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Economia ed ecologia nel bosco di protezione

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Colophon

Editore Arge AlpCanton San Gallo, Ufficio forestale cantonale

Redazione: Maurizio Veneziani, Raphael LüchingerAugust Ammann, Lukas Denzler

Traduzione: Damaris Veneziani

Foto: Fonti indicate

Stampa:Ostschweiz Druck AG (su carta FSC)

Un progetto internazionale

Il progetto «Economia ed Ecologia nel bosco di protezione» è stato avviato nel 2009 su iniziativa del cantone di San Gallo (Svizzera) e rientra nelle numerose attività svolte dalla Comunità di Lavoro Regioni Alpine Arge Alp.

Il progetto ha le seguenti finalità:

� Trasferimento di know-how sulle operazioni di coltivazione del bosco di protezione, con particolare riferimento all’economia e all’ecologia

� Best practice per le utilizzazioni con linee teleferiche nel bosco di montagna

� Sensibilizzazione dell’opinione pubblica in merito al bosco di protezione

TIROLO

GRIGIONI

S.GALLO

TRENTINO

BAVARIA

VORARLBERG

ALTO ADIGE

SALISBURGO

TIROLOORIENTALE

Foto di copertina: Una regione di montagna senza boscoè come una casa senza tetto. Il bosco di protezione pro-tegge tanto gli esseri umani quanto i beni materiali. Il suovalore per la società è immenso per cui curarlo è un impe-rativo del momento. Conciliare l’ecologia e l’economia inquesto frangente è possibile.

Superficie forestale nei paesi partecipanti al progetto

Superficie forestale Di cui superficie bosco protettivo

ha Percentuale ha PercentualeAlpi bavaresi 264’000 50 % 145’000 55 %

Grigioni 200’800 28 % 122’000 61 %

Salisburgo 36 1’000 50 % 205’000 57 %

San Gall0 60’000 31 % 37’000 62 %

Alto Adige 336’700 45 % 195’000 58 %

Tirolo 524’000 41 % 374’000 71 %

Trentino 345’700 56 % 130’000 38 %

Vorarlberg 97’000 37 % 49’000 51 %

Totale 2’189’200 42 % 1’257’000 57 %

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Le prestazioni del bosco di protezioneIl bosco di protezione protegge persone, animali, beni e infrastrutture da valanghe, cadute sassi, franeed erosione. Esso è in grado di prevenire l’insorgere di numerosi pericoli naturali o di attenuarne glieffetti. Inoltre protegge la propria stazione, funge da schermo acustico o visivo e agisce da filtro perle emissioni inquinanti.

Il bosco di protezione esercita una funzione ricreativa per l’uomo e fornisce una pregiata materiaprima, il legno. Piante e animali vi trovano il loro ambiente vitale. Esso esercita la funzione di riservaidrica e di luogo di salvaguardia della biodiversità.

L’azione principale del bosco di protezione è tuttavia quella protettiva. Il suo valore per l’economia pub-blica è immenso. Se non esistesse il bosco, costose opere di difesa temporanee o permanenti dovreb-bero assumere la sua funzione.

«Bosco protettivo: Perché è qui che abitiamo!»

Indice

La tensione fra economia ed ecologia 5

La funzione protettiva del bosco non è scontata 6

Ottimizzazione della funzione protettiva delle foreste 7

Finanziamento della cura dei boschi protettivi 7

Il bosco protettivo e la selvaggina 8

Qual è il ruolo dell’ecologia nel bosco di protezione? 8

Statement di specialisti forestali coinvolti nel progetto 10

Manifesto per il bosco di protezione 12

Il bosco protegge le infrastrutture.

© Raphael Schwitter

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Il bosco protegge da valanghe.

Il bosco protegge da cadutasassi.

Il bosco protegge da colatedetritiche e da erosione.

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© Kantonsforstamt St.Gallen

© Raphael Schwitter

© Raphael Schwitter

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La presenza del bosco, nelle immediate vicinanzedei nostri centri abitati, è silenziosa e reale e lasua crescita costante. Il bosco ha un’enorme forzavitale alla quale è opportuno affidarsi.

