Editorial Project Manager · Galletti; Adriana Ghersi; Kamni Gill; Ettore Guerriero; ... Spagna;...

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In copertina / Cover

Museo / MuseumFoto di / Photo by Giovanni Chiaramonte

Ai margini di un antico paese in cima alle montagne delle Madonie, nel centro della Sicilia, alla fine di un giorno di tempesta, il sole appare per un attimo poco prima del tramonto. La luce, sino ad allora invisibile, rivela la propria presenza e la natura del proprio essere nei distinti colori dell’arcobaleno che unisce l’oscurità del cielo allo splendore della terra: qui, in quest’ora, s’illumina la gloria della materia che costituisce il mondo. La luce, la pietra, l’erba, il cespuglio, l’albero sono le Muse che da sempre ispirano e per sempre ispireranno l’attività del genere umano in questo pianeta perso in una galassia ai margini dell’universo. Figure originarie della Natura, luce, pietra, erba, cespuglio, albero, chiedono a ognuno di noi di essere guardate, custodite, amate e ricollocate in un ordine nuovo che possa tracciare un volto, finalmente umano, con cui abitare il mondo.

At the end of a stormy day, the sun appears for a little moment, just before sunset, at the edge of an ancient village, high up on the mountains of the Madonie, in the heart of Sicily. Hitherto invisible, the presence of light is revealed by the nature of the distinct colors of the rainbow that links the darkness of the sky to the splendor of the earth: Here, at this specific moment, the glory of the substance of the world lights up. The light, the stone, the grass, the bush, and the tree are the Muses, who have always inspired and forever will inspire the activities of human beings on this planet, lost in a galaxy at the edge of the universe. Forms originated in Nature, light, stone, grass, bush, and tree are pleading each of us to be observed, cared after, loved and put in place to a new order eventually capable of portraying a figure, finally human, inhabiting the world.

Giovanni Chiaramonte

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EDITORE / EDITOR

ISBN 978-88-7970-778-7

ISSN 1125-0259

ArChITETTurA

DEl PAESAGGIO 32

Semestrale n°1.2016

rivista di AIAPPAssociazione Italiana

GL�$UFKLWHWWXUD�GHO�3DHVDJJLRFondata da Alessandro Tagliolini

VisionsDirettore responsabile / / Editor-in-chiefPaolo Villa

Comitato di redazione / / Editorial Stafflombardia / Giuliana Gatti, Francesca Pisani

Simone Zenoni

/LJXULD���$GULDQD�*KHUVL3LHPRQWH���3DROR�0LJKHWWR7ULYHQHWR���&HVDUH�0LFKHOHWWLEmilia romagna / Alessandro Tugnoli

Toscana / Anna lambertini, Antonella Valentini

/D]LR���)UDQFR�3DQ]LQL��0LFKHOD�3DVTXDOL��3DWUL]LD�3XOFLQL&DPSDQLD���*LXOLD�GH�$QJHOLVPuglia / Giorgio Skoff

Sicilia / Carmela Canzonieri

Revisione testi in inglese e traduzioni / /Revision English Texts and TranslationsMicol romano, Viola Villa

hanno collaborato a questo numero / / contributorsIlaria Angelone; Giuseppe Barbera; Hervé Brunon; Carmela Canzonieri; Angelo Carchidi; Andrea Caretto; Marco Cillis; Valerio Cozzi; Giulia de Angelis; Georges Descombes; Enrico Falqui; Thilo Folkerts; Giorgio Galletti; Adriana Ghersi; Kamni Gill; Ettore Guerriero; Lynn Kinnear; Anna Lambertini; Luigi Latini; Frank Lohrberg; Annemarie Lund; Tessa Matteini; Bradford McKee; Cesare Micheletti; Paolo Mighetto; Emanuela Morelli; Monique Mosser; Franco Panzini; Gabriele Paolinelli; Michela Pasquali; Fabio Pasqualini; Henrique Pessoa Pererira Alves; Francesca Pisani; Loredana Ponticelli; Ricky Ricardo; Monica Sgandurra; Raffaella Spagna; Antonella Valentini; Paolo Villa; Peter Walker; Geeta Wahi Dua; Sabine Wolf; Simonetta Zanon

