Editoriale Pensioni, tasse e dintorni · frequenza, precarie già appena nate. Nessuno sembra avere...

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3 Direttore responsabile Paolo Panerai Direttore comitato di direzione Cristina Attuati Comitato di direzione Cristina Attuati Carmelo Benedetti Mauro Bossola Franco Casini Giuliano De Filippis Enrico Gavarini Valerio Poloni Lando Maria Sileoni Matteo Valenti Capo redattore Lodovico Antonini Collaboratori Sofia Cecconi consulente legale Fabi Costantino Cipolla ordinario di sociologia Università di Bologna Marco De Marco docente di Informatica generale Università Cattolica - Milano Giacomo Guerriero responsabile servizio di prevenzione ASL RMC Luciano Quaranta, direttore della Clinica oculistica Università degli Studi di Brescia Luca Riciputi esperto risorse umane e consulente aziendale Domenico Secondulfo docente di sociologia generale e di sociologia dei processi culturali Università di Verona Maddalena Sorrentino, docente di informatica generale, Università Cattolica - Milano Illustrazioni: Mangosi Editing: Mariapaola Diversi Grafica: ER Creativity Direzione, Redazione, Amministrazione 00198 Roma - Via Tevere 46 Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4 Fax: 06-85.52.275 - 85.59.220 Stampa Elcograf, Beverate di Brivio (Lc) Sommario N .2-A NNO LVIII M ARZO 2007 Gavarini a pag.4 Cecconi a pag. 22 Valenti a pag. 5 Sileoni a pag. 6 www.fabi.it E-mail: [email protected] [email protected] Edizione web: www.fabi.it/info_e_news/ la_voce_annale.asp La Fabi su internet N el suo recente intervento al Forex di Torino il Governatore della Banca d’Italia Draghi, ha toccato alcuni temi di rilevante importanza per il mondo del lavoro e per la collettività... Primo tema: le pensioni. Draghi invita le parti ad avviare una possibile ulteriore riforma dopo quelle Dini e Maroni. La stessa esigenza ha peraltro manifestato anche la Corte dei Conti, denunciando il rischio di un collasso strutturale del sistema. Secondo tema: l’iniquità del prelievo fiscale, che colpisce sempre con maggiore pervicacia chi già paga, senza affondare il coltello nelle enormi sacche dell’evasione. Terzo: il credito, per cui si prevede un futuro ancora denso di fusioni, accorpamenti, alleanze. Le riflessioni del Governatore meritano - ovviamente - approfondimenti e qui, ora, vorrei solo sinteticamente esprimere alcune considerazioni. L’argomento riforma del sistema pensionistico appare quasi come una moderna edizione della Tela di Penelope, fatta di giorno e disfatta la notte. Le riforme si succedono con inquietante frequenza, precarie già appena nate. Nessuno sembra avere idee chiare e le controriforme, abbozzate solo sulla carta, finiscono per generare un senso di profondo malessere fra i lavoratori. Occorre invece fare chiarezza,. consentendo a ciascuno di programmare il suo futuro. Anche questa è un’esigenza dettata dalla morale. Infine, è indispensabile non solo pensare all’età pensionabile, che pure è un problema sensibile, ma al valore della rendita che si percepirà .È, infatti, il valore della rendita che ci consentirà di vivere decorosamente, oppure di finire mestamente ad ingrossare le file dei nuovi poveri. Desta stupore che, su questo ultimo punto, non partano denunce più forti e decise anche nei confronti delle cosiddette pensioni milionarie, erogate copiosamente in spregio ai principi della giustizia distributiva, che dovrebbero non solo far gridare allo scandalo, ma far intervenire chi ne ha i poteri se, come si dichiara, il sistema pensionistico è in crisi. Sull’ equità della tassazione, il messaggio di Draghi ci trova del tutto d’accordo. È tempo che il Fisco colpisca gli evasori. In modo chiaro e senza condoni postumi. I lavoratori dipendenti per troppo tempo sono stati i soli contribuenti, degni di questo nome. Equità significa pagare tutti, applicando la regola della tolleranza zero per furbi e furbetti. Appare, comunque, strano che si richiamino le norme europee per riformare il sistema pensionistico italiano, e mai quelle sul fisco. Così rigide in molti Paesi, a tal punto da prevedere vere e proprie condanne sociali nei confronti degli evasori. Infine, il credito. Lo si potrebbe definire un mondo in movimento. Nessuno può, né potrà, impedire ulteriori fusioni ed aggregazioni, spesso utili per il sistema Paese. Ci preme, però, sottolineare come le norme ed i contratti debbano prevedere maggiori tutele per la forza lavoro. Occorre più negoziazione e più partecipazione. Una generica informativa non risponde alle esigenze di un cambiamento così rilevante e profondo. Il Governatore chiede più attenzione per i clienti. Noi chiediamo più attenzione per le lavoratrici ed i lavoratori: sono loro, infatti, il vero motore delle imprese. Editoriale di Cristina Attuati, segretario generale FABI Pensioni, tasse e dintorni Filo diretto C’è rapporto tra etica e finanza 4 di Enrico Gavarini Perché è di moda il microcredito 5 di Matteo Valenti Calcio e violenze. Parla il magistrato Labate 6 di Lando Sileoni Dossier Uniti. La forza della categoria per il contratto 8 di Lodovico Antonini Il parere dei delegati al 111° consiglio nazionale 11 di Lodovico Antonini Punto per punto la piattaforma proposta 15 Sindacato & servizi Attualità. L’Italia delle disuguaglianze 20 Attualità. Fabi chiede più fondi per la sicurezza 21 L’avvocato. I diritti del lavoro “in affitto” 22 di Sofia Cecconi Pensioni. I coefficienti di adeguamento nel 2007 23 Stato Sociale. Gli assegni familiari per il 2007 24 Non solo banca Agriturismi. In Liguria, ma lontani dal mare 28 di Floriana Cordella Avviso ai naviganti 31 di Bruno Pastorelli Altroturismo 32 di Arturo Il cartellone di Marzo 34 di Autolycus

Transcript of Editoriale Pensioni, tasse e dintorni · frequenza, precarie già appena nate. Nessuno sembra avere...

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Direttore responsabilePaolo Panerai

Direttore comitato di direzioneCristina Attuati

Comitato di direzioneCristina AttuatiCarmelo BenedettiMauro BossolaFranco CasiniGiuliano De FilippisEnrico GavariniValerio PoloniLando Maria SileoniMatteo Valenti

Capo redattoreLodovico Antonini

CollaboratoriSofia Cecconiconsulente legale Fabi Costantino Cipollaordinario di sociologia Università diBolognaMarco De Marcodocente di Informatica generaleUniversità Cattolica - Milano Giacomo Guerrieroresponsabile servizio di prevenzioneASL RMC Luciano Quaranta, direttore della Clinica oculisticaUniversità degli Studi di Brescia Luca Riciputiesperto risorse umane e consulenteaziendaleDomenico Secondulfodocente di sociologia generale e di sociologia dei processi culturaliUniversità di Verona Maddalena Sorrentino, docente di informatica generale, UniversitàCattolica - Milano

Illustrazioni: MangosiEditing: Mariapaola DiversiGrafica: ER Creativity

Direzione, Redazione, Amministrazione00198 Roma - Via Tevere 46Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4Fax: 06-85.52.275 - 85.59.220StampaElcograf, Beverate di Brivio (Lc)

Sommario

N . 2 - A N N O L V I I I M A R Z O 2 0 0 7

Gavarini a pag.4

Cecconi a pag. 22

Valenti a pag. 5

Sileoni a pag. 6

www.fabi.it

E-mail: [email protected]@fabi.it

Edizione web:www.fabi.it/info_e_news/la_voce_annale.asp

La Fabi su internet

Nel suo recente intervento al Forexdi Torino il Governatore dellaBanca d’Italia Draghi, ha toccato

alcuni temi di rilevante importanza peril mondo del lavoro e per lacollettività...Primo tema: le pensioni. Draghi invitale parti ad avviare una possibile

ulteriore riforma dopo quelle Dini e Maroni. La stessa esigenzaha peraltro manifestato anche la Corte dei Conti, denunciandoil rischio di un collasso strutturale del sistema.Secondo tema: l’iniquità del prelievo fiscale, che colpiscesempre con maggiore pervicacia chi già paga, senza affondareil coltello nelle enormi sacche dell’evasione.Terzo: il credito, per cui si prevede un futuro ancora denso difusioni, accorpamenti, alleanze. Le riflessioni del Governatoremeritano - ovviamente - approfondimenti e qui, ora, vorrei solosinteticamente esprimere alcune considerazioni. L’argomentoriforma del sistema pensionistico appare quasi come unamoderna edizione della Tela di Penelope, fatta di giorno edisfatta la notte. Le riforme si succedono con inquietantefrequenza, precarie già appena nate. Nessuno sembra avere ideechiare e le controriforme, abbozzate solo sulla carta, finisconoper generare un senso di profondo malessere fra i lavoratori.Occorre invece fare chiarezza,. consentendo a ciascuno diprogrammare il suo futuro. Anche questa è un’esigenza dettatadalla morale. Infine, è indispensabile non solo pensare all’etàpensionabile, che pure è un problema sensibile, ma al valoredella rendita che si percepirà .È, infatti, il valore della rendita

che ci consentirà di vivere decorosamente, oppure di finiremestamente ad ingrossare le file dei nuovi poveri. Desta stupore che, su questo ultimo punto, non partano denuncepiù forti e decise anche nei confronti delle cosiddette pensionimilionarie, erogate copiosamente in spregio ai principi dellagiustizia distributiva, che dovrebbero non solo far gridare alloscandalo, ma far intervenire chi ne ha i poteri se, come sidichiara, il sistema pensionistico è in crisi.Sull’ equità della tassazione, il messaggio di Draghi ci trova deltutto d’accordo. È tempo che il Fisco colpisca gli evasori. Inmodo chiaro e senza condoni postumi. I lavoratori dipendentiper troppo tempo sono stati i soli contribuenti, degni di questonome. Equità significa pagare tutti, applicando la regola dellatolleranza zero per furbi e furbetti.Appare, comunque, strano che si richiamino le norme europeeper riformare il sistema pensionistico italiano, e mai quelle sulfisco. Così rigide in molti Paesi, a tal punto da prevedere vere eproprie condanne sociali nei confronti degli evasori.Infine, il credito. Lo si potrebbe definire un mondo inmovimento. Nessuno può, né potrà, impedire ulteriori fusionied aggregazioni, spesso utili per il sistema Paese. Ci preme,però, sottolineare come le norme ed i contratti debbanoprevedere maggiori tutele per la forza lavoro. Occorre piùnegoziazione e più partecipazione. Una generica informativa non risponde alle esigenze di uncambiamento così rilevante e profondo. Il Governatore chiedepiù attenzione per i clienti. Noi chiediamo più attenzione perle lavoratrici ed i lavoratori: sono loro, infatti, il vero motoredelle imprese.

Editoriale d i C r i s t i na A t tua t i , seg re ta r io gene ra le FAB I

Pensioni, tasse e dintorni

Filo diretto

C’è rapporto tra etica e finanza 4di Enrico Gavarini

Perché è di modail microcredito 5di Matteo Valenti

Calcio e violenze. Parlail magistrato Labate 6di Lando Sileoni

Dossier

Uniti. La forza dellacategoria per il contratto 8di Lodovico Antonini

Il parere dei delegati al111° consiglio nazionale 11di Lodovico Antonini

Punto per punto lapiattaforma proposta 15Sindacato & servizi

Attualità. L’Italia delle disuguaglianze 20

Attualità. Fabi chiede piùfondi per la sicurezza 21L’avvocato. I diritti dellavoro “in affitto” 22di Sofia Cecconi

Pensioni. I coefficienti di adeguamento nel 2007 23Stato Sociale. Gli assegnifamiliari per il 2007 24Non solo banca

Agriturismi. In Liguria, ma lontani dal mare 28di Floriana Cordella

Avviso ai naviganti 31di Bruno Pastorelli

Altroturismo 32di Arturo

Il cartellone di Marzo 34di Autolycus

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LA VOCE DEI Bancari Filo diretto

di Enrico Gavarini Segretario Generale Aggiunto Fabi

Epidermicamente, leggendodue parole come “etica” e“finanza”, saremmo portatia definirli termini lontanifra loro. Eppure, ad una piùattenta riflessione, proce-

dendo ad una sorta di anatomiadella parola grazie all’etimologia,ci accorgiamo che non è così. Eti-ca trae origine dal termine grecoethiké, che significa ciò che è re-lativo al costume, alla condotta dell’uomo,mentre finanza proviene dal tardo latino fina-lis, traslato poi nel francese finance, finale diun’operazione di transazione.Se le transazioni sono operazioni compiute da-gli uomini, allora l’elemento che accomuna eti-ca e finanza è appunto la persona: l’uomo.Ma, come tutte le azioni umane, anche etica e

finanza devono avere un loro fine.Riesumiamo i pensatori greci per

una prima analisi.Nell’Etica Nicomachea diAristotele, Eutidemo poneuna domanda apparentemen-te banale. Eutidemo chiede aClinia: “Non è vero che, in

quanto uomini, noi tutti voglia-mo star bene?”La risposta di Clinia è: “Certoche sì”. Eutidemo allora insiste:

“Ma se vogliamo la felicità, comepossiamo?” Rispondere alla do-

manda di Eutidemo non è affatto fa-

cile o, almeno, si può risponderein molti modi.Alcune risposte appaiono, però,di tipo egoistico, che altro non èse non l’amore vizioso di sé.L’impresa che a parole si vantadi essere socialmente responsa-bile e che poi considera comecentrale solo uno dei suoi stakeholder, l’azionista, non tende albenessere collettivo.I lavoratori diqueste societàegoistiche as-

surgono al ruolo di soci solonel caso in cui l’impresa co-nosca un trend negativo, perprecipitare nuovamente alruolo di salariati quando tut-to va bene.L’aristocrazia finanziaria chesi autoalimenta distribuiscereddito solo a se stessa, nonconsiderando le esigenze nédei lavoratori, né – tanto me-no – del paese.La spremitura della forza la-voro genera peraltro tutta unaserie di problemi di tipo an-che psicologico, e di conse-guenza fisico, che la societàcivile non dovrebbe affattominimizzare.Fenomeni come il burnout, perdita di identità,così intensi nelle aziende che subisconoprofonde trasformazioni e fusioni, si accop-piano con il cosiddetto hidden cost of reward,

che comportaun r i do t t ocontrollo del-l e p rop r i eazioni, perditadi autostima elimitazioni ade s p r i m e r emotivazioniestrinseche.Tutti proble-mi, questi ulti-mi, davverocomplessi, mache l’egoismo

vizioso impedisce di affrontare per risolvere eche privano molte persone di quel benessere alquale pure vorrebbero tendere.Seguendo un’altra teoria filosofica del tuttocondivisibile, quella di Kant, possiamo affer-mare che l’impresa dovrebbe essere una co-munità morale e che lo stake holder lavorato-re dovrebbe a pieno titolo partecipare alla de-terminazione delle regole organizzative.Purtroppo questo tema, quello della parteci-pazione, è stato sovente minimizzato, prefe-

rendo seguire la logica del conflitto, ovvia-mente sindacale o sociale. Sono certo che inumerosi conflitti succedutisi nel tempo, sep-pure forieri di apprezzabili conquiste, nonhanno prodotto felicità, né hanno profonda-mente modificato le regole della convivenzafra le parti.Il moderno feudalesimo dell’aristocrazia fi-nanziaria e la sua lontananza dalla società rea-le ci inducono, infatti, ad attente riflessioni eda cercare di fornire per il futuro risposte di-

verse.Cercando, infine, di rispon-dere alla domanda di Eutide-mo – come possiamo star be-ne – almeno per la parte checi compete, quella del sinda-cato, credo che potremmo,realizzando contratti che sia-no lettera viva e non elenchidi norme superate.Ossia, contratti che tutelinorealmente i lavoratori, noncostringendoli a forme di ne-goziazione individuale, chesono sempre fenomeni nega-tivi rappresentando forme de-boli di presunta autotutela.L’etica non è un fatto sogget-tivo, come teorizzava assaibene Lèvitas, bensì responsa-bilità per l’altro.Se i lavoratori sono respon-

sabili del loro lavoro verso l’impresa e versola collettività, i manager lo devono essere ver-so la forza lavoro e verso il paese.L’etica della co-responsabilità appare, invece,quasi sconosciuta e purtroppo non solo nellafinanza, ma spesso anche nella politica, che do-vrebbe sovrintendere ai fenomeni sociali.Se la politica non risponde sempre al suo com-pito, e neppure lo fa l’impresa, è dunque pos-sibile realizzare un mondo diverso tendente alconseguimento del bene collettivo?La risposta personale è sì, purché si accetti diuscire dagli schemi consueti, abbandonando ladeprecabile furbizia e l’egoismo vizioso. Infondo, in questi tempi così confusi, si va af-fermando il concetto ed il termine, peraltro de-precato dalla cultura anglosassone, del com-promesso come vero bene.Il compromesso equivale un po’ al Purgatorioteorizzato dai medioevalisti, un luogo dove nonsi sta né troppo male né troppo bene. Un luo-go dove la felicità è da qualche parte ed arri-verà solo con il tempo, un tempo però eterno,perché delle anime. Accettare il compromes-so ed i principi del compromesso, che si pog-giano sulla mediocrità, è come rispondere “no”alla domanda di Eutidemo se gli uomini vo-gliano la felicità, non sapendo che lo stesso,nel porla, aggiunge che solo gli stupidi non ri-sponderebbero “sì”.

Attualità C’è rapporto tra etica e finanza

I managerbancaridevonoessereresponsabiliverso laforza lavoroe la societànel suoinsieme

L’elemento che le accomuna è l’atteggiamento nei confronti dellapersona. Solo su questa base si può giudicare se il comportamento di un’impresa è improntato a responsabilità o solo a fini egoistici

Una rappre-sentazione di

Aristotele(sopra) autore

dell’EticaNicomachea.

A destra ilPurgatorio

dantesco e ilfilosofo

ImmanuelKant

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di Matteo ValentiSegretario Nazionale Fabi

L’argomento oggetto diqueste riflessioni è statostimolato da un articoloapparso recentementesulle pagine del nostrogiornale, che ha trattato la

“microfinanza”, l’erogazionecioè del credito alle personesemplici, alle famiglie, agli stu-denti, e a tutti quelli esclusi dal-la finanza tradizionale. Ritengo utile verifica-re se è una novità che appare oggi sul merca-to ovvero, in caso contrario, ci siano stateesperienze del passato nazionale in tal sensoche siano ancora attuali per il nuovo sistemacreditizio italiano.L’articolo a cui mi riferisco è quello apparsosulla “Voce” su Muhammad Yunus, premioNobel 2006 per la pace, e la Grameen Bank,la banca rurale da lui fondata che concedeprestiti e supporto organizzativo ai più po-veri ed esclusi dal sistema creditizio tradi-zionale. Grameen, che in bengalese signifi-ca contadino, ha concesso prestiti a più di 2milioni di persone e la stragrande maggio-ranza dei percettori è costituita da donne.Presente in 35.000 villaggi e città del mon-do, con oltre 1.048 filiali, la banca è di pro-prietà degli stessi clientiche, man mano, sono di-ventati azionisti e la per-centuale di restituzionedei prestiti fa invidia allemaggiori banche, rag-giungendo circa il 98%.La microfinanza a perso-ne non integrate nel siste-ma ordinario rappresentaormai per le banche occi-dentali anche la possibi-lità di un nuovo business.Anche in Italia, la micro-finanza si sta rilevando unvero e proprio settore inespansione, con tutti igruppi bancari di maggio-ri dimensioni che dedica-no spazio e risorse allosviluppo del settore, ma-gari con fini che non sonocerto nobili come quellidescritti sopra: da noi, gli affari sono affari,qualsiasi copertura abbiano. Dal no profit alla microfinanza, sono sorte ini-ziative, manager specializzati nel settore constipendi pari a quelli dei loro colleghi di im-prese industriali di prim’ordine, banche addi-

rittura dedicate agli enti no pro-fit e religiosi, stampa e mediacon sezioni specializzate nel noprofit. Un vero e proprio sotto-mercato redditizio.Novità lontane dai buoni propo-siti di Yunus, che hanno comeobiettivo principale l’alimentaree sviluppare nuovi prodotti fi-nanziari idonei a soddisfare nuo-ve esigenze. La ResponsabilitàSociale dell’Impresa, in questicasi, è preconcetta strategia atta

a coniugare le esigenze di reddito della bancacon l’immagine del proprio business, con loscopo di migliorare le relazioni con glistakeholders (clienti, fornitori e personale).Non sono, però, mancate nel nostro paese lo-devoli ed ispirate iniziative di vera respon-sabilità sociale scaturite da quella scuola dibanchieri del dopoguerra. Tra questi il Prof.Dell’Amore che, tramite la Cassa di Rispar-mio delle Province Lombarde, fondò neglianni ’60 FinAfrica: una scuola di formazio-ne, assistenza tecnica e ricerca, senza finalitàdi lucro. Banca, finanza e gestione del ri-sparmio erano le materie di insegnamentoper i giovani meritevoli che lavoravano inbanche ed enti pubblici e privati, provenien-ti dai paesi africani in via di sviluppo, ai qua-li era fornito quel supporto tecnico necessa-

rio ad una cultura del cre-dito da diffondere in queipaesi.Le ottocentesche Casse diRisparmio e i più antichiMonti di Credito su Pe-gno, inoltre, erano entinati dall’esigenza di svi-luppo sociale, tutela delrisparmio e credito allepersone. Questi enti era-no esempi tra i più antichia favore dello sviluppo fi-nanziario sociale, dellatutela del risparmio e delcredito alle persone. Ri-cordiamo che erano entiorganizzati in settori qua-li il Credito Agricolo, ilCredito Artigiano e ilCredito Fondiario. Inquesti istituti conviveva-no due anime: quella ri-

volta all’esercizio del credito, specializzatonei settori descritti, e quella dedicata ad inter-venti di utilità sociale nei confronti delle co-munità di riferimento – la cosiddetta benefi-cenza verso enti ed associazioni.Purtroppo, i loro scopi sono stati stravolti dal-

la riforma radicale degli anni ’90, che ha sal-vaguardato solo gli interventi verso enti e as-sociazioni sociali, di cui, tra l’altro, è impos-sibile verificare l’esito, mentre è andata per-duta quella azione creditizia, descritta sopra,esercitata tramite le banche conferite.Oggi, addirittura, le grandi fondazioni banca-rie, enti no profit, destinano a tal punto i loroingenti patrimoni e gli utili prodotti all’acqui-sizione di azioni di banche ed imprese, da es-sere i protagonisti indiscussi dell’alta finanza

italiana, concedendo in basso solo spiccioli, serapportati alle dimensioni dei patrimoni pos-seduti.La consapevolezza che la finanza è tra gli ele-menti fondamentali per lo sviluppo ed il be-nessere a lungo periodo delle nazioni, era edè presente nel nostro paese, come erano pre-senti e sussistono ancora molte persone e fa-miglie in condizioni di inadeguatezza al cre-dito da aiutare nel loro sviluppo sociale: sipensi agli immigrati da altri paesi e al decollodell’economia meridionale. Tutto ciò, però, èdiverso dal business attuale della microfinan-za che, a volte, si manifesta solo come credi-to al consumo.In conclusione, nel nostro paese ci sono sta-ti innumerevoli esempi, nel mondo crediti-zio, di attenzione verso i più deboli. Siamostati l’origine del sistema creditizio mondia-le fin dal Medioevo e, ad un tratto, abbiamocreduto che il mercato potesse essere da so-lo giusto, nobile, equilibratore ed equo di-stributore di risorse economiche. Ci stiamoaccorgendo che così non è e cerchiamo ri-medi o falsi rimedi, quando sarebbe suffi-ciente attingere alle esperienze passate di ca-sa nostra.

