EDIZIONE COOP ERIDANA InFOrmaza, grazie a sinergie e razionalizzazioni, favorendo lo sviluppo e...

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InFOrma EDIZIONE COOP ERIDANA | n°6 noVEMBRE 2017 Il Rapporto Coop 2017 conferma i segnali di ripresa economica e dei consumi . Ma restano da risolvere tanti dei problemi aperti dalla crisi Voglia di ripartire

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InFOrmaEDIZIONE COOP ERIDANA | n°6 noVEMBRE 2017

Il Rapporto Coop 2017 conferma i segnali di ripresa economica e dei consumi . Ma restano da risolveretanti dei problemi aperti dalla crisi

Voglia di ripartire

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2002 Nasce la filiera controllata delle uova a marchio Coop. Prime uova Coop bio.

2010Niente più gabbie! Alla Coop uova di tutte le marche SOLO da galline allevate a terra. E tutte italiane.

Scopri di più su e-coop.it/alleviamolasalute

UOVO ALLA COOP:TUTTA UN’ALTRA STORIA

2017Uova a marchio Coop da galline allevate senza uso di antibiotici.

2003Tutte le uova a marchio Coop sono italiane e da allevamenti a terra.

PAG_STAMPA_210X297_UOVO_COOP_Filorosso.indd 1 01/09/17 14:12

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sommario coop informa 6 | novembre 2017

4 Coop Eridana entra in Coop Alleanza 3.0 LUCIA CELLA

7 "Vivismart" per tornare in forma CLAUDIO STRANO

22 Pneumatici quattrostagioni

24 Coop, stop al glutammato CHIARA FAENZA

25 Per una ecologia della vita digitale ALESSANDRA FARABEGOLI

10Una ripresa da sostenere— DARio GUiDi

16Fico, pianeta cibo da scoprire— PAoLA MiNoLiTi

20Per il benesserefemminile

Periodico della Cooperazione di ConsumatoriViale Aldo Moro 16, 40127 Bologna | tel. 051.6316911 | fax 051.6316908 | [email protected].: Bologna 2/9/1997 n. 6708 | Copia singola € 0,48 | Abbonamento (6 numeri) € 2,80

Coop Editrice ConsumatoriViale Aldo Moro 16, 40127 Bologna | tel. 051.6316911 | fax 051.6316908c. F., p. iva e Iscrizione al Registro delle Imprese di Bologna n. 03722150376Iscrizione all’albo delle Cooperative a mutualità prevalente n. a108296Chiuso in tipografi a il 17/10/2017

Direttore responsabileDario Guidi

Progetto grafi coKitchen

Impaginazione e grafi caIlde Ianigro

Stampa Chinchio Industrie Grafi che s.r.l.www.chinchio.it

2002 Nasce la filiera controllata delle uova a marchio Coop. Prime uova Coop bio.

2010Niente più gabbie! Alla Coop uova di tutte le marche SOLO da galline allevate a terra. E tutte italiane.

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UOVO ALLA COOP:TUTTA UN’ALTRA STORIA

2017Uova a marchio Coop da galline allevate senza uso di antibiotici.

2003Tutte le uova a marchio Coop sono italiane e da allevamenti a terra.

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4 Coopinforma novembre 2017

LA FUSIONE

Coop Eridana entra in Coop Alleanza 3.0‒ Lucia Cella

Dal 1° gennaio 2018 Coop Eridana entrerà a far parte di Coop Alleanza 3.0: con l’approvazione dei soci di entrambe le Cooperative, e dopo la ratifica nelle due assemblee generali, la fusione è diventata effettiva

Maurizio Molinelli, nell’aprire l’Assem-blea di Rivalta, ha ricordato la storia di Coop Eridana. Lui, che ha dedicato trentasette anni della sua vita a lavorare per la coop, ha attinto dalle

sue esperienze e dai suoi ricordi per ricordare le varie fasi della cooperativa.

“A fine anni settanta il fallimento della Unione delle Cooperative di Consumo Piacentine, 28 punti vendita nella sola città, ha trasformato il nostro territorio in una landa desolata dal punto di vista cooperativo. I punti vendita in città furono tutti venduti, compreso il magazzino che riforniva anche

le altre cooperative del territorio, mettendo in seria difficoltà le poche cooperative rimaste dei comuni della provincia che si erano salvate e che, faticosa-mente tentavano di ripartire.

Coop Nordemilia acquisì i punti vendita di Fiorenzuola e Castel san Giovanni, mentre tutto il resto rimase nella disponibilità della sola buona volontà dei cooperatori piacentini dei comuni della provincia, che giorno per giorno si impegnarono a ricercare le soluzioni per andare avanti.

Fu allora, che la Federcoop di Piacenza, con un atto di coraggio, decise di promuovere un processo che partendo dalle pochissime cooperative rimaste

vita di cooperativa coop eridana

L’Assemblea generale di Coop Eridana nel borgo di Rivalta

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con i conti in ordine portasse a creare un unico contenitore che potesse in qual-che modo salvare il salvabile, e mantenere acceso un lumicino sul territorio.

La terraferma, quella che poteva essere la base di partenza, fu individuata nella Coop di Pontenure, che incaricò un suo funzionario, Ermo Mattarozzi, di avviare il progetto, e mettere insieme le prime 4 cooperative.”

Così il 1° gennaio 1980 vide la luce “Coop Riunite di Consumo Piacen-za”, struttura che accoglieva in quella di Pontenure altre tre cooperative dei comuni limitrofi. Mattarozzi ne divenne il Presidente e si diede vita al primo nucleo di quella che sarebbe poi diventata, nel 1992, Coop Eridana.

“… questo progetto fu un atto di co-raggio, ma guardandolo ora penso anche un po’ di visionaria follia, per darvi un esempio di quello che intendo, vi racconto un aneddoto, nel febbraio del 1980 inaugurammo il nostro primo punto ven-dita moderno, il piccolo supermercato di Pontenure, anzi per la precisione era una ”superette” secondo la terminologia in uso allora. Le risorse finanziare non erano sufficienti per quell’investimento, cosi contraemmo un mutuo con la Cassa di Ri-sparmio di Piacenza, oggi Credit-Agricole, di 140 milioni di lire, cifra importante per l’epoca, ma ancora più importante era il tasso di interesse del 23%. Oggi corrispon-derebbe a più di tre volte il tasso d’usura: chi lo richiedesse oggi verrebbe persegui-

to per legge. Da quel momento si è avviato un

percorso che ci ha accompagnato fino i giorni nostri, sono stati anni faticosi ma bellissimi, di crescita annuale a due cifre, con risultati positivi che anno dopo anno ci hanno permesso di accumulare il patrimonio importante che oggi siamo orgogliosi di portare in Coop Alleanza.

Anche per questo, mi sento di dire che le persone che in questi anni hanno partecipato a questa avventura hanno adempiuto a uno dei principi fondamentali della cooperazione, quello di accrescere e tramandare il patrimonio di generazione in generazione.”

Molinelli ha ricordato che in questi anni: “780 persone hanno lavorato con noi, 780 persone che hanno portato a casa un reddito, hanno mandato i loro figli a scuola o all’università, si sono comprate la casa, hanno garantito alle loro famiglie sicurez-za e tranquillità economica, è un aspetto che spesso dimentichiamo, ma che a mio modo di vedere merita una considerazione almeno pari a tutto quello che abbiamo fatto per i nostri soci.”

“Questo lavoro, lungo e faticoso ci ha portato insieme a Coop Nordemilia prima, Nordest poi, a mantenere per tutti gli anni ‘90 e 2000 le leadership del territorio, una leadership rimessa in discussione negli ultimi anni, dall’arrivo di nuovi concorrenti più grandi e più aggressivi.

Negli ultimi due anni il CdA si è in-terrogato molto sul che fare, potevamo

rinchiuderci in un isolazionismo territo-riale, fare qualche operazione al ribasso sulla rete di vendita, dismettere qualche punto vendita critico, e con il patrimonio accumulato sopravvivere dignitosamen-te per qualche anno ancora, ma credo che sarebbe stato immorale, e allora abbiamo deciso di fare la cosa per certi versi più difficile ma più naturale, abbiamo scelto di rilanciare, abbiamo scelto di continua-re a fare i cooperatori, di metterci insieme per fare di più e meglio il nostro mestiere.

Noi oggi abbiamo una moderna rete di vendita di 20 supermercati, in alcuni comuni siamo leader assoluti, in alcuni altri ci contendiamo la leadership con i migliori competitor, in qualcuno siamo diventati poco significativi, tuttavia abbiamo la convinzione che anche dove siamo leader i punti vendita della nostra dimensione siano insufficienti per il futuro a soddisfare i nuovi bisogni e le esigenze dei consumatori, e che la su-perficie minima necessaria dei moderni supermercati sia di almeno 1000-1500 mq di area di vendita.

Questo significa investimenti nell’or-dine di 6/7 milioni di € ciascuno, investi-menti che una realtà come quella di Coop Eridana può fare al il ritmo di uno ogni 3/4 anni, ma il mercato non aspetta, se al mer-cato non diamo risposte noi, arriveranno i nostri competitori, con il rischio per noi, di iniziare una lenta emarginazione ed arrivare ad essere irrilevanti sul territo-rio, non potevamo permetterlo, avremmo

I numeriUn’unione per crescere e diventare più fortiIl progetto rappresenta una scelta dalla parte dei soci: la fusione consentirà infatti di operare nel mercato con ancora più efficacia ed efficien-za, grazie a sinergie e razionalizzazioni, favorendo lo sviluppo e rispondendo al meglio alle esigenze in rapido cambiamento dei consumatori, specie nell’attuale contesto economico di riduzione dei consumi. L’obiettivo è continuare a svolgere al meglio la missione cooperativa: offrire i prodotti e i servizi migliori al prezzo più giusto. Le due cooperative, del resto, operano infatti già oggi con la stessa insegna, nello stesso ambito, con le stesse finalità e negli stessi territori: Coop Eridana conta 20 negozi tra Piacenza e Parma, in province, cioè, in cui è presente anche Coop Alleanza 3.0 con 14 punti vendita. Diverse attività, inoltre, vengono già effettuate in sinergia dalle due cooperative, e sono circa 3.000 i soci comuni.Coop Eridana, nata nel 1980, conta 26 mila soci, 170 lavoratori nei negozi (a cui si aggiungono i 15 dipendenti della sede) e 20 punti vendita nelle province di Piacenza e Parma.Coop Alleanza 3.0, nata nel 2016 dalla fusione di Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense, è oggi la più grande cooperativa di consumatori italiana. Conta 2,3 milioni di soci, 22 mila lavoratori e oltre 400 punti vendita in 12 regioni: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombar-dia, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata e, tramite società, Trentino, Lazio, Campania e Sicilia (in queste cifre sono incluse anche le società controllate operanti nella grande distribuzione).

vita di cooperativa coop eridana

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6 Coopinforma novembre 2017

vita di cooperativa coop eridana

vanificato trent’anni di lavoro, da qui la scelta di entrare in una realtà che ha le risorse economiche e umane per gestire questo ritmo di investimenti e cosi mantenere e ampliare quella leadership così faticosamente conquistata.

La nascita di Coop Alleanza 3.0 due anni fa ha aperto un nuovo scenario, l’unione delle tre grandi cooperative emiliane ha creato una impresa con delle potenzialità straordinarie, un progetto sfi-dante che non poteva vederci esclusi, e quindi oggi siamo qui per certificare il nostro ingresso nella più grande cooperativa di consumo italiana.

Certo le discussioni nel nostro CdA sono state profonde e appassionate, com’è giusto che sia, Coop Alleanza è una impresa appena nata ed è alle prese con tutte le difficoltà che hanno le imprese nei primi anni, ma io resto convinto che abbia delle poten-zialità incredibili, le imprese non vanno bene o male per grazia divina, le imprese sono fatte di don-ne e di uomini che con la loro passione, con la loro professionalità, con il loro impegno, determinano il successo o l’insuccesso dei progetti, e Coop Allean-za ha quelle donne e quegli uomini per far bene. Io che in questi anni ho avuto il privilegio di lavorare a fianco di molte delle persone di questa cooperativa vi garantisco che ho trovato un gruppo dirigente, e non mi riferisco solo alla Presidenza o Direzione, mi riferisco principalmente ai quadri intermedi, alle seconde e terze linee, fatte di giovani trentenni e quarantenni bravi e preparati, ma soprattutto con una grande motivazione e attaccamento ai valori e allo spirito cooperativo, sono sicuro che questo progetto avrà il successo che si merita.”

