspetto peggiore: la fame. Con il successo arrivano anche le donne. Il legame con

Liliana Castagnola si risolve addirittura tragicamente,

con lei che si toglie la vita dopo un litigio, lasciando

Totò molto scosso e addolorato. Nel 1932 sposa poi la

giovane Diana Rogliani dalla quale ha la figlia che

chiamerà proprio Liliana. Il matrimonio viene

annullato già nel 1940, ma la coppia rimane insieme

nell’apparenza fino al 1950, per il bene della figlia.

Quando l’ex moglie lo lascia definitivamente per un

altro uomo, Totò scriverà di getto il suo capolavoro

“Malafemmina”. Intanto con gli anni cresce anche il

successo di Totò, con rappresentazioni teatrali e

produzioni cinematografiche. Negli anni ’50 scoppia

una vera e propria Totò-mania. Nel 1952, grazie ad un

giornale, conosce Franca Faldini, la compagna di 33

anni più giovane con la quale vivrà fino alla morte. Di

successo in successo, Totò lavora con gli attori più

grandi del periodo: Eduardo De Filippo, Peppino,

Aldo Fabrizi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Walter

Chiari, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Vianello,

Fernandel, Macario, Mastroianni, Nino Manfredi e

molti altri. Infine, l’importante incontro col regista Pier

Paolo Pasolini gli permette di farsi scoprire dal

pubblico come attore di gran sensibilità e intelligenza,

in ruoli che incarnano una gran capacità di sarcasmo

intersecati a momenti di profonda commozione. Lavora

senza posa anche quando è quasi cieco a causa di una

malattia virale. Il superlavoro e una vita tutt’altro che

salutare e caratterizzata da un centinaio di sigarette al

giorno inframmezzate da decine di caffè, gli danno il

colpo di grazia: Totò muore a Roma il 15 aprile 1967

in seguito a tre infarti consecutivi. Il funerale a Napoli

vede una città in ginocchio, oltre duecentomila persone

daranno il loro saluto a questo artista che è stato

senz’altro il più grande comico italiano di tutti i tempi.

Quest’anno si festeggiano i cinquant’anni dalla sua

morte e mi piace ricordarlo con la sua più celebre

poesia, LA LIVELLA, che invito tutti a leggere.

Luca Marchetti II C

IL RICHIAMO DELLA FORESTA

“Il richiamo della foresta” è un libro di Jack London

pubblicato nel 1904 e fa parte del genere di avventura.

È lo pseudonimo di John Griffith Chaney, scrittore

statunitense nato a San Francisco, il 12 Gennaio 1876.

Era un gran divoratore di libri di ogni genere. I suoi

romanzi si ispirano al naturalismo di Zola e alle teorie

scientifiche di Darwin, privilegiando i temi della lotta

per la sopravvivenza e del passaggio dalla civiltà allo

stato primitivo, che sono particolarmente presenti nel

libro “Il richiamo della foresta”. Il romanzo è ambientato inizialmente in California,

nel1897. Il cane Buck vive nella fattoria del giudice

Miller. Inizia la “Corsa all'oro del Klondike”: aumenta

la richiesta dei cani da slitta e Buck viene venduto dal

giardiniere del suo padrone a un trafficante, il quale lo

maltratta, lo rinchiude in una cassa perché sia

trasportato per una nave tra i ghiacci del Klondike.

Affidato a un brutale addestratore Buck viene

picchiato e costretto a diventare cane da slitta. Buck

imparerà a difendersi dagli altri cani. In seguito cambia

padroni ma non diminuiscono i maltrattamenti. Dopo

essere stato al servizio di tre cercatori d'oro litigiosi e

incapaci, Buck sta per essere ucciso, ma viene salvato

dal cercatore d'oro John Thornton. Scoppia l'amore di

Buck per il suo salvatore che gli fa vincere una grossa

somma in una scommessa, tirando da solo una slitta

con un carico di mille libbre. La vincita consente a

Thornton di recarsi a Est, alla ricerca di una miniera

abbandonata ai margini di una foresta. Qui Buck inizia

a sentire “il richiamo della foresta” e vi si addentra.

Quando ritorna all'accampamento scopre che Thornton

e i compagni sono stati uccisi dagli indiani. Buck li

vendica scagliandosi contro gli indiani, ma il richiamo

della foresta si fa sempre più irresistibile dentro di lui.

Buck decide allora di vivere nella foresta insieme a un

branco di lupi di cui diventerà il capo. Lorenzo Parolini II C

“SCUOLA MEDIA,

GLI ANNI PEGGIORI DELLA MIA VITA”

Il libro “Scuola media, gli anni peggiori della mia vita”

è stato scritto da J. Patterson di origine statunitense ed

è considerato uno degli autori di thriller più importante

del nostro tempo. Patterson è famoso a livello

internazionale a partire dal 1993 grazie alla

pubblicazione di “Ricorda Maggie Rose”. Il libro

“Scuola media gli anni peggiori”, è la storia di Rafe,

che frequenta la prima media, ragazzino introverso, ma

dotato di grande immaginazione. Non è sicuramente

cattivo, ma agli occhi degli adulti si comporta da

ragazzaccio. Al lettore piace scoprire la parte buona

sotto l’aria cattiva e Rafe è un protagonista abbastanza

trasgressivo da essere interessante, ma “sotto sotto” è

abbastanza buono ed intelligente, perché ha chiara la

differenza tra giusto e sbagliato. La storia inizia con il

discorso di apertura dell’anno scolastico del preside,

dove viene distribuito a tutti gli alunni un libretto con

un codice di comportamento, una lista di 112 regole.

Rafe ha l’idea di trasgredire tutte le regole: una per

una. Inizia così l’operazione R.A.F.E. (regole assurde

finirete ed eliminate). Questa sarà la sua grande

impresa che gli permetterà di staccarsi dal mondo dei

piccoli e farsi largo tra bulli, perfide insegnanti e

ragazzine irraggiungibili. Leggendo questo racconto si

scoprirà come Rafe porterà a termine la missione tra

avventure non solo descritte ma anche illustrate. Il

racconto può essere tra i libri da portare in vacanza

anche per un adulto: sono le stesse cose che hanno

vissuto anche loro in passato, perché in ogni classe c’è

sempre stato un Rafe……… Simone Fogli II C

IL BERRETTO A SONAGLI

Giovedì 24 novembre, alle ore 21.00, presso il Teatro

Comunale, io, la mia classe, alcune professoresse e

alcuni genitori abbiamo assistito allo spettacolo teatrale

“Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello. In

precedenza, con la nostra insegnante di lettere,

avevamo letto la trama dello spettacolo per poi capirne

meglio la visione. Pirandello, intitolando lo spettacolo

“Il berretto a sonagli”, fa riferimento alle tre corde di

un cappello, come il meccanismo di un orologio, che

portiamo in testa: quella civile che serve per vivere

nella società, quella seria che serve per dire le proprie

ragioni e chiarire le situazioni e, se poi non si riesce

nell’intento, si usa quella della follia, che ti fa perdere

il lume della ragione. Verso le 21:00 le luci si sono

spente, il sipario si è aperto e in primo piano c’era la

protagonista, la donna tradita, che sta piangendo. La

storia parla di questa donna, Beatrice Fiorica, sposata,

che viene tradita dal marito con la moglie di Ciampa.

Beatrice vuole cogliere di sorpresa i due amanti e poi

denunciarli, infatti chiama il delegato Spanò e lì

scoppia lo scandalo. Ciampa, però, non volendo passare

per la parte dell’uomo tradito e per difendere il proprio

onore, fa credere agli altri che Beatrice è pazza: pazza

perché ha semplicemente detto la verità, una verità

scomoda, ma pur sempre la verità. Lo spettacolo si

conclude dichiarando apertamente la pazzia di Beatrice

che, successivamente, viene rinchiusa in manicomio.

Lo spettacolo mi è piaciuto in parte: ho apprezzato il

significato delle tre corde che sono alla base delle

regole sociali. Ho avuto qualche difficoltà, invece,

perché gli attori hanno recitato in dialetto siciliano

rispettando il testo pirandelliano e, in alcune parti, non

capivo molto bene.

Bussola Mariachiara III C

FRANKENSTEIN

Victor Frankenstein è

uno scienziato che vive

a Ginevra, di ottima

famiglia, che ha un

particolare amore per

lo studio di filosofi

antichi come Cornelio

Agrippa e Paracelso,

da cui apprende da autodidatta, fin da bambino. Ad un

certo punto della sua vita si trasferisce a Ingolstadt,

dove un professore gli dice di orientare i suoi studi

verso la filosofia della natura e la chimica in

particolare, che diventano la sua sola occupazione.

Grazie a questi studi, riesce a creare un nuovo essere,

formato da diverse parti del corpo di alcuni cadaveri,

che avrebbe dovuto avere una forza e una bellezza

superiori a quelle dell’essere umano .La “creatura” non

ha delle sembianze piacevoli: è di statura enorme e il

suo aspetto è completamente deforme e abominevole

.La sua condizione di solitudine e sofferenza, causata

dagli uomini che lo respingono con disgusto e terrore,

lo inducono ad uccidere tutti i componenti della

famiglia del suo creatore (Victor), anche perché costui

si rifiuta di creargli una compagna simile a lui, per poter

capire cosa significhi essere amato .Dopo aver

trascorso tutta la vita nel tentativo di distruggere quello

che aveva creato e che aveva seminato morte e dolore,

Victor muore di malattia. La “creatura”, si dimostra

pentita degli omicidi commessi e, per togliere un peso

dal cuore del suo creatore e dal proprio, si suicida .Il

libro, che consiglierei di leggere a lettori molto esperti,

mi è piaciuto moltissimo perché mi ha fatto riflettere

soprattutto sulla natura umana della “creatura” che, pur

avendo subito molte ingiustizie e grandi delusioni da

parte degli uomini, è rimasto interiormente sensibile,

perché ammette di aver sofferto nel compiere crudeltà

verso il genere umano, che all’inizio ammirava ed

amava sconfinatamente. Cercando compagnia e

consolazione ma sempre respinto, si è

vendicato, accecato dall’ira e dal dolore. Licia Della Monica II A

READY PLAYER ONE

Siamo nel 2045, il mondo è ormai diventato un posto inquinato e sovrappopolato. Wade Owen Watts, ha diciotto anni e trascorre le sue giornate in un universo virtuale

chiamato OASIS, dove si fa ciò che ormai è impossibile fare nel mondo reale (compreso combattere), oppresso da guerre, carestie, sovrappopolamento e inquinamento. Ad

OASIS si può accedere facilmente in modo gratuito, usando dei guanti “aptici” (dei guanti speciali) e un visore (una maschera). Un giorno però James Halliday, geniale

creatore di OASIS, muore senza eredi, lasciando il suo mondo virtuale e tutto il suo patrimonio (che vale precisamente 135 miliardi di dollari), alla prima persona che fosse

riuscita a risolvere una serie di indovinelli e giochi di intelligenza sparsi nell'universo di OASIS: milioni di persone (soprannominati Gunter, ossia egg hunter) decidono di

cimentarsi nell'impresa, e fra questi appunto Wade.Il motivo per cui Wade è così preparato rispetto a molti Gunter è che è cresciuto nel mito di Halliday; conosce tutto della

sua vita e dei suoi gusti personali, e questo potrebbe rappresentare un notevole vantaggio per la risoluzione degli intricati enigmi. L'opportunità però di mettere le mani su

REALTÀ

Si vuole la pace

Si utilizza la guerra

In questo mondo idealista

Quanta incoerenza.

Valeria Soloperto III C

OASIS ha attirato anche la IOI (Innovative online industries), una potenza multinazionale pronta a tutto pur di vincere la sfida, usando un “esercito” virtuale imponente.

Questo libro ci è molto piaciuto, perchè anche a noi, come a Wade piacciono i videogiochi sia contemporanei che “retrò”; come il protagonista siamo molto appassionati della

cultura anni ’80: canzoni, film ecc. Francesco Bottoni e Elena Ricci II D

LOGAN –THE WOLVERINE

Logan-The Wolverine, is a drama, action, fantasy film.

It came out on March 1st 2017. It is the third and last

film of the series. Hugh Jackman stars as Logan, Dafne

Keen plays the role of Laura and Patrick Stewart plays

the role of Professor Xavier.

Logan-The Wolverine is about three mutants:

Wolverine, Professor Xavier and Laura (X-23).

The film is set in North-America in 2029. It tells the

adventures of Logan (Wolverine) and Professor X that

have to bring Laura, an 11-year-old girl to a place

called Eden (North Dakota) where there are other

mutants. We like the main characters very much and

we can’t tell which is our favourite. We like Logan

because he’s cool and he isn’t like most of Marvel’s

superheroes. He doesn’t like dressing up or being at

the centre of the attention. We also like Professor X

because he teaches young mutants how to use their

powers. We love Laura because she is very cute and

brave and because she makes Logan become human.

We think this film has a very important message: even

the strongest people who can appear undefeatable and

that fight for their entire life, one day can become weak

and decide to live in a different way.

S. Ni, F. La Malfa, C. Bocsaneanu III B

Il DIARIO DI ANNE FRANK

Questo libro parla di una ragazza ebrea, Anne Frank,

alla quale viene regalato per il suo compleanno un

diario. Quest’ultimo lo chiama Kitty, e fa finta che sia

la sua migliore amica, quella che non ha mai avuto,

confidandole ogni cosa per più di due anni.

