E LA TRADIZIONE Ecco la vera luce - diocesiportosantarufina.it · liturgiche dei primi due giorni...

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LA MEMORIA E LA TRADIZIONE ALESSANDRO REA Ecco la vera luce novembre. Oggi e domani celebrazioni per Ognissanti e la memoria dei fedeli defunti. Ieri sera veglie per i giovani in molte diocesi del Lazio l 1° e il 2 novembre, festa di Ognissanti e Commemorazione dei fedeli defunti, sono ricorrenze assai antiche, e i processi storici e culturali che hanno portato questi giorni ad avere un’importanza primaria nel calendario cattolico sono molti. L’opinione maggiore sembra far risalire la festa alla cultura celtica, la cui tradizione divideva l’anno solare in due periodi: quello in cui c’era la nascita e il rigoglio della natura e quello in cui la natura entrava in letargo. Contemporaneamente, i Romani festeggiavano un giorno simile: la festa in onore di Pomona, dove si salutava la fine del periodo agricolo produttivo e si ringraziava la terra per i doni ricevuti. Quando Cesare conquistò la Gallia, le due feste pagane, celtica e romana, si integrarono e i giorni per il festeggiamento cadevano, a secondo delle zone, tra fine ottobre e i primi di novembre. Solo in seguito, i festeggiamenti caddero in un solo giorno, nella notte tra 31 ottobre e primo novembre (la notte delle calende d’inverno), ed era il momento di maggior contatto tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Più tardi, prima con Papa Bonifacio IV, poi nell’835 con Papa Gregorio IV, ed infine con Sisto IV nel 1475, la festività di Ognissanti venne resa obbligatoria in tutta la Chiesa d’occidente e si affiancò, fino a sovrapporsi, a quella pagana dei morti. Un processo, questa sovrapposizione, che si è compiuto nei secoli attraverso le tante tradizioni popolari che hanno saputo rendere, per così dire, «plastico» il nesso inscindibile che lega le memorie liturgiche dei primi due giorni di novembre. Così, per esempio, in Lombardia, la notte tra l’1 e il 2 novembre, si mette in cucina un vaso di acqua fresca per far dissetare i morti. In Friuli si lascia un lume acceso, un secchio d’acqua e un po’ di pane. In Trentino le campane suonano per richiamare le anime. Dentro casa viene lasciata una tavola apparecchiata e il focolare accesso per i defunti. Lo stesso capita in Piemonte e in Val d’Aosta. In Liguria, vengono preparati i bacilli (fave secche) e i balletti (castagne bollite) e tanti anni fa, i bambini si recavano di casa in casa, per ricevere il “ben dei morti”, ovvero bacilli e balletti o fichi secchi. In Umbria si preparano gli stinchetti dei morti, dolci a forma di fave. In Abruzzo, oltre al tavolo da pranzo apparecchiato, si lasciano tanti lumini accesi alla finestra quante sono le anime care. A Roma o in Campania la tradizione voleva che, il giorno dei morti, si tenesse compagnia a un defunto consumando un pasto vicino alla sua tomba. In Sicilia il 2 novembre per i bambini è davvero festa: se i più piccoli hanno fatto i buoni, riceveranno dai morti i doni che troveranno la mattina sotto il letto. Tutti modi per dire che, appunto, a inizio novembre si celebra la vita vera, non si vuole esorcizzare la morte. I DI CARLA CRISTINI er la ricorrenza di Ognissanti, e la Commemorazione dei defunti, i cimiteri si vestono a festa con fiori e luci che si trasformano in preghiera nel cuore di chi, anche per un momento, sosta davanti a una tomba. E si ripete la tradizione di celebrare la Messa della festa dei Santi, nei cimiteri, in un legame che conduce verso la beatitudine le anime di coloro che hanno abitato le nostre città, sull’esempio dei Santi. E spesso sono i vescovi a presiedere le celebrazioni eucaristiche. Il vescovo Luigi Marrucci presiederà come da tradizione le celebrazioni eucaristiche nelle cappelle dei cimiteri di Civitavecchia e Tarquinia. Oggi, alle ore 15.30, la celebrazione si svolgerà nel cimitero di Tarquinia. Domani, alle 10.30, il Vescovo celebrerà nel cimitero “Nuovo” di Civitavecchia e alle ore 15.30 nel cimitero “Monumentale” di via Aurelia. Anche a Rieti la celebrazione della Messa del vescovo Domenico Pompili al cimitero, oggi P presso il cimitero cittadino, domani a quello di Vazia. A Terracina domani sarà celebrata la Messa alle 6 del mattino alla Chiesa del Purgatorio, al temine inizierà la processione con il vescovo Mariano Crociata fino al cimitero; qui sarà celebrata un’altra Messa presieduta dal Vescovo. Il tutto in ricordo delle antiche processioni che accompagnavano il defunto verso la sepoltura. A Ferentino la celebrazione di Ognissanti è in programma alle 15.30, nel cimitero cittadino. Domani, il vescovo Ambrogio Spreafico sarà a Veroli e Frosinone: nella chiesa del cimitero verolano, la celebrazione avrà inizio alle 8.30. A Frosinone, invece, ci si ritroverà nella parrocchia di Madonna della Neve, alle 17.30; dopo la Messa, processione penitenziale sino al cimitero in località Colle Cottorino dove ci sarà la benedizione delle tombe. A Cassino, nel pomeriggio di oggi, alle 14.30 partirà dalla chiesa di Sant’Antonio la processione guidata dal vescovo Gerardo Antonazzo fino al cimitero cittadino, dove sarà poi celebrata la Messa. Domani invece, alle 12, il vescovo celebrerà la Messa presso la Chiesa Madre del cimitero di Sora, durante la quale saranno ricordati i militari caduti nell’esercizio del proprio dovere. Questa mattina, alle 11,30 presso la Cattedrale di Tivoli, il vescovo Mauro Parmeggiani celebra la Messa nella Solennità di Tutti i Santi. Quest’anno, per la prima volta, alle ore 15,30, celebra la Messa per tutti i defunti della Diocesi nel Cimitero di Guidonia–Montecelio. Domani, alle ore 10, celebra la Messa per tutti i defunti nella Cappella del cimitero di Tivoli partecipando poi alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre; alle ore 17,30, in Cattedrale, celebra la Messa per tutti i Vescovi, sacerdoti, diaconi e fedeli defunti della Diocesi. In molte parrocchie nella serata e nella notte di ieri, sono state organizzate veglie di preghiera per prepararsi a celebrare la festa di oggi e “rispondere” così al dilagare della festa di halloween. Per questo si invoca la Luce, quella vera, che proviene solo da Cristo. Oggi la Giornata della Santificazione universale a Giornata della Santificazione universale è stata ideata dal Servo di Dio Gugliemo Giaquinta come occasione per riscoprire, annunciare e diffon- dere la chiamata di ogni uomo alla santità. È il 1957 quando per la prima volta viene celebrata nel cuore di Roma. L’intento era dare concretezza al- la dimensione essenziale e primaria del messaggio evangelico. Questa edizione 2015 vede come tema principale la «Gioia di vivere il Van- gelo» e costituisce un’occasione per condividere il sogno di un mondo nuo- vo, di una rivoluzione che parte da ciascuno di noi attraverso l’inizio di un percorso da compiere insieme a Cristo. Il Vangelo è l’incontro con Gesù, sor- gente e frutto della gaiezza. L’esortazione del lieto annuncio dà vita alla Chiesa e ne rappresenta il cuore. Papa Francesco esorta a riscoprire la gioia di leggere, conoscere, meditare e vivere il Vangelo: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuo- to interiore, dall’isolamento. Con Gesù sempre nasce e rinasce la gioia». Oggi la Giornata della Santificazione Universale è inserita sul Calendario Li- turgico della Chiesa Cattolica a 1° novembre, solennità di tutti i Santi, uo- mini e donne che con l’amore hanno cambiato il corso della storia. Stefania De Vita L «Ringraziamento» in preghiera per Firenze «Il Suolo, bene comune» è il tema della 65ª Giornata Nazionale del Ringraziamento, in programma domenica prossima, che quest’ anno vuole essere un invito a custodire la fertilità del suolo, prestare attenzione alle destinazioni d’uso della terra, garantire il diritto di accesso alla terra e alle risorse ittiche e forestali. Quest’anno l’invito della Conferenza episcopale per la Giornata è di accom– pagnare con la preghie– ra il Convegno ecclesia– le che si aprirà a Firenze il 9 novembre. La celebrazione di papa Francesco al Verano lo scorso anno E DITORIALE GIORNATA ALBANO TRE PROSPETTIVE PER IL SINODO a pagina 3 ANAGNI VALLEPIETRA VERSO IL GIUBILEO a pagina 4 C. CASTELLANA SPONSALITÀ E NUZIALITÀ a pagina 5 CIVITAVECCHIA I GIOVANI AD ASSISI a pagina 6 FROSINONE MIGRANTI, NON INVASORI a pagina 7 GAETA PARABOLA DI COMUNIONE a pagina 8 LATINA UNO SGUARDO AI SANTI a pagina 9 PALESTRINA LA VOCAZIONE ALLA SANTITÀ a pagina 10 PORTO-S. RUFINA ALLA SCUOLA DI IPPOLITO a pagina 11 SORA AC, INCONTRO SULLA LAUDATO SI’ a pagina 13 TIVOLI LETTERA PASTORALE SULL’ANNO SANTO a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI PER EDUCARE ALLA VERA FEDE a pagina 12 LAZIO SETTE anti dal collo torto. Santi tristi. Nell’immaginario comune la san- tità è associata a una certa mestizia. Eppure io i santi me li im- magino sereni, felici. Anche in terra, mica solo in cielo. Prendiamo san Massimiliano Maria Kolbe. Che è vissuto negli ultimi istanti del- la sua vita in un lager nazista. Ecco io me lo immagino come un se- gno di speranza, di forza. Un pezzo di luce in un luogo di buio as- soluto. Non mi convincono, invece, quelli che pensano ai santi co- me gente spensierata, gente allegra, gente da villaggio vacanze. Il Paradiso non è un’Ibiza cattolica. La gioia della santità è così diver- sa da quella che troviamo, a comando, nell’industria del diverti- mento. I santi non battono le mani, né saltellano in flash mob divi- ni e tanto meno prendono qualcosa per tirarsi su. Piuttosto brilla- no dal di dentro. Come una lampade accese. Come un camino che brucia. Come una casa abitata. La gioia dei santi mi sembra quella che viene da una pace serena, che sa abitare insieme alla sana tri- stezza per i propri peccati e alle lacrime di solidarietà per chi soffre. È una gioia che non puoi scoprire se non in Gesù. Hanno voglia a di- re che anche nelle altre religioni… Solo nel Figlio di Dio è possibile essere pienamente uomini fino a gioirne. Altrove possiamo trovare qualche bella soddisfazione di tanto in tanto, magari una serenità stoica. Ma la gioia! Quella è solo dei santi in Cristo. In questo giorno potremmo provare a scorgerla sul volto dei santi che amiamo di più. Persino in quelli dal volto triste e dal collo torto: anche lì potrete scoprire una gioia vera. Soprattutto una gioia possibile anche a noi. Francesco Guglietta S Quelle lampade accese nel buio Domenica, 1 novembre 2015 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 INCHIESTA/1 IL «SEGNO» DEL CONCILIO a pagina 2 IL FATTO

