EDITORIALE Berset: pensioni sicure · 2016-02-22 · ta a un contratto collettivo di la- ... Unione...

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GAA 6500 Bellinzona 1 Mutazioni: SEV casella postale 3000 Berna 6 N. 19 10 ottobre 2013 89.mo anno Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch La voce del disagio nella biglietteria di Lugano è stata ascoltata, a dimostrazio- ne che il confronto – anche se aspro – può tradursi in un accordo, quando tra le parti ci si guarda negli occhi con franchezza. Il SEV e i responsabili della vendita delle FFS hanno raggiunto un accordo sulle modalità per migliorare il servizio alla clientela e le condizioni di lavoro del personale. a pagina 5 Biglietteria di Lugano Da trent’anni anche le donne lavorano come agenti treno delle FFS. Un viaggio con la capotreno Thérèse Hasler tra Berna e Briga per mostrare come la pro- fessione sia molto di più che il controllo dei biglietti: le conoscenze e le assun- zioni di responsabilità sono costanti compagni di viaggio. Ma le donne devo- no far fronte ancora oggi ad aggressio- ni sessiste. alle pagine 8, 9 e 10 La femminilizzazione del personale treno La prima volta 30 anni fa .. Rendite variabili: Markus Jordi attacca il SEV, che risponde. Pagina 2 Dove sta la verità .. Clima di lavoro teso tra i dipendenti di elvetino: regnano pressioni, minacce e ritorsioni. Intanto il minibar è solo un ricordo. Pagina 11 Elvetino: caffè amaro 15 ottobre: consegna delle firme della petizione. Pagina 5 Stop al dumping .. Nell’autunno del 2012, il comita- to dell’associazione degli im- pianti di risalita svizzeri, aveva rinunciato al progetto di dare vi- ta a un contratto collettivo di la- voro quadro che coprisse tutto il settore a livello nazionale. Tra i ranghi dell’associazione, l’oppo- sizione era troppo forte. Ma non per la società che gestisce gli impianti di risalita bernesi: l’as- sociazione cantonale voleva ne- goziare un CCL quadro cantonale, ad eccezione della ferrovia della Jungfrau. Decisive la questione dell’immagine e l’assenza di preconcetti ideologi- ci. Il prossimo 22 ottobre il SEV e la società degli impianti di risalita bernesi, giungeranno all’atto conclusivo. Per la prima volta – in un settore considerato un de- serto sindacale a causa anche del personale stagionale – sono previsti nel CCL quadro dei salari minimi. Anche se le condizioni di lavoro e salariali – negoziate in modo serrato tra i partner sociali – sono inferiori rispetto agli standard in vigore nei trasporti pubblici, questo CCL quadro can- tonale costituisce un passo im- portante nella giusta direzione, ossia quella di una migliore giu- stizia sociale e salariale. EDITORIALE « Sulle Alpi bernesi un primo importante passo nella giusta direzione » ! Peter Peyer, segretario sindacale In un’intervista accordata a contat- to.sev, Alain Berset illustra la sua visio- ne della sicurezza sociale e della previ- denza vecchiaia. Ha sottolineato che non sono previste riduzioni di pensio- ne, è dunque in netto contrasto con precedenti progetti del Consiglio fede- rale. Tuttavia è critico nei confronti dell’iniziativa popolare dei sindacati AVSplus, poiché non risolve i problemi; problematico, per lui, il finanziamento dell’aumento della pensione. Sulle ren- dite variabili in discussione per la cassa pensione delle FFS, si esprime con cautela. pmo pagine 6 e 7 Berset: pensioni sicure Il consigliere federale Alain Berset ha grandi progetti: vuo- le che la previdenza vecchiaia abbia in futuro i piedi al caldo, per garantire la pensione. Il consigliere federale si esprime sulla «Riforma della previdenza vecchiaia 2020» Thierry Porchet - L'Evénement syndical

Transcript of EDITORIALE Berset: pensioni sicure · 2016-02-22 · ta a un contratto collettivo di la- ... Unione...

GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 19

10 ottobre201389.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

La voce del disagio nella biglietteria diLugano è stata ascoltata, a dimostrazio-ne che il confronto – anche se aspro –può tradursi in un accordo, quando tra leparti ci si guarda negli occhi confranchezza. Il SEV e i responsabili dellavendita delle FFS hanno raggiunto unaccordo sulle modalità per migliorare ilservizio alla clientela e le condizioni dilavoro del personale.

a pagina 5

Biglietteria di Lugano

Da trent’anni anche le donne lavoranocome agenti treno delle FFS. Un viaggiocon la capotreno Thérèse Hasler tra

Berna e Briga per mostrare come la pro-fessione sia molto di più che il controllodei biglietti: le conoscenze e le assun-zioni di responsabilità sono costanticompagni di viaggio. Ma le donne devo-no far fronte ancora oggi ad aggressio-ni sessiste.

alle pagine 8, 9 e 10

La femminilizzazione del personale treno

La prima volta 30 anni fa

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Rendite variabili:Markus Jordi attacca ilSEV, che risponde.

Pagina 2

Dove sta la verità

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Clima di lavoro teso tra i dipendenti dielvetino: regnano pressioni, minacce eritorsioni. Intanto il minibar è solo un ricordo.

Pagina 11

Elvetino: caffè amaro15 ottobre: consegnadelle firme dellapetizione.

Pagina 5

Stop al dumping

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Nell’autunno del 2012, il comita-to dell’associazione degli im-pianti di risalita svizzeri, avevarinunciato al progetto di dare vi-ta a un contratto collettivo di la-voro quadro che coprisse tutto ilsettore a livello nazionale. Tra iranghi dell’associazione, l’oppo-sizione era troppo forte. Ma nonper la società che gestisce gli

impianti di risalita bernesi: l’as-sociazione cantonale voleva ne-goziare un CCL quadrocantonale, ad eccezione dellaferrovia della Jungfrau. Decisivela questione dell’immagine el’assenza di preconcetti ideologi-ci.Il prossimo 22 ottobre il SEV e lasocietà degli impianti di risalitabernesi, giungeranno all’attoconclusivo. Per la prima volta –in un settore considerato un de-serto sindacale a causa anchedel personale stagionale – sonoprevisti nel CCL quadro dei salariminimi. Anche se le condizioni dilavoro e salariali – negoziate inmodo serrato tra i partner sociali– sono inferiori rispetto aglistandard in vigore nei trasportipubblici, questo CCL quadro can-tonale costituisce un passo im-portante nella giusta direzione,ossia quella di una migliore giu-stizia sociale e salariale.

EDITORIALE

«Sulle Alpi bernesi unprimo importante passonella giusta direzione»!

Peter Peyer, segretario sindacale

In un’intervista accordata a contat-to.sev, Alain Berset illustra la sua visio-ne della sicurezza sociale e della previ-denza vecchiaia. Ha sottolineato chenon sono previste riduzioni di pensio-ne, è dunque in netto contrasto conprecedenti progetti del Consiglio fede-rale. Tuttavia è critico nei confrontidell’iniziativa popolare dei sindacatiAVSplus, poiché non risolve i problemi;problematico, per lui, il finanziamentodell’aumento della pensione. Sulle ren-dite variabili in discussione per la cassapensione delle FFS, si esprime concautela. pmo

pagine 6 e 7

Berset: pensioni sicureIl consigliere federale AlainBerset ha grandi progetti: vuo-le che la previdenza vecchiaiaabbia in futuro i piedi al caldo,per garantire la pensione.

Il consigliere federale si esprime sulla «Riforma della previdenza vecchiaia 2020»

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ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 19/1310.10.2013

FFS in calodi popolarità■ I giornali domenicali naziona-li hanno riferito dell’esito di unsondaggio svolto dall’istitutoGFK su incarico delle FFS. Ognianno, l’istituto rileva la popola-rità delle principali aziende. Nel2013, le FFS avevano visto laloro classifica scendere dal 7°al12° posto, mentre il loro CEOAndreas Meyer ambiva alpodio. Hanno pertanto commis-sionato un secondo sondaggio,con domande che esulasserodai consueti temi della puntuali-tà, pulizia, ecc. Il risultato, comeha confermato il portavoce FFSChristian Ginsig, è che le FFSvengono considerate pocoorientate ai servizi e allaclientela. Meyer e la direttricedella divisione viaggiatoriJeannine Pilloud non hannovoluto commentare questorisultato.

Merci pericolosesotto il Gottardo?■ L’Ufficio federale delle strade(Ustra) ha comunicato ladecisione di permettere lacircolazione di mezzi trasportan-ti merci pericolose sotto 6ulteriori gallerie autostradali,tra cui il Seelisberg, risanate direcente e dotate di impiantimoderni di ventilazione. In unsuo comunicato, l’Iniziativadelle Alpi rileva come, nono-stante l’Ustra si premuri diescludere questa eventualità, lamotivazione addotta fa sorgereil dubbio che, qualora sirealizzasse la seconda cannasotto il Gottardo, non visarebbero più motivi perescludere le merci pericoloseattraverso questa via.

Rincaro in aumento■ A fine settembre, l’indice deiprezzi al consumo si è attestatoa 99,3 punti, con un aumento di0,3 punti rispetto ad agosto. Subase annua, il rincaro restanegativo in misura del -0,1%.

NEWS

Non è stato ancora regolatotutto perché gli Impianti di ri-salita bernesi (BBB) devonoancora dare la loro approvazio-ne, nel corso dell’assemblea incalendario il 22 ottobre. Ma inegoziati tra il SEV e le BBB hadato alla luce un contratto col-lettivo quadro (CCL), che il co-mitato SEV ha adottato all’una-nimità il 27 settembre scorso.L’entrata in vigore è previstadal 1° novembre per una dura-ta di quattro anni. «Non capitatutti i giorni di poter festeggia-re un nuovo CCL, nostro princi-pale campo di azione» haesclamato Giorgio Tuti , presi-dente SEV . «Questo testo è ilrisultato di un lungo processo .C’è stata una forte opposizio-ne, tant’è che avremmo potutoseppellire tutto il progetto. Ma

ci abbiamo creduto con tutte leforze per il bene di un settore,come il turismo, che è un de-serto sindacale».Il progetto di convenzione ela-borato in precedenza dagli im-pianti di risalita svizzeri e dalSEV, è servito come base di di-scussione. Le principali socie-tà bernesi che gestiscono al-meno un impianto di risalita

grazie a una convenzione dell’-Ufficio federale dei trasporti,sono concordi con il progettodi CCL. Purtroppo le ferrovie egli impianti di risalita della re-gione della Jungfrau respingo-no il testo per motivi ideologi-ci.Questo CCL quadro prevedel’istituzione del salario minimodi 4000 franchi lordi al mese o

di 22,85 fr. all’ora, più le va-canza. Per il settore, una similebase contrattuale tra le partisociali costituisce una primaassoluta su . Il SEV e così riu-scito a fare accettare una delleprincipali rivendicazioni dell’-Unione sindacale svizzera.Il CCL prevede tuttavia la pos-sibilità di accettare salari piùbassi per coloro che esercitano

Giorgio Tuti: «Ci abbiamo creduto con tutte le forze per il bene di un settore, come quello

Presto la firma in vetta ... Lo scorso 27 settembreil comitato SEV e comi-tato é SEV ha approvatoil CCL quadro negoziatocon gli Impianti di risa-lita bernesi.

..

Il CCL prevede salari minimi di 4000 franchi al mese. Una rivendicazione USS tradotta in pratica.

«Anche i futuri pensionati me-ritano una pensione adeguatae giusta», ha scritto Jordi enessuno mette in discussionequesto principio. Il capo delpersonale delle FFS ha inoltreindicato come la cassa pensio-ni abbia versato negli ultimianni per le rendite importi net-tamente superiori a quelli per-cepiti tramite i contributi di ri-sanamento. «L’USS e il SEVnon sembrano affatto preoccu-parsi» continua Jordi, spiegan-

do che i tre aggettivi usati dalSEV (improponibili, meschinee insidiose) andrebbero com-pletamente rovesciati.«Markus Jordi è stato forte-mente criticato sia dai media,sia a livello politico: è com-prensibile che cerchi di difen-dersi», dice Aroldo Cambi, di-rettore delle finanze del SEV,

membro del consiglio di fonda-zione della cassa pensioni FFS.Cambi respinge le critiche ri-volte al SEV: «Rimproverarci dinon preoccuparci dell’avveniredella cassa pensione è fuoriluogo. Come è sbagliato muo-vere queste accuse solo per-ché combattiamo queste intol-lerabili rendite variabili».Cambi sottolinea come Jordi,nel suo tentativo di seminarela discordia tra attivi e pensio-nati, si avventuri su un terrenopericoloso. «Sono le personeche da anni pagano i contributidi risanamento – puntualizzaCambi – che si ritroverannoconfrontate con le rendite va-riabili» e mette in guardia dalfatto che i rischi degli investi-menti verrebbero posti a carico

solo di attivi e pensionati, sen-za più alcun contributo da par-te dell’azienda. Invece la prio-rità, anche per i pensionati,deve essere e restare alla sicu-rezza del reddito.Le rendite variabili sarebberouna misura presa sulla base diuna situazione contingente,ma con conseguenze a lungotermine. Quindi esattamente ilcontrario dei provvedimenti dicui necessita una cassa pen-sioni. Cambi: «Il fatto che iltasso di interesse sia così bas-so da così tanto tempo, è piut-tosto particolare. La situazionesi normalizzerà. Un modellonon deve risultare da circo-stanze insolite come que-ste». pmo

Il capo del personale delle FFS Markus Jordi si scaglia contro il SEV

In una comunicazioneinterna delle FFS, Jordiha tentato un contrat-tacco proprio prima del-la manifestazione deisindacati.

Rendite variabili: dov’è la verità?

frg

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN. 19/1310.10.2013

Lo sono un po’ tutte, ma alcune lo sono di più. «Non so-no contro tutte le guerre , ma mi oppongo a una guerrastupida». Era allora un giovane senatore, dal nome Oba-ma, ostile nel 2002 all’intervento in Irak. Eletto presi-dente, intensificò anch’egli una «guerra stupida» inAfghanistan, prima di dover battere in ritirata. Ci sonoaltri illustri precedenti dettati nelle condizioni sempredagli Stati Uniti, che sul piano del controllo mondialehanno fallito più di una volta. A causa di questi interven-ti non pienamente condivisi e fallimentari, gli USA han-no perso non poca credibilità. In meno di sei mesi loStato federale è passato dallo statuto di Phénix (ripresaeconomica, indipendenza energetica, rinascita dell’in-dustria automobilistica, dominio delle multinazionalidell’informatica) a quello di impero declinante. Tornia-mo alle guerre: la guerra in Vietnam fu decisa da JohnKennedy e da Lyndon Johnson, con il pretesto di non la-sciar cadere la regione nell’aria comunista, sovietica ocinese. Per gli Stati Uniti era già un questione di credibi-lità. Tre milioni d’indocinesi perirono sul campo. Si sacome poi andarono a finire le cose e con quali umiliazio-ni gli americani dovettero abbandonare il fronte. Mano-vrata dai due Bush (padre e figlio), l’intervento in Iraqavrebbe dovuto punire un regime accusato d’appartene-re, come l’Iran e la Corea del Nord, «all’asse del male».Per gli USA, ancora una volta, era una questione di cre-dibilità. Oggi l’Iraq è distrutto e il potere installato aBaghdad dai soldati americani, non è mai stato così vici-no a Teheran. Nel caso della Siria, gli interventisti hannochiesto al Presidente di riprendere il controllo della re-gione. Obama avrebbe dovuto violare il diritto interna-zionale ricorrendo alla forza, senza autorizzazione delConsiglio di sicurezza ed evitare di consultare il Con-gresso. Quanto ai suoi consiglieri della Casa Bianca,molto più tiepidi e di avviso addirittura contrario, Oba-ma avrebbe dovuto passare oltre e lanciare un’operazio-ne militare con l’appoggio di alleati molto più limitatodella «coalizione di volontari» su cui poteva contare ilPresidente Bush. Avventurarsi in un’impresa militarecontro la volontà della maggioranza dei suoi cittadini,fra i quali coloro che temono che l’armata americanapossa diventare in Siria «l’aviazione di «Al-Qaida» nondava alcuna garanzia politica. Il Presidente Obama hadunque esitato. Sembra aver concluso che la sua credi-bilità sarebbe sopravvissuta per un po’ di tempo al rifiu-to di impegnarsi in una nuova «guerra stupida» inMedio-Oriente.