restyling della rivista dal numero 29 a cura di AIAPP

SURJHWWR�JUDÀFR��Francesca Ameglio, Pulselli Associati

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Membro IFLA,QWHUQDWLRQDO�)HGHUDWLRQ�RI�/DQGVFDSH�$UFKLWHFWV

Presidente / Anna letizia Monti

Vicepresidente / luigino Pirola

Segretario / Fabrizio Cembalo Sambiase

Tesoriere / Andrea Meli

Consiglieri���)HUUXFFLR�&DSLWDQL��$QQD�6HVVDUHJR��8WD�=RU]L

Editoriale / Editorial / 14Scambiare paesaggi / Exchange landscapes

Letture / Short Essays / 15La perfezione del paesaggio-The perfection of the landscape/ Progettare un fiume-giardino-Designing a rivergarden/ Un dolce giardino-A sweet garden/ Paesaggi emozionali-Emotional landscapes/ Pascal Cribier, l’uomo che parlava agli alberi-Pascal Cribier, or the man who talked to trees

Progetti / Projects / 37Condivisioni / Sharing / 38Lo specchio del cielo-Sky mirror/ Passeggiare nella Campagna Romana-Walking in the Roman Countryside/ Progetto Food City-Food City Project/ Paesaggi galleggianti-Floating Landscapes

Connessioni / Connecting / 58Una visione integrata-An integrated vision/ Energia dalla Natura-Energy from Nature/ Una città a prova di clima-A climate-proof city/ Sistemi di nature urbane-Urban natures systems/ Avvicinare l’agricoltura-Connecting with agriculture

Stratificazioni / Layering / 78Dialogare col tempo-Dealing with time/ Riconquistare le zone umide-Recovering wetlands/ Trame resistenti-Resisting patterns/ Chiedi alla terra-Ask the field/ Svelare lo scavo-Unearthing a dig

Ispirazioni / Inspiring / 98Reinterpretare una montagna-Reinterpreting a mountain/ Un paesaggio curato-Curated Landscape/ Raccontare luoghi-Telling places/ Una tavola imbandita-A decked table/ Processi viventi-Living processes

Strumenti / Tools / 118Riviste / MagazinesLandscape Architecture Australia/ LAM/ LA/ JoLA/ Landskab/ anthos/ NIPmagazine/ Ri-Vista

Paesaggi d’autoreI giardini di Pietro Porcinai (1910-1986). Un viaggio nel paesaggio dell’Italia moder-na / The Gardens of Pietro Porcinai (1910-1986). A Journey into the Landscape of Modern Italy

Rubriche / Columns / 134Agenda-Events / Lettere al paesaggio-To the Landscape / Libri-Books

Coordinatori di redazione / / Editorial coordinatorsAnna lambertini, Francesca Pisani

© AIAPP tutti i diritti riservati

Rivista semestraleregistrazione c/o Tribunale di Firenze

n. 5989

Pubblicità inferiore del 45%

A/ con dicitura “Rivista AIAPP” 1A/ con indicazione numero

2A/ senza indicazioni numero

Rivista di AIAPP Associazione Italiana Architettura del Paesaggio

Rivista semestrale dell’AIAPP Associazione Italiana Architettura del Paesaggio

TESTATA RIVISTA “ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO”

Coordinatore scientifico / / Scientific coordinatorAnna lambertini

Scambiare paesaggiExchange landscapesPaolo Villa, Anna Lambertini, Francesca Pisani