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LA MEMORIAE LA TRADIZIONE

ALESSANDRO REA

Ecco la vera lucenovembre.Oggi e domani celebrazioni per Ognissanti e la memoriadei fedeli defunti. Ieri sera veglie per i giovani in molte diocesi del Lazio

l 1° e il 2 novembre, festa diOgnissanti e Commemorazione deifedeli defunti, sono ricorrenze assai

antiche, e i processi storici e culturali chehanno portato questi giorni ad avereun’importanza primaria nel calendariocattolico sono molti. L’opinionemaggiore sembra far risalire la festa allacultura celtica, la cui tradizione divideval’anno solare in due periodi: quello incui c’era la nascita e il rigoglio dellanatura e quello in cui la natura entravain letargo. Contemporaneamente, iRomani festeggiavano un giorno simile:la festa in onore di Pomona, dove sisalutava la fine del periodo agricoloproduttivo e si ringraziava la terra per idoni ricevuti. Quando Cesare conquistòla Gallia, le due feste pagane, celtica eromana, si integrarono e i giorni per ilfesteggiamento cadevano, a secondodelle zone, tra fine ottobre e i primi dinovembre. Solo in seguito, ifesteggiamenti caddero in un sologiorno, nella notte tra 31 ottobre eprimo novembre (la notte delle calended’inverno), ed era il momento dimaggior contatto tra il mondo dei vivi equello dei morti. Più tardi, prima conPapa Bonifacio IV, poi nell’835 conPapa Gregorio IV, ed infine con Sisto IVnel 1475, la festività di Ognissantivenne resa obbligatoria in tutta laChiesa d’occidente e si affiancò, fino asovrapporsi, a quella pagana dei morti.Un processo, questa sovrapposizione,che si è compiuto nei secoli attraverso letante tradizioni popolari che hannosaputo rendere, per così dire, «plastico»il nesso inscindibile che lega le memorieliturgiche dei primi due giorni dinovembre. Così, per esempio, inLombardia, la notte tra l’1 e il 2novembre, si mette in cucina un vaso diacqua fresca per far dissetare i morti. InFriuli si lascia un lume acceso, unsecchio d’acqua e un po’ di pane. InTrentino le campane suonano perrichiamare le anime. Dentro casa vienelasciata una tavola apparecchiata e ilfocolare accesso per i defunti. Lo stessocapita in Piemonte e in Val d’Aosta. InLiguria, vengono preparati i bacilli (favesecche) e i balletti (castagne bollite) etanti anni fa, i bambini si recavano dicasa in casa, per ricevere il “ben deimorti”, ovvero bacilli e balletti o fichisecchi. In Umbria si preparano glistinchetti dei morti, dolci a forma di fave.In Abruzzo, oltre al tavolo da pranzoapparecchiato, si lasciano tanti luminiaccesi alla finestra quante sono le animecare. A Roma o in Campania latradizione voleva che, il giorno deimorti, si tenesse compagnia a undefunto consumando un pasto vicinoalla sua tomba. In Sicilia il 2 novembreper i bambini è davvero festa: se i piùpiccoli hanno fatto i buoni, riceverannodai morti i doni che troveranno lamattina sotto il letto. Tutti modi per direche, appunto, a inizio novembre sicelebra la vita vera, non si vuoleesorcizzare la morte.

