Edilizia 4-2012
-
Upload
corpad-editore-srl -
Category
Documents
-
view
229 -
download
4
description
Transcript of Edilizia 4-2012
EDILIZIA PIACENTINA 1
EDILIZIA PIACENTINA2
EDILIZIA PIACENTINA 3
Direttore responsabileGiuseppe De Petro
Direzione e RedazioneVia XXIV Maggio, 4 - Piacenza
Tel. 0523.458174 - Fax 0523.754369E-mail: [email protected]
PubblicitàVia XXIV Maggio, 4 - Piacenza
Tel. 0523.457421Fax 0523.754369
E - m a i l : p u b b l i c i t a @ c o r r i e re p a d a n o . i t
StampaGrafiche Lama - Piacenza
RegistrazioneTribunale di Piacenza n. 545 del 31/07/2000
Ai sensi e per gli effetti della legge 675/96 l’Editoredichiara che gli indirizzi utilizzati per l’invio inabbonamento postale provengono da pubblici registri,elenchi, atti, documenti concoscibili a chiunque e che iltrattamento dei dati non necessita del consensodell’interessato. Ciò nonostante in base all’art. 13dell’informativa il tirolare del trattamento ha diritto diopporsi all’utilizzo dei dati facendone espresso divietotramite comunicazione scritta da inviarsi alla sede di CPA
som
mario
focus
Piano città pronto a partire: Piacenza ci sarà pagina 5
i nostri servizi
Pubblica Amministrazione, i costruttori battono cassa pagina 11Rischio sismico, il dubbio: i nostri edifici sono sicuri? pagina 13Parenti: Capannoni a rischio anche a Piacenza pagina 15Occupati nel settore edile, a Piacenza ancora emorragia pagina 16Eataly alla Cavallerizza, vetrina mondiale in città pagina 19Geometri e Architetti, rinvio sulle competenze pagina 21Sviluppo, urge una riflessione su città e dispersione urbana pagina 24Nuova piscina olimpionica, posata la prima pietra pagina 28Castell’Arquato si rinnova: al centro l’aggregazione pagina 30Vassalli Remondini, comfort e accessibilità pagina 34Naturale o artificiale, la luce ‘crea’ l’ambiente pagina 37Cohousing, soluzione anticrisi per i giovani pagina 41
dall’esterno
RMC, l’età verde conquista il mercato pagina 27‘Piano per le città’, chance per Piacenza pagina36
rubriche
Agenda pagina 7Block Notes pagina 44Le scadenze di Confedilizia pagina 46
Il servizio di copertina di questonumero di Edilizia Piacentina è dedicatoalle interessanti prospettive chepotrebbero aprirsi anche per Piacenzacon il lancio del ‘Piano Città’ la cuicabina di regia è già operativa a Roma.4 miliardi di euro verranno assegnati aiprogetti maggiormente in grado diassicurare la rigenerazione o lavalorizzazione di aree urbane, di crearealloggi sociali, di migliorare l’efficienzaenergetica e di ristrutturare scuole, e lanostra città è tra quelle incluse nellalista delle candidate a beneficiarne.
EDILIZIA PIACENTINA4
EDILIZIA PIACENTINA 5
focu
s
Grande occasione in vista
per Piacenza, che è stata in-
clusa nell’elenco (reso noto
a fine maggio) dei centri che si can-
didano ad essere protagonisti del
Piano per le Città lanciato dal Mini-
stero delle Infrastrutture e traspor-
ti. Gli obiettivi del Piano Città (ne
parliamo anche a pagina 36) voluto
dal viceministro Mario Ciaccia (nel -
la foto) e a lungo richiesto da solle-
citazioni partite dall’Ance, sono
ambiziosi: la rigenerazione di aree
urbane degradate, la valorizzazione di aree demaniali dismesse, la
creazione di alloggi sociali, la ristrutturazione delle scuole per mi-
gliorare l'efficienza energetica, l’ottimizzazione del trasporto pub-
blico locale. Rappresentanti dell’Anci (l’associazione dei Comuni),
della Cassa depositi e prestiti, dell’Agenzia del demanio, dei ministe-
ri dell’Ambiente, Beni culturali, Sviluppo economico e Tesoro, di Fe-
dercostruzioni e dell’Ance (l’associazione dei costruttori edili) for-
mano il tavolo operativo che lavora dai primi di maggio per attuare
concretamente le azioni di sviluppo di cui il comparto edile necessita
e per rendere possibile già quest’estate l’apertura dei primi cantieri
che dovranno ridare fiato alle imprese e all’occupazione.
Piacenza è stata inserita già nella lista presentata lo scorso 28 mag-
gio dall’Anci, insieme a Firenze, Verona, Roma (quartiere Pietrala-
ta), Bari (quartiere San Girolamo), Napoli e Palermo: basta in effetti
pensare alle tante aree demaniali e militari della nostra città, o alle
ricadute positive che potrebbero esserci per l'edilizia residenziale
pubblica e per il social housing, per capire che la nostra città può e
deve giocarsi le sue carte migliori.
Il recupero della bellezza e l’incremento della sostenibilità ambien-
tale che si avvieranno con una candidatura convincente basata su un
progetto solido (che punti ad
esempio su immediata cantie-
rabilità dell’intervento e sulla
capacità di attivare un effetto
moltiplicatore del finanzia-
mento pubblico nei confronti
degli investimenti privati) a-
priranno di fatto nuovi oriz-
zonti anche alle imprese in
grado di proporsi attivamen-
te come soggetti costruttori
di un’edilizia proiettata nel
futuro, rilanciando fatturati
che da troppo tempo sono in sofferenza e riaprendo prospettive di
lavoro che negli ultimi mesi hanno invece particolarmente subito gli
effetti negativi della crisi. Una crisi che continua a mordere, come
spieghiamo tramite i dati contenuti nell’articolo sull’occupazione
nel comparto edile che inizia a pagina 16.
Temi importanti, idee brillanti e contributi significativi, a Piacenza,
non sono mai mancati: l’intervento dell’architetto Lorenzo Spagno-
li (nel contributo che inizia a pagina 24) è un’opinione prestigiosa
che arricchisce il dibattito sulla stessa idea di città e sul domani che
Piacenza vuole costruire per sè.
Uno dei punti centrali è che al Piano per le Città non mancheranno
le risorse. Sommando tutti gli interventi sulle città attivati e attiva-
bili, infatti, si arriva alla ragguardevole cifra di quattro miliardi di eu-
ro. Due miliardi sarebbero garantiti dalla Cassa depositi e prestiti
sull’housing sociale, il Ministero delle Infrastrutture apporterebbe
230 milioni per la riqualificazione delle aree degradate e 833 milioni
per l’housing sociale e il Ministero dell’Istruzione fornirebbe 943 mi-
lioni per la messa in sicurezza delle scuole.
Per Piacenza questa del Piano per le Città potrebbe essere davvero
una grossa chance: è indispensabile coglierla.
4 miliardi di euro destinati a rigenerare ovalorizzare aree urbane, creare alloggi sociali,
migliorare l'efficienza energetica, ristrutturarescuole: la nostra città tra quelle in pole position
Cabina di regia in piena attività a Roma
Piano cittàpronto a partire:Piacenza ci sarà
EDILIZIA PIACENTINA6
EDILIZIA PIACENTINA 7
Concorsi
agen
daEnergia sostenibile
nelle cittàPiani urbanistici con impiego difonti rinnovabili nella quintaedizione del concorso promossoda Inu e Ministero Ambiente
Piani urbanistici e sostenibilità energeticaapplicata all’edilizia. Sono gli obiettivi del-la quinta edizione del concorso nazionale“Energia sostenibile nelle città”, promossoda Inu, Istituto nazionale di urbanistica, incollaborazione con il Ministero dell'Am-biente. Al concorso, pensato per stimolareun cambiamento nella produzione e nel-l'utilizzo dell'energia all'interno delle co-munità urbane, possono partecipare sog-getti pubblici e privati che si sono distintinell'elaborazione di piani e progetti ur-banistici attenti alle problematiche ener-getiche e alla sostenibilità dello sviluppo. IlConcorso si articola in tre sezioni:- concorrono nella sezione A, Piani ur-banistici per l'uso sostenibile dell'energia,gli strumenti di pianificazione di scalacomunale o di area vasta che adottanoapprocci metodologici e regolativi inno-vativi per la gestione delle problematicheambientali ed energetiche;- la sezione B comprende la ricerca dinuove soluzioni progettuali o l’applica-zione innovativa di soluzioni già esistenti,volte a migliorare l'efficienza e il risparmionell'uso dell'energia o ad aumentare l'im-piego di fonti rinnovabili;
- la sezione C è riservata al giudizio delpubblico rispetto alle migliori propostepresentate nell'ambito dell'evento Urban-promo Sustainable Energy.L'iscrizione alle sezioni A e B deve essereeffettuata entro il 21 settembre 2012. Ladomanda va allegata al bando, scaricabiledai siti www.inu.it, www.urbanpromo.it,www.campagnaSEEitalia.it, www.a-
niem.it e inviata all’Istituto nazionale diurbanistica. Non sono invece richieste do-mande per la sezione C, che coinvolgeautomaticamente i progetti esposti a Ur-banpromo. Per le sezioni A e B, i principalicriteri di valutazione che saranno presi inconsiderazione per la valutazione dei con-correnti saranno la coerenza ed integra-zione con le strategie locali di riduzionedelle emissioni di gas climalteranti, la fat-tibilità economica e il coinvolgimento deicittadini nei processi decisionali.
EDILIZIA PIACENTINA8
Mostre
Abitare MinimoA Gallarate in mostraprogetti di ricercasull'essenzialità dell'abitare
La mostra Abitare Minimo, una ricercasull’essenzialità dell’abitare, proponeprogetti di ricerca che si presentano comeinterventi minimi nell’ecosistema delpae- saggio rimandando a un’idea diarchitettura in armonia con il territorioche la accoglie.Costruzioni a scala minore che si col-legano al concetto di sostenibilità, spe-rimentando nuovi materiali e tecnologiee includendo la questione del corretto egraduale sviluppo economico-sociale.L'architettura minima è intesa come veroe proprio filone trasversale in grado diunire realta` culturali e sociali molto di-stanti tra loro, sulla soglia fra tradizione
storica, manifestazioni “spontanee” e ar-chitettura contemporanea.I progetti esposti sono l’esempio di in-terventi leggeri sul territorio, dalle di-
mensioni ridotte e dagli spazi minimi. Ilavori di ricerca in mostra si manifestanocome interpretazioni significative e poe-tiche del paesaggio, nate dal luogo e conil luogo, espressioni della cultura ma-teriale che li riceve.ABITARE MINIMO vuole essere un con-tenitore in grado di accogliere la ricercasin qui svolta e catalizzare nuovi modellinel panorama internazionale, professio-nale e accademico.La mostra mette a fuoco la dimensioneabitativa minima, la misura piu` piccolada considerare nel rispetto delle esigenzebasilari dell’abitare, attraverso l’esposi-zione di importanti progetti provenientida studi di architettura e atenei inter-nazionali.Sono esposti anche i risultati del concorsoper architetti Under 40 “Abitare Minimonelle Alpi” organizzato in collaborazionecon il Distretto Culturale della ValCa-monica e con il Parco dell'Adamello. Partefondamentale della mostra e` l’architet-tura “autocostruita” 45° NORD 8° EST,che suggerisce come l’autocostruzione siaun elemento chiave dell’idea di abitareminimo.Abitare Minimo@ MAGA | Museo Arte GallarateVia De Magri, 1 Gallarate12 maggio 2012 – 7 luglio 2012w w w. m u s e o m a g a . i t
EDILIZIA PIACENTINA 9
Concorsi
Polo d'innovazionetecnologica eriqualificazione urbana,concorso a NovaraPrevisti dal Comunevari interventi a contornodell’Incubatore d'Impresa
Il Comune di Novara bandisce un con-corso per la progettazione del Polo d'in-novazione tecnologica e riqualificazioneurbana.Il programma prevede vari interventi, acontorno e a sostegno dell'Incubatored’Impresa, della superficie di 1.600 mq, edel Centro per la Ricerca Traslazionalesulle Malattie Autoimmuni nella Città diNovara (ricerca applicata) della super-ficie di 1.600 mq.,A servizio di questo nuovo polo an-dranno previsti Parcheggi per circa 750
mq, nel seminterrato dell’edificio de-stinato all'Incubatore d’Impresa e al Cen-tro ricerche, oltre che per circa 2.450 mqa raso. L'intervento sarà l'occasione peruna profonda trasformazione urbanache prevederà la sistemazione della Piaz-za, del parco urbano e del verde aservizio del centro, per una superficie dicirca 12.350 mq. Completano il quadro
degli interventi la Riqualificazione dellavicina Via Bovio, per una superficie dicirca 5.815 mq, e la Ristrutturazionedell’area mercatale, per una superficie dicirca 425 mq. Estremamente interessantii premi, che prevedono 29.000 euro perPrimo classificato, 12.000 per il secondo,7.400 per il terzo. Scadenza 6 luglio 2012.Info: www.comune.novara.it/
EDILIZIA PIACENTINA10
Curiosità
Tampa Museum of Art:scrigno elettronicogalleggianteAstrazione sospesa al di sopradel suolo come un giunto dicollegamento tra terra e cielo
Uno scrigno da riempire con l'arte” que-sta la definizione che Stanley Saitowitz /Natoma Architects da del Tampa Mu-seum of Art, sulla costa occidentale dellaFlorida.“Questo museo è una cornice neutra perla visualizzazione dell'arte, una 'telabianca' da riempire con i quadri. È uncontenitore bello, ma vuoto. L'interesse èrivolto verso la sua 'apertura', verso lepossibilità future ancora sconosciute, ver-so l'Architettura come infrastruttura”.Un piedistallo in vetro sostiene questo'scrigno' dell'arte che sembra galleggiare
nel parco con le sue pensiline aggettantie le pareti riflettenti. “Si tratta di 'u-n'astrazione' sospesa al di sopra del suo-lo. L'edificio non solo si trova nel pae-saggio, ma è il paesaggio stesso, cheriflette il verde, luccica come l'acqua,trema come le nuvole. Si confonde e sifonde, rendendo il museo un parco e ilparco di un museo”.Il lungo edificio è tagliato al centro.
