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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI
NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Architettura 1
06/02/2003
Aggiornamento novembre 2012
Marcello De Carli
Scuola di Architettura del Politecnico di Milano
Lezioni
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Indice 1. LA CITTÀ CONTEMPORANEA pag 4
2. GLI EDIFICI DELLE ISTITUZIONI CULTURALI E I MONUMENTI pag 10
3. GLI EDIFICI DELLE ISTITUZIONI CULTURALI E LO SPAZIO DELLA CITTÀ pag 12
3.1 EDIFICI CHE SI INTRECCIANO CON LA CITTÀ pag 12
Esempio n° 1: James Stirling, Galleria di Stato di Stoccarda, Germania
Esempio n° 2: Luis Kahn, Istituto indiano di amministrazione, Amedabad, India,
Esempio n° 3: Richard Meier & Partners, Municipio e biblioteca centrale, l’Aia, Olanda
Esempio n° 4: Aldo Rossi, Landesbibliothek, Karlsruhe, Germania
Esempio n° 5: Moshe Safdie and Associates, Biblioteca pubblica, Vancouver, Canada
Esempio n° 6: James Stirling, Biblioteca di Scienze, Università della California. Irvine, Los Angeles, USA
Esempio n° 7: Bolles+Wilson, Biblioteca Europea di informazione e cultura (Beic), Milano, Italia
Esempio n° 8: Bolles+Wilson, Biblioteca civica. Munster, Germania
3.2 EDIFICI E IDENTITÀ DELLA CITTÀ pag 42
4. LO SPAZIO DEGLI EDIFICI DESTINATI AD ISTITUZIONI CULTURALI pag 44
4.1 NOTE SULLO SPAZIO DI BIBLIOTECHE, MUSEI, CINEMA pag 44
Esempio n° 9: Luis Kahn, Biblioteca della Phillips Exeter Academy, Exeter, New Hampshire
Esempio n° 10: Le Corbusier , Convento di Sainte Marie de la Tourette, Eveux, Francia
Esempio n° 11: Luis Kahn, Kimbell art museum, Fort Worth, Texas, USA
Esempio n° 12: Guido Canella, Cinema Plinius, Milano, Italia
4.2 DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI pag 64
5. TIPI E ISTITUZIONI pag 77
Esempio n° 13: Etienne Louis Boullée, Biblioteca Nazionale (progetto), Parigi, Francia
Esempio n° 14: James Stirling, Biblioteca di Francia, Parigi, Francia
Esempio n° 15: Aldo Rossi, Progetto per la nuova Biblioteca Civica, Seregno, Italia
Esempio n° 16: Karl Friwdrich Schinkel, Altes Museum , Berlino, Germania
Esempio n° 17: Erik Gunnar Asplund, Biblioteca pubblica, Stoccolma, Svezia
Esempio n° 18: Giorgio Grassi, Biblioteca per il Nuovo Campus universitario, Valencia, Spagna
Esempio n° 19: Frank O.Gehry, Guggenheim Museum , Bilbao, Spagna
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Indice
6. TIPO E TECNICA pag 109
Esempio n° 20. Norman Foster, Facoltà di Legge, Università di Cambridge, Cambridge, Inghilterra
Esempio n° 21: Renzo Piano e Richard Rogers, Centre Pompidou , Parigi, Francia
7. TIPO E COMPOSIZIONE pag 122
Esempio n° 22: Aldo Rossi, Deutsches Historisches Museum , Berlino, Germania
Esempio n° 23. Richard Meier & Partners, Getty Center, Los Angeles, California, USA
Esempio n° 24. Enric Miralles, Benedetta Tagliabue, Parlamento, Edimburgo, Scozia
8. FIGURA, TIPO E TECNICA COSTRUTTIVA pag 137
9. ARMONIA pag 140
NOTA PER LA CONSULTAZIONE
Il documento pubblicato in PAISIA è la riproduzione del «Power Point» utilizzato nella lezione, versione novembre 2012.
Ogni esempio è presentato con una selezione di immagini, una bibliografia e un commento. Per la descrizione analitica di ciascun progetto (fatta verbalmente nella lezione) rimando alla bibliografia.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
LA CITTÀ CONTEMPORANEA
Siamo appena usciti dall’era della meccanica durante la quale i beni materiali crescevano a ritmo frenetico, rendendo piccola la terra, e siamo entrati in un‘epoca in cui i beni immateriali o invisibili (le informazioni, la comunicazione, la conoscenza) crescono ancora più velocemente dei beni materiali.
E non abbiamo ancora adeguato le nostre città all’era dell’automobile e della moltitudine.
Molte cose mutano in fretta. Anche il territorio dove si svolge la nostra vita, ma sempre più lentamente delle macchine e dei comportamenti. Inesorabilmente cambia solo quel che dipende dalle macchine. Il resto a fatica, perché costa.
Questa lentezza, nel cambiare l’ambiente costruito, è sia un pregio che un danno: un pregio per la conservazione della memoria, dell’identità e del patrimonio; un danno per la sua inadeguatezza a soddisfare tanti desideri. L’innovazione e la conservazione della memoria sono entrambi irrinunciabili.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
LA CITTÀ CONTEMPORANEA
Come piccoli operatori di questo cambiamento, per economia degli sforzi, conviene pensare a trasformazioni della città che siano adeguate per un lungo periodo, perché i manufatti che costruiamo durano, spesso, molto tempo.
In questo sta anche la nostra responsabilità professionale.
L’investimento del nostro committente, pubblico o privato, deve avere ritorno in tempi brevi, molto più brevi della durata dei manufatti che costruiamo. In questa maggior durata del manufatto rispetto alla resa dell’investimento sta gran parte della nostra esclusiva responsabilità culturale (ed anche il ruolo intellettuale privilegiato del nostro mestiere).
Cosa dobbiamo fare per adeguare le nostre città all’era dell’automobile e della moltitudine mentre cresce la città dell’informazione e della comunicazione, quindi, detto tecnicamente, mentre cambiano i fattori di localizzazione?
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
LA CITTÀ CONTEMPORANEA
In questa lezione ricorderò alcuni provvedimenti generali, che la cultura degli architetti ha proposto a partire dagli anni venti del secolo scorso: la separazione del traffico pedonale da quello meccanico, la costruzione di isole pedonali a dimensione di passeggiata, la riorganizzazione degli insediamenti in coerenza con la geografia del ferro, con allocazione degli attività che inducono spostamenti rilevanti nell’intorno pedonale delle stazioni delle metropolitane urbane e regionali.
Questi provvedimenti di geografia urbana comportano una ristrutturazione delle città, ed anche un ripensamento del modo tradizionale di valutare l’uso del suolo: non decentramento diffuso di attività ma concentrazione delle attività in destinazione (e quindi delle densità edilizie) intorno ai porti della rete del ferro, e diradamento, dove necessario (non è l’argomento di questa lezione), altrove.
Il centro città sarà così costituito non da un luogo, ma da una moltitudine di luoghi disposti lungo una rete. Perché descrivere ancora questo (non inedito) scenario? 6
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
LA CITTÀ CONTEMPORANEA
Perché alle grandi istituzioni culturali della città contemporanea deve essere data facilità d’accesso, sia perché destinazioni di spostamenti rilevanti, sia perché offrono servizi rari. Vanno quindi servite dal sistema del ferro, o riallocate sulla rete. Fanno o faranno parte di un centro città a rete, costituito da parti compatte, per densità, e complesse, per attività insediate.
Il tema della complessità funzionale merita due considerazioni.
La prima riguarda il consolidamento di più funzioni di uso pubblico in uno stesso luogo. È un concetto proposto tanti anni fa da Guido Canella, che conserva la sua validità.
È coerente con l’umanissimo criterio di minimizzare i costi d’accesso: il tempo dedicato a uno spostamento è meglio speso se in destinazione trovo, oltre al “servizio” che motiva il mio spostamento, anche altre opportunità. In fondo è per questo che le funzioni rare tendono a concentrarsi nei centri urbani. La loro sinergia corrisponde, per l’utente, alla minimizzazione dei costi d’accesso. 7
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
LA CITTÀ CONTEMPORANEA
La seconda considerazione riguarda la diffusione della residenza e il suo ruolo di presidio del territorio. Dopo la scomparsa delle ciminiere dalle città, i più hanno decretato la fine dello zoning. L’emergenza era finita. Ma, in molte città, in molti luoghi, la realtà non si è accorta del decreto.
Anche qui di fianco a noi. Il Politecnico è giustamente sbarcato a Bovisa. Colonizzerà l’area dei Gasometri, attorniato da uffici dell’AEM, e musei e, di sera e di notte, in assenza di altra presenza umana (il programma edilizio prevede pochi residenti), dall’emarginazione.
Che senso ha concentrare l’emarginazione in questi 50 ettari? Non è meglio lasciare all’emarginazione, come appropriato, aree marginali, e insediare case (anche dello studente), e bar, e ristoranti, e cinema, e negozi, e studi, attorno alla nuova università di Bovisa Gasometri? Come se si costruisse un vero pezzo di città, un nuovo centro città.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
LA CITTÀ CONTEMPORANEA
Ho detto di questi centri città compatti, complessi e accessibili, organizzati con grandi isolati pedonali. Negli isolati, fra gli edifici, ci saranno strade, piazze, giardini e parchi.
Lì dentro dobbiamo pensare i nuovi edifici delle grandi istituzioni culturali.
Li penseremo in rapporto al sito, allo spazio urbano degli isolati, all’architettura della città in cui sono ubicati.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
GLI EDIFICI DELLE ISTITUZIONI CULTURALI
E I MONUMENTI
Le istituzioni culturali descrivono ed esprimono l’identità delle nostra civiltà.
Spesso i monumenti sono diventati edifici delle istituzioni culturali.
Spesso gli edifici delle istituzioni culturali sono diventati monumenti. Nella città romana alcuni edifici nascevano già sotto forma di monumento.
Il progetto deve tener conto di questo loro particolare carattere. Non sto parlando di un linguaggio “monumentale”, ma della capacità dell’edificio di rappresentare degli aspetti di una civiltà.
Questo carattere degli edifici che ospitano le istituzioni culturali interessa anche il disegno urbano.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
GLI EDIFICI DELLE ISTITUZIONI CULTURALI E I MONUMENTI
Come tutti sappiamo, da sempre le comunità hanno organizzato spazi urbani a servizio degli edifici che le rappresentavano (le chiese, i palazzi della ragione, i palazzi reali, ecc.).
Dal settecento, con l’affermarsi della società borghese, ad oggi, la nostra società ama rappresentarsi anche con gli edifici della memoria. Maria Teresa d’Austria parlava di musei e biblioteche “funzionali al comodo universale”. Il Manzoni parlava della loro “Utilità perpetua”.
Pensiamo alla quantità di musei realizzati negli ultimi venti anni. Pensiamo alle nuove biblioteche realizzate nelle città europee.
Quindi, quando progetteremo questi edifici, immagineremo un loro ruolo da protagonista nella scena urbana.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
GLI EDIFICI DELLE ISTITUZIONI CULTURALI E LO SPAZIO DELLA CITTÀ
Ho descritto alcuni caratteri delle parti di città che devono ospitare gli edifici delle istituzioni.
Ho parlato del rapporto fra edifici delle istituzioni e monumenti.
