Editoriale di Cristina Attuati La stella polare · rogativa del neogovernato-re: la rapidità dei...

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3 Sofia Cecconi a pag. 26 Direttore responsabile Paolo Panerai Direttore comitato di direzione Cristina Attuati Comitato di direzione Cristina Attuati Carmelo Benedetti Mauro Bossola Franco Casini Giuliano De Filippis Enrico Gavarini Valerio Poloni Lando Maria Sileoni Matteo Valenti Capo Redattore Lodovico Antonini Collaboratori Sofia Cecconi, consulente legale Fabi; Costantino Cipolla, ordinario di sociologia Università di Bologna; Marco De Marco, docente di Informatica generale, Università Cattolica - Milano; Giacomo Guerriero responsabile servizio di prevenzione ASL RMC; Luciano Quaranta, direttore della Clinica oculistica Università degli Studi di Brescia; Luca Riciputi, esperto risorse umane e consulente aziendale; Domenico Secondulfo, docente di sociologia generale e di sociologia dei processi culturali Università di Verona; Maddalena Sorrentino, docente di informatica generale, Università Cattolica - Milano Illustrazioni: Scarabottolo (pag. 18), Mangosi (31 e seguenti) Editing: Mariapaolo Diversi Impaginazione: Silvana Soldano Direzione, Redazione, Amministrazione 00198 Roma - Via Tevere 46 Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4 Fax: 06-85.52.275 - 85.59.220 Stampa: Elcograf, Beverate di Brivio (Lc) Sommario N .2- A NNO LVII APRILE 2006 Roberto Radici a pag. 14 Giuseppe Gallo a pag.13 Patrick Dixon a pag. 18 Filo diretto Riforma delle carriere, punto centrale 4 di Angelo Maranesi Banche cooperative e responsabilità sociale 5 di Gianni De Biasi Dossier XVIII° congresso nazionale. La nuova rotta 6 di Lodovico Antonini Gli organismi dirigenti 8 I 32 punti della relazione del segretario 11 Tavola rotonda: Il percorso da seguire con Cisl e Fiba 13 Focus Trend futuri e l’impatto sugli investimenti 18 di Patrick Dixon Banche: all’attacco dell’Est Europa 20 di Stefano Valentino Sindacato e servizi Fiscalità: meno tasse per chi lascia 24 Diritto del lavoro Permessi per studio 26 di Sofia Cecconi Pensioni & previdenza Le novità per colf e badanti 28 Tasse & contributi Le cinque novità del 730 29 di Leonardo Comucci Formazione. Ancora scarsi gli investimenti 30 di Valentina Marioli Non solo banca Agriturismo. Nella terra del verdicchio 31 di Alessandro Luongo Poca etica intacca il capitale 32 di Domenico Secondulfo Segnalibro 33 di Luca Riciputi Altroturismo 34 di Arturo www.fabi.it E-mail: [email protected] [email protected] Edizione web: www.fabi.it/pubblicazioni/voce.htm La fabi su Internet N on il Congresso di Genova ha espresso la ferma e forte volontà della FABI di traccia- re una nuova rotta per il suo futuro. La vo- tazione della mozione conclusiva non ha lascia- to dubbi. Non un unanimismo di maniera, ma un convinto, completo sostegno alle scelte politi- che che già il Comitato Direttivo Centrale ave- va indicato: patto d’unità d’azione con la Cisl, e la Fiba-Cisl, ripresa dei rapporti unitari, ab- bandono dell’esperienza nella Fasst. Così l’or- ganizzazione ha davvero salpato l’ancora, ed alzato le vele verso il suo futuro. I processi di acquisizione, di trasformazione, i fenomeni so- vrannazionali, la perdita di fiducia del sistema, l’esigenza di una pronta ripresa economica che non penalizzi le lavoratri- ci ed i lavoratori, sono temi di grande rilevanza che andranno affrontati con spirito giusto e con la consapevolezza che il sin- dacato dev’essere protagonista dei cambiamenti e non sem- plice spettatore. La stessa contrattazione ha bisogno di impulsi nuovi. La responsabilità sociale dell’impresa va considerata un ele- mento portante, così come la regolamentazione del salario in- centivante e l’equa redistribuzione degli utili delle imprese. Noi sogniamo una società più giusta e vogliamo fare la nostra parte per realizzarla. Tuttavia, un Congresso, non deve solo individuare un progetto politico e rinnovare le cariche socia- li. Un congresso è anche un momento di incontro fra persone che hanno gettato nel tempo le fondamenta di una casa comu- ne, insieme con tante altre, che per la prima volta si affaccia- no al mondo sindacale. Da Genova partì il primo progetto della Fabi nel 1950, un insieme di ideali, valori, emozioni; da Genova riparte nel 2006 il nuovo progetto. Il Congresso appena concluso è stato un esperienza unica, che è valsa da sola a superare le tante difficoltà incontrate lungo il percorso, da quando accettai di ricoprire l’incarico di Segretario generale, nel luglio 2004, sino ad oggi. Sono stati mesi intensi. Di lavoro. Di ricostruzione di un piccolo universo che si era disintegrato. Il sortilegio che isolava la FABI, che la richiudeva in uno spazio ristretto, si è infranto. Ora si riparte, con coraggio e con passione. Desidero ringraziare tutti, desidero ringraziare la Fabi per l’occasione che mi ha offerto di vivere un’esperienza unica: quella di guidare migliaia di lavoratori verso un mondo che cambia alla velocità della luce. In particolare, la mia ricono- scenza va a Gianfranco Steffani, ex segretario generale, ad Antonio Carcano ex segretario nazionale, che hanno voluto regalarci la loro presenza, ma anche agli ex segretari nazio- nali Luigi Marmiroli e Luciano Draghetti che, non potendo presenziare ai lavori, ci hanno inviato messaggi di saluto e d’augurio. Le loro parole si sono unite a quelle dei delegati ed il lungo applauso che ha chiuso il Congresso è diventato un abbraccio ideale fra passato, presente e futuro, in cui ho sentito battere i cuori di tutti coloro che hanno fatto e che sono oggi la Fabi. Quell’emozione intensa ed unica mi fa sentire ancor più forte il dovere di seguire una sola stella polare: il sindacato. Editoriale di Cristina Attuati La stella polare Cristina Attuati

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Sofia Cecconi a pag. 26

Direttore responsabilePaolo Panerai

Direttore comitato di direzioneCristina Attuati

Comitato di direzioneCristina AttuatiCarmelo BenedettiMauro BossolaFranco CasiniGiuliano De FilippisEnrico GavariniValerio PoloniLando Maria SileoniMatteo Valenti

Capo RedattoreLodovico Antonini

CollaboratoriSofia Cecconi, consulente legale Fabi; Costantino Cipolla, ordinario di sociologia Università diBologna;Marco De Marco, docente di Informatica generale,Università Cattolica - Milano; Giacomo Guerrieroresponsabile servizio di prevenzioneASL RMC; Luciano Quaranta, direttore della Clinica oculisticaUniversità degli Studi di Brescia; Luca Riciputi, esperto risorse umane e consulenteaziendale; Domenico Secondulfo, docente di sociologia generale e disociologia dei processi culturaliUniversità di Verona; Maddalena Sorrentino, docente diinformatica generale, UniversitàCattolica - Milano

Illustrazioni: Scarabottolo (pag. 18), Mangosi (31 e seguenti)Editing: Mariapaolo DiversiImpaginazione: Silvana Soldano

Direzione, Redazione, Amministrazione00198 Roma - Via Tevere 46Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4Fax: 06-85.52.275 - 85.59.220Stampa:Elcograf, Beverate di Brivio (Lc)

Sommario

N . 2 - A N N O L V I I A P R I L E 2 0 0 6

Roberto Radici a pag. 14

Giuseppe Gallo a pag.13

Patrick Dixon a pag. 18

Filo diretto

Riforma delle carriere,punto centrale 4di Angelo Maranesi

Banche cooperative eresponsabilità sociale 5di Gianni De Biasi

Dossier

XVIII° congresso nazionale. La nuova rotta 6di Lodovico Antonini

Gli organismi dirigenti 8I 32 punti della relazione del segretario 11Tavola rotonda:Il percorso da seguire con Cisl e Fiba 13

Focus

Trend futuri e l’impattosugli investimenti 18di Patrick Dixon

Banche: all’attaccodell’Est Europa 20di Stefano Valentino

Sindacato e servizi

Fiscalità: meno tasse per chi lascia 24Diritto del lavoroPermessi per studio 26di Sofia Cecconi

Pensioni & previdenzaLe novità per colf e badanti 28Tasse & contributiLe cinque novità del 730 29di Leonardo Comucci

Formazione. Ancorascarsi gli investimenti 30di Valentina Marioli

Non solo banca

Agriturismo. Nella terra del verdicchio 31di Alessandro Luongo

Poca etica intacca il capitale 32di Domenico Secondulfo

Segnalibro 33di Luca Riciputi

Altroturismo 34di Arturo

www.fabi.it

E-mail: [email protected]@fabi.it

Edizione web:www.fabi.it/pubblicazioni/voce.htm

La fabi su Internet

Non il Congresso di Genova ha espresso laferma e forte volontà della FABI di traccia-re una nuova rotta per il suo futuro. La vo-

tazione della mozione conclusiva non ha lascia-to dubbi. Non un unanimismo di maniera, ma unconvinto, completo sostegno alle scelte politi-che che già il Comitato Direttivo Centrale ave-va indicato: patto d’unità d’azione con la Cisl, ela Fiba-Cisl, ripresa dei rapporti unitari, ab-bandono dell’esperienza nella Fasst. Così l’or-ganizzazione ha davvero salpato l’ancora, edalzato le vele verso il suo futuro.

I processi di acquisizione, di trasformazione, i fenomeni so-vrannazionali, la perdita di fiducia del sistema, l’esigenza diuna pronta ripresa economica che non penalizzi le lavoratri-ci ed i lavoratori, sono temi di grande rilevanza che andrannoaffrontati con spirito giusto e con la consapevolezza che il sin-dacato dev’essere protagonista dei cambiamenti e non sem-plice spettatore. La stessa contrattazione ha bisogno di impulsi nuovi. La responsabilità sociale dell’impresa va considerata un ele-mento portante, così come la regolamentazione del salario in-centivante e l’equa redistribuzione degli utili delle imprese.Noi sogniamo una società più giusta e vogliamo fare la nostraparte per realizzarla. Tuttavia, un Congresso, non deve soloindividuare un progetto politico e rinnovare le cariche socia-li. Un congresso è anche un momento di incontro fra personeche hanno gettato nel tempo le fondamenta di una casa comu-

ne, insieme con tante altre, che per la prima volta si affaccia-no al mondo sindacale. Da Genova partì il primo progettodella Fabi nel 1950, un insieme di ideali, valori, emozioni; daGenova riparte nel 2006 il nuovo progetto. Il Congresso appena concluso è stato un esperienza unica,che è valsa da sola a superare le tante difficoltà incontratelungo il percorso, da quando accettai di ricoprire l’incaricodi Segretario generale, nel luglio 2004, sino ad oggi. Sonostati mesi intensi. Di lavoro. Di ricostruzione di un piccolouniverso che si era disintegrato. Il sortilegio che isolava laFABI, che la richiudeva in uno spazio ristretto, si è infranto. Ora si riparte, con coraggio e con passione. Desidero ringraziare tutti, desidero ringraziare la Fabi perl’occasione che mi ha offerto di vivere un’esperienza unica:quella di guidare migliaia di lavoratori verso un mondo checambia alla velocità della luce. In particolare, la mia ricono-scenza va a Gianfranco Steffani, ex segretario generale, adAntonio Carcano ex segretario nazionale, che hanno volutoregalarci la loro presenza, ma anche agli ex segretari nazio-nali Luigi Marmiroli e Luciano Draghetti che, non potendopresenziare ai lavori, ci hanno inviato messaggi di saluto ed’augurio. Le loro parole si sono unite a quelle dei delegati ed il lungoapplauso che ha chiuso il Congresso è diventato un abbraccioideale fra passato, presente e futuro, in cui ho sentito battere icuori di tutti coloro che hanno fatto e che sono oggi la Fabi.Quell’emozione intensa ed unica mi fa sentire ancor più forteil dovere di seguire una sola stella polare: il sindacato.

Editoriale d i C r i s t i na A t tua t i

La stella polare

Cristina Attuati

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In un articolo di Guido Gentili, apparso su unautorevole quotidiano economico il 7 marzoscorso, si sviluppava un ragionamento, ametà tra cabala e indagine storica, in meritoalla strana ricorrenza del numero 6 nel no-vero degli anni più importanti per il sistema

bancario italiano. Venivano infatti citati il 1936,l’anno della grande riforma bancaria; il 1946,quello della nascita di Mediobanca; il 1966, an-no in cui Guido Carli e la Banca d’Italia istitui-rono i controlli all’entrata per impedire l’indi-scriminato proliferare di nuove banche; il 1976,quando il governatore Baffi, al fine di contra-stare una violenta svalutazione della lira, inau-gurò una politica restrittiva di razionamento delcredito. Più avanti, continuando a giocare con ilnumero 6, Gentili faceva notare con simpatiache lo stesso cognome di Draghi è composto dasei lettere e che la «svolta» (altra parola di sei

lettere) affidata a Draghi era costituita dal pri-mo mandato a termine per il governatore dellaBanca d’Italia, che, evento eccezionale, non po-teva che ricadere nell’anno in corso che termi-na, guarda caso, ancora per6. A proposito della duratadel mandato stesso, ag-giungerei che il termine fis-sato dalla nuova legislazio-ne, in materia di tutela delrisparmio, è di sei anni.Al di là di tutto ciò, ci pre-meva sottolineare quellache sembra essere una pre-rogativa del neogovernato-re: la rapidità dei tempi dipianificazione dei programmi di intervento. In-nanzitutto, al suo arrivo in Banca d’Italia, a colo-ro che lo intervistavano sui suoi propositi, Dra-

ghi ha tenuto subito a precisare che non intendesvolgere un secondo mandato dopo quello appe-na intrapreso. Pertanto, è probabile che il prof.Draghi, appena superata la fase di ricognizione

che sta effettuando con lacollaborazione degli altifunzionari di via Naziona-le, si appresterà senza indu-gio a introdurre quei prov-vedimenti, reclamati a granvoce anche dalla Fabi, ingrado di rilanciare imme-diatamente il nostro istitutodopo la tempesta dell’esta-te del 2005. Altra azionerapida e senza precedenti

in Italia, intrapresa da Draghi, è stata quella dipredisporsi al mandato in piena trasparenza, affi-dando a un blind trust il controllo di quella partedelle sue proprietà «sensibile» all’incarico rico-perto. Operazione apprezzata dagli osservatori,che potevano in tal modo riscontrare nel nuovogovernatore una concreta dimostrazione di di-scontinuità rispetto al recente passato.Anche il discorso tenuto al Forex a Cagliari (ve-dere box accanto) ha mostrato la pragmatica ca-pacità di Draghi di analizzare le condizioni con-giunturali e strutturali che il paese sta vivendo.Tanto per non smentirsi, Draghi ha ricordatoche, se da un lato l’Italia ha subito un pesante de-clino, dall’altro quest’ultimo non può certo defi-nirsi irreversibile: per intervenire, però, il gover-natore ha soprattutto ricordato che i tempi sonobrevi. Quanto emerso dall’analisi fin qui espostapotrebbe rivelarsi molto utile in occasione dellaripresa delle trattative negoziali, interrotte fin dalmese di ottobre dello scorso anno. Il 15 aprile, in-fatti, la Fabi è stata convocata, al pari delle altreorganizzazioni sindacali, per la ripresa del nego-ziato 2002-2005, già scaduto il 31 dicembre.Innumerevoli i temi in sospeso da affrontare connotevole ritardo sulla scadenza, tra i quali alcuniistituti di carattere economico, come il riconosci-mento del tasso di inflazione 2005, del differen-ziale inflativo del 2005 sul 2004, della produtti-vità aziendale 2005.Ma la battaglia prioritaria che la Fabi vuole af-frontare prima della chiusura del contratto è, sen-za dubbio, la riforma delle carriere, la cui ultimastesura risale a circa 20 anni fa, nonostante igrandi cambiamenti sopravvenuti nel corso delperiodo considerato. Forte della raccolta di firmetra i lavoratori che la nostra organizzazione hapromosso a sostegno di quest’ultima rivendica-zione e inoltrate all’amministrazione nei giorniscorsi, contiamo sulle dichiarazioni fatte dal go-vernatore durante l’incontro del 6 febbraio scor-so (ancora un 6) con i segretari responsabili del-le organizzazioni sindacali, occasione in cui haposto un forte accento sulla necessità di rilancia-re la Banca d’Italia ai livelli che più le competo-no. La Fabi confida che anche in questa occasio-ne il governatore dimostri la capacità di fare pre-sto e… soprattutto bene.

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punto centrale del contratto

Ecco i brani significativi dell’analisi che Mario Draghi, governa-tore della Banca d’Italia, ha dedicato al sistema bancario ita-

liano nella sua relazione al Forex il 4 marzo scorso. «Il sistemabancario italiano ha conseguito negli ultimi anni significativi pro-gressi. La produttività del settore è cresciuta in maniera genera-lizzata. La qualità degli attivi, nonostante la debolezza dell’eco-nomia, è grandemente migliorata. Per la maggioranza degli ope-ratori si riscontrano situazioni di eccedenza di capitale. I princi-pali gruppi hanno portato a termine complessi processi di inte-grazione e razionalizzazione delle strutture emerse dalle con-centrazioni, conseguendo significative riduzioni di costi (...) Lebanche di minore dimensione hanno consolidato le proprie po-sizioni nei mercati locali, sfruttando i vantaggi comparati nell’of-ferta di credito alle piccole e medie imprese. La direttiva euro-pea sulle opa, che prevede un livello minimo di armonizzazione,lascia ai governi nazionali il compito di determinare ogni ulterio-re convergenza nelle normative dei rispettivi paesi e di stabilirepercorsi verso una maggiore o minore contendibilità degli as-setti proprietari rispetto al grado attuale. Questa situazione è in-soddisfacente perché si presta alla possibilità che operazioni diconsolidamento cross-border vengano intraprese non solo sul-la base di parametri di convenienza industriale e finanziaria maanche per ragioni di arbitraggio regolamentare. L’apertura deimercati del credito e dei servizi bancari alla concorrenza internaed estera in condizioni di parità regolamentare contempera gliinteressi privati degli azionisti con quelli generali di un’efficienteallocazione delle risorse: essa è lo stimolo più efficace per ac-crescere ulteriormente l’efficienza operativa e allocativa, pro-muovere l’innovazione, ridurre i costi e migliorare la qualità deiservizi offerti a imprese e famiglie. Per il conseguimento di que-ste opportunità, anche attraverso operazioni di consolidamen-to, sono oggi disponibili capitali di dimensioni fino a poco tem-po fa impensabili. I costi di un possibile protezionismo che por-ti ad assetti normativi peggiori degli attuali, probabile in condi-zioni di radicale diversità normativa, non sono meno elevati. Que-sta involuzione deve essere evitata.

di Angelo Maranesi

Mario Draghi al Forex di Cagliari

Il sistema progredisce, ma...

Il 15 aprile riprende il negoziato:molti i temi in discussione

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Quelle scelte «controcorrente»: così Credito coo-perativo, la rivista mensile di Federcasse, titola ilproprio approfondimento apparso sul numero digennaio 2006, dedicato al convegno nazionale diParma, che ha visto la partecipazione di oltre 2mila rappresentanti delle diverse Bcc e aziende.

Un convegno che non può essere considerato di routine,poiché, dopo quello di Riva del Garda del 1999, ha pro-posto il nuovo disegno strategico dell’intero movimentonazionale del credito cooperativo. In quanto sindacatodel settore, una delegazione della Fabi ha presenziato ailavori, registrando ancora una volta la complessiva vo-lontà del credito cooperativo nazionale di tracciare inautonomia le proprie rotte, riaffermando la propria di-versità e specificità. Le problematiche di natura contrat-tuale non hanno interessato direttamente i lavori delconvegno. Purtuttavia, per quanto di nostra competenza,risulta assolutamente logico e coerente trasportare sulpiano delle relazioni e delle problematiche sindacali iprincipi che sono emersi dal convegno. Principi che so-no stati riaffermati dallo stesso presidente Azzi nel suointervento d’apertura e che dovranno portare il sistema a«...non imitare ciò che fanno i concorrenti». Perché, haprecisato il presidente di Federcasse, «...fare banca con-trocorrente non vuol dire omologarci..., dimenticandoche le nostre non sono, non debbono essere soltanto del-le buone banche, ma anche delle buone cooperative».Queste affermazioni, importanti e significative, trovano

da parte della nostra organizzazione un sostegno pieno eincondizionato: quella medesima voglia di non omolo-gazione è stata infatti il principio ispiratore e il fulcro at-torno al quale la Fabi ha costruito tutta la propria azionesindacale a sostegno del recente rinnovo del ccnl. Equalche buon risultato, in termini di differenziazione dalcontratto Abi, è stato indubbiamente conseguito. Dallachiusura del ccnl, intervenuta lo scorso 27 settembre, so-no ormai passati molti mesi, durante i quali al tavolo diFedercasse la nostra organizzazione ha portato a termi-ne un’estenuante trattativa sulla re-golamentazione delle agibilità sin-dacali; trattativa certamente im-portante per il sindacato, in quantostruttura (con tempi biblici che ab-biamo accettato esclusivamente inconsiderazione delle difficoltà agestire una trattativa di questo tiposu tavoli separati!) ma che, indub-biamente, interessa meno i lavora-tori del settore. Lavoratori che la-mentano, già oggi, significativi ri-tardi su importanti materie lasciate in sospeso dall’ulti-mo rinnovo del contratto nazionale: una nuova defini-zione dei percorsi, dei profili professionali e dei sistemivalutativi, una valorizzazione della figura del preposto,l’adeguamento del sistema di calcolo dei rimborsi chilo-metrici, la nuova disciplina del premio di risultato e, pri-mo fra tutti, l’accordo in tema di responsabilità sociale.Forse sorprenderà la qualificazione di «primo fra tutti»,sia perché la materia è relativamente nuova sia perchéessa non si presenta certo con immediatezza come tema

di forte impatto sulle condizioni di lavoro, economichee normative, di ciascuno di noi. Sotto l’egida della re-sponsabilità sociale trovano tuttavia primario riferimen-to tutte le questioni sindacali più significative della no-stra categoria e che impattano sull’intera società: la re-golamentazione dei sistemi incentivanti, i controlli dinatura contrattuale che vanno individuati per evitare ca-si tipo Cirio, Parmalat o bond Argentina, e il tema del di-gnitoso inserimento dei giovani e delle nuove regole delmercato del lavoro.Un’impresa «responsabile» non può inoltre disinteres-sarsi dell’equa tutela della professionalità, in questi annioggetto di attacchi irragionevoli e, nel lungo periodo, as-solutamente devastanti.È proprio a quest’ultimo proposito che è nato in questimesi il Sindacato dei dirigenti del settore del creditocooperativo (Siadicc): perché la tutela della professio-nalità deve partire dal vertice e inoltre perché il movi-mento del credito cooperativo ha un bisogno assoluto di

una classe manageriale matura eadatta a tradurre con coerenza com-plessiva e con forte marchio valo-riale quei principi di specificità ci-tati al convegno di Parma. Con il prossimo mese di maggiosiamo abilitati a presentare le piat-taforme per il rinnovo dei contrattiintegrativi, ai diversi tavoli regio-nali e presso le singole aziende de-stinatarie. Due sono gli impegniche a questo proposito attendono la

nostra organizzazione. Il primo è quello di non subirepassivamente gli eventuali ritardi che il tavolo naziona-le dovesse registrare sulle materie considerate prope-deutiche alla contrattazione integrativa (per esempio ilpremio di risultato o gli inquadramenti), quando tali ri-tardi non possano essere imputati alla nostra organizza-zione sindacale. Il secondo impegno è quello di predi-sporre piattaforme che risultino coerenti con i demandiprevisti e che traducano in primo luogo le necessità e leaspettative del settore, da noi sempre sostenute e difese.

