E il galeone continua la sua rotta - scuoladegasperi.it · Non è stato un anno facile! L’anno...

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Non è stato un anno facile! L’anno scolastico che sta per finire ha visto l’attuazione della Riforma Moratti e l’applicazione delle Indicazioni Nazionali delle competenze e ha arricchito il vocabolario scolastico con termini come: valorizzazione della persona (dell’allievo) nel- la sua identità e autonomia; orientamento, potenziamento e utilizzo delle risorse personali, delle proprie esperienze, perso- nalizzazione dei piani di studio, flessibilità, autonomia organiz- zativa e didattica, educazione per tutta la vita. Questo nuovo modello di scuola ha trovato impre- parate quelle forze che avrebbero dovuto essere il motore del cambia- mento della scuola. E’ ora di tirare le somme e fare il consuntivo di quello che è successo, di quello che sarebbe stato possibile fare e, di quello fatto, considerare se sarebbe stato possibile farlo me- glio. Ci lasciano i colleghi Marzullo e Savino che passano alla scuola secondaria di secondo grado Addio, scuola primaria... Pianet@scuola Giugno 2005 Anno 4 E il galeone continua la sua rotta... Tra ansie e preoccupazioni si è concluso un altro ricco “viaggio”. Anche in quest’Anno Scolastico non poteva mancare un’edizione del giornalino scolastico Pia- net@scuola per raccontare le av- venture e le emozioni vissute dai nostri piccoli scolari. Anch’io ne approfitto per riporta- re qualche mio pensiero e saluta- re la comunità scolastica del 2° Circolo Didattico “A. De Gasperi” di Putignano che si appresta a concludere l’A.S. 2004/2005. Anche questa volta, farò riferi- mento alla nostra comunità sco- lastica ricorrendo alla metafora del “galeone” da me utilizzata nelle edizioni precedenti. Orbe- ne, il veliero con tutta la sua ciurma in navigazione per il grande mare delle conoscenze (i “saperi”) è prossimo a concludere 2° CIRCOLO “A. DE GASPERI” PUTIGNANO Continua in ultima Continua a pagina 22 Caro Mario, finalmente ce l’hai fatta: hai raggiunto la meta che da una vita sognavi. Ricordati del II Circolo, del giardino, del … sudore versato, dei bambini, del- le colleghe, del direttore, ricorda- ti che “sai quello che lasci ma non sai quello che trovi”. Con affetto Cara Teresa, auguri! Ci mancherà la tua schiettezza, la tua capacità di emozionarti, di prendere a cuore ogni cosa, la tua bella, disarmante ingenuità. Con affetto l’ennesimo viaggio a tappe (l’A.S. 2004/2005 intrapreso a settembre 2004). Sebbene l’inizio del viaggio sia sta- to caratterizzato da alcuni mo- menti di turbolenze, “non atmosfe- riche”, ma di natura prettamente ansiogena, smarrimento, preoccu- pazioni, ecc., vissute da alcuni componenti dell’equipaggio (insegnanti) e da alcuni genitori dei piccoli marinai (gli alunni), u- na volta salpato e preso il largo, il “galeone” ha saputo fendere, senza indugi, le acque dell’immenso ma- re dei “saperi”. Tali preoccupazioni, che oserei de- finire esagerate, erano stretta- mente connesse all’utilizzo della nuova mappa di navigazione (il nuovo modello didattico/ organizzativo di riforma scolasti-

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Non è stato un anno facile! L’anno scolastico che sta per finire ha visto l’attuazione della Riforma Moratti e l’applicazione delle Indicazioni Nazionali delle competenze e ha arricchito il vocabolario scolastico con termini come: valorizzazione della persona (dell’allievo) nel-la sua identità e autonomia;orientamento, potenziamento e utilizzo delle risorse personali, delle proprie esperienze, perso-nalizzazione dei piani di studio, flessibilità, autonomia organiz-zativa e didattica, educazione per tutta la vita. Questo nuovo modello di scuola ha trovato impre-parate quelle forze che avrebbero dovuto essere il motore del cambia-mento della scuola. E’ ora di tirare le somme e fare il consuntivo di quello che è successo, di quello che sarebbe stato possibile fare e, di quello fatto, considerare se sarebbe stato possibile farlo me-glio.

Ci lasciano i colleghi Marzullo e Savino che passano alla scuola secondaria di secondo grado

Addio, scuola primaria...

Pianet@scuola Giugno 2005 Anno 4

E il galeone continua la sua rotta...

Tra ansie e preoccupazioni si è concluso un altro ricco “viaggio”. Anche in quest’Anno Scolastico non poteva mancare un’edizione del giornalino scolastico Pia-net@scuola per raccontare le av-venture e le emozioni vissute dai nostri piccoli scolari. Anch’io ne approfitto per riporta-re qualche mio pensiero e saluta-re la comunità scolastica del 2° Circolo Didattico “A. De Gasperi” di Putignano che si appresta a concludere l’A.S. 2004/2005. Anche questa volta, farò riferi-mento alla nostra comunità sco-lastica ricorrendo alla metafora del “galeone” da me utilizzata nelle edizioni precedenti. Orbe-ne, il veliero con tutta la sua ciurma in navigazione per il grande mare delle conoscenze (i “saperi”) è prossimo a concludere

2° CIRCOLO “A. DE GASPERI”

PUTIGNANO

Continua in ultima Continua a pagina 22

Caro Mario, finalmente ce l’hai fatta: hai raggiunto la meta che da una vita sognavi. Ricordati del II Circolo, del giardino, del … sudore versato, dei bambini, del-le colleghe, del direttore, ricorda-ti che “sai quello che lasci ma non sai quello che trovi”. Con affetto

Cara Teresa, auguri! Ci mancherà la tua schiettezza, la tua capacità di emozionarti, di prendere a cuore ogni cosa, la tua bella, disarmante ingenuità. Con affetto

l’ennesimo viaggio a tappe (l’A.S. 2004/2005 intrapreso a settembre 2004). Sebbene l’inizio del viaggio sia sta-to caratterizzato da alcuni mo-menti di turbolenze, “non atmosfe-riche”, ma di natura prettamente ansiogena, smarrimento, preoccu-pazioni, ecc., vissute da alcuni componenti dell ’equipaggio (insegnanti) e da alcuni genitori dei piccoli marinai (gli alunni), u-na volta salpato e preso il largo, il “galeone” ha saputo fendere, senza indugi, le acque dell’immenso ma-re dei “saperi”. Tali preoccupazioni, che oserei de-finire esagerate, erano stretta-mente connesse all’utilizzo della nuova mappa di navigazione (il nuovo mode l l o d idat t i c o /organizzativo di riforma scolasti-

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Lettera al sindaco

A Putignano, non ci sono spazi aperti ben attrezzati per far gio-care i bimbi. Per questo abbiamo deciso di scri-vere una lettera al nostro sindaco Gianvincenzo Angelini De Micco-lis. In data 14/04/2005, il sindaco di Putignano, signor Gianvincenzo Angelini De Miccolis, è venuto personalmente nel plesso Lama dei Pampini per visitare gli alun-ni della classe II sez A in seguito ad una lettera che gli stessi han-no inviato per sollecitare l'AMMI-NISTRAZIONE COMUNALE a far costruire un parco divertimen-ti nel nostro paese. Il sindaco, poi, ha colto l'occasione per salutare nell'auditorium tutti i docenti e gli alunni di tale ples-so, alla presenza del vice-sindaco, insegnante Catia Caramia e del dirigente scolastico, prof. Pietro Carucci. La presenza del sindaco si è rive-lata particolarmente significativa, poiché la sua grande capacità di ascoltare e colloquiare ha consen-tito agli alunni di esprimere le proprie idee con entusiasmo e tanta emozione.

Zenobia Bianco

Un giorno ci siamo recati al Co-mune , in visita guidata. Ci è stato preannunciato che do-vevamo conoscere il sindaco ;quasi tutti ci siamo incuriositi perché volevamo vedere di perso-na il sindaco Gianvincenzo Ange-lini De Miccolis. Lui è stato molto gentile con noi, ci ha fatti sedere nella sala consi-liare e ci ha chiesto quali uffici avevamo visitati e quelli che cono-scevamo. Noi gli abbiamo risposto che avevamo visitato l’ufficio ana-grafe e l’ufficio trasporti pubblici . Un mio compagno conosceva l’ufficio ICI dove si pagano le tas-se ed è quello che al sindaco non piace. Lui ci ha nominato anche un ufficio molto importante l’ufficio dei vigili urbani che si preoccupa di far rispettare le re-gole del traffico perché non ci sia-no molti incidenti perché non vengano investiti i bambini. Ci ha

raccomandati di attraversare sempre sulle strisce pedonali. Ci ha presentato anche il co-mandante dei vigili urbani: una signora molto simpatica. Il sindaco è molto gentile, intel-ligente ed è una persona molto accogliente ed educata. È un’ottima persona. Prima di andare via un alunno gli ha chiesto cosa prova ad es-sere sindaco e lui ha risposto che come una mamma ha il do-vere di curare il proprio figlio lui ha il dovere di curare il pae-se però se un figlio dà un bacio alla mamma oppure ordina la propria stanzetta la mamma è felice, così è per lui: se il lavoro va bene lui è contento. Mi è piaciuto molto aver cono-sciuto il sindaco Gianvincenzo Angelini De Miccolis e aver sco-perto che è una persona genti-le.

Margherita III A De Gasperi

Il municipio: una conoscenza interessante

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Il sindaco risponde...