I

DI CARLA CRISTINI

er la ricorrenza di Ognissanti, ela Commemorazione deidefunti, i cimiteri si vestono a

festa con fiori e luci che sitrasformano in preghiera nel cuoredi chi, anche per un momento, sostadavanti a una tomba. E si ripete latradizione di celebrare la Messadella festa dei Santi, nei cimiteri, inun legame che conduce verso labeatitudine le anime di coloro chehanno abitato le nostre città,sull’esempio dei Santi. E spessosono i vescovi a presiedere lecelebrazioni eucaristiche. Il vescovoLuigi Marrucci presiederà come datradizione le celebrazionieucaristiche nelle cappelle deicimiteri di Civitavecchia e Tarquinia.Oggi, alle ore 15.30, la celebrazionesi svolgerà nel cimitero di Tarquinia.Domani, alle 10.30, il Vescovocelebrerà nel cimitero “Nuovo” diCivitavecchia e alle ore 15.30 nelcimitero “Monumentale” di viaAurelia. Anche a Rieti lacelebrazione della Messa del vescovoDomenico Pompili al cimitero, oggi

Ppresso il cimitero cittadino, domania quello di Vazia. A Terracinadomani sarà celebrata la Messa alle6 del mattino alla Chiesa delPurgatorio, al temine inizierà laprocessione con il vescovo MarianoCrociata fino al cimitero; qui saràcelebrata un’altra Messa presiedutadal Vescovo. Il tutto in ricordo delleantiche processioni cheaccompagnavano il defunto verso lasepoltura. A Ferentino lacelebrazione di Ognissanti è inprogramma alle 15.30, nel cimiterocittadino. Domani, il vescovoAmbrogio Spreafico sarà a Veroli eFrosinone: nella chiesa del cimiteroverolano, la celebrazione avrà inizioalle 8.30. A Frosinone, invece, ci siritroverà nella parrocchia diMadonna della Neve, alle 17.30;dopo la Messa, processionepenitenziale sino al cimitero inlocalità Colle Cottorino dove ci saràla benedizione delle tombe. ACassino, nel pomeriggio di oggi, alle14.30 partirà dalla chiesa diSant’Antonio la processione guidatadal vescovo Gerardo Antonazzo finoal cimitero cittadino, dove sarà poi

celebrata la Messa. Domani invece,alle 12, il vescovo celebrerà la Messapresso la Chiesa Madre del cimiterodi Sora, durante la quale sarannoricordati i militari cadutinell’esercizio del proprio dovere.Questa mattina, alle 11,30 presso laCattedrale di Tivoli, il vescovoMauro Parmeggiani celebra la Messanella Solennità di Tutti i Santi.Quest’anno, per la prima volta, alleore 15,30, celebra la Messa per tutti idefunti della Diocesi nel Cimitero diGuidonia–Montecelio. Domani, alleore 10, celebra la Messa per tutti idefunti nella Cappella del cimiterodi Tivoli partecipando poi allacommemorazione dei caduti di tuttele guerre; alle ore 17,30, inCattedrale, celebra la Messa per tuttii Vescovi, sacerdoti, diaconi e fedelidefunti della Diocesi. In molteparrocchie nella serata e nella nottedi ieri, sono state organizzate vegliedi preghiera per prepararsi acelebrare la festa di oggi e“rispondere” così al dilagare dellafesta di halloween. Per questo siinvoca la Luce, quella vera, cheproviene solo da Cristo.

Oggi la Giornata della Santificazione universalea Giornata della Santificazione universale è stata ideata dal Servo di DioGugliemo Giaquinta come occasione per riscoprire, annunciare e diffon-

dere la chiamata di ogni uomo alla santità. È il 1957 quando per la primavolta viene celebrata nel cuore di Roma. L’intento era dare concretezza al-la dimensione essenziale e primaria del messaggio evangelico.Questa edizione 2015 vede come tema principale la «Gioia di vivere il Van-gelo» e costituisce un’occasione per condividere il sogno di un mondo nuo-vo, di una rivoluzione che parte da ciascuno di noi attraverso l’inizio di unpercorso da compiere insieme a Cristo. Il Vangelo è l’incontro con Gesù, sor-gente e frutto della gaiezza. L’esortazione del lieto annuncio dà vita allaChiesa e ne rappresenta il cuore. Papa Francesco esorta a riscoprire la gioiadi leggere, conoscere, meditare e vivere il Vangelo: «La gioia del Vangeloriempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro chesi lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuo-to interiore, dall’isolamento. Con Gesù sempre nasce e rinasce la gioia». Oggi la Giornata della Santificazione Universale è inserita sul Calendario Li-turgico della Chiesa Cattolica a 1° novembre, solennità di tutti i Santi, uo-mini e donne che con l’amore hanno cambiato il corso della storia.

Stefania De Vita

L

«Ringraziamento»in preghieraper Firenze

«Il Suolo, bene comune»è il tema della 65ªGiornata Nazionale delRingraziamento, inprogramma domenicaprossima, che quest’ annovuole essere un invito acustodire la fertilità delsuolo, prestare attenzionealle destinazioni d’usodella terra, garantire ildiritto di accesso allaterra e alle risorse ittichee forestali. Quest’annol’invito della Conferenzaepiscopale per laGiornata è di accom–pagnare con la preghie–ra il Convegno ecclesia–le che si aprirà a Firenze il9 novembre.

