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N. 4/2016 Trimestrale N. 12 anno III Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L.353/03 70% Roma Aut C/RM/10/2014 - ISSN 2284-4333 roma RIVISTA DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA In questo numero IL CONSULENTE TECNICO INGEGNERE NELLE OPERAZIONI DI PROJECT FINANCING daLLe COMMISSIONI: 6 aRTICOLI dI aRea 5 CONTRIbUTI SPeCIaLISTICI La SaLVagUaRdIa deL LITORaLe MaRINO, COMe beNe aMbIeNTaLe ed eCONOMICO

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- ISSN 2284-4333 roma

RIVISTADELL’ORDINE DEGLI INGEGNERIDELLA PROVINCIA DI ROMA

In questo numero

IL CONSULENTE TECNICOINGEGNERE NELLE OPERAZIONIDI PROJECT FINANCING dalle Commissioni:

• 6 artiColi di area• 5 Contributi speCialistiCi

• la salvaguardia del litorale marino, Come bene ambientale ed eConomiCo

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roma

In copertina:Ingenium Real EstateDa Vinci Business CenterFiumicino - Roma

architetto Marco Tamino

Foto di:Copyright © Moreno Maggi

RIVISTADELL’ORDINE DEGLI INGEGNERIDELLA PROVINCIA DI ROMA

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GLI EDITORIALI• L’EDITORIALE: Le scelte di IoRoma e un grazie di cuore a tutti! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

di Francesco Marinuzzi

• DAL PRESIDENTE: Grazie per questi quattro anni insieme . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5di Carla Cappiello

• DAL CONSIGLIERE: Dissesto idrogeologico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7di Lucia Coticoni

INGEGNERIA CIVILE ED AMBIENTALE• Le azioni sismiche e l’effetto sito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

di L. Tramonti, M. E. D’Effremo

• La Brexit: il lungo cammino del Real Estate in UK è appena cominciato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14di P. Pietrucci

• La gestione del rischio crea valore e qualità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18di R. Reni

INGEGNERIA INDUSTRIALE• Prestazioni, risparmio energetico e comfort abitativo degli impianti residenziali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

di L. Di Gennaro, R. Antonazzi

INGEGNERIA DELL’INFORMAZIONE• Il Data Breach o violazione dei dati e il nuovo regolamento europeo 679/2016 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32

di N. D. Castelliti

INGEGNERIA INTERSETTORIALE• Arbitrato irrituale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36

di F. Zavagnini, S. Rubeo

I CONTRIBUTI SUL QUADERNO N° 4/2016 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40

I FOCUS• Il Consulente Tecnico Ingegnere nelle operazioni di Project Financing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44

di D. Morea, L. Bongiovanni

• La salvaguardia del litorale marino, come bene ambientale ed economico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54di F. Boccalaro

AREE DEL SITO WEB DELL’ORDINE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64

SOMMARIO n. 4/2016

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n. 4/2016 trimestrale n. 12 anno iii

Direttore responsabileStefano Giovenali

Direttore editorialeFrancesco Marinuzzi

Comitato di redazioneSezione ACarla Cappiello Manuel CasalboniFilippo Cascone Lucia CoticoniAlessandro Caffarelli Giuseppe CarluccioCarlo Fascinelli Francesco FulviGioacchino Giomi Maurizio LucchiniLorenzo Quaresima Tullio Russo

Sezione BGiorgio Mancurti

Amministrazione e redazionePiazza della Repubblica, 59 - 00185 RomaTel. 06 4879311 - Fax 06 487931223

Progetto grafico e impaginazioneRoberto Santecchia

Assistenza editorialeErika Terrasi, Francesca Tolozzi

Coordinamento editorialeLegislazione Tecnica s.r.l.Via dell’Architettura, 16 - 00144 Roma Tel. 06.5921743 - Fax [email protected]

StampaLitograf Todi s.r.l. - Zona industriale via Umbria 148, 06059 Todi (PG)

Iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Romail 22/11/2013, n. 262/2013

Ordine degli Ingegneri della Provincia di RomaPiazza della Repubblica, 59 - 00185 [email protected]

Finito di stampare: gennaio 2017

La Direzione rende noto che i contenuti, i pareri e le opinioni espresse negli articoli pubblicatirappresentano l'esclusivo pensiero degli autori, senza per questo aderire ad esse. La Direzione declina ogni qualsiasi responsabilità derivante dalle affermazioni o dai contenutiforniti dagli autori, presenti nei suddetti articoli.

romaRIVISTA DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA

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Care colleghe, cari colleghi,

la nostra rivista e Quaderno IoRoma riscuote ogni giorno sempre più plausi e complimenti sia per laveste editoriale sia per gli interessanti contenuti. sento il dovere di ringraziare tutti voi lettori e soprattuttogli autori, i referenti, i presidenti di commissione e tutti i soggetti che con il loro tempo, con la loro passionee competenza hanno permesso tutto ciò.siete tanti e qui sarebbe impossibile citarvi, pertanto mi limito ai numeri aggregati che comunque nonriescono a trasmettere l’energia, l’entusiasmo e il senso identitario che percepisco nelle varie interazioni.ad oggi abbiamo pubblicato più di 200 articoli in 24 numeri totali diIoRoma, fra riviste e Quaderni e 2 Raccolte dedicate all’antisismicae al dissesto idrogeologico che, alla luce della grande richiesta,stiamo stampando e presto saranno disponibili su carta presso lanostra sede.sono stati coinvolti quasi 400 nostri iscritti come autori e/o revisori. ilsito online della rivista dove tutti i contenuti sono liberamente consul-tabili, ha avuto una crescita costante e continua nel tempo (Figura 1).i contenuti di IoRoma, alla data, hanno più di 33.000 lettori in italia emolti altri in tutti i paesi del mondo come mostrato nella Figura 2 enella sottostante legenda le cifre nel dettaglio, nonostante sia pub-blicata solo in italiano.tutto ciò non era per nulla scontato e prevedibile e se si è realizzato,è stato soprattutto grazie al coraggio e alla lucida scelta di saper diretanti no non scontati. no a contenuti commerciali o marketing sia espliciti su intere paginesia impliciti o velati dentro articoli inge-gneristici. le uniche volte che abbiamoammesso e permesso della promo-zione è stata fatta in limitati riquadri,per valorizzare e comunicare l’eccel-lenza del nostro iscritto nonché autoredel contributo, grati delle tante ore pro-fuse nella stesura e revisione dell’arti-colo, onorati della sua attenzione edella sua disponibilità a pubblicare isuoi preziosi contenuti con noi.no a derive accademiche od eccessi-vamente teoriche od utopistiche. siamoingegneri. Concreti, impegnati nelmondo del fare e dell’adesso. sap-piamo che spesso si apprende molto dipiù da un errore che da un encomio, daun progetto sul campo che da una le-zione in aula e pertanto ampio spazio atutti i contributi di reale valore aggiuntosenza alcuna preclusione o pregiudizioaccademico od elitario.no a contenuti propri o di cerchie ri-strette se non strettamente funzionalie/o congeniali alla chiusura di un nu-

3ordine degli ingegneridella provinCia di roma

L’EDITORIALE DELDIRETTORE

LE SCELTE DI IOROMA E UN GRAZIE DI CUORE A TUTTI!

IngegnereFrancesco MarinuzziDirettore editoriale

Figura 1

Figura 2

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mero. la stragrande percentuale degli articoli proviene dalla filiera delle circa 90 commissioni e nelle areedel Focus e degli Approfondimenti vengono ospitati soltanto contributi di spessore o di interesse per ilperiodo, l’argomento o l’articolazione del contributo. non sono stati dati spazi a politici, le interviste pub-blicate si contano sulle dita di una mano e son state fatte comunque verso autorità tecniche, non abbiamopermesso invasioni di campo di altre professionalità ed ogni contributo di non ingegneri è stato ponderatoe ragionato.no a tutti i contenuti ad alta volatilità e/o propri del sito web e della newsletter che permettono una inte-razione e una immediatezza senza precedenti rispetto ad ogni pubblicazione periodica di notizie e Noti-ziario possibile.ma il tutto non sarebbe stato sostenibile senza una serie decisa di sì e di scelte.sì, a soluzioni ecosostenibili e dunque alla divulgazione di IoRoma prioritariamente con il sito web rispettoalla stampa su carta che comunque, limitatamente alla rivista, può esser ricevuta gratuitamente a casascrivendo a [email protected]ì, alla promozione dell’eccellenza dei nostri iscritti anche nei modi e nelle scelte strategiche selezionandocome fornitore, per il Quaderno, una brillante startup fondata da un nostro iscritto del settore dell’infor-mazione. sì, al medium come messaggio, nota massima di Marshall McLuhan, e dunque cura quasi maniacaledella forma, dell’estetica e dei dettagli perché queste devono rispecchiare e predisporre il lettore alla qua-lità tecnica dei contributi e degli articoli prima ancora di esser letti e compresi. pertanto una rivista, cioèun elemento così bello ed interessante da voler non solo esser visto ma anche rivisto e magari collezio-nato. da qui anche la scelta per le copertine e per gli spazi fra i vari articoli di metter foto d’impatto arti-stiche di un fotografo professionista leader di settore.sì, ai tanti contributi pervenuti più complessi e specialistici, con molte pagine, grafici, tabelle, foto e pre-ziose bibliografie che non entrando nelle limitate 64 pagine della rivista han portato fin da subito allacreazione del Quaderno IoRoma di 128 pagine.Tutto ciò che siamo, è il risultato concreto di quello che abbiamo pensato; ma non tutto quello che ab-biamo pensato è stato ancora realizzato.la possibilità di nuove e sorprendenti sintesi fra la forma cartacea di IoRoma e specifici contenuti digitalie multimediali grazie all’utilizzo della realtà aumentata.la possibilità, grazie ad una specifica App di avere tutti gli articoli e numeri nel proprio tablet osmartphone.la possibilità di estendere le pubblicazioni ai libri creando una specifica collana ingegneristica dando unanaturale continuità al percorso di crescita dei tanti nuovi autori di significativi contenuti del Quaderno.la possibilità di tradurre in varie lingue i contributi e gli articoli più rilevanti nell’ottica di una piena interna-zionalizzazione e visibilità delle nostre eccellenze.nel nostro piccolo abbiamo sempre cercato di non diluire troppo le energie su troppi fronti e di trasformarei vari problemi che si presentavano in opportunità di crescita e/o di ripensamento delle soluzioni. il tuttosempre tenendo presente il bene più prezioso che possiamo ricevere dato dalla vostra attenzione in unmondo sempre più distratto e pieno di sollecitazioni momentanee e spesso astrutturate. un’attenzionecrescente e diffusa come testimoniato dai grafici delle statistiche che ci motiva e che ci muove a ringra-ziarvi tutti di cuore.

Francesco marinuzziDirettore editoriale

L’EDITORIALE DELDIRETTORE

4ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

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5ordine degli ingegneridella provinCia di roma

L’EDITORIALE DELPRESIDENTE

GRAZIE PER QUESTI QUATTRO ANNI INSIEMECarissimi colleghi,

mancano poche settimane alla fine del mio mandato e del Consiglio dell’ordine degli ingegneri della provincia di roma eletto nel 2013. sento l’esigenza, a nome mio e dei Consiglieri, di porgere a ognuno di voi un sincero ringraziamento. tutti avete dimostrato nel corso del tempo una forte volontà di partecipazione alla vita ordinistica, soste-nendoci sempre nel nostro percorso, che posso ritenere entusiasmante, sebbene a volte faticoso e in salita.gli obiettivi da noi perseguiti si possono riassumere in: porre al centro le necessità degli iscritti; trasformare l’ordine in una struttura moderna; difendere a livello territoriale le esigenze della categoria; dare ascolto agli iscritti, soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che ha colpito la nostra professione e il mondo intero.abbiamo affrontato con consapevolezza e serietà gli obblighi della formazione continua dati dalla cosid-detta riforma Fornero. abbiamo erogato 340 eventi formativi nel 2014, 410 nel 2015 e 425 nel 2016; il 70% degli eventi erogati sono stati resi agli iscritti in forma gratuita. sebbene il numero dei corsi e dei se-minari sia aumentato notevolmente di anno in anno, arrivando anche a organizzare più di cinque incontri settimanali, si sono sempre rispettati due fondamentali parametri: gratuità ed elevati standard qualitativi. la formazione erogata ha abbracciato ogni settore dell’ingegneria, seguendo anche le novità normative e di mercato, com’è successo nel settore degli appalti pubblici, di cui il “Nuovo Codice degli Appalti” e le ntC hanno richiesto più focus approfonditi e specifici, per dare ai colleghi strumenti lavorativi chiari. abbiamo promosso efficacemente rapporti con le facoltà d’ingegneria delle università romane “La Sa-pienza”, “Roma Tre”, “Roma Tor Vergata” e “l’Università Europea”, collaborando con la partecipazione di professionalità del nostro ordine all’organizzazione di master di 1° e 2° livello. abbiamo finanziato n. 9 borse di studio in prestigiose università dell’america centrale dedicate ai giovani ingegneri.abbiamo dato una nuova dignità alla sede ordinistica. dopo una lunga ricerca, ci siamo trasferiti a piazza della repubblica 59. in questa poca differenza di metri rispetto alla sede precedente, c’è una “casa nuova”, che ci permette di dare decoro all’immagine ed alla figura professionale dell’ingegnere e di internalizzare molte attività, con conseguente risparmio per le casse dell’ordine.a livello economico abbiamo raggiunto un importante risultato: eliminare il debito con il Cni, Consiglio nazionale degli ingegneri, ereditato dalle precedenti gestioni, che gravava non solo in termini economici, trattandosi di oltre 360 mila euro, ma anche di reputazione. pur sanando la posizione debitoria, siamo riusciti a diminuire la quota di iscrizione all’ordine del 15%. la detrazione è stata di € 5,00 per il 2016 e sarà di € 10,00 per il 2017. nel 2107 con € 110,00 pro capite, comprensivi del contributo obbligatorio di € 25,00 che si versa al Cni per ogni iscritto, l’ordine di roma presenterà una tra le quote più basse d’italia.abbiamo offerto numerosi servizi agli ingegneri iscritti all’ordine di roma: dalle convenzioni per attività ri-guardanti la professione a quelle per il tempo libero, passando per l’apertura presso la nostra sede di numerosi sportelli per fornire assistenza e ascolto gratuiti su varie tematiche: sportello assistenza legale (amministrativo, Civile e penale); sportello assistenza Fiscale; sportello assistenza legale (penale e la-voro); sportello assistenza estimo immobiliare; sportello Coaching; sportello tecnico/amministrativo e del Codice dei Contratti; sportello assistenza esercizio alla professione di ingegnere.grazie all’incessante lavoro, non solo del Consiglio, ma anche delle Commissioni tematiche, cui va un altro personale e caloroso ringraziamento, siamo riusciti ad attivare partnership, espresse tramite eventi formativi di rilievo, protese alla tutela e alla valorizzazione della professione, con enti ed istituzioni di grande importanza. per citarne alcune: agenzia del territorio, roma Capitale, vv.F, regione lazio, mini-stero della difesa, ministero dell’interno, ministero dell’economia, enaC, aCi, inail, protezione Civile, tribunale Civile di roma.

Dott. Ing.Carla CappielloPresidente

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abbiamo realizzato unitamente al Cnim la pubblicazione “Linee guida per la manutenzione degli edifici”,presentato alla stampa al senato della repubblica e distribuito gratuitamente agli iscritti. il testo èrisultato di grande interesse pubblico dopo gli eventi sismici che hanno colpito il centro italia tra fineagosto e ottobre. sempre riguardo al sisma, abbiamo istituito la sezione operativa per le emergenze,che opera seguendo le indicazioni della protezione Civile. e sempre di concerto con la protezione Civileabbiamo organizzato a gennaio scorso il corso per agibilitatori ai sensi del d.p.C.m./2012.siamo entrati nel coordinamento Free Coordinamento Fonti rinnovabili ed efficienza energetica percolloquiare con le istituzioni del settore dell’energia.abbiamo aderito alla convenzione uni per la consultazione delle norme da parte degli iscritti. abbiamopartecipato come soggetto attuatore al bando inail, finalizzato al finanziamento di una campagna na-zionale di potenziamento della formazione prevista dalla legislazione vigente in materia di salute esicurezza sul lavoro, attingendo a risorse economiche del ministero del lavoro e delle politiche sociali.abbiamo lavorato molto sulla comunicazione, perché una struttura moderna deve aprirsi all’esterno,promuovendo le istanze della categoria e divulgando le qualità e l’importanza della professione. È statoistituito un ufficio stampa, che ha prodotto numerosi risultati molto positivi, facendo divenire l’ordine diroma un punto di riferimento nazionale per i giornalisti su tutte le tematiche collegate alla nostra profes-sione.siamo presenti su tutti i social network. abbiamo realizzato su Facebook una community con più di 4mila iscritti attivi. da poco è anche online il nuovo sito dell’ordine www.ording.roma.it,molto più facilmentefruibile per l’utente.abbiamo sempre sostenuto il lavoro, non solo con accordi con enti e istituzioni, ma a fine dicembre ab-biamo lanciato una piattaforma social, Exedra, per l’incontro tra domanda e offerta lavorativa. non abbiamo sottovalutato il valore della socializzazione, costituendo l’associazione sportiva con cui siè riusciti a creare una forte rete di relazione tra gli iscritti.abbiamo gestito tutte le incombenze e oneri che, negli anni, le normative hanno posto a carico dell’ordine,rendendolo un organismo efficiente e creando nello stesso tempo un ambiente sereno partecipativo epartecipato.per tutto questo e molto altro: graZie.

Carla CappielloPresidente Ordine degli Ingegneri

della Provincia di Roma

L’EDITORIALE DELPRESIDENTE

6ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

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L’ordine degli ingegneri della provincia di roma ha posto nel corso degli anni, tramite l’or-ganizzazione di numerosi convegni sull’argomento e in ultimo una raccolta di articoli pubblicatinel corso di questi ultimi anni dalle Commissioni tematiche che sarà pubblicata nel corsodel mese di gennaio, l’attenzione sugli eventi meteorologici estremi, che si sono abbattuti

nel corso del tempo, ed in particolare negli ultimi decenni, in diverse aree del territorio nazionalee in tutta europa. Questi sono sempre più frequenti e tali da non potersi considerare più occasionali.stiamo, infatti, parlando di piogge capaci di generare danni ingenti sul territorio, con rischi elevatiper la popolazione per la forte intensità.in italia vi sono 30 mila km di territorio a rischio idrogeologico, circa il 10% del territorio nazionale.Questo significa che, quasi 7 mila comuni, dove vivono 6 milioni di persone, sono potenzialmentein pericolo.È necessario a questo punto riflettere molto seriamente su come prevenire e limitare i disastri. lecause di tali problematiche sono più o meno sempre le stesse: riduzioni e modifiche dei percorsifluviali, cementificazioni in alveo e soprattutto la mancanza della manutenzione ordinaria dei lettidei fiumi. l’acqua piovana va ad incidere non solo su questa situazione, ma anche sul terreno,“vittima” di un’edificazione selvaggia, di un impoverimento dei suoi elementi naturali, della mancanzadei necessari e corretti lavori di contenimento e di sistemazione idraulica.si deve ragionare, quindi, in maniera programmatica e in termini di prevenzione, l’unico fattore chepuò mitigare il rischio idrogeologico.bisognerebbe “mettere in sicurezza” l’esistente, perché, come più volte dimostrato, le risorse chevengono impiegate per “salvaguardare” non vengono rispese per i danni. potremmo dire che sitratterebbe di un investimento sicuro.si auspica di riuscire ad implementare il dibattito tecnico sui cambiamenti climatici e sui loroeffetti, fornendo il punto di vista dell’ingegnere, in particolare dell’ingegnere idraulico e dell’ingegnereambientale.l’impatto delle piogge intense che possono originare allagamenti, esondazioni e nei casi più gravialluvioni, ci ricorda la necessità di far divenire priorità assoluta la protezione e manutenzione delterritorio, al fine di garantire le necessarie condizioni di sicurezza alla popolazione che ivi risiedeed opera. È fondamentale, quindi, individuare obiettivi, progetti e risorse per intervenire nelle areevulnerabili per la mitigazione del rischio idrogeologico.

lucia CoticoniConsigliere Tesoriere

7ordine degli ingegneridella provinCia di roma

L’EDITORIALE DELCONSIGLIERE

DISSESTO IDROGEOLOGICO

IngegnereLucia CoticoniConsigliere Tesoriere

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INGEGNERIACIVILE

E AMBIENTALEa cura di

Ing. L. Tramonti Ing. M. E. D’Effremo

commissione Geotecnica

visto daIng. A. Bozzetti

8ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

Le condizioni che possono modificare lecaratteristiche del sottosuolo ed amplificare imovimenti sismici.

LE AZIONI SISMICHE E L’EFFETTO SITO

Il monte Vettore dopo il sismadel settembre 2016.

