Editoriale - Pro Loco Fontanafredda · ricaduta, il numero degli Enti coinvolti, la sua storicità...

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n. 53 dimensione Pro loco Fontanafredda Associazione Pro Fontanafredda Via Grigoletti, 11 33074 Fontanafredda (PN) Tel. e Fax. 0434 998532 [email protected] www.prolocofontanafredda.com orario ufficio: lun. gio. 15:00/19:00 mar. mer. ven. 9:00/13:00 Direttore responsabile: Cristina Turchet Direttore: Antonio Zilli Comitato di redazione: Nicoletta Talon, Lidia Sfreddo, Edi Della Flora. Registrazione Tribunale di Pordenone n. 517 del 10.09.2004 Stampato presso la tipografia Rapini di Pordenone Affiliata a: Consorzio Pro Loco Meduna-Livenza Periodico d’informazione e cultura rivolto ai soci. settembre 2017 Editoriale Ritengo opportuna una disamina degli accadimenti che hanno contribuito a portare, per l'anno in corso, la nostra Pro Loco, ma in generale tutte le organizzazioni di volontariato che vivono di contributi pubblici, in una situa- zione di sofferenza economica credo mai verificatasi nel passato. A partire dall'anno in corso la Regione FVG ha cambiato la legge che go- verna i meccanismi di attribuzione dei contributi - L.R. 21/2016 -. La nuova normativa innanzi tutto prevede che le somme siano decise da una commis- sione interna, tecnicamente comitato di valutazione, nella quale per esempio non vi è più il rappresentante delle Pro Loco regionali nella figura del Presi- dente Valter Pezzarini, inoltre l'ammontare del contributo è calcolato in base al regolamento attuativo della legge, che prevede un punteggio contemplan- te diversi parametri quali, fra gli altri, la portata della manifestazione, la sua ricaduta, il numero degli Enti coinvolti, la sua storicità e soprattutto il colle- gamento con il piano strategico di marketing turistico regionale teso alla valorizzazione e rilevanza del patrimonio turistico interessato dall'evento. Il punteggio minimo per accedere al contributo è pari a 100 e ogni punto in più vale 1.000 euro. Alla Pro Fontanafredda con 105 punti, sono stati quindi assegnati 5.000 euro per la richiesta di contributo specifica dei "Sapori dell'Acqua", per la quale ne avevamo richiesti 8.000. Il preventivo di massima per l'evento chiude a circa 12.000 a carico della Pro. Non sono certi i tempi di erogazione della somma che speriamo brevi. Per quanto riguarda invece la contribuzione erogata dall' UNPLI di Villa Manin, l'unico fatto certo è che il totale stanziato dall' Assessorato al Turismo FVG è uguale a quello dell'anno scorso e quindi è lecito sperare che l'ammon- tare di 9.400 euro per la nostra Pro, venga confermato. Le quote vengono poi distribuite da Villa Manin alle varie Pro Loco regionali. Ma al 15 luglio la Regione non ha ancora pubblicato il regolamento relativo all'articolo specifico della norma legislativa e quindi le varie domande giacciono ancora negli uffici di Codroipo. Se tutto andrà bene se ne prevede l'erogazione il prossimo novembre. E veniamo al contributo ordinario e straordinario da parte del Comune di Fontanafredda. Le note vicende politico-amministrative che hanno portato al provvedimento sanzionatorio da parte della Regione FVG nei confronti del nostro Comune, ne hanno drasticamente ridotto gli ambiti di manovra finan- ziaria e di spesa. Anche qui, per coerenza, parliamo di cifre che sono ovviamente messe a

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n. 53

dimensione

dimensione Pro loco Fontanafredda

Associazione Pro Fontanafredda Via Grigoletti, 11 33074 Fontanafredda (PN) Tel. e Fax. 0434 998532 [email protected]

www.prolocofontanafredda.com

orario ufficio: lun. gio. 15:00/19:00 mar. mer. ven. 9:00/13:00

Direttore responsabile: Cristina Turchet

Direttore: Antonio Zilli

Comitato di redazione: Nicoletta Talon, Lidia Sfreddo, Edi Della Flora. Registrazione Tribunale di Pordenone n. 517 del 10.09.2004 Stampato presso la tipografia Rapini di Pordenone

Affiliata a:

Consorzio Pro Loco Meduna-Livenza

Periodico d’informazione e cultura rivolto ai soci.

sett

em

bre

2017

Editoriale Ritengo opportuna una disamina degli accadimenti che hanno contribuito

a portare, per l'anno in corso, la nostra Pro Loco, ma in generale tutte le organizzazioni di volontariato che vivono di contributi pubblici, in una situa-zione di sofferenza economica credo mai verificatasi nel passato.

A partire dall'anno in corso la Regione FVG ha cambiato la legge che go-

verna i meccanismi di attribuzione dei contributi - L.R. 21/2016 -. La nuova normativa innanzi tutto prevede che le somme siano decise da una commis-sione interna, tecnicamente comitato di valutazione, nella quale per esempio non vi è più il rappresentante delle Pro Loco regionali nella figura del Presi-dente Valter Pezzarini, inoltre l'ammontare del contributo è calcolato in base al regolamento attuativo della legge, che prevede un punteggio contemplan-te diversi parametri quali, fra gli altri, la portata della manifestazione, la sua ricaduta, il numero degli Enti coinvolti, la sua storicità e soprattutto il colle-gamento con il piano strategico di marketing turistico regionale teso alla valorizzazione e rilevanza del patrimonio turistico interessato dall'evento. Il punteggio minimo per accedere al contributo è pari a 100 e ogni punto in più vale 1.000 euro. Alla Pro Fontanafredda con 105 punti, sono stati quindi assegnati 5.000 euro per la richiesta di contributo specifica dei "Sapori dell'Acqua", per la quale ne avevamo richiesti 8.000. Il preventivo di massima per l'evento chiude a circa 12.000 a carico della Pro. Non sono certi i tempi di erogazione della somma che speriamo brevi.

Per quanto riguarda invece la contribuzione erogata dall' UNPLI di Villa

Manin, l'unico fatto certo è che il totale stanziato dall' Assessorato al Turismo FVG è uguale a quello dell'anno scorso e quindi è lecito sperare che l'ammon-tare di 9.400 euro per la nostra Pro, venga confermato. Le quote vengono poi distribuite da Villa Manin alle varie Pro Loco regionali. Ma al 15 luglio la Regione non ha ancora pubblicato il regolamento relativo all'articolo specifico della norma legislativa e quindi le varie domande giacciono ancora negli uffici di Codroipo. Se tutto andrà bene se ne prevede l'erogazione il prossimo novembre.

E veniamo al contributo ordinario e straordinario da parte del Comune di

Fontanafredda. Le note vicende politico-amministrative che hanno portato al provvedimento sanzionatorio da parte della Regione FVG nei confronti del nostro Comune, ne hanno drasticamente ridotto gli ambiti di manovra finan-ziaria e di spesa. Anche qui, per coerenza, parliamo di cifre che sono ovviamente messe a

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bilancio in modo puntuale e trasparente, così come nelle contabilità del Comune: diverso non potrebbe essere trattandosi di fondi pubblici. L'ammontare tra contributo ordinario e straordi-nario, è di circa 13.000 euro. La possibilità che manchino all'appello ci preoccupa grandemente.

E' una situazione che evidentemente condivi-

diamo con le altre associazione che operano nel territorio comunale, e la preoccupazione è nel vedere in pericolo tutto quel tessuto di promo-zione culturale, valorizzazione del territorio, coesione sociale che sono il frutto di anni di impegno e di sforzi profusi senza risparmio con la spinta e la convinzione di impegnarsi a favore di valori e principi che abbiamo ricevuto in eredità e che intendiamo espandere ancora di più a favore della comunità, sempre più sgomenta di fronte ad una situazione generale alquanto deteriorata. E' sotto gli occhi di tutti il crescente impegno nel nostro Paese e di più nei Paesi Europei a favore di iniziative culturali in senso ampio e allargato, perchè la cultura è imprescindibile viatico alla pacifica convivenza tra le persone.

L' Amministrazione da poco insediata ha da-

vanti impegni gravosi, speriamo e confidiamo nel suo operato.

Antonio Zilli

I Sapori dell’Acqua In sintonia con quanto affermato nell'as-

semblea dei soci dello scorso febbraio, ripren-diamo per mano la manifestazione della festa dell'acqua con consolidato convincimento, ripristinandone il titolo che la contraddistingue-va fino al 2014 e il sito: il Parco di Villadolt.

Rimando alla nostra pubblicazione: 30 anni insieme, dove è puntualmente raccontata la storia di questo avvenimento che ha visto negli anni, grande impegno della Pro in termini di organizzazione, lavoro e soldi.

Il palinsesto, riassunto nel numero prece-dente del nostro periodico, riprende il pro-gramma originario, con l'inserimento del con-certo di musica pop-rock dedicato ai giovani, per il quale hanno dimostrato interesse e ap-prezzamento nell'edizione 2016.

Riprendiamo anche la stretta collaborazione con il Coro Contrà Camolli e il Comitato Villadolt che hanno mantenuto viva - negli scorsi due anni - la manifestazione come Festa del Parco, ovviamente limitata all'aspetto enogastronomi-co. A loro è affidata la gestione dei chioschi, il cui ricavato finanzierà le attività giovanili e voci bianche del Coro Contrà.

Il Parco di Villadolt ben si presta a ospitare l'evento e insieme ne viene valorizzato, il gran numero di persone che affollerà l'area costitui-sce una vasta platea che potrà recepire in qualche modo il messaggio che la manifestazio-ne vuole trasmettere: la difesa dell'acqua.

Colgo l'occasione per raccomandare viva-mente di partecipare al convegno tecnico. Quello dell'anno scorso tenuto dal direttore dell'API dott. Andrea Fabris, è stato di grande interesse e spessore scientifico, e voglio ancora ringraziare il presidente dell'API Pier Antonio Salvador, che ha messo a disposizione tecnico e organizzazione, gratuitamente.

Abbiamo tutta l'intenzione di rilanciare e far crescere questa manifestazione, con connota-zioni tecniche di prestigio e con un respiro di promozione dell'agroalimentare regionale che si coniuga perfettamente con circuito turistico. Fontanafredda è già di per se' un "brand", una perfetta chiave di lettura per promuovere la difesa dell'acqua.