Editoriale / Editorial

Accompagniamo con questo numero speciale il Con-gresso Mondiale IFLA 2016 di Torino, facendo nostro il tema Tasting the Landscape. Lo abbiamo esplorato adottando le stesse parole chiave scelte per caratte-rizzare le Sessioni tematiche del Congresso: Sharing, Connecting, Layering, Inspiring.Dal titolo del Congresso abbiamo tratto un auspicio. Vorremmo che il rapporto quotidiano col paesaggio fosse capace di soddisfare, a livello individuale e col-lettivo, il bisogno vitale di nutrimento e di benessere, così come il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo. Poter assaporare il paesaggio diventa una necessità vitale vissuta in modo consa-pevole. Per promuovere questa visione, diffonderla, comunicarla, servono molti complici ed esempi sem-plici, chiari. Per interpretare i temi del Congresso abbiamo scelto di combinare progetti di differenti paesaggi di prossimità ed esperienze che si possano scambiare in diverse parti del mondo. Abbiamo pro-vato a rendere commestibili delle idee, per poterle applicare.I quattro temi chiave sono filtri di lettura: un lavo-ro di ricerca e distillazione, attuato con l’intento di costruire un tavolo ideale di confronto e di scambio. Per scambiarsi visioni di paesaggio, occorre compren-dere i paesaggi, riconoscerli e saperli raccontare. Non basta, occorre anche saperli mantenere. Per questa ragione ci siamo interessati a nuovi progetti, ma an-che a lavori meno recenti, che mostrano il successo di idee che si confrontano con il tempo. Talvolta la durata può essere la nuova scoperta.Abbiamo privilegiato progetti che intervengono in territori di margine, nel senso più ampio del termine: culturale, geografico, per condizione spaziale. Non solo. Abbiamo scelto esperienze che ci sono sembrate esempio di buone pratiche, di cui c’è sempre bisogno. Progetti dove le funzioni diventano spazio, si fanno materia, generano sensazioni.Il Congresso non è un gran premio, dove qualcuno vin-ce e qualcuno rimane deluso. Il Congresso è un luogo di scambio, culturale, scientifico, professionale. Dove ognuno scambia quello che è in grado di portare, quel-lo che è capace di riportare a casa. Nella logica dello scambio, in fondo, vince chi è più generoso.Consideriamo anche la nostra rivista come luogo di scambio, e di confronto.Questo numero chiude un ciclo, legato a una fase co-raggiosa e importante di rinnovamento di Architettura del Paesaggio, che ha visto impegnate molte persone: redattori, grafici, editori, soci AIAPP e collaboratori da ogni parte del mondo. Un grande lavoro di squadra che non può essere rappresentato da una sola persona. Per questo, l’editoriale è firmato, non solo simbolicamen-te, dal Coordinamento di Redazione che ha condiviso le idee e le fatiche di un’appassionante crescita della rivista. Ci prendiamo ancora un po’ di spazio e ringra-ziamo. Ringraziamo tutti gli aiuti e i sostegni, volontari e coinvolgenti, di quanti hanno reso possibile la pubbli-cazione della rivista in questi anni. Ringraziamo Gio-vanni Chiaramonte che per questo numero speciale ci ha regalato la gioia di una sua immagine in copertina, e ancor più per il pensiero che la accompagna.