Nei paesi aderenti al progetto il bosco di prote-zione ha un’importanza esistenziale: quasi lametà della loro superficie (42 %) è infatti copertadi foreste. La difesa degli esseri umani e delleinfrastrutture da valanghe, caduta sassi, erosione,frane, colate detritiche e inondazioni è fonda-mentale per la vita nelle regioni alpine. Senza loscudo protettivo naturale delle foreste, moltipaesi e vallate sarebbero inabitabili. Curare e cu-stodire il bosco protettivo sono quindi dei compitiche vanno svolti in modo sostenibile e duraturo.Qui non è in gioco soltanto la funzione del boscocome opera di difesa biologica, bensì anche comehabitat e luogo di rifugio per numerose specieanimali e vegetali rare o in via di estinzione.

I costi delle attività forestali volte a salvaguardaree promuovere la funzione protettiva del bosco,sono dieci o venti volte inferiori a quelli delle operedi difesa artificiali. Tale aspetto diventa ancora piùrilevante se si prendono in considerazione il cre-scente potenziale di danno e la diminuzione dellerisorse economiche disponibili. Essi impongonouna gestione responsabile tanto dei rischi quantodei mezzi finanziari. Curare in modo integrale ilbosco protettivo significa quindi rispondere inmodo equilibrato alle esigenze della natura,dell’economia e della società. Sono consideratefondamentalmente sostenibili quelle attività eco-nomiche che si basano sui cicli e sui ritmi naturali.

La sfida posta da una selvicoltura che contempo-raneamente deve essere sia economica che eco-logica, presenta le stesse caratteristiche in tutti i paesi dell’arco alpino. È necessario trovare forzeeconomiche ed ecologiche che abbiano comemassimo criterio di riferimento la stabilità degli ambienti vitali dell’uomo. Di fronte a questepremesse, nell’anno 2009 – su iniziativa di JürgTrümpler, allora Direttore dell’Ufficio forestale delcanton San Gallo – è stato avviato il progettodell’Arge Alp «Economia ed ecologia nel bosco di protezione». Esso ha lo scopo di promuovere iltrasferimento delle conoscenze e il confronto delleesperienze fra operatori del settore forestale. Esperti riconosciuti dei paesi aderenti alla Comu-nità di Lavoro Regioni Alpine (Arge Alp), hanno di-scusso possibili approcci per risolvere i problemidel bosco di protezione. Hanno inoltre condiviso edocumentato le proprie esperienze durante l’ana-lisi di alcune situazioni reali. I risultati sono poiconfluiti in forma sintetica in un manifesto finale.

Gli esperti sono concordi nell’affermare che la curadelle foreste protettive è un elemento necessarioper garantire la vita e la sicurezza delle popolazionidelle vallate alpine. In quest’ambito, fra economiaed ecologia non c’è contraddizione: gli interventiselvicolturali sostenibili vengono incontro alle esi-genze di entrambi. I servizi forestali e i proprietaridei boschi si trovano continuamente confrontaticon questa sfida. Insieme agli operatori politici, cheforniscono le risorse e creano i presupposti neces-sari, essi contribuiscono alla sicurezza delle infra-strutture e della vita nelle regioni alpine.

La tensione fra economia ed ecologia

Willi Haag, Consigliere di statoRappresentante del Governo del canton San Gallo nell’ Arge Alp

August AmmannDir. dell’Ufficio forestale del canton San GalloResponsabile del progetto

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Non tutte le foreste sono uguali. Il bosco è un habitat dinamico che in con-dizioni favorevoli attraversa varie fasi di sviluppo. Il suo ciclo inizia con il no-velleto, prosegue fino a raggiungere la fase ottimale e passa poi alla fase didegrado che può essere accompagnata da estesi crolli della compagine ar-borea. Anche la composizione delle specie nel bosco varia in base al clima, alsuolo e ai trattamenti selvicolturali.