Antonio Zilli

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In questo numero

Cosa abbiamo fatto

Escursione in Val Cimoliana .............................................................................................. 4

Programmi futuri

I Sapori dell’Acqua ............................................................................................................. 5

Senza musica che festa è? ................................................................................................. 6

Premiazioni ........................................................................................................................ 7

Concerto in Villa ................................................................................................................ 8

Sulle orme della Grande Guerra ........................................................................................ 9

Lucciolata pro Via di Natale ............................................................................................ 10

Attualità

Elezioni amministrative ................................................................................................... 11

La Val Grande .................................................................................................................. 12

A proposito di terremoti e ricostruzione ......................................................................... 15

Attimi di vita

Londra 1968 .................................................................................................................... 16

Scrivere a mano ............................................................................................................... 18

C’eravamo tanto amati… ................................................................................................ 19

Il consiglio del medico

Fotosensibilizzazione cutanea, cosa vuol dire ................................................................. 20

Pollice verde

La Cornunghia ................................................................................................................. 21

C come carbonio .............................................................................................................. 22

Parole

La danza degli aquiloni .................................................................................................... 23

Cinematografo

Gli oscar italiani ............................................................................................................... 25

Dalle associazioni

La vita può dipendere dalle stazioni intermedie ............................................................. 27

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Cosa abbiamo fatto

Escursione in Val Cimoliana

Chi quest’anno ha deciso di partecipare alla consueta escursione in montagna di giugno organizzata da Tomietto Augusto e Ballarin Ma-rio, si è regalato una bellissima giornata di relax.

Il percorso, nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane della Val Cimoliana, era immerso in un bellissimo paesaggio. È stata una facile cammina-ta di qualche chilometro, ma tutta su strada. Perciò chi non poteva camminare molto ha rag-giunto la casera Pian Pagnon con l’auto. Lungo il percorso infatti abbiamo spesso dovuto lasciare il passo alle auto che transitavano e questo non è forse stato piacevole per i veri amanti della montagna, ma ha garantito una passeggiata fattibile anche per i principianti.

Le condizioni metereologiche sono state per-fette. Abbiamo respirato l’aria fresca di monta-gna, nonostante la calda giornata. La bellezza e la maestosità delle alte montagne rocciose, che si potevano ammirare nei minimi particolari grazie alla limpidezza dell’aria, si stagliavano davanti a un cielo di un azzurro intenso e senza la minima

presenza di nubi. La lussureggiante vegetazione di fine primavera con le diverse tonalità di verde si mostrava nel massimo splendore prima della calura e della siccità estiva.

È stato rilassante camminare all’ombra degli alberi del bosco, ma anche ascoltare il suono dell’acqua che scorreva e rimbalzava sui sassi del torrente che per un lungo tratto abbiamo costeg-giato.

La casera poi, posta in un ampio pendio adibi-to al pascolo di numerose mucche, nella sua semplicità ci ha riportato ai piacevoli ricordi del passato, legati alle nostre origini bucoliche. Allo stesso modo il pranzo a base di pietanze semplici e genuine ci ha fatto apprezzare quel mondo. Ci è sembrato un piccolo paradiso terrestre, proba-bilmente perché le condizioni della giornata erano ottimali e perché, dopo aver ripercorso la strada del ritorno, siamo rientrati nelle nostre comode abitazioni.

Fernanda Vendrame

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Programmi futuri

I Sapori dell’Acqua

Programma manifestazione

VENERDI’ 25 AGOSTO

Ore 18:30 apertura chioschi enogastronomici

Ore 20:30 Convegno “Le acque nella provincia di Pordenone, acqua salute e sicurezza”

a cura del Dott. Lucio Bomben, dipartimento di prevenzione AAS5 Friuli Occidentale

SABATO 26 AGOSTO

Ore 18:30 apertura chioschi enogastronomici

Ore 21:00 Concerto Archi&Band: dai Beatles a Nino Rota, stella dopo stella

Orchestra Akroama di Pordenone, orchestra Arturo Benedetti Michelangeli di Conegliano

Dirige il maestro Alberto Pollesel

DOMENICA 27 AGOSTO

Ore 10:00 Mercato Coldiretti Campagna Amica

Ore 11:00 Santa Messa cantata nel parco

Ore 12:00 apertura chioschi enogastronomici

Ore 18:00 premiazioni concorso di poesia e fotografia presso la sala comunale Ca’ Anselmi

Ore 18:30 apertura stand enogastronomici

Ore 20:00 musica d’intrattenimento con dj set

Ore 22:00 spettacolo con le Fontane Danzanti

Durante la manifestazione saranno aperti i chioschi enogastronomici con specialità a base di pesce e carni

cucinate alla brace, piatti vegetariani. Tutti i prodotti provengono da aziende locali.

A cura del Coro Contrà Camolli e Comitato Villadolt.

Tutte le attività si svolgeranno in struttura coperta.

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Senza musica che festa è?

Parco di Villadolt

Sabato 26 agosto 2017

Ore 21:00

Ingresso libero

Chiamiamola "Giornate dell'acqua" o "Sapori dell'acqua", o come le circostanze organizzative hanno comportato che si definisse, ma si tratta pur sempre di una festa.

Nata come tale, e quindi strettamente legata ad un'aspettativa gioiosa, la manifestazione di quest'anno non poteva rinunciare alla compo-nente musicale, che rimane un'espressione culturalmen-te importante per valorizza-re in modo degno un appun-tamento del genere, pur in presenza di ristrettezze economiche che hanno imposto una sorta di austeri-ty locale, e che facevano presupporre dei tagli drastici ai programmi già impostati,

E quindi, c'era da inven-tarsi comunque qualcosa di buono, dopo il concerto Rock dello scorso anno, un po' a sorpresa anche quello, con l'allestimento in centro del paese e un'ondata di sonorità potente a due passi dalla sorgente storica del fiume Paisa.

Cambiamo ancora genere, si è detto, soddi-sfiamo altri gusti, spaziando dal classico al con-temporaneo, o, meglio ancora, conciliando la raffinatezza di un'orchestra d'archi, la "Arturo Benedetti Michelangeli" di Conegliano, al suono contemporaneo di una band doc ed aggiungendo delle voci interessanti. Se poi i musicisti sono giovani e qualificati, il direttore fascinoso ed i cantanti con una punta di originalità nell'inserirsi in questo contesto particolare, il risultato deve incuriosire, come minimo.

Altra novità, o riscoperta, il parco del quartie-re Villadolt per dare maggior libertà nella parte-cipazione e respiro al programma.

Allora, d'obbligo partire con brani inossidabili dei Beatles, dato che chi meglio degli "scarafaggi" di Liverpool ha saputo rivoluzionare il panorama musicale di un'epoca intera, per poi muoversi con

leggerezza tra le colonne sonore di Nino Rota, predi-letto da Fellini perché nei suoi film il sogno fosse anche fatto di note, e gioca-re coi Manhattan Transfer: chi conosce questo quartet-to vocale formidabile, sa quanta maestria ci vuole per avvicinarsi alla loro bravura, anche solo per renderne una parte.

La strategia adottata sarà questa: quando l'esecuzione puramente strumentale potrà richiedere un cambio,

si passerà ai brani cantati, e quando le canzoni avranno detto a sufficienza, si tornerà ai soli strumenti, e così via; con qualche sorpresa dietro l'angolo (Parole del Mo Alberto Pollesel, il diret-tore dell'orchestra).

Buon divertimento per sabato 26 agosto, quindi, all'ora canonica, le 21:00, confidando in un cielo stellato che faccia onore alla carrellata di stars presenti per emozionarci e, a questo punto, scomodiamo anche Baudelaire: "La musica è un salvagente nei momenti di tristezza, ed un alloro in quelli fortunati".

Mariarosa Da Pieve

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Premiazioni

3° Contest fotografico e 7° Concorso di poesia

Domenica 27 agosto 2017

Ore 18:00 sala Ca’Anselmi Fontanafredda

Cerimonia di premiazione dei vincitori del Concorso di poesia, sul tema “Ad occhi aperti anche

l’acqua sogna”, e del Contest Fotografico “L’acqua come mezzo di trasporto”.

Saremo allietati da intermezzi musicali a cura del Circolo Culturale Musicale “G. Verdi” di Fontana-

fredda con:

Monica Trevisan – pianoforte

Paolo Bottecchia – sax

Diego Alberto Biancolin – voce recitante

Giovanni Vettorello – voce recitante

Nicoletta Talon – presentatrice

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Concerto in Villa

“Riflessi”

Altolivenza Festival 2017

Fontanafredda, Villa Zilli

Domenica 1 ottobre, ore 16:00

Il titolo della rassegna Altolivenza Festival di quest’anno è paradigmatico: “Riflessi”.

Gli effetti del riflesso sono il filo rosso che contraddistingue gli appuntamenti musicali della rassegna, con diversi appuntamenti in tutto il territorio Altoliventino e che farà tappa a Fontanafredda Domenica 1 Ottobre 2017.

Il riflesso tra musica classica e musica moderna è ormai ingrediente principale del concerto in Villa Zilli, affermandosi peculiarità dell’appuntamento: questa volta gli effetti si moltiplicheranno, andando ad abbinare musica e immagini. Le musiche da film o “colonne sonore” saranno l’oggetto del “riflesso” della musica nelle immagini di film e pellicole, andando ad esplorare la storia del cinema nel suo abbinamento all’elemento sonoro. Proprio su questo argomento si innestano gli elementi del “riflesso” che i programmi ci vogliono raccontare.

Infatti, le musiche di Erik Satie per il film “Entr'acte” di René Claire nascono con la pellicola, un accompagnamento sonoro intriso di citazioni, che Satie elabora in pieno stile dadaista, in accordo con lo stile del film. Alfredo Casella, invece, compone di reazione: di fronte alla visione dei documentari della Grande Guerra, compone quattro pezzi che verranno poi accostati ai filmati, sulla base del titolo riportato dallo stesso autore. Al pianoforte, nell’esecuzione a quattro mani, ci saranno Anna Baratella, Edoardo Massarut e Lorenzo Magnino.