Filo diretto

Le vicende che hanno interessato la Cassa mutua nazionale, nel settore del-le banche di credito cooperativo, si sono sviluppate da un periodo di for-te tensione, intervenuto tra la nostra organizzazione e Federcasse, in oc-

casione della proroga della scadenza della Cassa mutua nazionale, così co-me era stata proposta da Federcasse, a una situazione di normali relazionitra i soggetti coinvolti. Va registrato, positivamente, anche un miglioramentodelle prestazioni erogate dalla Cassa, in virtù di una maggiore contribuzio-ne, definita in sede di trattativa del rinnovo dell’ultimo contratto nazionale.Questo consente una maggiore tranquillità dei colleghi destinatari delle ero-gazioni, tenendo conto che, da oltre dieci anni, la misura della contribuzio-ne era rimasta invariata. L’istituto della Cassa mutua riveste un’utilità im-mediatamente economica e strategica, in un settore così rilevante per la qua-lità professionale degli operatori e per le opportunità produttive che le Bccoffrono nel mondo del credito. Caratteristiche che esigono un trattamentoadeguato per gli addetti del settore. Abbiamo valutato opportuno, pertanto,un maggiore impegno da parte della nostra organizzazione, rafforzando lapresenza dei dirigenti nazionali Fabi all’interno degli organismi previsti dal-lo Cassa mutua nazionale. Ecco gli incarichi che i nostri rappresentanti han-no assunto: la sottoscritta, del Sab di Udine, riveste il ruolo di componentedel cda; Luigi Bruschini, della Fabi di Vicenza, è entrato nel collegio dei re-visori e infine Michele Palmiotti, già consigliere, assume l’incarico di com-ponente del collegio dei probiviri.

Mutua: miglioriprestazioni

d i A lessand ra Pan icocons ig l ie re d i ammin is t raz ione

Cassa mutua naz iona le Bcc

Pensioni: standby al Fondo

di Piergiuseppe Mazzoldiv i cep res i den t e Fondo naz i ona l e

pens ion i pe r i l p e r sona l e de l l e Bcc

Bcc: prima fra tutti è la responsabilitàsociale

La Covip, l’organismo nazionale di controllo sui fondi integrativi delle pen-sioni, prima del passaggio al sistema multicomparto, che prevede la possi-bilità per ciascun aderente di scegliere fra diverse opportunità d’investi-

mento, ha obbligato i fondi pensione a trasformare in quote le posizioni indi-viduali. In pratica, dopo la trasformazione, ogni iscritto possiederà un patri-monio individuale (zainetto) costituito da un certo numero di quote, le qualisaranno valutate giornalmente secondo le fluttuazioni del mercato dei titoli acui fanno riferimento gli investimenti dei singoli. Per ora la gestione è ancoraunica, cioè non è ancora avviata la procedura per la diversificazione degli in-vestimenti individuali, e quindi le variazioni delle valutazioni sono minime euguali per tutti. C’è da ritenere, tuttavia, che entro la fine dell’anno ogni iscrit-to potrà investire nel comparto a lui più confacente. I comparti saranno tre oquattro e si differenzieranno per livelli di rischio più o meno alto. Sul fronte del rinnovo della commissione amministratrice del Fondo pensioniBcc si registra una situazione di stand by, poiché non è stato ancora raggiuntoun accordo fra le diverse componenti sindacali per avviare la consultazionedei lavoratori iscritti. Il motivo è da ricercarsi nella rottura del tavolo unitarioe nella distanza che ancora separa le organizzazioni sindacali sul metodo dielezione, sulla composizione della commissione e sulla rappresentanza da at-tribuire ai dirigenti. Il patto d’azione appena sottoscritto tra la Fabi e la FibaCisl, che da sole raccolgono l’adesione di oltre il 70% degli iscritti del settore,lascia supporre che si arriverà preso a una soluzione.

Al convegnonazionale di Parma quelle scelte controcorrente

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Di fronte agli scandali che hannoscosso il mondo finanziario, l’Abi,l’associazione bancaria, «non ha so-stenuto il sistema». Davanti a «undanno reputazionale diffuso» cheha investito l’intero sistema credi-

tizio, «l’Abi è stata completamente as-sente, lasciando alle singole imprese as-sociate il compito di giustificarsi e di di-fendersi con una politica di cannibalizza-zione reciproca».Un durissimo attacco all’associazione deibanchieri presieduta da Maurizio Sella èvenuto da Cristina Attuati, segretario ge-nerale della Fabi, in apertura del XVIII con-gresso nazionale che si è svolto a Genova,la città in cui più di mezzo secolo fa il sin-dacato tenne il suo primo congresso.Dinanzi a una platea di circa 1.000 perso-ne, fra ospiti, osservatori e delegati, con-venuti nel capoluogo ligure da ogni regio-ne italiana in rappresentanza di oltre 95 mi-la iscritti su circa 300 mila addetti, Cristi-na Attuati ha analizzato con precisione chi-rurgica la situazione del settore creditizioitaliano, non risparmiando né critiche néautocritiche.

Che cosa significa governancee produrre valoreIl segretario della Fabi ha sottolineato lacentralità, per il futuro del settore banca-rio, della responsabilità sociale dell’im-presa, intesa come innovazione strategicache chiama in causa: la governance, il mo-do di produrre valore, il modo di distribuirevalore, gli orizzonti temporali. «In una prospettiva di democrazia econo-mica», ha osservato Cristina Attuati «au-spichiamo che i lavoratori abbiano uno spa-zio sempre maggiore nella vita dell’im-presa. Occorre avere una visione più eu-ropea dell’impresa, una visione che consi-deri le direttive e le normative già esistentiin altri paesi come esperienze da inserireproficuamente nel nostro impianto legi-slativo».Il segretario della Fabi ha poi accolto inpieno il nuovo scenario prospettato dal neogovernatore della Banca d’Italia, Mario Dra-ghi. «Rinunciare a ogni egoismo persona-le e a ogni forma di campanilismo per op-porsi allo shopping straniero, e seguire lavia maestra delle aggregazioni interne».«Non è possibile cambiare, rinnovare,rafforzare questo paese senza la voce dei

lavoratori. L’obiettivo primario deve esse-re la partecipazione dei lavoratori alle scel-te di impresa e di governo dell’economia».Cristina Attuati ha anche richiamato l’esi-genza di tornare alla concertazione, inno-vandone gli strumenti.«Dovremo riflettere sulle parole di Con-findustria che, come sempre, ipotizza unfuturo fatto di convenienze per gli im-prenditori», ha spiegato Attuati, «dobbia-mo stabilire un nuovo modo di confronto.Crediamo, per esempio, che il tema del sa-lario variabile vada affrontato prontamen-te. Ma perché sgravi fiscali solo da una par-te? Perché nessuna contrattazione, ma li-bera iniziativa, senza regole? Questi sonotemi strategici che andranno affrontati rap-portandoci proprio con quel mondo confe-derale, e nel suo ambito con la Cisl, al cuiconfronto abbiamo deciso di aprirci».Attuati ha parlato diffusamente della nuo-va alleanza strategica sancita tra Fabi e Fi-ba-Cisl, le due organizzazioni sindacali delsettore del credito che insieme rappresen-tano oltre il 54% dei bancari italiani. Circa il patto di unità di azione con la Ci-sl, il segretario generale della Fabi ha sot-tolineato che «l’apertura alla confederalitàci consente di essere non più semplici spet-

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Sancita ufficialmente l’alleanza strategica con Fiba-Cisle Cisl. Dalle urne plebiscito per Cristina Attuati

La NUOVArotta

Il tavolo della presidenza

al congresso di Genova

Il XVIII congresso nazionale straordinario ha stabilito

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tatori, ma protagonisti di una nuova sta-gione politico-sindacale. Convergere non si-gnifica confluire e nemmeno assorbire o ve-nire assorbiti, significa mettere in comuneidee, valori, proposte e strategie per co-struire percorsi che meglio tutelino la ca-tegoria». Dopo la relazione introduttiva, si è apertoun dibattito molto partecipato e vivace, cheha richiesto anche sedute notturne per darmodo a tutti coloro che lo richiedevano dipoter parlare.

Con Cisl, scelta responsabile e lungimiranteC’è stato chi ha lamentato di non vedere dibuon occhio il patto d’azione tra le due or-ganizzazioni, anche se negli intenti ne de-riverebbe un rafforzamento per entrambe.«Questo matrimonio con la Cisl non mi vagiù» - ha detto Maria Antonietta Sotgiu,della Fabi di Sassari, «sono nata Fabi e vo-glio morire Fabi».Altri, invece, (sono stati i più) hanno so-stenuto che il fidanzamento è un passag-gio necessario. Secondo Angelo Alessan-drini, «è una scelta responsabile e lungi-mirante. L’alternativa era rimanere da so-li e non contare niente. Questo progetto di

matrimonio mi trova pienamente d’accor-do». Dello stesso avviso anche Corrado Villa,del Comitato direttivo centrale della Fabi,che dopo aver ricordato le difficoltà in cuiversa il suo sindacato «siamo caduti in gi-nocchio, anche per colpa dell’Abi, che ciha isolati», ha invitato i delegati presentiin platea a cogliere l’attimo: «la Cisl ci statendendo una mano, stringiamola e rialzia-moci». Luigi Piasentin, si è detto favore-vole all’unità sindacale, «che però deve fon-darsi su presupposti precisi, su un proget-to chiaro. Altrimenti rischiamo di perderela nostra autonomia e farci fagocitare».Anche secondo la delegata Luciana Bor-sari, il patto dovrà fondarsi su contenuticondivisi. «Per prima cosa» ha detto,«po-tremmo cominciare ad affrontare il pro-blema del precariato: troppi contratti in ban-ca sono precari». Il precariato, e più in generale il rinnovodel contratto di lavoro, è un problema at-tuale poiché il contratto nazionale dei ban-cari, rinnovato l’ultima volta a febbraio2005, è già scaduto lo scorso dicembre. Altermine degli interventi, la replica del se-gretario generale, Cristina Attuati, inter-rotta da ben 26 applausi. «Abbiamo supe-

ORDINI DEL GIORNO(APPROVATI ALL ’UNANIMITÀ )

PIENO APPOGGIO AI BANCARI GRECI, AGLIESATTORIALI, AI PROMOTORI FINANZIARI

Dossier

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La sala del Congresso affollata di ospiti,osservatori, delegati. Circa 800 personehanno seguito i lavori negli ex Magazzini delCotone del porto vecchio di Genova,recentemente ristrutturati

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I delegati al XVIII Congresso nazionale esprimono pienasolidarietà ai colleghi del sindacato greco Otoe, impegnatiin una difficile lotta contro l’Associazione bancaria di quelpaese, che minaccia di eliminare la contrattazione di primolivello.

Il XVIII Congresso nazionale straordinario della Fabi valutacon preoccupazione l’attuale stato del sistema dellariscossione.La riforma, che vedrà il sistema passare in mano pubblicaa decorrere dal 1° ottobre 2006, presenta nebulosità emancate determinazioni, soprattutto in relazione alle tutelecontrattuali per il personale del settore, che vanno al di làdella certa applicazione del C.c.n.l. del settore recentementesottoscritto.Permangono dubbi e incertezze sui criteri di armonizzazionecontrattuale, di fronte a una situazione molto variegata dellenormative aziendali.L’attività della nuova società «Riscossione spa.» apparetotalmente tesa a operazioni sul capitale degli attualiconcessionari esattoriali, relegando l’attività di confrontocon le Oo. Ss. a pura intenzione, in presenza di una negatoriaesplicita sull’utilizzo della legge 428.Il XVIII Congresso nazionale della Fabi auspica che, stantela ristrettezza dei tempi, tali confronti abbiano immediatoinizio e invita gli organismi legislativi e di governo a unapiù attenta sorveglianza sulla delicata fase di passaggio.Il XVIII Congresso nazionale della Fabi valuta, allo statodelle cose, aleatoria la data del 1° ottobre 2006 per l’avviodel nuovo sistema, in presenza delle numerose problematicheancora irrisolte, non ultima quella del sistema organizzativoche la nuova società sarà chiamata ad attuare.Il XVIII Congresso Nazionale invita la Segreteria Nazionaleed il Comitato Direttivo Centrale a porre in essere ogniiniziativa a tutela dei lavoratori della Riscossione.

I delegati al XVIII Congresso nazionale, in considerazione· della disciplina istituzionale e comportamentale cheaccomuna promotori finanziari agenti e indipendenti· dei provvedimenti in corso di realizzazione e previsti dallarecente legge a tutela del risparmio· dell’alto numero dei promotori finanziari dipendenti eagenti non ancora rappresentati presso l’organismo digestione dell’Albo già tenuto dalla Consob

IMPEGNANO

Gli organismi che scaturiranno dal congresso ad avviare leprocedure d’obbligo e le consultazioni formali con laFiba/Cisl ed eventualmente con altre rappresentanze dicategoria al fine di costituire un’associazione cherappresenti congiuntamente i promotori finanziari agenti edipendenti presso l’organismo di gestione dell’Albo giàtenuto dalla Consob.

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Congess

oDossier

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LA VOCE DEI Bancari

rato un periodo non facile della nostra esi-stenza di associazione.Lo abbiamo superato grazie alla diversa,ma ugualmente necessaria responsabilità diciascuno. Andiamo incontro a un periodoancora arduo e impegnativo. Per essere si-curi di superarlo vittoriosamente, occorreancora una maggiore concordia operosa, oc-corre una moltiplicazione armoniosa di sfor-zi, di iniziativa, di sacrificio. La Fabi, sa-na, solida, vitale è nelle nostre mani».Queste, furono le parole con le quali UgoLionetti concluse il primo Congresso na-zionale della Fabi, proprio a Genova. Aqueste parole, così piene di significato, Cri-stina Attuati ha aggiunto un solo pensiero:«Niente di grande è stato fatto al mondosenza il contributo della passione».(Hegel,Lezioni di Filosofia della Storia).Dunque, all’iniziativa, alla forza di volontà,al sacrificio, alla competenza, la Fabi do-vrà aggiungere sempre la passione.«Seguendo queste direttrici» ha detto Cri-stina Attuati avviandosi a concludere «sa-premo tutti insieme tracciare la nuova rot-ta per il futuro. I saggi sanno il vento chesoffierà di lì a tre giorni, diceva un anti-chissimo proverbio greco. A Genova mol-ti uomini che hanno sfidato le insidie delmare hanno imparato che bisogna guarda-re lontano, senza paura. “Muori e diventa”(stirb und werde) dice un verso di Goethe;per non ricordare il passaggio delle Scrit-ture sulla necessità che il seme muoia per-ché la pianta nasca. Oggi a Genova il se-me che abbiamo piantato tutti insieme», haconcluso il Segretario generale della Fabi«farà nascere la nuova Fabi».

Una nottata in attesa dei risultatiUn’ovazione ha accolto le ultime parole delsegretario generale e ha preluso al succes-so decretato nella notte dalle urne: un veroplebiscito per Cristina Attuati, la più vota-ta di sempre nella storia della Fabi.I lavori si sono conclusi, infatti, con le vo-tazioni per l’elezione del nuovo Comitatodirettivo centrale e degli altri organismi sta-tutari.Al termine di un’estenuante nottata in atte-sa dei risultati (le operazioni di voto e lospoglio delle schede sono avvenuti con mi-

Il XVIII Congresso nazionale straordinario, udita e discussa la rela-zione tenuta dalla Segreteria nazionale a nome e per conto del Co-mitato direttivo centrale, condividendone contenuti, linee politicheed obiettivi

l’approvaIl XVIII Congresso nazionale auspica che gli attuali conflitti, che ancora in-fiammano il mondo, possano trovare soluzione con l’intervento dell’Orga-nizzazione delle Nazioni unite, che deve riappropriarsi del ruolo di garantedella pacifica convivenza dei popoli.I delegati al XVIII Congresso nazionale invitano le istituzioni ad intrapren-dere iniziative coraggiose tendenti a rilanciare l’economia del paese, salva-guardando lo stato sociale, per ridare certezze ai giovani sul loro futuro.Il nuovo governo non potrà sottrarsi dal rilancio della concertazione. La rifor-ma dei mercati finanziari dovrà essere affrontata promuovendo incentivi perchi realizza la responsabilità sociale e ambientale dell’impresa.In una prospettiva di democrazia economica, intesa come modello dicrescita che privilegia la redistribuzione della ricchezza, i delegati alXVIII Congresso nazionale auspicano che i lavoratori abbiano uno spa-zio sempre maggiore nella vita dell’impresa.I delegati al XVIII Congresso nazionale giudicano positivamente l’a-pertura della Fabi al confronto con la confederalità. Il patto di unitàd’azione con la Cisl consente di ricercare convergenze per affrontarele numerose problematiche che coinvolgono i lavoratori e l’intero pae-se e permettono alla Fabi di essere protagonista di una nuova stagio-ne politico sindacale.Il Congresso dà mandato al Comitato direttivo centrale di valutare l’e-voluzione del patto comune di unità di azione e le sinergie organizza-tive, al fine di individuarne i successivi sviluppi, che rendano organi-ci i rapporti tra Fabi, Cisl e Fiba/Cisl, nel rispetto delle identità e del-

I delegati in fila per esprimere il lorovoto. Le votazioni, iniziate nel primopomeriggio del 24 marzo, si sonoconcluse nelle prime ore del 25.

A destra: Cristina Attuati dona un'iconadi Cristo Pantocratore a SavinoPezzotta. Il segretario generale dellaCisl ha ricambiato con un'antica cartadi Genova, la città dove fu celebrato ilprimo Congresso nazionale della Fabi

Le coordinate perL A M O Z I O N E C O N C L U S I VA A P P R O VATA A L L’ U N A N I M I T À

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nuziosa puntigliosità), finalmente il presi-dente del seggio elettorale, Antonio Cossu,ha consegnato i verbali di scrutinio a Ro-berto Radici, presidente del Congresso, cheha proclamato gli eletti.Subito dopo, i nuovi dirigenti nazionali sisono riuniti e hanno provveduto a elegge-re la Segreteria nazionale, che ha confer-mato al suo vertice Cristina Attuati, rie-letta Segretario Generale. Al suo fianco En-rico Gavarini, neo Segretario generale ag-

giunto. Riconfermato anche Franco Casi-ni nell’incarico di Segretario amministra-tivo. Due nuovi ingressi nell’esecutivo:quello di Giuliano De Filippis e di ValerioPoloni.Escono, invece, dalla Segreteria nazionaleGianfranco Amato, che va a ricoprire l’in-carico di presidente del Centro Studi So-ciali «Pietro Desiderato», e Giacomo Mel-fi, che continuerà a seguire gli Esattorialie presiederà il CAAF Fabi nazionale.

Dossier

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I nuovi segretari nazionali eletti dalCongresso. Dall’alto: Cristina Attuati, EnricoGavarini, Franco Casini,Carmelo Benedetti,Mauro Bossola, Giuliano De Filippis, ValerioPoloni, Lando Maria Sileoni e Matteo Valenti

PRES IDENTERoberto RADICI

SEGRETER IA NAZ IONALECristina Attuati Segretario GeneraleEnrico Gavarini Segretario Generale AggiuntoFranco Casini Segretario AmministrativoCarmelo Benedetti Segretario NazionaleMauro Bossola Segretario NazionaleGiuliano De Filippis Segretario NazionaleValerio Poloni Segretario NazionaleLando Maria Sileoni Segretario NazionaleMatteo Valenti Segretario Nazionale

COMITATO D IRETT IVO CENTRALE

COLLEG IO DE I PROB IV IR ICarangella GiuseppeDelia Pietro PaoloEstorelli GiancarloSanguigni EnricoTanara Fabrizio

COLLEG IO D I APPELLO DE I PROB IV IR I Gullotti GiancarloLauria SalvatoreLo Nostro GiuseppeTognetto ClaudioZuin Loredano

1. Amato Gianfranco2. Attuati Cristina3. Benedetti Carmelo4. Bertinotti Luca5. Biondino Ernesto6. Borsari Luciana7. Bossola Mauro8. Brindisi Tommaso9. Casini Franco10. Comucci Leonardo11. De Filippis Giuliano12. Debiasi Gianni13. Di Benedetto Cetty14. Donati Giovanni15. Dorigatti Gianni16. Fasano Guido17. Ferri Pier Paolo18. Frizzarin Alberto19. Furfaro Maria20. Garberi Fabrizio21. Gavarini Enrico22. Gessi M.Cristina23. Girotti Giovanni24. Granelli Attilio25. Henin Paolo26. Marioli Piero27. Martignoni Adriano28. Marzio Luciano

29. Mazzoldi Piergiuseppe30. Melfi Giacomo31. Milazzo Giuseppe32. Montanaro Adriano33. Morelli Mauro34. Mosca Piero35. Motta Gaetano36. Naldi Mike37. Pedoth Werner38. Pollicelli M.Teresa39. Poloni Valerio40. Quarantiello Aldo41. Raffa Carmelo42. Riva Roberto43. Rosso Angela44. Saita Ferdinando45. Sboro Antonella46. Scarin Mauro47. Scola Fabio48. Severi Sergio49. Sileoni Lando Maria50. Valenti Matteo51. Villa Corrado52. Zaglio Riccardo53. Zamboni Roberto

COLLEG IO DE I S INDAC ICaleppio Giovanni PresidenteRecchia Stefano Sindaco EffettivoSaporito Vincenzo Sindaco EffettivoAnnovazzi Giovanni Sindaco SupplenteXausa Giuliano Sindaco Supplente

il futuro

I NUOVI ORGANISMI NAZIONALI

le autonomie di ciascuna organizzazione.Il Congresso dà mandato alla Segreteria Nazionale di ricercare, im-mediatamente, di concerto con la Fiba/Cisl, le soluzioni adeguate al fi-ne di allargare l’unità fra le Oo.Ss.Nell’ipotesi, non auspicabile, che Fisac/Cgil-Falcri-Dircredito-Uilca sidichiarassero indisponibili al percorso di ricomposizione unitaria, andràrichiesta all’Abi, di concerto con la Fiba/Cisl, la convocazione delleOO.SS. nella forma più ampia, per la negoziazione del biennio econo-mico.I delegati al XVIII Congresso nazionale ritengono che la riorganizzazio-ne e i processi aggregativi del sistema bancario, anche sovrannazionali,con le conseguenze che ne derivano, impongano l’unità fra le OO.SS. perfar sì che il Sindacato possa governare tali fenomeni e fornire risposte con-crete alle aspettative dei colleghi.L’area contrattuale, le relazioni industriali, la formazione, la respon-sabilità sociale dell’impresa, il recupero del potere d’acquisto del sa-lario, la regolamentazione del salario incentivante, l’equa redistribu-zione della maggiore produttività delle imprese, rappresenteranno i car-dini della piattaforma rivendicativa che dovrà essere sintesi delle di-verse sensibilità, guardando esclusivamente al bene dei lavoratori.Sicuramente uno dei primi obiettivi dovrà essere quello di lavorare peruna gestione ottimale del protocollo sulla Responsabilità sociale del-l’impresa e del C.c.n.l., rendendo sempre più esigibili le parti critichedel contratto. In virtù di questa nuova rotta, il Congresso nazionale straordinario ri-tiene che l’esperienza della Fabi in Fasst debba considerarsi definiti-vamente conclusa. A tal fine, i delegati danno mandato ai futuri organismi federali di provve-dere alla formalizzazione, in tempi brevi, dei necessari adempimenti.