Questo taglio divide il progetto in duezone, una pubblica e aperta, l'altra piùchiusa e privata. Ognuna delle due se-zioni generate è organizzata intorno auna corte, una nella lobby, l'altra cir-condata dagli uffici e dalle aree cura-toriali.Di giorno la luce si riflette sulle superfici,di notte il Museo emana luce da esse. Conil buio l'esterno diventa una tela per uno
spettacolo di luce. “L'arte all'interno pas-sa attraverso le parete esterne e sembrafuggire nella notte”. L'illuminazione del-la 'pelle' cambia i colori e i pattern invarianti infinite che trasformano l'edi-ficio, dentro e fuori, e lo duplicano nelriflesso dell'acqua.Questo 'scrigno elettronico' galleggianteè “un monito per il futuro e un con-tenitore per ospitare opere in grado dimostrarci altri modi per vedere il nostromondo”. Sospeso nel parco, il TampaMuseum of Art funge da giunto di col-legamento tra terra e cielo.
EDILIZIA PIACENTINA 11
Icrediti con la pubblica amministra-
zione, e gli obblighi fiscali, e la stret-
ta del credito, e l’imu sui capannoni,
e le autorizzazioni, e la burocrazia, e i tem-
pi dei procedimenti civili. Senza contare
la sfavorevole congiuntura di mercato.
Proprio non è da stupirsi se le imprese del-
la filiera delle costruzioni continuino a
non vedere la fine del tunnel della crisi.
“Lo Stato paghi o sarà ingiunzione per al-
meno 1 dei 19 miliardi che la PA ci deve
per opere già realizzate”. Il grido di dolo-
re è risuonato a livello nazionale in occa-
sione del D-Day (D sta per «decreto in-
giuntivo») e fa il paio con gli ultimi dati
nazionali che indicano in 7.500 le imprese
fallite dell’edilizia fallite.
“Piacenza è purtroppo è uno specchio più
piccolo ma abbastanza fedele di questa
realtà generale”, confermano all’Ance
Confindustria Piacenza. Se è nota l'azione
a livello nazionale di Ance affinché la PA
paghi le opere realizzate, com'è la situa-
zione in provincia di Piacenza? Si dice che
i nostri enti locali siano buoni pagatori,
ma ciò è vero anche con il patto di stabilità
che ora incombe su di loro? Può poi essere
che alcune imprese piacentine siano coin-
volte in lavori che altrove, fuori dal nostro
territorio provinciale, non vengono ono-
rati. A quanto potrebbe ammontare il cre-
dito delle imprese piacentine delle co-
struzioni nei confronti della PA?
“In provincia di Piacenza la situazione è
migliore rispetto alla media nazionale, vi
è un modus operandi per cui gli enti locali
si prendono l'impegno di un'opera pubbli-
ca solo se il patto di stabilità glielo consen-
te. Ciò è un bene, anche se ne consegue che
anche nel nostro territorio non si avviano
opere cantierabili di cui pure la comunità
avrebbe bisogno. Viceversa vi sono terri-
tori che sanno in partenza che i lavori po-
tranno essere pagati solo in ritardo, per e-
sempio nel comune di Modena si parla di
pagamenti nel 2014. Ormai ci si è abituati
a considerare quasi normale ciò che nor-
male non è: pagamenti a tre anni. Ancora
peggio, però è appaltare lavori che non si
sa quando potranno essere pagati. La si-
tuazione nel nostro territorio è abbastan-
za sotto controllo per quanto riguarda i co-
muni e l'ente provinciale, già però con AU-
SL e ANAS le cose cambiano, cioè si allun-
gano i tempi. Sicuramente ci sono aziende
piacentine, che lavorano fuori dai territo-
rio delle provincia, che possono essere in
difficoltà, però se sono grandi aziende, im-
pegnate in grandi lavori è possibile che ab-
biano scelto in partenza di operare con
modalità di finanziamento atipiche. An-
che se ci sono casi noti di pagamento a lun-
go termine, per esempio con AIPO e l'EN-
TE REGIONE, allo stato escluderemmo
casi eclatanti di mancato pagamento, an-
che se purtroppo potremmo essere smen-
titi".
Il disegno di legge sulla riforma del lavoro
sembra introdurre modifiche importanti
nella filiera delle costruzioni dove si è dif-
fuso nel corso degli ultimi anni il fenome-
no delle partite Iva in monocommittenza.
Vi aspettate perciò un prossimo aggravio
dei costi di manodopera che le imprese do-
vranno sopportare? Come bisognerebbe
l e g i f e ra re ?
"Siamo certamente al corrente che si vo-
gliono aumentare i costi della flessibilità
con la nuova legge sul lavoro, in esame alle
Camere. Visti i chiari di luna non possia-
mo che essere preoccupati per l'aumento
del costo della manodopera, tra l'altro
stiamo discutendo proprio in queste setti-
mane il costo del contratto provinciale, la
revisione delle prestazioni ci vede per un
no all'aumento retributivo perché la si-
tuazione è veramente brutta, se si pensa
che a Modena si registra un fallimento o-
gni cinque giorni nel settore edile. A Pia-
cenza abbiamo registrato per la prima vol-
ta l'inversione di tendenza nell'iscrizione
alla CCIAA, ora vige un saldo negativo
delle imprese della filiera. In realtà, più
che il costo della mano d'opera, è il cuneo
tra i costi per l'impresa e la paga effettiva
che arriva come netto al lavoratore che sta
diventando insostenibile anche per le a-
ziende, perché contribuisce a destruttura-
re il sistema industriale. Più un azienda di-
venta grande e più aumenta per lei il costo
del lavoro. Il nostro è l'unico settore in cui
Crediti delle imprese, l’Ance di Piacenza incalza
Pubblica Amministrazione,i costruttori battono cassa
ludovico antiochiap
rosp
ettive
EDILIZIA PIACENTINA12
basta una carta d'identità e un numero di
cellulare per partecipare a qualsiasi gara:
non c'è controllo in entrata e non ci sono li-
miti di operatività. Tutto ciò è destinato a
mettere in difficoltà molto di più le impre-
se strutturate che i singoli artigiani con
partita Iva. La nuova legge dovrà tenerne
conto".
L'inevitabile punto della situazione di cri-
si dell'edilizia nella provincia di Piacenza.
Quali sono gli ultimi dati disponibili signi-
ficativi per il nostro territorio?
“Anche nella nostra provincia la situazio-
ne è ormai al limite del punto del non ritor-
no: la stretta creditizia, i continui adempi-
menti burocratici, la tassazione che nel ca-
so dei costruttori arriva fino a colpire il
"magazzino" (il riferimento è agli alloggi
invenduti da 5 anni), lo Stato che non ci
permette di dedurre neppure gli oneri fi-
nanziari causati dalla sua insolvenza, cioè
i mancati pagamenti di cui abbiamo parla-
to: tutto ciò tenta purtroppo a compiere
comportamenti non leciti, manovre ille-
gittime come appoggiarsi sempre più sui
fornitori. Così non se ne esce".
EDILIZIA PIACENTINA 13
SAnche a Piacenza la terra trema: pur in
maniera molto più lieve, il terremoto
che ha duramente colpito Modena, Bo-
logna e Ferrara si è sentito anche a nel piacen-
tino. In presenza di uno sciame sismico che gli
esperti prevedono potrà rivelarsi piuttosto
lungo, abbiamo approfondito quali siano le
probabilità di danni nel nostro territorio, in
caso di terremoti di entità simile a quelli della
Romagna.
Ing. Paolo Milani:“A rischio l’edilizia rurale”
Reduce dai monitoraggi nel modenese, a Mi-
randola e zone limitrofe, l’ing. Paolo Milani
ci ha dato testimonianza dei danni provocati
dal sisma. "Quello che si riscontra è la deva-
stazione dell'edilizia rurale, vecchie costru-
zioni come cascine e fienili, datati e costruiti
con materiali poveri (mattone, legno), con
scarsa o nulla manutenzione. E' chiaro che
anche nel piacentino, qualora si verificasse-
ro fenomeni sismici di pari entità, queste co-
struzioni sarebbero le più soggette a crolli",
afferma l'ing. Paolo Milani. "La situazione
sarebbe meno grave nei centri storici: gli edi-
fici, anch'essi piuttosto vecchi, subirebbero
certamente danni parziali, senza crolli com-
pleti, in parte perché meglio mantenuti, in
parte perché essendo costruiti in adiacenza
gli uni agli altri subentrerebbe un fenomeno
di mutuo contributo alla reciproca stabilità.
In dette costruzioni del centro storico si ri-
scontra come dissennati interventi di aper-
tura di vetrine e passi carrai ai piani terreni
con contestuale eliminazione delle struttu-
re murarie abbiano prodotti danni molto si-
gnificativi mentre gli edifici ben realizzati e
mantenuti nello stato originario hanno avu-
to un comportamento sostanzialmente posi-
tivo. Segnalo comunque che in tali edifici
storici il livello del danno è tale da rendere di
fatto inagibili i fabbricati; l’aspetto positivo
è che gli occupanti sono riusciti a mettersi in
salvo. L'edilizia più recente, periferica (con-
domini e villette, ad esempio), costruiti an-
che in tempi non recentissimi, dal dopoguer-
ra in poi, hanno mantenuto una sostanziale
stabilità. Si presuppone che anche Piacenza
reagirebbe similmente”.
E per quanto riguarda l'edilizia industriale?
Pensiamo al polo logistico della città: “A Pia-
cenza i fabbricati del polo industriale sono di
ottima levatura; certo, i casi singoli di strut-
ture fatiscenti possono certamente esserci,
più che altro presso piccole realtà imprendi-
toriali, che analogamente ai casi dell'edili-
zia rurale possono aver strutture approssi-
mative e senza la dovuta manutenzione.
Un capitolo a parte è rappresentato dagli e-
difici storici ed in particolare quelli destina-
ti al culto che hanno subito gravi lesioni e
crolli agli elementi più sensibili quali cam-
panili, pinnacoli, rosoni, coperture in volta,
timpani di facciata .
La situazione non è generalizzabile, ma va
sottolineato come la regione Emilia Roma-
gna sia stata lungimirante nei confronti del-
le norme antisismiche: anche laddove la leg-
ge consentiva ai comuni di zona 4 una norma-
tiva più morbida, ha scelto un'applicazione
restrittiva, attenendosi ai criteri più rigidi”.
Un auspicio per il futuro? “E' auspicabile, a
livello nazionale, una normativa che regoli
gli edifici già esistenti, imponendo ai pro-
prietari degli immobili di verificare il livello
di vulnerabilità sismica delle costruzioni al
fine di potere individuare e programmare
con cognizione di causa gli interventi più op-
portuni di miglioramento o adeguamento si-
s m i c o.
In proposito possono essere sufficienti mira-
ti interventi di consolidamento, di corretto
fissaggio ed incatenamento degli elementi
prefabbricati, la posa in opera di tiranti in
strutture spingenti, la cerchiatura di colon-
L’ing. Milani: ‘Costruzioni rurali soggette a crolli’
Rischio sismico, il dubbio:i nostri edifici sono sicuri?
Nella foto un capannone crollato a
Sant’Agostino
emerg
enze
costanza alberici
EDILIZIA PIACENTINA14
ne ecc.ecc. per contribuire innanzi tutto alla
salvezza di tante vite umane alla funzionali-
tà abitativa ed al mantenimento della pro-
duzione industriale".
Inquadramento geologicodi Piacenza
L’Italia è suddivisa in 4 zone sismiche sulla
base della frequenza ed intensità dei terre-
moti occorsi: la zona maggiormente a rischio
è classificata 1, quella a più basso pericolo 4.
L’Emilia Romagna è interessata da una “si-
smicità media” che caratterizza soprattutto
la Romagna dove, storicamente, sono avve-
nuti i terremoti più forti. Dei 341 comuni del-
la regione, 105 risultano classificati in zona
2, 214 in zona 3, mentre i rimanenti si trovano
in zona 4. In particolare, dei 48 comuni della
provincia di Piacenza, 30 fanno parte della
zona 3 e 18 della zona 4 (tra questi ultimi, an-
che il comune di Piacenza).
Secondo i dati della Protezione Civile di Pia-
cenza, la sismicità del territorio della nostra
provincia risulta caratterizzata da elevata
frequenza di accadimento, con magnitudo al
massimo di 6.0, inferiore a quelle di altre a-
ree del territorio italiano,
quale la parte meridionale
dell’Appennino, che a volte
raggiunge e supera valori di
magnitudo 7.0. Raggiunto te-
lefonicamente, il dott. Massi-
mo Mannini, coordinatore
della provincia di Piacenza
dell’Ordine dei Geologi del-
l’Emilia Romagna, ci ha spiegato come un e-
dificio reagisce ad un sisma: “Ogni terremo-
to produce un’onda con una data frequenza,
diversa da sisma a sisma; ciascuna struttura
ha a sua volta una frequenza che, se simile a
quella del terremoto, fa sì che si verifichi il
fenomeno della risonanza. La corrisponden-
za è quindi tra frequenza dell'edificio e quel-
la del sisma: più sono simili, più il moto del
terreno è accoppiato a quello dell'edifi-
cio”.
Abbiamo poi contattato l’ing. Giovanni Ma-
nieri, del Comitato tecnico scientifico Re-
gione Emilia-Romagna, per avere informa-
zioni sul passato ‘sismico’ di Piacenza: “I dati
storici disponibili rivelano come il piacenti-
no sia a basso rischio; dando uno sguardo ai
terremoti che lo hanno interes-
sato, è possibile verificare che
quello geograficamente più lon-
tano di maggiore impatto sulla
città è del 1117, con epicentro a
Verona. Se si ripetesse un terre-
moto di tale entità (magnitudo 8
al sito, cioè a Piacenza), ovvia-
mente ci sarebbero danni signifi-
cativi, ma da un punto di vista probabilistico
è difficile che si verifichi una situazione tale.
Un terremoto simile a quello del modenese è
improbabile”. L’ing. Manieri ha tenuto nel
gennaio scorso un seminario presso il Museo
di Storia Naturale per la riduzione del ri-
schio sismico, i cui contenuti, ricchi di appro-
fondimenti sul tema, sono visibili al link
www.musei.piacenza.it/storianaturale/pa -
gineNews/tavola-vibrante.aspwww.mu -
sei.piacenza.it/storianaturale/pagineNe -
w s / t avo l a - v i b ra n t e . a s p
za.it/storianaturale/pagineNews/tavola-vi -
brante.aspwww.musei.piacenza.it/storia -
n a t u ra l e / p a g i n e N ew s / t avo l a - v i b ra n t e . a s p
Nella foto l’ing. Paolo Milani
EDILIZIA PIACENTINA 15
Parenti: Capannoni a rischio anche a PiacenzaIl terremoto che ha sconvolto l’Emilia, provocando decine di vittime
e danni per un paio di miliardi di euro, ha tra i suoi risvolti più agghiac-
cianti quello dei capannoni delle zone produttive crollati come ca-
stelli di carte, con la morte di molti lavoratori. Inevitabile porsi la do-
manda su cosa potrebbe accadere a Piacenza nel caso di un sisma del-
la stessa intensità.