This special issue accompanies the IFLA World Con-gress 2016 in Turin, making the theme Tasting the Landscape our own. We explored it adopting the same keywords chosen to characterize the thematic sessions of the Congress: Sharing, Connecting, Layer-ing, Inspiring.We have drawn auspice from the title of the Con-gress. We would like the daily relationship with the landscape to be capable of satisfying the vital need for nourishment and well-being, at the individual and collective level, as well as the food we eat, the air we breathe, the water we drink. The possibility to taste the landscape becomes a vital necessity lived consciously. To promote this vision, spread it, and communicate it, we need several accomplices and simple, clear examples. To interpret the themes of the Congress we have decided to combine proj-ects from different proximity landscapes and expe-riences that can be exchanged in various parts of the world. We tried to make ideas edible in order to apply them.The four key themes are filters for interpretation: a research and distillation work, carried out with the intent to build an ideal table for discussion and ex-change. To exchange landscape visions, we need to understand landscapes, recognize them and know how to narrate them. This is still not enough: we also need to know how to maintain them. For this reason, we’ve not only taken interest in new projects, but also in older works which show the success of ideas that have dealt with time. Sometimes perpetuity can be the new discovery.We have favored projects that intervene in margin territories, in the broadest sense of the term: cul-tural, geographical, for spatial condition. Not only that. We have selected experiences that seemed to us example of good practices, which are always needed. Projects where functions become space, they become material, generate feelings.The Congress is not a race, where someone wins and someone is left disappointed. The Congress is a place of cultural, scientific, professional exchange. Where ev-eryone exchange what he/she is able to bring in, what he/she is able to bring home. In the end, in the logic of exchange, the most generous wins. We consider our magazine, too, as a place of exchange and discussion.This issue closes a cycle, linked to a courageous and important phase of renewal of Architettura del Paesaggio which has involved many people: authors, graphic designers, editors, AIAPP members and collaborators from all over the world. A great team work that can not be represented by only one person. For this reason, the editorial is signed, not only symbolically, by the Editorial Coordination who shared ideas and efforts of an exciting growth of the magazine. We take a little more space and say thanks. We thank those who made the publication possible in these recent years for all the assistance and support, voluntary and involving. We thank Giovanni Chiaramonte who gave us the joy of one of his images on the cover and thank him even more for the thought that accompanies it.

PAESAGGI D’AUTOREI giardini di Pietro Porcinai (1910-1986).Un viaggio nel paesaggio dell’Italia modernaThe Gardens of Pietro Porcinai (1910-1986).A Journey into the Landscape of Modern ItalyLuigi Latini

L’esperienza professionale di Pietro Porcinai, il più importante paesaggista italiano del XX secolo, si svolge nell’arco di oltre cinquant’anni nel corso dei quali, sin dagli esordi, egli varca molte volte i confini italiani. La sua presenza nel 1948 a Cambridge tra i membri fondatori dell’IFLA è forse segno più evidente della posizione ormai acquisita nel campo internazionale.Il profilo della sua formazione culturale e lo sviluppo della vita professionale sono però inscindibili dal territorio di appartenenza: Firenze, dove nasce nel 1910, e l’Italia in cui, negli anni decisivi della vita di Porcinai, si assiste a un processo di trasformazioni senza precedenti, in un fertile clima culturale.Tali trasformazioni investono, a cavallo di due grandi conflitti mondiali, sia la struttura sociale ed economica che la forma del paesaggio italiano e interessano una fase di mo-dernizzazione del territorio che irrompe nel fragile equilibrio fatto di città e paesaggi lungamente sedimentato nella storia.L’elenco delle opere di Porcinai è lungo, e i giardini si collocano in questo paesaggio in trasformazione, ogni volta dettati da esigenze diverse. Tra questi ricordiamo alcuni esempi: quello dell’Apparita a Siena, i giardini di villa Il Roseto e villa I Collazzi a Firenze, Villa Jucker a Baveno, sul lago Maggiore; i lavoro per complessi industriali come Olivetti a Pozzuoli e Zegna a Trivero. Modi diversi di interpretare contesti sempre molto intensi, dal paesaggio agrario senese al quello più raffinato di una villa sulle colline fiorentine; dall’affaccio scenografico sul lago e le Alpi, allo sguardo aperto sul mare Tirreno.

