Economia e Industria in Campania 30 aprile...

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Napoli, 18 dicembre 2012 BOZZA Napoli, 30 aprile 2014 N UCLEO DI V ALUTAZIONE E V ERIFICA DEGLI I NVESTIMENTI P UBBLICI ECONOMIA E INDUSTRIA IN CAMPANIA DINAMICHE E CARATTERISTICHE

Transcript of Economia e Industria in Campania 30 aprile...

Napoli, 18 dicembre 2012

BOZZA

Napoli, 30 aprile 2014

N UCLEO DI

V ALUTAZIONE E

V ERIFICA DEGLI

I NVESTIMENTI

P UBBLICI

ECONOMIA E INDUSTRIA IN CAMPANIA

DINAMICHE E CARATTERISTICHE

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Indice

Introduzione ............................................................................................................................... 3

1. L’economia regionale: consistenza e dinamiche.................................................................... 6

2. Struttura dell’economia campana......................................................................................... 14

2.1 Ambiti di specializzazione a livello regionale............................................................ 19

2.2 Specializzazioni provinciali........................................................................................ 22

3. Consistenza ed evoluzione dell’apparato manifatturiero ..................................................... 24

3.1 Struttura e composizione dell’industria regionale..................................................... 24

3.2 Dimensione produttiva e fatturato delle imprese....................................................... 26

3.3 Genesi, condizioni operative e gestionali delle imprese............................................ 30

3.4 Competitività e struttura delle imprese secondo il Censimento................................. 33

Nota metodologica ................................................................................................................... 42

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Economia e industria in Campania: dinamiche e caratteristiche a cura di Sara Gaudino e Giuseppe Leonello

Introduzione La crisi che il Paese sta attraversando si presenta ancora molto profonda e grave, a livello sia nazionale che nelle principali articolazioni (innanzitutto regionali) del territorio. Dopo un modesto rimbalzo nel 2010 (1,8%) e un ancor più timido progresso nel 2011 (0,4%), nel 2012 il Prodotto Interno Lordo (in termini reali) è tornato a diminuire, in Italia, in misura assai consistente (-2,4%)1.

In questo quadro, le economie più in ritardo e strutturalmente in difficoltà (come il Mezzogiorno e l’insieme delle regioni della “Convergenza”) manifestano segnali sempre più generalizzati e più rilevanti di peggioramento delle condizioni sociali, delle opportunità e delle prospettive che interessano queste comunità.

Il caso della Campania è, a questo riguardo, davvero emblematico.

Da un lato, la crisi ha determinato un abbassamento vistoso del reddito (e, quindi, di una parte certamente importante delle risorse a disposizione della società regionale), portando il già modesto contributo della Campania al Prodotto Interno Lordo nazionale (in termini reali) dal 6,4% del 2007 al 6,1% del 2012.

Una contrazione molto marcata che, tuttavia, conferma e approfondisce una condizione “di partenza” (strutturale) ben nota: la debolezza e lo squilibrio dei meccanismi dai cui dipende la formazione del reddito rispetto ai fabbisogni e alla dimensione (demografica e sociale) della domanda che, nello stesso periodo, non sono certo diminuiti. Soltanto in Campania, infatti, risiede quasi un decimo dell’intera popolazione italiana, in lieve calo – dal 10% del 2000 al 9,7% del 2012 – ma comunque ben al di sopra del peso che la regione riveste sul piano territoriale, dell’apparato produttivo e dell’offerta.

Alla fine (2012), il risultato di questa dinamica si riflette nella disponibilità, per ciascun abitante della regione, di un volume di risorse (PIL procapite) notevolmente più basso (14.700€) rispetto a quello registrabile prima della crisi (16.300€ nel 2007) nonché, nello stesso anno, in Italia (23.300€), con un reddito medio che è passato dal 65% al 63% del corrispondente valore misurabile nel resto del Paese e, dunque, con un aggravamento sensibile della condizione delle famiglie.

In secondo luogo, l’economia della Campania ha perso complessivamente – tra il 2007 e il 2012 – quasi 10 miliardi di euro di prodotto finale (sui 101 miliardi che sono andati distrutti in Italia a seguito della crisi), concorrendo in una misura assai rilevante (si potrebbe dire, per molti aspetti, “fuori scala”) alla recessione in atto.

Un contributo tanto elevato da segnalare, insieme, un’evidente asimmetria (corrispondente a un andamento molto più marcato nella fase discendente del ciclo economico di quanto non sia mai stato possibile rilevare nelle fasi di crescita del PIL) e una sensibile (maggiore) compromissione della sua base produttiva, interessata da difficoltà operative sempre più gravi

1 Il commento si ferma al 2012 unicamente perché questo è l’ultimo anno per il quale sono disponibili dati regionali, ancorché aggregati. Per quanto riguarda l’Italia i dati della Contabilità nazionale (ISTAT) mostrano invece che il trend negativo, riaffacciatosi nel 2012, è continuato anche nello scorso anno (2013), facendo segnare un ulteriore arretramento del PIL (a prezzi costanti del 2005) superiore all’1,8%.

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e da fenomeni persistenti di stallo e di contenimento della produzione che le imprese riescono a realizzare e a vendere.

Molto significativa, al riguardo, è la “partecipazione” della regione alla riduzione del numero degli occupati che si è verificata in Italia tra il 2007 e il 2012: dei 323mila posti di lavoro perduti nell’intero Paese, ben 132mila (vale a dire quasi il 41%) sono stati “registrati” in Campania, con un balzo drammatico del tasso di disoccupazione - dall’11,2% al 19,3% - e, dunque, con un brusco incremento dell’offerta di lavoro che (anche nel medio-lungo periodo) non riesce ad essere impiegata ed un restringimento ulteriore del mercato, innanzitutto di quello “regolare”.

Reddito procapite e occupazione rappresentano, chiaramente, gli indicatori più espliciti e più sensibili del disagio sociale e dello stato di pesante aggravamento delle condizioni “di contesto” che caratterizzano la regione.

Tuttavia, è ben chiaro che questa situazione non è più (se mai lo è stato) il riflesso di una difficoltà “congiunturale” dell’economia o di un processo che può essere confinato in un ambito specifico del sistema.

Al contrario, è molto evidente il rischio che la crisi abbia ormai intaccato il tessuto produttivo della regione in tutti i suoi principali comparti e, soprattutto, che il perdurare della recessione (calo della domanda, insufficienza delle risorse disponibili, aggravamento delle condizioni operative) abbia determinato un impatto tanto negativo (e difficilmente recuperabile) sull’apparato industriale regionale da compromettere in misura sensibile le attività (e le imprese) più direttamente e più intensamente impegnate nella formazione del valore aggiunto (e del PIL) della Campania.

L’analisi di dettaglio della base produttiva (innanzitutto industriale e manifatturiera) rappresenta, quindi, il termine di riferimento sempre più indispensabile, non solo per ricostruire un’immagine coerente ed una conoscenza appropriata delle opportunità e delle risorse per la ripresa e lo sviluppo, ma anche per orientare le politiche pubbliche (in primo luogo quelle “strutturali”) in funzione delle necessità e delle condizioni più rilevanti della società regionale, nell’immediato ed, anche, nella prospettiva (si spera più favorevole) dei prossimi anni.

Se il futuro delle aree “in ritardo” (e, quindi, anche della Campania) si gioca sull'andamento della produttività e sul recupero dei divari che ancora condizionano negativamente l’impiego e l’efficacia dei fattori, è pur vero che la contrazione dello “spazio economico” in cui questi fattori operano costituisce un elemento che riduce “alla base” le possibilità di crescita e di riequilibrio.

Anche dal punto di vista dell’individuazione delle misure di sostegno più appropriate – e più coerenti con gli orientamenti verificabili nell’insieme dei Paesi dell’Unione europea - il concetto stesso di “Smart Specialization”, sviluppato nei policy brief del Gruppo “Knowledge for growth” e nel “Rapporto Barca” – ripreso, poi, nella Comunicazione della Commissione sul contributo della politica regionale allo “Smart Growth” - per essere adeguatamente declinato a livello di singolo contesto regionale, richiede la messa a sistema di una notevole mole di informazioni circa le caratteristiche degli ambiti territoriali e le specificità dei temi sui quali si intende incidere attraverso l’attuazione dei programmi. Le strategie di smart specialization sono, infatti, strategie d’innovazione concepite a livello regionale e tese alla valorizzazione di settori/nicchie nei quali si dispone di chiari vantaggi competitivi, già individuabili o che potranno essere sviluppati nel futuro in quanto esistono significativi potenziali da sfruttare (ambiente, tecnologie verdi, servizi alla persona e così via).

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In altri termini, per diversi motivi, la conoscenza approfondita, sul piano settoriale e territoriale, della distribuzione e della “qualità” del sistema produttivo regionale - per quanto concentrata sui segmenti “di mercato” dell’economia (industria e servizi privati) – può consentire di individuare le specificità (e, quindi, i “vuoti” e le “risorse”) dell’apparato manifatturiero di riferimento e può servire ad orientare con maggiore incisività e precisione le politiche di sviluppo, sia di contesto che dirette al potenziamento ed alla riqualificazione della base produttiva.

L’analisi del tessuto industriale regionale costituisce l’oggetto specifico di questo studio, reso possibile dalla collaborazione del NVVIP con il Servizio Statistico della Regione Campania che, in quanto soggetto SISTAN, ha messo a disposizione le banche dati di riferimento (al 2007 e al 2010) - rappresentate dagli archivi ISTAT–ASIA, Archivio Statistico delle Imprese Attive – ed ha collaborato ad alcune delle elaborazioni statistiche realizzate, innanzitutto per la preparazione del data set e, quindi, per la caratterizzazione “territoriale e settoriale” dell’apparato manifatturiero.

Nello specifico, l’analisi ha previsto i seguenti ambiti di approfondimento.

Il primo ha riguardato la ricostruzione di un quadro complessivo degli aggregati relativi al sistema economico regionale (§ 1) ed ha attinto a diverse fonti ufficiali (ISTAT, Banca d’Italia, SVIMEZ) nonché ai lavori già svolti dallo stesso NVVIP. L’obiettivo di questa parte è stato, innanzitutto, la verifica del “posizionamento” dell’apparato industriale della regione sia all’interno – in relazione, cioè, al contributo che l’industria e la manifattura campana ancora riescono ad assicurare all’economia regionale nel suo complesso – e sia verso l’esterno, cercando di misurare gli effetti che la crisi può aver determinato sul ruolo del sistema produttivo della Campania nell’ambito delle altre regioni “in ritardo” del Mezzogiorno.

A tale approfondimento segue un’analisi della struttura dell’economia campana (§ 2) e delle cinque province focalizzata sulla distribuzione per settore di attività economica delle imprese e degli addetti, anche attraverso il confronto con la distribuzione a livello nazionale. Tale analisi è stata condotta attraverso l’elaborazione dei dati presenti nell’Archivio Statistico delle Imprese Attive. ASIA, oltre a costituire la base informativa per le analisi sull’evoluzione della struttura delle imprese italiane e sulla loro demografia, rappresenta l’universo di riferimento delle indagini sulle imprese condotte dall’ISTAT e, quindi, il set di dati più analitico e più ricco per realizzare valutazioni sullo stato e sulla distribuzione (settoriale e territoriale) del sistema produttivo regionale.

Infine il lavoro si concentra sull’analisi della consistenza ed evoluzione dell’apparato manifatturiero regionale (§ 3) cercando di mettere a fuoco la configurazione prevalente – per dimensione produttiva e fatturato – del sistema industriale e sviluppando un’analisi, comunque aggregata, delle condizioni operative e gestionali delle imprese. A tal fine sono state combinati, quando possibile, i dati disponibili nell’archivio generale sull’universo delle imprese con le informazioni via via prodotte e pubblicate dall’ISTAT con riferimento ai risultati dell’ultimo (2011) Censimento generale dell’Industria e dei Servizi.

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1. L’economia regionale: consistenza e dinamiche La Campania, nonostante la crisi che ha colpito l’economia regionale e che ha drammaticamente ridotto il suo potenziale produttivo, rimane ancora la prima realtà industriale nell’ambito delle regioni della “convergenza”, sebbene con una base manifatturiera messa nettamente a rischio – e fortemente ridimensionata in termini assoluti - dalla profondità e dalla durata del calo della domanda.

Graf. 1 - Andamento (2000-2012) del PIL a prezzi costanti del 2005 (2000=100)

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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

ItaliaMezzogiornoCampaniaConvergenza

Fonte: elaborazione NVVIP su dati ISTAT

La condizione di prolungata recessione che ha contrassegnato l’ultimo quinquennio e che trova riscontro nell’andamento del PIL regionale a partire dal 2008, ha determinato, infatti, una caduta così intensa e persistente dei livelli di attività da allontanare la Campania dal trend di “crescita” medio nazionale - mettendo a repentaglio l’intero sistema di imprese - senza, tuttavia, alterare la posizione relativa della regione nel panorama meridionale.

Dopo il 2007, mentre l’Italia ha perso fino al 2012, quasi 102 miliardi di euro in termini di PIL (a prezzi costanti), corrispondenti ad un arretramento vicino al 7%, il Mezzogiorno, le regioni della Convergenza e la Campania hanno ceduto, rispettivamente, 33, 27 e 10 miliardi di euro (pari al 9,4%, al 9,8% e al 10,2% del 2007) seguendo un trend sostanzialmente analogo e posizionandosi, alla fine, molto al di sotto dei valori del PIL registrati nel 2000.

In altri termini, se nel 2000 la Campania “valeva” all’incirca il 33,7% del PIL totale delle regioni della Convergenza, questo peso non si è sostanzialmente modificato nemmeno dopo l’insorgere della crisi, oscillando, nel periodo in esame, tra il 34,1% del 2008 e il 33,9% del 20122.

2 I valori del PIL per il 2012 sono tratti dall’aggiornamento dei Conti Economici Regionali pubblicato dall’ISTAT alla fine di novembre 2013. Peraltro, anche le prime anticipazioni della SVIMEZ (2013), contenute nel Rapporto sull’Economia del Mezzogiorno 2012, registravano un’incidenza del PIL della Campania sul totale delle quattro regioni della Convergenza pressoché stabile al 33,92%.

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Tab. 1 - Prodotto Interno Lordo (milioni di euro a prezzi costanti del 2005)

2000 2002 2005 2007 2008 2009 2010 2011 2012Italia 1.367.801 1.399.568 1.436.379 1.492.671 1.475.412 1.394.347 1.419.604 1.425.792 1.391.017

Mezzogiorno 329.332 337.499 342.665 352.746 347.876 329.973 329.661 328.785 319.519

Campania 87.204 91.070 91.534 94.575 93.165 87.941 87.256 86.583 84.886 Convergenza 258.482 265.970 270.100 277.379 272.837 259.036 258.605 257.361 250.061

Fonte: elaborazione NVVIP su dati ISTAT

Certamente più evidente è, invece, lo “stacco” della Campania, anche rispetto al gruppo dei territori “in ritardo” (oltre che rispetto all’Italia), dal punto di vista della diminuzione registrata nelle componenti “interne” della domanda.

Graf. 2 – Domanda interna (Consumi e Investimenti) a prezzi costanti del 2005 (2000=100)

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Italia

Mezzogiorno

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A partire dal primo anno della recessione (2008), la caduta di consumi e investimenti – vale a dire della quota predominante del mercato al quale si rivolge l’offerta delle imprese regionali – è stata, come si vede, impressionante e sensibilmente superiore a quella verificatasi in tutte le altre ripartizioni3. Ciò ha comportato il passaggio della Campania all’ultimo posto fra le regioni italiane, in termini di evoluzione della spesa finale e, quindi, di riduzione della produzione e dei redditi ad essa collegati, nonché l’approfondirsi dei divari territoriali (sociali ed economici) riconducibili a questa nuova condizione.

Ciò nonostante, la contrazione dell’attività produttiva ha certamente modificato la dimensione e la morfologia dell’offerta di beni e servizi prodotti dall’apparato industriale della Campania - con effetti cumulativi le cui conseguenze vanno ben al di là della normale “volatilità” della

3 E’ presumibile che un andamento così repentino e tanto rilevante possa essere attribuibile, in Campania, in larga misura all’improvvisa caduta della domanda “pubblica” di beni e servizi corrispondente al taglio della spesa in settori essenziali come la Sanità.

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demografia d’impresa – ma non è stata in grado di alterare la distribuzione e il peso delle attività manifatturiere nelle (e tra le) regioni.

Graf. 3 - Incidenza (%) del Valore Aggiunto industriale. Campania e regioni della Convergenza

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2000 2008 2009 2010 2011

Campania

Convergenza

Fonte: elaborazione NVVIP su dati ISTAT

In definitiva, il processo di deindustrializzazione - iniziato (come si vede) ben prima del 2008 – è proseguito senza particolari accelerazioni anche negli ultimi anni (quelli della crisi mondiale) ed ha interessato tutti i territori del Paese (nelle aree più sviluppate come in quelle “in ritardo”), mantenendo pressoché inalterate le posizioni relative e, quindi, confermando, pur con qualche limatura, il ruolo predominante della Campania nell’ambito delle regioni dell’Obiettivo “Convergenza”.

Anche nel lungo periodo, poi, il Valore Aggiunto prodotto dall’insieme delle attività industriali ha conservato il medesimo peso sul corrispondente aggregato misurabile per le quattro regioni della “convergenza” (rispettivamente, il 32% in totale e il 36% per le sole imprese manifatturiere), a dimostrazione del fatto che la crisi, nonostante l’evidente inasprimento manifestatosi negli ultimi anni, non sembra aver avuto effetti significativi sui livelli di “competitività relativa”, almeno all’interno del gruppo delle regioni in ritardo.

Tuttavia, la conclusione di questa prima analisi non è meno rilevante e grave per la tenuta e le prospettive dell’economia della Campania.

Se il posizionamento della regione – ed in particolare, del suo apparato manifatturiero – non sembra aver subito, con la crisi, un peggioramento significativo in termini “relativi”, è il valore “assoluto” della caduta e del ridimensionamento che si è registrato nella base produttiva e industriale della regione che deve seriamente preoccupare.

Nell’ultimo decennio e fino al 2011, infatti, l’industria in senso stretto della Campania ha perduto complessivamente quasi il 2,5% in termini di valore aggiunto (sul totale regionale) a

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prezzi costanti, con una contrazione che corrisponde all’incirca ad un quinto del peso registrato nell’anno iniziale (dal 13,3% del 2000 al 10,9% del 2011).

Graf. 4 - Andamento del Valore Aggiunto industriale. Campania su regioni Convergenza (%)

Fonte: elaborazione NVVIP su dati ISTAT

La maggior parte di quest’arretramento (1,8%), poi, si è consumata nel periodo successivo al 2007 quando, con l’insorgere della crisi, il processo di deindustrializzazione ha nettamente accelerato, raggiungendo livelli straordinari ed allarmanti.

In definitiva, la base economica della regione, che già nel 2000 manifestava un evidente “ritardo” del suo sistema industriale, in grado di contribuire per meno del 12% alla formazione del PIL, ha conosciuto negli ultimi anni un’ulteriore vistosa perdita di prodotto (e capacità) innanzitutto del comparto manifatturiero (ridotto, nel 2010, a meno dell’8%), accrescendo, per converso, il peso delle attività terziarie e, soprattutto, del valore aggiunto corrispondente al variegato universo del suo “settore pubblico allargato”.

Il declino delle attività industriali della regione, inoltre, appare particolarmente grave se rapportato al dato medio del Paese, dove l’incidenza del valore aggiunto dell’industria (calata dal 21,5% del 2000 al 19,4% del 2011) ancora conserva, nonostante la crisi, i tratti di un’economia saldamente contrassegnata dal ruolo (diretto e indiretto) del settore “secondario” e della “trasformazione”.