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«Poiché viviamo nell’era della globalizza-zione, a me, a voi, a noi tutti non restache globalizzare la nostra lotta».

Portando i saluti suoi personali e della sua or-ganizzazione, Philip Jennings, Segretario ge-nerale dell’Uni (Union Network Internatio-nal), il sindacato internazionale di cui fa par-te la Fabi e cui aderiscono circa 15 milioni dilavoratori sparsi in oltre 150 paesi, ha moltoinsistito sulla necessità della pace, degli stan-dard lavorativi, della responsabilità sociale, dicondizioni di lavoro minime e decenti per tut-ti nel mondo, della solidarietà globale.«Dobbiamo tracciare una nuova rotta globalee Uni, sindacato globale, è la risposta alla glo-balizzazione. Se non si combatte non ci si favalere: per questo abbiamo dimostrato davan-ti al Parlamento europeo tempo fa contro la di-rettiva sui servizi».Jennings ha esortato poi la Fabi a sostenere ilsindacato bancario greco, impegnato in unalotta durissima contro le banche, che non vo-gliono più riconoscere la contrattazione collet-

tiva, ed ha solidarizzato con i sinda-cati francesi in rotta di collisionecol governo per chiedere il ritirodella legge sul primo impiego.Critiche anche al governo tede-sco colpevole di voler «aumen-

tare l’orario di lavoro, senza al-cuna trattativa col sindacato».

«Siamo tutti messi a dura prova»ha continuato Jennings, non so-

lo nel cosiddetto TerzoMondo, ma anche quiin Europa. Per questo«non dobbiamo arren-derci, e non accettere-mo questa marcia in-dietro, al ribasso».Il gallese Segretariogenerale dell ’UNI,non si è sottratto allatentazione di criticareanche il governo italia-no e Berlusconi.«Sono un ospite qui.

Tuttavia, è stato interessante vedere come ilsignor Berlusconi sia riuscito ad insultare nel-lo stesso giorno Confindustria e sindacati:dev’essere una nuova tecnica di campagnaelettorale…».Ironizzando sui grandi personaggi cui Berlu-sconi si è paragonato, «anche Winston Chur-chill perse una volta delle elezioni che era con-vinto di vincere, perché il suo avversario nonaveva un ego preponderante e combatteva perla giustizia sociale, il welfare, i diritti dei la-voratori, la solidarietà», ha esortato a non di-sertare le urne.«Il voto è prezioso e noi dobbiamo lottare per-ché il diritto al voto sia garantito a donne e uo-mini ovunque, dall’America meridionale, al-l’Africa, all’Asia, all’Europa dell’Est».Secondo Jennings, la democrazia è ora mi-nacciata anche da una globalizzazione che ve-de le multinazionali e i potentati economicicondizionare la politica e determinare gli ef-fetti più deteriori della globalizzazione.«I poveri diventano sempre più poveri e i ric-chi sempre più ricchi, perché aumenta ognigiorno la quota che va a finire nei profitti, ascapito dei salari. Dobbiamo contrastare que-sta tendenza, che spesso va contro i contratti,le leggi e gli stessi valori etici».Sviluppo equo e sostenibile: ecco l’obiettivoper i paesi industrializzati, anche se dirittiumani, diritti civili, diritti sindacali, lotta allapovertà sono ancora il primo lontano traguar-do in molte regioni del mondo.Duro anche il giudizio di Jennings sulla tantoconclamata concorrenza, mentre la realtà ve-de una sempre maggiore concentrazione sianell’economia in generale sia nel settore cre-dito in particolare: «Ci aspettiamo onestà etrasparenza. Anche se Draghi ha detto che ilsettore bancario è in vendita, noi rispondiamo:non a qualunque prezzo!Un affettuoso saluto e un augurio di pieno suc-cesso sono stati rivolti dal Segretario genera-le dell’Uni a Cristina Attuati, «un volto nuo-vo nel panorama sindacale italiano», di cuiJennings ha potuto apprezzare capacità e im-pegno.

Congess

oDossier

LA VOCE DEI Bancari

Se non si combatte, non ci si fa valereL’atteso intervento di Philip Jennings, Segretario generale dell’Union Network International

Aristotelis Lakkas(OTOE ) – GREC IA

Manuel Aporta(COMFIA ) – MADRID

Sandy Boile(Presidente Uni Finance Europa)AMICUS – (GB )

Fernando Osorio GomesJoao Manuel Rocha( SBC ) – PORTOGALLO

Serge Legagnoa( FEC FO ) – PAR IG I

Brian Deasy- David Keane( IBOA ) – IRLANDA

Philip Jennings(Segretario Generale Uni)NYON – (CH )

Klaus Grunewald(VERD I ) – GERMANIA

Peter Koenig (Presidente Cae Hvb)(VERD I ) – GERMANIA

Wolfgang Greif - Wolfgang Heinzl(GPA ) – AUSTR IA

Alvaro Patricio Do Bem( SBN ) – PORTOGALLO

Jose AntonioGracia - Juan Sanchez ( FES -UGT ) – SPAGNA

Alice Martins( SBS I ) – PORTOGALLO

Pierre Gendre( FEC FO ) – FRANC IA

Allan Bang( FSU ) – DAN IMARCA

Williamo Portelli(MUBE ) – MALTA

Sandor Toth(BBDSZ ) – UNGHER IA

Rauni Soderlund( SUORA ) – F INLAND IA

Stelios Stylianou - Loizos Hadijcostis( ETYK ) – C IPRO

Bernard Dufil( FSPBA - CGT ) – FRANC IA

Drago Jurenec( SBS ) – SLOVEN IA

Hans Westerhuis(Presidente European Staff Council)(ABN ) – AMRO OLANDA

DELEGAZIONI ESTERE

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PhilipJennings

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nuziosa puntigliosità), finalmente il presi-dente del seggio elettorale, Antonio Cossu,ha consegnato i verbali di scrutinio a Ro-berto Radici, presidente del Congresso, cheha proclamato gli eletti.Subito dopo, i nuovi dirigenti nazionali sisono riuniti e hanno provveduto a elegge-re la Segreteria nazionale, che ha confer-mato al suo vertice Cristina Attuati, rie-letta Segretario Generale. Al suo fianco En-rico Gavarini, neo Segretario generale ag-

giunto. Riconfermato anche Franco Casi-ni nell’incarico di Segretario amministra-tivo. Due nuovi ingressi nell’esecutivo:quello di Giuliano De Filippis e di ValerioPoloni.Escono, invece, dalla Segreteria nazionaleGianfranco Amato, che va a ricoprire l’in-carico di presidente del Centro Studi So-ciali «Pietro Desiderato», e Giacomo Mel-fi, che continuerà a seguire gli Esattorialie presiederà il CAAF Fabi nazionale.

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I nuovi segretari nazionali eletti dalCongresso. Dall’alto: Cristina Attuati, EnricoGavarini, Franco Casini,Carmelo Benedetti,Mauro Bossola, Giuliano De Filippis, ValerioPoloni, Lando Maria Sileoni e Matteo Valenti

PRES IDENTERoberto RADICI

SEGRETER IA NAZ IONALECristina Attuati Segretario GeneraleEnrico Gavarini Segretario Generale AggiuntoFranco Casini Segretario AmministrativoCarmelo Benedetti Segretario NazionaleMauro Bossola Segretario NazionaleGiuliano De Filippis Segretario NazionaleValerio Poloni Segretario NazionaleLando Maria Sileoni Segretario NazionaleMatteo Valenti Segretario Nazionale

COMITATO D IRETT IVO CENTRALE

COLLEG IO DE I PROB IV IR ICarangella GiuseppeDelia Pietro PaoloEstorelli GiancarloSanguigni EnricoTanara Fabrizio

COLLEG IO D I APPELLO DE I PROB IV IR I Gullotti GiancarloLauria SalvatoreLo Nostro GiuseppeTognetto ClaudioZuin Loredano

1. Amato Gianfranco2. Attuati Cristina3. Benedetti Carmelo4. Bertinotti Luca5. Biondino Ernesto6. Borsari Luciana7. Bossola Mauro8. Brindisi Tommaso9. Casini Franco10. Comucci Leonardo11. De Filippis Giuliano12. Debiasi Gianni13. Di Benedetto Cetty14. Donati Giovanni15. Dorigatti Gianni16. Fasano Guido17. Ferri Pier Paolo18. Frizzarin Alberto19. Furfaro Maria20. Garberi Fabrizio21. Gavarini Enrico22. Gessi M.Cristina23. Girotti Giovanni24. Granelli Attilio25. Henin Paolo26. Marioli Piero27. Martignoni Adriano28. Marzio Luciano

29. Mazzoldi Piergiuseppe30. Melfi Giacomo31. Milazzo Giuseppe32. Montanaro Adriano33. Morelli Mauro34. Mosca Piero35. Motta Gaetano36. Naldi Mike37. Pedoth Werner38. Pollicelli M.Teresa39. Poloni Valerio40. Quarantiello Aldo41. Raffa Carmelo42. Riva Roberto43. Rosso Angela44. Saita Ferdinando45. Sboro Antonella46. Scarin Mauro47. Scola Fabio48. Severi Sergio49. Sileoni Lando Maria50. Valenti Matteo51. Villa Corrado52. Zaglio Riccardo53. Zamboni Roberto

COLLEG IO DE I S INDAC ICaleppio Giovanni PresidenteRecchia Stefano Sindaco EffettivoSaporito Vincenzo Sindaco EffettivoAnnovazzi Giovanni Sindaco SupplenteXausa Giuliano Sindaco Supplente

il futuro

I NUOVI ORGANISMI NAZIONALI

le autonomie di ciascuna organizzazione.Il Congresso dà mandato alla Segreteria Nazionale di ricercare, im-mediatamente, di concerto con la Fiba/Cisl, le soluzioni adeguate al fi-ne di allargare l’unità fra le Oo.Ss.Nell’ipotesi, non auspicabile, che Fisac/Cgil-Falcri-Dircredito-Uilca sidichiarassero indisponibili al percorso di ricomposizione unitaria, andràrichiesta all’Abi, di concerto con la Fiba/Cisl, la convocazione delleOO.SS. nella forma più ampia, per la negoziazione del biennio econo-mico.I delegati al XVIII Congresso nazionale ritengono che la riorganizzazio-ne e i processi aggregativi del sistema bancario, anche sovrannazionali,con le conseguenze che ne derivano, impongano l’unità fra le OO.SS. perfar sì che il Sindacato possa governare tali fenomeni e fornire risposte con-crete alle aspettative dei colleghi.L’area contrattuale, le relazioni industriali, la formazione, la respon-sabilità sociale dell’impresa, il recupero del potere d’acquisto del sa-lario, la regolamentazione del salario incentivante, l’equa redistribu-zione della maggiore produttività delle imprese, rappresenteranno i car-dini della piattaforma rivendicativa che dovrà essere sintesi delle di-verse sensibilità, guardando esclusivamente al bene dei lavoratori.Sicuramente uno dei primi obiettivi dovrà essere quello di lavorare peruna gestione ottimale del protocollo sulla Responsabilità sociale del-l’impresa e del C.c.n.l., rendendo sempre più esigibili le parti critichedel contratto. In virtù di questa nuova rotta, il Congresso nazionale straordinario ri-tiene che l’esperienza della Fabi in Fasst debba considerarsi definiti-vamente conclusa. A tal fine, i delegati danno mandato ai futuri organismi federali di provve-dere alla formalizzazione, in tempi brevi, dei necessari adempimenti.

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I Consigli Nazionali, il Comitato Direttivo Centra-le, a più riprese, avevano chiesto alla SegreteriaNazionale di adoperarsi affinché si riprendesse il

dialogo con le altre organizzazioni sindacali, per far usci-re la F.A.B.I. dall’isolamento in cui si era posta ed era sta-ta relegata. Tutto ciò per ricreare quel rapporto unitario,che è patrimonio genetico, codificato nel nostro Dna. O,meglio, per costruire insieme alle altre organizzazioni sin-dacali del settore un nuovo e più attuale modello di plura-lismo convergente.

L’interesse della categoria si può realizzare solocon un sindacato unito, attento, pluralista. La stes-sa categoria chiede a gran voce un sindacato re-

sponsabilmente unito, forte, in grado di rispondere alle esi-genze ed alle sfide dei tempi e di contrapporsi allo stra-potere delle aziende, in difesa dei diritti dei lavoratori.

Non vogliamo soffermarci sugli errori passati, no-stri e di altri. Non lo faremo, in virtù di uno steri-le buonismo, ma perché riteniamo che sia giunto il

momento di voltare definitivamente pagina, lasciando die-tro di noi il passato, per guardare al presente ed al futuro.La marcia infatti non è conclusa.

I nuovi scenari, che si aprono dinanzi al mondo dellavoro, sono dominati sempre di più dal processodi «globalizzazione» che permea l’intera società ci-

vile e impatta perfino sulla «dimensione uomo». In questocontesto di profondi cambiamenti, assistiamo al consuetomiope arroccamento delle imprese, pronte ad utilizzare il«nuovo che avanza» come opportunità da cogliere unica-mente per un drastico contenimento dei costi (soprattuttoil costo del lavoro) e lontane, nei fatti, da doverose consi-derazioni etiche e dall’assunzione delle proprie responsa-bilità.

Le istanze, sempre più complesse, che provengonodai lavoratori e quelle più semplici, ma fondamen-tali, di chi un lavoro non lo ha ancora trovato, ci

chiamano a dare risposte ormai ineludibili e immediate. Lacomplessità del quadro politico ci stimola a prendere po-sizioni chiare, pur nel rispetto della nostra autonomia che,tuttavia, non va intesa come estraneità alla politica.

Quel certo modo di fare politica, che ritiene supe-rata la necessità della partecipazione e del consen-so delle parti sociali alla formazione delle politi-

che economiche e del welfare state, dev’essere contrasta-ta, perché mette il sindacato ai margini e lascia i cittadini,i lavoratori, i più deboli, in balia di un capitalismo senzaregole e di un mercato che assume sempre più gli incredi-bili connotati di una teocrazia.

Tutti questi fatti e altri ancora investono l’interomovimento sindacale, che è così chiamato a ripen-sare quelli che sono stati i tradizionali riferimenti

e a ricercare possibili soluzioni. Di qui, la necessità di scel-te coraggiose e innovative. La prospettiva necessaria perla Fabi è quella di uscire dall’angusto confine della cate-goria ed aprirsi a un confronto più ampio, ricercando con-vergenze col movimento sindacale confederale a partiredalla Cisl.

Solo attraverso un confronto costruttivo con le con-federazioni, temi importanti come le politiche con-trattuali generali, la previdenza, l’assistenza, il wel-

fare, il Mezzogiorno, la politica dei redditi, l’innovazione,la ricerca, gli assetti contrattuali, che inevitabilmente im-pattano anche sul nostro settore, possono diventare ogget-to di dibattito, consentendo anche a noi di dare il nostrocontributo di idee là dove queste scelte vengono fatte. L’a-pertura alla confederalità ci consente di essere non più sem-plici spettatori, ma protagonisti di una nuova stagione po-litico-sindacale.

Perché siamo convinti che tra la Cisl e la Fabi puòiniziare un cammino comune, per meglio affronta-re le sfide che il paese e il nostro sistema hanno

davanti e per far sentire più chiara e più forte la voce deilavoratori.

Di qui l’esigenza di un patto di unità di azione conla Cisl e la Fiba che, salvaguardando le rispettiveautonomie, condivida gli obiettivi di politiche ge-

nerali, contrattuali e organizzative.

Nel fare ciò siamo consapevoli che ogni organiz-zazione ha la propria storia, la propria tradizione,le proprie differenze che, tuttavia, se confrontate,

rappresentano un’occasione di arricchimento comune.

Il patto di unità d’azione con la Cisl e con la Fibanon deve spaventare nessuno. Ne sono chiari l’in-tento e il significato: dialogare insieme, confron-

tarci, trovare si-nergie e stra-tegie comuniper il bene esclu-sivo dei nostri as-sociati.

La riforma del-la governance èun requisito im-

prescindibile per imposta-re strategie di responsabilitàsociale. In definitiva la re-sponsabilità sociale dell’impre-sa va intesa come innovazionestrategica che chiama in causa: lagovernance, il modo di produrre va-lore, il modo di distribuire valore, gliorizzonti temporali.

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Congre

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Dossier

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La relazione del segretario generalein puntiCome realizzare gli interessi della categoria nel contesto del processo di globalizzazione

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DossierLA VOCE DEI Bancari

In una prospettiva di democrazia economica, intesa comemodello di crescita che privilegia la redistribuzione dellaricchezza, auspichiamo che i lavoratori abbiamo uno spa-

zio sempre maggiore nella vita dell’impresa. Questo maggiore spa-zio potrebbe realizzarsi attraverso un doppio binario. Il primo le-gittimato dalle quote azionarie possedute dai colleghi, ovvero nel-le banche popolari già favorito dall’ordinamento in vigore. Il se-condo, in verità, maggiormente innovativo, che preveda una Leg-ge di sostegno a una proposta delle parti sociali sulle materie de-finite dall’art. 46 della Costituzione.

Occorre avere una visione più europea dell’impresa, una vi-sione che consideri le direttive e le normative già esisten-ti in altri paesi, come esperienze da inserire proficuamente

nel nostro impianto legislativo. Tra la banca irresponsabile e labanca etica, una banca socialmente e ambientalmente responsabi-le è non solo possibile ma necessaria e storicamente matura.

I lavoratori hanno dato prova di grande senso di responsa-bilità rendendosi disponibili a processi di riconversione eriqualificazione che non hanno precedenti in altri settori

produttivi. Gli stessi banchieri hanno riconosciuto che il settorenon solo è uscito brillantemente dalla crisi strutturale degli anni90, ma ha anche prodotto risultati di redditività molto spesso su-periori a quelli raggiunti da importanti competitors europei.

Una cosa va detta in modo chiaro e netto: non è possibilecambiare, rinnovare, rafforzare questo paese senza la vocedei lavoratori. L’obiettivo primario deve essere la parteci-

pazione dei lavoratori alle scelte di impresa e di governo dell’e-conomia.

A breve verremo chiamati, auspichiamo tutti insieme, a rin-novare il contratto e, quindi, a scrivere un nuovo capitolodella storia del sindacato di questo settore. La piattaforma

rivendicativa, dovrà rappresentare la sintesi delle diverse sensibi-lità, guardando esclusivamente al bene dei lavoratori.

Sarà questo il contratto in cui il sindacato verrà chiamatoa confrontarsi con la dimensione sopranazionale dei grup-pi bancari. Tale dimensione produrrà inevitabilmente rica-

dute sull’area contrattuale e sulle relazioni sindacali, a questo pro-posito intendiamo regolamentare le prime (il concetto di area con-trattuale potrebbe infatti venir indebolito da fenomeni di outsour-cing infragruppo) e individuare un quadro di rafforzamento delleseconde (le relazioni sindacali). Per quanto riguarda la dimensio-ne transnazionale lavoreremo di concerto con Uni e con tutte le or-ganizzazioni sindacali che ne fanno parte per regolare diritti mini-mi per tutti.

Altro elemento qualificante e imprescindibile in una logicadi democrazia economica consisterà nella proposta di raffor-zamento dell’operazione redistributiva sia sul I che sul II

livello contrattuale tutelando il potere di acquisto e il salario, at-traverso la negoziazione delle performance di produttività, reddi-tività, risultato. Proponendo criteri per la negoziazione del salarioincentivante.

Oggi è tempo di disegnare una nuova rotta. E nella nostranuova rotta non ci può stare più il punto cardinale rappre-sentato dall’appartenenza a Fasst.

È nostro desiderio lavorare con le confederazioni, purmantenendo ferma la nostra autonomia, e non è nostra in-tenzione contrapporci ad esse, costruendo una nuova con-

federazione o una federazione di federazioni alternativa.

Siamo un sindacato autonomo. E questo vogliamo resta-re. Un sindacato capace di dialogare con partners europeie italiani, non arroccato su posizioni velleitarie, ma in

grado di misurarsi sui grandi temi, conscio di non essere il por-tatore della verità, ma amante del pluralismo, così come ci han-no insegnato i nostri padri fondatori. Un sindacato che si con-fronta lealmente con le altre organizzazioni, un sindacato checrede nei valori unitari e che lavora per costruire e non per di-struggere.

Il Sindacato senza valori non ha alcun futuro e per noi ivalori sono la solidarietà, l’uguaglianza e la libertà. Il te-ma dell’uguaglianza, che non va confusa con un antisto-

rico egualitarismo, è un tema di drammatica attualità in una so-cietà come la nostra, dove cresce il divario fra le persone e dovela ricchezza prodotta con il contributo di molti finisce inevita-bilmente nelle tasche di pochi.

L’uguaglianza significa pari opportunità di accesso all’i-struzione, alla sanità, ai servizi, al lavoro. L’eguaglianzanon significa livellamento, omologazione, ma sviluppo,

globalizzazione dei diritti, dei saperi, della crescita. Uguaglianzaper noi significa equità ed equilibrio.

Lavoriamo per costruire, insieme ad altri, un’unità, o me-glio un pluralismo che, tenendo conto dei valori, delle sto-rie e delle idee di tutti sappia poi fare sintesi nell’esclu-

sivo interesse dei lavoratori. Ricerchiamo un’unità fatta di rego-le e di principi condivisi, ma anche di rispetto e di forte identitàvaloriale.

Il sindacato non può e non deve aprioristicamente mani-festare linee di convergenza politica o programmatica coni partiti di questo o di quello schieramento, snaturando co-

sì il proprio ruolo o, peggio, sacrificando a una scelta di campoil mandato di rappresentanza affidatogli dai lavoratori.

Il sindacato non può e non deve scrivere programmi alleforze politiche, deve semplicemente confrontarsi con leistituzioni e con i governi democraticamente eletti dai cit-

tadini per garantire che i loro diritti vengano rispettati.

La globalizzazione non si manifesti semplicemente comel’abbattimento delle barriere economiche, che spesso por-ta con se l’abbattimento dei diritti dei più deboli e il raffor-

zamento delle pretese dei più forti, ma come reale abbattimentodelle barriere culturali e razziali, come superamento delle disu-guaglianze tra il Nord e il Sud del mondo. Non perché il più for-te decide di concedere qualcosa al più debole, ma semplicemen-te perché non esistono più un forte e un debole.

È tempo di tornare alla concertazione innovandone la stru-mentazione. Di stabilire un nuovo modo di confronto. Cre-diamo che il tema, per esempio, del salario variabile va-

da affrontato prontamente. Ma perché sgravi fiscali solo per unaparte? Perché nessuna contrattazione, ma libera iniziativa, senzaregole? E quale valore al futuro contratto, ingabbiato entro limi-ti che in nessun modo rispetterebbero il contributo fornito da tut-ta la forza lavoro?

