Edizione 15 | Settembre 2011 PROSPETTIVA to Bambini Betlemme… · Di rado ci rivolgiamo ad altri...

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PROSPETTIVA BETLEMME Il giornale degli amici e dei sostenitori di Aiu- to Bambini Betlemme. Notizie da Betlemme e dalla Regione. | Davanti a noi grandi sfide | Bet- lemme – una localizzazione geografica non facile | Un arduo cammino | Un lavoro ricco di significato | Premiato il laboratorio | Trasmettere i valori | Nuovo interlocutore a Betlemme Edizione 15 | Settembre 2011

Transcript of Edizione 15 | Settembre 2011 PROSPETTIVA to Bambini Betlemme… · Di rado ci rivolgiamo ad altri...

PROSPETTIVA B E T L E M M E

Il giornale degli amici e dei sostenitori di Aiu-

to Bambini Betlemme. Notizie da Betlemme e dalla

Regione. | Davanti a noi grandi sfide | Bet-lemme – una localizzazione geografica non facile | Un arduo cammino | Un lavoro ricco di significato | Premiato il laboratorio | Trasmettere i valori | Nuovo interlocutore a Betlemme

Edizione 15 | Settembre 2011

Il Caritas Baby Hospital, un presidio medico sem-pre più importante per la salute dei bambini.

Editoriale

Davanti a noi grandi sfidEIl Caritas Baby Hospital pronto ad affrontarle.

Mentre scrivo questo articolo, a Betlemme sta calando la sera di un giorno molto caldo e proprio per le tem-perature elevate molti bambini sono venuti nel nostro ospedale perché affetti da malattie diarroiche. Parlando con alcuni medici europei avverto quanto siano sorpresi nel constatare che noi stiamo lottando ancora con le tipiche malattie da povertà. Il contesto per le famiglie di Betlemme non è migliorato. Anzi, per i poveri la situa-zione si fa sempre più drammatica. Molti hanno smesso di credere ormai da molto tempo che le cose possano cambiare. In autunno è probabile che intervengano ancora altri cambiamenti in Medio Oriente. I vertici palestinesi han-no annunciato che in settembre faranno votare all’as-semblea generale delle Nazioni Unite il riconoscimento dello Stato palestinese. Sarà di buon auspicio alla pace oppure la decisione – indipendentemente dall’esito

della votazione – scatenerà ulteriori violenze? Non lo sappiamo.

Sappiamo tuttavia che il nostro compito continuerà ad essere quello di aiutare le famiglie tenendo le porte aperte per dar loro stabilità e sicurezza. Esprimo tutta la mia gratitudine ai tanti donatori e sostenitori che, da quasi 60 anni, regalano salute ai bambini di Betlemme.

sul campo per costruire il futuroNei principi di Aiuto Bambini Betlemme rientrano anche la nostra lotta nell’alleviare le sofferenze e il non stare ad aspettare che la situazione cambi.

I piccoli pazienti di Betlemme, vittime innocenti del conflitto, hanno bisogno della nostra azione decisa. Per questo siamo sul territorio. Il Caritas Baby Hospital sta diventando un presidio medico fondamentale per i bam

prospettivaBETLEMME 2|3

bini malati della Cisgiordania. Da noi le famiglie trovano quasi tutto quello di cui hanno bisogno sotto uno stesso tetto. Di rado ci rivolgiamo ad altri medici o cliniche, poi-ché medici specialisti ci affiancano nel poliambulatorio.

A nome di Aiuto Bambini Betlemme ringrazio tutti voi, fedeli donatrici e donatori, perché rendete possibile il nostro lavoro. Continuate a sostenerci perché le famiglie e i piccoli malati hanno bisogno di sapere che siamo presenti. Vi assicuro che la vostra offerta dona gioia alle mamme di Betlemme. Poiché vedono come i figlioletti tornano in salute grazie al nostro aiuto.

Dott.ssa Hiyam Marzouqa, primario

Le tappe più significativeCon l’inaugurazione del poliambulatorio, Aiuto Bambini Betlemme ha ampliato l’offerta di visite specialistiche.

