E. Fromm “Fuga dalla libertà. Il significati psico-sociale delle dottrine di Lutero e Calvino”...

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• E. Fromm “Fuga dalla libertà. Il significati psico-sociale delle dottrine di Lutero e Calvino” • La filosofia moderna: l'emergere della soggettività • M. Foucault "La rimozione della follai e la costruzione del soggetto" • Il disciplinamento della società Peter Burke - Il trionfo della Quaresima: la riforma della cultura popolare

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• E. Fromm “Fuga dalla libertà. Il significati psico-sociale delle dottrine di Lutero e Calvino”

• La filosofia moderna: l'emergere della soggettività

• M. Foucault "La rimozione della follai e la costruzione del soggetto"

• Il disciplinamento della società Peter Burke - Il trionfo della Quaresima: la riforma della cultura popolare

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Esamineremo anzitutto la situazione economica e sociale dell'Europa, soprattutto di quella centrale, all'inizio del sedicesimo secolo, e poi analizzeremo le ripercussioni che questa situazione ebbe sulla personalità degli uomini di quell'epoca, il rapporto tra gli insegnamenti di Lutero e Calvino e questi fattori psicologici, e il rapporto tra queste nuove dottrine religiose e lo spirito del capitalismo. Nella società medioevale l'organizzazione economica della società era piuttosto statica. Gli artigiani si erano stretti in corporazioni già sin dal tardo Medioevo. (pag. 25)

1 - La situazione economica e sociale dell'Europa all'inizio del sedicesimo secolo2 - Effetti sull'individuo dello sviluppo capitalismo3 - L'analisi psicologica delle dottrina religiosa o politica4 - Il rapporto tra i mutamenti psicologici e gli insegnamenti di Lutero e Calvino5 - Il rapporto tra le nuove dottrine religiose e lo spirito del capitalismo.6 - Conclusioni

E. FROMM: IL SIGNIFICATO PSICO-SOCIALE DELLE DOTTRINE DI LUTERO E CALVINO.

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LE RADICI PSICOLOGICHE DELLE IDEE

Studiando il significato psicologico di una dottrina religiosa o politica, dobbiamo anzitutto tenere presente che l'analisi psicologica non comporta un giudizio sulla verità della dottrina analizzata. Quest'ultima questione può esser risolta soltanto considerando la struttura logica del problema stesso. ... Ciò che l'analisi psicologica delle dottrine può indicare sono le motivazioni soggettive che rendono una persona consapevole di certi problemi e le fanno cercare delle soluzioni in certe direzioni. Ogni genere di pensiero, vero o falso che sia, quando è qualcosa di più di una conformità superficiale ad idee convenzionali, è motivato dai bisogni e dagli interessi soggettivi dell'individuo che pensa. Può accadere che taluni interessi vengano soddisfatti dalla scoperta della verità, e che altri lo siano dalla sua distruzione. Ma in entrambi i casi, le motivazioni psicologiche sono incentivi importanti al fine di arrivare a certe conclusioni- Possiamo dire anzi che le idee, che non sono radicate in forti esigenze della personalità, avranno scarsa influenza sulle azioni e su tutta la vita della persona interessata. (pag. 27)

idea

Valore psicologico

Valore di verità Risposta ai bisogni e agli interessi soggettivi

Più alta influenza sulle azioni e sulla vitaMotivazioni soggettive

Un'altra considerazione sul metodo dell'analisi che seguirà cade opportuna. Ogni analisi psicologica dei pensieri di un individuo o di un'ideologia mira alla comprensione delle radici psicologiche da cui scaturiscono questi pensieri o queste idee.noi sappiamo che spesso un individuo, anche se è soggettivamente sincero, può esser spinto inconsciamente da un movente diverso da quello da cui si ritiene spinto; che può usare un concetto che implica logicamente un certo significato e che per lui, inconsciamente, significa qualcosa di diverso da questo significato «ufficiale». Inoltre, sappiamo che può tentare di armonizzare certe contraddizioni del suo sentimento per mezzo di una costruzione ideologica, o che può tentare di celare un'idea che vuol reprimere per mezzo di una razionalizzazione che esprime proprio il suo contrario. La comprensione del funzionamento degli elementi inconsci ci ha insegnato ad esser scettici verso le parole e a non prenderle al loro valore nominale. (pag. 27)

Razionalizzate esprimendo il contrario

Origine inconscia

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Inconscio

Motivazioni psicologiche

Solitudine + Impotenza

OdioOstilità

AnsiaIncertezza

La fede mi dà la certezza della salvezza

Dubbio

irrazionale

Come faccio a salvarmi l’anima?

Razionalizzazione

Fede = sottomissione a Dio per amore

Visione del mondo - IdeologieConscio

Dubbio

razionalizzato

La dottrina luterana della fede, come indubitabile esperienza soggettiva della propria salvezza, può a prima vista apparire in totale contraddizione con il profondo sentimento di dubbio caratteristico della personalità e degli insegnamenti di Lutero fino al 1518. Dal punto di vista psicologico, tuttavia, questo passaggio dal dubbio alla certezza, lungi dall'essere contraddittorio, è logico. Dobbiamo rammentare quel che si è detto della natura di questo dubbio; non era il dubbio razionale che è radicato nella libertà di pensiero, e che osa rimettere in discussione opinioni stabilite. Era il dubbio irrazionale che scaturisce dall'isolamento e dal senso di impotenza di un individuo, il cui atteggiamento verso il mondo è di ansietà e odio. Questo dubbio irrazionale non può mai essere sanato da risposte razionali, può dileguarsi solo se l'individuo diventa parte integrante di un mondo che abbia un senso. (pag. 30)

La ricerca ossessiva della certezza, come la riscontriamo in Lutero, non è l'espressione della fede genuina, ma è radicata nel bisogno di vincere l'insopportabile dubbio. La soluzione di Lutero è riscontrabile oggi in molti individui che non pensano in termini teologici: è quella cioè di raggiungere la certezza eliminando l'isolamento individuale, diventando uno strumento nelle mani di un potere soverchiante esterno all'individuo. Per Lutero questo potere era Dio ed egli cercava la certezza nella sottomissione illimitata. Ma pur riuscendo in questo modo a far tacere in certa misura i suoi dubbi, questi ultimi in verità non scomparirono mai del tutto; fino all'ultimo giorno della sua vita ebbe crisi di dubbio, che doveva vincere con rinnovati sforzi di sottomissione. (pag. 30-

31) Egli stesso dice che questa sottomissione è volontaria, e che deriva non dalla paura, ma dall'amore. (pag. 29)