Molinelli poi ha voluto ringraziare, con un discor-so commovente, le persone che hanno lavorato per la cooperativa, tratteggiandone i tratti salienti. In particolare Ermo Mattarozzi, il primo presidente nel 1980, che ha avuto il coraggio e la forza di inno-vare, il gruppo dirigente dell’allora Coop Nordemilia

(Renzo Testi, Ermanno Lorenzani, Anselmo Morsia-ni e Sandro Casoli), i consiglieri di amministrazione e la Vice Presidente di Coop Eridana, per la loro fiducia incondizionata, e sua moglie Nicoletta per averlo “supportato e sopportato in tutti questi anni con una pazienza infinita…”.

Molinelli ha concluso il suo intervento: “Sono contento di aver vissuto questa esperienza perché “La cooperazione è una bella cosa e i cooperatori sono delle gran belle persone”

All’assemblea erano presenti numerosi ospiti tra cui Eden Baraldi, responsabile della Direzione di-strettuale Cooperative di Consumatori e Valentina di Leo di SCS Consulting, coordinatore del progetto, oltre ai vari responsabili di Coop Alleanza 3.0 e ai presidenti di varie cooperative.

Sono intervenuti l’on. Maurizio Migliavacca che è stato Presidente di Coop Eridana e ne ha rimarcato la funzione sociale e l’importanza di coltivare la partecipazione dei soci; Andrea Volta, presidente di Legacoop Emiliaovest ha affermato che la fusione è una scelta opportuna per il territo-rio, Paolo Cattabiani, Amministratore delegato allo Sviluppo e alla Finanza di Coop Alleanza 3.0, ha sottolineato il valore della solidarietà e del patrimo-nio intergenerazionale delle cooperative.

Paola De Micheli, Sottosegretario del Governo Italiano, non potendo essere presente per gli impe-gni istituzionali legati al nuovo incarico di commis-sario per la ricostruzione del terremoto del Centro Italia, ha mandato una lettera che è stata letta du-rante l’assemblea, nella quale esprime la certezza che “entrare in una storia più grande vi permetterà di non smarrire le radici ma di modernizzare la forza della cooperazione di consumo, mantenendo quella funzione di prossimità alle persone e alle piccole comunità…”

Il notaio Damascelli ha letto l’atto di fusione che è stato votato dai delegati all’unanimità.

Molinelli ha ricordato che 163 anni fa, nel 1854, dieci anni dopo dalla fondazione della cooperativa di consumo di Rochdale da parte dei Probi Pionieri, un analogo progetto associativo veniva replicato in Italia.

La Società Generale degli Operai di Torino, una società di mutuo soccorso fondata quattro anni prima e che contava alcune centinaia di adesio-ni, decideva di dare vita ad uno spaccio di generi alimentari di prima necessità. Questa esperienza è considerata la prima impresa cooperativa italiana.

“163 anni sono un pezzo importante della storia di questo paese, noi vogliamo festeggiarlo a nostro modo, con un ulteriore passo in avanti, portan-do il nostro piccolo contributo per far crescere ancora di più Coop Alleanza 3.0, la più importante cooperativa di consumo italiana.”

L’intervento all’assemblea generale del Presidente di Coop Eridana, Maurizio Molinelli

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Coopinforma novembre 2017 7

Si comincia da Milano, Genova, Parma e Bari. In queste quattro città campione i semi del progetto “Vivismart” – destinato a una estensione sul territorio nazionale

dopo la prima fase di sperimentazione che dal 30 settembre si concluderà nell’arco di un anno – dovranno produrre un cambio di tendenza, cioè aggregare le famiglie italiane attorno ai princìpi della sana alimentazione e dell’attività fisica che si stanno via via perdendo.

In particolare i bambini tra i 6 e i 10 anni, che tra

cibi ipercalorici, ore passate davanti alla televisione e giochi elettronici, invece di muoversi come la loro età richiederebbe, accumulano chili, al punto da po-sizionare l’Italia ai primi posti in Europa per inciden-za di sovrappeso e obesità infantile (dati raccolti da “OKkio alla salute” del ministero della Salute).

Per tornare a stili di vita più salutari e misurare i passi compiuti in questa direzione dalle famiglie (100 quelle che saranno direttamente seguite dai medici con specifici protocolli), nella scuola primaria (1.500 i bambini coinvolti in 22 classi di 16 diversi istituti) e nei punti vendita Coop (16 fra tutte e quat-

AL VIA LA CAMPAGNA PER FAVORIRE STILI DI VITA PIÙ SALUTARI

“ViviSmart” se vuoi tornare in forma— Claudio Strano

I numeri“apripista” del progetto

Saranno coinvolti in questa prima fase:

4 cittàMilano, Genova,

ParMa e Bari

2 milioni e mezzo di cittadini

1.500 bambini delle scuole

PriMarie

25 medicidi Medicina Generale

100 famiglieseGuite

direttaMente

16 punti vendita:Milano

• iPercooP Bonola• iPercooP arona

• Bicocca• iPercooP P.le lodi

Genova• iPercooP aquilone• suPer corso euroPa

• suPer via del Mirto G. Marassi

• suPer via Merano G. sestri Ponente

ParMa• iPercooP eurosia• iPercooP c. torri• suPer Fidenza

• suPer collecchio

Bari• iPercooP B. Pasteur

• iPercooP B. s. caterina

• iPercooP B. JaPiGia • iPercooP MolFetta

primo piano alimentazione e salute

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L’inedita alleanza fra Barilla, Coop e Danone (aBCD) lancia una iniziativa per riavvicinare gli italiani alla dieta mediterranea e promuovere il movimento. “Vivismart” debutta in 4 città e coinvolgerà 2 milioni e mezzo di cittadini in un percorso che ha come protagonisti le famiglie, i medici, le scuole e i punti vendita

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primo piano alimentazione e salute

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tro le città campione, vedi la lista nel box a fianco) nasce “Vivismart”, un progetto dagli ampi contorni che si rivolge a una platea iniziale di 2 milioni e mezzo di cittadini. È stato presentato il 19 settem-bre a Roma alla presenza del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e dei promotori.

A lanciare questa campagna, che è basata su un approccio multifattoriale al problema dei chili di troppo, è una neonata alleanza, unica nel suo ge-nere in Italia, che unisce il settore alimentare, delle cooperative di consumo e delle fondazioni no profit. Denominata aBCD, ne fanno parte Barilla, Coop Italia, Danone, Fondazione Barilla center for food & nutrition, Associazione nazionale cooperative di consumatori-Coop e Fondazione Istituto Danone.

L’alleanza potrà allargarsi in futuro anche ad altri partner privati o pubblici ugualmente intenzionati a inserirsi nel solco del programma nazionale “Gua-dagnare salute” e della strategia europea “Going in health” promossa dall’Oms, che individua proprio negli stili di vita scorretti uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo.

L’ALLEANZA TRA COOP, BARILLA E DANONE

«Uniamo le forze e i risultati verranno»Renata Pascarelli responsabile qualità di coop italia

La prima domanda è come è nata l’idea di costituire un’alleanza tra Coop, Barilla e Danone e perché.Ci siamo resi conto tutti e tre che portavamo avanti anche con le rispettive fondazioni scientifiche, dei progetti molto belli sul mangiar sano e sui corretti stili di vita, ma che rischiavano di

essere come una goccia nel deserto. L’idea è stata quella di unire le forze e di trovare un metodo innovativo, diverso, che potesse dare risultati migliori. Su quattro città sperimenteremo e affineremo questo metodo multidisciplinare e se i risultati saranno positivi, a giugno del prossimo anno, quando faremo il punto, estenderemo il progetto a livello nazionale dando il “la” a una seconda e molto ambiziosa fase di “Vivismart”.

Qual è il vostro obiettivo e come intendete misurare i progressi? Vogliamo ottenere un cambiamento delle abitiduni alimentari e di movimento degli italiani. A noi interessa far passare il concetto della buona dieta alimen-tare, del bere acqua e del fare movimento per garantirsi una vita più salutare. Non vogliamo vendere prodotti, ci tengo a dirlo a scanso di equivoci, ma fare educazione incrociando le esperienze già fatte in passato dai tre partner e dal-le relative fondazioni, con le indicazioni forniteci dalle linee guida sia nazionali che internazionali. ll progetto è complesso, prevede più fronti per promuovere uno stile di vita che in famiglia, poi, dovrebbe essere seguito tutti i giorni. Alla fine del primo step renderemo noti i primi traguardi parziali raggiunti.

Perché al centro del progetto avete messo la famiglia? Dietro un bambino obeso o sovrappeso ci sono molto spesso genitori con analo-ghi problemi o comunque non attenti alle regole della corretta alimentazione e dell’attività fisica. Quasi sempre c’è un problema culturale di fondo, per questo la famiglia e la scuola risultano decisive. Il discorso è ancora più valido per il Meridione, dove sono più alti gli indici di eccesso ponderale.

È casuale la scelta delle quattro città della sperimentazione? Siamo partiti coinvolgendo 16 punti vendita, 4 per ogni città. Abbiamo scelto città diverse, con forti elementi di caratterizzazione, dalle aree metropolitane come Milano e Bari, che rappresenta il Sud, a Genova e Parma dove tasteremo il polso anche alla provincia nei negozi di Collecchio e Fidenza. Vogliamo coinvol-gere tutto il tessuto sociale e anche i centri più piccoli ci interessano molto.

In che cosa consisteranno le attività nei punti vendita?Verranno posizionate vere e proprie “stazioni” informative da cui daremo regolari informazioni, mese dopo mese, su uno o più elementi della dieta medi-terranea. A fianco della postazione gli animatori spiegheranno quanto viene offerto attraverso gli strumenti informatici. Sarà, inoltre, possibile scaricare e condividere contenuti speciali, giocare e rivedersi attraverso le fotografie scattate all’interno del punto vendita. In ciascuna fase del progetto si potran-no approfondire le tematiche proposte in modo interattivo sia in mobilità, sia interagendo con la stazione presente nel punto vendita.

ADULTI

più di 1/3 è in sovrappeso

Le cattive abitudiniin Italia

45%sopra i 18 anni

40%degli italiani non svolge acuna attività fisica

QUOTA DEGLI OBESI

10,2%

1 su 10 è obeso

25%sotto i 18 anni

+ 1,7%l’aumento in 15 anni(dati 2001-2014)

3 su 10 non consumano abbastanza verdura

ALIMENTAZIONE

2 su 10 non consumano abbastanza frutta

i dati indicano una preoccupante fuga dalla dieta mediterranea

GIOVANI IN ECCESSO PONDERALE

fonti: Osservasalute, OKkio alla salute, GfK

8 Coopinforma novembre 2017

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primo piano alimentazione e salute

Coopinforma novembre 2017 9

Nutrizione e salute

Michele Sculatimedico, specialista in scienzadell'alimentazione, dottore di ricerca in sanità pubblica

Il cibo può causare dipendenza?

P uò capitare di desiderare fortemente un determinato alimento e chieder-si: starò diventando dipendente? La dipendenza è un termine solitamente riservato a sostanze stupefacenti, gioco d’azzardo, sigarette ed alcol; tut-

tavia nuove dipendenze quali quella da internet stanno emergendo, la più diff usa e discussa tra le nuove dipendenze è quella da cibo. L’epidemia di sovrappeso ed obesità a cui si assiste in tutto il mondo pone molte domande sul perché sia così diffi cile contrastare tale fenomeno; una delle possibili risposte credo sia che storicamente la medicina abbia dato poco spazio alle neuroscienze per cercare di spiegare e contrastare il fenomeno. Forse si riteneva che solo sostanze “forti” in grado di scatenare un piacere intenso potessero dare dipendenza, ed il cibo era troppo “debole”; tuttavia i modelli sperimentali dimostrano con sempre maggior evidenza che la dipendenza da cibo esiste.

All’inizio degli anni 2000 a Princeton un ricercatore di origini Italiane, Carlo Colantuoni, fu tra i primi a dimostrare su modelli sperimentali che in caso di di-pendenza da zucchero nel cervello avvengono modifi che simili a quelle di molte altre dipendenze, dati confermati da studi di risonanza magnetica funzionale svolti sull’uomo da David J. Linden del Johns Hopkins. Quest’ultimo ha scritto anche un libro divulgativo proprio sul tema intitolato “la bussola del piacere” in cui spiega perché junk food, sesso, sudore, marijuana, vodka e gioco d’azzardo ci fanno sentire bene ma provocano frequentemente dipendenza. La prova del nove al fi ne della dimostrazione dell’esistenza della dipendenza da cibo è stata fatta ricreando i sintomi di una crisi di astinenza in laboratorio sospendendo improvvisamente la disponibilità di zucchero in animali dipendenti, crisi che si risolve rendendo nuovamente disponibile l’oggetto della dipendenza.