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INTRODUZIONE

i fattori che possono contribuire a modificare l’a-zione sismica in funzione del sito in esame nonsono solamente connessi a caratteristiche di scalapiù vasta quali possono essere la topografia, le ir-regolarità geometriche superificiali, ma anche a ca-ratteristiche che possono essere circoscritte al vo-lume significativo del manufatto (quella parte delsottosuolo che risente delle modifiche di stato ten-sionale indotte dalla realizzazione dell’opera), qualieterogeneità dei terreni all’interno del volume si-gnificativo e la non linearità del comportamento

del terreno. dall’insieme di questi fattori dipendel’accelerazione di picco in superficie.l’amplificazione dell’azione sismica che può verifi-carsi in funzione del sito in esame, non è però unaproprietà univoca del sito, ma è connessa anchealle caratteristiche del moto sismico di riferimento.può succedere, infatti, che ci sia una coincidenzatra le frequenze dominanti del segnale sismico equelle naturali del sottosuolo generando così unarisonanza. tale risonanza potrebbe essere doppiase accadesse la corrispondenza tra le frequenzefondamentali del segnale sismico in superficie equelle dei manufatti (cfr. Lanzo G. & Silvestri F.)Caratteristiche del moto sismico, caratteristichedei terreni, caratteristiche del territorio, tipologiastrutturale, sono dunque fattori tra loro connessida cui dipende l’effetto del sisma.un esempio che mostra l’importanza di un’analisilocale è evidente analizzando i picchi di accele-razione registrati durante il sisma del 26 settembre1997 in umbria e marche di magnitudo 6.1, (ve-dere Figura 1 nella pagina seguente).si osserva che al variare della distanza epicentrale,accelerazioni di picco PGA (Peak Ground Accele-ration), variano in modo irregolare, questo si puòspiegare con il fatto che, a causa della forte di-pendenza da dettagli di piccola scala nella propa-gazione ondosa, si possono presentare quindi va-lori elevati di pga.infatti, la magnitudo è una grandezza che misurala forza di un terremoto, la PGA invece è sempreriferita al suolo e non al bedrock perché l’effettosito sono preponderanti su di essa.

RISPOSTA SISMICA LOCALE

la caratterizzazione sismica di un sito è una pro-cedura piramidale che dalla pericolosità sismica

9ordine degli ingegneridella provinCia di roma

CIVILEE AMBIENTALE

NEL PROGETTARE UN MANUFATTO INZONA SISMICA È DI FONDAMENTALEIMPORTANZA NON SOTTOVALUTARECOME L’AZIONE SISMICA SI POSSAMODIFICARE IN FUNZIONE DEL SITO SUCUI SORGE L’OPERA.

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nazionale passa per gli studi di microzonazione lo-cale di livello 1 e 2 e termina con la risposta sismicalocale del sito di progetto. da questo studio devonoemergere tutte le problematiche del sito quandosottoposto ad azioni dinamiche, da confrontaresuccessivamente con l’idoneità alla costruzione(stabilità, liquefazione, ecc..). per tale ragione nelle ntC 2008, ai fini della defini-zione dell’azione sismica di progetto, lo studio dirisposta sismica locale è definito come un elementonecessario (cfr. §3.2.2 - Categorie di sottosuolo econdizioni topografiche e §7.11.3 - Risposta si-smica e stabilità del sito) da eseguirsi con specifi-che analisi anche se, in alternativa, le stesse ntC,suggeriscono un approccio semplificato per l’indi-viduazione delle categorie di sottosuolo di riferi-mento (cfr. tabelle 3.2.ii e 3.2.iii delle ntC.) la ri-sposta sismica locale però non deve essere solouno strumento per ottenere tale categoria, poichèin una reale progettazione ai fini della sicurezza si-smica è sempre preferibile il ricorso ad una rispostasismica locale per la valutazione delle frequenze dirisonanza e delle amplificazioni, in quanto gli effettisito possono essere sono preponderanti.l’affinamento della caratterizzazione sismica si ot-tiene superando il concetto pseudostatico e stu-diando il terreno per mezzo di prove dinamiche dilaboratorio. a causa dell’alto costo di queste edella scarsa conoscenza che c’è nella loro inter-pretazione, sono per lo più escluse dalle fasi dicaratterizzazione dei terreni, in alcune casi sonoutilizzate per opere di estrema importanza comele dighe o centrali elettriche di grosse dimensione,

quasi mai sono usate ad esempio per le scuole.sembra quindi che l’importanza dell’opera sia pro-porzionale al costo, ma ci potrebbero essere sce-nari alternativi in cui le prove dinamiche sono di vi-tale importanza. ne sono un esempio tutti queipendii che insistono sui centri abitati o su strutturestrategiche la cui attivazione risulta un pericolo pervite e strutture. l’importanza di queste prove risiedenel fatto che possono identificare il deterioramentodelle caratteristiche di resistenza e deformazionedei terreni sottoposti a sforzi ciclici sismici. per unabuona caratterizzazione sismica si dovrebbe inoltrefar riferimento ad accelerogrammi ottenuti diretta-mente in sito e non sito equivalente, in quanto glieffetti locali inducono un grado di incertezza diffi-cilmente quantificabile. oltre a tutto è sempre beneindividuare i meccanismi focali delle faglie più vicineal sito in esame per ottenere sismogrammi veritieridell’area (che può avere estensione anche di km2).l’analisi di risposta sismica locale può essere af-frontata con l’utilizzo di codici di calcolo che per-mettono di tenere in conto il comportamento nonlineare del terreno, attraverso una modellazionenumerica monodimensionale o bidimensionale.

COMPORTAMENTO DEI TERRENI

le prove più comunemente utilizzate per analizzareil comportamento dinamico del terreno sono:

- prove di laboratorio: colonna risonante, ta-glio torsionale ciclico, triassiale ciclica, tagliosemplice ciclico;

CIVILEE AMBIENTALE

10ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

Figura1. Picchi diaccelerazione delle

componenti del motoregistrati durante la scossa

delle 11.40 del 26Settembre 1997

(Decanini et al. 1997).

STAZIONE DIST. FAGLIA [km]

PGA – NS [g]

PGA VT [g]

PGA EW [g]

Colfiorito 2.4 0.278 0.167 0.306 Nocera Umbra 4.7 0.556 0.417 0.500 Matelica 20.8 0.111 0.056 0.111 Catelnuovo (Assisi) 23.1 0.222 0.039 0.167 Monte Fiegni 23.7 0.028 0.017 0.028 Bevagna 25.5 0.083 0.039 0.067 Gubbio (Piana) 30.3 0.100 0.070 0.100 Gubbio 33.4 0.056 0.033 0.083 Cascia 34.2 0.028 0.014 0.014 Forca Canapine 38.0 0.056 0.017 0.056 Pietralunga 47.3 0.039 0.028 0.056 Cagli 50.1 0.020 0.020 0.020 Leonessa 50.5 0.028 0.028 0.028 Rieti 65.0 0.018 0.008 0.018 Senigallia 71.1 0.039 0.017 0.028 Peglio 73.0 0.067 0.028 0.067 Pennabilli 91.1 0.020 0.020 0.020

TAZIONES

Colfiorito Nocera UmMatelica Catelnuovo (Assisi) Monte Fiegni Bevagna

[km] FAGLIA.ISTD

TAZIONE

2.4 4.7 bra Nocera Um

20.8 23.1 Catelnuovo (Assisi) 23.7 Monte Fiegni 25.5

[g] NS –PGA

[km] FAGLIA

0.278 2.4 0.556 4.7 0.111 20.8 0.222 23.1 0.028 23.7 0.083 25.5

[g] EWPGA

[g] VT PGA

0.306 0.167 0.500 0.417 0.111 0.056 0.167 0.039 0.028 0.017 0.067 0.039

EW

0.306 0.500 0.111 0.167 0.028 0.067

Gubbio (Piana) Gubbio Cascia Forca Canapine Pietralunga Cagli Leonessa Rieti Senigallia Peglio

30.3 Gubbio (Piana) 33.4 34.2 38.0 Forca Canapine 47.3 Pietralunga 50.1 50.5 65.0 71.1 73.0

0.100 30.3 0.056 33.4 0.028 34.2 0.056 38.0 0.039 47.3 0.020 50.1 0.028 50.5 0.018 65.0 0.039 71.1 0.067 73.0

0.100 0.070 0.083 0.033 0.014 0.014 0.056 0.017 0.056 0.028 0.020 0.020 0.028 0.028 0.018 0.008 0.028 0.017 0.067 0.028

0.100 0.083 0.014 0.056 0.056 0.020 0.028 0.018 0.028 0.067

Peglio Pennabilli

73.0 91.1

0.067 73.0 0.020 91.1

0.067 0.028 0.020 0.020

0.067 0.020

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- prove in sito: Down-Hole (DH), Cross-Hole(CH), cono sismico, sasW (Spectral Analysisof Surface Waves).

gli effetti sismici hanno un impatto diretto sul com-portamento dell’elemento di volume di terreno. pertale motivo le indagini sismiche non possono es-sere separate dalle indagini geotecniche: sia leprove dinamiche sia tutte le altre prove geotecnichein sito e in laboratorio sono essenziali per la carat-

terizzazione del sottosuolo.accade, infatti, che l’elemento di volume in pre-senza di carichi dinamici e ciclici modifica la suastruttura interna dello scheletro solido determi-nando, soprattutto in condizioni sature, il decadi-mento irreversibile delle caratteristiche di resistenzae rigidezza che modificano a loro volta il moto si-smico. ma il legame sforzi-deformazioni è legatoanche alla natura coesiva o incoerente del terreno,alla storia tensionale precedente il sisma, allo statodi consistenza o addensamento e alla velocità diapplicazione dei carichi ciclici. Queste caratteristi-che determinano l’ampiezza della deformazione ditaglio indotta dai carichi e che determina, con ilmodulo di deformazione lineare e volumetrico, letre comportamenti fondamentali dei terreni: elasticolineare, isteretico stabile, isteretico instabile.grazie alle indagini geotecniche è possibile indivi-duare alcune importanti condizioni che influiscononon poco sui possibili effetti di amplificazione si-smica:

- Comportamento non lineare del terrenoa causa del comportamento non lineare delterreno, il fattore di amplificazione sismica

11ordine degli ingegneridella provinCia di roma

CIVILEE AMBIENTALE

LA CARATTERIZZAZIONE SISMICA DI UNSITO È UNA PROCEDURA PIRAMIDALECHE DALLA PERICOLOSITÀ SISMICANAZIONALE PASSA PER GLI STUDI DIMICROZONAZIONE LOCALE DI LIVELLO 1E 2 E TERMINA CON LA RISPOSTASISMICA LOCALE DEL SITO DI PROGETTO.

Tabella 3.2.II. Categorie disottosuolo (NTC2008).

Tabella 3.2.III. Categorieaggiuntive di sottosuolo(NTC2008).

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aumenta per bassi livelli di accelerazione suroccia e si riduce per alti livelli di accelera-zione su roccia, in altre parole per accele-razioni di picco più basse tutti i terreni am-plificano il moto sismico (cfr. Lanzo G. &Silvestri F.);

- Eterogeneitàl’eterogeneità del terreno ha un altro effettosul fattore di amplificazione, trascurare, infatti,l’incremento di rigidezza con la profonditàpuò sottostimare in maniera evidente gli ef-fetti dell’amplificazione del moto sismico.

CIVILEE AMBIENTALE

12ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

CONCLUSIONI

solo alcuni aspetti fondamentali sono stati qui bre-vemente illustrati con l’obiettivo di ribadire l’impor-tanza di valutare i complessi processi dinamici d’in-terazione che possono innescarsi in un dato sitofra onde sismiche, terreni e strutture, per poter te-ner adeguatamente conto degli effetti di sito.trascurare l’incremento di rigidezza con la profon-dità, il comportamento non lineare del terreno, ladisomogeneità del terreno, le irregolarità geometri-che superficiali e sepolte, può condurre a sottosti-mare gli effetti dell’amplificazione del moto sismico. È pertanto fondamentale, per permettere una cor-retta progettazione di manufatti in zona sismica euna corretta analisi della vulnerabilità dei territori,considerare l’effetto sito.per fare questo è fondamentale la collaborazionetra le varie figure professionali che intervengono nelprocesso di definizione dell’azione sismica: dal si-smologo al geofisico nell’analisi dei meccanismi disorgente e di propagazione delle onde, al geologonell’analisi della geologia del luogo, all’ingegneregeotecnico e strutturista nell’analisi della rispostasismica locale e del comportamento dei manufatti.in ultimo, non solo, infatti, i manufatti risentono delsisma ma, lo stesso territorio risente degli effettiindotti dal sisma. ne sono un esempio, le nume-rose frane che spesso si attivano o riattivano a se-guito di un evento sismico e che a catena produ-cono numerose conseguenze sul territorio, sullestrutture e sulla popolazione. nessuno di questi aspetti deve essere mai trascu-rato sia prima dell’evento sismico, sia durante siadopo. in particolare infatti per i versanti, l’effettoindotto dal sisma è ancora più complesso e meritaun’accurata analisi e monitoraggio, poiché l’insta-bilità può verificarsi sia immediatamente a causadell’incremento delle forze di taglio che può deter-minare il superamento della resistenza allo scorri-mento su una data superficie interna al pendio e/osia in una fase post sismica, a causa del decadi-mento della resistenza del terreno che potrebbecompromettere la stabilità del pendio. ■

È PERTANTO FONDAMENTALE, PERPERMETTERE UNA CORRETTAPROGETTAZIONE DI MANUFATTI IN ZONASISMICA E UNA CORRETTA ANALISIDELLA VULNERABILITÀ DEI TERRITORI,CONSIDERARE L’EFFETTO SITO.

BIBLIOGRAFIA

- Crespellani T.:Effetti sito e fenomeni di instabilitàindotti dai terremoti nei depositi e nei pendii,1998.

- Decanini L., Sabetta F.: Analisi dei dati strumentalirelativi al terremoto Umbro-Marchigiano del26 settembre 1997, Ingegneria sismica, N. 3,1997.

- Lanzo G., Silvestri F.: Risposta sismica locale,Hevelius, 1999

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INGEGNERIACIVILE

E AMBIENTALEa cura di

Ing. P. Pietrucci

commissione Finanza Immobiliare

visto daIng. C. Pancheri

Ing. M. Cima

14ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

Con il referendum popolare che si è svolto loscorso 23 Giugno 2016, il 51,9% dei cittadinidel Regno Unito ha votato a favore dell’uscitadella Gran Bretagna dall’Unione Europea.

LA BREXIT: IL LUNGO CAMMINODEL REAL ESTATE IN UK È APPENA COMINCIATO

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Le conseguenze di quella che viene definitacome Brexit, che rappresenta uno shocksenza precedenti nel processo di integra-zione europea, possono essere analizzate

secondo vari ambiti (economico, politico, sociale,finanziario, tecnologico, regolatorio, ecc.) e rap-presentate secondo la loro successione crono-logica. il risultato del referendum ha causato una impo-nente onda d’urto sui mercati finanziari e sull’eco-nomia mondiale i cui primi effetti si sono manifestatinella mattina del 24 giugno, dopo l’annuncio deirisultati, e a farne le spese sono state le borse ditutto il mondo. in due sole ore di contrattazione lasterlina inglese si è svalutata del 7% contro l’euroe del 10% rispetto al dollaro statunitense, raggiun-gendo il livello più basso dal 1985. le principali borse europee hanno registrato perdite

che vanno dal 6,8% di Francoforte al 13,4% diatene. piazza affari ha chiuso la peggior seduta disempre con una flessione del 12,5%, addiritturasuperiore a quelle post 11 settembre e al crack diLehman Brothers. londra, dopo un avvio moltonegativo, ha paradossalmente limitato le perditearrivando a chiudere in calo del 3,1%.in una sola seduta di borsa, le borse mondialihanno bruciato 2.000 miliardi di dollari e la capita-lizzazione delle aziende quotate in europa è crollatadi 637 miliardi di dollari: in pratica, nel venerdì neroseguito al referendum che ha sancito la Brexit, solole borse europee hanno perso più di 1,3 miliardi didollari per ogni minuto di contrattazione.le vendite più consistenti su tutti i listini azionarieuropei si sono verificate nel settore bancario eassicurativo: banche greche a parte, le perfor-mance peggiori sono state quelle degli istituti bri-tannici (le quotazioni azionarie delle cinque maggioribanche britanniche sono calate in media del 21%).dal punto di vista politico, le prime conseguenzedella Brexit sono state l’avvicendamento del primoministro David Cameron, promotore del referen-dum, che si era schierato per il “remain” e avevainvitato la popolazione a votare per la permanenzanell’unione europea, con la conservatrice TheresaMay.per quanto riguarda il mercato immobiliare, a luglioscorso sei grandi fondi di real estate (Aviva, M&G,Standard Life Investments, Henderson Global In-vestors, Columbia Threadneedle e Canada Life)hanno sospeso le contrattazioni dei rispettivi fondibritannici dopo che, sulla scia dei timori innescatidall’esito del referendum, è cresciuto il numero de-

15ordine degli ingegneridella provinCia di roma

CIVILEE AMBIENTALE

IL RISULTATO DEL REFERENDUM HACAUSATO UNA IMPONENTE ONDA D’URTOSUI MERCATI FINANZIARI ESULL’ECONOMIA MONDIALE I CUI PRIMIEFFETTI SI SONO MANIFESTATI NELLAMATTINA DEL 24 GIUGNO, DOPOL’ANNUNCIO DEI RISULTATI, E A FARNE LESPESE SONO STATE LE BORSE DI TUTTOIL MONDO.

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gli investitori che hanno chiesto di ritirare i propricapitali. lo stop ai rimborsi dei fondi immobiliaribritannici, che si era diffuso con un effetto dominoin rapida successione, aveva portato il totale deifondi congelati a 15 miliardi di sterline (circa 17,5miliardi di euro). nel settore bancario era circolata la voce che alcunigrossi istituti, compagnie di assicurazione e studilegali sarebbero stati pronti a lasciare londra, laprincipale piazza finanziaria d’europa, per trasferirsiverso altre città come parigi, Francoforte, amster-dam o dublino con prevedibili conseguenze ne-gative a cascata in altri settori, tra cui naturalmenteanche quello immobiliare. alcune società di con-sulenza d’oltremanica hanno stimato che le restri-zioni dell’attività finanziaria potrebbero comportareperdite per le società britanniche fino a 45 miliardidi euro mettendo a rischio 70.000 posti di lavoro.ma dopo questi primi dirompenti effetti, la situa-zione si è successivamente stabilizzata, sebbenel’incertezza sui tempi e le modalità della separa-zione dall’ue abbia continuato a produrre segnalicontrastanti sull’economia del regno unito.le catastrofiche profezie che erano state formulateprima del referendum, a distanza di qualche mesenon si sono avverate e l’economia britannica è ad-dirittura cresciuta: nel terzo trimestre del 2016 ilpil del regno unito è aumentato dello 0,5% ri-spetto al trimestre precedente.nello stesso lasso temporale il tasso di disoccu-pazione è rimasto contenuto nelle dimensioni estabile nel tempo, con un valore che nel periododa giugno ad agosto si è attestato intorno al 4,9%.anche il mercato immobiliare britannico, dopo lacontrazione iniziale causata dal risultato del refe-rendum, ha poi recuperato un certo vigore, i prezzie gli affitti hanno resistito e il calo della sterlina hacontribuito ad attirare acquirenti in cerca di affari.anche il settore uffici ha tenuto, la domanda è ri-masta sostenuta e a fine settembre scorso gli uffici

sfitti a londra erano ai minimi storici (2,5% o 3%secondo le zone).la tenuta del mercato immobiliare inglese sembrariconducibile a due fattori che in questa fase hannopesato più della Brexit: la costante carenza di im-mobili in vendita e i tassi di interesse bassi permutui e prestiti, grazie all’intervento della bancacentrale inglese che a inizio agosto ha portato itassi inglesi al minimo storico dello 0,25%.il fondo immobiliare Standard Life Investments hafatto ripartire le contrattazioni lo scorso 17 ottobre,dopo aver effettuato una serie di operazioni tra cuila vendita di alcuni asset per poter ripristinare unacongrua base di liquidità.di contro la sterlina, a parte qualche inversione ditendenza, ha continuato a svalutarsi: in quattromesi ha perso il 15% del suo valore nei confrontidell’euro e il 17% rispetto al dollaro americano, ilche porta evidenti benefici alle esportazioni britan-niche però con il rischio che ciò produca un dra-stico aumento dei prezzi.da questo punto di vista qualche segnale si è giàavuto, poiché nel mese di settembre l’inflazionedel regno unito è cresciuta all’1% e la banca d’in-ghilterra stima per il 2017 un rialzo al 2,7%.dal punto di vista politico, Theresa May ha iniziatole trattative per attuare il “leave” e nel corso delCongresso del partito Conservatore svoltosi a Bir-mingham il 2 ottobre scorso ha dichiarato che lagran bretagna inizierà il processo di uscita dal-l’unione europea entro la fine di marzo 2017, in-vocando autonomamente l’articolo 50 del trattatodi lisbona per via della cosiddetta Royal preroga-tive, l’insieme di poteri un tempo esercitati dal mo-narca del regno unito e che ora competono al-l’esecutivo. in effetti, normalmente i trattati internazionali rien-trano nelle competenze della Royal prerogative,ma il 3 novembre scorso, su istanza di un gruppodi privati cittadini, l’alta Corte di giustizia ha stabilitoche l’uscita dall’unione europea avrebbe comeconseguenza anche il cambiamento di leggi interneal regno unito e di conseguenza non può essereuna decisione di competenza esclusiva del governoma, al contrario, deve essere approvata dal parla-mento britannico. in altri termini, secondo l’alta Corte britannica ilvoto espresso dai cittadini con il referendum ha unvalore meramente consultivo che dovrà essereconfermato da Westminster.la risposta del primo ministro britannico non si èfatta attendere e, con una lettera aperta pubblicatail 6 novembre scorso sull’edizione domenicale delTelegraph, ha spiegato che il governo intende fareappello contro la sentenza dell’alta Corte rivolgen-dosi alla Corte suprema britannica.