Inizialmente viveva in una bella casa con i suoi genitori

e la sorella Margot, ma poi, con l’arrivo della seconda

guerra mondiale, furono costretti a trasferirsi in un

nascondiglio segreto: un piccolo appartamento la cui

porta era nascosta da una libreria, sopra la fabbrica del

padre, ad Amsterdam. Con loro visse anche la famiglia

Van Daan, cari amici della famiglia Frank. Restarono

nascosti per più di un anno, fino a quando furono

scoperti e deportati nei campi di concentramento. Anne

Frank fu deportata ad Auschwitz, per poi morire il 5

maggio del 1945 nel campo di concentramento di

Bergen-Belsen, in Germania, appena 3 giorni prima

della sorella Margot. Il libro mi è piaciuto molto,

perché oltre alla sua storia, nel libro emergono anche i

suoi stati d’animo, i momenti di paura e di gioia vissuti

in clandestinità. Il libro non è facile, ma soprattutto va

capito, per questo ne consiglio la lettura solo ai lettori

“esperti”. Il padre di Anne, Otto Frank, fu l’unico

sopravvissuto, e dopo aver trovato il diario della figlia,

lo pubblicò, per far conoscere a tutti cosa aveva passato

la sua famiglia, come quasi tutti gli ebrei di quel tempo.

Silvia Guidetti II A

RELAZIONE SUL DOCUMENTARIO

“II PUNTO DI NON RITORNO”

Nei giorni scorsi la Professoressa di Scienze ci ha fatto

vedere un documentario sul riscaldamento globale e

l’effetto serra. La scelta dell’argomento non è stata

casuale, ma è dipesa dal fatto che, nelle ultime

settimane, abbiamo studiato l’atmosfera, gli strati che

la compongono e la sua pressione. Abbiamo così

appreso quanto sia importante preservare il nostro

pianeta da ogni forma di inquinamento. Il

documentario, prodotto e interpretato dall’attore

Leonardo Di Caprio, mette in luce un grave pericolo

che minaccia la Terra. L’attore, infatti, ci ha

chiaramente spiegato che l’atmosfera è costantemente

minacciata dall’inquinamento causato dai processi di

combustione, che riversano nell’aria che respiriamo,

dei gas estremamente nocivi, tanto per l’uomo quanto

per ogni altro organismo vivente. Quello fornitoci

dall’attore non è, però, solo un punto di vista

personale, ma è una conclusione a cui sono giunti gli

scienziati i quali ci avvertono che, se la temperatura

dovesse continuare a salire ancora, in pochi decenni, il

nostro pianeta potrebbe essere compromesso

irrimediabilmente. Questa è la ragione per cui il titolo

del documentario è “Punto di non ritorno”: l’attore,

che è da anni un convinto ambientalista, ci vuol far

capire che ci troviamo in una situazione limite,

superata la quale, non si potrà più tornare indietro. Il

documentario, certamente interessante, mi ha fornito

diversi spunti di riflessione che, a dire il vero, mi

hanno causato anche un po’ d’ansia, perché la

prospettiva di una fine del mondo abbastanza vicina mi

terrorizza. Per quanto poco possa sembrare, io cerco di

stare attenta a preservare l’ambiente, evitando di

lasciare sotto carica il cellulare o il computer più del

dovuto, chiudendo il rubinetto dell’acqua tutte le volte

che mi insapono le mani o mi lavo i denti, spegnendo

la luce ogni volta che esco da una stanza e,

naturalmente, differenziando i rifiuti nel modo

corretto. Di certo da sola non salverò l’ambiente, ma

perlomeno potrò dire ai miei figli di aver contribuito a

tutelarlo, sperando che basti. Fiammetta Randazzo I C

ORLANDO FURIOSO

L'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto è un poema

cavalleresco composto da 46 canti e pubblicato per la

prima volta nel 1532. Si presenta come la

continuazione dell'Orlando Innamorato di M.Boiardo

(rimasto incompiuto). Il poema si può suddividerlo in

tre nuclei narrativi principali: la guerra tra cristiani e

saraceni; la fuga di Angelica e la pazzia di Orlando;

l’amore tra la cristiana Bradamante e il saraceno

Ruggero. La prima storia inizia con l’assedio di Parigi

da parte di Agramante, re saraceno, che dopo alcune

vittorie viene ucciso da Orlando e di conseguenza la

battaglia si conclude con la vittoria dei cristiani. La

seconda vicenda racconta di Orlando, il più valoroso

dei paladini di Francia, che si innamora di Angelica,

donna bellissima, principessa del Catai. Angelica fugge

dall'accampamento di Carlo Magno e Orlando la

insegue, dimenticando tutti i suoi doveri di soldato.

Intanto Angelica incontra un guerriero saraceno,

Medoro, di cui si innamora. I due innamorati incidono

su di un albero i loro nomi e, quando Orlando arriva nel

luogo e li scopre, rimane sconvolto e impazzisce. Nel

frattempo il guerriero Astolfo, dopo aver

domato l'ippogrifo, un cavallo alato, vola sulla luna per

recuperare il senno di Orlando. Il paladino dopo aver

riacquistato la ragione, guarisce anche dall’amore per

Angelica e ritorna a combattere contro i saraceni. La

terza vicenda parla dell’amore contrastato tra

Bradamante, guerriera cristiana, e Ruggero, guerriero

saraceno. Alla fine i due si sposano, in quanto Ruggero

si converte al cristianesimo. I due personaggi saranno

i capostipiti della famiglia d’Este. Pertanto L. Ariosto

ha voluto celebrare la gloriosa casata degli Estensi di

Ferrara, per la quale aveva svolto incarichi e servizi. In

occasione del cinquecentenario della pubblicazione

dell’ “Orlando Furioso", Ferrara, la città che ha ospitato

L. Ariosto, il grande letterato del Cinquecento alla corte

degli Estensi, gli ha dedicato una serie di iniziative

artistiche come: una mostra al Palazzo dei Diamanti e

un libro per bambini. La Mostra è iniziata il 24

settembre 2016 e terminata il 29 gennaio 2017, che ha

tentato di interpretare: cosa vedeva Ludovico Ariosto

quando chiudeva gli occhi, quali immagini affollavano

la sua mente mentre componeva il poema che ha

segnato il Rinascimento italiano e quali opere d’arte

alimentarono il suo immaginario. La Mostra si è

rivelata non una ricostruzione documentaria, ma

l’esposizione di uno straordinario viaggio

appassionante nell’universo ariostesco, tra battaglie e

tornei, cavalieri e amori, desideri e incantesimi,

utilizzando i capolavori dei più grandi artisti del

periodo. L’Orlando Furioso è stato celebrato anche

attraverso il racconto di Luigi dal Cin. I principali

personaggi del poema ariostesco sono di nuovo

convocati nel magico palazzo di Atlante, luogo

dell’illusione, giostra vorticosa in cui cavalieri e dame

ripetono all’infinito gli stessi percorsi e gli stessi gesti,

labirinto affollato e deserto allo stesso tempo, il palazzo

è lo scenario in cui sono ambientate le meravigliose

vicende dei personaggi dell’Orlando Furioso.

Accompagnano il testo, e ne amplificano l’effetto di

meraviglia, le tavole di Pia Valentinis che, di volta in

volta, interpretano i toni della narrazione con vivace

originalità per avvicinare l’immaginario di Ariosto al

cuore dei bambini di oggi.

Simone Fogli II C

POESIE

IL SIGNORE DI FERRARA

C’era un signore di Ferrara

che beveva birra amara

nella stalla del castello

insieme ad un mite agnello

quello strano signore di Ferrara.

Zyrone e Pietro I A

IL VECCHIO DI ENNA

C’era un vecchio di Enna

che disegnava sull’antenna

usando solo una penna,

pensando ad una renna.

Quello strambo vecchio di Enna.

A.Luppi e C. Leon I A

UN SIGNORE DI BOLOGNA

Conoscevo un signore di Bologna

Che portava a guinzaglio una cicogna

Un giorno la cicogna se ne andò

E il disperato signore di Bologna si

ammazzò.

Essadqui Naval I A

UN BAMBINO DI RAVENNA

Un bambino di Ravenna

adorava cavalcare la renna

un giorno la renna stette male

e il bambino si comprò un maiale

quell’astuto bambino di Ravenna.

Alessandro Succi I A

IL CONTADINO DI LUCCA

Il contadino di Lucca

Un giorno infastidì una mucca

La mucca si arrabbiò

E con tutto il suo peso lo schiacciò.

C. Danu A. Birzeanu I A

IL VECCHIO SENZA SALONE

Un vecchio di Riccione

Abitava in una casa senza salone

E non poteva mai ricevere persone

Perché aveva paura di fare un figurone

Quel vecchio fannullone di Riccione.

M. Kostic e I. Hendali I A

UN GIOVANE DI FIRENZE

C’era una volta un giovane di Firenze

che stava facendo scienze

diceva che era adolescente

però voleva diventare un agente

quel confuso giovane di Firenze.

Rusu Alin I A

L’ ARCOBALENO

Mi piace l’arcobaleno perché è di mille colori,

gioca con il cielo e con l’aria.

Salta la corda con le sue amiche nuvole,

ed è sempre in compagnia.

C’è nostalgia nell’andar via, ma ci si rincontra

quando conta.

Sara Cazzola I B

FILASTROCCA

Sul tagliere l’aglio taglia

non tagliare la tovaglia

la tovaglia non è aglio

se la tagli fai uno sbaglio.

Alessandro Succi I A

LA NEVE La neve che cade,

sugli occhi,

rinfresca,

e libera il pensiero,

e ci trasporta,

in un mare di speranza.

Paolo Trombini III D

AUSCHWITZ

Quante volte

immaginavo il cielo,

oltre quei fili spinosi.

Era azzurro!

Così limpido,

pulito e senza fumo.

Quante volte

speravo di vedere

il mondo,

oltre questo posto…

Senza grida,

pianti e disperazione…

Ormai è troppo tardi,

tutto è finito…

anche la mia ultima speranza

è spenta,

tra questa solitudine

e il lago sanguinoso

della mia persona più cara.

Liumei Ye III D

LA LIBERTÀ NON È SOLO UNA PAROLA La libertà non è correre a perdifiato,

non è neanche essere spensierato:

la libertà non è un prato fiorito

non è neanche guardare l’infinito.

La libertà è poter dire quel che vuoi

senza badare al contenuto

è poter prendere per mano

anche uno sconosciuto.

La libertà è tenere aperta la tua porta

tanto lo sai: chi entra è un amico

e il resto non importa.

Francesco Ranaudo III D

IL MALE Il male è presente

in ognuno di noi

Tutti sanno da dove

proviene

ma non tutti sanno

affrontarlo.

E nessuno sa perché

esiste…

C. Roman III D

MURO

13.08.1961

Si innalza e ci separa.

09.11.1989

Ci ricongiungiamo

alla sua caduta.

Mai stato giorno più

felice!

V. Soloperto III C

SINTOMI D’ADOLESCENZA Ridevi.... fino a quel giorno,

giocavi tranquillo,

scherzavi sereno,

correvi

e saltavi di gioia

per ogni minima cosa

ti emozionavi, ti confidavi.

Ormai quel tempo è passato:

non ridi,

non giochi,

non scherzi,

non corri,

non salti.

Sei affetto da strani sintomi:

una malattia che si chiama

adolescenza!

Monica Isede III D

NAPOLEONE Inganna i suoi nemici

con grande astuzia.

La sua arma era

il cervello.

Generale,

Primo Console,

Imperatore:

L’uomo più grande d’Europa.

L. Sgarzi II D

VERIFICA Le rose sono rosse

le viole sono blu

mi dia un quattro

e non se ne parla

più!

G. Mazzoni III C

PRIMAVERA Nidi di rondini

sotto i tetti, voli di

uccelli cinguettanti, tutto

ha toni perfetti,

nel paesaggio che ti appare davanti.

Primavera è … meraviglia estasiante,

è la natura che si risveglia,

all’arrivo della stagione

che fra le altre fa eccezione

perché è sublime per eccellenza

e di lei non si potrebbe fare senza,

perché con il suo tocco di magia rosa

abbellisce ogni cosa.

Primavera è un uccellino appena nato,

è un fiore ora sbocciato.

Questa è la primavera.

Chiara Corda IID

L’UNIVERSO

L’universo mi avvolge

L’universo è immenso

L’universo gioca a calcio

Con le meteoriti

E salta i pianeti

Come se fossero ostacoli

L’universo si diverte

A rendere oscuro il cielo

L’universo piange

Alle grida della terra

L’universo è buio

L’universo è un immenso mistero

Maddalena Piovan I B

TU SEI… Tu sei bella come il sole

Hai i capelli lunghi e ondulati come le

onde del mare, gli occhi neri come la

notte stellata, la voce bella e calda

come il vento d'estate e il tuo cuore

d'oro che ti rappresenta.

Infine sei semplicemente...una ragazza

che vuole vivere la sua vita.

Edoardo Marchetti I C

LA MIA VITA Mi sveglio…

È mattina…

Latte e cioccolata…

Sorrido…

I miei occhi

Scoprono un nuovo giorno…

Sono felice della vita!

Yuriy Filipyev III D

L’AUTOSTRADA

L'autostrada é una dritta via

che collega Napoli a Pavia.

Molto lontano lei ti porta

ma di benzina devi avere la scorta.

Vanessa Cirelli I C

LA SCUOLA

La scuola è un dolore

sembra un film dell’orrore.

La scuola è noiosa perché è odiosa.

Emma Mujullari I C

IL PARCO DELL'AMICIZIA Un prato fiorito è come un bosco riempito,

di aiuole e di fiori con l'erba piena di colori,

I bambini son felici corrono giocondi,

riscoprendo mille mondi magari anche andando in bici.

Ma poi il sol tramonta la notte si stende sul prato.

Alle sette canta il gallo e il cacciator va sul cavallo.

Arriva in un prato che sembra scolpito

e vede un uccello purtroppo ferito.

Si ferma e lo aiuta lo fascia e lo scruta.

Lo porta a casa e gli compra una gabbietta

lo guarisce e lo nutre finché un giorno non cinguetta.

Tra un cacciatore e un uccello c'è molta differenza

ma l'amicizia è un sentimento che sfugge all'apparenza.

Karoui Alessandro II D

IL MIO UNIVERSO E… in un attimo, assurdo!