Nel continuo rimando, speculare, tra musica classica e jazz, nelle musiche proposte dalla sezione moderna, potremo riconoscere le colon-ne sonore dei film “Colazione da Tiffany” (1961), “Round Midnight” (1986), di “Bird” (1988): un piccolo estratto delle melodie che ha caratteriz-zato pellicole che sono entrate nella storia del cinema. La scelta del repertorio muove proprio dalle origini: nel cinema la parola ‘jazz’ appare nel

titolo del primo film sonoro, “The jazz singer” (1927), dove di jazzistico c’era solo il titolo. Non fu solo un caso: proprio grazie alla cinematogra-fia, sono stati raccontati gli ambienti sociali dei neri d’America e la vita di jazzisti famosi, segnan-do un profondo rapporto. Il compito di interpre-tarle sarà affidato al quintetto formato da Ermes Ghirardini alle percussioni, Alessandro Turchet al contrabbasso, Cesare Coletti alla chitarra, Arno Barzan alle tastiere insieme alla cantante Laura Scomparcini.

Anche tecnicamente, se come oggetto delle musiche del repertorio colto sono stati scelte pellicole che nascono senza audio e in cui la sonorizzazione avveniva dal vivo, il repertorio moderno propone musiche che sono originariamente incise nei film a cui sono abbinati e ne interpretano molte volte la colonna sonora o un elemento intrinseco al film. Il pubblico, quindi, potrà godere al massimo dell’accostamento sonoro e video grazie alla proiezione di parti dei film.

Quest’anno, quindi, il gioco di specchi e riflessi si moltiplica: si riflette la musica con le immagini del film, si specchiano l’un l’altro il Novecento di tradizione colta e jazz, si confrontano ancora una volta maestri e allievi.

L’appuntamento fontanafreddese di Altolivenza Festival è organizzato dall’Associazione Culturale Altoliventina XX Secolo e dal Circolo Culturale-Musicale “Giuseppe Verdi” di Fontanafredda, in collaborazione con la Pro Fontanafredda e con il patrocinio del Comune di Fontanafredda. In caso di maltempo, il concerto si svolgerà presso la sala di rappresentanza comunale al II piano di Ca’ Anselmi.

Luca Ros per Circolo Culturale Musicale “Giuseppe Verdi”

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Sulle orme della Grande Guerra

Visita guidata a Caporetto

Domenica 8 ottobre 2017

Volendo continuare nella nostra analisi del centenario della grande guerra, ci imbattiamo in ciò che avvenne nel 1917: la 12a battaglia dell’Isonzo che tutti ricordano come “la disfatta di Caporetto”.

L’8 0ttobre torneremo su quel confine dell’Italia che è stato scenario delle tristi vicende storiche del primo conflitto mondiale. L’anno scorso ci siamo fermati sul Carso in territorio italiano, quest’anno ci spingeremo oltre quel che ora è il confine nazionale e visiteremo Caporetto che si trova in territorio sloveno.

Ad accompagnarci ci sarà anche quest’anno Marco Pascoli, la preziosa e competente guida storica che ci aiuterà ad approfondire la nostra conoscenza di quegli avvenimenti. Fatti che tutti abbiamo sentito nominare ma che sarà interes-sante analizzare sul posto con chi li ha studiati a fondo.

La visita al museo ci mostrerà reperti e cimeli che potranno concretizzare meglio le nostre idee sulle situazioni reali in cui si trovavano a vivere i soldati coinvolti in quel difficile e sofferto mo-mento storico.

Programma della giornata: Ore 7:30 partenza da Fontanafredda, parcheggio Ca’Anselmi Ore 9:30 arrivo a Caporetto, visita guidata al Museo della Grande Guerra e al Sacario Ore 12:00 spostamento in corriera sul monte Kolovrat altitudine 1100mt Ore 13:00 pranzo organizzato presso il rifugio Solarie Ore 15:00 escursione storica a piedi, di circa due ore, nell’area Passo Zagradan – Podklabuc. Ore 19:30 circa rientro a Fontanafredda Equipaggiamento: abbigliamento comodo, felpa e k-way, scarpe da ginnastica o scarponcini, bottiglia d’acqua, torcia elettrica. Quota d’iscrizione: Costo € 50,00 a persona, comprensivo di corriera gran turismo, guida per l’intera giornata, entrata al museo, pranzo completo. In caso di rinuncia al viaggio la quota non verrà rimborsata. (max 50 persone). Iscrizioni e saldo quota entro venerdì 22 settem-bre, presso sede pro loco.

Serata propedeutica all’uscita: venerdì 6 ottobre 2017 ore 20:30 sala Ca’Anselmi, via Grigoletti 11 Fontanafredda. Aperta a tutti gli interessati a cura del Dott. Marco Pascoli.

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Lucciolata pro Via di Natale

Venerdì 20 ottobre 2017

Ore 20:00 piazzale Ca’Anselmi

La Lucciolata, breve marcia di solidarietà e raccolta fondi a favore della “Via di Natale”, promossa dalla Pro Fontanafredda con il patrocinio

dell’Amministrazione Comunale e con la collaborazione delle Associazioni di volontariato di Fontanafredda.

Al termine del percorso seguiranno vino novello, brulè e castagne per tutti.

E’ importante la presenza di tutti data la grande valenza sociale dell’iniziativa.

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Attualità

Elezioni amministrative

Comune di Fontanafredda

A seguito delle elezioni amministrative che hanno coinvolto il Comune di Fontanafredda domenica 11 giugno riteniamo utile pubblicare sul nostro periodico i risultati.

Consiglio Comunale di Fontanafredda 2017 - 2021

Pegolo Michele Sindaco

Lavori Pubblici e Patrimonio Forza Italia – Fratelli d’Italia

Feltrin Alessandro

Vice Sindaco Urbanistica e Viabilita’

Edilizia Privata Politiche Comunitarie Lega Nord

Filippetto Sabrina Assessore

Sicurezza – Pari Opportunita’ Lega Nord

Landa Antonino

Assessore Sport – Protezione Civile Forza Italia-Fratelli D’italia

Piccin Patrizia Assessore

Bilancio e Programmazione - Personale Forza Italia-Fratelli D’italia

Taiariol Antonio Assessore

Attivita’ Produttive – Innovazione Fontanafredda Comunita’ Attiva

Bolzonello Carlo Assessore

Servizi alla Persona Assessore esterno

Bettin Walter Consigliere Capogruppo Lega Nord

Centis Cristina Consigliere Il Ponte

Favro Ursula Consigliere Capogruppo Fontanafredda Comunita’ Attiva

Larice Paola Consigliere Lega Nord

Nadin Pietro Consigliere Forza Italia-Fratelli D’italia

Poles Florinda Consigliere Capogruppo Forza Italia-Fratelli D’italia

Re Tiziano Consigliere Capogruppo Il Ponte

Bazzo Attilio Consigliere Pd

Del Tedesco Adriana Consigliere Pd

Della Flora Stefano Consigliere Capogruppo Movimento 5 Stelle

Fiorillo Giulia Consigliere Movimento 5 Stelle

Della Schiava Luca Consigliere Punto a Capo

Bergamo Valter Consigliere Punto a Capo

Saldan Loris Consigliere Capogruppo Progetto E’ Cambiamento

Peruch Claudio Consigliere Capogruppo Idee in Comune

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La Val Grande Da molto tempo e da più parti, sia pure in

modo generico, sento parlare della Val Grande come di una meraviglia della natura. Una zona verde spontanea situata nelle vicinanze dell’abitato di Romano all’interno di un’ampia area di risorgive, caratterizzata da un habitat naturale unico nel suo genere, di assoluto inte-resse naturalistico.

Desideroso di saperne di più, ho preso visione di una specifica pubblicazione, per l’appunto intitolata “La Val Grande”, edita dall’Associazione Naturalisti - Sacile a cura di Roberto Pavan e Paola Taffarello, nell’ambito della quale ogni aspetto di quello straordinario patrimonio am-bientale viene descritto in modo scientifico da esperti di settore. Oltre ad informare, il volume si propone di tutelare e far conoscere, salvaguarda-re e valorizzare. L’edizione risale al 2006 e sin da allora, dando prova di lungimiranza, veniva espresso il timore che, nel corso degli anni, l’azione dell’uomo potesse compromettere la conservazione di una ricchezza naturale tanto importante.

Colgo l’occasione per ricordare il compianto Nilo Pes, riconosciuto storico del paese, di cui, in premessa, nel suddetto volume è riportato un suo articolo che parla della “Valgranda” (così è chiamata nel dialetto locale) rifacendosi ai rac-conti degli anziani che la definivano una bassura ricca di acqua proveniente da polle di risorgiva (i cosiddetti “bui”), ampia e selvaggia, terra da strame e boscaglie.

Per averne una visione diretta e più approfon-dita non restava altro che essere accompagnati in visita guidata da persona che conoscesse le caratteristiche del territorio. La cosa è stata possibile verso i primi di luglio grazie alla disponi-bilità del concittadino Attilio Bazzo, grande cono-scitore dell’area ed appassionato naturalista, che ringraziamo.

A beneficio dei nostri lettori desiderosi di ave-re altre informazioni e per chi avesse piacere di ammirare di persona questo straordinario am-biente naturalistico, di seguito forniamo altre indicazioni.

Partiamo dal nome. È stata chiamata “Val Grande” perché l’estensione originaria della zona giustificava l’aggettivo (usiamo il passato in quanto ad oggi qualcosa è andato perduto), mentre il sostantivo era dovuto alle caratteristi-

che del terreno da intendersi come avvallamento, bassura, depressione.

Come sappiamo, il territorio di Fontanafredda è attraversato da quella che, comunemente, viene chiamata “linea delle risorgive”. Una sorta di confine fra l’alta e la bassa pianura cui corri-spondono terreni di diversa conformazione: più grossolani a nord, fini e argillosi a sud. Le acque sotterranee, che filtrano liberamente a monte, di fronte ad una sorta di barriera composta da materiali compatti e poco permeabili, fuoriesco-no in superficie. A questo fenomeno dobbiamo lo sgorgare spontaneo dell’acqua in numerose località del nostro comune.

L’area della Val Grande si trova all’interno di questo esteso ecosistema. Di forma ovale varia-mente irregolare, si sviluppa in direzione sud – ovest occupando una superficie di circa dieci ettari. Per tutta la sua lunghezza è attraversata centralmente dal cosiddetto “Rio della Valgran-de” che raccoglie gran parte delle acque che ivi scaturiscono. A nord lambisce il centro abitato di Romano, mentre a sud arriva a ridosso dell’Agriturismo “Alle Orzaie”. A est ed a ovest è delimitata rispettivamente dalle strade comunali “della Ruzzola” e “delle Fontane”.

