ECONOMIA AZIENDALE CORSO AVANZATO - …disa.uniroma3.it/wp-content/uploads/2016/09/509_9612.pdf ·...
Transcript of ECONOMIA AZIENDALE CORSO AVANZATO - …disa.uniroma3.it/wp-content/uploads/2016/09/509_9612.pdf ·...
-
1 1 1
ECONOMIA AZIENDALE
CORSO AVANZATO
Prof. MAURO PAOLONI
Modulo II
Massimiliano Celli
-
2 2 2
Le crisi aziendali
La crisi un fenomeno tipico della vita aziendale, al punto da costituire
una componente permanente del sistema economico moderno.
Dato che economica organizzata svolta in condizioni
di rischio, la prospettiva di generare valore per i soci (e quindi per gli altri
soggetti che debbono essere soddisfatti in via anticipata rispetto a tali
soggetti si accompagna, necessariamente, alla possibilit di
incorrere in un percorso involutivo, che si riversa, dapprima, sulle attese
dei soci stessi (remunerazione del capitale inferiore al rendimento
congruo, fino ad annullarsi) per poi estendersi anche agli altri soggetti
coinvolti nel funzionamento aziendale (con la conseguente emersione di
perdite contabili).
La condizione di crisi prefigura quindi la distruzione di valore economico, in
prima istanza nella prospettiva dei soci e successivamente in quella degli
altri stakeholder.
-
3 3 3
La crisi costituisce quindi un momento di riflessione
nonch di fattuale rivelarsi delle pi o meno idonee condizioni
del suo operare.
Se quindi la crisi circostanza in un certo senso (ma il pi delle
volte non adeguatamente ponderata), le modalit di gestione/governo di
tale fenomeno sono fondamentali sia per i riflessi sul potenziale
economico e sociale della singola azienda sia per sulla struttura
del settore in cui si colloca.
Infatti, il fenomeno delle crisi ha profondi effetti sul funzionamento
sistema economico, sia in termini diretti (impatto sulla ricchezza
locale e nazionale) che indiretti (impatto sul sistema di incentivi ai
comportamenti economici).
Per tale ragione, la crisi un fenomeno al contempo
e (concernendo gli aspetti regolamentari
economica in generale).
Le crisi aziendali
-
4 4 4
Le crisi aziendali
Normalmente, le situazioni di crisi sono precedute da fenomeni di
declino, nelle cui more gli elementi patologici che influenzeranno le fasi
successive iniziano, seppure in maniera molto lenta, a manifestarsi.
di tale trend negativo, nonch una sua approssimata
misurazione, pu essere effettuata mediante dei principi della
Teoria del valore.
finalit che abbia senso, infatti, continuazione
attraverso la capacit di autogenerazione nel tempo, che
avviene mediante la continua creazione di valore economico (Guatri,
1994).
in altre parole esiste solo in virt della sua capacit di generare
nuovo valore economico (fine ontologico), ed il senso stesso della sua
esistenza dato unicamente del valore del capitale
economico.
-
5 5 5
Le crisi aziendali
Nel caso in cui si palesino accrescimenti nulli o, peggio, negativi di tale
grandezza, significa che non pi in grado (temporaneamente o
permanentemente) di realizzare in modo adeguato la propria finalit di
autogenerazione e perpetuazione nel tempo.
Nella generica categoria delle patologie aziendali si individuano
situazioni di differente gravit:
1) Il declino si manifesta quando perde valore nel corso
tempo;
2) La crisi vera e propria ulteriore degenerazione rispetto alle
condizioni determinanti il declino.
* * *
Classificazione delle crisi aziendali (1)
-
6 6 6
1) Il declino
La nozione di declino associata di una performance
negativa in termini di variazione di valore (cio alla sua distruzione) su un
orizzonte temporale significativo.
Il declino pertanto:
Le crisi aziendali
palesato dal sensibile decrescimento dei flussi economici prodotti e
non dal semplice realizzo di perdite reddituali;
necessario che la perdita di flussi sia sistematica e irreversibile
(qualora non si elabori un processo di risanamento);
provocato dalla perdita di capacit reddituale sul piano prospettico (a
condizione che il fenomeno superi una certa soglia di intensit) e non
dalla mera diminuzione del livello di redditivit su base storica.
-
7 7 7
uno stato di grave instabilit originato da rilevanti perdite economiche e
di valore capitale, da conseguenti forti squilibri finanziari, dalla diminuzione
della capacit di credito (per perdita di fiducia conseguente alla
riconoscibilit esterna della condizione di crisi), insolvenza e, in ultimo,
dal dissesto, ossia da uno squilibrio patrimoniale definitivo.
Le crisi aziendali
2) La crisi
- insolvenza* misurata in termini di flussi e palesa una situazione di
tensione finanziaria (i flussi di cassa generati di
tempo non sono sufficienti per far fronte ai pagamenti in
scadenza) c.d. asfissia finanziaria;
- dissesto misurato in termini di stock ed identifica una situazione
patologica in cui il valore delle attivit aziendali
insufficiente per coprire dei debiti.
-
8 8 8
Le crisi aziendali
(*)
Secondo la Legge Fallimentare attualmente in vigore, lo stato di
insolvenza viene palesato dal verificarsi di inadempimenti che
dimostrano del debitore di soddisfare regolarmente (alle
scadenze prefissate e con mezzi normali di pagamento) le proprie
.
Posto che la questione risiede nel capire come (e conseguentemente
quando) lo stato di insolvenza si manifesta, la giurisprudenza ha nel corso
degli anni individuato alcuni fatti indiziari, sintomatici di tale stato:
la pubblicazione di protesti;
di procedure esecutive (specie se immobiliari);
di ipoteche;
la pubblicazione di bilanci in perdita (o comunque ;
la notizia di scioperi o di cassa-integrazione;
-
9 9 9
Le crisi aziendali Normalmente, la manifestazione di uno stato di tensione finanziaria
considerato il sintomo primigenio di un futuro dissesto.
Infatti una condizione di temporanea insolvenza, se non tempestivamente
sanata, pu provocare un disequilibrio economico/patrimoniale (specie se
per ottemperare ai debiti in scadenza, di natura commerciale ovvero
finanziaria, si ricorre ad ulteriore indebitamento di natura esclusivamente
finanziaria) prodromico al dissesto vero e proprio.
Potrebbe trattarsi, per, di un segnale alle volte fallace posto che:
- dei flussi finanziari originati dalla gestione corrente potrebbe
essere soltanto temporanea (ad es. a causa di alcuni ritardati rimborsi);
- pur in difficolt, potrebbe comunque far fronte ai propri debiti
attingendo a riserve di liquidit oppure dismettendo cespiti non strategici;
- a tal riguardo, sin quando il merito creditizio si mantiene positivo (cio
in grado di rimborsare i debiti precedentemente contratti), essa
trover soggetti disposti a finanziarla.
-
10 10 10
Le crisi aziendali Non sempre agevole distinguere il declino dalla crisi.
Specie nelle fasi iniziali, infatti, vere situazioni di crisi possono apparire
semplici forme di reversibile declino o, addirittura, di normale gestione.
Ci pu accadere, ad esempio, quando i flussi di cassa in entrata e in uscita, a
causa di scarsi o nulli investimenti o della contrazione dei volumi di attivit,
consentono di rinviare nel tempo delle difficolt finanziarie; oppure
quando gli imprenditori sono particolarmente nel mascherare lo stato del
progredente declino (o addirittura forniscono informazioni artefatte).
In ogni caso, concettualmente arbitrario fissare un limite
prodotta dalle perdite gestionali (in termini di reddito e di valore
patrimoniale) per stabilire quando la crisi.