La dipendenza da cibo è stata dimostrata sia per cibi ricchi in zuccheri che per cibi ricchi di grassi (ad elevata densità energetica) che possono essere sia dolci che sapidi. Lo studio meticoloso di alcuni alimenti industriali, chiamato “food engineering”, li rende poi particolarmente appetibili; più gli alimenti sono appetibili più è diffi cile controllarsi, incrementando il rischio di abuso soprat-tutto in soggetti vulnerabili ed in momenti delicati della vita. Certamente il fenomeno della dipendenza non può spiegare in toto il fenomeno dell’obesità che è multi-fattoriale, coinvolgendo, tra gli altri, anche aspetti sociali, econo-mici, culturali, genetici e psicologici. Tuttavia la dipendenza da cibo è partico-larmente diffi cile da contrastare: tutte le altre dipendenze si combattono in primis con l’astensione dall’oggetto della dipendenza; tuttavia con il cibo non è possibile smettere perché è necessario per la nostra vita, ed anche potenzial-mente utile alla nostra salute quando si segue una dieta bilanciata. Dunque è meglio impostare fi n dai primi anni un rapporto sano con il cibo e non rischiare di diventarne dipendenti: anche se si pensa di riuscire a tornare indietro non sempre si riesce, ed è meglio non sottoporre il nostro cervello al rischio delle modifi che indotte da una dipendenza.

«Il presupposto su cui ci basiamo — spiega per tutti Marco Pedroni, presidente di Coop Italia – è che i soggetti privati debbano operare di concerto con le istituzioni e la comunità scientifi ca su questo tema già a partire dall’età scolare, coinvolgendo gli educatori, i bambini e i loro genitori».

Già nel nome c’è un indizio che il progetto pilota utilizza «un metodo innovativo – così lo defi ni-sce nell’intervista a fi anco Renata Pascarelli, responsabile qualità di Coop Italia – che interviene a più livelli e da cui ci aspettiamo risultati concreti». In “Vivismart” infatti la parola smart, oltre che a signifi care “intelligente” in inglese, è acronimo di quattro aggettivi che suggeriscono che si tratta di obiettivi alla portata delle famiglie, specifi ci, reali-stici, raggiungibili in un tempo defi nito e misurabili nel tempo.

un mosaico a Quattro tessereQuattro sono i tasselli che compongono il mosaico. Nei 16 punti vendita Coop saranno ospitate anima-zioni e attività di edutainment (intrattenimento educativo) sul tema dell’alimentazione equilibrata e dei corretti stili di vita (dalle categorie degli ali-menti, alle frequenze di consumo, dall’importanza dell’acqua, al concetto di porzione fi no ai benefi ci del movimento).

Il progetto “camminerà” inoltre nelle scuole con 7 interventi da svolgersi nelle 22 classi inizialmen-te interessate, più 1 a punto vendita: un percorso ideato dal gruppo scuola coordinato da ANcc-Coop che mira a rendere protagonisti i bambini e i loro genitori di un cambiamento delle abitudini di vita che dovrà avvenire a 360 gradi. In più c’è l’appoggio della comunità scientifi ca, e precisamente della So-cietà italiana di medicina generale (SimG) che mette a disposizione 25 suoi iscritti: nutrizionisti e pediatri applicheranno un loro modello d’intervento su un centinaio di famiglie con almeno un componente sovrappeso al loro interno.

Il mosaico si completa, infi ne, con gli strumenti di comunicazione, a partire dal portale www.progettovivismart.it e da una apposita app. È importante sottolineare che sono disponibili per chiunque, residente o meno nelle quattro città campione, voglia partecipare alle tante iniziative in calendario e interagire online su questi argomenti. Accedendo alla piattaforma digitale si possono avere informazioni su ogni fase del progetto, essere aggiornati sugli eventi e seguire i contenuti speciali. Tutti possono scrivere, mentre solo i residenti nelle città campione potranno partecipare al concorso e ai vari contest che mettono in palio biciclette e altri premi pensati per favorire l’attivitò fi sica; nonché condividere, attraverso i totem, i selfi e scattati all’interno dei percorsi educativi.

25%sotto i 18 anni

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10 Coopinforma novembre 2017

I DATI DEL RAPPORTO COOP 2017 SULL'ECONOMIA E LE FAMIGLIE ITALIANE

Una ripresa da sostenere

— Dario Guidi

Pesano ancora le cicatrici di una lunga crisi che ha aumentato le diseguaglianze, ma i consumi complessivi nel 2017 cresceranno dell'1,2% e del 2,7% nell'alimentare. Si rafforza l'impegno Coop per tutelare il potere d'acquisto: prezzi più bassi di quasi 2 punti rispetto al mercato. E tante novità sul prodotto marchio mentre continuano le campagne "Buoni e giusti" e "Alleviamo la salute"

primo piano economia e società

+1,2% Consumi delle famiglie

-O,6% Andamento salari reali

LE PREVISIONI SULL'INTERO 2017

Tutte le tabelle sono tratte dal Rapporto Coop 2017

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Coopinforma novembre 2017 11

Pur portando ben visibili su di sé le cicatrici della lunga crisi economica di questi anni, l’Italia sta provando a svoltare. Anche le cifre contenute nel Rapporto Coop 2017, rapporto

che fotografa l’andamento della società e dei consumi nel nostro paese, confermano che le famiglie, nonostante un salario reale ancora in calo (-0,6% quest’anno), stanno sostenendo i consumi (specie quelli alimentari) al punto che la previsione è di arrivare a un più 1,2% complessivo su base annua, mentre nel solo mondo della Grande distribuzione, nel primo semestre si è registrato un +1,7% nelle vendite. Un dato questo che è figlio di una crescita del 2,9% nell’alimentare, contro un calo del 2,7% nel non food. Cifre che confermano come dopo di-versi anni che hanno visto il carrello della spesa ridursi progressivamente, ora la tendenza si sta invertendo. Si cammina ancora su un terreno fragile e non consolidato, ma il trend è evidente. E dice che non è solo l’export a trainare la nostra economia (come era nei mesi scorsi) ma anche il mercato interno.

Ripresa fragile e da sostenereCerto le diseguaglianze (per livelli di reddito, tra fasce di età e aree territoriali) continuano a pesare e si sono anzi accentuate. Del resto siamo un paese con il 28,7% delle famiglie a rischio povertà (cioè 1 abitante su 4) e con paure che (dall’immi-grazione al terrorismo) pesano più che negli altri paesi europei. Insomma l’indice che misura la felicità, dal 2008 a oggi, è sceso da un voto di 7,2 a 5,3 (dunque sotto la sufficienza). In altre parti d’Europa si viaggia invece oltre il 6: in Francia (6,2), Spagna (6,3) e Germania (6,4).

«Siamo di fronte a segnali di ripresa che vanno accolti positivamente ma che riteniamo siano ancora deboli e intermittenti, se non saranno sostenuti da interventi strutturali a sostegno soprattutto della crescita del lavoro riducendo le disuguaglianze generazionali - spiega Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop (l’Associazione nazionale cooperative di consumatori) -. I consu-mi altrimenti, pur con la ripartenza che c’è stata, corrono il rischio di girare a vuoto e di ritornare al punto di partenza».

Dunque occorerà che il sistema paese, a co-

Il carrello della spesa torna a

riempirsi grazie soprattutto ai

prodotti alimentari. Ma un quarto delle

famiglie sono a rischio povertà

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primo piano economia e società

VENDITE NELLA GRANDE DISTRIBUZIONE 1° semestre 2017

+1,7% Vendita

totale

di cuiCarne +2,1%Frutta fresca +6,5%Verdura +0,9%Latticini e formaggi +2,1%Salumi +5,1%Pane e pasticceria +5,4%

+2,9% solo comparto

alimentare

IL LIVELLO DEI PREZZI NEGLI ANNIAndamento del paniere Istat alimentari e bevande dal 2001 (valore 100) al 1° semestre 2017

21 PUNTIVantaggio

convenienza Coop

119,1Valore Coop

140,1Valore

paniere Istat

ANDAMENTO PREZZI DI LARGO CONSUMO1° semetre 2017

MERCATO

+0,8% —O,9% 1,7%

Differenziale

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12 Coopinforma novembre 2017

minciare dal governo e dalla politica, sappia fare la sua parte con responsabilità per intervenire sui punti critici ancora irrisolti ma evitando l’in-terruzione di quel percorso virtuoso che sembra avviato.

Dal canto suo Coop, in coerenza con quella che è la mission di cooperative chiamate a tutelare il potere d’acquisto delle famiglie, ha operato già nel 2016 e sta continuando nel 2017, per ga-rantire i prezzi più bassi a scapito dei margini aziendali. «In questi primi mesi del 2017 – spiega il presidente di Coop Italia Marco Pedroni – a fronte di una variazione dei prezzi nel mondo dei beni di largo consumo che nell’insieme del mercato è stato di più 0,8%, Coop registra un -0,9%. Dunque sono quasi due punti di diff erenza che confermano il nostro impegno a tutela del portafoglio dei consumatori». Coop, il mestiere della convenienzaIl ragionamento di Pedroni trova conferma nel fatto che Coop registra un aumento di vendite del 2,1% nei volumi, ma solo dell’1,2% nel valore. Del resto guardando in una dimensione temporale più ampia, e cioè prendendo come base il 2001 e arrivando al luglio 2017 (sul paniere di prodotti alimentari e bevande analcoliche), l’indice di infl a-zione Istat di questi anni è arrivato a 140,1 contro il 119,2 di Coop, con una diff erenza complessiva di 21 punti.

«Alla luce di questo impegno storico prioritario per Coop sui prezzi - prosegue Pedroni – ci preoc-cupa che, in vista del 2018, stiamo registrando au-menti signifi cativi nei prezzi di diverse materie prime. Dall’olio d’oliva al caff è, dal latte al burro a formaggi come Grana e Parmigiano. Aumenti ci sono anche nella carne suina e nel frumento sia quello duro che tenero. E poi c’è il petrolio per il quale si prevedono quotazioni in aumento. In

alcuni casi queste variazioni superano il 30%, in altri siamo al 10%. È una situazione che terremo d’occhio e che cercheremo di contrastare perché se l’infl azione da domanda è una cosa positiva, perché signifi ca che i consumi sono in crescita, un’infl a-zione da costi rischia di produrre l’eff etto opposto e di deprimere il mercato. Per questo crediamo che tutta la fi liera agroalimentare del nostro paese debba lavorare insieme per impedire che aumenti eccessivi rallentino la ripresa del paese. Noi, sul pia-no del contenimento dei prezzi, siamo pronti a fare la nostra parte. Ma non accetteremo che qualcuno pensi di scaricare sulla distribuzione tutti i proble-mi, lo dico pensando prima di tutto alle industrie di marca che hanno margini di guadagno più alti».

Coop, che resta la catena leader in Italia col 14,4% delle quote di mercato, nella sua imposta-zione strategica considera inseparabili gli aspetti di convenienza da quelli della qualità e dell’articola-zione dell’off erta.

«La leadership prima ancora che nei numeri – aggiunge Pedroni – sta nei contenuti e nei valori. Per questo continuerà il nostro percorso di rinnovamento del prodotto a marchio, con circa 200 nuove referenze che stanno arrivando nel corso del 2017 e altre 200 che si aggiungeranno nel corso del 2018. In parallelo proseguiremo campagne e progetti come “Buoni e giusti” con l’ulteriore estensione dei controlli sulle fi liere di decine di prodotti per contrastare lo sfruttamento nel mondo agricolo e tutelare i diritti. Poi c’è “Alleviamo la salute” per ridurre e dove possibi-le eliminare l’uso degli antibiotici negli allevamen-ti: una campagna che ha già ottenuto importati risultati e che arriverà a coinvolgere 1.600 alleva-tori e 33 milioni di animali. Senza dimenticare l’eliminazione dell’olio di palma da tutti i prodotti a marchio, una operazione che sta incontrando un forte gradimento dei consumatori».

Dal 2001 ad oggi l'infl azione Coop 22 punti sotto al

dato Istat. Pedroni: "Oggi ci preoccupa

l'aumento di prezzi di molte materie prime.

Un fenomeno che siamo determinati a

contrastare"

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primo piano economia e società

Marco Pedronipresidente di Coop Italia

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Nella fotografia di questa Italia in uscita dal tunnel della crisi (vedi gli altri articoli in queste pagine), pur con le luci e le ombre che caratteriz-zano la situazione, il Rapporto Coop

2017 conferma alcune tendenze di fondo che si consolidano a conferma di cambiamenti struttura-li che si sono verificati nel corso di quest’ultimo decennio nella società e nelle famiglie. E una di queste tendenze di fondo è la rinnovata centra-lità del cibo, un cibo che deve essere buono, sano e che svolge nelle nostre vite una funzione sempre più strettamente legata alla ricerca di salute e benessere. Per inseguire questi obiettivi

gli italiani sono pronti a spendere di più o comun-que a rivedere le loro priorità di acquisto.