Ora farò alcune considerazioni sul rapporto fra gli edifici e il sito attraverso degli esempi.
EDIFICI CHE SI INTRECCIANO CON LA CITTÀ Esempio n° 1. James Stirling
Galleria di Stato di Stoccarda. Stoccarda, Germania, 1977/84
Viste aeree della
Galleria di Stato di
Stoccarda, da
google hearth
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 1. James Stirling
Galleria di Stato di Stoccarda. Stoccarda, Germania, 1977/84
Schinkel, Altes Museum, Berlino,
pianta del piano primo Stirling, Galleria di Stato di Stoccarda, sezione
Stirling, Galleria di Stato di Stoccarda, pianta secondo livello Stirling, Galleria di Stato di Stoccarda, pianta primo livello
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 1. James Stirling
Galleria di Stato di Stoccarda. Stoccarda, Germania, 1977/84
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 1. James Stirling
Galleria di Stato di Stoccarda. Stoccarda, Germania, 1977/84
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 1.
James Stirling, Galleria di Stato di Stoccarda. Stoccarda, Germania, 1977/84
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• James Stirling, Building and Projects. James Stirling Michael Wilford Associates , Introduction by Colin Rowe, Rizzoli
New York, 1984
• M. Zardini ( a cura di), James Stirling Michael Wilford and Associates. La nuova galleria di stato di Stoccarda, Quaderni
di Casabella, Electa, 1985
• F. Dal Co, T. Muirhead, I musei di James Stirling Michael Wilford and Associates., Electa, 1990
• Recent Work of James Stirling Michael Wilford and Associates, AU Numero monografico, 1990
• R Maxwell (a cura di), James Stirling Michael Wilford, Zanichelli, SA 37, 2002
RIFERIMENTI INTERNET
• Google earth
• http://www.edilone.it/Neue-Staatsgalerie_opere_y_20.html
• http://www.archdaily.com/124725/ad-classics-neue-staatsgalerie-james-stirling/
• http://ita.archinform.net/projekte/1656.htm
• http://www.flickr.com/photos/atelier_flir/2793727265/in/set-72157606930659322/
• http://www.flickr.com/photos/atelier_flir/2794580994/in/photostream/
• http://www.quondam.com/dt97/0185.htm
• http://www.greatbuildings.com/buildings/Neue_Staatsgalerie.html
• http://www.pritzkerprize.com/stirling/stirlingpg.htm
• http://www.e-architect.co.uk/stuttgart/neue_staatsgalerie_stuttgart.htm
• http://en.wikipedia.org/wiki/Neue_Staatsgalerie
• http://www.staatsgalerie.de/geschichte/
• http://www.cc.gatech.edu/aimosaic/faculty/nersessian/papers/generic-abstraction-in-design-creativity.pdf
• http://www.flickr.com/groups/675480@N22/pool/iqbalaalam/page2/
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 1.
James Stirling, Galleria di Stato di Stoccarda. Stoccarda, Germania, 1977/84
COMMENTO
Guardiamo la Nuova Galleria di Stato di Stoccarda, progettata da Stirling.
L’edificio rielabora il tipo dell’Altes Museum di Schinkel a Berlino: una corte abbraccia una piazza circolare. Ma mentre la piazza dell’Altes Museum è un pantheon, la piazza di Stirling è uno spazio aperto. È una corte del museo ma in qualche modo è anche una piazza della città: un percorso pubblico attraversa l’edificio, affacciandosi ai lati della piazza circolare. Così la vita della città si intreccia con la vita del museo. Lo spazio monumentale del museo diventa una piazza della città.
Martì ha ben descritto questo esercizio di variazione della “struttura formale” comune al progetto di Stirling, all’Altes Museum, ed ad altri edifici, di cui pure parlerò in seguito (Carlos Martì Aris – Le variazioni dell’identità. Il tipo in architettura – Città Studi,1990)
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 2. Louis Kahn
Istituto indiano di amministrazione. Amedabad, India, 1962/74
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 2.
Louis Kahn, Istituto indiano di amministrazione. Amedabad, India, 1962/74
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• D.B. Bronwlee, D.G. De Long – Louis I. Kahn – Rizzoli, 1995
• R. Giurgola, J Mehta – Louis I Kahn – Zanichelli SA 8, 1981
RIFERIMENTI INTERNET
• Google earth
• http://en.wikiarquitectura.com/index.php/Indian_Institute_of_Management
• http://www.archdaily.com/83697/ad-classics-indian-institute-of-management-louis-kahn/
• http://www.greatbuildings.com/buildings/Institute_of_Public_Admin.html
• http://ita.archinform.net/projekte/2015.htm
• http://www.flickr.com/photos/scottnorsworthy/4848233054/in/photostream/
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 2.
Luis Kahn, Istituto indiano di amministrazione. Amedabad, India, 1962/74
COMMENTO
Guardiamo l’istituto di Manegement di Ahmedabad progettato originariamente da Louis Kahn, poi realizzato, in gran parte, con modifiche, da un suo collaboratore, Anant Raje. L’area di intervento era sita ai margini di una città ricca di monumenti, al di fuori del contesto urbano.
Kahn usa il programma edilizio per dare vita a una parte di città con una piazza e un tessuto residenziale. La piazza rettangolare è costruita con gli spazi collettivi: sui lati lunghi i moduli ripetuti delle aule e degli uffici, sui lati corti gli spazi “unici” dell’auditorium e della mensa. Gli ingressi alla piazza attraversano il perimetro costruito con tagli obliqui, in modo da rendere complessa la sequenza di percezioni per chi entra nella piazza.
Le residenze degli studenti, con i loro grandi portici in ombra ed i loggiati, e le residenze degli insegnanti, segnate da una partizione verticale di ombre e muri in mattone, scandiscono lo spazio intorno alla piazza e danno un ordine “potente” allo spazio vuoto.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 3. Richard Meier & Partners
Municipio e biblioteca centrale. L’Aia, Olanda, 1987/95
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 3. Richard Meier & Partners
Municipio e biblioteca centrale. L’Aia, Olanda, 1987/95
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 3. Richard Meier & Partners
Municipio e biblioteca centrale. L’Aia, Olanda, 1987/95
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 3
Richard Meier & Partners, Municipio e biblioteca centrale. L’Aia, Olanda, 1987/95
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• R. Meier con saggi di K. Frampton e J. Riykwert – Richard Meier architect. 1985/1991 – Rizzoli New York, 1991
• O. Koekerbakker – A public library in a prominent place – in AA VV – Stadthuis. Bibliotheek - Nai Publishers, 1995
RIFERIMENTI INTERNET
• Google earth
• http://www.richardmeier.com/
• http://www.richardmeier.com/www/#/projects/architecture/visual/4/374/0/
• http://www.buildingbutler.com/addinfo/Richard-Meier-&-Partners/The-Hague/City-Hall-and-Central-Library/663
• http://www.bluffton.edu/~sullivanm/netherlands/thehague/meier/cityhall.html
• http://www.galinsky.com/buildings/denhaagcityhall/
• http://it.urbarama.com/project/carl-stahl-den-haag
• http://en.wikipedia.org/wiki/The_Hague_City_Hall
• http://www.flickr.com/photos/bartvandamme/8097424115/in/photostream/
• http://www.flickr.com/photos/j0n6/3034449789/in/photostream/
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 3
Richard Meier & Partners, Municipio e biblioteca centrale. L’Aia, Olanda, 1987/95
COMMENTO
Il programma edilizio prevedeva il municipio e la nuova biblioteca centrale, da edificare sul fronte di un isolato del centro urbano.
Intorno c’è la città compatta, con le sue cortine edilizie. Il resto dell’isolato è occupato da due blocchi che spezzano le cortine edilizie.
Meier, lavora, come sempre, sui tracciati e, tramite i tracciati, dialoga con il contesto. Delimita con edifici il bordo del lotto, grosso modo un trapezio, e spezza il trapezio in due corpi a L, con diversa giacitura, che delimitano due piazze aperte e una piazza interna coperta, chiusa sui lati minori da vetrate e passaggi aerei. L’atrio del municipio è diventato una piazza pubblica.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 4. Aldo Rossi
Landesbibliothek. Karlsruhe, 1979
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 4
Aldo Rossi, Landesbibliothek. Karlsruhe, 1979
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• A.Ferlenga, Aldo Rossi. Opera completa 1959-1987, Electa, 1987
RIFERIMENTI INTERNET
Disegni di progetto sono pubblicati sul sito dell’ “Archivio Carlo Scarpa” dello IUAV
• http://opac.iuav.it/DARC/ew_query_isis.php?&EW_T=R&??EW_HIL=ew_menu.html&EW_HFL=ew_copy.html&EW_FL=
ew_limiti.html&EW4_DLL=20&EW4_DLP=10&EW4_CJL=1&EW4_NVR=&EW4_NVT=&EW4_NMI=&EW_RM=10&EW_
EP=CR=E505000000478&EW_RP=1&&EW_P=LT_EW&EW_R1P=LSP_EW&EW_R1=CR=E505000000478&EW_ER=
Concorso!per!la!Landesbibliothek!a!Karlsruhe,!Germ...&EW_D=W5050&EW=REF601=E505000000478&
• http://www.fondazionemaxxi.it/archivi/ew_query_as_isis.php?&EW_T=R&????EW_HIL=ew_menu.html&EW_HFL=ew_c
opy.html&EW_FL=ew_limiti.html&EW4_DLL=20&EW4_DLP=10&EW4_CJL=1&EW4_NVR=&EW4_NVT=&EW4_NMI=&
EW_RM=10&EW_EP=000316&EW_RP=10&&EW_P=LT_EW&EW_R1P=LSP_EW&EW_R1=CR=E505000000478&EW
_ER=Concorso!per!la!Landesbibliothek!a!Karlsruhe,!Germ...&EW_D=W5050&EW=REF601=E505000000478&
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 4
Aldo Rossi, Landesbibliothek. Karlsruhe, 1979
COMMENTO
Il progetto nasce dal rapporto con la città, i suoi spazi, i suoi monumenti. Rossi progetta una galleria, che, come quella del Mengoni a Milano, è una strada pubblica, sita al centro dell’isolato, sull’asse della Stefankirche.
Intorno alla galleria i blocchi edilizi della biblioteca.
La galleria sbuca di fronte alla chiesa in mezzo a un grande portico (memoria della Kaiserstrasse di Weinbrenner).
Il bordo dell’isolato è un recinto di edifici (per costruire il recinto Rossi usa gli spazi per uffici).