A poter rispondere è il presidente del Gruppo Paver (nonché presi-
dente della Camera di Commercio) Giuseppe Parenti, sia perchè la Pa-
ver Costruzioni S.p.A. è uno dei principali complessi produttivi nel
campo dei prefabbricati in calcestruzzo, sia perchè uno degli stabili-
menti dell’azienda è nel ferrarese e sia perchè il presidente conosce
bene il nostro polo logistico.
Parenti ha un’esperienza diretta perchè uno degli stabilimenti della
Paver è a Poggio Renatico in provincia di Ferrara, a breve distanza da
paesi devastati dal sisma come Finale Emilia, San Felice sul Panaro e
Mirandola: “Questo stabilimento – spiega Parenti – è a 7 chilometri
da Sant’Agostino, uno dei centri più colpiti dalle scosse. A soli 30 metri
dalla nostra struttura, una torre antica di mattoni è andata comple-
tamente rasa al suolo. Anche noi abbiamo subito incrinature e spo-
stamenti (per i quali abbiamo deciso di apportare interventi di con-
solidamento) ma nessun crollo, per cui l’attività è ripresa. La paura pe-
rò c’è stata, enorme, anche tra gli operai costretti ad abbandonare in
tutta fretta il luogo di lavoro”.
Cosa accadrebbe alle strutture piacentine se un terremoto simile col-
pisse la nostra zona industriale e logistica, che occupa milioni di metri
quadri? “Tra l’80 ed il 90% dei capannoni sono stati costruiti prima del
2005, anno dell’emanazione della normativa antisismica (entrata del
tutto in vigore dopo deroghe e proroghe protrattesi fino al 2009, n-
dr), per cui in caso di un analogo terremoto i rischi di crolli sarebbero
i medesimi visti nel modenese, in quanto fino a pochissimi anni fa certi
requisiti non erano richiesti”. C’è anche da tener presente che i crolli
possono verificarsi anche nel caso di capannoni la cui struttura sod-
disfi le norme antisismiche. Siccome nelle verifiche previste ad oggi
non si considera l’accatastamento interno, può infatti accadere che il
contenuto degli stoccaggi automatizzati (che a volte occupano an-
che i sottotetti) possa cadere per la scossa e travolgere le strutture di
sostegno. Questo può essere anche il caso di numerosi insediamenti
dell’estesissimo polo logistico piacentino, dove gli accatastamenti
sono largamente diffusi per la natura stessa del tipo di insediamento.
A volte può contare perfino il caso, perchè strutture vicinissime tra lo-
ro possono essere state costruite con identici criteri ma su terreni mol-
ti diversi, dal sottofondo più compatto o più morbido, con esiti di una
scossa diametralmente opposti. Un dato però è certo: “Dove le nor-
me attuali sono state applicate, come nel caso della decina di struttu-
re prodotte con i nostri materiali nella zona del terremoto, i danni –
ricorda Parenti – sono stati molto limitati e non ci sono stati crolli”.
EDILIZIA PIACENTINA16
Piacenza e provincia registrano an-
che nei primi mesi del 2012 un ulte-
riore - e costante - calo dei lavoratori
attivi nell’edilizia, che si aggiunge alla ri-
duzione di ore lavorate e imprese attive che
ha segnato 2009, 2010 e 2011. Secondo mol-
ti esperti, inoltre, i cambiamenti introdotti
per il settore dalla riforma del mercato del
lavoro - benchè in alcuni casi accolti con fa-
vore - recano più svantaggi che vantaggi per
uno dei comparti in assoluto più strategici e
vengono giudicati non sufficienti per inver-
tire la rotta.
Lavoratori attivi, calo costantenegli ultimi mesi a Piacenza
Le più aggiornate cifre disponibili relative
al settore edile mostrano come il numero di
lavoratori attivi, che ad ottobre 2011 era
pari a 2.360, sia sceso costantemente.
A novembre 2011 si è ridotto a 2.261 (-99 u-
nità, pari al -5%) e a dicembre 2011 è sceso
a 2.146 (-115 lavoratori attivi, -5%).
Molto preoccupanti risultano anche i primi
riscontri del 2012, l’anno in corso: il calo di
lavoratori attivi nel gennaio scorso a 1.994
(-152, pari al -7%) è stato bissato da un’en-
nesima contrazione di 120 unità nel mese
di febbraio (-6%) che ha portato il dato a
1.874 lavoratori attivi nel settore a feb-
braio 2012 tra città e provincia.
In totale, da ottobre 2011 a febbraio 2012, il
dato è sceso quindi da 2.360 lavoratori atti-
vi a 1.874, con una perdita secca di 486 uni-
tà pari a circa il 20%.
Solo 4 o 5 anni fa erano circa 4mila.
Com’è facile dedurre, si tratta di numeri al-
larmanti per il territorio, perchè parlano in
realtà di situazioni difficili per altrettante
centinaia di famiglie, ma purtroppo non so-
no i soli.
Stando a quanto risulta alla Cassa Edile di
Mutualità e Assistenza di Piacenza e Pro-
vincia al primo marzo 2012, tra 2003 e 2011
le ore lavorate sono complessivamente sce-
se da 4.425.353 a 3.478.790, mentre gli ad-
detti totali sono passati da 4.333 a 3.629.
Costante l’erosione delle ore lavorate negli
ultimi anni: 4.136.846 nel 2009, 3.757.541
nel 2010, 3.478.790 nel 2011. Cattive noti-
zie anche sul fronte addetti: -641 (-13,56%)
nel 2009, -240 (-5,03%) nel 2010, -218
(-5,67%) nel 2011.
In rosso anche il bilancio delle imprese at-
tive: nel 2008 erano 1.045, a fine 2011 erano
scese a 776. Più o meno come nel 2004,
quando erano 783. Costante il deficit negli
Da più parti si chiede un input forte per la ripresa
Occupati nel settore edile,a Piacenza ancora emorragia
andrea dossena
EDILIZIA PIACENTINA 17
ultimi tre anni: -55 (-5,26%) nel 2009, -77
(-8,32%) nel 2010 e -73 (-8,60%) nel 2011.
Il dato è particolarmente significativo an-
che perchè comprende il numero (che sta-
tisticamente equivale ad un ‘più’) delle
tante imprese individuali avviate da molti
EDILIZIA PIACENTINA18
addetti del settore che hanno aperto una
partita Iva per continuare a lavorare - ma
non più come dipendenti - per le imprese
ancora in attività o in proprio.
Riforma mercato del lavoro,novità e aspettative
La situazione piacentina si inquadra ovvia-
mente in una congiuntura economica i cui
effetti negativi non stanno risparmiando
alcun territorio, ma a preoccupare molti
sindacalisti piacentini sono anche le pro-
spettive, non proprio tranquillizzanti.
Anche se in alcuni casi sono accolti con giu-
dizio positivo, non vengono inoltre consi-
derati decisivi i cambiamenti (Aspi, parti-
te Iva, part time, contributi per le aziende)
e gli effetti da essi apportati al comparto
delle costruzioni dalla riforma del mercato
del lavoro.
Per Roberto Varani di Filca-Cisl “Il calo di
occupati dovrebbe purtroppo continuare
anche nel nostro territorio in questo 2012 e
potrebbe avere un incremento ulteriore
nel 2013, con il probabile picco di licenzia-
menti dovuti o all’esaurimento di ogni tipo
di ammortizzatore sociale o alle difficoltà
in cui continuano a versare molte aziende”.
Nel frattempo, come detto, la riforma del
mercato del lavoro ha portato un cambia-
mento strutturale anche su molti temi deci-
sivi per le costruzioni.
Tra gli ammortizzatori la novità più rile-
vante è l’Aspi (Assicurazione sociale per
l'impiego), che andrà a sostituire tutte le
forme di indennità di disoccupazione at-
tualmente esistenti inclusa la disoccupa-
zione speciale edile: “Migliorativa - per Va-
rani - da un lato, ma non per chi contava di
andare in mobilità. Visto il momento, però,
forse sarebbe stato più opportuno mante-
nere almeno la cassa integrazione straordi-
naria per cessazione di attività”.
Con la riforma vengono inoltre previsti fon-
di (uno 0,3%) per finanziare l'accesso alle
tutele della cassa integrazione di quei sog-
getti che oggi non sono coperti, ma i nume-
rosi casi potenzialmente interessati sono
molto diversi tra loro e comunque si andrà
per gradi fino al 2017.
Per il part time sarà invece obbligatorio ef-
fettuare una comunicazione amministrati-
va per ogni variazione di orario messa in at-
to con il lavoratore: “Come nel caso della
dichiarata volontà di penalizzare tutte le
forme contrattuali che in qualche modo
svicolavano dalla realtà vera della situazio-
ne lavorativa in atto, questo - secondo Vara-
ni - va nella giusta direzione in quanto com-
batte fenomeni di uso distorto del part ti-
me: quale muratore, per fare un esempio,
lavora solo 4 ore al giorno?”.
Servirà qualcosa di più: in attesa che Go-
verno e Parlamento diventino più incisivi
stimolando la crescita e abbassando la
pressione fiscale su famiglie e imprese,
quali sono le idee concretamente realizza-
bili da subito?
“Sarebbe buona cosa - secondo Varani - al-
largare ai sindacati le commissioni che
scelgono gli appalti e conoscono le diverse
realtà aziendali.
A livello locale si potrebbe cominciare da
corsi di formazione ‘di nicchia’, centrati
cioè solo su determinati tipi di lavori (dalla
ristrutturazione dei tetti alla realizzazione
di cappotti) che possono incontrare la do-
manda: proporrò l’idea alla Scuola Edi-
le”.
EDILIZIA PIACENTINA 19
la città che verrà
Quattro ristoranti tematici, laborato-
ri didattici e spazi riservati alla ven-
dita delle eccellenze enogastrono-
miche provenienti da tutto il mondo. Eataly
è pronta a sbarcare alla Cavallerizza che di-
venterà un grande Parco enogastronomico
e didattico, una vetrina mondiale in cui af-
fiancare alle tipicità piacentine il meglio
dell'offerta internazionale. A progettare
l’intervento - che sorgerà sullo Stradone
Farnese all’interno dell’area ex Caserma
Cantore, recentemente riqualificata - è sta-
to l'architetto Thomas Bartoli. Milanese di
adozione ma con profonde radici nella città
di Piacenza, Bartoli è il progettista di fidu-
cia di Oscar Farinetti, patron di Eataly: dal
1990 ad oggi- l’architetto - ha acquisito espe-
rienza in layout commerciali, progettazione
di negozi e gallerie e ha realizzato diversi
centri commerciali di successo nei paesi
Baltici e in Russia. A realizzare i lavori sarà
la cooperativa piacentina Indacoo. Il cantie-
re – che dovrebbe concludersi a dicembre
2012 - è articolato in due aree di intervento:
la prima riguarda i due corpi vetrati nell’a-
rea esterna prospiciente l’edificio, la secon-
da interessa invece l’interno del complesso
esistente. Il progetto è in corso di analisi da
parte degli organi preposti per le autorizza-
zioni pertanto i disegni non possono consi-
derarsi definitivi ma comunque rappresen-
tativi dell’idea progettuale generale.
I due corpi vetrati
Nell’area antistante l’edificio saranno rea-
lizzati due corpi vetrati a copertura piana
cieca, con la medesima altezza dell’edifico
esistente, e con angoli smussati alle estre-
mità esterne, per permettere l’integrale vi-
sione laterale del volume dell’edificio del-
la Cavallerizza. Nel corpo vetrato sul lato
sud-ovest verranno realizzati: un ristorante
vegetariano, un’area di esposizione e ven-
dita di prodotti ortofrutticoli di stagione e
del territorio, alcune piccole aree didatti-
che destinate alla conoscenza del cibo di
stagione, e una libreria tematica. Il corpo
lato sud-est sarà invece destinato alla ven-
dita di prodotti dolci, alla caffetteria, alla
gelateria, ed alle casse in uscita. I due volu-
mi sono collegati direttamente all’interno
della Cavallerizza tramite due passaggi ve-
trati coperti.
Inter no
All’interno della Cavallerizza sarà realizza-
to un soppalco con struttura metallica, che
lascerà libera la parte centrale del volume:
sono stati utilizzati una serie di accorgi-
menti per cercare di interferire il meno
possibile sia strutturalmente con l’edificio
storico, che visivamente, lasciando il più
possibile leggibile la struttura architetto-
Lavori in corso, conclusione a dicembre 2012
Eataly alla Cavallerizza,vetrina mondiale in città
Un rendering dell’esterno di Eataly
francesca gazzola
EDILIZIA PIACENTINA20
nica originale. Al piano terra, proprio di
fronte all’ingresso, sorgeranno: l’aula di-
dattica, (dove saranno organizzati corsi di
vario genere ed incontri a tema), spazi ri-
servati alla vendita di vari prodotti; un’area
con ristorante dei salumi e dei formaggi; u-
n’area con produzione e vendita del pane;
un’area con vendita e degustazione di vini
prevalentemente di produzione locale,
nonché’ varie aree didattiche a tema. L’ac-
cesso al piano superiore soppalcato avver-
rà tramite due tappeti mobili posti nella zo-
na centrale ed un ascensore adatto ai disa-
bili posto nell’angolo sud-est dell’edificio.
Al piano superiore sarà presente un’area di
vendita di grocery salato, ma soprattutto u-
na serie di ristoranti tematici e di spazi per
la degustazione. Due ristoranti speculari,
ai due lati (nord e sud) dell’edificio sono de-
dicati rispettivamente alla carne ed al pe-
sce. All’estremità ovest invece è prevista u-
n’area di degustazione ed un grande risto-
rante della pasta e della pizza.