The professional life of Pietro Porcinai, the most important Italian landscape architect of the XX century, spanned more than fifty years, a career that at times required signif-icant foreign travel. Porcinai’s presence among the founding members of the Interna-tional Federation of Landscape Architects in Cambridge in 1948 was a sign of his secure position in the international arena.Despite these extended periods abroad, however, Porcinai’s cultural sensibilities and professional development remained inseparable from the city and country of his origin: Florence, where he was born in 1910, and Italy, which provided fertile cultural support during the decisive years of his formation. Throughout the twentieth century, but es-pecially in its middle decades, a series of social and economic factors instigated major transformations in both the structure and shape of the Italian landscapes. At times, these transformations, especially those involving the modernization of the land, dis-turbed the fragile equilibrium, established over centuries, of the same landscapes.The list of the completed works of Porcinai is long. In this changing landscape, the gar-dens were located in varying regions and terrains, each of which brought differing re-quirements and thus different solutions. Among the most famous: l’Apparita in Siena, the gardens of Il Roseto and I Collazzi in Florence, Villa Jucker in Baveno on Lake Mag-giore; the gardens for industrial complex as Olivetti in Pozzuoli and Zegna in Trivero. Different contexts demanded different approaches— from the agrarian countryside of Siena to the more refined landscape on the Florentine hills; from the scenic view of lake and mountains on the Swiss border to the open view of the Tyrrhenian sea.

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Pietro Porciniai in una foto di gruppo scattata nel 1949 a Hindsgavl (Danimarca) in occasione di un incontro di architetti del paesaggio presso l’Accademia delle Arti. Sono riconoscibili, tra gli altri, C.Theodor Sørensen, Sven-Ingvar Andersson, Steen Eiler Rasmussen (Courtesy of Sonja Poll) / Pietro Porcinai in a group shot taken in Hindsgavl (Denmark) during a meeting of landscape architects in 1949 at the Academy of Arts. Among the others, it is possible to recognize C.Theodor Sørensen, Sven-Ingvar Andersson, Steen Eiler Rasmussen (Courtesy of Sonja Poll)

Villa I Collazzi (Florence, 1938-1941)

Il giardino della villa I Collazzi, nei dintorni di Firenze, è forse una delle prime riflessioni mature di Porcinai sull’equilibrio tra architettura e paesaggio in chiave moderna. In questo caso, l’architettura è data da una villa cinquecentesca, posta sulla sommità di un colle a sud della città. Sul lato minore della villa, a ridosso della maestosa cortina di cipressi che segue il viale di accesso, Porcinai disegna una piscina posta al centro di un pianoro dov’era prima una vigna, aperto verso lo scenario delle colline. Il progetto, in dialogo con la compostezza dell’archi-tettura classica, si condensa in pochi gesti: tracciare il perimetro di una superficie d’acqua, dare forma al prato attorno, stabilire la giusta proporzione ai rapporti che governano il nuovo intervento, il paesaggio e la mole massiccia della villa.

The garden of I Collazzi, near Florence, evidenced one of the landscape architect’s first mature reflections on the balance of architecture and landscape expressed in modern terms. Here, the architecture dated to the sixteenth century, as a villa set on the crest of a hill south of Florence that overlooked extensive vineyards. On the building’s short side, against the majestic backdrop of cypresses that traced the main approach to the villa, Porcinai inserted a swimming pool in the center of a flatland previous occupied by the vine. The design, whose modern simplicity confronted the sobriety of the classical architecture, was radically restricted to a pair of gestures: the stone-lined edge of the water and the modeling of the surrounding lawn.

Stabilimenti industriali Olivetti / Olivetti industrial complex (Pozzuoli-Naples, 1952-1954)

Nel 1952, in seguito al trasferimento nel sud d’Italia, a Pozzuoli presso Napoli, di una parte della produzione degli stabilimenti Olivetti di Ivrea, Porcinai riceve l’incarico della sistemazione paesaggistica della fabbrica che Luigi Cosenza ha il compito di progettare con carattere inno-vativo, sia negli aspetti tecnico-ambientali, sia nel programma sociale. Porcinai risponde pienamente alle domande poste: progetta ambienti, introduce tecniche e disegna forme che s’integrano con l’architettura e ne accompagnano le fasi costruttive. Progetta dune tappezzate da arbusti, masse vegetali e lievi terrazzamenti, schemi di piantagioni idonee alla schermatura delle pareti vetrate, uno specchio d’acqua col-locato nella depressione dell’area centrale, che servirà da riserva idrica per necessità impiantistiche, di antincendio e di irrigazione; realizza prati pensili che ricoprono la copertura dei parcheggi, lunghe aiuole che seguono il profilo dei parapetti delle terrazze.