CIVILEE AMBIENTALE

16ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

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di fatto, dal punto di vista operativo le strade cheil regno unito potrà intraprendere nel cammino diseparazione dall’ue sono essenzialmente due.la prima, denominata “hard Brexit”, è la soluzionepiù netta e chiara. in tale ipotesi il regno unito ab-bandonerebbe l’unione europea nonché tutti itrattati e le istituzioni di cui fa parte e ciò compor-terebbe la rinuncia a un posto nel Consiglio del-l’unione europea, ai parlamentari europei e allagiurisdizione della Corte europea. Questa stradaimplicherebbe anche l’uscita dal mercato unico,cioè quell’insieme di accordi e trattati che consenteil commercio senza barriere tariffarie o doganali al-l’interno di un’area che comprende tutti gli statimembri dell’unione europea più svizzera, norvegia,islanda e liechtenstein. scegliendo l’altra strada, la “soft Brexit”, il regnounito uscirebbe dalle istituzioni europee ma in qual-che misura resterebbe all’interno del mercatounico, in una situazione analoga a quella in cui sitrovano svizzera, norvegia, islanda e liechtenstein. ma questa soluzione sembra non piacere ai so-stenitori del “leave” per due motivi. in primo luogoperché ciò implicherebbe l’accettazione di granparte delle regole europee che riguardano la liberacircolazione delle persone, mentre fermare l’immi-grazione, era stato un caposaldo della propagandadei comitati per il “leave”. secondariamente perchéil regno unito dovrebbe continuare ad applicaretutti i regolamenti europei, mentre per i sostenitoridel “leave” la vittoria al referendum era un modoper liberarsi delle pastoie burocratiche di bruxelles.inoltre, il regno unito avrebbe un ulteriore svan-taggio, quello di doversi adeguare ai regolamentisenza più avere voce in capitolo, visto che a quelpunto non sarebbe più un membro dell’unione.in altri termini, se londra vorrà continuare ad averelibero accesso al mercato comune ed evitare diveder applicare dazi o tariffe ai suoi commerci, do-vrà rispettare le regole senza concessioni e, quindi,permettere la circolazione di merci e capitali, cosìcome quella delle persone.

È senz’altro possibile immaginare scenari diversi,ad esempio che il regno unito riesca a negoziareun’uscita con una serie di eccezioni che permet-tano di limitare l’immigrazione e l’applicazione deiregolamenti. ma al momento pochi leader europeisembrano favorevoli a rendere semplice il processodi uscita in modo da non incentivare ulteriori ten-tativi di abbandono dell’unione europea da partedi altri paesi.È difficile prevedere oggi come procederanno letrattative. nel momento in cui inizieranno le proce-dure di uscita scatterà una sorta di conto alla ro-vescia: il governo del regno unito avrà due annidi tempo per negoziare una “soft Brexit”, prorogabilisolo con un voto all’unanimità di tutti gli altri 27stati membri. se non sarà raggiunto un accordoentro i due anni successivi (o entro la proroga),per il regno unito scatterà invece una “hard Brexit”cioè l’uscita dall’unione europea senza alcun par-ticolare vantaggio.ma chi ci perderà di più con la Brexit? uno studio della banca d’inghilterra sostiene che,sul piano commerciale, a rimetterci sarebbe so-prattutto il regno unito. le esportazioni britannichesono per il 44 per cento destinate ai paesi dell’u-nione europea e tale commercio vale il 60 percento del pil della gran bretagna. d’altra parte ilregno unito è un mercato molto ricco per le eco-nomie europee: ad esempio la germania esportain gran bretagna merci per 87 miliardi di euro, cifrache è quasi doppia rispetto alle importazioni.anche il peso degli investimenti è rilevante. rispettoal totale degli investimenti effettuati in gran breta-gna, quelli europei valgono quasi la metà; a suavolta londra dedica al continente europeo la quotapiù alta dei suoi capitali destinati all’estero. pertanto, per comprendere chi possa avere piùpotere negoziale per dettare le condizioni dellaBrexit occorre tener conto anche di tali aspetti.le ripercussioni di breve-medio termine dipen-deranno dalla chiarezza e dalla rapidità di rispo-sta delle autorità politiche europee e dal pro-cesso di negoziazione dell’uscita del regnounito dall’ue, che come abbiamo visto presentaesiti a dir poco incerti.le conseguenze a lungo termine, non prevedibili apriori e quindi difficilmente anticipabili, dipende-ranno in larga misura dai modi in cui le nuoveregole influenzeranno le quattro libertà Fonda-mentali dell’unione europea, cioè la libera circola-zione di persone, di beni, di servizi e di capitali.la sensazione, comunque, è che tutto quello cheè stato detto o scritto sulla Brexit sia da conside-rarsi provvisorio e rivedibile. d’altra parte, comeha scritto il Financial Times il 3 novembre scorso,“No one knows what Brexit means”. ■

17ordine degli ingegneridella provinCia di roma

CIVILEE AMBIENTALE

SECONDO L’ALTA CORTE BRITANNICA ILVOTO ESPRESSO DAI CITTADINI CON ILREFERENDUM HA UN VALOREMERAMENTE CONSULTIVO CHE DOVRÀESSERE CONFERMATO DAWESTMINSTER.

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INGEGNERIACIVILE E

AMBIENTALEa cura di

Ing. R. Reni

commissione Sicurezza nei luoghi

di lavoro

visto daIng. M. Mongiu

Ing. M. Cerri

18ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

Il pensiero basato sul rischio rappresenta lacomponente fondamentale per il progetto diogni processo affidabile, pertanto la sicurezzaappare imprescindibilmente legata alla qualità.

LA GESTIONE DEL RISCHIO CREA VALORE E QUALITÀ

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il ciclo di Deming o Deming Cycle è il principioche garantisce il raggiungimento dei requisitidi qualità all’interno di un processo. Demingprescrive che il fare debba convivere con tre

passi complementari, deputati ad iniettare miglio-ramento e pertanto qualità. tale metodo basatosulle quattro fasi Plan-Do-Check-Act (PDCA) èstato fatto proprio dalle norme in ogni campodi applicazione, dalla realizzazione di un prodottoalla fornitura di un servizio (Figura 1). Come un mantra organizzativo la struttura circolarebasata sulle quattro fasi della progettazione/at-tuazione/verifica/correzione si ripete sempre ugualea sé stessa qualsiasi sia il prodotto da realizzare,il lavoro da eseguire, il servizio da erogare, il collo

da consegnare.in particolare uni en ISO 9001:2015 “Sistemi digestione per la qualità”, promuove il ciclo PDCA arango di metodologia, designandolo come la pietrad’angolo sulla quale costruire un sistema di ge-stione. altre norme, pur con finalità diverse, rical-cano le norme della serie iso 9001, tra queste laOHSAS 18001 “Occupational Health and SafetyAssessment Specification” (sistemi di gestionedella sicurezza e della salute dei lavoratori -SGSSL) e la ISO 14001 (Sistemi di Gestione Am-bientale - SGA). dalla loro lettura comparata risultapalese l’intento di convergere verso una strutturaunica, in quanto è ormai definito uno schema co-mune, uguale per tutte le norme che attengono isistemi di gestione, ovvero la Struttura di Alto Li-vello che prevede un indice comune (tabella 1).il focus di tale struttura non si concentra sul rispettodelle regole bensì sul raggiungimento dei risultati.l’organizzazione inoltre non viene vista come unascatola chiusa ma come un sistema aperto il cuivalore si costruisce con il contributo di tutti i sog-getti interessati. in tale contesto allargato entra ingioco la complessità gestionale che, inutile dirlo,porta con sé dei rischi.ora la norma iso 9001 aggiornata nel 2015 cimanda a dire che il rischio è l’effetto dell’incertezzasul risultato atteso e che l’approccio basato sulrischio è sempre stato implicito nelle norme riferiteai sistemi di gestione. si punta l’accento sul fattoche la propensione alla qualità non debba rappre-sentare un obiettivo circoscritto, autoreferenzialee sostanzialmente avulso dal concetto di rischio.

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CIVILE E AMBIENTALE

“UNA NAVE IN PORTO È AL SICURO MANON È PER QUESTO CHE LE NAVI SONOSTATE COSTRUITE”

(BENAZIR BHUTTO)

Figura 1. Le Quattro fasi delCiclo di Deming.Fonte: https://goo.gl/UVdsfc.

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tromisure, non sempre vi era adeguata analisi dellecause in termini di sicurezza.per convenirne è sufficiente soffermarsi a conside-rare come le griglie di controllo della qualità asso-miglino molto a griglie di valutazione del rischio.esse rappresentano uno strumento nel quale si ve-rificano i requisiti essenziali per determinare la qualitàdi un processo/prodotto. se presenti, saranno fattoridi successo atti a garantire l’eccellenza di un pro-dotto, ma qualora fossero mancanti costituisconodei fattori critici e/o di rischio che possono compro-mettere non solo la qualità dei risultati ma anche lasicurezza della lavorazione e dei lavoratori.la gestione del rischio è pertanto un’attività im-prescindibilmente legata alla qualità e in questo laiso 9001:2015 è in perfetta sintonia con i principidella UNI ISO 31000:2010 “Gestione del rischio”,secondo cui la gestione del rischio crea valore.l’equazione <più qualità = meno rischio> di solitoè data per scontata ma è altrettanto vero il contra-rio, ossia che una qualunque riduzione del rischiogenera qualità. tuttavia poiché i fattori di rischiosono molteplici una loro valutazione e trattamentonon è cosa da poco. riferendosi alla linea di pro-duzione, ci possono essere rischi che compro-mettono il processo produttivo stesso, ad esempioallungano i tempi della progettazione o interven-gono a decremento della produzione o compro-mettono l’efficacia del collaudo. in questo caso èl’azienda che ne sopporta le ricadute anche in ter-mini di salute e sicurezza dei lavoratori, mentre altri

CIVILE E AMBIENTALE

20ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

Tabella 1. Le componentiessenziali dei Sistemi di

Gestione (MS - ManagementSystem) secondo la Struttura

Generale di Alto Livello(HLS - High Level Structure).

d’altronde non si parla di rischio d’impresa? Forse però la valutazione e la gestione del rischionon erano un prerequisito così implicito, dato chesolo ora lo standard si preoccupa di sottolinearloin modo esplicito e di ricordare come debba essereincorporato nei requisiti di ciascuna fase del ciclodi PDCA. se in precedenza poteva sembrare chelo standard iso 31000 (sistemi di gestione delrischio) fosse funzionale prevalentemente a queisistemi che avevano fatto della valutazione del ri-schio la loro ragion d’essere, come i sistemi per lasalute e sicurezza oppure sistemi per la gestionedi fondi d’investimento, la nuova iso 9001 tendea ribadire che tra rischio e qualità non vi è estraneitàe che l’obiettivo di consistenza, non può essereperseguito separatamente dall’esame di ogni pos-sibile inconveniente che possa interferire con il suoraggiungimento. la 9001:2015 prevede quindi il Risk Assessment(Analisi del Rischio) è come requisito cogente al-l’inizio del percorso verso la qualità e pone l’ac-cento su di un concetto tradizionalmente associatoad aspetti sconvenienti come incidenti e infortuni,estendendolo a tutto quanto possa in qualchemodo limitare o comunque modificare la capacitàdell’organizzazione di raggiungere i propri obiettivi.Con la nuova norma il concetto di valutazione delrischio richiede che l’organizzazione prenda inconsiderazione tutto quello che impatta sul buonfunzionamento dei processi aziendali, intendendoper rischio qualsiasi effetto indesiderato. unaspetto generalmente sottovalutato perché anchesé nel ciclo di Deming la possibilità di migliorareriducendo gli errori comporta l’adozione di con-

LE PRINCIPALI NOVITÀ DELLA NORMA ISO 9001:2015- l’adozione del Risk Based Thinking per supportaree migliorare la comprensione e l’applicazionedell’approccio per processi;

- l’adozione della struttura di alto livello.

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rischi possono interessare l’utente: una macchinao un apparato di scarsa qualità si guasta piùspesso e il guasto può danneggiare o ferire l’utiliz-zatore.ecco che la valutazione del rischio si configuracome un processo trasversale che permea l’attivitàaziendale, si affianca ad essa operando e interve-nendo in tutti i processi di business. non solo,data l’importanza della tempestività di eventuali in-terventi correttivi, i tempi scanditi da un ciclo PDCAnon sempre risultano adeguati. lo schema di Fi-gura 2, tratto dalla norma iso 31000, rende benel’idea di come poter migliorare la reazione ciclica,propria dei sistemi di gestione canonici, con l‘ado-zione di un monitoraggio in continua e l’adozioneimmediata di azioni correttive.

CONCLUSIONI

il metodo necessario per operare in qualità, par-tendo dai requisiti per ottenere i risultati attesi, av-viene attraverso quattro fasi specialistiche (cfr. Fi-gura 1) con la continua introduzione di misure dimiglioramento nel processo produttivo: questa èl’impostazione ideata da W. Edwards Deming.Questa vocazione adattiva e la propensione a cor-reggere e migliorare è stata inglobata e fatta propriada tutte quelle organizzazioni che implementanoal loro interno la logica del ciclo PDCA.Comunque, ogni organizzazione minimamentestrutturata realizza una molteplicità di processi, al-cuni verticali altri orizzontali, che in diversi modicomunicano tra loro. in più, l’organizzazione ne-cessariamente si rapporta con diversi interlocutorie con varie parti che sono interessate e coinvoltecon propria attività. Con la complessità, scaturiscel’esigenza di impostare i processi in forma di serviziinteragenti facendo in modo che ciascun outputsia pienamente utile in forma di input per un altroprocesso. Contemporaneamente si evidenzia l’esigenza diprevenire ogni possibile inconveniente, sia di na-tura esogena che endogena e di predisporre op-portune misure di mitigazione dei danni, in casodi eventi indesiderati. ossia, si tratta di effettuare

quella valutazione del rischio preliminare i cui me-todi e i cui risultati sono ormai pratica consolidatadei sistemi di gestione della salute e sicurezzadei lavoratori.dalla consapevolezza che la complessità è vulne-rabile e che i rischi sono molteplici, deve scaturireun nuovo modo di operare, che preveda la conti-nua individuazione di misure correttive da adottaredi volta in volta come una sorta di efficaci anticorpi.si pone allora il problema di organizzare tra loro gliinterventi che scaturiscono asincroni ma che nel-l’insieme danno vita a quello che può realmentedefinirsi un miglioramento continuo1. in definitivaappare importante non tanto sviluppare sistemi digestione per obiettivo ma un sistema di gestioneintegrato che rispecchi il sentire e l’agire dell’orga-nizzazione e con il quale l’organizzazione stessa siidentifichi, avendo da subito presente che gli aspettidi sicurezza dovranno essere coniugati con quellidi efficienza. anche sotto tale profilo i sistemi digestione della salute e sicurezza hanno molto dainsegnare e possono essere considerati gli antesi-gnani di un nuovo corso. un’ultima considerazione riguarda le risorse. seun tempo erano sufficienti un limitato numero dispecialisti ed esperti di prodotto per tenere sottocontrollo i livelli di qualità, in un contesto allargatoil numero delle specializzazioni si amplia notevol-mente e richiede di operare in ambiti multidiscipli-nari per i quali sono necessarie capacità particolaried esperienze mirate. appare indispensabile met-tere a fattor comune le conoscenze e le diversifi-cate competenze professionali, anche distanti traloro, per cogliere tutte le opportunità di un contestocomplesso e complicato, avendo ben presente lanecessità prioritaria di un abbattimento dei rischiper produrre sempre meglio e in modo semprepiù sicuro. ■

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CIVILE E AMBIENTALE

STANDARD 31000 - PRINCIPI - LA GESTIONE DEL RISCHIO CREA E PROTEGGE IL VALORE.La gestione del rischio contribuisce in maniera di-mostrabile al raggiungimento degli obiettivi e almiglioramento della prestazione, per esempio intermini di salute e sicurezza delle persone, security,rispetto dei requisiti cogenti, consenso presso l’o-pinione pubblica, protezione dell’ambiente, qualitàdel prodotto, gestione dei progetti, efficienza nelleoperazioni, governance e reputazione.

Figura 2. Il processo digestione del rischio.

1 Il miglioramento continuo,apportato non appena e ognivolta risulti necessario, appareun deciso passo in avantirispetto all'originariomiglioramento ciclicoprospettato da Deming.

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INGEGNERIAINDUSTRIALE

a cura diIng. L. Di Gennaro

Ing. R. Antonazzi

commissione Impianti elettrici

negli edifici

visto daIng. G. Caruccio

Ing. M. Domenicucci

22ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

Indicazioni del capitolo 37 della Norma CEI 64-8/3 per realizzare impianti elettrici con tre livelli di complessità standardizzati.

PRESTAZIONI, RISPARMIOENERGETICO E COMFORT ABITATIVODEGLI IMPIANTI RESIDENZIALI

Pianta appartamento tipo(Fonte BiTicino S.p.A.).

B

E

D

Legenda

A Cucina

B Soggiorno (12-20 m2)

C Bagno

D Corridoio (<5 m2)

E Camera (12-20 m2)

F Cameretta (8-12 m2)

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INTRODUZIONE

il capitolo 37 della norma Cei 64-8/31, dal titolo“Ambienti residenziali - Prestazioni dell’impianto”(da ora: “capitolo 37”, n.d.r.), prescrive quali ca-ratteristiche specifiche devono essere introdottein fatto di prestazioni, risparmio energetico ecomfort abitativo, esclusivamente per impianti re-sidenziali. Ciò garantendo determinate dotazionidi componenti dell’impianto e tenendo conto dellivello di qualità e ricchezza di dotazioni e funzioniprescelto per l’unita immobiliare. a tal fine, il capi-tolo 37 fornisce indicazioni per realizzare impiantielettrici con tre livelli di complessità standardizzatie ben definiti.

L’impianto elettrico a servizio di un’abitazione, oltread alimentare in sicurezza le utenze, può essereuno strumento a misura del suo utilizzatore e puòcontribuire al raggiungimento del suo benessere.il capitolo ha un valore normativo, quindi obbliga-torio.resta di sicuro interesse per molti operatori in am-bito immobiliare e residenziale, con particolare fo-calizzazione per progettisti, costruttori, installatorie committenti.il capitolo 37, che si distingue per brevità, sempli-cità e concretezza, è composto da 5 paragrafi eda una tabella con le relative note, sviluppati su 5pagine:

- 37.1 Campo di applicazione;- 37.2 dimensionamento dell’impianto;- 37.3 generalità;- 37.4 Quadro unità abitativa;- 37.5 dotazioni fondamentali nei locali ad uso

abitativo.

UN BREVE QUADRO STORICO

Settembre 2011: l’Allegato Ail 1° settembre del 2011 entrò in vigore, quindi di-veniva obbligatorio, l’Allegato A Cei en 64-8/3della Norma CEI 64-8 Parte 3 “Ambienti residenziali– Prestazioni dell’impianto”.per la prima volta si fornivano, in merito agli impiantielettrici residenziali, indicazioni sugli standard esulle caratteristiche specifiche da introdursi in fattodi prestazioni, risparmio energetico, comfort abi-tativo, dotazioni di componenti.tutto ciò in base a due principali informazioni ine-

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INDUSTRIALE

IL CAPITOLO 37 DELLA NORMA CEI 64-8“AMBIENTI RESIDENZIALI - PRESTAZIONIDELL’IMPIANTO” INDICA QUALICARATTERISTICHE SPECIFICHE DEVONOESSERE INTRODOTTE IN FATTO DIPRESTAZIONI, RISPARMIO ENERGETICO ECOMFORT ABITATIVO, GARANTENDO UNAMAGGIORE DOTAZIONE DI COMPONENTIIN FUNZIONE DEL LIVELLO DICOMPLESSITÀ PRESCELTO.

1 Norma CEI 64-8/3:“Impianti elettrici utilizzatori atensione nominale superiore a1000 V in corrente alternatae a 1500 V in correntecontinua - Parte 3:caratteristiche generali”.