Mi fermo a pensare

alla vastità dell'universo.

Più in là dell'atmosfera,

più lontano dei raggi del

sole,

più in là delle galassie

che puoi immaginare.

Una sensazione di vuoto,

lo stomaco sobbalza,

la confusione mi pervade.

Torno alla normalità

e al presente

J. Maria Simonato III D

L’UNIVERSO DI OGGI

Mi sono perso è un labirinto infinito,

senza uscita, pieno di pareti.

Cosa c’è oltre quella parete?

Cosa c’è in fondo a questo tunnel

e a tutto questo? Dove sono?

Mi confondo tra i miei pensieri,

sto annegando in questa immensità

come una lacrima fa in un lago.

Mi fermo, ragiono e… capisco che

questo è l’universo come lo è ora.

Simone Bottarelli, III D

LE STAGIONI L’alternarsi delle stagioni

alla testa manda sensate ragioni.

L’anno inizia con l’inverno

c’è tanto freddo che sembra l’inferno.

Arriva poi la primavera

e tutto il mondo ritorna com’era:

via i maglioni riecco i colori

di nuovo le teste dai cappelli fuori.

E poi l’estate, la scuola è finita,

vediamo in cielo volare una matita.

E urlo a più non posso

Giugno, Luglio, Agosto.

Ed ecco che comincia l’autunno, l’anno sta per finire,

e ricominciamo a dormire.

Purtroppo si torna a scuola

e per gasarci tutti beviamo Coca cola.

Ricomincia il giro in tutta fretta

come una corsa in bicicletta.

Anna Bondanelli, Elisa Maestri, Dalia Cassetti I D

AMORE SENZA DOLORE

Noi ci abbracciamo per ore e ore

ma ci si spezza il cuore a pensare ai bambini

che hanno perso i familiari

basterebbe un abbraccio per risollevarli,

per trasformare la terra in un posto migliore.

Basta un abbraccio senza dolore

e gli emarginati scappati

ci riconoscono per averli aiutati e ospitati.

C’è tanta gente che ha bisogno di comprensione,

ci si abbraccia per ricostruire l’umanità e per avere più

parità quel sentimento avvolge i nostri cuori e farà

crescere nuovi amori.

Matteo, Yassin, Giulia, Daniele V A “Poledrelli”

OCEANO E VITA Nell’oceano

La vita è facile…

Nuoti dove vuoi…

Ma all’improvviso

Vedi uno squalo e

Tutte le cose belle

Diventano brutte.

Vuoi andartene

Ma non puoi!

Così è la vita:

A volte è stupenda…

A volte è atroce!

M. Boychuk III D

LA TORTA MASCHERINA

Se tu mangi ogni mattina

questa torta zuccherina,

poi ti trovi una sera

che sei grassa come una sfera .

Ma la torta mascherina

è una grande biricchina

e se un morso le darai,

prima o poi ci tornerai

Fiammetta Randazzo I C

L’IRA L’ira è pazzia

che colpisce anche

animi nobili

dai grandi cuori

e animi poveri

dai piccoli cuori di

pietra.

Michele Sollazzo III D

L’AMICIZIA L’amicizia è un dono

inalienabile

Che non può essere

comprato

Bensì bisogna coltivarlo

Con pazienza e fiducia

Ed è come il sole

Che sorge ogni mattina

Anche dopo la notte

Più lunga e buia.

Filippo Boari II D

CUORE Non lasciare persone che ami

per altri amici.

Fai che il tuo cuore faccia il

suo…

Il suo amore,

Le sue emozioni,

I suoi viaggi,

Le sue amicizie.

Andrea Garbellini IID

IL TRAMONTO

Il tramonto verso sera gioca con i colori

durante il giorno sta tutto il tempo fuori

passeggia per il mondo e lancia l'allegria

che poi svanisce, quando lui va via

il tramonto dipinge le nuvole di cuori e

alla sua prima spennellata, si addormentano i fiori

e appena anche lui va a riposare i

grilli si mettono a cantare

Viola Maini I B

LE STELLE

Le stelle sono un elemento

naturale

dell’Universo

che fan brillare la terra di notte

e noi possiamo esprimere un

desiderio

per ognuna di loro che

vediamo cadere.

E le stelle mi danno la voglia

di splendere come loro

e di scomparire da un giorno

all'altro.

Lina C. Fotso I B

LE STELLE CADENTI Le stelle cadenti

sono lucenti

E percorrono il sentiero

della Libertà.

Non si guardano mai alle spalle

Viaggiando per anni e anni

Nell’universo infinito.

Salutano le stelle al loro

passaggio,

illuminano la luna

e i vari pianeti.

Con un cuore d’oro

Che batte molto veloce

Belle e luminose come il viso

Della ragazza dei tuoi sogni

Marco Di Lorenzo I B

LA MIA VITA

Accarezzo la luna,

tocco le stelle,

con i miei sogni

e i miei desideri.

Volo in alto,

verso il cielo,

gioco ogni giorno

e nelle mia vita

ho toccato il fondo.

Però io spero,

in un bel mondo.

Marta S. Kiszela II D

TOTALITARISMO

Nulla è mio

Nulla è tuo

Tutto dello stato

E nessuna libertà.

Valeria Soloperto III C

MI SENTO COME … Mi sento come un aquilone, che vola sopra tutto e sopra tutti,

accarezzato dal vento.

Mi sento come un aquilone che corre,

che corre senza una destinazione.

Linda Ranzani III D

L’ERBA

L’erba danza sulle note del vento

E sta sempre in compagnia di amici e parenti

E intanto racconta di suole di scarpe

Di zampe di animali e di bruchi che la vogliono mangiare.

Rocco Davi I B

LOVE POEMS ♥

Love is in your heart

not to stay but to be shared.

Lorenzo Minguzzi II C

♥ _______

Roses are pink

giant or small.

cup cakes are sweet

and so are you!!!

G. Boccafogli II C

L’ AMICIZIA Non ti devi mai

dimenticare

dei tuoi amici,

nella vita

devi aver tempo

per quel che ami,

l’amicizia è

un sentimento

magico…

Artem Koval II D

SAINT VALENTINE DAY Valentine gives us emotions and songs.

We share love and fear.

We enjoy moments in which we do not lie.

This is all I know.

Giorgia Artosi I B

GRAZIE

Sei un appoggio

quando non c'è nessuno,

sei la luce in un giorno buio, sei

un sorriso

fra le lacrime,

il tuo aiuto è prezioso per me e

il mio pensiero

è sempre rivolto verso di te.

Ora sei volata via

ma non mi hai dimenticata

cara nonna mia.

Alice Miani III D

MATITA NERA Nero come la mia pelle, come le parole

che mi scagliano contro

e le mani che mi afferrano.

Le grida urlano potere e mi stringono il corpo,

il bianco mi circonda

ed ora non vedo più niente.

Nell’oscurità le voci mi torturano,

mi cancellano lentamente,

come si fa con il segno di matita su un foglio bianco.

Marta Proner II D

LA MATTINA Ogni mattina svegliarsi è un’impresa

Scendo dal letto mi serve una presa

Devo piastrare di corsa i capelli

Sembro una strega con i pipistrelli.

Inzuppo il biscotto nella tazza del latte

È così tardi e sono ancora in ciabatte

Mi lavo i denti le mani e la faccia

E come merenda una bella focaccia.

Prendo la bici e inizio a pedalare

Questa giornata sta per cominciare…

Davanti alla scuola ci sono i miei amici

Con la catena lego la bici.

La campana la sento suonare

Forza ragazzi corriamo a studiare.

Simona Bertacchini II D

IL GELATO

Quando penso ad un gelato vedo il mondo al cioccolato.

Se lo mangio alla nocciola faccio poi una capriola.

Se poi è alla stracciatella o cremino alla nutella,

la vita è ancor più bella.

Se lo mangio all'amarena, mi passa il mal di schiena.

Nella coppetta o nel cono, è sempre molto buono.

Se un gelato mangerai, passeranno tutti i guai!!!

Giulia Sarzi Amadè I C

LA SCUOLA

Vado a scuola e mi piace studiare

Lì ho degli amici con cui giocare

Con i professori s’impara tanto

Loro sono buoni e felici di noi ogni tanto

Anastasia Nawal I A

IL CELLULARE Una delle cose che più usiamo

è il cellulare,

infatti, siamo tristi,

se viene a mancare.

Alle foto ed ai messaggi

ci appassioniamo

come fossero gialli.

Queste cose

ci fanno “dannare”

e con la salute, ahimè,

dobbiamo pagare.

Più di tanto non dovremmo usarli:

bisognerebbe… buttarli!!!

Con gli amici vedersi,

in un bar sedersi e parlarsi

anziché chiamarsi.

La tecnologia… che invenzione…

ma non abusarne… attenzione!!!

Stefano Vitalini Sacconi II D

NEL FUTURO (A ME) Spero che tu sia te stessa,

Spero che tu abbia una bella famiglia,

Spero che tu abbia un lavoro,

Spero che tu sia in salute,

Spero che tu abbia l’amore,

Ma soprattutto, spero che tu sia felice.

Anna Chieregato II D

LA PRIMAVERA DI BOTTICELLI Con il tuo sorriso,

illumini il tuo viso,

ti fan da contorno

gli angeli tutti intorno;

pieno di fiori è il tuo vestito,

se ben con il tempo un po’ arrugginito.

Un bel vestito di fiorellini,

grandi, belli e piccolini.

Passa il tempo, ma la tua bellezza,

sempre esprime molta dolcezza.....

In questo universo tutto rotondo,

eri, sei e rimarrai la più bella del mondo.

Maria Chiara Cavallina II C

IL CALCIO Il calcio non è uno sport,

è una passione.

Il calcio è rincorrere un pallone,

esultare con i compagni,

è ridere e scherzare in spogliatoio,

stringere la mano agli avversari.

Ma non è sempre così;

intorno al calcio gira troppo denaro,

alcuni giocatori hanno perso la passione,

vengono venduti neanche fossero oggetti.

Ci si dovrebbe ricordare sempre

cos’è il calcio per i bambini:

un gioco bellissimo tra amici.

Andrea Rosso II D

CANZONE: “LA COSTITUZIONE NEL BLU” Penso che una Costituzione così non ritorni mai più

Non mi sporcavo le mani scrivendo di più.

Poi d'improvviso venivo dal vento rapito

e incominciavo a pensare sotto un cielo infinito.

Pensare oh oh cantare oh oh oh oh

Nel blu dipinto di blu felice di pensare di più.

E pensavo, studiavo felice ancora di più,

mentre la democrazia avanzava pian piano nel blu.

Una scuola insegnava diritti e doveri anche a me

Piano piano avanzavo con te

Pensare oh oh Cantare oh oh oh oh

Nel blu dipinto blu

Felice di pensare di più.

Mi esprimo e tu mi spremi imprimi la tua legge

nella mente di qualcuno che ancora è fuorilegge.

Costituzione dei miei giorni compagna dei miei

viaggi tramuti i diritti in doveri che lasciano

messaggi.

Pensare oh oh Cantare oh oh oh oh

nel blu dipinto di blu felice di pensare di più

e pensavo scrivevo ancora di più

mentre la democrazia si affermava in Italia dal nord

al sud.

Una scuola insegnava diritti anche a me

pian piano studiavo, crescevo e imparavo con te.

Nel blu dipinto di blu

felice di pensare di più

nel blu degli occhi tuoi blu

felice di studiare di più con te.

V A “ Poledrelli”

LA POESIA

La poesia è come una nave

che trasporta immagini, emozioni e ricordi,

e solca il mare:

a volte quieto, altre volte in burrasca,

cercando la meta.

F. Piovan I B

NON DIMENTICARE

QUELLO CHE TI PIACE Bisogna seguire

Quel che vuoi,

Soprattutto i sogni.

Quando ami qualcosa,

O qualcuno

Non lasciartelo

Portare via.

Un giorno te ne dimenticherai

Ma …

Quando te ne ricorderai;

Potrebbe non esserci più…

Maria Bagieva II D

LA SCUOLA

Uffa, sempre andare a

scuola, che fatica che si fa,

sono stanco di studiare

voglio correre e giocare,

ma andando avanti capirai

l'importanza dello studio e

ti ci abituerai

non devi diventare come un

secchione,

ma neanche essere un

burlone,

a scuola si viene per

imparare, e capire cosa è meglio fare,

ma non certo per giocare.

Ehi!! scolaro un po’ pigrone

prova a chiedere un'opinione

a chi a scuola non ci va!

D. Calarasan, M. Trufin I D

ANNA Lei è Anna, la nostra miglior bidella.

Ha sgridato tutti per la rottura della tapparella

e ci sgrida tutti se offendiamo una ragazza bella.

Non ci sgrida se facciam confusione

ed è sempre lei a salutarci fuori dal portone,

insieme a Gianpietro, quel gran simpaticone.

Grazie a lei la classe è pulita come una corte,

ma son contento perché non sa che son la volpe.

Dumitru Racovita IIIC

LA MIA MAMMA Tu sei come una margherita nel prato di primavera,

come l’arcobaleno dopo la pioggia,

come una ballerina che balla sulle punte.

Tu sei una carotina dolce, come una torta di fragole con la panna,

tu sei come un cristallo di mille colori,

come una principessa,

anche se qualche volta sei arrabbiata.

Tu sei la migliore amica,

tu sei la mia mamma.

Francesco Rossi I C

MIO FRATELLO

Mio fratello è scatenato

un po’ rompi e disordinato,

ma gli voglio un bene sconfinato.

I fratelli sono come un manto

ti stanno accanto,

ti consolano, ti proteggono

e asciugano il tuo pianto.

Mio fratello è permaloso,

in più anche goloso,

ma è il prezzo da pagare

se lo si vuole amare!

Lorenzo Minguzzi II C

INVERNO

L’inverno sembra eterno

e quest’anno ha fatto terno.