Nelle immagini due rendering degli interni
della struttura
EDILIZIA PIACENTINA 21
Il Disegno di Legge Vicari (As 1865) tor-
na a far discutere a distanza di quasi tre
anni: presentato d’iniziativa dei sena-
tori Vicari, Battaglia, Carrara, Cuffaro e Pal-
mizio il 19 novembre 2009 e assegnato all’ot-
tava commissione del Senato il 22 dicembre
successivo, ne fu sospeso l’esame a seguito di
un incontro con i rappresentanti degli ordini
professionali di architetti, ingegneri, geo-
metri e periti industriali, con l’intento di
presentare un nuovo Ddl che riordinasse le
competenze delle professioni legate all’edi-
lizia superando gli aspetti più critici; ma
questo rinnovato disegno non fu mai presen-
tato. Il Ddl è così ritornato in discussione a
metà aprile e - con le audizioni degli ordini a
Palazzo Madama del 16 maggio - si è forte-
mente riaccesa la querelle tra le mansioni
appannaggio dei geometri e quelle esclusi-
ve degli architetti. Cuore della disputa è il
concetto di “modesta costruzione civile”
che dovrebbe definire la competenza dei
geometri , limitata alla progettazione, dire-
zione e vigilanza di costruzioni civili appun-
to di modesta entità, con esclusione di quel-
le che comportano l'adozione anche parziale
di strutture di cemento armato. Quando
quest’ultimo materiale è necessario, resta in
via eccezionale appannaggio dei geometri
solo qualora si tratti di piccole costruzioni
accessorie nell'ambito degli edifici rurali o
destinati alle industrie agricole che non ri-
chiedono particolari operazioni di calcolo. .
I contenuti del Ddl Vicari
Il provvedimento riguarda gli ambiti di in-
tervento di geometri, geometri laureati, pe-
riti industriali con specializzazione in edili-
zia e periti laureati in classi “edilizie”, pre-
vedendo un ampliamento del loro raggio di
competenza: il Ddl stabilisce che le attività
legate al progetto architettonico e struttu-
rale, i calcoli statici, la direzione lavori ed il
collaudo di edifici in cemento armato con
massimo tre piani fuori terra in zona non si-
smica, e due piani in quella sismica, possa-
no essere svolte anche dai geometri, che a-
vranno altresì la possibilità di elaborare
piani di lottizzazione dei Prg entro i limiti di
un ettaro ed i piani di recupero. Sono esclusi
i progetti di adeguamento antisismico di
complessi edilizi staticamente collegati tra
loro superiori a 5mila metri cubi in zona si-
smica ed i calcoli statici di complessi di
strutture organicamente e solidamente
collegate. Lo svolgimento di queste attività
è subordinato alla frequenza di un corso
professionale di 120 ore con prova finale.
Il Consiglio dei Geometri: noal vincolo del cemento armato
Nell’Audizione degli Ordini del 16 maggio a
Palazzo Madama, Fausto Savoldi, presiden-
te del Consiglio Nazionale Geometri e Geo-
metri Laureati, ha esposto le istanze della
categoria rappresentata, affermando che
la presenza del cemento armato non è ele-
mento sufficiente per definire non “mode-
sta” una costruzione. Difatti - si legge nel
documento presentato all’Audizione - “I
108mila geometri italiani [...] per oltre 80
anni hanno progettato, calcolato e diretto e-
difici civili e destinati ad attività produttive
e terziarie, classificati ‘modesti’ dall’art. 16
lettera m) del Regolamento del 1929, rea-
lizzandoli con qualsiasi tipologia di mate-
riale. L’unica limitazione all’uso del cemen-
to armato era contenuta nell’art. 16 lettera
l) del Regolamento [...]. Con il R.D. del 16
novembre 1939, n. 2229, il calcolo delle
strutture in cemento armato veniva riserva-
to ad ingegneri ed architetti, iscritti nei ri-
spettivi albi, senza nulla togliere, però, alla
possibilità dei geometri di progettare orga-
Torna a far discutere il Ddl Vicari
Geometri e Architetti,rinvio sulle competenze
Nelle foto, da sinistra, il presidente
dell’Ordine degli Architetti Benito
Dodi e il presidente dell’Ordine dei
Geometri Carlo Fortunati
costanza albericio
rdin
i
EDILIZIA PIACENTINA22
nismi edilizi di ‘modesta’ entità. Tale legge
è stata abrogata con D. lgs, 13 dicembre
2010, n. 212, in quanto mai utilizzata e con-
siderata del tutto inutile. Nessun’altra leg-
ge in vigore impedisce al geometra l’uso del
cemento armato nella progettazione [...] e
l’unico riferimento limitativo rimane il ter-
mine della ‘modestia’ dell’edificio”. Un li-
mite che è sempre stato valutato di volta in
volta secondo principi di ragionevolezza da
parte degli organi autorizzativi, ma che ha
conosciuto una certa confusione con l’attri-
buzione delle costruzioni “semplici” agli
architetti ed ingegneri junior (D.P.R. 5 giu-
gno 2001), nuove figure professionali pro-
venienti dalle classi di laurea triennali. Tut-
tavia il documento del Consiglio dei geome-
tri ribadisce come “[...] la presenza del ce-
mento armato, da considerare oggi un co-
mune materiale costruttivo, per il suo diffu-
so utilizzo anche nelle costruzioni più sem-
plici, non può essere considerato elemento
sufficiente a definire non ‘modesta’ una co-
struzione e ciò, soprattutto a seguito dell’a-
brogazione dell’inutilizzato R.D. del 16 no-
vembre 1939, n. 2229, che attribuiva ad in-
gegneri ed architetti una sorta di esclusiva
nel calcolo strutturale”. Il documento tut-
tavia conclude con l’ammissione che il con-
tenuto del Ddl Vicari potrebbe avere riper-
cussioni su altre categorie che non si inten-
de danneggiare, e che l’imminente fine del-
la legislatura rischia di rendere ancor più
complessa una situazione già di per sé arti-
colata; non viene però meno la richiesta, da
parte della categoria dei geometri, di defi-
nizione del significato di ‘modesta costru-
zione civile’ ed in generale delle competen-
ze del geometra e del geometra laureato,
che - si propone - potrebbe essere contenuta
e demandata ad un provvedimento del Mi-
nistro della Giustizia all’esito dei risultati
di una commissione appositamente costi-
tuita presso il Ministero stesso, con la parte-
cipazione paritetica delle categorie e ter-
mine operativo del 30 ottobre 2012.
Il Consiglio degli Architetti:Ddl in contrasto con
la normativa europea
Rappresentati dal vicepresidente Massi-
mo Gallone con un documento firmato dal
presidente Leopoldo Freyrie, gli architetti
si oppongono fortemente al Ddl 1865 appel-
landosi al diritto comunitario, affermando
che il Ddl 1865 si pone in contrasto con la Di-
rettiva 85/384/CEE, poi recepita integral-
mente dalla Direttiva 2005/36/CE del 7 set-
tembre 2005, vigente e relativa al riconosci-
mento delle qualifiche professionali e dei
titoli di studio, che specifica esplicitamen-
te le condizioni minime, non solo di forma-
zione ma anche professionali, per l’eserci-
zio di determinate attività professionali in
altri Stati membri. Alla luce di tutto questo,
nel documento del Consiglio degli Archi-
tetti si legge: “Ne consegue che l’individua-
re, con i disegni di legge S 1865 e S 2307,
competenze diverse rispetto ai titoli e qua-
lifiche professionali, propri, peraltro dei
corsi di laurea specificamente approvati e
contenuti nell’allegato V della direttiva
2005/36/CE, concretizzerebbe una violazio-
ne di principi fondamentali del diritto co-
munitario oltre che della predetta Direttiva
comunitaria. Consentire ai geometri e peri-
ti industriali di aggirare tale regola [...] po-
trebbe condurre l’Italia ad una procedura
EDILIZIA PIACENTINA 23
di infrazione per violazione dell’art. 53 del
Trattato per il funzionamento dell’Unione
Europea e della direttiva 2005/36/CE”. Il
Consiglio degli architetti si oppone quindi a
questo tipo di iniziative che, oltre a contra-
stare con le norme comunitarie, svilisce la
professione dell’architetto, le sue qualifi-
che e specializzazioni, adeguatamente for-
mate e caratterizzate da competenze pecu-
liari ed esclusive.
A Piacenza vincela collaborazione
Il Presidente dell’Ordine degli Architetti
Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori
della Provincia di Piacenza, Benito Dodi, si
associa a quanto espresso dal Consiglio Na-
zionale: contrario al Ddl 1865, come l’Ordi-
ne è favorevole ad un percorso di autorego-
lamentazione da svolgere assieme a geome-
tri e periti per adeguare le competenze alla
realtà tecnica senza ledere i diritti della co-
mu n i t à .
Tuttavia sembra che Piacenza sia una sorta
di isola felice per quanto riguarda gli screzi
sulle competenze di architetti, ingegneri e
geometri: “La nostra città non riflette la si-
tuazione nazionale caratterizzata da forti
contrasti tra le tre categorie: credo che que-
sto derivi dalla buona collaborazione tra gli
ordini, che c’è sempre stata - afferma Carlo
Fortunati, presidente del Collegio dei Geo-
metri e Geometri Laureati di Piacenza - Da
noi l’equilibrio ‘del buon senso’ tra gli ordi-
ni ha supplito con successo alla ‘vaghezza’
delle norme. Ad esempio, tutti e tre (archi-
tetti, ingegneri e geometri) organizziamo
congiuntamente i corsi per la sicurezza sui
cantieri; siamo più collaborativi che com-
petitivi. Anzi, noi geometri siamo assidui
clienti degli ingegneri, ai quali ci affidia-
mo, ad esempio, per progetti dove c’è di
mezzo la sismica”.
Un problema, quello delle competenze, che
sembra eterno: “La questione è antica - con-
tinua il geometra Fortunati - e legata al fatto
che l’azione della nostra categoria è regola-
ta da un Regio Decreto del 1929, piuttosto
datato, in cui il legislatore ha utilizzato ag-
gettivi come ‘modesto’, ‘tenue’, generando
non poca ambiguità. Nonostante questo, il
lavoro dei geometri è sempre stato svolto
con capacità, secondo le regole di buon sen-
so. Il grande problema di oggi è che il lavoro
da spartire si è notevolmente ridotto, e que-
sto inasprisce gli animi e spinge a mettere
dei ‘paletti’ su chi può fare cosa. Con il Ddl
Vicari si voleva chiarire con termini ogget-
tivi, tecnici, aggettivi vaghi come ‘mode-
sto’, denotando il limite con elementi con-
creti quali ad esempio l’estensione degli e-
difici, il numero di piani, eccetera. In realtà
era immaginabile che questo disegno a-
vrebbe portato ad un nulla di fatto”.
Questa ambiguità normativa in materia di
competenze dei geometri comporta anche
conseguenze pratiche che vanno oltre la
querelle tra professionisti, minando il lavo-
ro dei geometri stessi: “L’ambiguità nelle
competenze viene spesso sfruttata dai
clienti per fare causa al geometra al fine di
non pagarne un lavoro svolto - afferma an-
cora il geometra Fortunati - Si tratta di un e-
scamotage legale. Purtroppo anche questa
è una conseguenza dell’ambiguità normati-
va, e molte delle cause in essere che metto-
no in dubbio le competenze dei geometri
hanno alle spalle questa motivazione”.
30 anni
di attività
EDILIZIA PIACENTINA24
Ho inviato di recente un articolo al
quotidiano locale nel quale soste-
nevo che fosse necessaria una ri-
flessione – a mio avviso carente negli studi
fin qui resi noti per il Piano Strutturale Co-
munale – sul tipo di sviluppo che si è veri-
ficato nella nostra città negli anni recenti.
L’invito, per l’occasione, era rivolto all’am-
ministrazione comunale, ma il problema è
evidentemente più ampio, poiché in urba-
nistica il processo decisionale mette in gio-
co una cultura locale nel suo insieme, dato
che è dalla capacità di tutti gli attori, istitu-
zionali e non, di stabilire un confronto pro-
duttivo, che dipendono gli assetti di un ter-
ritorio. Questo confronto, aggiungo, è tan-
to più necessario nella realtà piacentina
nella quale la distanza fra i diversi attori –
amministratori, operatori economici, am-
bientalisti ecc. – è molto forte, e i rispettivi
interessi vengono spesso perseguiti con u-
n’ottica settoriale. Con l’intento di fornire
un contributo a un dialogo che ritengo ne-
cessario, vorrei riprendere alcuni dei temi
ai quali ho accennato nel precedente arti-
colo e cercare di dare risposta a una serie di
quesiti che la lettura potrebbe aver posto,
facendo riferimento anche ad alcune buo-
ne pratiche la cui conoscenza, a mio avviso,
potrebbe essere di notevole aiuto nell’ela-
borazione dei piani urbanistici.
Primo quesito: in che senso si può parlare
di “dispersione urbana” nella nostra cit-
tà? Piacenza ha mantenuto una forma ab-
bastanza compatta fino agli anni Sessanta,
quando eravamo ancora in presenza di una
periferia tradizionale, nella quale manca-
va la maggior parte delle attività e dei ser-
vizi, che erano localizzati nel vecchio cen-
tro o nei suoi immediati dintorni. Quello
che sarebbe diventato il più importante
tracciato della città attuale, l’asse via Dan-
te-via Conciliazione, e persino via Boselli,
ancora mantenevano un rapporto con la
zona centrale della città, anche attraverso
il trasporto pubblico. Tutto è cambiato ne-
gli ultimi trent’anni, quando molte attività
commerciali, di intrattenimento, terzia-
rie, si sono spostate ai margini del centro
storico (come Borgo Faxhall) e lungo i prin-
cipali assi di penetrazione. Al tempo stes-
so, tuttavia, si è manifestata una logica
completamente diversa: uffici, come quel-
li della Confcommercio e del Centro Eco-
nomato e Sicurezza della Banca di Piacen-
za (posti all’incrocio della val Trebbia e
della val Nure), alberghi come il Parkho-
tel, centri commerciali come Galassia, Go-
tico, Castorama-Le Roi Merlin, attrezzatu-
re sportive come il Palabanca, la nuova ca-
serma dei vigili del fuoco e persino abita-
zioni hanno trovato il loro riferimento qua-
si esclusivo non nell’area centrale o negli
assi di penetrazione, ma nelle tangenziali
a scorrimento veloce che sono state nel
frattempo costruite.