La contrazione registrata nel tessuto produttivo della regione è stata, quindi, particolarmente significativa (innanzitutto in termini assoluti), con la conseguenza di confinare la Campania (al pari delle altre regioni del Mezzogiorno) in un’area sempre più periferica, e sempre meno industrializzata, del tessuto economico nazionale4.

4 Da un diverso punto di vista, anche nel 2012 - anno di rinnovato forte scompenso dell’economia italiana – mentre la caduta che si è registrata in Italia (su base annua) dei “consumi di elettricità per usi industriali” è stata pari al -6,6%, in Campania la diminuzione dell’attività produttiva nell’insieme dei settori manifatturieri si è rivelata ben più grave, con un taglio della domanda di energia superiore al 10% (-10,4%).

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Tab. 2 - Campania - Valore Aggiunto ai prezzi base per Settori di attività economica

2000 2005 2010 2000 2005 2010

AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA 2.187,42 2.372,24 2.248,89 2.496,85 2.372,24 2.325,20

- Agricoltura, caccia e silvicoltura 2.153,56 2.275,99 2.175,39 2.394,41 2.275,99 2.191,08

- Pesca, piscicoltura e servizi connessi 33,86 96,26 73,50 116,98 96,26 132,04

INDUSTRIA 12.527,68 14.207,43 13.900,70 14.288,45 14.207,43 12.521,49

Industria in senso stretto 9.386,63 9.388,17 9.186,40 10.342,35 9.388,17 8.576,77

Industria estrattiva 70,36 64,79 56,85 70,00 64,79 57,41

Industria manifatturiera 7.915,73 7.699,31 7.169,92 8.633,46 7.699,31 6.909,06

- Industrie alimentari, bevande e tabacco 1.433,98 1.450,21 1.353,07 1.650,93 1.450,21 1.384,54

- Industrie tessili, abbigliamento, pelle e simili 826,40 845,10 766,86 924,34 845,10 754,73

- Industria del legno, della carta, editoria 630,43 608,67 518,11 682,63 608,67 491,45

- Cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche 484,59 433,25 341,12 453,21 433,25 384,21

- Fabbricazione di articoli in gomma e plastica 871,48 822,54 595,84 920,33 822,54 557,44

- Attività metallurgiche; prodotti in metallo 881,56 1.005,41 1.044,89 943,02 1.005,41 948,38

- Computer e prodotti di elettronica e ottica 1.187,82 1.201,37 1.218,66 1.288,44 1.201,37 1.148,37

- Fabbricazione di mezzi di trasporto 891,04 646,96 642,35 951,34 646,96 616,13

- Mobili; altre industrie manifatturiere 708,42 685,81 689,02 820,61 685,81 620,91

Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 1.008,95 870,65 913,95 1.140,41 870,65 799,64

Acqua; reti fognarie, trattamento dei rifiuti 391,59 753,43 1.045,67 475,18 753,43 781,44

Costruzioni 3.141,05 4.819,26 4.714,30 3.866,15 4.819,26 3.933,31

SERVIZI 51.860,88 64.289,34 68.588,02 60.696,31 64.289,34 63.505,55

Commercio; Trasporti; Alberghi; Comunicazione 18.571,53 21.696,99 22.008,97 20.669,52 21.696,99 21.494,25

Commercio; Trasporti; Alberghi 14.972,42 17.555,31 18.365,75 16.941,80 17.555,31 17.249,07

- Commercio all’ingrosso e al dettaglio 7.803,99 7.981,17 8.334,03 8.744,44 7.981,17 8.173,12

- Trasporti e magazzinaggio 4.716,05 6.109,35 6.859,97 5.196,81 6.109,35 6.071,66

- Servizi di alloggio e di ristorazione 2.452,38 3.464,79 3.171,75 2.997,13 3.464,79 3.004,07

Servizi di informazione e comunicazione 3.599,11 4.141,68 3.643,22 3.746,41 4.141,68 4.198,26

Attività finanziarie; immobiliari e professionali 15 .376,38 19.373,96 21.702,11 18.507,29 19.373,96 19.908,41

Attività finanziarie e assicurative 2.214,10 2.772,90 3.071,94 2.509,46 2.772,90 3.439,66

Attività immobiliari 6.928,27 9.195,61 11.177,29 8.885,31 9.195,61 9.452,84

Attività professionali e Servizi di supporto 6.234,01 7.405,46 7.452,87 7.146,89 7.405,46 7.043,08

- Attività professionali, scientifiche e tecniche 4.719,80 5.360,30 5.178,60 5.408,19 5.360,30 4.966,26

- Attività amministrative e di servizi di supporto 1.514,21 2.045,16 2.274,28 1.742,14 2.045,16 2.072,07

Amministrazione pubblica; altri servizi 17.912,98 23.218,38 24.876,94 21.504,70 23.218,38 22.105,87

Servizi dell'Amministrazione Pubblica 15.392,81 20.145,27 21.791,70 18.558,57 20.145,27 19.274,19

- Amministrazione pubblica e difesa 5.542,90 7.417,13 8.495,18 7.093,78 7.417,13 7.201,30

- Istruzione 5.745,54 6.883,92 7.078,96 6.690,37 6.883,92 6.574,49

- Sanità e assistenza sociale 4.104,37 5.844,23 6.217,56 4.805,87 5.844,23 5.499,84

Attività artistiche e altri servizi 2.520,17 3.073,12 3.085,24 2.950,96 3.073,12 2.828,36

- Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento 819,34 924,13 854,64 1.078,49 924,13 840,40

-Altre attività di servizi 977,73 994,33 1.042,48 1.085,21 994,33 967,03

- Attività di famiglie e convivenze convivenze 723,10 1.154,66 1.188,12 816,07 1.154,66 1.016,52

VALORE AGGIUNTO AI PREZZI BASE 66.575,98 80.869,01 84.737,61 77.491,71 80.869,01 78.286,78

milioni di euro correnti milioni di euro costanti

Fonte: elaborazione NVVIP su dati ISTAT

Per un’analisi più particolareggiata, la tabella precedente riporta la distribuzione (e l’evoluzione) del Valore Aggiunto della Campania (a prezzi correnti e a prezzi costanti) nei principali settori della Manifattura e dei Servizi (e nei grandi rami di attività) nell’ultimo decennio.

Con poche eccezioni, i dati riflettono un’evidente condizione di debolezza e di ridotta produttività dell’apparato industriale regionale.

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Nel complesso, l’industria manifatturiera della Campania è passata, dal 2000 al 2010, da poco più di 7,9 miliardi di valore aggiunto prodotto (a prezzi correnti) a circa 7,2 miliardi di euro, con una perdita decisamente più consistente in termini reali (più di 1,7 miliardi di euro, pari a quasi il 22% del valore iniziale).

Un’evoluzione negativa che - partendo da un dato di per sé già insufficiente rispetto alle necessità ed al peso della comunità regionale – ha raggiunto, con la crisi, livelli allarmanti, non tanto e non solo per gli inevitabili effetti (diretti) sul prodotto e sul reddito, quanto soprattutto per la sensibile contrazione di quel sistema di attività in grado di alimentare gli investimenti, la domanda di lavoro, forniture e beni intermedi ed il mercato dei servizi alle imprese.

Infatti, mentre in Italia il valore aggiunto prodotto dalle attività industriali si attesta intorno ai 3.700€ per abitante (senza variazioni sostanziali nel decennio della crisi), in Campania lo stesso indicatore arriva a misurare, rispettivamente, 1.386€ nel 2000 e 1.230€ nel 2010, dunque circa un terzo del contributo (al reddito) pro-capite, determinato dall’industria nella media del Paese.

Graf. 5 - Andamento del Valore Aggiunto a prezzi costanti nei grandi rami di attività

-

2.500

5.000

7.500

10.000

12.500

15.000

17.500

20.000

22.500

Agricoltura Industria Costruzioni Servizi commerciali

Servizi professionali

Servizi pubblici

2000 2005 2010

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT - Contabilità regionale

Dal punto di vista dei settori, inoltre, sono soprattutto le produzioni di “Gomma e Plastica” e dei “Mezzi di trasporto” che registrano i saldi negativi più consistenti (a prezzi correnti, il valore aggiunto perduto da questi due comparti supera il 70% del calo complessivo), per quanto (soprattutto nel passaggio a prezzi costanti) pressoché tutte le attività industriali mostrino arretramenti di capacità e di prodotto finale comunque significativi.

Soltanto le produzioni legate al ciclo della Metallurgia (fino ai “Prodotti in Metallo”) e quelle dell’Elettronica indicano, invece, una capacità di tenuta ed, anzi, un incremento apprezzabile (nel caso delle attività metallurgiche anche in termini reali) del valore aggiunto prodotto dalle imprese della regione.

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Nel complesso, però, l’industria in senso stretto rappresenta, come si vede nel grafico precedente, l’unico comparto che manifesta in Campania un calo di produzione e di peso economico che si sviluppa senza soluzione di continuità lungo tutto il decennio.

Mentre negli altri rami e, segnatamente, nei “servizi”, la recessione ha evidentemente interrotto il trend di crescita, ma non è stata in grado di riportare il valore aggiunto al di sotto dei livelli di inizio periodo (2000), nel caso delle attività industriali la crisi ha certamente aggravato (ma non ha determinato) il processo di progressiva perdita di tenuta e di capacità produttiva delle imprese regionali, con effetti che, soprattutto in prospettiva, rendono certamente più problematici gli scenari di sviluppo e la competitività dell’intero sistema.

Tab. 3 - Esportazioni per ripartizione territoriale e regione 2012/2013

milioni di euro % milioni di euro % variazioni %

Nord-centro 339.095 86,9 342.507 87,9 1,0

Italia nord-occidentale 155.456 39,8 156.457 40,1 0,6

Piemonte 39.874 10,2 41.379 10,6 3,8

Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 596 0,2 573 0,1 -3,7

Liguria 6.843 1,8 6.420 1,6 -6,2

Lombardia 108.144 27,7 108.084 27,7 -0,1

Italia nord-orientale 119.042 30,5 121.929 31,3 2,4

Trentino-Alto Adige/Südtirol 6.920 1,8 7.133 1,8 3,1

Bolzano/Bozen 3.684 0,9 3.861 1,0 4,8

Trento 3.236 0,8 3.273 0,8 1,1

Veneto 51.178 13,1 52.606 13,5 2,8

Friuli-Venezia Giulia 11.465 2,9 11.402 2,9 -0,6

Emilia-Romagna 49.480 12,7 50.788 13,0 2,6

Italia centrale 64.596 16,6 64.121 16,4 -0,7

Toscana 32.409 8,3 31.235 8,0 -3,6

Umbria 3.887 1,0 3.606 0,9 -7,2

Marche 10.345 2,7 11.613 3,0 12,3

Lazio 17.954 4,6 17.667 4,5 -1,6

Mezzogiorno 46.556 11,9 42.511 10,9 -8,7

Italia meridionale 27.094 6,9 25.971 6,7 -4,1

Abruzzo 6.900 1,8 6.734 1,7 -2,4

Molise 377 0,1 338 0,1 -10,2

Campania 9.418 2,4 9.588 2,5 1,8

Puglia 8.867 2,3 7.947 2,0 -10,4

Basilicata 1.154 0,3 1.012 0,3 -12,3

Calabria 378 0,1 351 0,1 -7,0

Italia insulare 19.462 5,0 16.540 4,2 -15,0

Sicilia 13.080 3,4 11.147 2,9 -14,8

Sardegna 6.382 1,6 5.392 1,4 -15,5

Province diverse e non specificate 4.531 1,2 4.837 1,2 6,7

ITALIA 390.182 100,0 389.854 100,0 -0,1

Ripartizioni e regioni2012 2013

Fonte: ISTAT

Da quest’ultimo punto di vista, infatti, anche i più recenti dati dell’ISTAT, relativi alle esportazioni delle regioni, segnalano che:

� per quanto influenzate da una forte variabilità di tipo “congiunturale”, le esportazioni della Campania sono cresciute nel 2013 dell’1,8%, a fronte di una sostanziale stabilità in Italia (-0,1%) e di una netta diminuzione per l’insieme delle regioni del Mezzogiorno (-8,1%);

� la dinamica recente, tuttavia, non riesce ad alterare la posizione strutturalmente marginale della regione nel commercio internazionale, tant’è che le esportazioni campane rappresentano, alla fine (nel 2013), appena il 2,5% di quelle nazionali,

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seguendo un’evoluzione comunque discendente nel medio-lungo periodo (3% nel 2000; 2,7% nel 2009);

� anche la propensione a esportare - calcolata in termini di valore delle esportazioni di merci sul PIL - segnala per la Campania un modesto incremento nel periodo 2007-2011 ed un valore nel 2011 (9,7%) molto al di sotto, sia di quello relativo alla media dell’intero Paese (23,8%), sia di quello registrato per le regioni del Mezzogiorno (11,6%).

Una trasformazione tanto profonda della base economica non può non aver alterato, non solo il profilo quanto, soprattutto, la qualità e l’ampiezza dell’offerta regionale, relegando in spazi sempre più angusti le pur presenti esperienze di “successo” nel campo delle attività industriali innovative.

In atri termini, accanto alla contrazione vera e propria dell’attrezzatura manifatturiera, la deindustrializzazione in atto ha comportato il consolidamento di quei divari di produttività e di efficienza (imprenditoriale ed organizzativa) che già caratterizzavano il tessuto economico della regione, con riflessi evidenti sulla capacità di sostenere “ordinariamente” i bisogni della comunità e di soddisfare, in prospettiva, le esigenze della crescita e quelle del raggiungimento di livelli finalmente più adeguati di competitività e di benessere.

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2. Struttura dell’economia campana Prima di entrare nel dettaglio dell’analisi della consistenza e dell’evoluzione dell’apparato manifatturiero, nel presente paragrafo si propone una fotografia al 2010 della composizione e della struttura dell’economia campana.

Per rappresentare la struttura dell’economia della regione nel suo complesso e quella delle cinque province si è utilizzata la fonte statistica (ASIA). Per approfondimenti si rimanda alla nota metodologica allegata.

In particolare si fa riferimento alla distribuzione per settore di attività economica delle imprese e degli addetti, anche attraverso il confronto con la distribuzione a livello nazionale.

Si sono considerate le seguenti articolazioni: Industria in senso stretto5, Costruzioni, Commercio all’ingrosso e al dettaglio6, Trasporto e magazzinaggio, Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (I), Servizi privati7, Istruzione Sanità e Assistenza sociale, Altri servizi.

Al 2010 l’Archivio Asia registra in Campania 346.956 unità locali d’impresa.

Prevalgono le attività commerciali che pesano per il 35%, seguono i servizi con un peso relativo del 25%, quindi le costruzioni con il 10%; l’industria in senso stretto rappresenta il 9% del totale, al pari delle attività di alloggio e ristorazione il 9%, seguono trasporto e magazzinaggio (7%), sanità e assistenza (5%), altri servizi (4%) e istruzione (1%).

Ponendo a confronto la distribuzione settoriale della Campania con quella nazionale, lo scostamento più significativo si registra con riferimento al numero di addetti che opera nell’industria in senso stretto; tale dato a livello nazionale è pari al 26% contro il dato campano che è invece ben più contenuto raggiungendo il 19%.

Anche per i servizi privati a livello nazionale si registra un maggior peso relativo sia per imprese che per addetti, a testimonianza di una struttura economica più sbilanciata sui servizi e dunque complessivamente più matura. Al contrario, le attività commerciali registrano in Campania un peso relativo maggiore sia per unità locali che per addetti.

L’analisi della struttura produttiva delle province campane evidenzia una forte concentrazione territoriale delle imprese nella provincia di Napoli, dove si addensa il 51% delle imprese, seguono la provincia di Salerno (21%), la provincia di Caserta (14%) e le province di Avellino e Benevento rispettivamente per l’8% e il 5%.

Se si considera il numero di addetti il peso relativo della provincia di Napoli cresce ulteriormente (55%) rispetto a quello degli altri territori campani.

Inoltre, considerando la distribuzione per settore di attività economica a livello provinciale i dati confermano la vocazione manifatturiera (industria in senso stretto) del territorio della provincia di Napoli, dove si addensano il 50% delle imprese e il 50% degli addetti dell’intera regione, nonché la concentrazione di attività commerciali e di trasporto (il peso relativo delle imprese localizzate nella provincia di Napoli è rispettivamente pari al 54% e al 55%), oltre che la maggior presenza, in ragione dell’elevata densità abitativa, di servizi pubblici e privati.

5 L’aggregato comprende le sezioni Ateco: B. Estrazione di minerali da cave e miniere, C. Attività manifatturiere, D. Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, E. Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento. 6 L’aggregato comprende riparazioni di autoveicoli e motocicli (G). 7 L’aggregato comprende Servizi di informazione e comunicazione (J), Attività finanziarie e assicurative (K), Attività immobiliari (L), Attività professionali, scientifiche e tecniche (M), Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (N).

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La provincia di Salerno è sede di un quinto delle imprese campane e con riferimento agli addetti il peso è solo lievemente inferiore; il manifatturiero pesa per il 22% e le costruzioni per il 23%; si segnala, in linea con la nota vocazione turistica, il peso relativo dei servizi di alloggio e ristorazione pari al 26% per numero di imprese e al 23% per addetti.

Nella provincia di Caserta è localizzato il 14% delle imprese che danno occupazione al 13% degli addetti della regione. Con riferimento alla distribuzione per settori di attività economica i dati registrano un peso relativo maggiore per le attività delle costruzioni, sia in termini di imprese (19%) che in termini di addetti (18%), nonché un peso relativo più significativo delle attività di istruzione sia per numero di unità che per numero di addetti (18%).

Per la provincia di Avellino che rappresenta l’8% delle imprese e degli addetti complessivamente presenti al 2010 sul territorio regionale, si segnala che il comparto industria in senso stretto pesa per il 10% rispetto al dato regionale in termini di imprese e per l’11% in termini di addetti.

Infine, la provincia di Benevento rappresenta il 5% del tessuto di imprese regionali e non presenta particolari addensamenti settoriali.

Con riferimento alle dinamiche mostrate dalle cinque province, anche all’interno dei diversi settori di attività economica, è possibile operare un confronto tra i dati al 2007 e quelli 2010 sempre di fonte ASIA.

Complessivamente, confrontando la distribuzione per settori al 2010 con quella al 2007 si riscontra un contenimento del peso dell’industria in senso stretto (-10%) e del commercio (-6%) in termini di unità locali e un incremento del peso delle attività di servizi (ristorazione e servizi privati, rispettivamente pari all’8% e al 6%), mentre, considerando la distribuzione del numero di addetti, si registra nuovamente un contenimento del peso dell’industria in senso stretto (-7%), ma soprattutto degli addetti occupati in attività di costruzioni (-13%).

A livello territoriale, poi, l’industria in senso stretto localizzata nella provincia di Napoli ha registrato il tasso di variazione negativo più consistente (-12%) rispetto al dato regionale, soprattutto in termini di numero di imprese; mentre, nello stesso settore, la provincia di Caserta ha registrato un significativo contenimento del numero degli addetti (-16% contro il dato regionale pari a -7%).

Nelle costruzioni il trend negativo registrato a livello regionale, soprattutto in termini di numero di addetti (-13%), ha interessato in particolare le province di Caserta (-19%) e di Napoli (-13%).

Infine, per le attività commerciali e per quelle di trasporto e magazzinaggio, l’analisi dei dati segnala, a livello regionale, un contenimento del numero delle imprese rispettivamente pari al -6% e al -4% che non influisce tuttavia sul numero degli addetti e che interessa prevalentemente le province di Napoli e Caserta.

