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MARKETING E ECONOMIA AZIENDALE
MARCO FEDELI
CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN DISEGNO INDUSTRIALE
a.a. 2004-2005
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVA
Facoltà di Architettura
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-20053
ESERCITAZIONE
�� Qual è la mia idea del marketingQual è la mia idea del marketing
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-20054
WHAT IS MARKETING? [I]
� Ci sono svariate definizioni di marketing. Le più attuali focalizzano l’attenzione sull’orientamento al cliente e sulla soddisfazione dei suoi bisogni
� Il marketing è il processo di gestione che identifica, anticipa e soddisfa in maniera proficua e vantaggiosa le necessità e le richieste del cliente [the Chartered Institute of Marketing]
� Il giusto prodotto, al posto giusto, nel momento giusto, al giusto prezzo [Adcock et al.]
LEZIONE 1
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-20055
WHAT IS MARKETING? [II]
� Marketing è essenzialmente ordinare le risorse di un’organizzazione in modo che queste incontrino le necessità mutevoli del cliente, dalle quali l’organizzazione dipende [Palmer]
� il marketing non è solo un concetto più generale del vendere, non è un’attività specialistica, comprende l’intero business. È il business nel suo complesso valutato dal punto di vista del risultato finale, ovvero, dal punto di vista del cliente. L’interesse e la responsabilità per il marketing devono perciòpermeare tutte le aree dell’impresa [Drucker]
LEZIONE 1
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WHAT IS MARKETING? [III]
�� E’ costituito dall’analisi, dall’organizzazione, dalla E’ costituito dall’analisi, dall’organizzazione, dalla pianificazione e dal controllopianificazione e dal controllo
delle risorse, delle politiche e delle attività delle risorse, delle politiche e delle attività dell’impresadell’impresa
destinate a soddisfare le necessità, i desideri e le destinate a soddisfare le necessità, i desideri e le aspettative dei consumatoriaspettative dei consumatori
conseguendone un profitto.conseguendone un profitto.
Adattato da Il dizionario dei termini di Marketing e Pubblicità – Italia Oggi - 2004
LEZIONE 1
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IL MARKETING
� Il marketing
� “è il processo sociale e manageriale mediante il quale una persona o un gruppo ottiene ciò che costituisce oggetto dei propri bisogni e desideri creando, offrendo e scambiando prodotti e valore con altri”
PHILIP KOTLER - Marketing Management - 1993
LEZIONE 1
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MARKETING CONCEPT
� Il marketing si basa sul soddisfacimento dei bisogni, sulle volontà e le richieste dei consumatori
� La filosofia di marketing deve essere patrimonio di tutti all’interno dell’azienda
� I bisogni e le aspettative future devono essere identificati e anticipati
� Il focus è il profit [ma esistono anche organizzazioni non profit]
� Il marketing ha influenza sulla creazione e diffusione di benessere sociale
LEZIONE 1
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MARKETING E DESIGN
PROGETTO
PRODUZIONE
VENDITA
CONSUMO
PROGETTO
PRODUZIONE
VENDITA
CONSUMO
DESIGN MARKETING
LE STESSE COMPONENTI
LEZIONE 1
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WHAT IS DESIGN ?
� ….. is the process of seeking to optimize consumer satisfaction and company profitability through the creative use of major design elements (performance, quality, durability, appearance, and cost) in connection with products, environments, information, and corporate identity
PHILIP KOTLER and G. ALEXANDER RATH “Design: A Powerful But Neglected Strategic Tool” The Journal of Business Strategy, Fall, 1984
LEZIONE 1
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SVILUPPO STORICO DEL MARKETING
� Il marketing nasce nell’impresa in una determinata situazione economica ma si sviluppa velocemente in tutte le aziende come attività umana volta a facilitare gli scambi, come mezzo per soddisfare i bisogni degli individui, come strumento attraverso il quale si realizza l’incontro tra la domanda e l’offerta.
LEZIONE 1
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SVILUPPO STORICO DEL MARKETING
� Anni ’30: la nascita
� Il 1929 e la Grande Depressione.
� La rivoluzione della General Elettric.
� Chamberlin e la “Theory of Monopolistic Competition”.