· Aprile 2001: visite specialistiche per malattie croni-che e metaboliche

· Ottobre 2002: visite specialistiche per indagini agli ultrasuoni e patologie delle vie urinarie

· Marzo 2004: visite specialistiche con ecocardiografie

· Giugno 2010: visite ortopediche e dermatologiche

· Ottobre 2010: visite oftalmologiche

· Aprile 2011: visite otorinolaringoiatriche

· Maggio 2011: visite per malformazioni congenite

· Giugno 2011: visite specialistiche per malattie del sistema nervoso e malattie legate allo sviluppo in-tellettivo

Burqa

Silat Ad-Dahr Tubas

Ile deGrande Palestine

Raba

Calanquede Ganim

Qabatiya

Jénine

Al-Yamoun

Yabad

Canal deHomesh

Asira Ash-Shamaliya

Tammun

Baied’Elon

Tell

Deirlstiya

Jamma’lnHuwwara

Naplouse

BeitDajan

Beita

Ile Aqraba

IleQabalan

Qousra

Anabta

Iledu Nord

Arraba

DeirAl-Ghusun

Tulkarem

Ile au Miel

Kafr Qaddoum

Jayyous

Cap Ibarah

Kalkiliya

Iles Ghor du Nord

Iles de Galilée

Iles de Baqaa

Pointe Arabbouna

Cap Zububa

Cap Tammoun

Ile Fourik

Iles du Jourdain

Canal d’ltamar

Biddlya

Salfit

Beit Rima

Ile auxOliviers

Sinjil

Deir Ballout

PointeBruqin

Bir Zeit

Jalazon

Beitouniya

RAMALLAH

Baie deShomron

Canal d’Ariel

At-Tayba

Bili’in

Qattana

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Zaatara

Beit Sahour

Abu Dis

GERICO

Al-Auja

Bani Naim

ArabAr-Rashayda

Sourif

Beit Oummar

HalhulTarqoumiya

BETLEMME

Al-Arroub

Sa’ir

HEBRON

Dura

Imreish

Ad-Dahariya

BeitAwwa

Touqu’

Idna

Iles hébronitesoccidentales

Al-Bourj

Cap Ramadin

Canalde

KiryatArba

Golfo di Gerusalemme

Cap Masafer Yatta

Mer d’lsrael

Archipeldes Kalkiliya

Iles du Versant

Canal d’Eli

Oceano giordano

10 km

Autonomies palestiniennes partielles

Autonomies palestiniennes totales

Réserves naturelles

Zones urbaines

Colonies israéliennes

Liaisons maritimes

Aéroport

Site historique

Côte protégée

Station balnéaire

Plage

Base nautique

Port de plaisance

Zone sous surveillance

Camping

AI-Karmil

Yatta

As-Samou

Ile aux Moutons

Ar-Ram

Azzun

Oceano israeliano

Approfondimenti

Betlemme – una LocaLizzazionE gEografica non faciLELa geografia è politica – ciò vale in particolare per il Medio Oriente.

Persino per i diplomatici, profondi conoscitori del Me-dio Oriente, è difficile dare una definizione politicamen-te corretta di Betlemme, che corrisponda all’effettiva situazione in cui vive la popolazione. Infatti, venendo dall’Europa a Betlemme, anche una semplice descri-zione geografica si configura sempre più complicata, poiché segnata dalla politica.

Generalmente un turista diretto a Betlemme arriva all’aeroporto di Tel Aviv. Da lì parte alla volta di Geru-salemme. Se scende nelle vicinanze della città vecchia, presume di trovarsi ancora in Israele. Ma in proposito arabi e israeliani sono di parere opposto. Nel 1967, du-rante la guerra dei 6 giorni, Israele ha conquistato parti della città vecchia e la parte orientale di Gerusalemme, che in seguito ha annesso.