Il 16 maggio 2005 ci siamo in-contrati nella Sala Consigliare del nostro Comune con il Sinda-co di Putignano al quale abbia-mo posto una serie di domande: Perché non formiamo un Consiglio Comunale fatto di bambini e ragazzi, così voi potete conoscere meglio le nostre esigenze? È un argomento del quale già ci si sta interessando: è stato chie-sto a due consiglieri ( Cons. S. Campanella e Cons. R. Delfi-ne) di informarsi delle procedure necessarie per istituire tale Consiglio e si sta procedendo per attivarle. Lei vuole bene a tutti i bam-bini? Tu, come gli altri bambini, vuoi sapere se il Sindaco, si interessa veramente alle vostre esigenze. Sì, non solo io, ma tutti gli am-ministratori comunali vi voglio-no bene perché siete belli e bravi e poi perché voi siete il nostro fu-turo. Vi daremo prova facendo qualcosa per voi, a scuola, e per voi, nel paese. Noi, come Comu-ne, abbiamo adottato due bambi-ni in Guatemala e due bambini in Brasile. Gentile Sindaco, perché non costruite un marciapiede lungo la strada che fiancheg-gia l’orto di S. Domenico? L’idea è bella e facile da realizza-re. Ma il problema è che l’orto non è di proprietà del Comune e quindi bisogna mettersi in con-tatto con il proprietario per poter realizzare quanto chiedete. Quante ore al giorno lavora? Io lavoro tanto, ma non è suffi-ciente. Inoltre, nel Comune, il lavoro di squadra è quello più importante. Un po’ come accade con le vostre maestre: se si lavora tutti insieme si produce meglio! In media lavoro sette – otto ore al giorno per il Comune; ma ribadi-sco che non è importante solo il mio lavoro, ma anche quello di

assessori, impiegati… per produrre insieme qualcosa di buono per la città. Perché non fate costruire un parcheggio vicino alla nostra scuola per evitare la sosta nei pressi dell’istituto e l’ingombro delle strade? Questa del parcheggio è una buona idea. In realtà, potremmo pensarci. Comunque, almeno temporanea-mente, si potrebbe pensare di par-cheggiare non proprio sotto la scuo-la, ma un po’ più lontano per evita-re l’ingombro. Signor sindaco, lei prova qual-che emozione particolare ad essere il primo cittadino di un paese? Ce la può descrivere? Sicuramente provo tante emozioni, ma soprattutto quelle legate al sen-so di responsabilità. È come quan-do tu ti occupi del tuo pesciolino rosso e ti preoccupi per lui. Quando si vuole bene a qualcuno è naturale preoccuparsi. Perciò l’emozione più forte che provo è la preoccupazione di capire ciò che provano i cittadini nei confronti delle decisioni che si prendono. Perché ha voluto fare il Sinda-co? Perché volevo dare un contributo alla risoluzione di alcuni problemi della città e renderla più bella. Dall’altra parte ci sono state tante

persone che hanno condiviso que-sto mio desiderio e mi hanno vo-tato. Ora le idee sono tante. Lavorere-mo per dare una risposta concre-ta al vostro desiderio di verde: entro un anno renderemo più funzionale e sicuro il Parco delle Grotte; entro la fine del mio mandato, quando voi sarete in I media, avrete un giardino su piazza A. Moro. Perché non migliorate il ser-vizio per la raccolta differen-ziata? So che voi in classe già la effet-tuate e per questo siete molto bravi. Ma per farlo per l’intera città occorrono camion con mec-canismi particolari per i quali ci stiamo attrezzando. Speriamo di migliorare il servizio entro il prossimo anno. Quando lei era piccolo, so-gnava di diventare il Sindaco di Putignano? No, sicuramente non lo immagi-navo. Quindi, è possibile che an-che tra di voi ci sia qualche sin-daco di…domani. Come mai ci sono tanti cani randagi che girano liberi nel nostro paese? Perché non fa costruire un canile dove que-sti animali vengano ospitati? Il canile c’è, ma non è sufficiente

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per tutti i cani randagi che ci so-no: è per 86 cani e si trova sulla via per Gioia del Colle. Poi c’è una signora che ne custodisce circa un centinaio e altri 150 sono ospitati in un altro Comune. Purtroppo i costi di gestione sono altissimi: spendiamo circa due-centocinquantamila euro all’anno per mantenere i cani e ce ne sono ancora tantissimi abbandonati per strada. Dobbiamo trovare una soluzione che ci permetta di risol-vere il problema, ma con costi non eccessivi. Perché, nella zona 2000, l’erba del parco – giochi ricopre il marciapiede? Perché tra l’erba ci sono topi e serpenti? In questi giorni stiamo tagliando l’erba. Tagliandola si dovrebbe risolvere anche il problema degli eventuali animali nascosti. Come farà a fare tutte le cose che ci hai promesso? Io non ho fatto promesse, ma ho preso impegni in un programma che spero di realizzare per la maggior parte nei cinque anni del mio mandato. Non è pensabile risolvere tutti i problemi o tutti i desideri nell’arco di poco tempo! Una curiosità: lei è sposato? Ha dei figli? Sono sposato, ma non ho figli. Caro Sindaco, la domanda che le vorrei porgere è questa: “Potreste chiudere al traffico il Corso, posizionare fioriere al centro della strada e mette-re sui marciapiedi alcune panchine? Così facendo noi, le persone anziane e le mamme con i bambini piccoli nei car-rozzini… potremmo fare lun-ghe e piacevoli passeggiate, accompagnati dal dolce profu-mo dei fiori e non dal cattivo odore dello smog. Grazie”. L’idea è buona, però non è condi-visa dai commercianti perché ri-tengono di poter vendere di più se i loro negozi possono essere rag-giunti con le auto. Si è pensato di sperimentare la chiusura di metà corso, per poi eventualmente e-stenderla a tutto. Quando sarà ristrutturato il parco Almirante in zona 2000?

Non è tanto importante ristrut-turarlo, quanto completare la zona verde che va dal parco fino a via Castellana: è un impegno che si cercherà di realizzare al più presto. Tra un po’ avrete un bel parco che vi dovete impegna-re a rispettare. Il teatro è chiuso da quando i miei genitori erano bambini; anche io come loro diventerò adulto e non riuscirò a vede-re uno spettacolo nel teatro comunale di Putignano? È un sogno un po’ difficile da re-alizzare. Il teatro è stato costrui-to circa 130 anni fa ed è piccolo, insufficiente per le esigenze at-tuali. Il mio sogno è di far fare un sopralluogo da parte di esper-ti e uno studio per vedere come risolvere il problema. Che lavoro fa lei? In realtà, fare il Sindaco non è

fatto vedere la sala dove lui si riu-nisce con i suoi “amici”, che si chiama Sala Consiliare. Abbiamo visto le 2 bandiere e le poltrone rosse, dove ci ha fatto anche sede-re. Ci ha spiegato come avviene un consiglio. Alla fine, poiché con le maestre ognuno di noi aveva preparato un certificato d’identità, adesso è pro-prio vero, perché il Sindaco li ha fatti firmare e timbrare dalle si-gnore dell’ufficio anagrafe. Abbia-mo ringraziato e salutato il Sinda-co, invitandolo alla nostra festa di fine anno.

Anche noi bambini della scuola dell’infanzia “ S. Nicola” siamo andati a visitare il Palazzo Co-munale. Siamo stati accolti con molta contentezza dal sig. Sindaco che ci ha portati prima nel chiostro dove, a sorpresa, c’erano vassoi pieni di caramelle e cioccolate. Lì noi bambini gli abbiamo rivolto alcune domande. Lui ci ha rispo-sto, facendo anche delle promes-se ( speriamo che le manten-ga !!!) e noi siamo stati felici per quello che ci ha detto. Poi ci ha

Anche noi l’abbiamo incontrato!

un lavoro, perché la legge stabi-lisce che lo si faccia al massimo per cinque anni. Dopodiché i cit-tadini sono chiamati di nuovo a scegliere con le votazioni. È quindi importante che il Sindaco abbia un suo lavoro: il mio è quello di avvocato. Ci si può stancare di fare il Sindaco? Sì, ma non è rispettoso della vo-lontà dei cittadini. Perché non fa riparare le strade? Sono state riparate finora alcune strade di campagna. Ora si ini-zieranno a riparare alcune stra-de nel paese, ma non sarà possi-bile farlo per tutte subito perché prima devono essere eseguiti al-tri lavori.

III C – D Lama dei Pampini

Oggi, 14 aprile 2005, è stata una giornata speciale perché è stata u-na mattinata di preghiera in me-moria del nostro grandissimo Papa Giovanni Paolo II che il 2 aprile è morto dopo aver sofferto molto. Stamattina, invece di stare in clas-se, siamo andati quasi tutte le clas-si alla chiesa di San Domenico ed eravamo molto emozionati. Io lo ero più di tutti perché ero stata

scelta dai compagni per leggere la mia preghie-ra sull’altare. Nella mia preghiera chiedevo al Santo Pa-dre di proteggere e di benedire la mia fami-glia e soprattutto i non-ni e le nonne. Alla fine della messa, fuori ci hanno distri-buito dei palloncini e ho attaccato la mia pre-ghiera, e siccome il pal-loncino della mia com-pagna era volato, ho fatto attaccare la sua preghiera al mio pal-loncino e l’abbiamo fat-to volare insieme. Da quando è morto il Papa, il mondo si sente solo. Il Papa ha fatto molti miracoli, ha unito gli uomini di diverse religioni ha avvicinato gli uomi-ni più potenti usando la sua dol-cezza. E’ riuscito a farsi seguire da mi-lioni di giovani e adesso sicura-mente vive nei loro cuori. Ora che il Papa è diventato un angelo del cielo vicino al Signo-

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La mattinata in chiesa per il Papa

Caro Karol Wojtyla, ti ringrazio per essere stato accanto ai giovani che ti hanno cercato e sempre più numerosi sono venuti da te. Tu hai insegnato loro a credere alla parola di Dio, a proteggersi e a difendersi dai mali che ci sono nel mondo. L'amore e l'affetto che io ho per te è immenso. Tu per tutti noi hai fatto tan-to e sono sicura che continuerai a farlo da lassù dove ora è la tua nuova casa. Hai perdonato tante persone, anche quelle che ti hanno fatto del male. Tu ci hai insegnato grandi cose; ci hai fatto diventare buoni e ci hai insegnato ad aprire il cuore all'amore, ma il giorno in cui sei morto ce l'hai riempito di sofferenza e di dolore. Ti voglio bene caro Papa e ti offro la mia preghiera.

IV B Lama dei Pampini

Preghiere per il Papa

re, sicuramente continuerà a gui-darci da lassù. Chiedo che venga fatto Santo, anche se per me già lo è e lo penso sempre.

Rita Gabrieli III A Lama dei Pampini

Caro Papa, tu che sei stato con noi per 27 anni, adesso ci hai abbandonati. Ci hai abbandonati con il tuo cor-po, con il tuo viso e il tuo sorriso, ma non ci ab-bandonerai mai con la tua anima. Hai fatto molto per tutti, con le tue parole hai stupito il mondo e lo hai conquistato! Caro Papa, adesso sei arrivato nella casa del Pa-dre: il Paradiso. Hai resistito al lungo calvario della tua malattia, così... ti sei guadagnato l'Amore E-terno. Grazie per tutto quello che hai fatto per noi, per utto quello che ci hai insegnato. Grazie ancora, rimarrai per sempre nei nostri cuori. W Karol Wojtyla!

IV A Lama dei Pampini

Preghiere per il Papa Ieri sono andato al circo e ha detto il pagliaccio durante lo spettacolo:”Facciamo un minuto di silenzio perché Giovanni Pao-lo II è morto”. Il Papa è morto, la notizia ha sconvolto tutto il mondo. Sul giornale ho visto il Papa che baciava la fronte a una bambina, e, anche quando è andata a Ro-ma, un’amica di mamma ha vi-sto tanti ragazzi incantati a ve-dere il Papa.