Vi si può accedere facilmente da sud e da nord. Chi scegliesse quest’ultima, dovrà percorre-re via Boito, vale a dire la strada che passa dietro la Scuola Primaria Oberdan di Romano, per un tratto asfaltato di circa 300 metri. Dopo un altro centinaio di strada bianca, inizia la depressione della Val Grande. Vedere mappa.

Nel corso della visita effettuata assieme a Giorgio Bevilacqua, attraversando stradine poco agevoli e sentieri spesso accidentati per la pre-senza di infestanti, abbiamo potuto apprezzare la ricchezza e la primitiva bellezza del sito acquitri-noso che si identifica con un’ampia quanto irre-golare depressione del terreno. Luogo che desta sorpresa e stupore, ove le acque provenienti dal sottosuolo, abbondanti anche in questo periodo di basso livello delle falde freatiche, alimentano un reticolo di rii e ruscelli attorno ai quali prospe-ra ogni tipo di vegetazione propria degli ambienti umidi, ideale rifugio di qualunque varietà di avifauna e di alcune specie ittiche. Da ricordare che ai tempi della civiltà contadina, la disponibili-tà di acqua a temperatura costante permetteva la conduzione delle marcite, di cui oggi rimangono

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Mappa catastale aggiornata al 2013 Al centro la linea continua delimita la Val Grande L’alto del foglio è il Nord della mappa.

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poche tracce, che permettevano la crescita e

lo sfalcio dell’erba da foraggio anche nei mesi invernali.

Durante il tragitto abbiamo notato l’esistenza di coltivazioni di mais e soia su terreni in qualche modo bonificati e successivamente arati sin ove possibile, confinanti con l’area naturalistica, distruggendo prati umidi e fonti di risorgiva, compromettendo in modo irreparabile l’equilibrio dell’ecosistema e l’originalità dell’ambiente autoctono.

Più a sud, ma sempre in piena area di risorgi-ve, a cavallo di un rio che ne raccoglie le acque, da una parte e dall’altra sono ben visibili due vigneti molto estesi, di caratteristiche prettamen-te industriali, messi a dimora da qualche anno. Al di la della posizione che, per il tipo di piantagione sicuramente stride con l’ambiente circostante, la preoccupazione che sorge spontanea riguarda i trattamenti di cui le viti necessitano. La gran parte dei residui ricade sul terreno e, prima o poi, gli inquinanti finiscono nelle acque di risorgiva, mettendone a repentaglio la buona qualità.

Un quadro complessivo, poco confortante, almeno in parte compromesso, dovuto soprattut-to all’assenza di regole di tutela e protezione. Qualora ce ne fosse bisogno, si conferma che l’iniziativa privata, se libera di farlo, salvo ecce-zioni persegue i propri interessi nella convinzione che la difesa dell’ambiente e la salvaguardia del bene comune siano temi che non la riguardano.

La risorsa acqua è un bene indispensabile per la vita di ogni organismo. Preservarne la purezza e farne un uso adeguato è un dovere ed una responsabilità di ogni cittadino che abbia a cuore il futuro. Un principio che non può essere messo in discussione da qualsivoglia interesse privato. Non a caso è stato ed è il cardine e messaggio chiave su cui è incentrata la manifestazione “I sapori dell’Acqua”, di cui siamo stati e siamo promotori.

Ringraziamo l’associazione naturalisti di Sacile per la pubblicazione che ha dato valore alle peculiarità della Val Grande pur riaffermando che sta a noi, comunità di Fontanafredda, impegnarci per tutelare e far conoscere, conservare e valoriz-zare ciò che è nostro. Disquisendo della risorsa acqua dobbiamo riconoscere che la natura è stata generosa con il nostro paese. Dimostriamole gratitudine e abbiamone rispetto.

L’area delle Risorgive e della Val Grande in particolare, meritano quelle attenzioni che da tempo non hanno avuto. Crediamo che la neo insediata amministrazione Pegolo abbia tutte le motivazioni e sensibilità per bloccarne il degrado e promuovere l’utilizzo corretto dei terreni. Non sarà facile come non lo è mai tornare indietro, ma trattasi di bene comune per la tutela del quale l’amministrazione ha avuto un preciso mandato dai cittadini. Prendere visione ed avere cono-scenza della realtà che ho cercato di descrivere sarà la prima cosa da fare ma, immediatamente dopo, bisognerà pensare ad un piano di ricupero con azioni, regole e vincoli per la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali. Non esiste altra strada se vogliamo salvare il salvabile.

In generale, l’azione dell’uomo deve essere di aiuto e non rappresentare un pericolo.

Edi Della Flora

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A proposito di terremoti e ricostruzione

In queste ultime settimane si sente nominare, nei vari telegiornali, qualcuno dei paesi grave-mente danneggiati dall’ultimo terremoto per ricordare qualche iniziativa turistica che lascia intravvedere una seppur flebile ripresa.

Dopo la visione di tante sciagure ne provo un tuffo di gioia. Mio marito ed io abbiamo visitato non molti anni fa, a volo d’uccello quelle zone.

Avevo letto in una rivista turistica che in una frazione di Norcia c’era una piccola chiesa di stile tardogotico che ospitava una madonnina di marmo di squisita fattura e di incomparabile bellezza.

L’abbiamo trovata: la chiesa un piccolo gioiello chiuso in uno scrigno di montagne non alte, incapaci di trattenere l’esplosione di una fanta-smagorica vegetazione.

In chiesa la statua della Madonna, non più alta di un metro, ma unica nel trasmettere una mise-ricordiosa dolcezza perfino dalle pieghe della veste.

Usciti abbiamo passeggiato per un po’ attra-verso il borgo, non così piccolo ma fuori dal mondo; non dal tempo nel senso che i servizi moderni c’erano tutti, piuttosto dallo spazio, come attento a custodire ovattata la sua identità. Casette perfettamente ristrutturate nella loro impronta originale, neanche una villa per inten-derci, capolavori di cancelletti ed inferriate in ferro battuto, sembravano messe lì per abbellire, non per proteggere.

Ci ha raggiunti l’anziano prete e sornione:- Non è che state progettando di trasferirvi qui?- E in risposta al nostro sorriso: -Sapete quante coppie di americani, in pensione naturalmente, hanno comprato casa e soggiornano qui per lunghi periodi?-

In quei tre giorni abbiamo visto cittadine, pae-si e borghi belli così o quasi.

Giusto quindi parlare anche di ripresa turisti-ca, non solo di polemiche che precedono, accom-pagnano e seguono ogni ricostruzione.

D’altronde è sempre stato così: nel Belice, in Irpinia, a l’Aquila. Unica eccezione il Friuli.

Di recente Venzone è stato proclamato il bor-go più bello d’Italia e al tempo della ricostruzione i Friulani si guadagnarono da parte di Montanelli il complimento di essere la miglior gente d’Italia.

Sicuramente la ricostruzione più eclatante av-venne nella Sicilia sud orientale dove nel 1693 avveniva il più grande terremoto della storia d’Italia. Si contarono 60 mila morti, 60 fra città e paesi vennero sbriciolati, Catania perse la metà dei suoi abitanti.

La Sicilia era allora sotto il dominio della Spa-gna ed il re Carlo II° ne affidò la ricostruzione al Vicerè Giovanni Francesco Pachero.

Fu nominato un commissario al terremoto che effettuò un “miracolo” nel giro di non moltissimi anni.

Catania fu ricostruita come la vediamo oggi, con grandi piazze ed arterie stradali, una città moderna ed efficiente.

Furono ricostruite tante altre città cui fu dato uno splendore che prima non avevano, E fra tutte Noto. Non molto lontana da dov’era prima e che divenne il trionfo del Barocco, ambita meta turistica, patrimonio UNESCO fin dal 2001.

Mi viene la tentazione di descriverla. Non si può, danneggerei l’immagine vera. Prospettive con gradinate come quinte teatrali, piazze dove i colori delle pietre dorate, scure, nere di lava vulcanica, variano a seconda della luce del sole, stucchi, intagli e balconate sontuose.

Da visitare appena si può!

Lidia Sfreddo

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Attimi di vita

Londra 1968

Il prossimo concerto inserito nei “Sapori dell’Acqua” che si terrà a Villadolt Quartiere Satellite il 27 agosto, con pezzi dei Beatles, ha riacceso vecchi ricordi di gioventù. Per quelli della mia età, classe 1949 e dintorni, i Beatles hanno davvero rappresentato una svolta epocale. Non è esagerato affermarlo perché non si trattava solamente di musica nuova. Anzi era davvero musica nuova in tutti i sensi: per quello che erano i rapporti tra società dei giovani e l’estabilishment in Italia, ma non solo nel nostro Paese. Nulla sarebbe stato più come prima. Il ’68 era alle porte.

Comunque i quattro di Liverpool erano ma-gici e stare in un salottino ad ascoltare i loro pezzi in religioso silenzio, valeva il miglior pomeriggio immaginabile.

Approfittando del fatto che mia cugina Margherita viveva nei dintorni di Londra, nell' estate del 1968 andai a trovarla.

Andare a Londra negli anni dei Beatles, di Portobello Road e Mary Quant, era come andare tra il paradiso terrestre e il paese dei balocchi; non vi era nulla di più “cool” si direb-be oggi; e poi era Londra!

Vi andai in treno, il famoso Simplon Orient Express, anche se già avviato sul viale del tramonto. Uno dei più antichi e blasonati treni europei, nato come “Costantinopoli Parigi Orient Express” e poi “Istanbul Parigi Orient Express” reso famoso da Agatha Christie nel suo romanzo Assassinio sull’ Orient Express e più tardi dal film 007 dalla Russia con amore. Questo treno sopravvisse fino al 1977, la tratta fu dismessa. Rinacque successivamente ma come treno di lusso, con vagoni d'epoca per-fettamente restaurati.

La versione che mi vide viaggiatore era ri-dotta alla tratta Venezia, Sempione, Losanna, Parigi, partiva da Venezia nel tardo pomeriggio e arrivava a Parigi a la Gare de l’Est intorno alle 9 del mattino seguente. Anche se un po’dimesso, ancora disponeva di vagoni letto e vagone ristorante con tanto di camerieri in giacca nera e tavoli apparecchiati con tovaglie bianche.