Perché è di moda il microcreditoAnche in Italia, la finanza per i deboli sta diventando un settore in forteespansione. Grazie anche ad una tradizione che risale alla nascita dei Monti di Credito su Pegno e poi, nell’Ottocento, delle Casse di Risparmio

Negli enticreati peraiutareagricoltura eartigianatoconvivevanodue anime:quella quelladel credito equella dellabeneficienza

MuhammadYunus, premioNobel per lapace nel 2006,grazie all’attivitàdi aiuto ai poveriattraverso la suaGrameen bank

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di Lando Sileoni Segretario Nazionale FABI

Sileoni: Come si esce da questa situazio-ne? Labate: Premesso che “la violenzanel calcio” è, purtroppo, uno dei tantiaspetti della nostra società, se ne esce conl’applicazione rigorosa delle leggi esi-stenti e, sottolineo, rigorosa. Il decreto

Pisanu e le ulteriori disposizioni recentementeemanate, se applicate, riusciranno senz’altro acontenere drasticamente il problema.S.: Perché contenere e non eliminare?L.: Perché una violenza, endemica, come quel-la che caratterizza la nostra società, può esserecontenuta: si può e si deve ridimensionare, manon eliminare. Purtroppo. Occorre fronteggiare la violenza emarginandoed escludendo dagli stadi le frange più violenteche in taluni casi attuano una politica di recluta-mento, soprattutto nei confronti di minori. Nel-la maggior parte dei casi, però, si assiste ad uno“spontaneo” arruolamento di giovani che, nonavendo un ruolo nella società, cercano visibilitàe protagonismo nella violenza, verso i tifosi av-versari e verso le forze dell’ordine. Insomma è

un modo come tanti pertentare di uscire dalghetto. Intorno a piccoligruppi compatti si ag-gregano, di volta in vol-ta, le forze più eteroge-nee (teppisti con preciseconnotazioni politiche,delinquenti comuni,tossicodipendenti) che,del tutto disinteressateall’aspetto sportivo del-le manifestazioni calci-stiche, fanno dello sta-dio una palestra di vio-lenza, interpretata co-me espressione di sotto-cultura urbana e ribel-lione all’emarginazio-ne sociale.S.: In Inghilterra sono riusciti a sconfiggerla.In Italia pensa sia possibile?L.: La normativa inglese ha contenuto bene ilfenomeno, agendo su tre fattori principali:1) stadi di proprietà; 2) certezza della pena; 3)autogestione della sicurezza interna anche con

telecamere a circuito chiu-so direttamente puntatesugli spalti.E’ bene chiarire, però, cheuna parte della violenza siè trasferita fuori dallo sta-dio. Quindi non è statacompletamente elimina-ta. Gli sport praticati in In-ghilterra, compreso il cal-cio, si basano poi su deiforti concetti di lealtà, chespesso mancano ai nostri.E’ meno sentito il campa-nilismo fra città inteso co-me appartenenza e supe-riorità.S.: Quale ruolo devonosvolgere le società calci-stiche, i calciatori e i massmedia?L.: Le recenti disposizio-ni di legge obbligano lestesse società a non intrat-tenere nessun tipo di rap-porto con i gruppi ultrà

che, da sempre, hanno condizionato pesante-mente la gestione politica delle società e deglistessi dirigenti che le rappresentano. Contem-poraneamente, è accaduto che certi dirigentihanno utilizzato le frange più estreme per inte-ressi personali. I calciatori devono capire cheogni loro gesto, con decine di telecamere pun-tate, assume una notevole risonanza e diffusio-ne. I mass media, veri protagonisti della nostrasocietà, devono informare correttamente l’opi-nione pubblica, ma sappiano che il “violento”cerca la visibilità a tutti i costi per costruirsi unruolo gerarchico all’interno dei vari gruppi.Spesso poi il merchandising di sciarpe e ban-diere, l’organizzazione di trasferte e quant’altro,rivestono un interesse economico per i leadersdi questi gruppi.S.: Come si previene la violenza in Europa?L.: In Europa vige il principio della responsa-bilità soggettiva, quindi non esistono sanzionidi carattere collettivo. Ciò ha contribuito inmaniera determinante al riaffermarsi di unacultura sportiva. Recentemente in Germaniasono state le stesse società di calcio che han-no energicamente impedito l’ingresso neglistadi di loro proprietà agli individui più vio-lenti, precedendo l’intervento delle stesse for-ze dell’ordine.S.: Si può importare in Italia questo sistema?L.: Si può battere il teppismo, ma occorronobuona volontà, fermezza, voglia di lavorare conun coordinamento di società, Federazione, Pre-fettura e Questura. Su un punto vorrei essere

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Attualità Angeli e Demoni

I club di calcio, la Federazione nazionale, Prefetture e Questuredevono coordinarsi per battere il teppismo negli stadi, sostiene in questa intervista il magistrato Consolato Labate (*)

LA VOCE DEI Bancari

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Un poliziotto, un carabiniere, un finanziere, un vigile ur-bano con 15 anni di servizio, più moglie e figli a carico,

guadagnano mensilmente 1.300 euro circa. Un carabinie-re ed un poliziotto chiamati ad assicurare l’ordine pubbli-co negli stadi percepiscono 13 euro al giorno di straordi-

nario per ricevere bombe car-ta, petardi, bulloni, cinghiate,sassi, tubi di ferro, pezzi di sa-nitari divelti, cariche e , dulcisin fundo, insulti e sputi. Sono inemici degli ultrà che, prima discontrarsi tra di loro, cercanoe organizzano lo scontro con leforze dell’ordine. Sono anni che registriamo bol-lettini di guerra ed ascoltiamofiumi di parole, che si disper-dono come foglie nel vento.

Intanto, mentre calano drasticamente gli spettatori neglistadi, gli incassi delle televisioni, che vendono partite dicalcio come fossero generi di prima necessità, aumenta-no vertiginosamente. Ci chiediamo: che valore ha la vitaoggi? 13 euro, 13 maledetti euro…

Dalla parte delle forze dell’ordine

Scene diordinaria folliafuori dagli stadi

Sus

surr

i e g

rid

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Fermezza e rigore nell'applicazione delle leggi: diamo un calcio al passato

(*) Consolato Labate, attualmente Procuratore Capo della Repubblica a Civitavecchia, è statoCapo del Servizio indagini della Federcalcio ed ha ricoperto importanti incarichi comeProcuratore Capo della Repubblica a Viterbo e, per molti anni, Procuratore Capo dellaRepubblica a Roma. E’ considerato uno dei maggiori esperti del problema violenza negli stadie sull’argomento ha pubblicato molti studi ed ha tenuto conferenze in Italia ed in Europa.

Il magistratoConsolato

Labate

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estremamente chiaro: i magistrati applicano conrigore le leggi esistenti senza deroghe, né frain-tendimenti. Il numero di “diffidati”, quelli chenon possono assistere alle partite di calcio e chehanno l’obbligo di firma nelle varie questure, nelmomento in cui si sta giocando la partita, sono incontinuo aumento. Questo significa che i magi-strati svolgono correttamente il loro dovere.S.: Lei ritiene quindi necessario un “gioco di

squadra” ed un inasprimento delle pene?L.: E’ l’unica strada da seguire: di necessità sideve talvolta fare virtù.S.: Come spiega allora che i prefetti, in derogaalla legge, hanno concesso l’agibilità agli stadiin assenza dei requisiti previsti?L.: Purtroppo è stato necessario mediare tra leprevisioni di legge e la scarsità dei mezzi econo-mici a disposizione degli enti locali, come i co-

muni proprietari degli stadi. Va ricordato che la“sicurezza” ha i suoi notevoli costi economici enon tutte le amministrazioni comunali sono ingrado di sostenerli.S.: In conclusione lei si ritiene ottimista o pes-simista sulla risoluzione del problema?L.: Ottimista, ma ad una condizione: occorre ri-gore e fermezza nell’applicazione delle leggi esi-stenti.

“Il vostro calcio sta morendo”I tragici fatti di Catania e la crisi del pallone secondo un ex grande campione

Jorge Valdano è un uomo di calcio. Campionedel mondo nel 1986, 3 scudetti da giocatore alReal, un altro al primo anno da allenatore, poidirettore generale del Real, giornalista e scrit-tore (cinque libri, già). Un uomo fortunato, an-che. Nello scorso marzo, a Città del Messico,

si schiantò al suolo un elicottero con lui a bordo. Se lacavò con una lunga degenza in ospedale. Stava andan-do a gettare le basi di una scuola di calcio per bambinipoveri. Attualmente commenta il calcio alla tv spa-gnola e sulle colonne di “Marca”. Ha aperti centri checolleghino (“in modo umano”) sport e management inquattro città spagnole, in Argentina, Messico e Co-lombia. Gli abbiamo chiesto di esprimersi sui fatti diCatania e sulle conseguenze, per il mondo del calcio,di quei fatti. «Direi che si è partiti da una contraddi-zione per arrivare all'assurdo. L'assurdo è quello di unospettacolo senza spettatori. Lo stadio diventa come unteatro senza pubblico. La contraddizione è quella dichi va allo stadio per evadere dalla realtà quotidiana,dalle angosce, dal malessere sociale, dallo stress, cosialmeno si è sempre detto, però impone allo stadio lapiù terribile delle realtà: la morte».Una morte prevedibile, evitabile?«Non conosco la dinamica dei fatti. Noi, la maggio-ranza della buona gente , siamo portati a pensare chedebba esserci un limite a tutto, anche alla violenza piùstupida. Non c'è e se c'era è stato superato a Catania.Mi pare che si possa parlare di ultimo atto di un calcioche già stava decomponendosi esteticamente ed eti-camente».Un calcio campione del mondo.«Questo è il paradosso su cui occorre riflettere. Comelo è un governo di sinistra che emette norme molto du-re, che normalmente si definirebbero di destra. Siachiaro che non sto criticando il vostro governo, con-cordo sulla definizione di medicina amara, data da Re-

pubblica. E capisco che, il governo doveva mandareun segnale molto forte. Che non ci sarebbe stato se fos-sero state applicate le norme del primo decreto Pisa-nu. Ma questo diventa un discorso superfluo. Sietecampioni del mondo, è vero. E per quel mese, tutti in-namorati dell'Italia, tutti bravi e buoni. Ma prima diquel mese, e dopo quel mese, da cos'è stata dominatala scena? Doping medico ed economico, corruzionead alti livelli, violenza. Tutte cose che hanno contri-buito alla decadenza morale del pallone. All'idea chein quel mondo si può fare di tutto, tanto si paga pocoo nulla».I morti del calcio non li ha nessun altro sport. C'èuna ragione?«Una ragione sta nell'alta emotività del calcio. Nell'a-more per un colore che genera odio per gli altri. Mol-to, troppo amore. E molto, troppo odio. Sentimenti de-vastanti, che bisogna saper controllare».Lei è nato in Argentina, da 30 anni vive in Spagna eha la cittadinanza spagnola. Ci spiega i diversi mo-di di tifare?«L'Argentina è il peggior esempio al mondo. Gli ultraviolenti, i barrabravas, spesso sono il braccio armatodei club. Sono usati contro i calciatori, contro i gior-nalisti».Questo succede anche in Italia.«Brutta cosa, se a quelli apri la porta poi non esconopiù, fare il capotifoso è un mestiere redditizio. È comein Colombia coi narcos: la coca è un reato, ma loro cicampano. In Argentina hanno fatto di Maradona unadivinità e del pallone l'ago della convivenza».In Italia si continua a dire: copiamo l'Inghilterra. Iosarei più favorevole a copiare la Spagna. E’ possibi-le secondo lei?«In Spagna si va allo stadio come si va a teatro: per ve-dere uno spettacolo, per divertirsi. Il Real ha perso incasa col Levante, una squadra di fondo classifica, e il

massimo del dissenso per il pubblico è consistito nel-la classica panuelada, lo sventolio di fazzoletti bian-chi».Ho letto che Capello ha ringraziato i tifosi ed è statorimproverato da un organo governativo, l'osserva-torio sulla violenza nello sport.«Sì, e mi pare un esempio intelligente di prevenzione.Bisogna dire che anche in Spagna abbiamo avuto deimorti, l'ultimo a Madrid per una partita fra Atletico eAthletic Bilbao, ma negli stadi e attorno agli stadi c'època violenza, tenuta sotto controllo, mentre in Italiami pare la cronaca nera, per fortuna senza vittime, va-da a braccetto con le partite di calcio. Devo aggiunge-re che in Spagna non esiste o quasi il problema delletrasferte. A Madrid arrivano al massimo mille tifosidel Barcellona, idem per il Real a Barcellona, e noncreano problemi. Non esiste il concetto di assalto allacittà nemica. Anche perché sono pochi».All'inizio lei ha parlato di decomposizione estetica edetica. C'è un nesso?«Da noi si privilegia il divertimento, tant'è che vienedisapprovato pure chi vince senza merito. Da voi c'èil totem del risultato, che crea tensione, anzi paura.Schiavo della paura non sarà mai un bei calcio. Libe-ro, sì. Libero di inventare, di divertire. Ormai un alle-natore pensa solo a sopravvivere, non a insegnare. E'come il comandante di una petroliera, si preoccupa so-lo del suo carico. Quanto all'Inghilterra, a ripulire glistadi è arrivata dopo un incredibile numero di morti egrazie alla fermezza della Thatcher. Senza l'appoggiodello Stato non si risolve il problema, in nessun paesedel mondo. Com'è avvenuto in Inghilterra, credo chein Italia alle misure repressive debbano essere ag-giunte, e hanno pari valore, quelle educative e pre-ventive, partendo dalle scuole. Al di là della spintaemotiva, tutti dobbiamo persuaderci che un morto am-mazzato in uno sport segna il punto del non ritorno.Mi auguro che si trovi un modo, non saprei suggerirequale, per riportare la gente normale negli stadi. Cosìè una punizione per tutti, indistintamente. Ma, se puòservire a riportare il buon senso, va accettata»

(da un articolo di Gianni Mura su La Repubblica 13 febbraio 2007)

I numeri della violenza

L’Associazione Italiana Arbitri denuncia15.000 le partite giocate in Italia ogni fine settimana2.300 aggressioni ad arbitri dal 2002 ad oggi449 aggressioni ad arbitri nella stagione 2005-200652% delle violenze agli arbitri sono imputabili ai calciatori

(65% nella stagione 2005-2006)90% dei violenti sono tesserati

Così ci vedono dall'estero

“È triste.La polemica contro il PCI andava fatta nella prima metà del decennio passato.Siete in ritardo, figli.E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati.Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano(come credo si dica nel linguaggio delle università) il culo.Io no, amici.Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente.Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo), ma sapeteanche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccolo borghesi, amici.Quando ieri a valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti!Perché i poliziotti sono figli di poveri”.

Pier Paolo Pasolini

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di Lodovico Antonini

Oltre 500 delegati, provenienti da tuttele strutture provinciali e dalle banchedi tutt’Italia si sono riuniti a Roma peri l 111° Consig l io Nazionale ,convocato per l’approvazione dellebasi della piattaforma rivendicativa

per il rinnovo del CCNL ABI. Appuntamentomolto atteso da parte dei dirigenti sindacali,sempre molto sensibili alle aspettative deilavoratori.“Inizia con questo rinnovo contrattuale un

tempo nuovo, il tempo dell’unità di tutte lesigle sindacali del settore, evento mai ve-rificatosi prima”, ha detto Cristina Attuati,Segretario Generale della FABI, nella re-lazione d’apertura dei lavori.Poi ha proseguito, dicendo che questa è dav-vero una piattaforma d’attacco, facendo ca-pire subito all’assemblea e, soprattutto, al-la controparte dell’ABI che il vento stavoltasoffia in un’altra direzione e che il sinda-cato ha fermamente intenzione di recupe-rare il terreno. Insomma, i bancari presen-tano il conto agli istituti di credito.

I sindacati hanno unitariamente presentatole loro richieste per il rinnovo del biennioeconomico 2006/07: 188 euro circa in piùin busta paga, pari ad un aumento del 9%.Il documento presentato da Dircredito, Fa-bi, Falcri, FibaCisl, FisacCgil, Silcea, Sin-fub, Ugl e Uilca ha come punti cardine “lacentralità del lavoro, il riequilibrio redi-stributivo e la responsabilità sociale e d’im-presa”.La relazione di Cristina Attuati all’assisedei delegati della FABI si snoda attraversotutti i passaggi che hanno portato alla ri-

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Dos

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Al centro dei lavori degli oltre 500 delegatila discussione e l’approvazione della piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale con l’Abi

- la forzadella categoriaper il contratto

Uniti

Cristina Attuati,segretario

generale di Fabi,mentre pronuncia

il suo intervento al Consiglio

nazionale diRoma, il 31

gennaio scorso

Si è svolto a Roma il 111° Consiglio Nazionale della FABI

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I PASSAGGI SALIENTI DELLA RELAZIONE AL 111° CONSIGLIO NAZIONALE

�Dal 110° Consiglio Nazionale, che ha sancito il patto di unità d’azione con laCISL, al Congresso Straordinario di Genova, che ha consacrato il cambia-mento avvenuto al suo interno, la FABI tutta si è riconosciuta in un progettopreciso e nelle persone che questo progetto avrebbero portato a compimento.

�Un sindacato forte nei numeri, ma soprattutto nelle idee, come il nostro,che, fin dalla sua fondazione, ha rappresentato un punto fermo per i ban-cari italiani, non può occuparsi solo del presente; deve saper guardare avan-ti, prevedendo i fenomeni per poi governarli, nell’interesse dei propri rap-presentati. Un sindacato come il nostro non può vivere di tattiche, allean-ze contingenti o basate sulla pura convenienza momentanea.

�Un sindacato come il nostro deve aprirsi al confronto e alla discussione, ac-cettando punti di vista diversi, gettando ponti verso chi pratica i propri stes-si valori, ma soprattutto facendo sintesi di proposte e posizioni che, pur ve-nendo da esperienze diverse, hanno come unico obiettivo la valorizzazionedel fattore lavoro e la sua ascesa a ruolo di stakeholder a tutti gli effetti.

�Il nostro obiettivo era chiaro: contribuire alla riunificazione della catego-ria, dopo un periodo di lacerante divisione, ma occorreva pazienza, calmae grande dedizione per realizzarlo. Non proclami, ma fatti. Oggi. possiamoaffermare, con orgoglio, che tale obiettivo, ribadito da atti formali al Con-gresso, è stato finalmente raggiunto.

�Inizia con questo rinnovo contrattuale un tempo nuovo, il tempo dell’unitàdi tutte le sigle sindacali del settore, evento mai verificatosi prima. Un fat-to concreto, da noi fortemente voluto, che consentirà – ne siamo certi – al-le lavoratrici ed ai lavoratori di realizzare quelle conquiste che fattori di-versi hanno impedito di raggiungere appieno negli ultimi anni.

�Chiediamo semplicemente quello che ci è dovuto: una controparte unita ingrado di confrontarsi, ma soprattutto – cosa che purtroppo anche nel re-cente passato non è accaduta – che si dimostri in grado di rispettare gli im-pegni assunti. Questo ci chiedono i bancari, questo ci sentiamo di esigereda chi ci sta di fronte. Equilibrio ed equità non significano livellamento edomologazione, significano invece democrazia, libertà e sviluppo. Questo èquello che i bancari si attendono dalle aziende in cui operano: contribui-re con il loro lavoro alla produzione di valore che venga poi equamente ri-distribuito. L’essere socialmente responsabili, secondo noi, non può pre-scindere dal concetto di produzione e redistribuzione della ricchezza se-condo criteri di equità.