Abbiamo superato un periodo non facile della nostra esi-stenza di associazione. Lo abbiamo superato grazie alladiversa, ma ugualmente necessaria responsabilità di cia-

scuno. Andiamo incontro a un periodo ancora arduo ed impe-gnativo. Per essere sicuri di superarlo vittoriosamente, occorreancora una maggiore concordia operosa, occorre una moltiplica-zione armoniosa di sforzi, d’iniziativa, di sacrificio.

La Fabi, sana, solida, vitale è nelle nostre mani. Noi ab-biamo compiuto il nostro lavoro con l’animo di chi sa diavere assolto il proprio dovere.32

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Auspichiamo che i lavoratori abbiano uno spazio sempre maggiore nella vita dell’impresa, in una prospettiva di democraziaeconomica, intesa come modello di crescitache privilegia la redistribuzione della ricchezza

Gianfranco Steffani,ex Segretario generaledella Fabi, durantel’intervento al Congresso.La platea lo ha salutatocon un caloroso applauso. Sopra: Giovanni Caleppio,riconfermato Presidentedel Collegio dei sindaci

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E’il primo congresso straordinario nel-la storia della Fabi e registra la parte-cipazione congiunta della Cisl e del-

la Fiba, anch’essa straordinaria. È il se-gno che qualcosa di importante ed inedi-to è accaduto nelle vicende sindacali delsettore: la decisione lungimirante e co-raggiosa del gruppo dirigente della Fabi direalizzare un profondo riposizionamentostrategico e di aprirsi al confronto confe-derale, Non c’è incoerenza né contraddi-zione nella linea di condotta della Fiba al-l’interno di questa complessa vicenda:protagonista della rottura nel maggio2003, protagonista del dialogo nel marzo2006. La Fiba ruppe sulle scelte, mante-nendo fermo, pur nel dissenso radicale, ilrispetto delle persone che di quelle sceltesono state attori. Così è stato quando il 1°dicembre 2005 il vostro Cdc ha approva-

to la lettera inviata alle Segreterie nazio-nali del primo tavolo. La Fiba, pur mino-ritaria nell’alleanza a cinque, richiese diporre all’o.d.g. la riapertura del confrontocon la Fabi. Ci ha aiutato la grande, fe-conda lezione di pluralismo che la Cisl te-

stimonia da oltre mezzo secolo. Ci acco-munano principi costitutivi: La concezio-ne associativa della rappresentanza comecondizione dell’autonomia; la democra-zia economica attraverso l’azionariato deilavoratori e l’azionariato diffuso; la re-sponsabilità sociale d’impresa come dire-zione di marcia strategica; oggi anche l’o-rizzonte confederale sul quale ritroviamoanche il Sinfub, confederale dalle origini.…non dobbiamo mettere limiti alla nostraalleanza! Facciamola vivere nelle formepiù libere e creative perché esprima il suopotenziale L’alleanza tra Cisl, Fabi e Fibanon contiene alcun elemento di ostilità neiconfronti delle altre Oo.Ss. Essa rafforza,al contrario, il valore aggiunto dell’aper-tura al confronto, alla convergenza, all’u-nità d’azione con il sindacato confedera-le. Siano le OO.SS. del primo tavolo, im-mediatamente dopo il congresso Fabi, adincontrare la Segreteria Fabi proponendo-le un percorso definito nei tempi e nei mo-di, sottoposto alla verifica delle conver-

genze politiche ed organizzative ed espli-citamente finalizzato ad elaborare insie-me la piattaforma per il rinnovo del Ccnle a gestirne a sette la vertenza. Solo l’in-disponibilità, non augurabile, di Fisac,Uil.ca, Falcri e Dircredito ci indurrebbe arichiedere all’Abi la convocazione delleOo.Ss., nella forma più ampia, per la ne-goziazione del primo biennio economico.Privilegiamo, senza esitazioni, la primaopzione. Perché tre anni di rottura dell’u-nità sindacale in categoria hanno prodot-to un travaglio ed un ripensamento auten-tici, realizzando le condizioni per un’unitàpiù matura e più stabile. Perché la dialet-tica politica tra Oo.Ss. non deve mai pre-cipitare nell’anatema morale.Perché la complessità del contesto e laproiezione internazionale del sistemabancario italiano richiedono la più ampiaunità e la sintesi di politiche contrattualiPerché i lavoratori non hanno dubbi chel’impegno unitario appartenga, sempre,all’ordine delle priorità. Perché intendia-mo tener fede all’ampio mandato di rap-presentanza del quale le lavoratrici e i la-voratori ci onorano.

Dall’alto:Giuseppe Gallo(Fiba Cisl), GabrieleCapolino (MilanoFinanza), Claudio Brachino(Studio Aperto) ed Egle Paganodel Secolo XIX, il quotidiano di Genova

Giuseppe Gallo e Cristina Attuati al congresso di Genova

«Quale futuro per il sistema bancario» è stato il tema della tavola rotonda svoltasi a margine del congresso

di Andrea Baccher in i

Quale futuro per il sistema bancario? Trail primato dell’azionista e la responsa-bilità sociale dell’impresa. Con questotema si è tenuta una tavola rotonda inapertura del congresso straordinario(primo nei suoi 58 anni di storia) del-

la Fabi, la federazione bancaria autonoma cheda sempre è stata vicina alle organizzazioniconfederali e che da oggi decide un patto d’a-zione strategico con la Cisl e con la Fiba. Iltema è di quelli congeniali alla Cisl e alla suastoria, accanto al segretario generale della Fa-bi, Cristina Attuati, Savino Pezzotta e Giu-seppe Gallo a sottolineare l’importanza delmomento. Ai lati, il coordinatore, ClaudioBrachino, vice direttore di Studio Aperto,Alessandro Azzi, presidente di Federasse, Ro-berto Mazzotta, presidente della Banca po-polare di Milano, Carmine Lamanda di Capi-talia, Sergio Rizzo del Corriere della Sera,Gabriele Capolino di Milano Finanzaed EglePagano del Secolo XIX.Dopo una breve presentazione, Brachino dàla parola a Cristina Attuati per entrare subitonel vivo dell’argomento: «Sono qui soprat-tutto per ascoltare e per capire. Mi domandospesso se e fino a che punto, al di là del granparlare di responsabilità sociale d’impresa,c’è convinzione profonda della necessità

di introdurne i meccanismi nelle regole di ge-stione delle aziende italiane». Tocca al segreta-rio generale della Cisl: «Dobbiamo uscire dallaretorica se vogliamo che il tema progredisca.Tutto nasce all’indomani dei grandi scandali fi-nanziari negli Stati Uniti e prosegue con mag-gior vigore in Italia dopo gli scandali Argenti-

na, Cirio e Parmalat. Ma ci dobbiamo rendereconto che la responsabilità sociale d’impresa,prosegue Pezzotta, deve essere collocata all’in-terno del più vasto progetto della democraziaeconomica. Che è un tema urgente e che è il pri-mo passaggio per fare dell’impresa una autenti-ca comunità di lavoro». Per Pezzotta, però, peravviare il percorso sulla responsabilità sociale,alla base, ci deve essere fiducia, «senza non siva da nessuna parte». Interviene quindi Giusep-pe Gallo che sottolinea come «deve essere su-perato il primato dell’azionista dando maggior

I punti salienti dell’intervento di Giuseppe Gallo, segretario generale Fiba-Cisl

Congre

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Dossier

Il percorso con Cisl e Fiba

Superare il primatodell’azionista dandomaggior valorea dipendenti e clienti

Nessun limite alla nostra alleanza

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Est nomen omen, dicevano i latini. Comedire che il nome di per sé dice già chi unosia. E Roberto Radici, infatti, incarna le

qualità che meglio caratterizzano la Fabi,insomma le nostre radici sindacali: dispo-nibilità, generosità, dinamismo, amore pergli altri, laboriosità, solidarietà.Chi lo conosce sa che è uno spirito indi-pendente, ma che si trova bene in una squa-dra; avverte la sua sensibilità umana e il suotatto, anche se l’aspetto è talvolta burbero;sente che dentro gli batte un gran cuore, an-che se la superficie è ruvida. Una persona-lità complessa, ma anche un uomo sempli-ce, diretto, franco. Roberto, racconta che èentrato nella Fabi come impiegato del sin-dacato di Milano e da lì è passato attraver-so tutta la scala gerarchica, sino a diventa-re presidente della Fabi.Per chi non lo conoscesse, dobbiamo direche è stato per molti anni segretario coor-

dinatore del Sab di Milano e, nella primastruttura territoriale Fabi d’Italia, ha sapu-to realizzare un spazio efficiente e moder-no, creando un gruppo di lavoro coe-so, una vera macchina da guerrapronta ad affrontare ogni eve-nienza. La sua eccezionale capa-cità organizzativa ha dato impul-so alla Federazione, quando è sta-to chiamato in Segretaria nazio-nale, lasciando, dopo quattro annidi mandato, un’improntaindelebile. Se ci si tro-vava alle prese conqualche problema,era normale rivol-gersi a lui per distri-care i l nodo. Perquesto restammo distucco quando cidisse che, a soli

53 anni, voleva lasciare il suo incarico e tor-narsene a casa per stare con la sua famiglia«Non voglio lasciare la Fabi – disse – mami sembra giusto seguire la sorte degli altri

lavoratori che sono destinati al fondoesuberi. Mi sono sempre sentito uno diloro e non potrei restare in servizio,mentre loro sono costretti ad abban-donare».Che cosa avremmo potuto obietta-

re? La sua onestà cristallina, lasua etica, la sua pas-

sione per il lavoroe per il sindacato,inteso come af-fermazione e di-fesa della giu-stizia, ci ave-vano da toun’al tra le-z i one e c i

precludevano ogni resistenza. Peraltro, laforza di Roberto Radici è proprio quella disaper cogliere sempre, con intelligenza,l’attimo giusto. A Genova, ha diretto i quat-tro giorni del congresso nazionale, con abi-lità particolare, leggendo emozioni e statid’animo, interpretando il suo ruolo non so-lo di garante delle regole, ma di padre no-bile. Sì, perché il suo carisma lo pongonospesso al di sopra di ogni tensione, come cisi spetta da una grande personalità.Spesso ci è dato incontrare persone, chesanno usare abilmente il linguaggio e co-noscono le sottigliezze della retorica, manon sempre sanno toccare il cuore. Rober-to Radici, con parole semplici, fa salire ibattiti delle nostre emozioni. «Non si vedebene che col cuore, l’indispensabile è spes-so invisibile agli occhi», diceva Francois deSaint-Exupery, ed è proprio vero! Voglia-mo ringraziare Roberto per avercelo ricor-dato, ogni giorno, col suo esempio. Molti lovorrebbero per amico. Noi ci vantiamo diaverlo al nostro fianco.

Cristina Attuati tratteggia la figura del presidente, Roberto Radici

Un presidente per amico

Dossier

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LA VOCE DEI Bancari

valore a dipendenti e clienti, veri pilastri del-l’impresa. Continuando a operare con obiettivia breve - afferma il segretario generale della Fi-ba - si remunera l’azionista ma si provocano ef-fetti sociali ed economici anche disastrosi. Laresponsabilità sociale è una alternativa di go-vernance allargata a dipendenti, clienti e comu-nità locali che è in grado di dare maggior valo-re aggiunto all’impresa. E l’azionariato dei la-voratori è lo strumento più importante del rifor-mismo del nostro tempo». Per Azzi, le banche di credito cooperativo si ri-conoscono nei temi proposti dal Congresso,«autonomia, democrazia economica e respon-sabilità sociale», temi che a detta del presi-dente di Federcasse sono «nel Dna delle azien-de che rappresento. Aziende aperte ai soci, aiclienti e attenti al territorio nel quale operano.Nel futuro vogliamo che continui ad essercispazio per le piccole e medie banche». Lamanda, di Capitalia, sottolinea come negliultimi tempi siano stati fatti grandi progressi,anche previo accordi col sindacato, nel rap-porto coi dipendenti e con i clienti. «È sba-gliato continuare a demonizzare le banche e

non riconoscere i progressi compiuti». PerMazzotta, tra capitale e interesse sociale ci puòessere conflitto, e sicuramente «massimizzareil profitto nel breve periodo si premiano gliazionisti, massimizzare il profitto a medio elungo periodo si fa l’interesse di tutta la so-cietà. In Italia - ha proseguito Mazzotta - nonsi crede nella partecipazione, è ancora forte lacultura del conflitto di classe che non è più tol-lerabile in un mondo con questo tipo di evolu-zione. Dobbiamo avere il coraggio - ha conti-nuato - di chiedere che vengano cambiate duerighe del diritto societario aprendo i consigli disorveglianza ai lavoratori». Per Mazzotta leaziende di credito debbono mettere al centrodelle loro attenzioni i clienti, ma per farlo oc-corrono dipendenti «giustamente motivati». Il segretario generale della Fabi, prima di la-sciare ancora la parola a Pezzotta sottolinea ilsignificato della scelta di fare il congresso a Ge-nova come nel 1950, per quello costitutivo. Uncongresso quasi rifondativo, un congresso percambiare rotta, un congresso per ricordare a tut-ti che le banche non sono solo dei bancari, masono di tutti. «Abbiamo riaperto il dialogo con

le confederazioni con umiltà e coraggio e dob-biamo dare atto alla Cisl, a Pezzotta e a Gallo diaverci aperto subito la porta». «La ripresa deldialogo con la Fabi, - chiude Savino Pezzotta -va nella logica del pluralismo sindacale al qua-le la Cisl ha sempre fortemente creduto. È un al-largamento del ruolo confederale di cui tutti do-vrebbero essere contenti».

Dall’alto: AlessandroAzzi, presidente di

Federcasse, SergioRizzo del Corriere

della Sera, e CarmineLamanda, direttore

generale di Capitalia. A sinistra, Saverio

Pezzotta discute conRoberto Mazzotta

e Cristina Attuati

RobertoRadici

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d i Pa t r i ck D i xon*

Incontro molte persone con alti livelli di re-sponsabilità che si sentono demotivati.Continui contraccolpi non lasciano loro iltempo di riflettere. Gli allarmi sullo statodell’economia, le pressioni sulle quotazio-ni azionarie, gli scandali societari, i rischi

associati ai mercati emergenti e le grandi in-certezze geopolitiche possono rendere ineffi-caci anche le strategie d’investimento più ac-curate. Analizziamo i sei fattori chiave che de-termineranno le nostre prospettive.

FrenesiaIl mondo sta cambiando a una velocitàimpensabile. Bisogna prestare atten-

zione agli eventi di grande impatto ma abassa probabilità. In una realtà sempre piùglobalizzata, avvenimenti di questo tipo cre-scono in misura esponenziale e ciascuno diessi genera nuove opportunità d’investi-mento ma anche nuovi rischi.Per prevedere il futuro non servono ricer-che di mercato. Il futuro è una questione diemozioni: le reazioni a determinati eventisono più importanti degli eventi stessi. Gliinvestitori capaci di indovinare l’orienta-mento dell’opinione pubblica potranno quin-di contare su un notevole vantaggio.L’era digitale creerà centinaia di migliaiadi nuove opportunità commerciali. Per esem-pio, i microchip Rfid (Radio frequency iden-tification devices) trasformeranno radical-mente le attività di produzione, distribuzione1

I trend futuri e il loroimpatto sugli investimenti

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Focu

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Un famoso opinionleader e futurologoillustra le tendenze

che potrebbero dominarela scena mondiale

nei prossimi dieci o vent’anni

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e commercializzazione dei prodotti, nonchéi viaggi, il turismo e l’intera nostra vita quo-tidiana. Gillette ne ha utilizzati 500 milio-ni in un solo anno e l’anno prossimo i for-nitori di Wal-Mart ne impiegheranno 10 mi-liardi per etichettare gli imballaggi inviatiai magazzini. Entro il 2020 dovrebbero es-sere attivi più di 200 miliardi di dispositi-vi intelligenti wireless, in grado di identi-ficare oggetti e persone a lunghe distanze.

UrbanizzazioneTutti gli occhi saranno puntati sulla ra-pida urbanizzazione dei paesi emer-

genti, in particolare Cina e India, e sull’in-fluenza che essi eserciteranno quando co-minceranno ad agire di concerto. Il divariotra i popoli più poveri d’Africa e quelli piùricchi di Nord America ed Europa sarà sem-pre maggiore, nonostante l’acceso dibatti-to pubblico e i numerosi programmi di aiu-to. Circa 450 milioni di bambini africaniche sopravvivono con un dollaro al giornodiventeranno adulti nei prossimi 15 anni eprobabilmente qualcuno di loro guiderà nuo-vi movimenti di protesta che potrebbero ri-velarsi più potenti di Al Qaeda.Nel frattempo, l’economia indiana sarà trai-nata dall’ingresso nella società consumisti-ca di un vasto numero di bambini, molti deiquali aspirano allo stile di vita occidentale.La Cina comincerà a risentire della relati-va scarsità di giovani complicata dalla ca-renza di 50 milioni di donne causata dallapolitica del figlio unico e dalla selezionedel sesso dei bambini durante la gravidan-za e subito dopo la nascita. Inoltre entram-bi i paesi dovranno affrontare il problemadell’emigrazione di centinaia di milioni didisoccupati dalle zone rurali verso le città.L’attuale quadro socio-politico cinese saràminacciato dalla rapida crescita dell’utiliz-zo di Internet, dei telefoni cellulari e di al-tre tecnologie. Diventerà impossibile man-tenere l’attuale regime fondato sul segretodi stato, sul controllo centrale e sulle limi-tazioni ai movimenti politici, senza impor-re forti restrizioni ai mezzi elettronici di co-municazione. Questa contrapposizione po-trebbe generare una maggiore liberalizza-zione oppure un’ulteriore repressione, o ma-gari una combinazione esplosiva di entrambea livello di singole regioni.Bisogna prestare attenzione alle opportu-nità legate ai prodotti a bassissimo costo ri-volti alla crescente popolazione delle me-tropoli o derivanti da una serie di fattoriquali le mode passeggere. Saranno i cam-biamenti della sfera sociale a modellare ilmodo di pensare e di sentire delle personee le attività commerciali del futuro, crean-do maggiori opportunità d’investimento.Gli anni 2015-2025 saranno caratterizzati daimportanti scoperte in campo medico, poichéla ricerca biotecnologica comincerà finalmen-te a produrre risultati concreti. Nei prossimidieci anni le attuali stime sull’aspettativa di vi-ta nelle nazioni ricche andranno sensibilmen-te riviste al rialzo, con serie conseguenze perle finanze pubbliche e i bilanci aziendali inpaesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito. È

probabile che si generino nuovi settori econo-mici legati alla ricchezza e alle esigenze deipensionati, mentre l’età pensionabile diven-terà sempre più flessibile. La vecchiaia sarà fi-nanziata in modo sempre più creativo: semprepiù persone meno giovani vivranno per mesi oanni in località estere caratterizzate dal mino-re costo della vita, dando in affitto la propriaabitazione principale nel paese d’origine econcedendosi i lussi che non potrebbero altri-menti permettersi, facendo ritorno nel propriopaese solo quando saranno gravemente malatio non più autosufficienti.

TribalismoNonostante la crescente globalizzazio-ne, la spinta vitale più potente rimarrà

il tribalismo, ovvero il senso di apparte-nenza a un gruppo esclusivo di individui si-mili tra loro. Questo concetto anima centi-naia di conflitti e tensioni in tutto il mon-do. Il terrorismo continuerà a costituire unaminaccia, provocando un numero relativa-mente esiguo di vittime, pur scatenando pau-re irrazionali nelle masse. La gente reagiràsacrificando le libertà personali in cambiodi maggiore sicurezza.Tuttavia, il tribalismo rappresenta un’in-credibile forza positiva: costituisce il prin-cipio fondante di ogni famiglia e di ogniquartiere, è ciò che ci rende orgogliosi diessere ciò che siamo. Il bisogno di appar-tenere a un gruppo ha anche indotto la crea-zione di «tribù moderne», nelle quali gli in-dividui si identificano in quanto adottano3

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d i F ranz i ska Zydek

Immaginate una nocciola accanto al pianeta Terra. Questoparagone rende l’idea delle dimensioni con cui ha a che fare lananoscienza: essa si occupa infatti di atomi, gli elementi basedella materia. La grandezza di un atomo rispetto a quella della

testa di uno spillo è paragonabile a quella di una nocciolarispetto alla Terra. È in questo infinitesimale mondo di nanopar-ticelle che opera la scienziata trentaquattrenne Martina Hiraya-ma. Ha la cattedra di chimica industriale presso la scuolauniversitaria professionale di Zurigo a Winterthur e il team dalei guidato è il numero uno nel mondo per la ricerca di polimeri(fibre sintetiche) su superfici e interfacce. Sotto la sua supervi-sione, i nanotecnologi assemblano atomi creando piccolemolecole che vengono poi applicate su diversi materialisottoforma di strati ultrasottili. In questo modo gli scienziaticercano di sviluppare nuovi rivestimenti per materiali sinteticiindustriali con caratteristiche meccaniche, ottiche ed elettrichesempre più avanzate. La natura insegna. «Nella nostra attività analizziamo comedeterminati processi avvengono in natura e cerchiamo diriprodurli per scopi industriali». Martina Hirayama ci spiega peresempio l’effetto loto: «La foglia di loto è asciutta e pulita anchequando piove. La struttura della sua superficie è dotata diun’elevata idrofobicità refrattaria all’acqua e allo sporco».Attraverso il microscopio elettronico a scansione, gli scienziatipossono osservare la struttura della foglia di loto. In termininanometrici sul lato esterno della foglia si trovano piccoleparticelle globulari. Su questi minuscoli rilievi molecolari lagoccia d’acqua scivola portando via con sé anche lo sporco. Inrealtà la goccia entra in contatto solo con il lato esterno dellananoparticella, senza lambire la superficie della foglia. L’effettoloto è stato replicato a poco a poco sulla vernice per esterni, peresempio, su cui l’acqua piovana esercita una funzione pulente,oppure le piastrelle dei bagni che si mantengono pulite facil-mente. Osservare per avere successo. La scienziata affronta conpassione domande solo apparentemente semplici. Nella sua tesidi dottorato nel 1997 ha esaminato il motivo per cui le colleincollano scoprendo, per caso, come strati sottilissimi possanoaderire perfettamente a diverse superfici. La sua scoperta hapermesso di rivestire materiali come legno, metallo, vetro, cartao tessuti favorendo la traspirazione dei materiali di supporto esenza causare effetti secondari, quali scolorimento o luciditàdelle superfici. «Come accade spesso nella scienza, è valsa lapena di osservare le cose da vicino. Non abbiamo rinunciato auna partita che all’inizio sembrava perduta», sostiene Hirayama,«chiedendoci invece in che modo avremmo potuto fare tesoro

dei risultati». Oggi grandi impreseinternazionali hanno ottenuto lalicenza per il suo brevetto, chesembra non conoscere limiti diapplicazione. In tutto il mondo inanotecnologi cercano di scoprirei segreti della natura e di riprodurlicreando nuove tecnologie.