La celebrazione di papa Francesco al Verano lo scorso anno

E D I T O R I A L E

GIORNATA

◆ ALBANOTRE PROSPETTIVEPER IL SINODO

a pagina 3

◆ ANAGNIVALLEPIETRAVERSO IL GIUBILEO

a pagina 4

◆ C. CASTELLANASPONSALITÀE NUZIALITÀ

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIAI GIOVANIAD ASSISI

a pagina 6

◆ FROSINONEMIGRANTI,NON INVASORI

a pagina 7

◆ GAETAPARABOLADI COMUNIONE

a pagina 8

◆ LATINAUNO SGUARDOAI SANTI

a pagina 9

◆ PALESTRINALA VOCAZIONEALLA SANTITÀ

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINAALLA SCUOLADI IPPOLITO

a pagina 11

◆ SORAAC, INCONTROSULLA LAUDATO SI’

a pagina 13

◆ TIVOLILETTERA PASTORALESULL’ANNO SANTO

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIPER EDUCAREALLA VERA FEDE

a pagina 12

LAZIOSETTE

anti dal collo torto. Santi tristi. Nell’immaginario comune la san-tità è associata a una certa mestizia. Eppure io i santi me li im-

magino sereni, felici. Anche in terra, mica solo in cielo. Prendiamosan Massimiliano Maria Kolbe. Che è vissuto negli ultimi istanti del-la sua vita in un lager nazista. Ecco io me lo immagino come un se-gno di speranza, di forza. Un pezzo di luce in un luogo di buio as-soluto. Non mi convincono, invece, quelli che pensano ai santi co-me gente spensierata, gente allegra, gente da villaggio vacanze. IlParadiso non è un’Ibiza cattolica. La gioia della santità è così diver-sa da quella che troviamo, a comando, nell’industria del diverti-mento. I santi non battono le mani, né saltellano in flash mob divi-ni e tanto meno prendono qualcosa per tirarsi su. Piuttosto brilla-no dal di dentro. Come una lampade accese. Come un camino chebrucia. Come una casa abitata. La gioia dei santi mi sembra quellache viene da una pace serena, che sa abitare insieme alla sana tri-stezza per i propri peccati e alle lacrime di solidarietà per chi soffre.È una gioia che non puoi scoprire se non in Gesù. Hanno voglia a di-re che anche nelle altre religioni… Solo nel Figlio di Dio è possibileessere pienamente uomini fino a gioirne. Altrove possiamo trovarequalche bella soddisfazione di tanto in tanto, magari una serenitàstoica. Ma la gioia! Quella è solo dei santi in Cristo. In questo giornopotremmo provare a scorgerla sul volto dei santi che amiamo di più.Persino in quelli dal volto triste e dal collo torto: anche lì potretescoprire una gioia vera. Soprattutto una gioia possibile anche a noi.

Francesco Guglietta

SQuelle lampade accese nel buio

Domenica, 1 novembre 2015

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

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DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

◆ INCHIESTA/1IL «SEGNO»DEL CONCILIO

a pagina 2

IL FATTO

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Il «sommerso» che ci sorprendeomprendere che la loro Chiesa ha bisogno deidiaconi è un compito dei Vescovi. Si, il diaco-nato è nato proprio “ad ministerium episcopi”

e vive e può esprimersi pienamente solo se il Vesco-vo lo ritiene necessario e, quindi, lo impegna nellapastorale diocesana. Su questo aspetto, il Concilio Va-ticano II è stato esplicito avendo delineato una Chie-sa diaconale e pienamente corresponsabile. Il diacono, è definito come «l’orecchio, la bocca, ilcuore e l’anima del vescovo». Di qui, è nata l’esigen-za di scrutare la presenza dei diaconi permanenti nel-le diocesi del Lazio e realizzare una vera e propria in-chiesta che ci faccia capire dove sono e cosa fanno idiaconi. Cercare di comprendere quali sono i serviziche «fanno». Tutto questo senza esprimere alcun giu-dizio di merito ma cercando, invece, di delineare u-no spaccato reale, proporre un quadro d’insieme e a-vere un’idea realistica della nostra Chiesa.Iniziamo oggi pubblicando un’intervista a monsignorGiovanni Tangorra, responsabile dei diaconi della dio-cesi di Palestrina, e proseguiremo nelle prossime set-timane raccontando dei diaconi che sono impegna-ti come assistenti nei carceri, tra gli scout o nelle ca-ritas dove sono chiamati a coordinare come diretto-ri vari uffici diocesani o sono responsabili dei servizicollegati come le mense, i centri di ascolto diocesanì.Scopriremo che ci sono diaconi che svolgono il com-piti di direttori delle comunicazioni sociali o cancel-lieri in curia, altri impegnati nel servizio economatoo direttori di migrantes. Sarà interessante leggere cosa fanno le spose dei dia-coni, se sono un aiuto, un ostacolo o se, insieme al-lo sposo e, magari, con la famiglia, sono punto di ri-ferimento di comunità prive di sacerdote. Sarà emo-zionante scoprire che nel silenzio ci sono diaconi im-pegnati a svolgere delicatissimi compiti di accompa-

gnamento spirituale di altre fa-miglie o che sono responsabilidelle attività giovanili. Un som-merso che merita di essere co-nosciuto in un Chiesa che comechiede papa Francesco è chia-mata a cambiare per continua-re ad essere presenza viva e ve-ra in un contesto antropologicoin continua evoluzione nel qua-le deve continuare a splenderecon modalità nuove. Questo viaggio nel mondo dellenostre chiese diocesani ci sor-prenderà. Apprezzeremo l’im-

pegno, la dedizione e il coraggio di diaconi che sonostati in missione e che senza clamori ma con gioia svol-gono il loro servizio quotidiano. Scopriremo che sisono diaconi direttori della pastorale sanitaria, di-rettori della pastorale familiare o responsabili dell’a-postolato della preghiera. Saremo, forse, meraviglia-ti nell’apprendere che tutti questi servizi sono svoltiproprio da diaconi che con umiltà e tanto impegnohanno risposto con e grazie alle loro spose alla chia-mata di Cristo per essere segno di quella Chiesa in u-scita che papa Francesco sta chiedendo a gran vocee che a volte, purtroppo, stenta a muovere qualchepasso più coraggioso. Forse, la chiesa di Francesco haproprio bisogno di più diaconi che con il loro servi-zio la rendono più prossima alle tante povertà di que-sto tempo.