Nel complesso la classe media era più danneggiata che avvantaggiata dal collasso dell'ordine feudale e dall'ascesa del capitalismo. II quadro dell'uomo fatto da Lutero rispecchiava proprio questo dilemma. L'uomo è libero da tutti i vincoli che lo legano alle autorità spirituali, ma proprio questa libertà lo lascia solo e ansioso, lo sommerge in un sentimento di irrilevanza e impotenza personali. Questo individuo libero, isolato, è schiacciato dall'esperienza della sua irrilevanza individuale. La teologia di Lutero da voce a questo sentimento di impotenza e di dubbio.Il quadro dell'uomo che egli traccia in termini religiosi descrive la situazione dell'individuo come la veniva creando l'evoluzione sociale ed economica dell'epoca. ... Ma Lutero non si limitò a rendere evidente il sentimento di irrilevanza che già pervadeva

le classi sociali cui egli predicava: egli offrì loro una soluzione. Non solo accettando la propria irrilevanza, ma umiliandosi fino all'estremo limite, rinunziando ad ogni residuo di volontà personale, rinunziando e denunziando la propria forza individuale, l'individuo poteva sperare di riuscire accetto a Dio. (pag. 32)

Processo sociale

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Inconscio

Motivazioni psicologiche

Impotenza

Ansia, incertezza:

Importanza sforzo

2 -Ossessiva ricerca sicurezza

Razionalizzazione

Predestinazione

1 - Attività frenetica

Conscio

Ma la particolare insistenza del calvinismo sulla vita virtuosa aveva anche uno speciale significato psicologico. II calvinismo dava rilievo alla necessità di un incessante sforzo umano. L'uomo deve costantemente cercare di vivere secondo la parola di Dio, e non rinunciare mai a questo sforzo. Questa dottrina appare in contraddizione con quella secondo cui lo sforzo umano non reca vantaggio ai fini della salvezza. L'atteggiamento fatalistico della rinuncia a qualsiasi sforzo potrebbe sembrare una risposta molto più appropriata. (pag. 35)

Alcune considerazioni psicologiche, tuttavia, possono dimostrare che non è così. Lo stato di ansietà, il sentimento di impotenza e irrilevanza, e soprattutto il dubbio sul proprio destino dopo la morte, creano uno stato d'animo praticamente intollerabile per chiunqueUn modo possibile di sfuggire a questo intollerabile stato di incertezza, e al sentimento paralizzante della propria irrilevanza, è proprio il tratto che è diventato così importante nel calvinismo: lo sviluppo di un'attività frenetica e l'affanno di fare qualcosa. In questo senso l'attività assume un carattere ossessivo; l'individuo deve essere attivo per vincere il suo sentimento di dubbio e impotenza. Questo genere di sforzo e di attività non è il risultato della forza ulteriore e della fiducia in sé: è una fuga disperata dall'ansietà. (pag. 35)

Questo meccanismo può essere facilmente osservato negli attacchi di panico da ansietà che subiscono gli individui. Colui che attende di ricevere entro qualche ora la diagnosi del medico sulla sua malattia - che può essere fatale - si trova assai naturalmente in uno stato di ansietà. Normalmente egli non resterà seduto tranquillo ad aspettare. Il più delle volte la sua ansietà, semprechè addirittura non lo paralizzi, lo spingerà ad un tipo di attività più o meno frenetica. Può misurare in lungo e in largo il pavimento, cominciare a far domande e a parlare con chiunque gli capiti a portata di mano, mettere in ordine la sua scrivania, scrivere lettere; può continuare la sua normale attività, ma aumentandola e svolgendola più febbrilmente. Il suo sforzo, qualsiasi forma assuma, è determinato dall'ansietà, e tende a superare il sentimento di impotenza per mezzo di un'attività frenetica.

Nella dottrina calvinista lo sforzo ha ancora un altro significato psicologico. II fatto che non ci si stancasse di impegnarsi in questo sforzo incessante, e che si riuscisse nell'attività morale come in quella mondana, era il segno più o meno chiaro dell'appartenenza alla cerchia degli eletti. L'irrazionalità di questo sforzo obbligato sta nel fatto che l'attività non è intesa a creare un fine desiderato, ma serve a indicare se accadrà o meno qualcosa che è stato determinato in anticipo, indipendentemente dall'attività o dal controllo dell'individuo. Questo meccanismo è ben noto nel caso dei soggetti colpiti da nevrosi coatta. Queste persone, quando temono il risultato di una vicenda importante, possono, nell'attendere la risposta, mettersi a contare le finestre delle case o gli alberi delle strade. Se il numero è pari, la persona sente che le cose andranno bene; se è dispari, è segno che non riuscirà. Spesso questo dubbio non si riferisce a un momento specifico, ma alla vita intera di una persona e l'ossessione di cercare «segni» la pervaderà in conseguenza. Spesso il nesso esistente tra il contar pietre, il far solitari, il giocar d'azzardo, ecc., e l'ansietà e il dubbio, non è cosciente. Una persona può fare i solitari perché è spinta da un vago sentimento di inquietudine, e solo un'analisi potrebbe svelare la funzione occulta della sua attività: rivelare il futuro. (pag. 35)

Nel calvinismo questo significato dello sforzo faceva parte della dottrina religiosa. In origine si riferiva soprattutto allo sforzo morale, ma in seguito è stato dato sempre maggior risalto allo sforzo nel lavoro e ai risultati di questo sforzo, cioè il successo o il fallimento nell'attività economica. Il successo divento il segno della grazia di Dio; il fallimento il segno della dannazione.Queste considerazioni dimostrano che l'impulso allo sforzo incessante e al lavoro non era affatto in contraddizione con la fondamentale convinzione dell'impotenza dell'uomo; ne era piuttosto il risultato psicologico. In questo senso lo sforzo e il lavoro assumevano un carattere totalmente irrazionale. Non dovevano mutare il destino, essendo questo predeterminato da Dio, a prescindere da qualsiasi sforzo compiuto dall'individuo. Servivano solo come mezzo per prevedere il destino predeterminato, mentre al tempo stesso lo sforzo frenetico era una rassicurazione contro un sentimento di impotenza altrimenti intollerabile. (pag. 35)

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Inconscio

Motivazioni psicologiche

Solitudine

Se stessi

OdioOstilità:

Altri

Umiltà Indignazione morale

Razionalizzazione

Dovere

Dio Conscio

Finora abbiamo parlato soprattutto dell'ansietà e del sentimento di impotenza che pervadevano la personalità del membro della classe media. Dobbiamo ora esaminare un altro tratto che abbiamo appena sfiorato: la sua ostilità e il suo risentimento. .... l'ostilità non doveva essere espressa apertamente, ed anzi non poteva esser nemmeno provata consapevolmente; doveva venir repressa. Tuttavia la repressione si limita a rimuovere l'ostilità dalla coscienza, ma non l'abolisce. Inoltre l'ostilità contenuta, non trovando un'espressione diretta, aumenta fino al punto di pervadere l'intera personalità, i rapporti con se stessi e con gli altri, ma in forme razionalizzate e camuffate. ... L'espressione più palese di questa ostilità si riscontra nel loro concetto di Dio, specie nella dottrina di Calvino. ...concepire Dio - come fa Calvino - come un essere arbitrario e spietato, che destina una parte dell'umanità alla dannazione eterna, senza alcuna giustificazione o ragione fuorché quella che l'atto è espressione della potenza divina. ...Questo quadro di un Dio dispotico, che vuole un potere illimitato sugli uomini e la loro sottomissione e umiliazione, era la proiezione dell'ostilità e dell'invidia della classe media. . (pag. 37)

Proiezione

L'ostilità e il risentimento trovavano espressione anche nella natura dei rapporti con gli altri. La forma principale che assumevano era l'indignazione moralepur essendo in realtà invidiosa di coloro che avevano ricchezza e potenza, e che potevano perciò godersi la vita, razionalizzava questo risentimento e questa invidia attraverso l'indignazione morale e la convinzione che queste persone superiori sarebbero state punite con le pene eterne. . . (pag. 37)

A prescindere dalla proiezione dell'ostilità e della gelosia su Dio, e dalla loro indiretta espressione nella forma dell'indignazione morale, un altro modo di esprimere l'ostilità era quello di rivolgerla contro se stessi. ....Quello che avevano consapevolmente in mente certamente non era altro che un'umiltà portata ad un grado estremo. Ma chiunque abbia dimestichezza con i meccanismi psicologici dell'autoaccusa e dell'autoumiliazione non può aver dubbi sul fatto che questo genere di «umiltà» ha le sue radici in un odio violento, a cui per una qualche ragione viene impedito di rivolgersi verso il mondo esterno, sicché finisce per operare contro se stessi. Per comprendere pienamente questo fenomeno, è necessario rendersi conto che gli atteggiamenti verso gli altri e verso se stessi, lungi dall'essere in contrasto tra loro, procedono in linea di principio parallelamente. Ma mentre l'ostilità verso gli altri è spesso cosciente, e può essere espressa palesemente, di solito l'ostilità verso se stessi (fuorché in casi patologici) è inconscia, e si esprime in forme indirette razionalizzate. (pag. 37)

Una è l'attiva insistenza della persona sulla propria malvagità e irrilevanza un'altra si presenta sotto forma di coscienza o dovere il senso del «dovere», come quello che pervade la vita dell'uomo moderno dal tempo della Riforma nelle razionalizzazioni religiose o laiche, è intensamente colorato di ostilità contro l'io. La «coscienza» è un aguzzino, che l'uomo mette entro se stesso. Lo spinge ad agire secondo desideri e fini che egli ritiene suoi, mentre in realtà sono l'interiorizzazione di imperativi sociali esterni. . . (pag. 37)

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INDIVIDUO E PROCESSO SOCIALE

In termini più generali, si potrebbe dire che il processo sociale, determinando il modo di vita dell'individuo, cioè il suo rapporto con gli altri e con il lavoro, modella la struttura del suo carattere; nuove ideologie - religiose, filosofiche o politiche - derivano da questo mutato carattere e lo attirano, intensificandolo, soddisfacendolo e stabilizzandolo; i nuovi tratti di carattere a loro volta diventano fattori importanti dell'ulteriore sviluppo economico e influenzano il processo sociale; mentre in origine si sono sviluppati come reazione alla minaccia di nuove forze economiche, lentamente diventano forze produttive che promuovono e intensificano il nuovo sviluppo economico. (pag. 39)

Processo sociale

Ideologie

Struttura carattere

dell'uomo nell'amore incondizionato di Dio; insegnava all'uomo a disprezzarsi e a sospettare di se stesso e degli altri, lo rendeva uno strumento anziché un fine ... Le sue dottrine presentavano un quadro dell'individuo, di Dio e del mondo, in cui questi sentimenti venivano giustificati dalla convinzione che l'irrilevanza e l'impotenza, che l'individuo provava, derivavano dalla natura dell'uomo come tale e che questi doveva provare proprio questi sentimenti. La nuova struttura di carattere, derivante dai mutamenti economici e sociali, e intensificata dalle dottrine religiose, divenne a sua volta un fattore importante dell'ulteriore sviluppo sociale ed economico. Le qualità stesse che erano radicate in questa struttura di carattere - l'ossessione del lavoro, la passione del risparmio, la disposizione a fare della propria vita uno strumento per i fini di un potere extrapersonale, l'ascetismo e un senso ossessivo del dovere - erano tratti di carattere che divennero forze produttive nella società capitalistica, forze senza le quali il moderno sviluppo economico e sociale sarebbe stato impensabile. (pag. 39)

L'avvento del capitalismo, pur contribuendo anche ad accrescere la loro indipendenza e il loro spirito di iniziativa, era una forte minaccia. Il protestantesimo dava espressione ai sentimenti di irrilevanza e al risentimento; distruggeva la fiducia

Capitalismo

Odio + Ansia

Protestantesimo

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• E. Fromm “Fuga dalla libertà. Il significati psico-sociale delle dottrine di Lutero e Calvino”

• La filosofia moderna: l'emergere della soggettività

• M. Foucault "La rimozione della follai e la costruzione del soggetto"

• Il disciplinamento della società Peter Burke - Il trionfo della Quaresima: la riforma della cultura popolare

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L’ETÀ MODERNA: LA SCOPERTA E IL CONTROLLO DEL SOGGETTO

impone nuovi valori : la proprietà privata sostituisce la proprietà comune, l’economia corporativa si sfalda favorendo l’iniziativa individuale

favorisce l’individualizzazione della lettura e l’interiorizzazione della cultura

La centralità del soggetto

comporta l’interiorizzazione dei sentimenti

La formazione dell’economia capitalista

con Il Rinascimento l’intellettuale si individualizza ed è sempre più spesso un laico

La diffusione dei libri stampati

Nella società e nella mentalità medioevale il singolo si identificava completamente con l’organizzazione sociale a cui apparteneva (per il monaco il suo ordine, per gli artigiani e i mercanti la corporazione, per i contadini il villaggio)

Fattori storico-culturali che favoriscono l’emergere dell’individualità

L’individuazione dell’intellettuale

La sostituzione dei supplizi pubblici con il carcere

Il progresso tecnologicoL’uomo da elemento della natura a soggetto del dominio sulla natura

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L’ETÀ MODERNA: IL CONTROLLO DEL SOGGETTO

Il processo di disciplinamento della società

1 -maggior presenza sul territorio delle strutture centrali (chiese e stati)

- industrializzazione

adeguare la mentalità della maggioranza della popolazione in modo tale che determinati modi di pensare e comportamenti sociali siano acquisiti e facciano parte dell’identità di ciascuno dei membri.