Avevo appena compiuto 19 anni e per me era davvero la prima volta di tutto: prima volta all'estero, prima volta da solo.

Ero in vagone cuccette, con una famiglia di italiani: padre, madre e figlia. Dormii pochissi-mo, sempre a guardar fuori, con rumori inusua-li. Piovve praticamente tutto il tragitto. Cambio a Parigi, poi a Calais. Traghetto sulla Manica con mare in burrasca, finalmente a Dover, e qui il primo impatto con il mondo inglese, fatto di tappezzerie di velluto, voci sussurrate, tappeti ovunque e un universale odore di vecchi legni.

Si tiene la sinistra in Inghilterra, in auto e a piedi, i piedi calzavano scarpe sulla cui punta venivano applicate piastrine metalliche per aumentarne la durata: sembrava un continuo tip-tap! C'erano due colori dominanti: il rosso vino e il grigio, ripetuti nei mezzi pubblici. I vagoni della metro, molto più bassi di adesso, erano infatti di quel rosso, con gli strapuntini di velluto grigio. Andate a vederli al museo dei trasporti al Covent Garden. E poi la sterlina, all'epoca valeva circa 1.500 lire, era divisa in penny, scellini e in mezze corone: 4 mezze corone facevano una sterlina, infine le ghinee: retaggio del passato, non esistevano fisicamen-te, ma i negozi di lusso esponevano certi prezzi in ghinee. Una ghinea valeva 1 sterlina e 10 pence.

Balzava agli occhi la diversità del popolo in-glese rispetto a noi: si sa l'orgoglio dei francesi, la sprezzante consapevolezza dell'efficienza dei tedeschi, ma era palpabile la grande caratteria-lità degli inglesi forti dall'aver tenuto testa praticamente da soli al tentativo di invasione dell'esercito tedesco nella seconda guerra mondiale, apparentemente noncuranti dell'a-ver perso il più vasto impero coloniale della storia, anche se formalmente conservato nel Commonwelth.

L'aggettivo "Royal" abbondantemente spar-so per ogni dove, dagli oggetti di tutti i giorni, alle insegne stradali, agli avvenimenti più importanti, era ed è un onnipresente memento alla Sovrana Regina Elisabetta. Perfino le navi da guerra recano ancora oggi davanti al nome la dicitura HMS: Her Majesty Service, al servizio di sua maestà.

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Gli inglesi usavano nell'abbigliamento due colori: il grigio scuro e il nero. Per strada era un tripudio di bombette e ombrelli al seguito, nei pub si beveva a orario: la sera dalle 17:00 fino alle 10:30 o alle 11:00 a seconda delle licenze in possesso del locale, comunque dopo le 11:00 in tutta l'Inghilterra non era più possi-bile bere alcolici, birra compresa, ma alle 10:55 suonava un campanello per l'ultima ordinazio-ne che poteva anche essere consistente!

Londra era già multietnica e per uno che veniva da Fontanafredda dove i pochi neri erano militari americani di stanza ad Aviano, vedere indiani, pakistani, neri, asiatici, era una novità assoluta.

A Piccadilly Circus campeggiava la pubblicità di Yellow Submarine, il film di animazione con quindici pezzi dei Beatles sei dei quali erano pubblicati nell'omonimo disco da poco lanciato e le strade erano piene di vertiginose minigon-ne.

Era comunque palpabile la sensazione di trovarsi in un' "Isola", lontana dal Continente, pur così vicina, popolata da persone diffidenti per tutto quello che non era inglese.

Lì ho compreso il concetto di ricco: persone che conducevano una vita sfarzosa senza fare nulla, senza lavorare, che andavano in vacanza ai Caraibi per mesi portandosi dietro tre, quat-tro persone di servizio, compresa la Rolls Royce e relativo autista, che vivevano in dimore di cento stanze con personale di servizio di 15-20 unità, con mute di una decina di cani il cui pasto era giornalmente preparato da una cuoca dedicata, che facevano spostare querce secolari perchè lì dove erano nate e cresciute non era proprio l'ubicazione ideale.

Ma Londra non è l'Inghilterra, di cui ho an-che conosciuto paesaggi meravigliosi di prati verdissimi e boschi bellissimi. Se c'è un popolo che è in sintonia con la natura, di cui ha un innato e profondo rispetto, quello è il popolo inglese.

Tornai a casa dopo una quindicina di giorni e ne passai altrettanti a raccontare agli amici quello che avevo visto, quasi un Marco Polo che tornava dal Katai.

Anto Zilli

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Scrivere a mano

A fine maggio, forse consapevole

dell’opportunità di interrompere le diatribe su

elezioni anticipate, leggi elettorali, scafisti

truffatori e no è stato introdotto in un quoti-

diano nazionale un argomento che ha suscitato

l’interesse tra addetti ai lavori o che tali lo sono

stati: gli insegnanti.

La scrittura in corsivo. Personalmente ne

sono una soste-

nitrice: la mag-

gioranza contra-

ri. Non solo

ragazzi e ragaz-

zini, anche i

genitori: vuoi

mettere la

tastiera o caso

mai lo stampato

minuscolo! E’

così veloce.

Quando si

parlano lingue

diverse non si

può comunicare e si rinuncia. Così ho fatto io.

Comunico quindi per iscritto le mie opinioni

e, ciò che conta di più l’opinione di esperti ben

più validi. Naturalmente in corsivo e a matita, il

mezzo che più di ogni altro mi riporta al gesso…

e alla lavagna. Alla lavagna appunto il messag-

gio da trasmettere doveva essere scritto in

modo chiaro, ma anche piacevole da leggere.

Per abitudine consolidata scrivevo in modo

regolare, senza correzioni o aggiunte (c’era il

cancellino) in modo accattivante per invogliare

gli allievi ad imitare l’ordine, convinta che

l’ordine esteriore si rifletta su quello interiore

che è disciplina del carattere e rispetto.

Già in prima, nel momento in cui la maggior

parte della classe si era impadronita del mec-

canismo della lettura, un bel giorno annuncia-

vo: -Adesso cominciamo a scrivere, ma come

scrive la mamma.-

E via con il corsivo. Mai avuto problemi.

Grafie più o meno sciolte, armoniche, scorrevo-

li che miglioravano con l’esercizio. Se fossi

ancora a scuola (magari!) dovrei cambiare

approccio.

Le mamme ipertecnologiche scrivono sulla

tastiera o caso mai in stampatello minuscolo

(mi è capitato di vedere uno scritto di questo

tipo, somigliava la rappresentazione di un

D.N.A.).

Direi: -Scriviamo come la maestra.-

Nei giorni

successivi esper-

ti e pedagogisti

sono entrati

nella discussio-

ne.

Lo credere-

ste, tutti a favo-

re della grafia in

corsivo (conser-

vo le copie dei

giornali).

L’insigne pe-

dagogista Danie-

le Navara sostie-

ne addirittura l’importanza di trascrivere su

carta i passaggi più importanti di quello che

leggiamo o ascoltiamo, perché così facendo

attiviamo zone del cervello che la scrittura su

tastiera non attiva. Intanto la scrittura su carta

costringe a trattenere a mente il pensiero

finchè lo abbiamo scritto e questo è quanto

basta a fissarlo e a farlo diventare nostro.

Addirittura Steve Jobs all’ università ha fre-

quentato un corso per la scrittura a mano.

In Francia in alcune classi della scuola pri-

maria hanno ripristinato il dettato quotidiano

in corsivo, dopo essersi accorti dei disastri

portati dall’abuso della tecnologia.

Afferma Benedetto Vertecchi, decano dei

pedagogisti italiani: -Accade anche da noi

mentre mancano libri e laboratori abbondano

tutte le nuove tecnologie.

Alla nostra bancarella “Un libro un fiore”,

solo nonni, memori di sagge abitudini, com-

prano libri ai nipoti.

Lidia Sfreddo

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C’eravamo tanto amati…

Appena sposata era mia vicina di casa una signora anziana che mi aveva “presa” in così grande simpatia da esigere che la chiamassi “nonna Lina” per distinguersi dalle mie due nonne genetiche che ancora avevo. Conversava volentieri, ma altrettanto amava sentirmi parlare. Quand’ero impegnata in qualche attività all’esterno mi raggiungeva immediatamente. Una sera, dopo un’ennesima furibonda lite con suo marito era arrivata decisa a raccontarmi la sua storia coniugale. Si era sposata ventenne e in sei anni aveva avuto quattro figli. La miseria aveva spinto suo marito a tentare l’avventura AMERICA. Da lì i suoi invii di denaro erano stati regolari e note-voli ai primi tempi. Poi, anche accortosi che il modo di sua moglie di gestire la famiglia non era proprio parsimonioso (questo l’avevo avvertito anch’io dai suoi precedenti racconti) gli invii si erano assottigliati e diradati fino a finire del tutto quando i figli erano stati abba-stanza grandi. Solo a motivate e documentate richieste le sue risposte “finanziarie” erano positive. Lei frattanto aveva saputo di essere stata rimpiazzata da una compagna. Continua: -Una sera d’estate, seduta davanti alla finestra spalancata vedo fermarsi un taxi, vedo scende-re una sagoma che in qualche maniera identifi-co: E’ lui!- Non posso trattenere la risata: -Ma nonna Lina gli sarai andata incontro?!- -Non mi sarei alzata neanche se fossi stata seduta su una fascina “de spin trincanti”.- (spine acuminatissime e robuste di un rovo di vegetazione spontanea che ora è stato debella-to. Si chiamavano anche spini della passione: con essi sarebbe stata fatta la corona di Gesù in croce).

Altra storia. Mi è stata raccontata da un mio prozio che ne è stato protagonista. Mentre era a combattere sul Carso, ai soldati veniva promesso che finita la guerra li aspetta-vano onori e gloria, benefici economici e lavoro assicurato. Quando era tornato l’unica risorsa era stata trovare qualcuno che gli prestasse i soldi per il viaggio ed andare in America.