Guerre insensate

IL COLORE DEI SOLDIDI FABRIZIO FAZIOLI

già un’ altra attività lucrativasignificativa come, per esem-pio, gli agricoltori. Il CCL preve-de anche disposizioni quadroper il tempo di lavoro e il luogodi lavoro. Le aziende possononegoziare eccezioni con il SEVper le società a fune. Inoltre èstata istituita una commissio-ne mista, composta da tremembri provenienti da ciascu-na delle parti, per risolvere lecontroversie .«Il SEV può così mostrare alleferrovie e agli impianti di risali-ta della Jungfrau che il CCL èuno strumento moderno per idipendenti e le aziende», hasottolineato Giorgio Tuti. Se ilCCL dovesse essere rifiutato ilprossimo 22 ottobre, le societàinteressate hanno già decisodi creare una nuova associa-zione padronale pronta a fir-mare il CCL negoziato. Un mo-do per aggirare l’eventualeostacolo del rifiuto. Inoltre, lacreazione di una nuova asso-ciazione professionale, noncantonale, consentirebbel’adesione di aziende di tutto il

paese, rimediando ad una la-cuna di tutto il settore.

Supporto per le sezioniIl Comitato ha inoltre preso at-to del rapporto sul coachingdelle sezioni che sarà lanciatoufficialmente nel mese di no-vembre e dicembre nella Sviz-zera tedesca e nella Svizzerafrancese. Il tempo di lavorodella coach, aumentato per vo-lere del comitato dal 60 al100% a partire dal 1° ottobre,si prefigge di sostenere le se-zioni nei loro sforzi per recluta-re membri. Il coaching si basasu una discussione con lestrutture esistenti per com-prendere e risolvere potenzialiproblemi nel reclutamento.Il/la coach non recluta mem-bri, ma si propone di rafforzareil principio: «i membri recluta-no i membri». Un concetto cheha già dimostrato il suo valore.

Vivian Bologna

del turismo, che è un deserto sindacale».

a uno storico CCLIl comitato SEV ha accettatoretroattivamente l’accordoP-VM. Esso prevede che ilpersonale d’accompagnamen-to dei treni della divisioneviaggiatori FFS possa deroga-re alla legislazione in vigoresulla durata del lavoro. Questaderoga concerne unicamenteil personale che accompagna itreni speciali dei tifosi. La ZPVe il SEV hanno accettato unaccordo limitato a un annosulla base di una controparti-ta: le pause prese all’esternosono aggiunte al tempo dilavoro annuale e il team ècomposto almeno da dueagenti. Il comitato ha infineesortato tutti i membri attivi afirmare, entro il 15 ottobre, lapetizione contro le renditevariabili, che le FFS voglionointrodurre nella cassapensione.

COMITATO SEV

L’affermazione, categorica edinequivocabile, è giunta nell’-ambito dell’intervento dell’exconsigliere di Stato e oggi sin-daco di Lugano al convegno in-detto dal Lion’s Club a Mendri-sio sul tema delle sfide eopportunità della grande mo-bilità. Inevitabile che il conve-gno riservasse una buona par-te del dibattito alle incognitedel cantiere sul confine traGaggiolo e Arcisate. MarcoBorradori vi ha però dato unapiega inaspettata, richiaman-do energicamente la RegioneLombardia al rispetto degli ac-cordi sottoscritti in vista della

messa in esercizio della lineaalla fine del 2014. Accordi chenon sono stati rispettati nem-meno per il tratto Chiasso-Al-bate, per il quale, a fronte del-la copertura delle spese diesercizio da parte svizzera, sisarebbe dovuto realizzare unastruttura di Park and Ride, ri-

masta solo sulla carta. A pocosono valse le spiegazioni e lerassicurazioni dell’ex assesso-re ai trasporti della Lombardiae oggi presidente del Consiglioregionale lombardo RaffaeleCattaneo, che si è detto fidu-cioso nei confronti di una com-pletamento della linea in tem-po per l’Expo 2015. Tanto piùche al suo è seguito l’interven-to dell’attuale consigliere diStato Michele Barra il quale,senza entrare nei dettagli, haparlato di informazioni in suopossesso che vanno in tutt’al-tra direzione. L’apertura diquesta linea, tanto attesa intutta la regione per allentare lamorsa del traffico stradale,sembra allontanarsi semprepiù. Gi

Secondo Borradori lalinea rischia di finireletteralmente su un bi-nario morto.

Varese addio?Intanto in Ticino serpeggia un crescente scetticismo

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ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 19/1310.10.2013

FFS in calodi popolarità■ I giornali domenicali naziona-li hanno riferito dell’esito di unsondaggio svolto dall’istitutoGFK su incarico delle FFS. Ognianno, l’istituto rileva la popola-rità delle principali aziende. Nel2013, le FFS avevano visto laloro classifica scendere dal 7°al12° posto, mentre il loro CEOAndreas Meyer ambiva alpodio. Hanno pertanto commis-sionato un secondo sondaggio,con domande che esulasserodai consueti temi della puntuali-tà, pulizia, ecc. Il risultato, comeha confermato il portavoce FFSChristian Ginsig, è che le FFSvengono considerate pocoorientate ai servizi e allaclientela. Meyer e la direttricedella divisione viaggiatoriJeannine Pilloud non hannovoluto commentare questorisultato.

Merci pericolosesotto il Gottardo?■ L’Ufficio federale delle strade(Ustra) ha comunicato ladecisione di permettere lacircolazione di mezzi trasportan-ti merci pericolose sotto 6ulteriori gallerie autostradali,tra cui il Seelisberg, risanate direcente e dotate di impiantimoderni di ventilazione. In unsuo comunicato, l’Iniziativadelle Alpi rileva come, nono-stante l’Ustra si premuri diescludere questa eventualità, lamotivazione addotta fa sorgereil dubbio che, qualora sirealizzasse la seconda cannasotto il Gottardo, non visarebbero più motivi perescludere le merci pericoloseattraverso questa via.

Rincaro in aumento■ A fine settembre, l’indice deiprezzi al consumo si è attestatoa 99,3 punti, con un aumento di0,3 punti rispetto ad agosto. Subase annua, il rincaro restanegativo in misura del -0,1%.

NEWS

Non è stato ancora regolatotutto perché gli Impianti di ri-salita bernesi (BBB) devonoancora dare la loro approvazio-ne, nel corso dell’assemblea incalendario il 22 ottobre. Ma inegoziati tra il SEV e le BBB hadato alla luce un contratto col-lettivo quadro (CCL), che il co-mitato SEV ha adottato all’una-nimità il 27 settembre scorso.L’entrata in vigore è previstadal 1° novembre per una dura-ta di quattro anni. «Non capitatutti i giorni di poter festeggia-re un nuovo CCL, nostro princi-pale campo di azione» haesclamato Giorgio Tuti , presi-dente SEV . «Questo testo è ilrisultato di un lungo processo .C’è stata una forte opposizio-ne, tant’è che avremmo potutoseppellire tutto il progetto. Ma

ci abbiamo creduto con tutte leforze per il bene di un settore,come il turismo, che è un de-serto sindacale».Il progetto di convenzione ela-borato in precedenza dagli im-pianti di risalita svizzeri e dalSEV, è servito come base di di-scussione. Le principali socie-tà bernesi che gestiscono al-meno un impianto di risalita

grazie a una convenzione dell’-Ufficio federale dei trasporti,sono concordi con il progettodi CCL. Purtroppo le ferrovie egli impianti di risalita della re-gione della Jungfrau respingo-no il testo per motivi ideologi-ci.Questo CCL quadro prevedel’istituzione del salario minimodi 4000 franchi lordi al mese o

di 22,85 fr. all’ora, più le va-canza. Per il settore, una similebase contrattuale tra le partisociali costituisce una primaassoluta su . Il SEV e così riu-scito a fare accettare una delleprincipali rivendicazioni dell’-Unione sindacale svizzera.Il CCL prevede tuttavia la pos-sibilità di accettare salari piùbassi per coloro che esercitano

Giorgio Tuti: «Ci abbiamo creduto con tutte le forze per il bene di un settore, come quello

Presto la firma in vetta ... Lo scorso 27 settembreil comitato SEV e comi-tato é SEV ha approvatoil CCL quadro negoziatocon gli Impianti di risa-lita bernesi.

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Il CCL prevede salari minimi di 4000 franchi al mese. Una rivendicazione USS tradotta in pratica.

«Anche i futuri pensionati me-ritano una pensione adeguatae giusta», ha scritto Jordi enessuno mette in discussionequesto principio. Il capo delpersonale delle FFS ha inoltreindicato come la cassa pensio-ni abbia versato negli ultimianni per le rendite importi net-tamente superiori a quelli per-cepiti tramite i contributi di ri-sanamento. «L’USS e il SEVnon sembrano affatto preoccu-parsi» continua Jordi, spiegan-

do che i tre aggettivi usati dalSEV (improponibili, meschinee insidiose) andrebbero com-pletamente rovesciati.«Markus Jordi è stato forte-mente criticato sia dai media,sia a livello politico: è com-prensibile che cerchi di difen-dersi», dice Aroldo Cambi, di-rettore delle finanze del SEV,

membro del consiglio di fonda-zione della cassa pensioni FFS.Cambi respinge le critiche ri-volte al SEV: «Rimproverarci dinon preoccuparci dell’avveniredella cassa pensione è fuoriluogo. Come è sbagliato muo-vere queste accuse solo per-ché combattiamo queste intol-lerabili rendite variabili».Cambi sottolinea come Jordi,nel suo tentativo di seminarela discordia tra attivi e pensio-nati, si avventuri su un terrenopericoloso. «Sono le personeche da anni pagano i contributidi risanamento – puntualizzaCambi – che si ritroverannoconfrontate con le rendite va-riabili» e mette in guardia dalfatto che i rischi degli investi-menti verrebbero posti a carico

solo di attivi e pensionati, sen-za più alcun contributo da par-te dell’azienda. Invece la prio-rità, anche per i pensionati,deve essere e restare alla sicu-rezza del reddito.Le rendite variabili sarebberouna misura presa sulla base diuna situazione contingente,ma con conseguenze a lungotermine. Quindi esattamente ilcontrario dei provvedimenti dicui necessita una cassa pen-sioni. Cambi: «Il fatto che iltasso di interesse sia così bas-so da così tanto tempo, è piut-tosto particolare. La situazionesi normalizzerà. Un modellonon deve risultare da circo-stanze insolite come que-ste». pmo

Il capo del personale delle FFS Markus Jordi si scaglia contro il SEV

In una comunicazioneinterna delle FFS, Jordiha tentato un contrat-tacco proprio prima del-la manifestazione deisindacati.

Rendite variabili: dov’è la verità?

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ATTUALITÀ

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contatto.sevN. 19/1310.10.2013

Lo sono un po’ tutte, ma alcune lo sono di più. «Non so-no contro tutte le guerre , ma mi oppongo a una guerrastupida». Era allora un giovane senatore, dal nome Oba-ma, ostile nel 2002 all’intervento in Irak. Eletto presi-dente, intensificò anch’egli una «guerra stupida» inAfghanistan, prima di dover battere in ritirata. Ci sonoaltri illustri precedenti dettati nelle condizioni sempredagli Stati Uniti, che sul piano del controllo mondialehanno fallito più di una volta. A causa di questi interven-ti non pienamente condivisi e fallimentari, gli USA han-no perso non poca credibilità. In meno di sei mesi loStato federale è passato dallo statuto di Phénix (ripresaeconomica, indipendenza energetica, rinascita dell’in-dustria automobilistica, dominio delle multinazionalidell’informatica) a quello di impero declinante. Tornia-mo alle guerre: la guerra in Vietnam fu decisa da JohnKennedy e da Lyndon Johnson, con il pretesto di non la-sciar cadere la regione nell’aria comunista, sovietica ocinese. Per gli Stati Uniti era già un questione di credibi-lità. Tre milioni d’indocinesi perirono sul campo. Si sacome poi andarono a finire le cose e con quali umiliazio-ni gli americani dovettero abbandonare il fronte. Mano-vrata dai due Bush (padre e figlio), l’intervento in Iraqavrebbe dovuto punire un regime accusato d’appartene-re, come l’Iran e la Corea del Nord, «all’asse del male».Per gli USA, ancora una volta, era una questione di cre-dibilità. Oggi l’Iraq è distrutto e il potere installato aBaghdad dai soldati americani, non è mai stato così vici-no a Teheran. Nel caso della Siria, gli interventisti hannochiesto al Presidente di riprendere il controllo della re-gione. Obama avrebbe dovuto violare il diritto interna-zionale ricorrendo alla forza, senza autorizzazione delConsiglio di sicurezza ed evitare di consultare il Con-gresso. Quanto ai suoi consiglieri della Casa Bianca,molto più tiepidi e di avviso addirittura contrario, Oba-ma avrebbe dovuto passare oltre e lanciare un’operazio-ne militare con l’appoggio di alleati molto più limitatodella «coalizione di volontari» su cui poteva contare ilPresidente Bush. Avventurarsi in un’impresa militarecontro la volontà della maggioranza dei suoi cittadini,fra i quali coloro che temono che l’armata americanapossa diventare in Siria «l’aviazione di «Al-Qaida» nondava alcuna garanzia politica. Il Presidente Obama hadunque esitato. Sembra aver concluso che la sua credi-bilità sarebbe sopravvissuta per un po’ di tempo al rifiu-to di impegnarsi in una nuova «guerra stupida» inMedio-Oriente.

Guerre insensate

IL COLORE DEI SOLDIDI FABRIZIO FAZIOLI

già un’ altra attività lucrativasignificativa come, per esem-pio, gli agricoltori. Il CCL preve-de anche disposizioni quadroper il tempo di lavoro e il luogodi lavoro. Le aziende possononegoziare eccezioni con il SEVper le società a fune. Inoltre èstata istituita una commissio-ne mista, composta da tremembri provenienti da ciascu-na delle parti, per risolvere lecontroversie .«Il SEV può così mostrare alleferrovie e agli impianti di risali-ta della Jungfrau che il CCL èuno strumento moderno per idipendenti e le aziende», hasottolineato Giorgio Tuti. Se ilCCL dovesse essere rifiutato ilprossimo 22 ottobre, le societàinteressate hanno già decisodi creare una nuova associa-zione padronale pronta a fir-mare il CCL negoziato. Un mo-do per aggirare l’eventualeostacolo del rifiuto. Inoltre, lacreazione di una nuova asso-ciazione professionale, noncantonale, consentirebbel’adesione di aziende di tutto il

paese, rimediando ad una la-cuna di tutto il settore.

Supporto per le sezioniIl Comitato ha inoltre preso at-to del rapporto sul coachingdelle sezioni che sarà lanciatoufficialmente nel mese di no-vembre e dicembre nella Sviz-zera tedesca e nella Svizzerafrancese. Il tempo di lavorodella coach, aumentato per vo-lere del comitato dal 60 al100% a partire dal 1° ottobre,si prefigge di sostenere le se-zioni nei loro sforzi per recluta-re membri. Il coaching si basasu una discussione con lestrutture esistenti per com-prendere e risolvere potenzialiproblemi nel reclutamento.Il/la coach non recluta mem-bri, ma si propone di rafforzareil principio: «i membri recluta-no i membri». Un concetto cheha già dimostrato il suo valore.