Peraltro, se il valore di liquidazione delle attivit (singoli assets) inferiore
del debito, i creditori sono coinvolti (spesso a loro insaputa)
nel rischio .
-
11 11 11
Le crisi aziendali
Un diverso criterio di classificazione delle crisi aziendali, correntemente
utilizzato dalla prassi professionale ma forse meno sofisticato del
precedente (che per ne integra alcuni aspetti), distingue tra:
crisi latente, che comporta un processo di decadimento lento ma
costante;
crisi manifesta, in cui e (soprattutto) i terzi acquistano piena
consapevolezza dello stato di crisi, e che inoltre caratterizzata da un
incremento della velocit di propagazione delle condizioni di instabilit
disfunzioni monetarie e finanziarie, disequilibrio economico;
crisi acuta alterazione patrimoniale, stato di insolvenza
(incapacit di far fronte regolarmente e normalmente ai debiti in
scadenza).
Classificazione delle crisi aziendali (2)
-
12 12 12
Le crisi aziendali
In ogni caso, per definire in modo corretto quando possa dirsi in
crisi, necessario aver preliminarmente stabilito le caratteristiche di un suo
sano e corretto funzionamento.
pertanto in tale direzione che la prevalente dottrina si mossa,
elaborando concetti divenuti ormai istituzionali (oltre che di senso comune
negli uomini e nelle istituzioni finanziarie) come quelli di:
economicit, nella sua duplice declinazione di equilibrio economico
(c.d. autosufficienza economica) e di adeguata potenza
finanziaria;
efficienza dei diversi fattori della produzione;
tendenziali equilibri prospettici;
continuo accrescimento del valore del capitale economico.
-
13 13 13
Gli equilibri aziendali
Equilibrio economico capacit di remunerare
congruamente e durevolmente il capitale
di rischio apportato dai soci;
Equilibrio finanziario capacit di elaborare durevolmente
nel tempo il pi corretto mix tra fonti di
finanziamento interne (mezzi propri, da apporto
o da autofinanziamento) e fonti esterne;
Equilibrio patrimoniale capacit di coprire efficacemente
(in termini di costi, tempi e modalit) e
durevolmente i vari tipi di fabbisogno (a breve,
media e lunga scadenza; elastico o rigido;
ecc.).
Le crisi aziendali
-
14 14 14
In linea di massima, uno stato di crisi risulta difficilmente imputabile ad
causa piuttosto, i fattori che lo generano sono molteplici (si
parla anzi, spesso, di microcause) e si alimentano reciprocamente, ed
unitariamente contribuiscono alla genesi nonch al progredire della crisi
medesima.
In ogni caso, risulta di fondamentale importanza non soltanto individuare
ed interpretare tempestivamente i segnali della crisi (possibilmente prima
che essa divenga manifesta), ma anche:
identificarne le cause;
individuare gli strumenti atti a prevenire (se possibile) ovvero a governare
lo stato di crisi;
definire le linee di intervento strategico per consentirne il superamento.
Le crisi aziendali: cause e tipologie
-
15 15 15
Le crisi aziendali: cause e tipologie
e delle cause di una crisi aziendale possono
effettuarsi alla luce di due differenti (ma contigui) approcci:
1) soggettivo
2) oggettivo
1) Approccio soggettivo
Secondo tale criterio, il sistema umano (propriet,
management, tecnostruttura, ecc.) il principale responsabile del
successo e, quindi, insuccesso aziendale
Sono quindi le persone, protagoniste ai vari livelli della vita aziendale, con
le loro inefficienze, i loro errati comportamenti, le loro incapacit, la causa
prevalente degli stati di crisi.
-
16 16 16
Le crisi aziendali: cause e tipologie
Le crisi sono componenti del sistema economico e sono da collegarsi al
dinamismo e interno ed esterno con
la conseguenza che il loro sorgere e protrarsi deve essere imputato
incapacit di adattamento di .
In tale ottica, la crisi prefigura una situazione di intensa instabilit interna
indotta dai mutamenti intervenuti esterno, che coinvolge il
sistema-impresa nella sua globalit.
Se quindi non adatta di continuo le proprie coordinate
economico-finanziarie e patrimoniali in funzione degli assidui e repentini
mutamenti in cui vive, si generano al suo interno quelle
disfunzioni pi o meno gravi atte a condurla sulla via del dissesto.
-
17 17 17
Le crisi aziendali: cause e tipologie
il primo ad essere messo sotto accusa il management, dalle cui
scarse capacit (comportamenti colposi o anche, in casi rari, dolosi) e
cattive scelte (strategiche, operative, ecc.), sovente dipende il negativo
andamento ;
Pertanto, in situazioni di crisi:
in secondo luogo, le critiche si appuntano sulle politiche perpetrate
dalla propriet: eccessive distribuzioni di utili; timore del rischio,
indisponibilit a fornire garanzie ai creditori ovvero nuovi apporti
; errata scelta del management; ecc.;
in subordine (e in misura minore), ulteriori motivi scatenanti eventuali
crisi possono rinvenirsi nei comportamenti tenuti dai componenti della
tecnostruttura.
-
18 18 18
Le crisi aziendali: cause e tipologie
Peraltro in esame, incentrato prevalentemente sulla
correlazione tra comportamenti colposi (ma anche dolosi) tenuti
(soprattutto) della propriet, e lo stato di crisi, nel corso del tempo
non si rivelato sufficientemente adeguato a descrivere ed interpretare la
complessa realt di .
oggettivo, invece, di ormai consolidata prevalenza presso la
maggioritaria dottrina, suggerisce che una situazione di crisi pu
dipendere anche da eventi e forze che sfuggono (almeno in parte) al
dominio degli uomini .
Si pensi, al riguardo, a quei fenomeni esterni incontrollabili ed
indipendenti dai comportamenti individuali (che pure possono concorrere a
provocare le crisi) diminuzione della domanda, aumento dei prezzi dei
fattori produttivi, effetti concorrenziali, ecc.
-
19 19 19
Le crisi aziendali: cause e tipologie
2) Approccio oggettivo
Le crisi sono quindi un fenomeno sostanzialmente (ma non interamente)
collegato al dinamismo e interno e, soprattutto,
esterno al sistema.
Secondo tale approccio, possibile distinguere 5 fondamentali tipologie di
crisi aziendali in funzione delle cause che le provocano:
a) Le crisi da inefficienza;
b) La crisi da sovracapacit/rigidit;
c) La crisi da decadimento dei prodotti e da carenze gestionali;
d) La crisi da carenza di programmazione/innovazione;
e) La crisi da squilibrio finanziario / patrimoniale.
-
20 20 20
Le crisi aziendali: cause e tipologie
Peraltro, come anticipato, analizzare la crisi concentrandosi
di cause (tendenzialmente) obiettive non significa
trascurare o dimenticarne le componenti soggettive, che anzi devono
essere di volta in volta individuate e adeguatamente analizzate.
Ci infatti necessario per verificare quali cause, indipendentemente dalla
loro natura oggettiva o soggettiva, possono venire sanate con
di un adeguato processo di ristrutturazione e quali, invece, risultano
ineliminabili.
-
21 21 21
Le crisi aziendali: cause e tipologie
a) Crisi da inefficienza
Si individuano cause di inefficienza quando uno o pi comparti
aziendale (in specie quelli produttivo-commerciali, ma
anche amministrativa, finanziaria, organizzativa, ecc.) attuano i
propri processi operativi con rendimenti inferiori, o con costi superiori,
rispetto a quelli ottenuti dai concorrenti diretti o indiretti assunti come
benchmark.
Con particolare riguardo area tecnico-produttiva, le ragioni di uno stato
di inefficienza operativa superiore alla media del settore, o comunque alle
migliori aziende concorrenti, possono essere disponibilit di fattori
produttivi in tutto o in parte obsoleti; scarsa capacit o impegno della
manodopera; utilizzo di routine e processi non aggiornati e/o non adatti;
ecc.