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 5. Moshe Safdie and Associates
Biblioteca pubblica. Vancouver, Canada, 1991/95
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 5. Moshe Safdie and Associates
Biblioteca pubblica. Vancouver, Canada, 1991/95
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 5. Moshe Safdie and Associates
Biblioteca pubblica. Vancouver, Canada, 1991/95
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 5
Moshe Safdie and Associates, Biblioteca pubblica. Vancouver, Canada, 1991/95
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• A. De Poli, Biblioteche 1995-2005, Federico Motta Editore, 2002
RIFERIMENTI INTERNET
• Google earth
• http://www.msafdie.com
• http://www.msafdie.com/#/projects/vancouverlibrarysquare
• https://aedesign.wordpress.com/category/built/page/12/
• http://pinterest.com/izopxxx/moshe-safdie/
• http://www.architecture.uwaterloo.ca/faculty_projects/terri/library.html
• http://en.wikipedia.org/wiki/Vancouver_Public_Library
• http://www.greenroofs.com/projects/pview.php?id=29
• http://www.mtmaarchitects.com/Projects/MTMA_iProj_files/Vancouver/MTMA_iVPL_1.htm
• http://da-architects.ca/projects/library-square/
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 5
Moshe Safdie and Associates, Biblioteca pubblica. Vancouver, Canada, 1991/95
COMMENTO
È uno strano progetto, eclettico. Una biblioteca scatolare, international style, è recintata con mura imparentate con un anfiteatro romano. L’anfiteatro è spaccato in due parti da una galleria pubblica, con copertura vetrata, disposta su un lato dell’isolato, all’interno del perimetro esterno dell’anfiteatro.
Una parte dell’anfiteatro è la carrozzeria “accademica” della biblioteca international style. L’altra parte, dilatata, è il “muro” perimetrale che delimita la galleria, con i suoi contrafforti. Il “muro” è abitato dai posti di lettura e si conclude come facciata della nuova sede del governo federale. Così la città entra nell’edificio. Gli abitanti del muro, i lettori, si affacciano da una lato sulla strada coperta, dall’altro sulla città.
Chi passeggia nella galleria ha la visione di un paesaggio architettonico e umano complesso, che si scopre man mano, camminando nello spazio curvo del bordo ellisse, e che crea una situazione di straniamento rispetto al paesaggio urbano circostante, quello della città verticale.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 6. James Stirling
Biblioteca di Scienze. Università della California. Irvine, Los Angeles, 1988
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 6. James Stirling
Biblioteca di Scienze. Università della California. Irvine, Los Angeles, 1988
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 6
James Stirling, Biblioteca di Scienze. Università della California. Irvine, Los Angeles, 1988
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• a+u, n° 5,1990, Recent Work of James Stirling Michael Wilford and Associates , Numero monografico
• Marco Muscogiuri, Architettura della biblioteca, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2004
RIFERIMENTI INTERNET
• http://pointdaarquitetura.blogspot.it/2012/10/pritzker-1981-james-stirling.html
• http://www.snowdendesign.com/download/University-Gateway-1995.pdf
• http://www.architectureweek.com/2003/0709/design_3-1.html
• http://archiveofaffinities.tumblr.com/post/4615748908/james-stirling-science-library-university-of
• http://www.independent.co.uk/arts-entertainment/arts--a-matter-of-taste-in-life-james-stirling-was-a-big-figure-and-a-
controversial-one-was-he-a-giant-of-modern-architecture-or-a-large-ego-with-a-slender-body-of-work-in-death-he-is-fast-
being-rehabilitated-and-his-most-famous-building-finally-looks-like-being-built-1481969.html
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 6
James Stirling, Biblioteca di Scienze. Università della California. Irvine, Los Angeles, 1988
COMMENTO
Il campus di Irvine è occupato da una serie di padiglioni sparsi nel parco.
Stirling affida all’edificio della biblioteca il compito di creare spazi urbani. L’edificio è sito a cavallo di uno dei percorsi principali del campus ed è plasmato in modo da definire una breve strada a cortina, che conduce ad una piazza circolare (interna all’edificio, tutta costruita) e, in sequenza, ad una grande piazza quadrata (di cui la biblioteca costruisce un lato), nella quale edifici e giardino tornano a mescolarsi.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 7. Bolles+Wilson
Biblioteca Europea di informazione e cultura (Beic), Milano, 2002/07
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 7. Bolles+Wilson
Biblioteca Europea di informazione e cultura (Beic), Milano, 2002/07
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 7. Bolles+Wilson
Biblioteca Europea di informazione e cultura (Beic), Milano, 2002/07
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 7
Bolles+Wilson, Biblioteca Europea di informazione e cultura (Beic), Milano, 2002/07
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• A. De Poli , Biblioteche 1995-2005 , Federico Motta Editore, 2002
• A. Germano (a cura di) , Bolles+Wilson. Opere e progetti,– Electa, Documenti di architettura 155, 2004
• M. Muscogiuri, Architettura della biblioteca, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2004
RIFERIMENTI INTERNET
• http://www.beic.it/
• http://europaconcorsi.com/projects/107083-B-E-I-C-Biblioteca-Europea-di-Informazione-e-Cultura-Milano-2001
• http://europaconcorsi.com/projects/197587-Biblioteca-Europea-di-Informazione-e-Cultura-Milano
• http://www.archilovers.com/p18044/BEIC---Biblioteca-Europea-di-Informazione-e-Cultura
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 7
Bolles+Wilson, Biblioteca Europea di informazione e cultura (Beic). Milano, 2002/07
COMMENTO
Ho avuto modo di partecipare alla vicenda della BEIC e di seguire il concorso vinto da Bolles+Wilson. Meritatamente vinto, a mio parere.
C’erano altri progetti interessanti: quello di Botta, quello di Riboulet, ad esempio. Ma il progetto di Bolles+Wilson era quello che meglio interpretava il rapporto fra la biblioteca e questa parte di città. Il settore d’ingresso della biblioteca è una piazza che accoglie gli utenti che si muovono lungo il percorso che va dalla fermata del Passante Ferroviario alle fermate dei mezzi pubblici urbani. I corpi sospesi dell’edificio, destinati agli spazi di lettura, accompagnano questa passeggiata.
Per la città, anche per chi non sta andando in biblioteca, l’edificio di Bolles+Wilson è funzionalmente ed espressivamente accogliente.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 8. Bolles+Wilson
Biblioteca civica. Munster, Germania, 1987/93
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 8. Bolles+Wilson
Biblioteca civica. Munster, Germania, 1987/93
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 8. Bolles+Wilson
Biblioteca civica. Munster, Germania, 1987/93
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 8. Bolles+Wilson
Biblioteca civica. Munster, Germania, 1987/93
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 8. Bolles+Wilson
Biblioteca civica. Munster, Germania, 1987/93
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 8
Bolles+Wilson,Biblioteca civica. Munster, Germania, 1987/93
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• A. Germano (a cura di), Bolles+Wilson. Opere e progetti, Electa, Documenti di architettura 155, 2004
• A. De Poli, Biblioteche 1995-2005 , Federico Motta Editore, 2002
• Marco Muscogiuri, Architettura della biblioteca, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2004
RIFERIMENTI INTERNET
• Google earth
• http://www.dse.nl/~ebert/stadtbuecherei/history.html
• http://www.architectureweek.com/cgi-bin/awimage?dir=2001/0314&article=design_2-1.html&image=11330_image_1.jpg
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 8
Bolles+Wilson,Biblioteca civica. Munster, Germania, 1987/93
COMMENTO
Con una diversa composizione il progetto della Beic ribadisce criteri di progetto già utilizzati da Bolles+Wison per la biblioteca di Munster.
A Munster, in modo spregiudicato, i progettisti hanno diviso la biblioteca in due, l’hanno tagliata con una strada in asse con la Lamberti Kirche.
Con la biblioteca è nata una nuova strada urbana; al contempo l’edificio dialoga con il tessuto edilizio preesistente e ridefinisce un margine dell’isolato in cui è sito.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
EDIFICI E IDENTITÀ DELLA CITTÀ
Ho descritto, con esempi, come il disegno di un edificio si può intrecciare con il disegno di uno spazio urbano.
Quelle che ho descritto con gli esempi non sono le uniche tecniche possibili per “intrecciare edifici e città”.
Possiamo pensare alle cattedrali nelle piazze delle città europee, ma anche a esperienze spaziali completamente diverse: l’esperienza del luogo segreto, quella che si può fare camminando nel tessuto di una città medioevale (percorrere una strada stretta e ombrosa, di fianco a un muro, aprire una porta nel muro e entrare in una corte grande e luminosa, dalla corte entrare in un edificio di scala gigante, ecc.).
Ho parlato di questo rapporto con la città, con i suoi spazi, le strade e le piazze, dell’esperienza spaziale. Ma non solo di questo ci dovremo occupare.
Pensiamo anche al rapporto con gli edifici che stanno intorno, al loro carattere, e, più in generale, all’identità della città.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
EDIFICI E IDENTITÀ DELLA CITTÀ
Quando costruiamo un edificio il nostro lavoro è una piccola parte di una grande opera collettiva (bella o brutta). Il nostro lavoro cambierà di poco o di tanto quel manufatto. Quindi, come se dipingessimo l’ultimo angolo di un grande quadro, dobbiamo guardare alla composizione dell’opera nel suo insieme.
Questo rapporto, con quel che c’è già, non comporta solo immedesimazione o assimilazione. Comporta un giudizio sulla città e sul ruolo della nostra opera nella storia della costruzione della città.
In questo giudizio penso che si mescolino spesso sentimenti personali provati per i luoghi in cui abbiamo vissuto.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
LO SPAZIO DEGLI EDIFICI DESTINATI AD ISTITUZIONI CULTURALI
Ho parlato finora di edifici per le istituzioni culturali come di un insieme omogeneo.
Per certi versi non è così. Diverso è il carattere degli edifici che ospitano la cultura e le istituzioni culturali.
NOTE SULLO SPAZIO DI BIBLIOTECHE, MUSEI, CINEMA
Biblioteca
In una moderna biblioteca l’atrio d’ingresso è una piazza coperta, il luogo dell’incontro e della sosta. Penso all’uso che delle biblioteche fanno gli studenti milanesi.
Poi man mano che ci addentriamo nell’edificio lo spazio diventa lo spazio dell’individuo, di una moltitudine di individui, separati ed uniti come foglie sui rami. Ciascuno vede gli altri, ma è isolato dagli altri. Ci sono dei modi per interpretare questo spazio di molteplici isolamenti.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 9. Louis Kahn
Biblioteca della Phillips Exeter Academy – Exeter, New Hampshire, 1965/72
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 9. Louis Kahn
Biblioteca della Phillips Exeter Academy – Exeter, New Hampshire, 1965/72
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 9. Louis Kahn
Biblioteca della Phillips Exeter Academy – Exeter, New Hampshire, 1965/72
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 9: Louis Kahn
Biblioteca della Phillips Exeter Academy – Exeter, New Hampshire, 1965/72
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Lo spazio degli edifici destinati ad istituzioni culturali. Esempio n° 9
Louis Kahn, Biblioteca della Phillips Exeter Academy, Exeter, New Hampshire, 1965/72
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• R. Giurgola, J Mehta, Louis I Kahn , Zanichelli SA 8, 1981
• D.B. Bronwlee, D.G. De Long, Louis I. Kahn , Rizzoli, 1995
• G. Fiorese (a cura di), Biblioteche Architettura Città, Politecnico di Milano, 1999
• G.E. Wiggins, Louis I. Kahn: The Library at Phillips Exeter Academy, John Wiley & Sons, 1997
RIFERIMENTI INTERNET
• http://es.wikiarquitectura.com/index.php/Biblioteca_de_la_Phillips_Exeter_Academy
• http://www.edilone.it/opere/scheda/exeter-library_30.html
• http://www.flickriver.com/photos/atelier79033/sets/72157621749144401/
• http://www.archweb.it/dwg/arch_arredi_famosi/L_Kahn/biblioteca_phillips_exeter/biblioteca_phillips_exeter.htm
• http://www.archhis.com/bldg/?bI=16914
FILM
• Nathaniel Kahn, My Architect: viaggio di un figlio, film documentario su Louis Kahn, 2003
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Lo spazio degli edifici destinati ad istituzioni culturali. Esempio n° 9
Luis Kahn, Biblioteca della Phillips Exeter Academy, Exter, New Hampshire, 1965/72
COMMENTO
Ammiro sempre la biblioteca progettata da Louis Kahn per la Phillips Exeter Academy.