�Mai come oggi, tuttavia, nonostante molte aziende sbandierino ai quattroventi di essere socialmente responsabili, questo criterio viene disatteso. Nesono l’esempio tangibile le stock option milionarie di molti manager del set-tore, le cui retribuzioni, in molti casi, non sono nemmeno agganciate ai ri-sultati d’impresa ottenuti, ed i mille euro di stipendio dei “laureati ap-prendisti” che, per quattro anni, rimangono appesi ad un filo, non potendospesso sulla soglia dei trent’anni fare alcun progetto per la loro vita futu-ra. Forse è il tempo di ritornare a considerare ciò che è giusto e ciò che èingiusto, ciò che è morale e ciò che, di fatto, in un paese dove sempre piùalto è il numero di persone che vivono al di sotto della linea di povertà, su-pera ogni limite di decenza.

�Il settore, lo possiamo affermare senza tema di smentita, non è più in crisi,tuttavia si sta profondamente riassestando. Eventi che interessano oltre unterzo della categoria, quali la fusione Banca Intesa-San Paolo, sono sicu-ramente da affrontare con la dovuta cautela e con giusto senso di realismo.

�In questo scenario, due elementi ci preme sottolineare con forza. Il primo,che non è più possibile accettare che le aziende di credito chiedano sacri-fici rilevanti a carico dei lavoratori e poi destinino cifre, spesso sproposi-tate, a favore dei propri manager. Il secondo è che il capitale azionario vasì remunerato, ma non a discapito della forza lavoro.

�La tutela dei lavoratori va costruita come un mosaico fatto di tante picco-le tessere, tutte importanti e tutte ugualmente necessarie alla formazione delquadro complessivo.

�Le imprese di credito tendono oggi ad utilizzare in maniera scorretta anchegli accordi nati nel periodo della grande crisi del settore. Troppo spesso,infatti, la parte straordinaria del fondo esuberi, anziché un intelligente mo-do per evitare licenziamenti collettivi in imprese in crisi, appare come unavalvola di sfogo che ciclicamente le banche aprono per fare uscire perso-nale ritenuto, secondo criteri moralmente inaccettabili, obsoleto o più sem-plicemente troppo costoso.

�Qualsiasi imprenditore coscienzioso sa bene come la professionalità deisuoi dipendenti rappresenti l’arma vincente sul mercato. Qualsiasi im-prenditore conosce questo elementare principio, fuorché i manager d’as-salto del credito, i quali, per blandire i propri azionisti, pensano solo a ri-durre i costi.

�Quante ristrutturazioni, quanti piani industriali, quante circolari contrad-dittorie, quanta precarietà nella gestione hanno vissuto in questi anni lebancarie ed i bancari, per non parlare degli esattoriali! Il disegno di de-pauperare progressivamente la categoria appare tanto chiaro quanto inac-cettabile. Un bancario insoddisfatto e deluso è un bancario che aspira spes-so soltanto a lasciare al più presto la propria azienda.

�Chi fuoriesce viene poi sempre sostituito da lavoratori precari con minorigaranzie, minore forza contrattuale che, molto difficilmente, decidono diiscriversi al sindacato. Così il cerchio si chiude. Escono le professionalità,chi entra viene sottopagato e chi rimane si ritrova con carichi e ritmi di la-voro inaccettabili.

�Anche questo, trovare soluzioni ai problemi, è il significato della contrat-tazione collettiva, la cui centralità resta per noi un valore assoluto. È, però,indispensabile fornire risposte nuove e tutele più efficaci. Il contratto nonrappresenta un insieme di regole immutabili, ma una forma dinamica di nor-me, idonee a realizzare le migliori condizioni possibili di lavoro.

�L’organizzazione – lo dico con orgoglio – sta crescendo, e sta maturando.Non sempre infatti alla quantità corrisponde uguale qualità. Invece, nel no-stro caso, sta accadendo che qualità e quantità si stanno coniugando pro-ducendo risultati eccellenti.

�A Genova indicammo una rotta da seguire. Lungo quella rotta, sulle diret-trici volute dal congresso, stiamo viaggiando rapidamente.

�Il mare che ci sta davanti è sempre denso di incognite, di imprevisti, ma nonviviamo nei tempi antichi, quando oltre le colonne d’Ercole si temeva chevi fosse un orrido senza fine. Oggi, la conoscenza ci fornisce tutti gli stru-menti utili per superare gli ostacoli e gli imprevisti, purché non si soprav-valutino né le proprie forze, né quelle degli altri e che, soprattutto, si remisempre tutti dalla stessa parte, perché avere una bussola non ci dispensadal remare.

�Consentitemi di chiudere questa relazione con una frase che mi è partico-larmente cara, perché in un certo senso, rispecchia il mio sentire, ma so-prattutto lo spirito e l’agire di questa meravigliosa organizzazione a cui noitutti apparteniamo.

�Il coraggio è la prima tra tutte le virtù, perché rende possibile tutte le altre.Il coraggio, amici, non ci manca di certo, l’abbiamo dimostrato nei fatti edè proprio con questo coraggio che insieme a tutte le organizzazioni ci ap-prestiamo, ancora una volta, a combattere la battaglia per la tutela dei di-ritti e della dignità dei bancari.

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LA VOCE DEI Bancari

I PUNTI CENTRALI DELLA PIATTAFORMA

� La premessa, di grande rilievo e assolutamente innovativa, perché sinteti-ca e di facile lettura, enuclea i tre cardini fondamentali su cui si svilupperàl’intero impianto della piattaforma: centralità del lavoro, riequilibrio di-stributivo, responsabilità sociale dell’impresa.

�Sull’area contrattuale, la preoccupazione prioritaria è stata quella di tute-lare i lavoratori a fronte delle operazioni transnazionali con un forte am-pliamento ed un rafforzamento delle relazioni sindacali, che devono ri-spondere alle esigenze di tutela in un settore sempre più articolato. L’o-biettivo è quello di ampliare l’area contrattuale (inserendo, per esempio,call center e credito al consumo) e di evitare per il futuro che vi siano elu-sioni da parte delle aziende attraverso trasferimenti di ramo d’azienda e di-stacchi, che spesso mascherano vere e proprie operazioni di esternalizza-zione. Particolare cura occorrerà prestare agli appalti, con trattative fra leparti, evitando l’interposizione di mano d’opera.

�Si intende intervenire, rendendo maggiormente esigibili le norme contrat-tuali, su ogni elemento che potenzialmente può peggiorare la qualità dellavita dei lavoratori. Gli stessi briefing e le convention, sistemi oggi diffusi inmaniera endemica, andranno finalmente normati e retribuiti.

�Sugli assetti professionali, vogliamo valorizzare ed adeguatamente retri-buire i nuovi profili professionali, riconoscendo i percorsi di carriera. Peri Quadri Direttivi, una delle categorie che negli ultimi anni si è sentita for-temente compressa, l’introduzione di un ulteriore livello, il quinto, tenderàa favorire uno sviluppo di carriera più armonico. Questa decisione è stataassunta anche per contrattare la retribuzione, lasciando il minor spazio pos-sibile alla discrezionalità delle imprese.

�Centrale per la categoria dei Quadri Direttivi, come per le aree professio-nali, è sicuramente la formazione. Una formazione seria e certificata, sem-pre più necessaria per restare agganciati al ciclo produttivo, ovvero unaformazione utile per una pronta riconversione professionale.

�Sulla precarietà e sul mercato del lavoro, abbiamo offerto risposte diverseper risolvere lo stesso problema. La battaglia ideale ci impone di combat-tere la precarietà, ma le leggi introdotte nel nostro paese, come in molti al-tri, hanno di fatto generato uno stato di instabilità occupazionale che in-tendiamo, anche attraverso le norme contrattuali, rendere meno pesante peri lavoratori. L’intervento che proponiamo è di ridurre, da un lato, la dura-ta dell’apprendistato professionalizzante, dall’altro di incidere sui vantag-gi conseguibili da parte delle imprese, riducendo ad uno solo i livelli di sot-toinquadramento. La conferma resta, però, il vero nodo gordiano per tra-durre il precariato in stabilità, così come indispensabile è la formazione,che pure oggi è prevista, ma che resta spesso una semplice utopia contrat-tuale.

�RSI. Lo abbiamo affermato a più riprese che questo è il filo conduttore chelega ogni parte della piattaforma. Una RSI che per noi deve tendere allaprotezione in primis dello stakeholder lavoratore, traducendo le parole del-l’appendice contenuta nel vigente CCNL, l’accordo del giugno 2004, infatti concreti.

�Maggiore attenzione per la sicurezza, la salute ed ogni altro aspetto colle-gato o collegabile a norme europee come quelle sui permessi, sulla malat-tia, sugli infortuni.

�Il capitolo salario rappresenta un pilastro portante del futuro rinnovo.Un’annotazione su tutte. Per noi l’accordo del luglio ‘93 è uno strumentoormai superato, utile nel passato, ma oggi assolutamente inidoneo a darerisposte adeguate alle esigenze di crescita retributiva dei lavoratori. Perquesto motivo, la richiesta economica che faremo va ben oltre la percen-tuale d’inflazione programmata.

�Vanno rimodulate tutte le indennità, compresa quella di cassa.

�Gli incrementi tabellari per il biennio ammontano a circa il 7,30% con de-correnza dall’1.1.2006 (3.8% inflazione – 3,5% produttività di sistema chenon è stata distribuita alla forza lavoro). Le altre indennità vengono au-mentate di importi che vanno dal 3,5% fino al 20% con una richiesta di so-lidarietà generazionale, sia attraverso l’istituzione di una polizza long termcare, sia attraverso il sistema pensionistico. Complessivamente, l’entità del-la richiesta, in termini percentuali, supera il 9%.

�Anche sul salario incentivante, le proposte delle OO.SS. sono articolate. Al-largare la platea dei beneficiari, privilegiando i premi di squadra e rende-re trasparenti, nonché oggettivi, i budget. Saranno questi i primi passi dapercorrere, collegandoli ad una negoziazione aziendale meno evanescente.

�Numerose sono, poi, le altre modifiche proposte che considerano le pro-blematiche di genere, i premi aziendali, il part-time, il Mezzogiorno. Tuttetematiche, insieme ad altre di minor impatto emotivo e di maggior specifi-cità e particolarità, che hanno trovato spazio nel testo rivendicativo.

�Per quanto riguarda le banche di credito cooperativo, intendiamo per-correre un cammino simile. A breve, le OO.SS. del settore, che in questocaso sono sei, predisporranno la piattaforma rivendicativa, che dovrà con-siderare le specificità. Questo lavoro ci consentirà di consegnare le no-stre richieste a Federcasse, in tempi analoghi a quelli dell’ABI. Voglia-mo iniziare le trattative non più con un anno di ritardo rispetto al credi-to ordinario, ma contemporaneamente.

�Per la riscossione dei tributi, attendiamo di conoscere il piano industrialedi Riscossione S.p.A. che rappresenterà la base per la contrattazione. Se-condo le notizie in nostro possesso, Riscossione S.p.A. assumerà la tipicafunzione di holding operativa di un gruppo di società (39) che opererannosul territorio. Tutto ciò ci fa ritenere che tali società possano in futuro as-sumere il ruolo di interfaccia con analoga struttura, a livello regionale, del-l’Agenzia delle Entrate.

�Pare anche di cogliere da parte della dirigenza di Riscossione S.p.A. un par-ticolare interesse alle risorse umane, che dovrebbe evolversi in una migliorevalutazione delle capacità e delle motivazioni del singolo.

�Si dovrà porre particolare attenzione ai sistemi incentivanti, di cui già usu-fruisce il personale dell’Agenzia delle Entrate e che non potrà essere ne-gata ai dipendenti di Riscossione S.p.A. Nell’immediato, la FABI e le altreOO.SS. sono impegnate a discutere con Riscossione alcuni temi importan-ti, quali la trasformazione del fondo previdenziale di settore in fondo inte-grativo, un adeguato accesso al fondo esuberi in tutte le sue articolazioni,e la definizione di parametri per la mobilità infragruppo.

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composizione del tavolo sindacale sino al-l’elaborazione della piattaforma, che il Se-gretario generale illustra, toccando tutti i te-mi forti.Diversi applausi interrompono la relazione,quando vengono toccati gli argomenti sucui la platea è più sensibile, come il recu-pero salariale, la fine del precariato, la re-sponsabilità sociale dell’impresa, che si-gnifica “regole chiare per la vendita dei pro-dotti finanziari a tutela dei bancari stessi edei consumatori”.Quando lancia due stoccate ai banchieri,“piuttosto che preoccuparsi di aprire gli spor-

telli 24 ore su 24, dovrebbero vigilare di piùsui prodotti che si vendono in banca” e poi,ancora “un lavoratore di banca per riusciread avere quello che hanno avuto certi ma-nager lo scorso anno come stock option do-vrebbe lavorare da un minimo di 180 anniad un massimo di oltre 850”, l’assembleaesplode in un boato.Nel 9% di aumento richiesto, è compreso il3,8% di recupero del potere d’acquisto de-gli stipendi e un 3,5% circa di riparametra-zione. A queste vanno aggiunte le richiesteriguardanti l’aumento delle indennità, deigiorni di permesso, della rivalutazione de-

Cinque tappe per aprire il confronto

1. discussione ed approvazione da parte degli Organismi;2. riunione delle Segreterie Nazionali congiunte;3. varo della piattaforma;4. consultazioni capillari fra i lavoratori, precedute da Attivi unitari regionali;5. una volta ultimate le assemblee e raccolto il consenso e la condivisione

dei lavoratori, invio della piattaforma all’ABI.

La Voce dei Bancari ha chiesto ad alcuni delegati al Consiglio nazionale di esprimere un parere

Su piattaforma e contratto la pensiamo così

➭ NOSTRA INTERVISTA

Alfonso EspositoSab di Napoli

“Buona la piattaforma, purché porti airisultati attesi, e favorevole il momento.Spero che l’unità riconquistata ci porti alsuccesso nelle trattative. A Napoli lefamiglie sono in genere monoreddito edi figli restano in casa sino a 30 anni edoltre, Questa situazione pone l’aspettoeconomico in posizione prioritariarispetto a tutto il resto. Auspico che legrandi fusioni ed aggregazioni in atto nelsistema non condizionino negativamentela conclusione del rinnovo contrattuale.Sarebbe un duro colpo per la categoriache vuole ciò che le spetta dopo ilrisanamento delle banche italiane”.

Carlo FantacciSab di Arezzo

“Mi sembra molto ambiziosa, perchécerca di recuperare gli spazi che dadiversi anni i bancari hanno perso. Pensoche stavolta rimetteremo tutto a posto,anche perché uniti siamo più forti. La lottasarà comunque dura. Attendo unrecupero salariale in sintonia con leaspettative, oltre ad una sistemazione diimportanti istituti normativi, in particolarele nuove assunzioni, i quadri direttivi, laformazione, che non dev’essere intesasolo come un accrescimento del bagaglioprofessionale, ma come un elementoimprescindibile per i percorsiprofessionali. Infine, mi auguro che sianointrodotte norme cogenti per una nuovaetica nella vendita dei prodotti”.

Antonio ChessaSab di Cremona

“La piattaforma è per la prima voltasostenuta da tutte le organizzazioni,quindi, i bancari hanno più forza difronte ai banchieri. Inoltre, mi paredavvero incisiva ed attenta aicambiamenti e consente di ritararsi suinuovi grandi gruppi che stannonascendo. Le mie aspettative sono quelle di unatrattativa breve, dalla quale i bancariescano con una ritrovata dignità e poispero di vedere davvero applicate nellarealtà quotidiana le norme, che oraspesso le banche disattendono”.

Giuseppe TaddiaSab di Rimini

“Per quanto riguarda una miavalutazione, non ho ancora avuto mododi approfondire tutti i punti, ancheperché siamo in presenza di argomentimolto delicati, che meritano ben altradisanima. Lo farò insieme ai lavoratori inassemblea. Mi auguro che il nuovocontratto realizzi per intero ciò che ècontenuto nella piattaforma, perchéquesto – mi sento di dire – è il minimo acui i bancari hanno diritto, dopo trerinnovi contrattuali in cui la categoria èrimasta a bocca asciutta”.

gli scatti di anzianità ed i contributi per laprevidenza complementare. Per quanto ri-guarda gli assetti interni, è richiesta l’in-troduzione di un V livello nei Quadri Di-rettivi (capi d’agenzia e di filiale).All’interno del documento illustrato dal Se-gretario generale, si chiede anche di con-trastare con forza la precarizzazione del la-voro. Il contratto di apprendistato dovrà ot-tenere miglioramenti economici e normati-vi che ne diminuiscano la durata e il diffe-renziale economico. Anche i bancari, dunque, chiedono che ven-ga ristretta l’applicazione della Legge Bia-

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LA VOCE DEI Bancari

Cristina Attuati e Giuseppe Galloillustrano le posizioni del Consiglio

nazionale al microfono del TG2. A destra Franco Casini, segretario

nazionale organizzativo eamministrativo,

e, accanto, Giuliano De Filippis e Lando Sileoni,

segretari nazionali Fabi.

Fabio ScolaSab di Bergamo

“È finalmente la piattaforma che il nostrosindacato desiderava e che la categoriaaspettava. Penso realizzerà l’obiettivo didare risposte alle aspettative deibancari. “Costruire certezze” era il mottodel nostro ultimo Congresso Nazionale enoi le prime certezze le abbiamo giàcostruite, con la riunificazione del tavolosindacale. Avremo nove sigle sindacali ela FABI ha la grande responsabilità didover mediare, ma nel contempo dirappresentare adeguatamente le attesedei bancari: inquadramenti, politiche dellavoro, più soldi per premiare l’impegnodei lavoratori nel cambiamento di unsettore che ha subito una verarivoluzione in pochi anni”

Sabrina FrassiniSab di Milano

“Credo ci troviamo ad approvare unapiattaforma che è proprio quella che ibancari si meritano.Spero che possiamo portare in categoriamaggiori garanzie per i giovani, ancheper poter ancora contare sull’adesionedi molti giovani al sindacato ed ai suoivalori, fra i quali la solidarietàgenerazionale. Inoltre, finché sul collodei giovani penderà la spada di Damocledei contratti a termine, sarà difficiletrovare adesioni e partecipazione allalotta da parte di giovani, ora in ostaggiodelle banche perché precari. Nel daresicurezze ai giovani, diamo un futuro alsindacato: non bisogna dimenticarlo”.

Franco Di DioSab di Avellino

“Dobbiamo sfruttare il momentofavorevole, che vede le sigle sindacalitutte unite per la prima volta nella nostrastoria.Piattaforma in linea con le nostreaspettative, per un recupero soprattuttodal punto di vista economico.Interessante anche la revisionedell’apprendistato professionalizzante,per il ricambio generazionale e per igiovani che entrano in categoria.Bisognerà coinvolgere tutti i lavoratori,iscritti e non, e spiegare bene i contenutidelle nostre richieste, così da convinceretutti della bontà delle nostrerivendicazioni”.

Luciano MarzioSab di Venezia

“Piattaforma con una precisa edevidente impronta FABI. Mi sembra chesia seria ed equilibrata e che contenganorme chiare ed esigibili. L’ABIdovrebbe prendere in seriaconsiderazione le nostre richieste e nontrincerarsi in una difesa miope: noi,infatti, guardiamo avanti, al futuro. Miauguro che la parte riguardante gliaumenti salariali passi per intero e senzaribassi. Dobbiamo conquistarci ciò chevogliamo ed abbiamo la forza per farlo.Presentiamo richieste concrete, possibilie non aleatorie”.

Comitato direttivo centraleUnanime consenso al lavoro della

Segreteria Nazionale

Il CDC della FABI riunito in Roma nei giorni 29 e 30 gennaio, ascoltata edampiamente discussa la relazione presentata dalla Segreteria Nazionale rimarca, con soddisfazione, come le delibere assunte dal CongressoStraordinario di Genova abbiano trovato piena attuazione, in particolare perquanto riguarda la ricomposizione del tavolo sindacale nel settore.L’unità universale realizzata fra le nove OO.SS. del credito, fortementevoluta dalla FABI, sarà sicuramente foriera di positivi risultati per le lavoratricied i lavoratori, soprattutto per quanto attiene al rinnovo dei patti di lavoro.Il futuro rinnovo del CCNL, considerando il mutato scenario di settore, dovràessere rivendicativo, sganciato dall’accordo del luglio 1993, ed avere comepunti cardine:

la centralità del lavoroil riequilibrio distributivola responsabilità sociale dell’impresa

Il CDC, esaminati i punti cardine ed i contenuti della piattaforma,considerando la stessa coerente con gli obiettivi più volte indicati dalla FABI,la approva e dà pertanto mandato alla Segreteria Nazionale, affinchéprovveda alla stesura definitiva e, dopo le assemblee con i lavoratori, allapresentazione della stessa alla controparte.Uguale percorso dovrà essere seguito anche per le Banche di CreditoCooperativo con sviluppo della negoziazione in tempi analoghi a quelli dell’ABI.

Delibera approvato all’unanimità dal CDC della FABI.

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Guglielmo SerafiniSab di Viterbo

“Finalmente si parla di soldi: i bancarihanno già ceduto troppo su questopunto. Ora è tempo di riscuotere ildovuto per i sacrifici che ha fatto lacategoria nel risanamento delle banche.I sindacati finalmente hanno il coraggiodi denunciare lo scandalo delle stockoption da nababbi che i banchieri siintascano, mentre chiudono allerichieste del sindacato. Personalmentesono soddisfatto perché in questapiattaforma viene rivendicato un nuovoruolo professionale per il bancario,cercando di recuperare quello che iprecedenti contratti nazionali hannotolto”.

Gaetano MottaSab di Siracusa

“Ottima piattaforma che, nei fatti,traduce in rivendicazioni chiare lerichieste della categoria. La nostra gente e tutti i lavoratoribancari si aspettano molto da questorinnovo contrattuale e noi sindacalistiFABI non dobbiamo assolutamentedeluderli”.