-
22 22 22
Le crisi aziendali: cause e tipologie
b) Crisi da sovracapacit/rigidit
Tale tipologia di crisi pu originarsi da:
durevole contrazione del volume della domanda (con conseguente
decremento dei ricavi) originata da una situazione di sovracapacit
produttiva a livello di settore;
durevole contrazione del volume della domanda associata alla perdita di
quote di mercato pi o meno rilevanti di capacit interessa
quindi unicamente e non il settore le difficolt sono quindi
connesse a debolezze particolari (sussiste quasi sempre la
concomitanza di inefficienze);
dinamica dimensionale dei ricavi inferiore alle attese, a fronte di
investimenti (in capitale fisso e/o circolante) di entit precostituita e non
pi recuperabile.
-
23 23 23
Le crisi aziendali: cause e tipologie
Tale tipologia di crisi trae origine da una contrazione incisiva e durevole del
margine di contribuzione con riguardo a una o pi linee di prodotto
(differenza tra il prezzo unitario di vendita e il costo unitario variabile di
produzione) c.d. redditivit del prodotto.
Al diminuire infatti del margine di contribuzione, diminuisce la capacit
di coprire con il prezzo di vendita di ciascun prodotto non
soltanto la quota dei costi fissi di produzione attribuibili (in modo
comunque soggettivo) al prodotto medesimo, ma anche un margine
congruo di guadagno.
Appare chiaro come di utili di prodotto, nonch la mancata
copertura (anche parziale) dei costi fissi di produzione, non possa che
trascinare in situazioni di endemico squilibrio.
c) Crisi da decadimento dei prodotti e carenze gestionali
-
24 24 24
Situazioni di crisi possono essere provocate da rilevanti carenze con
riguardo ad alcune funzioni aziendali di particolare rilievo, quali ad
esempio la programmazione e .
Le crisi aziendali: cause e tipologie
d) Crisi da carenze di programmazione / innovazione
Con riguardo alla funzione di programmazione, eventuali carenze devono
intendersi come incapacit di prevedere i futuri contesti di
mercato; di adattare tempestivamente ed adeguatamente le condizioni di
svolgimento della gestione ai mutamenti intervenuti esterno;
ecc.
Tali aziende si caratterizzano per una visione di corto respiro orientata
esclusivamente al breve termine (in termini di investimenti, distribuzione di
utili, ecc.) e trascurano completamente la predisposizione delle condizioni
necessarie per affrontare il futuro.
-
25 25 25
Le crisi aziendali: cause e tipologie
Le carenze nella fase di programmazione, poi, si traducono spesso nel
mancato coinvolgimento di strati del management e della tecnostruttura
di gestione la definizione di programmi e di
chiari obiettivi, infatti, necessaria per favorire un giusto grado di
coinvolgimento del capitale umano a tutti i livelli gerarchici.
Per quanto concerne la carenza di innovazione, ben
difficilmente in grado di mantenere nel tempo un congruo livello di
produttivit e di efficienza senza la continua ricerca e implementazione di
nuove idee nuovi prodotti, nuovi processi e combinazioni produttive,
nuove tecnologie, nuovi mercati, nuove strategie commerciali, ecc.
di ricerca dimensionalmente idonea e qualitativamente efficace
la premessa indispensabile (in alcuni settori
produttivi costituisce condizione indispensabile per la sopravvivenza
aeronautico, farmaceutico, ecc.)
-
26 26 26
Le crisi aziendali: cause e tipologie
e) Crisi da squilibrio finanziario / patrimoniale
La nozione di squilibrio patrimoniale concerne del
rapporto qualitativo, quantitativo e temporale tra le attivit, le passivit e i
mezzi propri, ed riconducibile alle seguenti situazioni di contesto:
carenza di mezzi propri (con vincolo di capitale proprio) e corrispondente
prevalenza di mezzi di terzi (a titolo di debito);
prevalenza a breve termine rispetto alle altre forme di
capitale di credito;
evidente squilibrio tra fonti ed impieghi in termini di uniformit temporale
(tempi di incasso e pagamento);
insufficienti riserve di liquidit;
Conseguente condizione di dissesto pi o meno latente
-
27 27 27
Le crisi aziendali: cause e tipologie
La situazione finanziaria deve invece essere definita in via prospettica.
necessario apprezzare se i flussi finanziari in entrata e in uscita,
derivanti non soltanto dai rapporti in essere ma altres da quelli di futura
formazione, siano, per ammontari e scadenze, adeguatamente correlati.
In particolare, occorre valutare se attraverso lo svolgimento dei
processi produttivi, nella condizione di generare risorse finanziarie atte a
fronteggiare le connesse uscite, finalizzate sia dei debiti
esistenti che di quelli generati dalla gestione in svolgimento.
Conseguentemente, le aziende finanziariamente squilibrate possono
rapidamente passare, dello stato di crisi, dallo stadio delle
perdite a quello e del dissesto.
-
28 28 28
Le crisi aziendali: cause e tipologie
Lo squilibrio finanziario/patrimoniale considerato la causa tipica della
crisi aziendale, stante il suo essere propedeutico al dissesto economico
degli oneri finanziari conseguente al crescente
indebitamento (nonch al suo elevato costo) infatti il primo indizio del
peggioramento delle condizioni economiche della gestione.
Peraltro, non pu escludersi a priori che uno squilibrio
finanziario/patrimoniale possa a sua volta derivare dai precedenti fattori di
crisi inefficienze, rigidit, decadimento dei prodotti, carenze di
programmazione e di innovazione, ecc.
Queste, infatti, potrebbero incidere in modo pi o meno rilevante sulle
generali condizioni operative con ultimo di indebolirle
sul piano patrimoniale/finanziario.
-
29 29 29
Le crisi aziendali: cause e tipologie
Nei casi pi semplici, il riequilibrio della situazione patrimoniale /
finanziaria si effettua riallineando le scadenze dei crediti e dei debiti, nel
tentativo di sanare una non puntuale programmazione dei flussi finanziari
(almeno con riguardo alla tempistica degli incassi e dei pagamenti).
Nel caso per in cui la situazione di squilibrio non fosse legata
esclusivamente temporale, ma pi in generale connessa ad
un inadeguato rapporto quantitativo fra mezzi propri e passivo, ovvero fra
e le attivit, la sola dilazione dei tempi di pagamento e/o la
ricomposizione dello stato del passivo potrebbe non essere sufficiente.
In tale ipotesi, pertanto, necessario procedere al riequilibrio della
situazione finanziaria, stabilendo la pi corretta correlazione, per tempo e
importi, tra i flussi finanziari attuali e prospettici, incidendo anche
sulla dinamica reddituale (correlazione costi-ricavi).
-
30 30 30
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Il pi delle volte, gli imprenditori non sono in grado di cogliere per tempo i
segnali di allarme e, per tale ragione, non riescono a limitare
efficacemente gli effetti dannosi della crisi.
Gli strumenti di previsione sono stati quindi elaborati al fine di
individuare tempestivamente le diverse tipologie di crisi prima del loro
effettivo manifestarsi, consentendo cos direzione e al management
di intervenire con rapidit ed in modo adeguato intervento ex-ante
piuttosto che ex-post.
Peraltro, una crisi tempestivamente diagnosticata (c.d. diagnosi precoce) ed
adeguatamente gestita porter con s non solo un miglioramento delle
competenze e di innovazioni gestionali, ma
anche del livello di coesione interno e di un effetto
esperienza utile per la prevenzione di crisi future.