Vivian Bologna

del turismo, che è un deserto sindacale».

a uno storico CCLIl comitato SEV ha accettatoretroattivamente l’accordoP-VM. Esso prevede che ilpersonale d’accompagnamen-to dei treni della divisioneviaggiatori FFS possa deroga-re alla legislazione in vigoresulla durata del lavoro. Questaderoga concerne unicamenteil personale che accompagna itreni speciali dei tifosi. La ZPVe il SEV hanno accettato unaccordo limitato a un annosulla base di una controparti-ta: le pause prese all’esternosono aggiunte al tempo dilavoro annuale e il team ècomposto almeno da dueagenti. Il comitato ha infineesortato tutti i membri attivi afirmare, entro il 15 ottobre, lapetizione contro le renditevariabili, che le FFS voglionointrodurre nella cassapensione.

COMITATO SEV

L’affermazione, categorica edinequivocabile, è giunta nell’-ambito dell’intervento dell’exconsigliere di Stato e oggi sin-daco di Lugano al convegno in-detto dal Lion’s Club a Mendri-sio sul tema delle sfide eopportunità della grande mo-bilità. Inevitabile che il conve-gno riservasse una buona par-te del dibattito alle incognitedel cantiere sul confine traGaggiolo e Arcisate. MarcoBorradori vi ha però dato unapiega inaspettata, richiaman-do energicamente la RegioneLombardia al rispetto degli ac-cordi sottoscritti in vista della

messa in esercizio della lineaalla fine del 2014. Accordi chenon sono stati rispettati nem-meno per il tratto Chiasso-Al-bate, per il quale, a fronte del-la copertura delle spese diesercizio da parte svizzera, sisarebbe dovuto realizzare unastruttura di Park and Ride, ri-

masta solo sulla carta. A pocosono valse le spiegazioni e lerassicurazioni dell’ex assesso-re ai trasporti della Lombardiae oggi presidente del Consiglioregionale lombardo RaffaeleCattaneo, che si è detto fidu-cioso nei confronti di una com-pletamento della linea in tem-po per l’Expo 2015. Tanto piùche al suo è seguito l’interven-to dell’attuale consigliere diStato Michele Barra il quale,senza entrare nei dettagli, haparlato di informazioni in suopossesso che vanno in tutt’al-tra direzione. L’apertura diquesta linea, tanto attesa intutta la regione per allentare lamorsa del traffico stradale,sembra allontanarsi semprepiù. Gi

Secondo Borradori lalinea rischia di finireletteralmente su un bi-nario morto.

Varese addio?Intanto in Ticino serpeggia un crescente scetticismo

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4 ATTUALITÀcontatto.sevN. 19/1310.10.2013

Da tempo e in modo costante,il Sindacato del personale deitrasporti SEV si preoccupa del-la politica dei trasporti dell’-Unione europea, poiché perquanto riguarda gli accordi suitrasporti terrestri con l’UE, la

Svizzera dipende molto dalledecisioni di Bruxelles. «Con-statiamo che in Svizzera – sot-tolinea il presidente del SEVGiorgio Tuti – ci sia una chiaratendenza alla sottomissione»,se si considera, tra l’altro, ilrapporto di esperti sull’orga-nizzazione dell’infrastrutturaferroviaria attualmente all’esa-me del Consiglio federale.Nel quadro dell’azione di mer-coledì scorso promossa dallaFederazione europea dei lavo-ratori e delle lavoratrici dei tra-

sporti (ETF), il SEV si è fattosentire attraverso una missivaindirizzata alle commissionidei trasporti del Parlamentoeuropeo. Nella lettera il SEVspiega che il proprio congres-so – l’organo supremo del SEV– ha recentemente preso posi-zione sulla politica dei traspor-ti europea. Nel testo di orienta-mento strategico «Europa»,approvato in presenza dellaconsigliera federale Doris Leut-hard, si precisa che: «L’ETF e ilSEV vogliono impedire la libe-

ralizzazione del traffico viag-giatori via ferrovia. Si impe-gnano contro la concorrenza inquesto settore, poiché rischiadi generare lacune per l’utenzae di mettere in pericolo i postidi lavoro. Si alleano per evitareil dumping salariale e sociale,schierandosi chiaramente a fa-vore del mantenimento deglistandard sociali e della prote-zione dei lavoratori e delle la-voratrici in occasione dei bandidi concorso per le prestazionidi trasporti pubblici su stradae ferrovia».Mercoledì 9 ottobre, i sindacatidell’ETF, attivi nei paesi del-l’UE, si sono rivolti e alle parla-mentari dell’UE tramite cartoli-ne postali. Con il motto «Giù lemani dalle ferrovie europee!»,l’ETF esprime chiaramente lapropria posizione: «Con ilQuarto pacchetto ferroviario, lacommissione europea apre al-la totale liberalizzazione di tut-ti i servizi di trasporto viaggia-tori via ferrovia e introduce ilmedesimo modello frammen-

tato in tutti gli Stati membri.Nonostante l’esperienza matu-rata con la crisi finanziaria, lacommissione si ostina a bran-dire i propri dogmi neoliberistiper la ferrovia. E sostiene im-perterrita che la liberalizzazio-ne del mercato sia la soluzionemiracolo, ignorando bellamen-te i danni già causati in questosettore dalla sedicente libera-lizzazione».Giorgio Tuti evidenzia l’ele-mentare contraddizione nellaposizione dell’UE: «Nel settoredella ferrovia la Svizzera vienesempre indicata come modelloe allo stesso tempo le medesi-me persone esigono una com-pleta separazione tra esercizioe infrastruttura. Ma è propriola ferrovia integrata – ossiaesercizio e infrastruttura inuna sola mano – ad esserel’elemento portante del model-lo di successo delle FFS».

SEV

In tutta Europa si sonosvolte mercoledì 9 otto-bre diverse azioni daparte dei sindacati deiferrovieri e delle ferro-viere, che si oppongonoal Quarto pacchetto fer-roviario dell’Unione eu-ropera (UE). La riformaprevede infatti la com-pleta liberalizzazionedelle ferrovie, senza te-ner conto né dei rischi,né degli svantaggi. An-che il SEV marcheràpresenza, poiché nelsettore dei trasporti laSvizzera dipende forte-mente dall’UE.

«Giù le mani dalle ferrovie!»Giornata di azione europea dei sindacati dei ferrovieri e delle ferroviere

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Per questa elezione sono statepresentate le liste dei quattrosindacati della comunità ditrattative SEV, VSLF, Transfair eAQTP, una lista della commis-sione del personale e una diun gruppo del personale treno.Il responso delle urne è statochiaro: i sei candidati della li-sta congiunta hanno ottenutoognuno tra 2700 e 3000 voti,contro i 500, rispettivamente

700 votiottenutidagli al-tri duecandi-dati. Intotale,hannovotato4059

assicurati attivi.I più votati sono stati i candi-dati SEV Werner Amrein (2973,uscente), Aroldo Cambi (2915,uscente) e Brigitte Aegerter(2899, uscente), seguiti da Da-niel Ruf (VSLF, 2860, uscente),dal segretario SEV René Win-dlin (2848, nuovo) e, da ulti-mo, dal candidato congiuntoTransfair e AQTP Joseph Böni(2769, uscente).L’elezione si è resa necessaria

in quan-to il gra-do di or-ganizza-zionetra gliassicu-rati atti-vi è sce-so sotto

il 65 percento, soglia oltre laquale i sindacati hanno il dirit-to di designare direttamente iloro rappresentanti.Il Consiglio di fondazione ècomposto da 12 membri, sud-divisi pariteticamente tra rap-presentanti del datore di lavo-ro e degli assicurati. Questeelezioni sono giunte in un mo-mento particolarmente delica-to, dato che la cassa pensioniaveva annunciato l’intenzione

di verifi-carel’intro-duzionedi rendi-te varia-bili a se-condadell’an-damen-

to della cassa. Una prospettivacontestata da più parti, com-preso il SEV, che ha manifesta-to la sua contrarietà a renditeche non garantiscano più il lo-ro livello minimo (leggi anche apagina 2).La decisione se approfondire omeno questa idea, potrebbeessere presa ancora quest’an-no dal Consiglio di fondazioneuscente.Fa comunque specie notare la

parteci-pazioneestre-mamen-te bassaal voto,atte-statasiad unmisero

14,3 percento.Vien da chiedersi se il perso-nale FFS ha veramente capitofino in fondo la portata di que-sta elezione. pmo

Elezioni del Consiglio di fondazione della cassa pensioni FFS

Chiaro sostegno alla lista sindacaleL’elezione dei/dellerappresentanti e de-gli/delle assicurati/enel Consiglio di fonda-zione della cassa pen-sioni FFS, ha visto pre-valere nettamente i seicandidati della listaproposta dai sindacati.

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Werner Amrein

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Aroldo Cambi

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Brigitte Aegerter

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René Windlin

REGIONE ......

5contatto.sevN. 19/1310.10.2013

Il grido d’allarme è stato lan-ciato dal personale in modoinequivocabile. Confrontatocon lunghe code ed utentispesso sull’orlo di una crisi dinervi, il personale si è rivolto alal sindacato e nel corso di un’-assemblea ha messo sul tap-peto i disservizi, frutti amaridell’automazione e di meccani-smi elettronici che invece di fa-cilitare la vita, la complicano a

tutti. Occorre ricordare che nelsettore della vendita, da annile FFS cavalcano la strategiadei tagli di impieghi forzandonel contempo i nuovi canali divendita elettronici. Al persona-

le della vendita vengono infattiimpartite chiare direttive perinvitare la clientela ad usare idistributori automatici di bi-glietti. Perché secondo le FFSle biglietterie dovrebbero di-

ventare il luogo dove ottenereconsulenze mirate. Con questoragionamento e questo ap-proccio, il taglio dei posti di la-voro è continuato inesorabil-mente e le FFS hanno ridotto,oltre ai posti di lavoro, anchegli orari di apertura delle bi-glietterie.

«La situazione ha superatoogni limite»Ma al personale della venditasta a cuore l’immagine dell’-azienda, per cui ha chiesto diessere messo nelle condizioniper svolgere al meglio i compi-ti assegnati. L’appello non èstato inascoltato. In occasionedi un incontro con i responsa-bili della vendita delle FFS, so-no stati illustrati tutti i proble-mi e con il sindacato sonostate concordate delle misureper uscire dal vicolo cieco. Delresto lo stesso Andreas Meyerha preteso una soluzione rapi-da del problema, delegandodirettamente a Flavio Crivelli –coordinatore responsabile FFSper il Ticino – la supervisione

dell’implementazione delle mi-sure entro la fine dell’anno.«Anche per i vertici FFS – haconfermato Crivelli – la situa-zione di Lugano ha effettiva-mente superato ogni limite».Il segretario del SEV AngeloStroppini ha preso atto dellachiara volontà aziendale. «Nonsi tratta solo di migliorare l’im-magine dell’azienda, che sta acuore anche al personale – hadetto Stroppini – ma di mette-re i dipendenti e le dipendentinelle condizioni di lavorare».Insomma le persone non sonomacchine e le osservazioni suuna presunta discrepanza tral’organizzazione su carta equella in pratica sono stateseccamente rinviate al mitten-te. Sarebbe meglio migliorareil rapporto con il personale co-involgendolo nella pianifica-zione e migliorando la comuni-cazione. «La tecnologia – hachiosato Stroppini – non potràmai sostituire il personale. LeFFS se ne facciano una ragio-ne».

Françoise Gehring

Code lunghe sotto gliocchi di tutti. La bigliet-teria di Lugano è assur-ta alle cronache per i di-sagi alla clientela e alpersonale. In seguitoad un incontro chiestodal personale – davveroesasperato – il SEV e iresponsabili della ven-dita delle FFS hannoraggiunto un accordosulle modalità per mi-gliorare il servizio allaclientela e le condizionidi lavoro del personale.

Un antidoto alle lunghe codeBiglietteria di Lugano: le FFS ascoltano le voci del personale e trovano un accordo con il sindacato

..

Code troppo lunghe anche per i vertici nazionali delle FFS.

Continua la raccolta firmedella petizione lanciatadal SEV per contrastare ildumping salariale di FFSCargo. Le firme sarannoconsegnate martedì 15 ot-tobre al Consiglio di Stato.I moduli sono scaricabilidal sito: www.sev-onli-ne.ch e reperibili presso il

segretariato regionale delSEV a Bellinzona. Comenoto BLS Cargo ha persogran parte del suo trafficosull’asse del Gottardo. LaDB Schenker Rail ha affi-dato il lavoro a FFS Cargo.La logica vorrebbe che chiriprende il traffico ripren-da pure chi lavora, come i

macchinisti e il personaledi terra addetto ai controllitecnici di frontiera. Ma nonè così: FFS Cargo assumesolo in minima parte il per-sonale, mentre aumenta ilpersonale nella sua filialeall’estero (FFS Cargo Ita-lia). Si tratta di un raggiroche occorre denunciare!

Il 15 ottobre la consegna al Consiglio di Stato

Stop dumping: firmate la petizione

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ai posti di lavoro qualificati in TicinoSIal dumping salariale di FFS Cargo!NO Con questa petizione i ferrovieri ticinesi chiedono al

Consiglio di Stato di intervenire presso la direzioneFFS affinché:

1. FFS Cargo riprenda il personale della BLS, come ha ri-preso i treni. Già ora, ma in misura maggiore conl’apertura della galleria di base del San Gottardo, iltraffico ferroviario è destinato a crescere.

2. FFS Cargo mantenga e potenzi ulteriormente i posti dilavoro in Ticino nel quadro della sicurezza ferroviaria. Ilteam di Bellinzona S. Paolo ha infatti riscontrato inquesti anni importanti violazioni sulla sicurezza. La can-cellazione di questi impieghi non si giustifica affatto.

3. FFS Cargo, in veste di azienda di proprietà della Con-federazione, sia un modello per la salvaguardia deiposti di lavoro e non un’azienda promotrice di dumpingsalariale.

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6contatto.sevN. 19/1310.10.2013

■ contatto.sev: Sabato 21 set-tembre, 15 mila militantihanno manifestato sullaPiazza federale in difesadelle loro pensioni. Moltedonne erano presenti peresprimere la loro contrarietàalla sua proposta di aumen-tare la loro età pensionisticaa 65 anni, come per gli uo-mini, mentre è noto che i lo-ro stipendi continuano adessere mediamente del 18%inferiori. Non sarebbe quin-di più giusto ricercare dap-prima la parità salariale?

Alain Berset: È vero che la pari-tà salariale nel nostro paesenon è ancora stata realizzata .È una condizione che dobbia-mo modificare. La previdenzavecchiaia non serve però in pri-mo luogo a questo ed è chia-mata ad affrontare importantisfide. L’obiettivo principale è

di mantenere il livello delleprestazioni, nonostante tuttele difficoltà, che verrebbero ul-teriormente accresciute dall’-aggiunta della parità salariale.Se la riforma dovesse fallire, lerendite delle prossime genera-zioni potrebbero non più esse-re garantite. È per questo moti-vo che la riforma è statastrutturata su di un pacchettodi misure, che comprendonoanche l’aumento di un annodell’età pensionistica delledonne. Il Consiglio federalepropone però anche netti mi-glioramenti in contropartita,come la possibilità per chi hainiziato in giovane età a lavora-re e si ritrova con un redditomodesto a fine carriera di an-dare prima in pensione. La ri-forma migliora anche la situa-zione previdenziale di chi halavorato a tempo parziale o

presso più datori di lavoro.Due provvedimenti a favore disituazioni che spesso vengonovissute proprio dalle donne.L’aumento dell’età pensionisti-ca delle donne ha poi spessoeffetti positivi anche per la pre-videnza professionale, conrendite più alte pagate a segui-to di un anno supplementaredi contributi versati.

■ Tre anni fa, la popolazioneha nettamente respinto l’ab-bassamento del tasso diconversione del secondo pi-lastro che ora viene però ri-proposta dal Consiglio fede-rale. Così facendo, nonignora la volontà popolare ?

L’adeguamento del tasso mini-mo di conversione è indispen-sabile se non vogliamo com-promettere la stabilità delsecondo pilastro. La proposta

non è però la stessa del 10marzo 2010, quando i popoloha bocciato la riduzione del10% delle rendite della parteobbligatoria del secondo pila-stro in modo tanto chiaro danon lasciar alcun margine diinterpretazione. Il nuovo pro-getto del Consiglio federalenon intende invece ridurre lerendite della previdenza obbli-gatoria, grazie a compensazio-ni che permetteranno di ridur-re i tassi di conversione senzache ciò implichi riduzioni direndita. Il Consiglio federalevuole inoltre migliorare la tra-sparenza del mercato dellaprevidenza professionale perdare agli assicurati la certezzache i loro averi di vecchiaianon svaniscano.