Riccardo ZaglioSab di Mantova

“Evento storico, quello della ritrovataunità, per la presentazione di unapiattaforma davvero buona ed in gradodi soddisfare le richieste della categoria.Mi auguro che la trattativa con ABI sisviluppi in maniera positiva, favoritadella compattezza del fronte sindacale eche la piattaforma passi nella suacompletezza”.

Angela GenoveseSab di Lucca

“Speriamo di riportare a casa le coseche sono contenute nella piattaforma:solo così sapremo se è stata una buonapiattaforma. Non dobbiamo cederenulla, soprattutto per quanto riguarda ilsalario: abbiamo già rinunciato tropponegli anni del passato recente.Spero che la trattativa si concluda al piùpresto e che realizzi ciò che ora ècontenuto nelle linee rivendicative,senza sconti”.

gi. Poi, ci sono da risolvere le questioni del-la formazione dei sistemi d’incentivazione,della responsabilità sociale d’impresa. Infi-ne, si chiede di ampliare e potenziare la con-trattazione sia aziendale sia di gruppo, quel-la cosiddetta di secondo livello. Il sindacato chiede 188 euro in più in bustapaga: “troppo” per le banche, preoccupatedi tagliare ancora i costi e “garantire mag-giore competitività”. “Si tratta di una piattaforma di alto profilo– ha contestato Giuseppe Gallo, SegretarioGenerale della FibaCisl, intervenuto ai la-vori del Consiglio Nazionale FABI – per-ché realisticamente rivendica per i lavora-

tori una quota di dividendo del risanamen-to del sistema, per tutti noi un punto fer-mo”.Su questo punto non concordano assoluta-mente gli istituti di credito che, invece, han-no già dichiarato di voler ridurre ulterior-mente i costi con altri recuperi di marginie competitività. Le banche sono ferme all’accordo del ‘93riguardante la politica dei redditi, mentre isindacati con la piattaforma che si appre-stano a presentare, considerano quell’ac-cordo “uno strumento ormai superato”.Anzi, Giuseppe Gallo, commentando alcu-ne dichiarazioni di Fabio Innocenzi, Am-

ministratore delegato di Bpvn, a capo del-le delegazione sindacale di ABI, rincara ladose “Le parole di Innocenzi confermanoun divario di fondo tra noi e l’ABI che an-nuncia una posizione regressiva”.Poche le possibilità di mediazione sulla par-te economica. “Tra le nostre richieste eco-nomiche e la possibile chiusura, posso direche il margine sarà molto stretto”. Quanto all’invito di Innocenzi a ragionaresu una maggiore flessibilità, “è un invito re-torico” aggiunge Gallo. “Il contratto già pre-vede ampia flessibilità; mi sarei aspettatodalle banche più lungimiranza e più corag-gio. Se partiamo così la vedo molto dura.

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LA VOCE DEI Bancari

MOZIONE CONCLUSIVA DEL 111° CONSIGLIO NAZIONALE FABIAPPROVATA ALL’UNANIMITÀ DAL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA FABI IL GIORNO 1 FEBBRAIO 2007

La I delegati al 111° Consiglio Nazionale della FABI, ascoltata ed ampiamente di-battuta la relazione introduttiva presentata dalla Segreteria Nazionale a nome e perconto del Comitato Direttivo Centrale,

ne approvano contenuti, linea politica ed obiettivi.

IL CONSIGLIO NAZIONALE

rimarca, con soddisfazione, come le delibere di indirizzo organizzativo e contrattua-le approvate dal Congresso Straordinario di Genova del marzo 2006, abbiano trova-to piena e positiva applicazione.Riconferma la validità del Patto di Unità d’azione con la CISL.I delegati al 111° Consiglio Nazionaleconsiderano un valore assoluto l’unità universale realizzata fra le OrganizzazioniSindacali del settore, convinti che la stessa sarà foriera di positivi risultati per le la-voratrici ed i lavoratori, a partire dal prossimo rinnovo dei patti di lavoro, che si svi-lupperanno in uno scenario di settore profondamente mutato, con aziende di creditorese redditive e competitive, grazie al contributo determinante della forza lavoro.Ritengono che non sia eticamente accettabile che le imprese del credito paghino stockoptions milionarie ai propri manager destinando, quasi esclusivamente a loro favo-re, la produttività di settore.

CONTRATTO NAZIONALEIn virtù delle valutazioni e considerazioni fatte, si condivide che la piattaforma utileper il rinnovo del futuro CCNL debba essere rivendicativa, sganciata dall’accordodel luglio 1993 e avere quali pilastri portanti:• la centralità del lavoro;• il riequilibrio salariale e distributivo;• la responsabilità sociale praticata dell’impresa.

DELIBERA

Il Consiglio Nazionale, esaminata nel suo complesso la piattaforma rivendicativa ela-borata dalle nove Organizzazioni Sindacali del settore, conferma le valutazioni posi-tive già effettuate dal Comitato Direttivo Centrale, condividendone i contenuti ed ilpercorso che prevede, prima della presentazione della piattaforma alla controparte,un dibattito serrato con le lavoratrici ed i lavoratori nelle assemblee. I delegati al Consiglio Nazionale auspicano che in tempi brevi anche per il settoredelle BCC si elabori una piattaforma rivendicativa, che consideri con la dovuta at-tenzione le specificità del settore.

ORDINE DEL GIORNO

L’Esecutivo Nazionale Esattoriali valuta con preoccupazione il ritardo nella presenta-zione da parte di Riscossione S.p.A. del Piano Industriale. Auspica una pronta predisposizione di tale strumento, che consentirà alle Organizza-zioni Sindacali la possibilità di esaminare con ragioni di causa i numerosi problemi at-tualmente sul tappeto. La presentazione della Piattaforma rivendicativa del settore del credito deve costitui-re anche nel settore esattoriale il momento di partenza di un’analoga rivendicazione dasottoporre alle controparti nel rispetto di quanto enunciato dalla legge di riforma. Lo strumento contrattuale rappresenterà in futuro l’elemento di univocità di tutte lerealtà presenti sul territorio nazionale. Tutto ciò, tenendo conto che l’impatto che il sistema della riscossione, a maggior ra-gione oggi, va ad assumere in un discorso di equità fiscale e federalismo fiscale.

Ma speriamo sia solo tattica”.Infine, Cristina Attuati illustra i progressifatti dall’organizzazione dal Congresso diGenova ad oggi e poi conclude la relazio-ne.“Il coraggio, amici, non ci manca di certo,l’abbiamo dimostrato nei fatti ed è propriocon questo coraggio che insieme a tutte leorganizzazioni ci apprestiamo, ancora unavolta, a combattere la battaglia per la tute-la dei diritti e della dignità dei bancari”.Numerosissimi gli intervenuti al dibattito,che si è protratto per molte ore.Al termine degli interventi, è toccato anco-ra al Segretario Generale della FABI pro-nunciare la replica.“Questa piattaforma nasce da un momentodi analisi oggettiva del settore”, ha dettoCristina Attuati rispondendo agli interve-nuti. “Siamo riusciti a mettere insieme sto-rie e sensibilità diverse; le banche sono usci-te dalla crisi producendo molti utili, che van-no redistribuiti non solo agli azionisti, maanche ai lavoratori. Chiediamo semplicemente ciò che ci è do-vuto”. La sfida dei prossimi mesi è, dun-que, particolarmente delicata e potenzial-mente dura perchè se da una parte c’è un’as-sociazione, l’ABI, determinata a difenderele esigenze delle banche, dall’altra c’è unastessa unità d’intenti da parte dei sindacati,che ritengono giunto il momento di vederepremiati i lavoratori del settore per i risul-tati estremamente positivi che hanno rag-giunto le aziende per le quali lavorano. Aquesto punto, la parola torna direttamenteai lavoratori del settore, che dovranno di-scutere e approvare il documento prepara-to dai sindacati. A marzo, se il documentoverrà accettato dalla maggioranza dei 340mi-la operatori del settore, la piattaforma saràpresentata direttamente all’ABI.

Mauro Bossola, segretario nazionale Fabi,e, a destra, Enrico Gavarini, segretariogenerale aggiunto. Sopra, uno scorcio

della sala dove si sono riuniti i delegati alConsiglio nazionale (le foto di queste

pagine sono di Jole Costantino)

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Per il valore del lavoro ela Responsabilità Sociale

Punto per punto la piattaforma proposta per il rinnovo del contratto nazionale

I tre pilastri delle rivendicazioni della categoria sono centralità del lavoro, riequilibrio salariale eresponsabilità sociale pratica dall’impresa

PREMESSA

Il rinnovo contrattuale si posiziona in unoscenario di settore caratterizzato da unachiara e consolidata inversione di tendenzarispetto al passato. La produttività ed il tas-so di profitto hanno raggiunto indici di as-soluta significatività che hanno consentito

la necessaria competitività del sistema a livel-lo europeo. Un settore, quindi, risanato e com-petitivo, in grado di poter giocare un ruolo diprimo piano a livello internazionale. Un setto-re che affronta il rinnovo contrattuale con unaserie di contraddizioni e criticità che vanno su-perate anche per favorire ed accompagnare losviluppo economico dell’intero paese.Le tre tematiche che costituiscono, pertanto, ipilastri della piattaforma rivendicativa sono:• centralità del lavoro, qualità della prestazio-

ne e della vita;• riequilibrio salariale e distributivo;• Responsabilità Sociale praticata dell’Im-

presa.

La nuova spinta all’espansione del settore chesi trova ad interagire a livello internazionale,con la creazione di grandi gruppi europei, po-ne ancora una volta in primo piano la centra-lità dei lavoratori. Sono, infatti, i lavoratori il patrimonio pri-mario delle imprese, che hanno l’imprescin-dibile necessità di puntare sulla professiona-lità del personale per affermare modelli di svi-luppo competitivi e allo stesso tempo soste-nibili per concorrere a livello internazionale.Sono gli uomini e le donne che lavorano nel-le banche a determinare il successo dell’im-presa con il loro impegno e la loro profes-sionalità; sono loro l’anello di congiunzionetra la banca e il mercato. Al contempo, la qua-lità della prestazione lavorativa e della vitadei lavoratori deve trovare piena cittadinan-za nell’impegno a ricorrere responsabilmen-te alla loro professionalità.È, quindi, indispensabile che il rinnovo con-trattuale realizzi una revisione di tutti quegliaspetti, relazionali e normativi, che possanoconcorrere a ritrovare una piena coerenza trala consapevolezza del ruolo fondamentale dellavoro ed il reale riconoscimento di questa in-discutibile centralità.

Il forte recupero di redditività ed i conseguen-ti risultati economici ottenuti dal sistema nelsuo complesso, impongono di affrontare la pro-blematica dello squilibrio nel modello distri-butivo generatosi a favore di azionisti e mana-ger e che ha penalizzato i lavoratori e gli altristakeholder (famiglie, imprese, comunità lo-cali, economia meridionale).È stata la disponibilità del “fattore lavoro” adassumere in prima persona la responsabilità dirisanare il sistema che ha consentito di supera-re una crisi reputazionale e finanziaria non cer-to ascrivibile ai lavoratori. Tutto questo non puòessere interpretato come acquiescenza nei con-fronti di un tentativo di raffreddamento delledinamiche salariali, inaccettabile e insosteni-bile a fronte di una straordinaria creazione diricchezza nel sistema. L’impegno e i sacrifici dei lavoratori del cre-dito hanno rappresentato uno dei fattori di mag-gior successo per il superamento della crisi delsettore. Il riequilibrio distributivo non è più dif-feribile e risponde ad un’istanza di equità e giu-stizia inderogabile.

La necessità di una revisione dell’attuale mo-dello di sviluppo, oggi ancorato alla ricercaossessiva del profitto e sganciato da un con-fronto con i principi etici e di sostenibilità,deve abbandonare lo “status” delle dichiara-zioni di principio per tradursi in norme con-trattuali. La responsabilità sociale d’impresa deve per-vadere le norme pattizie rispondendo con-cretamente alle istanze interne ed esterne alsettore. Il paese, i bancari, i cittadini tutti nonsono più disponibili ad accettare effetti distor-ti generati dalle attività di un sistema finanzia-rio, socialmente poco responsabile, che non ab-bia dato prova di voltare pagina.

L’unità delle OO.SS., che per la prima voltanella storia del settore si presentano a nove,rappresenta un evento rilevante e testimoniala volontà di conferire maggiore forza all’i-niziativa sindacale. Tale coesione costituiràun valore aggiunto per un più efficace go-verno della nuova stagione di trasformazionie per il rinnovo del CCNL della categoria.

PARI OPPORTUNITÀ

L’integrazione della dimensione di genere de-ve rappresentare una priorità in tutte le politi-che aziendali, con provvedimenti concreti perelaborare e diffondere metodi e strumenti vol-ti a promuoverla.Le commissioni paritetiche aziendali previstedal CCNL, invece, raramente vengono attiva-te, in quanto l’attuale previsione di pariteticitàdi composizione numerica spesso comporta lanon costituzione per mancanza di componenti.Occorre, quindi, superare la pariteticità e pre-vedere riunioni periodiche con cadenza alme-no semestrale. Dovranno essere recepite tuttele previsioni di legge, sia italiane che comuni-tarie, per far sì che le commissioni pari oppor-tunità possano realmente elaborare e contrat-tare progetti volti a favorire la rimozione dieventuali discriminazioni e la conciliazione deitempi di vita e di lavoro.

AREA CONTRATTUALE -MERCATO DEL LAVORO

In questi anni, la regolamentazione dell’areacontrattuale ed il fondo esuberi si sono dimo-strati strumenti essenziali nell’impedire che leoperazioni di ristrutturazione, numerose e digrandi dimensioni, che hanno interessato leaziende del settore potessero ritorcersi negati-vamente contro i lavoratori e le lavoratrici delcredito.Oggi il forte incremento delle operazioni di’in-ternazionalizzazione, di delocalizzazione e di

Le commissioni pari opportunitàdovranno elaborare econtrattare progetti volti afavorire la rimozione di eventualidiscriminazioni e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro

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LA VOCE DEI Bancari

terziarizzazione rischia di incrinare questi pre-sidi. I comportamenti delle banche tendono aforzare le norme contrattuali tentando così didisarticolare la continuità del ciclo produttivo. Occorre per questo riaffermare e consolidarefortemente il valore dell’area contrattuale nel-le nuove condizioni, introducendo proceduresindacali rafforzate.

Internazionalizzazione e delocalizzazioniLe aziende e i gruppi che operano anche all’e-stero attraverso proprie filiali, controllate e/opartecipate, devono garantire sempre e co-munque l’applicazione dei principi contenutinelle più importanti convenzioni internaziona-li (diritti umani, sicurezza sul lavoro, libertà as-sociativa, giusto salario, rispetto dell’ambien-te ecc.), nonché le previsioni del Protocollo16/6/2004 sullo sviluppo socialmente e am-bientalmente sostenibile del sistema bancarioitaliano (nell’ambito dell’Unione Europea).Per eventuali delocalizzazioni di attività adaziende non partecipate, costituirà prerequisi-to l’esistenza di analoghe garanzie.Le parti dovranno impegnarsi per favorire ilruolo dei CAE anche in riferimento ad una fun-zione di diffusione e di controllo del rispettodelle previsioni di cui sopra.

Area contrattualeDi fronte ai tentativi delle aziende di ricercarenuovi modelli contrattuali di riferimento, si ri-conferma che le attività di assistenza, consu-lenza, promozione e supporto effettuate per viatelefonica e/o telematica alla clientela esternaed alle funzioni interne aziendali o di gruppo(call center, etc.) sono ricomprese nelle attivitàbancarie fondamentali. Occorre una lista delle attività delocalizzabilida aziende e gruppi bancari ed una più puntualedefinizione della cessione di attività e delle con-cessioni di appalto, con procedure e verifichea livello decentrato, finalizzate a tutelare le ri-cadute sui lavoratori. Queste operazioni non po-tranno determinare riduzioni del personalecoinvolto e dovranno essere soggette a proce-dure di verifica.

In caso di cessione di attività, va tutelata l’oc-cupazione dei lavoratori coinvolti. Quando es-sa avvenga, sotto qualsiasi forma, verso societàdel gruppo, va prevista la garanzia di ricollo-cazione nel gruppo medesimo in caso di ces-sazione, cessione o crisi del cessionario.Nel caso di cessione di ramo d’azienda con cor-relati contratti d’appalto di attività all’esternodel gruppo, occorrerà rafforzare il principio diresponsabilità degli appaltanti per tutelare neltempo l’occupazione anche attraverso la con-tinuazione nelle aziende eventualmente su-bentranti del rapporto di lavoro dei colleghi pro-venienti dall’azienda originaria. L’applicazio-ne del contratto del credito a questi lavoratoridovrà essere garantita dall’azienda tempo pertempo subentrante.La disciplina degli appalti va riconsiderata an-che per evitare che a volte assuma le vesti diuna fittizia interposizione di mano d’opera. Oc-corre, di conseguenza, ottenere maggiori infor-mazioni sulle lavorazioni date in appalto, conun controllo decentrato laddove si svolgono,avendo attenzione anche alle capacità econo-miche e strumentali dell’appaltatore e deglieventuali subappaltatori.I distacchi stanno spesso diventando l’alterna-tiva comoda ai trasferimenti, senza i costi ed il

rispetto delle regole che governano questi ulti-mi. Occorrerà governarne le condizioni, rego-larne la durata con il consenso del lavoratore,pagarne maggiormente il disagio. Occorre ga-rantire i diritti sindacali a tutto il personale indistacco. I lavoratori soggetti a lunghi distac-chi andranno tutelati anche professionalmente,partecipando, a richiesta, alla formazione del-l’azienda distaccante e fruendo, al rientro, diun accompagnamento formativo specifico.

Mercato del lavoroOccorre contrastare la precarietà. Andrà in-nanzitutto resa al sindacato, in modo decentra-to, la conoscenza di tutti i soggetti a qualsiasititolo utilizzati nelle sedi di lavoro, con relati-ve tipologie di impiego, contratto, orario e man-sione. Ogni forma di reiterazione del lavoro ati-pico andrà contrastata e ridotta, impedendonel’utilizzo in successione ed i collegati effettiprecarizzanti, confermando l’attuale imposta-zione contrattuale che non prevede l’inseri-mento di nuove tipologie di precariato.Il contratto d’apprendistato dovrà ottenere mi-glioramenti normativi ed economici che ne di-minuiscano la durata ed il differenziale econo-mico; il contratto d’inserimento andrà specia-lizzato per indirizzarlo ad utilizzi mirati. Nelle forme che non attengono alla tipologia dellavoro subordinato, occorrerà che lo stage, uti-lizzato spesso in difformità dalle norme di leg-ge, abbia una regolamentazione contrattuale cheimpegni le aziende ad una percentuale massi-ma di utilizzo ed a comunicare al sindacato ilprogetto formativo e le relative modalità. Analoga informativa andrà resa per le consu-lenze, specificando tempi e modi di attivazio-ne, contenuti del contratto ed eventuali rinnovi.

RELAZIONI SINDACALI

Si ravvisa la necessità di un rafforzamento del-le relazioni sindacali che confermi l’incisivitàdel ruolo delle strutture sindacali a tutti i livelli.Si rileva, in particolare, una criticità nella man-cata valorizzazione del ruolo delle RSA, in unsistema sempre più articolato in gruppi banca-ri di dimensioni crescenti, nei quali il livellodecisionale è sempre più accentrato e talvoltaè addirittura collocato all’estero, così da deter-minare forte scarto tra i contenuti del contrat-to e degli accordi aziendali rispetto alla loro ap-plicazione periferica.Strumenti idonei a superare queste criticità delsistema delle relazioni sindacali sono la rag-giunta unità sindacale nel settore, che ha por-tato le 9 sigle ad un unico tavolo negoziale e lapuntuale applicazione degli accordi di clima,scarsamente estesi nel settore, che potrebberomigliorare la vivibilità in azienda soprattutto inrapporto alle pressioni commerciali.

Garantire alle RSA lo svolgimento di compitidi gestione e di presidio che permettano la con-creta applicazione degli accordi stipulati a li-vello centrale. Si ravvisa inoltre, per le RSA eper gli organismi di macro area, la necessità diinterlocuzione che deve essere modulata conaccordi a livello aziendale che individuino in-terlocutori certi ed in loco. La centralità del ruolo delle RSA va difesa dal-le ripercussioni delle ristrutturazioni aziendalisull’entità numerica delle unità produttive. Sarà necessario fornire alle RSA competenti,in caso di eventi criminosi, un’informativa pun-

tuale e tempestiva per consentire la gestionedelle conseguenze dell’evento.Le materie delegate alla semestrale vanno in-tegrate con una precisa informativa in meritoad eventi criminosi, con la verifica degli orarie del clima aziendale.In merito al trasferimento di ramo di azienda,va concordata un’interpretazione del concettodi “autonomia funzionale”. È indispensabilefornire specifica informativa preventiva, sia alivello centrale che periferico su tutte le ri-strutturazioni aziendali.Rafforzare il ruolo sindacale nei processi di con-trattazione.Accrescere il livello di coinvolgimento sinda-cale, individuando modalità di confronto ob-bligatorio in particolare su: piani industriali, bi-lanci e bilanci sociali, nonché garantendo la par-tecipazione delle OO.SS. alle iniziative azien-dali rivolte agli stakeholder.Inserire nel nuovo contratto un’apposita previ-sione relativa al confronto sindacale nei grup-pi bancari sovranazionali con sede in Italia edall’estero.Bisogna estendere in tutti gli ambienti di lavo-ro l’utilizzo di strumenti informatici finalizza-to ad una migliore comunicazione sindacale aicolleghi.Nel merito della contrattazione di II livello, c’èla necessità di un ampliamento dei poteri di con-trattazione aziendale, con particolare riferi-mento a: profili professionali originati da rior-ganizzazioni e ristrutturazioni aziendali; ruolichiave e profili professionali quadri direttivi;sistema valutativo; sistema incentivante; pres-sioni commerciali ed ottimizzazione dei tempidi vita e di lavoro; percorsi di formazione e in-tegrazione dei lavoratori diversamente abili.