Following the 1952 relocation of part of the Olivetti industrial complex in Ivrea to southern Italy — Pozzuoli near Naples — Porcinai was com-missioned to create the landscape for the factory designed by Luigi Cosenza using an approach innovative in technical, environmental, and social terms. Porcinai answered this challenge with fully designed spaces and forms that blended with the architecture throughout all the phases of construction. Dunes were covered with shrubbery; masses of vegetation and gentle terraces completed the architecture; plantings screened glass walls; the centrally located pond served as a reservoir for irrigation and fire protection. Completing the landscape scheme were rooftop lawns that covered the garages and long flowerbeds that traced the profiles of the balconies.

Villa Il Roseto (Florence, 1962-1965)

Negli anni Sessanta, nel giardino di Villa Il Roseto sulla collina di Firenze, Porcinai dispone gli spazi necessari alle esigenze funzionali – un ga-rage per le macchine, ad esempio – nella stessa successione spaziale che possiamo troviamo nella configurazione di una villa rinascimentale. Sorprendente è il disegno del giardino pensile sopra il garage, magnifico belvedere sull’orizzonte delle colline disegnato in forme originalissime.Il rincorrersi di figure circolari, realizzate in bosso e pietra serena, anticipa le forme del paesaggio attorno; un procedimento di “stilizzazione” del paesaggio che diventa altrove – ad esempio nella finitura della piscina di villa Recchi (1960) a Portofino – un taglio netto della superfice d’acqua che anticipa l’orizzonte del mare.

In the Sixteenth, in the garden of Villa Il Roseto outside Florence, Porcinai inserted the required functional spaces—a garage for the auto-mobile—in a spatial succession recalling that of the Renaissance villa. The roof garden above the garage is surprising, with inventive shapes executed in clipped boxwood that energized a magnificent belvedere from which to look out over the surrounding hills. The multiplication of its circular shapes echoed in abstraction the nature of the surrounding landscape. Elsewhere the straight line prevailed, although still fol-lowing a process of stylization—in the swimming pool at the Villa Recchi (1960) in Portofino, for example—as a linear cut in the water surface that anticipated the horizon of the sea.

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Complesso industriale Zegna / Zegna industrial complex (Trivero-Biella, 1950-1960)

In Piemonte, a Trivero, località del biellese posta a settecento metri di quota, il lanificio voluto da Ermenegildo Zegna conferma, negli anni della sua espansione, la localizzazione dei propri stabilimenti in questo luogo e costruisce nell’arco di alcuni decenni un microcosmo nel quale convivono la residenza, la produzione, gli spazi del tempo libero e un vasto progetto di valorizzazione di un territorio attorno che intende rinsaldare e valorizzare il rapporto tra i lavoro della fabbrica e la presenza della montagna stessa. Dalla metà degli anni Cinquanta Porcinai è coinvolto dalla famiglia Zegna su più fronti, con una quindicina di progetti che interessano il tema dei giardini (Al Roc e Cà Gianin, in partico-lare), degli spazi di rappresentanza e dei giardini d’inverno, degli edifici industriali e il paesaggio, fino ai memoriali, sulla scorta di un obiettivo coerente che guarda alla valorizzazione del paesaggio della montagna come fattore imprescindibile dello sviluppo dell’azienda.