■ Lei ora propone una riformacongiunta dell’AVS e del se-condo pilastro. Non rischiacosì di smantellare le assi-curazioni sociali?

Al contrario: una riforma globa-le dei primi due pilastri è il so-lo mezzo per migliorare la tra-sparenza e quindi la fiducia nelsistema, nonché di mantenereil livello di prestazioni. I duepilastri hanno fondamental-mente lo stesso problema: lamancanza di un finanziamentosufficiente a medio e lungo ter-mine. Inoltre, la riforma globa-le implica una maggior traspa-renza: popolazione edassicurati potranno rendersimeglio conto delle prestazioni

a cui hanno diritto e di comesono finanziate. Infine, voglia-mo rafforzare la fiducia dellepersone, che non dovranno te-mere gli effetti di riforme par-ziali, a fette di salame. Questoapproccio ci dà anche un piùampio margine di manovra. IlConsiglio federale esclude diridurre le prestazioni e lo hadetto in modo chiaro: non visono riduzioni previste dellerendite della previdenza vec-chiaia obbligatoria. Dobbiamomantenere il livello attuale del-le rendite.

■ Il primo pilastro comportauna forte solidarietà, chechiama in misura sempremaggiore gli attivi a finan-ziare le rendite dei pensio-nati, senza che essi sianocerti di beneficiare di buoneprestazioni quando sarà illoro turno. Non abbiamoraggiunto i limiti del siste-ma?

È proprio il motivo per cui ab-biamo bisogno di una riforma.Dobbiamo ristabilire la fiduciadi cittadine e cittadini, in parti-colare delle generazioni piùgiovani. L’AVS è basata su diun contratto tra generazioni. Èstata creata nel 1948 e ha co-nosciuto diversi adeguamenti.Ora non vi è motivo di rivolu-zionare il sistema, ma dobbia-mo, come abbiamo fatto inpassato, adeguarlo alle nuoverealtà sociali. Prendiamo peresempio la rendita i superstiti:

Il progetto del Consiglio federale «Riforma della previdenza vecchiaia 2020» illustrato da Alain Berset

In seguito alla manifestazione nazionale del 21 settembre contro il suo progetto di riforma, il ministrosocialista Alain Berset risponde alle preoccupazioni dei sindacalisti, del personale e dei pensionati delnostro Paese ed illustra i costi del mantenimento del livello delle prestazioni AVS e delle casse pensioni.

«Cullarsi nelle illusioninon è più possibile»

DFI

Alain Berset è nato il 9 aprile 1972 a Friborgo.Dottorato in scienze economiche; consigliere diStato per il PS nel canton Friburgo dal 2003 al2011; consigliere federale dal 1° gennaio 2012.Sposato e padre di tre figli.Nel novembre 2005, FFS Cargo annuncia lasoppressione di 650 posti di lavoro, di cui unacinquantina al KSC (Centro servizi alla clientela) diFriburgo. L’allora consigliere di Stato Alain Bersetcon qualche pelo in più sulla testa, ma non sullalingua, aveva espresso il suo sostegno al SEVdurante un’assemblea straordinaria del personaledel KSC. .

BIO & RICORDI

AC

INTERVISTA

...... 7

contatto.sevN. 19/1310.10.2013

non possiamo più esigere che icontribuenti continuino a fi-nanziare una rendita alle don-ne solo per il fatto che sonostate una volta sposate. I soldidevono invece dare un contri-buto alle vedove che devonoancora allevare i loro figli. Dob-biamo quindi mantenere unamodalità di finanziamento eq-ua e solidale della previdenzavecchiaia, per evitare di mette-re in pericolo il contratto tragenerazioni.

■ Oggi si sentono richieste diuna fusione tra AVS e secon-do pilastro. Come vedrebbeil lancio di un’iniziativa inquesta direzione?

Non la troverei una buonaidea. Il nostro sistema dei trepilastri è stabile, in quanto ri-partisce molto bene i rischi aivari contesti finanziari. L’AVS èmolto sensibile all’evoluzionedemografica ed economica,mentre la previdenza profes-sionale alle sviluppo dei mer-cati dei capitali. Fondere que-sti due pilastri sarebbe quindisvantaggioso. Se vogliamomodificare qualcosa, dobbia-

mo sempre aver ben presentela dimensione integrale delproblema, ossia il livello realedelle rendite.

■ Ma com’è possibile che laConfederazione, proprietariadelle FFS, permetta alla lorocassa pensioni di proporreuna novità particolarmenteasociale come le rendite va-riabili? Come vede lei questonuovo modello di rendite?

Come tutte le casse pensioni,quella delle FFS sottosta aduna gestione paritetica tra leparti sociali, che sono chiama-te a decidere. Penso che esseabbiamo tutto l’interesse a ga-rantire rendite stabili e sicure equindi a riflettere a quali mo-delli sono in grado di permet-tere loro di raggiungere questoobiettivo.

■ Quali sono le prossime sca-denze del suo progetto di

«Riforma della previdenzavecchiaia e 2020»?

Il 21 giugno, il Consiglio fede-rale ha approvato gli orienta-

menti di questa riforma. Ades-so stiamo lavorando alprogetto che dovrebbe essereposto in consultazione a fineanno. I risultati della procedu-ra dovrebbero poi permetteredi elaborare l’anno prossimo ilmessaggio all’attenzione delParlamento. Dal 2015, quindi,la palla passerà nel campo diquest’ultimo e saranno le Ca-mere a dettare le scadenze enon il Consiglio federale.

■ Lei dovrà probabilmente di-fendere il suo progetto di«Riforma della previdenzavecchiaia 2020» nei con-fronti dei suoi compagni so-cialisti e dei sindacati. Comeconta di affrontare questebattaglie politiche? Non èimbarazzante trovarsi in rot-

ta di collisione con il proprioschieramento?

Dobbiamo considerare che il lariforma è valutata in modo per

lo meno altrettanto critico an-che dalla parte borghese. Dob-biamo superare la fase di con-fronto per instaurare un verodibattito politico indispendabi-le per mantenere una previ-denza vecchiaia sicura e soli-dale. Non mi sono mai illusosul fatto che questa riformapotesse essere una passeggia-ta. La discussione è solo aisuoi inizi e penso che dobbia-mo aspettare almeno le reazio-ni al progetto di riforma.

■ L’iniziativa AVSplus sarà de-posta a breve, con le oltre25 000 firme raccolte solodal SEV. Non potrebbe costi-tuire la soluzione ai proble-mi della previdenza vecchia-ia ?

L’iniziativa AVSplus è senz’al-

tro un contributo benvenuto aldibattito politico e presentauna proposta per il livello dellerendite AVS. Ma non è una so-luzione per la previdenza vec-chiaia né sostituisce la riformadel Consiglio federale. In pri-mo luogo, l’iniziativa non af-fronta i problemi del secondopilastro, secondariamente nonregola il finanziamento del-l’AVS e, terzo punto, non risol-ve la necessità dei quattro mi-liardi supplementari perfinanziare l’aumento delle ren-dite. Approvare questa iniziati-va incrementerebbe la pressio-ne verso l’aumento dell’etàpensionistica. Sono elementidi cui bisognerà tener conto.

Alberto Cherubini

Keys

tone

Rendite variabili: «Anche la cassa pensione delle FFS contempla la gestione paritaria tra partner sociali. Tutti hanno interesse a garantire pensioni stabili e sicure.»

«Dobbiamo superare la fase di confronto per instaurare un vero dibattito politi-co indispendabile per mantenere una previdenza vecchiaia sicura e solidale. Nonmi sono mai illuso che questa riforma potesse essere una passeggiata.»

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6contatto.sevN. 19/1310.10.2013

■ contatto.sev: Sabato 21 set-tembre, 15 mila militantihanno manifestato sullaPiazza federale in difesadelle loro pensioni. Moltedonne erano presenti peresprimere la loro contrarietàalla sua proposta di aumen-tare la loro età pensionisticaa 65 anni, come per gli uo-mini, mentre è noto che i lo-ro stipendi continuano adessere mediamente del 18%inferiori. Non sarebbe quin-di più giusto ricercare dap-prima la parità salariale?

Alain Berset: È vero che la pari-tà salariale nel nostro paesenon è ancora stata realizzata .È una condizione che dobbia-mo modificare. La previdenzavecchiaia non serve però in pri-mo luogo a questo ed è chia-mata ad affrontare importantisfide. L’obiettivo principale è

di mantenere il livello delleprestazioni, nonostante tuttele difficoltà, che verrebbero ul-teriormente accresciute dall’-aggiunta della parità salariale.Se la riforma dovesse fallire, lerendite delle prossime genera-zioni potrebbero non più esse-re garantite. È per questo moti-vo che la riforma è statastrutturata su di un pacchettodi misure, che comprendonoanche l’aumento di un annodell’età pensionistica delledonne. Il Consiglio federalepropone però anche netti mi-glioramenti in contropartita,come la possibilità per chi hainiziato in giovane età a lavora-re e si ritrova con un redditomodesto a fine carriera di an-dare prima in pensione. La ri-forma migliora anche la situa-zione previdenziale di chi halavorato a tempo parziale o

presso più datori di lavoro.Due provvedimenti a favore disituazioni che spesso vengonovissute proprio dalle donne.L’aumento dell’età pensionisti-ca delle donne ha poi spessoeffetti positivi anche per la pre-videnza professionale, conrendite più alte pagate a segui-to di un anno supplementaredi contributi versati.

■ Tre anni fa, la popolazioneha nettamente respinto l’ab-bassamento del tasso diconversione del secondo pi-lastro che ora viene però ri-proposta dal Consiglio fede-rale. Così facendo, nonignora la volontà popolare ?

L’adeguamento del tasso mini-mo di conversione è indispen-sabile se non vogliamo com-promettere la stabilità delsecondo pilastro. La proposta

non è però la stessa del 10marzo 2010, quando i popoloha bocciato la riduzione del10% delle rendite della parteobbligatoria del secondo pila-stro in modo tanto chiaro danon lasciar alcun margine diinterpretazione. Il nuovo pro-getto del Consiglio federalenon intende invece ridurre lerendite della previdenza obbli-gatoria, grazie a compensazio-ni che permetteranno di ridur-re i tassi di conversione senzache ciò implichi riduzioni direndita. Il Consiglio federalevuole inoltre migliorare la tra-sparenza del mercato dellaprevidenza professionale perdare agli assicurati la certezzache i loro averi di vecchiaianon svaniscano.

■ Lei ora propone una riformacongiunta dell’AVS e del se-condo pilastro. Non rischiacosì di smantellare le assi-curazioni sociali?

Al contrario: una riforma globa-le dei primi due pilastri è il so-lo mezzo per migliorare la tra-sparenza e quindi la fiducia nelsistema, nonché di mantenereil livello di prestazioni. I duepilastri hanno fondamental-mente lo stesso problema: lamancanza di un finanziamentosufficiente a medio e lungo ter-mine. Inoltre, la riforma globa-le implica una maggior traspa-renza: popolazione edassicurati potranno rendersimeglio conto delle prestazioni

a cui hanno diritto e di comesono finanziate. Infine, voglia-mo rafforzare la fiducia dellepersone, che non dovranno te-mere gli effetti di riforme par-ziali, a fette di salame. Questoapproccio ci dà anche un piùampio margine di manovra. IlConsiglio federale esclude diridurre le prestazioni e lo hadetto in modo chiaro: non visono riduzioni previste dellerendite della previdenza vec-chiaia obbligatoria. Dobbiamomantenere il livello attuale del-le rendite.

■ Il primo pilastro comportauna forte solidarietà, chechiama in misura sempremaggiore gli attivi a finan-ziare le rendite dei pensio-nati, senza che essi sianocerti di beneficiare di buoneprestazioni quando sarà illoro turno. Non abbiamoraggiunto i limiti del siste-ma?

È proprio il motivo per cui ab-biamo bisogno di una riforma.Dobbiamo ristabilire la fiduciadi cittadine e cittadini, in parti-colare delle generazioni piùgiovani. L’AVS è basata su diun contratto tra generazioni. Èstata creata nel 1948 e ha co-nosciuto diversi adeguamenti.Ora non vi è motivo di rivolu-zionare il sistema, ma dobbia-mo, come abbiamo fatto inpassato, adeguarlo alle nuoverealtà sociali. Prendiamo peresempio la rendita i superstiti:

Il progetto del Consiglio federale «Riforma della previdenza vecchiaia 2020» illustrato da Alain Berset

In seguito alla manifestazione nazionale del 21 settembre contro il suo progetto di riforma, il ministrosocialista Alain Berset risponde alle preoccupazioni dei sindacalisti, del personale e dei pensionati delnostro Paese ed illustra i costi del mantenimento del livello delle prestazioni AVS e delle casse pensioni.

«Cullarsi nelle illusioninon è più possibile»

DFI

Alain Berset è nato il 9 aprile 1972 a Friborgo.Dottorato in scienze economiche; consigliere diStato per il PS nel canton Friburgo dal 2003 al2011; consigliere federale dal 1° gennaio 2012.Sposato e padre di tre figli.Nel novembre 2005, FFS Cargo annuncia lasoppressione di 650 posti di lavoro, di cui unacinquantina al KSC (Centro servizi alla clientela) diFriburgo. L’allora consigliere di Stato Alain Bersetcon qualche pelo in più sulla testa, ma non sullalingua, aveva espresso il suo sostegno al SEVdurante un’assemblea straordinaria del personaledel KSC. .

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contatto.sevN. 19/1310.10.2013

non possiamo più esigere che icontribuenti continuino a fi-nanziare una rendita alle don-ne solo per il fatto che sonostate una volta sposate. I soldidevono invece dare un contri-buto alle vedove che devonoancora allevare i loro figli. Dob-biamo quindi mantenere unamodalità di finanziamento eq-ua e solidale della previdenzavecchiaia, per evitare di mette-re in pericolo il contratto tragenerazioni.

■ Oggi si sentono richieste diuna fusione tra AVS e secon-do pilastro. Come vedrebbeil lancio di un’iniziativa inquesta direzione?

Non la troverei una buonaidea. Il nostro sistema dei trepilastri è stabile, in quanto ri-partisce molto bene i rischi aivari contesti finanziari. L’AVS èmolto sensibile all’evoluzionedemografica ed economica,mentre la previdenza profes-sionale alle sviluppo dei mer-cati dei capitali. Fondere que-sti due pilastri sarebbe quindisvantaggioso. Se vogliamomodificare qualcosa, dobbia-

mo sempre aver ben presentela dimensione integrale delproblema, ossia il livello realedelle rendite.

■ Ma com’è possibile che laConfederazione, proprietariadelle FFS, permetta alla lorocassa pensioni di proporreuna novità particolarmenteasociale come le rendite va-riabili? Come vede lei questonuovo modello di rendite?

Come tutte le casse pensioni,quella delle FFS sottosta aduna gestione paritetica tra leparti sociali, che sono chiama-te a decidere. Penso che esseabbiamo tutto l’interesse a ga-rantire rendite stabili e sicure equindi a riflettere a quali mo-delli sono in grado di permet-tere loro di raggiungere questoobiettivo.

■ Quali sono le prossime sca-denze del suo progetto di

«Riforma della previdenzavecchiaia e 2020»?

Il 21 giugno, il Consiglio fede-rale ha approvato gli orienta-

menti di questa riforma. Ades-so stiamo lavorando alprogetto che dovrebbe essereposto in consultazione a fineanno. I risultati della procedu-ra dovrebbero poi permetteredi elaborare l’anno prossimo ilmessaggio all’attenzione delParlamento. Dal 2015, quindi,la palla passerà nel campo diquest’ultimo e saranno le Ca-mere a dettare le scadenze enon il Consiglio federale.