-
31 31 31
Il modello di Altman
Il modello di Coda
1) metodi basati intuizione
2) metodi basati sulla periodica valutazione del capitale economico
3) metodi basati analisi del bilancio
4) metodi basati su modelli
5) metodi multidimensionali
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Gli strumenti correntemente utilizzati (in combinazione tra loro) per
diagnosticare precocemente il rischio di default di sono:
Value Chain
Scoreboard
Skandia Navigator
Balanced Scorecard
-
32 32 32
1) intuizione
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
I criteri in esame si basano sulla riconoscibilit esterna dei fattori di crisi
(elementi esterni che palesano uno stato di crisi effettivo o potenziale):
Appartenenza a settori ormai decaduti oppure in recessione
a seguito di una rilevante diminuzione del livello della domanda;
inefficienze produttive o commerciali;
perdita di quote di mercato;
bilanci in perdita.
(segnala che lo stato di crisi ormai avanzato, tale da produrre i suoi effetti
anche nei confronti dei creditori e non soltanto della propriet).
-
33 33 33
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
IndicatoriRiconoscibilit
esterna
Possibilit di
interventoAppartenenza a settori maturi o
decadentiElevata Minima
Appartenenza a settori in difficolt
per caduta della domandaElevata Minima
Perdita di quote di mercato Media Media
Inefficienze produttive Minima Elevata
Inefficienze commerciali Media Elevata
Inefficienze amministrative Minima Elevata
Inefficienze organizzative Minima Elevata
Inefficienze finanziarie Media Media
Rigidit dei costi Media Media
Carenze di programmazione Minima Elevata
Scarsi costi di ricerca Media Elevata
Scarso rinnovo dei prodotti Media Media
Squilibri finanziari Elevata Media
Squilibri patrimoniali Elevata Media
Nella seguente tabella, sono indicati i principali fattori esterni rivelatori di uno
stato di crisi e, contiguamente, le possibilit di soluzione:
-
34 34 34
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
2) Metodi basati sulla periodica valutazione del capitale economico
Esistono differenti tecniche per la stima del capitale economico aziendale.
La dottrina ha individuato i seguenti requisiti necessari affinch la tecnica
adottata possa considerarsi affidabile:
razionalit il metodo valutativo deve fondarsi su uno schema logico
concettualmente valido, chiaro e condivisibile;
obiettivit il metodo deve essere fondato su dati credibili e risultare
concretamente applicabile;
generalit il metodo deve prescindere dagli interessi e dalle
caratteristiche delle parti coinvolte nello scambio;
stabilit la metodologia deve fondarsi su dati che non siano influenzati
da fenomeni di natura contingente.
-
35 35 35
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Non esiste una metodologia di stima in assoluto valida, cio che presenti
contestualmente i requisiti della razionalit, obiettivit, generalit e
stabilit.
Esistono, per, tecniche pi o meno adeguate per la valutazione del
capitale economico di una determinata impresa, in funzione della tipologia
di azienda valutanda, dei dati disponibili nonch della sua
complessiva situazione.
Le possibili metodologie di stima del capitale economico sono sintetizzate
nella pagina che segue.
-
36 36 36
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Criteri di valutazione del capitale economico (1)
metodi DIRETTI
Diretti in
SENSO STRETTO
Diretti basati sui
MOLTIPLICATORI
(1) Equity approach
(2) Entity approach*
*(In realt un metodo indiretto)
-
37 37 37
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
metodi INDIRETTI
Metodi basati su
grandezze FLUSSO
Metodi basati su
grandezze STOCK Metodi MISTI
(1) Patrimoniali
semplici
(2) Patrimoniali
complessi
(1) Reddituali
(teorici, semplificati)
(2) Finanziari
(teorici, semplificati)
Criteri di valutazione del capitale economico (2)
(1) Valore medio
(tedesco)
(2) Durata limitata
(anglosassone)
(3) EVA
-
38 38 38
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
3) analisi del bilancio
I metodi in esame approssimano il grado di rischiosit di
confrontando i relativi indici di bilancio con i valori medi del settore di
appartenenza oppure di un paniere di aziende di riferimento (c.d.
benchmark), ovvero valutandone criticamente nel tempo.
di bilancio, ed in particolare degli eventuali scostamenti
emergenti dai citati confronti, consente di comprendere se ed in quale
misura presenti fattori di criticit potenzialmente forieri di un
processo di declino.
di bilancio si fonda sulla determinazione e sulla valutazione di
alcuni valori di riferimento, che individuano precisi fenomeni di carattere
economico e finanziario.
-
39 39 39
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
I report gestionali, predisposti periodicamente dal management aziendale,
consentono di monitorare costantemente il livello di performance
e forniscono gli elementi di supporto ad un eventuale
intervento correttivo con congruo anticipo rispetto al manifestarsi della crisi
stessa.
Gli indicatori utilizzati non devono essere calcolati soltanto allo scopo di
individuare eventuali segnali di crisi (quindi nel momento in cui si inizia ad
avere del dissesto), ma devono piuttosto rientrare nel bagaglio di
conoscenze che ciascuna impresa tenuta a possedere, nonch tra gli
strumenti per il controllo della gestione di pi comune utilizzo soltanto
cos, infatti, la strumentazione in esame pu consentire di affrontare per
tempo di una crisi futura.
-
40 40 40
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Come anzidetto, un giudizio sulle condizioni generali e gli
sviluppi plausibili attesi deve sempre emergere dal confronto di diverse
tipologie di dati in relazione alla particolare informazione ricercata.
Il confronto con i dati storici consente di verificare della
gestione aziendale (in particolare dei rendimenti). Il confronto con i dati
relativi ad altre aziende analizza la performance aziendale
comparativamente con quella di impresa, con quella migliore del
settore (benchmarking) o, ancora, con quella media di .
del bilancio viene effettuata con riguardo a tre aspetti della
struttura aziendale:
analisi della struttura patrimoniale;
analisi della struttura economica;
analisi della struttura finanziaria.
-
41 41 41
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Le analisi patrimoniali e finanziarie sono volte ad esaminare i dati dei
bilanci nonch dei budget al fine di definire le caratteristiche quantitative
fondamentali di .
I dati di bilancio, se necessario integrati con altri dati di natura extra-
contabile, vengono quindi elaborati di appropriate analisi di
bilancio:
analisi dei margini;
analisi dei quozienti-indici (ratios);
analisi dei flussi.
I quozienti e i margini, in particolare, forniscono indicazioni sintetiche circa
le condizioni economiche, finanziarie e patrimoniali livello
di redditivit, liquidit, indebitamento, modalit di impiego del capitale, ecc.
-
42 42 42
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Alcune nozioni preliminari:
Capitale Circolante Netto = Attivit Correnti Passivit Correnti
Capitale Permanente = Capitale Netto + Passivit Consolidate
Risultato Lordo = Reddito Operativo Oneri Finanziari
Capitale Fisso Netto = Capitale Fisso Passivit Consolidate
Equilibrio
Capitale Permanente > Immobilizzazioni
Attivo Circolante > Debiti a Breve Termine
Capacit di far fronte agli impegni finanziari
di breve periodo con le risorse generate
dalla gestione corrente
-
43 43 43
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Alcune nozioni preliminari (continua):
Impieghi Aumento di attivit; diminuzioni di passivit;
dividendi distribuiti; perdite
Impieghi Fissi Immobilizzazioni Immateriali e Materiali
Fonti Utile ; aumento di passivit;
diminuzioni di attivit
Reddito Operativo Ricavi Costi (voce (a) voce (b) del CE)
-
44 44 44
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione Gli indici di pi comune utilizzo sono:
a) Indici di potenza finanziaria (solvibilit) valori imprese industriali
Current
Ratio
Attivo Circolante
Passivit Correnti
Se < 1 ricorre ad
indebitamento di breve termine
per finanziare parte degli
investimenti di lungo periodo
= > 1,7
2
Quick Ratio
(acid test) =
Disponibilit Liquide
Passivit Correnti > 0,7
1
Capacit di far fronte agli
impegni finanziari immediati.