Per gli israeliani, questo territorio oggi è loro. L’annes-sione non è stata tuttavia mai riconosciuta dalla co-munità internazionale. Il viaggio verso Betlemme, dieci chilometri a sud, termina all’improvviso dinanzi a un portone di ferro, alto otto metri, e a un muro. Per arriva-re a Betlemme, che si trova in Cisgiordania, si deve ne-

cessariamente attraversare questo check-point. Anche questa zona è stata conquistata nel 1967 da Israele, ma non è mai stata annessa; oggi continua ad essere con-siderata territorio occupato. A metà degli anni ’90, l’ANP ha concordato con Israele di suddividere la Cisgiordania in tre zone. La zona A rientra nella totale responsabilità dell’ANP. La zona B è amministrata dall’autorità pale-stinese, ma la sicurezza è di competenza dell’eserci-to israeliano. La zona C è sotto il pieno controllo degli israeliani, così come i confini esterni dei Territori. Quello che appare è una specie di tappeto patch-work, il che non facilita il quotidiano in Cisgiordania. Se una mamma, da Ramallah o da Hebron, vuole raggiungere il Caritas Baby Hospital di Betlemme, deve attraversare diver-se zone e i vari check-point. La situazione sul terreno dell’ospedale è ancora più assurda, poiché le tre zone esistono anche all’interno di Betlemme. Mentre l’ingres-so principale della nostra struttura è situato nella zona C, quindi sotto sovranità israeliana, l’ingresso seconda-rio si trova in zona A, sotto l’amministrazione palestine-se. Il tentativo di determinare geograficamente la locali-tà mette chiaramente in evidenza la dimensione politica che persino la vita quotidiana assume in Medio Oriente.

Un quadro insolito: visibili solo le zone accessibili ai palestinesi. Tutto intorno è come se ci fosse solo acqua e la Palestina un arcipelago. A sinistra: un check-point alla frontiera con Israele.

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Autonomies palestiniennes totales

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Pazienti del Caritas Baby Hospital

Un arDUo caMMinoDifficile spesso per le madri raggiungere il Caritas Baby Hospital.

Afnan non si allontana dal letto della figlioletta Sham; osserva preoccupata la piccola di quattro anni, che fi-nalmente si è addormentata. Ma gli attacchi di tosse la risvegliano presto. Sham soffre di fibrosi cistica. Libe-rarsi del muco l’affatica molto, ma gli enzimi e i farma-ci che le vengono somministrati le procurano un certo sollievo. Da questa malattia non si guarisce. Soltanto a tarda sera Afnan si allontana dal reparto dell’ospedale e raggiunge le altre donne nella Scuola per madri.

Si ritrovano nel soggiorno e i discorsi sono sempre gli stessi: la situazione che stanno vivendo. Ognuna di loro racconta delle peripezie per raggiungere il Caritas Baby Hospital. Deviazioni, vie segrete e strade che percorrono a piedi – da molto tempo ormai la via "normale" sembra non esistere più in Palestina. Afnan viene dalle vicinan-ze di Hebron. Racconta che nella sua regione quasi un centinaio le strade sono impraticabili. Mucchi di detriti ammassati, blocchi di cemento o porte di ferro impe-discono inesorabilmente di passare. Chi vuole lasciare Hebron è costretto praticamente a passare solo attra-verso i posti di controllo dei militari israeliani. "Se sono in autobus con un bambino malato, è durissimo dover aspettare. C’è sempre il timore di essere respinte per un qualche motivo", dice Afnan sottovoce.

La ventiquattrenne ricorda il viaggio di ritorno dal Cari-tas Baby Hospital di alcuni mesi or sono. Sham si era

appena ripresa da un’operazione intestinale e aveva il permesso di tornare a casa. Un viaggio senza problemi fino a poco prima del villaggio dove abita e dove i soldati avevano eretto uno dei tanti "punti di controllo volanti".Nessuno, infatti, sa quando vengano allestiti e quanto tempo rimangano operativi; sono, per così dire, itine-ranti in tutta la Cisgiordania. Quella volta, per i controlli, l’attesa è durata un’ora. Due ore dopo Sham e Afnan erano arrivate a destinazione.