■ Lei dovrà probabilmente di-fendere il suo progetto di«Riforma della previdenzavecchiaia 2020» nei con-fronti dei suoi compagni so-cialisti e dei sindacati. Comeconta di affrontare questebattaglie politiche? Non èimbarazzante trovarsi in rot-

ta di collisione con il proprioschieramento?

Dobbiamo considerare che il lariforma è valutata in modo per

lo meno altrettanto critico an-che dalla parte borghese. Dob-biamo superare la fase di con-fronto per instaurare un verodibattito politico indispendabi-le per mantenere una previ-denza vecchiaia sicura e soli-dale. Non mi sono mai illusosul fatto che questa riformapotesse essere una passeggia-ta. La discussione è solo aisuoi inizi e penso che dobbia-mo aspettare almeno le reazio-ni al progetto di riforma.

■ L’iniziativa AVSplus sarà de-posta a breve, con le oltre25 000 firme raccolte solodal SEV. Non potrebbe costi-tuire la soluzione ai proble-mi della previdenza vecchia-ia ?

L’iniziativa AVSplus è senz’al-

tro un contributo benvenuto aldibattito politico e presentauna proposta per il livello dellerendite AVS. Ma non è una so-luzione per la previdenza vec-chiaia né sostituisce la riformadel Consiglio federale. In pri-mo luogo, l’iniziativa non af-fronta i problemi del secondopilastro, secondariamente nonregola il finanziamento del-l’AVS e, terzo punto, non risol-ve la necessità dei quattro mi-liardi supplementari perfinanziare l’aumento delle ren-dite. Approvare questa iniziati-va incrementerebbe la pressio-ne verso l’aumento dell’etàpensionistica. Sono elementidi cui bisognerà tener conto.

Alberto Cherubini

Keys

tone

Rendite variabili: «Anche la cassa pensione delle FFS contempla la gestione paritaria tra partner sociali. Tutti hanno interesse a garantire pensioni stabili e sicure.»

«Dobbiamo superare la fase di confronto per instaurare un vero dibattito politi-co indispendabile per mantenere una previdenza vecchiaia sicura e solidale. Nonmi sono mai illuso che questa riforma potesse essere una passeggiata.»

......

8contatto.sevN. 19/1310.10.2013

ono le ore 14.55. Il tre-no 826 per Briga èpronto alla partenza sul

binario 5 nella stazione di Ber-na. Therese Hasler lo ha presoin carico con il collega MartinRiesen dal team degli agentitreno di Zurigo. Entrambi sonoformati come capotreno. Mar-tin Riesen per questo turnoesercita la funzione di condut-tore, cioè «K», mentre ThérèseHasler è «Z», la capotreno. Co-sì vengono denominate le fun-zioni nel linguaggio ferroviario,pieno di abbreviazioni. La ge-rarchia tuttavia non è determi-nante e ha anche perso signifi-cato rispetto a prima:«Svolgiamo il lavoro in team».Thérèse Hasler si prende cari-co dei «compiti superiori dellacircolazione». Entra nel piccolocompartimento di servizio del-la prima vettura e si annunciaal macchinista tramite il telefo-no interno Railvox. «Ciao, co-me va? Noi ci siamo». Poi co-munica tre cifre: 36 – 540 –150. Si tratta del numero degliassi, del peso del treno e delrapporto di frenatura, registratidal collega che la mattina hapreparato il treno. Thérèse Ha-sler informa già il macchinistache a Briga verrà agganciatoalla composizione a due pianiun modulo con tre vetture EW-4, come risulta dall’informazio-ne del turno, che ha stampatoin deposito a Berna e che può

S aprire anche sul suo natel diservizio.

Impedire i ritardiNel frattempo l’orologio dellastazione segna le 15.01, trasei minuti l’intercity partirà. Lacapotreno fa partire l’annuncioa bordo premendo un tasto:«Così la gente sa, se si trovasul treno giusto», spiega men-tre dall’altoparlante si sente:«Das Zugteam der SBB be-grüsst sie im Intercity nachSpiez…» [il personale trenodelle FFS vi da il benvenuto abordo del treno intercity perSpiez…].Lascia il compartimento di ser-vizio per tornare sul marciapie-de, dove regna tutt’ora un viva-ce via vai. Appare un impiegatoFFS con un giubbottino di sicu-rezza giallo. Si tratta del colle-ga della sorveglianza P, pre-sente nelle stazioni più grandi.Thérèse Hasler gli chiede sepuò dare lui il comando di par-tenza al treno.Alle 15.07 tutto è pronto, mal’ordine di partenza, con il qua-le il segnale per il macchinistaviene commutato sul verde, sifa aspettare. Qualcosa sembranon essere in ordine. ThérèseHasler decide di dare lei stessail comando. Con il fischietto siintende con il suo collega checontrolla la metà posterioredel treno. Sul marciapiede or-mai quasi deserto, fa segno

agitando un cartoncino giallo,così come, in risposta, fa Mar-tin Riesen.Ci siamo. Thérèse Hasler giracon la sua chiavetta il coman-do di partenza e per ultima sa-le a bordo. Con un minimo ri-tardo di un minuto il treno simette in movimento, e già allapartenza da Thun esso è statocolmato. «Un ritardo senzamotivo non è visto di buon gra-do, né dall’azienda, né daiviaggiatori. Dobbiamo tenerel’orario sotto controllo», sotto-linea la capotreno.A Briga, più tardi, Martin Rie-sen ci informerà che a Bernal’impiegato della sorveglianzaP aveva dovuto occuparsi di unviaggiatore vittima di un attac-co epilettico sul marciapiede,non potendo perciò dare l’ordi-ne di partenza. «Anche quandoho lo stesso turno cinque voltedi fila, nessuno è uguale all’al-tro», afferma Hasler.

Il cellularecome strumento di lavoroDurante il tragitto da Berna aThun, la capotreno nota in pri-ma classe la presenza di unasedia a rotelle, e consulta ilsuo cellulare di servizio, unosmartphone, diventato negliultimi anni strumento di lavoroimprescindibile. Su di esso ri-ceverebbe l’informazione se lapersona disabile si è annuncia-ta per ricevere assistenza.

Sebbene non sia questo il ca-so, chiede con delicatezza allapasseggera se non desideriaiuto al momento della discesadal treno.«Mi piace il contatto con lepersone», dice appena ha unmomento di tempo. Questo,sostiene, è una delle ragioniche l’hanno motivata a candi-darsi nel 2002, all’età di 45anni, a un posto di formazionenelle FFS.L’unico posto disponibile era aInterlaken, che ha accettatononostante la distanza dal suodomicilio di Balm SO. Alcunianni dopo ha potuto formarsicome capotreno. Da allora èstazionata a Berna, dove atempo parziale è una dei cin-que distributori dei turni per i140 colleghi e colleghe del de-posito. Thérèse Hasler provie-ne originariamente dal settoredel servizio, è anche stata ge-rente di un ristorante e per ulti-mo attiva nel trasporto invali-di, dove però veniva pagatameno che nelle FFS. Anchequesto è stato uno dei motividel suo passaggio in ferrovia.

Abbonamenti falsificatiCosa ci racconta sui fatti nega-tivi, di cui i media regolarmen-te danno notizia? Ne succedo-no, ma nel suo caso perfortuna piuttosto raramente.Prende dalla sua borsa una bu-stina, dove è contenuto un AG

a quanto pare falsificato, sco-perto il giorno prima. Il viag-giatore lo aveva mostrato inse-rito in una custodia di plasticatrasparente, per cui non era fa-cile da riconoscere. Gli abbo-namenti falsificati non sonouna rarità. Poiché il viaggiatorenon ha potuto o voluto identifi-carsi, ha fatto intervenire lapolizia ferroviaria che lo ha fat-to scendere a Olten. L’AG falsi-ficato verrà ora consegnatoall’ufficio competente: «Dopodi che non avrò più niente a

Da trent’anni anche le donne lavorano come agenti treno delle FFS. Un viaggio con la capotreno ThérèseHasler tra Berna e Briga per mostrare come la professione sia molto di più che il controllo dei biglietti: leconoscenze e le assunzioni di responsabilità sono compagni di viaggio.

Trent’anni fa le prime donne agenti treno: un turno di servizio con la capotreno Thérèse Hasler

Competenza e responsabilitàsono sempre richieste

«Ogni turno è diverso, anche facendo lo stesso percinque volte di fila».

Thérèse Hasler, capotreno

Dal 1983 le FFS ammettono allafunzione di agenti treno anche ledonne. Nel frattempo esse hannoraggiunto una quota del 35 per cen-to del personale treno, che com-plessivamente è però in questo pe-riodo fortemente diminuito dinumero. Da circa 3000 nel 1983,l’organico è ora ridotto a 1560 ad-detti. Il SEV e la ZPV sono se non al-tro riusciti a raggiungere importantiobiettivi, come il doppio accompa-gnamento generalizzato dei treni alunga percorrenza che è stato rein-trodotto a partire dal 2009.

Alcune tappe di questa evoluzionenegli ultimi 30 anni.

Le tappe della riduzione de

DOSSIER

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contatto.sevN. 19/1310.10.2013

che fare con la faccenda.» Peròuna sensazione scomoda è ri-masta, ieri sera ha evitato diincontrare ancora una volta ilcliente e ha tralasciato di fareun giro di controllo dei bigliet-ti: «In questi casi veniamo so-

stenuti dai superiori».Per tanto tempo il controllo bi-glietti è stato un ambito riser-vato agli uomini, fino a quando30 anni fa le prime donne han-no rotto l’argine. Oggi le agentitreno sono ormai numerose.

Anche tra il personale esse so-no da tempo accettate, confer-mano sia Riesen che Hasler,entrambi affiliati al SEV. Concerti viaggiatori però si notaancora una certa differenza diatteggiamento. Secondo Rie-sen, le donne devono far fronteancora ad aggressioni sessi-ste. «Sono comunque più con-tento se devo fare un turno se-rale insieme a un uomo».

Tra tolleranzae obbligo del bigliettoNonostante questo, la solette-se fa il proprio lavoro volentierie con passione. Thérèse Haslerè felice per la maggiore discre-zionalità di nuovo possibileanche grazie al «biglietto dell’ultimo minuto». Tuttavia anchel’obbligo del possesso del bi-glietto introdotto due anni fa èfondamentalmente positivo,perché crea chiarezza.A Briga restano 38 minuti perpreparare il treno per il tragittodi ritorno. Thérèse Hasler inse-risce prima i dati sulla frequen-za dei viaggiatori, che ha rile-vato durante il controllo, nelloZPG (il computer portatile del

personale treno). Nel frattem-po la manovra ha agganciato ilmodulo di rinforzo. Lei scriveper il macchinista un nuovo fo-glio dei carichi con il peso del-le tre vetture supplementari,collabora alla prova freni, veri-fica che la locomotiva di mano-vra che è rimasta in coda al tre-no sia stata sganciata. Tutto èin ordine. Anche porte, alto-parlante e toilette funzionano.Il treno 837 è pronto per la cor-sa.

Una clientela eterogeneaOra i viaggiatori salgono nellevetture a frotte. È un giovedìsplendido di sole, con moltigruppi che ne hanno approfit-tato per un’escursione in mon-tagna e rientrano ora dal Valle-se verso casa a Berna, Basileao Zurigo.Una signora anziana chiedepreoccupata alla capotreno co-me possa riporre la sua vali-gia, che ostacola il passaggioin corridoio ai molti passeggeriin cerca di un posto. ThérèseHasler la tranquillizza, e sicomplimenta perché non tutti iviaggiatori hanno lo stesso ri-

spetto. Alcuni ripongono il ba-gaglio sul sedile e con i piedioccupano ancora un altro po-sto, anche quando il treno si ri-empie: «È un problema enor-me». In questi casi devepregare i viaggiatori di liberareil posto.

Le coincidenze verrannorispettate?Per il percorso nel tunnel di ba-se del Lötschberg deve esserepresente almeno un agentetreno in ognuna delle due com-posizioni, non intercomunican-ti. Thérèse Hasler si prende ca-rico del controllo sulle vetturedel modulo. Le vetture di se-conda sono stracolme. Due si-gnore anziane dalla Svizzerafrancese siedono sugli scalinidella piattaforma. La capotre-no da loro il permesso di pren-dere posto in prima classe,non ancora completa. A Visp, iltreno deve aspettare l’interre-gionale in ritardo da Losanna.Ora si preoccupa di informare iviaggiatori. Il treno ha un ritar-do in partenza di cinque minu-

Foto

: Pet

er K

rebs

Oltre ai compiti visibili, per la capotreno c’è molto da fare anche dietro le quinte.

continua a pagina 10

■ 1983: le FFS impiegano per la pri-ma volta donne come agenti treno

■ 1987 circa: le FFS abolisconol’accompagnamento dei treni merci

■ 1991: sulla S-Bahn di Zurigo cir-colano i primi treni regionali non ac-compagnati

■ 1997: con il nuovo concetto deibiglietti, il controllo in treno vieneabolito su tutta la rete dei trasportiregionali

■ 2007: l’art. 59 della Legge sul tra-sporto delle persone entra in vigore.Le aggressioni contro il personaledel trasporto pubblico vengono per-

seguite d’ufficio (non è più necessa-ria la denuncia della vittima)

■ 2009: le FFS introducono progres-sivamente per ragioni di sicurezza ildoppio accompagnamento integralesul traffico a lunga percorrenza.L’obiettivo della messa in atto sull’intera rete svizzera verrà raggiuntocon il cambio orario di dicembre2013, quando Basilea verrà integra-to come ultimo deposito

■ dal 2010: su diverse tratte, treniRegioExpress non accompagnati so-stituiscono treni a lunga percorrenzaaccompagnati.

pk

INFO

ell’accompagnamento treno

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8contatto.sevN. 19/1310.10.2013

ono le ore 14.55. Il tre-no 826 per Briga èpronto alla partenza sul

binario 5 nella stazione di Ber-na. Therese Hasler lo ha presoin carico con il collega MartinRiesen dal team degli agentitreno di Zurigo. Entrambi sonoformati come capotreno. Mar-tin Riesen per questo turnoesercita la funzione di condut-tore, cioè «K», mentre ThérèseHasler è «Z», la capotreno. Co-sì vengono denominate le fun-zioni nel linguaggio ferroviario,pieno di abbreviazioni. La ge-rarchia tuttavia non è determi-nante e ha anche perso signifi-cato rispetto a prima:«Svolgiamo il lavoro in team».Thérèse Hasler si prende cari-co dei «compiti superiori dellacircolazione». Entra nel piccolocompartimento di servizio del-la prima vettura e si annunciaal macchinista tramite il telefo-no interno Railvox. «Ciao, co-me va? Noi ci siamo». Poi co-munica tre cifre: 36 – 540 –150. Si tratta del numero degliassi, del peso del treno e delrapporto di frenatura, registratidal collega che la mattina hapreparato il treno. Thérèse Ha-sler informa già il macchinistache a Briga verrà agganciatoalla composizione a due pianiun modulo con tre vetture EW-4, come risulta dall’informazio-ne del turno, che ha stampatoin deposito a Berna e che può

S aprire anche sul suo natel diservizio.