Vincenzo Testa

C

A Latina e nella provincia cala il sipario sui teatri,un danno alla cultura ma anche a tutta la comunitàDI SIMONA GIONTA

accontano che una volta un bambinoentrò in un teatro e, interrogato sucosa lo colpisse, affermò: «La

televisione si vede piccola, il cinema sivede grande, il teatro si vede vero!». Attualmente in provincia di Latina, nel suddella Regione, è proprio quel sanoprincipio di verità che brancola nel buio.Due teatri del capoluogo, il Cafaro ed ilD’Annunzio, sono stati chiusi perinagibilità a cui si uniscono il teatro dellacittà di Fondi ancora in costruzione, ilTeatro Remigio Paone e l’auditoriumVittorio Foa di Formia chiusi per lavori incorso senza sapere quando riapriranno, ilteatro romano di Minturno si limita adessere aperto come sito archeologicovisitabile nell’indifferenza generale. Al di là delle motivazioni politiche,amministrative e strutturali che sono alla

base della chiusura, che cosa significaconcretamente un teatro chiuso? Significa assenza di formazione: si privanole scuole, e quindi i ragazzi, dellapossibilità di di andare a teatro nellapropria provincia senza spostarsi a Roma oa Napoli aumentando i costi ediminuendo le opportunità, gli istituti diluoghi per realizzare i propri progetti e iloro tradizionali saggi, i bambinidell’occasione di sapere che esiste davveroun posto magico con il sipario che si apree l’occhio di bue che si accende, toglierespazi ai laboratori di teatro e di musica,rinunciare ad un nuovo futuro pubblicoche forse un giorno popolerà i nostri teatri. Significa spegnere il fermento culturale:privare le centinaia di associazioniculturali ed a scopo sociale, gruppimusicale, orchestre e bande, compagnieamatoriali e professioniste di spaziculturali fondamentali per la

sopravvivenza e la crescita, spegnere leidee, diminuire le iniziative, gli eventi, lerassegne, le occasioni di confronto. Significa crisi: professionisti della culturainoccupati (scenografi, registi, attori,musicisti, organizzatori, uffici stampa) el’intera economia indotta ferma (tecniciaudio e luci, grafici, copisterie, sartorie,ristoranti, hotel).Un teatro chiuso è soffiare via un foyerpieno di gente vestita a festa chechiacchiera in un sabato sera d’inverno,spegnere le luci di scena su un gruppo didisabili nel giorno dello spettacolo,alimentare la moda del videogioco e dellefamiglie al centro commerciale, cancellarel’adrenalina di un’artista in camerinoprima del debutto, far sparire l’applausoentusiasta di centinaia di persone sedutealle poltrone, rimanere fermi sulla lineadel tempo. Una comunità con un teatrochiuso non è una vera comunità.

R

Il diaconato permanente,«segno» del Vaticano II

Il diacono permanente, segno della Chiesa che serve le comunità

DI ENRICO OTTAVIANI

l diaconato non deve essere un fat-tore di clericalizzazione, al contra-rio, la sua profezia è di far risco-

prire il valore della “soglia”». E’ monsi-gnor Giovanni Tangorra, responsabile deidiaconi della diocesi di Palestrina e do-cente ordinario di ecclesiologia alla pon-tificia Università Lateranense, a fissare inquesta istantanea il ministero del diaco-no permanente, figura la cui presenza stacrescendo un po’ in tutte le diocesi. Parlando di questo ministero viene su-bito in mente la sua storia controversa.È proprio così. Se al tempo dei padri erail ministero con meno problemi di rico-noscimento, esso ha poi conosciuto varieperipezie, fino a scomparire del tutto in e-poca medioevale. E ciò per almeno due ra-gioni: un eccesso di sacerdotalizzazione,che lo rendeva inutile in un tempo di ab-bondanza delle vocazioni sacerdotali; ilconflitto coi preti, che si stava trascinan-do già da qualche secolo. Giungiamo così alla decisione storicadel Vaticano II.Chi conosce un po’ di cronaca conciliaresa che il dibattito fu intenso. Alla fine pre-valse la posizione favorevole, e si rico-nobbe il diaconato come «grado proprioe permanente» (LG 29) del sacramentodell’ordine. Non fu però solo una que-stione interna a un sacramento, bensì l’e-sito quasi ovvio di una immagine di Chie-sa che il Concilio ha voluto interamentediaconale e corresponsabile. Che bilancio si può fare oggi dei pro-positi conciliari?La questione è complessa, e si possono re-gistrare entusiasmi o delusioni, secondo itempi o i luoghi. Una cosa certa è la favo-revole accoglienza da parte della maggio-ranza del popolo di Dio, per cui si deveprovare la gratitudine ecclesiale di chi haricevuto un dono dallo Spirito. E il grazieva anche ai tanti fratelli diaconi che, spes-so senza clamori, portano avanti la gioiaquotidiana del loro servizio. Ogni donorichiede però un compito, ed è il fare cheoggi fa più discutere. Immagino stia pensando alla questionedei luoghi specifici del ministero.Sì. È necessario un riordino perché è quiche si gioca il futuro del diaconato per-manente. I documenti ufficiali sono chia-

ri nell’unire i tre ambiti tradizionali dellaparola, della liturgia e della carità, ma nonsempre approfondiscono i loro rapporti.Fermo restando che il primato spetta allenecessità del popolo di Dio, ma ci deve es-sere una linea preferenziale, mi orientereinella direzione della carità. Il diacono è ilcuore veloce della carità ecclesiale, e mipiace l’affermazione di Windels che lo de-finisce «sacramento di una Chiesa dalleporte aperte». Sarebbe perciò frustrantevedere i diaconi permanenti chiudersi die-tro l’altare, o sentirli discutere se possonoo meno indossare il piviale. Il diaconatonon deve essere un fattore di clericalizza-zione, al contrario, la sua profezia è di farriscoprire il valore della soglia. Ciò può essere indice di qualche diffi-

coltà di inserimento.È vero, si tratta di esaminare quale pasto-rale mettiamo in atto, se lavoriamo per u-na evangelizzazione integrata, capace pu-re di cogliere sfide nuove come quella cul-turale. Un limite sarebbe anche la chiusuradel diaconato in una parrocchia (o in unmovimento). Esso è finalizzato ad mini-sterium episcopi, e il vescovo è il responsa-bile della Chiesa locale. Spetta a lui, in u-na paternità corresponsabile, capire per-ché la sua Chiesa ha bisogno di diaconi.Trovo per lo meno strano, perciò, che mol-ti diaconi permanenti non riescano a tro-vare spazio nei campi della pastorale dio-cesana, o che definiscano il proprio mi-nistero solo in rapporto al presbitero. Possiamo indicare qualche prospettiva?