Secondo quesito:quali sono state le conse-
guenze dal punto di vista della vivibilità,
di questo tipo di sviluppo? La dispersione
urbana che si è verificata contrasta forte-
mente con un’idea di città caratterizzata
da una certa continuità delle costruzioni e,
soprattutto, dalla compresenza e dalla
compenetrazione di più attività (abitazio-
ni, commercio, uffici, locali di intratteni-
mento ecc) che contribuivano a rendere a-
nimato e vissuto lo spazio delle strade e
delle piazze cittadine. Il paesaggio che è
conseguenza della dispersione urbana ha
invece caratteristiche profondamente dif-
ferenti, poiché è caratterizzato da conteni-
tori sostanzialmente monofunzionali (qui
un centro commerciale, più in là un conte-
Garantire la compresenza di attività diverse
Sviluppo, urge una riflessionesu città e dispersione urbana
arch. Lorenzo Spagnoli
Nella foto l’architetto urbanista
Lorenzo Spagnoli
l’in
terv
ento
EDILIZIA PIACENTINA 25
nitore per l’intrattenimento, uffici, resi-
denze ecc.) sparsi all’interno di grandi
vuoti, spesso popolati da automobili in mo-
vimento o parcheggiate. La vivibilità di
questo ambiente urbano risulta partico-
larmente problematica per quanto riguar-
da l’edilizia abitativa: sono molti gli esem-
pi (il condominio con al piede una struttu-
ra commerciale sulla statale per Gossolen-
go, le quattro torri e i condomini nei pressi
della multisala cinematografica ecc. ) di
residenze con uno spazio di relazione circo-
stante praticamente inesistente. Vorrei
aggiungere che questa tendenza all’isola-
mento che contrassegna la “città disper-
sa” caratterizza anche alcuni interventi
più vicini al centro, e con una buona dota-
zione di verde, come il quartiere dell’ex-U-
nicem, che si ricollega alla tendenza che si
è affermata in molti paesi nei quali, data la
scarsa sicurezza che contrassegna l’edifi-
cazione dispersa, sono stati realizzati inse-
diamenti chiusi verso l’esterno, dotati di
un proprio servizio di sorveglianza (a Mila-
no, il primo di questi insediamenti, Milano
San Felice, risale agli anni Sessanta). A
Piacenza non si è arrivati a tanto, ma l’in-
tervento sull’area dell’ex-cementificio, i-
solato dal contesto, anche simbolicamen-
te, attraverso sculture a forma di porta e
non capace, proprio per il suo isolamento,
di accogliere attività non residenziali in
grado di creare uno spazio pubblico real-
mente utilizzato anche dai non residenti, si
pone nella stessa logica.
Terzo quesito: quali sono i costi economici
e sociali della “città dispersa”? La disper-
sione comporta costi economici e sociali (i
primi sono quelli che incidono sui bilanci
della pubblica amministrazione, i secondi
sono sopportati dagli individui e dalla co-
munità in conseguenza dell’inquinamen-
to, della congestione, del rumore, degli ef-
fetti negativi sulla salute, dell’abbassa-
mento della qualità della vita ecc.). Questo
tipo di contabilità, che non è stato fatto a
Piacenza, ha dimostrato senza ombra di
dubbio che la dispersione ha alti costi. Ho
personalmente seguito quanto è avvenuto
nella città canadese di Toronto , in una
realtà molto diversa dalla nostra ma che ha
fornito un’importante indicazione di me-
todo. In quel caso nel 1995 è stata creata u-
na commissione per comparare i costi, nei
25 anni successivi, di uno sviluppo disper-
so come quello che si era verificato in pre-
cedenza e nella regione e di uno sviluppo
più compatto dell’insediamento; il risulta-
to, dettagliatamente documentato, è stato
che nel secondo caso si sarebbe potuto ri-
sparmiare, per quel solo territorio, un mi-
liardo di dollari canadesi.
Il quarto quesito è in realtà, come quelli
che seguiranno, un’obiezione che potreb-
be essere avanzata: si propone forse di ne-
gare l’importanza, e la comodità, dell’evo-
luzione della grande distribuzione com-
merciale e di ritornare al negozietto sotto
casa? O di continuare ad avere soltanto sa-
le cinematografiche localizzate nel vec-
chio centro e difficilmente accessibili? L’u-
tilità di esercizi commerciali, anche di ri-
dotta dimensione, facilmente raggiungi-
bili anche da cittadini che non usano l’auto
e che necessitano di beni di prima necessi-
tà mi sembra sia fuori discussione, e non ne
parlerò in questa occasione. Per quanto ri-
guarda le grandi strutture commerciali o
di intrattenimento, certamente in alcuni
casi possono sorgere relativamente isola-
te, ma solo quando si sia verificata l’impos-
sibilità di integrarle all’interno di un tes-
suto urbano. Anche in questo caso, per
maggiore chiarezza, farò un esempio tratto
dalla mia personale esperienza. Nel di-
stretto di Hellersdorf, a est dell’area me-
tropolitana berlinese vi è una zona centra-
le di nuova edificazione alla quale si acce-
de con i mezzi pubblici (tram e autobus),
ma anche con auto che trovano posto in
parcheggi sotterranei. L’insediamento è
composto da strade del tutto tradizionali
(bar e esercizi commerciali al piano terra,
abitazioni e uffici) da una delle quali si ac-
cede anche a una multisala che non è cir-
condata da una distesa di parcheggi, ma
che ha un accesso simile a quello dei cine-
ma del centro delle nostre città. Le attrez-
zature collegate (sala giochi, ristorante,
bar ecc.) si trovano all’interno dell’isolato.
Più avanti una piazza, circondata dalle fac-
ciate continue delle case, dà accesso a un
centro commercialee a un centro sportivo
(anch’essi inseriti in una cortina di case,
con i parcheggi interrati). In questo modo,
invece che a un tessuto edilizio disperso,
che il trasporto pubblico non riesce a servi-
EDILIZIA PIACENTINA26
re, ci si trova di fronte a un insediamento
compatto, che richiama il carattere, fami-
liare, delle parti più centrali della città.
Un caso particolare, per quanto riguarda
la necessità, nelle città, di realizzare inse-
diamenti che comportano una certa spe-
cializzazione degli usi del suolo è certa-
mente costituito da strutture come i poli
logistici. Una volta che si sia deciso di rea-
lizzarne uno, come è avvenuto a Piacenza,
in alcuni casi che hanno avuto un’ampia ri-
sonanza internazionale si è cercato di evi-
tare il pericolo di uno sviluppo lasciato uni-
camente al mercato e, invece, di cercare di
intervenire, in accordo con i privati, per in-
tegrare la piattaforma logistica, pur man-
tenendone la specificità, con altre attività
di carattere commerciale, residenziale, di
ricerca. A Piacenza, ricordo le proposte
dell’architetto Giacomo Montanari, ex re-
sponsabile dell’ufficio di piano della Pro-
vincia, per la realizzazione di strutture tec-
nologiche e di ricerca a supporto delle atti-
vità industriali e logistiche nella città. Nes-
suna conseguenza pratica hanno avuto
queste proposte, che altrove sono invece
state un buon punto di partenza: ricordo
solo, sempre per restare alle realtà delle
quali ho una conoscenza diretta, che da u-
na proposta analoga si è partiti per inserire
nel cuore del grande polo logistico di Sara-
gozza – uno dei più grandi d’Europa - com-
mercio, uffici, istituti per la didattica e la
ricerca disposti su una piazza definita da e-
difici di notevole qualità architettonica e
su un grande asse a verde.
Quinto quesito:molte delle considerazioni
fatte in precedenza non negano pregiudi-
zialmente l’importanza che ha, all’interno
del nostro stile di vita, il mezzo di trasporto
privato? Ritengo che la creazione di tan-
genziali esterne funzionali in modo esclu-
sivo allo scorrimento veloce lasci perples-
si, poiché, se questo limite dovesse essere
superato dalla città ( anche fra molti anni)
queste si configurerebbero come interru-
zioni traumatiche all’interno del tessuto
urbano. Questo non significa però negare
l’importanza della mobilità privata, ma
chiedersi se esistevano alternative per uno
sviluppo urbano di maggiore qualità. Se
infatti si fossero realizzati viali alberati
(chiamiamoli boulevards, per rendere l’i-
dea) più interni, con controviali e un’edili-
zia ben distanziata dal flusso automobili-
stico, si sarebbe potuto, anche intervenen-
do sulla continuità del costruito e dello
spazio pubblico, rendere compatibile la
mobilità privata, con una modesta ma ac-
cettabile riduzione della velocità media
degli spostamenti, con un più intensivo
sviluppo del trasporto pubblico e con una
mobilità pedonale e ciclabile in grado di a-
nimare gli spazi pubblici.
Sesto quesito:richiamare in modo partico-
lare l’attenzione su quanto sta avvenendo
nelle aree esterne del Comune, non rischia
di tradursi in una sottovalutazione di im-
portanti problemi che riguardano le aree
intermedie e interne della città? Le aree
prossime ai confini comunali rappresenta-
no un tema di particolare rilievo per quan-
to riguarda la dispersione urbana; lo rico-
nosce per esempio la legge francese che
impedisce di intervenire in assenza di un
piano concordato con i comuni confinanti.
È dunque evidente che il discorso andreb-
be allargato – cosa che per ragioni di spazio
in questo scritto non sono in grado di fare,
ma che è importantissima –a quell’insie-
me di comuni contermini che in passato ho
chiamato la “grande Piacenza”. D’altra
parte è evidente che esiste una stretta rela-
zione fra quanto avviene nelle aree ester-
ne e il resto della città (se, per esempio, si
aprono grandi strutture commerciali o per
l’intrattenimento all’esterno, i settori cor-
rispondenti del centro città avranno ne-
cessariamente dei problemi). Questa rela-
zione mi sembra sia importante a Piacenza
soprattutto nel campo delle aree militari,
delle quali si ipotizza da più parti, da tem-
po, la riconversione a usi civili. La mia opi-
nione è che le aree a verde o ad attrezzature
di servizio siano in grado di creare nuovi
rapporti all’interno del tessuto della città
solo se sono localizzate opportunamente,
in modo da potere essere realmente fruite.
Nel caso di Piacenza, nonostante l’interes-
se si sia spesso focalizzato sulla potenziali-
tà di alcune aree esterne, in particolare su
quella della Pertite, nel settore ovest, l’o-
biettivo strategico primario dovrebbe es-
sere, a mio avviso, quello di recuperare alla
città, a verde e servizi, l’area che prospetta
su piazza Cittadella e, soprattutto, l’area
del castello farnesiano, nella quale si trova
oggi l’arsenale, che una volta attrezzata po-
trebbe essere raggiungibile in breve tem-
po, a piedi o in bicicletta, da decine di mi-
gliaia di piacentini. Ogni altra operazione
dovrebbe essere subordinata, in tempi da
definire e prestando ovviamente attenzio-
ne a i problemi occupazionali connessi, al
conseguimento di questo obiettivo in gra-
do di rivoluzionare l’intera struttura urba-
na.
Un’immagine del piano regolatore di Guardamiglio curato dal team dell’architetto Spagnoli
EDILIZIA PIACENTINA 27
dalle azien
de
Con un’offerta ulteriormente implementata
RMC, l’età verdeconquista il mercato
RMC si trova oggi sulla strada maestra che afferma la piccola e
media impresa nel settore del movimento terra. Quindici per-
sone, in prevalenza ventenni-trentenni, stanno portando que-
sta realtà piacentina al successo consolidato, nel settore movimento
terra e in quello dei servizi complementari alle imprese di costruzione.
Dal 1995, anno della sua fondazione, RMC ha trovato la sua missione
operativa nella fornitura di parti originali e adattabili per le macchine
operatrici più diffuse. In questi anni ha poi maturato un’esperienza
importante nel commercio delle macchine movimento terra, diven-
tando dal 2010 concessionario miniescavatori Yanmar per Piacenza e
Pavia, dedicandosi di conseguenza alla vendita, noleggio e alla ripa-
razione di tutte le marche e modelli del settore. Da Gennaio 2012 è di-
ventata concessionario per macchine Case, per le province di Piacenza,
Pavia, Lodi, Mantova e Parma, ampliando e
completando cosi l’offerta delle macchine
movimento terra. I servizi offerti sono quindi
destinati a svilupparsi in più direzioni, a parti-
re dalla vendita di macchine nuove o usate per
finire con il noleggio, altro punto d’attenzio-
ne, soprattutto per le attività edili nella zona
di competenza. RMC è attiva su più fronti e la
concessione come dealer Yanmar e Case è solo
un elemento del panorama di investimenti
che riguardano quest’anno. Quello della ven-
dita di macchine usate è un altro capitolo fon-
damentale della nuova stagione aziendale.
“Nel 2011 sono oltre un centinaio le vendite,
tra escavatori, pale e altre tipologie di macchi-
ne. Le attività che riguardano il servizio ricam-
bi rappresentano poi la pietra d’angolo nel
novero di attività di RMC che è in grado di svi-
luppare: sono oltre 300.000 gli articoli che riu-
sciamo a movimentare, con un servizio di re-
perimento e consegna in meno di 48 ore”,
riassume l’amministratore. “Nella nostra sede
è attiva un’officina attrezzata per lo smontag-
gio di macchine usate e per il successivo con-
trollo e ripristino funzionale, secondo le più
stringenti regole di qualità. La nostra forza
commerciale si fonda poi sul magazzino, ge-
stito in modo automatizzato e sottoposto a
un regime organizzativo irreprensibile, per assicurare un servizio di
consegne rapido ed efficiente in tutta Europa, sempre entro le 24 ore,
con tre linee di approvvigionamento (dalle 7 del mattino alle prime o-
re del pomeriggio) tra la nostra sede di Piacenza e i poli di Modena, Bo-
logna e Milano, per decine di modelli operativi differenti”.
Altre novità dell’ultimo anno sono state l’ampliamento dell’area uf-
fici, con la realizzazione di una nuova struttura che attualmente o-
spita il personale amministrativo ed è alimentata come il resto del-
l’azienda da un impianto fotovoltaico collocato in copertura, una
scelta ambientalmente consapevole,che testimonia la vocazione
verso le nuove tecnologie . Ed importante è stata l’implementazione
della rete dati, con nuovi sistemi più sicuri e veloci per l’ottimizzazio-
ne del servizio al cliente .