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Graf. 6. Peso dei settori di attività economica in Campania – n° u.l. e addetti 2010

Imprese (Campania 2010)

Commercio35%Trasporti

3%

Alloggio e ristorazione7%

Istruzione1%

Sanità e Assistenza5% Altri servizi

5%

Servizi privati25%

Industria in senso stretto

9% Costruzioni10%

Addetti (Campania 2010)

Industria in senso stretto19%

Costruzioni12%

Commercio25%

Trasporti7%

Alloggio e ristorazione8%

Servizi privati19%

Istruzione1%

Sanità e Assistenza5%

Altri servizi4%

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati Asia 2010

Graf. 7. Peso dei settori di attività economica in Italia – n° u.l. e addetti 2010

Imprese (Italia 2010)

Industria in senso stretto10%

Costruzioni13%

Commercio27%Trasporti

3%

Alloggio e ristorazione7%

Servizi privati28%

Sanità e Assistenza5% Altri servizi

6%Istruzione

1%

Addetti (Italia 2010)

Industria in senso stretto26%

Costruzioni10%

Commercio20%

Trasporti6%

Alloggio e ristorazione7%

Servizi privati22%

Istruzione1%

Sanità e Assistenza4%

Altri servizi4%

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati Asia 2010

Tab. 4 - Distribuzione delle imprese per settori di attività economiche per province anno 2010

Totale Campania

imprese peso % Imprese peso % Imprese peso % Imprese peso % Imprese peso % Imprese

Industria in senso stretto3.025 10% 1.776 6% 3.849 13% 15.005 50% 6.499 22% 30.154

Costruzioni3.571 10% 2.255 6% 6.569 19% 14.486 41% 8.207 23% 35.088

Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 8.641 7% 5.760 5% 16.965 14% 66.017 54% 25.405 21% 122.788

Trasporto e magazzinaggio593 6% 387 4% 1.075 11% 5.219 55% 2.182 23% 9.456

Servizi di alloggio e ristorazione 1.916 8% 1.329 6% 3.441 15% 10.474 45% 6.163 26% 23.323

Servizi privati6.894 8% 4.764 6% 10.867 13% 46.041 53% 17.809 21% 86.375

Istruzione112 5% 95 4% 386 18% 1.156 54% 392 18% 2.141

Sanità e Assitenza1.410 7% 938 5% 2.722 14% 10.394 55% 3.476 18% 18.940

Altri servizi 1.494 8% 1.040 6% 2.484 13% 9.411 50% 4.262 23% 18.691

Totale 27.656 8% 18.344 5% 48.358 14% 178.203 51% 74.395 21% 346.956

Napoli SalernoBenevento CasertaAvellino

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati Asia 2010

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Tab. 5 - Distribuzione degli addetti per settori di attività economiche per province anno 2010 Totale Campania

addetti peso % addetti peso % addetti peso % addetti peso % addetti peso % addetti

Industria in senso stretto22.111 11% 10.329 5% 23.333 12% 97.560 50% 41.332 21% 194.665

Costruzioni10.539 9% 7.262 6% 22.771 18% 57.968 47% 25.224 20% 123.764

Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 16.962 6% 11.799 5% 37.155 14% 144.026 55% 51.604 20% 261.546

Trasporto e magazzinaggio3.731 5% 1.541 2% 6.519 9% 48.464 66% 13.301 18% 73.555

Servizi di alloggio e ristorazione 5.676 7% 3.343 4% 8.678 11% 42.835 55% 17.855 23% 78.387

Servizi privati13.140 7% 8.016 4% 19.866 10% 120.643 61% 34.941 18% 196.606

Istruzione394 3% 236 2% 2.286 18% 7.707 61% 1.973 16% 12.596

Sanità e Assitenza3.930 8% 2.625 5% 7.577 15% 28.274 54% 9.809 19% 52.215

Altri servizi 3.351 8% 2.204 5% 4.653 12% 21.380 53% 8.664 22% 40.253

Totale 79.835 8% 47.355 5% 132.838 13% 568.856 55% 204.703 20% 1.033.587

Napoli SalernoBenevento CasertaAvellino

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati Asia 2010

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Tab. 6 - Imprese attive per settori di attività economiche e per province anno 2010 e variazione rispetto all’anno 2007

2010 var % peso % Imprese var % peso % Imprese var % peso % Imprese var % peso % Imprese var % peso % Imprese var % peso %Industria in senso stretto

3.025 -9% 11% 1.776 -8% 10% 3.849 -7% 8% 15.005 -12% 8% 6.499 -8% 9% 30.154 -10% 9%Costruzioni

3.571 4% 13% 2.255 0% 12% 6.569 -7% 14% 14.486 -4% 8% 8.207 1% 11% 35.088 -2% 10%Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli

8.641 -4% 31% 5.760 -3% 31% 16.965 -6% 35% 66.017 -7% 37% 25.405 -5% 34% 122.788 -6% 35%Trasporto e magazzinaggio

593 -3% 2% 387 -12% 2% 1.075 -9% 2% 5.219 -2% 3% 2.182 -4% 3% 9.456 -4% 3%Servizi di alloggio e

ristorazione 1.916 14% 7% 1.329 12% 7% 3.441 10% 7% 10.474 6% 6% 6.163 10% 8% 23.323 8% 7%Servizi privati

6.894 5% 25% 4.764 5% 26% 10.867 7% 22% 46.041 6% 26% 17.809 5% 24% 86.375 6% 25%Is truzione

112 12% 0% 95 23% 1% 386 -9% 1% 1.156 -1% 1% 392 8% 1% 2.141 0% 1%Sanità e Assitenza

1.410 7% 5% 938 16% 5% 2.722 6% 6% 10.394 5% 6% 3.476 6% 5% 18.940 6% 5%Altri servizi

1.494 2% 5% 1.040 4% 6% 2.484 -1% 5% 9.411 -1% 5% 4.262 2% 6% 18.691 0% 5%

Totale 27.656 1% 100% 18.344 1% 100% 48.358 -2% 100% 178.203 -2% 100% 74.395 0% 100% 346.956 -1% 100%

Totale CampaniaNapoli SalernoBenevento CasertaAvellino

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati Asia 2010

Tab. 7 - Addetti per settori di attività economiche e per province anno 2010 e variazione rispetto all’anno 2007

2010 var % peso % 2.010 var % peso % 2.010 var % peso % 2.010 var % peso % 2.010 var % peso % 2010 var % peso %Industria in senso stretto

22.111 0% 28% 10.329 -4% 22% 23.333 -16% 18% 97.560 -7% 17% 41.332 -5% 20% 194.665 -7% 19%Costruzioni

10.539 -9% 13% 7.262 -9% 15% 22.771 -19% 17% 57.968 -13% 10% 25.224 -10% 12% 123.764 -13% 12%Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli

16.962 1% 21% 11.799 3% 25% 37.155 6% 28% 144.026 0% 25% 51.604 -3% 25% 261.546 0% 25%Trasporto e magazzinaggio

3.731 -7% 5% 1.541 -3% 3% 6.519 -4% 5% 48.464 3% 9% 13.301 6% 6% 73.555 2% 7%Servizi di alloggio e

ristorazione 5.676 15% 7% 3.343 17% 7% 8.678 27% 7% 42.835 4% 8% 17.855 10% 9% 78.387 9% 8%Servizi privati

13.140 5% 16% 8.016 5% 17% 19.866 4% 15% 120.643 9% 21% 34.941 9% 17% 196.606 8% 19%Istruzione

394 25% 0% 236 -3% 0% 2.286 15% 2% 7.707 25% 1% 1.973 31% 1% 12.596 23% 1%Sanità e Assitenza

3.930 17% 5% 2.625 7% 6% 7.577 8% 6% 28.274 7% 5% 9.809 10% 5% 52.215 9% 5%Altri servizi

3.351 34% 4% 2.204 25% 5% 4.653 7% 4% 21.380 9% 4% 8.664 11% 4% 40.253 11% 4%

Totale 79.835 2% 100% 47.355 1% 100% 132.838 -3% 100% 568.856 1% 100% 204.703 1% 100% 1.033.587 0% 100%

Totale CampaniaNapoli SalernoBenevento CasertaAvellino

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati Asia 2010

19

2.1 Ambiti di specializzazione a livello regionale

Partendo dal quadro descritto nel paragrafo precedente, i dati ASIA consentono un’analisi ancor più approfondita della composizione della struttura produttiva campana.

È infatti possibile utilizzare la classificazione delle attività economiche, oltre che per settore, anche per divisione. Le divisioni ISTAT consentono di arricchire le informazioni in quanto presentano un livello di dettaglio maggiore circa la tipologia di produzione che caratterizza la singola unità locale ed i relativi addetti.

L’analisi della composizione della struttura produttiva per divisione evidenzia che il peso delle attività di commercio all’ingrosso e al dettaglio (esclusi gli autoveicoli) è in termini percentuali rispettivamente pari al 10% e al 21% ed è, in entrambi i casi, superiore al peso delle stesse divisioni nell’ambito del contesto economico nazionale.

Nell’ambito delle attività di servizi rilevante è il peso delle attività dei servizi e ristorazione e quello delle attività legali e contabilità (rispettivamente pari 5,92% e all’8,49%); per le attività legali, poi, il peso regionale è più rilevante rispetto al dato nazionale.

Le attività di assistenza sanitaria pesano per il 5,23% in linea con il dato nazionale, ma con un peso in termini di addetti decisamente superiore del dato regionale rispetto a quello nazionale (4,26% contro il dato nazionale 2,69).

Le attività di costruzione di edifici pesano, in Campania, per il 3,77% in termini di imprese e per il 4,94& in termini di addetti, entrambi i valori sono superiori al dato nazionale.

Le attività di servizi per la persona pesano per il 3,7% in termini di imprese e per il 2,5% in termini di addetti in linea con gli analoghi pesi registrati a livello nazionale.

Le industrie alimentari pesano per l’1,63% e assorbono addetti per il 2,9%, dati lievemente superiori a quelli nazionali.

Più in generale, per la quasi totalità delle divisioni considerate, il dato relativo alla dimensione media degli addetti segnala, per la Campania, valori più bassi rispetto ai dati nazionali (3 addetti in media per la Campania a fronte del dato medio nazionale pari a 3,6), con l’eccezione di alcune divisioni, tra cui, in particolare, la fabbricazione di altri mezzi di trasporto, i servizi pubblici locali (acqua e rifiuti) e alcune attività di servizi legati all’impresa (servizi finanziari e attività di ricerca e selezione del personale).

La composizione della struttura produttiva campana è stata inoltre posta a confronto con quella nazionale al fine di individuare eventuali ambiti di specializzazione.

Per il calcolo dell’indice di specializzazione si sono posti a confronto i pesi relativi di unità locali e addetti nei diversi settori, in Campania e in Italia, verificando la maggiore o minore incidenza delle singole attività nella regione rispetto al resto del Paese (cfr. appendice).

La tabella 9 seguente evidenzia, per alcune divisioni relative al manifatturiero, un indice di specializzazione superiore al dato italiano sia nel 2007 che nel 2010.

In particolare si tratta delle seguenti divisioni di attività economica: industrie alimentari , fabbricazione di articoli in pelle, fabbricazione di coke e di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, fabbricazione di altri mezzi di trasporto (dove rilevante è la specializzazione in termini di addetti pari a 2,76 nel 2007 ed a 3,1 nel 2010), commercio all’ingrosso e al dettaglio, attività legali, attività riguardanti lotterie, scommesse e attività di ingegneria civile.

Analogamente rilevanti, in termini di addetti, sono le specializzazioni riscontrate per le attività di raccolta, trattamento e fornitura di acqua, per quelle connesse alla gestione dei

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rifiuti (raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, recupero dei materiali, risanamento e altri servizi), per le attività di ricerca scientifica e sviluppo, per i servizi di vigilanza e investigazione, per le attività della divisione istruzione, per quelle connesse all’assistenza sanitaria e per le attività di costruzione di edifici.

Tab. 8 - Composizione della struttura produttiva e Dimensione media delle imprese per Divisione di Attività economica

Imprese Addetti

1 COLTIVAZIONI AGRICOLE E PRODUZIONE DI PRODOTTI ANIMALI, CACCIA E SERVIZI CONNESSI - -

2 SILVICOLTURA ED UTILIZZO DI AREE FORESTALI - -

8 ALTRE ATTIVITÀ DI ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE 0,03 0,06 6,8

10 INDUSTRIE ALIMENTARI 1,63 2,93 5,4

11 INDUSTRIA DELLE BEVANDE 0,09 0,17 5,6

12 INDUSTRIA DEL TABACCO - -

13 INDUSTRIE TESSILI 0,22 0,32 4,3

14 CONFEZIONE DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO; CONFEZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E PELLICCIA 0,74 1,12 4,5

15 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E SIMILI 0,44 1,07 7,2

16 INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO E SUGHERO (ESCLUSI I MOBILI); FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PAGLIA E MATERIALI DA INTRECCIO 0,67 0,63 2,8

17 FABBRICAZIONE DI CARTA E DI PRODOTTI DI CARTA 0,09 0,36 11,4

18 STAMPA E RIPRODUZIONE DI SUPPORTI REGISTRATI 0,34 0,39 3,4

19 FABBRICAZIONE DI COKE E PRODOTTI DERIVANTI DALLA RAFFINAZIONE DEL PETROLIO 0,02 0,08 12,9

20 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI 0,09 0,20 7,0

21 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI FARMACEUTICI DI BASE E DI PREPARATI FARMACEUTICI 0,01 0,08 24,7

22 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE 0,17 0,61 10,8

23 FABBRICAZIONE DI ALTRI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI 0,55 0,94 5,1

24 METALLURGIA 0,09 0,30 9,8

25 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO (ESCLUSI MACCHINARI E ATTREZZATURE) 1,39 2,47 5,3

26 FABBRICAZIONE DI COMPUTER E PRODOTTI DI ELETTRONICA E OTTICA; APPARECCHI ELETTROMEDICALI, APPARECCHI DI MISURAZIONE E DI OROLOGI 0,07 0,22 10,1

27 FABBRICAZIONE DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED APPARECCHIATURE PER USO DOMESTICO NON ELETTRICHE 0,11 0,34 9,4

28 FABBRICAZIONE DI MACCHINARI ED APPARECCHIATURE NCA 0,17 0,66 11,5

29 FABBRICAZIONE DI AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI 0,03 0,48 43,2

30 FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO 0,05 1,70 92,4

31 FABBRICAZIONE DI MOBILI 0,22 0,28 3,9

32 ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE 0,54 0,43 2,4

33 RIPARAZIONE, MANUTENZIONE ED INSTALLAZIONE DI MACCHINE ED APPARECCHIATURE 0,62 1,03 4,9

35 FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA, GAS, VAPORE E ARIA CONDIZIONATA 0,06 0,16 8,1

36 RACCOLTA, TRATTAMENTO E FORNITURA DI ACQUA 0,02 0,27 51,7

37 GESTIONE DELLE RETI FOGNARIE 0,03 0,07 7,7

38 ATTIVITÀ DI RACCOLTA, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI; RECUPERO DEI MATERIALI 0,18 1,36 22,9

39 ATTIVITÀ DI RISANAMENTO E ALTRI SERVIZI DI GESTIONE DEI RIFIUTI 0,01 0,08 21,9

41 COSTRUZIONE DI EDIFICI 3,77 4,94 3,9

42 INGEGNERIA CIVILE 0,28 0,68 7,2

43 LAVORI DI COSTRUZIONE SPECIALIZZATI 6,06 6,35 3,1

45 COMMERCIO ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO E RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI 3,27 2,60 2,4

46 COMMERCIO ALL'INGROSSO (ESCLUSO QUELLO DI AUTOVEICOLI E DI MOTOCICLI) 10,29 8,05 2,3

47 COMMERCIO AL DETTAGLIO (ESCLUSO QUELLO DI AUTOVEICOLI E DI MOTOCICLI) 21,84 14,66 2,0

49 TRASPORTO TERRESTRE E TRASPORTO MEDIANTE CONDOTTE 1,92 4,47 6,9

50 TRASPORTO MARITTIMO E PER VIE D'ACQUA 0,04 0,77 60,7

51 TRASPORTO AEREO 0,00 0,00 3,0

52 MAGAZZINAGGIO E ATTIVITÀ DI SUPPORTO AI TRASPORTI 0,70 1,76 7,5

53 SERVIZI POSTALI E ATTIVITÀ DI CORRIERE 0,07 0,11 4,8

55 ALLOGGIO 0,80 1,81 6,7

56 ATTIVITÀ DEI SERVIZI DI RISTORAZIONE 5,92 5,77 2,9

58 ATTIVITÀ EDITORIALI 0,10 0,14 3,9

59 ATTIVITÀ DI PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA, DI VIDEO E DI PROGRAMMI TELEVISIVI, DI REGISTRAZIONI MUSICALI E SONORE 0,10 0,11 3,2

60 ATTIVITÀ DI PROGRAMMAZIONE E TRASMISSIONE 0,03 0,05 5,1

61 TELECOMUNICAZIONI 0,10 0,08 2,4

62 PRODUZIONE DI SOFTWARE, CONSULENZA INFORMATICA E ATTIVITÀ CONNESSE 0,62 0,64 3,1

63 ATTIVITÀ DEI SERVIZI D'INFORMAZIONE E ALTRI SERVIZI INFORMATICI 0,61 0,55 2,7

64 ATTIVITÀ DI SERVIZI FINANZIARI (ESCLUSE LE ASSICURAZIONI E I FONDI PENSIONE) 0,08 1,01 35,9

66 ATTIVITÀ AUSILIARIE DEI SERVIZI FINANZIARI E DELLE ATTIVITÀ ASSICURATIVE 1,96 1,06 1,6

68 ATTIVITÀ IMMOBILIARI 2,15 1,10 1,5

69 ATTIVITÀ LEGALI E CONTABILITÀ 8,49 3,71 1,3

70 ATTIVITÀ DI DIREZIONE AZIENDALE E DI CONSULENZA GESTIONALE 0,67 0,45 2,0

71 ATTIVITÀ DEGLI STUDI DI ARCHITETTURA E D'INGEGNERIA; COLLAUDI ED ANALISI TECNICHE 4,76 1,90 1,2

72 RICERCA SCIENTIFICA E SVILUPPO 0,16 0,26 4,9

73 PUBBLICITÀ E RICERCHE DI MERCATO 0,30 0,18 1,8

74 ALTRE ATTIVITÀ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE 1,68 0,85 1,5

75 SERVIZI VETERINARI 0,16 0,06 1,1

77 ATTIVITÀ DI NOLEGGIO E LEASING OPERATIVO 0,40 0,29 2,2

78 ATTIVITÀ DI RICERCA, SELEZIONE, FORNITURA DI PERSONALE 0,01 0,64 174,4

79 ATTIVITÀ DEI SERVIZI DELLE AGENZIE DI VIAGGIO, DEI TOUR OPERATOR E SERVIZI DI PRENOTAZIONE E ATTIVITÀ CONNESSE 0,34 0,32 2,8

80 SERVIZI DI VIGILANZA E INVESTIGAZIONE 0,09 0,79 27,2

81 ATTIVITÀ DI SERVIZI PER EDIFICI E PAESAGGIO 0,65 3,28 15,0

82 ATTIVITÀ DI SUPPORTO PER LE FUNZIONI D'UFFICIO E ALTRI SERVIZI DI SUPPORTO ALLE IMPRESE 1,43 1,55 3,2

85 ISTRUZIONE 0,62 1,22 5,9

86 ASSISTENZA SANITARIA 5,23 4,26 2,4

87 SERVIZI DI ASSISTENZA SOCIALE RESIDENZIALE 0,10 0,35 10,6

88 ASSISTENZA SOCIALE NON RESIDENZIALE 0,13 0,45 10,3

90 ATTIVITÀ CREATIVE, ARTISTICHE E DI INTRATTENIMENTO 0,38 0,25 2,0

91 ATTIVITÀ DI BIBLIOTECHE, ARCHIVI, MUSEI ED ALTRE ATTIVITÀ CULTURALI 0,01 0,01 3,3

92 ATTIVITÀ RIGUARDANTI LE LOTTERIE, LE SCOMMESSE, LE CASE DA GIOCO 0,19 0,28 4,3

93 ATTIVITÀ SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DI DIVERTIMENTO 0,61 0,57 2,8

95 RIPARAZIONE DI COMPUTER E DI BENI PER USO PERSONALE E PER LA CASA 0,48 0,26 1,6

96 ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI PER LA PERSONA 3,71 2,52 2,0

TOTALE 100,00 100,00 3,0

Divisioni di Attività economicaComposizione % Dimensione

media

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati Asia 2010

21

In larga parte si tratta di attività di servizi alla persona e in tal senso il numero di addetti potrebbe essere influenzato dalle caratteristiche demografiche del territorio regionale.