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renti l’unità immobiliare: il livello qualitativo deside-rato per l’abitazione e la superficie della mede-sima.prima dell’allegato a, fino al mese di agosto del2011, nessun obbligo era mai stata fornito dallenorme in tal senso ed in ambito residenziale (salvotalune indicazioni); la norma 64-8, con le norme ele leggi correlate, forniva le indispensabili indica-zioni legate alla sicurezza di un impianto elettricoin più ambiti, compreso l’ambito residenziale.le novità introdotte con l’entrata in vigore dell’al-legato a, già nel corso dell’anno 2011 in attesadel mese di settembre, produssero curiosità, per-plessità e dubbi tra non pochi operatori del settoreelettrotecnico. Ciò innescò una serie di dibattiti,analisi, richieste di chiarimenti e pareri da partedella maggior parte degli attori della filiera elettro-tecnica italiana: dagli albi professionali agli instal-latori, ivi compresi produttori di materiale elettrico,enti ed associazioni.

Novembre 2012: capitolo 37 (7a edizione della norma CEI 64-8)il 1° novembre del 2012 diventava obbligatoria la7a edizione della norma Cei 64-8: con questa edi-zione si introduceva il capitolo 37.il capitolo 37 “Ambienti residenziali - Prestazionidell’impianto” recepiva quasi integralmente il pre-cedente allegato a e venivano apportate alcuneulteriori modifiche sempre riguardanti gli impiantiin ambito residenziale.

CAMPO DI APPLICAZIONE(PARAGRAFO 1 DEL CAPITOLO 37)

gli ambiti applicativi del capitolo 37 vengono definitinella parte 1 e sono semplicemente:

- i nuovi impianti;- i rifacimenti completi di impianti esistenti

in fase di ristrutturazione (situate all’internodei condomini o di unità abitative mono oplurifamiliari).

restano esplicitamente esclusi:- gli impianti nelle unità abitative in edifici

pregevoli per arte e storia2;- le parti comuni degli edifici residenziali.

nella parte 1 si esplicita un concetto basilare: ilcapitolo 37 aggiunge nuove prescrizioni relativealle prestazioni dell’impianto elettrico, ad integra-zione di quelle già riportate nella norma a garanziadella sicurezza di persone e beni.per completezza viene sottolineato che il capitolo37 si riferisce anche agli “impianti elettronici” e chel’installatore elettrico deve predisporre tubi, cas-sette e scatole necessari per questa tipologia. Con“impianti elettronici” si intende: impianto TV, im-pianto telefonico/dati ed impianto di antintrusione.

GENERALITA’ E DIMENSIONAMENTODELL’IMPIANTO (PARAGRAFI 2, 3 E 4DEL CAPITOLO 37)

il paragrafo 2, si apre ponendo una premessa, af-fatto banale, circa il dimensionamento dell’impiantoelettrico: “....il dimensionamento dell’impianto elet-trico è oggetto di accordo fra il progettista, l’in-stallatore dell’impianto ed il committente, in fun-zione delle esigenze impiantistiche di quest’ultimoe del livello qualitativo dell’unità immobiliare...”.su questa premessa si invita il lettore a prestareun minimo di attenzione e qualche riflessione sulledinamiche che regolano “de facto” il mondo delleristrutturazioni e delle costruzioni in italia, oltre cheai possibili rapporti tra “progettista”, “installatoredell’impianto”, “committente” e, ove presente, il“costruttore edile”.

INDUSTRIALE

24ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

NEL CAPITOLO 37 DELLA NORMA, ÈSTATA INTRODOTTA UNACLASSIFICAZIONE PER LIVELLI” DEGLIIMPIANTI ELETTRICI NELLE ABITAZIONI,IN RELAZIONE ALLE PRESTAZIONIDELL’IMPIANTO E AL NUMERO DICIRCUITI TERMINALI.

2 Impianti soggetti al DecretoLegislativo 42/2004 “Codice

dei beni culturali e delpaesaggio, ai sensi

dell’articolo 10 della Legge 6luglio 2002, n. 37”.

Figura 1. I 3 livelli previstidalla Norma CEI 64-8/3.

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La nuova classificazione degli impianti: i tre livelli in base alle esigenzenel Capitolo 37 della predetta norma, è stata in-trodotta una classificazione per livelli” degli impiantielettrici nelle abitazioni, in relazione alle prestazionidell’impianto e al numero di circuiti terminali. nel-l’ambito di applicazione del Capitolo 37, i livelli se-condo cui devono essere classificati gli impiantisono 3 (Figura 1); ciascun livello e contraddistintoda una dotazione funzionale minima e da una sud-divisione minima dei circuiti terminali, entrambe infunzione della metratura dell’appartamento. lascelta del livello prestazionale e oggetto di accordofra committente e impiantista/progettista ed e con-sigliabile che sia riportata nella documentazioneallegata alla “Dichiarazione di Conformità alla Re-gola dell’Arte” rilasciata dall’impresa installatrice (aisensi del d.m. 37/2008). Ciò premesso, nel para-grafo 2 vengono forniti i criteri minimi e le dotazioniminime con riferimento a tre diversi livelli presta-zionali e di fruibilità.i tre livelli, che non sono collegati alle categoriecatastali e alle classi di prestazioni energetichedegli immobili, sono definiti come:

- livello 1: livello minimo previsto;- livello 2: per unità immobiliari con un mag-giore fruibilità degli impianti;

- livello 3: per unità immobiliari con dota-

zioni impiantistiche ampie ed innovative(domotica).

in pratica: alla qualità di una unità immobiliareconcorre anche il livello degli impianti elettrico edelettronico, oltre che altri elementi di natura nonimpiantistica, verso i quali c’è istintivamente mag-giore attenzione, quali per esempio materiali edilie finiture.le dotazioni minime previste per i tre livelli sonoelencate nella tabella a allegata.infine, nel paragrafo 2 del capitolo 37 vengono po-ste altre indicazioni più tecniche inerenti, ad esem-pio, la sfilabilità dei cavi, le unità immobiliari facentiparte di un condominio ed il corretto dimensiona-mento dell’impianto (l’impianto deve essere dimen-sionato in modo che l’utente possa stipulare uncontratto con il distributore di energia elettrica conadeguato livello di potenza impegnata: fino a 3 kWin unità abitative di superficie fino a 75 m2, 6 kWper superfici superiori).il paragrafo 3 obbliga a predisporre una sezionedel montante non inferiore a 6 mm2 (con “mon-tante” si intende il cavo che collega il contatore dienergia all’unità abitativa).l’eventuale interruttore differenziale alla base delmontante deve garantire la selettività totale neiconfronti delle protezioni differenziali a valle; in casodi anomalia la corretta “selettività” di protezionegarantisce l’intervento del solo dispositivo più vicinoal punto di guasto mantenendo il regolare funzio-namento del resto dell’impianto.viene anche raccomandato l’uso di interruttori dif-ferenziali caratterizzati da una aumentata resistenzacontro gli scatti intempestivi e/o l’uso di interruttoridifferenziali con riarmo automatico, cioè dotati didispositivo di richiusura automatica.un importante aspetto circa la sicurezza dell’im-pianto elettrico è normato nel paragrafo 3: l’entra-esci (Figura 2) sui morsetti delle prese è ammessosoltanto all’interno della stessa scatola oppure tradue scatole successive (con esclusione dei circuitiausiliari o di segnale, dove in genere la pratica del-l’entra-esci è funzionale e non coinvolge aspetti disicurezza elettrica).

25ordine degli ingegneridella provinCia di roma

INDUSTRIALE

Figura 2. L’entra - esci suimorsetti delle prese èammesso soltanto all’internodella stessa scatola oppuretra due scatole successive.(Fonte BTicino S.p.A.).

UNA DELLE NOVITÀ PIÙ SIGNIFICATIVEDEL CAPITOLO 37 CONSISTENELL’INTRODUZIONE DI TRE DIVERSILIVELLI PRESTAZIONALI E DI FRUIBILITÀ A CUI DEVE FARE RIFERIMENTO LA REALIZZAZIONE DELL’IMPIANTOELETTRICO DOMESTICO.

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vengono poste alcune prescrizioni per la realizza-zione del quadro elettrico (Figura 3, 4) a serviziodell’unità abitativa atte a garantirne sicurezza equalità (in particolare: accessibilità al quadro, se-lettività e continuità di servizio, disponibilità spaziodi scorta per eventuali futuri ampliamenti, arrivodiretto del conduttore di protezione dall’impiantodi terra dell’edificio).infine, è da prevedersi sempre uno o più dispositiviper l’illuminazione di sicurezza, atti a garantire lamobilità delle persone in caso di mancanza dell’il-luminazione ordinaria.

INDUSTRIALE

26ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

DOTAZIONI FONDAMENTALI NEILOCALI AD USO ABITATIVO(PARAGRAFO 5 DEL CAPITOLO 37)

Questo paragrafo è tra quelli che più ha coinvoltonella pratica alcuni attori della filiera elettrotecnica.per la prima volta una norma va a dettare indica-zioni abbondanti e particolareggiate in merito apunti di prelievo di energia e punti di comando daprevedersi negli ambienti dell’unità abitativa: posi-zionamento prese tv e prese energia, dotazioniminime, spie di segnalazione, tipologia di prese

Figura 3. Quadro dell’unitàabitativa, centralino chiuso.

(Fonte BTicino S.p.A.).

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elettriche, predisposizioni per future applicazioni,numero minimo di circuiti, prese dati e/o telefoni-che, illuminazione di sicurezza, impianti ausiliari edelettronici per risparmio energetico, ecc. come databella a allegata.le indicazioni riportate nella tabella a sono orga-nizzate in funzione di tre parametri:1) destinazione d’uso dell’ambiente;2) superficie dell’intera abitazione e del singoloambiente;

3) livello di fruibilità scelto per l’unità abitativastandardizzato per livelli (livello 1, livello 2 olivello 3).

CIRCUITI AUSILIARI E LIVELLI

una delle novità più significative del capitolo 37consiste nell’introduzione di tre diversi livelli pre-stazionali e di fruibilità a cui deve fare riferimento larealizzazione dell’impianto elettrico domestico. perciascun livello vengono fornite le dotazioni minime(l’elenco completo delle dotazioni minime previsteper i tre livelli è riportato nella tabella a).scegliendo il livello 2 standard e il livello 3 domoticol’utente rende la sua casa più comoda ed efficiente.e fa anche un investimento per il futuro: un livellopiù elevato contribuisce infatti ad aumentare il va-lore dell’immobile.

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INDUSTRIALE

Figura 4. Quadro dell’unitàabitativa, centralino aperto. (Fonte BTicino S.p.A.).

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tra le dotazioni fondamentali da prevedersi per am-biente ed in funzione di superficie e livello dell’unitàabitativa, sono indicati anche i “circuiti ausiliari”.

Livello 1È il livello definibile come “base” per chi scegliel’essenziale, i circuiti ausiliari devono essere due: il“campanello” ed il “citofono” (o “videocitofono”).

Livello 2È il livello “Standard” per chi sceglie un livello difruibilità e comfort adeguati con le esigenze deimoderni impianti residenziali. otre a un maggior numero di punti prese e luceper vivere in tutta comodità, si devono avere quat-tro circuiti ausiliari: - campanello;- citofono (o videocitofono);- sistema antintrusioni;- sistema controllo carichi.

viene garantita una gestione ottimale dei consumielettrici: il sistema di “controllo carichi” consentedi fruire della fornitura elettrica riducendo sprechied limitando il rischio di black-out.

Livello 3È definibile come livello “Domotico” ed è destinatoall’utente che sceglie una casa ai massimi standarddi efficienza e comfort, dato che ai circuiti ausiliaridel livello 2 si aggiunge l’interazione domotica.il livello 3 per essere considerato “domotico” devegestire come minimo quattro delle seguenti fun-zioni: antintrusione, controllo carichi, gestione deicomandi luce, gestione della temperature (se nonè prevista una gestione separata), gestione di sce-nari, controllo remoto, diffusione sonora, rilevazioneincendio (secondo uni 9705 e se non è previstauna gestione separata), sistema antiallagamentoe/o rilevazione gas, altre ed ulteriori tipologie fun-zionali di impianti.Con il livello 3 e con le relative applicazioni domo-tiche, se previste con la dovuta attenzione alle esi-genze quotidiane dell’utente, si consente il miglio-ramento della qualità della vita, disponendo dipiena tecnologia a servizio di comfort, risparmioenergetico e sicurezza.soprattutto un impianto con funzioni domotichepuò rappresentare anche un concreto aiuto per gliutenti con difficoltà motorie, contribuendo, assiemealle prescrizioni delle vigenti disposizioni legislativee normative, all’abbattimento delle barriere archi-tettoniche e degli ostacoli.in pratica, a titolo di esempio, si può fornire la pos-sibilità di creare l’atmosfera desiderata in terminidi luce artificiale e naturale, temperatura ambien-tale, sottofondi musicali, di controllare talune do-

tazioni impiantistiche da remoto quando non si èa casa (attraverso un cellulare od un pC), di otte-nere un risparmio energetico e l’ottimizzazione deiconsumi di luce e gas, di incrementare la sicurezzacon adatti sensori.un impianto domotico è definibile essenzialmentecome un insieme di dispositivi con le loro connes-sioni atti a realizzare una determinata funzione uti-lizzando uno o più supporti di comunicazione co-mune a tutti i dispositivi stessi e permettendo edattuando quindi la comunicazione dei dati tra tuttigli stessi dispositivi e funzioni (ciò secondo un pro-tocollo di comunicazione prestabilito).evidentemente l’utilizzo di singole funzioni domo-tiche può esser integrato anche nei livelli di impianto1 o 2; ad esempio si può inserire la rilevazione delgas in cucina in un impianto standardizzato comelivello 1.resta il fatto che nel salire da un appartamentostandardizzato come livello 1 ad uno di livello 3 sipassa da soluzioni impiantistiche “tradizionali” asoluzioni maggiormente “innovative”: per ulterioriconfronti e valutazioni a riguardo si può far riferi-mento anche ad un precedente articolo pubblicatoin questa sede 3.

CONCLUSIONI

molto è stato detto sul capitolo 37 della nuovanorma Cei 64-8/3, in molte sedi e da molti opera-tori del settore elettrotecnico.una delle novità più significative del capitolo 37consiste, come precedentemente enunciato, nel-l’introduzione di tre diversi livelli prestazionali e difruibilità a cui deve fare riferimento la realizzazionedell’impianto elettrico domestico.per ciascun livello vengono fornite le dotazioni mi-nime e nello scegliere il livello 2 standard o il livello

INDUSTRIALE

28ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

3 “Quando e perché convieneprogettare e realizzare un

impianto con funzionidomotiche” - Articolo rivista

“Io Roma” - QuadernoN.1/2014.

CON LE APPLICAZIONI DOMOTICHE, SEPREVISTE CON LA DOVUTA ATTENZIONEALLE ESIGENZE QUOTIDIANEDELL’UTENTE, SI CONSENTE ILMIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLAVITA, DISPONENDO DI PIENA TECNOLOGIAA SERVIZIO DI COMFORT, RISPARMIOENERGETICO E SICUREZZA.

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3 domotico l’utente rende la sua casa più comodaed efficiente. potenzialmente l’utente fa anche uninvestimento per il futuro poiché un livello più ele-vato contribuisce ad aumentare il valore dell’im-mobile.l’introduzione dei tre livelli di qualità dell’impiantoelettrico apporta una serie di potenziali vantaggiper i costruttori edili, per gli installatori di impiantielettrici e per gli utenti finali. il costruttore e l’instal-latore possono “certificare” il livello di prestazionedella propria soluzione impiantistica. l’utente finalepuò avere dei parametri qualitativi standardizzatidel proprio impianto, in fase di acquisto, vendita odi ristrutturazione dell’immobile.evidentemente è rilevante il ruolo della divulgazionee conoscenza affinché venga percepita e ricono-sciuta questa sorta di “piattaforma di intesa” intro-dotta della standardizzazione per livelli delle dota-zioni e prestazioni e quindi della qualità e fruibilitàdegli impianti a servizio della casa.nel realizzare nuove costruzioni il committente ol’impresa hanno necessità di avvalersi di profes-sionisti per la progettazione delle opere strutturalied impiantistiche: determinate scelte vengono ef-fettuare in sede di progettazione circa il livello del-l’impianto elettrico e la sua futura realizzazione.nel caso di ristrutturazioni residenziali può acca-dere, viceversa, che il contratto venga stipulato di-rettamente tra privato e ditta: pur ottenendo unimpianto conforme alla regola dell’arte, non sempreviene proposto adeguatamente un impianto elet-trico che esca dalla mera fornitura di energia elet-trica per esser proiettato verso standard qualitativisuperiori.ove mancano proposte strutturate per dotazioni

impiantistiche mirate al benessere dell’utilizzatore,all’efficienza funzionale dell’impianto, al risparmioenergetico ed alla vera integrazione tra gli impiantia servizio dell’immobile si creano i presupposti discelte non ottimali; esprimendo questo concettoin termini di “livelli” del capitolo 37: un livello 3 nonadeguatamente proposto ed argomentato, sia tec-nicamente che commercialmente, può “degra-darsi” a livello 1 per scelta dettate solo da ragio-namenti di natura economica.un’adeguata conoscenza delle opzioni tecniche ecommerciali offerte dal mercato permette di rag-giungere i livelli 2 e 3 senza dover necessariamenteinvestire un capitale economico.nel contempo la norma non obbliga a dover im-pegnare risorse economiche massive per arricchireun impianto elettrico ove non necessario: chi desi-dera l’essenziale con il minimo livello prestazionaleè libero di scegliere il livello 1, nel rispetto delleprescrizioni inerenti sicurezza elettrica e regoladell’arte.ingegneri progettisti e consulenti ed anche archi-tetti, System Integrator ed altri soggetti del com-parto edile ed impiantistico4 possono evidente-mente fornire un ruolo chiave affinché la scelta dellivello di prestazione e fruibilità dell’impianto elettricosia una scelta maturata con consapevolezza anchee soprattutto da parte di chi quell’impianto lo useràe lo vivrà quotidianamente per interi anni della pro-pria vita.

29ordine degli ingegneridella provinCia di roma

INDUSTRIALE

4 Si veda, a titolo di esempio,il “Libretto Impianto Elettrico”:https://goo.gl/hTAe1O.

L’INTRODUZIONE DEI TRE LIVELLI DIQUALITÀ DELL’IMPIANTO ELETTRICOAPPORTA UNA SERIE DI POTENZIALIVANTAGGI PER I COSTRUTTORI EDILI, PERGLI INSTALLATORI DI IMPIANTI ELETTRICIE PER GLI UTENTI FINALI. ILCOSTRUTTORE E L’INSTALLATOREPOSSONO “CERTIFICARE” IL LIVELLO DI PRESTAZIONE DELLA PROPRIASOLUZIONE IMPIANTISTICA.

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30ordine degli ingegneri

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Tabella A. Le dotazioniminime per i tre livelli,

prescrizioni allegato A dellaNorma CEI 64-8/3.

(Fonte BTicino S.p.A.).

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INDUSTRIALE

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INGEGNERIADELLA

INFORMAZIONEa cura di

Ing. N. D. Castelliti

commissione Sicurezza informatica

visto daIng. P. Rocco

Ing. G. D’Agnese

32ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

Nuovi adempimenti in materia di sicurezza dei sistemi e dei dati a carico delle P.A. e delle imprese.

IL DATA BREACH O VIOLAZIONE DEIDATI E IL NUOVO REGOLAMENTOEUROPEO 679/2016

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Il data Breach è un termine che indica una vio-lazione sui dati che può avvenire a seguito diattacchi informatici, accessi abusivi, incidenti oeventi avversi.

la definizione di “Data Breach” è riportata dallostandard iso/ieC 27040 che lo definisce una “vio-lazione di sicurezza che comporta accidentalmenteo in modo illecito la distruzione, la perdita, la mo-difica, la rivelazione non autorizzata o l’accesso aidati personali trasmessi, memorizzati o comunqueelaborati nel contesto della fornitura di un serviziodi comunicazione accessibile al pubblico nella Co-munità”. se la violazione riguarda dati personali, il deterio-ramento delle funzionalità può essere accompa-

gnato, se non affrontato in maniera adeguata etempestiva, da una situazione di pericolo, dannofisico materiale o immateriale, per le persone fisi-che. a puro scopo di esempio, la violazione deidati personali può provocare limitazione dei dirittidella persona, discriminazione, furto d’identità, per-dite finanziarie, pregiudizio alla reputazione, perditadi riservatezza dei dati personali protetti da segretoprofessionale o qualsiasi altro danno economico osociale significativo per la persona fisica.