Al centro c’è l’atrio/piazza circondato dallo spazio ombroso dei piani soppalcati dei libri. Lungo il perimetro esterno, vicino alle finestre ci sono gli spazi di lettura.
Ogni nicchia, collocata a fianco dello spazio collettivo in penombra, ha la sua finestra sul mondo, in questo caso su un parco, e la luce della finestra illumina il libro. Ognuno ha il suo posto e la sua luce e insieme partecipa allo spazio della comunità di studiosi.
Lo spazio è organizzato ad anelli (com’egli anelli di un tronco d’albero) ed è scandito da una successione di ordini dimensionali: lo spazio centrale è di ordine gigante, lo spazio dei libri che lo circonda (i soppalchi con gli scaffali) è di ordine umano (l’altezza dei piani è commisurata all’altezza di scaffali raggiungibili con la mano).
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Il terzo anello, che ospita lo spazio collettivo della lettura, è di ordine gigante. L’anello più esterno, che ospita le nicchie di lettura è di ordine umano.
La dimensione degli spazi e la visione sono molto importanti.
Dice Kahn: “Exeter iniziò con la periferia, dove è la luce. Ho sentito che la stanza di lettura avrebbe dovuto essere dove una persona è sola, vicino ad una finestra, ed ho sentito che avrebbe dovuto essere uno spazio di lettura privato, una specie di luogo svelato nelle pieghe della costruzione. Ho realizzato lo spessore più esterno dell’edificio come un anello di mattoni, indipendente dai libri. Ho realizzato lo spessore più interno come un anello di calcestruzzo, dove sono raccolti i libri lontano dalla luce. L’area centrale è il risultato di questi due anelli continui; è solo l’entrata, dove i libri, attraverso le grandi aperture circolari, sono visibili tutto intorno. Così si sente l’invito dei libri.”
Louis Kahn cita lo straordinario dipinto di Antonello da Messina “San Girolamo nel suo studio” come fonte di ispirazione dell’interno della biblioteca.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 10. Le Corbusier
Convento di Sainte Marie de la Tourette – Eveux, Francia, 1957/60
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 10. Le Corbusier
Convento di Sainte Marie de la Tourette – Eveux, Francia, 1957/60
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 10. Le Corbusier
Convento di Sainte Marie de la Tourette – Eveux, Francia, 1957/60
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Lo spazio degli edifici destinati ad istituzioni culturali. Esempio n° 10
Le Corbusier , Convento di Sainte Marie de la Tourette, Eveux, Francia, 1957/60
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• W. Boesiger (a cura di) – Le Corbusier. Oevre complète 1957-1965 – Les Editions d’Architecture Zurich, 1965
RIFERIMENTI INTERNET
• http://www.fondationlecorbusier.fr/ Sito della Fondazione Le Corbusier, che pubblica una vasta documentazione di
architettura, scultura, pittura, design. In particolare il convento è pubblicato all’indirizzo:
http://www.fondationlecorbusier.fr/corbuweb/morpheus.aspx?sysId=13&IrisObjectId=4731&sysLanguage=fr-
fr&itemPos=17&itemSort=fr-fr_sort_string1%20&itemCount=78&sysParentName=&sysParentId=64
• http://www.couventlatourette.com/
• http://www.edilone.it/Convent-Of-La-Tourette_opere_y_37.html
• http://www3.bk.tudelft.nl/scripts/architectuur/agram/fcard.asp?lookforthis=66&dir=corbu&pics=cb
• http://www.architectural-review.com/archive/1961-june-dominican-monastery-of-la-tourette-by-le-corbusier-eveux-sur-
arbresle-france/8600790.article
• http://www.ocaiw.com/catalog/index.php?lang=en&catalog=arch&author=29#cat1
• http://www.diap.polimi.it/didattica/MorfoTipo/schede/denti/scheda1.pdf
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Lo spazio degli edifici destinati ad istituzioni culturali. Esempio n° 10
Le Corbusier , Convento di Sainte Marie de la Tourette, Eveux, Francia, 1957/60
COMMENTO
Tutte le volte che racconto questo spazio di Luis Kahn mi torna alla mente il convento di Sainte Marie de la Tourette a Eveux, progettato da Le Corbusier. Fra gli edifici che ho visitato è quello che mi ha dato più emozione.
Le celle dei monaci hanno le dimensioni umane prescritte dal Modulor. Dentro c’è il monaco solo, il suo riposo, la sua meditazione, separato dal cielo e dalla collina dall’ombra della loggia.
Sotto ci sono gli spazi delle attività comuni (biblioteca, refettorio, …), di scala gigante, ma non gigantesca, affacciati sul prato con trasparenza, solo segnata dalle ombre dei sottili setti in calcestruzzo. Chi sta all’interno è separato dal paesaggio solo da questo modularsi di ombra e luce.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Lo spazio degli edifici destinati ad istituzioni culturali
Anche nelle piccole architetture, dimensione degli spazi e visione sono importanti.
Mi viene in mente la stanza della musica di un amico architetto, in Val di Fassa, Piero De Martini. Tiene un pianoforte, non a coda, in una piccola stanza, un cubo di poco più di due m di lato, rivestito di legno chiaro su tutti i lati.
La stanza ha una piccola finestra. Dalla finestra si vedono solo la cresta della montagna ed il cielo. Quando suona, dentro la stanza ci sono lui, la musica, la montagna ed il cielo.
Per avere l’abitabilità ha classificato, nella pratica edilizia, quel locale come ripostiglio. È un bellissimo ripostiglio di musica.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Lo spazio degli edifici destinati ad istituzioni culturali
Museo
Ora pensiamo agli spazi di un museo.
Il museo è un percorso, un cammino, più o meno faticoso, nella conoscenza.
Ma è un percorso particolare, con molte mete, con molte interruzioni.
Anche il rapporto con la luce e la visione è particolare
La visione è un cambio continuo di messa a fuoco, dall’oggetto all’insieme.
La luce deve essere indiretta o filtrata, deve arrivare delicatamente sull’oggetto lasciando nell’ombra il visitatore.
Guardiamo ancora un progetto di Louis Kahn.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 11. Louis Kahn
Kimbell art museum. Fort Worth, Texas, USA, 1965/7
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Esempio n° 11. Louis Kahn
Kimbell art museum. Fort Worth, Texas, USA, 1965/7
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 11. Louis Kahn
Kimbell art museum. Fort Worth, Texas, USA, 1965/7
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 11
Louis Kahn, Kimbell art museum. Fort Worth, Texas, USA, 1965/7
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• D.B.Bronwlee, D.G. De Long, Louis I. Kahn, Rizzoli, 1995
• R. Giurgola, J Mehta, Louis I Kahn, Zanichelli SA 8, 1981
RIFERIMENTI INTERNET
• http://it.wikipedia.org/wiki/Kimbell_Art_Museum
• http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Kimbell_Art_Museum?uselang=it
• http://en.wikiarquitectura.com/index.php/Kimbell_Art_Museum
• http://www.bluffton.edu/~sullivanm/texas/ftworth/kimbell/kimbell.html
• http://d-lab.kr/prof/2007_01.pdf
• http://davidrifkind.org/fiu/library_files/jordy.kimbell-art-museum.lib-iss.pdf
• http://www.greatbuildings.com/buildings/Kimbell_Museum.html
• http://saveriosilli.wordpress.com/2011/12/02/kimbell_art_museum/
• http://www.mimoa.eu/projects/United%20States/Fort%20Worth/Kimbell%20Art%20Museum
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 11
Louis Kahn, Kimbell art museum. Fort Worth, Texas, USA, 1965/7
COMMENTO
È il progetto di una galleria con una copertura che regola la luce naturale, mentre la luce naturale, con le sue variazioni, scandisce il colore e la luminosità delle pareti su cui si riflette.
La galleria diventa un modulo ripetuto.
La tessitura è interrotta da corti con giardini interni, per offrire al visitatore spazi di sosta con elementi di natura, l’aria fresca e il rumore dell’acqua.
I progetti di Kahn nascono sempre da questa attenzione alla percezione dell’utente.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
NOTE SULLO SPAZIO DI BIBLIOTECHE, MUSEI, CINEMA
Cinema
Immaginiamo un cinema multisala, come quelli che hanno recentemente popolato Milano e l’hinterland milanese.
All’interno ci sono le sale, lo spazio del buio. È come essere seduti su un balcone, affacciati su un altro mondo nel quale ciascuno può entrare con le sue emozioni. Un balcone, una scatola buia e cieca, una finta finestra (lo schermo), uno spazio reale che deve scomparire in uno spazio immaginario.
Raggiungo le sale da un percorso. Nel percorso sono importanti l’orientamento ed il controllo dello spazio complessivo in cui mi muovo, il controllo del movimento degli altri. Per il percorso è appropriata, spesso, l’architettura della veduta, la trasparenza, (le balconate, gli affacci sugli altri piani).
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Esempio n° 12. Guido Canella
Cinema Plinius. Milano, Italia, 1994/7
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Lo spazio degli edifici destinati ad istituzioni culturali. Esempio n° 12
Guido Canella, Cinema Plinius. Milano, Italia, 1994/7
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• E. Bordogna, Guido Canella, Electa, Documenti di Architettura, 2001
RIFERIMENTI INTERNET
• http://www.canella-achilli.com/en/projects/yr1990.html
• http://taccuinodicasabella.blogspot.it/2012/02/lutopia-costruita-di-guido-canella.html
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Lo spazio degli edifici destinati ad istituzioni culturali. Esempio n° 12
Guido Canella, Cinema Plinius – Milano, Italia, 1994/7
COMMENTO
Vado ogni tanto al cinema Plinius, a Milano, ristrutturato come multisala con progetto di Guido Canella.
Gli spettatori che entrano od escono dalle sale ad ogni piano ruotano intorno ad un imbuto, su cui ci si affaccia.
Anche il pavimento dell’interrato ha un disegno a spirale in fondo all’imbuto. Lo spazio dell’edificio interpreta lo spazio del movimento.
Poi c’è l’atrio il luogo della sosta e dell’incontro, la piazza interna.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
Nel fisico, nella psiche degli umani e nelle loro attività ci sono caratteri che si modificano molto lentamente, nel lungo corso dell’evoluzione; tanto lentamente (rispetto alla vita degli edifici) che possiamo considerarli, per approssimazione, costanti.
Possiamo quindi fare alcune valutazioni generali sul carattere che conviene abbiano spazi destinati ad ospitare attività tipiche.
Farò osservazioni su due copie di opposti: spazi per lo spostamento e spazi per la sosta; spazi per la moltitudine e spazi per l’individuo. (NB. Uso queste categorie perché si riferiscono a situazioni tipiche; ovviamente queste categorie non esauriscono l’universo infinito delle situazioni spaziali).