Tab. 9 - Indici di Specializzazione della Campania rispetto all'Italia per Divisione di Attività economica

Addetti UU LL

1 COLTIVAZIONI AGRICOLE E PRODUZIONE DI PRODOTTI ANIMALI, CACCIA E SERVIZI CONNESSI n.d. n.d.

2 SILVICOLTURA ED UTILIZZO DI AREE FORESTALI n.d. n.d.

8 ALTRE ATTIVITÀ DI ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE 0,560 0,415

10 INDUSTRIE ALIMENTARI 1,268 1,292

11 INDUSTRIA DELLE BEVANDE 0,802 1,274

12 INDUSTRIA DEL TABACCO 0,000 0,000

13 INDUSTRIE TESSILI 0,373 0,592

14 CONFEZIONE DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO; CONFEZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E PELLICCIA 0,862 0,986

15 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E SIMILI 1,381 1,271

16 INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO E SUGHERO (ESCLUSI I MOBILI); FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PAGLIA E MATERIALI DA INTRECCIO 0,785 0,913

17 FABBRICAZIONE DI CARTA E DI PRODOTTI DI CARTA 0,819 0,922

18 STAMPA E RIPRODUZIONE DI SUPPORTI REGISTRATI 0,673 0,901

19 FABBRICAZIONE DI COKE E PRODOTTI DERIVANTI DALLA RAFFINAZIONE DEL PETROLIO 0,834 1,449

20 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI 0,308 0,690

21 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI FARMACEUTICI DI BASE E DI PREPARATI FARMACEUTICI 0,217 0,623

22 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE 0,575 0,630

23 FABBRICAZIONE DI ALTRI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI 0,755 0,987

24 METALLURGIA 0,407 0,946

25 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO (ESCLUSI MACCHINARI E ATTREZZATURE) 0,761 0,839

26 FABBRICAZIONE DI COMPUTER E PRODOTTI DI ELETTRONICA E OTTICA; APPARECCHI ELETTROMEDICALI, APPARECCHI DI MISURAZIONE E DI OROLOGI 0,343 0,426

27 FABBRICAZIONE DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED APPARECCHIATURE PER USO DOMESTICO NON ELETTRICHE 0,352 0,488

28 FABBRICAZIONE DI MACCHINARI ED APPARECCHIATURE NCA 0,247 0,284

29 FABBRICAZIONE DI AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI 0,477 0,523

30 FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO 3,101 0,794

31 FABBRICAZIONE DI MOBILI 0,294 0,462

32 ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE 0,578 0,788

33 RIPARAZIONE, MANUTENZIONE ED INSTALLAZIONE DI MACCHINE ED APPARECCHIATURE 1,036 0,718

35 FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA, GAS, VAPORE E ARIA CONDIZIONATA 0,331 0,390

36 RACCOLTA, TRATTAMENTO E FORNITURA DI ACQUA 1,604 0,402

37 GESTIONE DELLE RETI FOGNARIE 1,150 0,810

38 ATTIVITÀ DI RACCOLTA, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI; RECUPERO DEI MATERIALI 1,734 0,959

39 ATTIVITÀ DI RISANAMENTO E ALTRI SERVIZI DI GESTIONE DEI RIFIUTI 2,704 0,906

41 COSTRUZIONE DI EDIFICI 1,455 1,064

42 INGEGNERIA CIVILE 1,190 1,461

43 LAVORI DI COSTRUZIONE SPECIALIZZATI 0,968 0,646

45 COMMERCIO ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO E RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI 1,114 1,229

46 COMMERCIO ALL'INGROSSO (ESCLUSO QUELLO DI AUTOVEICOLI E DI MOTOCICLI) 1,165 1,125

47 COMMERCIO AL DETTAGLIO (ESCLUSO QUELLO DI AUTOVEICOLI E DI MOTOCICLI) 1,326 1,467

49 TRASPORTO TERRESTRE E TRASPORTO MEDIANTE CONDOTTE 1,427 0,792

50 TRASPORTO MARITTIMO E PER VIE D'ACQUA 4,585 1,022

51 TRASPORTO AEREO 0,021 0,315

52 MAGAZZINAGGIO E ATTIVITÀ DI SUPPORTO AI TRASPORTI 0,854 1,140

53 SERVIZI POSTALI E ATTIVITÀ DI CORRIERE 0,121 0,224

55 ALLOGGIO 1,100 0,774

56 ATTIVITÀ DEI SERVIZI DI RISTORAZIONE 1,010 1,051

58 ATTIVITÀ EDITORIALI 0,566 0,694

59 ATTIVITÀ DI PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA, DI VIDEO E DI PROGRAMMI TELEVISIVI, DI REGISTRAZIONI MUSICALI E SONORE 0,525 0,620

60 ATTIVITÀ DI PROGRAMMAZIONE E TRASMISSIONE 0,345 0,907

61 TELECOMUNICAZIONI 0,132 0,851

62 PRODUZIONE DI SOFTWARE, CONSULENZA INFORMATICA E ATTIVITÀ CONNESSE 0,486 0,593

63 ATTIVITÀ DEI SERVIZI D'INFORMAZIONE E ALTRI SERVIZI INFORMATICI 0,702 0,779

64 ATTIVITÀ DI SERVIZI FINANZIARI (ESCLUSE LE ASSICURAZIONI E I FONDI PENSIONE) 0,451 0,103

66 ATTIVITÀ AUSILIARIE DEI SERVIZI FINANZIARI E DELLE ATTIVITÀ ASSICURATIVE 1,084 1,083

68 ATTIVITÀ IMMOBILIARI 0,548 0,459

69 ATTIVITÀ LEGALI E CONTABILITÀ 1,332 1,469

70 ATTIVITÀ DI DIREZIONE AZIENDALE E DI CONSULENZA GESTIONALE 0,554 0,630

71 ATTIVITÀ DEGLI STUDI DI ARCHITETTURA E D'INGEGNERIA; COLLAUDI ED ANALISI TECNICHE 1,018 0,999

72 RICERCA SCIENTIFICA E SVILUPPO 1,730 0,848

73 PUBBLICITÀ E RICERCHE DI MERCATO 0,515 0,670

74 ALTRE ATTIVITÀ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE 0,754 0,633

75 SERVIZI VETERINARI 0,800 0,690

77 ATTIVITÀ DI NOLEGGIO E LEASING OPERATIVO 1,073 1,084

78 ATTIVITÀ DI RICERCA, SELEZIONE, FORNITURA DI PERSONALE 0,507 0,083

79 ATTIVITÀ DEI SERVIZI DELLE AGENZIE DI VIAGGIO, DEI TOUR OPERATOR E SERVIZI DI PRENOTAZIONE E ATTIVITÀ CONNESSE 1,130 1,026

80 SERVIZI DI VIGILANZA E INVESTIGAZIONE 1,861 1,211

81 ATTIVITÀ DI SERVIZI PER EDIFICI E PAESAGGIO 1,208 0,668

82 ATTIVITÀ DI SUPPORTO PER LE FUNZIONI D'UFFICIO E ALTRI SERVIZI DI SUPPORTO ALLE IMPRESE 1,025 0,897

85 ISTRUZIONE 2,344 1,088

86 ASSISTENZA SANITARIA 1,581 1,050

87 SERVIZI DI ASSISTENZA SOCIALE RESIDENZIALE 0,498 0,665

88 ASSISTENZA SOCIALE NON RESIDENZIALE 0,529 0,661

90 ATTIVITÀ CREATIVE, ARTISTICHE E DI INTRATTENIMENTO 0,868 0,613

91 ATTIVITÀ DI BIBLIOTECHE, ARCHIVI, MUSEI ED ALTRE ATTIVITÀ CULTURALI 0,215 0,420

92 ATTIVITÀ RIGUARDANTI LE LOTTERIE, LE SCOMMESSE, LE CASE DA GIOCO 1,635 1,405

93 ATTIVITÀ SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DI DIVERTIMENTO 1,128 1,015

95 RIPARAZIONE DI COMPUTER E DI BENI PER USO PERSONALE E PER LA CASA 0,884 0,798

96 ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI PER LA PERSONA 1,121 1,012

TOTALE 1,000 1,000

Divisioni di Attività economicaIndici in termini di

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati Asia 2010

22

In sintesi i dati, oltre a confermare quanto già rilevato attraverso l’analisi sviluppata per settore (prg 2) - e cioè che le attività commerciali, alcune attività di servizi (ristorazione e legali) e il comparto delle costruzioni presentano sul territorio regionale un peso relativo maggiore rispetto al dato nazionale - segnala che in alcune divisioni manifatturiere (alimentare, confezione di articoli in pelle, fabbricazione di coke e fabbricazione di altri mezzi di trasporto) la Campania mostra indici di specializzazione superiori a 1 e, dunque, un’espressa e persistente vocazione produttiva.

2.2 Specializzazioni provinciali

Come evidenziato nel paragrafo precedente vi sono alcuni comparti nei quali la Campania mostra indici di specializzazione che caratterizzano molto nettamente, rispetto al resto del territorio nazionale, il profilo e la struttura del proprio apparato produttivo; per tali comparti è interessante rappresentare la distribuzione anche su scala subregionale, al fine di individuare ambiti di specializzazione provinciali.

Infatti, con riferimento alla distribuzione sul territorio regionale dei comparti nei quali si registrano indici di specializzazione positivi (superiori a 1) rispetto al dato nazionale, l’ agroalimentare presenta indici più alti nel beneventano per numero di imprese e nel salernitano per numero di addetti.

Nell’ambito della divisione confezione di articoli di abbigliamento, le province di Napoli, Avellino e Benevento presentano gli indici di specializzazione più alti; per la provincia di Benevento si segnala soprattutto il dato relativo al numero di addetti (l’indice di specializzazione è pari 2,08 contro il dato del totale Campania pari a 0,986).

Per la divisione fabbricazione di articoli in pelle e simili, com’è noto, emerge il dato della provincia di Avellino con indici di specializzazione per imprese e per addetti rispettivamente pari a 3,11 ed a 3,64.

La provincia di Salerno mostra indici di specializzazione più alti nell’ambito della divisione fabbricazione di coke e prodotti derivati, mentre il tessuto produttivo della provincia di Napoli presenta una più alta specializzazione nella fabbricazione di altri mezzi di trasporto.

La divisione rappresentata dalla costruzione di edifici mostra l’indice di specializzazione più alto sia per numero di imprese che per numero di addetti nella provincia di Caserta e valori superiori all’unità nelle altre province ad eccezione del napoletano.

Con riferimento al trasporto marittimo, divisione nella quale l’indice di specializzazione regionale mostra un valore significativo rispetto al contesto nazionale (4,59), gli indici di specializzazione più rilevanti per numero di imprese e per addetti si riscontrano nella provincia di Napoli.

Infine, si tralascia il commento relativo sia alle divisioni che confermano quanto già analizzato a livello di settore, sia agli indici di specializzazione riscontrati nelle attività riconducibili ai servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, …) o ad alcuni servizi privati (attività legali, progettazione, servizi di vigilanza, …) che, seppur calcolati e rappresentati in tabella, risentono della distribuzione della popolazione e delle imprese, rendendo in tal senso l’indice di specializzazione meno rilevante.

23

Tab. 10 Indici di specializzazione provinciali rispetto alla Campania per divisione di attività economica

Imprese Addetti Imprese Addetti Imprese Addetti Imprese Addetti Imprese Addetti

8 ALTRE ATTIVITÀ DI ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE 2,05 2,25 2,70 2,60 1,39 0,84 0,42 0,38 1,33 1,96

10 INDUSTRIE ALIMENTARI 1,36 1,33 1,49 1,23 1,01 1,03 0,84 0,69 1,13 1,66

11 INDUSTRIA DELLE BEVANDE 2,10 1,47 1,61 2,44 0,66 2,69 0,92 0,49 0,86 0,79

13 INDUSTRIE TESSILI 0,76 0,48 0,83 3,98 0,84 0,96 1,03 0,69 1,16 1,39

14 CONFEZIONE DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO 1,03 0,81 1,00 2,08 0,54 0,55 1,29 1,11 0,60 0,81

15 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E SIMILI 3,11 3,64 0,27 0,26 0,99 0,99 1,06 0,98 0,26 0,20

16 INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO E SUGHERO 1,17 1,55 1,39 1,47 0,87 0,99 0,86 0,79 1,27 1,27

17 FABBRICAZIONE DI CARTA E DI PRODOTTI DI CARTA 0,54 0,25 0,64 0,49 0,82 1,11 1,15 1,03 1,01 1,25

18 STAMPA E RIPRODUZIONE DI SUPPORTI REGISTRATI 1,00 0,85 1,05 0,89 0,84 0,71 0,97 0,87 1,16 1,65

19 COKE E PRODOTTI DERIVANTI DALLA RAFFINAZIONE DEL PETROLIO 1,19 0,72 1,20 1,05 0,57 0,30 0,90 1,06 1,41 1,39

20 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI 1,16 1,20 1,13 1,22 1,14 0,90 0,97 0,96 0,90 1,04

21 PRODOTTI FARMACEUTICI DI BASE E PREPARATI FARMACEUTICI 1,48 2,30 1,11 0,42 1,06 2,00 0,92 0,79 0,96 0,56

22 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE 0,73 0,63 0,84 1,60 0,98 1,47 1,01 0,58 1,13 1,85

23 ALTRI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI 1,41 1,83 1,60 2,20 1,03 1,03 0,74 0,59 1,30 1,50

24 METALLURGIA 1,17 2,34 0,59 0,70 1,00 1,66 1,07 0,69 0,87 0,99

25 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO 1,23 1,53 1,20 1,39 1,00 0,82 0,93 0,81 1,03 1,36

26 COMPUTER E PRODOTTI DI ELETTRONICA E OTTICA 1,10 1,31 0,83 0,20 1,23 2,30 0,94 0,77 1,00 0,85

27 APPARECCHIATURE ELETTRICHE 1,58 1,64 1,42 1,21 1,44 1,47 0,87 0,74 0,71 1,13

28 MACCHINARI ED APPARECCHIATURE NCA 1,31 1,47 0,99 0,58 0,58 0,54 0,83 1,00 1,57 1,22

29 FABBRICAZIONE DI AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI 0,88 4,77 1,16 0,34 1,51 3,00 0,68 0,17 1,43 0,70

30 FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO 0,40 0,36 0,80 0,19 0,53 0,52 1,31 1,61 0,83 0,05

31 FABBRICAZIONE DI MOBILI 0,99 0,94 0,66 1,06 0,62 0,61 1,07 0,89 1,16 1,56

32 ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE 0,72 0,81 0,57 0,95 0,88 0,95 1,17 1,06 0,88 0,96

33 RIPARAZIONE, MANUTENZIONE ED INSTALLAZIONE DI MACCHINE 0,86 0,49 0,71 1,01 0,91 0,72 1,11 1,25 0,93 0,67

35 ENERGIA ELETTRICA, GAS, VAPORE E ARIA CONDIZIONATA 3,38 1,69 1,55 0,27 0,76 0,64 0,71 1,12 0,83 0,81

36 RACCOLTA, TRATTAMENTO E FORNITURA DI ACQUA 0,70 1,81 1,75 0,51 1,06 0,30 0,65 1,11 1,73 0,93

37 GESTIONE DELLE RETI FOGNARIE 0,76 1,88 0,96 0,48 1,09 0,57 0,96 0,92 1,13 1,29

38 RACCOLTA, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI 1,24 2,38 1,32 1,32 1,13 0,50 0,93 0,94 0,92 0,87

39 ATTIVITÀ DI RISANAMENTO E ALTRI SERVIZI DI GESTIONE DEI RIFIUTI 0,32 0,02 0,97 1,49 1,29 0,89 1,25 1,33 0,48 0,44

41 COSTRUZIONE DI EDIFICI 1,23 1,15 1,25 1,44 1,84 1,91 0,69 0,71 1,04 1,05

42 INGEGNERIA CIVILE 1,16 1,28 1,33 1,17 2,01 1,88 0,73 0,81 0,85 0,80

43 LAVORI DI COSTRUZIONE SPECIALIZZATI 1,31 1,04 1,19 1,17 1,00 1,02 0,88 0,96 1,13 1,03

45 COMMERCIO ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO DI AUTOVEICOLI 1,07 1,03 1,26 1,38 1,01 1,07 0,93 0,85 1,08 1,26

46 COMMERCIO ALL'INGROSSO 0,69 0,75 0,69 0,75 0,81 0,88 1,19 1,10 0,86 0,96

47 COMMERCIO AL DETTAGLIO 0,95 0,86 0,92 1,04 1,07 1,24 1,00 0,97 1,00 0,97

49 TRASPORTO TERRESTRE E TRASPORTO MEDIANTE CONDOTTE 0,95 0,81 0,96 0,58 0,91 0,79 0,96 1,07 1,18 1,11

50 TRASPORTO MARITTIMO E PER VIE D'ACQUA - - - - - - 1,65 1,79 0,71 0,07

51 TRASPORTO AEREO - - - - - - 1,36 1,64 1,40 0,50

52 MAGAZZINAGGIO E ATTIVITÀ DI SUPPORTO AI TRASPORTI 0,40 0,50 0,35 0,36 0,59 0,74 1,34 1,26 0,84 0,79

53 SERVIZI POSTALI E ATTIVITÀ DI CORRIERE 0,71 1,39 0,38 0,17 0,93 0,83 1,27 1,17 0,64 0,69

55 ALLOGGIO 0,70 0,44 0,85 0,42 0,40 0,35 0,95 1,14 1,66 1,38

56 ATTIVITÀ DEI SERVIZI DI RISTORAZIONE 1,08 1,09 1,11 1,09 1,15 1,02 0,86 0,95 1,17 1,08

58 ATTIVITÀ EDITORIALI 1,01 0,62 1,37 0,93 0,56 0,26 1,21 1,40 0,70 0,52

59 PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA, VIDEO E PROGRAMMI TELEVISIVI 0,99 1,18 0,72 0,62 0,63 0,60 1,16 1,24 0,94 0,62

60 ATTIVITÀ DI PROGRAMMAZIONE E TRASMISSIONE 1,46 0,99 1,18 0,77 0,83 0,82 0,94 1,05 1,04 1,04

61 TELECOMUNICAZIONI 0,56 0,34 0,57 0,35 1,29 0,82 1,07 1,07 0,91 1,32

62 SOFTWARE, CONSULENZA INFORMATICA E ATTIVITÀ CONNESSE 0,82 0,93 0,88 0,93 0,74 0,51 1,16 1,18 0,88 0,86

63 SERVIZI D'INFORMAZIONE E ALTRI SERVIZI INFORMATICI 0,85 0,91 1,21 1,17 0,91 1,05 1,03 1,01 1,00 0,95

64 ATTIVITÀ DI SERVIZI FINANZIARI 0,78 1,61 1,04 0,33 0,62 0,12 1,20 1,41 0,85 0,35

66 ATTIVITÀ AUSILIARIE DEI SERVIZI FINANZIARI 0,84 0,90 0,86 1,01 0,93 1,03 1,09 1,01 0,93 1,00

68 ATTIVITÀ IMMOBILIARI 0,87 0,84 0,72 0,90 0,85 0,91 1,16 1,09 0,84 0,89

69 ATTIVITÀ LEGALI E CONTABILITÀ 0,85 0,90 0,93 1,05 0,90 0,97 1,09 1,03 0,92 0,97

70 ATTIVITÀ DI DIREZIONE AZIENDALE E DI CONSULENZA GESTIONALE 0,90 1,18 1,02 0,87 0,69 0,78 1,14 1,05 0,89 0,96

71 STUDI DI ARCHITETTURA E D'INGEGNERIA; COLLAUDI ED ANALISI TECNICHE 1,55 1,50 1,50 1,65 1,01 1,09 0,79 0,77 1,18 1,24

72 RICERCA SCIENTIFICA E SVILUPPO 0,90 0,34 1,57 0,63 0,90 1,38 1,07 1,23 0,79 0,46

73 PUBBLICITÀ E RICERCHE DI MERCATO 0,91 0,86 0,89 0,82 0,80 0,89 1,15 1,15 0,83 0,76

74 ALTRE ATTIVITÀ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE 1,04 0,90 1,14 1,20 0,90 0,81 1,02 1,06 0,98 0,94