Contrattazione di gruppoÈ necessario rafforzare il livello di gruppo, fi-nalizzandolo al raggiungimento di accordi diindirizzo. Tali intese devono riguardare: le re-lazioni sindacali di gruppo, l’individuazione diulteriori parametri ed indicatori, anche di bi-lancio consolidato, oltre a quelli già definiti inazienda, utili a garantire, in particolare nelleaziende del gruppo più deboli, la definizione dipremi aziendali congrui; piani formativi e si-stemi valutativi; protocolli su sistemi incenti-vanti, pressioni commerciali e accordi di cli-ma; previdenza e assistenza; strategie com-plessive del gruppo riguardanti ambiti di svi-luppo sovranazionale.

Occorrecontrastare

la precarietà.Andrà

innanzituttoresa al

sindacato laconoscenza

di tutti isoggettiutilizzati

nelle diversesedi dilavoro

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ASSETTI PROFESSIONALI

Con riferimento al tema degli assetti profes-sionali, la trattativa di rinnovo del CCNL do-vrà recuperare spazi negoziali su una più ade-guata crescita e remunerazione della profes-sionalità. Occorrerà dare maggiore impulso allo svilup-po formativo della categoria, finalizzandolo al-l’adeguamento nel tempo delle capacità pro-fessionali dei lavoratori, in risposta alle attesedi qualità di servizio alla clientela, ed in con-nessione con lo sviluppo professionale.Il diffondersi da parte delle aziende di diverseforme di incentivazione evidenzia con forza l’e-sigenza di attribuire i giusti riconoscimenti eco-nomici tabellari in rapporto agli accresciuti li-velli di responsabilità e di professionalità del-le lavoratrici e dei lavoratori.

In tale logica, si richiede di aumentare i para-metri retributivi sia dei Quadri Direttivi che del-le Aree Professionali e la creazione del 5° li-vello dei Quadri Direttivi inserendo nello stes-so gli attuali quadri che già oggi percepisconoretribuzioni pari o superiori al parametro di ri-ferimento. Vanno contrattati in azienda i profili profes-sionali corrispondenti ai diversi livelli dei qua-dri e le posizioni connesse ai ruoli chiave. Conl’introduzione del 5° livello dei Quadri Diret-tivi diventa anche necessario rimodulare gli at-tuali profili professionali oltre che i livelli difungibilità delle mansioni all’interno di que-st’area. L’“impegno temporale particolarmen-te significativo” dei Quadri Direttivi va indivi-duato nel superamento di una soglia (7%) ec-cedente l’orario di riferimento per le Aree Pro-fessionali.Il riconoscimento del maggior tempo lavoratodeve trovare modalità certe di individuazionee remunerazione attraverso apposita procedu-ra da tenersi a livello aziendale. I recuperi in autogestione potranno essere ef-fettuati anche attraverso intere giornate.La trattativa aziendale dovrà anche prevederemomenti di verifica a consuntivo dell’applica-zione degli accordi. L’apposita erogazione non potrà essere confu-sa o sostituita da interventi ad personam o dalsistema incentivante.Nel caso di sostituzione di posizioni di Q.D.senza diritto alla conservazione del posto, daparte di lavoratrici e lavoratori delle Aree Pro-

fessionali, l’inquadramento al livello superio-re deve avvenire dopo 3 mesi.Rafforzare l’applicazione inquadramentale deiprofili professionali dei Quadri Direttivi conparticolare riferimento ai reggenti di filiale.In ultimo, si ritiene parimenti fondamentale, perquanto evidenziato in premessa al presente ca-pitolo, valorizzare i profili professionali dellelavoratrici e dei lavoratori. A questo proposito, si ravvisa la necessità didare una diretta e concreta applicazione alla“Dichiarazione congiunta delle parti sociali eu-ropee del settore bancario sulla formazione con-tinua del dicembre 2002”, già riportata nelCCNL vigente, prevedendo l’utilizzo in que-sta direzione di tutte le forme esistenti di ero-gazione della formazione, individuando per-tanto precisi percorsi formativi aziendali che lecomprendano tutte. Quindi, è necessario pre-vedere commissioni bilaterali aziendali. Si ritiene importante individuare percorsi fina-lizzati ad una crescita professionale che coin-volga le lavoratrici ed i lavoratori delle AreeProfessionali e dei Quadri Direttivi, in una lo-gica di sviluppo armonico nel rispetto delle pa-ri opportunità di crescita per tutti, con partico-lare attenzione al passaggio tra le Aree Profes-sionali ed i Quadri Direttivi ed al cambiamen-to di mansioni.La formazione, non assimilabile all’addestra-mento, deve essere concretamente esigibile, di-ventando un elemento importante e distintivo,oltre che utile per l’acquisizione delle compe-tenze previste per il livello da conseguire e perla posizione professionale in cui svolgere la pro-pria mansione. In questa prospettiva, dovrà es-sere opportunamente valorizzato il ruolo di En-bicredito.

ORARIO DI LAVORO

Nel corso dei vari rinnovi contrattuali, il capi-tolo “orario di lavoro“ ha subito notevoli mo-difiche, in considerazione delle innovazioni tec-nologiche e delle mutate esigenze della clien-tela. Sono aumentate le flessibilità di orario, egli orari degli sportelli sono in linea con quellidegli altri competitor stranieri, quantunque i ten-tativi di forzatura delle aziende abbiano deter-minato numerose dinamiche conflittuali. For-zature non legate ad un maggiore servizio allaclientela, ma dettate e utilizzate come strumentidi concorrenzialità e competitività territoriale.Si tratta, quindi, di conciliare le flessibilità giàpresenti nel CCNL con gli obiettivi di qualitàdella prestazione lavorativa e della qualità del-la vita dei lavoratori bancari.Pertanto, gli obiettivi e gli orientamenti con-trattuali che si sono voluti cogliere sono es-senzialmente:• l’ampliamento ed il rafforzamento delle pro-

cedure di confronto e negoziato sia in sedeaziendale per le materie oggi previste, sia digruppo per la politica complessiva degli ora-ri delle banche che ne fanno parte;

• il rafforzamento delle tutele contrattuali at-traverso la fruibilità garantita nel tempo del-la giornata di riduzione d’orario del CCNL1999; la durata dell’orario settimanale di 36ore per tutti i lavoratori adibiti a turni; la de-finizione dettagliata delle casistiche per lequali è possibile utilizzare il personale su seigiorni; la precisa individuazione della fatti-specie “sportelli turistici” e delle succursalioperanti “presso” i centri commerciali;

• il miglioramento dell’organizzazione del la-voro derivante da un corretto utilizzo del per-sonale;

• l’ampliamento a 30 minuti dello spostamen-to d’orario in ingresso ed in uscita richiestodai lavoratori, compresi i lavoratori part-time.

I briefing e le convention, comunque denomi-nati, richiedono ai lavoratori una disponibilitàdi fatto obbligatoria. Nel nuovo contratto è ne-cessaria una previsione normativa che garanti-sca per tale prestazione, comunque su base vo-lontaria, la definizione della relativa remune-razione e/o riposo compensativo.

Una riflessione specifica si impone sul part-ti-me, in quanto strumento fondamentale per laconciliazione dei tempi di vita e di lavoro dimolte lavoratrici e lavoratori. Occorre, mante-nendo gli aspetti positivi dell’attuale formula-zione contrattuale, favorirne un’attuazione nondiscriminatoria di genere e di ruolo, permet-tendo la flessibilità degli orari e degli eventua-li recuperi; l’effettiva fruibilità delle fasi for-mative in orario di lavoro; la priorità per i ge-nitori con figli piccoli.

RIVENDICAZIONE ECONOMICAE NUOVI PARAMETRI

La composizione della rivendicazione sala-riale tiene conto dell’ottimo andamento del-le aziende, in senso assoluto ed anche com-parativamente ad altri settori, nel quadro delpiù generale andamento dell’economia delpaese. Al conseguimento di tale risultato i la-voratori, con impegno e professionalità, han-no dato un contributo fondamentale che va ri-conosciuto. L’utilizzo massiccio del salario incentivantee di altre forme di salario discrezionale ha ge-nerato una disarmonia nelle dinamiche retri-butive. Per tale ragione, non è possibile pre-scindere dalla necessità di conseguire unamaggiore incidenza del salario contrattato sulcosto del lavoro complessivo.

Il recupero del potere d’acquisto dei salari sarànel suo complesso del 3,8%, composto da un2% relativo all’inflazione del 2006, da un 2%attinente all’inflazione reale attesa del 2007scontato di uno 0,2% già acquisito nel 2005(inflazione reale attesa 1,9%, inflazione reale1,7%). Un ulteriore 3,5% medio verrà ridistribuitoai lavoratori attraverso la crescita della nuo-va scala parametrale. Quest’ultima, infatti,verrà ridisegnata, delineando uno sviluppopiù armonico e rispondente agli effettivi pro-fili professionali, anche mediante l’istituzio-ne del già richiamato quinto livello dei Qua-dri Direttivi.Nel contempo, si vuole dedicare una specifi-ca attenzione ai nuovi assunti e, in particola-re, agli apprendisti, nonché cogliere l’obietti-vo di dare una risposta in termini salariali al-l’impegno professionale degli addetti il cuicontributo è stato determinante nel favorire ilrilancio e la forte creazione di valore da partedelle imprese bancarie.Un’attenzione particolare è stata attribuitaagli incrementi delle indennità, modulandotre livelli di rivalutazione: il 20% per quelladi missione alla luce dei significativi aumen-ti della ristorazione e degli alberghi; il 10%per le indennità comportanti disagio come ad

Il recuperodel potered’acquistodei salarisarà del3,8%. unulteriore3,5% medioverràredistribuitoattraverso lanuova scalaparametrale

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Dossier

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LA VOCE DEI Bancari

esempio la reperibilità, e per le borse di stu-dio; il 3,8% per tutte le altre, compresa quel-la di rischio in linea con gli incrementi in-flattivi. Anche agli scatti di anzianità verràapplicata una rivalutazione del 3,8%.La solidarietà generazionale attraverso la qua-le, con lo scorso contratto, è stato innalzatoil contributo per la previdenza complemen-tare ai lavoratori assunti post 19 dicembre1994, dovrà diventare effettivamente esigi-bile e dovrà essere estesa a tutti i lavoratoriassunti dopo il 29 aprile 1993, data di riferi-mento della riforma previdenziale Amato.I sistemi incentivanti dovranno essere ogget-to di contrattazione con caratteri effettiva-mente oggettivi e trasparenti garantendo, neiconfronti dei lavoratori coinvolti, la non mo-dificabilità in aumento degli obiettivi e la ga-ranzia sull’erogazione economica legata al lo-ro raggiungimento.L’incentivazione degli addetti deve esserecorrelata ad obiettivi sia quantitativi che qua-litativi, creando maggiore coesione nei luo-ghi di lavoro con la valorizzazione della pre-stazione del team, escludendo i budget indi-viduali. Allo stesso modo, vanno riconosciu-ti in maniera più estesa i contributi indirettidei lavoratori al perseguimento del risultato.Le campagne prodotto devono rispondere aglistessi requisiti di qualità, oggettività e tra-sparenza previsti per i sistemi incentivanti edevono essere incluse nella procedura di con-fronto col sindacato.Le banche devono fare in modo che gli obiet-tivi assegnati siano raggiungibili, tenendoconto del profilo di rischio del cliente e, piùin generale, secondo principi di eticità e so-stenibilità.Vanno riconosciuti i buoni pasto a tutti i di-pendenti part-time o che non fruiscano del-l’intervallo per pasto.Occorre innalzare a 3000 euro l’attuale dif-ferenziale minimo previsto per il passaggio aquadro direttivo di III livello.

SVILUPPO SOSTENIBILE EPOLITICHE SOCIALI

Nel condividere e riaffermare il ruolo centraledelle lavoratrici e dei lavoratori e l’obiettivo co-mune della loro valorizzazione quale elementoindispensabile e strategico per lo sviluppo ed ilsuccesso dell’impresa, si deve riconoscere chetale obiettivo presuppone l’effettiva parità del-le opportunità di sviluppo professionale.Assume grande importanza la promozione diun buon equilibrio tra attività professionale evita familiare che aiuti a ridurre il divario tradonne e uomini, migliorando la qualità del-l’ambiente di lavoro e contribuendo nel con-tempo ad affrontare il problema della com-posizione di genere della popolazione ban-caria.

Essenziale, a questo scopo, appare l’esigenzadi migliorare il clima aziendale, oggi condi-zionato da pressioni commerciali, sistemi in-centivanti esasperati e da un’inadeguata poli-tica degli orari. Tutti aspetti che dovranno es-sere negoziati con le parti sindacali.Si dovrà formalizzare una sede di confronto alivello aziendale o di gruppo col compito di de-finire le linee guida, gli obiettivi e la verificadel Bilancio Sociale anche in virtù del ruolo distakeholder delle lavoratrici e dei lavoratori,

condividendo percorsi bilaterali di formazioneper incrementare una cultura condivisa sul te-ma della Responsabilità Sociale di Impresa.Va complessivamente sollecitato il ricorso del-le aziende ai vari strumenti di ResponsabilitàSociale di Impresa quali: azioni di responsabi-lità sociale; audit del bilancio sociale; dialogoed assemblee degli stakeholder e rating socia-le; creando un sistema integrato con il coin-volgimento di tutti gli stakeholder.

Mezzogiorno: sviluppo del territorio e ruo-lo del credito L’impatto degli accordi di “Basilea 2” sul Mez-zogiorno dovrà essere affrontato attraverso po-litiche creditizie che favoriscano uno sviluppoeconomico diffuso e sostenibile del Sud, valo-rizzando e rilanciando le risorse produttive enaturali esistenti. Proponiamo in tal senso lacreazione di un Centro Studi e Ricerche, sottoforma di ente bilaterale.È auspicabile perseguire politiche creditizie cheguardino all’interesse dello sviluppo comples-sivo del Sud, valorizzando e rilanciando le ri-sorse produttive e naturali già esistenti, conazioni creditizie mirate con una più costante ediffusa presenza sul territorio, anche in una lo-gica di sviluppo diffuso e sostenibile.È necessario un impegno certo e verificabile asostenere ed incrementare i livelli occupazio-nali e professionali indispensabili per valoriz-zare idee e progetti di sviluppo del territoriomeridionale, anche attraverso il potenziamen-to dei centri decisionali e la creazione di so-cietà di servizi.

Politiche socialiOccorre recepire le positive modifiche deri-vanti dalle nuove previsioni di legge e nor-mative europee sui temi dei permessi, malat-tie e infortuni, maternità, obblighi di leva e vi-deoterminali.La Legge 53/2000 e il D.lgs 151/2001 rap-presentano due importanti strumenti legisla-tivi, con i quali si aggiorna il sistema di pro-tezione della famiglia e si estendono alcunidiritti propri della lavoratrice madre anche alpadre lavoratore. Occorre, quindi, aggiorna-re e modificare quanto previsto in materia dal-l’attuale CCNL, contribuendo così a far cre-scere, anche nelle aziende del settore banca-rio, una cultura di valorizzazione del lavorodi cura domestico e parentale, e di condivi-sione dello stesso tra donne e uomini.Adeguare le previsioni contrattuali che pena-lizzano i fruitori di permessi ottenuti ai sensidelle leggi vigenti (es. legge 104/92, ecc.) re-lativamente alla decurtazione di ferie e tredi-cesima mensilità. Si propone, inoltre, di introdurre un monte oreannuale di 5 giorni di permessi retribuiti anchefrazionabili, in aggiunta a quanto già previsto,da usufruire per motivi familiari nei casi di fa-miglie monoparentali, inserimento dei bambi-ni al nido o alla scuola materna, cura di geni-tori anche non conviventi.Previsione di un’aspettativa non retribuitadella durata massima di un anno per lavora-tori e lavoratrici impegnati nel servizio civi-le volontario.Per gli aspetti sanitari non coperti a livelloaziendale, occorre prevedere una contribu-zione minima, perchè tutti abbiano un’assi-stenza sanitaria integrativa di settore attra-verso la Casdic.Proponiamo di introdurre una forma di Long

Term Care, valutandone tipo, costi ed entitàdei contributi da ripartire tra aziende e lavo-ratori.

Salute e sicurezzaSarà necessario riaffermare il diritto ad una di-gnità del lavoro che non sia solo distribuzionedi ricchezza, ma anche possibilità delle lavo-ratrici e dei lavoratori di appropriarsi del con-trollo delle condizioni di lavoro e della tuteladell’integrità psicofisica.Puntiamo a realizzare un contesto positivo disicurezza, inteso come una serie di indicazio-ni, priorità, misure, verifiche, informazioni eformazione dei lavoratori sui temi connessi al-la salute e alla sicurezza attraverso il coinvol-gimento delle OO.SS., coniugando qualità del-le strategie aziendali e qualità del lavoro. In questo contesto, meritano la massima at-tenzione le conseguenze connesse al rischiorapina, che si configura come tipico del la-voro bancario. Strategico è il ruolo della formazione, intesacome un vero e proprio sistema di effettivo ap-prendimento attivo e di educazione aggiorna-ta alla cultura della sicurezza, rivolto a sensi-bilizzare tutto il personale, compresi i Rappre-sentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, in or-dine ai temi della prevenzione, ai comporta-menti da tenere, prima, durante e dopo la rapi-na, ed abbia la capacità di integrare aspetti disafety e di security.Nel documento di valutazione dei rischi, comeprescrive il D.lgs 626/94 che stabilisce l’ob-bligo del datore di lavoro di valutare tutti i ri-schi, dovranno essere compresi anche il mob-bing ed il burn-out (perdita d’identità sogget-tiva e professionale), che troveranno un appo-sito riscontro contrattuale. Occorre rivisitare l’Accordo del 12 marzo 1997per la elezione dei RLS, per potenziarne il ruo-lo e le agibilità. Ferma restando la responsabilità dell’impren-ditore, si dovrà condividere, con ABI e Prefet-ture, accordi trilaterali per la prevenzione del-la criminalità in banca.

Provvidenze per i diversamente abiliLe parti si impegnano a prevedere azioni spe-cifiche volte alla rimozione degli ostacoli edelle barriere architettoniche, per evitare ladiscriminazione nei confronti delle personediversamente abili, atte a favorire la loro mo-bilità.Nell’incontro annuale andrà monitorato il per-corso formativo e di integrazione dei singoli la-voratori diversamente abili. Dal punto di vista economico, occorre aumen-tare del 10% le indennità per i centralinisti nonvedenti, confermando il mantenimento di talipostazioni di lavoro.

Previdenza complementareLa recente riforma che anticipa al 2007 l’avviodella previdenza complementare con il confe-rimento del TFR, implica anche per il nostrosettore un aggiornamento ed un monitoraggiodella situazione dei fondi complementari che,per la maggior parte dei casi sono preesistential 1993.Pertanto, si rende necessario fornire ai lavora-tori che ad oggi sono sprovvisti di fondi pen-sione complementari (vedi piccole e medieaziende anche nel mondo finanziario e para-bancario), un fondo di previdenza comple-mentare di categoria.

Assumegrande

importanzala

promozionedi un buon

equilibrio traattività

professionalee vita

familiare cheaiuti a

ridurre ildivario tra

donne euomini

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Il 26% delle famiglie vive con meno di mille euro al mese, secondo i datiufficiali. A Sud un quarto delle popolazione è sotto la soglia di povertà

basso sviluppo e più povertà

di Mariapaola Diversi

Una situazione preoccupante. L’Italia è,dopo il Portogallo, uno dei paesi euro-pei con le maggiori disuguaglianze eco-nomico-sociali. In un paese a crescitazero, dove i fattori di discriminazione so-no molteplici, la disuguaglianza rimane

palpabile nella forbice tra i più ricchi e i più po-veri. Il 26% delle famiglie va avanti con un red-dito annuo ufficiale di appena 11.300 euro; so-lo il 2,2% guadagna, nella fascia più alta, più di135.000 euro. Dati freddi, che andrebbero rela-zionati alle concrete situazioni di vita (salarioreale, costi di affitto, spese fisse, regione di ap-partenenza, ecc.) ma che non possono far pen-sare ad un paese in piena emergenza sociale.I dati statistici pubblicati nell’ultimo mese daIstat, Censis ed altre agenzie mostrano chiara-mente come la distribuzione della ricchezza inItalia sia legata ad alcuni fattori specifici. Il prin-cipale di questi è ormai assunto a nota storica:la divisione Nord-Sud. Il confronto tra gli indicidi povertà relativa è impressionante: se nel

Nord viene registrato come povero (nel 2005 lasoglia di povertà è stata fissata in 737 euro) il4,5% della popolazione, al Sud sale al 24%. Un altro fattore che va incrociato col primo è lascolarizzazione, elemento fondamentale pertrovare un’occupazione più remunerativa in unmercato del lavoro sempre più esigente e spe-cializzato nelle mansioni. In Italia, sull’intera po-polazione, appena il 7% ha in tasca una laurea,mentre oltre il 65% non ha più della licenza me-dia. Questo dato va però letto alla luce di un fe-nomeno che viene interpretato come un seriocampanello d’allarme per la dimensione pro-duttiva del paese: il calo delle nascite, cui fa daspecchio un aumento del numero di anziani.L’inversione di tendenza viene soltanto dagliimmigrati, mentre solo la metà del totale dellefamiglie italiane è composta da almeno tre per-sone, quindi con un figlio. Pur rimanendo una discriminazione tra uominie donne nell’accesso al mondo del lavoro, il da-to confortante è che nel 63% delle coppie del-l’intera penisola lavorano entrambi. Una ne-cessità, visti i livelli salariali che, soprattutto per

le famiglie a reddito fisso e per alcune tipolo-gie di lavoro, non crescono da anni.In definitiva, come si può leggere dall’insiemedei dati, il contesto produttivo è di basso svi-luppo e l’incremento d’occupazione scarso.Se non ci sarà un vero cambiamento, anche ilnumero di poveri sarà destinato inevitabilmen-te a crescere.