«In effetti quello che la nostra indagine con-ferma – spiega il direttore generale di Ancc-Coop, Albino Russo – è che il cibo sta sempre più di-ventando una terapia, nel senso che è strumento grazie al quale tuteliamo direttamente la salute e dal quale dipende la nostra salute. Così, per un nu-mero sempre più grande di persone, sono medici e naturopati che dicono cosa mettere in tavola».

Boom del biologico e non soloLe cifre che confermano questo trend sono tante a cominciare dal +16% nelle vendite dei prodotti biologici nel primo semestre 2017. Continuano poi a crescere (+6,2%) la galassia dei cibi ricchi di particolari sostanze (fibre, vitamine, ecc.) e dei cosiddetti free from, cioè privi di glutine, di grassi, di lattosio e altro. La frutta secca, altro filone in gran voga, segna un più 10,4%.

Certo parliamo di prodotti che, proprio per le loro specifiche caratteristiche costano qualcosa più degli altri, ma ciò non arresta la loro corsa. Del resto di cibo si parla ovunque (basta pensare all’ore di Tv in cui imperversano cuochi e aspiranti tali) e dunque alla ricerca di salute e benessere si mescolano anche fattori di tendenza se non di vera e propria moda.

Basta pensare al boom (di cui sulla nostra rivi-sta ci siamo già occupati) dei cosiddetti superfood, cioè alimenti che spesso vengono da mondi e tradizioni gastronomiche lontane (o magari solo dimenticate), ma dotati di caratteristiche saluti-stiche “speciali”. Infatti un 33% di persone ritiene che questo tipo di cibi siano né più né meno che un rimpiazzo delle medicine.

Così si spiega come l’avocado sia diventato la

Coopinforma novembre 2017 13

COME CAMBIANO I CONSUMI

Cibo e benessereal centro della scenaPer gli italiani dalla scelta degli alimenti dipende la nostra salute. Da qui nasce il boom dei prodotti biologici e dei superfood che sono considerati un rimpiazzo delle medicine

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primo piano economia e società

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SERVIZIO

+16%Prodotti biologici

PRODOTTI BIOLOGICI

Andamento vendite 1° semestre 2017

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14 Coopinforma novembre 2017

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Il boom dei cibi che fanno bene alla salute

Un po' di cifre: siamo un paese in declino demografi coFanatici dei social e delle tecnologie. E pronti a viaggiareLa quantità di spunti e dati che il Rapporto Coop 2017 contiene spazia anche su diversi altri fronti. Ad esempio, a proposito dell’attua-lissimo e controverso tema delle migrazioni, le cifre confermano che, alla luce dei tassi di natalità bassissimi che l’Italia ha e dunque del conseguente invecchiamento della popolazio-ne, nel 2056 ci troveremo con una popolazione di 53,7 milioni di abitanti contro i 60,6 attuali. Per “resistere” c’è bisogno di milioni di nuovi italiani, specie nelle regioni del sud che in proiezione futura registreranno uno spopola-mento drammatico (dai 14,1 milioni di abitanti attuali a 10,6 tra 50 anni). Dunque anche se

l’immigrazione suscita timori sempre più diff usi (ma non sempre fondati), resta il fatto che a questi preoccupanti dati demografi ci non si può sfuggire se si vuole garantire un futuro al sistema paese.Stando più nel presente ci confermiamo un po-polo fanatico dei social con un 67% di persone attive (specie su Facebook) contro il 60% della Spagna, il 56% della Germania e il 47% della Francia. Siamo anche attratti dalle tecnologie del futuro, a cominciare dalle auto a guida automatica (per il 61% di italiani l’intelligenza artifi ciale è una cosa buona per la società) e così si spiega anche perché due terzi degli

italiani sarebbero disposti a fare il telelavoro da casa (un 10% anche rinunciando a una parte del reddito).Infi ne, anche se i dati di vendita di automobili sono in crescita costante, l’auto la usiamo meno (il numero di spostamenti si è ridotto del 20% dal 2008 ad oggi). Mentre invece aumenta la voglia di viaggiare e andare in vacanza. Anche qui pur di partire, quasi tre italiani su quattro sono pronti a risparmiare su cene al ristorante, sull’abbi-gliamento o sul tempo libero. Del resto già nel 2017 la spesa procapite per i viaggi è cresciuta del 5%.

SUPERFOODAvocado 78%Zenzero 72%Olio di lino 52%Semi di lino 44%Semi di zucca 43%Germe di grano 41%Quinoa 39%Curcuma 22%Canapa 17%GoJi 16%Farina di riso 15%Stevia 14%Semi di chia 14%Zucchero di canna 12%Farro 12%Mandorla 10%

SIRT*Mirtillo rosso 30%Grano saraceno 23%Noci 15%Sedano 13%Datteri 11%Mele 11%Cipolle rosse 9%Arachidi 8%Rucola 7%

Variazioni nelle vendite tra 2016 e 1° semestre 2017

*Alimenti che contengono alteratori delle sirtuine, proteine

in grado di attivare gli stessi geni sollecitati dal digiuno

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Coopinforma novembre 2017 15

primo piano economia e società Terra, uomini e clima

Luca Mercallipresidente società meteorologica italiana

Quelle rivelazioni catastro� che

Da più di trent’anni a inizio settembre vado a misurare alcuni ghiacciai nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Mi capitava spesso alla fi ne degli anni ‘80 di partire all’alba dal colle del Nivolet con la prima brina sui pascoli che

era ormai un inconfondibile preludio d’autunno. Sul sentiero verso il ghiacciaio Basei, in attesa che il sole portasse un po’ di tepore, pensavo ai fatti di un mondo ancora privo di internet e cellulari nel quale si parlava poco o nulla di cambia-menti climatici causati dall’uomo. Un paio d’ore più tardi, all’arrivo sul caposaldo di misura a quota 2950 metri, mentre un vento freddo tagliava la faccia, trovavo un ghiacciaio sostanzialmente fermo rispetto all’anno prima, semicoperto dai nevai, ed era già tanto quando arretrava di mezzo metro. Poco interessante, per il glaciologo, nella sua stazionarietà. Eseguiti i rilievi, c’era appena il tempo per uno spuntino, con berretto, guanti e piumino, prima di correre a valle.

L’estate 2017 sulle Alpi è stata la seconda più calda dopo quella rovente del 2003. A inizio settembre salgo sul ghiacciaio in maglietta, la brina dell’alba non c’è più, l’erba è ancora verde, non c’è traccia dell’autunno. Arrivato al segnale di misura, più volte cambiato in questi anni per inseguire la ritirata del ghiac-ciaio, lo spettacolo che mi si para di fronte è stupefacente: quei luoghi solitari e remoti, gli unici dove ancora si può osservare una natura primordiale quasi indisturbata, mutano di anno in anno con una rapidità impressionante.

Intere bancate di ghiaccio sono scomparse nel giro di un’estate, al loro posto rocce lisciate dai ghiacci e cosparse di detriti caotici vedono il sole per la prima volta dopo 5000 anni. Non è un numero a caso, ma il risultato degli innumerevoli studi che hanno ricostruito il clima del passato attraverso pollini fossili e altri resti trovati nelle torbiere e nei sedimenti lacustri. Il sole picchia ma faccio comunque fatica a orientarmi, sono spaesato, acqua che cola da tutte le parti, il ghiaccio che mi va via letteralmente da sotto i piedi, circa cinque centimetri al giorno, e queste rocce così arcaiche sulle quali forse per la prima volta si posa un piede umano. Ho la consapevolezza di essere spettatore di una svolta climatica non solo nella breve storia dell’uomo, ma pure in quella immensamente più lunga della Terra. Il riscaldamento globale che solo trent’anni fa era una teoria per gli addetti ai lavori, oggi è una realtà tangibile, che accelera di anno in anno. Pur aspettandomi questi cambiamen-ti, non avrei mai pensato che potessero diventare così drastici, così percepibili a pelle. Eppure non bastano ancora, la sottovalutazione di questi sintomi da parte della società è frustrante, mi inquieta, mi spaventa. Nello stesso tempo, questo momento di catastrofi ca rivelazione della natura, questo ghiaccio che soff re e si dissolve muto davanti ai miei occhi per l’inquinamento prodotto dall’Umanità, ha qualcosa di solenne, di epocale. Mi rendo conto di vivere in tempi interessanti. Che però non è un’espressione ludica, ma un’antica maledizione cinese.

passione di tanti italiani (più 78% di vendite nei primi mesi del 2017). Ma subito dietro in gradua-toria c’è lo zenzero (più 72%), l’olio di lino (+52%), i semi di lino (+44%), i semi di zucca (+43%), la quinoa (+39%) la curcuma (+22%), il goji (+16%) e via a seguire con canapa, stevia, semi di chia, farro (tutti sopra al 10% di crescita).

Per chi non li conosce ci sono poi i Sirt, sigla che accomuna prodotti in grado di attivare gli stessi geni sollecitati dal digiuno. Anche qui la crescita è esponenziale: +30% il mirtillo rosso, +23% il grano saraceno, +15% le noci, +13% il sedano e +11% i datteri.

Meno vizi, piÙ sportLa ricerca di salute e benessere dunque viene sviluppata su più fronti. Lo conferma il fatto che un 69% di italiani è pronto a pagare qualcosa di più per avere un prodotto di qualità. In Germania ci si ferma al 61%, contro il 59% di Spagna e Regno Unito e il 51% della Francia.

Qualità fa anche rima con contenuti e livelli di servizio che nel prodotto cibo sono inclusi. Infatti, sempre nel primo semestre 2017, tra piatti pronti, spuntini, insalate pronte, piadine e pizze surgelate si segnala un +7,1%. Cioè ci riferiamo a prodotti che off rono al consumatore soluzioni rapi-de e veloci e lo aiutano nella gestione quotidiana.

Dunque di cibo si parla e si parlerà ancora a lun-go. L’insieme dei consumi alimentari, dal minimo toccato nel 2013, è in costante risalita, anche se c’è da dire che siamo ancora 5 punti sotto al massimo toccato nel 2010. Segno che la crisi, anche qui, ha lasciato segni profondi che occorrerà ancora tem-po per cancellare. Ma anche se si riuscirà a colmare del tutto questo gap, i consumatori sono cambiati.

Lo conferma indirettamente il fatto che in Italia si faccia più movimento: nel 2016 un 25,1% della popolazione ha fatto sport in modo continua-tivo (era il 23,1% l’anno prima), più un 9,7% che fa sport in modo saltuario (era il 9,5%). In più cala il numero di chi fuma (dal 23,7% nel 2012 al 19,8% del 2016) e cala il consumo di bevande alcoliche (dall’81% del 2006 al 77,3% del 2016). La voglia di salute e benessere, oltre che su cibo e sport, porta anche un numero sempre più alto di persone a rivolgersi a centri estetici (giro d’aff ari stimato del settore 21 miliardi di euro) così come cresce chi fa trattamenti di chirurgia plastica o medicina estetica (dal botox all’acido ialuronico, dalla liposuzione alla mastoplastica additiva).

Chiudiamo la panoramica citando i 2 milioni di italiani che praticano yoga. Anche questo è un pezzo signifi cativo di quella ricerca di salute e benessere che si incrocia costantemente con ciò che decidiamo di mangiare.

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16 Coopinforma novembre 2017

LA FABBRICA ITALIANA CONTADINA APRE A BOLOGNA IL 15 NOVEMBRE

Fico, il cibo è un pianetada scoprire — Paola Minoliti

Sarà il più grande parco del mondo dedicato alla meraviglia dell’agroalimentare italiano. Con ingresso gratuito, oltre 100.000 metri quadrati di coltivazioni, allevamenti, fabbriche, botteghe, chioschi, aree ristoro, giostre educative e aree didattiche per divertirsi, conoscere, imparare e assaggiare il meglio dell’enogastronomia italiana

primo piano economia

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Coopinforma novembre 2017 17

Oltre 100 mila metri quadrati dove, ogni giorno, si vive la meraviglia del nostro cibo, dal campo alla forchetta: un luogo vero ed unico, dove divertirsi, imparare, fare la

spesa e assaggiare il meglio della nostra enogastronomia attraverso campi, stalle, fabbriche, botteghe, chioschi, ristoranti e aree ristoro, giostre e aree didattiche. È Fico (Fabbri-ca Italiana Contadina) Eataly World, il più grande parco del mondo dedicato all’agroalimen-tare italiano, che apre il 15 novembre a Bologna, con ingresso gratuito. Inaugurazione attesissi-ma, visto che questo luogo immenso vuol fare scoprire a milioni di visitatori, famiglie, bambini, scuole e aziende - italiani e stranieri - il perché i nostri prodotti e la nostra cucina sono i più famosi e apprezzati del mondo. Consumatori è andato a scoprirlo.