2- diffusione della stampa

Omogeneizzazione classi colteClassi popolari omogeneizzazione religiosa

Età moderna: interventi sempre più sistemati capillari a causa di:

Separazione classi colte e classi popolari

Ottocento / Primo Novecento: portato avanti soprattutto da stato (istruzione, esercito) e partiti

coinvolto classi popolari:urbanizzazione

- Mezzi di comunicazione di massaSecondo Novecento: Omogeneizzazione globale

ha distrutto l'identità dei diversi strati sociali e delle diverse comunità culturaliportato avanti soprattutto da centri del potere economico

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LA FILOSOFIA MODERNA: DALLA CENTRALITÀ DI DIO ALLA CENTRALITÀ DELL’UOMO

SEMBRA che oltre le discipline filosofiche non sia necessario ammettere un'altra scienza. ...RISPONDO: Era necessario, per la salvezza dell'uomo che, oltre le discipline filosofiche d'indagine razionale, ci fosse un'altra dottrina procedente dalla divina rivelazione. Prima di tutto perché l'uomo è ordinato a Dio come ad un fine che supera la capacità della ragione (Tommaso d’Aquino, Somma teologica, Parte prima, Questione 1)

Centralità dell’uomo Accantonamento centralità Dio

L’estensione del dominio del soggetto: 1 - La conoscenza

2 - La morale

3 - Le istituzioni politiche

Il prevalere del dubbio

1 - Il ruolo del soggetto nella conoscenza

Messa in dubbio della conoscenza e ricerca di un fondamento sicuro in prima persona

A - Cartesio

Il ruolo dell’io penso nella sconfitta del dubbio La conoscenza vera come chiarezza e distinzione per il soggetto

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CARTESIO: L’EVIDENZA DEL SOGGETTO

poiché i nostri sensi talvolta c'ingannano, volli supporre non esserci nessuna cosa che fosse quale essi ce la fanno immaginare. . . . pensai ch'io ero soggetto ad errare come ogni altro, e però respinsi come falsi tutti i ragionamenti che avevo preso sin allora per dimostrazioni. In fine, considerando che gli stessi pensieri, che noi abbiamo quando siam desti, possono tutti venirci anche quando dormiamo benché allora non ve ne sia alcuno vero, mi decisi a fingere che tutto quanto era entrato nel mio spirito sino a quel momento non fosse più vero delle illusioni dei miei sogni. Ma, subito dopo, m'accorsi che, mentre volevo in tal modo pensare falsa ogni cosa, bisognava necessariamente che io, che la pensavo, fossi pur qualcosa. Per cui, dato che questa verità: Io penso, dunque sono, è così ferma e certa . . . giudicai di poterla accogliere senza esitazione come il principio primo della mia filosofia. (Cartesio, Discorso sul metodo)

I sensi possono ingannarci

I ragionamenti possono essere sbagliatibisognava necessariamente che io, che la pensavo, fossi pur qualcosa

Non possiamo distinguere tra sogno e realtà

Io penso, dunque sono

il principio primo della mia filosofiaCentralità soggetto

René Descartes (1596-1650)

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Poi, esaminando con attenzione ciò che ero, e vedendo che potevo fingere, sì, di non avere nessun corpo, e che non esistesse il mondo o altro luogo dove io fossi, ma non perciò potevo fingere di non esserci io . . . ne conclusi esser io una sostanza, di cui tutta l'essenza o natura consiste solo nel pensare . . . Questo che dico «io», dunque, cioè, l'anima, per cui sono quel che sono, è qualcosa d'interamente distinto dal corpo, ed è anzi tanto più facilmente conosciuto, sì che, anche se il corpo non esistesse, non perciò cesserebbe di esser tutto ciò che è. (Cartesio, Discorso sul metodo)

Io penso, dunque sono

Centralità soggetto

Dubbio mondo esterno

Separazione anima e corpo

Posso fingere di non aver un corpo, che il mondo non esista ma non perciò . . . di non esserci io (= non pensare)

Sono una sostanza pensante distinta dal corpo

Il soggetto è alla base delle rappresentazioni delle cose

Il pensiero rispecchia la realtà com’è?

Se davvero platonismo e cristianesimo sono le due grandi correnti di pensiero che hanno dato vita e volto all'Occidente, la mortificazione del corpo da loro inaugurata ha trovato il suo proseguimento e la sua radicalizzazione nel sistema delle scienze moderne che Cartesio ha inaugurato e in cui ancora oggi, senza residui, l'Occidente si identifica. Per fondare questo mondo oggettivo e astratto Cartesio ha dovuto mettere tra parentesi la vita pre ed extra-scientifica e quindi tutte quelle formazioni di senso che si fondano sull'esperienza corporea attraverso cui il mondo ci è direttamente alla mano. L'io dell'uomo sensibilmente intuitivo della vita quotidiana venne spezzato in anima e corpo. Il corpo, da soggetto che esplora con i suoi sensi il mondo, venne risolto in oggetto, relegato nella “cosa estesa”, e inteso, al pari di tutti gli altri corpi, in base alle leggi fisiche che presiedono l'estensione e il movimento. . . . Tra l'io umano che abita il mondo e l'ego cogito c'è una sola differenza: l'io umano abita un corpo, l'ego cogito è pura mente. (U.Galimberti , Psichiatria e fenomenologia)

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Ora io chiuderò gli occhi, mi turerò le orecchie, distrarrò tutti i miei sensi, cancellerò anche dal mio pensiero tutte le immagini delle cose corporee, . . . e così intrattenendo solamente me stesso e considerando il mio interno, cercherò di rendermi a poco a poco più noto e più familiare a me stesso. Io sono una cosa che pensa . . . In questa prima conoscenza non si trova nient'altro che una chiara e distinta percezione del fatto che io conosco; percezione, la quale, a dir vero, non sarebbe sufficiente per assicurarmi che essa è vera se potesse mai accadere che si trovasse esser falsa una cosa, che io concepissi così chiaramente e distintamente. E pertanto mi sembra che già possa stabilire per regola generale, che tutte le cose che noi concepiamo molto chiaramente e molto distintamente sono vere. (Meditazioni metafisiche , Terza meditazione)