Diversamente che in natura però gli scienziati sono in grado dioperare in condizioni di asetticità, vuoto o temperature estremeal fine di dare origine a materie straordinarie con caratteristichepersistenti. Le nanotecnologie come discipline del futurotrovano applicazione in tutti gli ambiti della nostra vita quotidia-na, dalla medicina alla tecnologica informatica fino alla ricercaspaziale. I loro effetti non sono immediatamente evidenti, matutto diventa semplicemente «un po’ più intelligente» intorno anoi: i parabrezza e le lenti degli occhiali sono a prova di graffio,i diodi luminosi delle luci di arresto delle automobili contengo-no raffinati sistemi a strati per trasformare la corrente elettrica inluce e i cosmetici moderni proteggono meglio la pelle dai raggiUV dannosi. Forse un giorno si riuscirà a produrre correnteelettrica mediante strati termoelettrici in modo economico edecosostenibile oppure a sostituire i combustibili fossili produ-cendo idrogeno da fonti rinnovabili. Si nutrono molte speranzeanche in campo medico per concentrare le cure direttamente sulfocolaio della malattia, annullando ogni effetto invasivo. La perfezione inimitabile del mondo animale.Al momento,Martina Hirayama e il suo team studiano il fenomeno dellaformazione del calcare, o meglio alla prevenzione dellaformazione del deposito di strati calcarei sui materiali medianteun efficace rivestimento. Il calcare è un problema che colpiscein misura uguale il settore industriale e l’ambito domestico. «Perrisolverlo bisogna determinare le caratteristiche che unasuperficie deve possedere perché non si formi il calcare». Perquesto motivo, la giovane scienziata chiede al suo team dianalizzare, tra le altre cose, le conchiglie che sono per lo piùformate da carbonato di calcio. «Il controllo della cristallizza-zione è decisivo sia per la costituzione del guscio delle conchi-glie, sia per la prevenzione di incrostazioni calcaree. C’è ancoramolto da imparare dalla natura!», afferma convinta. Oggi lanatura supera di gran lunga le nanotecnologie. Prendiamo peresempio il geco: questa piccola lucertola riesce ad arrampicarsisu qualsiasi tipo di muro e a restarvi attaccata a testa in giùanche solo con un piede. Tali acrobazie sono possibili graziealla nanostruttura delle dita delle sue zampe, munite di lamelleadesive che gli consentono di avvicinarsi fino a pochi nanometridi distanza alla superficie del muro. «Oggi questo effettoadesivo è perfettamente spiegabile, ma non si è ancora riusciti ariprodurlo. La tecnica di movimento del geco è tuttora unica einimitabile nella sua perfezione», spiega sorridendo MartinaHirayama.

In viaggio nelle nanotecnologie

Focus

MartinaHirayama

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Focus

determinati stili di vita o modelli di consu-mo. Il tribalismo sarà il segreto del suc-cesso delle strutture più potenti, dei movi-menti popolari e delle linee di prodotto piùaffermate.

UniversalitàL’universalità è l’opposto del tribali-smo. La globalizzazione, con i suoi «su-

per marchi» e le sfide legate alla necessitàdi gestire in modo più efficiente le attivitàglobali, contribuisce alla nascita di nuovetecnologie e all’emergere di società e teamvirtuali. I consumatori saranno esposti a piùdi 30 mila marchi, oltre 2 miliardi di dol-lari saranno spesi in pubblicità ogni mesee buona parte di questi investimenti sarà in-dirizzata verso nuovi canali e metodi di pro-mozione. Per evitare che i loro dirigenti tra-scorrano più di sei settimane all’anno in vo-lo, le multinazionali si serviranno di nuovimodi di comunicare. Il fuso orario diven-terà l’ostacolo principale al villaggio glo-bale, poiché le persone dovranno alzarsi dalletto per partecipare a riunioni virtuali.Il futuro dell’Europa sarà dominato da dueforze contrapposte: il tribalismo, che ha giàcausato la frammentazione di alcuni paesieuropei, e l’universalità, che tende invecea fondere queste stesse fragili nazioni in ununico «super stato». La «pulizia etnica» fon-data sull’intimidazione e sulla violenza ri-marrà una realtà quotidiana in Europa, nonsolo in alcune parti dell’ex Iugoslavia maanche nel Regno Unito (Irlanda del Nord)e altrove. È probabile che nei principali pae-si europei vengano attuate riforme di am-pio respiro, soprattutto sul fronte del mer-cato del lavoro, ma queste non saranno suf-ficienti a combattere la crescente frustra-zione nei confronti della bassa crescita eco-nomica e delle costose e distanti istituzio-ni comunitarie.La globalizzazione darà nuova forma alleaziende di grandi dimensioni e le societàconcorrenti si ristruttureranno mediante on-date successive di fusioni, acquisizioni, ces-sioni o nuove alleanze. Tuttavia aumente-ranno al contempo le reazioni negative al-la globalizzazione, al dumping e all’out-sourcing. Emergeranno solide strutture in-caricate di controllare questo villaggio glo-bale, principalmente sotto l’egida delle Na-zioni Unite. Nei prossimi 25 anni la globa-lizzazione e la straordinaria (ma disomo-

genea) crescita economica dei paesi emer-genti permetteranno a un miliardo di per-sone di superare la soglia della povertà as-soluta, generando nuove risorse da investi-re in sanità, istruzione e infrastrutture.

RadicalismoPochi lavoratori o consumatori saran-no membri attivi di partiti politici, ri-

spetto alla vasta maggioranza dei firmataridi petizioni o di chi si batte per una causa.Con l’uscita di scena degli schieramenti tra-dizionali di destra e sinistra e l’indeboli-mento dei governi, le aziende diventerannoancora più vulnerabili agli attacchi sferratidai gruppi di pressione. Il concetto di com-pliance è già superato ed è ormai utilizza-to solo nell’ambito delle strategie di difesastudiate per evitare il carcere agli alti diri-genti. In futuro il pieno rispetto della leg-ge non basterà a giustificarsi dalle accusedi comportamento immorale.La sostenibilità ambientale rimarrà una que-stione cruciale nel lungo periodo, creandoinnumerevoli opportunità d’investimento ecausando notevoli problemi alle industrietradizionali. Cina, India e paesi dell’Africasub-sahariana faranno valere il proprio di-ritto a una nuova rivoluzione industriale ele nazioni più ricche dovranno offrire in-centivi più cospicui per indurli a sviluppa-re fonti energetiche alternative. Il cambia-mento climatico innervosirà sempre più lecompagnie assicurative esposte ai rischi dieventi naturali. Gli Stati Uniti si allinee-ranno agli altri paesi sviluppati sul frontedella prevenzione del riscaldamento globa-le, dopo una serie di eventi che causerannoingenti danni e rafforzeranno sempre più lapercezione che il cambiamento climatico siauna minaccia alla sicurezza nazionale.

EticaLe questioni più spinose nei prossimi15 anni saranno di natura etica. In qua-

le tipo di mondo vogliamo vivere? Che nesarà del futuro dei nostri figli? Quando di-scuto del futuro con gli investitori privati,mi accorgo che finiscono per parlare quasisolo di questioni personali, come valori, prio-rità, etica, motivazione e spiritualità: tuttitemi che rivestiranno un’importanza fon-damentale per le grandi aziende.Molti tra gli investitori che incontro hannopiù denaro di quanto possano spendere inuna vita intera; tuttavia temono che il pa-trimonio che lasceranno in eredità possa ro-vinare il carattere dei loro figli, o addirit-tura dei figli dei loro figli. Ma allora per-ché investire per diventare ancora più ric-chi?Questo è uno dei motivi per cui la maggiorparte degli investitori privati facoltosi si im-pegna nel sociale. Molti di loro dedicanoparecchio tempo e denaro alle cause in cuicredono per il bene della comunità o dellepersone bisognose. Anche la motivazionepersonale sul lavoro è drasticamente cam-biata negli ultimi cinque anni e questa ten-denza sembra destinata a permanere. La gen-te vuole sapere che ciò che fa ha un signi-ficato, e non solo trovare un equilibrio trail lavoro e la vita privata. Il segreto per fa-re breccia nel cuore delle persone risiederànella capacità di dimostrare che i propri in-vestimenti, prodotti o servizi aiutano a co-struire un mondo migliore, non solo per isingoli e le loro famiglie, ma anche per lacomunità e l’intero genere umano. Il cau-se-related marketing, la promozione di ini-ziative socialmente utili, continuerà a svi-lupparsi rapidamente.

Questi sei fattori corrispondono alle seifacce di un dado, ma ciascuno di essi puòassumere un’importanza particolare per ognipersona in momenti della vita diversi. Lamaggior parte dei grandi manager vede ilmondo in un’ottica di frenesia, urbanizza-zione e universalità; ma quante personeorientate al radicalismo, all’etica e al tri-balismo sono necessarie per cambiare le co-se? Secondo i presidenti e gli amministra-tori delegati di molte multinazionali, è suf-ficiente una percentuale dello 0,5-2%. Unsolo investitore privato deciso a trasforma-re le politiche aziendali può bastare perchél’a.d. non riesca a chiudere occhio la notteprima dell’assemblea degli azionisti.

* Fellow professor della London BusinessSchool e autore di numerosi libri tra cui

Building a Better Business, pubblicato nel2005. L’articolo è stato riprodotto da Wealth

Management, trimestrale di Strategie e Investimenti edito da UBS, il gruppo bancario

svizzero, da cui è stato tratto anche l’articolo di Franziska Zydek, giornalista di Zurigo

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LA VOCE DEI Bancari

Patrick Dixon (sotto) è intervenuto al Forum economico mondiale di Davos ed è opinion leader riconosciuto su eventi globali e questionidi natura etica. È, tra l’altro presidente di Global Change Ltd.Accanto: scene di vita futura

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Focus

di Stefano Valentino

Le banche italiane cercanoun’ulteriore espansione neipaesi dell’Est Europa, perchéquesti mercati crescono ve-locemente e sono sempre piùcompetitivi. L’allineamento

con gli standard Ue in materia disorveglianza e trasparenza, che èin corso di completamento, favo-rirà ancor più l’integrazione tra Este Ovest e la razionalizzazione delbusiness del credito. I concorrentidegli istituti tricolori sono soprat-tutto gli austriaci, i tedeschi, i bel-gi e i francesi. L’obiettivo comuneè l’integrazione dei servizi retail ecorporate nonché l’innovazionetecnologica per allargare le quotedi mercato, riducendo al tempostesso i costi e aumentando la qua-lità dei servizi. UniCredit rilevan-do Hvb si è assicurata la leadershipnell’Est Europa, grazie alla rete dipartecipazioni possedute dalla ban-ca tedesca. Ma i suoi più diretti con-correnti, Banca Intesa e Sanpaolo-Imi proseguono con i loro piani dicrescita, che sono stati raccontati aLombard da Ignacio Jaquotot, vi-cepresidente della Vub (Slovac-chia), Giancarlo Miranda, vicepre-sidente della Privredna Zagrebbanka (Croazia), Corrado Casali-no, vicepresidente di Banka Koper(Slovenia), Laszlo Torok, ad di Cib

Bank, Pier Luigi Mastrapasqua, di-rettore di Inter-Europa bank (Un-gheria), e Marco Capellini, diret-tore di Sanpaolo-Imi in Romania.

Mercati concentratiBanca Intesa difende un vantaggio-so status quo in Slovacchia, dove lacontrollata Vub appartiene al grup-po delle tre principali banche delpaese che controlla il 50% del mer-cato. «Non prevedo per il futuronuove concentrazioni, rientriamonella fascia di quota di mercato ot-timale che va dal 18 al 35%», spie-ga Ignacio Jaquotot di Vub. «Co-munque a noi non serve fare acqui-sizioni per rafforzare la competiti-vità». In Croazia, sembra che non cisia più spazio per le acquisizioni, al-meno stando a quanto sostieneGiancarlo Miranda di Privrednabanka Zagreb, base di Banca Intesanel paese balcanico. «Le prime seibanche sono italiane e austriache edetengono il 70-80% del mercato»,spiega Miranda. La difficoltà è piut-tosto conciliare crescita e redditi-vità. «È meglio un return on equitydel 20% che un 2% in più di quotadi mercato». Nella confinante Slovenia, CorradoCasalino di Banka Koper, controlla-ta da Sanpaolo-Imi è su posizionianaloghe. «La crescita a tutti i costi esenza correlazione tra rischi-rendi-mento non ci piace», spiega. Tutta-

via Banka Koper non disdegnereb-be di aumentare la quota di mercatodall’attuale 6% a un 10-15% per ac-crescere la redditività. In un sistemabancario fortemente regionalizzato,Banka Koper domina nell’area diCapodistria (85% di market share)mentre non supera il 2,5% nel restodella Slovenia. «Il mercato è relati-vamente poco concentrato visto chel’80% dei fondi è in mano a 9-10banche su un totale di 20 istituti e 2milioni di abitanti», spiega Casali-no. «Non vedo tuttavia praticabileuna crescita nei prossimi anni attra-verso M&A perché dubito che laBanca centrale ci autorizzi a fare ac-quisizioni». In Ungheria, le dimensioni sono aldi sotto della soglia ottimale. LaszloTorok, a.d. della Cib bank controlla-ta da Banca Intesa, ambisce a rag-giungere una quota di mercato del10% per vie interne. Ma non escludeoperazioni di M&A. «Siamo prontia operare nuove acquisizioni soprat-tutto se ci permettono di rafforzarcinel comparto retail», spiega Torok.Il potenziale esiste tenuto conto del-la frammentazione del mercato traben 40 banche internazionali. «Leautorità di vigilanza non avrebberoproblemi ad autorizzare nuove con-centrazioni», pensa Torok. Pier Lui-gi Mastrapasqua, direttore di Inter-Europa bank controllata da Sanpao-lo-Imi, si pone come obiettivo una

LA VOCE DEI Bancari

I dirigenti dei gruppiitaliani in Ungheria,Croazia, Slovacchia,Slovenia, Ungheria

e Romania spiegano, in queste interviste

raccolte da Lombard,perché le banche abbiano

puntato decisamente ai nuovi mercati emergenti

All’attaccodell’ EstEuropa

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Focus

quota ottimale di mercato che va dal4 al 6%. Una situazione analoga ca-ratterizza la Romania dove le trebanche più grandi non superano il35% del mercato. «Il mercato ban-cario rumeno non presenta attual-mente problemi di concentrazioneeccessiva», spiega Marco Capellini,direttore generale di Sanpaolo-ImiRomania, «peraltro, la banca centra-le cerca di incoraggiare le piccolebanche locali a crescere oppure a es-sere cedute a gruppi internazionali».Si stima che in futuro rimarranno inRomania la metà delle 40 banche at-tuali. Una presenza significativacomporta come minimo il 3% diquota di mercato nei piani dell’isti-tuto torinese.

Puntare sul retailLa Vub, originariamente focaliz-zata sulle imprese prima di esse-re rilevata da Banca Intesa, staoggi cercando di riorientarsi sul-la clientela retail. «Approviamocentinaia di mutui ogni giorno.La market share è il 35%, la piùelevata in Slovacchia», spiega Ja-quotot. Mutui e crediti al consu-mo sono i servizi più richiesti.Nel corporate, in cui la Vub oc-cupa il 2° posto con il 20% dimarket share, prevalgono gli im-pieghi a medio-lungo termine.«Cresciamo molto soprattutto trale piccole e medie imprese. Nel2004 abbiamo effettuato impie-ghi per 10 miliardi di euro», di-ce Jaquotot. Anche la Cib bankopera molto nel corporate (8%market share), che è il mercatopiù sviluppato in Ungheria, e cer-ca di recuperare nel retail (5%).«Ci sono buone prospettive dicrescita soprattutto per i mutuiche sono molto richiesti», spiegaTorok. Attualmente la controlla-ta di Banca Intesa è numero unonei servizi alle grandi municipa-lità ungheresi, nel leasing, so-prattutto quello richiestissimoper l’acquisto di auto, e nelproject finance, molto sviluppa-to dato che l’Ungheria attrae mol-ti investitori interessati all’im-mobiliare. Anche la domanda dicredito al consumo sta comunqueaumentando e Cib bank è stata laprima ad introdurre la shoppingcard. «Offriamo anche servizimirati agli investitori che vo-gliono operare in altri paesi del-l’Est, soprattutto in Croazia do-ve il costo dei finanziamenti è su-periore a causa delle limitazioniall’attività creditizia imposti allebanche», spiega Torork. Per Ma-strapasqua, in Ungheria la reddi-tività è più elevata sui prodotti piùinnovativi. «I servizi maggior-mente richiesti sono linee di cre-dito, servizi remote di banca elet-tronica, assistenza all’accesso di

fondi agevolati o finanziamenti afondo perduto, leasing di benistrumentali e immobiliare», spie-ga il direttore di Inter-Europabank. Anche qui sono i servizi re-tail i più redditizi: oltre ai mutui,i depositi a termine, i finanzia-menti agevolati al consumo. La situazione è simile in Romaniadove l’offerta bancaria è compostaper la maggior parte da prestiti tradi-zionali e servizi connessi per picco-le e medie imprese. «Solo negli ulti-mi tempi si nota una crescita delmercato delle carte di debito/credi-to, del credito al consumo e di quel-lo fondiario», spiega Capellini. «Laredditività media per prodotto(spread e commissioni) si mantienesuperiore ai mercati europei piùevoluti, il gap verrà colmato neiprossimi tre/cinque anni». Diversala situazione nel mercato slovenodove il settore delle carte di credito ègià molto evoluto (ce ne sono 3 mi-lioni, una volta e mezza il numero diabitanti) come anche l’internetbanking. «Ci interessa più l’attivitàdiretta con la clientela che la inter-mediazione finanziaria e il wholesa-le banking», spiega Casalino.Banka Koper è leader nelle creditcard con «Activa» un sistema bre-vettato di soluzioni informatichecomplesse che gestisce 1,1 milionicarte di credito e di carte fidelity deisupermercati, dalla fase di addebitofino all’emissione e all’effettivatransazione. Altro servizio di puntaè il cash management alle impreseattraverso soluzioni informaticheche collegano tutti conti delle filialia quello della società capogruppo.«In Slovenia siamo gli unici a poter-lo offrire a livello internazionale uti-lizzando la piattaforma di Sanpaolo-Imi e il network mondiale Ibos»,spiega Casalino. La sussidiaria diSanpaolo-Imi controlla inoltrel’11% del mercato dei Pos sui qualipercepisce una commissione per

ogni pagamento cliente-negoziante.«Abbiamo creduto prima di altrinella diffusione presso i privati e leimprese dei mezzi di pagamentoelettronici», spiega il vicepresidentedella banca. Anche in Croazia il mercato dellecarte di credito è molto sviluppato,con una forte concorrenza tra le ban-che sulle commissioni. «Il nostroobiettivo è diventare un centro di ec-cellenza delle carte di credito neiBalcani, comprese Serbia e Bosnia-Erzegovina attraverso la licenzaesclusiva ad emettere American ex-press cards», spiega Miranda. Tragli altri due servizi molto richiesti, illeasing per l’acquisto di auto e i mu-tui, Privredna Zagreb banka si foca-lizza sui mutui perché meno rischio-si. «Stiamo offrendo una gamma dinuovi prestiti immobiliari attraversoaccordi di bancassicurazione conGenerali e Croatia Osiguranije»,spiega Miranda.

La rete è strategica La parola d’ordine delle bancheitaliane all’Est è rafforzare la retedistributiva. Vub sta completandoil restyling e il ricollocamento inaree più strategiche delle sueagenzie. Inoltre a giugno ha com-prato la società slovacca leader nelconsumer finance, Tatra credit po-prad, attraverso la quale intendeestendere l’attività a una fascia di

clienti tradizionalmente meno ser-vita dalle banche, i piccoli rispar-miatori. «Siamo gli unici a intra-prendere questa via», spiega Ja-quotot. Due anni fa la Cib bankaveva 40 sportelli, alla fine del2007 ne avrà 120. Ogni sportelloin più costerà almeno 1 milione dieuro. Ma non basta. «In futurodobbiamo concentrarci anche sul-le pmi visto che il margine di cre-scita delle grandi imprese si è ri-dotto», spiega Torok. Anche Privredna Zagreb bankamira a coprire le aree territorialidove non è rappresentata e nonraggiunge il 20% di quota di mer-cato, ossia la periferia di Zagabriae la costa dalmata. «Stiamo anchecercando di vendere i fondi d’in-vestimento di Banca Intesa, ma sitratta di un mercato che si sviluppalentamente poiché i depositi ban-cari sono ancora molto remunera-tivi (4% di interessi)», spiega Mi-randa. San Paolo-Imi intende se-guire la via dell’estensione dellarete territoriale sia in Romania, fi-no ad arrivare a 70/75 sportelli, siain Ungheria: entro il 2010 Inter-Europa bank ha previsto di au-mentare il numero delle filiali (da29 a 55), in modo da raddoppiarela quota di mercato.

L’articolo è tratto da Lombard, la rivista di finanza internazionale

del gruppo Class Editori

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UniCredit-Hvb crea problemi agli antitrustL’operazione UniCredit-Hvb potrebbe provocare una serie di reazioni a ca-tena in diversi paesi in cui i due gruppi detengono già importanti quote dimercato. In Croazia ci sono problemi con l’antitrust, perché la banca cen-trale non accetta che le prime tre banche abbiano una quota di mercatoche supera il 60%. UniCredit, la cui attività nell’Europa dell’Est è gestita daAndrea Moneta, ha ormai superato questa soglia integrando all’attività svol-ta direttamente quella di Zagrebaska bank, controllata da Hvb, Banca In-tesa e alla Austrian Ertse bank, che ha una quota di mercato del 55%. «Labanca centrale potrebbe richiedere a UniCredit di vendere una delle duebanche», dice Giancarlo Mirando della Privredna banka Zagreb. «Questopotrebbe costituire un’opportunità allettante per quegli investitori che desi-derano entrare nel mercato croato. Non possiamo proporci per l’acquisi-zione di Hvb per la stessa ragione per cui UniCredit dovrebbe essere ob-bligata a venderla. Potrebbero essere interessate la Sogen o la Kbc». Se-condo Mirando, attraverso Hvb, UniCredit potrebbe rafforzare la sua posi-

zione sulla costa dalmata, mentre Zagrebaska è particolarmente forte nell’area continentale. InSlovacchia l’operazione potrebbe lanciare il quarto gruppo bancario del paese con una quota dimercato del 10-11%. Dal punto di vista delle regole antitrust non dovrebbero esserci problemi,secondo quanto ritiene Ignacio Jaquotot di banca Vub. «L’entità che risulterà da questa fusionepotrà contare su una forte complementarità tra le attività corporate (Hvb) e retail (UniCredit), am-biti in cui sarà probabilmente più aggressiva», dice il vicepresidente di banca Vub. L’impatto inUngheria potrebbe essere meno rilevante nel caso in cui HVB occupasse un dignitoso, e per nien-te minaccioso, ottavo posto con una quota del 6%. «Attraverso le acquisizioni UniCredit riescetutt’al più a richiamare una fetta di clientela italiana attiva sul mercato ungherese», ha osservatoun banchiere. La storia è la medesima per la Romania. Lì infatti la fusione porterà all’integrazio-ne di tre banche locali, HVB Romani, Banca Tiriac e UniCredit Romania, le cui quote raggiungo-no se sommate il 9% del mercato. «Non ci saranno né problemi di antitrust né sbalzi per il mer-cato locale», ha dichiarato Marco Capellini di Sanpaolo IMI in Romania. La situazione è presso-ché la stessa, con alcune piccole variazioni, in Slovenia, dove Banca Austria raggiunge un setti-mo posto. «UniCredit potrebbe integrare nuovi servizi a quelli già eccellenti offerti da Banca Au-stria, la quale non ha alcun problema di efficienza».