Vanni Mancini

Caro Papa, a me dispiace che tu sia morto, io non volevo che tu morissi. Tu eri molto bravo e molto sim-patico e lo so che tu prendevi i bambini in braccio e davi loro tanti bacetti. Eh, lo so che tu volevi tanto bene ai bambini! Io ti tengo sempre nel cuore e mi ricordo che i primi giorni in pri-ma ti ho visto in foto e quel gior-no ho imparato a scrivere la pa-rola “Papa”.

Miriana Fallacaro Caro Papa, ho visto le tue immagini. Sono meravigliose e ho anche

visto tutto quello che hai fatto per noi cristiani. Quando, sabato, tu sei morto io sono saltata in braccio a papà e a mamma. E non ho smesso di piangere quel-la sera. Grazie, Giovanni Paolo secondo! Papa, non ti dimenticherò: il tuo messaggio di pace e amore rimar-rà nel mio cuore. Ti voglio tanto bene!

Ilaria Linto

Il Papa è morto. Il Papa è morto e tutto il mondo piange per lui. Anch’io ho pianto quando l’ho vi-sto morto in tivù: anche la mia mamma ha pianto per il Papa. Forse è morto per dare tutta la sua vita a noi. Io ho pianto più di chiunque. Caro Papa, rimarrai sempre nel mio cuore! Da quando te ne sei andato hai lasciato tante tracce di pace e di amore per tutti noi. Grazie Giovanni Paolo II per quel-lo che hai fatto per noi! Comunque rimarrai sempre nei miei pensieri!

Azzurra Impedovo

Il Papa è morto. Il Papa è morto proprio il giorno del mio compleanno, la morte di Giovanni Paolo secondo mi ha messo tristezza nel cuore. Il Papa è stato gentile e buono. Quindi è stato proprio un santo! Tutte le cose che ha fatto non po-trò mai scordarle: quando ha ba-ciato un bimbo piccolo, quando ha detto tutte quelle parole belle che uscivano sempre dalla bocca del Papa e non sono finite qui, ce ne sono tantissime altre. La pace che ha portato in tutto il mondo. Ciao, Papa, non ti scorderò mai!

Martina Sbiroli

Caro Papa, ti voglio tanto bene, non volevo che morissi. Ti ho visto in televisione e pure i miei compagni, che sono dispia-ciuti per la tua morte. Ho saputo al circo che eri morto e mi sentivo triste. Voglio stare accanto a te e a mio nonno e sono convinta che tu di-venterai un angioletto, come an-che il mio nonno diventerà un an-gioletto. Ti prego, tu che stai in cielo con mio nonno, fallo stare bene! Ti prego: tu sei l’unico che può aiutarlo! Fallo per me e io pregherò e non ti dimenticherò mai, Papa.

Lucia Convertini

Addio, caro Papa! Il Santo Padre Giovanni Paolo II è deceduto sabato 2 aprile, alle ore 21.37, a Roma, nel suo appar-tamento privato. La salma è stata esposta al pub-blico in San Pietro. I funerali sono stati fatti, ieri, 8 aprile. Il mondo piange per il Papa che non c’è più.

Classe 1 sez. A De Gasperi

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Cronaca scolastica

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La festa dell’accoglienza Il primo giorno di scuola ab-biamo accolto con una festa gli alunni di prima elementa-re Era il primo giorno di scuola, mi vestii velocemente, preparai la colazione, presi lo zaino e con la mia mamma me ne andai. Arrivai a scuola, salii le scale con i miei amici. Ero felice: rive-devo le mie compagne, i miei compagni. Incominciava un nuovo anno scolastico. Entrammo in classe con un chiasso tremendo. Poi è stata la maestra Rosanna a calmarci, dandoci una notizia strabiliante: “Bambini lo sapete che oggi dobbiamo accogliere i bambini di prima?” Dopo un po’ arrivò la classe IV B e iniziammo a cantare. Provammo tre volte il canto per-ché al maestro Franco non piac-que. - Cantate, anzi belate come pecorelle - disse lui. Preparammo dei fiori di carton-cino da donare ai nuovi scolari. In fila indiana ci incamminam-mo verso la palestra. Aspettando i bambini di I ele-mentare, chiacchierammo un po’. C’era grande emozione e gioia nella palestra, un vocio sommes-so e poi tanti gridolini e dopo il canto applausi fragorosi. Era il nostro pubblico: bambini di sei anni, genitori, alcuni nonni. Le maestre chiamarono i nuovi alunni, loro si avvicinarono con passo incerto e noi dando il fiore, li accompagnammo all’ albero che simboleggiava la scuola, mentre i fiorellini rappresenta-vano proprio loro: i bambini. Davanti all’albero gli alunni di prima: alcuni erano impauriti, alcuni ansiosi, altri spavaldi; dietro al coro c’erano tanti pal-loncini di tanti colori diversi. I bambini dicevano: “Come sono belli i palloncini! Che colori sma-

glianti hanno: rosso come il rubino, giallo come il sole e blu come il ma-re. Una mia amica disse: “Come sono piccoli e carini i bambini di prima con i codini, con quei grembiulini così piccoli, sono tanti: biondi, bru-ni, con gli occhi celesti, marroni.” Mi ricordai del mio primo giorno di scuola, ero impaurita proprio come alcuni di loro e come loro anche io ricevetti il mio palloncino. Come fu emozionante! Al termine della manifestazione, nel cortile della scuola i nuovi a-lunni lanciarono tutti i palloncini esprimendo un desiderio. Che gioia!Che allegria! Quando la manifestazione terminò con il lancio di un pallone aerosta-tico, noi rientrammo in classe con-tenti. Giusi Bulzacchelli

IV A De Gasperi

I BAMBINI CHE HANNO FRE-QUENTATO IL PRIMO ANNO DELLA SCUOLA PRIMARIA RACCONTANO LA LORO ESPE-RIENZA A VANNI, FILIPPO, A-LICE, ANTONELLA, ILARIA, …E A TUTTI I PICCOLI CHE STAN-NO PER LASCIARE LA SCUOLA DELL’INFANZIA. Non avere paura perché in questa scuola impari tante cose. Stanno le maestre nuove e il primo giorno ti fanno giocare a palla e ti fan-no una festa. Marika Io quando stavo iniziando la prima ero contenta e ora che ho imparato a leg-gere e a scrivere dico che per me è bel-lissimo: spesso gioco alla maestra con i miei pupazzetti. Anche tu imparerai a fare queste co-se… Tania

All’inizio avevo un po’ di paura, ma poi mi sono accorto che potevo mi-gliorare. Non ero molto soddisfatto, ma ho capito che era normale e mi sentii meglio perché mi ero tolto questo peso. Continuai a migliorare sempre di più fin che non diventai come ades-so: mi sento sicuro di me. Elio

All’inizio non ero ancora pronta per iniziare la scuola, ma poi ho avuto tante amiche…però certe volte liti-ghiamo. Mi piace fare i disegni, scrivere i det-tati,… Sarà bello vederti la mattina nel cor-ridoio della scuola. Ti voglio bene. Rosselia All’inizio mi sentivo emozionata e curiosa. Poi li ho conosciuti un po’ meglio i bambini. Qui mi sono trovata meglio perché ho imparato tante cose. Anche tu imparerai a leggere, a scrivere e a contare.Ti do il benvenuto. Silvia Non dovete preoccuparvi, la scuola è bellissima.Si impara a leggere, a scrivere e tante altre cose. Io piano piano ho imparato a legge-re. E’ bellissimo leggere e pure scri-vere e anche risolvere i problemi. E pure voi piano imparerete. Simona Io all’inizio dell’anno ero emozionata e avevo un po’ di paura, ma poi mi sono accorta che non dovevo avere paura perché mi piaceva fare detta-ti, scrivere numeri, leggere, impara-re poesie. Mi piaceva fare tutte le cose. Così adesso so leggere veloce e sono sicura che anche voi ce la pote-te fare. La scuola è bella e imparerete tante cose nuove e se non sapete qualche volta le cose, stanno le maestre che ti aiutano o i compagni. Alessia Vi assicuro che sarà molto bello. Si imparano molte cose belle. Si lavora molto e le maestre sono molto seve-re. Si fanno molti problemi, si impa-ra a leggere e a scrivere. E’ una soddisfazione leggere, che ti prendi un libro e lo leggi da solo. Antonio Io all’inizio dell’anno ero un po’ spa-ventato perché stavo in una nuova scuola dove non conoscevo nessuno. Adesso sono diventato più bravo di prima e vi do un consiglio, di non

ni nell’atrio della scuola, è stata visitata anche dagli alunni delle altre classi da noi invitati. Ci è sembrato che sia piaciuta e ne siamo stati contenti. Questo lavo-ro, però, è servito a noi perché ab-biamo avuto modo di “ entrare” in un mondo diverso, di capire me-glio chi ci viveva e in particolare, conoscere meglio i nostri nonni. Abbiamo capito l’importanza di averli, di amarli, di essere loro sempre più vicini. II C Lama dei Pampini

Oggetti d’altri tempi

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Abbiamo sempre considerato la casa come l’unico luogo in cui ci si sente protetti. Ora con lo studio e le ricerche di oggetti antichi abbiamo capito che la casa è molto di più: in essa c’è la storia di chi ci ha vissuto: dei nostri nonni, dei bisnonni, i loro ricordi le loro abitudini, le loro gioie e i loro dolori, la loro vita. Per saperne di più la no-stra maestra ci ha chiesto di cercare e portare a scuola og-getti che ormai nessuno usa più ma che i nonni conservano con cura perché sono pezzi del loro passato Ci siamo informa-ti sulla loro funzione, e sul lo-ro uso. C’erano macchine foto-grafiche, lampade a gas, a olio, caffettiere, persino vasi da not-te.. Gli oggetti raccolti, tanti e bellissimi, ci hanno permesso di allestire una mostra intito-lata “ Oggetti di altri tempi” La mostra , aperta per tre gior-

Il 19/11/2004 con la nostra maestra siamo andati presso la panetteria “Pane & Co.”, del padre di Tony, un nostro compagno. Quando siamo arrivati, la signora Marilena ci ha fatto indossare una maglietta bianca e ci ha fatto sede-re in un gazebo. Che grande entusiasmo! Dopo siamo andati in un luogo, mai visto prima, dove ci sono dei mac-chinari che servono per fare il pa-ne, i cornetti, i taralli ecc. Prima abbiamo visto la macchina impastatrice dove il signor Vincen-

aver paura della scuola. E’ bello fre-quentarla insieme agli amici. Ciao a tutti voi . Teo Il primo anno è bello, ma ci siamo un po’ stancati. Ma non fa niente perché mi piace la scuola. Io ancora non so leggere bene, ma passando il tempo imparerò. Luigi Il primo giorno è facile, non vi dispe-rate. Quando passerà il tempo diventerà un po’ difficilina, ma dopo farete la seconda. Gabriele La scuola vi farà imparare molte cose che vi faranno diventare molto bravi. Attenti alle maestre, se no non pren-dete ottimo.Vi consiglio di vedere Art Attack così a scuola saprete fare le cose meglio. Marco Conoscerai tanti altri bambini, però non ci sono giocattoli. Claudio Imparerai a fare tante cose, ma quan-do hai imparato tutto, quando saran-no passati tanti mesi, avrai tanti compiti e li farai subito. Tiziano Andrà tutto bene. Lucrezia

I B Lama dei Pampini

zo ha messo la farina, il lievito, la madre, l’olio, l’acqua e un po’ di sale. Questo impasto poi è stato messo nella macchina spezza-trice che gli ha dato la forma di un panino. Che fame!! Tutti i panini, poi, sono stati messi nella cella di lievitazione per farli lievitare e poi metterli nel forno per cuocerli. Abbiamo visto anche come si

preparano i cornetti: farina, zucchero, acqua, lievito e burro e dopo averli fatti lievitare si fanno cuocere e poi si riempiono di nutella o cioccolato. Poi siamo stati chiamati per imparare a fare i taralli. Abbiamo gridato tanto per la gioia! Aiutati da signore molto gentili ci siamo divertiti a fare i taralli.