Se > 1,5, squilibrio per
eccessiva liquidit
-
45 45 45
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Leveraged (indice di
autonomia finanziaria) =
Debiti B.T. + Debiti L.T.
Capitale Netto
Se < 1,
finanziariamente solida
Tale indice segnala la rischiosit sotto il profilo finanziario, e
pu parimenti risultare utile per la scelta delle fonti di finanziamento.
Un valore basso evidenzia sia la possibilit di accedere a
fonti di finanziamento esterne a costi non elevati, sia una gestione
aziendale sostanzialmente ; un valore alto, invece, indica
una traslazione del rischio imprenditoriale in capo ai creditori, riducendo la
possibilit di ottenere ulteriori affidamenti da parte di terzi e un aggravio
dei connessi costi.
-
46 46 46
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
b) Indici di struttura (patrimoniali)
Indici di composizione attivo
Indice di rigidit
degli impieghi =
Immobilizzazioni
Capitale Investito Se = 1, rigida
Indice di elasticit
degli impieghi =
Attivo circolante
Capitale Investito Se = 1, elastica
Ulteriormente scomponibile inserendo al numeratore le sole disponibilit
liquide, oppure le disponibilit liquide + il magazzino, ecc.
-
47 47 47
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
I citati indici di composizione forniscono una prima informazione con
riguardo alla capacit di adeguarsi ai mutamenti ambientali.
Peraltro, il grado di rigidit deve valutarsi in relazione al
settore produttivo di appartenenza (e quindi del tipo di attivit svolta): ad
esempio, la situazione di industriale, che in genere presenta il
50%-60% del capitale investito sotto forma di immobilizzazioni,
sensibilmente diversa da quella di di servizi, il cui attivo
immobilizzato pu essere al massimo il 20%.
Inoltre, non esiste una regola precisa che fissa il valore percentuale delle
immobilizzazioni per ciascun settore produttivo, in quanto ogni azienda
presenta la propria peculiare struttura del patrimonio.
-
48 48 48
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Indici di composizione del passivo (indebitamento)
Indice di elasticit
delle fonti =
Capitale Netto
Totale Passivo Se = 1, patrimonializzata
Indice (quoziente)
di indebitamento = Debiti B.T. + Debiti L.T.
Totale Passivo < 0,5
-
49 49 49
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Indice di copertura delle
immobilizzazioni (indice
di struttura primario)
Capitale Netto =
Immobilizzazioni > 0,7
Indice di copertura delle
immobilizzazioni con
fonti durevoli (indice di
struttura secondario)
= Capitale Permanente
Immobilizzazioni
(Capitale Netto + Passivit Consolidate)
(Debiti a medio-lungo termine)
Indice di autonomia
finanziaria (capacit di
autofinanziamento)
= Capitale Netto
Capitale Investito > 0,3
> 1
-
50 50 50
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Il valore indice di struttura primario evidenzia quanta parte del
capitale immobilizzato finanziata con il solo ricorso al capitale proprio
deve essere prossimo ma non superarla, altrimenti si verifica
di finanziamento di un valore di breve termine (il capitale
circolante) con una fonte a lungo termine (capitale netto).
indice di struttura secondario maggiormente rappresentativo della
realt rispetto al precedente, in quanto difficilmente in grado di
coprire tutte le immobilizzazioni con il solo capitale proprio.
Nelle imprese industriali, il valore di tale indice dovrebbe essere superiore
e quindi tale da finanziare completamente le attivit a medio-
lungo termine (attivo fisso e magazzino).
-
51 51 51
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
c) Indici di andamento
Tasso di rotazione
dei crediti =
Crediti
Fatturato x 360 Velocit di incasso dei crediti
Tasso di rotazione
del magazzino = Magazzino
Fatturato x 360
Tasso di rotazione
dei debiti =
Debiti
Acquisti totali x 360
Tasso di rotazione del
Capitale Investito =
Capitale Investito
Fatturato Capital Turnover > 1,5
-
52 52 52
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
d) Indici di efficienza
Fatturato per
dipendente =
Fatturato
Numero Dipendenti
Tasso di utilizzo
capacit produttiva =
Fatturato
Immobilizzazioni
Tasso di utilizzo
macchinari =
Ore lavorabili
-
53 53 53
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
e) Indici di redditivit
R.O.I.
(Redditivit della gestione caratteristica)
= Reddito Operativo
Capitale Investito
Convenienza ad
investire a qualsiasi
titolo
(non influenzato
dal grado di
indebitamento)
Reddito Operativo
Fatturato X
Fatturato
Capitale Investito
Non vi sono valori predefiniti ma necessario
valutarne evoluzione storica
Capital turnover R.O.S.
-
54 54 54
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
R.O.S.
(Return On Sale / Redditivit delle Vendite)
= Reddito Operativo
Fatturato
Il ROS indica la redditivit lorda delle vendite in termini di risultato operativo,
segnalando la capacit di ricavare reddito operativo dal fatturato
ad esempio, un valore pari al 30% significa che su 100 euro di
fatturato 70 sono state assorbite da costi operativi.
Premesso che il valore non standardizzabile per aziende similari
(tuttavia si cercher di evitare un risultato negativo), eventuali sue variazioni
possono dipendere sia da una oscillazione dei costi (che incidono sul reddito
operativo) che delle vendite.
-
55 55 55
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
R.O.E.
(Redditivit del Capitale Proprio) =
Reddito Netto
Capitale Netto
Il ROE rappresenta il rendimento fornito dal capitale proprio in termini di utile
netto. Gli azionisti si avvalgono di tale indice per calcolare in quale misura il
proprio investimento di rischio si trasformato in utile.
Di per s, esso presenta una misura grossolana della redditivit di
in quanto non considera adeguatamente le componenti di reddito che hanno
condotto alla determinazione del risultato di gestione pu infatti accadere
che di esercizio scaturisca dalla somma algebrica di un risultato operativo
negativo e del saldo positivo scaturito dalle altre gestioni, o viceversa.
Il valore del ROE dipende sia dal risultato della gestione operativa, sia dal
risultato delle altre aree gestionali, con particolare riferimento a quella
finanziaria
-
56 56 56
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
f) Margini
Margine di Contribuzione = Ricavi Totali Costi Variabili
Margine di Struttura Primario = Capitale Netto Immobilizzazioni Nette
Margine di Struttura Secondario = (C.N. + Passivit Cons.te) Immob.ni
Margine del Circolante = Attivo Circolante Passivit a Breve (correnti)
Margine di Tesoreria = Disponibilit Liquide Passivit a Breve
Margine Operativo Lordo (M.O.L.)
= Fatturato Costo del Venduto
Rim.ze iniziali + acquisti + costo del lavoro + amm.ti + altri costi di prod.ne rim.ze finali
-
57 57 57
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
4a) Il modello di Altman (Z-Score Analysis)
di tale modello cercare di prevedere, con di tecniche
statistiche, le probabilit di fallimento di distinguendo
le aziende sane dalle aziende a rischio di default tramite di una
serie di variabili quantitative definite (c.d. analisi statistica
discriminante).
Nel corso degli anni sono state elaborate diverse varianti del modello
originario (1968), in particolare volte a stimare le probabilit di default delle
societ quotate ovvero delle PMI (1993).
viene effettuata esclusivamente sulla base di dati ricavabili dai
bilanci e richiede una serie di semplici calcoli matematici.