Freddo, neve, pioggia in quantità

quando mai finirà?

Aspetto l’estate che non arriva mai..

e nel frattempo tu cosa fai?

Scii, leggi vai un po’ qui e un po’ là,

ma in fondo nulla si fa,

perché l’inverno prima o poi finirà ...

di questo io sono sicuro …si sa!!!

Luca Marchetti II C

LA NATURA

In questo cielo infinito

e nella mente mia

c’è una poesia.

È come il canto degli

uccelli, è come il vento

che muove gli alberi,

é l’erba verde…

è una forza del pensiero

che abbandona la mia

mente.

La mente è zitta

ma il cuore batte.

C. Valchuk III D

LA PIOGGIA

Mi piace la pioggia

perché mi fa pensare

ad un secchio di latta

pieno d’ acqua

Mi piace la pioggia

perché mi da sicurezza

come il mio letto

Mi piace la pioggia

perché è divertente

come una gita

con i miei amici

Mi piace la pioggia

perché m’ immagino

qualcuno che sopra

alle nuvole

piange dal ridere

raccontandosi barzellette.

Rocco Davi I B

LA COTOLETTA

A me piace la cotoletta

quella che fa "croc"

sotto la forchetta.

Morbida dentro, sopra

croccante, me ne

mangio una di forma

gigante.

Ma solo una volta a

settimana per una dieta

un po' più sana.

Leonardo Ughi I C

HALLOWEEN Hey

Are you scared?

Look at the sky

Listen carefully

Our monsters are coming!

Watch out!

Eat treats

Endless night

Nightmares go away!

FESTIVALS ACROSTICS

CHRISTMAS

Come here to celebrate

Have you heard the sound?

Reindeer are flying

In the sky

Santa Claus is coming

Try to be good

Merry Xmas, everybody!

Are you ready to celebrate

Share this moment with

friends!

EASTER

Eggs and chicks

Are you ready to play Egg hunt?

Search for eggs

Try this chocolate egg

Easter brings happiness

Rabbits hop in the garden I A e I D

COME UN POETA ERMETICO…

DI GHIACCIO LA VITA COME UN LIBRO Siamo fatti di ghiaccio Si muore Siamo come un libro

Ma esiste il fuoco Per vivere. Più ci sfogliano

Che ci scioglie il cuore. Più ci conosciamo.

LA VITA A.Mihaescu III C SOGNO La vita

Arrivo a casa è come un libro…

Sono solo merita di essere letto.

Faccio quello che voglio. M. Bussola III C

G. Romanini III C

IL QUADRO

Prima sei pianta, poi diventi tela

nelle mani dell’artista tu sei al sicuro.

Pian piano il bianco ora è colore

l’anima prende forma

e lascia il posto alla luce degli occhi

che ti stanno a guardare

Eugenio Guidoboni III D

LA SCUOLA

La scuola non è bella

come il barattolo della nutella.

A scuola non si può parlare

ecco perché non è bello studiare!

Eleonora Cujba I C

GRAZIE Sei un appoggio

quando non c'è nessuno,

sei la luce in un giorno buio, sei un sorriso

fra le lacrime,

il tuo aiuto è prezioso per me e il

mio pensiero

è sempre rivolto verso di te.

Ora sei volata via

ma non mi hai dimenticata

cara nonna mia.

Alice Miani III D

PRESA DI MIRA Le lacrime mi rigano il volto,

sono piena di lividi,

e sono debole.

Mi sento male,

ho un occhio nero,

e sono a terra.

Da ogni parte vedo gente,

che mi vuole picchiare,

hanno facce cattive.

E idee orribili,

voglio andare via,

da questo mondo.

Adesso penso,

che la morte sia,

preferibile alla vita.

Sono presa di mira,

e non so neanche il perché,

forse dovrei chiedere aiuto.

Ginevra Guaraldi II D

LA NONNA

Ecco qui la nonna Pierina,

così chiamata perché piccolina

e non ha gambe slanciate come una ballerina.

La sua voce sembra quella di un generale

quando ti ordina di comprarle il giornale.

A volte sa essere dolce come una caramella

e ai miei occhi appare più bella.

Le racconto spesso i miei segreti

che lei custodisce come preziosi amuleti.

Leonardo Ughi I C

FILASTROCCA DELLA S.P.A.L.

Questa filastrocca è della SPAL

Una squadra fenomenal.

Ci sono Meret e Marchegiani

Che lottan come dei Romani

In difesa c’è il capitano Giani

Che aiuta i veterani

Ci sono Vicari e Gasparetto

Che non fan passare neanche un folletto

Insieme a Cremonesi e Bonifazi

Che sembrano i più pazzi

Infine ci sono Del Grosso e Costa

Che corrono senza sosta

A centrocampo ci son Arini e Schiattarella

Che degli avversari si fanno una pappardella

Poi ci sono Lazzari e Castagneti

Che fanno molte reti

Ci sono Mora e Pontisso

Che hanno sempre il posto fisso

Poi Floccari e Zigoni

Che in rete scagliano tanti palloni

Infine ci sono Finotto e Antenucci

Che del popolo spallino sono i reucci

Questa è la filastrocca della SPAL

Che rimarrà sempre, almeno per noi, fenomenal

A.Leonardi e F. Ticchiati I D

ANGELO CUSTODE Tu che ora conosci il cielo,

Tu che ora sei in pace,

Tu che ora sei accanto alla

nonna….

Non disperarti più,

non arrabbiarti più,

non avere più paura.

Io le sento tutte le tue

carezze,

io li vedo tutti i tuoi sorrisi,

io ascolto la tua voce ……

Io sarò sempre accanto a te

e tu…farai lo stesso con

me: grazie Nonno!

Tommaso Vissoli III D

LA MAMMA

Tu sei come foglio e penna

Dove posso esprimere i miei

pensieri

Tu sei come un fiore

Che mi legge il cuore

Tu sei la mia stella polare

Che mi riesce a guidare

Tu hai la mia stessa passione

Che portiamo nel cuore!

Lara Ranieri IC

CORRERE VIA Girarsi indietro,

e sapere di essere già lontano

lontano da tutti

lontano da te stesso.

Chiudi gli occhi,

immagina di volare ,

tra le soffici nuvole,

e quando li riaprirai,

ti sarai già fermato.

Claudia Leccese II D

LA MIA STORIA D’AMORE Quando ero piccolo feci un grande sbaglio,

E presi un grande abbaglio,

M’innamorai di una bambina,

E quando ero vicino a lei mi saliva l’adrenalina,

Ero molto innamorato,

Le ho detto quello che provavo però lei mi ha

rifiutato,

Ma io testardo continuavo,

E con lei scherzavo,

Ma alla fine ho capito,

Che il mio amore non era ben gradito,

Con il tempo il mio amore diminuì,

E piano piano svanì.

Libero ora mi sento,

E di questa scelta non mi pento.

In futuro ci saranno molte occasioni,

Per provare altre emozioni,

Tante sorprese ci regala la vita,

Che può essere povera o arricchita,

Ma un detto rimarrà vero assai:

Il primo amore non si scorda mai.

Alberto Vuocolo II D

L’ AMICIZIA L’amicizia è un sentimento,

che non ti dà tormento;

anzi è la cosa più bella al mondo;

ti fa volare sulle ali della fantasia,

per girare in tondo

e portarti via.

Dura fin che vuoi,

e si trova negli amici tuoi!

Non lasciare che l’odio

prenda il suo posto,

l’amicizia non ha costo!

Non ha colore

perché la puoi vivere a tutte le ore!

L’amicizia ti stringe e non ti lascia andare,

perché senza di te non ci sa stare.

Arianna Menegatti II D

IL CINEMA Quando mi siedo sulla poltrona

so che avrò una sorpresona!

Se la luce appare mi sembra di sognare,

se l’immagine continua ad andare

mi vorrei immedesimare…

Se la luce scompare

ho ancora voglia di restare.

Quando vado via per quello che ho visto

mi verrà una mania!

Questo posto non ha un importanza minima:

questo posto è il cinema!

Filippo Nanni II D

LA PRIMAVERA

I colori accesi della primavera

risvegliano in me una gioia vera.

Uccellini canterini

suonano musica per tutti i bambini.

Pace e amore porta il vento

e ogni animo sarà contento.

Profumi nuovi ogni giorno,

fanno i fiori un bel contorno.

Frutti dolci stanno nascendo

e i grandi freddi stan finendo.

Oh primavera, che porti allegria

coinvolgi noi tutti in questa magia!

Vanessa Cirelli I C

W IL MINESTRONE Io adoro la verdura,

che agli altri fa paura.

Mi piacciono le melanzane,

come anche le banane.

Vorrei sempre il minestrone

Che non piace al mio fratellone.

Ho un debole per le zucchine

E amo i carciofi senza spine.

E se mi date un mandarino,

Io in cambio vi do un bacino.

Francesco Rossi I C

ESISTE O NON ESISTE È un caso… vedere le foglie volare spinte dal vento,

È un caso…vedere un frutto cadere al suolo,

È un caso…piantare un seme e scoprire che nascerà un

albero,

È un caso…se le correnti marine si infrangono sugli scogli,

È un caso…che il sole sorga ogni mattina,

È un caso…pensare ad una rosa rossa

come simbolo di amore e affetto,

È un caso…incontrarti e pensarti intensamente,

È un caso…vederti e conoscerti da sempre,

È un caso…averti in mente continuamente,

È un caso, solo un caso.

Marco Danieli III D

5 CERCHI PARAOLIMPICI Perfetto è il cerchio, ma ancora di più se i cerchi sono cinque.

Di cinque i colori: Blu libertà, Nero limite, Rosso passione,

Giallo vittoria, Verde natura.

Cinque cerchi che parlano di tempi lontani,

di fatiche sempre uguali, di emozioni da vivere

e sogni da conquistare.

Ad ognuno il suo sport per riuscire a volare.

Ma ancor di più l’emozione

Quando vedo gareggiare Bebe e Alex

Che con grande forza ci fanno sognare

E ci danno la spinta per poter migliorare.

Mantovani Caterina II D

LA FORESTA

Lo sguardo saetta tra le fronde della foresta,

mille sensazioni affollano la testa.

Il cuore batte come il martello sull' incudine,

mentre sale l’ inquietudine.

All' improvviso una voce roca

interrompe il mio respiro

e una luce fioca sorpreso ammiro.

Due spari di fucile sento frastuonare

e la voce ostile continua a gridare.

Corro verso la luce senza mai voltarmi,

con la paura feroce che potessero spararmi.

Mi ritrovo davanti a un fiume

ormai fuori dalla foresta,

mi butto all' impazzata

altro non mi resta.

Giovanni Boccafogli II C

CARA AMICA MIA Cara amica mia, usciremo con la pioggia,

con i tuoni che spaccano l’asfalto,

tu ed io, tenendoci sotto braccio

e correndo velocemente

per non bagnarci.

Staremo chiuse in macchina,

ad ascoltare la musica a tutto volume

e a cantare a squarciagola come due pazze…

E cammineremo per le vie più sconosciute,

di notte, senza avere paura,

perché io difenderò te e tu difenderai me…

Saremo amiche per sempre,

anche quando la vita ci porterà lontano…

Basterà un ricordo condiviso

e per noi sarà già…casa…

Giulia Felisati II D

IL MARE Rumoroso e silenzioso, poetico ed armonioso. Ostinato a vincere contro tutti, contro belli e contro brutti; pur arrestandosi contro gli scogli riesce a nutrire i suoi germogli. E’ un confine tra nazioni, un traghetto di forti emozioni! Molto affollato d’estate, ti vien voglia di restarci intere giornate. Di un azzurro luccicante il mare si tinge e il sol calante tutti attinge! A.Bondanelli E.Maestri D.Calarasan I D

GRAZIE A LUI (DIO) Noi abbiamo la fortuna di vivere sul più bel pianeta!

Ringraziamo Lui, per tutto:

per la luce, per il fulmine, per il vento,

per le persone vicine a noi,

perché ritorneremo a casa,

per il sole che splende tanto,

ma soprattutto… per l’amore! Vladyslav Bilyi III D

INFINITO Staremo sempre

l’una accanto all’altra,

gireremo in piazza

cantando a squarciagola,

ci faremo acconciature pazze,

ci confideremo i nostri pensieri

più profondi e casuali,

ci faremo tante foto

per ricordare i momenti più belli,

sceglieremo il nostro futuro

senza far notare che a entrambe spaventa,

seguiremo insieme un sogno,

ci sopporteremo sempre

anche nei momenti di pazzia,

ci scambieremo sogni, idee e sentimenti

senza mai nasconderci nulla.

E anche nei momenti di difficoltà

ci prenderemo per mano

sapendo che tutto questo… è infinito.

Martina Mirella II D

TU SEI

Tu sei come una piuma al vento

mentre monti soave e leggiadra

in te c'è un arcobaleno di emozioni

che si mischia alla tua voglia di insegnare

sempre allegra e sorridente.

Tu sei come una stella luminosa e splendente

per me sei un esempio di vita da seguire,

come un gregge fa con il suo pastore.

Francesca Testoni I C

I BAMBINI I bambini vanno a scuola

Senza dire una parola

Con la cartella ed il cappello

Quando piove, con l’ombrello.

Poi si siedono sui banchi,

Sempre tristi, sempre stanchi

Quando suona la campana,

la giornata è lontana,

gridan tutti è finita,

e corron tutti all’uscita.

A. Kryscenytska I A

LA BIANCA CASCATA La bianca cascata dalla maestosa vetta si dispiega, la gelida e bianca coperta smette la sua muta danza e scopre abbastanza il ruvido fianco. Le vitree sculture riflettono come bagliori cristallini. Ora la generosa madre frena l’improvvisa furia. Dalla bianca coperta restituisce la vita alla terrena mano

salvatrice! Francesca Gennari II C

LA POESIA

La Poesia è una casa di

emozioni che non avrà

mai porte, per chiunque

vorrà assaporare questa

grande avventura

sentimentale.