È stato bellissimo! Infine siamo ritornati nel gazebo dove abbiamo mangiato: fette di pane con la nutella, la focaccia e il panettone. Dopo aver finito di mangiare, ab-biamo ringraziato i titolari di PA-NE & CO. e siamo ritornati a scuola felicissimi di aver trascorso una giornata scolastica diversa dalle altre.

II A Lama dei Pampini

Visita al panificio

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Il carnevale fa parte della nostra cultura e delle nostre radici e noi bambini lo sentiamo particolar-mente vicino. Così quest’anno abbiamo fatto una piccola in-chiesta per capire cosa pensano i bambini del carnevale e abbiamo intervistato un cartapestaio. Da quanto tempo fa questo lavoro? Questo lavoro lo svolgo da quan-do avevo tredici anni (ora ne ho 44). Cosa lo spinge a farlo? Essendo un hobby va coltivato nel tempo libero e lo faccio per-ché mi piace. Quali sono gli aspetti negati-vi del carnevale di Putigna-no? Uno degli aspetti negativi è quello di non aver creato una scuola di cartapesta per piccoli allievi. E poi, dal momento che la mani-festazione è diventata così im-portante, avrei tentato di creare l’industria del carnevale, dando lavoro a molti giovani. E quelli positivi? Uno degli aspetti positivi è che tramite il carnevale, diventato importante a livello nazionale ed europeo e addirittura conosciuto oltre l’oceano, si esportano i no-stri prodotti tipici locali e la no-stra cittadina viene riconosciuta come la città del carnevale. Quali sono i problemi? I problemi per la costruzione di un grande carro allegorico sono dati dalle spese esorbitanti ( che all’inizio sono sopportate dal gruppo che lo costruisce), poi da-gli spazi dove si costruisce il car-ro allegorico che sono freddi, pic-coli e non attrezzati per la co-struzione del carro allegorico. Di anno in anno, ci sono del-le differenze? Sicuramente sì.

Ricordo che c’è stata una grande svolta per quanto riguarda le al-tezze, la mastodonticità e la mec-canica negli anni ottanta, quando, convinto da mio fratello maggiore, Giuseppe, abbiamo formato un gruppo di lavoro denominato Nar-delli & Co dove mio fratello cura-va la parte visiva-architettonica, ed io, invece, affascinato dalla meccanica che rispecchia più o meno la mia professione ( sono un artigiano che installa impianti elettrici) abbiamo dato, nel nostro piccolo, un contributo a far cresce-re la manifestazione. Quanto tempo serve per co-struire un carro allegorico? Per costruire un carro occorrono almeno quattro mesi di lavoro considerando il fatto che non es-sendo un lavoro vero e proprio ma un hobby, quindi fatto a tempo libero, occupa poche ore della giornata, perché ognuno di noi ha la propria professione. Quali le spese? Le spese della materia prima, noi consideriamo solo quella, perché il nostro lavoro non è retribuito, si aggirano intorno ai 28.000 € Il premio copre le spese? Sì, il premio copre le spese, ma

solo quelle. Che cosa ne fate dei carri alle-gorici quando la manifestazio-ne è terminata? Parte della struttura viene riutiliz-zata per l’anno successivo, alcune piccole parti vengono vendute ed altre distrutte o riciclate. Bisogna essere professionisti per costruire un carro allegori-co? Per costruire un carro allegorico c’è b isogno di gente esperta (cartapestai) ma anche di professo-ri di disegno, architetti, fabbri, e-lettricisti, falegnami, elettromecca-nici, verniciatori e molti ragazzi che collaborano ai lavori di carta-pesta. Quante persone servono per costruire un carro allegorico? Per costruire un carro allegorico servono una decina di persone e-sperte e una decina di collaborato-ri. Fare il cartapestaio è un me-stiere o un hobby? Per il momento è un hobby, perché non esiste scuola per far sì che una persona diventi professionista A chi viene affidato il giudizio della premiazione? Viene affidato alla fondazione del carnevale di Putignano che si av-vale di persone esperte come: pro-fessori universitari, ex maestri car-tapestai, professori di disegno, ar-

Noi e il Carnevale La parola a Raffaello Nardelli, cartapestaio di Putiognano

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ECCO LE IMPRESSIONI E LE EMOZIONI ESPRESSE DA UNA BIMBA DI SECON-DA, SUCCESSIVE ALLA VI-SITA DIDATTICA EFFET-TUATA PRESSO I CAPAN-NONI IN CUI VENGONO COSTRUITI I CARRI ALLE-GORICI IN CARTAPESTA Il giorno 21 gennaio ci siamo recati nel capannone dove costruiscono i carri di Carne-vale . Era grandissimo e c’erano tanti attrezzi da lavo-ro, ma la cosa che mi ha col-

pito di più è stato un carro di Carnevale incompleto. Il signor Nardelli ci ha spie-gato come si fa un carro alle-gorico : con carta di giornale , il calco di gesso, colla di fari-na e ferri sottili. Nardelli ci ha detto che tutte le persone che fabbricano un carro lo fanno nel tempo libero e non vengono pagati da nessuno. Il signor Nardelli ci ha mo-strato la forma di gesso e la forma di cartapesta non pit-tata, poi ci ha fatto vedere la faccia del Papa per completa-re il carro di Carnevale. Sia-mo entrati in un altro capan-none e abbiamo visto un car-ro quasi finito : era pittato con colori vivaci e belli. Quando ci siamo incammina-ti verso la scuola minacciava di nevicare, ma io ero molto emozionata per aver fatto questa esperienza

Vanna Pugliese II D Lama dei Pampini

chitetti, il sindaco e l’assessore al turismo e spettacolo. Quali le materie prime utiliz-zate? Le materie prime utilizzate parto-no dalla carta dei quotidiani, fari-na, cartoncino, cartone ondulato, cartone pressato, carta da imballo di mangimi, legno, ferro, filo di ferro, vari bulloni, argilla, pompe idrauliche, motoriduttori, cavi di acciaio, tiranti, vespaio, bianco ad acqua, tinte madri. Chi decide quanti car-ri devono partecipare? Decide la fondazione di carnevale con il suo con-siglio di amministrazione a sua volta nominato dal sindaco. Perché ? Decide la fondazione per-ché si hanno a disposizio-n e s e t t e g r o s s i “cartelloni” (costruiti ap-posta per le loro dimen-sioni) per edificare i carri e quindi non possono es-sere più di sette. Da chi vengono finan-ziate le opere? Le opere vengono finan-ziate dal gruppo, che de-cide di costruire il carro e poi rimborsati con il pre-mio della fondazione. Alessandra Nardelli V B Lama dei Pampini

COSA PENSI DEL CARNEVALE DI PUTIGNANO? A un campione di 42 bambini frequentanti la classe V, sono state rivolte alcune domande riguardanti il Carnevale di Putignano. Ecco le risposte: A quest’ultima domanda, la maggior parte dei bambini ha detto che vorrebbe capannoni più grandi per poter realizzare carri più maestosi, qualcuno non farebbe pagare i bambini per poter andare sui carri, qualcun altro vorrebbe un carnevale ancora più lungo!

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Genitori a scuola ... In diverse occasioni, i genitori degli alunni di classe III del plesso “A. De Gasperi”, si sono proposti “maestri di laboratorio”. Le attività di laboratorio sulla lavorazione dell’argilla, argomento trattato in classe dagli insegnanti Cacciapaglia e Schettini, hanno coinvolto un genitore degli alunni di classe, esperto in materia. Il laboratorio di informatica, curato dall’ insegnante De Leonardis, ha accolto un genitore che ha reso testimonianza del suo vissuto, come militare in missione di pace a Nassirya. Ci ha mostrato al computer, le foto da lui scattate e ci ha regalato la possibilità di indossare i copricapo provenienti da Nassir-ya.