Non tutte le strutture forestali e neppure tutte le specie arboree sono ingrado di esercitare la funzione protettiva in egual misura. Boschi fitti, bui,con fusti deboli sono meno stabili di popolamenti riccamente strutturati,con alberi dai fusti grossi e ben ancorati al suolo. Più un popolamento in-vecchia, più aumenta il rischio di schianti da vento, attacchi di bostrichi oincendi.

Per i popolamenti fitti, la soluzione è dare «più luce». A questo scopo è ne-cessario creare dei centri di rinnovazione e favorire la varietà strutturale e labiodiversità. Tutto ciò è ottenibile con interventi forestali mirati e regolari.

Tutte le regioni dell’arco alpino si trovano ad affrontare le stesse difficoltà:un eccessivo invecchiamento e mancati interventi nel bosco di protezione!In molte foreste protettive la rinnovazione naturale è insufficiente. Le causedei mancati trattamenti sono molteplici: scarsa accessibilità, costi di lavorocrescenti e prezzi del legname stagnanti, ostacoli di natura topografica o ec-cessiva frammentazione dei boschi privati.

«Per una protezione dai pericoli naturali a lungo termine, è necessario che i boschi protettivi siano curati.»

La funzione protettiva del bosco non è scontata

Rinnovazione naturale nelbosco di protezione TEMPO

FUNZIONEPROTETTIVA

BOSCO PROTETTIVO CURATO

EFFETTO PROTETTIVO VOLUTO

BOSCO

© Markus Weissert

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La selvicoltura moderna si basa fondamental-mente sul potenziale naturale degli ecosistemi.Una comprensione approfondita dei processi chesi svolgono nell’ecosistema boschivo è quindi in-dispensabile. Secondo le stazioni, e i pericoli na-turali cui esse sono esposte, cambiano anche gliobiettivi e le modalità degli interventi selvicoltu-rali. Le regioni aderenti al progetto hanno svilup-pato dei sistemi individuali e specifici, in base alleloro esperienze e situazioni contingenti. Il princi-pio fondamentale resta comunque per tutti lostesso: la necessità di intervento è deducibile daun confronto della situazione effettiva del boscoe dell’obiettivo che si vuole raggiungere.

Esiste un ampio consenso fra gli specialisti deivari paesi e regioni, sugli interventi selvicolturalida eseguire e sulle tecnologie da usare nei boschidi protezione.

La cura del bosco di protezione è un compito com-plesso che richiede la considerazione di numerosifattori. Le guide pratiche, che si basano sui più recenti risultati della ricerca scientifica, offronoconcreti supporti decisionali agli specialisti cui è affidato tale compito. I loro interventi selvicol-turali di oggi influiranno sullo sviluppo delleforeste nei prossimi decenni e quindi anche sullaloro funzione protettiva.

Ottimizzazione della funzione protettiva delle foreste

La coltivazione del bosco è fondamentalmentecompito del suo proprietario. In molti luoghi nonè però possibile eseguire gli interventi e le utiliz-zazioni nei boschi di protezione in modo da co-prirne le spese senza un contributo finanziariopubblico. Se è vero che è nell’ interesse di tutti i cittadini che il bosco eserciti la sua funzione protettiva in modo ottimale, è anche evidente chei costi per la sua cura non possono ricadere esclu-sivamente sui suoi proprietari.

Per quanto riguarda il compenso del prodotto «di-fesa» fornito dai boschi, i vari stati hanno svilup-pato modalità e sistemi di indenizzo differenti.Essi si distinguono sia per l’entità dei contributisia per i criteri di valutazione applicati.

Tutti i sistemi hanno tuttavia in comune il fattodi essere un compenso per la prestazione di pro-tezione. La coltivazione delle foreste protettive èil modo migliore e più efficiente per garantire laprotezione richiesta dagli abitanti di tutto l’arcoalpino. Un bosco protettivo intatto è un bene pertutti, la cui utilità economica è indiscutibile. Se-condo una ricerca svolta recentemente in Sviz-zera, il valore della difesa esercitata dai boschi, perl’economia pubblica elvetica, è stimata a più di 3.3 miliardi di euro annui. Per questa ragione il suo finanziamento pubblico è più che giustificato.