Aurora Avoni I B

LA PRIMA VOLTA Orecchie tagliate,

sguardo diffidente,

unghie scheggiate,

sguardo pungente,

coda dritta quasi paralizzata,

sembravi davvero una cucciola mai amata:

occhi neri vuoti e tristi

che sembravano non essere mai stati visti.

È bastata una carezza e una ciotola piena

per conquistare la tua anima in pena.

Adesso ti guardo,

lo sguardo è mutato:

sembra più dolce e più ricambiato.

Ora sento tutto, anche quando hai dolore

e il nostro legame non sarà altro che amore.

Emma Trombetta II D

IL LAMPONE

Oh mio caro buon lampone,

tu sei un frutto d'eccezione

e tutti ti mangiano in ogni occasione

Ti si trova in montagna

con accanto la castagna.

Hai un sapore delicato,

da tanti apprezzato

e sei sempre ben accettato

Francesca Testoni I C

.

RACCONTI

DA [email protected] PER [email protected]

Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale quando io ti inviai un WhatsApp? Forse tu non porgesti gli orecchi al suon della mia voce nel messaggio vocale?

Probabilmente, adesso, all'opre femminili siedi assai contenta mentre i tuoi occhi ridenti e fuggitivi leggono codesta mail. Non volevo disturbarti in questo maggio odoroso,

ma io avevo bisogno di una pausa dagli studi leggiadri, lasciando le sudate carte per dirti una cosa importante. Ogni dì, d'in sù i veroni del paterno ostello, porgea gli orecchi

al suon della tua voce. Molte volte io volevo invitarti ad uscire ma il mio paterno genitore non mi permette mai di uscire e mi fa stare sempre chinato sui miei studi, invece

madre mia non si cura della mia vita, ma solo dei suoi stupidi giochi da nobile con cui spera di far tornare la nostra famiglia importante. Mentre studio non penso al latino, alla

matematica ed alle scienze ma penso alla tua man veloce che percorre la faticosa tela e mentre penso a te il mio cuor sobbalza. Aspetto sempre che tu carichi una tua foto su

Instagram per vedere gli occhi tuoi che di beltà splendono. Quello che ti volevo dire senza tanti giri di parole è che io ti amo, ti amo e ti ho sempre amata, spero che tu ricambi

questi sentimenti e spero che inizi a seguirmi su Facebook dove mi chiamo: GiacomoLeopardi98. P.S. Oggi non posso vederti perché sono “imprigionato” nel paterno ostello a studiare ): Giacomo Leopardi.

Serse Mecca III A

I 6 ARTISTI

Giotto, la sua bella arte del gotico,

a sera prende sempre l’antibiotico.

Piero della Francesca, il suo grande rinascimento,

che di bellezza si fece un trattamento.

Leonardo da Vinci, le sue arti e le sue scienze,

interrotte da belliche emergenze.

Michelangelo e il suo primato nella scultura,

ha reso più bella la sepoltura.

Raffaello, l’arte nelle sue corti, chissà cosa in paradiso ti porti.

Monet e il suo impressionismo, un’altra forma di illusionismo.

6 artisti, con cui ho scherzato,

un esagono che ho adorato.

Giacomo Sgarzi II C

RACCONTI

Un libro è come un aeroplano di nome Fantasia che ti porta oltre le nuvole per toccare le stelle!

Stella Luongo II B

L’INGREDIENTE SEGRETO

Se non dormo otto ore sono un uomo finito, e dovevo

alzarmi alle sette… Erano le due di notte, e non se ne

andavano, sprofondati nelle poltrone, felici e beati.

Purtroppo non avevo potuto fare a meno di invitarli a

cena. E parlavano, e straparlavano, a ruota libera, a

cascata; scambiandosi battute, parlando a vanvera su

cose di nessun interesse. D’un tratto, a uno di loro saltò

in mente che, un po’ più tardi, avremmo potuto farci

una zuppa all’aglio. Io non ce la facevo più. Erano le

due di notte, e non davano il minimo segno di volersene

andare. Inoltre di quello che dicevano non mi

importava niente, un bel niente. Certo avrei potuto

comportarmi da villano e dir loro in qualche modo di

andarsene. Ma non è nel mio stile…

Pensavo a come avrei potuto sbarazzarmi di loro. Non

ce la facevo più. Il sonno mi stava uccidendo. Così

cominciai a fingere di stare poco bene. Loro però non

si arresero, erano un tormento e mi chiesero se avevo

bisogno di qualcosa. Risposi che avevo bisogno di

dormire. Così si alterarono e mi chiesero di nuovo di

cosa necessitavo. Mi irritai, cominciai a diventare

violento: stavo innervosendomi e mi alzai di scatto

dalla poltrona. Erano le tre e quindici minuti, il sonno

mi stava annebbiando la mente. Decisi quindi di

preparare la zuppa all’aglio. Ero rinchiuso in quel posto

da troppo tempo, stavo per impazzire. La zuppa era

pronta ed io avevo il compito di preparare i piatti.

Ovviamente feci attenzione e tenni il mio da parte

perché avevo in mente di aggiungere una piccola

quantità di cianuro nel loro piatto, infatti così feci. Una

volta finito di mangiare, il cianuro era in procinto di

agire. In pochi minuti morirono tutti ed io potei

finalmente andare a letto intorno alle quattro. La

mattina seguente mi svegliai, come di norma alle sette,

per andare al lavoro. I miei colleghi notarono la mia

espressione stanca, ma non stetti a spiegargli il motivo.

Quelle persone mi avevano tormentato. Loro mi

avevano tolto il sonno, io la vita…

Valentina Vaccaro II A

UNO STRANO ARTICOLO

Tom White era un famoso reporter del Times di

Londra. Un giorno, mentre cercava un documento

nell'archivio del suo giornale, s’imbatté in un antico

articolo con un titolo che lo incuriosì molto: “2099, LA

SCOMPARSA DELL'UOMO”. Tom, incuriosito,

iniziò a leggere. Si parlava della presenza di un

meteorite nell'universo, che negli anni tra il 2099 e il

2100 avrebbe colpito la terra, causando l'estinzione

dell'uomo. Gli venne un lampo di genio: la macchina

che si trovava nel suo seminterrato gli sarebbe stata

utile. Lui voleva andare avanti nel tempo e scoprire se

la predizione fosse reale oppure falsa; quindi scese

nella cantina di casa sua e tolse il lenzuolo che copriva

l’enorme macchina, tirò fuori il manuale delle

istruzioni e iniziò a leggere. Entrò dentro la macchina

e digitò la data 2099…La macchina partì, gli sembrò di

trovarsi in una realtà virtuale, stava viaggiando nel

tempo. In quei pochi minuti il giornalista iniziò a

pensare a cosa avrebbe potuto trovare, temette che non

ci sarebbe forse stato più l’uomo sulla terra, e invece… La macchina si fermò, Tom scese e si ritrovò davanti a

un’enorme zona deserta e un silenzio soprannaturale;

pensò che la profezia si fosse avverata e invece...Si girò

e vide milioni di essere viventi che lo fissavano: esseri

a due braccia, dieci occhi, una gamba, teste enormi…Il

giornalista, sbalordito, indietreggiò, ma sbatté contro

altri mutanti dietro di lui. Tom era molto spaventato, i

mutanti si stavano avvicinando a lui, fino a che non si

sentì un rumore: BIP…BIP…BIP…! Tom si svegliò di soprassalto, realizzò che era solo un

semplice sogno e che niente era mai accaduto.

Mariachiara Bussola III C

ETWINNING ALLA TASSO

La scuola media Tasso ha partecipato al progetto Etwinning “Había una vez…” con la I e la II B. Si tratta di un

progetto di gemellaggio elettronico tra 3 scuole europee: Istituto Comprensivo Erodoto di Corigliano Calabro,

SEK-Atlántico di Pontevedra (Spagna) e Istituto comprensivo Govoni – SMS T.Tasso. Nel modulo di riferimento,

abbiamo studiato e lavorato su un monumento/edificio storico comune alle tre città coinvolte. Ci siamo focalizzati

sulla Basilica di San Francesco di Ferrara, il Monasterio de San Francisco di Pontevedra e la Chiesa di San

Francesco di Paola in provincia di Cosenza. Abbiamo analizzato periodi storici, movimenti artistici, circostanze

storiche e socio culturali relative ai tre monumenti grazie ai quali abbiamo compreso l’importanza di conoscere

tanto il nostro territorio quanto l’Europa intera. In seguito, in collaborazione con gli studenti del SEK - Atlantico

di Pontevedra, abbiamo scritto un racconto in lingua spagnola.

Francisco o la historia de un cambio Había una vez, un chico muy joven que se llamaba Francisco. Él tenía 22 años. Tenía barba y ojos azules. Era

rubio. Era musculoso.Era muy guapo e inteligente. Francisco vivía en una casa muy bella y grande cerca de la Plaza Ariostea en Ferrara. Cerca de allí se encuentra

el Parque Massari. Él pertenecía a una familia bastante rica, era un descendiente de los Estenses, antiguos pobladores y fundadores

de Ferrara y territorio cercano. Francisco es un jugador de fútbol. Pertenece al equipo Spal de la ciudad de Ferrara. Y aquí tenemos un problema:

cuando Francisco juega al fútbol es agresivo, muy serio y aveces maleducado. Por eso, suele tener problemas

durante el juego. Él es un gran admirador de los grandes futbolistas españoles o que juegan en el fútbol de España, como por

ejemplo, Iniesta, Alonso,Ramos, Piqué, Messi y Ronaldo. Un día, Francisco se encuentra con Lionel Messi , un jugador de fútbol del Barcelona. Lo encuentra en la Basílica

de San Francisco en Ferrara. Él está muy emocionado y muy feliz. -¡Hola! Me llamo Francisco, y tú ¿cómo te llamas? -¡Hola! Yo soy Lionel Messi -¿Qué haces aquí, Lionel?- pregunta Francisco -Vengo a visitar a la familia que vive aquí en Italia, justamente en Ferrara.- responde - ¡Qué bien! También mi familia es de Ferrara. ¡es más! Mi familia pertenece a la familia fundadora de este

territorio: los estenses o la familia de Este. -¿en serio?¡Qué guay! ¿Me cuentas?- pregunta con mucha curiosidad Lionel Messi -Sí, claro- responde muy contento Francisco. Y comienza su relato: “Yo me llamo como mis antenatos. Francisco. Hubo 5 hombres en mi familia que se llamaron así. El último

descendiente vivió en el siglo XVII. Mi familia está compuesta por mi madre que se llama María Beatriz, como

su tatara tatara tatara abuela; mi padre que se llama Fernando como su tatara tatara tatara tío-abuelo y mi hermano

que se llama Hércules, como uno de los más importantes señores de Este. Debes saber que esta familia vivió aquí

por muchos siglos, y fue quien creó todo el esplendor urbanístico y cultural del territorio de Ferrara y alrededores,

hasta llegar a Modena.” Antes de jugar, Francisco va a la basílica de San Francisco a rezar y pide de ser bueno en el campo. Cada vez que

reza termina tocando el retablo de piedra que está en la basílica. Un día, llega la noticia que el equipo Spal tiene que jugar un partido con el equipo de Pontevedra, en Galicia en

el norte de España. Los jugadores están muy felices por el partido al exterior pero están nerviosos. El entrenador

de la Spal está preocupado porque Francisco no se comporta muy bien en el campo. Pero finalmente, deciden viajar... Francisco y su equipo llegan a Pontevedra. El primer día van a entrenar en el Estadio de Pasarón, donde van a

jugar contra el Pontevedra, allí se encuentran con sus próximos rivales y se desean suerte. Francisco está

extrañamente alegre y tranquilo, nunca había sido tan amable con sus rivales. El equipo fue a dar un paseo turístico por Pontevedra y… llegan a una Iglesia que se llama San Francisco, igual

que la que tienen ellos en su ciudad. Esta Iglesia está en una bonita plaza que se llama Plaza de la Herrería. Se

llama así porque en la Edad Media en Pontevedra se celebraba una importante feria que se llamaba Feira Franca,

y en esa plaza es donde ponían sus puestos los herreros. Decidieron entrar, para ver si las iglesias tenían algo en común, allí dentro se encontró con un fraile un poco

extraño. El fraile le enseño toda la iglesia, por dentro y por fuera. A Francisco le llamó la atención su rosetón y

las ventanas, y el fraile le dijo que había sido restaurado después de un incendio, por eso sus colores cambiaban

un poco. También le enseñaron el comedor de los pobres, para que vieran la importancia de ser solidarios. Francisco le dijo al fraile que en Ferrara las ventanas eran más bajas, y la fachada un poco distinta. El monje le

explico que a lo largo de la historia los franciscanos crearon distintos monasterios e iglesias por toda Europa,

siempre distintos, pero con algo parecido, como pasa con las tradiciones y culturas. Francisco se quedó solo dentro

de la iglesia, y de nuevo, se sintió bien y tranquilo. Y oyó una voz, que sonaba un poco extraña, como de otro

mundo. Esa voz le decía que tenía que intentar ser más noble en el deporte, que hay que ser competitivo, pero sin dejar de

ser deportivo. Le contó que así se sentiría mejor, y que al igual que los franciscanos en la Edad Media, el deporte

puede ser bueno para lograr hacernos todos amigos, y evitar los conflictos del mundo actual. Además nos ayuda

a trabajar en equipo y tener buenos valores. Vemos que todos somos distintos, pero compartimos antepasados

comunes, y realmente no somos diferentes: todos somos humanos, da igual la raza, piel, religión o país. Por eso es tan importante convivir juntos y compartir los valores de la Unión Europea y hacer que esos valores se

extiendan por todo el mundo y logramos una Unión Mundial. Francisco se fue tranquilo, jugaron el partido y

empataron. Todos quedaron contentos, y Francisco decidió invitar a sus nuevos amigos a Ferrara.