For his expanding wool enterprise, Ermenegildo Zegna decided to consolidate production facilities in Trivero, a small town near Biella. This location provided the sites for construction that extended over several decades, mixing housing, industrial buildings, and a vast project to valorize the surrounding land and encourage the interaction between the factory workers and the nearby mountains. From 1950 on Porcinai was involved with about fifteen different projects commissioned by the Zegna family, ranging from residential gardens (Al Roc and Cà Gianin) to reception areas, winter gardens industrial buildings, landscape elements, and even memorials—all following the thread of a single objec-tive: the rebirth of the mountain landscape as a factor necessary for the company’s growth.

L’Apparita (Siena, 1966-1970)

Nel giardino dell’Apparita, un podere sulle colline alle porte di Siena, Porcinai disegna una nuova topografia per trovare un punto di contatto tra le esigenze di una vita moderna – ad esempio, la costruzione di spazio per il ricovero delle automobili – e l’essenza di un luogo ascetico, che possiede gli stessi tratti della pittura senese.Al centro del giardino, un piccolo teatro all’aperto viene realizzato lungo il pendio ottenuto nel terreno, orientato verso la vista della città in lontananza. In direzione opposta, una sorprendente loggia cinquecentesca, opera di Baldassarre Peruzzi, completa il prospetto della piccola casa già esistente nel podere. La vegetazione – alcuni olivi, viti, qualche cipresso e gli arbusti – è disposta con estrema cura e sensibilità, con l’intento di eliminare dalla vista ogni barriera ed elemento di cesura tra il giardino e il paesaggio attorno.

In the garden of l’Apparita, on the hills near Siena, Porcinai sculpted a new topography as a compromise between the requirements of modern life – a garage for the automobile, for example – and the essence of an ascetic landscape that possessed touches characteristic of a Siennese school painting.In the middle of the garden, a small open-air theater is built in the slopes of the terrains, oriented to the Siena skyline. On the opposite di-rection, a Renaissance loggia designed by Baldassarre Peruzzi completes the façade of the small existing house. The vegetation – some olive trees, vines, a few cypresses and shrubs – is very carefully designed, in order to avoid any kind of separation between the garden and the existing landscape.

Villa Juker (Baveno-Lago Maggiore, 1964)

La villa Jucker presso Baveno, ai bordi del Lago Maggiore, è una delle residenze private che Porcinai progetta in collaborazione con Lodovico Barbiano di Belgiojoso, architetto del noto studio Milanese BBPR. Negli anni sessanta, Porcinai ha occasione di collaborare con molti impor-tanti architetti, sviluppando ogni volta un’idea di giardino che fosse espressione di un nuovo stile di vita, interpretazione “moderna” dei pae-saggi italiani nei quali si colloca. Il giardino progettato attorno alla villa si distribuisce lungo un ripido pendio, a stretto contatto con la vista del lago con le isole e, sullo sfondo, il profilo solenne delle Alpi. Questo paesaggio domestico viene percepito come una nuova topografia, in continuità con la struttura della casa e delle sue profonde terrazze. Al bordo delle spesse masse di vegetazione attorno, Porcinai progetta un raffinato sistema di rocce e di vasche che captano le acque provenienti dall’alto: specchi d’acqua che, in continuità con la casa, offrono un gioco di rimandi visivi allo splendido scenario del lago.

Villa Jucker in Baveno on Lake Maggiore, is one of the gardens for private homes that Porcinai designed in collaboration with the architect Lodovico Barbiano di Belgiojoso, from the Milanese architectural firm BBPR. In this period Porcinai works in collaboration with many import-ant architect, all the time with a shared view of the garden as the expression of a new lifestyle and a “modern” interpretation of the Italian landscapes. The garden of the villa is situated on a very deep slope facing the lake with its islands in the middle and the view of the Alps in the background. The garden is seen as a new topography that is an extension the house and its terraces. On the edges of a dense vegetation masses that surround the garden, Porcinai design a system of rocks and pools that capture the water coming front the mountain, reflecting the beautiful skyline of the lake.

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