Oltre 200 animali e 2.000 tipi di piante Il merito va innanzitutto alla biodiversità del nostro Paese, che off re la maggiore varietà al mondo di piante ed animali, e dunque di in-gredienti, che grazie alla mano dell’uomo si sono tradotti in una enorme ricchezza di piatti, bevande, ricette e lavorazioni tradizionali.

Dunque, a Fico si potrà visitare una grande “fattoria” all’aperto di 20 mila metri qua-drati, con colture dimostrative e allevamenti didattici che mostrano le 2.000 cultivar prin-cipali dell’agricoltura italiana e 200 animali vivi di razze tradizionali: dai maialini di Mora romagnola alla pecora sarda, le mucche friso-ne e tutte le altre razze di suini, bovini, ovini, caprini, galline ed altri animali da cortile che dimoreranno nelle stalle del Parco.

Una vera e propria “arca” della nostra biodiversità, dove capire l’agricoltura italiana ed ammirare alberi da frutto e ulivi secolari, orti, agrumi, campi di cereali e perfi no una vera tartufaia e un luppoleto da birra.

Questo spicchio di campagna italiana circonda gli 80 mila metri quadrati di spazi coperti, ali-mentati con energia pulita grazie al più grande impianto fotovoltaico su tetto d’Europa.

Le 40 fabbricHe della bontÀDentro alla Fabbrica Italiana Contadina si può poi scoprire come dai campi e dalle stalle nascono le bontà che tutto il mondo apprez-za. Negli 80 mila metri quadrati coperti si possono visitare e vedere all’opera 40 fabbriche che, ogni giorno, per ciascuna fi liera, mostrano dal vivo le tecniche, l’abilità ed i segreti da cui nascono prodotti unici: il prosciutto di Parma,

i salumi della Bassa parmense e la mortadel-la di Bologna; e poi i salumi di cinta senese e quelli di Suino Nero calabrese, la carne, il latte, lo yogurt e i formaggi freschi; il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, lo squacquerone e il raviggiolo, la caciotta, il pane, la pasta fresca e secca e all’uovo, la farina macinata a pietra, il riso, i sughi e la frutta conservata; la raccolta ed il confezionamento delle uova, la lavorazione del pesce, la torrefazione del caff è, il cioccolato, il panettone ed i biscotti, il miele, la pasticceria siciliana, il gelato, i confetti tradizionali, le ca-ramelle e la liquirizia, il tartufo, la birra, il vino, l’olio, il pomodoro, il pollame.

Non c’è che l’imbarazzo della scelta: la pro-duzione è quotidiana, dal vivo e autentica, e i prodotti di Fico si potranno assaggiare diretta-mente nelle fabbriche oppure nelle oltre 40 aree ristoro, fatte di trattorie, ristoranti, chioschi di

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APERTO DAL 15 NOVEMBRE

Per i soci Coop

ecco i vantaggi

A FICO l’ingresso è gratuito, e i soci Coop godono di prezzi speciali sulle esperienze aggiuntive - come le Giostre multimediali, le visite guidate degli Ambasciatori della Biodiversità e i corsi di cucina e di degustazione (sconti sino al 20%). Inoltre è possibile contattare i responsabili della propria Zona Soci Coop per organizzare visite di gruppo a condizioni particolarmente favorevoli. Informazioni direttamente a FICO Eataly World e presso la Coop di cui si è soci.

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street food, bar e bistrot dedicati al buon bere e alla buona tavola.

Alla scoperta di ristoro e il mercatoPerché a Fico, naturalmente, si potrà anche mangiare, con piatti e proposte per tutti i gusti e tutte le tasche. Per uno spuntino o un pasto informale, tanti chioschi proporranno i classici più gustosi del cibo di strada come arancine, arro-sticini, porchetta, piadina, pizza, polenta e tante atre specialità “da passeggio”. Per chi invece vuol fermarsi per un pranzo o una cena, sono a disposizione decine di possibilità – dalle tratto-rie agli “stellati” – che propongono ingredienti e piatti della nostra tradizione: dai primi al pesce, la carne, i tartufi, la cacciagione e via assaporando...

Per finire, ben 9.000 metri quadrati dell’area coperta sono dedicati al mercato, dove trovare e acquistare gli ingredienti e le specialità tipiche italiane, o semplicemente fermarsi a goderne profumi e colori in una delle meravigliose piazze coperte.

Imparare e conoscere, divertendosi Fico è pensato per imparare e divertirsi usan-do i sensi, il cuore, la testa e le mani. Oltre alle esperienze da vivere nei campi, nelle stalle e nelle fabbriche, ci sono 6 “giostre educative” interattive che raccontano il rapporto millena-rio tra l’uomo e il fuoco, la terra, i tre principali liquidi da lui creati - vino, olio e birra - il mare, gli

animali, il futuro. Un “carosello” davvero sorprendente e coinvol-

gente, che si aggiunge alle decine di eventi e corsi quotidiani. Qualche esempio? La scuola di pasta, la caccia al tartufo, come si producono la birra, il vino, il formaggio.

Nel Parco trovano posto anche aule didatti-che attrezzate per grandi e piccoli, ai quali sono dedicate inoltre l’area bimbi ed attività specifiche per le scuole.

Bellezza, territori, culturaFico vuole offrire al mondo un “assaggio” della bellezza, i territori e la cultura che il nostro Paese può offrire. Dunque, per far posto alla conoscen-za e alla cultura, ci sono anche l’arena centrale, che ospiterà spettacoli ed eventi, un Centro Congressi, con teatro e cinema, e ad una grande libreria Coop con uno spazio dedicato alla storia ed ai valori di Coop.

Del Parco fa parte anche la “Fondazione Fico per l’educazione alimentare e alla Sostenibilità”, che annovera tra i propri fondatori quattro Università (Bologna, Pollenzo, Benincasa di Napoli e Trento). La Fondazione Fico è vero polo nazionale per la ricerca, la promozione e la divulgazione di stili di vita e di consumo sani. Mentre l’associazione italiana dei Comuni Patrimonio dell’Umanità Unesco collaborerà a promuovere a Fico le grandi bellezze del nostro Paese.

18 Coopinforma novembre 20177

Nelle 40 fabbriche

i visitatori potranno

vedere come

nascono tanti

dei più rinomati

prodotti italiani.

E poi assaggiare i

loro gusti e sapori

anche in trattorie,

chioschi e ristoranti

continua da pagina 17

primo piano economia

Web e socialWWW.eatalyWorld.itcanali social: Facebook, instagram, tWitter #eatalyWorld #Wait4Fico #doyouFeelFico #iocisaro

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Coopinforma novembre 2017 19

«Un progetto di sistema per l'ItaliaCon la cooperazione protagonista»

«Fico è un progetto di sistema, che ha per protagonisti il pubblico, il privato e 150 delle migliori aziende del Paese: grandi, piccole, del Nord e del Sud, consorzi di produttori ed

anche il mondo cooperativo, con imprese come Camst, Granarolo, Cevico e Coop. Infatti Coop Alleanza 3.0 e Coop Reno non solo hanno investito nella realizzazione del Parco, ma insieme a Eataly detengono la società di gestio-ne, Fico Eataly World». Tiziana Primori, amministratore delegato di Fico, spiega così l’origine del progetto, nato quattro anni fa per valorizzare l’area del Caab, il mercato ortofrutti-

colo all’ingrosso di Bologna: uno spazio bellissi-mo ma sottoutilizzato.

I “motori” che hanno trasformato l’idea in realtà, accanto a Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna, sono stati, oltre a Primori, il fondatore di Eataly Oscar Farinetti, il presi-dente ed il direttore generale del Caab Andrea Segrè e Alessandro Bonfi glioli. «In tanti - sottolinea Primori - hanno dato il proprio contributo con un grande obiettivo comune: fare rinascere l'Italia dalla sua storia, dai suoi prodotti, dalla sua capacità di attrazione turistica e dalla cultura, che sono la grande risorsa del nostro Paese».

TIZIANAPRIMORI

AMMINISTRATORE DELEGATO FICO EATALY

WORLD

primo piano economia

UN’ESPERIENZA UNICAL’eccellenza italiana dal campo alla forchetta

Scopri di più:Eatalyworld srlvia Paolo Canali 40127 Bologna (Italy)www.eatalyworld.it

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FICOEatalyWorld

CAPIREL’AGRICOLTURAITALIANA

20.000 MQdi campi e stalle con più di

200 animali e 2000 cultivar.

CAPIRE LA TRASFORMAZIONEALIMENTARE

40 fabbrichecontadineper vedere la produzione di carni,pesce, formaggi,pasta, olio, dolci, birra, ecc.

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GUSTARE I PIATTIMIGLIORI

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FARE UN GIRO IN“GIOSTRA”

6 “giostre” educativededicate al fuoco, alla terra, al mare, agli animali, al vino e al futuro.

DIVERTIRSI EIMPARARE

30 eventi e 50 corsi al giornotra aule e spazi didattici.

REALIZZARE MEETINGE CONFERENZE

nel centro congressi attrezzato modulabile da 50 a 1000persone.

L’itinerario può essere percorso a piedi o in bicicletta,libero o assistito da ambasciatori della biodiversità italiana.

, 8

Ogni giorno dalle 10 alle 24Come visitare FicoFICO Eataly World sarà aperto dal 15 novembre, tutti i giorni dalle 10 alle 24, con accesso libero e gratuito. Si trova in via Paolo Canali 8 a Bologna ed è raggiungibile facilmente in macchina, con la A14 uscita “Bologna Fiera”. Per chi viene in treno ed in aereo, è collegato con autobus e navetta dalla stazione centrale ed al centro di Bologna. Sono inoltre attivi collegamenti giornalieri con autobus veloci dalle principali città italiane. Maggiori informazioni su viabilità e trasporti su www.eatalywor-ld.it. Per fare tappa a Bologna e visitare il Parco, inoltre, le agenzie di viaggio Robintur e Viaggi Coop off rono pacchetti particolarmente interessanti (informazioni in agenzia e su www.robintur.it).

A piedi o in biciCon gli ambasciatori della biodiversitàFICO Eataly World off re 3 chilometri di itinerari, da percorrere da soli o facendosi accompagnare dagli Am-basciatori della Biodiversità: guide esperte della natura, dei sapori e di ogni particolarità di FICO, e del saper fare dell'Italia. Il Parco è attraversato da una pista ciclabile coperta, da percorrere con la prima bici a tre ruote per fare la spesa, dotata di carrello e mini frigo, disegnata appositamente per FICO dal celebre produttore di bici Bianchi.

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20 Consumatori gennaio 2017

Il percorso avviato ormai da più di un anno che sta progressivamente ridisegnando l’intera offerta dei prodotti a marchio Coop è arrivato a incrociare anche l’articolata

gamma di referenze dedicate all’assorbenza femminile (cioè assorbenti e salvaslip). Una gamma che offre ora diverse novità, tutte nate per la volontà Coop di tenere insieme conve-nienza e distintività, dove la distintività riguarda la qualità, le prestazioni dei materiali, la cura dei dettagli, ma anche (specie per alcune referenze) una specifica attenzione all’ambiente e alla sostenibilità.

Partiamo proprio da quest’ultimo filone, perché una delle novità proposte è proprio il debutto di Vivi verde nell’igiene intima femminile con assorbenti e proteggi slip, grazie alla conversio-ne della precedente linea Coop a base di cotone convenzionale ad una nuova e innovativa linea realizzata pensando al benessere delle donne e all’ambiente, in modo da offrire una protezione naturale perché completamente a base di compo-nenti organici ed ecologici.

La materia prima degli assorbenti e i salvaslip Vivi verde Coop è di origine biologica (sia il cuore assorbente sia la parte filtrante sono al 100% in puro cotone bio). Il cotone biologico è natu-ralmente delicato, traspirante, ipoallergenico e garantisce un’efficace protezione e il massimo

PARLIAMO DI ASSORBENZA

Benessere femminile‒ a cura della redazione

Ecco tutte le novitàtra assorbenti e salvaslipEcco l‘elenco di tutti i prodotti Coop per l’assorbenza femminile:

ASSORBENTI ESTERNI● Ultra sottili anatomici ripiegati Pz 16 ● Ultra sottili con ali ripiegati Pz 14● Ultra sottili lungo con ali ripiegati Pz 12● Ultra sottili extra lungo con ali ripiegati

Pz 10● Maxi giorno con ali ripiegati Pz 14● Maxi extra lungo anatomico disteso Pz 16

SALVASLIP● Ultra sottili stesi scatola Pz 32● Ultra sottili ripiegati Pz 40● Coop stesi scatola Pz 2● Maxi Coop distesi scatola Pz 28● Coop normale e tanga steso scatola Pz 30

consumare informati prodotto Coop

LINEA VIVIVERDEASSORBENTI ESTERNI● Viviverde ultra sottili in cotone bio giorno flusso normale Pz 12 ● Assorbenti Viviverde ultra sottili in cotone bio notte flusso intenso Pz 10

SALVASLIP● Viviverde in Cotone bio ripiegati Pz 24● Viviverde in cotone bio stesi Pz 20

Completamente rinnovata la gamma all’insegna di comfort e convenienza. E debuttano quattro proposte nella linea Viviverde con cotone bio

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Coopinforma novembre 2017 21

comfort, minimizzando il rischio di allergie e irritazioni.