Il «ritorno» a questo ministero«non è stato solo una questioneinterna a un sacramento, bensì

l’esito naturale di un’immaginedi Chiesa per il Concilio è tuttadiaconale e corresponsabile»

Sovvenire,l’incontroregionaledei delegatidiocesani

Nuove iniziative persostenereeconomicamente laChiesa nelle sue attività eassicurare allo stessotempo la dovuta trasparenza. Sono questele linee d’azione discusse nei giorni scorsidai referenti diocesani laziali del“Sovvenire” nel corso di una riunionetenuta a Latina. I partecipanti, guidati dalvescovo di Porto Santa Rufina Gino Reali,sono stati accolti dal vescovo pontinoMariano Crociata e da Giovanni AlbertoLantieri, l’Incaricato diocesano. ProprioCrociata, nel suo saluto, non ha nascosto ledifficoltà di procedere del Sovvenire vistoche bisogna far coincidere tra loro diversequestioni. Per esempio, la necessità dellaChiesa di portare avanti la sua missionecome educare anche i fedeli acomprendere che con l’8xmille e ilsostentamento per il clero si realizza

questa missione. Monsignor Gino Reali haevidenziato la necessità di creare legamicon i fedeli senza mai trascurare il doveredella trasparenza. Ha anticipato come saràda valutare l’accorpamento degli Istitutidiocesani per il sostentamento del cleroche hanno bilanci in passivo. In ogni caso,nonostante la diminuzione delle entrate ivescovi hanno deciso di incrementare ilfondo per la carità (20 milioni di euro),non alimentando così i capitoli per il culto,pastorale e sostentamento. Invece, è stataavvertita l’importanza di una maggiorepresenza del Sovvenire nella formazione enell’insegnamento così come svilupparesinergie con le altre aggregazioni ecclesiali.

Remigio Russo

l’inchiesta

Tre parole programmatiche possonoessere: discernimento, formazione,servizio. Discernimento vuol dire che lavocazione diaconale è un dono delloSpirito e non una concessione o undesiderio del soggetto; la formazionenon è mai troppa, perché la buonavolontà non basta nell’esercizio di unministero. Il servizio è la definizionestessa del diaconato, e, come suggerisceil documento della Commissioneteologica internazionale, ci sposta sulpiano dell’essere. Il diacono «è» iconavivens Christi servi in Ecclesia. Sta a luidiventare voce perché ogni battesimo eogni ministero (anche quello del prete edel vescovo) si comprendano nell’otticadel servizio.

rano, acqua, olio, zucchero e sale: cin-que temi legati alla terra e all’alimen-tazione che caratterizzano il Reatino

e che sono stati rilanciati come eccellenzenell’ambito del progetto “Reate Well – Quan-do il cibo è storia” finanziato dalla RegioneLazio in simbiosi con l’Expo di Milano de-dicata alla nutrizione. Accanto a esso (colComune di Rieti capofila), sempre legato al-l’Expo, l’altro progetto, “Territori Capaci diFuturo: cibo turismo cultura in provincia diRieti”, con capofila la VII Comunità monta-na Salto Cicolano, ha promosso il territorio,con l’utilizzo di metafore di comunicazione

tradizionali e innovative volte a invitare a vi-sitare il territorio sabino, gustandone preli-batezze culinarie e bellezze ambientali.Le iniziative locali, protrattesi nei mesi scor-si, hanno avuto un momento culminantenelle giornate conclusive dell’esposizionemilanese, con due importanti iniziative pro-mozionale, che la Regione ha finanziato nel-l’ambito dell’avviso pubblico per la presen-tazione di progetti coerenti con il tema di Ex-po 2015 e che ieri e l’altroieri si sono svoltenello spazio permanente occupato dal Lazionell’ambito del Padiglione Italia, con la par-tecipazione delle istituzioni locali, di partnerdei due progetti e rappresentanze di varierealtà reatine.Simpatico e coinvolgente, venerdì, lo spazioche ha visto protagonisti alcuni ragazzi del-la scuola media “Sisti” di Rieti reduci delcampus nautico e naturalistico al lago delTurano con la locale delegazione della Lega

Navale: un’animazione con la piccola barcasimulatore, in rappresentanza del progettoeducativo realizzato con le scuole del terri-torio “Navigando verso l’Educazione”. C’e-rano poi gli infioratori dell’Associazione Por-ta d’Arce, rione reatino molto attivo nella tra-dizione delle infiorate artistiche, che ne han-no realizzata una dedicata al grande geneti-sta Nazzareno Strampelli (protagonista, conla sua stazione sperimentale di Rieti, della“battaglia del grano”). Non mancavano spa-zi espositivi di prodotti tipici, mentre la so-cietà Arianna Srl ha presentato un’app dipromozione del territorio. E poi l’associa-zione Rieti Cuore Piccante (che ha regalatoai visitatori il peperoncino sabino), l’Istitu-to alberghiero “Costaggini” di Rieti con il li-bro Emozioni di Gusto. Sei giorni a Rieti e Pro-vincia realizzato dagli alunni, per finire con laperformance della “Compagnia degli Zanni”.Anche nella giornata di ieri, degustazioni,

peperoncini e materiale promozionale nel-lo stand allo spazio laziale di Expo, con lespecialità locali preparate da chef e allievidell’Istituto alberghiero reatino. E anche al-lo Slow Food Theatre Rieti si è resa presentecon due rappresentazioni sulle comunità eil cibo del territorio, oltre a proiezioni di fo-to e video sul maxi schermo allestito all’in-terno dello stand.Si è trattata di «una grande occasione perpromuovere Rieti oltre i suoi confini», ha te-nuto a dichiarare, alla vigilia della partenzaper Milano, il sindaco del capoluogo reati-no Simone Petrangeli. Da parte sua, ancheil direttore dell’Agenzia regionale per il Tu-rismo Giovanni Bastianelli ha espresso lasoddisfazione di ospitare le iniziative nellostand del Lazio, «unica regione italiana a van-tare uno spazio permanente all’interno diPalazzo Italia».

(N.Bon.)

G

Il Reatino protagonista all’Expo 2015 di MilanoIeri e venerdì a Palazzo Italia,le eccellenze del territorioalla ribalta nello spazio del Lazio,con autorità, scuole, associazioni

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 1 novembre 2015

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Page 3: E LA TRADIZIONE Ecco la vera luce - diocesiportosantarufina.it · liturgiche dei primi due giorni di novembre. Così, per esempio, in ... nella Solennità di Tutti i Santi. Quest’anno,

Galantino e Alici alla facoltà «Auxilium» di RomaDI MARIA ANTONIA CHINELLO

a questione dell’educazione ha contraddi-stinto l’inaugurazione dell’anno accade-mico 2015–2016 che si è tenuta mercoledì

scorso alla Facoltà di Scienze dell’educazione«Auxilium» di Roma. Il primo accenno è venu-to da Nunzio Galantino, segretario generale del-la Cei. Il vescovo durante la Messa inziale ha sot-tolineato come «certe logiche mondane», sin-tomi preoccupanti di una deriva antropologica,debbano essere sanate da «chi ha incontrato Cri-sto, l’uomo nuovo» perché questo mondo «habisogno di essere salvato e l’impegno di ricercasull’uomo, il servizio alla vocazione integraledella persona, sono elementi fondamentali einsostituibili a questa salvezza».E la persona è stata al centro della prolusioneaccademica “La persona tra natura e cultura: dif-ferenze e relazioni” di Luigi Alici, ordinario difilosofia morale all’Università di Macerata. «Latradizione classica – ha detto Alici – ha inter-