Impedire i ritardiNel frattempo l’orologio dellastazione segna le 15.01, trasei minuti l’intercity partirà. Lacapotreno fa partire l’annuncioa bordo premendo un tasto:«Così la gente sa, se si trovasul treno giusto», spiega men-tre dall’altoparlante si sente:«Das Zugteam der SBB be-grüsst sie im Intercity nachSpiez…» [il personale trenodelle FFS vi da il benvenuto abordo del treno intercity perSpiez…].Lascia il compartimento di ser-vizio per tornare sul marciapie-de, dove regna tutt’ora un viva-ce via vai. Appare un impiegatoFFS con un giubbottino di sicu-rezza giallo. Si tratta del colle-ga della sorveglianza P, pre-sente nelle stazioni più grandi.Thérèse Hasler gli chiede sepuò dare lui il comando di par-tenza al treno.Alle 15.07 tutto è pronto, mal’ordine di partenza, con il qua-le il segnale per il macchinistaviene commutato sul verde, sifa aspettare. Qualcosa sembranon essere in ordine. ThérèseHasler decide di dare lei stessail comando. Con il fischietto siintende con il suo collega checontrolla la metà posterioredel treno. Sul marciapiede or-mai quasi deserto, fa segno

agitando un cartoncino giallo,così come, in risposta, fa Mar-tin Riesen.Ci siamo. Thérèse Hasler giracon la sua chiavetta il coman-do di partenza e per ultima sa-le a bordo. Con un minimo ri-tardo di un minuto il treno simette in movimento, e già allapartenza da Thun esso è statocolmato. «Un ritardo senzamotivo non è visto di buon gra-do, né dall’azienda, né daiviaggiatori. Dobbiamo tenerel’orario sotto controllo», sotto-linea la capotreno.A Briga, più tardi, Martin Rie-sen ci informerà che a Bernal’impiegato della sorveglianzaP aveva dovuto occuparsi di unviaggiatore vittima di un attac-co epilettico sul marciapiede,non potendo perciò dare l’ordi-ne di partenza. «Anche quandoho lo stesso turno cinque voltedi fila, nessuno è uguale all’al-tro», afferma Hasler.

Il cellularecome strumento di lavoroDurante il tragitto da Berna aThun, la capotreno nota in pri-ma classe la presenza di unasedia a rotelle, e consulta ilsuo cellulare di servizio, unosmartphone, diventato negliultimi anni strumento di lavoroimprescindibile. Su di esso ri-ceverebbe l’informazione se lapersona disabile si è annuncia-ta per ricevere assistenza.

Sebbene non sia questo il ca-so, chiede con delicatezza allapasseggera se non desideriaiuto al momento della discesadal treno.«Mi piace il contatto con lepersone», dice appena ha unmomento di tempo. Questo,sostiene, è una delle ragioniche l’hanno motivata a candi-darsi nel 2002, all’età di 45anni, a un posto di formazionenelle FFS.L’unico posto disponibile era aInterlaken, che ha accettatononostante la distanza dal suodomicilio di Balm SO. Alcunianni dopo ha potuto formarsicome capotreno. Da allora èstazionata a Berna, dove atempo parziale è una dei cin-que distributori dei turni per i140 colleghi e colleghe del de-posito. Thérèse Hasler provie-ne originariamente dal settoredel servizio, è anche stata ge-rente di un ristorante e per ulti-mo attiva nel trasporto invali-di, dove però veniva pagatameno che nelle FFS. Anchequesto è stato uno dei motividel suo passaggio in ferrovia.

Abbonamenti falsificatiCosa ci racconta sui fatti nega-tivi, di cui i media regolarmen-te danno notizia? Ne succedo-no, ma nel suo caso perfortuna piuttosto raramente.Prende dalla sua borsa una bu-stina, dove è contenuto un AG

a quanto pare falsificato, sco-perto il giorno prima. Il viag-giatore lo aveva mostrato inse-rito in una custodia di plasticatrasparente, per cui non era fa-cile da riconoscere. Gli abbo-namenti falsificati non sonouna rarità. Poiché il viaggiatorenon ha potuto o voluto identifi-carsi, ha fatto intervenire lapolizia ferroviaria che lo ha fat-to scendere a Olten. L’AG falsi-ficato verrà ora consegnatoall’ufficio competente: «Dopodi che non avrò più niente a

Da trent’anni anche le donne lavorano come agenti treno delle FFS. Un viaggio con la capotreno ThérèseHasler tra Berna e Briga per mostrare come la professione sia molto di più che il controllo dei biglietti: leconoscenze e le assunzioni di responsabilità sono compagni di viaggio.

Trent’anni fa le prime donne agenti treno: un turno di servizio con la capotreno Thérèse Hasler

Competenza e responsabilitàsono sempre richieste

«Ogni turno è diverso, anche facendo lo stesso percinque volte di fila».

Thérèse Hasler, capotreno

Dal 1983 le FFS ammettono allafunzione di agenti treno anche ledonne. Nel frattempo esse hannoraggiunto una quota del 35 per cen-to del personale treno, che com-plessivamente è però in questo pe-riodo fortemente diminuito dinumero. Da circa 3000 nel 1983,l’organico è ora ridotto a 1560 ad-detti. Il SEV e la ZPV sono se non al-tro riusciti a raggiungere importantiobiettivi, come il doppio accompa-gnamento generalizzato dei treni alunga percorrenza che è stato rein-trodotto a partire dal 2009.

Alcune tappe di questa evoluzionenegli ultimi 30 anni.

Le tappe della riduzione de

DOSSIER

...... 9

contatto.sevN. 19/1310.10.2013

che fare con la faccenda.» Peròuna sensazione scomoda è ri-masta, ieri sera ha evitato diincontrare ancora una volta ilcliente e ha tralasciato di fareun giro di controllo dei bigliet-ti: «In questi casi veniamo so-

stenuti dai superiori».Per tanto tempo il controllo bi-glietti è stato un ambito riser-vato agli uomini, fino a quando30 anni fa le prime donne han-no rotto l’argine. Oggi le agentitreno sono ormai numerose.

Anche tra il personale esse so-no da tempo accettate, confer-mano sia Riesen che Hasler,entrambi affiliati al SEV. Concerti viaggiatori però si notaancora una certa differenza diatteggiamento. Secondo Rie-sen, le donne devono far fronteancora ad aggressioni sessi-ste. «Sono comunque più con-tento se devo fare un turno se-rale insieme a un uomo».

Tra tolleranzae obbligo del bigliettoNonostante questo, la solette-se fa il proprio lavoro volentierie con passione. Thérèse Haslerè felice per la maggiore discre-zionalità di nuovo possibileanche grazie al «biglietto dell’ultimo minuto». Tuttavia anchel’obbligo del possesso del bi-glietto introdotto due anni fa èfondamentalmente positivo,perché crea chiarezza.A Briga restano 38 minuti perpreparare il treno per il tragittodi ritorno. Thérèse Hasler inse-risce prima i dati sulla frequen-za dei viaggiatori, che ha rile-vato durante il controllo, nelloZPG (il computer portatile del

personale treno). Nel frattem-po la manovra ha agganciato ilmodulo di rinforzo. Lei scriveper il macchinista un nuovo fo-glio dei carichi con il peso del-le tre vetture supplementari,collabora alla prova freni, veri-fica che la locomotiva di mano-vra che è rimasta in coda al tre-no sia stata sganciata. Tutto èin ordine. Anche porte, alto-parlante e toilette funzionano.Il treno 837 è pronto per la cor-sa.

Una clientela eterogeneaOra i viaggiatori salgono nellevetture a frotte. È un giovedìsplendido di sole, con moltigruppi che ne hanno approfit-tato per un’escursione in mon-tagna e rientrano ora dal Valle-se verso casa a Berna, Basileao Zurigo.Una signora anziana chiedepreoccupata alla capotreno co-me possa riporre la sua vali-gia, che ostacola il passaggioin corridoio ai molti passeggeriin cerca di un posto. ThérèseHasler la tranquillizza, e sicomplimenta perché non tutti iviaggiatori hanno lo stesso ri-

spetto. Alcuni ripongono il ba-gaglio sul sedile e con i piedioccupano ancora un altro po-sto, anche quando il treno si ri-empie: «È un problema enor-me». In questi casi devepregare i viaggiatori di liberareil posto.

Le coincidenze verrannorispettate?Per il percorso nel tunnel di ba-se del Lötschberg deve esserepresente almeno un agentetreno in ognuna delle due com-posizioni, non intercomunican-ti. Thérèse Hasler si prende ca-rico del controllo sulle vetturedel modulo. Le vetture di se-conda sono stracolme. Due si-gnore anziane dalla Svizzerafrancese siedono sugli scalinidella piattaforma. La capotre-no da loro il permesso di pren-dere posto in prima classe,non ancora completa. A Visp, iltreno deve aspettare l’interre-gionale in ritardo da Losanna.Ora si preoccupa di informare iviaggiatori. Il treno ha un ritar-do in partenza di cinque minu-

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: Pet

er K

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Oltre ai compiti visibili, per la capotreno c’è molto da fare anche dietro le quinte.

continua a pagina 10

■ 1983: le FFS impiegano per la pri-ma volta donne come agenti treno

■ 1987 circa: le FFS abolisconol’accompagnamento dei treni merci

■ 1991: sulla S-Bahn di Zurigo cir-colano i primi treni regionali non ac-compagnati

■ 1997: con il nuovo concetto deibiglietti, il controllo in treno vieneabolito su tutta la rete dei trasportiregionali

■ 2007: l’art. 59 della Legge sul tra-sporto delle persone entra in vigore.Le aggressioni contro il personaledel trasporto pubblico vengono per-

seguite d’ufficio (non è più necessa-ria la denuncia della vittima)

■ 2009: le FFS introducono progres-sivamente per ragioni di sicurezza ildoppio accompagnamento integralesul traffico a lunga percorrenza.L’obiettivo della messa in atto sull’intera rete svizzera verrà raggiuntocon il cambio orario di dicembre2013, quando Basilea verrà integra-to come ultimo deposito

■ dal 2010: su diverse tratte, treniRegioExpress non accompagnati so-stituiscono treni a lunga percorrenzaaccompagnati.

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ell’accompagnamento treno

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10 DOSSIERcontatto.sevN. 19/1310.10.2013

■ conttato.sev: Le FFS hannointrodotto a dicembre 2011l’obbligo del possesso delbiglietto anche sui treni alunga percorrenza. Qualiesperienze hanno avuto gliagenti treno?

Andreas Menet: il lavoro è di-ventato significativamente piùimpegnativo. Non è sempre fa-cile incassare il supplemento,cosa che spesso provoca di-scussioni con i viaggiatori. Tut-tavia è positivo che ora moltipiù passeggeri dispongano delbiglietto. La ZPV ha però findalla fase progettuale richiama-to l’attenzione sul fatto che nonsempre è corretto pretendere ilpagamento del supplemento.Dobbiamo poter decidere in ba-se alla situazione se il viaggia-tore abbia o meno voluto truffa-re, una competenza che ora ci èstata di nuovo concessa.

■ Ti riferisci al «biglietto dell’ultimo minuto?»

Il cosiddetto biglietto dell’ulti-mo minuto è una delle principa-li misure, ma la definizione puòessere fuorviante. Il viaggiatoresi annuncia sul marciapiedeall’agente treno, sale poi sullapiattaforma della vettura e rice-verà lì il biglietto emesso. Lamaggiore possibilità di tolle-ranza ci facilita il lavoro, ma ciònon significa che siamo sempretolleranti. L’obbligo del bigliet-to e il supplemento continuanoad esserci. In base alle primeesperienze, fino ad oggi nonabbiamo dovuto emettere moltibiglietti dell’ultimo minuto.

■ In discussione è anche laCarta dei trasporti pubblici.Tra qualche anno, i titoli ditrasporto dovrebbero venirecontrollati elettronicamente.Qual è l’opinione della ZPV aproposito?

C’è abbastanza scetticismo.Sappiamo poco di come po-trebbe ripercuotersi sul profiloprofessionale e se l’accompa-gnamento treno potrebbe veni-re diradato. Il secondo punto èl’accessibilità ai dati sulle abi-tudini dei clienti. Se l’AG e laCarta metà prezzo vengono do-tati del chip, sarebbe possibileseguire quali viaggi compiono,e risalire anche ai consumi del

cliente nelle stazioni o nelleagenzie viaggio. Ritengo che si-mili idee siano preoccupanti.

■ Esiste anche il pericolo chel’accompagnamento trenovenga del tutto rimpiazzatodalla tecnica?

Non necessariamente. Ma ver-ranno introdotti nuovi apparec-chi che indicheranno chi ha unbiglietto valido e chi no, cosache avrà conseguenze sul lavo-ro. Emergerà la questione se cisarà bisogno di due agenti tre-no, se devono ancora disporredelle conoscenze odierne suibiglietti e se i loro compiti nonsi svilupperanno piuttosto nelladirezione del servizio.

■ Un tema costante è la riclas-sificazione di treni a lungapercorrenza, accompagnati,in treni RegioExpress nonaccompagnati su nuove trat-te.

I treni espressi regionali sonoconsiderati parte del traffico re-gionale, per il quale sono com-petenti i cantoni. Le linee inquestione vengono messe aconcorso. Il cantone decidequindi sull’offerta e anche sedesidera o meno l’accompa-gnamento del treno. Recente-mente il canton San Gallo ha

deciso di rinunciare all’accom-pagnamento sulla linea riclassi-ficata per Coira. Per noi è unproblema grave, quando deitreni circolano non accompa-gnati su tratte che sarebberopropriamente a lunga percor-renza. E in questi casi è eviden-te un peggioramento del servi-zio.

■ Con la Berna-Bienne, Ber-na-Olten e Ginevra-Veveysono già diverse le tratte co-involte. Sono previste ulte-riori riclassificazioni?

Le FFS non sono state disponi-bili a negoziare, per cui dobbia-mo prevedere che ulteriori lineeperderanno l’accompagnamen-to. Anche sulla linea montanadel Gottardo, dopo l’aperturadella NEAT, sono previsti treniRX. Tutto ciò ha conseguenzesull’organico e sulla localizza-zione dei depositi. Sono con-vinto che aumenteranno anchela quota dei viaggiatori senzabiglietto e gli atti vandalici. Os-serviamo gli sviluppi e riflettia-mo sulle misure da prendere.

■ Dopo l’incidente di Gran-ges-Marnand il SEV chiedel’introduzione del «principiodei quattro occhi» sulle trat-te che sono ancora assicura-

te con il sistema Signum, or-mai vetusto. In concreto, ciòcomporterebbe un rafforza-mento dell’accompagna-mento treno.

Sì, è così. Quando il principiodei quattro occhi era ancora laprassi, questi incidenti nonsuccedevano. Perciò la ZPV so-stiene senza esitazioni la ri-chiesta del SEV.

■ E sono anni che aggressionie atti vandalici preoccupanol’associazione.

Su questo punto abbiamo lavo-rato molto bene insieme alleFFS e trovato diverse misureche hanno migliorato la situa-zione. La più importante è statal’introduzione integrale deldoppio agente sui treni a lungapercorrenza. Quando ancoraera presente un solo agentetreno, gli atti di vandalismoerano più frequenti. Il problemaperò persiste in particolare nel-la Svizzera romanda e sulla retedello ZVV. Stiamo cercando diraggiungere ulteriori migliora-menti sul piano politico, anchecollaborando con l’Ufficio fede-rale della migrazione.

Peter Krebs

Andreas Menet, presi-dente della sottofedera-zione del personale tre-no ZPV, prendeposizione sulle questio-ni di attualità dell’ac-compagnamento treno.

«L’assenza di accompagnamentorappresenta un grave problema»

Colloquio con il presidente centrale Andreas Menet. Riflettori sui treni a lunga percorrenza sev

ti, e molti chiedono se le coin-cidenze a Berna verranno ri-spettate. Per un’informazioneaffidabile è ancora troppo pre-sto, ma a Thun il ritardo si è ri-dotto a due minuti, e ThereseHasler vede dai «segni positi-vi» sul suo ZPG che tutte le co-incidenze possono venire rag-giunte. Altrimenti avrebbedovuto annunciare quelle indubbio al Centro operativo deltraffico viaggiatori OCP e sa-rebbe stata informata perSMS.Berna è una stazione principa-le di snodo. La capotreno com-pleta le informazioni dell’an-nuncio automatico con proprie

indicazioni in tre lingue, di cuipuò leggere il modello sulloZPG. «Non siamo semplice-mente dei «bucabiglietti», di-ce: «Dobbiamo possedere mol-te conoscenze e assumerciresponsabilità».E mentre il cronista lascia iltreno a Berna, il viaggio di The-rese Hasler e Martin Riesenprosegue in direzione di Zuri-go.

Peter Krebs

Thérèse Hasler fischia, fa segno – e dopo la risposta del collega dà il via libera per la partenza.

segue da pagina 9

SEZIONI ......