"Per i palestinesi spostarsi comporta grandi fatiche e l’esito non è mai scontato. Può sempre esserci un alto-là improvviso. Una situazione, questa, che angoscia le madri che devono raggiungerci con i figlioletti malati", ci dice Sumaya Asmari, la direttrice della Scuola per madri. Questa è anche una delle ragioni per cui spesso esitano a venire in ospedale.

E’ tardi, le luci si spengono. Le madri si coricano, stan-che. Per loro è un immenso regalo ritrovarsi l’indomani al capezzale dei figlioletti - senza preoccupazione per il cammino da affrontare.

Proprio per chi viene dai villaggi, la strada per rag-giungere il Caritas Baby Hospital è spesso irta di ostacoli nel vero senso della parola.

prospettivaBETLEMME 4|5

Intervista

Un lavoro ricco di significaToBarbara Schmid-Federer (45) è stata dal 2004 al 2011 vicepresidente di Aiuto Bam-

bini Betlemme. Per lei, consigliera nazionale, è diventato sempre più difficile trovare

il tempo necessario per recarsi a Betlemme. Nel maggio scorso, all’assemblea ge-

nerale, non ha pertanto ripresentato la candidatura per il Direttivo. Ma, anche senza

incarico ufficiale, il suo cuore continua a battere per i bambini di Betlemme.

Se pensa agli inizi del suo impegno nell’Associazione, che cos’è che l’ha determinato?

Nell’abbracciare la causa di Aiuto Bambini Betlemme ci si trova a svolgere un lavoro ricco di significato. Il mio impegno è a favore di tante persone in difficoltà. Operare a Betlemme – in questo luogo così speciale per i cristiani – assume anche un valore simbolico. Da Betlemme si irradia oggi, in tutto il mondo, anche il messaggio positivo del Caritas Baby Hospital. Potervi dare un contributo personale è grandioso.

Durante il suo mandato nel Direttivo sono stati realizza-ti grandi progetti. Quali sono stati per lei i compiti più gravosi?Un compito sostanziale, nel quale ho percepito con mol-to rigore la responsabilità che allora ci stavamo assu-mendo, è stato quello di riorganizzare il Social work. Bi-sognava riconcentrare gli aiuti sulle competenze chiave dell’Associazione, pur sapendo che ciò avrebbe colpito alcune persone più duramente che altre. Ma era anche chiaro che soltanto così avremmo potuto garantire il fu-turo del Social work.

Quali situazioni ricorda con gioia particolare?

Un momento sicuramente molto bello è stato quando ab-biamo ricevuto la notizia che gran parte del finanziamen-to per i lavori in ospedale era stato assicurato. Avevamo trovato l’ultimo pezzo del puzzle e ora il quadro era per-fetto. Il successo di questo imponente progetto era stato determinato da molti attori: dal Direttivo alla direttrice amministrativa per arrivare all’incaricato del progetto e a molti altri che vi avevano dato un contributo sostanziale.

Uno dei suoi ultimi progetti è stata la revisione delle linee guida. Quali i particolari?

Le linee guida sono un elemento fondamentale. Abbiamo investito molto tempo per discuterne i diversi aspetti e tenere conto un po’ dei pareri di tutte le parti interes-sate. Aiuto Bambini Betlemme è presente ormai in sette Paesi e lavora concretamente per Betlemme. Anche a li-vello di Consiglio direttivo, le opinioni non sono sempre in sintonia. Tutti però eravamo concordi sul fatto che il Caritas Baby Hospital, segno della presenza cristiana in Terra Santa, dovesse mantenere questo profilo. Il nostro atteggiamento di apertura poggia sui valori dell’amore del prossimo, valido per tutti gli esseri umani: Cristiani, Ebrei e Musulmani.