Mercoledì, 12 Gennaio, è venuto in classe il Sig. Angelini Damiano, pa-pà della nostra amica Alessia, per-ché voleva mostrarci al computer le foto scattate in Iraq, dove è stato in-viato come militare in missione di pace. Grazie alla disponibilità e gen-tilezza del signore, abbiamo potuto conoscere e capire meglio, la cultura araba. Ci ha colpito molto la foto di un bambino, nascosto in un angoli-no, che stringeva forte fra le braccia, una bottiglia d’acqua come fosse un gioiello prezioso. Le foto scattate ai bimbi sono tante! Tra queste c’era quella di una bambina che, in segui-to ad un incidente, ha perso una gam-ba; in Italia è stato possibile averne una artificiale. Tuttavia pur aven-do questo problema era felice e allegra. Abbiamo capito che anche lì, c’è un rag-gio di sole, un sor-riso! Poi, sono ap-parse le foto del mercato iracheno (niente a che vede-

re con quello di Putigna-no): la polleria era per la strada e chi aveva la for-tuna di avere le galline si nutriva delle loro uova. Inoltre c’erano le banca-relle che vendevano pe-trolio e sigarette. Abbia-mo visto la famosa “Ziggurat” (torre a piani, tipico edificio religioso) ed il padre di Alessia ci ha detto che insieme ad al-cuni colleghi hanno fatto costruire una specie di

monumento in memoria dei lo-ro compagni morti a Nassyria, l’anno scorso. Siamo rimasti incantati dalla visione di un tramonto che lasciava vedere una piccola torre quasi total-mente coperta dopo una tempe-sta di sabbia. E pensare che gli iracheni vivono in tende. Come fanno a proteggersi?! Infine, la nostra avventura nel mondo iracheno si è conclusa allegra-mente con i maschietti della classe che hanno indossato la “kefia”e le femminucce il copri-capo. Il 5 marzo, noi della III B siamo

andati a vedere la lavorazione dell’argilla. Il nostro maestro Giuseppe ci ha spiegato che questa tecnica è na-ta nel Neolitico e noi eravamo curiosi di vedere dal vivo il pro-cedimento. Il maestro Giuseppe e la maestra Maria Teresa ci hanno condotti al Centro storico, dove si trova la bottega nella stradina di fronte alla chiesa della Madonna del Carmine. Il proprietario ci ha fatto entrare e visitare i locali. Abbiamo visto una specie di for-

L’Argilla

Ricava

Giocattoli

dIvertenti

Lavorando

L

Argilla

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no per cuocere i manufatti di argil-la ad una temperatura di 950° circa ed un tavolo sul quale c’erano pa-recchi fichi, sempre di argilla; alcu-ni colorati e rifiniti, altri da colora-re e altri da completare. Il suo assi-stente, invece, lavorava a rifinire dei paesaggi di argilla. Vicino al forno c’erano dei grandi blocchi di argilla che, a prima vista,

sembravano duri, compatti. Accanto un curioso filo di nylon. Proprio non capivo a cosa po-tesse servire quel filo, ma come se mi avesse letto nei pensieri, il proprietario lo ha preso, lo ha sistemato intorno al blocco e tirando senza eccessiva forza, ha staccato un bel pezzo di ar-gilla per lavorarlo. Ci ha fatto vedere come si lavora, come si rende liscia e come si modella l’argilla, ma anche gli stampi che possono essere usati per ottenere le diverse forme.

Quando ci accingevamo ad andare via, dopo aver osservato tutte le “creazioni”, egli ha voluto farci un regalo: un fischietto ad ognuno. Non era un normale fischietto: era d’argilla, aveva la graziosa forma di un uccello, ma non era rifinito (non era riuscito a colorar-lo in tempo). Che bello! A tutti noi brillavano gli occhi! Avremmo fatto anche noi gli arti-sti per un giorno armandoci di co-lori a tempera o acquerelli! Il mio fischietto è diventato uno splendido uccellino dal becco a-rancione e con le piume color az-zurro. Ora è sul davanzale della mia fi-nestra e di notte veglia affinché i miei sogni siano colorati e allegri come lui!

Alessia Angelini III B De Gasperi

Putignano, 03/05/2005 Io sono andata a scuola non per studia-re ma per andare alla gita. Appena siamo arrivati abbiamo fatto colazione in attesa che arrivassero gli altri bambini. Dopo aver finito di fare colazione, con tutti gli altri bambini abbiamo osserva-to le mucche. Queste mucche stavano in un grande bosco vicino ai vitelli. Dopo abbiamo osservato i tori ma non si poteva entrare perché era pericoloso. Vicino c’erano tanti maiali che puzza-vano. Quando siamo arrivati dove avevamo lasciato le nostre cose, hanno preparato un buffet di tante cose buone: pane, mozzarelle, provoline, formaggio. Io ho mangiato tante mozzarelle perché erano buonissime. Infine abbiamo visto come si fanno le mozzarelle e il pane però io non vede-

vo niente. Prima di tornare ci hanno dato la mozzarella e dopo siamo tornati in classe.

I A Lama dei Pampini

Visita alla fattoria

I bambini imparano a manipolare l’argilla a scuola

Gli alunni delle classi quarte di De Gasperi e di Lama dei Pampini assistono ad una lezione sulla quercia spinosa tenuta dal prof. Paolo Vinella nel parco Almirante di Putignano.

Lezione al parco

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Putignano in miniatura

TEATRO COMUNALE PIAZZA PADRE PIO

CHIESA S. PIETRO PORTA NUOVA

CORTILE CONDOMINIALE CASERMA DEI CARABINIERI

LAVORI REALIZZATI DALLE CLASSI III A - B - C DE GASPERI A CURA DELL’INS. CACCIAPAGLIA GIUSEPPE

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Il 19 aprile, con altre classi di III e i nostri maestri, siamo andati in gita ai Sassi di Matera e ai laghi di Monticchio. Alle ore 07,00, quando siamo anda-ti alla scuola Lama dei Pampini, c’erano già i nostri maestri e il diri-gente scolastico ad accoglierci nel cortile della scuola. Eravamo emo-zionati e impazienti di partire. Sia-mo partiti alle ore 07,30. Durante il viaggio i nostri maestri, di tanto in tanto, ci invitavano ad osservare il paesaggio: campagne e paesi, stra-de e piazze e gente che ci osserva-va incuriosita. Il tempo bello e il sole luminoso ci hanno fatto osser-vare tutto nei particolari. Alle ore 09,00 siamo arrivati a Ma-tera, in Piazza Castello dove erano ad aspettarci tre guide turistiche giunte puntualmente dopo che la maestra Anna le aveva chiamate con il cellulare. Noi, insieme agli alunni e agli insegnanti delle altre classi, abbiamo formato tre gruppi e ciascuno, con la propria guida, ha seguito un itinerario istruttivo. La nostra guida ci ha spiegato che il territorio di Matera è sempre sta-to abitato dall’uomo che ha lasciato segni del suo passaggio dal paleoli-tico, al neolitico, fino ai nostri gior-ni. Le tracce dell’uomo prima rac-coglitore, poi agricoltore e pastore sono: le grotte, le chiese rupestri e i villaggi neolitici. Dopo aver rice-vuto queste informazioni, ci siamo

incamminati e presto siamo arrivati ai Sassi. È stato uno spettacolo mozzafiato!!! È stato come trovarsi di fronte a un gigan-tesco presepe fatto di roccia, con le case costruite sui fianchi di un burrone! La guida ci ha spiegato che questo burro-ne è una gravina lunga diversi chilometri e percorsa da un torrente. La città di Ma-tera si è sviluppata lungo i pendii scoscesi di questa gravina. È una città bella perché la costruzione delle case ha se-guito le caratteristiche del suolo che è fatto di tufo, cioè una roccia tenera e facile da scavare. Non si riesce a di-stinguere ciò che è roccia dall’opera dell’uomo. Que-sto modo di costruire è chia-mato “architettura spontane-a” perché si adatta in modo

sempre nuo-vo al territorio. Nei Sassi le case dei ric-chi e quelle degli artigia-ni sono tutte vicine; non c’è separazione tra i due quartieri. Ogni casa ha alcuni ambienti tipici: cortili, ingresso inferiore e superiore, terrazzi e arcate. Però ogni casa è diversa dall’altra perché si adatta alla roccia. Ab-biamo capito che le anti-che popolazioni di Mate-ra erano tranquille, paci-fiche e civili perché era-

no capaci di vivere tutti insieme aiutandosi e rispettando se stessi e l’ambiente. Infatti ogni casa aveva una cisterna per la raccolta delle acque piovane che nessuno inquinava. Questo modo di vivere è un e-sempio per noi uomini moderni. Perciò Matera “città dei Sassi” è stata messa sotto la protezione dell’Unesco ed appartiene al “Patrimonio dell’umanità”. La guida ci ha spiegato che il Sasso Baresano è il lato della gra-vina in direzione di Bari. L’altro lato è il Sasso Caveoso chiamato così dal nome latino “cavea” cioè grotta di pietra. In questa parte abbiamo visitato la chiesa rupe-stre di Santa Lucia alle Malve. È tutta scavata nella roccia e alle pareti ci sono i resti di bellissime e antichissime pitture del 1200, chiamate affreschi perché erano dipinte sull’intonaco ancora fre-

sco e umido. In seguito abbiamo visitato una casa di artigiani dove è stato alle-stito un piccolo museo di arnesi e di vita contadina. Abbiamo os-servato i mobili, gli utensili, le stoviglie e gli arnesi da lavoro degli artigiani; infatti fino al 1960 i Sassi erano ancora abitati. Risalendo tra viuzze e stradine, vicoli e terrazze, siamo arrivati alla Cattedrale di Matera. All’interno abbiamo ammirato tante pitture sulle pareti e un pre-sepe del 1500 con statue scolpite nella pietra. Davide Verdolino III B De Gasperi

Tra “sassi” e laghi Gli alunni della classe III C De Gasperi in viaggio d’istruzione ai Sassi di Matera e ai laghi di Monticchio

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La guida ci ha fatto osservare la sta-tua della Madonna della Bruna ve-stita con un abito bianco e prezioso ricamato nel 1700 con fili d’oro. Questa statua viene portata in pro-cessione il 2 luglio quando si cele-bra una festa per ricordare la lotte vinte dalle antiche popolazioni con-tro gli assalti degli stranieri nemici.

Al termine della processione la sta-tua della Madonna viene chiusa nel Duomo mentre la gente assalta e fa a pezzi tutte le statue e le costruzio-ni di cartapesta del carro che tra-sporta la Madonna. È buona fortuna portarne a casa un pezzetto. Dopo aver salutato e ringraziato le guide turistiche, alle ore 12,30 sia-mo ripartiti per i laghi di Montic-chio. Il viaggio ci è sembrato lungo anche perché noi eravamo affamati e i nostri zaini erano nel portabaga-gli. Per distrarci abbiamo osservato il paesaggio. A un tratto, quasi all’improvviso, ci sono apparse le “dolomiti lucane” tre grandi monti rocciosi e scuri che splendevano al

sole. Erano meravigliosi. Alle ore 14,30 siamo arrivati a Montic-chio. Finalmente abbiamo fatto colazio-ne a sacco e ci siamo seduti comoda-mente ai tavolini di un bar, all’aperto. Dopo pranzo abbiamo cominciato ad osservare il territorio. I due laghi si trovano nel cratere del monte Vulture che è un antico vulcano spento dell’Appennino meridionale. Essi sono separati da una striscia di terra larga 210 metri. Noi ci siamo fermati al lago Piccolo e siamo rimasti incantati man mano che abbiamo rag-giunto le sponde verdi sotto gli alberi di alto fusto. Una brezza leggera in-crespava le acque e si sentivano tutt’intorno l’odore del muschio, la frescura della vegetazio-ne e il cinguettio lontano degli uccelli. I maestri ci hanno spiegato che nei boschi intorno ai laghi vivono il falco grillaio e una farfalla molto rara, la Brahnea. Abbiamo osservato i fianchi scoscesi del Vulture coperti di boschi e il terreno vul-canico scuro e ricco che fa crescere una vegetazione spontanea utile a dare om-bra e fresco nel caldo dell’estate: querce, olmi, aceri e poi salvia, timo, asfodeli e finocchio selvatico. Riflessa nelle acque limpide abbiamo notato l’antichissima Badia di San Michele tutta bianca tra il verde degli alberi. Seguendo i percorsi segnalati e sicuri abbiamo fatto una lunga passeggiata lun-go il perimetro del lago. Un signore ci ha fatto osservare un cinghiale nero (in gabbia) come quelli che si trovano in quei boschi. Sull’acqua abbiamo visto dei bellissimi