11contatto.sevN. 19/1310.10.2013

La soppressione del carrellominibar sulla linea del Gottar-do ha giustamente sollevatomolte critiche da parte dell’utenza, ora confrontata con unservizio in meno. Recentemen-te il direttore delle FFS AndreasMeyer ha risposto alla letteraaperta del consigliere naziona-le PPD Marco Romano affer-mando che i viaggiatori hannoaccolto con favore la sostitu-zione del carrello minibar conun servizio di take away, forni-to di un ampio assortimento diprodotti. Questo servizio è tut-tavia possibile solo sugli ICN,mentre sugli Interregio da lu-nedì a venerdì non c’è nessunapossibilità di ristoro. Al SEV ri-sulta che le lamentele supera-no di gran lunga i pareri favo-revoli.Di fatto siamo di fronte allasoppressione tout court di unservizio: l’offerta take away – ilcliente deve andarsi a cercarebibite o spuntini nella carrozzaristorante (per chi lavora e pergli anziani è spesso un proble-ma) – non sostituisce affatto lafunzione del carrello del mini-bar. Un modesto zuccherinonon basta proprio per migliora-re la qualità di un caffè che piùamaro non si può.Nel frattempo i collaboratori ele collaboratrici di elvetino so-no sottoposti ad un regimepiuttosto indigesto. Per au-mentare la cifra d’affari – cheserve come strumento di valu-tazione del personale – vengo-no sollecitati a dare il massi-

mo. E fin qui niente da dire. Maquesti pressanti inviti in nume-rosi casi si trasformano in pe-santi pressioni con ammoni-menti e/o minacce di ritorsioniin caso di scarsa cifra d’affari.Non importa – come accadespesso – se la macchina delcaffè è difettosa, non importase l’assortimento è incomple-to, non importa se ci sono po-che persone sul treno: la paro-la d’ordine è vendere il piùpossibile in qualsiasi condizio-ne. Pena, una o due valutazio-ni negative con il rischio diperdere il posto di lavoro.

Pressioni inaccettabiliIn questo clima di lavoro teso– constatato direttamente an-che dal personale treno che haespresso completa solidarietàai colleghi e alle colleghe di el-vetino – i/le dipendenti vivonoi cambiamenti in corso consentimento di grande insicu-rezza, timori e precarietà.Il continuo assillo da parte dialcuni «sales manager» dell’azienda, che spesso e volen-tieri stanno alle costole delpersonale per marcarlo stretto,contribuisce soltanto a desta-bilizzare il personale e scalfirel’immagine dell’azienda. Non ècertamente con il terrorismopsicologico che si motiva il

personale. E non è scaricandosempre verso il basso le re-sponsabilità – dai vertici, ai ca-petti fino all’operaio – che si

ottengono risultati positivisenza calpestare diritti e inmolti casi la dignità delle per-sone.

Incertezza e paura non sonoper nulla buone compagne diviaggio. Per questo, durantel’assemblea che si è tenutamercoledì 2 ottobre a Lugano,il personale di elvetino ha for-mulato una serie di rivendica-zioni contenute in una risolu-zione votata all’unanimità. Idipendenti e le dipendentichiedono in particolare di po-ter lavorare in un clima costrut-tivo per poter servire al megliola clientela. Le continue pres-sioni non sono più accettabili

Reazione stizzitaPer tutta risposta, la risoluzio-ne ha innescato altre forme dipressioni mascherate da gesto«spontaneo», come l’iniziativadi fare firmare ai collaboratoriuna dichiarazione secondo cuisul personale non si esercitanessun tipo di pressione. Que-sta mossa disperata è una pa-lese manifestazione del con-trario. Françoise Gehring

Tra i famigerati disser-vizi da incubo del Cisal-pino e la soppressionedel minibar, la linea fer-roviaria del Gottardo èsempre più trascuratadalle FFS. I cambiamen-ti di strategia di elveti-no, società controllatada FFS, sono come uncaffè amaro che proprionon va giù. Tali cambia-menti pesano anche sucollaboratori e collabo-ratrici di elvetino.

Quando il caffè non va giùSulla linea del Gottardo servizio sempre più ristretto -I dipendenti di elvetino vuotano il sacco

Biglietterie automatiche, take away...: un continuo «fai da te» che si spingerà fino alla testa del treno?

La nuova strategia di elvetino di vincolare lavalutazione del persone alla cifra d’affari, èperlomeno problematica nella sua applicazione. InTicino, come nel resto della Svizzera. Sono statiriscontrati, infatti, metodi di controllo che in alcunicasi richiamano il terrorismo psicologico. Controlli araffica, controlli a sorpresa, interrogatori.

I pressanti inviti di alcuni «sales manager» – checon il loro atteggiamento gettano un’ombra su chiesercita questa funzione in modo corretto – innumerosi casi si trasformano in pesanti pressionicon ammonimenti e/o minacce di ritorsioni in casodi scarsa cifra d’affari. La parola d’ordine è vendereil più possibile in qualsiasi condizione. Pena, una odue valutazioni negative con il rischio di perdere ilposto di lavoro.

Non è certamente con il terrorismo psicologico chesi motiva il personale. Non è scaricando sempreverso il basso le responsabilità, che si ottengonorisultati positivi senza calpestare diritti e in molticasi la dignità delle persone. Un clima di lavoroteso si ripercuote negativamente anche sulla salutedel personale. Ed essere valutati sulla cifra d’affariè svilente.

Per arginare il profondo disagio che si è venuto acreare in Ticino e per migliorare le condizioni dilavoro, l’assemblea del personale ha votatoall’unanimità la seguente risoluzione.

Il personale chiede:

a elvetino■ di poter lavorare in condizioni di lavoro corrette eadeguate, per poter servire al meglio la clientela ecercare nel limite del possibile di raggiungere gliobiettivi di vendita . A questo proposito chiede chesi tenga presente che ogni treno ha una sua storia eche ogni giornata – con il proprio carico di incognitee imponderabili – sempre diversa dall’altra;

■ di affidare il compito di sales manager a personecompetenti, che abbiano una solida formazione ingestione del personale, grazie alla quale possonoesercitare con correttezza e in modo costruttivo icontrolli. Le minacce e il terrorismo psicologico nonsono più accettabili;

alle FFS

■ di dimostrare nei fatti di avere a cuore il benes-sere dei propri collaboratori, come spesso pubblica-mente dichiarato;

■ di intervenire immediatamente affinché ilservizio di gastronomia ferroviaria possa esseresvolto in buone condizioni, a vantaggio di tutti: dellaclientela, del personale e dell’azienda;

■ di reintrodurre il servizio minibar e di impegnarsia mantenere in Ticino posti di lavoro qualificati,condizioni di lavoro decorose.

LE RICHIESTE RIVOLTE A ELVETINO E FFS

SOTTOFEDERAZIONI ......

13contatto.sevN. 19/1310.10.2013

Vale la pena di riprendere il discorso iniziato lo scorsonumero su Obama e le vicende medio-orientali.Dopo tanti timori sul possibile rovinoso intervento arma-to e la sua trasformazione in «guerra umanitaria» è tor-nato un po’ di sereno. La risoluzione varata dal Consigliodi Sicurezza dell’ONU, che impegna la Siria a distrugge-re i propri arsenali chimici e sulla quale v’è stata l’unani-mità è stata definita da più di un osservatore un«miracolo politico», definizione che può essere accettataanche da chi nei miracoli non crede. In effetti nel testodell’ONU, Assad non viene direttamente accusato dell’u-so di tali armi (dato per certo e provato dalla Casa Bian-ca) e nemmeno viene minacciato di rappresaglie militaricome avevano chiesto insistentemente Stati Uniti e Fran-cia, nel caso in cui Damasco non si attenga a quantopromesso. Per il popolo siriano, il frutto di tanto miraco-lo è che continuerà a morire per l’uso di armi convenzio-nali, il che, convenitene, non è poco …Ma i miracoli pare siano come le ciliegie, uno tira l’altro.Ed ecco allora, in contemporanea, la telefonata fra BarakObama e Hassan Rohani, il nuovo presidente dell’Irandegli ayatollah. Dal momento della sua elezione, Rohaniaveva lasciato capire d’essere pronto a riaprire il dialogocon gli Stati Uniti e porre termine al contenzioso sul suopresunto riarmo nucleare. È probabile che la necessitàdi risolvere per via pacifica la crisi siriana abbia facilita-to la «storica» (e stavolta l’aggettivo è appropriato) tele-fonata. Basti pensare che era dal 1979 che i capi di statodei due paesi non si parlavano. Il colloquio telefonico,affermano le due parti, è stato cordiale ed è terminatocon il reciproco impegno ad avviare colloqui per rag-giungere un accordo sul nucleare. Colloqui caratterizzatinel loro svolgersi da azioni «significative, verificabili etrasparenti» (così Obama) da parte di Teheran portereb-bero a un alleggerimento delle sanzioni che, ricordiamo-lo, pesano sempre più gravemente sull’economiairaniana.Ma davvero tutto si è svolto in modo così lineare e pacifi-co? Secondo il quotidiano libanese Assafir, citato dallarivista «Afrique Asie», l’attacco militare USA alla Siriaera in realtà iniziato con il lancio di due missili balisticiattorno a metà settembre. Secondo un comunicato israe-liano i due ordigni sarebbero stati sparati nel corso diun’esercitazione militare, finendo poi in mare e non ave-vano alcun rapporto con la crisi siriana.Stando ad Assafir, che cita fonti diplomatiche, in realtà idue missili erano stati lanciati da una base USA in Spa-gna, ma erano stati intercettati dalla difesa russa che neaveva provocato la distruzione. Immediatamente dopo irussi avevano avvisato la Casa Bianca che il bombarda-mento di Damasco sarebbe equivalso ai loro occhi albombardamento di Mosca. Da qui l’accelerazione versola ricerca di una soluzione negoziata.La domanda a questo punto è: siamo stati davvero cosìvicini all’irreparabile?

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

Oltre la storica telefonataTema principale della sedutadel comitato centrale dello-scorso 13 agosto sono state lenuove BAR dei macchinisti FFSdella divisione viaggiatori. Ilcomitato centrale ha accettatole nuove regolamentazioni set-toriali, sebbene resti da preci-sare un punto legato alla con-segna del lavoro. La LPV ècritica nei confronti del proget-to pilota FFS in corso nel Lau-fental sul il procedimento difermata Pekaba, che causa ul-teriore stress ai macchinisti.Presso le RhB la LPV ha consta-tato un crescente sentimentodi insoddisfazione nei macchi-nisti. Nel mese di giugno a unodi loro è stata ritirata la licenzadi guida a causa di un proble-ma con i treni Allegra. Il perso-nale di locomotiva ha preso co-noscenza di un verbale in cui siindica che sono state prese de-cisioni sulla guida del nuovomateriale rotabile, senza averinformato il personale interes-sato.Anche la politica salariale rap-

presenta un problema. Il nu-mero di macchinisti con pochianni di servizio che si lamenta,continua a crescere. Una di-scussione avrà luogo tra i col-leghi interessati, la LPV e ilpresidente del consiglio di am-ministrazione delle RhB.Presso FFS Cargo eravamo ve-nuti a conoscenza che non cisarebbero state né nuove pre-stazioni da fornire, né qualsi-voglia cambiamento a Erstfelde Goldau legato al traffico DB-Schenker. I primi treni DB-Schenker sono arrivati al depo-sito di Erstfeld benché i turni diservizio molto presto non ab-biano potuto ancora essere in-tegrati nel calendario. La pro-messa in base alla quale gliimpieghi di macchinista sareb-bero stati messi a concorso so-lo quando sarebbero stati resinoti le sedi di Cargo-Internatio-nal, non è stata mantenuta. Ladelusione è ovviamente moltogrande ed è lecito chiedersi seora si possa ancora credere aqualcuno. Presso FFS Cargo In-

ternational persino due mesidopo i cambiamenti di orari,non tutta funziona per il me-glio. C’è stata una riunione trala Cope e la direzione di CargoInternational, nel corso dellaquale sono stati firmati degliaccordi, ma questi sono solostati applicati in parte.L’incidente avvenuto nel can-ton Vaud ha fortemente solle-citato il presidente centraleUrs Mächler, che ha rilasciatonumerose interviste sui varimedia, comprese radio e TV.L’eco è stata positiva, ancheda parte della direzione delSEV.In Svizzera romanda sussisteun problema, ovvero la sostitu-zione dei presidenti di sezioneuscenti. Per il giubileo dei 125anni, la LPV ha trovato dei re-dattori per il bollettino. Ognisezione è libera di organizzareuna manifestazione regionale.Il comitato offrirà un sostegno.

Marcel Maurer

Le nuove BAR sono state accettate■ LPV Comitato centrale

Prima della chiusura nel 2005,6 mila dipendenti lavoravanonelle officine di Neuaubing, so-prattutto su vagoni viaggiatori.L’ex edificio amministrativo èstato trasformato in un labora-torio di elettronica della DB.I membri del comitato del per-sonale (Beat Schellenberg, Ro-ger Derungs e il presidentecentrale Werner Schwarzer)hanno incontrato i colleghi au-striaci e tedeschi con i qualihanno potuto scambiare opi-nioni e condividere punti di vi-sta. Il tipo di problemi riscon-trati sono simili al di qua e aldi là del confine; insomma i

problemi affrontati da ÖBB eda DB, sono simili ai nostri. Iltrend attuale nel campo dellamanutenzione è quello di au-mentare la disponibilità di ma-teriale rotabile e quindi di ri-durre i tempi di inattività. AlleFFS già adesso gli elettrotreniin blocco cominciano a prende-re il posto del materiale rotabi-le tradizionalmente diviso inlocomotive e vagoni. Si trattadi una grande sfida. Da un latosono necessari spazi più gran-di (e più lunghi) per le «saled’aspetto». D’altra parte, unaintera composizione di 400 po-sti a sedere può essere immo-bilizzata per una riparazionemolto semplice o per sostituireil vetro anteriore. Mentre que-sti posti a sedere sarebberoassolutamente necessari sullarete. Questo è il motivo per cuila strategia di manutenzione

sarà analizzata in dettaglio, ri-elaborata e introdotta a tappeentro il 2017. Quando si appli-ca una nuova strategia dimanutenzione, le competenzedelle persone rivestono unagrande importanza. Un temacentrale è pertanto la forma-zione professionale e la forma-zione continua che devonoessere assicurate ai dipenden-ti fino al loro pensionamento.Nei prossimi anni si profila al-l’orizzonte un’altra sfida: il pro-gressivo invecchiamento dellaforza lavoro e la conseguenteondata di pensionamenti. Latutela della salute resta dunqueuna priorità elevata. Il nostroobiettivo deve essere uno solo:permettere che ogni dipenden-te giunga sano al momento diandare in pensione.

Sottofederazione TS

Salute e strategie di manutenzioneL’incontro dei servizitecnici e di manutenzio-ne dei veicoli dei trepaesi ha avuto luogo inluglio a Neuaubing.