Io penso, dunque sono

Centralità soggetto

Dubbio mondo esterno

Separazione anima e corpo

Il pensiero rispecchia la realtà com’è?Centralità ed evidenza per il soggetto

tutte le cose che noi concepiamo molto chiaramente e molto distintamente sono vere

Perché Dio essendo buono non può permettere che ci inganniamo

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virai, e la tua sapienza incalcolabile. E l'uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato . . . Ma come invocare il mio Dio, il Dio mio Signore? Invocarlo sarà comunque invitarlo dentro di me; ma esiste dentro di me un luogo, ove il mio Dio possa venire dentro di me, ove possa venire dentro di me Dio, Dio, che creò il cielo e la terra"? (Agostino d’Ippona, Confessioni)

Supporrò dunque che non Dio, sommo bene, fonte di verità, ma un genio maligno, sommamente potente ed astuto, abbia posto ogni suo sforzo ad ingannarmi; riterrò che il cielo, l'aria, la terra, i colori, le figure, i suoni e tutto il mondo esterno non siano altro che inganni di sogni, con i quali ha cercato di ingannare la mia credulità. . . .Ma forse Dio non ha voluto che fossi così ingannato, ed infatti viene definito come sommamente buono. . . .Ma dopo che ho riconosciuto che vi è un Dio, per il fatto che, in pari tempo, ho riconosciuto anche che tutte le cose dipendono da lui, e ch'egli non è ingannatore, ed in seguito a ciò ho giudicato che tutto quel ch'io concepisco chiaramente e distintamente non può non essere vero, ancorché non pensi più alle ragioni per le quali l'ho giudicato vero, purché mi ricordi di averlo chiaramente compreso, non mi si può portare niuna ragione contraria, che me lo faccia mai revocare in dubbio. (Cartesio, Meditazioni metafisiche, Terza meditazione)

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D. Velázquez Las Meninas (1656)

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Guarino Guarini, cupola della Cappella della Sacra Sindone, 1668-1694, Torino.

«Ogni sostanza è come un mondo intero, uno specchio di Dio, cioè dell'intero universo, che essa esprime al suo modo particolare. L'universo si moltiplica tante volte quante sono le sostanze. In ciascuna monade si rispecchia il tutto.» (Leibniz, Discorso di metafisica).

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LA FILOSOFIA MODERNA: L’ESTENSIONE DEL DOMINIO DEL SOGGETTO

1 - Il ruolo del soggetto nella conoscenza

Messa in dubbio della conoscenza e ricerca di un fondamento sicuro in prima persona

A - Cartesio

Il ruolo dell’io penso nella sconfitta del dubbio

B – Empiristi inglesi

C - Kant

La conoscenza vera come chiarezza e distinzione per il soggetto perché Dio non può permettere che ci inganniamo

La conoscenza come frutto dell’esperienza del soggetto (percezione)

L’indagine sugli strumenti conoscitivi del soggetto

Le strutture mentali del soggetto (forme a priori) a fondamento della conoscenza

La conoscenza come abitudine, credenza

La conoscenza umana conosce il fenomeno (la cosa come appare a noi) e non il noumeno (la cosa in sé)

Esperienza Passato ? Futuro

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LA FILOSOFIA MODERNA: L’ESTENSIONE DEL DOMINIO DEL SOGGETTO

Dio

Kant La morale autonoma è fondata sulla ragione umana

Ragione = essenza dell’uomo per cui

= eteronomia

Morale fondata su :

Tradizionalmente: Dio morale

2 - La morale

1 - Il ruolo del soggetto nella conoscenza

società

Sensi (corpo/ragione)

Kant: morale Dio

Poiché sulla terra è impossibile coniugare giustizie e felicità allora è ragionevole sperare che ciò sia possibile nell’al di là e quindi ammettere:

l’immortalità dell’anima

l’esistenza di Dio come garante

la libertà dell’uomo Postulati pratici

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LA FILOSOFIA MODERNA: L’ESTENSIONE DEL DOMINIO DEL SOGGETTO

Stato di guerra

Giusnaturalismo, Hobbes, Locke, Rousseau

patto

Lo Stato come frutto di un patto tra uomini

Stato civile

2 - La morale

1 - Il ruolo del soggetto nella conoscenza

determinato dalla scarsità di risorse

Stato di natura

Uomo naturale

frutto dell’avidità di pochi

Hobbes: asociale

Locke: sociale

Rousseau: degenerato dalla società

inevitabile

3 - Le istituzioni politiche

Stato oligarchico

Stato liberale

Stato assoluto

Uomo nuovo Stato democratico

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LA FILOSOFIA MODERNA E DIO

Necessità razionale per: A - Deismo

- fondare la certezza delle conoscenza umane (Cartesio)

D – Spinoza

B - Pascal

- fondare la morale (Locke)

Dio nelle tradizione giudaico-cristiana = forgiato a immagine dell’uomoDio coincide con il Tutto

E - Ateismo

Le fede come necessità esistenziale

La critica al finalismo

Condizione umana tragica

C – Kant Dio come ragionevole speranza

J. Meslier: l’origine politica della religione

divertimento fede

grandezza / bassezza

desiderio felicità / insoddisfazione

lavoro, affaricarichegiochi

Trambusto evita di pensarerinvia la felicità

Spiega condizione umana

Dio d’amore (Gesù Cristo)

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IL SOGGETTO NELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA

Filosofia moderna: Novecento :Ottocento:

Cartesio: l’io come prima certezzaHobbes, Locke: lo stato come prodotto dell’uomo

Rousseau: la società come causa della degenerazione dell’uomo

Hume: la scienza della natura umana

Kant: le forme a priori (strutture mentali) del soggetto

Hegel: storico-culturale (Spirito oggettivo)

Dimensione individuale

Freud: inconscia

Dimensione collettiva

Kierkegaard: esistenziale

Feuerbach: relazionale

Positivismo: naturale-biologica

Nietzsche: psico-culturale

La critica al modello storico di uomo occidentale:

Marx: storico-sociale (materialismo storico)

la scoperta del soggetto l’individuazione del soggetto la dissoluzione del soggetto