DATA BREACH E REGOLAMENTOEUROPEO

a maggio del 2016 è stato pubblicato sulla gaz-zetta ufficiale dell’unione europea il Nuovo Rego-lamento, n. 679 del 27 aprile 2016, relativo allaprotezione delle persone fisiche con riguardo altrattamento dei dati personali che abroga la diret-tiva 95/46/Ce. tutte le imprese pubbliche e privatedell’unione avranno due anni per adeguarsi al re-golamento che, per sua natura, non richiede ulte-riori atti legislativi di recepimento a livello di paese.sostituirà inoltre le leggi locali sulla privacy; per l’i-talia il d. leg.vo 196/2003.il regolamento europeo nell’articolo 33 imponeche “…in caso di violazione dei dati personali, il ti-tolare del trattamento notifica la violazione all’au-torità di controllo competente senza ingiustificatoritardo e, ove possibile, entro 72 ore dal momentoin cui ne è venuto a conoscenza.” il successivoarticolo richiede inoltre che “Quando la violazionedei dati personali è suscettibile di presentare un ri-

33ordine degli ingegneridella provinCia di roma

DELLAINFORMAZIONE

IL REGOLAMENTO INTRODUCE REGOLEPIÙ CHIARE IN MATERIA D’INFORMATIVAE CONSENSO, DEFINISCE I LIMITI ALTRATTAMENTO AUTOMATIZZATO DEI DATIPERSONALI, PONE LE BASI PERL’ESERCIZIO DI NUOVI DIRITTI,STABILISCE CRITERI RIGOROSI PER ILTRASFERIMENTO DEI DATI AL DI FUORIDELL’UE E PER I CASI DI VIOLAZIONE DEIDATI PERSONALI (DATA BREACH).

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schio elevato per i diritti e le libertà delle personefisiche, il titolare del trattamento comunica la vio-lazione all’interessato senza ingiustificato ritardo.”ma quali sono le cause principali che possonocausare la perdita dei dati? lo studio “2016 DataBreach Investigations Report” (DBIR) pubblicatoda Verizon Enterprise Solutions, riporta che unadelle cause del Data Breach è l’errore umano. infatti, uno dei fattori più critici per la Cyber Securityin ambienti pubblici o privati, è la formazione deidipendenti. la mancanza di consapevolezza in

questo campo è un problema di qualsiasi organiz-zazione in quanto ogni forma di eventuale negli-genza da parte delle persone può tradursi in espo-sizione del sistema a possibili violazioni. un esempio di negligenza è rappresentato dallagestione delle password. l’attacco di tipo “forzabruta” consiste nell’eseguire delle procedure chemettono in atto in tempi brevissimi migliaia di ten-tativi di accesso al server dove risiedono le appli-cazioni da violare. il tempo impiegato è funzione di:tempo di accesso (linee e dispositivi), la lunghezzadella password e la quantità di caratteri usati. il grafico (Figura 1) riporta in scala logaritmica iltempo massimo necessario per trovare la pas-sword, per una velocità di accesso pari a 105/sec.i calcoli sono stati compiuti ipotizzando l’uso dicaratteri alfabetici o solamente maiuscoli o sola-mente minuscoli (26); i caratteri alfabetici sia maiu-scoli sia minuscoli (52); tutti i caratteri alfanumerici(62); aggiunta di alcuni caratteri speciali (80). lediverse curve si riferiscono a diverse lunghezzedella password (8, 9, 10, 15 caratteri). analizzandoi dati si evince che il tempo necessario per trovareuna password può spaziare dai pochi secondi alleore e fino a diversi giorni, secondo la complessitàdella password e del set di caratteri usati, oltreche dalla velocità di contatto. È questo il motivoper cui il disciplinare tecnico, allegato B del d.leg.vo 30 giugno 2003, n. 196, “Codice in materia

DELLAINFORMAZIONE

34ordine degli ingegneri

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Figura 1.

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di protezione dei dati personali”, impone che lalunghezza della parola “chiave”, quando è previstadal sistema di autenticazione, sia composta da al-meno otto caratteri oppure, nel caso in cui lo stru-mento elettronico non lo permetta, dal numero dicaratteri pari al massimo consentito.tornando al test dell’indagine inglese, esso ha ri-levato, nel giro di pochi giorni, che le passwordpiù usate erano quelle presentate nella tabella quisotto, da cui si conclude che, almeno per questosocial network, l’attenzione alle password è al-quanto bassa (tabella 1).

CHE FARE IN CASO DI DATA BREACH?

il legislatore ha voluto dare una grande importanzaad ogni forma di violazione, sia per l’evento in sé,sia per le conseguenze critiche che possono coin-volgere l’interessato. emerge inoltre la necessità,da parte del titolare del trattamento, di reagire intempi rapidi, salvo dare spiegazioni di un eventualeritardo.appare evidente la necessità di affrontare il pro-blema della gestione del rischio di violazione conapproccio olistico su due piani diversi ma integrati:da una parte un’infrastruttura tecnica di protezioneproattiva, basata su proposte ampie e dettagliatedi un mercato; dall’altra una cultura aziendale fina-lizzata a proteggere l’anello debole della catena didifesa: il personale. i processi di ingegneria sociale,descritti magistralmente da Kevin David Mitnicknel 2002, sono ancora validi, in quanto l’evoluzionedegli strumenti è di gran lunga più veloce dell’ata-vica inerzia che caratterizza gli esseri umani. biso-gna acquisire la mentalità per la quale lavorare su

dati o, ancor più, su dati personali, richiede lastessa attenzione della guida di un’automobile,consapevoli che ogni errore può fare incorrere inincidenti d’impredicibile gravità. lo stesso Rap-porto Clusit 2016 sulla Sicurezza ICT in Italia con-ferma che nel 2015 si è assistito alla diffusione or-mai endemica di attività cybercriminali “spicciole”(…) per esempio le quotidiane campagne di estor-sione realizzate tramite phishing (truffa on-line) eransomware (virus informatici), che hanno colpitomoltissime organizzazioni e cittadini italiani, a di-mostrazione che tanto si deve ancora fare sul frontedella cultura aziendale per arginare Data Breach adiversi livelli.

CONCLUSIONI

poiché la gestione del data Breach ricade piena-mente in un evento di Risk e Crisis Management,la sua gravità deve essere valutata con tutta la do-vuta competenza. i consigli utili alle aziende permitigare i rischi di una “Data Breach” possono es-sere sintetizzati come segue:

- trasformare l’utente da anello debole a primalinea di difesa;

- applicare il principio del minimo privilegio perquanto riguarda l’accesso ai dati;

- adottare puntuali politiche per aggiornare isistemi;

- proteggere adeguatamente i dati (ad esem-pio crittografare i dati sensibile;

- utilizzando meccanismi di autenticazione adue fattori;

- rivolgere grande attenzione anche alla sicu-rezza fisica. ■

35ordine degli ingegneridella provinCia di roma

DELLAINFORMAZIONE

L’ATTACCO DI TIPO “FORZA BRUTA”CONSISTE NELL’ESEGUIRE DELLEPROCEDURE CHE METTONO IN ATTO INTEMPI BREVISSIMI MIGLIAIA DI TENTATIVIDI ACCESSO AL SERVER DOVE RISIEDONOLE APPLICAZIONI DA VIOLARE. IL TEMPOIMPIEGATO È FUNZIONE DI: TEMPO DIACCESSO (LINEE E DISPOSITIVI), LALUNGHEZZA DELLA PASSWORD E LAQUANTITÀ DI CARATTERI USATI.

Tabella 1.

Password Frequenza

1 123456 753,305

2 linkedin 172,523

3 password 144,458

4 123456789 94,314

5 12345678 63,769

6 111111 57,21

7 1234567 49,652

8 sunshine 39,118

9 qwerty 37,538

10 654321 33,854

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INGEGNERIAINTERSETTORIALE

a cura diIng. F. Zavagnini

Avv. S. Rubeo

commissione Mediazione e arbitrato

visto daIng. F. Sciarra

Ing. R. Villa

36ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

La normativa italiana vede la nascitadell’arbitrato irrituale in una decisione dellaCorte di Cassazione di Torino del 27 dicembredel 1904, nella quale si definivano lefondamenta dell’Istituto.

ARBITRATO IRRITUALE

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L’ultimo intervento sull’argomento si è avutocon il d. leg.vo 2 febbraio 2006, n. 40che ha interessato sia l’arbitrato rituale chel’arbitrato irrituale, ridefinendone il quadro

normativo laddove precedentemente ampio spa-zio era lasciato all’interpretazione della prassi giu-ridicaprima di addentrarci su alcuni aspetti dell’arbi-trato irrituale, è necessario sottolineare le carat-teristiche peculiari di tale istituto, caratteristiche

che lo differenziano profondamente dall’arbitratorituale.Come per l’arbitrato in genere, il risultato della pro-cedura è il “lodo arbitrale”, una decisione scrittaespressa da arbitri incaricati dalle parti per dirimerela questione.la principale differenza tra l’arbitrato irrituale equello rituale è data dagli effetti o efficacia del rela-tivo lodo. nel caso dell’arbitrato irrituale il lodo avràefficacia di natura contrattuale mentre nel casodell’arbitrato rituale il lodo avrà una efficacia corri-spondente a quella di una sentenza. potrà cioè avere efficacia esecutiva e potrà quindiessere posto in esecuzione forzata in caso di man-cato adempimento volontario.il vantaggio dell’arbitrato, anche di quello irrituale,è certamente quello di massima autonomia dallelungaggini processuali con brevità dei tempi di ri-soluzione delle controversie. i tempi sono ridotti ri-spetto all’iter di una controversia affrontata in sedegiudiziaria. infatti, l’art. 820 c.p.c. stabilisce che inassenza di un termine fissato dalle parti per la pro-nuncia del lodo, quest’ultimo debba essere pro-nunciato dagli arbitri nel termine di duecentoqua-ranta giorni dall’accettazione della nomina. unsuccessivo punto a favore dell’arbitrato è costituitodalla possibilità, in sede di scelta dell’arbitro, dinominare una persona con un’approfondita pre-parazione tecnica nel settore d’interesse, fatto chegarantisce la profonda e corretta comprensionedelle origini della controversia ai fini della pronuncia

37ordine degli ingegneridella provinCia di roma

INTERSETTORIALE

LA PRINCIPALE DIFFERENZA TRAL’ARBITRATO IRRITUALE E QUELLORITUALE È DATA DAGLI EFFETTI OEFFICACIA DEL RELATIVO LODO. NELCASO DELL’ARBITRATO IRRITUALE ILLODO AVRÀ EFFICACIA DI NATURACONTRATTUALE MENTRE NEL CASODELL’ARBITRATO RITUALE IL LODO AVRÀUNA EFFICACIA CORRISPONDENTE AQUELLA DI UNA SENTENZA.

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del lodo arbitrale.il codice di procedura civile dedica oggi all’arbitratoirrituale un articolo specifico, l’art. 808 ter riportareper esteso nel riquadro della pagina seguente.essendo l’arbitrato sostanzialmente un accordocontrattuale, possono essere risolte con tale stru-mento solamente le controversie su diritti disponi-

bili, fatti salvi espressi divieti di legge per particolarisettori o argomenti.la forma scritta del compromesso e la determina-zione dell’oggetto della controversia sono neces-sari, a pena di nullità, come prescritto dall’articolo807 c.p.c..l’articolo 808 c.p.c. dispone che: “Le parti, nel

INTERSETTORIALE

38ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

libro Quarto: dei proCedimenti speCiali titolo viii: dell’arbitrato

Capo i: della ConvenZione d’arbitrato

808-ter.1 Arbitrato irrituale

I. Le parti possono, con disposizione espressa per iscritto, stabilire che, in deroga a quantodisposto dall’articolo 824-bis, la controversia sia definita dagli arbitri mediante determinazionecontrattuale. Altrimenti si applicano le disposizioni del presente titolo.II. Il lodo contrattuale è annullabile dal giudice competente secondo le disposizioni del libro I:1. se la convenzione dell’arbitrato è invalida, o gli arbitri hanno pronunciato su conclusioniche esorbitano dai suoi limiti e la relativa eccezione è stata sollevata nel procedimentoarbitrale;

2. se gli arbitri non sono stati nominati con le forme e nei modi stabiliti dalla convenzionearbitrale;

3. se il lodo è stato pronunciato da chi non poteva essere nominato arbitro a norma del-l’articolo 812;

4. se gli arbitri non si sono attenuti alle regole imposte dalle parti come condizione divalidità del lodo;

5. se non è stato osservato nel procedimento arbitrale il principio del contraddittorio. Allodo contrattuale non si applica l’articolo 825.

1 Articolo aggiunto dal D. Leg.vo n. 40/2006.

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contratto che stipulano o in un atto separato, pos-sono stabilire che le controversie nascenti dal con-tratto medesimo siano decise da arbitri [...]”.ovviamente tali controversie devono poter formareoggetto di convenzione di arbitrato e la clausoladeve rispettare i requisiti di forma scritta prescrittidall’articolo 807 c.p.c..il caso di convenzione di arbitrato anche in materianon contrattuale è previsto dall’articolo 808-bisc.p.c. il quale prescrive che in questo caso, conapposita convenzione, si debba stabilire che sianodecise da arbitri eventuali controversie future rela-tive a determinati rapporti non contrattuali. anchein questa fattispecie la convenzione deve rispettarei requisiti di forma scritta previsti dall’articolo 807c.p.c..deve quindi essere evidente la chiara volontà delleparti, da esprimersi ad esempio nel rapporto con-trattuale, di risolvere eventuali controversie ricor-rendo ad arbitri mediante determinazione ancoracontrattuale. Fino alla pubblicazione del succitatodecreto del 2006 la scelta tra arbitrato rituale edirrituale era lasciata all’interpretazione della volontàdelle parti da ricercarsi nella clausola compromis-soria e nel rapporto contrattuale in generale.parole come “giudizio” e “giudicare”, nelle varieconiugazioni, all’interno della clausola contrattualepotevano fino al 2006 far propendere per un arbi-trato rituale. oggi invece alla luce dell’articolo 808-ter sopra riportato, nel caso tale disposizione nonrichiami esplicitamente la determinazione contrat-tuale, la soluzione ad eventuali controversie saràottenuta esclusivamente attraverso l’effettuazionedell’arbitrato rituale includendo principalmente gliarticoli 824-bis e 825. occorre peraltro fare attenzione a definire chiara-mente la clausola compromissoria, infatti, l’articolo

808-quater prescrive che, nel dubbio, la conven-zione d’arbitrato si interpreta nel senso che la com-petenza arbitrale si estende a tutte le controversieche derivano dal contratto.per i lettori interessati, è opportuno analizzare peresteso anche il capo iii “del procedimento” e ilcapo IV del lodo” al titolo viii, libro iv del codice diprocedura civile per approfondire due degli argo-menti di principale interesse per chi si avvicina allamateria. in definitiva, alla presenza di una controversia, giàiniziata o che possa insorgere, due o più parti pos-sono decidere di risolverla per mezzo dell’arbitratoirrituale anziché rivolgersi alla magistratura iniziandoun giudizio ordinario. Ciò determinato, le parti sta-biliscono con un atto scritto, con efficacia ad sub-stantiam, che in relazione ad un particolare rap-porto giuridico tra loro intercorrente, la lite vengarisolta da un arbitro. l’arbitro, che può essere un’u-nica persona o più d’una ma sempre in numerodispari, nel caso di collegio arbitrale, giudicheràsenza la necessità di osservare le procedure pre-viste nel codice di rito. il lodo, cioè la decisione ar-bitrale, avrà efficacia contrattuale tra le parti. Conla conseguenza che la possibilità di attuare il di-sposto dell’arbitrato irrituale è di fatto rimessa alcorretto comportamento delle parti. determinan-dosi diversamente la necessità, una nuova con-troversia sull’esecuzione della determinazione ar-bitrale rimasta inadempiuta.per concludere possiamo riassumere dicendoche l’arbitrato irrituale è la soluzione perfetta per“galantuomini” che hanno fretta di risolvere unaloro divergenza, velocizzando i tempi della deci-sione. ■

39ordine degli ingegneridella provinCia di roma

INTERSETTORIALE

ALLA PRESENZA DI UNA CONTROVERSIA,GIÀ INIZIATA O CHE POSSA INSORGERE,DUE O PIÙ PARTI POSSONO DECIDERE DIRISOLVERLA PER MEZZODELL’ARBITRATO IRRITUALE ANZICHÉRIVOLGERSI ALLA MAGISTRATURAINIZIANDO UN GIUDIZIO ORDINARIO.

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I CONTRIBUTISUL QUADERNO

Area civile ambientale

I NOLI IN EDILIZIA E LA SICUREZZAAutore: Ing. V. Giannini, Ing, M. Di PasqualeVisto da: Ing. M. CerriCommissione: Sicurezza nei cantieri temporanei

I l nolo di attrezzature di lavoro nei cantieri, sia “a freddo”che “a caldo”, ha acquisito una notevole importanza nel-l’attività edile, in conseguenza di una sempre maggiorediffusione di lavorazioni che richiedono macchinari parti-colarmente sofisticati, della facilità per l’impresa esecutricedi reperire macchinari adeguati alla attività da svolgere efinanche di avvalersi di tale contratto dal punto di vistaamministrativo. La materia si presenta a tutt’oggi non bendefinita, tanto da dover far sovente ricorso alle massimegiurisprudenziali per conoscere gli indirizzi operativi oppureper precisare compiti e responsabilità delle figure che agi-scono nel cantiere.Per la definizione di nolo si può far riferimento a quanto

specificato dalla Direzione generale per l’Attività Ispettivadel Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali:

“la fattispecie del “nolo” è una figura contrattuale atipicadiffusa nella prassi commerciale, avente ad oggetto ilnoleggio ovvero la concessione in uso di un macchinarioe l’eventuale prestazione lavorativa di un operatore. Inmancanza di una esplicita definizione legislativa, l’isti-tuto in esame viene inquadrato, dalla giurisprudenzadella Corte di Cassazione, nell’ambito della disciplinacivilistica del contratto di locazione (artt. 1571 c.c. ess.), e distinto nelle due tipologie del “nolo a freddo” edel “nolo a caldo”. La prima fattispecie contempla quale oggetto del con-tratto esclusivamente la locazione del macchinario; laseconda figura risulta, invece, caratterizzata dallo svol-gimento dell’attività lavorativa da parte di un dipendentedel locatore, addetto all’utilizzo del macchinario, attivitàche si presenta comunque accessoria rispetto alla pre-stazione principale costituita dalla messa a disposizionedel bene (cfr. sentenze Cass. Penale Sez. IV nn. 23604- 34327- 41791/2009). La giurisprudenza ha, inoltre, evidenziato quali siano glielementi utili ai fini della qualificazione della fattispecieconcreta in termini di nolo a caldo, nonché la differenzaesistente, a prescindere dal nomen iuris attribuito dalleparti al rapporto negoziale, tra quest’ultima e gli schemicontrattuali dell’appalto e del subappalto (artt. 1655 c.c.e ss.). Nello specifico, l’appaltatore e l’eventuale subappalta-

40ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

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GLI ARTICOLI SUL QUADERNO N. 4/2016

Page 43: e l a roma · 2018. 4. 14. · n. 4/2016 Po trimestrale n. 12 anno iii s t e I t a l i a n e S. p. A.-S p e d i z i o n e i n a b b o n a m e n t o p o s t a l e D. L. 3 5 3 / 0 3

I CONTRIBUTISUL QUADERNO

tore si obbligano nei confronti del committente al com-pimento di un’opera ovvero alla prestazione di un ser-vizio, organizzando i mezzi di produzione e l’attività la-vorativa per il raggiungimento di un risultato produttivoautonomo. Diversamente, nel nolo il locatore mette a disposizionesolo il macchinario ed, eventualmente, l’addetto al suoutilizzo, senza alcuna ingerenza nella attività produttivae nell’organizzazione aziendale del noleggiatore”...