-
58 58 58
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Il motivo del successo di tale modello risiede nella sua facilit di
comprensione ed utilizzo per qualsiasi soggetto, anche se non in possesso
di specifiche conoscenze del rischio di insolvenza delle
aziende.
I risultati forniti dello Z-score nel corso degli anni si sono
dimostrati molto accurati, ed hanno consentito di determinare le probabilit
di default di molte aziende con un elevato grado di affidabilit.
Naturalmente, il modello necessita di uno studio approfondito delle variabili
discriminatorie impiegate nel calcolo, nonch di appropriate modifiche per
un suo utilizzo con riguardo a realt economiche non anglosassoni.
-
59 59 59
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Il modello Z-score, come la maggior parte dei modelli elaborati
della diagnosi precoce del rischio di insolvenza aziendale, come anzidetto
si basa statistica discriminante.
Tale tecnica permette di classificare, con un accettabile margine di errore,
un insieme di unit statistiche in due o pi gruppi predefiniti (tipicamente
societ sane oppure societ a rischio fallimento), sulla base di un
insieme di caratteristiche note.
pertanto quello di assegnare un oggetto (nel caso specifico
ad uno dei due possibili gruppi sulla base di una serie di
variabili, definite appunto discriminanti, rilevate stesso (nel
caso specifico, alcuni dati di bilancio).
-
60 60 60
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Il modello si basa su una relazione lineare, in cui alcune variabili
discriminanti vengono misurate, sommate e ponderate al fine di
determinare un risultato per ciascuna azienda.
Le variabili sono (tutte desumibili dal bilancio tranne il valore di mercato):
- Ricavi
- Reddito operativo (EBIT)
- Utile netto
- Capitale Circolante Netto (CCN attivit correnti passivit correnti)
- Totale attivit (Capitale Investito)
- Totale passivit con esclusione del Capitale Netto
- Dividendi distribuiti
- Capitalizzazione (valore di mercato delle azioni)
-
61 61 61
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Z-Score = (1,2 x A) + (1,4 x B) + (3,3 x C) + (0,6 x D) + (0,999 x E)
dove:
A = Totale Attivit
CCN Misura il valore degli assets liquidi rispetto alla dimensione totale delle attivit aziendali
B = Utile non distribuito
Totale Attivit
Misura la capacit
di reinvestire gli utili periodici
C = EBIT
Totale Attivit Misura la redditivit aziendale
-
62 62 62
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
D = Capitalizzazione (valore di mercato delle azioni)
Totale Passivit (escluso il PN)
E = Ricavi
Totale Attivit
Misura la capacit di generare ricavi con un
determinato valore patrimoniale
La prima applicazione di tale metodologia venne effettuata con riferimento ad
un campione di 33 aziende in difficolt (conclamata) e 33 aziende in salute, ed
evidenzi che le imprese con un valore di Z inferiore a 1,8 erano da
considerare ad alto rischio di insolvenza; quelle con punteggio superiore a 3
non presentavano alcuna criticit; mentre le aziende con un punteggio
compreso tra 1,8 e 3 avrebbero potuto presentare rischi di default.
Tasso di rotazione delle vendite
-
63 63 63
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Gli sviluppi successivi del modello hanno condotto alla definizione dei
seguenti range di valore di Z (sempre derivati dal modello originario
elaborato da Altman per le societ quotate):
Z > 3 probabilit di default quasi nulla;
2,7 < Z < 2,99 probabilit di default relativamente bassa;
1,8 < Z < 2,69 probabilit di default medio-alta (entro 2 anni);
Z < 1,8 probabilit di default molto alta.
-
64 64 64
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione del modello Z-score stato pi volte testata da Eidleman,
dopo anni di applicazioni e affinamenti, al 70%.
per necessario considerare:
la dinamica del valore di Z nel tempo (lettura evoluzionistica e non
statica) infatti, un punteggio che varia da 1 a 2 in un periodo
temporale di cinque anni meno preoccupante di un risultato che evolve
da 3 a 2 nel medesimo arco temporale;
il punteggio ottenuto va interpretato unitamente ad altri indicatori, posto
che lo Z-score particolarmente sulla considerazione della
redditivit aziendale (in presenza di un basso indebitamento e di una
sana gestione patrimoniale, una bassa redditivit non di per s
indicatrice di un prossimo default);
il modello deve venire opportunamente a seconda del Paese
nonch del settore economico in cui opera valutanda.
-
65 65 65
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Al fine di applicare il modello Z-score alla realt delle PMI italiane,
necessario apportare alcune modifiche alla funzione discriminante
elaborata originariamente da Altman:
Z-Score (PMI) = (1,981 x A)+(9,841 x B)+(1,951 x C)+(3,206 x D)+(4,037 x E)
dove:
A, B, C, E mantengono il consueto significato;
D = Patrimonio Netto
Totale Passivit
Evidenzia di quanto le attivit di
si possono ridurre prima che
le passivit totali le surclassino e quindi
creino le condizioni per il default*
*(Ad esempio con un PN di 1.000 e passivit per 500, pu sopportare perdite pari a 2/3 del proprio attivo prima di divenire insolvente)
-
66 66 66
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Gli studi in esame hanno individuato i seguenti range di valore di Z con
riguardo alle PMI italiane:
Z > 8,105 strutturalmente sana;
4,846 < Z < 8,105 necessita di cautele nella gestione;
Z < 4,846 la societ destinata al default se non modifica la sua
struttura economico-finanziaria.
-
67 67 67
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
4b) Il modello di Coda
Il modello in esame si basa su un approccio di tipo quali-quantitativo alle
componenti aziendali.
economico-finanziario di assume infatti differenti
configurazioni, le cui gradazioni possono variare da situazioni di equilibrio
a contesti di grave instabilit.
Secondo il grado di solvibilit di funzione delle
ripercussioni su di essa prodotte da particolari eventi negativi di
probabile accadimento.
-
68 68 68
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Gli eventi sfavorevoli, collegati a rischi specifici della gestione operativa
ovvero alla dinamica dei mercati e in generale, vengono
osservati in relazione con cui possono verificarsi,
prodotta sulla situazione originaria nonch alla probabilit di
manifestazione.
Ci permette di individuare specifiche aree di criticit, a cui corrispondono
differenti gradi di rischiosit.
In linea di massima, si considera solvibile quando del
profilo economico-finanziario d esiti positivi e gli eventi sfavorevoli che
potrebbero modificarlo sono trascurabili (in termini di effetti oppure di
probabilit di accadimento).
Per converso, pu ritenersi certo lo stato di insolvenza qualora su un
assetto economico-finanziario gi decisamente squilibrato si prevede
di ulteriori eventi negativi di particolare rilevanza.
-
69 69 69
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Lo sviluppo del modello consente di individuare alcuni momenti
caratteristici, che costituiscono approssimazioni successive del concetto di
solvibilit:
a) Determinazione del profilo economico-finanziario
Il modello analizza le relazioni dinamiche esistenti tra i principali elementi
di cui si compone tale profilo liquidit, tasso di sviluppo, solidit
patrimoniale, grado di redditivit.
b) Evoluzione nel tempo del profilo di cui sopra
A tal riguardo si studia storico e prospettico dei citati elementi
nonch di quei fattori, opportunamente pesati, idonei a condizionare
futura (congiuntura economica, evoluzione del
settore, ecc.)
-
70 70 70
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
c) Attitudine a soddisfare gli impegni di pagamento
futuro
Tale attitudine dipende dai seguenti fattori:
1) impegni gi assunti del periodo o destinati a sorgere nel corso del
medesimo;
2) strumenti di regolamento delle obbligazioni (gi sorte o destinate a
sorgere) utilizzati;
3) riserve di credito disponibili.
I fattori di cui ai punti 1) e 2) derivano, in parte, dai fattori determinanti la
dimensione e la composizione del Capitale Circolante Netto.