Romanticismo: sentimenti, emozioni

I maestri del sospetto:Marx, Nietzsche, FreudSoggetto ≠ coscienza

Soggetto = ragione

La scuola di Francoforte: l’uomo eterodirettoHeidegger: la vita inautentica

La critica al concetto di soggetto

Heidegger: Io non originario, io, mondo e altri si costituiscono insieme

Strutturalismo, post-strutturalismo: soggetto = strutture linguistiche, culturali, sociali, economiche

Soggetto = Nietzsche volontà di potenza (volontà di dar senso a se stesso e alle cose)Soggetto = Freud pulsioni, desideri inconsci

Il dubbio investe l’oggetto, la realtà delle cose

Il dubbio investe il soggetto

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• E. Fromm “Fuga dalla libertà. Il significati psico-sociale delle dottrine di Lutero e Calvino”

• La filosofia moderna: l'emergere della soggettività

• M. Foucault "La rimozione della follai e la costruzione del soggetto"

• Il disciplinamento della società Peter Burke - Il trionfo della Quaresima: la riforma della cultura popolare

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FOUCAULT: LA RICOSTUZIONE DEL QUADRO STORICO CHE DETERMINA GLI SGUARDI

È un luogo comune affermare che la Riforma ha portato a una laicizzazione delle opere nei paesi protestanti. Ma incaricandosi per conto proprio di tutta questa popolazione di poveri e d'incapaci, lo stato o l'amministrazione pubblica preparano una nuova forma di sensibilità alla miseria; sta per nascere un'esperienza del patetico che non parla più di una glorificazione del dolore, né di una salvezza comune alla Povertà e alla Carità, ma che intrattiene l'uomo unicamente nei suoi doveri verso la società e indica nel miserabile, a un tempo, un effetto del disordine e un ostacolo all'ordine. Non si tratta dunque più di esaltare la miseria nel gesto che le porta sollievo, ma, semplicemente, di sopprimerla. Se si rivolge alla Povertà come tale, anche la Carità è disordine. (Foucault, Storia della follia, pag. 84)

L'usanza dell'internamento indica una nuova reazione alla miseria, un nuovo patetico e, più in generale, un rapporto diverso dell'uomo verso ciò che può esserci disumano nella sua esistenza. Il povero, il miserabile, il folle, l'uomo che non è padrone della propria esistenza, ha assunto lungo il XVI secolo un aspetto che il Medioevo non avrebbe riconosciuto. (Foucault, Storia della follia, pag. 67-69)

Medioevo:

Riforma – Controriforma

(XVI-XVII:

Rinascimento:

Povertà e carità necessari alla salvezza comune

miserabile effetto del disordine e ostacolo all'ordine

accoglienza

internamento

Ma occorrerà. un lungo periodo di latenza, i quasi due secoli della Renaissance, perché la follia, questa nuova ossessione che succede alla lebbra come paura secolare, susciti al pari di essa reazioni tendenti alla separazione, all'esclusione, alla purificazione, che pure le sono apparentate in modo evidente… Da un lato Bosch, Brueghel, Dürer e tutto il silenzio delle immagini . . . Dall'altro lato, con Brandt, con Erasmo, con tutta la tradizione umanistica, la follia è accolta nell'universo del discorso. In breve, la coscienza critica della follia si è andata sempre più illuminando, mentre i suoi aspetti tragici si oscuravano progressivamente (Foucault, Storia della follia, pag. 67-69)

Coscienza tragica + coscienza critica della follia

Viene tracciata una linea di separazione che renderà ben presto impossibile l'esperienza, così familiare alla Renaissance, di una Ragione sragionevole e di una ragionevole Sragione. Fra Montaigne e Cartesio si è prodotto un avvenimento: qualcosa che riguarda l'avvento di una ratio. Ma la storia di una ratio come quella del mondo occidentale è ben lontana dall'esaurirsi nel progresso di un "razionalismo"; essa è costituita, in parte altrettanto grande, anche se più segreta, dal movimento con cui la Sragione è sprofondata nel nostro suolo, per sparirvi senza dubbio, ma per prendervi radice (M. Foucault, Storia della follia, pag. 70

L’avvenimento Cartesio

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FOUCAULT: LO SGUARDO DI CARTESIO

ERRORI:

Nel cammino del dubbio, Cartesio incontra la follia accanto al sogno e a tutte le forme d'errore. Nell'economia del dubbio c'è uno squilibrio fondamentale tra follia da una parte, sogno ed errore dall'altra. La loro situazione è diversa in rapporto alla verità e a colui che la cerca; sogni e illusioni sono superati nella struttura stessa della verità; ma la follia è esclusa dal soggetto che dubita. Come ben presto sarà escluso che egli non pensi e che non esista. Una certa decisione è stata presa, dal tempo degli Essais. Quando Montaigne incontrava il Tasso, niente lo assicurava del fatto che ogni pensiero non fosse intriso di sragione. . . . Ora, Descartes ha acquistato questa certezza e la conserva solidamente: la follia non può più riguardarlo. Sarebbe una stravaganza il supporre d'essere stravagante; . . . Così il rischio della follia è scomparso dall'esercizio stesso della Ragione. Quest'ultima è ridotta a un pieno possesso di se stessa, in cui non può incontrare altre insidie che l'errore, altri pericoli che l'illusione. (Foucault, Storia della follia, pag. 67-69)

Sensi Sogno Follia

corretti dalla ragione esclusa dalla ragioneFOUCAULT: - legge l’Io penso come l’espulsione della follia dal pensiero, la loro netta separazione- vede nella sua esclusione dal soggetto folle la giustificazione del “Grande internamento”, ovvero la segregazione, da parte del potere, dei “diversi”, folli, vagabondi, mendicanti in asili di pazzi, case di lavoro o prigioni

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FOUCAULT: IL GRANDE INTERNAMENTO E LA MORALE AMMINISTRATA

L'internamento, questo fenomeno massiccio le cui tracce sono reperibili in tutta l'Europa del XVII secolo . . . Prima di avere il senso medico che noi gli diamo, o che desideriamo supporre in esso, l'isolamento si è reso necessario per tutt'altra causa che la preoccupazione di guarire. Ciò che l'ha reso necessario è un imperativo di lavoro. La nostra filantropia vorrebbe volentieri riconoscere i segni di una benevolenza verso la malattia, là dove spicca solo la condanna dell'ozio. Esso costituisce una delle risposte che vengono date dal XVII secolo a una crisi economica che interessa tutto il mondo occidentale nel suo insieme . . . L'alternanza è chiara: mano d'opera a buon mercato nei periodi di pieno impiego e di alti salari; e in periodo di disoccupazione riassorbimento degli oziosi e protezione sociale contro l'agitazione e le sommosse. Non dimentichiamo che le prime case d'internamento appaiono in Inghilterra nei centri più industrializzati del paese; in Francia a Lione, quarant'anni prima che a Parigi … In questo primo slancio del mondo industriale il lavoro non appare legato ai problemi che esso stesso susciterà; lo si concepisce invece come soluzione generale, panacea infallibile, rimedio a tutte le forme di miseria. (M. Foucault, Storia della follia)