Investimenti, forze giovani, freschezza di ideee una nuova area per l’officina per l’azienda
leader nel settore del movimento terra
EDILIZIA PIACENTINA28
Con la posa della prima pietra da
parte delle giovani campionesse
di nuoto della Vittorino da Feltre,
sono partiti – a fine aprile - i lavori per la
realizzazione della nuova piscina olim-
pionica di Piacenza. Il nuovo complesso
natatorio sorgerà in località 'La Madonni-
na' su un'area di circa 25.000 mq e per un
totale di superficie di acqua pari a 2.230
mq. L'opera nasce dalla volontà di colma-
re una lacuna in termini di disponibilità
di “spazi acqua” della città di Piacenza e
del suo territorio offrendo una struttura
nella quale possano essere ospitate sia le
attività corsuali - didattiche sia le quelle
agonistiche. Il nuovo centro natatorio po-
lifunzionale avrà infatti impianti omolo-
gati per le gare di pallanuoto (attualmen-
te ospitate nel centro della Raffalda) e an-
drà a completare la dotazione di impianti
sportivi già presente nel contesto urbano
(dallo Stadio Garili al Centro Polisporti-
vo). Due i requisiti base chiesti alla pro-
gettazione della struttura: l' elevata fles-
sibilità d'uso e la massima sostenibilità
ambientale. La struttura sarà infatti de-
stinata all'accoglimento di una vasta
gamma di attività legate all'utilizzo del-
l'acqua e per diverse categorie di utenti:
dall'avviamento al nuoto dei più piccoli
all'intrattenimento ludico di tutta la fa-
miglia fino alla pratica agonistica delle
numerose società sportive presenti sul
territorio piacentino. Particolare atten-
zione agli aspetti energetici e alla riduzio-
ne dell'impatto ambientale dell'inter-
vento che verrà realizzato attraverso il
Project Financing, ovvero la Concessione
e favore dell’A.T.I. Consorzio CCC (Coo-
perativa assegnataria Indacoo S.c.p.a.) e
Padovanuoto S.r.l. (gestore) per la proget-
tazione, costruzione e gestione per 30 an-
ni dell’impianto natatorio. L’importo
complessivo dell’investimento è di 8 mi-
lioni 791mila 500 euro. L’opera è finanzia-
ta da: EQUITY privata; da un contributo
16 annualità da parte del Comune di Pia-
cenza e da un mutuo presso Istituto di Cre-
dito Sportivo.
Il progetto
L'impianto sorgerà su un'area di superfi-
Sorgerà a Piacenza in zona La Madonnina
Nuova piscina olimpionica,posata la prima pietra
francesca gazzola
la c
ittà
ch
e ve
rrà
EDILIZIA PIACENTINA 29
cie di intervento di circa 25.000 mq in loca-
lità “La Madonnina” e sarà costituita dal-
le seguenti funzioni: una vasca olimpica
per nuoto e pallanuoto di dimensioni 50 m
x 25 a 10 corsie con profondità costante di
m.2 suddivisibile mediante pontile mobi-
le in 2 vasche; una vasca corta di dimensio-
ni 25 m x 10 con profondità costante di
m.1,40 destinata alle attività corsuali, at-
tività ricreative-fitness e preriscaldamen-
to agonistico. Il numero massimo di fre-
quentatori dell'impianto coperto è di 768
utenti. E' prevista inoltre una vasca ester-
na ludico/ricreativa con superficie 382 mq
contornata da superficie a verde per circa
15.000 mq dotato di arredi per idonea frui-
zione (area esterna dedicata a solarium
con spazi attrezzati).Verranno realizzati
spogliatoi per atleti/bagnanti e personale
tecnico/giudici di gara; tribune per 500 po-
sti a sedere; zona ingresso con funzioni di
accoglienza, smistamento, amministra-
zione, bar e servizi; area per locali tecni-
ci.
Risparmio energetico:le soluzioni
Nell'ottica del massimo risparmio energe-
tico verranno adottate soluzioni di recu-
pero del calore dell’acqua di docce e va-
sche e un telo notturno per copertura va-
sca con minor dispersione di calore. Note-
voli superfici saranno finestrate, a bassa
dispersione, per una migliore illuminazio-
ne naturale mentre l'illuminazione artifi-
ciale con lampade a basso consumo ener-
getico. Verranno adottati macchinari di
climatizzazione con sistema recupero del
calore. Saranno inseriti un impianto di te-
leriscaldamento per produzione acqua
calda sanitaria e riscaldamento;un siste-
ma di captazione solare per preriscalda-
mento acque di reintegro vasche; e un im-
pianto fotovoltaico con potenza 40 Kwp.
I servizi
La gestione dell'impianto in attività ordi-
naria rivolta al pubblico avverrà attraver-
so orari di apertura in grado di coprire le e-
sigenze degli utenti e condizioni ambien-
tali ed igiene impeccabili. Le proposte
tecnico-didattiche coincideranno nell'at-
tivazione di alcune attività specifiche
quali: corsi di conservazione acquaticità
(6mesi – 2 anni); corsi nuoto baby (3 – 5 an-
ni); nuoto preagonistica (6 – 14 anni); nuo-
to ragazzi (6 – 14 anni); corsi nuoto adulti
(oltre 17 anni); ginnastica in acqua senior
e per gestanti; attività wellness e fitness.
L'implementazione delle attività sportive
avverrà attraverso: modalità operative
improntate ai programmi su “scuola nuo-
to federale” della FIN; professionalità e
programmi del massimo livello (istruttori
ed allenatori); utilizzo palestra fitness an-
te/post nuoto; attivazione scuola di sincro
e di triathlon; attivazione di corsi di Sub.
EDILIZIA PIACENTINA30
Ha progettato le due nuove
strutture strategiche di Ca-
stellarquato, la Casa Protetta
Vassalli Remondini e il nuovo Palazzet-
to dello sport. La prima – rivolta a 75 an-
ziani non autosufficienti – sarà pronta
nel 2014; l’avvio dei lavori per il nuovo
Centro polifunzionale arquatese è pre-
visto entro l’estate. Due opere impor-
tanti per il territorio che portano la fir-
ma dell'architetto piacentino Patrizio
Losi: “A Castellarquato mancava da
tempo un palazzetto dello sport. Final-
mente con questa amministrazione co-
munale – afferma Losi - riusciremo a
realizzarlo. La Casa Protetta Vassalli
Remondini – anch’essa resasi essenzia-
le per il territorio – è il primo edificio in
provincia di Piacenza ad essere proget-
tato secondo le ultime normative regio-
nali in termini di accreditamento dei
servizi sociosanitari”. All’architetto
Losi sono legati numerosi progetti si-
gnificativi che hanno interessato il ter-
ritorio piacentino negli ultimi anni:
dalla ristrutturazione del Cinefox di
Caorso (nel 2009) agli studi di fattibili-
tà per la promozione turistica di Isola
del Pinedo (2007) e del Porto fluviale
turistico sul Po – solo per citarne alcuni
– per proseguire con la lunga serie di
impianti sportivi dislocati tra città e
provincia. Partecipa al progetto più
chiacchierato della città, oggetto di
non pochi battibecchi tra le parti poli-
tiche: la progettazione del nuovo Palaz-
zo degli uffici comunali di Piacenza.
Dopo l'annullamento del primo con-
corso (dovuta al caso-Cibic) fu infatti la
cordata composta da Mythos (consor-
zio stabile di Aosta formato da Proget-
tisti Associati Tecnarc Srl di Milano,
Studio Vitali & Solmona Srl di Sassari e
Tecnicaer Engineering Srl di Aosta) e
dall'architetto Patrizio Losi di Piacen-
za a vincere il bando di gara a fine 2009
per la progettazione preliminare. “Sia-
mo in attesa che la nuova amministra-
zione comunale si pronunci sull'effetti-
va realizzazione dell’opera. Se non do-
vesse accadere – aggiunge l'architetto
piacentino - resterà un po’ di rammari-
co ma ciò non toglierà nulla al progetto
e alla sua elevata valenza qualitativa
sia per le scelte architettoniche adotta-
te che per l’impiego di tecnologie inno-
vative e di sostenibilità ambientale”.
La particolarità del progetto – che ri-
cordiamo brevemente – coincideva nel
creare un tutt'uno tra lo spazio proget-
tato e la città, senza interromperne ‘il
flusso’ e rendendo l’area occasione di
incontro. A renderlo immediatamente
riconoscibile, il gigantesco disegno del
Patrizio Losi, progetti strategici per il territorio
Castellarquato si rinnova:al centro l’aggregazione
francesca gazzola
Il nuovo Palazzetto dello sport
di Castellarquato: impianto
polifunzionale e centro di
aggregazione per la comunità
l’arc
hit
etto
del
mes
e
EDILIZIA PIACENTINA 31
cavallo del Mochi e le pale frangisole in
legno che ricoprono l’intera struttura e
che si uniscono alla copertura della
piazza. Da pochi giorni, infine, l'archi-
tetto Losi è vicepresidente di Acer: “
un incarico che mi riempie di soddisfa-
zione perché coniuga la progettazione
urbana alle emergenze abitative attra-
verso il recupero degli edifici esistenti
e la realizzazione di nuovi”.
Palazzetto dello sport: entro l’estate l’av-
vio dei lavori
Il progetto prevede la realizzazione di un
impianto polifunzionale di nuova costru-
zione in cui si svolgeranno manifestazio-
ni sportive ed attività di aggregazione
giovanile. Verrà realizzato in due stralci:
il primo riguarderà le opere di costruzio-
ne del Palazzetto, il secondo consisterà
in interventi di urbanizzazione per la si-
stemazione degli spazi esterni ai par-
cheggi e la viabilità pertinente. Partico-
larità della struttura sarà il rivestimento
metallico composto di pannelli in lamie-
ra verniciata e da brise soleil che andran-
no ad avvolgere il volume dell’edificio,
Patrizio Losi: il curriculum
Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1979 con la tesi'Progetto di Riconversione dell'Area dell'Arsenale Militare di Piacenza'.Nel 1984, fonda con altri tre colleghi, lo Studio Associato Baggi CurtoniLosi Orsi, che nel 1991 viene presentato sul mensile Class. Nel 1992 fondail proprio studio professionale: l’uso di tecniche e tecnologie infor-matiche ed un'attività rivolta all'approfondimento dell'architettura
d'interni e del design, hanno in-dotto l'architetto a questa scelta.Ottiene poi l’abilitazione in ma-teria di sicurezza sia come Pro-gettista in fase di progettazioneche in fase di esecuzione. Le e-sperienze professionali abbrac-ciano tutti i settori, ne ricordia-mo alcune: nel campo dell'edi-lizia sportiva – tra i tanti - l'ampliamento del centro sportivoNino Bixio, il Parco acquatico Ri-ver Park, la palestra polivalente aCastellarquato. Seguono il recu-pero del Cinefox di Caorso e larecente esperienza della nuovaresidenza Vassalli Remondini a
Castellarquato. Notevole anche l'esperienza in parchi e arredi urbani aBobbio, Rivergaro (prolungamento Parco fiume Trebbia), riqualifica-zione Isola del Pinedo (Caorso). Ha progettato insieme a MythosConsorzio Stabile di Milano il nuovo Palazzo Uffici del Comune diPiacenza in attesa di realizzazione. Partecipa insieme allo studio milanesealla realizzazione del nuovo Polo pediatrico di Parma. E’ stato nominatoa maggio 2012 vicepresidente di Acer.
EDILIZIA PIACENTINA32
lasciandolo traspirare con l’alternanza
di pieni e vuoti. Altro elemento caratte-
rizzante sarà l’ampia vetrata rivolta a
nord che ricoprirà la sala del palazzetto
donandole ampia luce. La nuova struttu-
ra oltre ad ospitare le dispute sportive lo-
cali è pensata per svolgere attività colla-
terali polivalenti come corsi di ballo e/o
di fitness, spazi per associazioni locali e
per concerti e conferenze.
Vassalli-Remondini: i punti di forza
Funzionalità, assenza di barriere archi-
tettoniche e massimo comfort per gli an-
ziani: sono questi i tre punti cardine su
cui si fonda il progetto della Casa Protet-
ta Vassalli Remondini. L'esigenza era
quella di disporre di un edificio moderno
dove gli spazi interni ed esterni potesse-
ro essere fruibili il più possibile dagli o-
spiti. L'edificio è monopiano e si svilup-
pa su un assetto planimetrico suddiviso
in quattro blocchi con funzioni netta-
mente distinte in ciascuna area. Dal
blocco centrale (destinato alle attività
collettive, amministrative e logistiche)
partono tre bracci di residenza indipen-
denti: tale articolazione consente anche
di raggiungere ogni destinazione utiliz-
zando il percorso perimetrale esterno
senza interferire con le funzioni interne.
L’area - aperta e soleggiata – si presta ad
attività di incontro tra gli ospiti: ogni
stanza ha la medesima esposizione alla
luce del sole; le finestre sono ampie e
basse per garantire la totale continuità
tra esterno e interno. Particolare atten-
zione è stata data al giardino sensoriale
con due aree destinate all’orticoltura e
dei frutteti e spazi di sosta destinati ad
attività di socializzazione. (segue a pagi-
na 34)
Recupero dell’ex Cinema Fox: due ani-
me che convivono
Ho operato nell'ottica del recupero
scientifico dell’edificio coniugando l'as-
soluto rispetto e valorizzazione dell'ope-
ra originaria - realizzata dall'architetto
Pietro Berzolla - con le esigenze dell'am-
ministrazione comunale che voleva rea-
lizzare per la comunità un centro civico.
Ho ricercato i colori originali e mantenu-
to la struttura esistente un tempo desti-
EDILIZIA PIACENTINA 33
nata a sala cinematografica: la platea è
stata progettata per ospitare la sala prin-
cipale del centro civico, adibita a incon-
tri, convegni, dibattiti ed attività ricrea-
tive mentre la galleria è diventata un pic-
colo auditorium.
Sostenibilità e verde sono costanti del
suo modo di progettare, anche nelle resi-
denze private
Il primo studio di fattibilità (a pag.32) si
sviluppa su tre livelli ed è caratterizzato
dalla presenza di grandi finestre che si
affacciano sul giardino circostante dota-
to di piccoli gioco d’acqua. Il piano terra
ruota intorno ad un patio interno dal
quale si sviluppano i collegamenti al pia-
no sovrastante e sottostante mentre la
copertura metallica finita con ghiaietto
bianco, presenta un’altana. Il secondo
progetto (a pag.33) si basa sulla ricerca
del continuo rapporto tra interno ed e-
sterno e gioca sulla copertura del tetto
abbinata al risparmio energetico. Nella
progettazione del complesso residenzia-
le di via Veneto (a pag. 32 in basso) - a cui
sto lavorando – il verde penetra nell’edi-
ficio e invade il pavimento dei balconi e
le pareti di ciascun appartamento.
Sopra lo studio di fattibilità per una residenza privata. Sotto il progetto di Palazzo Uffici
EDILIZIA PIACENTINA34
Sarà pronta nel 2014 la nuova resi-
denza per anziani 'Vassalli Remon-
dini' di Castellarquato. La nuova
Casa Protetta si estenderà su una superfi-
cie di 4.300 metri quadrati e ospiterà 75 an-
ziani non autosufficienti. Sorgerà in locali-
tà 'Cà Bianchi', frazione di Pallastrelli e so-
stituirà l'attuale sede collocata nella parte
alta del Borgo ( in Via Vassalli 55), ritenuta
poco fruibile all'utenza a cui era destinata.