L’OTTIMIZZAZIONE DELLE PERFORMANCEOSPEDALIERE ATTRAVERSO LA GESTIONE E ILCONTROLLOAutore: Ing. F. MeteVisto da: Ing. E. Amodeo, Ing. M. CerriCommissione: L’ingegneria nei sistemi di gestione integratiPREMESSAQuesto articolo avrà un taglio qualitativo. Si sarebberopotuti descrivere indicatori, formule matematiche e calcolistatistici alla base dei risultati progettuali, ma in tale ma-niera ci si sarebbe allontanati da quello che è il vero obiet-tivo del presente articolo: comprendere come semplici tec-niche strutturate, ivi compresa l’applicazione di correttetecniche gestionali, siano in grado di migliorare, anche inmaniera considerevole, le performance delle organizzazionie in particolar modo delle strutture ospedaliere pubbliche.I risultati progettuali potranno essere mostrati in una se-conda faseresi pubblici a livello nazionale.Per focalizzare l’attenzione sul miglioramento delle pre-stazioni delle aziende ospedaliere pubbliche si è scelto didescrivere gli step di un progetto, denominato “Monito-raggio della spesa Per la manutenzione degli immobili delSSN”, realizzato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi SanitariRegionali (di seguito Agenas) e da alcune Regioni italiane,che hanno aderito al progetto su base volontaria. Tale pro-getto ha cercato e sta cercando di individuare delle “goodpractices” per quanto concerne la manutenzione ordinariadegli immobili e i costi energetici, al fine di migliorare l’ef-ficienza e l’efficacia negli ospedali e ridurre gli sprechi or-ganizzativo-gestionali.Si è scelto di mostrare, con questo articolo, le sole scelteprogettuali adottate e le motivazioni a monte, evidenziandogli aspetti innovativi e le sfide che il suddetto progetto siporta dietro, piuttosto che i risultati avuti dalle singolestrutture ospedaliere facenti parte del gruppo di lavoro. Ilfocus di questo articolo sarà quindi quello di confutare e dicomprendere che talune tecniche, sistemi di gestione sututte, possono e devono essere implementate attivamentedalle aziende pubbliche perché potranno fornire un validosupporto ai responsabili delle unità operative e all’alta di-rezione, per monitorare meglio una serie di indicatori diperformance della propria azienda.IL PROGETTO NEL DETTAGLIO: IL RAZIONALEIl progetto “Monitoraggio della spesa per la manutenzionedegli immobili del SSN” è un progetto di ricerca autofinan-ziato, proposto da Agenas, coordinato con alcune Regioni

italiane e sviluppato con l’intento di monitorare il costo dimanutenzione ordinaria e di consumo energetico degliospedali italiani, aspetti ancora poco studiati a livello si-stemico in Italia. Il progetto prevede di arrivare alla condi-visione e alla stesura di linee guida per gestione della ma-nutenzione e dei relativi costi standard e allapredisposizione di KPI condivisi. In sede di sviluppo pro-gettuale, gli obiettivi ipotizzati sono stati:

– aggiornare la ricognizione sistematica di tutti gliimmobili utilizzati dai rispettivi sistemi sanitari re-gionali con le informazioni tecniche necessarie pereseguire le valutazioni previste dal progetto, orga-nizzandole su un database, quale primo tassello deldata warehouse che sarà rilasciato a ciascuna Re-gione partecipante al termine del progetto;

– elaborare una proposta di linee guida per avviareuna rilevazione sistematica dei dati del flusso delconto economico riguardanti la manutenzione, alfine di consentire l’avvio a regime dell’aggiorna-mento del monitoraggio delle voci di spesa oggettodell’indagine e aggiornare i range di costi standarddi riferimento per la manutenzione, organizzando leinformazioni su dei database;

– consegnare alle aziende che hanno partecipato alprogetto un sistema informatizzato di gestione delleinformazioni sulle caratteristiche del patrimonio im-mobiliare e il monitoraggio delle relative spese dimanutenzione;

– formulare dei range di costi standard di riferimentoper la manutenzione delle diverse tipologie di strut-ture sanitarie;...

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I CONTRIBUTISUL QUADERNO

Area industriale

IL PROBLEMA DELL’ABBAGLIAMENTO IN AMBITOAEROPORTUALEAutore: Ing. P. Mazzaracchio, Ing. G. MazzaVisto da: Ing. S. SciutoCommissione: Aviazione civile

La politica energetica nazionale ha portato ad un grandesviluppo sul territorio di impianti di produzione energe-

tica rinnovabile. Impianti fotovoltaici o solari a concentra-

zione che costituiscono grandi superfici complanari e po-tenzialmente riflettenti ha posto la problematica di verificareil potenziale abbagliante degli stessi al fine di escludereproblematiche relative alla sicurezza nei pressi delle in-frastrutture di trasporto in generale ed in particolare allasicurezza del volo nei pressi dei sedimi aeroportuali.In medicina l’abbagliamento è considerato un disturbotransitorio della vista, percepibile come una sensazioneeccessiva di luce, causato da un’alterazione delle vie oculario nervose ovvero un turbamento o una soppressione mo-mentanea della vista per l’azione di un corpo luminososugli occhi. La radiazione luminosa ha la potenzialità diconsumare il pigmento presente nei bastoncelli della retina,e se l’organismo non fa in tempo a risintetizzarlo l’occhioperde la capacità di vedere nitidamente. Il danno puòessere temporaneo o nei casi estremi permanente. Con-seguenza dell’abbagliamento sono evidentemente la ridu-zione delle prestazioni visive, a carattere debilitante (unpeggioramento istantaneo, temporaneo, ma reversibiledelle funzioni visive) o molesto, (senso di disagio che nondetermina inabilità visiva, ma disturbi astenopeici, difficoltàdi concentrazione, riduzione della capacità di attenzione,aumento delle probabilità di errore e riduzione del rendi-mento)...

METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE DEIPOTENZIALI RISCHI DA SCINTILLIO E DAABBAGLIAMENTO DA PARTE DI IMPIANTI DIPRODUZIONE DI ENERGIA A CONCENTRAZIONESOLAREAutore: Clifford K. Ho; Cheryl M. Ghanbari; Richard B. DiverTradotto da: G. Mazza; P. Mazzaracchio; J. ParonittiCommissione: Aviazione civile

Dato il crescente numero di impianti di produzione dienergia a concentrazione solare in fase di disegno e

sviluppo, il potenziale impatto di scintillio e d’abbagliamentoda parte di collettori e ricevitori a concentrazione solaresta attirando una sempre maggiore attenzione come unpotenziale pericolo o come un fattore di distrazione perautisti, piloti e pedoni. Questo articolo fornisce dei metodianalitici per valutare l’irraggiamento speculare e diffusooriginato da sorgenti riflettenti in funzione della distanza edelle caratteristiche della sorgente. Saranno forniti degliesempi di problematiche per entrambi i casi di fonti diffusee speculari e la validazione di tali modelli viene effettuatatramite delle prove. Inoltre, un sommario delle metriche disicurezza preso dalla bibliografia per valutare i pericoli po-tenziali di irraggiamento calcolati del scintillio e dell’abba-gliamento per delle esposizioni di breve termine. In prece-denza, le metriche di sicurezza si concentravano sullaprevenzione del danno oculare permanente (es. ustionedella retina). Le nuove metriche usate in questo articoloprendono in considerazione il danno temporaneo di im-magine residua che può avvenire per valori di irraggiamentodi vari ordini di grandezza inferiori a quelli necessari perun danno oculare irreversibile [DOI: 10.1115/1.4004349]...

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I CONTRIBUTISUL QUADERNO

Area intersettoriale

ARBITRATO - ALTERNATIVA AL GIUDIZIOORDINARIOAutore: Ing. G. VitaliVisto da: Ing. F. Sciarra, Ing. R. VillaCommissione: Mediazione e arbitrato

Raramente, durante lo svolgimento di un contratto, leparti arrivano al termine della Commessa senza che

una delle due (in genere l’Impresa esecutrice o fornitricedi beni e servizi) apra una procedura di contenzioso, pervedersi riconoscere somme superiori all’importo contrat-

tuale cui ritiene di avere diritto, in seguito alle asserite va-riate condizioni di esecuzione del contratto, rispetto aquanto previsto in sede di offerta. Tale procedura si svolgenormalmente presso la magistratura ordinaria, quando neicontratti si fa esplicito riferimento al Foro competente.Tuttavia, non è un segreto per nessuno che i tempi dellamagistratura ordinaria sono molto dilatati anche perché –stante la parziale o nulla conoscenza del giudice in ordinead aspetti squisitamente tecnici – il tribunale nomina unoo più Consulenti Tecnici di Ufficio (CTU) assegnando tempianche lunghi a seconda della complessità del contendere.In tali condizioni spesso accade che le Imprese che hannointentato un’azione giudiziaria vedano riconoscersi i lorodiritti solo dopo diversi gradi di giudizio e dopo molti anni,quando è, ahimè, talvolta troppo tardi.Esiste, però, nell’ordinamento italiano la possibilità di farericorso ad una misura alternativa, poco conosciuta e pocoapplicata, specie nel campo dei rapporti tra privati, che sichiama Arbitrato ed è regolato dal Titolo VIII del Codice diProcedura Civile, come modificato dal Decreto Legislativon. 40 del 02.02.2006... ■

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FOCUS

a cura diIng. D. Morea

Ing. L. Bongiovanni

Le opportunità concesse dal D. Lgs. 18 aprile 2016, n. 50.

IL CONSULENTE TECNICOINGEGNERE NELLE OPERAZIONI DI PROJECT FINANCING

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1. INTRODUZIONE

in base al recente d. leg.vo 18 aprile 2016, n. 50(Nuovo Codice degli Appalti Pubblici e dei Contrattidi Concessione – NCAPCC), il Focus individuacon chiarezza e precisione, le possibilità e modalitàdi definizione della procedura d’attuazione dellacostruzione d’infrastrutture d’interesse pubblicocon ricorso alla tecnica del Project Financing e sucome la stessa possa costituire un’opportunitàper il Consulente tecnico ingegnere.Questo, in continuità con un precedente articolodegli stessi autori, i quali hanno dimostrato come

la figura del Consulente tecnico ingegnere assumeun ruolo essenziale nella formulazione e valutazionedi un investimento nel settore pubblico realizzatocon l’utilizzo di capitali privati mediante la tecnicadel Project Financing [15]. nel presente Focus sono analizzate le funzioniche possono essere affidate, con riferimento alnCapCC, al Consulente tecnico ingegnere, nel-l’ambito dei progetti di partenariato pubblico-privato (ppp), e viene effettuato un confronto conquanto previsto dalle procedure adottate dallabanca mondiale (“A guide for hiring and managingadvisors for private participation in infrastructure -How to select and manage PPI advisors”) [19]. labanca mondiale svolge una funzione di guida deglienti di Finanziamento internazionali, i quali sono iprincipali finanziatori d’infrastrutture a sostegno diun gran numero di paesi, e costituisce, pertanto,una fonte altamente qualificata nel settore delProject Financing1.inoltre, si farà riferimento a quanto stabilito dall’u-nione europea (ue) in tema di ppp e a quantocontenuto nella pubblicazione della Commissioneeuropea “Guidelines for successful public-privatepartnerships” [7].

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FOCUS

L’OBIETTIVO DEL FOCUS ALLA LUCE DELRECENTE D. LEG.VO 18 APRILE 2016, N. 50 (NUOVO CODICE DEGLI APPALTIPUBBLICI E DEI CONTRATTI DICONCESSIONE – NCAPCC), È DIINDIVIDUARE CON CHIAREZZA EPRECISIONE, LE POSSIBILITÀ E MODALITÀDI DEFINIZIONE DELLA PROCEDURAD’ATTUAZIONE DELLA COSTRUZIONED’INFRASTRUTTURE D’INTERESSEPUBBLICO CON RICORSO ALLA TECNICADEL PROJECT FINANCING E SU COME LASTESSA POSSA COSTITUIREUN’OPPORTUNITÀ PER IL CONSULENTETECNICO INGEGNERE.

1 Public-Private-Partnership inInfrastructure ResourceCenter for Contracts, Lawsand Regulations (PPPIRC),https://goo.gl/jBpzTS è un’istituzione della BancaMondiale che offre strumentipratici per sviluppare iniziativedi partecipazione pubblico-private.

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2. IL D. LGS. 18 APRILE 2016, N. 50:PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO(PPP) E PROJECT FINANCING

il nCapCC definisce “Contratto di PartenariatoPubblico-Privato (PPP)”, un contratto a titolooneroso stipulato per iscritto con il quale una opiù stazioni appaltanti conferiscono a uno o piùoperatori economici per un periodo determinatoin funzione della durata dell’ammortamento del-l’investimento o delle modalità di finanziamentofissate, un complesso di attività consistenti nellarealizzazione, trasformazione, manutenzione e ge-stione operativa di un’opera in cambio della suadisponibilità, o del suo sfruttamento economico, odella fornitura di un servizio connesso all’utilizzodell’opera stessa, con assunzione di rischio secondomodalità individuate nel contratto, da parte dell’o-peratore [6]. nel predetto ambito, si applica latecnica del Project Financing.

il nCapCC fa riferimento, unicamente, alle figuretecniche che sono abilitate alla stesura dei progettie delle analisi economico-finanziarie (art. 46), senzaindicare, in dettaglio, i compiti affidati alle stesse [6].la banca mondiale prescrive, invece, dettagliata-mente le funzioni del Consulente tecnico [7,19]. gli autori, intendono mostrare, attraverso un con-fronto con le procedure previste dalla banca mon-diale, le attività che debbono essere svolte perperseguire gli obiettivi di cui al nCapCC e metterein evidenza i punti ove la professionalità dell’inge-gnere è richiesta e non può essere sostituita. nell’ordinaria procedura degli appalti di costruzione,la figura dell’ingegnere partecipa come estensoredel progetto, come direttore tecnico della costruzionee come controllore dell’esecuzione dei lavori (direttoredel lavori). la proprietà dell’infrastruttura è pubblicaed, anche, l’operatore dell’infrastruttura è pubblico. il nCapCC regola l’attività di ppp in cui la proprietàdell’infrastruttura è sempre pubblica e vengonoaffidate ai privati, oltre alle attività di progettazionee costruzione (come previsto negli appalti tradizio-nali), anche il finanziamento della costruzione, lagestione operativa dell’infrastruttura e la concessionedi servizi realizzati attraverso l’infrastruttura mede-sima. il nCapCC medesimo norma le attività svoltedalla pubblica amministrazione (pa), ma, nell’art.183 (Finanza di progetto), introduce la figura del-l’operatore privato che formula la proposta di con-cessione, sottoponendo la documentazione tecnicae finanziaria [6]. Quindi, vi è, anche, un’altra fonte d’attività dell’in-gegnere, che ricade nella consulenza ai soggettiprivati per l’analisi della convenienza dell’operatoreprivato ad investire nel ppp. Queste attività di con-sulenza sono analoghe a quelle fornite per la pa,ma possono garantire un notevole ampliamentodel mercato per il Consulente tecnico ingegnereche possiede una comprovata esperienza nelsettore del ppp.

3. LA PARTECIPAZIONE DELCONSULENTE TECNICO INGEGNERENELLE OPERAZIONI DI PARTENARIATOPUBBLICO-PRIVATO (PPP) E PROJECTFINANCING: D. LGS. 18 APRILE 2016, N.50, E PRATICA INTERNAZIONALE

nella tabella 1, sono state riportate le attività ovesi articola la partecipazione del Consulente tecnicoingegnere nelle operazioni di ppp e di Project Fi-nancing, sia secondo quanto normato dal nCapCCsia secondo quanto svolto nella pratica interna-zionale.

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FOCUS

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47ordine degli ingegneridella provinCia di roma

FOCUS

Numero progressivo

Riferimento del D. Leg.vo 18 Aprile, 2016, n. 50 (NCAPCC)

Procedura di Partenariato Pubblico-Privato (PPP) nel D. Leg.vo 18 Aprile, 2016, n. 50 (NCAPCC)

Riferimenti della Banca Mondiale [Public-Private-Partnership in Infrastructure Resource Center for Contracts, Laws and Regulations (PPPIRC)]

Partecipazione Del Consulente Tecnico Ingegnere

1 Art. 3, comma 1

Contratto di PPP Conferimento, realizzazione, trasformazione, manutenzione e gestione di un’opera in cambio della sua disponibilità (costruzione), o fornitura di un servizio connesso all’utilizzo.

Modelli di partecipazione privata corrispondent Concessioni, l’operatore ha la responsabilità dell’operazione e la manutenzione degli attivi ed anche il finanziamento degli investimenti. BOT, costruzione di una singola infrastruttura, operazione per un periodo a fronte di un canone e restituzione all’Ente Pubblico alla fine del periodo. DBO, l’ente pubblico finanzia la costruzione che viene progettata, costruita e gestita dal privato.

Al Consulente Tecnico Ingegnere la PA richiederà di fornire informazioni sulle infrastrutture esistenti e sulla necessità d’investire sul medio lungo termine e come questi investimenti possano avere impatto sugli obiettivi del PPP. Il Consulente Tecnico Ingegnere produrrà un rapporto che delineerà la fattibilità delle differenti forme di PPP che potranno essere in grado di garantire il raggiungimento degli obiettivi della PA.

2 Art. 180, comma 1

Il contratto può avere ad oggetto anche la progettazione di fattibilità tecnico ed economica e la progettazione definitiva delle opere o dei servizi connessi.

L’Amministrazione, attraverso un Consulente Tecnico, un Consulente economico-finanziario ed uno legale, prepara un documento preliminare Information Memorandum, nel quale viene definito che cosa la PA spera di ottenere, gli scopi che il progetto si pone, i parametri indicativi delle prestazioni finanziare ed operative, una descrizione della struttura del mercato e le disposizioni che regolamenteranno il contratto.

Il Consulente Tecnico Ingegnere partecipa alla redazione dello studio di fattibilità che dovrà contenere una sufficiente descrizione dei dettagli tecnici, per consentire agli investitori la valutazione di un loro eventuale interessamento al progetto. Inoltre, si coordinerà con il Consulente finanziario per fornire i parametri dei costi d’investimento ed operativi per la gestione dell’infrastruttura. Inoltre, dovrà pianificare la realizzazione degli investimenti, preparando un diagramma d’esecuzione, attraverso il quale sarà determinato il piano dei costi. Il Consulente Tecnico Ingegnere preparerà il progetto definitivo per l’Appalto (secondo la regolamentazione riportata nel Titolo III del NCAPCC).

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Tabella 1. Le attività ove si articola la partecipazione del Consulente Tecnico Ingegnere nelle operazioni di PPP e di Project Financing, sia secondo quanto normato dal NCAPCC sia secondo quanto svolto nella pratica internazionale.

Segue Tabella 1 >>

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48ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

FOCUS

Numero progressivo

Riferimento del D. Leg.vo 18 Aprile, 2016, n. 50 (NCAPCC)

Procedura di Partenariato Pubblico-Privato (PPP) nel D. Leg.vo 18 Aprile, 2016, n. 50 (NCAPCC)

Riferimenti della Banca Mondiale [Public-Private-Partnership in Infrastructure Resource Center for Contracts, Laws and Regulations (PPPIRC)]

Partecipazione Del Consulente Tecnico Ingegnere

4 Art. 180, comma 4 e 5

Valutazione della contropartita economica per l’operatore.

L’Information Memorandum svolge l’analisi della gestione del PPP ed è accompagnato da un modello economico-finanziario che definirà il flusso di cassa operativo, in cui sono inseriti i costi d’investimento ed operativi. Il modello Ecofin è lo strumento di valutazione della contropartita economica equa per l’operatore privato del PPP.

Il NCAPCC richiede la valutazione, da parte della PA, della contropartita economica per l’operatore. Il Consulente Tecnico Ingegnere, con il Consulente finanziario, dovrà realizzare il modello (previsto nell’Information Memorandum della procedura internazionale) e fornire alla PA uno strumento di valutazione per la definizione della contropartita economica. Occorre sottolineare che la decisione dell’operatore privato di partecipare al PPP dipende dall’attrattività dell’investimento e, quindi, dalla contropartita economica.

5 Art. 180, comma 6

Garanzia dell’equilibrio economico-finanziario. In sede di gara, l’Amministrazione può contribuire con la cessione di beni immobili.

La pratica internazionale affida al contratto, e, quindi, all’esperienza del Consulente legale che lo redige, la scelta di misure di mitigazione attraverso meccanismi contrattuali (garanzie, impegni tra le parti, compensazioni monetarie e nelle performances). Il Consulente legale è affiancato dal Consulente Tecnico Ingegnere, il quale stabilisce il valore dei danni che potrebbero verificarsi a seguito dell’attuarsi di rischi.

La possibilità, da parte della PA, di concedere beni immobiliari all’operatore economico pone la necessità di valutare questi beni e la loro utilizzabilità. Il Consulente Tecnico Ingegnere dovrà svolgere un documento di Due Diligence (investigazione e valutazione delle immobilizzazioni del progetto) nonché una stima del loro valore.

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49ordine degli ingegneridella provinCia di roma

FOCUS

Numero progressivo

Riferimento del D. Leg.vo 18 Aprile, 2016, n. 50 (NCAPCC)

Procedura di Partenariato Pubblico-Privato (PPP) nel D. Leg.vo 18 Aprile, 2016, n. 50 (NCAPCC)

Riferimenti della Banca Mondiale [Public-Private-Partnership in Infrastructure Resource Center for Contracts, Laws and Regulations (PPPIRC)]

Partecipazione Del Consulente Tecnico Ingegnere

6 Art. 180, comma 7

La documentata disponibilità di un finanziamento è condizione di valutazione d’ammissione ad un contratto di PPP.

La necessità di un finanziamento richiede una Consulenza Tecnica dell’Ingegnere alle Banche che debbono erogarlo. Tale Consulenza si svolge attraverso un’analisi tecnica del PPP mediante un’investigazione delle immobilizzazioni esistenti, per valutarne l’efficienza e l’efficacia atte alla realizzazione degli obiettivi, ed una verifica dei progetti per le opere da realizzare.

7 Art. 181, comma 2

Le Amministrazioni aggiudicatrici provvedono all’affidamento dei contratti ponendo a base di gara il progetto definitivo ed uno schema di contratto e di piano economico-finanziario, che disciplinino l’allocazione dei rischi tra Amministrazione aggiudicatrice ed operatore economico.

Il comma ribadisce la necessità di disporre della Consulenza Ingegneristica per redigere il progetto e lo studio di fattibilità nonché per la definizione dei rischi.

8 Art. 181, comma 3

La scelta è preceduta da un’adeguata istruttoria, con riferimento all’analisi della domanda e dell’offerta, alla sostenibilità economico-finanziaria ed economico- sociale dell’operazione, alla natura ed all’intensità dei diversi rischi presenti nell’operazione di PPP, anche utilizzando tecniche di valutazione mediante strumenti di comparazione per verificare la convenienza del ricorso a forme di PPP medesimo in alternativa alla realizzazione diretta tramite normali procedure d’appalto.