Fine economia comunitaria + Alienazione piccola proprietà

fondiaria

Espulsione dei contadini dalla campagna (carestie)

XVII_XVIII sec: Reclusione lavoro forzato

XIX sec: urbanizzazione lavoro nelle fabbriche

Processo di disciplinamento della società

È un fenomeno importante questa invenzione di un luogo di coercizione dove la morale infierisce per via d'assegnazione amministrativa. L'ordine degli stati non tollera più il disordine dei cuori. Si suppone una specie di reversibilità dall'ordine morale dei problemi a quel lo fisico, una possibilità di passare dal primo al secondo senza residui, né violenza, né abuso di potere. L'applicazione integrale della legge morale non appartiene più agli adempimenti; essa può realizzarsi a partire dal piano delle sintesi sociali. La morale si lascia amministrare come il commercio o l'industria. (M. Foucault, Storia della follia)

Il disegno complessivo composto dall’insieme delle misure repressive e di controllo è quello di una cittadella ortodossa, cinta da mura spirituali e materiali, protetta da milizie celesti ma anche terrene... l'affermazione delle nuove dimensioni della presenza della Chiesa passava attraverso la costruzione di un rapporto individuale col singolo cristiano in quanto fedele. E la persona si riassumeva e si concentrava nella coscienza come luogo segreto, accessibile solo al confessore o comunque al potere ecclesiastico: d'altra parte, l'effetto del potere su quel luogo si fece sempre piú evidente nella serie di immagini e termini giudiziari (tribunale, prove, indizi, probabilità, esame ecc.) con cui la coscienza si rese pensabile nella letteratura dei «casi» dedicata al suo governo … (A. Prosperi, Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari)

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FOUCAULT: IL GRANDE INTERNAMENTO E LA MORALE AMMINISTRATA

LE ISTITUZIONI: LA RECLUSIONE DEI FOLLI

P. Bruegel (1525-1569)Greta la pazza

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DARIO FO - MISTERO BUFFO: LO

STORPIO E IL CIECO

(giullarata XIV sec)

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PROCESSO DI DISCIPLINAMENTO DELLA SOCIETÀ ... A SAVIGLIANO

Il nome del Signor nostro Giesu Christo sii l'Anno di nostra salute millecinquecento novanta sette ... in savigliano ... sono comparsi m. Antonio et mad. Anna di Savigliano...quali sono carrighi di quattro figliuoli piccoli et non haver per la Grande carestia del presente anno et mala riaccolta fatta il modo di allimentarsi luoro con detti luoro figlioli per non haver esso Antonio alcun essercitio salvo non venghino all'allienatione della suddetta possessione. ...Archivio storico Ospedale SS. Annunziata di Savigliano

..La Congregazione ha stimato bene far un scrutinio, ossia esame delle famiglie vergognose, e per ciò fare ha eletto gli Signori A. Filiberto Longis, teologo e Canonico Carignani e Maurizio Derossi dandoli per ciò fare l'autorità necessaria ......Ha ordinato doversi licenziare Giovanni Battista Negro una delle due Guardie della presente- Congregazione dalla servitù di Guardia suddetta mandando alli signori Habdomadarv di farsi rimettere da detto Negro il vestito. Camisotta. Calze, spada, cappello, Calzetti, et ogni altra cosa...mandando anche a dire ... d'invigilare per provveder diverse persone che passino servir nella qualità predetta ...Archivio storico Ospedale SS. Annunziata di Savigliano

Espulsione dei contadini dalla campagna (carestie)

Il controllo dei poveri: l’Ospedale di Carità o Congregazione della Carità (prima metà XVIII sec ) con il compito di "levare i poveri d'andar elemosinando di porta in porta e di istruirli nei dogmi principali di nostra fede”

Il controllo dei poveri: l’Ospedale di Carità o Congregazione della Carità (prima metà XVIII sec ) con il compito di "levare i poveri d'andar elemosinando di porta in porta e di istruirli nei dogmi principali di nostra fede”

Come preso ch'ebbe il possesso della sua Chiesa, si diede a provedere alle cose di sua pastorale cura, et del gran zelo divino che mostrò in tutte le sue attioni. Cap. XIV.«Hebbe a pena il buon Vescovo (Ancina) nella sua Chiesa il piede fisso, che tutto si rivolse alla riforma di quella, la quale per mancamento di Pastore, et a causa delle passate guerre, cominciava a patire delle incommodità, et disastri, che le povere greggie sentono, quando da i loro veri guardiani sono abbandonate. . . . Nella visita principalmente s'informava da Curati delli andamenti de' loro popoli ...ordinò, che in tutto, e per tutto s'osservassero le costitutioni del sacro, et santo Concilio di Trento . . . levò l'abuso di mangiare carne la prima Domenica di Quaresima, et di commetter certe pazzie, che solevano fare in memoria del passato Carnovale i giovani della città in quel giorno( F. A. Della Chiesa "Vita del servo di Dio Mons. Giovenale Ancina di Fossano", prima edizione 1629)

Il controllo dei comportamenti: il Concilio di Trento

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• E. Fromm “Fuga dalla libertà. Il significati psico-sociale delle dottrine di Lutero e Calvino”

• La filosofia moderna: l'emergere della soggettività

• M. Foucault "La rimozione della follai e la costruzione del soggetto"

• Il disciplinamento della società Peter Burke - Il trionfo della Quaresima: la riforma della cultura popolare