pretato la polarità di natura e cultura nella for-ma di una circolarità creativa, in cui la culturasi qualifica come una forma di “coltivazionespirituale della natura”, grazie alla quale puòprendere forma nell’essere umano una “secon-da natura”». Da qui ha evidenziato come «ladifficoltà di articolare correttamente il rappor-to tra natura e cultura è il sintomo più vistosodella difficoltà di riconoscere la questione del-la differenza». È allora urgente «nei confronti diuna deriva culturale che pone la libertà più gran-de “al di là del bene e del male”, recuperare l’i-dea di una vita morale con “il piede sull’accele-ratore”» nel senso che «la morale è per il mora-le, aiuta a “star su di morale”, sviluppandosi nelsegno del sì: “Tu puoi fare di più, puoi essere dipiù: più buono, più libero, più felice…”». Il fi-losofo ha concluso sostenendo che anziché ac-contentarsi di schematismi irrigiditi e ostili «sitratta di intercettare il nomadismo inquieto didonne e uomini concreti, facendoci compagnidi strada esigenti e misericordiosi».

Infine, la preside Pina Del Core, che sarà ancherelatrice al Convegno ecclesiale di Firenze, hapuntualizzato che ogni discorso educativo ècomplesso ed è anche politico. La complessitàviene dal contesto socioculturale «perché si trat-ta di individuare risorse esistenti e da valoriz-zare, obiettivi ampi e propositivi come la citta-dinanza attiva dei giovani, l’educazione e l’o-rientamento alle scelte, attraverso il coinvolgi-mento e l’impegno di professionisti di vari am-biti per la costruzione di nuove alleanze educa-tive». La dimensione politica fa riferimento in-vece al fatto che «qualsiasi progetto educativoha bisogno di convergenze, di sostegni anche e-conomici, di consensi a diversi livelli, per le con-seguenze che può avere a favore o contro i gio-vani». L’augurio è che l’educazione sia «spazioin cui si formano le persone alla libertà e allaresponsabilità, ad una cittadinanza attiva, a unpensiero che non è lontano dall’azione ma chemotiva e fonda le piccole o grandi scelte quoti-diane e della vita, nel presente e per il futuro».

LIl saluto di Reungoat e Farina docente emerita

L’interessante mattinataall’ateneo «Auxilium» si èconclusa con il salutodella vice gran cancellieredella facoltà e superioragenerale dell’Istituto delleFiglie di MariaAusiliatrice, MadreYvonne Reungoat.Infine è stata proclamatadocente emerita suorMarcella Farina, docentedi teologia fondamentale,consultore dellaCongregazione per gliistituti di vita consacrata ele Società di vitaapostolica e delle causedei santi.La preside Pina Del Core e il filosofo Luigi Alici

Alla scuola di IppolitoFiumicino. Il vescovo Gino Reali apre l’annoricordando i 50 anni del Concilio Vaticano IIDI GIUSEPPE TRISTAINO *

enerdì 23 ottobre il vescovoGino Reali, nel salone dellaparrocchia Santi Ippolito e

Lucia a Porto Romano(Fiumicino), ha inaugurato l’annoaccademico 2015–16 della scuoladi teologia “Sant’Ippolito”.Prendendo spunto dal Sinodo deiVescovi che si stava chiudendoproprio in quei momenti, edall’indizione del Giubileo dellaMisericordia voluto da papaFrancesco per i 50 anni dallachiusura del Concilio Vaticano II,il vescovo ha tenuto una piacevoleed interessante lezione propriosulla genesi, l’apertura, losvolgimento e lachiusura del Concilio,invitando tutti arileggerne i documenti(quattro costituzioni,nove decreti e tredichiarazioni), ancoralargamente sconosciutitra i nostri fedeli.Durante l’incontromonsignor Reali nonsolo si è soffermato sulConcilio come fattostorico di un recente passato(attingendo anche a ricordipersonali dell’evento), ma lo hacollocato nell’oggi (hic et nunc)della Chiesa, ammonendo adevitare letture distorte diquell’epocale avvenimentoecclesiale.Tra le numerose novità delConcilio Vaticano II c’è stataquella di riscoprire e valorizzare lapartecipazione dei fedeli laici (iChristifideles laici a cui GiovanniPaolo II dedicherà un’esortazioneapostolica post–sinodale il 30dicembre del 1988) ed è proprioin questa prospettiva che ilpresule ha voluto fortemente lanascita di una scuola di teologiaper laici sul territorio diFiumicino, la città più popolosadella diocesi portuense,rispondendo alla richiesta di unamaggiore formazione religiosa

Vdelle comunitàecclesiali. È nata così,nel 2013, questainiziativa di formazioneper laici che è andata adaffiancarsi alla “sorellamaggiore” la scuola diteologia “CardinaleEugenio Tisserant”, giàattiva da molti anni aLadispoli, e alla scuolaper catechisti “BeataMaddalena Morano” aSelva Candida (Roma).La scuola di teologia“Sant’Ippolito” èstrutturata su un ciclotriennale di studi conuna cadenza

quadrimestrale (alvenerdì dalle 18 alle 20a Porto Romano –Fiumicino) checomprendono unaintroduzione alleprincipali disciplineteologiche (le materiesvolte nei passatiquadrimestri sono state:Sacra Scrittura–AnticoTestamento,Introduzione allaliturgia, Cristologia,Ecclesiologia, Introduzione allamorale, Sacra Scrittura–Vangeli,mentre per il presentequadrimestre Patrologia eCatechesi). Le lezioni sono tenuteprincipalmente dai sacerdoti dellavicaria di Porto Romano (donGiovanni Soccorsi, padre ValterPalombi, don Bernardo AcuñaRincon, don Javier Perez) ma

anche da sacerdoti di altre vicarieparticolarmente competenti nelleloro discipline teologiche comedon Giuseppe Colaci per laliturgia e monsignor GianniRighetti per la morale. È evidente che la scuola teologicanon può essere esaustiva dellesingole materie, ma si propone didare agli studenti gli strumenti

necessari per una migliorecomprensione degli elementiportanti della fede cattolica, allostesso tempo, si propone diformare laici sempre piùcompetenti che possano assumeresempre di più un ruolo attivo ecorresponsabile nelle singolerealtà ecclesiali in cui essi vivono.