cigni che scivolavano lenti, bian-chi ed eleganti. Alle ore 16,00 siamo ripartiti per una breve so-sta alla Fonte dove si imbotti-gliano le acque minerali di Mon-ticchio che sono famose per la loro purezza, il gusto frizzante e la capacità di far bene alla salute. Il viaggio di ritorno è stato utile per riposarci, ma è stato ugual-mente emozionante. Alle ore 18,00 la maestra Anna, mentre ascoltava una radiolina ci ha da-to la notizia della fumata bianca

alla Cappella Sistina della città del Vaticano e che era stato eletto il nuo-vo Papa Benedetto XVI. Abbiamo applaudito tutti con gioia. Durante il resto del viaggio alcuni sonnecchiavano, altri guardavano al televisione, altri cantavano, scambia-vano opinioni ed emozioni, altri into-navano ritornelli, recitavano filastroc-che e indovinelli. Siamo giunti a Putignano puntual-mente alle ore 19,30. Erano ad aspet-

tarci i genitori ansiosi di rivederci e di ricevere notizie sulla gita. Noi siamo stati tanto contenti di que-sta gita, ringraziamo i nostri maestri e speriamo che ce ne facciano fare altre belle ed emozionanti come questa, anche perché ci siamo accorti che imparare dal vivo più che dai libri è molto più facile e più bello.

Classe III C De Gasperi

Edmondo Dalena Federica Giardina Papa

Dario Dalena Morena Montalto

Alessia Mangini Barbara Troilo

Cronaca scolastica

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Attività di fine anno: una carrellata di immagini

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Attualità

La IV A e la IV B del plesso De Ga-speri il 20 aprile 2005 vanno in gita alle grotte di Putignano per vedere dal vivo quello che avevano studiato sui banchi di scuola:il fenomeno car-sico. Io sono un alunno di quelle classi. Appena arrivati a scuola siamo mol-to ansiosi e aspettiamo l’ordine della maestra per poterci incamminare. Alle ore otto e quindici, finalmente, l’ordine arriva. Usciamo dalla scuola in un’ordinata fila, attraversiamo l’Estramurale a Mezzogiorno e Corso Umberto I ve-locemente. E’ mercoledì, giorno di mercato, e ci ritroviamo tra bancarelle, grida di venditori e brusio di gente che chiac-chiera. Più tardi arriviamo alla sede speleo-

logica, vicino al ristorante cine-se “La Pace” dove ci accolgono, in un locale piuttosto piccolo, Piero Lippolis, Francesco e Luana. Piero è un ragazzo sui trent’anni, alto, capelli neri, “quattr’occhi”, due neri e due trasparenti: gli occhiali. Ha un fisico asciutto. Lo speleologo ci mostra come le rocce reagiscono all’acido: su quelle impermeabili l’acido non ha nessuna reazione, mentre sulle permeabili bolle. Infine ci mostra delle diapositi-ve e ci spiega cosa sono le grot-te. Per giungere alle grotte, pas-siamo da una stradina di cam-

pagna. Intorno a noi c’è soprattutto verde: grandi prati verde smeraldo con erba alta e pa-paveri rossi come il fuoco. Ogni tanto troviamo qualche trullo con abitazioni nuove a fianco. Sentiamo il garrire festoso delle rondini che nel cielo sembrano piccole V. Più in là, a destra c’è un cam-po di grano di color giallo oro, mentre sulla sinistra c’è una masseria con tanti animali da cortile. In lontananza appare il bosco da attraversare per giungere alle grotte. Arriviamo nel parco giochi delle grotte e i maestri ci danno il permesso di far cola-zione e di giocare perché lo speleologo Piero è impegnato con un altro gruppo di visita-tori. Finalmente Piero e i suoi a-

mici arrivano e ci dividono in due gruppi. Io faccio parte del primo gruppo guidato da Fran-cesco. Scendiamo la scala stretta e a chiocciola. Alcuni compagni si aggrappano ad altri per paura di avere le vertigini. La grotta è davvero magnifica: sembra la casa di un gigante. Francesco ci mostra i pezzi “forti” della “collezione natura-le”: Una colonna del diametro circa di 86 cm., una stalagmite a forma di angelo che sta per spiccare il volo, una stalattite a forma di pantalone, due stalag-miti che sembravano una giraf-fa e un elefante e delle concre-zioni a forma di pop-corn. Lo speleologo ci dice che dei ragaz-zacci hanno rubato il “gioiellino della grotta”: una stalattite a forma di P, altri vandali hanno scritto i muri della grotta dimi-nuendone il suo fascino. Risaliamo e Luana ci fa vedere delle diapositive e ci parla degli animaletti che vivono in questo magico mondo sotterraneo, poi Francesco ci mostra la targa che ricorda l’inaugurazione del-la grotta donata dal principe di Piemonte. Quando risale dal magico mon-do sotterraneo anche il secondo gruppo, ringraziamo gli speleo-logi e ci affrettiamo a tornare a scuola perché siamo in ritardo. Lì, ci attendono ansiosi i nostri genitori , così recuperiamo in fretta gli zaini, salutiamo i ma-estri e ritorniamo a casa stan-chi, ma soddisfatti.

Marco Santoro Classe IV B

Plesso “De Gasperi”

L’ansia prima della visita guidata

LE IV DEL SECONDO CIRCOLO DIDATTICO “DE GA-SPERI” IN GITA ALLE GROTTE DI PUTIGNANO I bambini ammirano le grotte

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Visita d’istruzione della seconda A e B De Gasperi Il 10 Maggio ’05 siamo partiti dal Plesso Lama dei Pampini per recar-ci presso la Masseria Ruotolo a Cas-sano, quando siamo entrati nel pul-lman eravamo tutti molto contenti, ma soprattutto eravamo molto emo-zionati. Quando siamo arrivati alla masse-ria ci ha guidato Giuseppe per por-tarci a un bellissimo ristorante, do-ve abbiamo fatto colazione. Dopo la colazione è venuta a pren-derci la guida Tina, che ci ha porta-to a vedere le selle dei cavalli e ci ha spiegato che sono di cuoio ed imper-meabili, così quando piove non si bagnano. Dopo siamo andati nella stalla dei cavalli e ci ha detto anche che, quando gli mettono le briglie

non si fanno male, ci ha anche spie-gato che quando il cavallo si soffia il naso fa un terribile rumore, ma an-che spaventoso. Dopo aver detto questo ci ha fatto cavalcare su dei veri cavalli, all’inizio tutti eravamo un po’ impauriti perché pensavo di cadere. E’ stato divertente fare que-sta esperienza! Dopo è venuta un’altra guida di no-me Elvira, che ci ha fatto vedere gli animali della masseria, per prime abbiamo visto le caprette a cui ab-biamo dato da mangiare. C’era an-che un mulo e Elvira ci ha spiegato che quando un cavallo si accoppia

con un asino nasce un mulo. Abbia-mo visto anche gli struzzi, che met-

tono la testa sotto terra per mimetizzarsi, alza-no le ali e fingono di es-sere un cespuglio. Tra i galli e le galline c’era il gallo Fenix, con la sua bellissima coda si deco-ra l’elmo dei bersaglieri. Siamo andati a vedere il pavone che con la sua coda colorata corteggia le femmine, abbiamo visto le anatre e le tar-tarughe, le oche, le ana-tre e le tartarughe ac-quatiche, le oche e le

anatre star-n a z z a v a n o proprio tan-to: è stato molto inte-ressante! Elvira dopo ha dato il cambio alla guida Ric-ciotti e lui ci ha guidati nel bosco, era un po’ perico-loso: scale

Alla masseria Ruotolo

tutte di pietra e spine dap-pertutto, abbiamo visto tre tipi di querce diverse, tan-ti bei fiori: gerani, un’orchidea molto preziosa che il signor Ricciotti non ha staccato e infine c’erano fiori gialli che so-migliavano ai girasoli. La gita ci è molto piaciuta, perché abbiamo imparato tante cose nuove. Ringraziamo le maestre e la scuola per aver organiz-zato questa bellissima gi-ta.

II A e II B Plesso De Gasperi

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ci e siamo contenti perché con questo strumento possiamo leggere tantissi-mi libri e storie e imparare sempre nuove cose. A marzo abbiamo iniziato un labora-torio opzionale di giardinaggio intito-lato “Adottiamo un giardino” insieme alle altre terze del nostro plesso. Ab-biamo “adottato” un pezzo di terra che si trova all’interno della nostra scuola. Nel terreno abbiamo trovato di tutto: buste, pietre, erbacce, chiodi, plastica, vetro, ecc. Mentre il nostro maestro zappava, noi armati di guan-ti e buste ai piedi abbiamo ripulito il terreno e poi finalmente abbiamo po-tuto piantare delle bellissime begonie e delle coloratissime petunie. Con le piantine abbiamo formato delle aiuole di diverse forme geometriche: quadra-to, triangolo, cerchio e rettangolo.

Spesso siamo andati ad innaffiare il nostro giardino e certe volte il mae-stro ci faceva la “doccia di fango”. Questa esperienza ci è piaciuta molto perché ci ha fatto sentire degli ecolo-gisti e degli ottimi giardinieri! Infine nei mesi di aprile e maggio ab-biamo partecipato ad un progetto po-meridiano intitolato “Giochi d’altri tempi”. Abbiamo imparato dei giochi che facevano i nostri genitori

quand’erano piccoli come noi: il gioco del fazzoletto, il tiro alla fune, la corsa nei sacchi, il gioco dei quattro cantoni, i giochi con la corda, il gioco dell’anello e tan-ti altri. Tutti abbiamo costruito la nostra scacchiera per giocare a dama e abbiamo imparato a gio-carci.

Ma la cosa più bella del progetto è stata costruire gli aquiloni in-sieme ai nostri insegnanti e al signor Vincenzo, che è un esperto di aquiloni. Abbiamo fatto gli a-quiloni con le carte delle uova di Pasqua e le code con tanti nastri colorati. È stato difficile e ci vole-va tanta pazienza, ma è stata una bella esperienza! Il 7 giugno ci sarà la manifestazione finale di questo progetto: canteremo, giocheremo e lanceremo i nostri magnifici aquiloni. Speriamo che ci sia il vento!