■ Sottofederazione TS – Incontro dei tre paesi

www.sev-online.ch

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14 SERVIZIOcontatto.sevN. 19/1310.10.2013

Nostra figlia vorrebbe fare un viaggio intreno verso la Scandinavia con il suo ami-co. Come sarebbe opportuno assicurarsi?F.M. da G.Un viaggio porta esperienze sempre nuo-ve. Un secolo fa, viaggiare in treno erauna vera e propria avventura, mentre oggiquesti viaggi sono divenuti nettamentepiù confortevoli, senza per questo averperso il loro fascino. Né sono diminuiti irischi di possibili contrattempi: una taglioprocuratosi con una scheggia di vetro nonvista e che deve essere cucito, lo stand disouvenir fragili rovesciato inavvertitamen-te in un chiosco o il furto della nuova mac-china fotografica digitale, con in memoriatutte le foto del viaggio.Per estendere la propria copertura assicu-rativa anche a casi come questi, bastanospesso pochi, semplici adeguamenti dellacopertura esistente. Se l’assicurazione dieconomia domestica è stata completatacon i «furti esterni» si potrà contare su diun rimborso che permetterà almeno di do-cumentare le prossime vacanze. Occorreperò prestare attenzione a prevedere unimporto di copertura sufficiente che, sedel caso, può essere aumentato per unperiodo limitato. Può poi risultare utileanche un’assicurazione « Assistance» perla copertura delle spese di annullamentonel caso in cui il viaggio, per esempio peruna malattia improvvisa, non potesse es-sere intrapreso. Questa copertura permet-

te anche di evitare l’assicurazione per lespese di annullamento regolarmente pro-posta dall’agenzia viaggi. «Assistance»offre poi molte altre prestazioni.Le spese per lo stand di souvenir rove-sciato vengono pagate dalla responsabili-tà civile privata, mentre in caso di presta-zioni insoddisfacenti dell’agenzia viaggici si può rivolgere alla protezione giuridi-ca per un rimborso delle spese sostenute.L’assicurazione giovani di Helvetia per-mette poi di combinare tutte queste pre-stazioni in un’unica polizza. Per i giovani,spesso ancora senza un’attività lucrativa,è poi particolarmente importante verifica-re la propria copertura in caso di infortu-nio presso la cassa malati. La maggiorparte di questi istituti assume anche lespese di cura all’estero e di rimpatrio. Im-portante avere con sé la tessera di assicu-razione malattia per evitare di dover pa-gare la spese di cura in contanti.Per la verifica della propria copertura, ci sipuò rivolgere al proprio consulente. In ca-so di un evento assicurato, è raccomanda-to di contattare l’assicurazione tramite lacentrale d’allarme, che darà le indicazionisui passi concreti da svolgere per un’eva-sione ottimale del caso.

Consulenza Helvetia

Assicurazione viaggi e vacanze: sereni in treno

■ L’angolo di Helvetia assicurazioni

§La riduzione o lo stral-cio di una rendita AIpuò però avere conse-guenze drammaticheper l’assicurato.

Colpi di diritto

Infatti, molto spesso, le ren-dite di cassa pensioni ven-gono riconosciute parallela-mente a quelle dell’AI. Unamodifica di quest’ultimacomporta la modifica anchedella cassa pensioni. Sequesta modifica intervienecon effetto retroattivo, vi èanche la possibilità di esse-re chiamati a restituirequanto percepito in più ri-

AI richiamata all’ordinedal Tribunale federale Le rendite AI sono difficili da ottenere, ma anche da mantenere.

spetto alla nuova rendita.L’articolo 25 della LPGA dàall’AI la facoltà di rinunciarealla richiesta di rimborsonel caso in cui l’assicurato èin buona fede e la richiestalo metta in grave difficoltà.Questa facoltà non è peròestesa alle casse pensioni.È il caso di B. che dopo treanni si è visto ridurre la suarendita intera AI a un quar-to. L’AI ha inoltre annuncia-to di ritenere errata la deci-sione precedente e le revi-sioni che ne erano seguite.Una prospettiva drammaticaper B., che avrebbe dovutoprovvedere al rimborso del-

la rendita di cassa pensionipercepita nel frattempo.

Prima istanzafavorevole all’AIL’avvocato del SEV ha quin-di presentato un ricorso altribunale cantonale delle as-sicurazioni sociali che verte-va su due punti:

■ la rimessa in discussionedelle revisioni da partedell’AI annulla ogni sicurez-za legale;■ l’assurdità della decisio-ne AI dal punto di vista me-dico, dato che ignorava co-me lo stato di salute dell’as-

sicurato fosse in realtà peg-giorato dal 2000 in poi, ri-sultando tutt’ora molto fra-gile, risentendo di diversidisturbi e di ogni fattore distress. La decisione sul ri-corso presentato nel dicem-bre 2010 è poi giunta nelgiugno 2012 e comprende25 pagine, con le quale iltribunale cantonale ha co-munque respinto il ricorso.

Il Tribunale federaledà ragione al SEVL’avvocato si è pertanto ri-volto al Tribunale federaleche, nel novembre 2012, hainvece dato ragione all’assi-curato, il quale potrà quindicontinuare a contare su diuna rendita AI intera.Il Tribunale federale ha mo-tivato la sua decisione conla constatazione che l’assi-curato si è visto stralciare larendita senza aver ricevutonessuna proposta di provve-dimento di reinserimento.

La sentenza rileva che, inqueste condizioni, la sop-pressione della rendita ècontraria al diritto federale.L’Ai ha anche dovuto assu-mersi i costi di giustizia edindennizzare il ricorrente (ri-spettivamente, in questo ca-so il SEV) per le spese diuna procedura che, nel suocomplesso, è durata bencinque anni.

Assistenza giuridica SEV

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AGENDA ......

15contatto.sevN. 19/1310.10.2013

Fare qualcosa in fretta, con la massima rapidità, è sem-pre stata una necessità esistenziale dell’uomo. Insegui-re un nemico, sfuggire a un’aggressione, catturare unanimale, salvarsi da un cataclisma sono situazioni chedobbiamo considerare comuni per i nostri progenitori.L’uomo, fin dalla sua comparsa sulla terra, deve aver fa-cilmente riconosciuto di trovarsi in una situazione digrave inferiorità nei confronti di tantissime specie ani-mali, con le quali contendeva il proprio habitat. Non aliper volare, non pinne per nuotare, non gambe abba-stanza veloci da poter eguagliare nella corsa anche unsemplice leprotto! Forse fu proprio questa sua deficien-za fisica, questa sua povertà di doti naturali che lo co-strinse, pena la sua estinzione, a darsi da fare, aspremersi le meningi per risalire dal fondo in cui l’avevacollocato madre natura. Ammirando la velocità con cuipoteva muoversi un cavallo, la resistenza al cammino ealla fatica di un cammello, la forza poderosa di un ele-fante o di un bue, l’abilità di un cane nell’inseguire enello scovare la preda, i nostri antenati devono essersidetti: «Questi animali possiedono preziose qualità chenoi non abbiamo e che ci sarebbero estremamente utili:se riusciremo in qualche modo a farceli amici, dei soci,dei compagni di lavoro, potremo usare a nostro vantag-gio le loro doti, dividendo i benefici». L’addomestica-mento degli animali e il loro allevamento, però, noncostituì che una prima tappa del cosiddetto progresso;finché l’uomo non cominciò a produrre le prime macchi-ne. In particolare l’automobile, che è ancora oggi «lamacchina» per eccellenza, ha generato nell’umanità in-tera la febbre della velocità, facendo sì che oggigiornoci si muova un po’ tutti sempre all’insegna della fretta. Eil ricordo va ai tempi di mio nonno, che si alzava primadell’alba e marciava per più di tre ore per recarsi in unpaesino di alta montagna, dove comprava un canestrodi uova. Faceva ritorno a casa, divorava un pezzo di pa-ne e frutta secca, poi si rimetteva in cammino per porta-re fino in città il suo prezioso carico. Altre cinque ore perandare e altrettante per tornare, sicché la sua scarpina-ta si concludeva ormai a notte fonda: oltre sedici ore apiedi, per racimolare pochi soldi. Si era sul finire del XIXsecolo e il suo era sostanzialmente un problema di velo-cità, oltre che di fatica. Però mio nonno non aveva l’oro-logio e non doveva competere con le macchine. Il suoandirivieni era programmato e imposto solo dal biso-gno di portare a casa quei pochi soldi, che gli servivanoper campare. Se si sentiva stanco, poteva sempre fer-marsi: nessuno gli imponeva di arrivare a un orario pre-ciso. Quando arrivava, arrivava. Erano tempi senzafretta, in cui la parola «infarto» era sconosciuta el’esaurimento nervoso era una malattia che colpiva solochi non aveva voglia di lavorare. Le persone sane lachiamavano pigrizia.

ROBERTO DE ROBERTIS

A SPROPOSITO DI …

... frettaOrdine del giorno:1. Saluti, appello, lettura e approvazione odg2. Nomina di 2 scrutatori3. Lettura e approvazione ultimo verbale4. Relazione a) del presidente b) del cassiere5. Dimissioni (membro comitato, revisore)6. Nomine: delegati AD maggio 2014 e mem-bri comitato e revisore7. Situazione membri sezione e onoreficenze

8. Relazione sull’attualità sindacale di ManuelAvallone, vicepresidente SEV; discussione edomande9. Relazione di un rappresentante del segreta-riato SEV ed ev. intervento di un membro CCBAU10. Eventuali (comunicazioni CoPe).Seguirà un aperitivo offerto dalla sezione.

La presidente: Barbara Marcionetti

■ Sezione Lavori (BAU) Ticino – Assemblea autunnale

Casa del popolo a Bellinzona, 16 ottobre ore 18

Ordine del giorno:1) saluto introduttivo;2) nomina scrutatori;3) approvazione ordine del giorno; 4) verbale 05.09.2012;5) relazioni: presidente e cassiere, commis-sione gestione, vicepresidente sezionale Bru-no Castaldo, vicepresidente sottofederazionePascal Fiscalini, segretario/a sindacale SEV,rappresentante CoPe PT Gianmarco Blattner;6) approvazione nuovo regolamento vacanze apunti; 7) nomina supplente commissione gestione;8) benemerenze per i 25 e 40 anni; 9) eventuali.

Siete invitati a partecipare numerosi! La vostraopinione per noi è molto importante e questaè un’occasione per discutere delle sfide comu-ni alle quali siamo e saremo confrontati. Sa-ranno presenti un segretario sindacale SEV diBellinzona, il vicepresidente della nostra sot-tofederazione e il rappresentante della CoPePT, che illustreranno le varie attività del SEV,della ZPV e della commissione del personale.

Al termine della riunione sarà offerto un buffetfreddo.Iscrizione entro il 25 ottobre a: [email protected]. Comitato ZPV Ticino

ZPV Ticino – Assemblea sezionale a Bellinzona

Casa del popolo, 30 ottobre, ore 18

Lo scorso 20 settembre è venuto a mancare dopobreve malattia il nostro collega e amico DanieleMatteo.

Daniele lo abbiamo conosciuto solo 3 anni fa, maanche seppur per cosi breve tempo ci ha regalatotanti momenti di felicità e serenità sia sul lavoro chenella vita privata, lasciando in tutti noi un ricordo

molto profondo che porteremo per sempre nel cuore.Dal primo giorno dell’entrata nelle FFS Daniele si èdimostrato un ragazzo molto aperto, socievole e so-lare, sempre pronto ad aiutare e sostenere ognunonei momenti di maggiore difficoltà.Lo ricordiamo anche come un padre esemplare, cheha sempre cercato di conciliare la difficoltà dellostudio e del lavoro, alfine di rubare meno tempo pos-sibile alla sua famiglia e soprattutto alle sue bambi-ne che per lui erano il suo orgoglio.Sono convinto che tutti noi, ognuno a suo modo, ser-beremo del caro Daniele un profondo ricordo per unamico e collega indimenticabile!

La sezione ZPV Ticino

In memoria

Daniele Matteo

Al collega Marco Rossi, in lutto per la scomparsa del papà, presentiamo le nostre sincere

condoglianze. Sezione LPV Ticino

CONDOGLIANZE

Martedì 22 ottobre a Biasca, Bocciodro-mo Rodoni, 14.30 Vi aspettiamo numerosi!Non occorre iscriversi o annunciarsi. Un no-

stro rappresentante sarà presente in stazioneper organizzare il trasporto. A disposizioneanche posteggio.

Castagnata 2013 PV Ticino e Moesano – ferrovieri pensionati

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16 FOCUS.SEVcontatto.sevN. 19/1310.10.2013

La domanda di questa edizione è:dove eravamo?

Si può partecipare al concorsoentro mercoledì 16 ottobre2013:

inviando una cartolinapostale: con nome, cognome,indirizzo e soluzione a: SEV,Photomystère, casella postale,3000 Berna 6;

per e-mail: inviando le stesseindicazioni della cartolina [email protected];

per internet: sul nostro sitowww.sevonline.ch cliccare sul box«Photomystère» a destra sottol’agenda e riempire il formulariocon le indicazioni richieste.

Sono in palio 40 franchi in buoniReka, sorteggiati tra coloro cheavranno dato la risposta esatta.

Il nome della vincitrice o delvincitore sarà pubblicato sulnumero successivo.

Non verrà tenuta alcuna corri-spondenza sul concorso. Le vielegali sono escluse.

Soluzione: L’ultima edizione delconcorso edizione contatto.sevnumero 18) illustrava un lampada-rio sferico nella parte tedescadella stazione di Basilea.

Su www.sev-online.ch trovereteuna foto esplicativa.

Il fortunato vincitore dei40 franchi in buoni Reka è:

Bruno Porchat, membro dellasezione LPV Vaud e BassoVallese.

Photomystère: Dove eravamo?

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Hanno appena presentato algruppo di riflessione «violen-za», il procedimento in caso diaggressione: tempi di reazioneben determinati, passi ben de-finiti, ruoli dell’azienda e delpersonale chiariti. «È statodavvero importante collocare ildipendente al centro dell’ap-proccio. Gode del supporto diun consulente per la sicurezza,un consulente assicurativo edell’accompagnamento di unopsicologo per il debriefing.Spetta inoltre a lui la decisionedi inoltrare o meno una denun-cia, di risolvere la questioneper via conciliativa o di ritirarela denuncia. In questo modo ilprocedimento contempla unventaglio di possibilità», spie-ga Serge Collaud, segretariogenerale dei Trasporti pubblicifriburghesi (TPF) .

Approccio ben dettagliatoPer Gibert D’Alessandro, il pro-cedimento si basa su un ap-proccio completo e dettagliato.

«In questo modo l’agente sache cosa fare in caso di ag-gressione. Questo è rassicu-rante, perché il dipendentenon è mai solo», ha sottolinea-to con soddisfazione il presi-dente centrale SEV/VPT, mem-bro del gruppo di riflessioneviolenza. «In alcune aziende –aggiunge D’Alessandro – re-gna il deserto e il conducentesi sente in colpa. Gli si addebi-ta l’intera responsabilità di ciò

che gli accade». D’Alessandroritiene che il suo datore di la-voro si profila sempre di piùcome un esempio in tutta laSvizzera per quanto attiene al-la gestione delle aggressioni:«Dopo il lancio del bus preven-zione 13 anni orsono, l’aver in-stallato molte telecamere disorveglianza nei veicoli, pul-santi di emergenza e sistemi dicontatto collettivi, i TPF com-piono un ulteriore passo».

Gilbert D’Alessandro è partico-larmente soddisfatto della ge-stione della violenza da partedei TPF, azienda che all’iniziodell’anno ha saputo imprimereuna nuova svolta nella sua po-litica di prevenzione creandosei sottogruppi di riflessionesulla violenza. «In precedenzavi era una sola entità e l’inizia-tiva con il tempo si è esaurita.Ora i sei sottogruppi lavoranoin modo indipendente e si in-

contrano due volte l’anno inplenum dove vengono discus-se le proposte». Vi partecipanol’azienda, i rappresentanti sin-dacali delle diverse sigle sin-dacali, tra cui i SEV, come purela polizia cantonale, specialistiin ascolto sociale e rappresen-tanti del Dipartimento canto-nale dell’educazione.Nel procedimento in caso diaggressioni, l’azienda si assu-me la protezione giuridica chefunge da complemento allaprotezione giuridica del SEVsenza tuttavia sostituirla. Nontutte le aggressioni sfociano inun procedimento giudiziario.L’impegno dei TPF ha permes-so di constatare una diminu-zione dei casi di aggressionenegli ultimi dieci anni? «È diffi-cile da dire – spiega Serge Col-laud – perché nel 2011 sonodiminuiti rispetto al 2010. Nel2012, però, sono aumentati ri-spetto all’anno precedente.Nel 2013, per il momento, cene sono meno rispetto al2012. Occorre però aspettarela fine dell’anno per avere datiattendibili».. Vivian Bologna

L’azienda compie unpasso supplementarenella protezione dei pro-pri dipendenti.

Far fronte alle aggressioni a 360°L’esempio virtuoso dei Trasporti pubblici friburghesi (TPF)

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I TPF hanno compiuto un ulteriore passo nella protezione dei propri dipendenti