* direttore scuola Sant’Ippolito

Un’iniziativa formativastrutturata in tre anniper approfondire la fedee preparare i laiciad avere un ruolo attivocorresponsabile e validonelle loro parrocchie

DI MARINO LIDI

e Ancelle della Visitazione, laparrocchia di San Giuseppe eil comune di Santa Marinella,

propongono un progetto di solida-rietà internazionale ai cittadini at-traverso i presidi che le religiose han-no in Camerun e nelle Filippine. LeSuore Ancelle della Visitazione, siconsacrano al servizio dei fratellisofferenti nel corpo e nello spirito,memori delle parole del Signore: «E-ro infermo e mi avete curato». A E-vodoula in Camerun le Ancelle sioccupano dei malati, attraverso ilDispensario integrato nella missio-ne, seguono l’educazione con la di-rezione e l’insegnamento nella scuo-la cattolica, animano la pastoraledella parrocchia locale e fanno visi-ta ai malati ed ai poveri presso le lo-ro case. A Borongan e Manila nelleFilippine assistono i bambini confamiglie in difficoltà e malnutriti,seguendoli anche a casa dopo il lo-ro reinserimento in famiglia, atti-

vando anche dei canali di adozionea distanza. Si dedicano poi a un’a-zione di educazione sanitaria per lefamiglie insegnando i principi ba-silari dell’igiene e animano i corsi dicatechismo. Nello specifico è possi-bile sostenere due tipi di progetti: ilprimo in Africa contribuendo allaformazione professionale e il se-condo nelle isole asiatiche per ga-rantire l’educazione scolastica. O-gni attività verrà documentata a co-loro che contribuiranno alla realiz-zazione dei progetti. È possibile a-derire visitando o contattando leSuore Ancelle della Visitazione (ViaSanta Maria della Visitazione, 35;00058 – Santa Marinella (Rm); Tel.0766510553 – 7; e–mail: [email protected]), la parrocchia di SanGiuseppe (Via della Libertà, 19; San-ta Marinella (Rm) – Tel.0766510722; e–mail: [email protected]) o presso gli spazi de-dicati negli eventi culturali del co-mune di Santa Marinella che pro-muovono l’iniziativa.

L

La solidarietà attraversole Ancelle della Visitazione

ggi è festa a Santa Maria del silenzio, il centro di spiritualità delle Figliedella Chiesa a Ponte Galeria (Roma, Via della Magliana, 1240; tel

0665000622; www.santamariadelsilenzio.it). Ricorre l’11° anniversario delladedicazione della chiesa Maria Regina di tutti i santi e il 19° della nascita del-la comunità religiosa. Il tema scelto quest’anno in sintonia con il recente Si-nodo dei vescovi ha come titolo “Reciprocità tra consacrati e famiglia”. Le re-ligiose facendo proprie le parole di monsignor Claudio Rocchetta parlano diquesto rapporto come di un’ecclesiologia di comunione che esprime le«duemodalità di esistenza che manifestano l’unico mistero dell’alleanza di Diocon il suo popolo». L’evento si è aperto ieri pomeriggio con la testimonian-za della “Comunità della Riconciliazione Santa Teresa del Bambino Gesù”; inserata la preghiera è continuata con la veglia della solennità di Ognissanti.In questa seconda giornata l’iniziativa si è avviata con la mostra artigianaledalle ore 9 e si concluderà alle ore 17.30 con la Messa presieduta dal vesco-vo Gino Reali.

Fulvio Lucidi

O

La famiglia e le religiose

DI SIMONE CIAMPANELLA

ome è ormai consuetudine ainizio novembre a La Storta(Roma) viene celebrata la Festa

della visione. Un appuntamento che stagradualmente divenendo tradizionaleper la parrocchia dei Sacri Cuori di Gesùe Maria, che con questa iniziativa vuoledare risalto allo stretto legame tra questazona alla periferia nord di Roma e lafigura di Sant’Ignazio di Loyola. Proprioa La Sorta il santo ebbe una visionesignificativa per il personalediscernimento riguardo alla fondazionedella futura Compagnia di Gesù. E diquesto episodio rimane traccia nellacappella ai piedi della cattedrale che per

l’appunto è detta “della visione”.Il programma inizierà mercoledì 4 conuna veglia di preghiera incentrata sullaMisericordiae Vultus – la bolla d’indizionedell’anno giubilare – cui seguiràun’adorazione eucaristica. Si entrerà poinel vivo della festa il venerdì 6. Alle ore18 in cattedrale padre FedericoLombardi, direttore della sala stampadella Santa Sede, terrà la conferenza “Leopere di misericordia nella vita diSant’Ignazio di Loyola e dei suoicompagni”. Il gesuita presenterà la figuradel santo attraverso la prospettiva dellacura e della carità pastorale. Sabato 7novembre dalle ore 15 i volontaridell’oratorio animeranno giochi emusica per bambini e ragazzi, poi in

serata, dalle 20, la festa si allargherà atutte le famiglie. Si susseguiranno laband emergente Modem 25, i ballerinidel gruppo folcloristico peruviano esaranno proposti altri momenti diintrattenimento. Ci sarà anche lapossibilità di un servizio gastronomico.Domenica, giorno centrale della festa, lafunzione religiosa comincerà alle ore 10con la processione che muoverà dallaCappella della visione e, salendo per viadel Cenacolo, giungerà presso lacattedrale, dove alle ore 11 sarà celebratala Messa presieduta del vescovo Reali. LaFesta della visione si inserisce così comeun altro passo nel percorso diocesano inpreparazione all’Anno dedicato allaMisericordia.

C

Lombardi a La Storta per la «Visione»omenica scorsa al termi-ne della celebrazione nel-

la basilica di San Pietro, men-tre il Papa salutava passando icardinali presenti, Roger Et-chegaray, cardinale titolare diPorto–Santa Rufina, ha persol’equilibrio ed è caduto, ripor-tando la frattura del femore si-nistro. In settimana è stato o-perato per la riduzione dellafrattura e le sue condizioni so-no ora buone. La sera dello stesso giorno, ver-so le 19.30, papa Francesco si èrecato in forma privata al Poli-clinico Gemelli di Roma, per u-

na breve visita al porporato. Al-cuni giorni dopo anche il ve-scovo Gino Reali si è recato pres-so il nosocomio per portare ilsuo saluto e quello di tutta ladiocesi al presule francese, ga-rantendogli la preghiera per lasua salute. Etchegary lieto peril sincero augurio ha contrac-cambiato inviando attraverso ilvescovo un saluto affettuoso atutta la comunità portuense,che come sempre dice di se-guire da vicino anche se co-stretto a ridurre la sua presen-za nel territorio.

Roberto Leoni

D

La cappella della Visione

Il cardinale Etchegarayricoverato al Gemelli

La croce di Sant’Ippolito, simbolo della scuola di teologia

Santa Marinella

Santa Maria del Silenzio

Date da ricordareOggi. Ingresso di P. Bernardo Atendidocome parroco di S. Maria Stella Maris(Fiumicino, ore 11).3 novembre. Riunione uffici di curia(Curia vescovile, ore 9.30).5 novembre. Il capitolo dei canonicicelebra in suffragio dei presuli defunti(Cattedrale, ore 9.30).7 novembre. Il vescovo avvia lacatechesi del Movimento apostolico(Fregene, ore 17.30).

l’agenda 11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 1 novembre 2015

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