75 SERVIZI VETERINARI 0,98 0,97 1,24 1,27 1,13 1,17 0,96 0,92 0,97 1,05

77 ATTIVITÀ DI NOLEGGIO E LEASING OPERATIVO 0,78 0,65 0,87 0,71 0,90 0,87 0,96 0,98 1,26 1,34

78 ATTIVITÀ DI RICERCA, SELEZIONE, FORNITURA DI PERSONALE 0,66 0,00 0,50 0,00 0,38 0,00 1,08 1,23 1,47 1,62

79 SERVIZI DELLE AGENZIE DI VIAGGIO, TOUR OPERATOR 0,63 0,51 0,72 0,67 0,65 0,54 1,29 1,34 0,73 0,62

80 SERVIZI DI VIGILANZA E INVESTIGAZIONE 1,43 0,71 0,76 0,91 1,18 1,17 1,00 1,16 0,80 0,57

81 ATTIVITÀ DI SERVIZI PER EDIFICI E PAESAGGIO 1,10 0,53 0,95 0,43 0,92 0,54 1,04 1,34 0,94 0,68

82 SUPPORTO PER LE FUNZIONI D'UFFICIO 0,81 0,73 1,01 1,04 0,81 0,78 1,15 1,10 0,83 0,97

85 ISTRUZIONE 0,66 0,41 0,84 0,41 1,29 1,41 1,05 1,11 0,85 0,79

86 ASSISTENZA SANITARIA 0,93 0,95 0,89 0,96 1,00 1,13 1,08 1,01 0,86 0,90

87 SERVIZI DI ASSISTENZA SOCIALE RESIDENZIALE 0,82 0,45 2,08 1,84 1,62 1,32 0,83 0,83 0,82 1,28

88 ASSISTENZA SOCIALE NON RESIDENZIALE 1,09 1,57 1,86 1,85 1,84 0,94 0,73 0,81 0,84 1,15

90 ATTIVITÀ CREATIVE, ARTISTICHE E DI INTRATTENIMENTO 0,80 0,61 0,82 1,21 0,59 0,43 1,23 1,29 0,83 0,66

91 BIBLIOTECHE, ARCHIVI, MUSEI ED ALTRE ATTIVITÀ CULTURALI 0,32 0,68 0,97 1,53 0,92 0,59 1,15 1,13 0,96 0,90

92 LOTTERIE, SCOMMESSE, CASE DA GIOCO 0,67 0,55 1,44 1,80 0,91 0,97 1,03 1,07 1,00 0,82

93 ATTIVITÀ SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DI DIVERTIMENTO 0,67 0,62 0,73 0,86 1,07 0,88 0,98 0,99 1,20 1,27

95 RIPARAZIONE DI COMPUTER E DI BENI PER USO PERSONALE 0,83 0,65 0,76 0,66 0,83 0,86 1,05 1,08 1,11 1,08

96 ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI PER LA PERSONA 1,12 1,33 1,15 1,26 0,99 0,95 0,94 0,90 1,06 1,12

Divisioni di Attività economicaAvellino Benevento Caserta Napoli Salerno

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati Asia 2010

24

3. Consistenza ed evoluzione dell’apparato manifatturiero L’archivio ISTAT-ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive) costituisce, ad oggi, la base informativa più aggiornata e più approfondita per cercare di ricostruire l’evoluzione e la consistenza della struttura produttiva a livello nazionale, regionale e territoriale8.

Questi dati, infatti, consentono di misurare, con molti dettagli, le trasformazioni avvenute, la loro distribuzione territoriale, gli avanzamenti e i ritardi registrati nella performance del settore industriale, a partire da una rappresentazione aggregata dei processi che hanno interessato, nel lungo periodo, l’apparato manifatturiero della regione (in unità locali e addetti), fino all’individuazione dei caratteri più specifici con cui l’industria campana ancora si articola per settori di attività e territori.

3.1 Struttura e composizione dell’industria regionale

Le prime evidenze che emergono anche dall’esame dei valori registrati dalle statistiche ufficiali, sottolineano molto chiaramente l’importanza e la dimensione di un processo di profonda trasformazione del sistema industriale della Campania che trae origine da due fattori.

Il primo elemento che occorre tenere presente nell’analizzare i dati, innanzitutto nel medio-lungo periodo, è di tipo strutturale e deriva dalla progressiva perdita di consistenza e di ruolo di alcune delle tipicità del modello di sviluppo regionale, caratterizzato fino agli anni ’90, da un (relativamente) elevato tasso d’industrializzazione e da una marcata specializzazione produttiva in pochi settori industriali.

Tab. 11 - Unità Locali delle Imprese industriali e dei Servizi della Campania

1991 2001 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010Totale Manifattura e Servizi 254.932 317.437 353.407 361.463 367.364 373.993 379.129 369.657 346.956 di cui:

Industria in senso stretto 32.725 37.376 39.839 39.500 38.959 35.938 35.608 33.052 29.139 di cui:

Industrie alimentari 5.368 7.103 7.749 7.829 7.883 7.016 6.930 6.502 5.963 Industrie tessili e abbigliamento 5.184 5.018 5.143 4.869 4.672 4.353 4.352 3.874 3.350

Industrie conciarie; pelle 1.714 2.278 2.372 2.268 2.161 2.062 1.967 1.797 1.540 Industria del legno e prodotti 4.288 3.386 3.357 3.267 3.150 3.024 2.898 2.581 2.339

Prodotti chimici e fibre 333 462 475 470 461 447 458 422 336 Articoli in gomma e plastica 505 706 807 817 800 777 755 703 586

Minerali non metalliferi 2.013 2.531 2.636 2.574 2.538 2.466 2.462 2.259 1.912 Metallurgia; prodotti in metallo 4.927 5.790 6.651 6.734 6.720 6.411 6.415 5.854 5.158

Meccanica 3.628 4.541 4.617 4.499 4.440 3.858 1.566 1.495 1.195

Mezzi di trasporto 310 426 536 602 651 473 453 428 304

Costruzioni 18.022 29.601 33.968 36.309 38.142 40.167 40.588 38.687 35.088 Commercio 122.597 125.451 137.482 136.987 137.674 135.869 134.324 130.151 122.788

Alberghi e ristoranti 14.752 17.227 20.174 21.224 21.705 22.747 24.156 24.015 23.323 Trasporti e comunicazioni 7.398 11.519 12.782 13.189 13.140 18.253 12.186 11.720 9.456 Attività finanziarie 4.797 7.210 6.425 6.495 6.875 7.404 8.255 8.920 7.095 Servizi alle imprese 23.904 53.688 64.370 68.260 70.573 72.410 74.700 74.754 79.280 Fonte: elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Archivio ASIA

8 In verità, a partire da luglio 2013, l’ISTAT ha cominciato a pubblicare i primi risultati dell’ultimo (9°) Censimento generale dell’industria e dei servizi che - a differenza delle edizioni precedenti, basate sull’universo delle imprese - ha coinvolto un campione di 260.000 unità (di cui 190.000 piccole e medie), con sezioni (del questionario di rilevazione) indirizzate ad approfondire, innanzitutto, i temi della competitività e della capacità innovativa delle aziende italiane. Al riguardo, le informazioni strutturali sulle imprese rilasciate con il Censimento (al 31 dicembre 2011) sono estratte dagli stessi registri statistici e fonti amministrative di cui si serve l’archivio ASIA e, quindi, nel seguito di questo lavoro si cercherà di integrare, quando possibile, i dati provenienti dalle due fonti.

25

Infatti, la struttura produttiva che emerge al termine del periodo (2010) è contrassegnata, con tutta evidenza, da un calo molto significativo delle attività della “trasformazione” – rispettivamente -11% e -26%, in termini di Unità locali e Addetti dell’Industria in senso stretto, fra il 1991 e il 2010 – con effetti sostanziali (e dirompenti) sul livello di diffusione e sulla tenuta dell’intero settore manifatturiero regionale.

Tab. 12 - Addetti delle Imprese industriali e dei Servizi della Campania

1991 2001 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010Totale Manifattura e Servizi 859.252 925.493 1.016.757 1.040.375 1.061.426 1.096.313 1.136.807 1.117.769 1.033.587 di cui:

Industria in senso stretto 236.786 224.317 223.019 216.864 214.853 208.907 209.113 200.034 174.480 di cui:

Industrie alimentari 33.068 34.454 36.359 35.359 35.281 34.480 35.374 35.010 32.000 Industrie tessili e abbigliamento 27.026 24.312 23.857 21.440 19.710 18.464 18.495 16.855 14.929

Industrie conciarie; pelle 15.955 17.876 15.508 13.641 12.949 12.882 12.675 11.597 11.073 Industria del legno e prodotti 10.673 8.614 8.692 8.514 8.207 8.001 7.905 7.129 6.501

Prodotti chimici e fibre 6.931 5.619 5.047 4.807 4.740 4.295 4.256 4.293 2.940 Articoli in gomma e plastica 4.816 7.490 7.811 8.267 7.644 7.793 7.463 7.141 6.351

Minerali non metalliferi 15.282 12.719 12.669 12.446 12.574 12.405 12.264 11.234 9.766 Metallurgia; prodotti in metallo 28.134 31.025 33.356 33.259 33.025 32.696 33.718 30.802 28.678

Meccanica 39.278 36.978 34.206 33.359 32.704 33.077 23.423 19.583 12.615

Mezzi di trasporto 34.251 23.987 23.854 24.096 26.433 25.845 26.039 26.385 22.474

Costruzioni 89.023 100.373 115.734 121.538 124.472 136.433 143.106 132.594 123.764 Commercio 234.195 218.098 243.439 249.464 255.886 262.736 267.622 263.984 261.546

Alberghi e ristoranti 43.193 49.563 60.098 63.457 65.658 71.893 80.033 79.462 78.387 Trasporti e comunicazioni 84.812 89.260 96.770 97.114 97.619 114.876 91.440 91.419 73.555 Attività finanziarie 28.391 28.517 25.193 25.191 26.350 26.810 27.198 28.598 21.387 Servizi alle imprese 65.159 123.876 145.653 154.592 160.961 156.580 191.890 191.723 175.219 Fonte: elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Archivio ASIA

Il secondo fattore che contraddistingue le dinamiche regionali e che produce un effetto più di accelerazione che di trasformazione dei processi che hanno interessato l’economia, ha invece una natura congiunturale. La crisi economica mondiale iniziata nel 2008 ha finito per mettere allo scoperto in tutta la sua drammaticità l’avanzare di un fenomeno di deindustrializzazione (per molti un vero e proprio processo di “desertificazione” industriale), che ha raggiunto, anche in Campania, livelli di assoluto allarme.

In definitiva, all’incirca 3.600 Unità locali dell’industria hanno chiuso i battenti negli ultimi 20 anni in Campania – ma la contrazione è ben più sensibile dopo il 2007, quando la diminuzione degli stabilimenti è arrivata a toccare le 6.800 unità – mentre oltre un quarto dell’occupazione (quasi 62.300 addetti) è andato perduto nello stesso periodo.

Il risultato è quello di una base industriale molto più contenuta dal punto di vista della consistenza e della capacità dell’attrezzatura produttiva disponibile e, soprattutto, nettamente più debole sia sul piano organizzativo sia (e ancor più) su quello dimensionale, con una crescita ulteriore e certamente non marginale delle piccole e piccolissime imprese e, quindi, con una riduzione delle dimensioni medie degli stabilimenti, passate da 7,2 (1991) a 6 addetti (2010).

D’altra parte, come si vede nel grafico seguente, anche la distribuzione delle aziende per classi dimensionali negli anni 2007 e 2010, riflette molto chiaramente la predominanza delle unità produttive di piccola e piccolissima “scala” (fino a 9 addetti) che ancora conservano (ed anzi incrementano) la loro incidenza sul totale, arrivando a pesare, rispettivamente, quasi il 96% in termini di imprese e più del 57% in termini di addetti.

Sul piano settoriale, poi, questi processi hanno riguardato pressoché tutti i comparti di attività ed hanno comportato un arretramento anche (e soprattutto) di alcune fra le produzioni più radicate e più caratteristiche del modello industriale regionale.

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Graf. 8 – Imprese e Addetti per classi dimensionali (in %)

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Imp

rese

Ad

de

tti

Imp

rese

Ad

de

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Imp

rese

Ad

de

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Imp

rese

Ad

de

tti

Imp

rese

Ad

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tti

Imp

rese

Ad

de

tti

da 0 a 1 da 2 a 9 da 10 a 19 da 20 a 49 da 50 a 99 da 100 a 249 250 e più

2007

2010

Fonte: elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Archivio ASIA

Con modalità e intensità analoghe – in termini sia di addetti che di unità locali – le perdite maggiori sono quelle registrate nelle produzioni della Meccanica, del Tessile/Abbigliamento e del Legno, vale a dire in alcuni dei rami più “tradizionali” e di maggiore specializzazione dell’industria campana, che arrivano a cedere tra il 35% ed il 67% degli stabilimenti e tra il 39% ed il 68% degli occupati.

Inoltre - con le sole eccezioni dell’industria Alimentare, della Metallurgia e della Gomma e plastica - anche gli altri comparti, sebbene con andamenti più differenziati fra UULL e Addetti, mostrano sensibili ridimensionamenti, con riduzioni di attività e, soprattutto, di occupazione, che raggiungono valori ugualmente impressionanti: -58% nella Chimica; -36% nella Lavorazione dei Minerali; -34% nei Mezzi di Trasporto; -31% nell’industria Conciaria.

3.2 Dimensione produttiva e fatturato delle imprese

Questa nuova configurazione (e il drastico ridimensionamento che ne è conseguito) dell’apparato manifatturiero della regione ha finito inesorabilmente per confermare i limiti produttivi ed economici dell’impresa campana, fortemente concentrata, in tutti i principali settori, in classi di fatturato (per azienda) assai modeste: inferiore a 200mila euro nell’80% dei casi e fino ad appena 49mila euro in più del 50% dell’universo di riferimento.

Sebbene (come si può leggere chiaramente nel grafico seguente) queste due classi abbiano registrato dinamiche opposte tra il 2007 e il 2010 (con un lieve arretramento di peso delle dimensioni “minime” in termini di fatturato ed una più marcata crescita della classe fino a 199mila euro), la struttura complessiva del sistema di imprese e la sua capacità di produrre attività e ricavi di livello apprezzabile appare ancora come un fattore sostanzialmente “critico” dell’economia regionale.

Infatti, oltre la soglia dei 200mila euro di fatturato, l’incidenza delle imprese operative si è ridotta sensibilmente in tutte le classi (arrivando a pesare poco più del 18% nel 2010), con la conseguenza di compromettere ulteriormente la capacità competitiva dell’industria regionale, innanzitutto sul mercato internazionale, e di ridurre, insieme, la produzione di reddito a beneficio dell’intero sistema e la disponibilità di risorse adeguate a sostenere gli

27

indispensabili programmi d’investimento e di riqualificazione produttiva dei settori e delle aziende.

Graf. 9 – Distribuzione (%) delle imprese per classi di fatturato (migliaia di €)

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55

0-49

50-199

200-999

1000-3999

4000-9999

10000-49999

50000 e più

2010

2007

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Archivio ASIA

A questo riguardo, l’analisi dei comparti industriali della Campania, nei quali ancora si può registrare un livello significativo delle imprese che (al 2007 e al 2010) hanno dichiarato i più alti valori del fatturato (superiore a 10 milioni di euro), può consentire, sia di individuare le componenti settoriali più rilevanti del sistema, sia di verificare, attraverso l’esame della dinamica registrata nel periodo, lo stato ed il segno delle condizioni “competitive” in essere.

La presenza di attività concentrate e fortemente integrate nel tessuto produttivo, connesse innanzitutto alla produzione di mezzi di trasporto (automotive e aerospazio), costituisce, nonostante le difficoltà che pure si avvertono, uno dei fattori di maggior “valore” dell’industria regionale9.

In questa filiera, infatti, più del 20% dell’intero sistema d’imprese opera con dimensioni - di produzione e di fatturato - assolutamente importanti e competitive, capaci di trasferire anche all’esterno della regione e sui più importanti mercati, l’immagine di un apparato industriale moderno ed efficiente, oltre che dotato di un’identità visibile e riconosciuta.

Naturalmente, anche qui la crisi - insieme a processi, in atto da tempo, di ristrutturazione e riqualificazione produttiva - ha colpito seriamente il tessuto produttivo, determinando un sensibile calo dell’occupazione e della quota di aziende in grado di assicurare i più elevati livelli del fatturato. Tuttavia, nel complesso, l’industria della produzione di “mezzi di trasporto” continua a rappresentare, con tutta evidenza, uno dei segmenti di punta dell’industria campana, tanto sul piano della diffusione, della qualità e dell’integrazione delle aziende, quanto su quello della capacità competitiva, del grado d’innovazione e, quindi, del

9 Per inciso, in tutti gli altri comparti dell’apparato manifatturiero della Campania (dalle Costruzioni ai Servizi) il peso della classe di fatturato > 10M€ è pressoché trascurabile (quasi sempre inferiore all’1%), con le sole eccezioni delle aziende che operano nella fornitura di energia (10,3%) e acqua (22,4%), nel trattamento dei rifiuti (13,9%) e nei settori del trasporto marittimo (12,7%) e aereo (10%).

28

contributo assicurato da queste attività (anche in prospettiva) all’economia e al prodotto regionale.

Graf. 10 – Incidenza (%) delle imprese per settore nella classe di fatturato > 10M€

0

5

10

15

20

25

Alimentare Carta Metallurgia Gomma Macchinari e attrezzature

Farmaceutica Coke e petrolio

Mezzi di trasporto

2007

2010

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Archivio ASIA

Una (relativamente) alta concentrazione d’imprese nelle classi di fatturato “maggiori” contraddistingue anche i settori dei prodotti farmaceutici, della raffinazione del petrolio e dei macchinari elettrici ed elettronici, con una quota di aziende contraddistinte da ricavi superiori a 10M€ che, sebbene in calo (tranne che per le produzioni di macchine elettriche), si attesta, nel 2010, tra il 10% e il 15% del totale.

Questa configurazione è certamente determinata dalle caratteristiche intrinseche del ciclo produttivo, del prodotto finale e del mercato. Si tratta, infatti, di attività che sono realizzate, per loro natura, in un numero relativamente ridotto di impianti ed è quindi sostanzialmente indipendente dalla localizzazione e dalla specificità delle imprese “regionali”. Ciò nondimeno, seppur in parte, un’apprezzabile incidenza d’imprese con “alto fatturato” (come quella che i dati rilevano) può essere letta anche come la spia di un posizionamento dell’apparato produttivo della regione che, in tutti questi settori, riesce ancora a mantenere una quota di lavorazioni “non marginali” ed una corrispondente significativa capacità di competere del proprio tessuto industriale.