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
Spazi per lo spostamento e spazi per la sosta
Spazi per lo spostamento
Ne ho accennato prima parlando del cinema.
Penso che quando progettiamo uno spazio destinato ad ospitare persone che si spostano, sia utile considerare due questioni: il controllo e la sequenza.
Gli umani, quando si spostano, di solito, preferiscono tenere sotto controllo la situazione, tramite la visione (non solo per non inciampare). Più ampio è lo spazio controllato, meglio è.
Per questo molti progettisti, negli edifici interessati da molteplici spostamenti, creano percorsi che si affacciano a diversi livelli su spazi di grande altezza. Chi si sposta può vedere le possibili mete del proprio spostamento, può tenere sotto controllo la posizione degli altri, può ricevere, dalla visione, una grande quantità di informazioni. Un percorso di questo tipo è, in genere, preferito ad una passeggiata in una scala a tenuta di fumo, salvo che in una minoranza di casi (incendio, ecc.).
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DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
Poi c’è la sequenza di situazioni spaziali, cui corrisponde, per chi si sposta, una sequenza di percezioni (emozioni spaziali). La sequenza può avere diversi caratteri: variazione o ripetizione; sorpresa o attesa; può essere descritta, come una sceneggiatura. Provo a descrivere, come esempio, due sequenze tratte da conosciute passeggiate in spazi urbani.
Pienza
Entriamo nella città murata da porta al Murello, percorriamo corso Rossellino (spina dorsale della città), siamo stretti fra due cortine di case storiche, entriamo in piazza Pio II; ci fermiamo di fronte al Duomo, siamo nella scenografia del Rossellino, al centro di una prospettiva, che ci regala l’illusione di vivere uno spazio maggiore del reale.
Attraversiamo la piazza, passiamo sul lato destro della chiesa. Lo spazio, geometrico e chiuso, di una piazza ideale del Rinascimento è sostituito di colpo dalla visione del paesaggio immenso e aperto della Val d’Orcia, confinato da dolci colline lontane, disegnato dal tracciato dei campi e dei boschi. 78
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
Trovo (con me milioni di turisti) questa sequenza bellissima.
Venezia
Se si va verso S. Marco da Rialto, con percorso tortuoso in strette calli (la prospettiva in continua mutazione), traversato un sottoportico si sbuca in piazza, di fianco alla Cattedrale, che appare a pochi metri, improvvisa e gigantesca. Piegando a destra, di fianco alla chiesa, si vede il fondale della piazza, opposto alla facciata di S.Marco (l’Ala Napoleonica delle Procuratie), inquadrato dai portici delle Procuratie Vecchie e Nuove; poi appare il campanile; infine, superata la Cattedrale, lo sguardo volge a sinistra verso lo spazio sconfinato dove il Canal Grande diventa mare, e quell’affacciarsi sul canale è inquadrato dalla Libreria Marciana e dal Palazzo Ducale. Di fianco sta la facciata di San Marco. Nello stesso momento c’è lo stare in una piazza confinata e l’infinito del mare. Infine, se si raggiunge il fondo della piazza, tornando nello spazio ordinato e confinato delle Procuratie, immersi nell’ordinata visione dei portici, e ci si volta, si scopre tutta S. Marco, nella sua tumultuosa bellezza.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
Venezia Come molte piazze antiche, Piazza San Marco è concate- nazione di spazi. Con personaggi compositivi così efficaci, che pochi si accorgono della finzione ortogonale di una piazza trapezoidale.
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DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
Spazi per la sosta
Penso a una persona seduta in una stanza (quando la sequenza delle visioni è solo un girar gli occhi) ed ad una finestra. La finestra è il tramite fra l’esterno e l’interno; è l’angolo di cielo, che entra nella stanza, con la sua luce e, insieme, la visione di un brano di cielo e di paesaggio.
Quando si lavora su spazi destinati ad ospitare attività confinate, penso sia importante considerare le diverse declinazioni del rapporto fra la “stanza” e il mondo esterno (come Luis Kahn a Exeter: quella nicchia di lettura con la sua finestra). In quell’esempio di Kahn trovano risposta anche altre questioni importanti: la dimensione, l’ospitalità, la protezione (negli spazi destinati a ospitare la sosta il problema del controllo si trasforma in un problema di “posizione” e si mescola col problema del “dominio”)
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DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
Ospitalità
Uso il concetto di ospitalità. Mi sembra comodo per evitare la controversia sul “funzionalismo ingenuo”. Nel progetto un edificio, uno spazio, non deve essere dedotto dalla “funzione”, ma deve essere valutato per la sua idoneità ad ospitare l’ attività cui è destinato.
Non solo le attività istituzionali, anche i più comuni comportamenti, come insegna Hertzberger nelle sue “Lezioni di architettura” (Herman Hertberger – Lezioni di architettura – Editori Laterza, 1996).
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DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
Spazi per la moltitudine e spazi per l’individuo
La progettazione di spazi per l’individuo e la moltitudine ha certamente a che fare con la dimensione, non solo in relazione alle necessità fisiche (in materia di ergonomia ed igiene) delle attività ospitate; anche in relazione alla “rappresentazione” dello spazio.
Le Corbusier ha teorizzato con il “Modulor” certe misure per gli spazi individuali (ad esempio, un’altezza di m 2,27) e misure doppie per gli spazi destinati ad attività collettive (ad esempio, l’altezza doppia di m 4,54). Gran parte degli spazi del convento di La Tourette sono costruiti nel rispetto di questo principio.
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DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
L’altezza è importante, anche al di là delle minime prestazioni fisiche richieste. Faccio sempre questo esempio banale: pensiamo al Duomo di Milano com’è, con la sua altezza interna, pensiamo lo stesso spazio in pianta, con una soletta orizzontale piana posta a m 4,50 d’altezza. Non è la stessa cosa. Questa differenza non riguarda la funzione, ma la rappresentazione
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DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
Spazi per la moltitudine
Le attività svolte insieme, nello stesso spazio, da una moltitudine di individui sono diverse. Ricordo alcune categorie, nelle quali queste attività possono essere classificate: la comunicazione diretta passiva, (a teatro, a concerto, ecc.); certi comportamenti rituali, certe feste (persone che ripetono gli stessi movimenti, come in un ballo), una catena di montaggio.
La comunicazione diretta passiva richiede normalmente spazi (e arredi) con prestazioni misurabili, in materia di visione e acustica.
Nel progettare gli spazi che ospitano comportamenti rituali ripetuti conviene tener conto anche del controllo (tramite la visione) e del dominio (lo spazio usato da un individuo della moltitudine).
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DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
Spazi per l’individuo
Uso ancora come esempio la biblioteca di Exeter. Il posto di consultazione è uno spazio per l’individuo, offre protezione e dominio dello spazio, della luce e della visione (la mia nicchia, la mia finestra). Pensiamo, per confronto, ai grandi spazi rettangolari della sale di lettura di molte biblioteche, con folle di tavoli in fila, come i banchi di scuola di una volta, ma senza la ragione della comunicazione diretta. Si sta come un numero in un elenco. Credo che la maggior parte degli umani preferisca lo spazio di Exeter.
Questa questione è simile a quella dei posti di lavoro negli uffici: in stanze o in grandi spazi aperti?
Credo che il disagio creato dall’ ”open space” sia ormai certificato.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
Lo spazio come comunicazione del ruolo.
Infine, a proposito dell’interazione fra spazio e attività ospitata, penso sia utile fare alcune considerazioni sull’uso dello spazio come comunicazione del ruolo.
Come racconta, fra gli altri, Montanelli, Mussolini riceveva i suoi visitatori nella sala di palazzo Venezia, stando dietro una scrivania spoglia, collocata sul lato opposto all’ingresso. Il visitatore doveva camminare a lungo nella grande sala vuota, controllato dagli occhi del capo e i suoi passi, misuravano, con disagio, il suo piccolo essere a confronto con la grandezza dello spazio del capo.
Chaplin ha raccontato magistralmente questa esperienza ne “Il grande dittatore”.
Frequentemente, negli uffici, la gerarchia aziendale è rappresentata dalla gerarchia delle stanze (l’ubicazione, la dimensione, il tipo di arredo).
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
DIGRESSIONE SU ALCUNI CARATTERI DELLO SPAZIO DEGLI EDIFICI
La grandezza dell’architettura è stata spesso strumento di rappresentazione del ruolo. Sicuramente la dimensione (come la geometria e, in misura minore lo “stile”) è, oltre che strumento di ospitalità, anche strumento di rappresentazione.
Penso ai monumenti religiosi o funerari, ai templi, alle chiese, alle piramidi egizie, ma anche alla biblioteca di Boullée.
Questo aspetto (la comunicazione del ruolo) è parte della generale teatralità dell’architettura.
Quando nasce, l’edificio è (anche) una forma di comunicazione del proprietario, e/o del costruttore e/o del progettista. Quando il tempo passa, e l’intenzione originaria si è persa, resta il teatro delle memorie (sensazioni e ricordi di altre sensazioni, in un intreccio che non finisce mai).
Ospitalità e rappresentazione: si mescolano sensazioni “originarie”, (il peso e la leggerezza, la luce e il buio, il già visto e la sorpresa, ecc.) con ricordi di vita e di cultura in quest’infinito declinare (ripetendo e variando) la materia del mondo che ci ospita (con questa urgenza di stare comodi e insieme di comunicare).
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
TIPI E ISTITUZIONI
Il problema del tipo è correlato a quello delle istituzioni.
Con l’affermarsi delle istituzioni civili della società borghese, la cultura architettonica, in particolare l’architettura dell’illuminismo, si è impegnata a definire i tipi delle istituzioni.
La collezione privata e la biblioteca privata diventano istituzioni civiche. Gli architetti dell’illuminismo codificano tipi appropriati per ospitarle.
Nel fare questa operazione, che è anche operazione di reinvenzione degli elementi della nuova città, usano la stessa tecnica dei Romani: identificano tipi destinati a ciascuna istituzione che diventano anche prototipi riproducibili per la ricostruzione della città nella sua nuova veste borghese.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
TIPI E ISTITUZIONI
Durand lo fa descrivendo, nelle sue lezioni, un catalogo di edifici (J.N.L. Durand “Lezioni di architettura” Clup, 1986). Boullée, Ledoux e gli altri architetti illuministi lo fanno con i loro progetti.
Il tipo edilizio destinato alle istituzioni diventa parte della città e, come nell’architettura romana, nasce già come monumento.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 13. Etienne Louis Boullée
Biblioteca Nazionale (progetto), Parigi, Francia, 1784
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 13. Etienne Louis Boullée
Biblioteca Nazionale (progetto), Parigi, Francia, 1784
Raffaello, Scuola di Atene, 1509, Stanze
del Vaticano,. Stanza della Segnatura,
Musei Vaticani
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipi e istituzioni. Esempio n° 13
Etienne Louis Boullée, Biblioteca Nazionale (progetto), Parigi, Francia, 1784
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• E.L. Boulée, Architettura. Saggio sull’arte, 1799 , Ripubblicato da Marsilio, 1967, con Prefazione di A Rossi.