AMIGOS PARA SIEMPRE… LOS VALORES DE LA UNIÓN EUROPEA

LA DISCENDENZA

Che nottata da lupi! Il vento ululava, le finestre vibravano, e come se non bastasse, ero solo in casa. Erano le due

di notte, la mia stanza si illuminava alla luce dei lampi per qualche secondo, poi ricadeva il buio più totale. Ero

seduto sul letto, quando sentii dei colpi decisi sul vetro della finestra dietro di me. Mi girai pietrificato: era un

uomo. Un lampo illuminò il suo viso, e la prima cosa che notai furono gli occhi: trasparenti, come quelli di un

morto. Impallidii, e l’uomo mi fece segno di aprire la finestra. Aprii lentamente, e mi chiese: “Sei tu John?”, io

risposi di sì, e lui, con aria superba, disse: “Il tuo avo John Cesar, aveva fatto un patto con me, e da quel momento

ogni suo discendente che portasse il suo stesso nome doveva morire.”. Avrei voluto scappare a gambe levate, ma

non feci in tempo… le prime gocce di sangue iniziarono a cadere dal mio corpo…

Silvia Guidetti II A

L’AMICIZIA Un sentimento cosi profondo

Che non si sa se esiste al mondo,

Ma grazie a te amica mia

Ho la certezza che tu sia

La mia più grande fonte di confidenza

Ti voglio bene!

Anna Vitale II D

UN ORRIBILE NEONATO

Tutte le gioie e tutte le speranze del signor Lùtkens si

tramutarono in un amaro dolore quando sua moglie,

invece del bel maschietto atteso, mise alla luce un

orribile mostriciattolo, il quale era tutto quanto di color

verde, aveva due corna, dei grandi occhi sporgenti,

senza naso, una grande bocca con la lingua bianca

rovesciata, e senza collo. Il corpo era tutto rugoso e

gonfio, delle braccia gli partivano dai fianchi e aveva

cosce lunghe e sottili. Aveva fatto un vero e proprio

mostro il signor Lùtkens! Rimase sconvolto e anche

perplesso di come fosse potuto accadere; lui desiderava

soltanto un bambino, un semplice bambino… niente di

tutto questo! Anche la moglie era sconvolta: il

mostriciattolo fissava Lùtkens e la moglie con uno

sguardo freddo e oscuro…all’inizio era tranquillo ma

poi…Ad un certo punto sembrava impazzito, saltò

addosso a Lùtkens, voleva sangue, era un vero e

proprio mostro. Cercò di morderlo, ma Lùtkens riuscì

a liberarsi; però il mostriciattolo aggredì sua moglie

ancora sdraiata sul lettino. La donna iniziò ad urlare

dalla paura e dal dolore; lui la morse proprio sul collo:

si vedeva la pelle che si strappava e il sangue che

scendeva e che sporcava tutte le pareti. Lùtkens era

disperato, cercò di aiutarla, ma era troppo tardi. Spinse

fuori dalla porta l’infermiera per cercare di salvarla, e

nel frattempo alle sue spalle si sentirono dei versi: sua

moglie stava diventando come il mostro. Non era più

lei, era una specie di mutante. La donna gli corse

addosso, voleva fargli del male; Lùtkens la spinse

contro la parete e uscì dalla stanza, chiuse la porta a

chiave, in tempo prima che il mostro mordesse pure lui.

Il mostro e la donna spingevano sulla porta per uscire,

emettevano versi strani ed urla. Lùtkens prese

l’infermiera per il braccio e scesero di corsa le scale;

erano sporchi di sangue. Arrivarono al piano terra e si

sedettero per dieci secondi sulla sedia. Erano

sconvolti: non potevano credere a quello che era

successo. Ci furono dieci minuti di calma e silenzio

tombale, ma poi si vide una porta volare giù dalle scale.

Erano tutti nel panico: il mostro e la donna erano

riusciti a liberarsi e tutte le persone che intralciavano la

loro strada venivano morse e nessuno aveva scampo.

L’ospedale era diventato un bagno di sangue. Diverse

persone erano state morse e stavano mutando: era come

una malattia, ma questi erano mortali, assassini.

Volevano sangue vivo. Lùtkens si precipitò verso la

porta, ma davanti ad essa c’erano questi mostri mutanti.

Vide che per terra c’era una pistola, la raccolse e iniziò

a sparare contro i mostri che erano davanti la porta,

sparò alla testa e il sangue schizzò sul muro: c’erano

ovunque corpi ricoperti di sangue. Lùtkens e Sofì,

l’infermiera, si precipitarono alla porta e uscirono; la

situazione stava peggiorando: i mostri che sembravano

zombie stavano aumentando. Corsero nel parcheggio e

presero una macchina, salirono e partirono per andare

in città. Quando arrivarono, la città era deserta. Non

dovevano fare rumore perché avrebbero attirato

l’attenzione. Mentre passavano, Sofì vide dal finestrino

un ammasso di corpi ricoperti di sangue e le case

distrutte. Le urla li perseguitavano, erano sempre nella

loro mente, purtroppo, come un sottofondo continuo.

Scesero dalla macchina, Lùtkens andò in casa sua e

dietro di lui c’era Sofì. Stava per aprire la porta, quando

alle sue spalle sentì un piccolo urlo e poi niente:

Lùtkens si girò, aveva paura: Sofì era stata morsa dal

“suo” mostriciattolo, le stava lacerando la pelle e,

quando alzò lo sguardo per guardare Lùtkens, aveva la

bocca tutta sporca di rosso sangue. Lùtkens rimase

immobile, ma nel frattempo cercò di prendere la pistola

per sparargli. -Non farlo Lùtkens, non farlo…- lo

implorò sua moglie. Lùtkens sparò a sua moglie e al

mostriciattolo; entrò velocemente in casa e chiuse la

porta a chiave, chiuse e sbarrò tutte le finestre e rimase

chiuso in casa per dieci lunghissimi anni, durante i

quali pensò a moltissime cose e a come fosse potuto

succedere tutto questo. Cercò di rispondere alle sue

domande, ma non ci riuscì. ORE 8:30, DIECI ANNI

DOPO. Lùtkens non vide la luce per ben dieci anni e

decise che era arrivato il momento di uscire di casa;

sempre con la pistola nei pantaloni aprì la porta di casa,

che fece un cigolio, molto lentamente. Varcò la soglia

ed era tutto tranquillo, non era preoccupato perché

aveva ucciso il mostriciattolo e quindi non doveva

preoccuparsi, ma ad un certo punto…sentì lo stesso

verso che aveva sentito dieci anni prima

all’ospedale…Si guardò intorno molto lentamente e

con la coda dell’occhio vide il mostriciattolo. Non ci

poteva credere: lo aveva aspettato per ben dieci anni.

Cercò di tirare fuori la pistola, ma si era incastrata nei

pantaloni. Il mostriciattolo gli saltò addosso, lui cercò

CAPPUCETTO ROSSO ... Al CONTRARIO

C'era una volta, in aperta campagna, Cappuccetto

Rosso, una bambina cattiva, egoista e presuntuosa. Un

giorno andò nel bosco a cercare cibo per la nonna

“pazza” ed incontrò un gentile e premuroso lupo.

"Ciao, bambina! Cosa ci fai in questo bosco?" chiese

il lupo. "Raccolgo un po' di cibo, e fatti gli affari tuoi!"

disse arrabbiata Cappuccetto Rosso. Il lupo, arrabbiato

dalla maleducazione della bambina, le andò incontro e

disse: "Senti bambina, cerca di essere più

gentile…altrimenti mi arrabbio!". "Taci! Che...se

voglio ti prendo e ti porto a casa come cena!" Allora il

lupo spaventato corse via. Giorni dopo il lupo scoprì

dove viveva Cappuccetto Rosso. Bussò alla porta e...

"Mi scusi, signora, è lei la nonna della bambina?!" Ma

la “vecchia pazza” andò in cucina, prese una padella e

gliela sbattè sulla testa. A quel punto il lupo denunciò

la nonna. "Ho chiamato la polizia e saranno qui a

momenti!" disse il lupo, però lui non sapeva che al

telefono la polizia aveva sentito un lupo ululare.

Quando arrivarono le guardie, arrestarono il lupo

pensando che fosse lui l'aggressore.Questa storia ci

insegna che: A farsi sempre gli affari altrui…si finisce

male! Samuele Menegatti I C

Il BELL’ADDORMENTATO NEL BOSCO

In un regno molto lontano, un re e una regina persero

tutte le loro ricchezze in poco tempo. Quando decisero

di battezzare la loro piccola Aurora, non avendo soldi

per il rinfresco, chiamarono a corte tre fatine per farle

da madrina. Speravano, in cuor loro, che loro, essendo

buone, li avrebbero aiutati a pagare il rinfresco per gli

invitati e che avrebbero donato ad Aurora tanto denaro.

Sfortunatamente le "fate" erano tre streghette. Si

chiamavano Bruttura, Cattiveria e Antipatia. Appena

arrivate, fecero un sortilegio ad Aurora e la poverina si

trasformò in una "cosa" orrenda: una strega in

miniatura, talmente antipatica da mettere in fuga

qualsiasi principe. Il re e la regina, disperati,

chiamarono a corte Benefica, una strega diventata

buona nel corso del tempo, e chiesero aiuto a lei.

Quest' ultima fece un incantesimo ad Aurora, ma lo

sbagliò e la trasformò in un piccione. Nel frattempo

Cattiveria si procurò un fuso avvelenato per mettere

fine in modo definitivo alla vita di Aurora “Picciona”.

Benefica, però, scoprì il sortilegio e si concentrò per

risolvere la situazione una volta per tutte; trasformò il

potere del fuso da mortale a sonnifero e punse il naso

di tutte e tre le streghette. Esse si addormentarono per

vent'anni. Quindi Benefica ebbe tutto il tempo per

aiutare la povera Aurora “Picciona”. Benefica riuscì a

trasformarla da piccione in bellissima ragazza e le fece

incontrare un bellissimo principe che la sposò. Col

passare degli anni, il principe era diventato

insopportabile e quindi rendeva infelice Aurora. Quest'

ultima chiese aiuto a Benefica per l'ennesima volta. La

fata, stremata, l'accontentò; punse il naso del principe

con il fuso, l'addormentò per vent'anni e lo abbandonò

nel bosco. Nel frattempo le tre streghette si

svegliarono e miracolosamente divennero buone. Un

giorno andarono a trovare Aurora per scusarsi con lei

e insieme presero un caffè. Divennero presto amiche e

insieme a Benefica organizzarono una mega-festa nel

bosco. La musica era talmente alta che svegliò il

principe, il quale pur di non sentire cantare le tre

streghette, Benefica ed Aurora, stonate come tante

campane, si procurò il fuso e si punse il naso da solo

per riaddormentarsi nuovamente. Tra risate e scherzi

vari, le cinque amiche danzarono per anni felici e

contente, intorno al "Bell'Addormentato nel bosco".

Giulia Sarzi Amadei I C

LA GOCCIA D’ACQUA

Mi sveglio: il pavimento soffice è scuro, e questo

significa pioggia, ovvero caduta. Mi preparo la

colazione mentre penso a come andrà: dopo i tre mesi

estivi nella mia casetta è un po’ triste lasciarla. D'un

tratto comincia a tremare tutto: il primo tuono. Un

lampo mi acceca... dopo aver riacquistato la vista

metto a fuoco dove mi trovo: sto per cadere dalla mia

nuvola. Ancora uno sforzo. Ecco. Mi sono staccata

dalla mia casa, dalla mia famiglia. Malgrado mi

dispiaccia lasciare tutto, così d'improvviso, adoro la

sensazione che si prova a cadere nel vuoto, a metri e

metri dal suolo. La posso descrivere benissimo poiché

la sto provando ora. Ti senti libero, non sai cosa

accadrà dopo ma sei felice, perché anche se ti

aspettasse la morte, moriresti con un ricordo

meraviglioso: la libertà. Comincio a prendere velocità

e il vento, che soffia forte mentre precipito contro

A SCUOLA DI MAGIA

Una sera mi arrivò una e-mail di un certo folletto di

nome Giam-Petrus. La sua e-mail diceva che ero stata

ammessa alla scuola più importante del mondo fatato,

la Tasso di Stregolandia. La mattina seguente apparve

dietro la mia porta lo stesso folletto, vestito con una

camicia a scacchi e un enorme farfallino. Giam-Petrus

mi portò con una grandissima macchina in un posto per

me del tutto sconosciuto. Appena scesa dalla macchina,

vidi un enorme castello che mi parve infestato dai

fantasmi. Era grande e vecchio, pieno di ragnatele e di

topi. Entrata attraverso un cancello di ferro arrugginito,

vidi un tabellone con su scritte le materie di ogni

giorno, come Musica incantata, Storia degli

incantesimi, Matematica delle formule magiche,

Geografia dei regni fatati, Scienze dei sortilegi e Storia

dell’arte della stregoneria. In questa scuola gli

insegnanti erano solo due: entrambi erano brutti,

antipatici e sempre di cattivo umore. Al suono della

seconda campanella, io sarei dovuta andare in classe,

ma il problema era che non avevo la più pallida idea di

dove fossero le aule. Per fortuna tra i corridoi che

sembravano delle oscure grotte, incontrai una mia

coetanea che mi indicò la via da seguire. La ragazza si

chiamava Giulia, ma tutti la chiamavano la

“mangiona”, infatti “in meno di meno di un minuto”

riusciva a divorare un’intera dispensa, rimanendo

sempre snella. Più tardi feci la conoscenza di Ercole,

meglio conosciuto come “l’Anti-cimici”, perché

riusciva a disintegrare con lo sguardo tutte le cimici che

gli stavano intorno e, un po’ per volta, feci la

conoscenza di tutti i miei compagni di classe, che erano

tipi un pò strani ma molto divertenti. La mia aula era

immensa, piena di fumo e strani rumori; sulla porta

c’erano scritte tutte le regole da seguire, ma quella più

importante obbligava gli studenti a portare, almeno due

volte alla settimana, tre chilogrammi di cassata

siciliana alla Direttrice Sicarus, la persona più golosa

di Stregolandia. Quella scuola fu molto importante per

me, e gli anni che vi trascorsi tra fate, folletti, maghi e

stregoni volarono via in un baleno, lasciando in me un

ricordo indelebile. Fiammetta Randazzo I C

IL MONDO FANTASTICO

C’era una volta una città di nome Dolcelandia che era

molto bella; fontane da dove usciva del cioccolato e

vulcani che eruttavano arcobaleni. Case a forma di

biscotti, con porte a barretta di cioccolato, le finestre di

frutta candita, le tegole di crema pasticcera, la lampada

di chupa-chupa, il divano di marsh melow, i mobili di

fiori colorati e il letto a forma di cono. Le nuvole di

zucchero filato, il sole e la luna a caramella, gli alberi

di liquirizia e gli abitanti erano orsetti gommosi. C’era

un orsetto supereroe di nome Jack, che combatteva

con tutti i cattivi che volevano distruggere Dolcelandia.