III B Lama dei Pampini

Per noi, alunni della III sez. B del plesso Lama dei Pampini, quest’anno scolastico è stato un anno ricco di emozioni e di novità. Fra tutte ce ne sono alcune che ci hanno entusiasmato più delle al-tre. Non possiamo dimenticare la

“Passeggiata veloce” che abbiamo fatto il 6 novembre 2004, il giorno prima della “Mezza maratona”. Abbiamo percorso un tragitto di qualche chilometro: siamo partiti da corso Umberto I e siamo arri-vati a piazza Aldo Moro, prima camminando e alla fine correndo g u i d a t i d a g l i a t l e t i de l l ’ a s soc iaz ion e spor t iva “Amatori” di Putignano. Abbiamo provato una sensazione bellissima nel correre per le vie del nostro paese. Al termine siamo tornati a scuola stanchi, sudati e affamati ma soddisfatti come dei veri ma-ratoneti. A dicembre abbiamo ricevuto il 1° premio ad un concorso per il mi-glior libro elettronico con la storia inventata da noi insieme ai com-pagni della III sez. A. L’anno scor-so nel progetto di creatività “Macedonia di fiabe …” avevamo inventato una storia con i perso-naggi delle fiabe più famose dal titolo “Sciopero generale nel mon-do delle fiabe”, costruito i buratti-ni e dipinto le scenografie e alla fine avevamo drammatizzato la storia con i burattini. Le nostre maestre hanno inviato la storia con le foto dello spettacolo al con-corso e a novembre dopo una lun-ga attesa è arrivata la notizia: ABBIAMO VINTO!!! Abbiamo ri-cevuto un lettore di libri elettroni-

Un anno pieno di … emozioni!

Attualità

Pagina 20 Pianet@scuola

za proprio perché abbiamo visto dal vivo come si effettua la panifi-cazione : la preparazione della pa-sta, la lievitazione e la cottura. Ab-biamo messo anche noi le “ mani in pasta “ e preparato gustosi ta-rallini. Che divertimento! Peccato che le nostre mamme non preparino più in casa questi pro-dotti come facevano tanto tempo fa le nostre nonne!

Monica, Alberto, Antonella, Giuseppe, Claudia

“CAPANNONI” La visita ai capannoni ci ha per-messo di scoprire i segreti sulla costruzione dei carri allegorici: dalla semplice carta di giornali mi-schiata a colla e acqua e tenuta a macerare per qualche giorno, i car-tapestai riescono a realizzare su calchi di gesso pupazzi molto somi-glianti ai personag-gi che vediamo ogni giorno in tv; sono molto bravi perché fanno delle carica-ture davvero diver-tenti. Abbiamo capito quanto lavoro e quanto tempo im-piegano i cartape-stai per regalarci una bellissima sfi-lata e nello stesso tempo abbiamo co-

nosciuto meglio una delle tradi-zioni tipiche del nostro paese

Fabio, Silvia, Alessandra, Cecilia, Claudio, Lara

PER CONCLUDERE … L’esperienza musicale nel nostro laboratorio è stata davvero bella e divertente. Negli incontri abbiamo imparato a riconoscere il ritmo attraverso il nostro corpo e poi attraverso il suono di semplici strumenti: ma-racas, legnetti, sonagliere, tam-burelli ma anche tamburi e Xilo-foni. Abbiamo inventato delle semplici storie e ci siamo diverti-ti a narrarle con il suono di que-sti strumenti; abbiamo anche creato un concertino con i versi di alcuni animali. Secondo me questo progetto è stato importante perché ci ha aiutato ad esprimerci in modo diverso così anche quei bambini che hanno delle difficoltà posso-no superarle. QUINDI… Questa esperienza, insieme alle altre visite guidate fatte durante l’anno scolastico mi sono servite per vedere e cono-scere dal vivo il mondo che mi circonda per poi leggerlo e stu-diarlo sui libri. Daniela

“CASEIFICIO L’ARTIGIANA” Il motivo della visita al caseificio l’Artigiana è stato quello di cono-scere il procedimento della fabbri-cazione delle mozzarelle. Quanto lavoro c’è dietro la prepa-razione di questo alimento così famoso nel nostro territorio! . Il latte viene prima riscaldato, poi si aggiunge il caglio e cosi si forma una massa biancastra solida che viene lavorata in modi diversi. E’ stata una visita istruttiva per-ché, divertendoci, ci ha aiutato a saperne di più su come si prepara-no molte delizie ( mozzarelle, ca-cio, provole, ricotta) che poi noi gustiamo sulle nostre tavole. Veronica e Giuseppe

“PANE & CO” Dopo aver studiato in scienze la trasformazione del grano in fari-na, la maestra ci ha parlato di co-me la farina, il lievito, il sale, l’olio e l’acqua si trasformano in pane. La visita al panificio ci è servita per ricordare meglio questo proce-dimento. E’ stata un’interessante esperien-

GLI ALUNNI DELLA II B (PLESSO LAMA DEI PAMPINI ) ALLA SCOPERTA DELLE RISORSE DEL TERRITORIO VOGLIONO RACCONTARE LE LORO IMPRESSIONI SULLE VARIE ESPE-RIENZE SCOLASTICHE

In aumento anche a Putignano il fenomeno dell’immigrazione I Cinesi nel mio condominio

Anche a Putignano, come in molti altri paesi d’Italia sta aumentando il fenomeno dell’ immigrazione. Purtroppo molti Italiani, anche se è difficile ammetterlo, non vogliono gli extracomunitari, forse perché spesso è difficile accettare chi è di-verso da noi. Sono ormai molti gli extracomuni-tari che vivono a Putignano. Tra essi si contano diversi cinesi. Siamo andati a casa di una fami-glia cinese (qui da noi svolgono il lavoro di massaggiatori) per porre alcune domande. Entrando dal portone per scale si sentiva un forte odore di crema alle erbe. Appese alla porta di ingresso c’ era-no vari addobbi natalizi. Alla sinistra una piccola cucina. A destra una stanza con una scri-vania. La signora con cui abbiamo parlato aveva due bambini, una bimba di tre anni e un maschietto di pochi mesi. Nella stanza c’era un mobile con vari libri cinesi e alcune statuette. Anche se vive ormai da molti anni in Italia non capiva bene le nostre domande perché dice che la lingua italiana è molto diversa dal cinese e loro la imparano con difficoltà. Per questo vedono molto poco la TV, preferiscono ascoltare e vedere videocassette e CD della loro terra. Ci siamo seduti attorno a una pic-cola scrivania e abbiamo iniziato con le nostre domande. Da quanti anni siete in Italia ? Da otto anni. Perché siete venuti in Italia ? Sono venuta per aiutare mia zia visto che ero molto legata a lei. Perché avete scelto proprio l’Italia ? Perché mia zia ha un ristorante e un Hotel in Italia. In che città abitavate in Cina ? Zhie Jinag

Che lavoro facevate nel vostro pae-se? Casalinga e in un ristorante. Che lavoro fate in Ita-lia? Aiuto mio ma-rito a fare massaggi. Quando sie-te venuti in Italia, come vi hanno ac-colto? Mi hanno ac-colto bene: gli Italiani sono bravi. Avete trova-to differenza

tra la vita in Cina e quella in Italia? L’ Italia è più pulita e meno caoti-ca. Vi siete abituati presto alla vita Italiana? Sì, presto. Di che religione siete? Buddista. Ci può raccontare una festa del vostro paese? La nostra festa ca-ratteristica è il ca-podanno che dura 15 giorni tra gli spari di fuochi e mangiare,senza mai dormire,notte e giorno. Vi è mai venuta la nostalgia della Cina? No adesso, mi piace stare qui. Avete figli? Sì, due (una bambi-na di 3 anni e un bambino di pochi mesi).

Come si trovano nelle scuole italiane? Bene. La vostra cultura è diversa dalla nostra? Si è diversa:noi lavoriamo molte più ore al giorno: poco diverti-mento; gli orari cambiano (pranzo 15:00 – cena 22:00). Parlare con loro ci è piaciuto, so-no stati gentilissimi, ci hanno mostrato la loro casa e ci hanno fatto vedere delle videocassette di canti e danze del loro paese. Dob-biamo imparare a vivere insieme, accettando culture diverse, accet-tandoci l’un l’altro, per costruire un mondo multirazziale e miglio-re.

Romy Laterza Nicole Sportelli Alessia Vinella

Seby Togato Daniele Pizzutilo

Marco Amati Anna Pugliese

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ca) utilizzata dal capitano (il Diri-gente Scolastico – anch’egli nuo-vo!) del “galeone”. Inevitabilmente i disappunti sono stati indirizzati anche sugli organi di comando e di governo del Circo-lo Didattico, nell’intento di persua-derli nell’applicare la riforma (almeno in alcune parti, vedi le funzioni tutoriali): il nuovo model-lo didattico-organizzativo non è né facoltativo nè opzionale, e la sua applicazione, anch’essa regolata da precise norme dello stato, è de-mandata ai Dirigenti Scolastici. Di contro, i contenuti didattico-educativi, restano, essenzialmen-te, autonoma prerogativa del corpo docente, asse portante della scuola. Tocca agli in-segnanti, infat-ti, coordinati e coadiuvati dal D.S., mettere a punto la mi-gliore offerta formativa cap-tando le aspet-tative del terri-torio, acco-gliendo i sug-gerimenti delle famiglie, per rispondere alle attese del con-testo socio-economico in cui la comunità scolastica è collo-cata. Grazie ad un maggiore coinvolgi-mento e corresponsabilizzazione delle famiglie nei processi educati-vi ed alle funzioni tutoriali (assistenza tutoriale a ciascun a-lunno, rapporti con le famiglie, compilazione ed aggiornamento del portfolio e coordinamento delle attività didattiche ed educative) si potranno attivare percorsi didatti-ci individualizzati secondo le atti-tudini e le attese degli alunni da consentire l’innalzamento del li-vello qualitativo dei servizi offerti. Personalmente sono convinto della bontà e dell’efficacia del nuovo or-

dinamento scolastico, che do-vrebbe apportare una ventata d’innovazione al sistema scuola del nostro paese, avvicinandolo ai sistemi scolastici degli altri paesi dell’Europa: siamo sempre più cittadini europei! Altri fatti rilevanti che hanno caratterizzato l’A.S. appena con-cluso sono:

· il subentro di un nuovo Dirigente Scolastico;

· il rinnovo del Consiglio di Circolo;

· l’interazione con una nuova Amministrazione Comunale.