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Si continua a riscontrare una notevolepropensione ad accedere a mutui perl’acquisto di un immobile. Infatti, se-condo un’indagine svolta dal Censis,circa l’11% degli italiani ha richiestoun mutuo per l’acquisto di una casa,

mentre si prevede che circa il 18% si appre-sterebbe a chiederlo per l’immediato futuro.Questo avviene anche grazie al fatto che i mu-tui ad ampia copertura permettono di pagarequasi interamente l’immobile, coprendo circa

l’80% della cifra totale. Inoltre, da dati emergeche, soltanto a Roma nel 2004, il 19,6% deltotale degli acquirenti nella compravendita diuna casa risultava essere extracomunitario,mentre in altre grandi città come Milano e To-rino, la percentuale è stata di poco inferiore(circa il 10%).Negli ultimi sei anni, il valore degli immobili,secondo uno studio di Federconsumatori, èsalito a ritmi vertiginosi: se nel 2001 per com-prare 90 metri quadri in una zona semicentra-le di una grande area urbana occorrevano15,3 annualità di reddito, nel 2006 ne occorre-vano 19,6. Dunque, si rileva un’impennata del46%. E ciò non fa che aggravare ulteriormen-te la delicata situazione dell’indebitamento,oltre a quello dell’emergenza abitativa.Per risolvere questo grave problema, il Mini-stro per la Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero,ritiene necessario agire sul fronte degli affitti,aumentando l’offerta di alloggi a canoni ac-cessibili, oltre a recuperare e ristrutturarequelli esistenti e a costruire nuove abitazioni.E questo è anche quanto prevede il Ddl go-vernativo sul blocco degli sfratti ai più poveri esulla costruzione di un piano casa.

Casa,boom dei mutui

Il generale Roberto Speciale, coman-dante delle Fiamme Gialle, ha fornito da-ti su cui riflettere. Nel corso del 2006sono stati scoperti 15 miliardi e 300 mi-lioni di euro non dichiarati, una monta-gna di quattrini che vale una finanziaria.Poco meno di 7mila gli evasori totali in-dividuati. L’evasione dell’Iva ammontainvece a 3 miliardi e mezzo di euro, fe-nomeno in crescita del 40% rispetto al2005. Una goccia nel mare, verrebbe dadire, visto che – nonostante l’attività me-ritoria della Guardia di Finanza – l’eva-sione fiscale in Italia è stimata dall’A-genzia delle Entrate in 200 miliardi dieuro l’anno, equivalente ad un minor get-tito per l’erario di 80-100 miliardi di eu-ro, pari circa al 6-7 per cento del Pil.Ecco perchè, nel 2007, la Guardia di Fi-nanza concentrerà l’attenzione “sui pae-si a fiscalità privilegiata (paradisi dell’e-vasione tipo Isole Cayman) e sui sog-getti disallineati rispetto agli studi di set-tore”, realizzando anche un piano ca-pillare di controllo su quanti conduco-no un alto tenore di vita apparentementeingiustificato rispetto a quanto dichiara-no. Qualcuno, forse, griderà allo “statodi polizia”. Ma la sproporzione tra il nu-mero ufficialmente esiguo di milionari equello annuo dell’immatricolazione di ya-cht e auto di lusso è sotto gli occhi ditutti. È mai possibile che in Italia ci sia-no 10 milioni di persone che dichiara-no redditi che non superano i 6mila eu-ro all’anno, e solo 56mila (sì, avete ca-pito bene: appena 56mila, ovvero lo0,14% del totale) che denunciano gua-dagni superiori ai 200mila euro? Conti-nuiamo a credere d’essere la patria deldiritto. Ma lo siamo anche del rovescio…Banana Republic?

➭ EVASIONE FISCALE

L’Italietta

L’Italia delle disuguaglianze:basso sviluppo e più povertà

Sindacato & Servizi

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“Serve una legge che obblighi lebanche ad adottare misure per lasicurezza dei lavoratori. Le rapinesono sempre più frequenti. Non ècolpa delle banche, certo, mapossono fare di più per contrasta-

re il fenomeno». Parla Lando Sileoni, segretarionazionale della FABI, sindacato che rappresen-ta 95 mila bancari. «Da mesi – aggiunge – rice-vo le telefonate di colleghi sempre più preoccu-pati. È una situazione pesante; anche a Roma ilnumero degli assalti continua a crescere».Quali sono le cause?

«Il fenomeno è complesso, non ho gli stru-menti per individuare le cause. È, però, chia-ro che le banche devono cambiare atteggia-mento e politica».A che cosa si riferisce?«Molti istituti, per ridurre i costi, hanno tolto ivigilantes, che hanno una funzione deterren-te e controllano chi entra. In alcune agenzie ilcassiere è addetto pure all’apertura delle por-te. E come può controllare? Gli investimentiper la sicurezza non sono adeguati».Le banche, però, dichiarano spese per 800milioni all’anno per la sicurezza...

«Allora non bastano. Solo pochi istituti, peresempio, adottano il bio-digit, il sistema checonsente all'ingresso il controllo delle im-pronte digitali. E potrei citare altri casi».Tipo?«Spesso leggiamo di rapine con il taglierino.Come passa al metal detector? Basta che siaricoperto di plastica. Servono allora rilevatoripiù sofisticati. Costano di più, ma sono indi-spensabili».Che cosa propone la FABI?«Non abbiamo una ricetta risolutiva, non ab-biamo la bacchetta magica. Ma qualche in-

tervento si può ipo-tizzare: più investi-menti, più coordi-namento fra forze dipolizia, banche eanche sindacati».A proposito di di-pendenti. Entra ilrapinatore: checosa deve fare ilcassiere?«Non c'è una diret-tiva unica per tuttigli istituti. L’indica-zione è di non op-porre resistenza edi non mettere a ri-schio l’incolumità

propria e dei clienti».Il cassiere deve pagare?«In generale sì, anche perché in cassa la li-quidità è minima. E l’importo delle rapine èesiguo nella maggior parte dei casi: di solitopoche centinaia di euro».La FABI chiede una legge. Perché?«Le banche devono avere nuovi adempimen-ti obbligatori per la sicurezza, come il rinnovoperiodico degli apparati tecnologici. In Parla-mento sono stati presentati negli anni variprogetti. Ma non sono mai andati in porto. Ele rapine continuano ad aumentare».

Intervista a Lando Sileoni, Segretario Nazionale Fabi, sul Corriere della Sera.«Il sistema per il controllo delle impronte all’entrata elimina ogni rischio»

AttualitàLa Fabi chiede ancora alle banche

più fondi per la sicurezza

nuove rappresentanze aziendali a MantovaSindacato FABI Banca Unità produttiva Dirigente

Ascoli Piceno Banca di Roma Ascoli Piceno Claudio Capolli

Campobasso San Paolo Banca dell’Adriatico Campobasso Giovanni Iannone

Mantova Intesa San Paolo Viadana (MN) Pietro Carlo Poli

ANDANTE con brio

«Il Bio Digit (nella foto a sinistra, ndr) è un nuovo sistemadi sicurezza e rimane fra i più efficaci nonostante l’atrocitàcapitata nella banca di via Portuense a Roma (dove i ban-diti hanno utilizzato il dito mozzato di un cadavere per su-perare i controlli N.d.R.)», a parlare è il dottor Lando Si-leoni, segretario nazionale della Fabi (Federazione autono-ma bancari italiani) che ha 100.000 iscritti su 300.000 ban-cari sul territorio nazionale.Ieri Sileoni ha saputo in temporeale dell’escamotage del dito vero usato da due banditi.«Il Bio Digit - prosegue - è stato brevettato in Francia do-ve è installato in tutte le banche e i risultati dicono che èefficace. E’ presente anche in Germania e in Inghilterra. So-no tante le filiali del Nord Italia ad usarlo. A Roma per orasono solo il 30% delle agenzie ad averlo installato». «In pra-tica - spiega Lando Sileoni - si poggia l’indice su un appa-recchio che scannerizza l’impronta digitale del cliente. Lafoto dell’impronta rimane nel computer. Nessun bandito fauna rapina dopo che è stato costretto a farsi fotografarel’impronta». Ma per il sindacalista, oltre al nuovo metodo di scansione,vi sarebbero almeno due punti da sviluppare per otteneremaggiore sicurezza. «Andrebbe fatta una legge - continuaSileoni - che preveda un protocollo di sicurezza a cui lebanche devono attenersi con un meccanismo sanzionato-rio per chi non lo rispetta. Poi, ci vorrebbero più guardiegiurate che sorvegliano le entrate delle filiali».

Sarà efficace il bio digit?

“Anche l’estinzione del deposito titoli, come pure i rapportiaccessori al conto corrente, in sede di chiusura del conto,non dovranno essere gravati da alcuna spesa o commissio-ne bancaria, così come previsto dalla legge 248/2006 sulleliberalizzazioni”. Lo ha voluto precisare, nel corso della con-ferenza stampa svoltasi al Ministero dello Sviluppo Econo-mico, il ministro Pierluigi Bersani, il quale ha inoltre sottoli-neato che, per chiarire definitivamente la questione e fuga-re ogni dubbio, verrà diffusa al più presto una circolare mi-nisteriale in merito.Con questa presa di posizione netta del ministro Bersani, siarriva finalmente a fare chiarezza su una questione che ne-gli ultimi mesi, a causa di un’interpretazione della legge noncorretta e volutamente restrittiva, ha prodotto non pochecontroversie tra clienti e istituti bancari. Adesso è necessa-rio che la circolare ministeriale sia diffusa davvero in tempistrettissimi per evitare ulteriori fraintendimenti che, comespesso accade, vanno a ledere un diritto acquisito dei clien-ti/consumatori.

Niente spese o commissioni sulla chiusura del deposito titoli

➭ IL COSTO DEI SERVIZI BANCARI

➭NUOVE TECNOLOGIE

21 SICUREZZA def.qxd 17-02-2007 9:46 Pagina 21

templa alcun obbligo di assunzione dellavoratore già “somministrato” da par-te dell’utilizzatore. Ma v’è di più. Nei confronti dell’aspi-rante bancario potrebbero sussistereostacoli all’assunzione se questa siaeffettuata – ad esempio – con il con-

tratto dell’apprendi-stato professiona-lizzante, potendomancare in questocaso il requisito del-l’assenza di unaprecedente forma-zione in capo al me-desimo; è bene ag-giungere, comun-que, che analogoproblema, in rela-zione alla fattispeciedell’apprendistato,potrebbe porsi an-che per qualsiasi al-tra attività di lavorosubordinato presta-ta dal soggetto in-teressato pressobanche o enti assi-milati.

Sindacato & Servizi

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LA VOCE DEI Bancari

L’avv

ocato

ris

ponde

Sono un Vs. iscritto e lavoro inbanca con un contratto di la-voro temporaneo (ex interina-le) a termine1. Vorrei sapere setale contratto, una volta termi-nato, mi dà un diritto di prece-denza in caso di nuove assun-zioni a tempo indeterminato ef-fettuate da parte della bancastessa presso cui ho lavorato.

Lettera firmata

1 Si segnala che i lavoratori assunti concontratto di somministrazione posso-no, anche in base allo statuto Fabi, es-sere iscritti alla Fabi stessa.

DomandaDomanda

Il decreto legislativo 276 del2003, che costituisce la nuo-va regolamentazione legi-

slativa del c.d. “lavoro in affitto”, nonprevede alcun diritto di precedenzanell’assunzione a tempo indetermi-nato per coloro che abbiano lavoratopresso un’azienda con contratto disomministrazione. Anche la discipli-na del credito (vedere ad esempio art.26 – ccnl per dipendenti di impresecreditizie; art. 31 – ccnl per dipendentidi banche di credito cooperativo) sulpunto non prevede alcunché.Il beneficio che il lavoratore ottiene datale contratto è ovviamente indiretto:la banca ha la possibilità di conosce-re il valore professionale ed umanodel soggetto e, in questo modo, puòriservare allo stesso un percorso pre-ferenziale per la sua assunzione de-finitiva. Il datore di lavoro, insomma,

ha in questo caso la possibilità di sot-toporre a «prova» un determinato sog-getto per un periodo anche più lungodi quello previsto dalla disciplina con-venzionale – ovviamente in presenzadi precise e specifiche condizioni san-cite dalla legge e dal contratto collet-tivo – senza necessità di assumerlostabilmente.

Ecco che cosasuccede se la

banca decide diassumere d i So f ia Ceccon i

Consulente legale Fabi nazionaleRispostaispostaFac simile richiesta pareri legali

La vicenda di cui alla sentenza di Cassazio-ne a fianco richiamata pare alquanto sin-golare, priva di precedenti in termini, e

merita dunque di essere segnalata in questarubrica. La stessa trae origine da una curiosaquerelle fra lavoratore e datore di lavoro sullagravosità delle mansioni sorta a seguito di uninfortunio sul lavoro.Il dipendente in questione, infatti, fortementepreoccupato per l’infortunio sul lavoro oc-corsogli e convinto che le mansioni assegna-te fossero eccessive per quantità, avevachiesto ripetutamente all’azienda una verifi-ca in concreto dell’attività svolta, sostenen-do che per eseguirla fossero necessari alme-no due operai. L’azienda, dopo aver effettua-to esperimenti dai quali era risultato che ilcompito assegnato al lavoratore poteva es-sere svolto agevolmente da un solo operaio,aveva licenziato il lavoratore con l’addebitodi avere tenuto una condotta “pretestuosa eingiustificatamente assertiva della necessità

Novità giurisprudenziali

Spett.leLa Voce dei BancariMensile di FABI – Federazione Autonoma Bancari ItalianiVia Tevere n. 46 – 00198 Roma

Data ……………………..

Il/La sig./sig.ra .…………………………, iscritto/a alla FABI (tessera n° .…………),pone un quesito sul seguente argomento inerente al proprio rapporto di lavoro:

Allega copia della normativa convenzionale di riferimento.

Firma del lavoratore

Informativa e richiesta di consenso a norma del d.lgs. 196 del 2003 (codice in materia diprotezione dei dati personali). I dati della presente scheda saranno oggetto di trattamentoinformatico e manuale da parte della rivista “La Voce dei Bancari” per le seguenti finalità:a) analisi giuridico-legale; b) risposta al quesito; c) pubblicazione in forma anonimasulla rivista “La Voce dei Bancari” del quesito e della risposta. Titolare del trattamen-to dei dati è la rivista “La Voce dei Bancari” e responsabile è il Direttore della rivista,Paolo Panerai. Le chiediamo di prestare il consenso per il trattamento dei dati anchesensibili contenuti nella presente scheda e nell’allegato promemoria, per finalità edito-riali relativamente alla pubblicazione di quesiti e di risposte su “La Voce dei Bancari”.

Firma del lavoratore

N.B. Si informano i lettori che la Redazione si riserva di rispondere e di pubblicaresolo i quesiti e le risposte di interesse generale.

pur in assenza di altri fondamentali inadem-pimenti, aveva dunque trovato confermapresso i giudici lombardi; il lavoratore, tutta-via, aveva proposto ricorso in Cassazione,pervenendo in questa sede all’accoglimentodelle proprie ragioni. Il Supremo Collegio, infatti, ha ritenuto che illavoratore, chiedendo la verifica della gravo-sità delle mansioni non potesse pregiudicarelo svolgimento dell’attività lavorativa ed inte-grare così un inadempimento tanto grave dagiustificare il licenziamento, tanto più che ildatore di lavoro non era tenuto a soddisfarela richiesta di verifica ove l’avesse ritenutapriva di fondamento. Secondo la Corte, inol-tre, le sentenze di merito non facevano alcunriferimento né ad un rendimento inadeguatodel lavoratore, né ad episodi dai quali desu-mere una sua inabilità nella esecuzione dellaprestazione lavorativa, né tantomeno all’i-nosservanza delle regole di tecnica e diesperienza, o comunque delle disposizioni

di due persone per l’esecuzione delle man-sioni assegnategli”.Incredibilmente – in assenza di più solide ra-gioni per l’estinzione del vincolo – il Tribunaledi Como e la Corte di Appello di Milano ave-vano giudicato legittimo il licenziamento. Latesi della pretestuosità del comportamento,

È illegittimo il licenziamento di chi chiede la verifica della gravosità delle mansioni

impartite dal datore di lavoro, ipotesi questeche, talvolta, possono valere a configurareuna mancanza di diligenza nel disimpegnodelle mansioni. Per questo motivo la Supre-ma Corte ha annullato sentenza d’appelloimpugnata rinviando la causa alla Corte diAppello di Brescia.

Non ha precedenzeil lavoratore in affitto

La sentenzaCassazione, Sezioni Lavoro, 13 novembre 2006 n. 24162

Èillegittimo il licenziamento del lavorato-re che, lungi dal violare precise dispo-sizioni aziendali, abbia semplicemente

richiesto al datore di lavoro la verifica dellagravosità delle mansioni svolte a seguitodi un infortunio sul lavoro.

Nella somministrazione a termine – alfine di agevolare un’occupazione sta-bile – è inoltre prevista dalla legge lanullità di qualsiasi clausola diretta a li-mitare la facoltà dell’utilizzatore di as-sumere direttamente il lavoratore allafine della somministrazione, salvo cheal lavoratore sia corrisposta un’ade-guata indennità prevista dal contrat-to collettivo. Tuttavia la legge non con-

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Sindacato & Servizi

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In merito alla riforma del Tratta-mento di Fine Rapporto, conte-nuta nella legge finanziaria re-centemente approvata, che at-tribuisce al lavoratore dipen-dente privato la facoltà di sce-

gliere di destinare o meno a previ-denza complementare i futuri ac-cantonamenti aziendali, occorre ri-cordare che nel settore della ri-scossione dei tributi vige l’obbligodi versamento al Fondo Nazionale

TFR esattoriali: rinviare ogni decisione,in attesa di indicazioni specifiche

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Le segreterie nazionali hanno preso una posizione unitaria

Pensioni: l’adeguamentoper quest’anno è del 2%Viene applicato in modo automatico dal primo gennaio scorso. Per il 2006 il livello di inflazione è stata stabilito ufficialmente a 1,7%

L’INPS, con la circolare n. 3 del 4 gennaio 2007,ha stabilito gli aumenti da applicare alle pensio-ni con decorrenza dal 1° gennaio 2007. Il De-creto del 20 novembre 2006, pubblicato nellaGazzetta Ufficiale n. 294 del 19 dicembre 2006del Ministro del Lavoro e del Ministro dell’Eco-

nomia e delle Finanze, ha stabilito nella misura del 2%la rivalutazione “perequazione automatica” delle pen-sioni in base all’inflazione prevista per l’anno 2007. Lostesso Decreto ha altresì determinato all’1,7% l’infla-zione definitiva per l’anno 2006. Pertanto, in riferimen-to all’anno 2006, non verranno effettuati conguagli,dato che per lo scorso anno le pensioni sono state ri-valutate in via anticipata della stessa percentuale. Adecorrere dal 1° gennaio 2007, le pensioni verrannocosì rivalutate.

Aumento delle pensioni superiori al minimo• Scaglione di pensione d’importo corrispondente fi-no a tre volte il trattamento minimo (Eu 1.282,74): au-mento del 2%;• Scaglione di pensione d’importo compreso tra 3 e5 volte il trattamento minimo (oltre Eu1.282,74 e finoa 2.137,90): aumento dell’1,8%;• Per pensioni di importo oltre 5 volte il trattamentominimo ( Eu 2.137,90): aumento dell’1,5%.In base a quanto previsto dall’art. 34 della legge n.448 del 23/12/98, anche per l’anno 2007 sono stateapplicate le disposizioni relative alla perequazioneautomatica sul cumulo dei trattamenti erogati dall’IN-PS e dagli altri enti presenti nel casellario centrale perciascun pensionato.

Trattamenti minimi, assegni vitalizi e assegni socialiDecorrenza Trattamenti minimi Assegni vitalizi Pensioni sociali Assegni sociali

pensioni lavoratoridipendenti e autonomi

1° gennaio 2007 436,14 248,59 320,88 389,36Importi annui 5.669,82 3.231,67 4.171,44 5.061,68

Nonostante il recente summit tra governo e sindacati, il tema delle pensioni continua a te-nere banco nell’agenda politica del paese. In questo momento, la partita si gioca tra ledue ali della maggioranza: mentre la sinistra alternativa punta all’abolizione tout court del-lo scalone, che innalzerebbe a sessant’anni la soglia dell’età pensionabile, i riformisti sidicono favorevoli ad una soluzione di compromesso. In tal senso vanno lette le recenti af-fermazioni del ministro del lavoro, il diessino Cesare Damiano, che si è detto pronto a su-perare con “gradualità” la legge Maroni, che entrerebbe in vigore dal 2008 e che introdu-ce, appunto, lo scalone. Come dire: di sicuro non alzeremo la soglia a 61 anni, ma a 58sì. Ad ogni modo, sebbene l’incontro tra l’esecutivo e i sindacati sembrava avesse rasse-renato il clima, i radicali lanciano l’allarme per bocca di uno dei leader storici del partito,Emma Bonino. Il Ministro, infatti, denuncia “aria di retromarcia sulle pensioni da parte delgoverno”. In questo quadro di politica interna, nella discussione sembra ormai essersi in-serito stabilmente un “terzo incomodo”, e cioè l’Unione Europea, che torna nuovamentea farsi sentire sull’argomento, dopo che già nei giorni scorsi aveva sollecitato l’Italia a por-tare avanti la riforma del sistema pensionistico per bocca del commissario Almunia. Questa volta, il monito arriva da Lorenzo Bini Smaghi, membro della BCE, che dichiara:“se l’Italia non alzasse l’età pensionabile, commetterebbe un errore e porrebbe le basi permaggiori tasse in futuro”. Insomma, sulle pensioni le acque in superficie sono tranquille,ma sotto c’è corrente

Dibattito sull’età pensionabile

Il mare sembra calmo, ma sotto c’è corrente

tamento dell’A.G.O. Tenuto inoltreconto che la scelta espressa dallavoratore, nel caso in cui sia favo-revole alla destinazione del TFRalle forme previdenziali, è irreversi-bile, ovvero non prevede alcunapossibilità di ripensamento, e cheinfine tale scelta può essere mani-festata in un lasso di tempo piutto-sto ampio (entro il 30/6/2007), leOO.SS. nazionali invitano i lavora-tori a rinviare qualsiasi decisione,finché non saranno comunicateapposite indicazioni al riguardo,per le quali provvederanno nonappena si sarà configurato unquadro normativo chiaro.