Dopo tre anni era stato in grado di farsi rag-giungere dalla moglie (che aveva lasciata incinta) e dal figlioletto. Maria, la moglie, appena arrivata si è accorta di una presenza femminile, troppo presente e naturalmente sono cominciate le recriminazio-ni. E lui: -Ho avuto pur bisogno di qualcuno che mi insegnasse la lingua!- E rivolto a me per averne conferma, il viso impassibile come una sfinge: -Ti pare o no- Di fronte ad un’ennesima accusa: - Dammi tempo, vedrò come fare, ma se proprio non capisci torna indietro.- Per fortuna la docente ha pensato bene di eclissarsi e le cose si sono aggiustate.

Questa me l’ha raccontata mio papà un lu-nedì mattina appena alzato (non poteva trat-tenersi) mentre io già stavo studiando per un compito impegnativo. Il protagonista era un suo compagno di qualche partita a “tresette”, in osteria la domenica dopo cena (unico suo svago settimanale). Questi negli States aveva veramente fatto fortuna. Arrivato muratore con impegno ed intraprendenza era diventato un piccolo im-prenditore. Viaggiava in Cadillac ed aveva compagne adeguate. Giunto all’età della pen-sione era tornato a casa dov’era rimasta solo la moglie. -Puoi capire che idillio!- Bofonchiava il papà, con il suo sorriso che arrivava solo al bordo delle palpebre. A quei tempi le cucine in estate erano funesta-te da nugoli di mosche, la sua non faceva eccezione. La moglie, versata la minestra nei piatti aveva l’abitudine di uscire in cortile a dar da mangia-re al cane ed il becchime alle galline. Lui svelto acchiappava alcune mosche e gliele metteva nel piatto.

Ma è questa la più buffa. I protagonisti ap-partengono alla generazione successiva. Una mia parente, buona donna, ma piuttosto tarda, aveva chiesto a me studentessa, di dare una mano alla sua figlioletta che aveva difficol-tà scolastiche. Così ho fatto ed ho conosciuto la vicenda della famiglia. Naturalmente il marito era un gaglioffo alla sua altezza che dopo averle fatto fare una nidiata

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di figli che non sapeva come mantenere, ha chiesto ad un fratello che era già lì, di farlo andare a Colombus. Mandava a casa cospicui risparmi. Lei parsimoniosa e lavoratrice era riuscita ad aggiungere qualche mucca nella stalla e addi-rittura a comprare due campetti.

Dopo una decina di anni, lui è tornato con risparmi sufficienti a comprare un trattore. Ma lei, nel terrore di rimanere incinta si corica-va ogni sera completamente vestita. Lui è ripartito e non se n’è saputo più niente. Questa è stata la “MERICA” per alcune delle nostre donne.

Lidia Sfreddo

Il consiglio del medico

Fotosensibilizzazione cutanea, cosa vuol dire

I potenziali rischi connessi ad un'eccessi-va esposizione solare sono ormai conclamati e per questa la foto protezione viene sem-pre incoraggiata.

Tuttavia molte per-sone non sono a cono-scenza di un fenomeno che può accelerare e aggravare i danni del sole sulla pelle; queste condizioni, chiamate fotosensibiltà, consiste in un'anomala ed eccessiva reattività cutanea all'irradiazione solare.

Un soggetto fotosensibile può avere foto-dermatosi (eritema, orticaria o allergia solare), che insorge in seguito ad un'esposizione solare lieve o comunque normalmente insufficiente a scatenare questi sintomi.

Le reazioni di fotosensibiltà a volte sono provocate dall'interazione della luce solare con alcuni farmaci assunti dal paziente, o applicati sulla cute o da particolari situazioni patologiche della persona.

Reazione fototossica: si manifesta entro 24 ore dall'esposizione come una scottatura solare. La radiazione solare reagisce con una sostanza fotosensibilizzante che può essere attivata e trasformata in composti tossici, i quali innescano una risposta infiammatoria sulla cute.

Reazione fotoallergica: In questo caso in-terviene il sistema immunitario, per cui viene

attivata la risposta immunologica cellulo-mediata. Le eruzioni compaiono inizialmen-te nelle aree cutanee esposte ai raggi ultra-violette.

Sintomi: dolore ar-rossamento e gonfiore, orticaria o eczema con eruzioni pruriginose o vescicole o bolle, iperpigmentazione (macchie scure)

Complicazioni: brividi, cefalea, febbre, nau-sea, stanchezza e vertigini

Fotosensibilizzazione cronica: porta a cica-trizzazione ed ispessimento della cute e può aumentare il rischio di tumori, come il basa-lioma, carcinoma e melanoma. Alcune condizioni dermatologiche possono peggiorare in seguito all'esposizione solare, in questi casi la fotosensibilità è secondaria alla malattia d'origine come: lupus, artrite reuma-toide, herpes, rosacea, dermatite atopica, psoriasi e viligine.

Terapia: antistaminici per ridurre il prurito, cortisonici per ridurre l'infiammazione. La maggior parte delle reazioni di fotosensibiltà si risolve spontaneamente e non causa danni permanenti. Tuttavia, i sintomi possono essere gravi quando vi è una malattia di base o quan-do l'esposizione al sole è stata eccessiva.

Bishara Khalil

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Pollice verde

La Cornunghia

Ongulis di cjaval. I fruz di Melie, ben industriâs de mari che ur à metût tal cjâf che bisugne ingegnasi a cjapâ un francùt bielza di pizzui, ‘e ‘an concordât cun Mario fari che sot sere, quant ch’al varà finît di inferâ i cjavâi, ‘e làran cjapâ su lis scussis. E ve-gnin clamadis scussis ma ‘e son chêi tocs di ongu-le dal cjaval, de talpe, che Mario, cè lis tanais cè cun t’un imprest clamât incassin, al tae vie scur-tant e modelant il pît de bestie di mût ch’al resti san e si adati ben al fiêr. Che dopo j tache sot cui clauz faz di pueste e sul piazzalut devant de farie’e devente une scjarnete di chesc’ tocùz , e lôr biel plancut, curanlis ben par che no sedin clapùz, che senò il pezzotâr che lis compre si inralbe, lis metin t’un sac, ch’e and’e già un biel pôs sot de scjale. Mario lis vent al pezzotâr che lis puarte a Udin dulà ch’e fasaran pietins, concimp e Diu sâ ce altri. (Diego Cinello-Tas Cjasis dai Vons) Unghie di Cavallo I figli di Amelia, ben istruiti dalla madre che gli ha messo in testa che bisogna ingegnarsi a prendere qualche soldo già da piccoli, hanno concordato con Mario il fabbro che in serata, quando avrà finito di ferrare i cavalli, andranno a raccogliere le scorze. Sono chiamate scorze ma sono quei pezzi di unghie dei cavalli, della zampa, che Mario e con le tenaglie e con un attrezzo chiamato coltel-lo a sgorbia, taglia via accorciando e modellando il piede dell'animale in modo che resti sano e si adatti bene al ferro. Che dopo li attacca sotto con i chiodi fatti apposta e sul piccolo spiazzo davanti alla forgia si forma uno spargimento di questi pezzetti e loro i ragazzi, pian pianino curandoli bene in modo che non ci siano sassetti, che altrimenti lo straccivendolo che li compera si arrabbia, li mettono in un sacco, che ce ne già un bel po' sotto le scale. Mario li vende allo stracci-vendolo che li porta a Udine, dove faranno petti-ni, concime e Dio sa che altro.

E anche questa volta prendendo spunto da quanto sopra, parliamo di un antico fertilizzante: la cornunghia appunto.

Si intende per cornunghia una miscela di corna e unghie di bovini, equini e caprini, adeguata-mente macinate al fine di ottenere un prodotto vendibile e utilizzabile come concime. Prima dell'avvento della plastica, molti utensili di uso comune, quali pettini, oggetti da toeletta, piccoli utensili, manici, erano fatti di corno e ci si era accorti che gli sfridi di lavorazione, costituiva-no un ottimo fertilizzante. La cornunghia apporta infatti azoto (N) organico fino ad un tenore dal 12 al 14%. Il più elevato tra i concimi organici, più del sangue di bue che arriva al 8-10%. Solo azoto tuttavia, gli altri macroelementi, Fosforo e Potas-sio dovranno essere provveduti da altre fonti.

Essendo di origine naturale, la cornunghia è ammessa per l'uso in coltivazioni biologiche, ha un costo relativamente contenuto e il diverso grado di macinazione, consente una cessione graduale dell'azoto, che può andare da un mese per la farina, fino a 6 mesi per il prodotto macina-to in scaglie di 6-8 mm. Esistono cornunghie con grado di macinatura molto più grossolano, ma si innescano poi anche fenomeni di muffe e cattivi odori.

I dosaggi sono alquanto elastici, da 4 a 6 kg per mc. di terriccio, o da 30 a 50 gr/mq. Dosaggi superiori non causano danni particolari se non al portafoglio. E' bene interrare il prodotto per averne la massima efficacia e conservarlo in modo inaccessibile ad animali quali topi e cani dai quali è molto appetito.

Anto Zilli

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C come carbonio

Lo scorso 22 aprile si è celebrata la Giornata Mondiale della Terra. L’ astronave che ci ospita, lanciata nello spazio a velocità incredibile, l’unica che abbiamo. Fermo ad un semaforo rosso, osservavo dei ragazzini giocare, come una volta senza tanti telefonini o roba del genere, allegri e spensierati. Si stavano godendo insomma il più bel dono che Dio abbia dato agli uomini: la giovi-nezza. Pensavo che a quell'età, dodici, tredici anni, ma poco importa: anche di meno, anche di più, hanno pochi doveri, solo diritti. Diritto di essere educati, ricordo una pubblicità istituzionale di qualche tempo fa promossa dalla Regione Veneto, recitava "spegni la TV e gioca con tuo figlio", condivido, diritto dicevo di essere protetti da ogni prepotenza e violenza, diritto di essere tutelati. Soprattutto per il loro futuro. E' specifico compito di chi è al potere operare in modo che i giovani non subiscano le conseguenze nefaste di decisioni prese oggi per il domani.

Consentitemi allora una telegrafica esposizio-ne delle cause remote.

Nel corso di milioni di anni, lasso di tempo molto corto per l’orologio geologico, estrema-mente lungo per l’uomo, si sono formati gli enormi giacimenti di quei materiali che chiamia-mo combustibili fossili. Già, pensiamo: milioni di anni. Foreste fatte e sepolte, riformatesi e risepolte e microorganismi sulla terra e negli oceani, vissuti e poi decompo-sti. Miliardi e miliardi di metri cubi di gas, di petrolio, di carbone.