� Italia: il nuovo nucleo disciplinare di Gino Zappa.
� Usa: studi sulla gestione di impresa e sul management.
LEZIONE 1
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LE PRINCIPALI FORME DI MERCATO
OLIGOPOLIO
PURO
OLIGOPOLIO
DIFFERENZIATO
CONCORRENZA
PERFETTA
CONCORRENZA
MONOPOLISTICA
MONOPOLIO
PURO
MOLTI
PRODUTTORI
POCHI
PRODUTTORI
UN
PRODUTTORE
PRODOTTI
STANDARDIZZATI
PRODOTTI
DIFFERENZIATI
LEZIONE 1
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SVILUPPO STORICO DEL MARKETING
� Anni ’30: la nascita
� Il 1929 e la Grande Depressione.
� La rivoluzione della General Elettric.
� Chamberlin e la “Theory of Monopolistic Competition”.
� Italia: il nuovo nucleo disciplinare di Gino Zappa. Interdisciplinarità
� Usa: studi sulla gestione di impresa e sul management. Specializzazione e funzionalismo
LEZIONE 1
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SVILUPPO STORICO DEL MARKETING
� Anni ’50 – ’60: la fase del consolidamento
L’approccio manageriale
� Lo sviluppo economico.
� Italia: lenta evoluzione della teoria zappiana.
� Usa: l’approccio funzionale diventa imperante.
LEZIONE 1
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SVILUPPO STORICO DEL MARKETING
� Fine Anni ’60: la fase della diffusione
L’approccio sistemico
� I segnali di instabilità.
� L’approccio sistemico, risposta alla crescente difficoltà ambientale.
LEZIONE 1
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SVILUPPO STORICO DEL MARKETING
� Anni ’70: la fase dell’instabilità
Estensione del marketing e importazione in Italia
� Crisi economica e sociale.
� In Italia: viene importato il modello americano, che assume qui connotazioni particolari.
LEZIONE 1
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SVILUPPO STORICO DEL MARKETING
� Anni ’80: il periodo della trasformazione
Lo strategic marketing
� Gli schemi degli economisti industriali italiani precedono gli studi Usa.
� L’approccio funzionale non può rendere conto delle trasformazioni, che sono troppo veloci.
LEZIONE 1
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SVILUPPO STORICO DEL MARKETING
� La mutazione competitiva degli anni ‘80
� Globalizzazione dei mercati, sviluppo delle tecnologie, soprattutto dell’informazione
� Domanda che tende ad essere saturata con un’offerta sempre più ampia e a costi decrescenti. Si forma una domanda ‘di tipo superiore’
LEZIONE 1
Scarsità di Risorse in
presenza di
sovrabbondanza della
Domanda
Scarsità della Domanda in
presenza di
sovrabbondanza delle
Risorse
Adattato da LASALLE-BRITTON – Priceless - 2003
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SVILUPPO STORICO DEL MARKETING
� Anni ’90: verso la rifondazione scientifica
� Rapidissimo tasso di mutamento ambientale guidato dallo sviluppo tecnologico.
� Difficoltà a formulare teorie, pragmatismo (studi settoriali), nuove abilità (interpretazione dei dati)
� Il marketing deve modificarsi profondamente e definire nuovi paradigmi per interpretare l’incessante evoluzione della domanda
LEZIONE 1
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CONCETTI FONDAMENTALIDEL MARKETING
� Il marketing
� “è il processo sociale e manageriale mediante il quale una persona o un gruppo ottiene ciò che costituisce oggetto dei propri bisogni e desideri creando, offrendo e scambiando prodotti e valore con altri”
PHILIP KOTLER - Marketing Management - 1993
LEZIONE 2
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CONCETTI FONDAMENTALIDEL MARKETING
BISOGNI
DESIDERI
DOMANDA
PRODOTTI
VALORE
COSTO
SODDISFAZIONE
MERCATI
SCAMBIO
TRANSAZIONI
RELAZIONI
MARKETING E
OPERATORI
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200529
PIRAMIDE DI MASLOW
STIMA
SOCIALI
SICUREZZA
FISIOLOGICI
BIS
OG
NI
LEZIONE 2
AUTOREALIZZAZIONE
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CONCETTI FONDAMENTALIDEL MARKETING
BISOGNI
DESIDERI
DOMANDA
PRODOTTI
VALORE
COSTO
SODDISFAZIONE
MERCATI
SCAMBIO
TRANSAZIONI
RELAZIONI
MARKETING E
OPERATORI
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200531
CONCETTI FONDAMENTALIDEL MARKETING
� Orientamento alla produzione
� secondo questo concetto, i consumatori attribuiranno la loro preferenza a prodotti di basso costo ed ampiamente diffusi.