All’improvviso venne un mostro chiamato Gribdon che

disse: “ho tanta fame! Potrei mangiare questa città!”,

rispose l’orsetto: “Anche se hai tanta fame non puoi

mangiare questa città! non puoi mangiare tutti questi

dolci, al massimo mangia frutta e verdura, oppure puoi

andare al negozio del tuo paese!” Il mostro cominciò

ad attaccare la città, ma l’orsetto chiamò pure i soldati

che sconfissero il mostro e salvarono la città, allora il

mostro disse: - Da ora in poi mangerò solo frutta e

verdura! - E così vissero tutti felici e contenti. Ion, Daria, Ziqi, Jessica V A “Poledrelli”

AVVENTURA IN MONTAGNA

Un giorno Marco con la sua famiglia è andato in

vacanza in montagna, in un posto che non conosceva.

Marco ha chiesto alla sua famiglia se poteva andare a

sciare. Allora la sua famiglia gli ha risposto: - Sì, puoi

andare! Ma mentre sciava, Marco è andato fuori pista,

perché distratto da un animale apparso all’improvviso.

Poi è arrivata una valanga e Marco è rimasto bloccato

dalla neve. Appena ripreso fiato, ha gridato: - Aiuto,

aiuto, tiratemi fuori da qui! - Dopo un po' la sua

famiglia ha riconosciuto la voce di Marco ed è andata a

cercarlo. Per fortuna la famiglia lo ha trovato e subito

lo ha sgridato. Ma poi visto che era intrappolato nella

neve e non riuscivano a liberarlo, lo hanno consolato

dicendo: -Marco non preoccuparti chiamiamo i

soccorsi. Quando finalmente è arrivato un elicottero del

soccorso Alpino un soccorritore ha aiutato Marco e lo

ha liberato dalla neve. Così Marco viene soccorso e

riscaldato da una bella cioccolata calda.

Alla fine Marco e la sua famiglia ritornano a casa tutti

felici.

Clark Vergara V B “Poledrelli”

di liberarsi ma…il mostriciattolo lo morse sulla spalla;

Lùtkens urlò dal dolore e perse i sensi. Ancora adesso

il mostriciattolo di notte si aggira per le strade della

città, alla ricerca di qualcosa da mangiare: ha bisogno

di sangue.

Martina Pivari III C

UNA CENA PERTICOLARE…

Se non dormo otto ore sono un uomo finito, e dovevo

alzarmi alle sette...Erano le due di notte, e non se ne

andavano, sprofondati nelle poltrone, felici e beati.

Purtroppo non avevo potuto fare a meno di invitarli a

cena. E parlavano, e straparlavano, a ruota libera, a

cascata: scambiandosi battute, parlando a vanvera su

cose di nessun interesse. Certo, avrei potuto

comportarmi da villano e dir loro in qualche modo di

andarsene. Ma non è nel mio stile…Bisognava

comunque trovare un modo per risolvere il problema:

dovevano andarsene, perchè alle h 8.00 circa avevo un

appuntamento con un mio finanziatore per un

investimento molto importante. Mi venne un’idea: dissi

loro che avrei preparato la mia famosa zuppa all’aglio,

da loro tanto desiderata. Mi recai subito in cucina,

cominciai subito a prepararla usando un ingrediente in

più: avrei aggiunto del sonnifero che mi aveva

prescritto il medico, per farli addormentare e potere

finalmente andare a distendermi sul mio desiderato

letto! Organizzai tutto, portai la zuppa in tavola, ma

senza assaggiarla, essendo consapevole del sonnifero.

Finalmente si addormentarono buttati sui divani del

mio salotto. Andai subito a dormire. La mattina dopo

dormivano ancora tutti profondamente…Avevo

esagerato col sonnifero??O con l’aglio??Ma credo che

nessuno me lo dirà mai….

Tancredi Di Giorgio II A

corrente, comincia a rompermi. Tutte le microgocce

che si staccano dal mio corpo mi fanno sentire più

leggera, più libera. Oramai manca poco prima di

schiantarmi al suolo. Quando atterro mi sgorga un

urlo. E ora sono qui. Nello stesso ma diverso mondo,

che guardo le altre gocce lasciare la loro solita vita. Sto

qui ad ascoltare le loro urla di libertà. Sto qui a

pensare. Non so quando tornerò in cielo. Non so dove

andare. Non so che fare. Devo solo sperare. Sperare

che arrivi al più presto il sole in modo da tornare in

cielo. Nel mio mondo. Nel mio bellissimo, stesso, ma

diverso mondo.

Margherita Bertieri III A

IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA

Mi ricordo ancora quando avevo sei anni, la mattina

del primo settembre: appena apro gli occhi, vedo mia

nonna, mio nonno, mia mamma, mio papà e anche mia

zia. Avevo tanta paura: sono subito andato a fare la

doccia e la colazione, mentre i miei genitori mi

avevano già preparato i vestiti e i fiori per la maestra e

mi hanno scattato un paio di foto. Ho cominciato a

camminare con uno zaino piccolino sulle spalle, il mio

cuore saltava come un coniglio. Quando sono arrivato,

il giardino della scuola era pieno di ragazzi un po'

infelici...mi sono messo vicino alla mia classe di cui

conoscevo solo tre persone; due dell'asilo e uno era il

mio vicino di casa. Hanno fatto l'appello e tutti siamo

andati in classe, ci siamo fatti una foto e la maestra,

piena di fiori, ha cominciato a spiegare. Abbiamo

parlato, riso e in pochi minuti ho conosciuto tutta la

mia classe (molto simpatica) e non me ne volevo più

andare. Purtroppo alle 14:30 sono rientrato a casa

come tutti gli altri, ma la giornata non era ancora finita.

Sono andato in un parco divertimenti e sono salito su

tante giostre. Poi ho visto uno spettacolo di danza di

break-dance che a quei tempi mi piaceva tantissimo,

infatti lo praticavo e mi piaceva anche guardarlo: lo

spettacolo durava una mezzoretta ed era

divertentissimo, perciò ho ringraziato tanto i miei

genitori. I parenti mi hanno regalato un braccialetto

d'oro che era bello anzi bellissimo, poi mi hanno

portato a vedere la piazza di notte che era stupenda e

romantica. Arrivati a casa, abbiamo guardato anche un

film in TV e abbiamo tanto parlato, riso, giocato e alla

fine mi sono addormentato... era davvero tardi e i miei

genitori, i nonni e la zia erano stanchi morti e sono

andati a dormire anche loro. Così è finita questa

indimenticabile giornata piena di emozioni e

avventure...

Bodhan Rukavetz II B

I DUE GEMELLI DISPETTOSI

C’era una volta un uomo che aveva due figli gemelli,

molto ma molto dispettosi. Un giorno il papà conobbe

una donna e se ne innamorò. Lei era dolce e gentile e

sbrigava in maniera corretta le faccende di casa, ma ai

due gemelli non piaceva. Un giorno vollero fare uno

scherzo alla loro matrigna e le chiesero di

accompagnarli a fare una passeggiata nel bosco

difronte casa loro. Mentre passeggiavano nel bosco,

videro delle farfalle bellissime e variopinte e, siccome

alla matrigna piacevano tanto, si fermò a guardarle così

i gemelli scapparono verso casa. Appena la donna si

voltò, non trovò nessuno; allora, spaventata, iniziò a

cercarli ovunque. Camminando trovò difronte a sé una

casa enorme fatta da tanto cibo salato. Lei, stupita,

bussò in cerca di aiuto e le aprì una vecchietta molto

gentile ed ospitale. La donna le chiese se la poteva

ospitare fino al mattino seguente e se la poteva aiutare

a ritrovare la strada di casa. La vecchietta accettò.I due

gemelli erano a casa da soli da un bel po’, quando

qualcuno bussò alla porta. Loro pensavano che fosse la

matrigna, ma aprendo la porta, videro il loro papà.

Spaventati, raccontarono tutta la verità e lui li mise in

punizione facendoli dormire al buio per terra e senza

cena. La mattina dopo la matrigna, con l’aiuto della

vecchietta, riuscì ad arrivare a casa. Bussò alla porta e

i gemelli corsero ad aprire, nel vederla si scusarono e si

pentirono di quello che le avevano fatto. Lei, vedendoli

così infreddoliti, li abbracciò e preparò loro del latte

caldo. Loro avevano imparato la lezione e da quel

giorno non le fecero più dispetti.

Lara Ranieri I C

TUFFO NEL PASSATO...

Di quando ero piccola ricordo molte esperienze ma una è impressa particolarmente. Avevo due anni, ero molto piccola, ma lo ricordo come se fosse ieri: era una giornata

come tutte le altre, fuori splendeva un sole accecante e soffiava un lieve venticello. Mi svegliai alle otto di mattina ma, come sempre, rimasi stesa un'altra ora intera; non

avevo né caldo né freddo, stavo bene ed ero tranquilla. Finalmente mi decisi a scendere dal letto e, con un po' di spinta, andai a fare colazione. Poco dopo mi accorsi che mia

mamma non era in casa; ma c'era papà, così andai da lui e lo svegliai: si alzò e io gli chiesi dov'era mamma, lui mi rispose che era andata a prendere l'automobile nuova e

che sarebbe tornata nel primo pomeriggio. Dopo pranzo rimasi alla porta per vedere quando ritornava e dopo qualche minuto sentii il rumore della macchina, così urlai: È

tornata la mamma! Papà venne da me e aprì la porta, io le corsi incontro e lei mi sollevò dandomi un bacio; mia sorella la peste, invece, quando vide la macchina nuova disse

che non le piaceva per niente e tornò in casa. Dopo una mezz' oretta mamma mi portò a letto per fare un riposino e io mi addormentai subito...ad un tratto però sentii un

rumore assordante che mi fece sobbalzare sulle sponde del letto tanto da romperle e cadere a terra, avevo i brividi e vedevo tutto sfocato: non capivo cosa stava succedendo.

La luce del sole passava attraverso i fori delle persiane e mi accarezzava il viso, dopo qualche minuto immobilizzata, sentii le grida di mia mamma che venivano da fuori:

Anna! Ma sei matta? Così trovai la forza di scendere le scale, anche se sembravo ubriaca: andavo in qua e in là e mi sembrava di vedere le stelle, infatti raggiunta la rampa

di scale feci il primo gradino poi però scivolai facendo una capriola sui gradini. Quando, rotolando, arrivai alla fine della rampa iniziai a piangere e mi girava la testa. Poi

per mia fortuna avvistai una figura entrare dalla porta: era mamma che, vedendomi per terra, capì tutto e venne da me chiedendomi cos'era successo, io le raccontai l'episodio,

poi le porsi la stessa domanda e lei mi disse che Anna, con i suoi rastrellini, aveva rigato tutta la macchina nuova compreso il vetro...Ecco il rumore che avevo sentito! Poi

arrivò anche papà con una nuova notizia: mia sorella aveva fatto così tanto rumore perché aveva usato un vero rastrello e non quello giocattolo. Io ero sudata e ancora

immobilizzata, papà mi prese in braccio e mi addormentò: questo è tutto quello che ricordo di quella strana giornata che non dimenticherò mai.

Francesca Dall' Acqua II B

LETTERA D’AMORE Hai un nome meraviglioso per una persona ancora piú meravigliosa (che in italiano

è sbagliato ma con te non è ancora abbastanza per descriverti).

Una persona in grado di far tornare il sorriso a chiunque.

Una ragazza meravigliosa anche esteriormente.

Anche se non lo vuole ammettere.

Ultimamente mi accorgo sempre di più quanto è grande il mio amore per te.

Perché sei il mio sorriso.

Sei la mia luce.

Sei la mia vita.

Sei la mia principessa.

Sei per me come le ali per gli uccelli.

Come l'acqua per i pesci.

Senza di te non potrei volare con la

fantasia.

Non potrei nuotare nel mare dei sogni.

Ti amo tanto.

E lo farò sempre.

U.R. III A

LETTERA D’AMORE Cara migliore amica, sorella e amore,

c'è sempre un modo di te che fa mi sorridere e da sempre mi chiedi chi voglio nella

mia classe: io voglio te.

Ho pensato che sarebbe potuto essere un grosso problema, ma non è stato così

perchè ora siamo ancora amici.

Dal primo momento in cui ti ho incontrato, non ho fatto altro che pensare belle cose

su di te.

Nel mio cuore ci sarà sempre un posto per dire il tuo nome. Il mio giorno comincia

con te e finisce con te, perchè tu sei il mio mondo.

Non so cosa ho mai fatto per ricevere un regalo così dolce, sei tu il mio dono più

prezioso, più bello, e sicuramente più importante. Tu sei la migliore, la più dolce e

la più amorevole.