L'opera è stata progettata dall'architetto
piacentino Patrizio Losi e verrà realizzata
dal Consorzio Arda composto dalla coope-
rativa Indacoo e dalle imprese Edil Luret-
ta e Stefano Cella insieme alle parmigiane
Gesin e Proges. L'intervento ha un costo
complessivo di 7 milioni e 850 mila euro La
struttura offrirà assistenza medica, infer-
mieristica e riabilitativa agli ospiti che ver-
ranno anche coinvolti in attività occupa-
zionali e ricreativo-culturali con il fine di
migliorare lo stato di salute ed il benessere
d e l l ’ a n z i a n o.
La struttura a 'tre bracci'
La struttura è stata pensata come un edifi-
cio mono piano per garantire una mobilità
in totale assenza di barriere architettoni-
che, un miglior collegamento con l’esterno
ed una maggiore mobilità all’interno. Si
sviluppa su un assetto planimetrico suddi-
viso in quattro blocchi: tre destinati alle re-
sidenze private degli anziani ed uno cen-
trale destinato alle attività collettive, am-
ministrative e logistiche della struttura. I
'tre bracci' destinati alle residente private
offrono complessivamente 75 posti letto
così suddivisi: nei 'blocchi 1 e 3' ci sono 24
posti letto (costituiti da 7 camere doppie e
10 camere singole), nel 'blocco 2' invece i
posti letto sono 27 (costituiti da 8 camere
doppie e 11 camere singole). Ogni blocco è
dotato di un soggiorno di 70 mq, zona pran-
zo cottura di 51 mq, un deposito sporco e
biancheria pulita ed un bagno assistito. So-
no stati ricavati anche 4 appartamenti che
verranno impiegati come supporto ad an-
ziani autosufficienti o saranno destinati ai
parenti di anziani non autosufficienti. La
struttura ad anello (blocco centrale da cui
partono tre bracci di residenza indipen-
denti) consente di evitare grosse concen-
trazioni di utenti e facilita l’orientamento
degli ospiti, eliminando incroci e di bru-
schi cambi di direzione. Altro accorgimen-
to è stato quello di porre attenzione alla
scelta delle colorazioni degli interni per fa-
cilitare la riconoscibilità degli ambienti.
Il blocco centrale
Nel blocco centrale sono collocati gli spazi
sanitari per la cura e la riabilitazione che
comprendono: una palestra, un ambulato-
rio medico e un deposito medicinali e loca-
li per la cura della persona (estetista, par-
rucchiera, barbiere). Si aggiungono spazi
per la vita di relazione (zona per soggiorno
collettivo, angolo lettura, ascolto musica e
La nuova residenza per anziani a Castellarquato
Vassalli Remondini,comfort e accessibilità
francesca gazzola
lavo
ri in
co
rso
EDILIZIA PIACENTINA 35
tv, spazio per i familiari in visita, ecc.) e ser-
vizi di accoglienza ed amministrativi. Nel-
lo stesso blocco sono stati ubicati gli spo-
gliatoi, dispense varie, cucina, zona prepa-
razione cibi, ripostigli, lavanderia e stire-
ria. In zona appartata e dotata di suo acces-
so, è presente la camera ardente dotata di
una sala attesa ed una piccola cappella per
le funzioni religiose quotidiane.
Giardino sensoriale
Il progettista ha prestato particolare at-
tenzione alla progettazione del giardino
sensoriale sul quale si affacciano diretta-
mente tutte le stanze del complesso resi-
denziale. In particolare, saranno previsti
percorsi di tipo circolare ad anelli chiusi:
l’assenza di bruschi cambi di direzione e di
incroci, evita disorientamento e perplessi-
tà nella scelta della strada da percorrere.
Verrà inserita una fontana, alcuni pergola-
ti in legno e due gazebo circolari con delle
sedute per facilitare la socializzazione. Sa-
ranno previste due aree destinate all’orti-
coltura e dei frutteti che favoriscono l’atti-
vità manuale.
EDILIZIA PIACENTINA36
Aperto a Roma il ‘tavolo’ operativo
‘Piano per le città’,chance per PiacenzaLa nostra città tra quelle coinvolte nel progettodi rilancio dell’edilizia: recupero di alcune areeurbane e creazione di nuove infrastrutture
Rilanciare l'edilizia e l’economia puntan-
do soprattutto sulla riqualificazione del
patrimonio esistente, sulla realizzazio-
ne di nuove infrastrutture (alloggi, parcheggi e
scuole) in aree degradate o abbandonate e sul
risparmio energetico: è l'obiettivo del “Piano
per le città”, del quale beneficerà anche Piacen-
za che è stata inclusa nel novero dei capoluoghi
italiani (già certe, nell’elenco diffuso dall’Anci,
sono anche Firenze, Roma, Verona, Bari, Napoli
e Palermo) che saranno interessati dal proget-
to. Il “Piano per le città” si configura come assai diverso dal vecchio
“Piano casa”, e ha l'obiettivo di favorire il rilancio e la valorizzazione
delle aree urbane del nostro Paese: il 'tavolo' chiamato a definirne e
avviarne gli interventi operativi è stato inaugurato ad inizio maggio
dal viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Mario Ciaccia a Roma,
nella sede del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Per il Go-
verno – ha dichiarato Ciaccia - la rigenerazione delle aree urbane de-
gradate è un imperativo oltre che un grande motore di sviluppo. Le a-
ree urbane degradate - ha continuato il viceministro - non vanno rige-
nerate solo dal punto di vista infrastrutturale; vanno stimolate le at-
tività imprenditoriali, anche artigianali, le occasioni di lavoro, le atti-
vità formative, la riqualificazione energetica”. Ciaccia ha sottolineato
l’esigenza di puntare ad un coordinamento
tra tutti i soggetti che saranno coinvolti:
Conferenza delle Regioni, Anci, Ance, Fe-
dercostruzioni, Confedilizia, Ministero del-
lo Sviluppo Economico, Ministero dell’I-
struzione, dell’Università e della Ricerca,
Ministero della Coesione, Cassa Depositi e
Prestiti e Agenzia del Demanio dovranno
infatti trovare il modo di selezionare e con-
centrare in una visione strategica d’insieme
strumenti, fondi, incentivi e programmi (in
parte già operativi) necessari al raggiungimento di obiettivi che po-
trebbero ridar slancio non solo all'edilizia, ma all'intera economia na-
zionale. Ad annunciare l'agognata partenza del “Piano Città” era sta-
to, già qualche giorno prima dell'ufficialità e dopo un incontro con
Ciaccia, lo stesso presidente di Ance Paolo Buzzetti arrivando al con-
vegno dei giovani imprenditori dell'organizzazione delle imprese e-
dili. “Il piano – aveva dichiarato Buzzetti - avrà una forte centralità del-
lo Stato”, configurandosi come “il tentativo di far ripartire l'edilizia
dopo la patrimoniale sulle case”. Una caustica definizione con la quale
Buzzetti si era riferito all'Imu, riguardo alla quale l'associazione degli
imprenditori dell'edilizia punta a “una rimodulazione del gettito fra
Stato e Comuni". (dosse)
rip
arti
re
EDILIZIA PIACENTINA 37
La luce naturale influisce in modo
diretto sulla personalità dei colori
e, di conseguenza, negli ambienti
in cui si creano effetti cromatici, oltrechè
sull’atmosfera degli spazi interni. In base
alla conoscenza della durata del soleggia-
mento, la direzione il percorso e l’inclina-
zione dei raggi solari lungo il corso della
giornata, possono essere definite le pro-
porzioni degli ambienti interni, la profon-
dità e lo sviluppo di una facciata. E’ possi-
bile garantire corrette condizioni di soleg-
giamento ed illuminazione adeguate alle
zone dell’abitazione, od ottenere i voluti
effetti sulle facciate architettoniche, pre-
stando particolare attenzione alle condi-
zioni di luci ed ombre che si vengono a
c re a re .
In condizioni di assenza di luce naturale,
interviene la luce artificiale, con la quale
si dovrà tendere ad ottenere una luce che
si approssimi il più possibile a quella diur-
na, con intensità appropriata alle diverse
esigenze. Oppure creare voluti effetti sce-
nografici, che trasfigurano gli ambienti.
Il colore è luce e in assenza di luce l’occhio
non percepisce alcun colore. Quindi in
presenza di luce artificiale, la personalità
degli ambienti e, in particolare, gli aspetti
cromatici, subiscono profonde alterazio-
ni. Come avviene per la luce naturale, an-
che per la luce artificiale la tonalità di e-
missione, calda o fredda, influisce sulla
percezione e sulla resa cromatica dei toni,
di conseguenza ci accorgiamo dell’impor-
tanza che riveste il ruolo della luce, anche
quella artificiale, negli aspetti quotidiani
della nostra vita. Al fine di ottenere un a-
deguato comfort visivo interno e un appro-
priato uso dell’illuminazione all’esterno,
diventa condizione necessaria la progetta-
zione dell’illuminazione artificiale.
Oggi la maggior parte dell’attività umana
viene svolta in ambienti chiusi dove, sem-
pre maggiore, diventa la necessità di au-
mentare le condizioni di benessere lumi-
noso. Contrariamente a pochi secoli or so-
no, con l’avvento dell’elettricità la nostra
vita non è più scandita dalla luce del sole,
portando ad un cambiamento radicale del
nostro stile di vita, che ha permesso di pro-
lungare la nostra permanenza anche all’e-
s t e r n o.
In base alla destinazione d’uso degli am-
bienti, interni od esterni, la prima questio-
ne che ci preoccupa è il raggiungimento di
un comfort luminoso ottimale. In illumi-
notecnica questi valori sono principal-
mente riconducibili al soddisfacimento di
tre prestazioni elementari dell’occhio: l’a-
cuità visuale - la soglia differenziale di lu-
minanza - la rapidità di visione. Negli a-
spetti della fisica tecnica, l’illuminamen-
Come cambia la personalità dei colori
Naturale o artificiale,la luce ‘crea’ l’ambiente
arch. Marcella Fariselliap
pro
fon
dim
enti
EDILIZIA PIACENTINA38
to è una grandezza fotometrica espressa in
lux. La determinazione scientifica della
quantità luminosa, i lux, è necessaria al fi-
ne del raggiungimento dei valori ottimali
di illuminamento, ad esempio quelli nor-
mati per i luoghi di lavoro, di studio, o di de-
genza, ma anche quelli dove le normali at-
tività non comportano funzioni visive di
particolare precisione. Tenendo conto
dell’intensità luminosa, si possono distin-
guere due tipi fondamentali di illumina-
zione:
di tipo diretto, quando la sorgente lumino-
sa proietta direttamente il flusso lumino-
so su un piano. In questo caso l’illumina-
zione è di tipo direzionale, con la formazio-
ne di ombre, nel caso l’emissione sia inter-
cettata da oggetti opachi;
di tipo diffuso, al fine di ottenere una uni-
forme distribuzione del flusso luminoso, i-
deale per muoversi nell’ambiente, osser-
vare ed orientarsi. In questo tipo di illumi-
nazione, impedendo la visione diretta del-
le sorgenti, si esclude l’effetto abbaglia-
mento, oltre al quasi annullamento di for-
mazione di ombre.
Dall’antica necessità funzionale di porta-
re la luce nelle ore notturne e negli am-
bienti interni, lo sviluppo della sorgente
luminosa artificiale si è evoluta, anche co-
me elemento artistico e di arredo. Seguen-
do la storia dell’architettura e del design,
la progettazione dei metodi e degli appa-
recchi di illuminazione, adeguati ai diffe-
renti tipi di ambiente interni o esterni, pri-
vati o pubblici, ha portato ad una moltepli-
ce gamma di soluzioni, modulabili dal pro-
gettista. Come l’attenzione alla luce natu-
rale guida alla progettazione degli spazi
interni ed esterni, al fine di ottenere voluti
effetti connotativi legati anche alle fun-
zioni dell’edificio, così la luce artificiale
deve essere parte integrante della proget-
tazione architettonica ed ambientale. At-
traverso l’uso delle diverse tipologie di lu-
ci artificiali, si possono disegnarne gli spa-
zi interni ed esterni, esaltare le qualità for-
mali dell’edificio, intervenendo sulla per-
cezione degli elementi costruttivi per e-
saltarne gli elementi formali e connotati-
vi, o addirittura, per trasformarne l’aspet-
to. Progetti comunque mirati alla scelta
della luce più adatta per interni od ester-
ni, per edifici, monumenti, piazze, giardi-
ni, musei, complessi sportivi, al fine del
raggiungimento delle condizioni di benes-
sere visivo.
L’evoluzione tecnologica dell’illuminzio-
ne artificiale ha permesso al progettista di
avere strumenti in grado di elaborare e su-
scitare svariati effetti suggestivi o allusivi,
funzionali alla migliore percezione visiva
(ad esempio in ambienti espositivi o in bi-
blioteche), esaltare le volumetrie e la com-
posizione degli ambienti interni. Effetti,
dunque, mirati all’ottenimento di una mi-
gliore fruibilità delle diverse soluzioni ar-
EDILIZIA PIACENTINA 39
ch i t e t t o n i ch e .
L’illuminazione artificiale degli ambienti
interni od esterni, dovrà essere ben dosata
ed equilibribata, poichè anch’essa influi-
sce sul benessere psico-fisico dell’indivi-
duo, e se impiegata in modo improprio può
essere causa di diturbi e fonte di inquina-
mento luminoso. E’ necessaria una giusta
gerearchia dell’intensità luminosa, che se
eccessiva può causare disturbi nervosi, an-
sia, ipereccitazione. Al contrario una luce
piatta può provocare un senso di malinco-
nia, o di depressione. Una inadeguata illu-
minazione può avere effetti negativi sulla
nostra vita quotidiana, non consentendoci
una buona visione, ad esempio in cucina
dove è necessaria una luce mirata al piano
di lavoro, o nella zona soggiorno dove, se
troppo illuminata, si possono creare situa-
zioni di fastidiosi riverberi. Mentre all’e-
sterno un eccesso di luce artificiale provo-
ca un’alterazione del paesaggio notturno.
La ridotta visione della volta celeste può
provocare disturbi sulla salute fisica e psi-
chica dell’uomo, ed avere effetti negativi
sull’ecosistema generale.
Il concetto di benessere visivo non è legato
esclusivamente alla buona visibilità, ma
anche allo stato di soddisfazione visiva.