Roma, 18 gennaio 2007 Le Segreterie Nazionali

di Previdenza degli Esattoriali, checostituisce una gestione autonomadell’INPS e che è disciplinato dallalegge n. 377 del 2.4.1958, modifi-cata dalla n. 587 del 29.07.1971.Le segreterie nazionali scriventi,nel precisare che elementi di co-noscenza in merito alle eventualimodalità di applicazione di talenormativa al settore della riscos-sione potrebbero essere contenu-ti nei provvedimenti attuativi della

riforma in questione, peraltro adoggi non ancora emessi, ricorda-no altresì che sono in fase di avan-zamento i lavori della Commissio-ne Tecnica Nazionale istituita tra leOO.SS. e Riscossione SpA per latrasformazione del Fondo Nazio-nale di Previdenza degli Esattorialiin una forma di previdenza com-plementare, con il possibile utilizzodel TFR, o comunque per la realiz-zazione di un’integrazione al trat-

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Assegno per il nucleo familiare:nuove disposizioni per il 2007

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Numero componenti il nucleo oltre igenitori o il genitore

Importo annuale dell’assegno

Fino a 12.500 euro di reddito familiare

Oltre 12.500 euro

Fino a 12.500 euro di reddito familiare

Oltre 12.500 euro

Fino a 12.500 euro di reddito familiare

Oltre 12.500 euro

Fino a 12.500 euro di reddito familiare

Oltre 12.500 euro

Fino a 12.500 euro di reddito familiare

Oltre 12.500 euro

Fino a 14.500 euro di reddito familiare

Oltre 14.500 euro

Fino a 21.300 euro di reddito familiare

Oltre 21.300 euro

1.650 euro

L’importo decresce di 9,3 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare a partire da 12.500 e fino ad un reddito di24.000; oltre 24.000, l’importo decresce di 0,5 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad un reddito di40.000; oltre 40.000, l’importo decresce di 2,3 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad azzerarsi.

3.100 euro

L’importo decresce di 13 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare a partire da 12.500 e fino ad un reddito di29.000; oltre 29.000, l’importo decresce di 0,9 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad un reddito di40.000; oltre 40.000, l’importo decresce di 3,1 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad azzerarsi.

4.500 euro

L’importo decresce di 11,5 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare a partire da 12.500 e fino ad un redditodi 34.700; oltre 34.700, l’importo decresce di 1,4 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad un redditodi 40.000; oltre 40.000, l’importo decresce di 4,8 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad azzerarsi.

6.000 euro

L’importo decresce di 5 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare a partire da 12.500 e fino ad un reddito di21.300; oltre 21.300, l’importo decresce di 10,5 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad un reddito di36.100; oltre 36.100, l’importo decresce di 19,6 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad un reddito di45.000; oltre 45.000, l’importo decresce di 6,2 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad azzerarsi.

7.500 euro

L’importo decresce di 7,5 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare a partire da 12.500 e fino ad un reddito di21.300; oltre 21.300, l’importo decresce di 11,2 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad un reddito di36.100; oltre 36.100, l’importo decresce di 1,6 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad un reddito di39.000; oltre 39.000, l’importo decresce di 25 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad un reddito di45.000; oltre 45.000, l’importo decresce di 8,8 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare fino ad azzerarsi.

1.000 euro

L’importo dell’assegno aggiuntivo decresce di 8,6 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare a partire da 14.500fino ad azzerarsi.

1.550 euro

L’importo dell’assegno aggiuntivo decresce di 1,6 euro per ogni 100 euro di maggior reddito familiare a partire da 21.300fino a 56.000; oltre 56.000, l’importo dell’assegno aggiuntivo decresce di 2,5 euro per ogni 100 euro di maggior redditofamiliare fino ad azzerarsi.

L’importo dell’assegno è quello previsto per i nuclei con 5 componenti oltre i genitori o il genitore (comprensivo, nel casodi nucleo con un solo genitore, dell’assegno aggiuntivo) maggiorato di un ulteriore 15 per cento nonché di 660 euro perogni componente oltre il quinto.

Con la Finanziaria 2007 sono stati rideterminati i livelli di reddito e gli importidell’assegno al nucleo familiare. L’INPS, con la circolare n.13 del 12gennaio, ha emesso le relative istruzioni e tabelle che riassumiamo diseguito. La circolare, completa degli allegati, è disponibile su www.fabi.it

1 componente oltre i genitori o il genitore

2 componenti oltre i genitori o il genitore

3 componenti oltre i genitori o il genitore

4 componenti oltre i genitori o il genitore

5 componenti oltre i genitori o il genitore

Nel caso di nuclei composti anche da fratelli, sorelle, o nipoti dei genitori o del genitore, l’importo annuale dell’assegno va ridotto: a)in presenza di un solo figlio, di 125 euro per il primo fratello, sorella o nipote presente nel nucleo e di 650 euro per ciascuno degli altrieventuali fratelli, sorelle o nipoti; b) in presenza di almeno due figli, di 650 euro per ogni fratello, sorella o nipote presenti nel nucleo.

Assegno aggiuntivo per nuclei con un solo genitore e 3 componenti oltre il genitore

Assegno aggiuntivo per nuclei con un solo genitore e 5 componenti oltre il genitore

Nuclei con più di 5 componenti oltre i genitori o il genitore

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DI FLORIANA CORDELLA • FOTO DI MARCO PAGANI

Dal profumo inebriante del mare aquello della terra, fitta di boschie di coltivazioni tipiche. L’estre-mo levante della provincia diGenova offre un paesaggio sor-prendentemente vario. Sestri

Levante, località costiera fatta di pitto-reschi carrugi (i vicoli stretti, in geno-vese), eleganti edifici dalle tonalità pa-stello, facciate a trompe-l’oeil e affasci-nanti baie, come quella delle Favole, co-sì battezzata da Hans Christian Ander-sen che vi soggiornò nel 1833, è il pun-to di partenza di un viaggio nell’entro-terra, che lascia spazio ad atmosfere piùintime. La rigogliosa macchia costiera,fatta di mirto, lecci e pini marittimi, ce-de il passo a boschi e castagni; mentre,intorno ai borghi, sorgono le fasce, le ti-piche terrazze liguri coltivate con ulivie viti. È il cuore della Val Petronio (nome chederiva dal torrente omonimo), il cui pae-saggio (che comprende i comuni costie-ri di Sestri e Moneglia e quelli dell’en-troterra di Casarza Ligure e CastiglioneChiavarese) varia notevolmente sino alColle Velva e al Passo del Bocco, a 905metri d’altitudine. Man mano che ci sisposta dalla costa, si incontrano localitàsuggestive, poco conosciute, come lavicina e verdissima Val di Vara, dettaValle dei Borghi Rotondi, per lo sche-ma avvolgente tipico dell’età medieva-

le, che preve-deva che le viesi snodasseroattorno al ca-s te l lo o a l lachiesa. VareseLigure è il bor-go voluto dallafamiglia geno-vese dei contiF i e sch i ne lDuecento. Sicaratterizza perle originali ca-se-bottega confacciate deco-rate, che gravitano intorno all’imponen-te castello del XV-XVI secolo, e per ilponte in pietra grezza del Cinquecentosul fiume Grexino. Nella valle più gran-de della Liguria, polmone verde dellaprovincia spezzina, si possono fare an-cora buoni affari immobiliari: qui sonoin vendita due casolari in pietra da ri-strutturare, le richieste sono di 210milae 65mila euro. Varese Ligure è stato il primo comunein Italia a ottenere la certificazione eu-ropea per qualità ambientale e deve ta-le riconoscimento a uno stile di vita amisura d’uomo e a un’agricoltura ge-nuina che caratterizza tutta la Val di Va-ra, divenuta Valle del biologico. Un in-tero comprensorio agricolo e zootecni-co (www.comune.vareseligure.sp.it) hascelto di produrre, con metodi di lavo-razione tradizionale, senza l’uso di so-

stanze inquinanti, preservando i saporidi una volta. Tra i prodotti tipici: mie-le, salsicce e salumi fatti a mano, fun-ghi e castagne. Molte aziende biologi-che sono diventate anche agriturismo,come Il Pruno Selvatico (loc. GroppoMarzo 70 c, tel. 0187/ 842382, www.il-prunoselvatico.it). Oltre al pernotta-mento (40 euro a persona al giorno), èproposta una gustosa cucina (tra le spe-cialità, agnello in crosta al pistacchio epollo nostrano farcito) e la possibilitàdi frequentare lezioni di cucina. Da ristrutturare anche l’incantevole ca-sale in pietra a San Pietro Vara, in ven-dita a 75mila euro, all’altezza dell’an-tica via bizantina d’accesso al borgo,accanto a un caratteristico pontile.Tra i borghi della Comunità montanadella Val Petronio (tel. 0185/467303),Castiglione Chiavarese conserva testi-

monianze di un passato lontano: nellaValle del Frascarese si trovano grotteinsediative e sepolcrali che risalgono alperiodo neolitico e, a San Nicolao, cisono i resti di un Ospitale per i vian-danti che si dirigevano a Roma. Nel co-mune, accanto a un piccolo torrente ecircondata da una fitta vegetazione bo-schiva, è in vendita una bella proprietàcon un antico essiccatoio, oggi trasfor-

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mi In Liguria, lontani dal mare

Tra Genova e La Spezia, in Val Petronio e Val di Vara, si scopre una natura ancora ricca di suggestioni. Tra rustici, frantoi e casali circondati da castagni, ulivi e viti coltivate sulle tipiche terrazze, si seguono i sentieri che portano ai Borghi Rotondi e a inaspettate soste culinarie

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mato in una taverna con forno in pietra.A Castiglione Chiavarese, in localitàMonte Pù, si trova anche uno splendi-do agriturismo con 12 camere, che sor-ge dove un tempo c’era un cenobio(luogo in cui vivono più monaci) bene-dettino dell’VIII secolo, di cui resta unacripta. La realtà immobiliare, nel suo insieme,è immersa in un’area privata di circa190 ettari di boschi a macchia mediter-ranea, lungo i quali sono stati attrezza-ti diversi percorsi naturalistici. La Val Petronio si presta a escursioni apiedi attraverso i sentieri di montagnache si aprono su splendidi panorami, dacui si vede anche il mare. Procedendonella frazione di Velva, è in vendita a

290 mila euro un bed&breakfast dallefiniture pregiate. Il borgo, con avvi-luppati e affascinanti vicoli, merita unavisita per il Museo Contadino (via allaChiesa, tel. 0185/408016), che si arti-cola in diversi locali. A pochi minuti dal centro storico, sor-ge, immerso nel verde, il Santuario diNostra Signora della Guardia e, proprioaccanto, si trova uno dei ristoranti piùapprezzati di tutta la Val Petronio, ilSantuario di Velva (via Della Guardia3, tel. 0185/40431), un locale molto ru-stico che merita una sosta per la bontàe la genuinità dei piatti caserecci, fatticon i prodotti locali: per gli amanti deifunghi, proposti in diversi primi e se-condi piatti, è una vera Mecca.

Un Sorriso vi renderà felici La cucina al femminile comunica un linguaggio poetico fatto di fantasia ecreatività saggiamente combinate a un istintivo senso del concreto. LuisaMarelli, da più di vent’anni vessillo della grande cucina italiana, a tuttoquesto aggiunge cultura e rigore. Ogni suo piatto è frutto del suopersonale laboratorio di ricerca. Luisa e il marito Angelo Vallazza, registadel locale, hanno creato nel 1980 tra le colline novaresi il ristorante-hotelAl Sorriso. Gli antipasti, fantasiosi ma non ridondanti, sono ispirati allaricca tradizione gastronomica italianainterpretata con originalità. Si puòspaziare tra insalata di carcioficombinata col pesce del mercato opatata farcita all’uovo con tartufod’Alba; triglie con la fonduta dibarbabietole rosse e pinoli tostati;oppure scaloppa di fegato grassoabbinata al gelato di zucca e fonduta dicipolle. Tra i primi piatti: l’amabileristretto di zucca con formaggio di capra, cozze e castagne e il risotto congamberi, noci e zafferano, esclusivamente prodotto nella campagnaabruzzese di Navelli. Per i secondi piatti, pesce o carni vengono proposticon la medesima inventiva: ombrina con acciughe, capperi e asparagiverdi oppure il rombo in salsa bruna con la polenta abbrustolita; capocollodi maialino con senape e cannella e purea di mela verde e cacao; carré

d’agnello aromatizzato con menta, timo escalogno caramellato o sella di capriolocon ginepro, mirtillo e frittelle di melegolden. Da non perdere la selezione diformaggi, frutto delle ricerche di Angeloche cura anche la carta dei vini. Dolcisinfonie per dessert come la cassata aipistacchi di Bronte con composta diarancini e cioccolata calda..•Al Sorriso, via Roma 18, Soriso (No), tel.0322/983228. Chiuso lunedì e martedì.C.c.: le principali. Prezzo: 120 euro.

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Nella foto di apertura: dallacontrada Boschi , sulla collina diSestri Levante a soli 2 chilometridal mare, si gode la vista sul golfoe si parte per splendidepasseggiate in Val Petronio. Qui accanto, l'agriturismo invendita a Castiglione Chiavarese.Sotto, uno dei più celebri BorghiRotondi, quello di Varese Ligure,costruito intorno al castellomedioevale. L’itinerarioconsigliato è tratto dall’edizione di febbraio di Case & Country, unmensile di Class Editori

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di Luca RiciputiConsulente aziendale

ed esperto Risorse umane

Il testo propone una sintetica e sti-molante analisi di venti anni di sto-ria di un aspetto fondante delle re-lazioni industriali in Italia, quellodella “concertazione”, vale a diredi quel metodo complementare (e

talora tortuosamente complesso) di for-mazione della volontà politica dei de-cisori pubblici.Metodo caratterizzato da componentivariabili, ma tuttavia costantementeconnotato da elementi consultivo/ne-goziali i cui esiti ultimi, anche se scar-samente formalizzati, si giovano in-dubbiamente della responsabilità soli-dale dei suoi principali attori, benin-teso responsabilità eminentemente po-litica.L’emergere della concertazione av-viene in parallelo all’affermazione delsindacato quale soggetto politico au-tonomo, capace di andare oltre il ri-

tualismo del “tener accesa una lam-pada votiva davanti all’icona di un an-tagonismo santificato”, per proporreed incidere positivamente sulle politi-che legislative e sociali, mediante unconfronto triangolare inclusivo delleistituzioni e dei relativi soggetti am-ministrativi.Certo, tale prospettiva può occultarepiù di un rischio, primo fra tutti quel-lo che l’organizzazione dei lavoratoripassi da soggetto sindacale a sogget-to concorrenziale agli agglomerati par-titici, favorito dalla crisi di questi ul-timi; il che, considerato anche l’abbi-namento della concertazione alla co-siddetta “politica dei redditi”, con con-seguenti vincoli alla tradizionale stra-tegia rivendicazionistica, fa capire lerichieste di discontinuità da parte diaree non marginali, affinché “salarioe pensioni tornino ad essere variabiliindipendenti”. Al momento attuale, laconcertazione appare in difficoltà estenta a riprendere quota.Il punto più

alto di tale strategia è solitamente in-dividuato nell’accordo del 23 luglio1993, ma il volume ripropone un’a-nalisi storicamente più ampia ed an-che colloca gli attori sociali naziona-li nel contesto europeo, operando unrichiamo indiretto ad altri – forse piùefficaci – modelli di rappresentanzasociale ed economica.Il testo, di sicuro interesse per studio-si ed operatori del settore, rappresen-ta un contributo al rilancio dell’istitu-to della concertazione anche nel-l’ambito del public sector quale com-ponente necessaria, con particolare at-tenzione ai concetti di sviluppo e com-petitività, nel più ampio contesto del-la sostenibilità dei sistemi economicie della democrazia d’impresa, nonchédell’efficienza ed efficacia della ge-stione amministrativa.

Una breve storia dellaconcertazione in Italia

Shopping in rete? Con Kelkoo è più facilewww.kelkoo.it

Dal 2004, Kelkoo fa parte del gruppo Yahoo!, ed è ilmotore di ricerca leader in Europa nello shoppingcomparison. Kelkoo fornisce un servizio gratuito

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ri offerte dei venditori del web. In particolare, grazie alProduct Search, Kelkoo garantisce ai suoi utenti di tro-vare un prodotto in modo diretto, veloce ed estrema-mente preciso, mediante il semplice inserimento diuna parola chiave nella stringa di ricerca, senza doverpassare per nessuna pagina intermedia, secondo lestesse modalità dei principali motori di ricerca. Un servizio in ambito e-commerce che, ad oggi, è of-

ferto in Europa solo da Kelkoo.Con Product Data Base, invece, coloro a cui piace ilbrowsing potranno trovare il prodotto di interesse na-vigando attraverso una particolare struttura editorialea menu, dove tutti i prodotti indicizzati in Kelkoo sonoclassificati per categorie, sottocategorie e diversi filtri(come fascia di prezzo e altre caratteristiche peculiari).I prodotti e servizi coprono un ventaglio molto ampiodi tipologie merceologiche. Essi sono raggruppati in più di 20 categorie come, adesempio, informatica, elettronica, elettrodomestici,viaggi e vacanze, ecc.Kelkoo propone inoltre ai navigatori un vero motoreper gli acquisti, che permette di:• trovare i prodotti e i servizi offerti su Internet;• verificare le condizioni d'offerta;• confrontare i prezzi;• arrivare in un click alla scheda prodotto del sito ven-

ditore.Per rendere sempre più facile l’e-commerce, Kelkoopropone anche le offerte esclusive: i prodotti più ri-chiesti a portata di un click.

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LLaa ccoonncceerrttaazziioonnee iinn IIttaalliiaaCacucci Editore, Bari 2006, pagg. 111, 13,00

AVVISO ai naviganti di Bruno Pastorelli

Le guide utili

Il megliodei vini

Crescecostantemente illivello qualitativodei vini italianicome testimonianole principali guideenologiche -Gambero Rosso,AIS, L’Espres-so,Veronelli e

Maroni - che attribuiscono punteggisempre più alti ai vini del nostropaese. Sono le guide che Classprende in considerazione perrealizzare La Guida delle Guide, unagile e succoso compendio chetraduce gli eterogeneipunteggi di ogni guida in un facilecomprensibile punteggio inscala decimale. In questa evoluzionesi evidenziano alcune dinamicheinteressanti. Le corazzatedell’enologia italiana sono ancora leregioni Piemonte e Toscana (cheraccolgono da sole il 35% dei vinisegnalati), ma il baricentro dellaqualità enologica si sta spostandoverso Sud dove vi sono sempre piùvini di pregio. Per questo di grandeattualità è la guida 100 Grandi Vini diSicilia che Daniele Cernilli ha curataper Case&Country in distribuzionecon il numero in edicola.La versione completa della Guida si trova su www.class.it

Dopo l’accordo del 1993, questo metodo pergestire le relazioni è in declino. Irreversibile?

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Non solo bancaLA VOCE DEI Bancari

di Arturo

Per la prima volta, la collezionedi due grandi Fondazioni, un pa-trimonio d’arte che spazia dal-la fine del Trecento agli anni’80 del Novecento, viene espo-sta nella nuova ala del Museo

Civico di Bassano per festeggiare ilcompletamento del primo lotto dei la-vori della grande nuova struttura cul-turale della città, della quale la Fon-dazione Cariverona è principale soste-nitore. Più di cinquanta dipinti pro-pongono uno spaccato su alcuni im-portanti interpreti della pittura verone-

se tra fine Trecento e fine Settecentoed un grande volo sulla pittura italia-na del Novecento. Opere di Bellotto,Boccioni, Morandi, Vedova, Tancredi,Dorazio. Una collezione prestigiosa chesi coagula intorno all’importante ac-quisto, nel 2000, della Veduta di Ca-stelvecchio e del ponte scaligero damonte dell’Adige di Bernardo Bellot-to, eseguita durante il suo soggiorno aVerona nel 1747.Nata con l’intento di raccogliere ope-re di artisti veronesi o vedute di Vero-na, la collezione si venne integrandonegli anni successivi con l’importantenucleo di arte antica comprendente, tragli altri, la tavola di scuola di Altichiero

con San Giovanni Battista, i duebrani con Storie di Elena di Bo-nifacio Veronese, un importantedipinto di soggetto mitologico diFelice Brusasorci, uno dei prota-gonisti del Manierismo italiano,la Resurrezione di Lazzaro di JacopoPalma il Giovane, la tela con Paesag-gio con lavandaie, stupendo brano dicollaborazione del marchigiano Peruz-zini con Alessandro Magnasco.In anni ancora più recenti si è conso-lidata la decisione di privilegiare unpercorso nell’arte contemporanea ita-liana dal primo Novecento ad oggi, conun nucleo autorevole di dipinti del No-vecento veronese e non, con le operedi Ettore Beraldini, alcuni dipinti di Gui-do Trentini, nonché opere tardo-ro-mantiche tra le quali le tele di RubensSantoro e Aurelio Tiratelli, due prota-gonisti italiani della fase di passaggiotra il Positivismo e il Simbolismo, si-gnificativamente presenti nelle Bien-nali di fine Ottocento.Ma è dagli acquisti della FondazioneDomus degli ultimi anni che si inte-grano alla collezione due importanti di-pinti giovanili di Umberto Boccioni, ilRitratto femminile (1911) e il Ritrattodi Achille Tian (1911), Le bagnanti

(1915) di Giorgio Morandi, ancora in-fluenzato dalla pittura di Cézanne, Lafamiglia Consolaro Girelli del periodoveronese di Felice Casorati (1911-1918) e le opere di Soffici, Severini,

Licini, Campigli, Birolli, Dorazio, Ce-roli, Schifano e Tadini, tutti in mostra.E ancora: Tancredi, Santomaso, Afroe Vedova offrono un quadro significa-tivo della pittura informale in Italia.