Voglio svegliarmi di fianco a te, fare colazione con te, giocare alla play-station con

te, mandarti messaggi carini, cucinare per te, baciarti, abbracciarti e amarti fino in

fondo.

Forever,

Z.J. III A

FILASTROCCA DEI FIORI

I fiori sono belli

come dei gioielli.

Sono profumati

e da tutti amati.

Su di loro la farfalla si posa.

Il più amato di tutti è la rosa.

Assaoui Narjiss I A

LA FILASTROCCA DI CARNEVALE

Carnevale in filastrocca, maschera sulla bocca,

maschera sugli occhi, toppe sui ginocchi.

Poi c’è Arlecchino un arcobaleno

Poi Colombina la dolce ragazzina

anche molto carina.

E a carnevale ogni scherzo vale.

C. Danu e A. Birzeanu I A

RICETTE

LA PAELLA

Vamos a proponer la receta de un famoso plato español: la

Paella. Los ingredientes para cuatro personas son:

150 gramos de calamares.

150 gramos de sepia.

4 cigalas.

8 gambas.

Una cucharada de pimentón dulce.

300 ml. de aceite de oliva.

8 cucharadas de tomate triturado.

Azafrán.

600 gramos de arroz.

2 - 3 dientes de ajo.

Caldo de pescado, aproximadamente, el doble de caldo

que de arroz.

Para prepararla hay que seguir los siguientes pasos:

1. Trocea la sepia y los calamares en cuadrados de unos

dos cm.

2. Pon el aceite a calentar y cuando humee, saltea las

gambas y las cigalas durante 1 minuto, saca y pon a parte.

3. Incorpora la sepia y los calamares y sofríe hasta que

empiecen a tomar un ligero color dorado.

4. En ese instante, añade el tomate y dos ajos picados muy

finos y sofríe bien, hasta que empiece a oscurecer.

5. Después pon el pimentón dulce, remueve todo y echa

el arroz.

6. A continuación, añade el caldo hirviendo, medio ajo

picado muy fino, y deja cocer el conjunto a fuego vivo.

7. A los 10 minutos de cocción, coloca las gambas y las

cigalas por encima y deja cocer otros cinco minutos más,

hasta que el caldo se evapore por completo.

Classe II C

CHURROS CASEROS

Los ingredientes para preparar los churros caseros para diez

personas son:

300 gramos de harina de trigo. 440 ml. de agua.

1 cucharada de sal.

Azúcar.

Aceite de oliva suave para freír.

Sirve también papel absorbente

de cocina y una manga pastelera

con boca fina.

Para preparar los churros caseros hay que seguir estos

pasos:

1. Pon la harina en un bol amplio.

2. En una cazuela calienta el agua con la sal. Cuando

empiece a hervir viértela directamente y de una sola vez

sobre la harina. Con una cuchara de madera integra la

harina con el agua. Quedará una masa muy pegajosa y

bastante compacta.

3. Emplea una manga pastelera con una boquilla en forma

de estrella. Las mangas pasteleras pueden ser de plástico

desechable.

4. Haz las porciones de churros con la masa cruda sobre un

paño de cocina. Pon al fuego una sartén con abundante

aceite. Cuando esté caliente introduce las porciones de

masa para freír. Cocina a fuego medio para evitar que los

churros se queden crudos por dentro.

5. Una vez fritos retira a una bandeja con papel de cocina

para absorber el exceso de aceite.

6. Sirve espolvoreados de azúcar. Classe II C

BACALAO A LA GALLEGA

Los ingredientes para el bacalao a la gallega son:

4 lomos de bacalao desalado.

6 patatas medianas.

100 ml. de aceite de oliva virgen extra.

2 dientes de ajo.

1 cucharada de pimentón dulce.

Sal.

Para preparar el bacalao a la gallega hay que seguir estos

pasos.

Antes de la preparación:

1. Desala los lomos de bacalao.

2. Introduce los lomos en agua de manera que queden bien

cubiertos. Manten el pescado en el frigorífico para evitar

que fermente.

Preparación:

1. Pela las patatas y córtalas en trozos para cocer.

2. Pon las patatas peladas y cortadas a la mitad a cocer en

la cazuela. Cuece durante diez – quince minutos. Es

importante que no lleguen a romperse.

3. Unos ocho – diez minutos antes del final de la cocción

de las patatas añade el bacalao y deja que cueza. Mientras

que el pescado y las patatas se cocinan prepara la ajada.

4. Calienta el aceite de oliva en una sartén profunda.

5. Cuando el aceite esté bien caliente, incorpora las cabezas

de ajo cortadas en láminas. Deja que el ajo se dore

ligermente y aparta del fuego para que baje la temperatura

del aceite. Agrega el pimentón, remueve y deja reposar, así

el pimentón se va para el fondo y la ajada queda limpia y

sin posos.

6. Una vez cocido, retira las patatas y el bacalao de la olla,

escurre bien y coloca en una fuente. Por encima riega con

la ajada. Pon la restante en la mesa en una salsera.

7. Emplata poniendo las patatas y los lomos de bacalao en

un plato y salsea por encima con la ajada. Sirve bien

caliente.

Classe II C

DIVERTIAMOCI CON LE LINGUE

TECNO RAP

Your account on Facebook

reminds me the hand of captain hook

Give your number on Whatsapp

And I will make you a nice back up

I see you in Instagram

Without losing a kilogramme

When I’m inside of my account in Twitter

I’d like to eat my favourite fritter

Look at your Messenger

There is a message of your manager

My music is techno hip hop

But my disco is a big flop

I have Xbox, Nintendo and PS4

When I win a game I make a big roar

FIFA, GTA, it’s like a call of duty

Baby, I love your beauty

I’m connected to the internet

Twenty-four hours

Wireless network

Like a bed of flowers

Instagram, Snapchat

Facebook, Whatsapp

Come and give me a high five

Because we listen to Spotify

M. Tanveer, G. Pasquali e L. Pasquali II A

HEALTHY FOOD RAP

Healthy food, healthy food

that’s all my parents eat

salad, peach and strawberries

and then a bag of peas

They don’t like burgers

and they don’t like fries

They think hot dogs are disgusting

but they love strawberries and rice

They won’t eat chocolate cake

and they won’t eat chips

Sugar is like poison for them because it

makes them feel sick

They do like potatoes

They always eat rice

They really love tomatoes

and aubergines are very nice!

They can eat grapes

They like all kind of fruits

Plums and strawberries they eat a lot

And they carry them in the car boot

Classe II A

FAT FOOD RAP

Fat food, fat food.

That’s all my sister eats,

sausages and hot-dog are very good.

And then big amount of meats

She doesn’t like pears

and she doesn’t like cheese.

She thinks mushrooms are disgusting

and she is not fond of peas.

She won’t eat strawberries

and she won’t eat rice.

Salad makes her say things

That aren’t very nice!

Fat food, fat food.

That’s all my sister eats,

sausages and hot-dog are very good.

And then big amount of meats.

She doesn’t like potatoes.

She only eats ice-cream.

She really hates tomatoes.

And broccoli make her scream!

She can’t stand blueberries.

She doesn’t like pears

She won’t eat cherries for delight

And veggie are her despair

Fat food, fat food.

That’s all my sister eats,

sausages and hot-dog are very good.

And then big amount of meat.

Arianna Menegatti II D

FAST FOOD RAP

Fast food, fast food

Here’s what teenagers eat

Burger King and Mac Donald

cook hamburgers and big amount of meats.

They don’t like salad

And they don’t like beans

They think broccoli is disgusting

And they’re fond of ice-cream.

They won’t eat apple,

And they won’t eat rice

Salad make them say things

That aren’t very nice!

Fast food, fast food

Here’s what teenagers eat

Burger King and Mac Donald

cook hamburger and big amount of meats.

They don’t like tomatoes

They never eat beans

They really hate cabbage

And they will eat croissant and cream.

They can’t stand apples,

They don’t like plums

The only fruit they ever have

is strawberry chewing gum!

Fast food, Fast food

Here’s what teenagers eat

Burger King and Mac Donald

cook hamburger and big amounts of meats.

Emanuele Caso II D

ES WAR EINMAL IN APFELONIA

Es war einmal ein Apfel, der Leute kultivierte. Die Leute sind sehr berühmte Früchte

in Apfelonia. Der Kopf des Apfels ist eine Ananas und sie schenk dem Apfel eine

Kreuzfahrt auf einen berühmten Schiff names Timanic. Auf dieser Kreuzfahrt kennt

der Apfel eine schöne Birne und verliebt sich in ihr. Leider das Schiff sinkt und das

Obst versucht sich zu retten, aber in diesem Ozean schwimmen vegetarische Haie

und sie fressen das ganze Obst, aber sie essen die Leute nicht. Ende.

Constantin Roman, III D

Zwischen alten Damen: “Wie heisst der deutsche Kerl, der mich aus dem Konzept

bringen konnte?”

“Alzheimer!”

Sprichwörter

Ein heute ist besser als zehn morgen.

Henke nicht alles auf einen Nagel.

Heute muss dem Morgen nichts borgen. Tommaso Vissoli III D

Das ist der Gipfel!

Ein Stummer sagt dem Tauber: “Guck mal, gibt es einen Blinder den uns spioniert!”

Emanuele Parmeggiani I D

RIDDLES WITH RHYMES

a. In the morning it gets white

b. When you open them they are bright and nice

c. It lives in a cellar of your house d. You do it when you ride your bike in spring e. It’s something where you don’t want to be late

f. It surronds the city of Ferrara and it’s tall g. You put it up when you pose

h. It hops in the garden at Easter and it’s funny

i. You give it to a beautiful miss j. It’s colorful and it flies in the sky

k. Because of him when we are in love we are stupid

l. It’s something sweet and handy m. It swims in the blue ocean and it’s dark

n. A colour that doesn’t bring good luck

o. You eat at school during your break

p. They are scary and silly in my posters I A

ANSWERS:

monsters

snack

black

shark

candy

Cupid

butterfly

kiss

bunny

nose

wall

date

ring

mouse

eyes

light

MOTS CROISÉS

Mots à placer dans la grille horizontalement: étranger, paix, embrasser,

voir, immigré, race, voyage.

Définitions

1. Avoir les yeux sur quelqu’un ou quelque chose.

2. Acte de voyager d’un endroit à un autre.

3. Division de l’espèce humaine.

4. État de pays qui ne sont pas en guerre.

5. Serrer dans ses bras.

6. Étranger qui s’est établi dans le pays d’accueil.

7. Qui vient d’un autre pays.

Margherita Bertieri, Alessio Bittini, Umberto Rossi III A

_______________________

In each group of words there is an odd one out. Underline its first letter. At the end

you’ll discover the hidden word.

DIARY – GARDEN – FELT TIP

EYE – TOMATO – CHEESE

CAT – DOG – ORANGE

GERMANY – BOOK – RUBBER

MARTHA – ROSE – SOPHIA

CHIPS – SALAD – ADDRESS

PIZZA – BIRD – FROG

SOFA – HAT – CHAIR

EAR – MOUTH – YEAR

___________

SCARF – BOOK – RULER

HORSE – PARTY – PIG

APPLE – BANANA – ART

NINE – MORNING – EVENING

ICE-CREAM – SHOWER – TOILET

BROTHER – SON – SISTER

RED – YELLOW - HAND

F. Bindini e V. Maini I B

FINGER – CARROT – HEAD – FOOT

SOFA – CARPET – HAND –WINDOW

KING – QUEEN – OFFICE – PRINCESS

ACTOR – STAGE – CALENDAR - RED CARPET

LONDON – OXFORD – PARIS – MADRID

DAY – WEEK – LATE – MONTH

FATHER- UNCLE – BROTHER - AUNT

TEA – APPLE – STRAWBERRY - BANANA

LIKE – LOVE – HATE – EAT

Classe I C

FEBRUARY - RUN - MAY

OXFORD - RULER - PEN

FOOTBALL - TENNIS - ANIMAL

LION - DINNER - LUNCH

ONE - DAD - NINE

DANNY - SUMMER - SPRING

EUROPE - ALBANIA - AMERICA

SOPHIE - JACOB - HOTEL

LAPTOP - KITCHEN - BEDROOM

L. Di Marco e F. Piovan I B

CROSSWORDS ROALD DAHL

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HOMER

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4 5

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10 11

12

13

14

15

Down:

1.The owner of the chocolate

factory in Charlie and the

Chocolate Factory.

2. Name of the protagonist

of The Big Friendly Giant.

3.Veruca’s surname in

Charlie and the Chocolate

Factory.

4. Name of the boy who falls

in the chocolate river in

Charlie and the Chocolate

Factory.

8. Big Friendly Giant (GGG

in Italian).

9. Name of champion gum-

chewer in Charlie and the

Chocolate Factory.

10. Where was Roald Dahl

born?

13. Who is the television-

loving boy in Charlie and

the Chocolate Factory?

14. How many grandparents

has Charlie got?

Across:

2. The director of the film The

Big Friendly Giant (name and

surname).

5. Another word for elevator.

6. Title of Roald Dahl’s

autobiography.

11. The clever girl who gives

her name to one of Dahl’s

stories.

12. Charlie and the Great …..

Elevator (missing word).

15. Charlie finds one in a

chocolate bar.

16. Charlie’s surname.

Classe 1B

Down:

1. The Cyclope’s name in Homer’s Odyssey.

2. Menelaus’ brother’s name.

3. Who has the inspiration for the Trojan

horse?

7. Where does Odysseus come from?

8. Odysseus’ faithful dog’s name.

9. Who does Paris kidnap?

Across:

4. Achilles’ weak point.

5. Who kills Achilles?

6. Who is Hector’s dad?

10. Priam is the king of ….. .

11. Odysseus’ wife.

12. How many years does the Trojan war last?

13. Who is the goddess of love?

14. Where do the gods live?

15. Achilles’ mum.

Classe 1C