Anche le componenti di packaging e di prodot-to sono state pensate per associare sicurezza, benessere e sostenibilità ambientale. I salvaslip utilizzano un astuccio a base di carta prodotta con cellulose provenienti da foreste controllate e certificate, gestite secondo rigorosi criteri eco-nomici, sociali e di salvaguardia ambientale. Le bustine e la confezione avvolgi assorbenti e salva-slip, così come altre componenti tecniche, sono in bioplastiche (a base di materie prime provenienti da fonti rinnovabili, contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra).

Caratteristiche, queste, che nel loro insieme una volta di più, rendono concreto l’impegno ambien-tale di Coop, attraverso prodotti unici e innovativi, studiati per migliorare la vita delle persone.

C’è poi la gamma per l’assorbenza femminile dei prodotti della Linea Coop.

Parliamo di 6 tipi di assorbenti e 5 tipi di salva- slip. Su tutte queste referenze si è proceduto a una revisione delle caratteristiche tecniche del prodotto, con l’obiettivo di migliorarne ed ag-giornarne la prestazione, accompagnata da una completa revisione del packaging, per rimarcare visivamente le novità ed evidenziarne l’elevato contenuto tecnico.

Tra gli assorbenti esterni, quelli Ultra, offrono sicurezza e comfort e grazie allo spessore più sot-tile hanno anche una forma più discreta.

In generale con la revisione si è lavorato sulla: 1) Vestibilità: migliorando l’anatomicità del pro-

dotto; 2) Sicurezza: introducendo una componente controlla odore; 3) Femminilità: con lo sviluppo di stampe e profumando delicatamente il prodotto.

Novità anche sugli assorbenti Maxi, in questa tipologia di prodotto indirizzata principalmente ad un consumo tradizionale, è stata sviluppata una referenza giorno, ripiegata in bustina e dallo spessore più sottile, a garanzia di maggiore comfort e praticità.

Sia negli assorbenti Ultra che Maxi, sono stati confermati i prodotti specifici per la notte (e per un flusso più intenso) che offrono una maggiore sicurezza perché più larghi e più lunghi.

Tra i Salvaslip (presenti sia nel formato steso che ripiegato), sono stati introdotti nella nuova gamma le versioni Ultra sottili per una maggiore vestibilità e discrezione, grazie al nucleo super assorbente che garantisce sicurezza e protezione.

Sempre nei Salvaslip, entro fine anno è prevista l’uscita di una nuova referenza il Salvaslip maxi long (da 28 pezzi), è ancora più lungo e assorben-te dei proteggi-slip per una protezione straordina-ria.

Dallo scaffale Coopquesto mese vi segnaliamo

Taralli Fiorfiore Coop in monoporzioniGiusto in tempo per l’apertura delle scuole, è arrivato un nuovo praticissimo formato di taralli fior fiore coop da mettere nello zaino: la nuova busta da 420 gr contiene infatti 12 singole porzioni di taralli. Stessa ricetta fiorfiore e quindi lavorati secondo la tradizione pugliese con farina di frumento e olio extravergine di oliva. Per uno snack veloce in qualsiasi momento della giornata, a casa o fuori.

Frollini Bene.sì senza glutine con gocce di cioccolatoIl nuovo frollino con gocce di cioccolato senza glutine Bene.sì Coop cambia ricetta, aspetto e formato. Si inserisce nella nuova offerta di frollini gustosi (con grano saraceno, con cacao e nocciole, classici con panna) ed è adatto ai diversi momenti della giornata, a cominciare dalla prima colazione, ma anche ideale come rompi digiuno o per uno spuntino pomeridiano.

Cioccolata Solidal e settimane FairtradeIn occasione delle settimane Fairtrade che nel mese di ottobre (negli Iper dal 5 al 18, nei Super dal 12 al 25) vedranno la promozione dei prodotti del commercio equo e solidale e quindi della linea Solidal Coop, ricordiamo che da pochi mesi Coop ha legato l’intera offerta di tavolette di cioccolato (ce ne sono ben 10 tipi diversi) alla filiera produttiva le-gata al commercio equo e solidale e dunque al marchio Solidal. Dunque prodotti che, ol-tre a prendersi cura dei destini dei lavoratori e delle comunità locali di tanti paesi del sud del mondo, sono buoni e di ottima qualità. Provare per credere!

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22 Coopinforma novembre 2017

Ottobre è il mese in cui si programma il cambio degli pneumatici. Da metà novembre, infatti, scatta sulla maggior parte delle strade italiane (la normativa è articolata e regolata

da ordinanze locali) l’obbligo di viaggiare con a bordo le catene o, ancora meglio, di aver montato le gomme invernali che aumentano il livello di sicurezza sul bagnato e sui fondi ghiacciati. Come molti sanno, gli invernali sono effi caci a una temperatura inferiore ai 7 gradi centigradi, mentre al di sopra “soff rono” fenomeni di cristalliz-zazione e di usura anticipata.

Se abitate in località caratterizzate da inverni miti o vi siete chiesti perché il periodo di obbliga-

I classici invernali Una scelta sempre validaGli pneumatici “all seasons” sono uguali ai pneumatici invernali? In termini tecnici diff erenze come abbiamo visto ce ne sono, ma secon-do la legge la risposta è sì. Il codice della strada equipara infatti le gomme marchiate M+S, per cui equipaggiando la vettura con un treno di Mudd+Snow=Fango+Neve si è in regola per la circolazio-ne stradale nelle zone in cui vige l’obbligo di pneumatici invernali o catene da neve a bordo. Chi opta per una gomma invernale “pura”, detta anche termica, comunque non sbaglia mai considerando che il 48% degli incidenti nel periodo invernale è causato da asfalto sdrucciolevole per pioggia, neve o ghiaccio e i “winter “ sono progettati proprio per garantire la massima aderenza al suolo. Il loro utilizzo riduce gli spazi di frenata di circa 5 metri in caso di pioggia, di 8 metri in caso di neve e di 13 metri in caso di ghiaccio.

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Mano al portafoglioPneumatico 205/55 R 16(il formato più venduto)

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torietà (che dura fi no al 15 marzo) non si adegui al cambiamento climatico – che sta alzando un po’ ovunque le temperature medie – c’è una soluzione valida in alternativa agli pneumatici invernali. Sono gli “all seasons”, o multistagione, di nuova conce-zione, che riportano sul copertone la sigla M+S (Mud-d+Snow=Fango+Neve) richiesta dalle normative europee per viaggiare in superstrade/autostrade senza catene. Gli all seasons di ultima generazio-ne hanno mescole e battistrada completamente ri-progettati e con una scolpitura particolare (vedi disegno a lato e foto sopra). In commercio dal 2015, assicurano prestazioni superiori ai multistagione più classici, e chi li usa può dire addio senza rim-pianti al doppio cambio annuale.

PNEUMATICI “ALL SEASONS” O INVERNALI PER IL CAMBIO-GOMME?

— Claudio Strano

Si avvicina il momento di montare gli pneumatici invernali, richiesti da metà novembre su molte strade. Oltre agli invernali, gli esperti quest’anno quotano i “multistagione”. «Nessuna riserva sulla sicurezza – garantiscono – e si pagano i costi»

“Quattro stagioni” che bontà

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Coopinforma novembre 2017 23

Non si addicono soltanto ad aree urbane o di pia-nura con temperature miti. Oltre al fattore climati-co, altri criteri che ne suggeriscono l’acquisto sono se si percorrono pochi chilometri l’anno, tra i 10 e i 15mila, o se si possiede un 4x4 a trazione integrale su cui le prestazioni risultano più che suffi cienti. Grazie alle nuove tecnologie, i “quattro stagioni” stanno erodendo quote di mercato agli stagionali: hanno conquistato tra il 20 e il 25% delle vendite nel 2016 a livello Europa e il 2017, secondo gli esperti, sarà il loro anno, in un mercato in grande movimento dove il 65% degli automobilisti del vec-chio continente – dicono le statistiche – ancora non sostituisce le gomme estive con quelle invernali, per pigrizia o per sottovalutazione del rischio.

Il risultato dei test e il calcolo dei costiI test eff ettuati dall’ente tedesco di supervisione tecnica GTÜ promuovono le nuove mescole che, contenendo una maggiore quantità di silice, riescono ad essere morbide anche con temperature rigide o comunque inferiori ai 7 gradi, mentre per ri-durre l’aquaplaning presentano un numero più alto di lamelle e scanalature. Più alto, ma non eccessivo, in modo da non far esplodere i consumi nei mesi estivi per via del troppo attrito.

Queste migliorie tecniche, rapportate all’aderen-za sull’asfalto e agli spazi di frenata, fanno con-cludere i tecnici tedeschi che «non ci sono riserve importanti per quanto riguarda la sicurezza. Gli “all seasons” garantiscono la mobilità anche in inverno, assicurando i requisiti obbligatori nella stagione fredda, e si pagano i costi». Pe la rivista tedesca Auto Bild, perciò, «vale sicuramente la pena di prenderli in considerazione al momento del cam-bio-gomme, sapendo, però, che si ottiene quello che si paga (cioè che i risultati sono convincenti sui prodotti top di gamma, meno sui più economici asiatici, ndr) e che gli estivi e gli invernali dedicati non possono essere ancora battuti in alcune aree di prestazione specifi che».

Per quanto riguarda il prezzo, quello dei “quattro stagioni” è leggermente inferiore nel caso di prodot-ti premium e di seconda fascia, mentre per i marchi di primo prezzo o “smarcati” la diff erenza con gli invernali è quasi nulla. Va considerato, inoltre, che in tasca rimane il centinaio di euro (tra sostituzione e rimessaggio dal gommista) del doppio cambio evitato degli stagionali.

Quanto alla somma dei chilometri percorsi e ai consumi di carburante, qualche contraccolpo è inevitabile visto che gli “all seasons” anche di ultima generazione sono comunque un compro-messo: per avere un’aderenza accettabile sia d’estate che d’inverno, si sacrifi ca la riduzione dei consumi estivi e si limita la durata nel tempo.

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Vendite online Un successo per CoopScegliersi le migliori gomme su un portale web, confrontare le varie marche e acquistare con un click. La consegna avviene a domicilio ed è inclusa nel prezzo. Grazie anche alla convenienza (il contributo ambientale per lo smaltimento è già assolto e compreso nel prezzo) l’off erta di pneumatici su Coop online, il portale di e-commerce della Coop, sta avendo un notevole successo. Tra estivi, invernali, quattro stagioni e ricostruiti, le vendite registrano un incremento annuale di circa il 20%. In ottobre è prevista una promozione degli invernali ricostruiti con sconti fi no al 30%. Sempre in ottobre si può sfruttare il re-galo per il quinto compleanno di Coop online. Per maggiori informazioni ed essere sempre aggiornati, basta iscriversi alla newsletter disponibile su www.cooponline.it. In questo periodo dell’anno, infi ne, nei diversi ipercoop sono organizzate vendite di pneumatici a prezzi vantaggiosi. Per fruirne rivolgersi direttamente a punto vendita.

Occhio a...Le misure sulla tua carta di circolazione Per avere la sicurezza di quello che compri, apri la carta di circolazione della tua auto al foglio n. 3. Qui trovi le misure di riferimento principali per i tuoi pneumatici (ad esempio 185/65 R15 88H) omologate dal costruttore. Ma non fermarti nella lettura. Nella parte bassa della pagina trovi, infatti, la dicitura “segue pneumatici”, e di seguuto tutte le misure che puoi montare in alternativa sulla tua auto oltre a quella precedente (ad esempio 195/60 R15 88V, 205/55 R16 91V, 205/55 ZR16, ecc.).