Quando, a Natale preparerà il presepe sotto l’albero, che cosa sarà diverso rispetto al passato?Naturalmente, oggi, so molte più cose di prima su Betlem-me. Ma il messaggio inviatoci dal presepe non dipende da ciò che sappiamo di quella città. Una coppia che non trova posto in terra straniera e il cui figlio viene alla luce in un alloggio di fortuna – una situazione nota anche ai nostri giorni. So bene che, come donna in politica, con argomenti del genere non è facile trovare consensi, ma a me il presepe richiama alla mente la situazione di molti stranieri in Svizzera. Dal presepe esce un invito pressante: quello di considerare il mondo con gli occhi dello straniero, dell’indifeso e del povero.

Grazie.La consigliera nazionale Barbara Schmid-Federer continuerà ad impegnarsi per i bambini di Betlemme.

Barbara Schmid-Federer

prospettivaBETLEMME 6|7

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nuovo interlocutore a BetlemmeReto Mischler è il nuovo interlocutore al Caritas Baby Hospital. Nuovo addetto stampa a partire dalla metà di agosto, Mischler è incaricato per le pubbliche rela-zioni e per l’assistenza ai visitatori a Betlemme. Insie-me ai capigruppo seguirà i pellegrini e i giornalisti al Caritas Baby Hospital dando loro tutte le informazioni di cui hanno bisogno. Prima di partire per Betlemme, Mischler era responsabile per la comunicazione alla Caritas di Berna. Indirizzo email: [email protected]

Trasmettere i valori Che cosa resta di me anche dopo la morte? Molte perso-ne in età avanzata si pongono questa domanda nel mo-mento in cui vogliono disporre delle loro ultime volontà. La famiglia non ha problemi economici e una parte del patrimonio sarà devoluta a un’istituzione attiva nel So-ciale. Manca però la conoscenza di quale organizzazione impieghi il denaro in modo davvero oculato e adeguato. Con Aiuto Bambini Betlemme avete la certezza che la vo-stra donazione va a favore della vita. Rivolgetevi a noi! (Cfr. la lista delle sedi operative a tergo).

riconoscimento per il laboratorio delcaritas Baby HospitalIl laboratorio del Dr. Musa Hindiyeh gode in Palestina di ottima reputazione. Ora vi si aggiunge anche il ri-conoscimento internazionale. Randa Kattan, sua colla-boratrice, è stata premiata per aver svolto un ottimo lavoro di ricerca. Le sue intuizioni diagnostiche sulle vie di trasmissione e la resistenza dei batteri ai farmaci in Palestina sono state pubblicate su una rivista scientifi-ca americana. Di conseguenza si potranno migliorare i programmi di vaccinazione e limitare i contagi.

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sede operativa Aiuto Bambini BetlemmeWinkelriedstrasse 36Casella postaleCH-6002 LucernaTel. 041 429 00 00Fax 041 429 00 [email protected]

cP 60-20004-7IBAN CH17 0900 0000 6002 0004 7

rappresentanteper la svizzera italianaMimi Lepori BonettiCONSONO, Via Aprica 26CH-6900 LuganoTel. 091 922 09 31Fax 091 922 09 83

sede operativa per l’italiaAiuto Bambini Betlemme

ONLUS Via Roma 67I-37012 Bussolengo (Verona)Tel. 045 715 84 75Fax 045 715 84 [email protected]

Banca unicredit IBAN IT32 H02008 59822 0000 4043 4541

5 per mille 93177120230

c/c Postale 69795961

Della miseria e della precarietà in Terra Santa ci

accorgiamo spesso solo quando ci arrivano notizie

di violenza e di morte. Ma le madri di quella Regione

si preoccupano ogni giorno di come far sopravvivere

le loro famiglie. Grazie al vostro con-

tributo Aiuto Bambini Betlemme ha

potuto fornire anche questa estate un

aiuto tempestivo e qualificato ai tanti bambini col-

piti da malattie diarroiche. Per la scarsità di acqua

potabile sono proprio i più piccoli ad ammalarsi con

maggiore facilità. Date un contributo anche voi ad

alleviare le loro sofferenze!

insieme contro L a M i s E r i a