� Obiettivi del management
o efficienza produttiva
o distribuzione capillare
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200532
CONCETTI FONDAMENTALIDEL MARKETING
� Orientamento al prodotto
� secondo questo concetto, i consumatori attribuiranno la loro preferenza a prodotti di elevata qualità e di ottime prestazioni.
� Obiettivi del management
o realizzazione di ottimi prodotti
o costante miglioramento dei prodotti
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200533
CONCETTI FONDAMENTALIDEL MARKETING
� Orientamento alla vendita
� secondo questo concetto, i consumatori, liberi di decidere, non acquisteranno i prodotti di un impresa in misura sufficiente, cioè potrebbero comprare di più.
� Obiettivi del management
o programmi di promozione
o vendite aggressive
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200534
CONCETTI FONDAMENTALIDEL MARKETING
� Orientamento al marketing
� secondo questo concetto, i consumatori, esprimono bisogni e desideri che devono essere individuati, analizzati e soddisfatti con più efficienza ed efficacia dei concorrenti.
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200535
� Da 25 anni ormai si parla di marketing, ma sono molto poche le aziende che lo fanno veramente. Troppi alti dirigenti confondono ancora il marketing con le vendite: ancora non hanno capito che la maggior parte dell’effetto del marketing si costruisce prima e non dopo la realizzazione del prodotto.
PHILIP KOTLER – Creating a Marketing Culture - 1985
LEZIONE 2
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CONCETTI FONDAMENTALIDEL MARKETING
� Marketing e vendite: confronto
FABBRICA PRODOTTIVENDITE E
PROMOZIONE
PROFITTI:
VOLUMI DI
VENDITA
MERCATOBISOGNI DEL
CLIENTE
MARKETING
MIX
PROFITTI:
SODDISFAZIONE
DEL CLIENTE
PUNTO DI PARTENZA CENTRO DELL’ATTENZIONE MEZZI FINI
CONCETTO DI VENDITA
CONCETTO DI MARKETING
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200537
� Per gli imprenditori vendere significa solo far ricorso a tutti i trucchi e a tutte le tecniche capaci di convincere la gente a sborsare il proprio denaro in cambio di un prodotto, e senza alcun interesse ai valori in gioco in questo scambio. Non è, insomma, quello che vorrebbe il vero marketing: un impegno aziendale totalmente integrato e inteso a scoprire, suscitare e soddisfare i desideri del consumatore.
ARTHUR PULOS – American Design Ethic
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200538
� I direttori del marketing continuano a pensare come direttori delle vendite. Invece di analizzare i cambiamenti dell’ambiente esterno, i nuovi bisogni del consumatore, le sfide della concorrenza e le nuove strategie di crescita aziendale, essi continuano a preoccuparsi della disdetta d’ordine a Kansas City, ormai vecchia di una settimana, o dell’ultimo ribasso di prezzi praticato da un concorrente. Insomma, sembrano unicamente interessati a spegnere gli incendi man mano che scoppiano, proprio come quando erano direttori delle vendite.
PHILIP KOTLER – From Sales Obsession to Marketing Effectiveness – 1977
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200539
� Il fatto è che se l’orientamento del direttore delle vendite è verso il singolo cliente ed essenzialmente a breve termine, l’attenzione del direttore di marketing, invece, deve essere rivolta alle tendenze, alle minacce e alle opportunità di lungo termine, e ai vari segmenti di mercato.