Nella formula chimica di queste sostanze vi è comunque il Carbonio, legato

in formula chimica con altri atomi, e quindi "fer-mo" bloccato in questi enormi giacimenti.

Ma il fatto saliente è che questa sorta di te-saurizzazione, di cattura del carbonio durata appunto centinaia di milioni di anni, adesso in soli duecento anni, un battito di ciglia per i tempi biologici, per effetto della combustione di gas e petrolio, questo carbonio è liberato nell'atmosfe-ra con ritmi di rilascio così rapidi che il pianeta non è strutturato per sopportarlo, parliamo di 14 miliardi di tonnellate all'anno di CO2, anidride carbonica, gas certamente presente nell'atmosfe-ra ma non a questi livelli. Basti dire che un terzo di quel quantitativo viene assorbito dalle acque degli oceani. L'espressione "riscaldamento globale" è sempre più presente nella quotidianità delle problematiche ambientali e ci si fa un po' anche l'abitudine. In realtà è un grossissimo problema dalle conseguenze altret-tanto pesanti.

Potenti e potentati da tempo partoriscono trattati per limitare le conseguenze dell’effetto serra, qualcuno ogni tanto ne ritratta contenuti e adesione, sull’altare del profitto.

Diceva Ghandi: ci sono abbastanza risorse per soddisfare i bisogni di ogni uomo, ma non l'avidi-tà di ogni uomo.

Antonio Zilli

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Parole

La danza degli aquiloni

di Loretta Del Tedesco

Capitolo 1

Ad attirare l'attenzione di Romina, fu quell'aquilone giallo e viola adagiato sulla lapide, accanto al solito mazzo di fiori freschi. Nonostante fosse trascorso appena un mese, la visita quotidiana a quel luogo, non le provocava angoscia, ma bensì un sentimento di serena pace. Non che non avesse amato i suoi genitori, anzi. Semplicemente, in cuor suo, sapeva di dover vivere esattamente come loro le avevano insegnato: non chiudersi in un dolore duro e sterile, ma bensì cercare il conforto delle persone che le volevano sinceramente bene. Così anche nei giorni di comprensibile smarrimento e dolore che seguirono la scomparsa dei suoi genitori, Romina aveva lasciato defluire il dolore con relativa tranquillità, nella certezza che mai l'avrebbe completamente sopraffatta. In quella giornata inondata di sole quasi estivo, prese con delicatezza quell'aquilone e andò a sedersi all'ombra di un albero poco distante... La voce di sua madre, ruppe la sua timidezza che la coglieva di fronte alle situazioni nuove, ed anche lei fu pronta ad aprire le danze.... “Le regole sono molto semplici: ballate e divertitevi, stando però attenti a danzare con tutti i vostri compagni, mentre vi scambiate gli aquiloni in modo che nessuno di voi rimanga mai con meno di due aquiloni in mano.” Romina ricordava come fosse ieri, gli ultimi giorni di scuola in cui c'era la grande danza degli aquiloni. Per anni l'aveva considerata un'occasione di divertimento come molte altre, prima delle vacanze al mare che, come sempre, trascorreva con mamma, papà, la sorellina Linda, gli zii, i cugini e, quasi sempre, anche i loro numerosi amici, con le rispettive famiglie. Nei primi anni di queste 'vacanze allargate', affittavano degli appartamento (uno per ogni famiglia), ma tutti nella stessa palazzina. Poi, una sera, durante una delle loro passeggiate, Sergio, il proprietario della gelateria cui erano ormai affezionati, disse che la sorella ed il cognato, ormai ai ferri corti, avevano deciso di dirsi addio nonostante o, forse soprattutto, a

causa dei molti anni di matrimonio. L'unico bene che li legava ancora, era una villa con giardino, non lontana dalla spiaggia ma troppo grande per trovare un acquirente. Da quel momento in poi, specie i più piccoli, cominciarono a fantasticare di corse a perdifiato nel parco, merende sotto il portico e lunghe chiacchierare notturne con i loro amici e compagni di stanza. Anche gli adulti nutrivano le loro fantasie, ma non si azzardavano a darvi voce, convinti che non avrebbero mai potuto permetterselo. Così quell'estate terminò come tutte le altre e, al momento di tornare in città, Stefania e Giacomo, gli zii di Romina e Linda, andarono in agenzia e prenotarono il loro solito appartamento, anche per l'anno seguente, convinti che lo stesso avrebbero fatto, di lì a breve, anche i loro amici.

Capitolo 2

Furono gli stessi zii ad organizzare, in una serata di fine agosto ancora calda, un simpatico dopocena per tutta la compagnia del mare, a base di gelati, limonata e macedonia, il tutto condito con chiacchiere, più o memo spensierate. Inevitabile, in quell'occasione, ripensare ad alta voce, alla villa al mare... “Noi due romperemo i nostri ricchi salvadanai!”, promisero in coro, Alessandro ed Andrea, i cuginetti. “Sicuramente sarò promossa, ma quest'anno, niente regali!”, dichiarò solennemente Lisa, la ragazzina tutta pepe, figlia dei loro vicini di casa, Tiziana e Renato. “Io rinuncio volentieri ad un anno di paghetta settimanale per i miei lavoretti in casa”, le fece eco sua sorella Lara, desiderosa di dare il suo personale contributo all'importante Causa Estiva. Federico e Marco, i migliori amici di Alessandro ed Andrea, non avevano ancora dichiarato quali fossero le loro intenzioni in merito. Ma dopo un'occhiata in tralice da parte di quest'ultimo, si affrettarono ad escogitare una soluzione, finché Marco, di solito la 'Mente della coppia', parlò a nome di entrambi: “Ormai siamo grandi per credere ancora a Babbo

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Natale. Così abbiamo pensato che se per quest'anno ci accontentassimo di regali meno costosi, voi” indicando Carlo e Sara, i loro genitori, “potreste risparmiare un bel po'”. A quest'ultima frase, tutti gli adulti sorrisero inteneriti. Ma, nonostante i generosi sforzi, il problema rimaneva tale. Fu proprio Sara ad aggiungere un particolare, che poteva essere risolutivo: “Ma il nostro capo, non ti aveva promesso una promozione?” “Certo, ma era un secolo fa e poi non se n'è più parlato, quindi...” “E tu ritenta, magari questa volta la spunti...”, disse Sara fiduciosa. “Come no. E cosa dico 'ha presente quella promozione? Ora mi serve proprio perché devo versare una quota per comprare una casa al mare?' “Siamo seri, per favore, Tesoro!” “Ti pare che io non lo sia?”, ribatté lei, leggermente stizzita. “In fondo, è vero che si tratta di una casa più grande...Non serve mica che tu dica che si trova al mare?” “Ok, farò un tentativo, ma non illudetevi.”, rispose Carlo, desideroso di porre fine alla questione. Dopo qualche settimana, il telefono a casa di Stefania e Giacomo, cominciò a squillare con una certa insistenza: “Cara Stefania, la casa è nostra!” “Ma no, non mi dire!” “La promozione è arrivata!” “Ma non avevate detto che il vostro capo era un

osso duro?” “Ma solo fino ad un certo punto...” “Racconta, racconta...” “Gli ha detto esattamente quello che gli avevo suggerito.” “E il capo, come ha reagito?” “Non ci crederai, ma si è congratulato!” “Congratulato? E perché scusa?” “Ha pensato che fossi di nuovo incinta!” “Da non crederci! Ma visto che non lo sei...?” “Certo che no, mia cara!” “E allora?” “E allora gli ha detto che, grazie alla casa di vacanze più grande, sia io che lui, potremmo, in caso di necessità, rientrare al lavoro in anticipo perché Federico e Marco, sarebbero in ottime mani, con tutti voi...” “Davvero geniale! Non vedo l'ora che arrivi quest'estate!” Giunse l'estate. L'arrivo nella nuova casa fu una grande festa, la cui gioia inondò l'intero periodo di vacanza e, soprattutto, dette a tutti loro la convinzione che questo sarebbe durato molto a lungo. Solo Romina, nonostante all'epoca avesse solo otto anni, sentì una strana tristezza dentro di sé, ma forse era dovuta all'imminente fine delle vacanze. O da che altro?

Continua…

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Cinematografo

Gli oscar italiani De Sica Fellini E.T.-Rambaldi. Loren Bertolucci La vita è bella

Dopo l’invenzione dei Lumiere, il cinema muto si affermò rapidamente in tutta l’Europa (Francia, Russia, Italia, Inghilterra, Germania). Gli americani s’inserirono a ruota e, con le loro potenzialità, recuperarono facilmente il terre-no diventando i più grandi produttori della settima arte, veicolo strabiliante che cambiò il modo di essere del pianeta. Così nel 1929 diedero vita al premio più prestigioso: l’Oscar, anticipando il Leone d’Oro di Venezia di 3 anni. In vero, mentre l’Oscar è assegnato in un’unica giornata e principalmente ai film concorrenti di lingua inglese, lasciandone uno solo ad altre nazioni, la Mostra di Venezia, con il Leone d’oro è universale, aperta a tutti e dura due settimane è, per questo, considerata al primo posto. Vengono poi l’Orso d’oro di Berlino, La palma d’Oro di Cannes, David di Donatello, Il Nastro d’argento e altre rassegne. Ma veniamo ai nostri artisti e capolavori cineart vincitori del prestigioso Oscar.

Vittorio De Sica: “4 Oscar”. Fu un grande attore con la migliore interpretazione ne Il Generale della Rovere. Si dedicò quindi alla regia e in quel campo fu un maestro straordi-nario tanto da essere considerato, unitamente a Rossellini, il padre del Neorealismo Italiano: Ladri di biciclette, Sciuscià (definito da Orson Welles il film più bello del mondo), Ieri, oggi e domani e Il Giardino dei Finzi Contini gli valsero i 4 Oscar, ma poi, Umberto D, Miracolo a Mila-no, La Ciociara, Matrimonio all’Italiana, Sta-zione Termini, Il Signor Max, I Girasoli, I 2 Marescialli, I sequestrati di Altona, Il viaggio, sono solo alcune pellicole di una collana a livello altissimo che lo collocano tra i migliori registi. Tutti i filmati sarebbero meritevoli di un commento. Noi, ci soffermiamo sul capolavoro: Il Giardino dei Finzi Contini. Tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore, poeta, regista Giorgio Bassani. De Sica dipinge la storia di una famiglia aristocratica della Ferrara bene travolta dalle leggi razziali. Un affresco dal tono

ricercato ma allo stesso tempo sensibile e profondo. L’opera filmografica, oltre all’Oscar, ebbe l’Orso d’oro di Berlino, Il David di Dona-tello, Il Nastro d’argento, il Globo d’oro.