Andrea Moneta, responsabiledelle attività nell’Est Europa

per Unicredit-HVB

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Importante sen-tenza della Cortedi giustizia euro-pea che, su ricor-so di un lavorato-re in «esodo» del

settore credito, ne haaccolto le ragioni. Insintesi, la normativafiscale italiana pre-vede che le somme

percepite a titolo di «incentivi alle dimissioni»da un rapporto di lavoro dipendente, siano as-soggettate a tassazione separata, alla stessaaliquota del trattamento di fine rapporto (Tfr).Tuttavia, se il lavoratore, al momento della ces-sazione del rapporto, ha compiuto 50 anni sedonna o 55 se uomo, la tassazione viene «ab-battuta» alla metà dell’aliquota Tfr.Nella sentenza di cui sopra, tuttavia, la Corte digiustizia europea ha ritenuto che la differenza

di tassazione per gli uomini di età compresa frai 50 e i 55 anni sia da considerare una discrimi-nazione basata sul sesso e, pertanto, da ri-muovere.Di conseguenza, il fisco dovrà restituire lametà delle imposte trattenute ai lavoratori disesso maschile che abbiano cessato il rap-porto di lavoro, per qualunque motivo, perce-pendo somme a titolo di «incentivo all’esodo»o equiparate.Ad analogo trattamento fiscale sono, inoltre,assoggettati anche gli «assegni straordinari»pagati dai «fondi di solidarietà» del settore cre-dito e del credito cooperativo.Invitiamo, pertanto, tutti gli interessati a con-tattare le strutture sindacali Fabi per attivare larichiesta di rimborso degli arretrati, che po-tranno essere recuperati se percepiti fino a unmassimo di 48 mesi dal momento della do-manda.Poiché è immaginabile che gli uffici perifericidel fisco potrebbero non provvedere al rimbor-so in mancanza di istruzioni, probabilmente

sarà necessario presentare apposito ricorso al-le commissioni tributarie competenti per terri-torio. Le strutture Fabi sono a disposizione perogni chiarimento.

SOMME CORRISPOSTE AI LAVORATORI A TITOLO DI INCENTIVO ALLE DIMISSIONI

Con la sentenza in questione, la Corte euro-pea ha ritenuto discriminatoria e, pertanto,contraria alla direttiva 76/207/Cee, tale arti-colazione della normativa italiana. In partico-lare, ha ritenuto che anche i lavoratori di ses-

Posizioni interessateLavoratori di sesso maschile che

abbiano cessato il rapporto dilavoro, a qualunque titolo, in età

compresa fra i 50 e i 55 anni;

Tipologie interessateEsodati, pensionati, lavoratori

dimessi a qualunque titolo

Una parte delle trattenute fiscali ai lavoratori che hanno accettato gli incentivialle dimissioni vanno loro restituite: lo ha stabilito la Corte di giustiziaeuropea. Il ricorso va fatto entro 48 mesi dalla domanda di esodo

Ue: meno tasse per chi lasciaS

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Come accennato in precedenza,il diritto al recupero della mag-giore imposizione si prescrive, inbase alla vigente normativa, do-po 48 mesi dal momento dell’e-rogazione delle cifre e conte-stuale assoggettamento a impo-sta. Pertanto, potranno accedere i la-voratori che abbiano percepito lecifre di cui sopra dalla fine del2001 a oggi, marzo 2006.A tal fine, va presentata un’appo-sita istanza di rimborso all’Agen-zia delle entrate (vedi facsimiledomanda di rimborso).Allo stato attuale non ci risulta sia-no state diramate istruzioni affin-ché i detti uffici periferici accol-gano tali istanze. Quindi è facil-mente prevedibile che possa ve-rificarsi una delle due seguentiipotesi:• che la richiesta venga respinta:

in tal caso l’interessato dovràpresentare apposito ricorso al-la Commissione tributaria pro-vinciale competente, entro 60

giorni dalla notifica del rigetto;• che l’Agenzia delle entrate non

dia seguito alla richiesta: in talcaso, trascorsi 90 giorni dall’i-noltro della domanda, si formail cosiddetto «silenzio-rifiuto».Anche in tal caso, occorreràpresentare ricorso alla Com-missione tributaria.

Per ogni chiarimento di caratterenormativo, le nostre strutture po-tranno rivolgersi alla Commissio-ne nazionale esodati:

- Barchietto Giuseppe, Settorecredito, telefono 0321-391378,c/o Sab Novara;

- Mazzoldi Piergiuseppe, Setto-re credito cooperativo, telefono030-2420321, c/o Sab Brescia;

- Saporito Vincenzo, Coordina-tore, telefono 0382-539743, c/oSab Pavia.Per le eventuali procedure di ri-corso alla Commissione tributa-ria, il Caaf Fabi provvederà a for-nire alle strutture le istruzioni perl’assistenza agli interessati.

Come fare per recuperare le imposte

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Sindacato & Servizi

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so maschile che abbiano cessato il rapportodi lavoro in età compresa fra i 50 anni compiutie i 55 anni abbiano diritto all’abbattimento del-le imposte riservato finora solo alle donne.Tale sentenza, per sua natura, ha effetto re-troattivo. Di conseguenza, gli interessati po-tranno richiedere il rimborso della maggiore im-posizione subita qualora non siano trascorsipiù di 48 mesi dalla data di erogazione dell’in-centivo. Vediamo, dunque, nel dettaglio qualisono le tipologie di lavoratori e di somme in-teressate dalla sentenza, nonché le modalità ei termini per il recupero.La sentenza in parola è stata originata dal ri-corso di un lavoratore che ha avuto accessoal «fondo di solidarietà» del settore credito, eche ha visto accolte le proprie motivazioni peruna riliquidazione dell’«assegno straordinario»percepito.Ricordiamo, infatti, che gli assegni straordina-ri erogati dai fondi di solidarietà del settore«credito» e «credito cooperativo» sono assog-gettati al regime della tassazione separata,essendo stati fiscalmente equiparati a«incentivi alle dimissioni» erogati rateal-mente.Vediamo quali sono i riflessi per questilavoratori.

LAVORATORI ESODATI. FONDI DI SOLIDA-RIETÀ CREDITO, CREDITO COOPERATIVO

a)ASSEGNO STRAORDINARIO SETTORE CREDITOE CREDITO COOPERATIVO

I decreti interministeriali 157 e 158 del 2000che istituiscono i fondi di cui sopra, garan-tiscono, in parole povere, l’importo nettoche spetta al lavoratore, indipendentemen-

te da qualepossa esse-

re, pertanto,l’importo lordo del-

l’assegno.Ne conseguirebbe, secondo

un’interpretazione, che una minoreimposizione si tramuterebbe in un sem-plice minor costo aziendale.Portando tale linea interpretativa allesue conseguenze estreme, qualoral’interessato ottenesse un rimborso dalfisco di una maggiore imposizione su-bita, tale rimborso potrebbe essere ri-vendicato dall’Inps e/o dall’ex datore

di lavoro, in quanto darebbe luogo aun importo netto più alto del dovuto a fa-vore del lavoratore esodato.Benché tale linea interpretativa non sembri,a nostro avviso, presentare fondamenta so-lide per gli assegni già erogati, riteniamodoveroso che le strutture avvisino gli inte-ressati dell’esistenza della problematica.

b)QUANTO DETTO SOPRA PRESENTA DUE CASIPARTICOLARI

Lavoratori in esodo ex dipendenti da con-cessionarie della riscossione.Questi ultimi ricevono l’assegno straordina-rio a tassazione ordinaria e, pertanto, nes-sun riflesso deriva dalla sentenza in que-stione.Tuttavia, gli stessi possono essere interes-sati da erogazioni di cifre di cui al punto c)seguente.Lavoratori ex dipendenti della Banca nazio-nale del lavoro.Tali lavoratori, negli anni scorsi, andavano in«esodo» in base a un accordo sindacaleaziendale che esulava, di fatto, dal mecca-nismo dei «fondi di solidarietà» nazionali.Gli stessi, pertanto, alla cessazione del rap-porto percepivano semplicemente un puroincentivo alle dimissioni erogato in più rate

a mezzo bonifico bancario e con sostitutod’imposta Banca nazionale del lavoro.Non vi è alcun dubbio, a nostro avviso, che ilrecupero della maggiore imposizione sia diesclusiva competenza dell’interessato.

c)ALTRE SOMME PERCEPITE A TITOLO DIINCENTIVO ALLE DIMISSIONI DAGLI «ESODATI»

Numerosi accordi sindacali aziendali hannoprevisto somme a titolo di incentivo all’eso-do, sia in casi di accordi su base di cessa-zione volontaria sia in casi di accordi su ba-se di cessazione «coatta».A solo titolo di esempio:• somme pari a un certo numero di mensilità

per adesione tempestiva all’esodo entro unadata predeterminata;

• somme, spesso rapportate a mensilità, a ti-tolo di equivalente al preavviso alle dimis-sioni;

• somme erogate al momento della dimissio-ne, equivalenti all’importo che l’aziendaavrebbe versato al fondo pensioni;

• altre somme previste da accordi aziendali oindividuali.

Su tali somme non vi è dubbio alcuno che ilrecupero della maggiore imposizione vada aesclusivo beneficio dell’interessato.

LAVORATORI DIMESSI A QUALUNQUE ALTRO TITOLO

I lavoratori dimessi, qualora abbiano per-cepito somme a titolo di incentivo alle di-missioni, per esempio qualcuna delle tipo-logie riportate al punto c) appena sopra,possono richiedere il recupero delle mag-giori ritenute senza alcuna residua proble-matica, e con la certezza che il recuperodella maggiore imposizione sarà di esclu-siva propria competenza.

Posizioni interessatePensione di anzianità,

pensione di invalidità, dimissionivolontarie ecc.

Posizioni interessateI lavoratori «esodati» di sessomaschile tra i 50 e i 55 anni

hanno subito un’imposizione doppiarispetto al dovuto.

I casi particolariConcessionari della riscossione e dipendenti ex Banca nazionale

del lavoro

La sentenzaIn sintesi il testo scritto dalla Corte di giustizia europea n. C-207/04.

Nello scorso mese di luglio la Corte di giustiziaeuropea ha espresso, con la sentenza

n. C-207/04 del 21/7/2005, un provvedimentodi consistente impatto fiscale sulle casistiche

sottoelencate e riguardante il principio di paritàdi trattamento fra uomini e donne.

Sulla base dell’esperienza del nostro settore,l’entità del beneficio per ogni singolo

interessato è quantificabile anche in alcunemigliaia di euro.

A titolo di esempio, un lavoratore che avessepercepito una cifra di 10.000 euro di incentivoalle dimissioni, avrebbe diritto a un recupero

sull’ordine di grandezza dei 1.200-1.400 euro.Com’è noto, la normativa fiscale italiana

prevede che le somme erogate a titolo di «incentivo alle dimissioni» da un rapporto di lavoro dipendente, vengano assoggettate a imposte, a tassazione separata, alla stessa

aliquota del Tfr.Qualora, però, tali somme vengano percepiteda lavoratori di sesso maschile di età oltre i 55anni, oppure di sesso femminile oltre i 50 anni,

l’aliquota di tassazione viene «abbattuta» al 50% di quella del Tfr.

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La decisione del Supremo collegio si segnala per l’in-teressante principio di diritto nella stessa contenuto,relativamente all’illegittimità del licenziamento irro-

gato al lavoratore per l’assenza ritenuta ingiustificatadal datore, ma che, in realtà, quest’ultimo aveva moti-vato come atto necessario a tu-telare la propria salute. In breve i fatti. Un dipendente,adibito alle mansioni di esattorepresso un casello autostradale,dopo aver subito, nel corso diun breve arco temporale, tre ra-pine a mano armata durante ilturno notturno aveva chiesto al-l’azienda l’adozione di misureidonee a garantire la propria si-curezza. Non avendo ricevuto risposta edopo avere inutilmente rinnova-to la diffida all’azienda, il mede-simo aveva comunicato di vo-lersi astenere dal lavoro con diritto alla retribuzione inbase all’art. 1460 cod. civ. (secondo cui «nei contratticon prestazioni corrispettive, ciascuno dei contraentipuò rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione, se l’al-

tro non adempie o non offre di adempiere contempora-neamente la propria …»). L’azienda, dopo avergli contestato l’addebito di assen-za ingiustificata, lo aveva licenziato. Il tribunale e la Corte d’appello, a cui il lavoratore si era

rivolto per impugnare il licenzia-mento, avevano entrambi rite-nuto legittimo il provvedimentodatoriale, sostenendo che l’a-zienda non era responsabile diun’inadempienza talmente gra-ve da giustificare la reazione dellavoratore e che, pertanto, il ri-fiuto della prestazione lavorativada parte del medesimo non sa-rebbe stato proporzionato. La Suprema corte, ribaltando ilrisultato dei precedenti gradi digiudizio, ha invece accolto il ri-corso del lavoratore, in quanto ilmancato adempimento del la-

voratore trova, in effetti, giustificazione nella mancataadozione da parte del datore di lavoro delle misure disicurezza per evitare il rischio «lavorativo» derivante darapina, rischio che il datore di lavoro, pur in mancanza

di norme specifiche, deve prendere in considerazionesotto tutti gli aspetti, a tutela dell’integrità fisica e psi-chica del prestatore di lavoro (art. 2087 c.c.). Oltretutto,sempre secondo la decisione in commento, il rifiutonon può essere considerato contrario alle norme dicorrettezza e buona fede, giacché il lavoratore, primadell’inadempimento, ha informato il datore di lavorocirca le misure necessarie da adottare a tutela dellapropria integrità fisica e psichica (v. in tal senso Valle-bona, Tutele giurisdizionali e autotutela individuale dellavoratore, Cedam, Padova, 1995).

Sono stato recentemente as-sunto da un istituto di creditoe svolgo mansioni di cassiere.Dovendo completare il corsodi studi per conseguire il di-ploma di Esperto in tutela am-bientale presso la facoltà di in-gegneria dell’università dellamia città, ho chiesto all’azien-da di poter usufruire di per-messi retribuiti per sosteneregli esami residui (...). Veden-domi respinta la richiesta, chie-do se la decisione aziendalesia o meno legittima (...).

Lettera firmata

Novità giurisprudenziali

DomandaDomanda

Diritto d

el lavo

roSindacato & Servizi

26

LA VOCE DEI Bancari

Permessi per studio

Ho paura, così non lavoro

L’attribuzione ai lavorato-ri studenti di permessi re-

tribuiti per sostenere le prove d’esa-me trova un preciso riconoscimentolegislativo nell’art. 10 dello Stat. lav.(legge 20 maggio 1970 n. 300), il qua-le intende così incoraggiare chi, puresplicando attività lavorativa alle di-pendenze di terzi, intenda utilizzare laresiduale energia psico-fisica per l’ar-ricchimento del proprio patrimonioculturale e professionale.La norma in questione prevede il di-ritto dei lavoratori (anche se studentiuniversitari) di fruire di permessi gior-nalieri retribuiti in occasione degli

esami. È discusso in dottrina qualesia l’effettiva estensione del diritto,ovvero, quali siano i percorsi di stu-dio che consentano l’accesso a ta-le beneficio. Si segnala, tuttavia, chela Suprema corte (cfr. Cass. 25 ot-tobre 2005 n. 20658) ha recente-

mente stabilito che i diplomi, comequello in esame, rilasciati da scuoledi specializzazione inserite nell’ordi-namento universitario, siano per leg-ge «diplomi universitari» aventi «va-lore legale» e che, dunque, abilitinoil lavoratore ad usufruire dei permessi

per sostenere gli esami.Non bisogna, tuttavia, dimenticareche il Ccnl bancario (12/2/2005) al-l’art. 53 prevede dei benefici ulterio-ri per i lavoratori studenti, ma solo sesi tratta di titoli di studio convenzio-nalmente indicati.

Lo Statuto deilavoratori stabilisceche siano retribuiti,in occasione degliesami universitari

d i So f ia CecconConsulente legale Fabi nazionale

Rispostaisposta

La sentenzaÈ legittima l’assenza dal lavoro

per reazione alla mancanza di misure di sicurezza contro le rapine

Cassazione, sezione lavoro, 7 novembre 2005 n. 21479 - Rel. Capitanio

L’inadempimento dell’obbligo di prestare l’attivitàlavorativa non è tale da giustificare il licenziamento

del lavoratore, se ciò trova giustificazione nellamancata adozione da parte del datore di lavoro dellemisure di sicurezza che, pur in mancanza di norme

specifiche, il datore è tenuto a osservare a tuteladell’integrità fisica e psichica del prestatore dilavoro (art. 2087 c.c.) e se quest’ultimo, primadell’inadempimento, secondo gli obblighi di

correttezza, informa il datore di lavoro circa lemisure necessarie da adottare a tutela dell’integrità

fisica e psichica del medesimo.

Fac simile domanda legali

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d i M. D .

Le banche devo-no recuperareun rapporto di fi-ducia con i r i -sparmiatori inve-stendo nella «re-

putazione» degli istitu-ti, ma è indispensabileanche rimodulare lacontrattazione salaria-le interna per una qua-

lità del lavoro e del servizio fondata su coeren-za, responsabilità e relazioni personali, che sal-vaguardi il potere d’acquisto degli stipendi. Inaltre parole, bisogna investire in etica e respon-sabilità. Sono alcuni dei temi emersi dalla tavo-la rotonda «Banche, sindacato, lavoratori, citta-dini: nuovi ruoli e nuove responsabilità», orga-nizzata dalla Federazione autonoma bancariitaliani (Fabi) di Verona, a cui erano invitate le al-tre rappresentanze sindacali e a cui hanno par-tecipato rappresentanti di banche e associa-zioni dei consumatori.L’incontro si è tenuto al centro congressi Mon-signor Carraio. La tavola rotonda, moderata dalgiornalista de L’Arena Lucio Bussi, si è apertacon il saluto del sindaco Paolo Zanotto e con larelazione su un’indagine tra i bancari commis-sionata da Fabi Verona. «Emerge un grande bi-sogno di relazione tra sindacato e banche», haesordito Marco Muratore, segretario coordina-tore Fabi Verona, «e ci sono altri elementi im-portanti: la preoccupazione della tutela salaria-le e del potere d’acquisto degli stipendi, ma an-che l’amara consapevolezza che, spesso, i pre-mi legati alla vendita di prodotti finanziari vannoa minare il rapporto di fiducia con il cliente». Manon solo, i dipendenti delle banche diffidano deibuoni propositi dei bilanci sociali e dei protocol-li. «La responsabilità sociale per uno sviluppopiù sostenibile del settore bancario», continua

Muratore, «sembra essere ravvisata soprattuttonei codici etici e di comportamento».Secondo Donata Gottardi (docente di diritto dellavoro e prorettore dell’ateneo veronese), «i da-ti dell’inchiesta mostrano con evidenza il fattoche la normativa del lavoro vive una fase ditransizione, più pragmatica che attenta ai gran-di discorsi».«Non serve parlare di etica», esordisce Gian-franco Amato (nella foto), segretario generaleaggiunto Fabi, rivolgendosi alle banche, «quan-do poi il comportamento è incoerente: piutto-sto le banche parlino di responsabilità, cioè ri-spondano delle loro scelte».E subito la risposta è arrivata da UniCredit eBanco popolare di Verona e Novara. «Il temadella responsabilità sociale e dell’etica», spiegaAndrea Ceglie, responsabile sindacali di Uni-Credit banca d’impresa, «per una banca ha unvalore economico: c’è l’istanza di partecipazio-ne dei dipendenti e dei cittadini e, quindi, la ca-pacità economica di qualsiasi istituzione (ban-ca o sindacato) risiede nella loro reputazione».Reputazione che, secondo Stefano Fanini (di-rettore ufficio legale Codacons Veneto), è inprofonda crisi negli istituti di credito, «ma dallasfiducia passiva, i consumatori», ha puntualiz-zato, «devono passare a una sfiducia attiva».Come far rinascere questo rapporto di fiduciatra clienti e banche? Qual è il ruolo dei sindaca-ti? «Non servono nuove regole, leggi o proto-colli per l’etica e la responsabilità sociale d’im-presa», ha detto Giovanni Rossi, responsabilerelazioni industriali del Bpvn, «occorre ade-guarle: il valore/patrimonio di un’azienda (ban-ca o altro) è la conoscenza, e la crescita c’èquando i clienti sono soddisfatti e i lavoratorisono felici». E per fare questo, secondo AlbertoRaviola (esperto di dinamiche di gruppo), «ser-ve maggiore qualità del lavoro che si misuranella concretezza dei rapporti personali».Per recuperare quelle che Ceglie ha definito«scorciatoie etiche che le banche hanno per-

corso per il grande e veloce sviluppo del siste-ma creditizio», tutti devono fare la loro parte.«Per esempio», spiega Ceglie, «i fondi pensionechiusi potrebbero offrire servizi alle persone enon soltanto puntare sulla redditività; dobbia-mo proporci come solutori di problemi perso-nali». Il sindacato? «Ma noi», replica Amato,«siamo visti male, perché siamo dei regolatoridel mercato: possiamo dare una mano a rico-struire la fiducia dei clienti con le banche, ma daparte loro ci deve essere la convinzione cheserve più contrattazione su questi temi».Toccante il fuori programma dell’ex ministroGianni Fontana che, invitato sul palco, ha rivol-to un saluto, un appello al senso di responsabi-lità civile: «Etica? Non possiamo dimenticarepersone come Gobetti, Gramsci e Moro, perso-ne con un grande senso di collettività, esempi acui dobbiamo guardare».

Sindacato & Servizi

Quanto vale la reputazioneRuoli e responsabilità di lavoratori e banche al centro delladiscussione in una tavola rotonda organizzata dalla Fabi di Verona

La Fabi cresce in Veneto e Lombardia

Sindacato Banca Unità DirigenteFabi produttiva

Pavia Banca Casteggio G. MarioCentropadana Cc Milanesi

Monza Bcc Inzago Inzago MarcoPaoletti

Verona UniCredit banca San EmanuelaBonifacio Bellamoli

Verona UniCredit banca Peschiera Patriziadel Garda Bressan

Verona UniCredit banca Castelnuovo Marcodel Garda Bonfante

A sentir parlare Berlusconi eBertinotti, nei vis à vis media-tici della campagna elettoraleappena conclusa, paiono es-serci «due Italie». Quella degliimprenditori disposti a spen-dere decine di migliaia di eu-ro per una cena con il presi-dente e quella degli operai incassa integrazione e dei «pre-cari con contratto a progetto».Aumenta il divario sociale, que-sto è certo. Lo dice ancheBankitalia che, dopo un checksugli investimenti, parla di un

aumento del 13,8% nell’inde-bitamento di alcune famiglie,a fronte di una crescita del por-tafoglio azionario di altre, men-tre l’Eurispes, nel XVIII Rap-porto presentato a Roma, di-ce «siamo declinati» per le ba-stonate inferte ai minirispar-miatori e l’emergere dei neo-ricchi, che in una sorta di tsu-nami economico hanno inon-dato i settori delle consulen-ze, dei servizi finanziari e diquelli immobiliari Il fenomeno sembra confer-

mato anche dalle statistichesciorinate nei salotti televisividagli esponenti dell’una e del-l’altra Italia. Troppo diverse peressere vere. E allora, meglionon fidarsi, penserebbe il poe-ta Trilussa che, con popolaresaggezza, scriveva: «Da li con-ti che se fanno seconno le sta-tistiche d’adesso risurta chete tocca un pollo all’anno. Ese nun entra nelle spese tue,t’entra ne la statistica lo stes-so, perché c’è un artro che nemagna due».