29

Tab. 13 - Asia 2010 - Imprese della Campania per Divisione di Attività economica e Classi di Fatturato

0-49 50-199 200-999 1000-3999 4000-9999 10000-49999 > 50000 Totale

ALTRE ATTIVITÀ DI ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE 16 17 28 19 3 - - 83

INDUSTRIE ALIMENTARI 1.910 1.841 1.004 384 157 102 18 5.416

INDUSTRIA DELLE BEVANDE 95 63 95 23 6 4 2 288

INDUSTRIE TESSILI 333 207 127 42 12 3 - 724

CONFEZIONE DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO 1.065 677 499 140 26 11 - 2.418

FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E SIMILI 303 325 473 250 41 15 1 1.408

INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO E SUGHERO 1.317 579 270 67 15 2 - 2.250

FABBRICAZIONE DI CARTA E DI PRODOTTI DI CARTA 69 60 101 52 10 15 3 310

STAMPA E RIPRODUZIONE DI SUPPORTI REGISTRATI 416 414 242 50 11 3 - 1.136

COKE E PRODOTTI DELLA RAFFINAZIONE DEL PETROLIO 4 2 9 24 13 6 2 60

FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI 62 64 79 50 16 10 - 281

FABBRICAZIONE DI PRODOTTI FARMACEUTICI 6 7 7 4 4 4 - 32

GOMMA E MATERIE PLASTICHE 106 122 147 100 33 38 4 550

PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI 735 516 378 145 29 18 1 1.822

METALLURGIA 98 57 76 31 9 12 5 288

FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO 1.677 1.534 995 276 80 47 3 4.612

FABBRICAZIONE DI COMPUTER E PRODOTTI DI ELETTRONICA E OTTICA 65 45 53 28 12 10 - 213

APPARECCHIATURE ELETTRICHE 82 93 95 50 18 10 2 350

FABBRICAZIONE DI MACCHINARI ED APPARECCHIATURE NCA 84 111 207 105 30 11 2 550

FABBRICAZIONE DI AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI 17 19 33 18 11 5 4 107

FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO 42 29 46 26 10 18 3 174

FABBRICAZIONE DI MOBILI 353 202 107 33 14 - - 709

ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE 1.137 429 202 46 14 1 - 1.829

RIPARAZIONE, MANUTENZIONE ED INSTALLAZIONE DI MACCHINE 838 607 449 129 22 8 - 2.053

ENERGIA ELETTRICA, GAS, VAPORE E ARIA CONDIZIONATA 50 24 34 39 19 14 5 185

RACCOLTA, TRATTAMENTO E FORNITURA DI ACQUA 15 5 11 5 2 7 4 49

GESTIONE DELLE RETI FOGNARIE 17 26 28 14 4 1 - 90

ATTIVITÀ DI RACCOLTA, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI 99 115 153 112 45 26 5 555

ATTIVITÀ DI RISANAMENTO E ALTRI SERVIZI DI GESTIONE DEI RIFIUTI 11 10 6 4 2 3 - 36

COSTRUZIONE DI EDIFICI 3.629 3.826 3.320 913 120 43 3 11.854

INGEGNERIA CIVILE 204 205 262 157 45 19 2 894

LAVORI DI COSTRUZIONE SPECIALIZZATI 10.279 6.015 3.015 634 87 25 - 20.055

COMMERCIO E RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI 5.715 2.784 1.782 522 120 86 10 11.019

COMMERCIO ALL'INGROSSO 14.548 9.575 6.712 2.834 629 311 55 34.664

COMMERCIO AL DETTAGLIO 35.067 24.980 10.857 3.010 352 103 13 74.382

TRASPORTO TERRESTRE E TRASPORTO MEDIANTE CONDOTTE 1.727 2.021 1.719 617 96 37 5 6.222

TRASPORTO MARITTIMO E PER VIE D'ACQUA 25 21 19 18 13 10 4 110

TRASPORTO AEREO 5 - 3 - 1 - 1 10

MAGAZZINAGGIO E ATTIVITÀ DI SUPPORTO AI TRASPORTI 1.002 557 415 190 57 18 4 2.243

SERVIZI POSTALI E ATTIVITÀ DI CORRIERE 134 54 30 11 2 2 - 233

ALLOGGIO 958 771 622 213 37 6 - 2.607

ATTIVITÀ DEI SERVIZI DI RISTORAZIONE 9.131 8.220 2.053 202 12 2 1 19.621

ATTIVITÀ EDITORIALI 187 74 65 12 3 2 - 343

ATTIVITÀ DI PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA 175 80 61 17 2 - - 335

ATTIVITÀ DI PROGRAMMAZIONE E TRASMISSIONE 37 33 21 10 1 1 - 103

TELECOMUNICAZIONI 206 51 42 5 - 1 - 305

PRODUZIONE DI SOFTWARE, CONSULENZA INFORMATICA 1.208 515 272 59 14 3 - 2.071

ATTIVITÀ DEI SERVIZI D'INFORMAZIONE 1.085 682 234 26 2 1 - 2.030

ATTIVITÀ DI SERVIZI FINANZIARI 111 65 39 14 3 1 1 234

ATTIVITÀ AUSILIARIE DEI SERVIZI FINANZIARI 4.379 1.645 577 64 4 - - 6.669

ATTIVITÀ IMMOBILIARI 3.741 2.376 1.021 151 14 5 1 7.309

ATTIVITÀ LEGALI E CONTABILITÀ 21.560 6.301 1.362 110 5 1 - 29.339

ATTIVITÀ DI DIREZIONE AZIENDALE E DI CONSULENZA GESTIONALE 1.484 547 193 34 7 5 - 2.270

ATTIVITÀ DEGLI STUDI DI ARCHITETTURA E D'INGEGNERIA 13.734 2.271 409 37 5 1 - 16.457

RICERCA SCIENTIFICA E SVILUPPO 391 71 46 8 4 1 1 522

PUBBLICITÀ E RICERCHE DI MERCATO 541 262 167 35 5 - - 1.010

ALTRE ATTIVITÀ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE 4.533 969 248 32 2 2 1 5.787

SERVIZI VETERINARI 525 36 2 - - - - 563

ATTIVITÀ DI NOLEGGIO E LEASING OPERATIVO 715 342 203 33 5 1 - 1.299

ATTIVITÀ DI RICERCA, SELEZIONE, FORNITURA DI PERSONALE 16 9 7 3 1 - - 36

ATTIVITÀ DEI SERVIZI DELLE AGENZIE DI VIAGGIO 457 278 243 82 17 9 1 1.087

SERVIZI DI VIGILANZA E INVESTIGAZIONE 87 65 61 25 12 7 - 257

ATTIVITÀ DI SERVIZI PER EDIFICI E PAESAGGIO 1.065 637 274 91 28 14 - 2.109

ATTIVITÀ DI SUPPORTO PER LE FUNZIONI D'UFFICIO 2.933 1.128 536 128 27 11 1 4.764

ISTRUZIONE 995 415 121 15 1 - - 1.547

ASSISTENZA SANITARIA 9.513 7.113 1.004 188 49 34 - 17.901

SERVIZI DI ASSISTENZA SOCIALE RESIDENZIALE 78 93 75 15 1 - - 262

ASSISTENZA SOCIALE NON RESIDENZIALE 176 77 81 17 4 3 - 358

ATTIVITÀ CREATIVE, ARTISTICHE E DI INTRATTENIMENTO 960 230 68 19 5 - - 1.282

ATTIVITÀ DI BIBLIOTECHE, ARCHIVI, MUSEI ED ALTRE ATTIVITÀ CULTURALI 14 10 9 1 - - - 34

ATTIVITÀ RIGUARDANTI LE LOTTERIE, LE SCOMMESSE, LE CASE DA GIOCO 203 181 98 33 11 8 2 536

ATTIVITÀ SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DI DIVERTIMENTO 1.304 456 196 43 2 - 1 2.002

RIPARAZIONE DI COMPUTER E DI BENI PER USO PERSONALE E PER LA CASA 1.223 296 108 19 1 2 - 1.649

ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI PER LA PERSONA 10.790 1.367 347 64 8 3 - 12.579

TOTALE 177.872 95.904 44.953 12.977 2.482 1.182 171 335.541

Classi di fatturato (migliaia di euro)

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Archivio ASIA

30

Dimensioni più ridotte in termini di fatturato riguardano, invece, gli altri comparti del manifatturiero e, principalmente, le produzioni “tradizionali” e di consolidata specializzazione nella regione. Si tratta, innanzitutto, dei settori del Tessile abbigliamento, della lavorazione del Legno e delle Pelli e Cuoio, dove la quota di aziende con volumi produttivi oltre i 10 milioni di euro oscilla dallo 0,1% (del Legno) all’1% (delle Pelli), ancora una volta per le specificità del processo di produzione (più facilmente scomponibile) e dove, com’è noto, è ampio il ricorso ad unità e operatori “non regolari”. Fanno eccezione unicamente i settori della Carta e l’Alimentare, in cui l’incidenza delle imprese nella classe di fatturato in esame arriva a sfiorare il 5%.

3.3 Genesi, condizioni operative e gestionali delle imprese

La condizione di debolezza del sistema produttivo regionale trova un riscontro evidente anche in altre caratteristiche del tessuto produttivo.

In primo luogo, a fronte di una presenza d’imprese “artigiane” che, in media, appare relativamente stabile e contenuta - entro valori (tra il 17% in termini di aziende e il 13% di addetti) che comunque segnalano un peso certamente significativo di questa componente sia nel 2007 che nel 2010 - in alcuni settori le ridotte dimensioni, operative ed economiche, delle unità produttive regionali sono chiaramente il riflesso di un sistema ancora sensibilmente “dominato” dalla microimpresa e dalla produzione artigianale.

Graf. 11 – Imprese “artigiane” e “non artigiane”

-

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

700.000

800.000

900.000

Imprese Addetti Imprese Addetti

Non artigiane Artigiane

2007

2010

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Archivio ASIA

Ciò vale, innanzitutto, per i segmenti del tessuto manifatturiero più tradizionali e, dunque, tranne pochissime eccezioni (Commercio e riparazione di autoveicoli, Trasporto terrestre, Servizi di riparazione di beni per uso personale e per la casa), pressoché esclusivamente per le attività industriali – delle Costruzioni e della “trasformazione” - che operano nella regione.

31

Tab. 14 - Imprese e Addetti della Campania per Divisione di Attività economica e carattere Artigianale dell'impresa. Anni 2007 e 2010

Imprese Addetti Imprese Addetti Imprese Addetti Imprese Addetti Imprese Addetti Imprese Addetti

ALTRE ATTIVITÀ DI ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE 111 781 20 69 15,3% 8,1% 85 597 13 70 13,3% 10,5%

INDUSTRIE ALIMENTARI 2.081 19.817 4.157 10.322 66,6% 34,2% 2.062 20.418 3.596 9.858 63,6% 32,6%

INDUSTRIA DELLE BEVANDE 184 1.627 111 302 37,6% 15,7% 200 1.429 105 294 34,4% 17,0%

INDUSTRIE TESSILI 432 2.788 399 821 48,0% 22,7% 424 2.623 353 726 45,4% 21,7%

CONFEZIONE DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO 1.886 11.249 1.290 3.356 40,6% 23,0% 9.136 40.252 3.955 10.797 30,2% 21,1%

FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E SIMILI 1.369 11.188 452 1.755 24,8% 13,6% 1.204 9.786 336 1.287 21,8% 11,6%

INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO E SUGHERO 945 4.351 1.936 3.740 67,2% 46,2% 754 3.532 1.585 2.968 67,8% 45,7%

FABBRICAZIONE DI CARTA E DI PRODOTTI DI CARTA 249 3.399 71 219 22,2% 6,1% 250 3.451 73 222 22,6% 6,0%

STAMPA E RIPRODUZIONE DI SUPPORTI REGISTRATI 640 3.211 715 1.526 52,8% 32,2% 570 2.737 621 1.327 52,1% 32,6%

COKE E PRODOTTI DELLA RAFFINAZIONE DEL PETROLIO 71 1.247 2 16 2,7% 1,3% 59 789 4 22 6,3% 2,8%

FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI 243 2.006 82 244 25,2% 10,8% 232 1.875 70 225 23,2% 10,7%

FABBRICAZIONE DI PRODOTTI FARMACEUTICI 30 908 - - 0,0% 0,0% 34 840 - - 0,0% 0,0%

GOMMA E MATERIE PLASTICHE 510 6.684 145 420 22,1% 5,9% 467 6.003 119 348 20,3% 5,5%

PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI 1.018 8.270 1.166 2.982 53,4% 26,5% 891 7.154 1.021 2.612 53,4% 26,7%

METALLURGIA 216 3.071 109 299 33,5% 8,9% 229 2.889 93 251 28,9% 8,0%

PRODOTTI IN METALLO 2.657 22.298 2.906 7.070 52,2% 24,1% 2.284 19.482 2.552 6.057 52,8% 23,7%

COMPUTER E PRODOTTI DI ELETTRONICA E OTTICA 230 3.517 48 100 17,3% 2,8% 193 2.229 35 63 15,4% 2,7%

APPARECCHIATURE ELETTRICHE 298 3.704 129 369 30,2% 9,1% 266 3.187 107 329 28,7% 9,4%

FABBRICAZIONE DI MACCHINARI ED APPARECCHIATURE NCA 437 6.051 128 445 22,7% 6,8% 448 6.303 146 504 24,6% 7,4%

FABBRICAZIONE DI AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI 96 5.687 14 52 12,7% 0,9% 104 4.877 10 43 8,8% 0,9%

FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO 198 15.518 53 183 21,1% 1,2% 163 17.448 27 106 14,2% 0,6%

FABBRICAZIONE DI MOBILI 447 2.364 614 1.211 57,9% 33,9% 364 2.119 385 778 51,4% 26,8%

ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE 461 2.055 1.251 2.184 73,1% 51,5% 480 2.065 1.399 2.353 74,5% 53,3%

RIPARAZIONE, MANUTENZIONE ED INSTALLAZIONE DI MACCHINE 1.078 8.468 941 1.964 46,6% 18,8% 1.166 8.760 986 1.853 45,8% 17,5%

ENERGIA ELETTRICA, GAS, VAPORE E ARIA CONDIZIONATA 136 1.632 2 3 1,4% 0,2% 206 1.673 2 17 1,0% 1,0%

RACCOLTA, TRATTAMENTO E FORNITURA DI ACQUA 51 2.920 2 2 3,8% 0,1% 52 2.791 2 2 3,7% 0,1%

GESTIONE DELLE RETI FOGNARIE 63 529 25 84 28,4% 13,6% 75 680 24 82 24,2% 10,8%

RACCOLTA, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI 472 12.161 68 316 12,6% 2,5% 548 13.801 67 287 10,9% 2,0%

RISANAMENTO E ALTRI SERVIZI DI GESTIONE DEI RIFIUTI 24 477 4 6 14,3% 1,2% 36 842 3 10 7,7% 1,1%

COSTRUZIONE DI EDIFICI 10.761 55.680 5.239 15.981 32,7% 22,3% 1 10 - - 0,0% 0,0%

INGEGNERIA CIVILE 550 5.598 128 449 18,9% 7,4% 836 6.526 144 508 14,7% 7,2%

LAVORI DI COSTRUZIONE SPECIALIZZATI 8.263 40.510 11.016 23.755 57,1% 37,0% 8.893 41.674 12.124 24.007 57,7% 36,6%

COMMERCIO E RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI 5.707 15.288 5.769 10.569 50,3% 40,9% 1.575 9.138 998 2.442 38,8% 21,1%

COMMERCIO ALL'INGROSSO 36.373 80.135 497 1.195 1,3% 1,5% 6.009 16.834 5.323 9.997 47,0% 37,3%

COMMERCIO AL DETTAGLIO 80.768 150.009 1.749 3.169 2,1% 2,1% 35.136 81.823 553 1.397 1,5% 1,7%

TRASPORTO TERRESTRE E TRASPORTO MEDIANTE CONDOTTE 4.088 37.947 3.183 7.958 43,8% 17,3% 3.815 38.952 2.842 7.231 42,7% 15,7%

TRASPORTO MARITTIMO E PER VIE D'ACQUA 117 7.162 2 2 1,7% 0,0% 130 7.948 1 2 0,8% 0,0%

TRASPORTO AEREO 11 66 - - 0,0% 0,0% 10 30 - - 0,0% 0,0%

MAGAZZINAGGIO E ATTIVITÀ DI SUPPORTO AI TRASPORTI 2.028 17.371 205 448 9,2% 2,5% 2.186 17.745 226 463 9,4% 2,5%

SERVIZI POSTALI E ATTIVITÀ DI CORRIERE 190 913 18 34 8,7% 3,6% 238 1.164 8 20 3,3% 1,7%

ALLOGGIO 2.558 19.667 6 15 0,2% 0,1% 2.781 18.717 6 25 0,2% 0,1%

ATTIVITÀ DEI SERVIZI DI RISTORAZIONE 17.119 48.540 1.833 3.567 9,7% 6,8% 18.046 54.441 2.490 5.204 12,1% 8,7%

ATTIVITÀ EDITORIALI 362 1.484 6 17 1,6% 1,1% 352 1.403 8 10 2,2% 0,7%

ATTIVITÀ DI PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA 343 1.067 30 31 8,0% 2,8% 320 1.068 23 23 6,7% 2,1%

ATTIVITÀ DI PROGRAMMAZIONE E TRASMISSIONE 116 494 - - 0,0% 0,0% 112 566 - - 0,0% 0,0%

TELECOMUNICAZIONI 296 558 5 5 1,7% 0,9% 331 782 3 7 0,9% 0,9%

PRODUZIONE DI SOFTWARE, CONSULENZA INFORMATICA 2.196 6.942 90 125 3,9% 1,8% 2.074 6.544 78 100 3,6% 1,5%

ATTIVITÀ DEI SERVIZI D'INFORMAZIONE 2.160 5.569 122 233 5,3% 4,0% 1.991 5.483 111 225 5,3% 3,9%

ATTIVITÀ DI SERVIZI FINANZIARI 229 9.171 - - 0,0% 0,0% 288 10.412 2 10 0,7% 0,1%

ATTIVITÀ AUSILIARIE DEI SERVIZI FINANZIARI 5.092 9.004 4 4 0,1% 0,0% 6.799 10.956 6 8 0,1% 0,1%

ATTIVITÀ IMMOBILIARI 5.986 9.365 15 20 0,2% 0,2% 7.438 11.324 26 46 0,3% 0,4%

ATTIVITÀ LEGALI E CONTABILITÀ 27.817 35.992 15 30 0,1% 0,1% 29.442 38.325 13 22 0,0% 0,1%

DIREZIONE AZIENDALE E CONSULENZA GESTIONALE 2.215 5.232 39 61 1,7% 1,2% 2.317 4.604 22 26 0,9% 0,6%

ATTIVITÀ DEGLI STUDI DI ARCHITETTURA E D'INGEGNERIA 16.592 20.154 41 84 0,2% 0,4% 16.431 19.450 69 185 0,4% 0,9%

RICERCA SCIENTIFICA E SVILUPPO 609 2.030 - - 0,0% 0,0% 543 2.659 - - 0,0% 0,0%

PUBBLICITÀ E RICERCHE DI MERCATO 1.084 2.140 93 132 7,9% 5,8% 981 1.793 64 101 6,1% 5,3%

ALTRE ATTIVITÀ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE 4.295 6.608 1.207 1.452 21,9% 18,0% 4.767 7.530 1.078 1.273 18,4% 14,5%