Arte antica e contemporanea

DOVE & COMEARTE ANTICA E CONTEMPORANEALe collezioni della Fondazione Cariverona edella Fondazione Domus Bassano del Grappa, Museo Civico (Piazza Garibaldi), fino al 9 aprile 2007

OOrraarriioo: da martedì a domenica 9.00/18.30Ingresso gratuito alla mostra e al Museo

Dalle collezioni della Fondazione Cariverona e Domus, larassegna che inaugura la nuova ala del museo civico a BassanoA

ltro turis

mo

� Giacomo Balla, Alberi e siepe a Villa Borghese, 1905 ca.� Giorgio Morandi, Bagnanti, 1915� Umberto Boccioni, Ritratto femminile, 1911� Gino Severini, Nature morte, 1917 ca.� Tancredi Parmeggiani, Materia-Luce, 1959� Rubens Santoro, Canale dell’Acqua Morta, 1890-1900� Bernardo Bellotto, Veduta di Verona con Castelvecchio e il Ponte

Scaligero. Olio su tela Il poster della mostra

Brescia, Museo di Santa Giulia: proroga di due settimane per le mostre “Tur-ner e gli Impressionisti” e “Mondrian”. I 100 musei prestatori della grandeesposizione dedicata alla storia del paesaggio moderno in Europa e quelli del-la mostra su Mondrian hanno dato l’assenso a concedere le 285 opere dellamostra maggiore e le 80 di Mondrian sino al 9 aprile. La mostra “Turner e gliImpressionisti” è già stata ammirata da 160 mila persone, mentre 100 mila so-no già stati i visitatori di Mondrian. Il ritmo, in fortissima accelerazione, delleprenotazioni individuali (oltre che dei gruppi) fa realisticamente ipotizzare ilraggiungimento dei 350 mila visitatori finali per Turner e il superamento dei200 mila per Mondrian, due dati che collocherebbero ancora una volta Bre-scia ai vertici delle classifiche delle mostre di maggior successo in Italia.

➭ DUE MOSTRE DA NON PERDERE A BRESCIA

La grande storia del paesaggio moderno in Europa e Mondrian Prorogate fino al 9 aprile 2007

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Non solo banca

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Ecco il lavoro tra ’800 e ’900Le opere di pittori moderni, fotografi e cineasti dedicate all’attivitàproduttiva in Italia sono esposte al museo Piaggio di Pontedera

Sono più di venti le istituzionipubbliche e private italiane che,con i loro prestiti, hanno resopossibile la grande mostra “Ar-te e lavoro ‘800 e ‘900” volutadalla Fondazione Piaggio a con-

clusione delle celebrazioni per i ses-sant’anni della Vespa. Lavoro comespecchio di una società che, nel seco-lo che intercorre tra l’Unità d’Italia eil secondo dopoguerra, si trasforma inmodo impressionante. La spettacolareesposizione, allestita all’interno delMuseo Piaggio Giovanni AlbertoAgnelli di Pontedera, in provincia diPisa, ospita grandi capolavori di arti-sti interpreti del loro tempo, da Pelliz-za da Volpedo a Severini, passando perFattori, Signorini, Viani, Carcano, Bal-la, Boccioni, Depero, Carrà, De Pisis,Spreafico e moltissimi altri grandi pro-tagonisti della scena artistica italianatra i due secoli, che raccontano comeagricoltura, industria, terziario e societàsiano andati mutando in cent’anni distoria italiana. Ciò che gli artisti inter-pretano, le immagini fotografiche do-

cumentano. Tra queste, foto del primostabilimento Piaggio, a Genova Sestri,dove gli ebanisti sono al lavoro nel 1884in una suggestiva ambientazione di fab-brica animata da uomini e carri trainatida superbi cavalli; oppure foto di don-

ne e uomini impegnati nelle linee diproduzione a Pontedera, o che sciamanodallo stabilimento al suono della sire-na, fino al primo manifesto di Vespacon in sella una donna che lavora. Fo-to, immagini e documenti tratti dal pre-zioso archivio storico Piaggio e da al-tre collezioni, che accompagnano la nar-razione del lavoro, della fatica, dellasocietà economica. Il fil rouge resta ladinamica dei mutamenti nella struttu-ra produttiva dall’agricoltura all’indu-stria, dai campi alla fabbrica, nell’in-novazione nel settore dell’energia, neiservizi, in quel complesso percorsoscritto dalla civiltà del lavoro.Al cinema è invece riservato il compi-to di raccontare le mille e una storia chedivengono emblema della “Grande Sto-ria”. Nella sezione intitolata “Sguardisul lavoro nel cinema italiano”, Augu-sto Sainati (Università di Napoli) ha riu-nito spezzoni di film che hanno fatto lastoria del cinema e del costume in Ita-lia. Parlano del lavoro come esperien-za solitaria (N.U., Padre padrone, Dil-linger è morto) o socializzata (Riso ama-

ro, I compagni, La classe operaia va inparadiso), come oggetto di memoria nar-rativa (Novecento) o di uno sguardo cri-tico sul presente (Ecce Bombo, Mi pia-ce lavorare), come occasione di pro-mozione sociale, ma anche come mo-

mento di abbandono di ideali (si vedala commedia all’italiana, con le vicen-de raccontate attraverso il personaggiodi Alberto Sordi). Il lavoro che il cinema ha saputo rac-contare è quello che si concretizza informe canoniche, ma anche quello cheè frutto di tic sociali, come accade peri fotografi de La Dolce Vita, o del-l’inventiva personale, come capita alNino Manfredi venditore abusivo dicaffè in Cafè express.Nell’ampia carrellata dedicata al rac-conto tramite pittura e scultura, la mo-stra propone anche una serie di quadriinediti o comunque rarissimamente vi-sti. Tra i tanti, i Lavoratori del marmoin Versilia di Lorenzo Viani, di pro-prietà della Rete Ferroviaria ItalianaRFI, mai esposto prima, o l’inedito Ope-rai sul traliccio elettrico di Cominetti,o il Riposo dopo il lavoro di FilippoCarcano concesso da collezione priva-ta. Del Quarto Stato di Pellizza da Vol-

pedo sarà in mostra il cartone prepa-ratorio custodito dalla Pinacoteca Ci-vica di Alessandria.Riunite in quattro sezioni, le opere rac-contano un percorso storico economicoche va dalla metà dell’Ottocento alla

metà del secolo successivo. A comin-ciare dagli anni tra l’unità e la fine del-l’Ottocento quando il nuovo Stato ita-liano vive la prima propria “rivoluzio-ne industriale”, caratterizzata dall’af-fermazione e crescita di settori come ilmeccanico siderurgico, il tessile, i tra-sporti, le comunicazioni e, con l’avviodel Novecento, da settori nuovi come lachimica e l’idroelettrico. Senza mai sa-nare i forti squilibri territoriali e setto-

riali in uno sviluppo nazionale diseguale,caratterizzato da forte emigrazione. Afianco della mostra sarà possibile visi-tare la collezione permanente di Vespa,prototipi e veicoli che hanno segnato lastoria industriale dell’Italia.

� Carlo Carrà, Costruttori. Olio su tela, Forlì, Pinacoteca Civica, CollezioneVerzocchi

� Filippo De Pisis, Il piccolo fabbro, olio su tela. Forlì, Pinacoteca Civica,Collezione Verzocchi

� Mario Mafai, Gli scaricatori di carbone, olio su tela. Forlì, Pinacoteca Civica,Collezione Verzocchi

� Silvana Mangano in “Riso amaro”, regia di Giuseppe de Santis, 1949� Plinio Nomellini, Ritorno dai campi, 1930, olio su tela, cm 170 x 135, Livorno,

Museo Civico Fattori, Villa Mimbelli� Giulio Turcato, Gli scaricatori, 1949, olio su tela, cm 90 x 70, Pinacoteca Civica

di Forlì, Collezione Verzocchi�

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DOVE & COMEARTE E LAVORO ‘800/’900Pontedera, Museo Piaggio GiovanniAlberto Agnelli (via Rinaldo Piaggio, 7)fino al 13 aprile 2007

OOrraarriioo: da mercoledì a domenica 10.00/19.00(chiusura mostra lunedì e martedì)IInnggrreessssoo: intero euro 6, ridotto euro 5, gratuitoper i bambini sino a 5 anni

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Non

sol

oba

nca Chi c’è c’è

AmericaRoma: 26 marzo 2007-ore 21,30 Gran Teatro-Via di Tor di Quinto

Bryan Adams23-03-2007 Milano24-03-2007 Padova25-03-2007 Bolzano27-03-2007 Roma28-03-2007 Ancona

Claudio Baglioni05-03-2007Montecatini (PT)07-03-2007 Montichiari(BS)09-03-2007 Pordenone11-03-2007 Trieste13-03-2007 Trento15-03-2007 Mantova17-03-2007 Padova20-03-2007 Modena22-03-2007 Rimini24-03-2007 Forlì

Deep Purple07-03-2007 Parma09-03-2007 Palermo10-03-2007 Acireale12-03-2007 Andria13-03-2007 Andria

Joan Beaz26-03-2007 Verona27-03-2007 Ancona

Loreena Mckennitt20-03-2007 Roma21-03-2007 Bologna22-03-2007 Milano23-03-2007 Firenze

Luca Carboni12-03-2007 Verona16-03-2007 Bari17-03-2007 Roma19-03-2007 Torino20-03-2007 Vercelli21-03-2007 Piacenza30-03-2007 Genova

Carmen Consoli01-03-2007 Bergamo08-03-2007 Udine10-03-2007Cortemaggiore (PC)11-03-2007Cortemaggiore (PC)23-03-2007 Rende24-03-2007 Catanzaro26-03-2007 Catania27-03-2007 Catania

Musica Pop & Rock

A Ponte di Legno (BS)fino al 19 marzo 2007 “Outdoor Events” Primo eventonazionale dedicato agli sport outdoor sulla neve.

A Teglio (SO)il 18 marzo 2007 “Rally Città di Teglio”Trofeo Valtellina – Rally sprint e auto storiche.

A Milanoil 4 e il 5 marzo 2007 presso il Forum di Assago sisvolgerà Night Of The Jumps, gara europea diMotocross Freestyle.

Sport

A Milano (MI) dal 30/03/2007 al 02/04/2007 “Photoshow”Photo and Digital Imaging presso Fiera Milano City

A Milano (MI) dal 23 al 25 marzo 2007 “Cartoomics”14° edizione del Salone del fumetto, dei cartoons, del collezioni-smo e dei videogames. Presso Fiera Milano City

A Milano (MI) dal 30/03/2007 al 02/04/2007 “Miart”Fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea - 12^edizione. Presso Fiera Milano City

A Segrate (MI) dal 01 al 04 marzo 2007 “Italia Vacanze”Dedicata alle vacanze all'aria aperta Dal 1 al 4 marzo 2007 presso ilParco Esposizioni di Novegro. ORARIO: giovedì h. 14,00 – 19,30venerdì- sabato e domenica 9,30 – 19,30

A Gonzaga (MN), il 10 e 11 marzo 2007, nell’ambito della FieraMillenaria, “Il Lambrusco e i sapori d'Italia”

A Milano (MI) dal 01 al 04 marzo 2007 “La Primavera in Fiera”Fiera della casa, del giardino e del tempo libero. Fiera Milano City,Portello, pad. 3 (ex 15). Ingresso 5,00 , gratuito fino ai 12 anni.

FIERE

LA TRAVIATA Chiesa All Saints - Roma (RM) –Dal 03/02/2007 al 31/03/2007LA FILLE DU REGIMENT Teatro alla Scala -Milano - Dal 20/02/2007 al 16/03/2007PAGLIACCI E CAVALLERIA RUSTICANA - I duecapolavori di Leoncavallo e Mascagni..Teatro Carlo Felice - Genova - Dal 23/02/2007 al10/03/2007TURANDOT Teatro Regio - Parma - Dal25/02/2007 al 03/03/2007BORIS GODUNOV - Dramma in quattro parti diModest MusorgskijTeatro Municipale - Reggio Emilia - Dal 03/03/2007al 04/03/2007SALOME di Richard Strauss. Teatro alla Scala -Milano - Dal 06/03/2007 al 18/03/2007WERTHER Teatro dell'Opera - Roma - Dal08/03/2007 al 14/03/2007ROMEO AND JULIET Teatro Alighieri - Ravenna- Dal 10/03/2007 al 11/03/2007CAVALLERIA RUSTICANA/GIANNI SCHICCHITeatro San Carlo - Napoli - Dal 15/03/2007 al20/03/2007FRANCESCA DA RIMINI Teatro La Fenice -Venezia - Dal 16/03/2007 al 24/03/2007DMITRIJ SOSTAKOVIC – Michelangelo (balletto)Teatro Nazionale - Roma - Dal 22/03/2007 al25/03/2007DA TANGO A SIRTAKI (balletto), con RaffaelePaganini, musiche di Astor Piazzolla. Teatro Duse -Bologna - Dal 27/03/2007 al 01/04/2007

Opera e ballettoLA TEMPESTA Teatro di Roma – TeatroArgentina - Roma - Dal 01/03/2007 al 11/03/2007TOOTSIE con Marco Columbro, regia di MaurizioNichettiTeatro Verdi Pagliano - Firenze - Dal 01/03/2007 al04/03/2007MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE diArthur Miller.Teatro Storchi – Ert - Modena - Dal 01/03/2007 al04/03/2007ENZO JANNACCI IN.TEATRO Teatro Condo-minio - Gallarate (VA) - Il 02/03/2007MASSIMO LOPEZ in “CIAO FRANKIE” Teatro Comunale Giuseppe Borgatti - Cento (FE)Il 03/03/2007 Teatro Verdi Pagliano - Firenze - Il19/03/2007UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO diTennessee Williams, con Paola Quattrini e Enrico Lo VersoTeatro dei Fluttuanti - Argenta (FE) - Il 04/03/2007QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE.Teatro Nuovo - Milano - Dal 06/03/2007 al 18/03/2007MILVA CANTA BRECHT Teatro Quirino - Roma- Dal 07/03/2007 al 15/03/2007 Teatro MunicipalePiacenza - Piacenza - Il 28/03/2007ENRICO IV di William Shakespeare Teatro dellaPergola - Firenze - Dal 13/03/2007 al 01/04/2007MACBETH Teatro di Roma - Teatro Argentina -Roma - Dal 13/03/2007 al 17/03/2007FIORELLO in “VOLEVO FARE IL BALLERINO”.Ccarrara Fiere, Padiglione C - Massa - Il 14/03/2007Palamalaguti - Bologna - Il 16/03/2007VANESSA INCONTRADA. in “ALTA SOCIETÁ”Teatro Verdi Pagliano - Firenze - Dal 15/03/2007 al18/03/2007MIRACOLI E CANZONI con Alessandro Haber eRocco Papaleo. Teatro Piermarini - Matelica (MC)- Il 18/03/2007LE VOCI DI DENTRO di Eduardo de FilippoTeatro Giorgio Strehler (Piccolo Teatro) - Milano -Dal 20/03/2007 al 05/04/2007LE NOZZE DI FIGARO, con Tullio SolenghiTeatro della Pergola – Firenze - Dal 20/03/2007 al25/03/2007ROBERTO BENIGNI.in “TUTTO DANTE”.Palasharp (ex Mazda Palace) - Milano - Dal20/03/2007 al 22/03/2007LA BALLATA DEL CARCERE. DI READING, diOscar Wilde, con Umberto Orsini Teatro Fraschini- Pavia - Il 21/03/2007 Teatro Comunale Asioli -Correggio (RE) - Dal 27/03/2007 al 01/04/2007Teatro Comunale Testoni - Casalecchio di Reno(BO) - Dal 28/03/2007 al 29/03/2007PREDISPORSI AL MICIDIALE di e con Alessan-dro Bergonzoni Cineteatro Calabresi - SanBenedetto del. Tronto (AP) - Il 22/03/2007 Teatrodelle Api - Porto Sant'elpidio (AP) - Il 25/03/2007BARRACUDA 2007 con Daniele Luttazzi. Teatrodei Fluttuanti - Argenta (FE) - Il 24/03/2007 CinemaTeatro Zenith - Casalmaggiore (CR) - Il 28/03/2007BEPPE GRILLO - RESET.TOUR. Pala Sojourner- Rieti - Il 25/03/2007SOLA ME NE VO... con Mariangela Melato.. TeatroVerdi Pagliano - Firenze - Dal 27/03/2007 al 31/03/2007PAOLO CONTE TOUR Teatro Ponchielli –Cremona – Il 24/03/2007

Teatro e cabaret

Mostre d’arte edeventi museali

PICASSO – LA JOIE DEVIVRE 1945-1948Venezia, Palazzo Grassi,Fino all’11 marzo 2007

DE CHIRICOPadova, Palazzo ZabarellaFino al 27 maggio 2007

MONDO ANIMALE,CONOSCERLO PERPROTEGGERLOBassano del Grappa,Palazzo BonaguroFino al 30 giugno 2007

MARIO CAVAGLIERIRovigo, Palazzo RoverellaDal 10 febbraio al 1 luglio 2007

IL SIMBOLISMOFerrara, Palazzo dei DiamantiDal 18 febbraio al 20maggio 2007

COLLECTION DEPASSIONS, PASSIONDE COLLECTIONS. Arp,Brauner, Dubuffet, Ernst,Fautrier, Giacometti,

Lalanne, Laurens, Léger,Matta, Picasso, Takis [e glialtri]alla Fondation desTreillesMilano, Galleria GruppoCredito Valtellinese, Dal 2marzo al 30 maggio 2007

AMEDEO BOCCHI, 1883- 1976. La luce dellabellezza e della “vita vera”Parma, Palazzo Pigorini,Museo Amedeo Bocchi,“Sala Bocchi” Cariparmae Piacenza, Sala BocchiGalleria Nazionale diParma, Dall' 11 marzo al27 maggio 2007

SCRIGNO. TESORID’ITALIARoma, Spazio Etoile ePalazzo RuspaliDal 16 al 18 marzo 2007

MITOMACCHINARovereto (TN), MARTFino al 1° maggio 2007.

CÉZANNE A FIRENZEFirenze, Palazzo StrozziDal 2 marzo al 29 luglio

Orchestra Accademia diSanta Cecilia - Roma

Venerdì 9 - ore 21.00Sala Sinopoli Sergey Krylov in recitalviolino: Sergej Krylov Musiche di Bach, Prokofiev, Paganini

Sabato 10 - ore 18.00, Lunedì 12 - ore 21.00,Martedì 13 - ore 19.30Sala Santa Cecilia Romeo e GiuliettaOrchestra Accademia di Santa Cecilia direttore: Yuri Temirkanov Musiche di Berlioz, Èajkovskij, Prokofiev

Domenica 11 - ore 12.00 Sala Santa Cecilia Family Concert Orchestra Accademia Santa Cecilia direttore: Yuri Temirkanov

Berlioz Roméo et JulietteÈajkovskij Romeo e Giulietta

Mercoledì 14 - ore 21.00 - Sala Santa Cecilia Maurizio Pollini in recitalpianoforte: Maurizio PolliniConcerto straordinario fuori abbonamento.Musiche di Schumann e Chopin

Venerdì 16 - ore 21.00Sala Santa Cecilia Grigory Sokolov in recital pianoforte: Grigory Sokolov Musiche di e Scriabin

Sabato 17 - ore 18.00, Lunedì 19 - ore 21.00,Martedì 20 - ore 19.30Sala Santa CeciliaMahler la "Resurrezione" Orchestra Accademia Santa Cecilia direttore: Yuri Temirkanov Mahler Sinfonia n. 2 in do minore

Venerdì 23 marzo - ore 20.30Sala Santa Cecilia Bach, la Passione secondo Giovanni Orchestra of the 18th Century Capella Amsterdam direttore: Frans Brüggen Bach Johannes-Passion per soli, coro eorchestra BWV 245

Sabato 24 - ore 18.00, Lunedì 26 - ore 21.00,Martedì 27 - ore 19.30Sala Santa CeciliaGala VerdiOrchestra Accademia Santa Cecilia direttore: Daniele Gatti Sinfonie, cori e ballabili

Domenica 25 marzo - ore 12.00Sala Santa Cecilia Gala VerdiOrchestra e Coro dell'Accademia

Nazionale di Santa Cecilia direttore: Daniele Gatti Sinfonie, cori e ballabili

Venerdì 30 marzo - ore 21.00Sala SinopoliKing's Singers & Sarband King's Singers Sacred Bridgesdal Salterio di Ginevra (versione cristiana, ebraica e musulmana)

Sabato 31 marzo - ore 18.00, Lunedì 2aprile - ore 21.00, Martedì 3 aprile - ore19.30 - Sala Santa CeciliaCiaikovsky, Sinfonia n. 5 Orchestra Accademia Santa Cecilia direttore: Christoph Eschenbach Schumann Sinfonia n. 4 in re minore op. 120,Èajkovskij Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64

3131MARZO

FIERE, MOSTRE, CONCERTI

MARZO

Il cartellone di Marzoper divertirsi, imparare, informarsi

A cura di AutolycusA

ppunta

menti

RASSEGNE, MOSTRE, CONVEGNI

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