I fattori di cui al punto 3) derivano invece degli affidamenti
totali (attuali e potenziali) a disposizione nonch dalla dimensione
di quelli gi utilizzati.
-
71 71 71
5a) Lo Skandia Navigator
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Il criterio in esame, elaborato da Edvisson e Malone nel 1993,
rappresenta una delle prime, concrete applicazioni dei criteri di valutazione
delle performance aziendali di matrice scorecard.
Il modello esprime una visione olistica della performance e si basa sullo
studio di cinque aree informative (focus) economico-finanziaria,
relazioni con i clienti, risorse umane, processi, innovazione e
sviluppo, che consentono di comprendere le caratteristiche qualitative
e il modo con cui questa crea valore.
originario era accertare come la componente intellettuale di
giocasse un ruolo fondamentale nel processo di creazione del
valore in seguito, ha trovato applicazione per misurare la performance
complessiva in termini quali-quantitativi.
-
72 72 72
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
In termini figurativi, il modello proposto con la struttura di una casa:
il costituito informativa di tipo economico-finanziario
(financial focus), e concerne i risultati di tipo quantitativo (ad es., il
tasso di redditivit) che ha ottenuto in passato e che sono stati
oggetto di rilevazione da parte dei tradizionali sistemi contabili;
le rappresentate dal customer focus e dal process focus,
sono costituite dalle attuali performance , destinate a venire
evidenziate in successivi report economici:
il focus sul cliente, d circa di
di soddisfare i bisogni e le aspettative dei propri
clienti per mezzo dei beni e servizi prodotti;
il focus sul processo, studia le caratteristiche dei processi volti alla
creazione dei servizi e dei prodotti richiesti dai clienti.
-
73 73 73
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
il costituito innovation & development focus, che
riflette le potenzialit future punta ad assicurare il
rinnovamento nel lungo periodo, oltre a garantirne la
sostenibilit (individuare le azioni necessarie per assicurare lo sviluppo e
la redditivit nel lungo periodo)
delle risorse umane (human resources focus) viene posta al
centro del modello, posto che costituisce il collante della struttura e
conferisce stabilit e durevolezza edificio il cuore
ed essenziale ai fini della creazione della
conoscenza e, quindi, del valore finale.
-
74 74 74
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Il modello si caratterizza per di un elevato numero di
indicatori di performance, aventi lo scopo di misurare di
ciascuna delle cinque aree in esame:
clienti numero nuovi clienti, contratti conclusi, quota di mercato, indici
di customer satisfaction, fatturato annuo per cliente, tasso di fedelt;
finanza indicatori finanziari;
processi costi amministrativi per dipendente, numero di scarti, costi
infrastrutturali, livello di efficienza complessivo;
risorse umane turnover del personale, numero di manager, indice di
soddisfazione dei dipendenti;
sviluppo e innovazione investimenti in R&S, ore di formazione per
dipendente, numero di brevetti prodotti, nuovi prodotti realizzati.
-
75 75 75
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
5b) La Value Chain Scoreboard
Il criterio in esame, elaborato da Lev nel 2001, si basa su un approccio di
tipo analitico, individuando i fattori aziendali che concorrono al processo di
creazione del valore ed analizzando di ciascuno.
Con il concetto di catena del valore si intende quel particolare processo
economico che trae origine di nuovi prodotti, servizi o
processi (in termini pi generali, apprendimento), procede attraverso la
loro implementazione e si conclude con la commercializzazione
finale.
del suo ideatore, la catena del valore costituisce infatti il circuito
vitale delle imprese innovative e di successo (volte quindi e
alla conservazione di un congruo vantaggio competitivo), e il rispetto dei
suoi principi cardini risulta necessario per la sopravvivenza nel tempo in
condizioni di stabile equilibrio.
-
76 76 76
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
La Value Chain Scoreboard si articola in 3 aree di informazione e
valutazione, a loro volta scomponibili in sottoaree.
(1) della scoperta e apprendimento (discovery and learning)
costituisce della catena del valore . Richiede
significativa e coerente di risorse produttive (in particolare
intangibili) ed a sua volta suddivisibile in 3 sottoaree, che rappresentano
le fonti interne, esterne ed integrate di informazioni e idee:
rinnovamento interno (ricerca e sviluppo, formazione del personale,
processi, ecc.);
capacit acquisite (acquisto di tecnologia, know-how, ecc.);
networking (joint-ventures di ricerca e sviluppo, integrazioni a
monte e a valle);
-
77 77 77
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
(2) implementazione quella in cui si verifica la fattibilit
tecnica ed economica dei prodotti, servizi e/o processi in via di sviluppo
segna la trasformazione delle idee in output funzionante.
a sua volta scomponibile in 2 sottoaree:
la propriet intellettuale (brevetti, marchi, ecc.);
il grado di fattibilit tecnologica ed economica.
(3) la terza area quella della commercializzazione, a sua volta
ripartibile in 3 sottoaree:
clienti;
performance;
prospettive di crescita.
-
78 78 78
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Con riguardo a ciascuna delle aree informative individuate necessario
sviluppare degli indicatori di punteggio, con un diverso grado di
analiticit a seconda cui sono destinati (naturalmente, la scala
di punteggio dovr essere specificamente elaborata a seconda del Paese
e del settore economico in cui opera, nonch del momento
storico, delle peculiarit ecc.).
Gli indicatori di punteggio devono essere:
quantitativi;
standardizzabili (per favorire il confronto tra imprese diverse);
collegati empiricamente al valore .
La tabella di punteggi della catena del valore quindi volta a fornire un
quadro esauriente delle capacit competitive nonch della
sua capacit di creare valore economico.
-
79 79 79
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
5c) Il Balanced Scorecard
La scheda di valutazione bilanciata costituisce un approccio alla
misura della performance aziendale volto a superare (alla medesima
stregua degli altri metodi multidimensionali) le carenze manifestate dalle
tradizionali misure economico-finanziarie (e, pi in generale, dagli
indicatori gestionali).
Il Balanced Scorecard mette tra i citati indicatori con di
integrarli e bilanciarli, definendo le connessioni logiche esistenti tra di essi
in modo da conoscere in anticipo i riflessi che una determinata azione avr
gestione aziendale.
impiego bilanciato di differenti misure quantitative e qualitative
consente infatti una visione pi organica ed esaustiva della dinamica della
performance aziendale, rappresentando in modo corretto la capacit
prospettica di generare valore.
-
80 80 80
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
La metodologia in esame nasce nel 1992 ad opera di Kaplan R. e Norton
D. (il nome prende a riferimento i tabelloni utilizzati nelle partite di baseball
e basket, come integrazione del semplice punteggio), e segna il
superamento di una visione monodimensionale al fine di
fornire una visione bilanciata della complessiva performance in funzione
delle diverse aree costituenti (o comunque di quelle
maggiormente significative ai fini della creazione di valore).
Da originario strumento composito di misurazione della performance
globale (in ci riprendendo e perfezionando il Tableau de Bord
degli anni 60), tale metodo si con il tempo evoluto in uno strumento di
gestione nonch di controllo strategico inserito in una struttura
multidimensionale, volto a descrivere, attuare e verificare la strategia di
tutta .
-
81 81 81
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Il Balanced Scorecard quindi uno strumento di sorveglianza strategica
volto a superare i limiti delle metodologie di monitoraggio tradizionali oltre
che a tradurre le strategie competitive in indicatori di performance
(scorecard), assicurando (balance) tra obiettivi di breve
termine (il cui grado di raggiungimento misurato ex-post tramite
parametri di natura economico-finanziaria) ed obiettivi di lungo periodo
(misurati da fattori non finanziari) al fine di condurre a prestazioni
competitive superiori e sostenibili nel tempo.