• E. Kaufmann, L'architettura dell'illuminismo, Einaudi, 1966
• J.M. Perouse de Montclos, Boullée, Etienne-Louis 1728-1799, Electa, Architetti moderni, 1997
RIFERIMENTI INTERNET
• http://expositions.bnf.fr/boullee/plan/index.htm
• http://expositions.bnf.fr/boullee/
• http://gallica.bnf.fr/scripts/ConsultationTout.exe?O=07701039
• http://gallica.bnf.fr/scripts/catalog.php?Fonds=Fonds_Boullee
RIFERIMENTI ICONOGRAFICI INTERNET
Raffaello, Scuola di Atene, 1509, Stanze del Vaticano,. Stanza della Segnatura, Musei Vaticani, Città del Vaticano. Roma
• http://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_di_Atene
• http://www.wga.hu/index1.html (percorso: ABC Index / R / Raffaello Sanzio / Decoration o f the Stanze in the Palazzi
Pontifici, Vatican / Stanza della Segnatura / The School of Athens).
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipi e istituzioni. Esempio n° 13
Etienne Louis Boullée, Biblioteca Nazionale (progetto), Parigi, Francia, 1784
COMMENTO
Racconta Boullée nel suo saggio: “Profondamente colpito dalla concezione sublime della scuola di Atene di Raffaello, ho cercato di realizzarla. [ ]. Questo progetto consiste nel trasformare il Cortile, che ha 300 piedi di lunghezza e 90 di altezza, in un’immensa basilica rischiarata dall’alto, che conterrà non solamente tutte le nostre ricchezze letterarie, ma anche quelle del futuro. [ ]. Ho voluto che le nostre ricchezze letterarie fossero presentate nel più bell’insieme possibile. Per questo ho pensato che niente sarà più grande, più nobile, più straordinario e di più magnifico aspetto, di un vasto anfiteatro di libri.”
Boullée pensa ad un edificio che ospiti e rappresenti la Biblioteca Pubblica. Interpreta e rappresenta, con gli strumenti dell’architettura, il programma edilizio (“il soggetto” dice Boullée). Progetta un monumento appropriato a un’istituzione (“Il monumento più prezioso per una nazione è certamente quello che conserva tutte le conoscenze esistenti”). 94
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
TIPI E ISTITUZIONI
Inventa un tipo, operando per associazione di idee: la scuola di Raffaello, la basilica, l’anfiteatro, i libri. Una basilica a una navata, con una grande copertura voltata, come la Scuola di Atene di Raffaello, con uno spazio interno che è un anfiteatro di libri, con muri di libri.
L’edificio è una sintesi straordinaria, per chiarezza e potenza comunicativa.
Quel tipo sarà poi riproposto da altri progettisti. Ricordo il progetto di Aldo Rossi per la biblioteca pubblica di Seregno e il progetto di Stirling per la nuova biblioteca di Francia (concorso vinto dal retorico progetto di Perrault).
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Esempio n° 14: James Stirling
Biblioteca di Francia, Parigi, Francia, 1989
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 14: James Stirling
Biblioteca di Francia, Parigi, Francia, 1989
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipi e istituzioni. Esempio n° 14.
James Stirling, Biblioteca di Francia, Parigi, Francia, 1989
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• Recent Work of James Stirling Michael Wilford and Associates, AU Numero monografico, 1990
• R Maxwell (a cura di), James Stirling Michael Wilford, Zanichelli, SA 37, 2002
RIFERIMENTI INTERNET
• http://opa.yale.edu/images/slideshow/Slideshow-BAC-Stirling-Exhibit/slideshow.swf
• http://www.alyngriffiths.com/scene/2011/05/james-stirling-notes-from-the-archive-at-tate-britain/
• http://newlandscapeworld.blogspot.it/2011/05/exhibitions.html
• http://aesthetisches.blogspot.it/2011_05_01_archive.html
• http://www.flickr.com/photos/iqbalaalam/5615923122/in/photostream/
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 15: Aldo Rossi
Progetto per la nuova Biblioteca Civica – Seregno, 1989
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipi e istituzioni. Esempio n° 15.
Aldo Rossi, Progetto per la nuova Biblioteca Civica, Seregno, 1989
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
A. Ferlenga, Aldo Rossi. Architetture 1988-1992, Electa, 1992
RIFERIMENTI INTERNET
Disegni di progetto sono pubblicati sul sito dell’ “Archivio Carlo Scarpa” dello IUAV
• http://opac.iuav.it/DARC/ew_query_isis.php?&EW_T=R&???EW_HIL=ew_menu.html&EW_HFL=ew_copy.html&EW_FL
=ew_limiti.html&EW4_DLL=20&EW4_DLP=10&EW4_CJL=1&EW4_NVR=&EW4_NVT=&EW4_NMI=&EW_RM=10&EW
_EP=000770&EW_RP=10&&EW_P=LT_EW&EW_R1P=LSP_EW&EW_R1=CR=E505000000662&EW_ER=Concorso!p
er!la!nuova!biblioteca!civica!/!Aldo!Ros...&EW_D=W5050&EW=REF601=E505000000662&
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 16. Karl Friedrich Schinkel
Altes Museum, Berlino, Germania, 1822/30
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 16: Karl Friedrich Schinkel
Altes Museum, Berlino, Germania, 1822/30
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 16. Karl Friedrich Schinkel
Altes Museum, Berlino, Germania, 1822/30
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipi e istituzioni. Esempio n° 16
Karl Friedrich Schinkel, Altes Museum, Berlino, Germania, 1822/30
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
G.P. Semino (a cura di), Schinkel, Zanichelli, SA 102, 1993
G.P. Semino, Karl Friedrich Schinkel, Birkhauser,1993
Carlos Martí Arís, Variazioni dell’identità. Il tipo di architettura – CittàStudi, 1993
RIFERIMENTI INTERNET
http://en.wikipedia.org/wiki/Altes_Museum
http://www.visitberlin.de/it/node/592563
http://www.greatbuildings.com/buildings/Altes_Museum.html
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipi e istituzioni. Esempio n° 16
Karl Friedrich Schinkel, Altes Museum, Berlino, Germania, 1822/30
COMMENTO
Ho già accennato a questo edificio parlando del museo di Stirling a Stoccarda.
Schinkel concepisce il museo come percorso di conoscenza storico/artistica e come luogo di contemplazione della bellezza (che è, Hegelianamente, verità).
L’edificio interpreta questo doppio ruolo del museo con la commistione di tre tipi spaziali:
L’edificio a corte, luogo dell’esposizione “didattica”, con un percorso articolato in “stanze” solo parzialmente confinate (da coppie di colonne o da divisori in legno).
Il portico e l’atrio, di ordine gigante, che rappresentano la bellezza assoluta dell’architettura fronte città.
La rotonda, di ordine gigante, (memoria del Pantheon, con un precedente museale nel Pio Clementino del Vaticano) che rappresenta la bellezza assoluta dell’architettura nello spazio interno. Nella rotonda le statue sono disposte con criterio estetico, non con criterio storiografico. 105
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
In questi tre elementi (ingresso, percorso, piazza interna) sono fissati i caratteri del museo, il suo uso e la sua rappresentazione.
Questa tecnica di costruzione della città con il tipo destinato alla istituzione perdura, sia per ragioni di committenza, che come tecnica di progettazione.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 17. Erik Gunnar Asplund
Biblioteca pubblica, Stoccolma, Svezia, 1928
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 17. Erik Gunnar Asplund
Biblioteca pubblica, Stoccolma, Svezia, 1928
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 17: Erik Gunnar Asplund
Biblioteca pubblica, Stoccolma, Svezia, 1928
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipi e istituzioni. Esempio n° 17
Erik Gunnar Asplund, Biblioteca pubblica, Stoccolma, Svezia, 1928
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• GA – Global Architecture, n° 62, 1982
• Controspazio n° 4/1983
• Luca Ortelli, la biblioteca di Stoccolma, Domus 765, novembre 1994
• Controspazio n° 5/1998 – M. Fabbri, “Erik Gunnar Asplund e la formazione dell'immagine europea
• G. Fiorese (a cura di), Biblioteche Architettura Città, Politecnico di Milano, 1999
• Marco Muscogiuri, Architettura della biblioteca, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2004
• Peter Blundell Jones Gunnar Asplund, Phaidon, 2006
• Nicholas Adams, Gunnar Asplund, Electa, 2011
RIFERIMENTI INTERNET
http://sv.wikipedia.org/wiki/Gunnar_Asplund
http://sv.wikipedia.org/wiki/Stockholms_stadsbibliotek
http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Stockholm_Public_Library?uselang=it
http://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/597_2009_181_4660.pdf
http://twww.dpa.polimi.it/fileadmin/templates/dpa/images/collane/altre_pubblicazioni/la_biblioteca%20_nella%20_citt%C3%
A0.pdf
http://www.archinform.net/projekte/884.htm?ID=aheqnTl9Hg4ysc6O
http://www.greatbuildings.com/architects/Erik_Gunnar_Asplund.htm
http://www.arch.kth.se/~a96_fso/asplund/library.html
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipi e istituzioni. Esempio n° 17
Erik Gunnar Asplund, Biblioteca pubblica, Stoccolma, Svezia, 1928
COMMENTO
Asplund usa una tecnica “neoclassica”: compone due tipi (un
edificio a corte aperta fa da cornice a un cilindro di grande
altezza), e li ordina con un asse di simmetria.
Lo schema distributivo è simile a quello utilizzato in molte biblioteche americane contemporanee.
Uno spazio centrale è destinato alla sala dei prestiti (settore d’ingresso), a questo spazio è attribuito il ruolo di spazio di rappresentanza della biblioteca. Le sale di lettura sono nella cornice, con illuminazione diretta dalla facciata.
Asplund interpreta questo schema rappresentando il carattere dei suoi personaggi compositivi senza confonderli.
Il cilindro è piazza coperta, battistero, Pantheon. Il basamento della parete interna del cilindro è fatto di tre ordini di muri di libri, a gradoni (memoria della biblioteca di Boullée).
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
In alto il tamburo e la copertura sono fonte perfetta di luce riflessa, interrotti solo dalle aperture regolari del tamburo; unica decorazione il gioco naturale delle ombre sulle pareti bianche.
La cornice, di tre piani, ha un piano nobile, destinato alle sale di lettura, un basamento destinato a ingressi ed a spazi in rapporto col giardino (biblioteca dei ragazzi). Il Piano alto è destinato prevalentemente all’amministrazione.
Si arriva alla piazza dall’esterno attraverso uno spazio “giunto”: una piccola sala d’ingresso ed una scala rettilinea.