SERVIZI VETERINARI 656 715 3 3 0,5% 0,4% 564 643 - - 0,0% 0,0%

ATTIVITÀ DI NOLEGGIO E LEASING OPERATIVO 1.279 2.335 92 146 6,7% 5,9% 1.244 2.755 128 274 9,3% 9,1%

ATTIVITÀ DI RICERCA, SELEZIONE, FORNITURA DI PERSONALE 36 5.804 - - 0,0% 0,0% 38 6.628 - - 0,0% 0,0%

ATTIVITÀ DEI SERVIZI DELLE AGENZIE DI VIAGGIO 1.062 3.316 3 5 0,3% 0,1% 1.175 3.293 1 2 0,1% 0,1%

SERVIZI DI VIGILANZA E INVESTIGAZIONE 265 8.219 3 13 1,1% 0,2% 298 8.142 1 1 0,3% 0,0%

ATTIVITÀ DI SERVIZI PER EDIFICI E PAESAGGIO 1.377 27.100 657 1.957 32,3% 6,7% 1.511 32.031 756 1.880 33,3% 5,5%

ATTIVITÀ DI SUPPORTO PER LE FUNZIONI D'UFFICIO 5.050 14.100 322 506 6,0% 3,5% 4.757 15.571 213 454 4,3% 2,8%

ISTRUZIONE 2.020 9.997 116 222 5,4% 2,2% 2.014 12.344 127 252 5,9% 2,0%

ASSISTENZA SANITARIA 17.089 41.263 65 87 0,4% 0,2% 18.092 43.925 63 84 0,3% 0,2%

SERVIZI DI ASSISTENZA SOCIALE RESIDENZIALE 314 2.924 - - 0,0% 0,0% 337 3.579 - - 0,0% 0,0%

ASSISTENZA SOCIALE NON RESIDENZIALE 365 3.801 - - 0,0% 0,0% 447 4.626 1 2 0,2% 0,0%

ATTIVITÀ CREATIVE, ARTISTICHE E DI INTRATTENIMENTO 1.297 2.543 162 273 11,1% 9,7% 1.148 2.320 160 239 12,2% 9,3%

BIBLIOTECHE, ARCHIVI, MUSEI ED ALTRE ATTIVITÀ CULTURALI 65 176 4 5 5,8% 2,7% 39 130 - - 0,0% 0,0%

LOTTERIE, SCOMMESSE, CASE DA GIOCO 348 1.758 5 11 1,4% 0,6% 650 2.822 8 24 1,2% 0,8%

ATTIVITÀ SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DI DIVERTIMENTO 2.012 5.120 32 61 1,6% 1,2% 2.096 5.853 37 64 1,7% 1,1%

RIPARAZIONE DI COMPUTER E DI BENI PER USO PERSONALE 519 1.143 1.257 1.689 70,8% 59,6% 481 1.109 1.188 1.623 71,2% 59,4%

ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI PER LA PERSONA 3.017 8.587 9.950 14.782 76,7% 63,3% 2.989 10.573 9.895 15.494 76,8% 59,4%

ArtigianeNon Artigiane

2010

Artigiane su TotaleDivisioni di Attività economica

2007

Non Artigiane Artigiane Artigiane su Totale

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Archivio ASIA

In particolare, tra il 2007 e il 2010, in settori come la lavorazione del Legno e l’Alimentare la quota di attività “artigianali” è arrivata a pesare per oltre il 64% in termini di imprese e per

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più del 32% (fino al 45% del Legno) in termini di addetti. Nei Lavori di costruzione specializzati l’incidenza dell’artigianato è superiore al 57% del totale delle imprese ed è vicina al 37% degli addetti. Nella filiera del Tessile, dell’Abbigliamento e delle Pelli e cuoio, la quota di aziende artigiane è vicina (in media) al 40% ed anche nelle lavorazioni dei Minerali non metalliferi o nella fabbricazione di prodotti in Metallo le imprese dell’artigianato superano (in valore assoluto) il totale delle aziende “non artigiane” (53%).

In altri termini, l’esigenza di irrobustire la struttura manifatturiera della regione - in primo luogo attraverso misure a sostegno della crescita dimensionale, tecnologica e operativa delle aziende – non sembra aver prodotto sinora risultati apprezzabili.

Ancora oggi, infatti, l’economia e il tessuto industriale della Campania appaiono chiaramente contrassegnati dalla predominanza di unità produttive di piccola e piccolissima dimensione, “microimprese” fortemente orientate al mercato locale e di prossimità, con dotazioni e risorse di scala modesta (in termini di struttura patrimoniale, attrezzatura e management) e largamente inadeguate, sia sul piano della gestione ordinaria del ciclo produttivo, sia su quello della promozione di piani di investimento finalizzati allo sviluppo, all’innovazione e alla crescita.

Questo “profilo” trova un riscontro evidente anche nella configurazione del tessuto imprenditoriale secondo la “forma giuridica”, dove la stragrande maggioranza delle aziende (all’incirca il 68%) opera in forma individuale (imprenditore, libero professionista, lavoratore autonomo o socio unico di società a responsabilità limitata) e dove le società per azioni rappresentano meno dello 0,5% del totale (corrispondente, però, a quasi l’11% in termini di addetti).

Tab. 15 - Imprese e Addetti della Campania per Forma giuridica

Imprese Addetti

Associazione o raggruppamento temporaneo di imprese 1 6

Azienda speciale ai sensi del T.U. 267/2000 11 217

Consorzio di diritto privato 583 2.087

Ente pubblico economico 6 66

Imprenditore individuale non agricolo 138.150 219.605

Impresa o ente privato costituito all'estero che svolge una attivita' economica in Italia 64 146

Lavoratore autonomo 25.220 25.938

Libero professionista 64.560 74.110

Societa' a responsabilita' limitata 50.889 322.356

Societa' a responsabilita' limitata con un unico socio 7.560 41.069

Societa' consortile 656 5.861

Societa' cooperativa a mutualita' prevalente 4.030 35.652

Societa' cooperativa diversa 119 8.118

Societa' cooperativa sociale 960 9.495

Societa' di fatto o irregolare, comunione ereditaria 14 69

Societa' in accomandita per azioni 8 16

Societa' in accomandita semplice 35.007 98.006

Societa' in nome collettivo 14.499 52.334

Societa' per azioni 1.705 113.586

Societa' per azioni con un unico socio 140 16.751

Societa' semplice 281 648

Studio associato e societa' di professionisti 2.493 7.451

TOTALE 346.956 1.033.587

Forma GiuridicaTotale

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Archivio ASIA

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In definitiva, l’attività d’impresa è esercitata in regione prevalentemente in forma individuale o familiare e corrisponde, nella maggior parte dei casi, alla fonte primaria (e pertanto relativamente “stabile” nel tempo) di lavoro e di reddito dei singoli (o del nucleo).

Una modalità, questa, che può determinare una migliore capacità di adattamento (e di resistenza) agli shock esterni, ma che allo stesso tempo si traduce in una maggiore debolezza della struttura organizzativa e imprenditoriale delle aziende e, quindi, in una più elevata “staticità” del tessuto produttivo.

D’altro canto, la distribuzione delle aziende operative secondo l’anno d’inizio dell’attività (si veda per questo il grafico seguente) rivela come, nel 2010, a fronte di un tasso di “nuove imprese” (quelle nate negli ultimi 5 anni e, dunque, anche nel pieno della crisi) certamente apprezzabile (oltre il 28%) innanzitutto nell’ambito dei Servizi, una quota ben più elevata dell’apparato produttivo (soprattutto industriale) della regione si colloca in una fascia di “anzianità” decisamente superiore e, per circa il 50% dei casi, precedente l’anno 2000.

Graf. 12 – Imprese della Campania per classi di anzianità. Anno 2010

fino al 19701%

1971 - 199018%

1991- 200030%2001 - 2005

23%

2006 - 200712%

dopo il 200716%

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Archivio ASIA

3.4 Competitività e struttura delle imprese secondo il Censimento

I dati di composizione e di struttura ricavabili dal Censimento (2011) dell’Industria e dei Servizi (si vedano per questo le tabelle 9 e 10 alle pagine seguenti) confermano, nella sostanza, il quadro appena delineato. Infatti, le variazioni dei valori “censiti” (in aumento per quanto riguarda le “imprese” ma in diminuzione per gli “addetti”) non sembrano discostarsi dai trend registrati nell’ultimo periodo.

Da una parte, l’apparato industriale (e soprattutto manifatturiero) della regione si contrae nettamente – arrivando a “pesare” meno del 10% del totale in termini di unità locali e meno del 20% in occupati – e, dall’altra, la composizione del tessuto produttivo appare sempre straordinariamente “concentrata” in classi dimensionali assolutamente “minime”, con quasi il 58% del totale degli addetti che operano in aziende al di sotto dei 10 dipendenti.

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0 1 2 3-5 6-9 10-15 16-19 20-49 50-99 100-199 200-249 250-499 500-999 1000 e più TOTALETotale Manifattura e Servizi, di cui: 19.582 218.494 51.379 44.739 14.323 6.974 1.830 3.746 852 375 53 102 41 12 362.502 Industria in senso stretto, di cui: 2.249 14.001 5.230 5.994 2.614 1.735 500 1.145 305 144 7 31 16 4 33.975 - agricoltura, silvicoltura e pesca 204 568 123 149 55 22 6 17 1 .. .. .. .. .. 1.145 - estrazione di minerali da cave e miniere 20 28 14 18 10 14 3 10 1 1 .. .. .. .. 119 - alimentari, bevande e tabacco 321 2.508 1.198 1.404 504 299 76 171 39 22 1 5 .. .. 6.548 - tessili, abbigliamento, articoli in pelle e simili 421 2.133 712 869 510 355 108 187 26 8 .. 2 .. .. 5.331 - prodotti in legno e carta, stampa 181 2.019 682 587 192 112 35 67 14 7 1 .. 1 .. 3.898 - coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 12 17 10 15 20 11 2 14 2 .. .. .. .. .. 103 - prodotti chimici 29 105 43 67 42 35 11 18 3 2 .. .. 1 .. 356 - prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici 8 17 4 4 2 5 1 5 1 3 2 1 .. .. 53 - articoli in gomma e materie plastiche e lavorazione dei minerali 161 966 440 539 252 148 34 114 27 14 .. 1 .. .. 2.696 - metallurgia, prodotti in metallo 264 2.248 909 1.005 412 242 72 159 53 10 1 3 .. .. 5.378 - computer e prodotti di elettronica e ottica 31 74 23 52 17 20 10 17 10 6 .. 1 2 .. 263 - apparecchiature elettriche e non elettrriche per uso domestico 44 123 59 76 44 37 13 39 9 3 .. 3 3 .. 453 - macchinari ed apparecchiature nca 68 181 97 134 79 73 25 48 18 4 .. .. .. .. 727 - mezzi di trasporto 38 80 47 43 35 36 10 45 17 24 1 7 8 4 395 - altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione 216 2.661 724 760 275 189 54 89 21 4 .. .. 1 .. 4.994 - energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 105 71 37 46 31 29 11 42 14 4 .. 2 .. .. 392 - acqua reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 126 202 108 226 134 108 29 103 49 32 1 6 .. .. 1.124 Costruzioni 4.100 15.779 5.976 6.637 2.188 946 202 348 64 19 1 5 .. .. 36.265 Commercio 3.999 82.407 19.180 14.635 3.900 1.734 391 589 91 24 8 3 .. .. 126.961 Alberghi e Ristoranti 1.367 11.447 5.232 5.064 1.430 541 132 225 37 10 2 2 .. .. 25.489 Trasporti e Comunicazioni 1.460 7.350 2.272 2.803 1.374 767 267 638 147 79 16 13 17.216 Attività finanziarie 293 5.479 817 1.235 662 255 62 123 9 7 .. 5 .. .. 8.947 Servizi alle imprese 4.944 54.978 6.380 4.329 1.050 491 130 367 121 72.901 Istruzione 203 901 399 355 169 113 42 86 15 4 .. 1 .. .. 2.288 Sanità e assistenza 226 13.706 2.991 1.449 460 214 55 133 48 27 7 19.319 Altri servizi 741 12.446 2.902 2.238 476 178 49 92 15 2 19.141 Fonte: elaborazione NVVIP su dati Censimento (2011) dell'industria e dei Servizi

Tab. 16 - Unità Locali delle imprese attive per classe dimensionale. Anno 2011

35

0 1 2 3-5 6-9 10-15 16-19 20-49 50-99 100-199 200-249 250-499 500-999 1000 e più TOTALE

Totale Manifattura e Servizi, di cui: - 218.494 102.758 163.549 101.979 83.646 31.728 111.356 57.951 50.126 11.793 34.357 27.776 20.437 1.015.950 Industria in senso stretto, di cui: - 14.001 10.460 22.386 18.799 21.015 8.704 34.653 20.565 19.059 1.548 10.831 10.810 9.321 202.152 - agricoltura, silvicoltura e pesca - 568 246 560 389 268 104 480 55 .. .. .. .. .. 2.670 - estrazione di minerali da cave e miniere - 28 28 69 76 159 51 295 60 107 .. .. .. .. 873 - alimentari, bevande e tabacco - 2.508 2.396 5.255 3.587 3.622 1.315 5.294 2.697 2.719 237 1.685 .. .. 31.315 - tessili, abbigliamento, articoli in pelle e simili - 2.133 1.424 3.289 3.678 4.330 1.875 5.343 1.747 1.063 .. 700 .. .. 25.582 - prodotti in legno e carta, stampa - 2.019 1.364 2.166 1.371 1.326 598 2.010 880 931 223 .. 600 .. 13.488 - coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio - 17 20 58 145 142 34 420 165 .. .. .. .. .. 1.001 - prodotti chimici - 105 86 254 303 431 192 514 207 233 .. .. 788 .. 3.113 - prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici - 17 8 18 16 56 19 144 60 379 433 394 .. .. 1.544 - articoli in gomma e materie plastiche e lavorazione dei minerali - 966 880 2.006 1.801 1.778 588 3.561 1.868 1.961 .. 346 .. .. 15.755 - metallurgia, prodotti in metallo - 2.248 1.818 3.696 2.962 2.896 1.261 4.775 3.581 1.164 207 979 .. .. 25.587 - computer e prodotti di elettronica e ottica - 74 46 195 126 253 173 597 679 791 .. 468 1.168 .. 4.570 - apparecchiature elettriche e non elettrriche per uso domestico - 123 118 304 316 455 228 1.256 558 472 .. 1.148 1.755 .. 6.733 - macchinari ed apparecchiature nca - 181 194 529 572 899 439 1.473 1.206 519 .. .. .. .. 6.012 - mezzi di trasporto - 80 94 168 257 448 173 1.352 1.255 3.339 205 2.252 5.860 9.321 24.804 - altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione - 2.661 1.448 2.779 1.982 2.280 958 2.702 1.353 491 .. .. 639 .. 17.293 - energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata - 71 74 171 228 351 194 1.336 897 553 .. 816 .. .. 4.691 - acqua reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento - 202 216 869 990 1.321 502 3.101 3.297 4.337 243 2.043 .. .. 17.121 Costruzioni - 15.779 11.952 24.465 15.552 11.245 3.510 10.122 4.186 2.423 211 1.635 .. .. 101.080 Commercio - 82.407 38.360 53.018 27.539 20.646 6.738 16.724 6.128 3.295 1.785 1.016 .. .. 257.656 Alberghi e Ristoranti - 11.447 10.464 18.449 10.158 6.502 2.294 6.445 2.504 1.250 441 653 .. .. 70.607 Trasporti e Comunicazioni - 7.350 4.544 10.436 9.881 9.259 4.613 19.199 10.381 10.744 3.602 9.257 113.330 Attività finanziarie - 5.479 1.634 4.730 4.698 3.046 1.062 3.508 560 895 .. 1.677 .. .. 27.289 Servizi alle imprese - 54.978 12.760 15.478 7.502 5.913 2.277 11.081 8.249 149.896 Istruzione - 901 798 1.326 1.212 1.370 729 2.495 906 547 .. 265 .. .. 10.549 Sanità e assistenza - 13.706 5.982 5.222 3.278 2.550 955 4.325 3.421 3.703 2.183 46.040 Altri servizi - 12.446 5.804 8.039 3.360 2.100 846 2.804 1.051 678 37.351 Fonte: elaborazione NVVIP su dati Censimento (2011) dell'industria e dei Servizi

Tab. 17 - Addetti delle imprese attive per classe dimensionale. Anno 2011

36

Oltre le consuete informazioni sulla consistenza e la distribuzione (per unità locali e addetti) dell’apparato produttivo, il Censimento 2011 contiene diversi approfondimenti tematici, anche alla scala regionale, (sul mercato, sulla tipologia di cliente finale, sulla gestione, sulle strategie adottate dalle aziende, sull’innovazione) derivanti dall’indagine campionaria che, a partire da quest’edizione, si è affiancata alle rilevazioni annuali (ASIA) sull’intero universo delle imprese10.

L’insieme di questi elementi permette di ricostruire un quadro abbastanza articolato e aggiornato dei principali fattori di “competitività” che contraddistinguono il tessuto imprenditoriale di riferimento, dando conto delle condizioni con le quali il sistema produttivo regionale si presenta alla sfida della ripresa e rappresentando, quindi, i caratteri ed i punti di attacco delle strategie e delle politiche di sostegno da sviluppare.

Il primo aspetto che l’indagine rileva è rappresentato dal mercato prevalente di riferimento dell’impresa.

Sotto questo profilo, il raffronto dei dati ricavati dalle risposte fornite dalle imprese della Campania con quelli derivanti dalle altre circoscrizioni (e con la “media” nazionale) riflette molto chiaramente la posizione che il tessuto produttivo regionale ancora occupa nei riguardi, rispettivamente, delle aree più sviluppate e di quelle “in ritardo” del Paese.

Tab. 18 - Imprese per mercato di riferimento e regione - Anno 2011

Campania 41.540 15.721 10.153 67.414 61,6 23,3 15,1 100

Nord-ov est 162.875 66.692 86.673 316.240 51,5 21,1 27,4 100

Nord-est 130.520 54.005 64.769 249.293 52,4 21,7 26,0 100

Centro 130.253 43.866 47.547 221.666 58,8 19,8 21,4 100

Sud 116.164 39.274 22.277 177.715 65,4 22,1 12,5 100

Isole 65.024 9.048 8.050 82.122 79,2 11,0 9,8 100

Italia 604.836 212.885 229.316 1.047.035 57,8 20,3 21,9 100

Mercati esteriREGIONI

Mercato localeMercato

nazionaleMercati esteri Totale

Valori assoluti % (sul totale)

Totale Mercato localeMercato

nazionale

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Censimento (2011) dell’Industria e dei Servizi

Quasi il 62% delle aziende, infatti, svolge la propria attività esclusivamente sul “mercato locale” (contro il 57,8% dell’Italia), ma l’importanza di operare in direzione di sbocchi sui mercati “non di prossimità” - sia nazionale che estero - è, in Campania, decisamente superiore rispetto a quella che si può registrare nelle regioni del Sud continentale e delle Isole.

Un livello di apertura e di capacità competitiva che, dunque, penalizza ancora l’impresa campana, innanzitutto nei riguardi delle condizioni prevalenti nel resto del Paese ed in funzione di una composizione, settoriale e dimensionale, dell’economia in cui predomina il “terziario” (e, soprattutto, il “commercio”) e dove la presenza delle imprese “medie” e “grandi” è (come si è visto) decisamente modesta.

10 Come si legge nelle note di presentazione del Report ISTAT su “Mercati, Strategie e Ostacoli alla competitività”, Roma 7 novembre 2013, queste informazioni hanno una base di dati composta dal totale delle imprese con almeno 20 addetti e da un ampio campione di aziende tra 3 e 19 addetti e, pertanto, riflettono una mappatura pressoché completa della struttura e delle strategie relative alle imprese con almeno 3 addetti (in Italia circa 1 milione e 50 mila).

37

In altri termini, questi risultati, associati alle caratteristiche produttive e di consumo dei beni e dei servizi realizzati, e ad una bassa propensione all’internazionalizzazione, finiscono per relegare la maggior parte dell’attività di impresa soprattutto negli spazi, relativamente “protetti”, della domanda regionale ma, allo stesso tempo, ribadiscono il carattere più evoluto che, in media, il sistema produttivo della Campania ancora riveste in relazione a quello delle altre regioni del Mezzogiorno.

Naturalmente, la distribuzione delle aziende intervistate secondo il “mercato di sbocco” della produzione si associa, in qualche misura, anche alla tipologia prevalente di “cliente finale” al quale si rivolge l’impresa.