Finanziamento della cura dei boschi protettivi

«Il rapporto fra i costi della selvicoltura esercitata nel bosco protettivo, le operedi ripristino del bosco e le opere tecniche di difesa equivale a 1:10:100.»

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Per caprioli, camosci e cervi il bosco è indispensabile ed è il principale am-biente vitale. In esso trovano riparo e nutrimento. In numerose regioni alpineil numero degli ungulati è in aumento. Ciò ha un forte impatto sul bosco esulla sua rinnovazione.

Soprattutto nei boschi di montagna a crescita lenta, la cui capacità di rige-nerazione è limitata da estreme condizioni climatiche, un carico eccessivodi selvaggina può avere effetti deleteri sulla rinnovazione. Gli animali sel-vatici brucano, per esempio, le gemme e i germogli del novellame. I cosid-detti danni da brucatura possono influire sulla vegetazione a un livello taleda frenare o addirittura impedire del tutto la rinnovazione del bosco.

Il forte incremento delle attività ricreative e sportive che si svolgono nelbosco e nelle sue immediate vicinanze, ha un impatto negativo sulla selvag-gina. I disturbi influiscono sul comportamento e sull’assunzione di cibo deglianimali e ne provocano la concentrazione nelle aree più remote, con conse-guente aumento dei danni al bosco.

Il morso da selvaggina influisce inoltre negativamente sulla composizionedel bosco. La presenza delle specie arboree preferite dalla selvaggina si ri-duce progressivamente. Questo succede per esempio per l’abete bianco, chesvolge una funzione molto importante nel bosco di montagna. Con la sualunga chioma e le sue radici profonde, contribuisce in vasta misura alla sta-bilità del bosco e protegge efficacemente i versanti da frane ed erosione. La sua notevole resistenza ai marciumi lo rende inoltre una pianta irrinun-ciabile nelle stazioni a rischio di caduta sassi.

Tutti i paesi aderenti al progetto sono concordi nell’affermare che popola-zioni troppo numerose di animali selvatici possono compromettere la fun-zione di protezione del bosco. In questi casi la soluzione sta in un interventointegrato e in una buona collaborazione fra gli operatori del campo forestalee venatorio, con il coinvolgimento di quelli dell’agricoltura, della pianifica-zione territoriale e del turismo. Una comunicazione attiva e trasparente frai partner è un fattore chiave perché ciò sia realizzabile.

Il bosco protettivo e la selvaggina

Oggigiorno la selvicoltura deve rispondere a numerose esigenze ecologiche.La vita di più di 25‘000 specie animali e vegetali dipende fondamentalmentedal bosco. La funzione protettiva e l’ecologia sono compatibili? I boschi in gradodi esercitare efficacemente una funzione di protezione sono caratterizzati dauna forte varietà strutturale: vi si alternano piante giovani e adulte, popola-menti aperti e fitti, come anche radure di rinnovazione. Nella maggior partedei tipi di foresta, lo sviluppo naturale ha la tendenza a livellare col tempo taledisomogeneità, mentre i regolari interventi selvicolturali la conservano. Inquesto modo si forma un mosaico di habitat ad alto valore ecologico. Si riesceper esempio a migliorare in modo mirato l’ambiente vitale per il gallo cedrone,una specie prioritaria nell’ambito dell’incentivazione della biodiversità.

In numerosi boschi di protezione è necessario favorire la rinnovazione. Gra-zie alle aperture che si producono nel tetto di chiome, la luce e il calore rag-giungono il suolo sottostante. Di questo non traggono vantaggio soltantoi giovani alberi ma anche numerose altre specie.

Gli interventi forestali sono inoltre tesi a favorire una composizione dellespecie possibilmente adatta alla stazione. Boschi ricchi di specie, disetaneie possibilmente naturali sono più resistenti alle calamità rispetto a quelliuniformi. Ciò assume un valore ancora maggiore se si pensa ai cambiamenticlimatici previsti per il futuro.