Per il raggiungimento di questo fine, è ne-
cessario considerare i materiali e i colori
dell’ambiente da illuminare, poichè an-
che questi influiranno sulla scelta del tipo
di illuminazione più idonea.
Ad esempio, la luce artificiale emessa dai
corpi illuminanti a soffitto, o quella lungo
i fianchi delle scale, danno vita ad un am-
biente confortevole e dotato di un’atmo-
sfera cromatica assolutamente personale,
che esalta l’articolazione degli spazi. Par-
ticolari effettti si possono ottenere illumi-
nando gli interni con fasci di luce varia-
mente colorata. In questo caso le sovrap-
posizioni di colore su colore provocheran-
no inevitabili distorsioni degli stessi che,
se voluti, possono creare una vasta gamma
di variazioni di tinte. Ad esempio la luce
verde esalta i colori verdi ma spinge verso
il grigio gli altri colori; la luce blu fa assu-
mere una luce dominante gialla al verde,
una dominante marrone al nero, e così via.
Inoltre effetti scenografici sono ottenuti
dalla luce filtrara dai vetri colorati. In que-
sto caso dovrà essere accuratamente scel-
ta la tonalità della sorgente luminosa arti-
EDILIZIA PIACENTINA40
ficiale, i colori dei vetri e le tonalità croma-
tiche dei materiali e degli arredi.
Al fine di ottenere un buon comfort visivo
esterno, l’uso della luce artificiale dovrà
subire un’inversione di tendenza, evitan-
do inutili dispersioni luminose verso il cie-
lo, prevenendo così i fenomeni di inquina-
mento luminoso. Attraverso una progetta-
zione del flusso luminoso, orientato in mo-
do da illuminare solo l’oggetto interessato
ed evitare emissioni di luce oltre l’orizzon-
te, orientando i fasci di luce dall’alto verso
il basso, la luce artificiale può diventare e-
lemento qualificante del paesaggio e del-
la vita notturna. Nel caso di illuminazione
di edifici di rilievo storico-architettonico e
nei centri storici, si dovrà contenere l’illu-
minamento entro il perimetro della fac-
ciata, e posizionare gli apparecchi sotto
gronda, o sotto le cornici e le fasce marca-
p i a n o.
Una visione premonitrice delle attuali
condizioni di alterazione della nostra vita
quotidiana notturna, attraverso l’uso im-
proprio della luce artificiale, è stata mira-
bilmente descritta in una novella di Italo
Calvino nel 1963 “Luna e Gnac” in Marco-
valdo ovvero Le stagioni in città. Nelle pri-
me righe possiamo ritrovare la sensazione
di stravolgimento della condizione natu-
rale che, tutti noi, abbiamo provato nelle
nostre città:
“La notte durava venti secondi, e venti secon-
di il GNAC. Per venti secondi si vedeva il cielo
azzurro variegato di nuvole nere, la falce del-
la luna crescente dorata, sottolineata da un
impalpabile alone, e poi le stelle che più le si
guardava più infittivano la loro pungente
piccoleza, fino allo spolverio della Via Lattea,
tutto questo visto in fretta in fretta, ogni par-
ticolare su cui ci si fermava era qualcosa del-
l’insieme che si perdeva, perchè i venti secon-
di finivano subito e cominciava il GNAC. Il
GNAC era una parte della scritta pubblicita-
ria SPAAK-COGNAC sul tetto di fronte, che
stava venti secondi accesa e venti spenta, e
quando era accesa non si vedeva nient’al-
t r o .”
EDILIZIA PIACENTINA 41
Un modello abitativo nuovo, in gra-
do di ricreare il senso di vicinato
dei luoghi in cui si vive ma anche -
visti i tempi - di offrire una valida risposta
a crisi, contratti precari, bollette sempre
più alte, stipendi sempre più smunti e len-
tezza del mercato immobiliare nel rispon-
dere ai mutamenti sociali in corso: è il
cohousing (in italiano, l'abitazione colla-
borativa), soluzione nata nel Nord Europa
che comincia a prender piede anche nel
nostro Paese soprattutto tra i giovani, ma
non solo.
Cos'è il cohousing
IIl cohousing è nato in Scandinavia negli
anni '60, si è consolidato dagli anni '70 nel
Nord Europa in Nord America e ad oggi è
particolarmente diffuso in Danimarca,
Svezia, Olanda, Inghilterra, Stati Uniti,
Canada, Australia e Giappone.
Con questo termine si definiscono insedia-
menti abitativi composti da abitazioni pri-
vate corredate da ampi spazi (coperti e sco-
perti) destinati all'uso comune e alla con-
divisione tra i cohousers: tra i servizi di uso
comune possono esservi ad esempio gran-
di cucine, lavanderie, spazi per gli ospiti,
laboratori per il fai da te, spazi gioco per i
bambini, palestra, piscina, internet-cafè,
biblioteca e altro.
Solitamente un progetto di cohousing
comprende dalle 20 alle 40 famiglie che
convivono come una comunità di “vicinato
elettivo”: si tratta in genere di un gruppo di
individui e famiglie di età, professioni,
passioni e provenienze anche diverse, ma
unite dalla volontà di ricreare il senso di vi-
cinato e di gestire gli spazi comuni in modo
collettivo, ottenendo in questo modo ri-
sparmi economici (autoproduzione di e-
nergia e condivisione di utenze possono ta-
gliare i costi per abitante anche del 15%) e
benefici di natura ecologica e sociale.
L'obiettivo del cohousing è riscoprire la so-
cialità e la cooperazione tra vicini di casa,
nel segno di un valore di fondo che è vivere
in modo meno individualistico e più socia-
le, meno consumistico e più creativo, meno
costoso e più sereno, facilitando l’accesso
alla casa.
I vantaggi di unosforzo comune
Il cohousing parte spesso da uno sforzo
cooperativo per ristrutturare e convertire
spazi dismessi o per costruire ex-novo al-
loggi di una certa entità, dove un gruppo di
persone possa godere sia della privacy dei
loro appartamenti, sia di aree usate insie-
Un modello abitativo che conquista nuovi spazi
Cohousing, soluzioneanticrisi per i giovani
andrea dossenaten
den
ze
EDILIZIA PIACENTINA42
me.
La progettazione è partecipata: i futuri a-
bitanti partecipano direttamente alla pro-
gettazione del “villaggio” in cui andranno
ad abitare, scegliendo i servizi da condivi-
dere, e una volta avviato il cohousing si oc-
cupano di organizzare i lavori di manuten-
zione e la gestione degli spazi comuni. Non
vi è però una struttura gerarchica: una vol-
ta chiarite le responsabilità e i ruoli di ge-
stione degli spazi e delle risorse condivise
(in genere in relazione agli interessi e alle
competenze delle persone), nessuno eser-
cita però alcuna autorità sugli altri mem-
bri, e tutte le decisioni sono prese sulle ba-
se del consenso. La formula del co-hou-
sing, indipendentemente dalla tipologia
abitativa, consente inoltre di accedere, at-
traverso la condivisione, a beni e servizi
che per il singolo individuo avrebbero costi
economici alti: si risparmia sul costo della
vita perché si riducono gli sprechi, il ricor-
so a servizi esterni e il costo dei beni che
vengono acquistati collettivamente.
Socialità e sicurezza
L’idea del cohousing non è disgiunta dalla
garanzia della propria privacy, ma permet-
te di coniugare i benefici della condivisio-
ne di alcuni spazi e attività comuni mante-
nendo l’individualità della propria abita-
zione e dei propri tempi di vita.
La presenza di spazi comuni facilita ovvia-
mente lo sviluppo dei rapporti di vicinato,
incrementa il senso di appartenenza ad u-
na piccola comunità, ma offre anche la ga-
ranzia di un ambiente sicuro: socialità e
collaborazione lo rendono particolarmen-
te idoneo per la crescita dei bambini e per
la sicurezza di tutti, compresi i più anzia-
ni.
Importazione diretta a vasto assortimento di:PAVIMENTI IN LEGNO DI QUALSIASI ESSENZA E DIMENSIONE
BUSSETO (PR) - Via Monteverdi, 2 - Tel. 0524.930030 - Fax 0524.930020
TRAVI E TRAVETTI IN ABETE E ROVERE • LEGNO LAMELLARE IN ABETE E LARICE • LEGNAMI RESINOSI • ESOTICI • PREGIATI
MOBILI IN TEAK E COMPLEMENTI D’ARREDO PER GIARDINO • PORTE TAGLIAFUOCOBASCULANTI IN FERRO E IN LEGNO PER GARAGE • PERLINE E TAVOLATI PER SOLAI
FRATELLI CREMONA & C
EDILIZIA PIACENTINA 43
Le esperienze in Italia
L'Urban Village Bovisa a Milano, il Terra-
Cielo di Rodano (Mi), il Numero Zero di To-
rino e il Cohlonia di Calambone (Pisa) so-
no solo alcuni degli esempi di esperienze i-
taliane avviate con successo o prossime al-
la partenza. Il primo è nato da un ex opifi-
cio ed è composto da 32 appartamenti tra
50 e 140 mq, con spazi comuni quali lavan-
deria-stireria e hobby room. Il secondo –
con alloggi tra 60 e 140 mq - sfrutterà il geo-
termico e avrà anche sauna e palestra, il
terzo avrà in comune anche micronido e
cucina e il quarto – un lifepark sul mare,
che comprenderà ben 60 famiglie – è il pri-
mo esempio di cohousing toscano godrà di
ben 24mila mq di parco privato e 1000 di
spazi per la condivisione, con tanto di dune
p ro t e t t e .
Un'idea differenteche si sta diffondendo
A diffondere il concetto di cohousing sono
anche diverse associazioni, accomunate
dalla convinzione che possa svilupparsi un
differente modo di abitare, collegato ad un
modello sociale partecipativo e sostenibi-
le. Non più, quindi, condomìni nei quali i
residenti si conoscono appena e magari fa-
ticano a salutarsi, ma realtà abitative in cui
le persone hanno obiettivi comuni, si aiu-
tano reciprocamente, si frequentano e ma-
gari organizzano occasioni d’incontro ri-
volte anche all’esterno, mantenendo co-
munque l'assoluta indipendenza del pro-
prio spazio abitativo privato. E - con la crisi
non si scherza - risparmiando pure.
EDILIZIA PIACENTINA44
blo
ck n
ote
s
La detrazione Irpef per leristrutturazioni potrebbesalire dal 36% al 50%Il bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie potrebbe salire dal
36% al 50%. La proposta è stata avanzata dal Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti nel “Provvedimento di urgenza in
materia di infrastrutture e trasporti” che propone la sostanziale
messa a regime del bonus del 55% relativo agli interventi di
riqualificazione energetica degli edifici, mentre in riferimento
agli incentivi per le ristrutturazioni edilizie il Ministero prevede
un potenziamento dell’aliquota dal 36% al 50%, raddop-
piando anche il tetto di spesa previsto dai 48mila euro a 96mila
euro.
Secondo il Ministero si tratterebbe di interventi in grado di
stimolare una significativa ripresa del comparto delle co-
struzioni, incrementando nello stesso tempo la crescita del Pil
nazionale, che sotricamente ha sempre avuto un forte sostegno
proprio dal dal settore edile.
Secondo le ipotesi formulate dallo stesso Ministero, il raf-
EDILIZIA PIACENTINA 45
forzamento del bonus fiscale potrebbe attivare ingenti in-
vestimenti aggiuntivi che altrimenti non si verificherebbero: la
stima è di circa 350 milioni di euro, con un incremento di gettito
per gli interventi di ristrutturazione edilizia di 43,7 miliardi di
euro nel 2013. Il costo per lo Stato inizierebbe solo nel 2014
(82,4 miliardi nel 2014, per poi salire a 580 nel 2015, 894 nel
2016 e 1.209 nel 2017), per cui per almeno due anni il
provvedimento garantirebbe un impatto positivo anche sulla
finanza pubblica. Anche per quanto riguarda la definitiva
messa a regime delle incentivazioni del 55% sulle spese di
riqualificazione energetica, che gode di un largo consenso in
Parlamento, le cifre sono incoraggianti: consentirebbe un
incremento del gettito di 49,2 miliardi nel 2013, per arrivare nel
2017 addirittura a 586,3 miliardi. Accanto al tema incentivi
edilizi, la bozza in discussione prevede anche un ulteriore
pacchetto di misure sul delicato tema delle esenzioni dall’IMU e
del ripristino dell’Iva su cessioni e locazioni.
“Il decreto con il quale il Governo intende portare dal 36%
attuale al 50% il bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie - ha
osservato Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl
- va approvato al più presto e senza esitazioni. Si tratta di una
misura di fondamentale importanza per il settore delle co-
struzioni, che se non inverte il trend avrà perso alla fine del 2012
circa 500mila addetti dall’inizio della crisi”.
EDILIZIA PIACENTINA46
LLLeee ppprrrooossssss iiimmmeee ssscccaaadddeeennnzzzeee fff iii ssscccaaa lll iii
20 Giugno 2012
Irpef - PresentazioneMod. 730 al CafUltimo giorno per la presentazione delModello 730/2012 (redditi 2011) al Caf(Centro di assistenza fiscale) o a un pro-fessionista abilitato.
30 Giugno 2012
Irpef - PresentazioneMod. Unico cartaceo
Ultimo giorno per la presentazione informa cartacea, da parte delle personefisiche e delle società di persone nonobbligate all’invio telematico, della di-chiarazione dei redditi Modello Unico2012 (redditi 2011) tramite gli uffici po-stali.
Rivalutazione terreni - Periziae pagamentoUltimo giorno per l’effettuazione dellaperizia giurata di stima redatta da ap-posito professionista per la rivalutazionedei terreni posseduti alla data dell’1.7.’11nonché per il versamento in un’unica ratadell’imposta sostitutiva dovuta oppure
per il versamento della prima rata an-nuale.
Ici - PresentazionedichiarazioneUltimo giorno per la presentazione - daparte delle persone fisiche e delle societàdi persone, tenute a questo adempimen-to, che presentino la dichiarazione deiredditi in forma cartacea - della dichia-razione Ici per il 2011.
Presentazione Quadro ACUltimo giorno per la presentazione informa cartacea - da parte degli ammi-nistratori di condominio - del Quadro AC,relativo alla comunicazione annuale al-l’Anagrafe tributaria dell’importo com-plessivo dei beni e dei servizi acquistati dalcondominio nell’anno 2011 nonché deidati identificativi dei relativi fornitori.
EDILIZIA PIACENTINA 47
EDILIZIA PIACENTINA48