Il comma rimarca le attività da svolgere per la formulazione del PPP, che comportano l’espletamento delle attività già descritte ai punti 1, 2, 3 e 4 della presente tabella.

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50ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

FOCUS

Numero progressivo

Riferimento del D. Leg.vo 18 Aprile, 2016, n. 50 (NCAPCC)

Procedura di Partenariato Pubblico-Privato (PPP) nel D. Leg.vo 18 Aprile, 2016, n. 50 (NCAPCC)

Riferimenti della Banca Mondiale [Public-Private-Partnership in Infrastructure Resource Center for Contracts, Laws and Regulations (PPPIRC)]

Partecipazione Del Consulente Tecnico Ingegnere

9 Art. 181, comma 4

L’Amministrazione aggiudicatrice esercita il controllo. Sull’attività dell’operatore economico, attraverso la predisposizione ed applicazione di sistemi di monitoraggio.

La pratica internazionale predispone un attento monitoraggio del PPP in fase d’esecuzione e predispone due tipi di Consulenze Tecniche in questa fase: quella per il monitoraggio, l’approvazione dei pagamenti intermedi e la valutazione d’investimenti addizionali, che si dovessero rendere necessari; quella per il monitoraggio del raggiungimento delle performance contrattuali in termini d’avanzamento delle costruzioni e degli investimenti nonché di qualità dei servizi svolti.

Il NCAPCC prevede il monitoraggio, rimandando le modalità a quanto stabilirà l’ANAC. Si ritiene che il monitoraggio potrà essere svolto secondo quello adottato nella pratica internazionale descritta.

10 Art. 182, comma 1

Il finanziamento può, anche, riguardare il conferimento di assets patrimoniali pubblici e privati. La remunerazione del capitale investito è definita nel contratto.

I Consulenti Tecnici Ingegneri devono verificare le condizioni degli assets esistenti, valutare le necessità di riabilitazione e valutare la necessità di nuovi investimenti in infrastrutture.

Il NCAPCC, stabilendo che il finanziamento può riguardare, anche, il conferimento di assets, stabilisce la necessità di predisporre una verifica e valutazione nel PPP. Questa valutazione tecnica (nota come rapporto di Due Diligence) è propria delle competenze dell’Ingegnere.

11 Art. 182, comma 2

Il contratto definisce i rischi trasferiti e le modalità di monitoraggio della loro permanenza entro il ciclo di vita del rapporto contrattuale.

La Banca Mondiale ed altre Istituzioni Internazionali adottano specifici contratti redatti dall’International Federation of Consulting Engineers (FIDIC), che stabiliscono i compiti dei Consulenti Tecnici nella valutazione dei rischi e del monitoraggio nel corso della vita del progetto.

Cfr. le considerazioni di cui al punto 9.

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51ordine degli ingegneridella provinCia di roma

FOCUS

Numero progressivo

Riferimento del D. Leg.vo 18 Aprile, 2016, n. 50 (NCAPCC)

Procedura di Partenariato Pubblico-Privato (PPP) nel D. Leg.vo 18 Aprile, 2016, n. 50 (NCAPCC)

Riferimenti della Banca Mondiale [Public-Private-Partnership in Infrastructure Resource Center for Contracts, Laws and Regulations (PPPIRC)]

Partecipazione Del Consulente Tecnico Ingegnere

12 Art. 183, comma 15

Gli operatori economici possono presentare alle amministrazioni aggiudicatrici proposte relative alla realizzazione, in concessione, di lavori pubblici o di lavori di pubblica utilità, incluse le strutture dedicate alla nautica da diporto, non presenti negli strumenti di programmazione approvati dall’Amministrazione aggiudicatrice sulla base della normativa vigente. La proposta contiene un progetto di fattibilità, una bozza di convenzione, il piano economico-finanziario asseverato da uno dei soggetti di cui al comma 9, primo periodo, e la specificazione delle caratteristiche del servizio e della gestione.

L’art. 183 “Finanza di Progetto” tratta delle procedure d’affidamento di concessioni a soggetti privati che presentino offerte che contemplino l’utilizzo di risorse totalmente o parzialmente a carico dei soggetti proponenti. Oltre ai progetti proposti dalla PA, che prepara il progetto di fattibilità, l’articolo contempla la possibilità che siano gli operatori privati a formulare la proposta di concessione, sottoponendo la documentazione tecnica e finanziaria. Il Consulente Tecnico Ingegnere ha, quindi, la possibilità di svolgere la preparazione dei progetti e gli studi, non soltanto per la PA ma, anche, per i privati.

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4. RISULTATI, DISCUSSIONE ECONCLUSIONI

i progetti di ppp, normati dal nCapCC nella parteiv, titolo i [6], aprono prospettive di Consulenzaper gli ingegneri nei confronti dei principali soggettiinteressati: pa, operatori privati, banche finanzia-trici.i progetti di partecipazione pubblico-privata ab-bracciano, per la loro formulazione e gestione,competenze diverse: legale, economica, finanziaria,assicurativa ed ingegneristica. Quest’ultima risultaessenziale, in quanto stabilisce cosa fare per rag-giungere gli obiettivi di servizio pubblico ed ibenefici che la PA ricerca, e ne definisce l’importofinanziario.la pratica delle realizzazioni internazionali mostracome il Consulente finanziario sia il soggetto chesvolge la funzione di coordinamento per il montaggiodelle operazioni di partecipazione privata [7,19].Ciò, è dovuto alla necessità di reperire il finanzia-mento da parte dei promotori dell’iniziativa. Con-seguentemente, gli stessi sono propensi ad affidarela gestione dell’operazione al soggetto che megliodialoga con le banche finanziatrici.il nCapCC enfatizza il ruolo della pa nella formu-lazione e gestione dei progetti di ppp e potrebbeessere un’occasione affinché, in italia, possa af-fermarsi, in questo tipo di operazioni, un ruololeader della Consulenza tecnica ingegneristica.Quest’affermazione potrà trovare attuazione qualorala figura dell’ingegnere si arricchirà di una più ap-profondita formazione sulle tematiche economi-co-finanziarie legate al Project Financing. solo intal modo, l’ingegnere potrà dialogare con tutti i

partecipanti all’operazione, facendo valere la propriaprofessionalità ingegneristica, indispensabile per ilsuccesso dell’iniziativa.l’affermazione dei ppp nella pratica corrente perla realizzazione di opere d’interesse pubblico potràconsentire lo sviluppo di un nuovo tipo di “Studiod’Ingegneria”, il quale potrà arricchirsi, al suointerno, delle professionalità richieste dalla complessaconsulenza afferente agli stessi ppp. Ciò, potràcostituire uno stimolo al miglioramento, per ri-spondere, al meglio, alle nuove esigenze.i risultati del presente lavoro invitano, ancora unavolta, al richiamo di tutti gli strumenti che, nellacorrente difficile situazione economica nazionaleed internazionale, possono incentivare la sostenibilitàdegli investimenti effettuati ricorrendo alla tecnicadel Project Financing. per una rassegna dei lavoriin materia, si rimanda il lettore ai relativi riferimentibibliografici. ■

52ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

FOCUS

L’AFFERMAZIONE DEI PPP NELLAPRATICA CORRENTE PER LAREALIZZAZIONE DI OPERE D’INTERESSEPUBBLICO POTRÀ CONSENTIRE LOSVILUPPO DI UN NUOVO TIPO DI “STUDIOD’INGEGNERIA”.

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53ordine degli ingegneridella provinCia di roma

FOCUS

BIBLIOGRAFIA

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[2] Campisi D., Morea D. and Farinelli E. (2015), “Economic sustainability of ground mounted photovoltaicsystems: an Italian case study”, International Journal of Energy Sector Management, vol. 9 (2), pp. 156-175.

[3] Campisi D., Costa R., Mancuso P. e Morea D. (2014), Principi di Economia Applicata all’Ingegneria -Metodi, Complementi ed Esercizi, Hoepli, Milano.

[4] Campisi D. e Costa R. (2008), Economia Applicata all’Ingegneria - Analisi degli Investimenti e ProjectFinancing, Carocci, Roma.

[5] Farinelli E., Marini F., Morea D., Morea M. C., Pento C., Pirone A. e Salerni M. (2014), “Un modello di projectfinancing a sostegno degli investimenti nel settore delle energie”, I.O. Roma - Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Roma, n. 1, accessibile da: https://goo.gl/GJwdsS

[6] D. Leg.vo. 18 aprile 2016, n. 50.

[7] European Commission (2003), Guidelines for successful public-private partnerships, Bruxelles.

[8] Morea D. e Tranquilli,V. (2016), “Il Project Financing nel D. Leg.vo 18 aprile 2016, n. 50: novità e profili dicriticità”, Quaderno I.O. Roma (Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma), n. 3, in stampa.

[9] Morea D. and Poggi L. A. (2016), “Islamic finance and renewable energy: an innovative model for thesustainability of investments”, in proceedings of International Annual IEEE Conference of AEIT (AssociazioneItaliana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni). Capri, Italy, October 5-7.

[10] Morea D., Belloni Mellini G. e Tranquilli V. (2016), “L’evoluzione normativa del Project Financing versusl’innovazione dei processi di gestione e degli strumenti finanziari”, I.O. Roma (Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Roma), n. 1, pp. 50-61.

[11] Morea D., Pirone A. e Silleni F. (2016), “Possibile sviluppo del Project Financing: la formula del ProjectBond”, I.O. Roma (Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma), n. 1, pp. 14-19.

[12] Morea D. (2015), “Engineering Economy: una competenza necessaria per la professione dell’ingegnere”,I.O. Roma - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, n. 4, pp. 38-47.

[13] Morea D. (2015), “Dai conti energia al decreto -Spalma incentivi - Analisi degli effetti della rimodulazionedegli incentivi su un caso di studio italiano”, L’Ufficio Tecnico, n. 4, pp. 49-53.

[14] Morea D., Campisi D., Gitto S., Farinelli E. and D’Alessandris M. (2015), “Smart and traditional technologiesin comparison: a multi-criteria model for evaluation of energetic and economic efficiency of buildings”,Quaderno I.O. Roma - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, n. 3, pp. 80-93.

[15] Morea D. e Bongiovanni L. (2015), “Il ruolo determinante del consulente tecnico ingegnere per il successodelle operazioni in Project Financing”, Quaderno I.O. Roma - Ordine degli Ingegneri della Provincia diRoma, n. 2, pp. 18-23.

[16] Morea D., Cartapati E., Artito C. F., Nanni A., Rinelli M. e Salerni M. (2014), “Il modello IFC a sostegno degliinvestimenti nelle opere di manutenzione straordinaria in Project Financing”, Quaderno I.O. Roma -Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, n. 4, pp. 60-69.

[17] Morea D., Pirone A., Farinelli E. e Salerni M. (2014), “Indagine sull’utilizzo degli strumenti finanziarinell’area nordica del continente africano”, Quaderno I.O. Roma - Ordine degli Ingegneri della Provincia diRoma, n. 2, pp. 94-98.

[18] Morea D. (2005), “Le imposte societarie e le scelte di finanziamento delle imprese”, Economia Società eIstituzioni, vol. 17 (3), pp. 433-476.

[19] The World Bank (2016), Toolkit: a guide for hiring and managing advisors for private participation ininfrastructure (Vol. 5): How to select and manage PPI advisors (English), available at: https://goo.gl/jlTXUC

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54ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

FOCUS

a cura diIng. F. Boccalaro

Diffusione e applicazione di tecniche di Ingegneria Naturalistica per la difesadell’ambiente costiero e marino:Progetto “Capo Rizzuto”.

LA SALVAGUARDIA DEL LITORALEMARINO, COME BENEAMBIENTALE ED ECONOMICO

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PREMESSA

la salvaguardia del litorale marino, come bene am-bientale ed economico, è di grande importanzaed assume in questi ultimi anni particolare interessea causa dello stato attuale di grave degrado. la particolare posizione del territorio calabrese,bagnato da due mari, il mar tirreno ed il mar ionio,

per uno sviluppo costiero complessivo di circa 736km, attribuisce alla Calabria il primato assoluto disviluppo costiero tra le regioni peninsulari italiane,ma al tempo stesso impone diversi problemi con-nessi con la sua preservazione e/o l’eventuale re-cupero di alcuni tratti di costa. il litorale della Cala-bria è suddiviso in due settori: tirrenico e ionico.nel settore ionico (450 km di cui 15 km di costealte e 435 di spiagge) la crisi erosiva è meno diffusae risale a tempi più recenti [AA.VV. Lincei, 2004].

CRITERI DI PROTEZIONEDELL’AMBIENTE COSTIERO

una costa sabbiosa è continuamente sottopostaall’azione del moto ondoso e degli agenti meteorici:la sua morfologia è dinamica.la sua relativa stabilità dipende dalla vegetazioneconsolidante. Ciò implica diversi fattori conver-genti.il primo è l’acqua freatica. se l’uso di pozzi pocoprofondi fa abbassare la falda freatica al di sotto diun livello critico, le piante che stabilizzano le dune-muoiono.d’altro canto, se si arresta il trasporto solido litoralemediante la costruzione di frangiflutti o di altre di-fese longitudinali o trasversali impermeabili, si in-tercetta la fonte di sabbia che alimenta la duna.il fattore finale è la vegetazione dunale, che è estre-

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FOCUS

IL PROGETTO SUL SITO SIC IT9320102“DUNE DI SOVERETO”, NELL’AMBITODELL’AREA MARINA PROTETTA DI CAPORIZZUTO, SI PREFIGGE LO SCOPO DIRIPORTARE GLI HABITAT PRIORITARIPRESENTI, CHE OSPITANO SPECIE DIINTERESSE COMUNITARIO E NAZIONALE,IN UN BUONO STATO DI CONSERVAZIONEPER LE SPECIE VEGETALI E ANIMALITIPICHE DELLE DUNE. INDIRETTAMENTE,RIGUARDERANNO ANCHE AREE DIRILEVANZA ARCHEOLOGICA.

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mamente vulnerabile al calpestio [Ian L. McHarg,2007].la difesa delle dune contempla, oltre ai tradizionalistrumenti urbanistici come l’interdizione all’ac-cesso, anche la realizzazione di opere volte a ri-durne l’erosione, a riforestarle e a ripristinarne lamorfologia. la riforestazione delle dune non è peròcosa semplice, poiché il substrato è in continuaevoluzione e le radici delle nuove piantine sonocontinuamente scoperte dal vento; essa è spessoaccompagnata da interventi, eventualmente prov-visori, idonei a ridurre la mobilità dei sedimenti,oltre che a limitare l’accesso. la specie più fre-quentemente utilizzata per favorire la formazionedi nuove dune o la stabilizzazione di quelle soggettea deflazione accelerata è l’Ammophila littoralis.di solito l’imbrigliamento delle sabbie si effettuamediante reticolo di cannicciate, viminate e barrierefrangivento in materiali naturali, e nei riquadri vieneeseguita la semina, o la piantagione, di specie er-bacee (Ammophila arenaria, Agropyrum junceum,Arundo donax, Saccharum ravennae) o arbustive(Tamarix sp., Juniperus macrocarpa), aiutate dabiostuoie di contenimento [AA.VV. ISPRA, 2009].

CRITERI DI PROTEZIONE DELL’AMBIENTE MARINO

il trapianto di Fanerogame marine può essere con-siderato come una versione marina degli interventidi rivegetazione su versanti e sponde fluviali, e la-vora sul principio di dissipazione di energia damoto ondoso per attrito. la piantumazione di Po-sidonia oceanica su fondali relativamente protettiè ormai ben compresa e può essere abbinabilealla gestione delle dune [Boccalaro F., 2012].la realizzazione di Posidonieti protetti da barriereartificiali ha il duplice vantaggio di impedire la pra-tica illegale della pesca a strascico nella fascia co-stiera, e di costruire degli habitat ideali per la ripro-duzione di specie ittiche ad affinità con i substratiduri [Bovina G., 2004].in sostanza, il ruolo svolto dalle barriere è il recu-pero dei fondali degradati, il blocco meccanicodella pesca a strascico e il rilancio delle attività dipiccola pesca artigianale.

IL RUOLO DELL’INGEGNERIANATURALISTICA

la difesa o la riformazione delle dune litoraneesono tra gli interventi più rappresentativi dell’inge-gneria naturalistica nell’ambito della protezione co-stiera.

l’ingegneria naturalistica è una disciplina tecnicache utilizza materiale vegetale vivo negli interventiantierosivi e di consolidamento, anche in abbina-mento con materiali inerti naturali o artificiali. taleapproccio permette di raggiungere obiettivi tec-nico-funzionali, con indubbi vantaggi sotto il profiloambientale e paesaggistico e con costi spessoconcorrenziali ad analoghe opere in grigio [H. M.,Schiechtl 1991].i fattori che condizionano la scelta dell’interventosistematorio più idoneo sono elencati di seguito.- Scopo della sistemazione: innanzitutto il con-

solidamento delle aree in duna, seguito daun aumento delle specie vegetali, un costodi manutenzione più contenuto possibile ela creazione di superfici utili;

- Effetto tecnico: le dune minacciate da ero-sione vengono protette mediante interventidi copertura, le dune minacciate da frana-menti possono essere consolidate e resestabili con interventi stabilizzanti o di soste-gno;

- Ecologia delle stazioni: i fattori stazionali in-fluenzano la scelta delle piante che, dal cantoloro, contribuiscono a determinare il metodocostruttivo;

- Disponibilità di appropriati materiali da co-struzione: occorre stabilire a priori se le pianteadatte alle caratteristiche stazionali sono di-sponibili nelle vicinanze del cantiere o devonoessere portate sul posto;

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FOCUS

GLI OBIETTIVI PRINCIPALI DEL PROGETTOSUL SITO SIC DUNE DI SOVERETORIGUARDANO EFFETTI DI ARRESTO EDINVERSIONE DELLE COMPROMISSIONI INATTO DELLE RISORSE NATURALIDELL’AREA, DI DIFFUSIONE DELLETECNICHE DI INGEGNERIANATURALISTICA APPLICATEALL’AMBIENTE MARINO-COSTIERO, E DIPROTEZIONE E RECUPERO AMBIENTALEDEGLI HABITAT PRIORITARI COSTIERI EMARINI.

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- Stagione: i metodi costruttivi che abbiso-gnano di materiale con capacità di propa-gazione vegetativa sono legati al riposo ve-getativo (tardo autunno, inverno);

gli interventi: - di ricostituzione della copertura vegetale ver-

ranno eseguiti mediante “opere di rivesti-mento” (pendio stabile: η > 1,1);

- le opere di consolidamento e regimazionedelle acque verranno eseguite mediante“opere stabilizzanti” (pendio labile: 0,9 < η <1,1) e/o “opere combinate” (pendio instabile:η < 0,9).

l’uso abbinato di geotessili di contenimento a gri-glia tridimensionale con pali in legno impregnato efascine di salice, accanto al trapianto di specieconsolidanti garantisce la possibilità di collocare imateriali provenienti da dragaggio o da cave diprestito e di ricostruire barene e dune senza ele-menti di disturbo paesaggistico quali scogliere,calcestruzzo, ecc. [AA.VV. Regione Lazio, 2003]le tecniche d’intervento utilizzate nel mondo perstabilizzare o ricostituire le dune sono estrema-mente diversificate, anche se si stanno evolvendotutte nella direzione dell’ingegneria naturalistica,come avviene ad esempio con la creazione di bar-riere frangivento in materiali naturali che simulanol’effetto della vegetazione. si trovano comunqueanche difese costruite con staccionate di legno,

barriere di plastica e reti in geotessuto.l’accesso alla spiaggia viene spesso realizzato conpercorsi sinuosi, così che il vento non possa inca-nalarsi, e senza operare tagli artificiali; inoltre, sicopre il suolo con passerelle in legno o con detritivegetali di varia natura, in modo da impedire ladeflazione laddove il calpestio non consente lo svi-luppo della vegetazione. in molti casi, per impedire ogni interferenza fra lestrutture e la morfologia delle dune, si realizzanopasserelle sopraelevate fino a costituire veri e propriponti che collegano la viabilità interna ed i par-cheggi direttamente con la spiaggia.opere di ingegneria naturalistica vengono realiz-zate da oltre quaranta anni nei paesi anglofoni ecentro-europei [H. M. Schiechtl, 1991], mentre initalia le esperienze principali sono state fatte negliultimi venti anni. nel settore costiero importanti interventi sono statirealizzati in australia (Queensland), in nuova Ze-landa, in usa (Florida), in sudafrica (Cape pro-vince), e in europa, sia lungo la costa atlantica,come in irlanda, inghilterra, scozia, danimarca (Ju-tland), germania (Sylt), olanda, Francia (Aquitaine),spagna, portogallo, sia lungo la costa mediterra-nea, come Coto doñana, valencia, baleari, Ca-margue, Costa azzurra, Creta, delta del nilo.in italia, gli interventi più importanti di ripristino degliecosistemi dunali sono stati realizzati in laguna di

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FOCUS

Figura 1. Sito SIC Dune diSovereto.