Dal 1 settembre 2004 il Prof. Pie-tro Carucci è subentrato al Prof. Mario Lacalandra alla dirigenza del nostro Circolo Didattico. Negli ultimi tre anni si sono av-vicendati ben tre nuovi D.S. e la nostra comunità scolastica, per-tanto, ha vissuto i naturali disa-gi del cambiamento: dirigenti di-versi hanno inevitabilmente per-sonalità diverse che abbisognano di un certo periodo iniziale (start up) per “sintonizzarsi” con tutta la comunità scolastica ed operare al meglio. L’inizio attività del Prof. Carucci è stato particolarmente arduo p o i c h é è c o i n c i s o c o n l’applicazione della riforma sco-

lastica, ed ha dovuto faticare non poco per sciogliere i dubbi e placare le ansie di quanti, a vario titolo, era-no coinvolti nella scuola. Il nuovo D.S. tirando fuori tutta la forza d’animo che le circostanze ri-chiedevano, con coraggio e professio-nalità, partendo da quei pochi palet-ti che, rispetto all’applicazione della riforma, erano stati fissati l’A.S. precedente, è riuscito ad esercitare le sue prerogative, garantendo la piena operatività delle attività di-dattiche del 2° Circolo Didattico (il “galeone” prende il largo). Il Consiglio di Circolo in carica fino a dicembre 2004, che sono stato onora-

to di presiedere, ha salutato il Prof. Ca-rucci con cordialità e fiducia, e senza mo-strare segni di pre-venzione nei suoi con-fronti, ha continuato a svolgere il proprio ruolo, con il solito ap-proccio costruttivo e senso di responsabili-tà, nell’interesse ge-nerale di tutta la no-stra comunità scola-s t i c a , p o n e n d o l’alunno sempre al centro delle decisioni prese. Sono sempre stato convinto, così come continuo ad esserlo, che i successi di un’azione educativa

d’alto profilo di un’istituzione scola-stica si raggiungono a condizione che tutti i soggetti coinvolti (dirigenti, docenti, ATA, famiglie, ecc.), operi-no, a vario titolo, con professionalità, nel rispetto reciproco, nel rispetto dei ruoli e delle norme, dando sem-pre spazio al confronto ed al dialogo, senza presunzioni e velleità. Il 5 e 6 dicembre si sono svolte le vo-tazioni per il rinnovo del Consiglio di Circolo. Anche l’attuale Consiglio, che ancora una volta ho l’onore di presiedere, s’ispira agli stessi princi-pi generali del precedente. Ovvia-mente, non mancano gli scambi dia-letticamente vivaci, ma fintantoché ciò avviene con discussioni di merito, e non fini a se stesse, il risultato sa-

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rà sicuramente positivo. Approfit-to del giornalino scolastico per trasmettere a tutti i consiglieri un saluto di stima ed affetto. L’attuale Consiglio di Circolo, ol-tre ad essere coinvolto su questio-ni che oserei definire di ordinaria amministrazione (approvazione programma annuale di previsione e consuntivo, deliberazioni varie, ecc.) deve ancora “combattere” , assieme al D.S., per la soluzioni di vecchi problemi strutturali an-cora irrisolti. Le questioni a cui mi riferisco, che affliggono noi genitori e soprat-tutto i nostri figli ed i loro inse-gnanti, sono le annose problema-tiche dell’edificio scolastico “Lama di Pampini”: a) adeguamento dell’edificio alle

norme vigenti in materia di sicurezza e salvaguardia della salute (L. 626/94): in particola-re, il micro-clima (la tempera-tura per inciso) interno alle aule esposte ad est è tale da far mancare quelle condizioni psico-fisiche indispensabili per un normale svolgimento delle attività didattiche, con il con-seguente decadimento dei li-velli di apprendimento;

b) manutenzione straordinaria dell’intera struttura e relativo adeguamento degli spazi inter-ni alle esigenze conseguenti ai processi di riforma della scuo-la, all’innovazione didattica e al fabbisogno dell’utenza.

Questi problemi sono noti agli at-tuali Amministratori Comunali sin dal loro insediamento. Sono stati altresì denunciati dallo stes-so Dirigente Scolastico. All’inizio dell’A.S. l’edificio “Lama di Pam-pini” è stato oggetto di visita da parte dell’Assessore al Patrimonio Sig. Stefy Fiume e dell’Assessore all’Istruzione Sig. Giuseppe Gen-co. Anche il vice-Sindaco Sig.ra Catia Caramia, che tra l’altro in-segna proprio presso la nostra scuola, nei mesi scorsi si è attiva-t a p e r s e n s i b i l i z z a r e l’Amministrazione delle carenze in cui versa il plesso. Nelle ultime settimane anche il

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Consiglio di Circolo si è attivato per seguire più da vicino la que-stione ed ha pertanto nominato una Commissione nel suo seno per un'interazione diretta e co-stante con l’Amministrazione Comunale. Dopo un primo incontro presso il p a lazzo munic ipale c on l’Assessore all’Istruzione ed uno successivo, presso il nostro ples-so, con l’intervento diretto del Sindaco Avv. Gianvincenzo An-gelini De Miccolis, c’è stata l’assicurazione da parte degli in-terpellati che per l’edificio in questione sono state stanziate somme per la risoluzione defini-tiva dei problemi. Siamo fiduciosi che le aspettati-ve della comunità scolastica non saranno tradite. Poiché penso di essermi dilunga-to oltre misura, ma spero non inutilmente, saluto con sincero affetto tutta la comunità scola-stica del 2° Circolo Didattico.

Classe I B De Gasperi

REGOLE - Ottantuno quadretti, 9 righe orizzontali, 9 colonne verticali, 9 sezioni di nove quadretti l’una. Come riempirli? Con i numeri da 1 a 9. Una sola regola: che in ogni colonna, in ogni riga e in ogni sezione, ogni numero figuri una volta sola. Provateci, non è così facile come sembra!!!

SUDOKU FACILITATO SUDOKU PER ESPERTI

Sudoku, nuovo gioco - mania d'Europa È un rompicapo matematico. Niente tecnologia, solo numeri da scrivere

Auguro a tutti, alunni, inse-gnanti e genitori una buona va-canza.

Luigi Derobertis

Non è stato un anno facile. Le inno-vazioni apportate dalla Riforma hanno generato giustamente o ingiu-stamente vere o false perplessità in alcune forze professionali, che per pigrizia o per comodità, o per una propria abitudine al “laisser faire”, o per altro, hanno addotto giustifica-zioni tendenziose e pretestuose e non hanno accettato le sfide del cam-biamento. Avrei potuto capire le “non verità” lette sui giornali locali i cui redattori niente hanno a che fare con la scuola e niente sanno della scuola quando si parla di un nuovo modello di scuola volto all’autonomia didattica, organizzativa, di ricerca e di sviluppo in una società del cam-biamento attraverso il coinvolgimen-to di tutte le forze interne alla scuola ed esterne ad essa. Sarebbe stato facile per me approfit-tare di questo spazio per sciorinare una serie di sviolinate, spargendo congratulazioni e ringraziamenti a destra e a manca. Non sarei io. O-gnuno, docenti e non docenti, genito-ri, è responsabile delle proprie azioni e parole e può trovare in se stesso la risposta e chiedersi se l’auspicata collaborazione per una scuola che vuole organizzarsi a sistema com-plesso integrato ha trovato completa realizzazione ed è, quindi tempo di rimboccarsi le maniche affinché l’autonomia sia un processo di svi-luppo e di crescita che impegna la scuola alla crescita permanente, co-me ogni essere umano e ogni istitu-zione, per rispondere alle richieste della società attuale e futura, sog-getta a cambiamenti e innovazioni sempre più rapidi e radicali, genera-

Continua dalla prima te dal rapido sviluppo delle ricerche/scoperte scientifiche e dalla diffusio-ne delle tecnologie multimediali, che hanno reso il pianeta Terra il “Villaggio globale”. Questo si richiede alla scuola, alle famiglie, alla società perché l’autonomia della scuola è supporto, forza, garanzia delle innovazioni che si verificano nella società a tutti i li-velli e che perciò vanno consapevol-mente gestite in modo specifico in quelle che sono le cellule, che genera-no e alimentano la vita delle istitu-zioni preposte alla formazione delle nuove generazioni: la famiglia, la scuola, la società stessa. Potevo far finta di niente! Far crede-re che tutto è stato perfetto o quasi. E’ stato un anno in cui bisognava consapevolmente capire il passaggio da una scuola basata sulla trasmis-sione dei saperi ad una scuola basata sulla didattica per progetti, sulla ba-se dello sviluppo nei docenti e negli allievi delle capacità progettuali e di innovazione. Questo si chiede al dirigente, ai do-centi: una scuola che realizzi un per-corso che dia senso e valore all’autonomia e capace di gestire le innovazioni che le famiglie e la socie-tà chiedono ad essa, affinché riesca a preparare, a formare le nuove gene-razioni a rendersi partecipi e artefici della innovazione promuovendo la formazione in tutti gli allievi, fin dal-la scuola dell’infanzia e per tutti i cicli successivi, delle capacità di pro-gettazione permanente nella vita del-la scuola e dell’extrascuola, affinché continuino a coltivarla nel corso di tutta la loro vita. In tutto ciò lo scri-vente, come gran parte del corpo do-cente, ci crede. Perché non essere u-na forza unica, dove si coagulino le ricchezze culturali, professionali e

Direzione Didattica 2° Circolo Putignano “A. De Gasperi” Via A. De Gasperi, 9 70017 Putignano (BA) Tel/fax: 080 4911516 Tel Direzione: 080 4934454 E-mail: [email protected] Sito web: www.scuoladegasperi.it

Laboratorio multimediale del 2° Circolo-Putignano

morali di ognuno per risponde-re ai bisogni degli utenti, della società? Non possiamo dimenticare che in un gruppo di lavoro tutti si sentono forti quando si sento-no uniti da una comune finali-tà da raggiungere; tutti voglio-no sentire che il loro lavoro ha un significato, un valore, vo-gliono che l’Istituto si espan-da. Questo accade solo quando tutti, dal dirigente, al docente, al personale non docente, sono orgogliosi di appartenere all’Istituto e di contribuire al suo sviluppo. Il Dirigente Scolastico Prof. Pietro Carucci

Pianet@scuola Giornale del 2° Circolo “A. De Gasperi” Putignano

Redazione: Direttore: prof. Pietro Carucci Ins. responsabili: G. Landi - E. Laterza - M. Rongo - M. Campanella - C. Laterza - A. Curci - R. Agherbino - A. Cino - G. Cacciapaglia

Alcune foto sono state voluta-mente oscurate per ottemperare al DL n. 196 del 30 giugno 2003 a salvaguardia della privacy.