Si viene cio a creare un nuovo sistema di management che collega gli
obiettivi operativi a breve termine con gli obiettivi strategici a lungo
termine, ponendo a confronto misure finanziarie e non, indicatori ex-ante e
indicatori di tendenza, prospettive di performance interna ed esterna.
-
82 82 82
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Tale metodologia permette quindi di impostare un sistema di misure quali-
quantitative su cui implementare un sistema di controllo direzionale
efficacemente collegato alle componenti della gestione aziendale, cos da
poterne verificare la coerenza con le strategie effettivamente in essere.
Sistema coerente di misurazione e controllo che integra le misure
economico-finanziarie della performance passata con la stima di quella
futura.
Affidarsi unicamente a misure di tipo economico-finanziario della performance
aziendale pu infatti indurre in errore, in quanto tali misure sono indicatori ex-
post che forniscono informazioni relative ad azioni gi realizzate (e quindi non
rappresentano le reali condizioni di economicit e non forniscono
indicazioni sulle prospettive di sviluppo) al passato utile
per realizzare processi di apprendimento e spunti di riflessione, ma non per
cogliere tempestivamente le esigenze di cambiamento.
-
83 83 83
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
La tendenza ad affidarsi esclusivamente alle misure finanziarie incoraggia
poi un comportamento di breve termine, che sacrifica la creazione di
valore di lungo periodo in favore di una performance immediata.
Il Balanced Scorecard conserva misure della performance finanziaria, cio
gli indicatori ex-post, ma li integra con strumenti quali-quantitativi atti a
stimare il livello di performance futura.
Per avere una visione esauriente struttura aziendale nessun
indicatore di performance pu essere preso singolarmente, ma occorre
costruire un insieme organizzato e coordinato di indicatori atto a
consentire una valutazione globale dei risultati aziendali (attuali e
soprattutto prospettici).
Serie completa ed equilibrata di misure della performance che forniscono
un modello di struttura per un sistema strategico di misurazione e gestione.
-
84 84 84
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
quindi considerata secondo quattro macroaree, per ciascuna delle
quali vengono definiti i parametri di misurazione della specifica performance:
a) la prospettiva dei clienti (customer perspective) misura la
soddisfazione e la fidelizzazione della clientela;
b) la prospettiva dei processi interni di gestione (internal process
perspective) misura la performance dei processi gestionali
(c.d. produttivit), da cui dipendono i risultati della prospettiva economico-
finanziaria e di quella dei clienti;
c) la prospettiva dei processi di apprendimento e crescita (learning and
innovation perspective);
d) la prospettiva economico-finanziaria (financial perspective) descrive e
sintetizza le dinamiche reddituali e finanziarie.
BSC integra diversi strumenti di controllo, bilanciando le tradizionali
misurazioni di tipo finanziario con misure qualitative collegate ai fattori tipici di
successo cos da offrire ai manager una rappresentazione pi
completa del complessivo livello di performance.
-
85 85 85
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Nella (a) prospettiva dei clienti, focalizzata sulle
performance cos come sono percepite dai clienti, considerato
che se non sono soddisfatti troveranno prima o poi altri
fornitori capaci di ottemperare alle loro esigenze.
In tale ambito, pertanto, prestazioni scadenti sono indice di un probabile,
futuro declino anche in presenza di risultati economico-
finanziari complessivamente buoni al momento attuale.
consiste una strategia orientata al mercato e al
cliente focalizzata sulla qualit complessiva del prodotto o servizio
erogato, al fine di aumentare la quota di mercato e quindi assicurare la
soddisfazione della clientela (prima) e la sua fidelizzazione (poi).
-
86 86 86
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Gli indicatori chiave da utilizzare per misurare il livello di performance in
tale campo, atti a valutare la capacit di soddisfare il target di
mercato (e quindi la durata, qualit, volume e frequenza delle relazioni con
i clienti nonch dei canali di distribuzione), devono far
riferimento ai fattori critici (customer driver) per ed il
mantenimento della clientela in cascun segmento di mercato servito
.
I fattori di successo determinati in funzione delle esigenze
della clientela, potrebbero essere rappresentati da lead time brevi, dalle
consegne on time, dalla capacit di anticipare i bisogni emergenti,
con cui si intendono soddisfare tali nuovi bisogni, ecc.
-
87 87 87
In tale prospettiva, le misure di performance pi rappresentative sono (in
via peraltro non esaustiva):
il grado di soddisfazione della clientela e il connesso tasso di fedelt;
il livello di redditivit per cliente;
la quota di mercato detenuta ;
la capacit di acquisizione di nuovi clienti;
e la reputazione;
il numero di resi;
post-vendita e il numero di interventi di
manutenzione.
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
-
88 88 88
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Nella (b) prospettiva dei processi interni di gestione, vengono analizzati
e monitorati quei processi considerati per in quanto
esercitano influenza sulla capacit di creare valore nonch sul
consolidamento delle relazioni di mercato (ad esempio, il processo di
innovazione dei prodotti, il processo produttivo e quello distributivo, ecc.).
Si tratta, in altre parole, di tutti quei processi ad elevato valore aggiunto nei
quali deve eccellere al fine di soddisfare le aspettative della
clientela (customer based) e quindi di conseguire gli obiettivi economico-
finanziari di medio-lungo periodo.
Gli obiettivi propri di tale prospettiva concernono e del
processo produttivo, e quindi il livello qualitativo dei processi operativi, il
livello di innovazione aziendale, il livello di produttivit, i costi unitari di
produzione, ecc.
-
89 89 89
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Le metriche da utilizzare sono volte a misurare e di
tali processi, nonch il grado di innovazione aziendale:
numero di nuovi prodotti/servizi sviluppati in un certo arco
temporale;
tempo di introduzione sul mercato di nuovi prodotti (time to market)
rispetto a quello della concorrenza;
investimenti in ricerca e sviluppo;
% di processi con sistemi di controllo avanzati;
% di difetti riscontrati nei processi operativi;
tempo di produzione (lead time) e/o di gestione degli ordini;
costi di produzione dei beni e/o servizi (tramite le tecniche del Direct
Costing, del Full Costing e Activity Based Costing)
-
90 90 90
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
La (c) prospettiva dei processi di apprendimento e crescita
(prospettiva di sviluppo futuro) considera e dei
singoli individui che compongono al miglioramento delle
proprie prestazioni attraverso continuo.
I rapidi mutamenti tecnologici e culturali caratterizzanti contesto
socio-economico, infatti, richiedono un continuo miglioramento delle
capacit a svolgere quei processi che creano valore per gli
azionisti e per i clienti.
In altre parole, si misura del personale, dei sistemi e
a gestire la complessit e ad adattarsi al
cambiamento.
-
91 91 91
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
Gli indicatori utili a misurare i processi di apprendimento e crescita sono
(in termini non esaustivi):
il grado di soddisfazione e il tasso di fedelt dei dipendenti (quindi il tasso
di turn over aziendale);
il livello di formazione e il grado di professionalit del personale (tra cui le
ore di formazione annue per dipendente);
la capacit di trasferire conoscenza;
il livello di eccellenza o meno dei sistemi informativi.
-
92 92 92
Le crisi aziendali: strumenti di prevenzione
La prospettiva in esame (c) pu essere ulteriormente scomposta nei
seguenti componenti:
1) aspetto del mercato individua i segmenti di mercato in cui
pu competere (la conoscenza competitivo infatti
indispensabile per poter fronteggiare efficacemente le minacce e
sfruttare opportunamente le opportunit che si presentano).
Gli indicatori pi appropriati a misurare la performance sotto tale aspetto
sono:
quota di mercato posseduta ;
tasso di crescita del mercato;
grado di concentrazione e differenziazione.