E.. Indica l’omologazione e il paese che l’ha rilasciata (E1, E2, E3, ecc.). L’omologazione è un requisito obbligatorio

215/ Larghezza nominale del pneuma-tico espressa in millimetri

/55 Serie tecnica del pneumatico. Esprime il rapporto percentuale tra altezza del fi anco e larghezza nominale del pneumatico

R Costruzione radiale

17 Diametro del cerchio in pollici

94 Indice di carico del pneumatic0

H Codice di velocità. Indica la velocità massima per la quale è stato omologato il pneumatico

M+S indica che il pneumatico ha caratteristiche invernali

Snow� ake, simbolo aggiuntivo non obbligatorio in Italia per pneumatici invernali particolari,

che vengono defi niti winter

Come si legge la marcatura

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RiSpondE

CHIARA FAENZAResponsabile sostenibilità

e innovazione valori di Coop Italia

L'EFsA (cioè l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha

nuovamente valutato la sicurezza del mono sodio glutammato fi ssando la dose massima giornaliera consen-tita a 30 mg per ogni chilogrammo di peso corporeo. Dunque un valore ben più basso rispetto a quello fi no ad oggi consenti-to di 10 g per chilogrammo di alimento (e che secondo EFSA porterebbe ad una sovraesposizione). La soglia di 30 mg/kg di peso corpo-reo, secondo Efsa, potrebbe essere superata in determi-nate fasce di popolazione. Per tal motivo l’EFsA suggeri-

sce di rivedere al ribasso gli attuali limiti consentiti di aggiunta di glutammato come additivo negli alimenti.L'acido glutammico è un aminoacido, unità costituti-va delle proteine, prodotto naturalmente nell'organi-smo umano e presente in forma libera (non legata) in alcuni alimenti come ad esempio i pomodori, la salsa di soia e alcuni formaggi. L'acidoglutammico e i suoi sali, comunemente indicati come glutammati, sono additivi alimentari auto-rizzati nell'Unione europea (UE). Vengono aggiunti come “insaporitori” ad una vasta gamma di alimenti per migliorarne il gusto confe-rendo un sapore "salato" o "di carne”. Esempi di pro-dotti in cui viene utilizzato questo tipo di additivo sono gli insaporitori (tra cui i dadi), i salumi, condimenti, ecc ecc.Negli anni sono state

consumare informati la posta

Coop, stop al glutammatoVolevo avere chiarimenti circa il glutammato e il suo uso, piuttosto diff uso, in tanti prodotti alimentari. Qualche amico sostiene sia da evitare. Cosa potete dirmi in proposito e qual è la posizione di Coop?

gli indirizzi per scrivere a questa rubrica: [email protected]

viale aldo moro 16, 40127 bolognaFaX 051 6316908 | WWW.consumatori.e-coop.it

tWitter.com/consumatoricoop | WWW.Facebook.com/consumatoricoop

condotte varie ricerche su eventuali problematiche di neurotossicità del glutam-mato. In relazione ai rischi potenziali EFsA ha preso in considerazione gli studi disponibili sulla tossicità neurologica correlata all’e-sposizione ai glutammati; e in base a ciò ha stabolito che non si osservano effetti avversi sull’organismo fino alla citata soglia dei 30 mg/kg di peso corporeo, dose giornaliera massima tolle-rabile. Attualmente nella normati-va in vigore nella Comunità Europea non esiste uno specifico livello numeri-co di sicurezza (ADi) per l'as-sunzione di acido glutam-mico e glutammati utilizzati come additivi alimentari. Nell'Unione Europea l'ag-giunta di glutammati (che esistono in 6 tipologie) è generalmente consentita fino a un livello massimo di 10 g per kg di alimento (sin-golarmente o in combina-zione – espressi come acido glutammico totale).Nei sostituti del sale, negli insaporitori e nei condimen-

ti non esiste un quantitativo numerico massimo consen-tito per i glutammati, che devono essere utilizzati conformemente alle buone pratiche di fabbricazione. Resta il fatto che EFsA sug-gerisce di rivedere al ribasso i livelli di acido glutammico e glutammati aggiunti agli alimenti, in particolare nei prodotti di pasticceria fine, zuppe e brodi, salse, carne e prodotti a base di carne, condimenti e insaporitori, e negli integratori alimentari. Coop, che già dai primi anni 2000 aveva deciso in virtù del principio di precauzione, di eliminare il glutamma-to, ove possibile, dai suoi prodotti (citiamo tutti i dadi e gli insaporitori nonché i salumi Fior fi ore) e comun-que in caso di presenza di garantirne un valore al di sotto dell’1%, oggi a fronte della nuova raccomanda-zione dell’EFsA di rivedere i livelli massimi consentiti di glutammato come additivo alimentare Coop ha decisodi eliminare completamente il glutammato da tutti i suoi prodotti a marchio Coop food.

24 Coopinforma novembre 2017

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Coopinforma novembre 2017 25

consumare informati web & social

Per una ecologiadella vita digitaleCon i social network, la posta elettronica e i sistemi di messaggistica siamo immersi in un gigantesco fl usso di notizie, fonte di continua distrazione e ansia di perderci qualcosa. Ecco come gestire quest'invadenza

Dovrei terminare un lavoro, ma Facebook mi segnala un commento a una mia foto e sul tab della posta risultano due nuovi messaggi da leggere; oppure è sera, sono stanca e so che dovrei andare a dormire perché domani sarà una giornata impegnativa, ma la tentazione di compulsare lo

smartphone per controllare se sono arrivati messaggi o leggere gli ultimi post degli amici è troppo forte e fi nisco per passare due ore a fare zapping fra le app.

Vi riconoscete in una di queste situazioni? La quantità di informazioni e dati che produciamo cresce a ritmo esponenziale e siamo noi stessi ad alimentarla: con gli strumenti digitali è facile e quasi automatico lasciare tracce di noi, e le parole che in passato volavano via, ascoltate solo dagli astanti, ora diventano un post, un commento, un messaggio WhatsApp, con un pubblico potenzialmente molto più vasto. E noi fi niamo sommersi dalle notifi che e dalle informazioni, in un fl usso in cui le chiacchiere da pausa caff è si mescolano alle notizie di politica e cronaca, i link utili per il nostro lavoro stanno in mezzo ai commenti e alle faccine allegre o tristi che amici e sconosciuti attaccano alle nostre foto.

È facile farci travolgere e perdere il controllo del nostro tempo e della nostra attenzione. D’altra parte tutti questi strumenti ci danno vantaggi e opportunità a cui non vogliamo rinunciare: come fare per mantenere l’equilibrio?

Perdersi Qualcosa non È un problemaIl primo passo è accettare una realtà ineludibile: non possiamo seguire tutto, non siamo tenuti a essere dappertutto, non siamo obbligati ad accettare tutti nella nostra rete. La cosiddetta F.O.M.O. (Fear of Missing Out), la paura di restare indietro se ci perdiamo qualcosa, è un fantasma ingannevole: non succederà niente di grave se non prendiamo parte all’ennesimo fl ame o non leggiamo tutti i messaggi del gruppo WhatsApp della scuola.

Per approfondireLe notifi che sono il maleLe notifi che funzionano come una vera e propria droga: sapere che qualcuno ci ha mandato un messaggio, che una foto è piaciuta, che abbiamo una nuova richiesta, è una piccola gratifi cazione che stimola il rilascio di dopamina nel nostro sistema nervoso.Purtroppo col tempo tendiamo a divenire dipendenti da questo tipo di stimoli e ad averne bisogno in dosi sempre maggiori per mantenere il nostro benessere; così passiamo il nostro tempo a controllare lo smartphone alla ricerca di qualche dimostrazione della nostra esistenza e importanza.Per riprendere il controllo del nostro tempo e della nostra attenzione dobbiamo spegnere le notifi che: un po’ alla volta la gratifi cazione che ne otterremo, guadagnando in focus e in capacità di dedicarci pienamente alle cose davvero importanti, sarà molto più fondata e solida del piacere di un like.

Non aumentiamo il rumoreCosì come non succederà niente di grave se ci perdiamo qualcosa, allo stesso modo non spariremo dal mondo se ogni tanto evitiamo di dire la nostra su un argomento, soprattutto se si tratta di qualcosa di cui non sappiamo molto. Parlare per dare aria alla bocca non fa bene né a noi né a chi ci ascolta o ci legge su Facebook.

Alessandra Farabegolidocente ed esperta

di comunicazione Web

Alessandra Farabegolidocente ed esperta

di comunicazione Web

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26 Coopinforma novembre 2017

vivere bene cucina

Risotto alla zucca e chiodini

serve 4 Personepreparazione 10 min.cottura 30 min.280 g di riso Carnaroli o Arborio 400 g di funghi chiodini250 g di polpa di zucca100 g di scamorza a� umicata100 ml di vino bianco secco1 litro di brodo di verdura1/2 cipolla1 spicchio d’aglio1 mazzetto di timoolio d’oliva extraverginesale e pepe

Per il risotto tritate la cipolla e fatela stufare in una casseruola con un fi lo d’olio e qualche cucchiaio d’acqua per evitare che si annerisca. Versate il riso, tostatelo per qualche minuto mescolando di tanto in tanto e sfumate con il vino bianco. Aggiunge-te la zucca tagliata a dadini, versate il brodo bollente poco alla volta e portate a cottura.

Pulite i funghi e saltateli in padella con l’aglio, un fi lo d’olio, il timo, sale e pepe per 5 minuti. Quando il riso sarà pronto mantecatelo con la scamorza tagliata a dadini e servitelo con i funghi.La curiosità: Una buona zucca ha polpa dolce, soda e poco fi brosa. Tra le varietà più note e consumate in cu-cina ricordiamo la Berrettina piacentina, la zucca tradizio-nale reggiana e mantovana (detta “cappello del prete” per la sua forma caratteristica che ricorda un cappello), la Marina di Chioggia e la Lunga di Napoli.

vino Alto AdiGe ScHiaVa

NOVEMBRE SI TINGE DI ARANCIONE

La zucca è dolce e salataL’ortaggio più rappresentativo dell’autunno è l’ingrediente principale di specialità classiche e piatti innovativi

— a cura di Fiorfi ore in cucina

Il prodotto Coop indicato per questa ricetta: Riso CarnaroliCoop

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Coopinforma novembre 2017 27

vivere bene cucina

Burger vegan con zucca e carote

serve 4 Personepreparazione 15 min.cottura 40 min.1 confezione di burger di soia vivi verde2 patate2 fette di zucca1 cipolla grande250 g di carote a rondelle1 spicchio d’aglio1/2 cucchiaino di cumino1 cucchiaio abbondante d’aceto1/2 cucchiaio di succo di zenzero1 cucchiaino di harissa (salsa a base di peperoncino piccante)1 rametto di rosmarino4 foglie di salviaolio d’oliva evosale marino integrale

Rosolate in padella i burger con salvia e rosmarino e teneteli da parte. Nella stessa padella mettete ancora un po’ d’olio e unite la cipolla aff ettata, la zucca a pezzi di 2 cm e le patate

a tocchetti. Fate cuocere a fuoco vivace, mescolando continuamente per 6 minuti, salate, aggiungete un po’ d’ac-qua, abbassate il fuoco, coprite e portate a cottura. Aff ettate le carote e saltatele in padella con olio, aglio, ha-rissa e cumino fi nché saranno tenere. Versate l’aceto, fatelo sfumare alzando il fuoco e regolate di sale. Trasferite le carote in una ciotola, condite con il succo di zenzero e frullate. Servite gli hamburger con la zucca e la crema di carote.La variante: Se non amate il gusto piccante del condimento a base di harissa, cumino e zenzero, potete insaporire le carote con l’aggiunta di qual-che fogliolina di timo.

vino Collio Malvasia

Sformato di zucca con salsiccia

serve 4 Personepreparazione 15 min.cottura 45 min.500 g di polpa di zucca250 g di salsiccia1 radicchio rosso3 uova30 g di Parmigiano Reggiano Dop 30 mesi � or � ore30 g di burro50 ml di vino rosso50 ml di panna fresca2 cucchiai di olio d’oliva extravergine pangrattatonoce moscatasale

Massimo Montanari docente di storia medievalee storia dell’alimentazioneuniversità di bologna

2018, l’anno del cibo italiano

Ai primi di settembre ho partecipato a una tavola rotonda con i ministri della Repubblica Dario Franceschini e Maurizio Martina e il fondatore di Slow Food Carlo Petrini. Tema: l’anno del cibo italiano, che i due ministri lanceranno nel 2018. Svolgimento: parlare di cibo – e promuoverlo, e proteggerlo – in una prospettiva che non sia quella degli spadellatori televisivi, concentrati sulla ricetta e sulla compo-sizione del piatto (che, peraltro, il tele-voyeur non gusterà). La pro-spettiva vuol essere quella di pensare il cibo in modo più ampio, come un processo che inizia dalla terra e dalle sue risorse, prende corpo nei saperi e nelle pratiche che generazioni di donne e di uomini ci hanno trasmesso, e infi ne si condivide attorno alla tavola: tutto ciò siamo soliti chiamarla cultura ed è quella che ci consente di trasformare un covone di cereali in un cesto di pane o in una montagna di polenta, in una pizza croccante o in un groviglio di spaghetti pronti da condire. Quante scelte, quante conoscenze, quante esperienze dietro questi gesti. Quanta curiosità, quanto lavoro, quanta intelligenza nella sele-zione dei prodotti, nel decidere quale può servire a che cosa.