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FOUCAULT , UN FALSIFICATORE ANTIDEMOCRATICO

Non con l'apparizione dell'età classica e del cartesianesimo, ma forse con la nascita e lo sviluppo di una società democratica, nel senso che Tocqueville dà alla parola, l'internamento intrattiene uno stretto rapporto. . .L'ipotesi è sostenuta da altrettante tesi, direttamente volte contro la ricostruzione di Foucault: la prima è che, contrariamente a ciò che afferma Foucault, la dinamica dell'età moderna non consiste, nella sua essenza, in una esclusione della alterità. La logica delle società moderne è casomai quella descritta da Tocqueville, ossia una logica di integrazione, sottesa dal postulato di una uguaglianza fondamentale tra gli uomini.Torniamo al principio delle analisi di Foucault nella Storia della follia stesa e nella successiva ripresa nello studio sul sistema carcerario. Questo principio, di ispirazione chiaramente heideggeriano-nicciana, consiste nel situare ciò che è proprio della ragione moderna nella sua incapacità di pensare la differenza (o l'alterità) e nella sua propensione a reprimerla. Applicando questo principio alla storia della follia, il risultato è questo: se il folle fa paura, reca disturbo, il motivo è che egli è l'interamente altro per eccellenza. (L. Ferry, A. Renaut, Il 68 pensiero, 120-121)

Alterità Uguaglianza

Esclusione / Repressione Integrazione Reclusione - protezione – cura Manicomio utopia democratica

VS

Storia progressivaStoria = multiforme repressione

Ne segue che il fenomeno dell'internamento deve essere interpretato in una maniera totalmente diversa da quella avanzata da Foucault. Nella logica dello Stato moderno, due sono gli elementi che spiegano la vera natura dell'internamento: il primo è che, per il suo stesso principio, lo Stato moderno è chiaramente trascinato da una dinamica dell'eguaglianza; il secondo è che, per la sua stessa funzione, lo Stato di volta in volta interviene come «gendarme», per assicurare compiti di protezione, e come «protettore» al cui orizzonte è il ruolo di «Stato-benessere». Riportato entro questa logica, il significato dell'internamento diventa al tempo stesso chiaro e sottile:— Percepito infatti rispetto a uno sfondo di eguaglianza, il folle è minaccioso per noi . . .: stando alla logica della funzione repressiva dello Stato, il folle dovrebbe perciò essere rinchiuso.— Tuttavia, in quanto minaccia, il folle è a sua volta minacciato da quelli che si prendono beffe di lui e di fronte ai quali egli si trova indifeso. Il principio di eguaglianza impone di vedere in lui . . . un uomo come gli altri che, in quanto tale, ha diritto alla protezione dello Stato. Stando alla logica della seconda funzione dello Stato, non dovrà dunque essere più semplicemente rinchiuso, bensì curato. (L. Ferry, A. Renaut, Il 68 pensiero, 123)

Da questo punto di vista la storia della follia, in cui si inscrive la nascita dell'utopia democratica del manicomio, non sembra nonostante tutto poter essere letta se non come la storia di un progresso. E, in questo senso, le tesi principali di Foucault dovrebbero apparire sbagliate, e forse persino ingannevoli, sia storicamente che filosoficamente: sul filo di quella indagine sulla storia della follia, i cui principi sono stati applicati in seguito alla storia dell'istituzione penale, si è dispiegato un vasto disegno di falsificazione della storia moderna, unilateralmente presentata come un multiforme processo di repressione. (L. Ferry, A. Renaut, Il 68 pensiero, 127)

Il grande internamento di cui parla Foucault si è effettivamente verificato, ma non all'inizio dell'età classica (la Storia della follia fissa la data del 1656). In realtà i documenti consentono di valutare in circa duemila persone gli internati nel 1660, un numero che raggiungerà i cinquemila dopo la Rivoluzione e i centomila nel 1914. (L. Ferry, A. Renaut, Il 68 pensiero, 120)

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FOUCAULT: l’AUTOCONSAPEVOLEZZA DEL SOGGETTO

Come si produce l’AUTOCONSAPEVOLEZZA DEL SOGGETTO

come la mentalità collettiva diventa l’autoconsapevolezza individuale

Giochi di verità Mentalità collettivaSaperi (Episteme epoca storica):

Giochi di potere Istituzioni sociali:

Età moderna – società borghese

psichiatria, medicina, economia

carcere, manicomi, esercito, ospedale, scuola,famiglia

Comunicazione sociale Repressione +

Autoconsapevolezza del soggetto = Mentalità collettiva

Saperi: Soggetto = ragione

Potere

grande reclusione

di folli, poveri,

emarginati

Mentalità collettiva e coscienza individuale:

condanna pazzia, povertà, comportamenti emarginanti

Ho cercato di dimostrare come il soggetto costituisse se stesso, in questa o quella determinata forma, in quanto soggetto folle o soggetto sano, in quanto soggetto delinquente o in quanto soggetto non delinquente, attraverso alcune pratiche che erano giochi di verità, pratiche di potere, ecc. Dovevo rifiutare una certa teoria a priori del soggetto per poter fare l'analisi dei rapporti che intercorrono tra la costituzione del soggetto o le differenti forme di soggetto e i giochi di verità, le pratiche di potere, ecc. . . . quando dico "gioco" dico un insieme di regole di produzione della verità. Non è un gioco nel senso di imitare o di recitare..., si tratta di un insieme di procedure che conducono a un certo risultato, che può essere considerato, in funzione dei suoi princìpi e delle sue regole di procedura, come valido o no, come vincente o perdente. (Archivio Foucault “Interventi, colloqui, interviste, Vol III 1978-85)

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FOUCAULT: IL RIEMERGERE DELLA FOLLIA

In breve, la coscienza critica della follia si è andata sempre più illuminando, mentre i suoi aspetti tragici si oscuravano progressivamente. Questi ultimi saranno presto del tutto evitati. Per molto tempo, si faticherebbe a trovarne la traccia; solo alcune pagine di Sade e l'opera di Goya testimoniano che questa sparizione non significa annientamento, che questa esperienza tragica sussiste ancora oscuramente nella notte del pensiero e dei sogni, e che nel XVI secolo non si è trattato di una distruzione radicale, ma soltanto di un occultamento. L'esperienza tragica e cosmica della follia è stata mascherata dai privilegi esclusivi di una coscienza critica. È per questo che l'esperienza classica, e attraverso di essa l'esperienza moderna della follia, . . . è un insieme squilibrato a causa di tutto ciò che gli manca, cioè a causa di tutto ciò che lo nasconde. Sotto la coscienza critica della follia e le sue norme filosofiche o scientifiche, morali o mediche, una sorda coscienza tragica non ha cessato di vegliare. E lei che le ultime parole di Nietzsche, le ultime visioni di Van Gogh, hanno ridestato. È lei che indubbiamente Freud ha cominciato a presentire all'estremità del suo cammino: sono le sue grandi lacerazioni che egli ha voluto simbolizzare con la lotta mitologica della libido e dell'istinto di morte. (M. Foucault, Storia della follia)

Riemergere della follia: Sade, Goya, Van Gogh, Nietzsche e Freud