Federico Fellini: “5 Oscar”. Fellini l’abbiamo

più volte celebrato. Aggiungiamo soltanto due parole: Ha raccontato la favola della vita. I cinque Oscar: La strada, La dolce vita, Le notti di Cabiria, Amarcord e l’ultimo alla Carriera. Ma poi: Lo sceicco bianco, I Vitelloni, Giulietta degli spiriti, Satyricon, Roma, I Clown, Ginger e Fred, Casanova, La città delle donne, La Voce della luca, E la nave va, ecc.. Ebbe anche sei palme d’oro, cinque David di Donatello, 12 Nastri d’argento. Disse: “E’ una festa la vita, viviamola insieme” Carlo Rambaldi: “3 Oscar”. Creatore di effetti speciali vinse i tre Oscar con King Kong, Alien ed E.T. (L’extraterrestre rugoso che commosse il mondo). Alcuni altri film: Profon-do Rosso, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Zanna Bianca, Dune, Conad il distruttore, l’Odissea TV. Nel suo genere un vero mago come fu dalla critica mondiale definito. Giorgio Moroder: “3 Oscar”. Poco celebrato, è un produttore specializzato nella musica elettronica. Le miglior canzoni di Fuga di Mez-zanotte, Flashdance e Top Gun gli valsero i tre Oscar. Artefice anche di Scarface (mitico Al Pacino), American Gigolò (Richard Gere), Over the top (S. Stallone), La storia infinita e altri. Ha vinto inoltre 3 David di Donatello, 3 Nastri d’argento. Indubbiamente un Made in Italy di spessore. Milena Canonero: “3 Oscar”. Costumista di fama mondiale vinse i tre Oscar con Barry Lindon di Kubrik, Momenti di gloria (bellissimo e sigla di Londra 2012), Marie Antoinette e Gran Budapest Hotel. Ebbe inoltre ben 9 nomi-nation. Curò i costumi anche di Arancia Mec-canica, Shining (entrambi di Kubrik), Cotton Club (di Coppola), La Mia Africa (di Polack), Il

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Padrino III ecc.. Un nome prestigioso della tecnica Italiana. Dante Ferretti e Federica Lo Schiavo: “3 Oscar”. Probabilmente anche questi poco conosciuti dal grande pubblico, ma eccellenza italiana di tutto riguardo. Scenografi importanti e i 3 Oscar derivano da: L’Aviatore (regia di Martin Scorsese, con Leonardo Di Caprio, Cate Blanchett e vincitore di complessivi cinque Oscar), Sweeney e Hugo Cabret (sempre di Scorsese e vincitore anche questo di cinque Oscar). Ci si scusi la presunzione, crediamo che Il Made in Italy di livello sia vanto e normalità. Piero Gherardi: “2 Oscar”. Entrambi per il bianconero de La dolce vita e 8 ½ . Vittorio Nino Novarese: “2 Oscar”. Per i costumi di Cleopatra e Cromwell. Pietro Scalia: “2 Oscar”. Per il montaggio per JFK e Blak Hawk. Roberto Benigni: “2 Oscar”. Uno come attore e uno per il film La vita è bella. Memo-rabile! Elio Petri: “1 Oscar” per Indagine su Un cittadino al di sopra di ogni sospetto (grande G.M. Volontè). Pietro Germi, Ennio De Concini E Alfredo Giannetti: “1 Oscar” per la Sceneggiatura di Divorzio all’Italiana. Anna Magnani: “1 Oscar” quale attrice nella Rosa Tatuata. Film con Burt Lancaster da un romanzo di Tennessee Williams. Quest’ attrice ne avrebbe meritati altri (esempio: Roma città aperta). Danilo Donati e Pasqualino Santis: “3 Oscar” Per i costumi e fotografia di Giulietta e Romeo (eccelso il nostro registra Zeffirelli) e il Casanova di Fellini.

Sofia Loren: “2 Oscar” Uno alla Carriera e uno per La Ciociara, tratto dal celebre romanzo di Alberto Moravia. Per quest’ultimo grandis-sima interpretazione. Quando i 5 soldati turchi gli stuprano la giovane figlia, la sua drammati-cità è unica e atroce. Veramente poco per la migliore attrice italiana e oltre. A parziale compensazione vince ben 9 David di Donatello, 3 Nastri d’Argento, 2 Globi d’Oro, 2 Palme d’oro e un’infinità di altri riconoscimenti mon-diali. Girò 94 film recitando con i grandi attori di Hollywood quali: Jhon Waine, Gar Gable, Frank Sinatra, Alan Led, Antony Perkins, Alek Ghines, Poul Niuman, Marlon Brando, Gregory Peek, Bart Lancanster, Max Von Sidon, Antony Franciosa, Viktor Mature, James Corbun, Max-imilian Schel, Fredryc March, Antony Quin,Tyron Power, David Niven, Jan Gabin,

Walter Mathau, Jek Lemon, William Holden, Richard Burton, Peter O’Tole e Charlton Eston. Forse è un record non da poco.

Vittorio Storaro: “3 Oscar”. Splendida la fotografia de L’ultimo imperatore e di Reds. Giuseppe Tornatore: “Oscar” per il capola-voro di Nuovo cinema paradiso (la nostra infanzia).

Gabriele Salvatores: “Oscar” per l’ottimo film Mediterraneo.

Ennio Moricone e Nino Rota: “3 Oscar”. Il primo ne vinse uno alla Carriera e l’altro per The Hateful Eight. Vinse poi Il Polar Music Prize (il pari del Nobel alla musica), Il Leone d’Oro e altri. Il secondo solo per Il Padrino parte II, ma poi i David di Donatello, i Nastri d’argento, i Golden Globe. Grandissimi musicisti decisa-mente snobbati senza giustificazioni.

Gianni Quaranta – Elio Altamura – Ferdi-nando Scarfiotti – Bruno Cesari – Osvaldo Desideri – Gabriella Cristiani – Marcello Squarciapino – Luciana Arrighi – Gabriella Pescussi – Mauro Fiore: a tutti questi un oscar per ciascuno per fotografia, montaggio, scenografia, trucco, costumi.

Nicola Piovani – Dario Marinelli – Michael Giaccino: Un “Oscar” ciascuno per le musi-che de La vita è bella, Espiazione e Up.

Paolo Sorrentino: oscar La grande bellezza.

Bernardo Bertolucci: un oscar vinse con il celeberrimo L’Ultimo imperatore, dopo averlo mancato per un non nulla in diverse occasioni (ad esempio quello del film 900, con gli esordienti De Niro e Depardieu, Burt Lan-canster, Sterling Hayden, Dominique Sanda, Alida Valli, Romolo Valli, Laura Betti e Donald Sutherland, con le musiche di E. Moricone, meritava molti Oscar, ma il poetico affresco dei primi moti operai italiani fu annientato dai media americani).

Siamo al termine di questo percorso zeppo di nomi che potrebbe aver annoiato, ma qui, ancora una volta, abbiamo cercato di eviden-ziare l’eccellenza artistica che noi italiani non dovremmo dimenticare. Amaramente dobbia-mo però dedicare un pensiero finale ai diversi e importanti italiani che non l’hanno vinto quali: Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Mario Monicelli, Dino Risi, Sergio Leone, Franco Zeffirelli, Ettore Scola, Alessandro Blasetti, Totò, Marcello Mastroianni (forse uno sfre-gio).

Luigi Pandini

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Dalle associazioni

La vita può dipendere dalle stazioni intermedie

La vita è un viaggio: tra la stazione di partenza e quella di arrivo quante volte ci fermiamo ai punti intermedi…

Sembra filosofia spiccia, invece quando parlia-mo di vita, le stazioni intermedie diventano crucia-li.

Ne sa qualcosa il nostro collaboratore Sig. An-drea Somenzi, 32 anni, trapiantato di rene a di-cembre del 2014, che nel 2011 ha avuto la necessi-tà di iscriversi nella lista di attesa per il trapianto. Stava percorrendo il suo tranquillo viaggio di vita quando improvvisamente, è stato costretto a fermarsi alla sua stazione intermedia più significa-tiva.

A marzo 2011 è stato ricoverato d'urgenza e la sera stessa è stato sottoposto a dialisi, con diagnosi di insufficienza renale cronica. Ha dovuto infatti, affrontare la terapia per quasi 4 anni, fino a dicem-bre 2014, quando è stato chiamato dal centro trapianti di Treviso per affrontare l'atteso trapianto che ha consentito la ripresa di una vita normale senza alcuna complicazione.

Da quel giorno, festeggia il compleanno 2 volte l’anno, il giorno della sua nascita ed il giorno della ri-nascita.

Andrea è stato il “testimonial di eccezione”, in-sieme alla moglie Claudia e alla figlia Vittoria (nata dopo il trapianto), della manifestazione di premia-zione del 27 maggio 2017, del V° Concorso “Proget-to Scuola” gestito dal gruppo Comunale AIDO di Fontanafredda.

Il nostro principale obiettivo è proprio quello di informare correttamente le persone sulla tematica legata al dono e mettere in condizione le persone, di fare una scelta consapevole.

Ogni occasione è buona per incontrare gente e dialogare con loro ed a tal proposito, il Gruppo Comunale A.I.D.O. di Fontanafredda si è fatto promotore di partecipare alla manifestazione “LA QUATTRO GIORNI DI BRUGNERA” con una ampia rappresentanza dell’AIDO Provinciale di Pordeno-ne, riscuotendo molto interesse. N.B. Per qualsiasi ulteriori informazioni, vogliate consultare il sito www.aidofontanafredda.com oppure contattare il seguente indirizzo e-mail: [email protected]

Il Presidente AIDO Fontanafredda Edi Fadelli

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I

SAPORI DELL’ACQUA

Parco di Villadolt

25-26-27 agosto 2017

Enogastronomia

Cultura

Intrattenimento