“Politiche agricole, alimentari e forestali” sono all’attenzione di Martina, mentre Franceschini si occupa di “beni e attività culturali”, e di turismo. Un turismo che non ricerca più solo opere d’arte e belle ar-chitetture ma è attratto dal patrimonio alimentare e gastronomico, che vive nei paesaggi del nostro paese, costruiti anche e soprattutto per rispondere al bisogno di cibo: il grano, la carne, il formaggio, l’olio, il vino… tutto ciò non “nasce” in un paesaggio, ma lo produce, gli dà forma e senso. Lo scempio a cui quei paesaggi sono talora sottoposti è un’off esa all’ambiente ma prima ancora agli uomini e alla loro storia, alla cultura che nei secoli ha saputo trasformare il bisogno in piacere, la necessità in gusto.

I contadini appartengono a un altro tempo, si sente spesso ripetere: se ancora nell’ultimo dopoguerra erano quasi la metà della popolazione italiana, oggi non arrivano al 4 per cento. Parlare di “cibo italiano”, e farne l’icona dell’anno che verrà, avrà un senso se sapremo allargare l’orizzonte e guardare al cibo in tutta la lunghezza del suo percorso. Sostenere l’agricoltura locale (rispetto alla crisi epocale degli ultimi quarant’anni, non mancano segni di un’inversione di tendenza). Impegnarci a conoscere (da “co-produttori”, ama ripetere Petrini) da dove vengono le cose che mangiamo, chi le ha prodotte, come, dove. Maturare nuove forme di rispetto per la cultura contadi-na, troppo a lungo snobbata o denigrata. Ci saranno poteri economici e lobbies che guarderanno altrove. Ma l’idea di un’azione politica congiunta, su cui convergano i ministri dell’agricoltura e della cultura, è comunque una buona notizia.

Massimo Montanaridocente di storia medievalee storia dell’alimentazioneuniversità di bologna

Cibo è cultura

Il prodotto Coop indicato per questa ricetta: Burger di soia Vivi verde

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vivere bene cucina

Tagliate a dadini la zucca e cuocetela a fuoco dolce coperta con 1/2 bicchiere d’acqua fi nché risulterà mor-bida e asciutta (unite acqua, se occorre, mano a mano che viene assorbita). Frullate la zucca per ottenere una cre-ma, unite le uova, la panna, il parmigiano grattugiato, sale e noce moscata. Frullate qual-che secondo per amalgamare il tutto.Tagliate il radicchio a lista-relle e spadellatelo con l’olio e un pizzico di sale. Unite la salsiccia sbriciolata, bagnate con il vino rosso e cuocete per 5 minuti. Mescolate il radic-chio alla crema di zucca e ver-sate il tutto in una pirofi la da forno imburrata e cosparsa di pangrattato. Cuocete in forno a 180°C per 25-30 minuti.

vino morellino di scansano

Ciambella di zucca con glassa alle noci

serve 4 Personepreparazione 25 min.cottura 40 min.300 g di polpa di zucca250 g di farina bianca “00”200 g di zucchero125 g di noci75 ml di latte1/2 bustina di vanillina100 ml di olio di semi

1 cucchiaino di cannella1/2 bustina di lievito per dolci50 g di pepite di cioccolatosalePER LA GLASSA:100 g di zucchero a velo2 cucchiai d’acquautensili: frullatore, grattugia, stampo per ciambelle

Versate il latte in un frulla-tore insieme allo zucchero, all’olio, alla vanillina e alla cannella e frullate il tutto. Grattugiate la zucca e unitela al composto.In un’altra ciotola mescolate la farina setacciata, il lievito, le pepite di cioccolato, 75 g di noci tritate e un pizzico di sale. Unite i due composti mescolando bene e versate il tutto in uno stampo per ciambelle. Cuocete in forno a 180°C per 40 minuti. Prima

di togliere la ciambella dallo stampo, lasciatela riposare per 10 minuti.Preparate la glassa all’acqua mescolando lo zucchero a velo con l’acqua scaldata in un pentolino: deve risultare vischiosa, quindi se è troppo liquida aggiungete altro zucchero a velo; viceversa, se è troppo densa, aggiun-gete qualche goccia d’acqua. Versatela sopra la torta e cospargete il tutto con le noci rimaste tritate.

vino recioto di soaVe

Il prodotto Coop indicato per questa ricetta: Noci di Sorrento Fior fi ore

Il prodotto Coop indicato per questa ricetta: Panna fresca Coop

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28 Coopinforma novembre 2017

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sezione articolo 2a

Coopinforma novembre 2017 29

vivere bene musica a cura di Pierfrancesco Pacoda

Robert Plant, musica dal mondoIl chitarrista dei Led Zeppelin, uno degli artisti che hanno portato lo spirito del Delta del Mississippi, cioè il blues, nel rock, ritorna con un album di suoni che provengono da diverse parti del mondo e che diventano ballate ariose, avvolgenti, pop. Questo disco arriva dopo la passione di Robert Plant per le musiche del sud del pianeta, in particolare quelle tuareg dei deserti del Mali, echi che ritornano tra i

solchi di “Carry Fire”. Lo accompagna una band di grandi musicisti, i Sensational Space Shifters, guidati da Justi Adams ai quali si è aggiunto il virtuoso del violoncello Redi Hasa, strumenti-sta albanese che da anni vive in Italia.

robert Plant

Carry Firenonesuchil nostro giudizio: ● ● ● ●se ti piace ascolta: led zeppelin, tinariWen

Last Fm, di tutto di più Tra i tanti servizi che permettono di ascol-tare musica in streaming, Last Fm è entrato nella classifica dei più popolari siti di musica del 2017. Interfaccia facile da usare, grafica lineare, Last Fm “costruisce”, e propone al visitatore, un palinsesto personalizzato, partendo dai propri gusti e dalle proprie scelte. In più fa entrare in una community vastissima di amanti della musica con i quali condividere i propri interessi sonori. Il sito disegna quindi per ogni iscritto esperienze individuali, costruite in base alle indicazioni ricevute, scegliendo non soltanto brani già molto noti, ma anche composizioni di giovani artisti. Una buona occasione, quindi, per scoprire cosa succede nelle scene sonore internazionali, con un catalogo di brani vastissimo. Non manca la sezione dedicata agli appuntamenti dal vivo, con articoli sui festival e sulle nuove musiche.www.lastfm.it

Bandcamp, nuovi spazi

Di grande interesse, nel panorama della musica on line, è anche Bandcamp, un sito che aiuta a muoversi nell’offerta ormai sen-za limiti dei nuovi artisti di ogni angolo del mondo. Articoli e approfondimenti permet-tono all’ascoltatore che non vuole fermarsi ai successi del momento, di entrare nelle realtà sonore ancora da scoprire. Dal metal all’elettronica al pop, il visitatore di Band-camp avrà molte scelte, tutte accompagnate da recensioni e interviste. Ma la parteci-pazione dell’ascoltatore non si ferma qui. Il sito, infatti, sostiene anche la produzione di nuova musica e chiunque può diventare parte attiva decidendo di acquistare i brani direttamente dall’artista al prezzo che lui decide (ad oggi sono stati raccolti circa 240 milioni di dollari). www.bandcamP.com

Da sentire Note nel web

St Vincent, il pop e il potere

Quando il pop e la con-sapevolezza sociale si incontrano. Succede, nei raffinatissimi dischi di St Vincent, nome scelto dalla cantante Anne Clark per un racconto sonoro sulle relazioni che porta-no al potere, Un continuo, dissonante intreccio di chitarre, elettronica e archi per un disco sui sen-timenti che sopravvivono nelle metropoli.

st Vincent

MasseductionLomaIL nostro gIudIzIo: ● ● ●se tI pIace ascoLta: taLkIng Heads, BLondIe

Mòn, esordio pieno di energia

Sono giovanissimi e arri-vano dalla fucina sempre molto vivace della Urtovox Records: “Zama” è il disco d’esordio dei Mòn, voci a tratti alla Clash mischiate a basi ricche di atmosfere funk, riscoperta adolescenziale della new wave dei tardi anni 70. Una via italiana al pop.

Zama

MònurtovoxIL nostro gIudIzIo: ● ● ● se tI pIace ascoLta: a certaIn ratIo, tHe xx

Le “Anime”di Bobo Rondelli

Rondelli appartiene a quella generazione di cantautori che raccontano il versante dimenticato della vita e della città dove vivono. La “sua” Livor-no è quella cantata da Piero Ciampi, suo grande riferimento. Le canzoni di “Anime storte” sono trasfi-gurate dalla produzione di Andrea Appino degli Zen Circus, che regala all’album un tocco con atmosfere ancora più oscure.

bobo rondelli

Anime stortetHe cageIL nostro gIudIzIo: ● ● ● se tI pIace ascoLta: pIero cIampI, zen cIrcus

● da dimenticare - ● ● suFFiciente - ● ● ● buono - ● ● ● ● ottimo - ● ● ● ● ● capolavoro

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vivere bene musica

30 Coopinforma novembre 2017

Cristina DonàVent’anni dopo la realizzazione di “Tregua”, diventato un classico della canzone d’autore, Cristina Donà ha pubblicato “Tregua 1997-2017 Stelle Buone”, un disco doppio, con le canzoni del lavoro originale reinterpretate da artisti della nuovissima scena italiana, da Io e la Tigre a Blindur. Cristina ci ha raccontato le sue recenti passioni culturali.Che dischi hai più amato nei mesi trascorsi?A Mood Shaped Pool dei Radiohead. Trovo che sia il gruppo simbolo della musica contemporanea. Il disco in questione è un viaggio sottile che stimola neuroni, anima e cuore. La Rubia canta La Negra di Ginevra di Marco. Ginevra è una voce che mi conforta e mi sprona. La sua preziosa essenza mescolata all’anima coraggiosa, coerente e splendente di Mer-cedes Sosa ne fa nascere un abbraccio che spalanca il respiro. Come anche i brani inediti di questo ultimo lavoro.La voce del padrone di Franco Battiato. È quasi un obbligo, oltre che un piacere, il ripasso periodico dei geni che l’Italia vanta in musica. Oltre a farmi stare bene mi permette di tro-vare dettagli e virtù nascoste nei brani in cui pensavo di aver già scoperto tutto. E naturalmente c’è il godere spassionato nel cantare in macchina a squarciagola “Centro di gravità permanente”. E i libri? Cosa hai letto di recente?Ieri di Agota Kristòf. Mi piace la sua scrittura asciutta, come il suo modo diretto ed essenziale di raccontare la disperazione come l’amore.Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo ve-getale di Stefano Mancuso e Alessandra Viola. C’è un colle-gamento, un’alleanza profonda, indispensabile, vitale tra noi e il regno vegetale, che spesso ci dimentichiamo, diamo per

scontato o pensiamo non ci riguardi. Questo libro ce lo ricorda e ci dà la possibilità di riscoprire un mondo di virtù straordi-narie che la nostra presunzione ignora. Da quando l’ho letto guardo le mie piante con altri occhi.La Musica ignorata di Franco Mussida. Per fortuna ogni tanto arriva qualche voce autorevole a dirci, in modo semplice e diretto, che la musica non è solo “superficie” ma profondità, azione, e interazione. Sarebbe bene che tornassimo ad ascol-tarla davvero.Chiudiamo con un paio di film...Interstellar di Christopher Nolan. Tanto strazia la verità del futuro che ci aspetta, l’ingordigia umana che ci ha portato sin qui, tanto consola la possibilità di realtà parallele che si connettono, ci connettono, e soluzioni che la parte migliore dell’umanità ha la volontà di trovare.Il capitale umano di Paolo Virzì. Adoro Virzì e il suo modo di raccontare, di presentarci i personaggi dei suoi film. Un modo che a volte mi arriva imparziale e impietoso ma anche delicato e rispettoso, a volte giocoso e libero. Qui essenziale, poetico e realisticamente ingiusto.

Con questa mostra dedicata al farao-ne Amenofi II e al periodo in cui visse (1427-1401 a.C.) si può rivivere un’e-sperienza unica che permette di entrare nella sala a pilastri della tomba di Ame-nofi II e rivivere la scoperta archeologica di questa sepoltura nella Valle dei Re, tramite i documenti originali di Victor Loret, l’archeologo che la scoprì, docu-menti che sono oggi proprietà dell’Uni-versità Statale di Milano. La vita di Ame-nofi II è narrata attraverso l’esposizione di statue, armi, stele commemorative; e la vita quotidiana delle classi sociali più vicine alla corte è illustrata, con oggetti

legati alla moda e alla cura del corpo, che mostrano il livello tecnologico e sociale raggiunto in questo periodo della storia egizia.

Egitto. La straordinaria scoperta del faraone Amenofi IImilano, mudec - museo delle cultureFino al 7 gennaio 2018ingresso: 13 euro, ridotto soci coop 11 eurotel. 02 54917, WWW.mudec.it

L’intervista

mostreNella tomba del faraone Amenofi II e della sua corte

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