L’incremento delle utilizzazioni forestali che rispondono a chiari obiettiviselvicolturali, rappresenta una grande opportunità per il proprietario delbosco. Egli può perseguire dei profitti e contemporaneamente promuoverela biodiversità. Pur essendo generalmente possibile conciliare l’ecologia el’economia nel bosco di protezione, esistono tuttavia dei limiti. Non sarà pos-sibile, per esempio, abbandonare al libero corso della natura i popolamentilentamente deperienti che invece rappresenterebbero una ricchezza dalpunto di vista ecologico.

«Gli interventi selvicolturali nelle foreste protettive hanno un effetto positivo sulla biodiversità»

Qual è il ruolo dell’ecologia nel bosco di protezione?

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© Amt für Natur, Jagd und Fischerei St.Gallen

© Maurizio Veneziani

© I-Stock

Il cervo: un ungulato inespansione.

Il gallo cedrone: un indicatoredi boschi naturali.

Il capriolo è presente in tutti i paesi alpini.

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Statement di specialisti forestali coinvolti nel progetto

Ing. Forestale ETH August AmmannResponsabile del progetto, Direttore dell’ufficioforestale del canton San Gallo

«Economia ed ecologia nel bosco di protezione signi-fica, per me, applicare buon senso ecologico e lungi-miranza economica per ottenere una difesa valida edefficiente dalle calamità naturali per tutti.»

Ing. Forestale ETH Raphael SchwitterDirettore del Centro per la Selvicoltura di Mon-tagna, Scuola universitaria professionale del Sud-Est svizzero, consulente tecnico-scientifico delprogetto

«Economia ed ecologia nel bosco di protezione signi-fica, per me, tenere coerentemente in considerazionei dati ecologici di ogni popolamento. Così le misureselvicolturali diventano efficaci ed economicamentesostenibili.»

Dott. Günther Unterthiner Direttore dell’Ufficio Pianificazione forestale diBolzano

«Economia ed ecologia nel bosco di protezione signi-fica, per me, cercare e trovare il denominatore co-mune esistente fra gli obiettivi aziendali e quellisovraziendali.»

© Raphael Schwitter

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Ing. Franz Klaushofer Progetti per il bosco di protezione, Pianificazioneforestale, Direzione forestale di Salisburgo

«Economia ed ecologia nel bosco di protezione signi-fica, per me, che i mezzi investiti nella cura del boscoprotettivo producono effetti positivi duraturi nelcampo della salvaguardia dell’ambiente alpino, sottra-endosi invece a un calcolo di costi e benefici nel breveperiodo, basato su modelli economici tradizionali.»

Dott. Ulrich Sauter Direttore del Reparto forestale, Ufficio per l’Ali-mentazione, l’Agricoltura e le Foreste della re-gione Kempten, Algovia

«Economia ed ecologia nel bosco di protezione signi-fica, per me, avere delle aspettative piuttosto alte neiconfronti del bosco: funzione protettiva, ambiente vi-tale, aspetto paesaggistico e naturalmente produ-zione di legname. Ottenere tutto ciò non è un’impresafacile ma fattibile, e persino sostenibile, se tutti dannoil loro contributo.»

HR DI Artur Perle Direttore dell’Ufficio governativo di Pianificazioneforestale del Land Tirolo

«Economia ed ecologia nel bosco di protezione signi-fica, per me, futuro e praticabilità.»

Dott. Alessandro Wolynski Direttore dell'Ufficio Pianificazione, Selvicolturaed Economia forestale, Servizio Foreste e faunadella Provincia Autonoma di Trento

«Economia ed ecologia nel bosco di protezione signi-fica, per me, fare in modo che nelle foreste siano man-tenute condizioni strutturali, di composizione e dirinnovazione tali da garantire la loro efficienza protet-tiva oggi e domani nei confronti delle aree sottostanti.»