Il metodo utilizzato da Asplund per progettare non è molto lontano da quello di Boullée e Schinkel. Utilizza una combinazione di tipi spaziali che contemporaneamente interpreti in modo adeguato il programma edilizio e rappresenti l’istituzione.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 18. Giorgio Grassi
Biblioteca per il Nuovo Campus universitario, Valencia, Spagna, 1990/98
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 18: Giorgio Grassi
Biblioteca per il Nuovo Campus universitario, Valencia, Spagna, 1990/98
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 18: Giorgio Grassi
Biblioteca per il Nuovo Campus universitario, Valencia, Spagna, 1990/98
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 18:
Giorgio Grassi, Biblioteca per il Nuovo Campus universitario, Valencia, Spagna, 1990/98
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
G. Crespi, S. Pierini (a cura di), Giorgio Grassi. I progetti, le opere e gli scritti, Electa, 1996
Giovanna Crespi, Nunzio Dego, Giorgio Grassi. Opere e progetti, Electa, 2004
RIFERIMENTI INTERNET
http://www.europaconcorsi.com/db/pub/scheda.php?id=819
http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa03/Labellarte/tema.html
http://arquites.wordpress.com/2003/06/14/biblioteca-universidad-de-valencia/
http://costruire.laterizio.it/costruire/_pdf/n80/80_18_23.pdf
http://costruire.laterizio.it/costruire/_pdf/n100/100_046_047.pdf
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 18:
Giorgio Grassi, Biblioteca per il Nuovo Campus universitario, Valencia, Spagna, 1990/98
COMMENTO
Grassi ha progettato una biblioteca per il campus universitario del Politecnico di Milano Bovisa. L’edificio faceva da fondale al grande parco previsto dal progetto. In un contesto di nuova urbanizzazione ha progettato un edifico che ha la chiarezza di un “tipo”: al centro una grande sala a tutt’altezza, illuminata dai fronti minori, delimitata sui lati lunghi, da muri di libri, con interpiano a scala umana. Sul perimetro dell’edificio, sui lati lunghi, al di là dei libri, gli spazi di lettura, a scala gigante (corrispondente al doppio piano di scaffali), Sul fondo un corpo stretto con gli spazi di servizio (scale, servizi, ecc.). Sul fronte di ingresso, ai lati, due avancorpi bassi con gli spazi per uffici. È un edificio che può essere descritto con le parole e con i numeri. Ha la chiarezza che hanno sempre i progetti di Grassi.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Ora quel progetto appartiene alla galleria dei progetti interrotti. Ma un gemello è nato a Valencia, nel campus universitario di quella città. Grassi ha definito un “tipo” e lo ripropone in condizioni analoghe ma diverse.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
TIPI E ISTITUZIONI
Voglio chiarire ora l’uso che faccio, in questa lezione, del termine tipo. Lo uso attribuendogli un significato strumentale: lo considero il risultato di una operazione di classificazione utile per definire i caratteri di uno spazio e utilizzabile come un semilavorato nella progettazione. Quando un tipo è utilizzato come modello ripetibile nella costruzione, uso il termine prototipo.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 19. Frank O.Gehry
Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1991/97
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 19. Frank O.Gehry
Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1991/97
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 19. Frank O.Gehry
Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1991/97
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 19. Frank O.Gehry
Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1991/97
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 19. Frank O.Gehry
Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1991/97
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 19. Frank O.Gehry
Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1991/97
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 19. Frank O.Gehry
Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1991/97
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 19.
Frank O.Gehry, Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1991/97
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• F. Dal Co, K. W. Foster, H Soutter Arnold, Frank O.Gehry. Tutte le opere, Electa 1998
• A. Cuito, Guggenheim, Gribaudo, 2001
• M. Friedman; M. Sorkin, Frank O. Gehry. Architettura + sviluppo, Rizzoli 1999
• Frank O. Gehry: Guggenheim Museum Bilbao , Solomon R. Guggenheim Foundation, 1999
• G. Celant, Frank O. Gehry dal 1997, Skira, Triennale di Milano, 2009
RIFERIMENTI INTERNET
Fra la sterminata quantità di materiale sul museo di Bilbao disponibile in rete, segnalo solo alcuni repertori fotografici
• http://it.wikipedia.org/wiki/Guggenheim_Museum_di_Bilbao
• http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Guggenheim_Museum_Bilbao?uselang=it
• http://openbuildings.com/buildings/guggenheim-museum-bilbao-profile-1314/media
• http://elarq.com/galeria/thumbnails.php?album=61
• http://www.flickr.com/photos/chiccofratta/sets/72157622834378842/
• http://www.greatbuildings.com/buildings/Guggenheim_Bilbao.html
Riferimenti bibliografici
• http://etd.lib.fsu.edu/theses/available/etd-07122004-123525/unrestricted/06_Gehry_Bib&Bio_.pdf
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 19.
Frank O.Gehry, Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1991/97
COMMENTO
Uso il termine tipo anche per classificare il carattere di un edificio complesso come il museo di Bilbao di Gehry. Il tipo della caverna. Che lo stesso Gehry consideri quel progetto un tipo lo dimostra il suo riuso, con diverse declinazioni, in progetti successivi.
Questo riferimento a Gehry ci rimanda di nuovo ad un questione sollevata poco fa, quella del monumento. Anche il museo di Gehry, come la biblioteca di Boullée, come un teatro romano, nasce come monumento. Da questo punto di vista è assimilabile ad un santuario, come quello di Santiago de Compostela. Nasce come un monumento della comunità internazionale, meta di processioni.
La nozione di monumento non è associata ad un linguaggio, al linguaggio dell’architettura classica. È associata ad un intento di rappresentazione. L’architettura che nasce come monumento deve sopravvivere come tale alla sua destinazione iniziale. La sua architettura deve rappresentare una società e una cultura.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
TIPO E TECNICA
L’analisi del museo di Gehry rimanda anche ad un’altra questione. Il rapporto fra tipo e tecnica costruttiva.
Vediamo ora, osservandoli solo da un particolare punto di vista, quello del rapporto fra tecnica costruttiva e figurazione, l’edificio della Facoltà di Legge dell’università di Cambridge, progettato da Norman Foster, di fronte alla bellissima biblioteca di Stirling, e il Beaoubourg di Renzo Piano e Richard Rogers.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 20. Norman Foster
Facoltà di Legge, Università di Cambridge, Cambridge, Inghilterra, 1990/95
(costruita a fianco della biblioteca della facoltà di storia progettata da J. Stirling)
J. Stirling, Biblioteca della Facoltà di
Storia, Cambridge, 1968. Foto aerea di insediamenti dell’Università di Cambridge. Al centro le biblioteche
delle facoltà di Legge (Foster) e di Storia (Stirling)
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 20. Norman Foster
Facoltà di Legge, Università di Cambridge, Cambridge, Inghilterra, 1990/95
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 20. Norman Foster
Facoltà di Legge, Università di Cambridge, Cambridge, Inghilterra, 1990/95
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipo e tecnica. Esempio n° 20
Norman Foster, Facoltà di Legge, Università di Cambridge, Cambridge, Inghilterra, 1990/95
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• Cambridge Low Faculty, in “Domus” luglio/agosto 1997
• A. De Poli, Biblioteche 1995-2005, Federico Motta Editore, 2002
• M. Pawley, Norman Foster. Architettura globale, Rizzoli, 1999
• G. Leoni, Norman Foster, Motta Architettura, 2008
• C. Abel, N. Foster, Architecture and Identity, Routledge, 2012
RIFERIMENTI INTERNET
• http://www.fosterandpartners.com/Practice/Default.aspx
• http://www.fosterandpartners.com/Projects/0541/Default.aspx
• http://en.wikipedia.org/wiki/Faculty_of_Law,_Cambridge
• http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Buildings_by_Foster_and_Partners?uselang=it
Riferimenti bibliografici
• http://www.fosterandpartners.com/Data/Publications/Default.aspx
133
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Foster usa il tipo dei terrazzamenti che si affacciano su di uno spazio a tutt’altezza delimitato da un segmento di volta a botte in acciaio e vetro. L’involucro in vetro è uno schermo trasparente verso il parco.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 21: Renzo Piano e Richard Rogers
Centre Pompidou, Paris, 1971/77
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 21: Renzo Piano e Richard Rogers
Centre Pompidou, Paris, 1971/77
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 21: Renzo Piano e Richard Rogers
Centre Pompidou, Paris, 1971/77
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 21: Renzo Piano e Richard Rogers
Centre Pompidou, Paris, 1971/77
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Edifici che si intrecciano con la città. Esempio n° 21
Renzo Piano e Richard Rogers, Centre Pompidou, Paris, 1971/77
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• R. Piano, R. Rogers, Du Plateau Beaubourg au Centre G.Pompidou , Editions du Centre Pompidou, 1987
• R. Piano, Renzo Piano Building Workshop 1964-1988, A+U extra edition, 1989
• R. Piano, "Renzo Piano Building and projects 1971-1989, Rizzoli International, 1989
• P. Buchanan, Renzo Piano. L’opera completa del RPWB, volume primo, Umberto Allemandi §C, 1994
• R.Piano, Giornale di bordo, Passigli editori, 1997
RIFERIMENTI INTERNET
Fra la sterminata quantità di materiale sul Centre Pompidou disponibile in rete, segnalo solo il sito dello studio e alcuni
repertori fotografici
• http://www.rpbw.com/
• http://it.wikipedia.org/wiki/Renzo_Piano#Pubblicazioni
• http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Renzo_Piano?uselang=it
• http://www.conceptbook.org/2012/01/19/centre-pompidou-renzo-piano-richard-rogers/
• http://www.edilone.it/Centre-Pompidou_opere_y_23.html
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
TIPO E TECNICA
Piano e Rogers utilizzano il tipo della scatola multipiano, con struttura a luce unica (48 m) in omaggio a criteri di flessibilità dello spazio interno, destinato a molteplici attività culturali. Lavorano sull’involucro e sul suo impatto sul suolo (la figura dell’astronave, la rappresentazione dei percorsi all’esterno dell’involucro, il rapporto fra l’edificio e lo spazio aperto circostante, uno dei risultati meno vistosi e più belli di questa architettura).
L’involucro è una struttura spaziale, con i grandi pilastri, le mensole a gru, gli irrigidimenti, disposta su diversi piani di facciata, con i tubi vetrati delle scale mobili e dei principali percorsi orizzontali, che navigano in mezzo alla struttura del fronte principale e con i condotti degli impianti che segnano il fronte opposto.
Confrontiamo questi edifici con quelli che abbiamo visto prima, di Asplund e Grassi.
Il confronto fra questi edifici ci rimanda alla questione della tecnica e del rapporto fra costruzione e figurazione.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
TIPO E TECNICA
Digressione
Quando parlo di tecnica costruttiva nell’architettura trovo comoda questa schematizzazione: la tecnica costruttiva riguarda la costruzione del suolo, dello scheletro e dell’involucro. Ha a che fare con i problemi del peso, della luce, della visione, del benessere (termico, acustico, ecc.), della protezione, dell’energia.
Quando parlo di tecniche costruttive nell’architettura parlo dell’edilizia; quindi, dal punto di vista del benessere, parlo delle tecniche passive.
Considero tecniche attive quelle delle macchine. Il rapporto fra tecniche attive e passive riguarda l’energia e l’economia. Di questo parleremo in altre lezioni.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
TIPO E TECNICA
Gli edifici di Asplund e Grassi usano, nella lotta con il peso, una tecnica muraria. Gli edifici di Piano e Foster usano la tecnica dello scheletro nella versione del meccano, propria della tradizione dell’acciaio.
Il museo, peraltro bellissimo, di Ghery, da questo punto di vista, è ambiguo, perché nasce non dall’interpretazione di una tecnica costruttiva, ma dall’adattamento di tecniche costruttive alla riproduzione di un modello di cartone, al quale non corrisponde una tecnica costruttiva definita. Questa ambiguità si riflette sul costo di costruzione. Ma il costo è ammortizzato dall’essere monumento meta di pellegrinaggio.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 19. Frank O.Gehry
Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1991/97
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
TIPO E COMPOSIZIONE
Ma torniamo al tipo.