➭ ATTUALITÀ

Il divario sociale e i polli di Trilussa

Silvio Berlusconi e Fausto Bertinotti a Porta a Porta

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ANDANTE con brio

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Sindacato & ServiziLA VOCE DEI Bancari

Per questa categoria di lavoratori vi sono due im-portanti appuntamenti per il 2006: il rinnovo delcontratto di lavoro (scaduto da circa un anno) el’immissione di 45.000 addetti prevista dal de-creto sui flussi migratori (in via di emanazione).Attualmente, l’inquadramento prevede quattro

categorie:• prima super, per chi ha un diploma professionale e

specifiche professionalità;• prima, per chi, con piena autonomia e responsabilità,

presiede alla gestione della casa o per chi svolgemansioni che richiedono competenza (per esempio,maggiordomo, capocuoco o chef, assistente geriatri-co, puericultore, infermiere ecc.);

• seconda, per chi svolge mansioni con specifica ca-pacità professionale (per esempio, autista, cameriere,guardarobiere, babysitter ecc.);

• terza, per chi svolge un lavoro generico o mansionimanuali o di fatica.

Il lavoratore generico passa automaticamente dalla 3a

alla 2a categoria:- dopo 3 anni se assunto prima del 16° anno di età;- dopo 2 anni se assunto tra il 16° e il 18° anno di età;- dopo 14 mesi negli altri casi.

Novità percolf e badanti

Con la pubblicazione dei coefficienti Istat, che ser-vono a rivalutare le vecchie retribuzioni pensiona-bili, esistono tutti gli elementi necessari per il cal-colo della rendita. In forza a questi nuovi coeffi-cienti, uno stipendio di euro 31.000,00 del 2004, aifini della futura pensione, vale ora euro 31.527,00(quota «A», mentre per la quota «B», quella relati-va all’anzianità maturata dal 1993 in poi, vale addi-rittura euro 31.843,00.Per calcolare la rendita della pensione si prendonoin considerazione le retribuzioni degli ultimi diecianni, rivalutate in base ai coefficienti che l’Istat pub-blica ogni anno, in modo da essere rese equiva-lenti.Dalla rivalutazione sono escluse le retribuzioni del-l’anno di decorrenza della pensione e di quello im-mediatamente precedente (per chi si pensiona nel-l’anno corrente dal calcolo, sono esclusi gli stipen-di del 2006 e del 2005).

Due quote,A e B. Che significa?La riforma Amato del 1992 prevede che dal 1° gen-naio 1993 la retribuzione pensionabile sia costituitadalla somma di due quote:- la quota A, corrispondente all’importo relativo al-

l’anzianità maturata sino al 1992 (base pensionabi-le media degli ultimi 5 anni);

- la quota B, corrispondente all’importo relativo al-l’anzianità acquisita dal 1993 in poi (base pensio-nabile media degli ultimi 10 anni).

Il criterio di calcolo su due quote ha reso necessariol’utilizzo di due diversi tipi di coefficienti di aggior-namento.

Aliquota di rendimentoÈ la percentuale che si applica alla retribuzione pensio-nabile per ricavare la rendita della pensione, 2% perogni anno di contribuzione versata. Quando, però, labase pensionabile supera il «tetto», che per il 2006 èfissato in euro 39.297,00, l’aliquota viene progressiva-mente ridotta.

Pensioni INPS

Il 19 gennaio 2006, con la pubblicazione sulla Gazzet-ta Ufficiale, è entrato definitivamente in vigore, conuno stanziamento di 186 milioni di euro, il decretosulla totalizzazione dei periodi assicurativi, unaparte importante della legge n. 243/2004 della rifor-ma delle pensioni. Il provvedimento era atteso da an-

ni e coinvolgerà circa 2 milioni di persone passate daun’attività all’altra, da un lavoro dipendente ad uno pro-fessionale e viceversa.Le categorie interessate alla totalizzazione sono gliiscritti:• alle casse previdenziali dei liberi professionisti (avvo-

cati, medici, veterinari, commercialisti ecc.);• all’Inpgi (giornalisti);• alle casse istituite con dlgs 103/96 (biologi, chimici,

geologi, psicologi ecc.);• alla gestione separata dell’Inps dei parasubordinati

(co.co.co., venditori porta a porta ecc.);• al fondo di previdenza del clero e dei ministri di reli-

gione diversa da quella cattolica.

Si possono sommare gratuitamente anche i contributiaccreditati presso le gestioni delle assicurazioni obbli-gatorie, comprese quelle sostitutive.I periodi da cumulare non devono coincidere fra loro,né possono essere inferiori a 6 anni in ogni singola ge-stione.Per ottenere la pensione di vecchiaia (65 anni per uomi-ni e donne), gli spezzoni contributivi possono essere cu-mulati solo se la somma raggiunge un minimo di 20 an-ni; con 40 anni di contributi si matura il diritto a prescin-dere dall’età.La totalizzazione è consentita anche per raggiungere irequisiti per le pensioni d’inabilità e ai superstiti.La pensione unica si ottiene con il sistema contributivo;se si è raggiunto o superato il minimo richiesto per otte-nere autonomamente la pensione di vecchiaia, si appli-ca il regime vigente nella specifica gestione (spesso ilcalcolo è retributivo).La convenienza o meno a totalizzare non è per nien-te scontata e la varietà delle singole situazioni richie-de un’analisi attenta caso per caso.

Chi è passato daun’attività all’altra può, sommare i contributi

La previdenza si cumula

Pensi

oni &

pre

videnza

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Quote

Rivalutazione dello stipendioAnno Quota «A» Quota «B»2006 1,0000 1,00002005 1,0000 1,00002004 1,0170 1,02722003 1,0373 1,05802002 1,0628 1,09472001 1,0886 1,13212000 1,1178 1,17371999 1,1464 1,21521998 1,1645 1,24601997 1,1854 1,28021996 1,2032 1,31451995 1,2581 1,37831994 1,3389 1,46531993 1,3960 1,53661992 1,4556 1,6156

Le aliquote di rendimentoFascia retribuzione % quotaannua pensionabile A BFino a euro 39.297,00 2,00 2,00Da euro 39.297,00 a 52.265,01 1,50 1,60Da euro 52.265,01 a 65.233,02 1,25 1,35Da euro 65.233,02 a 74.664,30 1,00 1,10Oltre euro 74.664,30 1,00 0,90

Scheda pratica

Chi può fare che cosaCondizioni per accedere alla totalizzazione- 20 anni di contributi complessivi e 65 anni d’età- 40 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica

Gestioni che si possono totalizzareAgo Assicurazione generale

obbligatoria e suoi sostitutivi(Inps, Inpdap e altre)

Casse privatizzate Cassa liberi professionistiEnasarco, Inpgi…

Mutue di categoria Enti esattoriali e pluricatego-riali (chimici, biologi ecc.)

Gestioni separate Fondo separato Inps(co.co.co., co.co.pro. e altri)Fondo clero secolare e ministri di culto

I nuovi minimi per il 2006

Tabella APer le colf fisse conviventi minimo mensile1a categoria super euro 777,731a categoria euro 693,472a categoria euro 563,843a categoria euro 434,27

Per lavoratori studenti ad orario ridotto (25 ore settimanali)1a categoria super euro 447,211a categoria euro 414,772a categoria euro 356,463a categoria euro 291,64

Tabella BPer le colf ad ore minimo orario1a categoria super euro 5,871a categoria euro 5,352a categoria euro 4,453a categoria euro 3,25

Tabella CPer assistenza notturna con fascia oraria 20-8minimo mensile1a categoria super euro 894,361a categoria euro 810,112a categoria euro 648,08

Tabella DPresenza notturna con fascia oraria 21-8minimo mensileCategoria unica euro 518,47

Il valore convenzionale del vitto e dell’alloggio dal 1° gennaio2006 ammonta a euro 4,47 giornalieri (euro 1,56 per ciascunpasto; euro 1,35 per il pernottamento). L’Inps stima che, dopol’ultima sanatoria, 4 colf su 5 sono immigrate e più della metàarriva dai paesi dell’Est Europa e precisamente:- dall’Ucraina: 100.000- dalla Romania: 81.000- dalla Polonia: 35.000- dalla Moldavia: 28.000

Per queste categorie di lavoratori vi sono dueimportanti appuntamenti

I coefficienti Istat per aggiornare le vecchieretribuzioni pensionabili e trasformarle in rendita

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Sindacato & Servizi

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d i Leona rdo Comucc iconsu l en t e Caa f F ab i na z i ona l e

Il legislatore ha apportato, dal 1° gennaio2005, importanti modificazioni della strut-tura dell’Irpef, con l’introduzione delle nuo-ve deduzioni per carichi di famiglia e pergli addetti all’assistenza personale abro-gando, conseguentemente, le «vecchie»

detrazioni per familiari a carico; la revisionedelle aliquote e scaglioni di reddito per il cal-colo dell’Irpef e l’abrogazione delle «vecchie»detrazioni per il lavoro dipendente e pensio-ne. Infine, una recentissima modifica ha in-trodotto la possibilità di destinare un ulterio-re 5 per mille dell’Irpef alle associazioni cheoperano nel campo del sociale e della ricer-ca scientifica e sanitaria. Caaf Fabi srl, pre-sente con le sue sedi sul territorio, sarà ingrado di dare tutte le informazioni dettaglia-te per il vostro «modello 730» e provvederea tutti gli adempimenti connessi con la di-chiarazione dei redditi.

•• Possibilità di destinare il 5 per mille dell’Irpef

La legge finanziaria 2006 ha previsto la pos-sibilità di destinare il 5 per mille dell’Irpef aenti e associazioni che operano nel cosid-detto Terzo settore. Questa disposizione ope-ra, in via sperimentale, solo per le dichiara-zioni presentate nell’anno 2006 relative ai red-diti 2005. Conseguentemente al modello 730-1, dedicato alla scelta dell’8 per mille che tut-ti già conosciamo, è stato aggiunto anchequesto nuovo modello denominato 730-1bis,con il quale il contribuente può esprimere lapropria scelta sulla destinazione del 5 per mil-le. Questo nuovo modello sarà suddiviso inquattro riquadri, che rappresentano le desti-nazioni delle somme raccolte. Le possibili scel-te sono: • primo riquadro: sostegno del volontariato,

delle onlus, delle associazioni di promo-zione sociale, delle associazioni e fonda-zioni in genere;

• secondo riquadro: finanziamento della ricercascientifica e delle università;

• terzo riquadro: finanziamento della ricerca sa-nitaria;

• quarto riquadro: attività sociali svolte dal co-mune dove il contribuente ha il proprio domi-cilio fiscale al 31 dicembre 2005.

Chi vorrà esprimere una scelta per la destinazio-ne del 5 per mille potrà semplicemente apporreuna firma in uno dei riquadri a seconda dell’en-te che il contribuente intende favorire.

Inoltre, nei primi tre ri-quadri del modello730-1bis è possibileindicare anche il co-dice fiscale dello spe-cifico ente al quale ilcontribuente intendedestinare direttamen-te il 5 per mille dellapropria Irpef. L’entebenef ic iar io deve,però, essere incluso

nell’elenco pubblicato sul sito internet dal-l’Agenzia delle entrate.L’espressione della scelta del 5 per mille nonpenalizza il contribuente, ma fa sì che partedella sua imposta sia destinata, se effettua-ta la scelta, all’associazione identificata conil codice fiscale indicato. Tra gli enti destina-tari si annovera anche la Fondazione ospe-dale dei bambini onlus identificabile con co-dice fiscale 98078550179, istituzione allaquale la nostra organizzazione ha sempre ac-cordato il proprio sostegno.

•• Interessi passivi sui mutui

Le istruzioni alla compilazione del mod. 730contengono il recente orientamento espres-so dall’Agenzia delle entrate (circ. 15/2005)in materia di detraibilità degli interessi passi-vi sui mutui contratti per l’acquisto di immo-bili. L’Agenzia delle entrate ha stabilito la re-gola che, se il mutuo eccede il costo soste-nuto per l’acquisto dell’immobile, dichiaratonell’atto di compravendita, può essere por-tata in detrazione la percentuale di interessicorrispondente al rapporto fra costo di ac-quisto dell’immobile (pari al valore dell’im-mobile iscritto a rogito più imposta di regi-stro/Iva più spese del notaio per compra-vendita e mutuo, più spese catastali e ipote-carie, più spese di intermediazione) e l’im-porto concesso a mutuo. Nella documentazione relativa al contratto dimutuo deve risultare che il mutuo è stato con-cesso per la costruzione dell’abitazione prin-cipale o per l’effettuazione degli interventi diristrutturazione di cui all’articolo 31 comma1 lettera d) della legge 457/98 dell’abitazio-ne principale, con le relative fatture relativeai lavori eseguiti, al fine di rapportare gli in-teressi alle spese effettivamente sostenute,le abilitazioni amministrative richieste dalla vi-gente legislazione e le ricevute quietanzatedalla banca relative alle rate di mutuo paga-te nel 2005.

•• Altri oneri detraibili: asili nido

La recente legge finanziaria 2006 ha previsto,anche in questo caso limitatamente al perio-do d’imposta 2005, la possibilità di portare indetrazione dall’imposta le spese sostenute daigenitori per il pagamento di rette relative allafrequenza di asili nido da parte dei propri fi-gli. L’importo massimo di spesa che può es-sere agevolato è pari a 632 euro per ogni fi-glio che frequenta l’asilo nido. Per poter usu-fruire dell’agevolazione è necessario avere adisposizione la documentazione comprovan-te il sostenimento della spesa, per esempiouna ricevuta rilasciata dall’asilo nido. Tale age-volazione vale anche per gli asili nido privati.

•• Erogazioni liberali alle onlus e al terzo settore

Altra importante novità riguarda le erogazio-ni liberali in denaro effettuate nei confrontidelle onlus e delle associazioni di promozio-ne sociale, il cosiddetto «terzo settore». In-fatti, dal 17 marzo 2005, in alternativa allaconsueta detrazione del 19 per cento del-l’importo versato (con il limite dell’importo ver-sato non superiore a 2.065,83 euro), il con-tribuente può scegliere di fruire della dedu-zione dal reddito complessivo, nel limite del10 per cento del reddito complessivo dichia-rato e nella misura massima di 70.000,00 eu-ro. Il contribuente, in questi casi, dovrà ef-fettuare una scelta, non potendo cumulareentrambe le agevolazioni. Va ricordato chequeste erogazioni sono detraibili/deducibili seeffettuate mediante versamento postale o ban-cario, carte di credito e di debito, assegni.

•• Spese per addetti all’assistenza personale

Nel mod. 730 è possibile indicare le spese,debitamente documentate, sostenute per gliaddetti alla propria assistenza, ma anche inrelazione alle spese sostenute per gli altri fa-miliari (anche non a carico), nell’ipotesi di nonautosufficienza nel compimento degli atti divita quotidiana, comprovata da certificazionemedica. La deduzione potenziale spettante èal massimo pari a 1.820,00 euro ma potrà noncorrispondere all’importo indicato in dichia-razione, in quanto la deduzione realmentespettante varierà a seconda della situazionereddituale del contribuente. È importante sot-tolineare che, ai fini della deduzione, le spe-se devono risultare da idonea documenta-zione, che può anche consistere in una rice-vuta debitamente firmata, rilasciata dal sog-getto che presta l’assistenza. La documen-tazione deve contenere gli estremi anagrafi-ci e il codice fiscale del soggetto che effet-tua il pagamento e di quello che presta l’as-sistenza. Se la spesa è sostenuta in favore diun familiare, nella ricevuta devono essere in-dicati anche gli estremi anagrafici e il codicefiscale di quest’ultimo.

Dalla possibilità di destinare il 5 per mille a sostegno del volontariato o della ricerca,alle detrazione delle spese per l’asilo nido...

Tasse e contributi: ecco le novità del 730

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d i Va len t ina Mar io l i

Dopo essere stato relegatoal margine per decenni, iltema della formazioneprofessionale del lavora-tore è tornato alla ribalta,grazie alla crescente at-

tenzione ad esso dedicata da in-signi giuristi, da diversi istituti diricerche sociali (per esempio, dalCnel) e dalle parti sociali, le pri-me ad aver contribuito alla genesidelle previsioni formative all’in-terno dei contratti collettivi na-zionali di categoria.Il presupposto del rinato interes-se nei confronti della formazionesembra doversi individuare in pri-mis nell’esistenza di un dato nor-mativo che non solo menziona edisciplina espressamente la for-mazione professionale, ma legit-tima anche l’esistenza di un ve-ro e proprio diritto del lavoratorealla formazione professionale. Non è affatto per caso che i pa-dri costituenti hanno inserito nel-la carta fondamentale un artico-lo dedicato alla formazione, il

quale rivela non solo la volontà(nonché la necessità che il citta-dino lavoratore sia costantemen-te formato, così da essere sem-pre all’altezza della professiona-lità richiestagli), ma sembra al-tresì consentire una interpreta-zione della formazione profes-sionale quale diritto fondamen-tale della persona, ossia quale di-ritto idoneo a garantirne un pie-no sviluppo. La legislazione, divenuta più in-sistente negli anni 90, grazie aigrandi accordi concertativi, haseguito il dato costituzionale,seppure con ritardo.

Valorizzare le risorse umane è strategicoUn secondo elemento, ancora piùidoneo a giustificare la recente at-tenzione dedicata al tema forma-tivo, va individuato nell’esistenzadi innumerevoli scritti che sottoli-neano come, in un contesto qua-le quello attuale, caratterizzatodalla globalità e in pieno divenireper crisi economiche e occupa-zionali, l’unico elemento in grado

di porsi quale risorsa strategica,vale a dire il quid pluris distintivoed essenziale per raggiungereelevati livelli di competitività, sa-rebbe costituito dalle risorseumane, nonché dalla formazionedei lavoratori, a ogni livello.Il fabbisogno formativo nel set-tore creditizio è sorto in modoconforme a quello degli altri set-tori produttivi, eppure il ritardocon il quale le aziende di creditosi sono avvicinate al tema for-mativo è apparso netto rispettoal settore industriale. Le prime rivendicazioni sindaca-li in materia si collocano nei pri-mi anni 70 ma, escluse rarissimeiniziative autonome di alcunebanche e di pochi accordi inte-grativi, il tema non è divenuto og-getto di disciplina da parte deiCcnl sino al 1976. Il successivosviluppo di tali previsioni è anco-ra più deludente. Rimaste per lopiù inalterate sino all’avvento del-le grandi politiche concertativedegli anni 90, nemmeno nel piùrecente accordo di rinnovo delCcnl sembrano subire significa-tive modifiche.

Le disposizioni contrattualisono insoddisfacentiSeppure da ogni parte si so-stenga la necessità e l’oppor-tunità di politiche formative, nelsettore creditizio le disposizio-ni contrattuali oggi dedicate al-la formazione professionale nonpossono ancora dirsi soddisfa-centi. Nelle istituzioni finanziarie è tut-tora assente una reale consa-pevolezza circa la funzione stra-tegica che la formazione do-

vrebbe svolgere. È ancora diffusa tra la dirigen-za aziendale la convinzione chela formazione professionale dellavoratore rappresenti un costotroppo elevato perché si possaeffettivamente dare vita a pro-grammi formativi completi e pre-determinati. Nelle banche, in aggiunta, i pro-cessi formativi sono frequente-mente gestiti secondo una logi-ca contingente di soddisfaci-mento dei bisogni di volta in vol-ta emergenti, oppure di sempli-ce, burocratico adempimento dipur minimi obblighi contrattuali.Molta, evidentemente, è la stra-da da fare per dare alla forma-zione il posto che si merita eche è richiesto dalle sfide delfuturo, in cui giocano un ruolomolto aggressivo i paesi emer-genti, molto attenti alla forma-zione dei loro giovani.Per tali ragioni, non possiamonon auspicare un potenziamen-to delle politiche formative in Ita-lia e nel settore credito in par-ticolare. È fuor di dubbio, infat-ti, che la formazione professio-nale del lavoratore, se affronta-ta in maniera seria e se ap-profonditamente svolta, risultaessere una strategia idonea eindispensabile ad affrontare i va-ri competitor del mercato inter-no e internazionale.Oltre all’obbligo per le aziende,derivante da un preciso dirittodei lavoratori, la formazione èun importante strumento di po-litica economica. Quindi, stupi-sce vedere con quanta superfi-cialità sia ancora trattato que-sto problema nel nostro paese.

Sindacato & Servizi

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LA VOCE DEI Bancari

Ancora scarsi gli investimenti da parte delle aziende, nonostante la Costituzione la consideri un diritto e la globalizzazione la imponga come una leva strategica

Banche,poca formazioneForm

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Le News Fabi compiono sette anni. Daaltrettanto tempo, tutte le mattine, le NewsFabi sono ricevute su oltre 900 caselle diposta dai dirigenti e dalle strutture Fabi sututto il territorio nazionale. Bruno Pastorelli,puntualmente e con professionalità, haredatto la rassegna e l’ha poi inviata tramitemailing-list. Chi accede alla prima paginadella rassegna stampa sul sito www.fabi.itlegge: «La Rassegna Stampa News Fabicontiene tutti gli articoli selezionati negliultimi 31 giorni. L’archivio è sempredisponibile al completo e l’aggiornamentoquotidiano è in linea ogni mattina a partiredalle ore 11.00 circa. Il contenuto dellerassegne è circoscritto agli argomentid’interesse sindacale, previdenziale,economico, ma anche politico, quando la

politica influenza il corso degli eventieconomici. Ovviamente la nostra lenteingrandisce maggiormente tutto ciò che farima con: settore creditizio, riscossionetributi e assicurativo. Per le fonti ricorriamoalle newsletter di molte agenzie di stampa,ai siti governativi, alle edicole elettroniche, aiquotidiani e periodici on-line, oltre agliarticoli di cronaca locale che vengonosegnalati dai Sab».Va aggiunto che, da circa 3 anni, dopol’istituzione dell’Ufficio stampa immagine ecomunicazione, gli articoli che riguardano laFabi vengono estrapolati per redigere il«TuttoFabi», strumento «ad alta visibilità»per la nostra organizzazione nel mondosindacale e non. Che dire ancora? Buoncompleanno News e… buona lettura!