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venezia e grado, penisola del Cavallino, litoraleveneto, delta del po, torre del Cerrano, duna elago di lesina, torre guaceto, porto Cesareo, se-linunte, vendicari, stagno e ginepreto di plata-mona, pula, piscinas, Foce del volturno, spiaggiaCala del Cefalo, dune del Circeo, Castel porziano,macchia grande, macchiatonda, palude della trap-pola, torre del lago, san rossore.

OBIETTIVI DEL PROGETTO

gli interventi previsti nel progetto sono rivolti diret-tamente ad habitat prioritari che ospitano specie diinteresse comunitario e nazionale, presenti nel sitoSIC IT9320102 Dune di Sovereto (194,25 ha) delcomune di isola Capo rizzuto (Kr) all’interno del-l’area marina protetta di Capo rizzuto (Figura 1).indirettamente, riguarderanno anche aree di rile-vanza archeologica. infatti, nelle località sovereto,torre bugiafro e pietranastase, sono state ritrovatealcune tombe scavate nell’arenaria e manufatti da-tabili fino al iii-ii secolo a.C.. sempre a sovereto, èstata riportata alla luce una cava di pietra arenariadi età greca, utilizzata per l’edilizia. in particolare gli obiettivi principali riguardano azionidi arresto e inversione delle compromissioni in attodelle risorse naturali dell’area, diffusione delle tec-niche di ingegneria naturalistica applicate all’am-biente marino-costiero, e di protezione e recuperoambientale dell’insieme degli habitat prioritari:

- 22. Dune marittime delle coste mediterranee,in particolare:- 2250. Dune costiere con Juniperus spp.; - 2210. Dune fisse del litorale del Crucia-

nellion maritima; - 2270. Dune con foreste di Pinus pinea

e/o Pinus pinaster) ed azioni di recuperodella funzionalità ecologica ed aumentodella biodiversità nei confronti dell’in-sieme di habitat prioritari.

- 11. acque marine e ambienti a marea in par-ticolare:- 1130. Estuari;- 1120. Praterie di posidonie (Posidonion

oceanicae);- 32. acque correnti, in particolare:

- 3290. Fiumi mediterranei a flusso inter-mittente con il Paspalo-Agrostidion).

per quanto riguarda la diffusione della disciplinadenominata “Ingegneria Naturalistica” gli obiettivispecifici sono [Boccalaro F., 2006]:

- sensibilizzare gli operatori locali sul valoredell’ambiente costiero e sull’utilità delle tec-niche di intervento a basso impatto ambien-tale necessarie per proteggerlo e ripristinarlo;

- sensibilizzare le scuole locali;- Formare il personale dell’ente gestore, i pro-

fessionisti e le maestranze locali;- indirizzare i gestori delle difesa costiera, pub-

blici e privati.per quanto riguarda l’habitat Dune marittime dellecoste mediterranee, gli obiettivi specifici sono:

- limitare al massimo i danni provocati dal cal-pestio prodotto dai visitatori e bagnanti el’accesso indiscriminato sul sistema delledune regolando l’accesso alla battigia solonelle zone dedicate a questa attività ricrea-tiva;

- limitare i processi erosivi realizzando infra-strutture leggere per (passerelle di legno) erecinzioni;

- migliorare l’informazione e accrescere la sen-sibilità ambientale del visitatore e della po-polazione locale. informare sulle modalità diaccesso all’arenile. sensibilizzare il pubblicosulle problematiche legate alla presenzadell’uomo negli habitat dunali. informare ilpubblico e gli enti locali riguardo gli interventidi gestione dei siti;

- Favorire il recupero morfologico di alcuni trattidel sistema dunale interessati da erosioneper mareggiate per un’estensione di circa 3ha;

- arrestare il processo di degrado e migliorarele condizioni ambientali di circa 3 Km linearidi costa;

- attivare una sezione dell’area marina protetta“Capo Rizzuto” per la conservazione e pro-pagazione di ecotipi locali di alcune speciemediterranee dell’ambiente dunale e retro-dunale. tali specie potranno essere utilizzatenegli interventi di ingegneria naturalistica e,più in generale, nella riqualificazione ambien-tale in ambito costiero;

- monitorare i risultati degli interventi eseguitiper un anno, a partire dalla fine dei lavori.

per quanto riguarda l’habitat Acque marine e am-bienti a marea, gli obiettivi specifici sono:

- smorzare l’energia da moto ondoso e, indi-rettamente, preservare l’integrità del litoralee favorire il ripascimento della spiaggia;

- salvaguardare l’integrità del posidonietolungo i margini superiori e nelle lacune;

- impedire la pratica illegale della pesca a stra-scico nella fascia costiera;

- Costruire degli habitat ideali per la riprodu-zione di specie ittiche ad affinità con i sub-strati duri;

- monitorare i risultati degli interventi eseguitiper un anno, a partire dalla fine dei lavori.

per quanto riguarda l’habitat Acque correnti, gli

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obiettivi specifici sono:- recupero funzionale ed ambientale delle

sponde del torrente vorga (bacino vallonevorga di circa 64 km2) in prossimità dellafoce per aumentare la biodiversità e favorirel’insediamento di nuove specie di uccelli, uti-lizzando tecniche di ingegneria naturalistica;

- diffusione delle tipologie forestali dell’arbu-steto ripariale a salici, associazioni adattealla colonizzazione dei greti stabili del fiume;

- Formazione di nuclei di diffusione ampi e se-lezionati per incrementare i processi evolutividella vegetazione riparia nell’intero bacino divalle;

- ampliamento e riqualificazione di aree umideretrodunali dulciacquicole, o debolmente sal-mastre, per un totale di circa 0,5 ha. l’inter-vento vuole contrastare gli attuali fenomenidi interrimento ed evoluzione della vegeta-zione che stanno provocando la riduzionedegli ambienti umidi dulciacquicoli;

- monitoraggio dei risultati degli interventi ese-guiti per un anno dalla fine dei lavori.

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

il progetto in questione prevede le seguenti attività:

A. Organizzazione di un corso teorico di Inge-gneria Naturalistica applicata all’ambientecostiero e marino. È un seminario di aggiornamento tecnico. una fullimmersion di due giorni durante i quali verrannoesposte le più recenti metodologie di attuazionedell’ingegneria naturalistica applicata alla difesadelle coste e dei fondali marini. il terzo giorno èprevista una escursione didattica al sito SIC Dunedi Sovereto. il corso si colloca come un percorsoguidato, dall’analisi geomorfologica ed ecologica

delle coste e dei fondali marini antistanti, alla pro-gettazione esecutiva di interventi di recupero, ri-pristino e miglioramento ambientale dei litorali contecniche prevalentemente di ingegneria naturali-stica. verrà fornito un Cd con il contenuto delCorso.

B. Esecuzione di un cantiere didattico di Inge-gneria Naturalistica applicata all’ambientecostiero.il corso si colloca come un percorso guidato dal-l’analisi geologica e botanico-vegetazionale deiversanti in frana, alla progettazione, fino all’esecu-zione pratica di un cantiere didattico finalizzato alpieno recupero funzionale di un’area dunale dis-sestata all’interno del sito SIC Dune di Sovereto.lezioni frontali, lezioni pratiche ed un continuo con-fronto ed approfondimento con professionisti delsettore a livello nazionale, rappresentano lo svolgi-mento didattico del corso. verranno realizzate at-tività di formazione in collaborazione con l’AIPIN(Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica),punto di riferimento da circa venti anni nella for-mazione e nella divulgazione dei principi e delletecniche di ingegneria naturalistica. professionistie soci dell’AIPIN cureranno le docenze e coordi-neranno la realizzazione di interventi nell’area ma-rina protetta, che verranno progettati e realizzatidirettamente dagli allievi [AA.VV. Regione Lazio,2003].

C. Redazione e pubblicazione di un manualedi Buone pratiche di Ingegneria Naturalisticaapplicata all’ambiente marino-costiero. manuale rivolto agli amministratori, ai professionistied ai privati. il manuale prevederà una raccolta diraccomandazioni per la progettazione e l’esecu-zione d’interventi di ingegneria naturalistica e didifesa del suolo applicati al settore marino e co-stiero per aree di particolare pregio ambientale eche comunque richiedono un approccio eco-so-stenibile a lavori di ripristino-ricostruzione. il manuale tratterà tutti gli aspetti (progettuali, co-struttivi, manutentivi) relativi agli interventi di difesadel suolo applicati alle coste, nella duplice funzionedi protezione, dal dissesto idrogeologico e di sal-vaguardia dell’ambiente, con la consapevolezza didover spesso rinunciare ai necessari approfondi-menti di singole tematiche (rimandati alla biblio-grafia), a favore però di una visione d’insieme sin-tetica e logica [AA.VV. BTCV, 2005].

D. Realizzazione di un vivaio per la conserva-zione delle specie vegetali autoctone tipichedell’habitat dunale. l’intento è di attivare, nell’ambito di una struttura

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FOCUS

GLI INTERVENTI PREVISTI NEL PROGETTORIGUARDERANNO ANCHE AREE DIRILEVANZA ARCHEOLOGICA. INFATTI,NELLE LOCALITÀ SOVERETO, TORREBUGIAFRO E PIETRANASTASE, SONOSTATE RITROVATE ALCUNE TOMBESCAVATE NELL’ARENARIA E MANUFATTIDATABILI FINO AL III-II SECOLO A.C.

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esistente, una sezione per la conservazione e pro-pagazione di ecotipi locali di alcune specie medi-terranee dell’ambiente dunale.per un terreno di 4.000 metri quadri (la superficieminima necessaria), l’investimento iniziale serviràper l’acquisto o la raccolta di 7.000 piantine osemi, e per l’attrezzatura necessaria a irrigare econcimare. si aggiungeranno le spese per l’affittodella terra e l’eventuale assistenza di personale

(ad esempio nelle fasi più critiche, come al mo-mento di seminare). dopo un anno, si potrannoprodurre circa 2.000 piante da riutilizzare per in-terventi ambientali [AA.VV. Regione Veneto, 2007]. sarà avviata la produzione di piantine forestali dispecie arbustive proprie degli habitat litoranei par-tendo da materiali di propagazione raccolti nei bio-topi dunali del marchesato di Crotone o coltivati invivai regionali o nel vivaio del parco regionale deimonti aurunci.

E. Realizzazione di recinzioni e percorsi escur-sionistici e didattici supportati da specifica car-tellonistica, pieghevoli e schede illustrative didivulgazione.realizzazioni appositamente studiate per permet-tere ai visitatori l’osservazione di quest’ambientesenza interferire con il suo ecosistema, nella fasciafluviale, boscata e dunale del sito SIC Dune di So-vereto [AA.VV. BTCV, 2005]. le opere consisteranno in:

- Chiusura dei varchi di attraversamento delledune;

- installazione di passerelle in legname;- posizionamento di cartellonistica in legname;- informazione sulle modalità di accesso all’a-

renile;- installazione di garitte in legname per la sor-

veglianza.

F. Recupero e difesa delle dune e della spiaggiadel sito SIC Dune di Sovereto con opere diIngegneria Naturalistica e costiera.la zona costiera oggetto di intervento, compresatra le Castella e Capo rizzuto, a ridosso del sitoSIC Dune di Sovereto, per una lunghezza appros-simativa di 3 km e una profondità di 50 m, si pre-senta fortemente degradata a causa dell’azioneantropica e dell’azione marina. la continuità delcordone dunale è interrotta in più punti; varchiaperti artificialmente dal continuo passaggio deibagnanti hanno determinato punti d’innesco diprocessi erosivi, con conseguente formazione digrosse soluzioni di continuità nel sistema dunaleper l’azione del vento. il piede del cordone dunaleappare gravemente eroso dall’azione del moto on-doso, pregiudicando la stabilità dei rilievi sabbiosi.la linea di riva della spiaggia è significativamentearretrata. l’area retrodunale si presenta in partedissestata e per larghi tratti a suolo eccessivamentecompattata per il passaggio di uomini e mezzi (Fi-gura 2).il risanamento delle dune e delle spiagge riguarderàle seguenti azioni:1. Contenimento del sentieramento e del cal-pestio.

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FOCUS

Figura 2 (in alto). Dune di Sovereto in erosione per

blow out.

Figura 3. Intervento tipo dirivegetazione e schermatura

dunale.

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eventuale inserimento di specie arbustive ti-piche di duna fissa. eliminazione progressivadella vegetazione infestante e inserimentodi specie erbacee di duna mobile (1 ha) [Fi-gura 3].

2. Interventi di protezione e recupero ambientaledelle dune (2.000 m).

prima di procedere al modellamento del cor-done dunale, sull’intera area di interventosarà recuperato tutto il materiale vegetalepresente, fino ad una profondità di 70-80cm, rimuovendo e setacciando la sabbia,che sarà temporaneamente stoccata. suc-cessivamente, sarà modellato il corpo delladuna con materiale recuperato in sito e, in-fine, ricoperto con la sabbia precedente-mente stoccata, per formare uno stratoadatto allo sviluppo della vegetazione. il ver-sante a mare e il piede del corpo delle dunesaranno poi fissati, per garantire la stabilitàdella sabbia fino al completo sviluppo dellavegetazione, mediante l’impiego di biostuoiein cocco e paletti di castagno scortecciato,viminate romboidali con verghe di tamericee paletti di castagno scortecciato, palizzatee/o palificate in legname di castagno scor-tecciato, sacchi di geotessile riempiti di sab-bia e pietrame e sepolti nella sabbia, rivesti-menti in blocchi di pietra locale (calcarenite),a guisa di placcatura del piede dunale, sepoltinella sabbia [AA.VV. APAT, 2007] (Figura 3).

3. Recupero morfologico-ambientale di ex cavadi sabbia (1 ha).

riguardo al recupero morfologico della dunanel tratto interessato dalla cava, la scelta tec-nica sarà quella di inserire delle barriere fran-givento per favorire i processi di accumulodei sedimenti sabbiosi, lasciando alla naturail compito di ricostruire il tratto di duna man-cante.

verghe di tamerice intrecciate su paletti dicastagno, saranno utilizzate per realizzareuna struttura alveolare a nido d’ape, oppor-tunamente orientata per intercettare orto-gonalmente i venti dominanti e favorire lasedimentazione delle particelle sabbiose al-l’interno delle celle [Blott S., Pye K., SayeS., 2007].

4. Interventi di protezione e recupero ambientaledelle spiagge (1000 m).

riguardo al recupero morfologico dellespiagge nel tratto interessato dal sito SICDune di Sovereto, la scelta tecnica saràquella di usare metodi di difesa morbidi, con-siderata l’alta valenza ambientale della zonain questione, e comunque adatti a conser-

vare le naturali interazioni tra duna e spiaggia.gli interventi saranno prevalentemente arti-colati in ripascimento protetto, promontoriartificiali in blocchi di pietra locale (calcare-nite), pennelli artificiali permeabili in pali di le-gname di castagno impregnato, scogliereartificiali in blocchi di pietra locale, frangifluttiprossimi alla riva in blocchi di pietra locale[Beech N. W., Brampton A. H., Simm J. D.,et al., 1996].

G. Recupero della biodiversità della vegetazio-ne ripariale alla foce del torrente Vorga e nellearee umide circostanti presso il sito SIC Dunedi Sovereto. gli interventi saranno così articolati:1. Recupero funzionale ed ambientale dellesponde del torrente Vorga (bacino vallonevorga di circa 64 km2) in prossimità dellafoce (500 m di asta fluviale) con diffusionedelle tipologie forestali dell’Arbusteto riparialea salici, associazione adatta alla colonizza-zione dei greti stabili del fiume, protette conpalificate e fascinate vive spondali. Forma-zione di nuclei di diffusione selezionati perincrementare i processi evolutivi della vege-tazione riparia [Cornelini P., Federico C., Pir-rera G., 2008] (Figura 4).

2. Ampliamento e riqualificazione di aree umideretrodunali dulciacquicole, o debolmente sal-mastre (circa 0,25 ha) con trapianto di rizomie cespi dal selvatico di specie palustri e rullispondali con zolle di canne.

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Figura 4. Torrente Vorga.

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H. Formazione di barriere artificiali sommerseper il frangimento delle onde, il ripopolamentodei fondali e la dissuasione della pesca a stra-scico. la barriera artificiale sarà una costruzione effettuatacon l’impianto di corpi solidi sui fondali che si vo-gliono proteggere entro i 50 m di profondità o le 3miglia, limiti entro i quali l’esercizio della pescameccanica è illegale. si tratta anche di un inter-vento di ingegneria naturalistica volto alla costru-

zione di habitat artificiali per pesci e altri organismimarini. gli elementi di base (circa 240) saranno costituiti damanufatti in calcestruzzo armato sea-friendly, as-semblati e uniti fra loro per costituire delle strutturetroncoconiche (circa 20), che costituiranno il reef ar-tificiale sul fondale marino individuato. l’estensionedell’intervento sarà pari a circa 50 m x 200 m (1 ha).se opportunamente dimensionata e localizzata(una grande larghezza di cresta ed una piccolasommergenza) la barriera artificiale potrà svolgereanche funzione di barriera frangiflutto sommersa,tale da ridurre l’energia del moto ondoso entranteentro i limiti necessari alla stabilità degli arenili nellazona protetta, assicurando il ricambio d’acqua fral’area esterna ed interna e quindi la salubrità delleacque di balneazione anche nei mesi estivi, noninterrompendo la naturale dinamica di trasportodei sedimenti lungo riva, evitando i problemi dellepericolose rip currents (flusso di ritorno o risacca)attraverso i varchi nel corso delle mareggiate, nonimpattando visivamente [AA.VV.-Beachmed, 2007].

I. Ripristino vegetazionale e stabilizzazione deilimiti superiori e inferiori delle praterie di Posi-donia oceanica. intervento di rivegetazione dei limiti superiori e in-feriori di praterie di posidonia su fondali prospicientiil sito SIC Dune di Sovereto mediante il trapianto,a talee e a zolle, di Posidonia oceanica e di Cymo-docea nodosa, prelevate da idonee zone di rifor-nimento. tale intervento prevede la posa di idonei rivesti-menti antierosivi e stabilizzanti come stuoie, griglie,celle e reti in materiali naturali o sintetici, e/o mate-rassi in rete metallica abbinati a geotessuti, geo-stuoie e sabbia, per proteggere l’erbario, in fase di

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FOCUS

LA BARRIERA ARTIFICIALE SARÀ UNACOSTRUZIONE EFFETTUATA CONL’IMPIANTO DI CORPI SOLIDI SUI FONDALICHE SI VOGLIONO PROTEGGERE ENTRO I50 M DI PROFONDITÀ O LE 3 MIGLIA,LIMITI ENTRO I QUALI L’ESERCIZIO DELLAPESCA MECCANICA È ILLEGALE.

Figura 5. Danni daancoraggio al Posidonieto.

Figura 6. Dune di Sovereto.

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accrescimento, dal moto ondoso e dalle correnti,assicurando così l’evoluzione positiva del sistema.l’estensione dell’intervento sarà pari a circa 2 m x100 m (0,02 ha) [Boccalaro F., 2012] (Figura 5).

J. Monitoraggio del risultato degli interventieffettuati. per ognuno degli habitat individuati ed indagati incorrispondenza delle aree oggetto degli interventidi progetto saranno realizzate, in fase ante esecu-zione dei lavori di progetto, le seguenti attività:

- rilievo fitosociologico secondo il metodoBraun-Blanquet;

- transetti in numero di 2-3 in corrispondenzadell’area di rilievo con estensione, se neces-saria, atta ad evidenziare la seriazione esi-stente tra la porzione centrale dell’area e laporzione periferica;

- censimento, mappatura e descrizione quali-quantitativa delle colonie più significative oraggruppamenti di specie guida e specieprioritarie di ciascun tipo di habitat/cenosi;

la collocazione del rilievo all’interno di ciascunaarea di azione sarà effettuata considerando la rap-presentatività della vegetazione e la tipologia degliinterventi di progetto, che in tale contesto sarannoeseguiti nei mesi successivi [AA.VV. Regione Ve-neto, 2007] (Figura 6).

CONCLUSIONI

la realizzazione del progetto porterà alla rinatura-lizzazione e protezione antierosiva di un sito natu-rale facente parte della rete di siti di importanzaComunitaria nell’ambito dell’area marina protettaCapo rizzuto, mantenendo o aumentando le spe-cie floristiche e faunistiche lungo la costa. i risultati da raggiungere sono:

- rivegetazione delle dune del sito;- ripopolamento faunistico del sito;- limitazione alla erosione costiera locale;- dimostrazione della fattibilità e utilità di simili

interventi di ingegneria naturalistica in ana-loghi areali;

- divulgazione dei vantaggi degli ambienti du-nali integri;

- divulgazione delle tecniche di ingegneria na-turalistica.

l’affidabilità del progetto risiede principalmente nelfatto che l’ingegneria naturalistica ha ormai supe-rato in italia la fase pioniera e si sta accreditandopresso le pubbliche amministrazioni ed i profes-sionisti del settore come uno strumento fonda-mentale per la salvaguardia del territorio e la ri-qualificazione dell’ambiente. ■

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FOCUS

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