Abbiamo visto che la codificazione settecentesca, l’identità fra tipo e istituzione, permane in alcuni esempi del secolo scorso, ma non è più la regola.
Consideriamo per mezzo di esempi altre due tecniche: l’edificio di edifici e la reiterazione del modulo.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 22: Aldo Rossi
Deutsches Historisches Museum, Berlino, 1988/89
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 22: Aldo Rossi
Deutsches Historisches Museum, Berlino, 1988/89
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 22: Aldo Rossi
Deutsches Historisches Museum, Berlino, 1988/89
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipo e composizione. Esempio n° 22
Aldo Rossi, Deutsches Historisches Museum, Berlino, 1988/89
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• A. Ferlenga, Aldo Rossi. Architetture 1988-1992, Electa, 1992
• A. Ferlenga, Aldo Rossi. Deutsches Historisches Museum, Berlino, Electa, Opere e progetti, 1990
RIFERIMENTI INTERNET
Disegni di progetto e un modello sono pubblicati sul sito dell’ “Archivio Carlo Scarpa” dello IUAV
http://opac.iuav.it/DARC/ew_query_isis.php????EW_HIL=ew_menu.html&EW_HFL=ew_copy.html&EW_FL=ew_limiti.html
&EW4_DLL=20&EW4_DLP=10&EW4_CJL=1&EW4_NVR=&EW4_NVT=&EW4_NMI=&EW_RM=10&EW_EP=702&EW_R
P=10&&EW_T=R&EW_P=LS_EW&EW_D=W5050&EW=CR=E505000000840
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipo e composizione. Esempio n° 22
Aldo Rossi, Deutsches Historisches Museum, Berlino, 1988/89
COMMENTO
Il primo esempio è lo straordinario museo di storia tedesca
progettato da Aldo Rossi per la città di Berlino.
Penso che sia uno degli edifici più belli di Aldo Rossi e sicuramente uno dei capolavori dell’architettura del secolo scorso, purtroppo non costruito (come del resto la biblioteca di Boullée, di cui abbiamo parlato prima).
Questo edificio è progettato usando i tipi della città storica (è quello che io chiamo “edificio di edifici”): la galleria, la casa gotica, la stoà, la torre, il battistero, il pettine. È, oltre che luogo di storia, esso stesso rappresentazione della storia.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 23. Richard Meier & Partners
Getty Center, Los Angeles, California, USA, 1985/97
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 23. Richard Meier & Partners
Getty Center, Los Angeles, California, USA, 1985/97
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 23. Richard Meier & Partners
Getty Center, Los Angeles, California, USA, 1985/97
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipo e composizione. Esempio n° n° 23.
Richard Meier & Partners, Getty Center, Los Angeles, California, USA, 1985/97
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• M. Brawne, The Getty Center. Richard Meier & Partners, Phaidon, 1998
• K.Frampton e J. Rykwert, Richard Meier Architect. 1985/1991, Rizzoli international, 1991
RIFERIMENTI INTERNET
http://www.richardmeier.com/
http://www.richardmeier.com/www/#/projects/architecture/icons/1/92/0/
Google heart . È attiva la funzione «street view» per la visita della piazza interna del museo.
http://www.bluffton.edu/~sullivanm/meiergetty/gettyindex.html
http://academic.reed.edu/getty/
http://en.wikipedia.org/wiki/Getty_Center
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipo e composizione. Esempio n° n° 23.
Richard Meier & Partners, Getty Center, Los Angeles, California, USA, 1985/97
COMMENTIO
Il secondo esempio, è il Getty Center di Meier, anche lui edificio di edifici.
Sorge sul crinale di una collina, affacciato su una valle e sull’oceano.
Meier scompone il programma edilizio in tanti elementi. C’è nel suo progetto la memoria delle acropoli, delle città costruite sui crinali, degli spazi urbani della città storica.
Un gruppo di edifici segna l’ingresso e accompagna il visitatore fino alla piazza.
Come negli Uffizi a Firenze gli spazi del museo delimitano una lunga piazza, su cui si affaccia in continuazione il visitatore durante il percorso di visita del museo.
A quota terrena la cortina della piazza si interrompe, dando visioni del paesaggio circostante; c’è sempre questo intreccio, nella visione del visitatore, fra spazio interno, spazio urbano confinato, e paesaggio con orizzonte all’infinito.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Un edificio, quello destinato ai laboratori di ricerca, ha forma di anfiteatro e sta un po’ discosto dagli altri, come un anfiteatro greco. È costruito sul centro dei tracciati che, come sempre nei progetti di Meier, governano un ordinatissimo disordine.
Alcuni amici miei, fisici di mestiere, hanno fatto un viaggio negli Stati Uniti la scorsa estate. Senza avere prima informazioni sulle architetture di Meier, sono andati a visitare il Getty Center. Hanno vissuto questa visita come una visita all’acropoli d’Atene, come una passeggiata architettonica, di cui erano entusiasti; ancora più dell’architettura che delle pur straordinarie collezioni d’arte.
Un edificio è diventato monumento.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 24: Enric Miralles, Benedetta Tagliabue
Parlamento, Edimburgo, Scozia, 1998
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 24: Enric Miralles, Benedetta Tagliabue
Parlamento, Edimburgo, Scozia, 1998
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 24: Enric Miralles, Benedetta Tagliabue
Parlamento, Edimburgo, Scozia, 1998
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Esempio n° 24: Enric Miralles, Benedetta Tagliabue
Parlamento, Edimburgo, Scozia, 1998
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipo e composizione. Esempio n° 24:
Enric Miralles, Benedetta Tagliabue, Parlamento, Edimburgo, Scozia, 1998
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• Eric Miralles + Benedetta Tagliabue. 1995 2000, El Croquis n° 100 – 101, Numero monografico
• http://www.mirallestagliabue.com/project_b.asp?id=55# (Bibliografia sul sito dello studio Miralles Tagliabue).
RIFERIMENTI INTERNET
• http://www.mirallestagliabue.com/project.asp?id=55
• http://en.wikipedia.org/wiki/Scottish_Parliament_Building
• http://en.wikiarquitectura.com/index.php/Scottish_Parliament
• http://www.arcspace.com/features/enric-miralles-benedetta-tagliabue-embt/scottish-parliament/
• http://europaconcorsi.com/projects/134155-The-Scottish-Parliament
• http://www.mimoa.eu/projects/United%20Kingdom/Edinburgh/The%20Scottish%20Parliament
• http://www.archdaily.com/111869/ad-classics-the-scottish-parliament-enric-miralles/
• http://www.architectureweek.com/2005/1019/news_1-1.html
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Tipo e composizione. Esempio n° 24:
Enric Miralles, Benedetta Tagliabue, Parlamento, Edimburgo, Scozia, 1998
COMMENTO
Il terzo esempio è di Enric Miralles: il parlamento di Edimburgo.
Ma penso anche alla biblioteca di Palafolls.
Miralles usa tecniche compositive complesse. Fra queste, la reiterazione di uno o due moduli, deformati, disassati, soggetti a continue variazioni sul tema. La complessità dello spazio nasce da queste deformazioni di un elemento originario (relativamente) semplice.
C’è in queste architetture la memoria di certa architettura organica degli anni ’30 del 900 (Mollino ad esempio) e di certa pittura astratta. Nell’architettura di Miralles trovo tracce, colte, di Mirò, dei sui surreali personaggi.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
FIGURA, TIPO E TECNICA COSTRUTTIVA
Prima di concludere voglio accennare ad un altro passaggio del nostro lavoro.
La costruzione della figura ed il suo rapporto con il tipo e la tecnica.
Seguendo lo schema che ho descritto prima, la figura, come la tecnica costruttiva, ha a che fare con lo scheletro, il suolo e l’involucro.
La figura è la modellazione dello scheletro, del suolo e dell’involucro, ed è l’ordinamento degli elementi che li costituiscono.
Modellazione e ordinamento si fondano sullo studio di repertori, sulla valutazione dei caratteri appropriati al tema compositivo, sull’esplorazione delle possibilità che i repertori offrono (con tecniche come la modificazione, la variazione sul tema, l’associazione di temi, ecc.).
Come la tecnica è legata al tipo, così la figura è legata a tecnica e tipo.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
FIGURA, TIPO E TECNICA COSTRUTTIVA
Io penso che nel nostro lavoro di composizione convenga prima di tutto definire lo spazio interno (che è anche volume esterno) e il rapporto con il sito, usando, come strumento di lavoro, il tipo, e ipotizzando una tecnica costruttiva. Poi viene la figura che deve essere appropriata allo spazio ed al volume ed essere coerente con la tecnica costruttiva.
Il rapporto della figura con la tecnica costruttiva è anche rapporto con la memoria, con le figure evocate dall’uso di certi materiali ed associate a tecniche costruttive del passato.
Penso ad esempio alle figure che chiamo “murarie”, associate alla costruzione con muri portanti, anche quando la struttura è in realtà uno scheletro di pilastri e travi di cemento armato.
La tecnica muraria è storicamente legata alla geometria euclidea dei volumi ed alle ombre e le figure che ha creato sopravvivono all’evoluzione delle tecniche costruttive.
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FIGURA, TIPO E TECNICA COSTRUTTIVA
Fra gli esempi citati prima, penso alle biblioteche di Asplund e Grassi. O penso agli studi di figure di Rob Krier, quasi tutte variazioni sul tema dell’architettura muraria.
Come la tecnica muraria è legata al peso, al volume, all’ombra, la tecnica che chiamo “scheletrica” è legata alla leggerezza ed alla trasparenza. Penso in particolare alla tradizione dell’architettura del ferro e del vetro.
Spesso le tecniche murarie sono associate alla memoria ed al passato e le tecniche scheletriche sono associate alla contemporaneità e al futuro.
Io penso che entrambe appartengano sia alla memoria ed al passato che al presente e che il futuro sia l’appropriato e il sostenibile.
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EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
ARMONIA
Infine un’ultima notazione.
Dopo aver parlato di tecniche compositive e di storia ricordo che c’è l’armonia.
Un amico scultore, Gino Cosentino, ne parla spesso, e, più che parlarne, mostra come, coll’aggiungere e col levare materia, una massa di gesso, o una pietra, o un legno a un certo punto raggiungano l’armonia, e, con l’armonia, la bellezza.
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ARMONIA
EDIFICI PER LE ISTITUZIONI NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
ARMONIA
C’è un rapporto fra armonia e proporzioni geometriche, lungamente esplorato, da Pitagora, passando per il Rinascimento, fino e a Le Corbusier ed ai contemporanei (R. Krier, ad esempio, ne parla nelle sue lezioni).
Questo atto, creare armonia con le forme, non si può però insegnare solo con le parole ed i numeri; vale soprattutto l’esempio, l’imitazione e l’allenamento dell’occhio a riconoscere il miracolo, quando avviene (quando la composizione “funziona”).
Ho parlato delle tecniche. Le tecniche non sono ricette. Ho cercato di razionalizzare un’azione umana complessa, come è la progettazione di un edificio, descrivendo tecniche e procedure.
Per arrivare ad una buona architettura c’è ancora un passo che nessuno sa descrivere: l’armonia, senza cui anche un’architettura composta con buona tecnica, è, per dirla con Eduardo De Filippo, una “ciofeca”.
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