News Fabi, settimo anno senza crisi

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Agrit

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d i A lessand ro Luongo

Tra la Riviera del Conero e il con-fine con l’Umbria, nell’entroter-ra marchigiano, c’è una zona an-cora vergine: il comune di Ma-telica, una vallata solcata dalfiume Esino e lambita a est dal

monte San Vicino e a ovest dall’Ap-pennino. Qui nasce uno dei vini più no-ti in Italia, il Verdicchio, che in alcunecantine, come quellaBelisario (tel. 0737-787247), raggiungel’eccellenza, cioè i trebicchieri conferiti dalGambero Rosso alCambrugiano riserva2002. Oltre ai successiin campo vinicolo,questo territorio si sta distinguendo nelsettore immobiliare. Dal 1994 a oggi, ilvalore dei rustici è aumentato in mediadel 110%, con un’impennata del 60%negli ultimi tre anni. Prezzi in salita, sì,ma è ancora un momento positivo percomperare a Matelica, Piane di Mateli-ca appena a nord della cittadina e a sud,la zona verso Camerino. La bellezza diquesti paesi è di impronta medievale,anche se Matelica ha origini che risal-gono ai Romani e di cui ancora oggi siha traccia nel teatro comunale proget-tato nei primi dell’800 dal Piermarini,lo stesso architetto della Scala di Mila-no. Fuori dal teatro è degno di nota il ri-storante Al Teatro (tel. 0737-786099,25 euro vini esclusi), in cui si può as-saggiare un ottimo vitello bollito aro-matizzato. Lasciata Matelica, dirigen-dosi, verso nord, alla volta di Piane diMatelica si gode la vista del monte SanVicino. Raggiungendo Poggeto, loca-lità di Cerreto d’Esi, a metà strada traMatelica e Fabriano, rinomata per laproduzione secolare di carta, si trovaVilla Le Macere. Sulla strada Muccese,a sud di Matelica, in direzione Cameri-no, città che vanta una delle universitàpiù antiche d’Italia, si trova, vicino aCastelraimondo, un maniero del 1200.Il castello medievale, situato sul Colled’Orbe ha un alto valore storico-artisti-co, tanto che un affresco dei Musei Va-ticani lo ritrae. Nelle vicinanze, a Ca-stelraimondo, è piacevole la sosta al re-lais Borgo Lanciano (tel. 0737-642844, 80 euro la doppia) o, nella fra-zione Castel Santa Maria, a Villa Col-lepere (tel. 0737-783592, 90 euro ladoppia), un relais ricavato da un casino

di caccia del XVII secolo, immerso inun bosco di alberi secolari. Vicino a Ca-nepina di Camerino, a Serra delle Pia-ne, si gode il relax allaCasa dei Fiori(tel. 0737-787526, 50 euro la doppia).Il viaggio nella campagna di Matelicasi conclude con una sosta alla Tavernadella Torre (tel. 0737-786016, 30 eu-ro), sotto le logge di Palazzo Ottoni.

ARTIGIANI IN ZONATessile: L’artelaio,via Umberto I 11, Ma-t e l i c a , t e l .0737/84972. Ferrobattuto: FerdinandoGubinelli, via Ober-dan 78, Matelica, tel.0737/85527. Fale-

gnameria: Maresi, via Colombo 9,Matelica, tel. 0737/84724.Cerami-sti: Ceramiche Taruschio, via Galilei3, Appignano (Mc), tel. 0733-579412.Lampade in marmo: Fabrizio Savi,via Garibaldi 12, S. Severino Marche(Mc), telefono 0733-638975.

Nella zona più bella della Sicilia oc-cidentale, sul tratto della Via del Sa-le che conduce a Trapani, la salina

di San Cusumano a Erice Mare è stata re-staurata per diventare una residenza dicharme (tel. 0923-584111, www.imuli-niresort.it). L’antica casa, dove un tem-po si macinava il sale, oggi ospita sei pic-coli appartamenti, dieci camere matri-moniali, due junior suite e il Museo del-la Salina con l’originaria mola di pietra.Tutte le stanze si affacciano sul mare conuna vista che spazia dall’arcipelago del-le Isole Egadi alla Valle di Erice, anticoborgo medievale. Poco distante le spiag-ge di sabbia finissima di Erice Mare. Apochi metri dalla costa e dalle saline diNubia si trova il Relais Antiche Saline,una dimora nobiliare trasformata in ho-tel. Il baglio fa parte della Riserva natu-rale; da qui partono le escursioni a pie-di, in bicicletta o in barca. Sospeso tra laterra e il mare, il baglio ha 18 camere, ar-redate in stile mediterraneo (tel. 0923-868029, www.antichesaline.it).

Nella terra del verdicchio

Il baglio Antiche Saline con la torre di avvistamento di Nubia e, di fronte,l’Isola di Levanzo

Yaris si fanuova

Ritorna con la voglia di stupire.Divani regolabili e teleaccensio-ne. Il «piccolo genio» torna e stu-pisce ancora. Cambia il «guscio»,

ma solo un po’, per stimolare la cu-riosità. Un frontale più «da grande»,qualcosa in più in lunghezza (ora so-no 375 i centimetri) e 4 centimetri inpiù in larghezza. Così si viaggia me-glio, anche quando si sta seduti die-tro. Giocando con il divano, regolabi-le in senso longitudinale, si può sfrut-tare il bagagliaio fino a una capienzadi 275 litri. E in quanto a gadget hi-te-ch poi: chiave magica da tenere in ta-sca per avviare il motore sfiorando unpulsante, cambio a variazione conti-nua Super CVT-1, sistema Eco-Vas,per dirne solo qualcuna.

Vacanze, sole e saleNel Trapanese, un antico baglio diventa albergo

Una proposta di fine settimananell’entroterra marchigiano, cercandoantichi castelli e specialità regionali

Una vista panoramica di Matelica, il comunemedioevale (foto sopra). Le proposte di questa

pagina sono tratte da Case & Country, una pubblicazione di ClassEditori

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Non solo banca

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LA VOCE DEI Bancari

Pocaetica intacca il capitale

d i Domen ico Secondu l foord ina r i o d i soc io l og i a gene ra l e

a l l ’Un i ve r s i t à d i Ve rona

In una conversazione di qualche tempo fa, all’epocadella costituzione della Banca etica di Padova, mi erointerrogato su cosa significasse il fatto che una banca,per differenziarsi, avesse scelto di autodefinirsi «eti-ca»; una cosa veramente bizzarra, che suggerirebbeche le altre banche pendano più sul versante della non

etica che su quello dell’etica. È stato con molto piacereche ho visto rispuntare questa tematica in un convegnoorganizzato qualche tempo fa dalla Fabi di Verona, conl’ottima idea di coinvolgere allo stesso tavolo non soltan-to banche e sindacati, ma anche le associazioni dei con-sumatori. Altre volte avevo suggerito l’utilità per il mo-vimento sindacale di aprire un tavolo di colloquio con leassociazioni dei consumatori, soprattutto nell’attuale fa-se post-industriale, in cui quella realtà sociale ed econo-mica che aveva sostenuto le grandi organizzazioni sinda-cali si è sfaldata e in cui il sindacato, inteso in senso tra-dizionale, rischia di avviarsi a un malinconico declino,

trasformandosi in un’organizzazione di pensionati oppu-re in un’agenzia di servizi facilmente condizionabile daquelle forze economiche che era nato per contrastare. Lapresenza delle associazioni dei consumatori è ancora piùinteressante in un momento di forti scandali che coinvol-gono il sistema bancario, oltre che il sistema industriale.In maniera molto acuta, alcuni rappresentanti della Fabihanno messo senza paura sul tavolo il problema dellaqualità del lavoro e cioè, il problema di come una partedel sistema bancario, attraverso incentivi e pressioni, ab-bia spinto i propri dipendenti a trasformarsi in venditori,sottoponendoli a una forte pressione dal punto di vistadella qualità del lavoro, e distorcendo pericolosamente larelazione consolidata tra le banche e la propria clientela. Ragionando da sociologo, potrei dire che le banche han-no creduto opportuno convertire in reddito il capitale so-ciale che era stato accumulato nel corso degli anni e, una

volta operata questa conversione naturalmente, questocapitale sociale non c’è più. Il problema è che, comespesso accade, la moneta cattiva scaccia la buona, e il ca-pitale sociale di fiducia, affidamento, relazioni umane,che si era accumulato negli anni tra banca, bancari eclienti, è stato dissolto non soltanto per quegli istituti chelo hanno cinicamente voluto, ma anche per tutti gli altri. Tra le varie disgrazie capitate al bancario in questi ultimianni, non c’è stato soltanto il crollo del suo prestigio eco-nomico ma, grazie alla dilapidazione del capitale socialeaccumulato, anche del suo prestigio sociale. Mi hanno molto colpito le considerazioni di alcuni ban-cari che hanno preso la parola durante il dibattito. La-mentavano la difficoltà, il disagio di essere guardati dal-la comunità in cui operano non più con quella considera-zione, quella fiducia e quel rispetto di un tempo, ma condiffidenza e distanza. Potremmo dire che alcune banchehanno convertito in denaro un patrimonio che era di tuttie non soltanto loro, secondo la feconda filosofia neolibe-rista, attualmente dominante, di privatizzare i guadagni esocializzare le perdite. La cosa negativa del capitale so-ciale è che ci vuole tempo per costruirlo e può essere di-

strutto in un attimo e che, soprattutto, è molto difficilecostruirlo in maniera artificiosa ed artificiale attraversostrategie di marketing e di comunicazione. Il capitale so-ciale, infatti, si costruisce attraverso le relazioni umane. Qualche giorno fa, entrando nella banca di cui sono daanni felice e polemico cliente, nella quale si è fortunata-mente mantenuta quell’atmosfera un po’ da paese, ho vi-sto la pubblicità di un nuovo conto corrente, pubblicitàche si guardava bene dal mettere in evidenza gli aspetticontrattuali, economici o di servizio di questo conto, co-me ci si aspetterebbe da un istituto che questo vende sulmercato, ma affidava la speranza di convincimento al-l’immagine di un ragazzino africano un po’ malmesso,promettendo che attraverso l’accensione di quel partico-lare conto corrente gli sarebbe tornato il sorriso. Ho trovato l’operazione abbastanza discutibile. Intanto,non mi piace che la banca si faccia bella con gli africani

grazie ai miei soldi. Se voglio far sorridere i bambini afri-cani saranno affari miei, e lo farò come pare a me. Se labanca vuole fare altrettanto, metta mano al borsellino,possibilmente al suo e non al mio. Alla fine, sono io quel-lo che non vuole far sorridere il bambino non aprendo ilconto che mi viene proposto, ed una volta ripuliti i soldicon il sorriso del bambino africano, la banca li usa comecrede e dove crede. E poi siamo alle solite, sul consuma-tore si esercita tutta la pressione emotiva possibile, fa-cendo anche un po’ leva sui sensi di colpa, che in un pae-se cattolico non guasta e che sa molto di manipolazione,e si continua a non considerarlo un soggetto di pari di-gnità, col quale avere relazioni fondate sulla fiducia e sulcontrollo, bensì un bambino con il quale avere relazionibasate sull’affidamento e sulla delega. Che sia questa l’etica bancaria che vogliamo? La banca«buona», che ci permette di essere buoni attraverso di lei,basta che ci affidiamo e non critichiamo? Io non scomo-derei concetti così alti come l’etica, la bontà, le maternitàe le paternità seppure su delega; mi accontenterei che labanca fosse responsabile e trasparente, e che i controlli ele sanzioni sulla sua attività fossero reali e non risibili,ma questo richiederebbe un rapporto paritetico con ilconsumatore-cliente e non, in fondo, la solita ottica delgregge da manipolare. Responsabilità e controllo, che neè il complemento essenziale, come ha sottolineato, sem-pre al convegno di Verona, Gianfranco Amato, cercandodi mantenere il dibattito sul concreto terreno dei fatti. Infine, due parole anche sui fatti di casa nostra: ormaicon tutti questi anni di collaborazione, mi sento quasiuno di famiglia e mi permetto di mettere sul tavolo qual-che interrogativo scomodo. Acquisito il fatto che la pres-sione e la manipolazione, attraverso il sistema degli in-centivi e dei premi sul piazzamento di particolari prodot-ti, sono una politica di cui è responsabile la banca, dallaquale molto probabilmente non è facile, anche volendo,sottrarsi da parte del dipendente (e qui entra sicuramentein gioco un’eventuale azione del sindacato), io vorrei sug-gerire una piccola riflessione su quel «anche volendo».Quanto il dipendente della banca è in qualche modocontaminato dai meccanismi del denaro e della specu-lazione con i quali si trova a contatto? È vero che vienefacile puntare il dito contro gli speculatori ed i ladri con-clamati che hanno capitanato gli ultimi crack finanzia-ri, ma non sarà che, in fondo in fondo, alligna una sfu-matura di ammirazione, figlia dell’alone di successoche, dopotutto, il grande guadagno e la spericolata ope-razione finanziaria, anche un po’ truffaldina, portanocon sé? Il bancario, come avevamo detto, si trova da questo pun-to di vista in una situazione molto particolare: se è un re-matore, lo è sulle navi da guerra d’élite dell’impero. Ecome può sottrarsi al loro fascino? A metà strada tra labanca e il cliente, il bancario si trova in una condizionenon molto comoda sotto l’aspetto della responsabilità.Forse una riflessione franca e aperta, anche silenziosa, suquesti temi aiuterebbe in un momento delicato comequesto, in cui il patrimonio etico del sistema bancario, alquale era piacevole potersi appoggiare per le proprieazioni e per la propria dignità professionale, mostraprofonde e preoccupanti crepe. Scusatemi la franchezza.

Soprattutto quello reputazionale il più difficile da ricostituire.Ma la colpa è solo ed esclusivamente dei banchieri truffaldini?

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«Il capitale socialedi fiducia,

affidamento,relazioni umane,

che si eraaccumulato negli

anni tra banca,bancari e clienti, èstato dissolto non

soltanto per quegliistituti che lo

hanno cinicamentevoluto, ma ancheper tutti gli altri» Gianpiero Fiorani scherza con Antonio Fazio, una delle sue figlie e la moglie

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Segnalib

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Non solo banca

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d i Luca R ic ipu t iConsu l en t e a z i enda l e

ed espe r to R i so rse umane

Il Codice del sistema finanziariodella Alpha Test tratta una tema-tica estremamente calda, in co-stante evoluzione, resa più com-plessa dalle molteplici correla-zioni materiali e dai fattori di cre-

scita quantitativa che hanno richie-sto da parte degli autori (A. Sironi,docente presso l’Università Bocco-ni, C. Tabacchi e D. Tortoriello, eco-nomisti esperti delle tematiche del-l’economia monetaria e finanziariae di diritto dei mercati finanziari),un rilevante sforzo classificatorio edi coordinamento, tale da garantirecoerenza e completezza dei conte-nuti. Dei due volumi, il primo è de-dicato alla disciplina degli interme-diari finanziari, degli istituti emit-tenti strumenti finanziari e risparmiogestito, ex T.u. finanza e relativi stru-menti attuativi, nonché le norme intema di previdenza complementare.Nel secondo vengono esposte le re-gole dei mercati finanziari e le di-sposizioni in tema di legislazionebancaria con gli schemi di bilancio,

ordinario e consolidato, propri agliistituti di credito, le disposizioni intema di trattamento fiscale delle at-tività finanziarie, nonché i profili ci-vilistico-contrattuali, le obbligazio-ni e le implicazioni societarie.Pensato per un utilizzo eminente-mente pratico, questo testo scienti-fico risulta utile a tutti coloro i qua-li operano, a vario titolo ed anchecon ruoli di consulenza legale e tri-

butaria, nell’ambito finanziario e delcredito: funzionari, operatori di bor-sa, promotori finanziari, quadri diistituti bancari e assicurativi. Uncompleto corredo di indici, genera-le, analitico e cronologico, facilitala reperibilità dei singoli testi nor-mativi. Gli autori hanno altresì cita-to opportunamente nel testo una se-rie di siti web utili a integrare i con-tenuti del Codice.

In due volumi, il primo sulla disciplina degliintermediari, il secondo dedicato ai mercati

Le regole della finanza

Il portale medico-scientifico per il consumatorehttp://www.dica33.it/

L’area pubblica di questo portale curato dalla Edra Medi-cal Publishing & New Media e dedicato ai pazienti, of-fre diversi strumenti informativi: un prontuario per i

farmaci generici, la possibilità di porre domande ad esper-ti di varie discipline e di cercare nell’archivio delle rispo-ste, un glossario di termini medici e un breve glossario del

farmaco, un prontuario per l’automedicazione (con bi-bliografia) e un elenco ricercabile di farmaci da banco.Disponibile una banca dati degli alimenti con analisi deicomponenti e dei principi nutritivi (dati dell’Istituto na-zionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione), le lineeguida per una corretta alimentazione e la tabella dei Livel-li di assunzione raccomandati di energia e nutrienti per gliitaliani (cosiddetti Larn); inoltre guida a vitamine, mine-rali e integratori alimentari. Per ricevere gli aggiornamen-ti ci si può iscrivere alla newsletter. L’area professionale èinvece riservata ai medici. Un portale veramente utile perchi vuole saperne di più per la propria salute.

La ricerca italiana sul webhttp://www.ricercaitaliana.it/

Spiegare in poche parole cosa è e cosa contiene questoportale è arduo, meglio lasciar esprimere il contenutodella pagina «Un iniziativa di...»: il portale nazionale

della Ricerca Italiana è la principale fi-nestra aperta per i cittadini sul mondodi chi fa ricerca in Italia. È uno spaziovasto attraverso cui vedere ed entrarein contatto con la Ricerca pubblica eprivata nazionale, scientifica e non

scientifica, sia quella con immediate applicazioni, sia quel-la di base (...). Questo portale è costruito per dare visibilitàai cittadini e a particolari categorie, tra cui studenti, scuolee imprese, dei progetti di ricerca grandi e piccoli e, soprat-tutto, di chi fa la Ricerca nei laboratori costituiti dall’uomoe nei grandi laboratori naturali (Spazio, Terra e Mare), dal-

l’infinitamente grande all’infinitamentepiccolo. Un ambiente divulgativo istitu-zionale come questo è un’impresa maitentata nel nostro paese: rendere com-prensibili a tutti argomenti complessi,essere autorevole, essere un punto d’in-

contro fra chi fa ricerca e chi vuole comprenderla. Il porta-le nazionale della Ricerca italiana crescerà e cambierà ognigiorno negli anni per dare visibilità sulle attività di ricerca,ma soprattutto per dare la giusta visibilità a chi fa ricerca edare la finestra più adatta a chi la Ricerca vuole imparare aconoscerla. Per questo la Redazione del portale è pronta adascoltare enti, istituzioni, imprese e ognuno coinvolto inprima persona nella Ricerca italiana svolta in Italia e all’e-stero. Allo stesso modo è pronta ad ascoltare la voce degliutenti del portale, i cittadini, oltre agli stessi attori della Ri-cerca, perché questo portale sia sempre più facile da usare,autorevole e aggiornato.

AA.VV. Codice del sistema finanziario2 volumi pagg. 1.622Euro 39,00Milano 2005

AVVISO ai naviganti di Bruno Pastorelli

Le nuove guide

Letti e...buone tavoleCinquecento indirizzi in tutta Italiacorredati dalla fotografia della locatione da un breve commento con le

informazionipratiche sono laproposta che ilmensile Case &Country presentacon l’edizione dimarzo di Agrituri-smo 2006.Particolarmenteutili le cartine delleregioni offrono uncolpo d’occhioimmediato sugliinsediamenti di cuisi parla.La Guida delleGuide deiristoranti italiani, i1.200 migliori inItalia, a Parigi,Londra, New York

e in Canton Ticino è una tradizioneofferta ai lettori dal mensile Class (laversione completa si può consultaresul sito www.class.it). La guida registrae interpreta, incrociando i punteggi eproponendo il proprio, le indicazioni diGambero Rosso, Michelin, Veronelli,Espresso, Accademia della Cucina. Aquesto punto sbagliare a scegliere ilristorante diventa quasi impossibilenon solo per l’appassionato o ilgourmand, ma anche per il semplicecurioso.

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Non solo bancaLA VOCE DEI Bancari

d i A r tu ro

Fino al 4 giugno, Mantegna rivi-ve nella sua casa mantovana, inun’ampia esposizione di docu-menti autografi, libri, sculture edipinti concessi per questa mo-stra da musei italiani e stranieri.

Lo scopo dell’evento, che rientra nelprogramma celebrativo nazionale delV centenario della scomparsa di An-drea Mantegna (13 settembre 1506),è di illustrare il profilo artistico di An-drea Mantegna durante i quasi cin-quant’anni della sua attività a Manto-va al servizio dei Gonzaga, di far ri-vivere la vita della corte, le figure deicommittenti e dei letterati, assieme al-la cultura nel marchesato mantovanonegli anni della permanenza del Man-tegna, dal 1460 al 1506. L’esposizione è suddivisa in due per-corsi principali corrispondenti ai duepiani della casa. Al piano terra vengo-no affrontati alcuni temi della culturacittadina alla fine del Quattrocento, in-sieme con i personaggi e le opere più si-gnificative del momento: l’età tardo-go-tica, il gusto rinascimentale e gli artisti

che operano nella corte gonzaghescacome Leon Battista Alberti, le figuredi Francesco II Gonzaga e della mo-glie Isabella d’Este, i musicisti, gli in-tellettuali e letterati degli anni in cuiMantegna operò a corte. Il percorso alpianterreno si conclude con una saladedicata a un capolavoro del maestro,il Redentore del Museo di Correggio,e con un ambiente che presenta unanuova e approfondita riflessione sulladimora progettata dal maestro in città. L’atmosfera dell’epoca introdotta nel-la prima fase del percorso espositivoè riprodotta al primo piano della ca-sa, questa volta ricorrendo a un sofi-sticato laboratorio virtuale che si av-vale di avanzate tecnologie che con-sentono al visitatore di accostarsi e in-teragire con le ricostruzioni virtuali diambienti e cicli pittorici: tra le molteopere, inserite nel loro contesto, la Ca-mera Dipintadetta degli Sposi di Pa-lazzo Ducale (che il visitatore della mo-

stra avrà modo prima di studiare nellasua ricostruzione virtuale e, successi-vamente, di ammirare dal vero, graziea un biglietto unico che permette la vi-sita della mostra nella casa dell’artistae nella reggia gonzaghesca), il Trionfodi Cesareoggi ad Hampton Court, loStudiolo e la Grottadi Isabella d’Este,e la chiesa in cui era collocata la paladella Madonna della Vittoria, oggi alLouvre. Sempre al primo piano dellacasa è stata ricostruita, con un proget-to specifico destinato a stimolare la cu-riosità e l’interesse attivo dei visitato-ri di ogni età, la bottega dell’artista, ri-pensata con tutti gli oggetti d’uso quo-tidiano del maestro. L’itinerario mantegnesco si snoda poiin altri luoghi della città, con la visi-ta al Palazzo di San Sebastiano delmarchese Francesco II Gonzaga, do-ve era collocato il Trionfo di Cesare,alla basilica di Sant’Andrea dove sitrova la cappella funeraria del mae-stro e alla chiesa di Santa Maria del-la Vittoria, aperta per la prima voltaal pubblico.

A casa di Andrea Mantegna

� Il Redentore (part.), Correggio, Museo «l Correggio» � Camera degli Sposi, Scena dell’incontro (part.) tra Ludovico Gonzaga e il figlio

Francesco, Cardinale, 1465-1474 � Scena della Corte, Camera degli Sposi, Casa del Mantegna, 1465-1474

� Andrea Cavalli, «Busto del Mantegna» � Rilievo in avorio con il Trionfo della Fama (part.), da una composizione di

Andrea Mantegna, Parigi, Musée du Louvre

A casa di Andrea Mantegna (1506-2006)

Mantova, Casa del Mantegna, dal 26 febbraio al 4 giugno 2006

Ingresso• Biglietto intero euro 5,00 , Ridotto euro

3,00 (giovani dai 18 ai 24 anni, insegnanti,soci del Touring Club Italiano); gratuito(minori di 18 anni e oltre 65 anni, gruppi di scolaresche con prenotazioneobbligatoria, docenti e accompagnatori di gruppi di studenti)

• Biglietto unico (visita alla mostra, a PalazzoDucale e alla Camera degli Sposi): euro10,00 intero; euro 5,00 ridotto (giovani dai 18 ai 24 anni, insegnanti); gratuito(minori di 18 anni e oltre 65 anni, gruppi di scolaresche con prenotazioneobbligatoria, docenti e accompagnatori di gruppi di studenti)

Informazioni• Call center 0376 432432, 0376 328253

Cultura artistica a Mantova nel Quattrocento

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