Ing. Andreas Zambanini Responsabile sezione finanziamenti forestali ebosco di protezione, Ufficio governativo del LandVorarlberg

«Economia ed ecologia nel bosco di protezione signi-fica, per me, una grande sfida perché circa metà dellasuperficie forestale del Vorarlberg è coperta da boschidi protezione. Il confronto dei metodi applicati e dellagestione delle foreste protettive nelle varie regionidell’arco alpino, ha dimostrato che non c’è contraddi-zione fra i due fattori. Lo scopo di tale confronto è ot-timizzare la cura del bosco di protezione.»

Dott. Ueli BühlerSezione di Ecologia forestale, Ufficio foreste e pe-ricoli naturali, Canton Grigioni

«Economia ed ecologia nel bosco di protezione signi-fica, per me, orientare la cura dei boschi secondo i pro-cessi di sviluppo naturale delle foreste, e gestirla inmodo economicamente attraente.»

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Manifesto per il bosco di protezione

Il bosco di protezione difende dai pericoli naturali.Un bosco di protezione intatto è un sistema di difesa dura-turo e biologico, la cui efficacia e il cui valore ecologico edeconomico non possono essere eguagliati da nessunaopera tecnica.

La cura del bosco di protezione ha un effetto duraturo.Le cure selvicolturali nel bosco di protezione incrementanola sua funzione protettiva ed esercitano il loro effetto perpiù generazioni.

La cura del bosco di protezione è di interesse pubblico.Boschi di protezione opportunamente gestiti proteggono es-seri umani e infrastrutture e offrono una maggiore sicurezzarispetto a quelli lasciati a se stessi. Il cittadino ha perciò ungrande interesse che i boschi di protezione siano curati.

La selvicoltura nel bosco di protezione è economicamenteconveniente.I costi degli interventi selvicolturali sono nettamente infe-riori a quelli dei lavori di riparazione. La cura del bosco è finoa cento volte più economica delle opere di difesa artificiali.

La cura del bosco di protezione merita un compenso.Le prestazioni fornite dal bosco di protezione nelle Alpi sonoimmense e impagabili. Un contributo finanziario da partedel settore pubblico non è soltanto una conseguenza logicama anche un investimento redditizio. I proprietari del boscomeritano di ottenere un compenso equo per gli interventiselvicolturali, corrispondente alle prestazioni.

L’accessibilità rende possibile la cura del bosco di protezione.Un’adeguata viabilità nel bosco permette l’impiego di tecniche

razionali per le utilizzazioni forestali ed è quindi un presup-posto per una selvicoltura finanziariamente sostenibile.

La selvaggina nel bosco protettivoI conflitti esistenti fra il bosco, la selvaggina e le attività an-tropiche sono una sfida per tutti gli specialisti del settore.La rinnovazione naturale del bosco non deve essere com-promessa dalla selvaggina. Il prezzo dell’assenza di un’in-tera generazione di alberi giovani è troppo alto. Un dialogocostruttivo fra le parti interessate e soluzioni pragmatichepermettono di risolvere tali conflitti.

Tutti parlano del bosco di protezione.L’utilità del bosco di protezione è enorme e la popolazionedovrebbe essere informata riguardo al suo valore. Che cosafaremmo se non esistesse?

Il bosco di protezione non conosce confini nazionali.Gli specialisti delle nazioni dell’arco alpino sono concordisul modo in cui va curato un bosco protettivo. Lo scambiodi esperienze amplia le conoscenze e contribuisce a un mi-glioramento dei sistemi applicati nei vari paesi.

La conoscenza aumenta la fiducia.La ricerca deve dedicarsi con impegno al bosco di prote-zione e alla sua cura. Conoscenze scientifiche incremen-tano l’efficienza e l’affidabilità degli interventi.

Al primo posto c'è la formazione.Una buona preparazione in campo selvicolturale, ecologicoed economico è la chiave per una cura corretta del bosco diprotezione. I servizi forestali dispongono delle competenzeadeguate.

Segreteria Arge AlpTiroler Landesregierung6020 InnsbruckAustriaT. +43 512 508 [email protected]

© Franz Klaushofer

Scambio di opinioni fra ipartecipanti al progetto