Sebbene la disaggregazione proposta non consenta un’analisi di dettaglio, i dati indicano che le imprese della Campania hanno, più che nelle regioni del Nord, come cliente finale le “famiglie”, ancora una volta, però, con uno scarto che le distanzia “positivamente” (nel caso delle Isole di quasi 10 punti) dal resto del meridione e dal Centro.

Una più modesta integrazione del sistema produttivo (imprese che operano per altre imprese) - rispetto a quella che si può registrare nelle regioni più sviluppate del Paese - corrisponde in effetti alle caratteristiche “strutturali” dell’economia regionale e si associa ad un peso sensibilmente più elevato della Pubblica Amministrazione come destinatario ultimo della produzione.

Quasi il 15% delle aziende, infatti, dichiara di avere la PA nei primi 3 clienti, contro poco più dell’11% in Italia e un’incidenza variabile tra l’8% e il 9%, rispettivamente, nelle regioni del Nord-ovest e del Nord-est.

Tab. 19 - Imprese per tipologia di cliente finale e regione - Anno 2011

PA nei primi

3 clienti

Campania 40.914 5.924 26.500 67.414 60,7 39,3 100

Nord-ovest 201.195 16.481 115.045 316.240 63,6 36,4 100

Nord-est 153.268 14.540 96.025 249.293 61,5 38,5 100

Centro 132.500 14.945 89.167 221.666 59,8 40,2 100

Sud 100.267 16.281 77.448 177.715 56,4 43,6 100

Isole 41.777 8.811 40.345 82.122 50,9 49,1 100

Italia 629.007 71.057 418.029 1.047.035 60,1 39,9 100

Totale

Valori assoluti % (sul totale)

REGIONI

Imprese, PA e

altro, di cui:Famiglie Totale

Imprese/ PA e

altroFamiglie

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Censimento (2011) dell’Industria e dei Servizi

Una condizione, questa, che da un lato rivela una minore capacità da parte delle imprese di misurarsi e di competere sul mercato (concorrenziale, interno e internazionale) sul quale si forma la domanda degli operatori privati e, dall’altro sottolinea il peso, per molti aspetti ancora determinante, che il settore pubblico conserva nel Mezzogiorno (e in Campania) sul piano formazione del reddito, della spesa e, quindi, della domanda rivolta, innanzitutto “direttamente”, all’apparato produttivo territoriale.

Non sorprende, quindi, che questo “profilo” dell’impresa trovi un riscontro anche nelle modalità di gestione del ciclo produttivo e dell’azienda.

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Tab. 20 - Imprese per tipologia di gestione e regione - Anno 2011

Campania 55.990 3.140 8.284 67.414 83,1 4,7 12,3 100

Nord-ovest 255.224 18.427 42.588 316.240 80,7 5,8 13,5 100

Nord-est 201.919 11.918 35.457 249.293 81,0 4,8 14,2 100

Centro 177.491 10.263 33.912 221.666 80,1 4,6 15,3 100

Sud 149.056 7.734 20.925 177.715 83,9 4,4 11,8 100

Isole 68.603 3.437 10.083 82.122 83,5 4,2 12,3 100

Italia 852.292 51.779 142.964 1.047.035 81,4 4,9 13,7 100

Altro Totale

Valori assoluti % (sul totale)

REGIONI

Gestione

familiare

Gestione

managerialeAltro Totale

Gestione

familiare

Gestione

manageriale

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Censimento (2011) dell’Industria e dei Servizi

Infatti, se, com’è ben noto, l’economia dell’intero Paese poggia storicamente sull’impresa familiare, che incide per più dell’81% del totale, questa tipologia - in cui si sovrappone “proprietà” e “management”, e dove il titolare e la sua famiglia rappresentano il nucleo essenziale, organizzativo e imprenditoriale, della gestione - è particolarmente sviluppata nelle regioni del Mezzogiorno e in Campania, dove l’azienda “di famiglia” raggiunge e supera l’83% dell’intero sistema.

Ciò corrisponde ad una fisionomia, nel complesso, di maggiore “staticità” del tessuto di imprese regionali che si caratterizza, chiaramente, anche per un minor ricorso all’innovazione.

Tab. 21 - Imprese per livello di innovazione e regione - Anno 2011

Campania 15.057 41.130 11.227 67.414 22,3 61,0 16,7 100

Nord-ov est 86.874 199.340 72.481 316.240 27,5 63,0 22,9 100

Nord-est 70.018 150.831 50.789 249.293 28,1 60,5 20,4 100

Centro 53.986 136.491 43.595 221.666 24,4 61,6 19,7 100

Sud 40.329 107.619 28.299 177.715 22,7 60,6 15,9 100

Isole 19.533 50.255 14.910 82.122 23,8 61,2 18,2 100

Italia 270.739 644.538 210.074 1.047.035 25,9 61,6 20,1 100

Imprese con

commercio

elettronico

Totale

Valori assoluti % (sul totale)

REGIONI

Imprese con

innovazioni

introdotte

Imprese con

collegamento

internet

Imprese con

commercio

elettronico

Totale

Imprese con

innovazioni

introdotte

Imprese con

collegamento

internet

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Censimento (2011) dell’Industria e dei Servizi

Da questo punto di vista, infatti, come si può leggere nella tabella precedente, la distanza tra la Campania e le aree più sviluppate del Paese si dimostra particolarmente ampia, con un’incidenza di imprese - innanzitutto nel settore privato dell’economia - che hanno introdotto innovazioni (o che possono operare avendo a disposizione le nuove tecnologie di rete e commerciali) sensibilmente più bassa (in qualche caso anche di 5 punti percentuali) rispetto alle regioni del Nord e del Centro.

Ugualmente in ritardo nei confronti del profilo verificabile nelle aree più sviluppate del resto del Paese, è l’incidenza dei brevetti registrati (per milione di abitanti) che è possibile misurare in regione.

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Tab. 22 - Brevetti registrati (per milione di abitanti)

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Campania 8,4 9,7 8,0 10,9 13,6 17,5 18,3 14,3 19,1 15,1

Italia 70,4 70,1 74,1 76,4 78,9 83,8 85,6 82,1 78,4 72,3

Mezzogiorno 11,6 11,5 10,9 11,9 15,3 16,0 15,5 14,2 14,9 13,3

Convergenza 9,0 9,4 9,7 10,7 13,6 14,9 14,2 11,9 13,8 12,0 Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – DPS, Indicatori territoriali per le politiche di sviluppo

Una minore propensione all’innovazione ed uno stile manageriale che si traducono in atteggiamenti più conservativi e, quindi, in un andamento “recessivo” anche degli investimenti e dell’accumulazione che, infatti, flettono sensibilmente non solo in valore assoluto (dopo la crisi) ma anche in rapporto al Valore aggiunto prodotto.

Tab. 23 - Investimenti su PIL (%)

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Campania 21,9 22,6 21,7 23,1 22,4 22,3 23,2 23,5 18,6 17,8 18,3 16,4

Italia 20,3 20,5 21,1 20,8 20,9 20,9 21,2 21,2 20,7 19,3 19,1 18,6

Mezzogiorno 22,0 22,2 21,8 22,3 22,7 22,1 22,7 22,9 21,8 20,5 20,2 18,9

Convergenza 22,0 22,1 21,7 22,1 22,3 21,8 22,2 22,4 21,1 20,0 19,8 18,8 Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – DPS, Indicatori territoriali per le politiche di sviluppo

Nella condizione attuale e con l’attuale regime di sostegno e di aiuto all’impresa, questa fisionomia si riflette inevitabilmente anche sul piano delle strategie che le aziende hanno in programma, o stanno adottando, per il rilancio dell’attività produttiva e l’aumento del fatturato.

Se la distribuzione delle risposte tra le diverse azioni possibili – dalla “difesa della quota di mercato” all’“attivazione di misure di rete tra imprese” – non sembra presentare differenze sostanziali in termini di peso e, quindi, di importanza “relativa” tra le regioni in esame, è altresì ben evidente come le imprese della Campania siano sistematicamente meno aperte all’adozione di strategie competitive di qualsiasi natura, posizionandosi sempre ben al di sotto dei corrispondenti comportamenti “attivi” implementati nelle altre regioni del Nord e del Centro.

Tab. 24 - Principali strategie adottate dalle imprese per regione - Anno 2011

Campania 45.756 26.574 13.972 5.730 67,9 39,4 20,7 8,5

Nord-ov est 221.200 133.234 73.733 41.143 69,9 42,1 23,3 13,0

Nord-est 178.320 104.336 60.724 31.467 71,5 41,9 24,4 12,6

Centro 156.827 90.369 47.180 25.331 70,7 40,8 21,3 11,4

Sud 123.029 70.516 36.328 16.656 69,2 39,7 20,4 9,4

Isole 58.373 31.580 14.389 8.322 71,1 38,5 17,5 10,1

Italia 737.748 430.035 232.354 122.919 70,5 41,1 22,2 11,7

Accesso a

nuovi

mercati

Attivazione

incremento di

relazioni tra imprese

Valori assoluti % (sul totale delle imprese della regione)

REGIONI

Difesa della

quota di

mercato

Aumento

gamma

prodotti/servizi

Accesso a

nuovi

mercati

Attivazione

incremento di

relazioni tra imprese

Difesa della

quota di

mercato

Aumento

gamma

prodotti/servizi

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Censimento (2011) dell’Industria e dei Servizi

40

Inoltre, in alcuni casi (creazione/incremento di “reti di imprese”) gli scarti registrati rispetto alla media del Paese (-3,2%) o alle altre regioni del Nord (-4,5%) sono la spia di atteggiamenti di chiusura e di una persistente diffidenza verso la cooperazione, che contraddistinguono da sempre il sistema imprenditoriale della regione (e più in generale del Mezzogiorno), costituendo una barriera naturale all’associazionismo e alla crescita.

Strategie soprattutto “difensive” – vale a dire orientate innanzitutto a recuperare e conservare la quota di mercato acquisita – corrispondono ad azioni basate, in Campania più che altrove, su manovre realizzabili nell’immediato e con relativa maggiore autonomia e discrezionalità da parte dell’imprenditore, come la “concorrenza di prezzo” che, infatti, rappresenta per il 35,7% delle aziende (contro il 35,1% dell’Italia) uno dei principali punti di forza indicati dalle aziende regionali.

Molto più elevate (e tutte di segno di opposto) sono, invece, le differenze che si registrano tra la Campania e il resto del Paese per quel che riguarda le altre possibili “leve” competitive, con scarti che raggiungono i 6/7 punti percentuali nel caso di strategie più articolate, fondate sull’incremento della “qualità” o sulla ricerca di una maggiore “flessibilità produttiva”.

Tab. 25 - Principali punti di forza competitiva delle imprese imprese per regione - Anno 2011

Campania 24.039 47.422 9.658 12.607 35,7 70,3 14,3 18,7

Nord-ov est 108.457 245.279 77.530 70.265 34,3 77,6 24,5 22,2

Nord-est 85.042 193.165 66.733 56.251 34,1 77,5 26,8 22,6

Centro 79.487 169.232 44.723 45.524 35,9 76,3 20,2 20,5

Sud 63.362 129.919 26.538 35.981 35,7 73,1 14,9 20,2

Isole 30.839 60.163 9.718 16.387 37,6 73,3 11,8 20,0

Italia 367.188 797.758 225.242 224.408 35,1 76,2 21,5 21,4

Flessibilità

produttiva

Diversificazione

produttiva

Valori assoluti % (sul totale delle imprese della regione)

REGIONIPrezzo Qualità

Flessibilità

produttiva

Diversificazione

produttivaPrezzo Qualità

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Censimento (2011) dell’Industria e dei Servizi

Infine, l’indagine ha permesso di esaminare i fattori che le imprese indicano come principali ostacoli all’esercizio di attività produttive più concorrenziali e di successo.

Anche in questo caso la graduatoria (e, quindi, l’importanza relativa) delle possibili risposte non rivela differenze sostanziali fra le “aree”.

Tab. 26 - Principali fattori che hanno ostacolato la competitività delle imprese per regione - Anno 2011

Campania 30.110 20.954 20.373 19.178 44,7 31,1 30,2 28,4

Nord-ov est 123.685 124.267 113.291 70.233 39,1 39,3 35,8 22,2

Nord-est 93.850 96.173 90.456 51.946 37,6 38,6 36,3 20,8

Centro 88.098 82.517 76.759 49.367 39,7 37,2 34,6 22,3

Sud 79.681 55.971 53.969 50.060 44,8 31,5 30,4 28,2

Isole 37.812 26.436 26.504 21.432 46,0 32,2 32,3 26,1

Italia 423.125 385.364 360.978 243.038 40,4 36,8 34,5 23,2

Oneri

amministrativi e

burocratici

Contesto

socio

ambientale

Valori assoluti % (sul totale delle imprese della regione)

REGIONI

Mancanza di

risorse finanziarie

Scarsità

mancanza di

domanda

Oneri

amministrativi e

burocratici

Contesto

socio

ambientale

Mancanza di

risorse finanziarie

Scarsità

mancanza di

domanda

Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – Censimento (2011) dell’Industria e dei Servizi

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Al primo posto (tranne che per le imprese del Nord-ovest per le quali prevale, seppur di poco, il “calo della domanda”) c’è la riduzione del credito e dei profitti aziendali che ha comportato, evidentemente, un’improvvisa quanto grave contrazione delle risorse finanziarie a disposizione della gestione ordinaria e degli investimenti. Seguono, nell’ordine, la crisi dei mercati e della domanda, le difficoltà generate dal carico amministrativo e burocratico che condiziona l’impresa e, quindi, le “esternalità negative” determinate dal contesto (socio ambientale) in cui l’impresa si trova ad operare.

Quel che distingue e caratterizza in maniera molto evidente il “profilo” dei principali ostacoli indicati dalle imprese della Campania è, piuttosto, il peso (sul totale delle imprese della regione) dei valori registrati dai diversi “fattori”.

E’ significativo segnalare, quindi, anche per le possibili implicazioni di policy che ne possono scaturire, che nel caso della Campania la mancanza di “mezzi finanziari” costituisce un elemento (ed un punto di debolezza) particolarmente avvertito (da quasi il 45% delle aziende) e che, allo stesso modo, anche le condizioni “di contesto” sono considerate un serio ostacolo alla competitività da un elevato numero di imprese/rispondenti (28,4% contro il 23,2% della media).

Inoltre, per quanto riguarda la “capacità di finanziamento”, i differenziali (sempre positivi rispetto al Centro-nord) dei tassi attivi sui finanziamenti mostrano che in Campania il costo del denaro rimane un fattore particolarmente importante ed avvertito, e, dopo la crisi, anche più sensibile di quanto non sia nel resto del Mezzogiorno e nell’insieme delle regioni della “Convergenza”.

Tab. 27 - Capacità di finanziamento (differenziale dei tassi sui finanziamenti per cassa rispetto al Centro nord)

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Campania 1,1 1,0 0,9 0,7 0,8 1,1 1,0 0,9 1,0

Italia 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1

Mezzogiorno 0,9 0,9 0,8 0,7 0,7 0,9 0,8 0,8 0,9

Convergenza 1,0 0,9 0,9 0,7 0,8 1,0 0,9 0,8 1,0 Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – DPS, Indicatori territoriali per le politiche di sviluppo

A ciò fanno seguito la maggiore “rischiosità” dei crediti concessi e, quindi, i più elevati tassi di decadimento registrati dai finanziamenti erogati “per cassa” che, peraltro, crescono molto nettamente dopo la crisi in tutte le ripartizioni territoriali ma che, soprattutto in Campania, raggiungono livelli di particolare gravità.

Tab. 28 - Tasso (%) di decadimento dei finanziamenti per cassa

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Campania 1,8 2,0 1,4 1,9 1,9 3,4 5,0 3,2 5,0

Italia 1,4 1,2 1,2 1,2 1,6 2,5 2,3 2,3 3,0

Mezzogiorno 2,0 1,8 2,0 1,8 2,2 2,9 3,7 3,2 4,7

Convergenza 2,0 2,0 1,9 1,7 2,3 2,9 3,7 3,2 4,7 Fonte: Elaborazione NVVIP su dati ISTAT – DPS, Indicatori territoriali per le politiche di sviluppo

42

Nota metodologica Per rappresentare la struttura dell’economia campana e quella delle cinque province si è utilizzata la fonte statistica Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) che, come già anticipato, è anche alla base dei dati resi disponibili dall’ultimo (2011) Censimento dell’Industria e dei Servizi.

L’Archivio Asia è costituito dalle unità economiche che esercitano arti e professioni nelle attività industriali, commerciali e dei servizi alle imprese e alle famiglie e fornisce informazioni identificative (denominazione e indirizzo) e di struttura (attività economica, addetti dipendenti e indipendenti, forma giuridica, data di inizio e fine attività, fatturato) di tali unità. Oltre a costituire la base informativa per le analisi sull’evoluzione della struttura delle imprese italiane e sulla loro demografia, Asia rappresenta l’universo di riferimento delle indagini sulle imprese condotte dall’ISTAT.

Il registro è aggiornato annualmente attraverso un processo di integrazione delle informazioni provenienti da fonti di diversa natura. La sua regolare tenuta garantisce l’aggiornamento nel tempo del complesso delle unità economiche attive, assicurando una fonte ufficiale di dati, armonizzati a livello europeo, sulla struttura della popolazione delle imprese e sulla sua demografia.

La disponibilità di un registro unico di unità economiche permette di unificare la rete di informazioni economiche in quanto costituisce il presupposto necessario per integrare i risultati delle indagini effettuate sulle imprese. Il registro, infatti, viene utilizzato per le stime di Contabilità Nazionale e individua la popolazione di riferimento per i piani di campionamento e per il loro riporto all’universo.

Il registro Asia raccoglie informazioni sulle imprese integrando quelle desumibili sia da fonti amministrative, gestite da enti pubblici o da società private, sia da fonti statistiche.

Ai fini della presente indagine, l’Ufficio Statistico della Regione Campania ha fornito al NVVIP i dati relativi alle Imprese Attive degli anni 2007 e 2010.

Nell’ambito del registro ASIA, ai fini della produzione dell’informazione statistica, le imprese sono classificate per attività economica, definita in base ad un livello specifico della nomenclatura Ateco. I criteri principali applicati per delineare i diversi livelli della classificazione (sezioni, divisioni, classi, gruppi) sono: le caratteristiche dei beni e dei servizi prodotti (criterio dell’output); l’uso dei beni e dei servizi prodotti (criterio della destinazione d’uso); i fattori di produzione, il processo e la tecnologia utilizzata. Inoltre per alcune sezioni si utilizza il criterio dei contenuti, in particolare, per le nuove sezioni J (contenuti inerenti la comunicazione tecnologica), M e N (contenuti specialistici o di supporto alle imprese).

L’Ateco 2007 prevede 21 sezioni e 88 divisioni. Tali articolazioni sono state utilizzate per le elaborazioni sviluppate.

Al fine di descrivere la distribuzione per sezioni a livello regionale e per operare un confronto a livello nazionale per gli anni 2007 e 2010 si è fatto riferimento alle due variabili strutturali rappresentate dal numero di unità locali e dal numero di addetti. Si è analizzata, quindi, la distribuzione per divisioni, evidenziando, quando rilevanti, gli indici di specializzazione produttiva e gli indici di concentrazione territoriale (cluster) per le variabili disponibili.

In particolare, per “indice di specializzazione” si intende il rapporto fra il “peso“ (in UULL e Addetti) di ogni singolo settore (i) sul totale regionale (r), e la corrispondente “incidenza” calcolata, in questo caso, con riferimento alla struttura produttiva (i) dell’Italia (p), vale a dire:

43

ppi

rri

UULLUULL

UULLUULL

/

/

,

,

e

ppi

rri

ADDADD

ADDADD

/

/

,

,

Indici superori o inferiori a 1 segnalano, rispettivamente, “specializzazione” o “despecializzazione” della regione rispetto al sistema maggiore preso come riferimento e, naturalmente, indici pari o prossimi a 1 riflettono, invece, similitudini delle distribuzioni e, quindi, della composizione della struttura produttiva e dell’offerta.