CHRISTOPHER LORENZ – Dimensione design - 1990
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200540
CONCETTI FONDAMENTALIDEL MARKETING
� Orientamento al Cliente
� l’impresa adotta il punto di vista del Cliente e non il proprio
� è sempre più difficile conquistare nuovi Clienti piuttosto che fidelizzare i Clienti acquisiti
� customer satisfaction come base della fidelizzazione
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200541
� Un’azienda dotata di una vera filosofia di marketing cerca di creare beni e servizi capaci ad un tempo di rispettare dei valori e di invogliare il cliente. La sua offerta non si limita al prodotto o al servizio ma include anche: il modo di metterlo a disposizione del cliente, in quale forma, in quale momento e a quali condizioni, finanziarie e no. Ma quel che più conta, quello che offre non viene determinato dal produttore ma dall’acquirente.
THEODORE LEVITT – Marketing Myopia - 1960
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200542
� Noi lavoriamo a qualcosa su cui dobbiamo viaggiare, sedere, che dobbiamo aver sempre sotto gli occhi, adoperare, muovere, in cui dobbiamo parlare: insomma utilizzare, da soli o in comune con gli altri. Se il punto di contatto fra il prodotto e la gente diventa un punto di frizione, allora l’industrial designer ha fallito. Se invece riesce a rendere la gente più sicura, più a suo agio, più desiderosa di comprare, più efficiente, insomma, più felice, il designer è riuscito nel suo lavoro.
HENRY DREYFUSS – Designing for people - 1955
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200543
CUSTOMER SATISFACTION E LOYALTY
� Il tasso di riacquisto dei clienti soddisfatti va dal 90 al 95%
� Questa percentuale crolla al 78% per clienti insoddisfatti che non si lamentano
� Il tasso d riacquisto crolla al 46% per clienti insoddisfatti trattati male dall’impresa
� La percentuale di riacquisto è de 91% [o maggiore] per clienti insoddisfatti che ricevono un’adeguata risposta da parte dell’impresa
Jean Jacques Lambin – Market-driven management - Istei Univ. Milano Bicocca
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200544
COMPORTAMENTO D’ACQUISTO DEL CONSUMATORE
� Processo di fidelizzazioneSUSPECT
Fonte: Kotler on Marketing - Milano, 3-1997
REPEAT C
USTOM
ER
CLIENT
MEM
BER
ADVOCATE
PARTNER
FIRST-T
IM
E C
USTOM
ER
PROSPECT
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200545
CONCETTI FONDAMENTALIDEL MARKETING
� Orientamento al Cliente e marketing interno
CLIENTI
PERSONALE DI FRONT-LINE
MANAGEMENT INTERMEDIO
ALTA DIREZIONE
LEZIONE 2
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200548
MARKETING MANAGEMENT
� “Per Marketing Management si intende il processo di pianificazione e realizzazione della concezione, del pricing, della promozione e della distribuzione di idee, beni e servizi al fine di creare scambi che consentano di conseguire gli obiettivi di individui e organizzazioni”
PHILIP KOTLER - Marketing Management - 1993
LEZIONE 3
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200549
IL PROCESSODI MARKETING MANAGEMENT
ANALISI DELLE
OPPORTUNITA’ DI
MERCATO
RICERCA E
SELEZIONE DEI
MERCATI OBIETTIVO
SVILUPPO DELLE
STRATEGIE DI
MARKETING
PIANIFICAZIONE
DELLE AZIONI DI
MARKETING
ATTUAZIONE E
CONTROLLO DELLE
AZIONI DI
MARKETING
LEZIONE 3
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IL PROCESSO DI MARKETING MANAGEMENT
� Analysis/Audit dove siamo adesso?
� Objectives dove vogliamo arrivare?
� Strategies qual è il miglior modo per arrivarci?
� Tactics come vogliamo arrivarci?
� Implementation andiamoci!
� Control assicuriamoci di essere sulla strada giusta!
LEZIONE 3
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200551
MARKETING PLAN
� Contenuti� Premessa generale
o presenta una panoramica succinta per un rapido inquadramento del piano da parte della direzione
� situazione attuale di marketingo presenta i principali dati di base a proposito di mercato, prodotti, situazione competitiva, distribuzione e macroambiente
� analisi delle opportunità e dei problemio riassume le principali minacce/opportunità, forze/debolezze, nonché i problemi che riguardano il prodotto e che verranno considerati nel piano
LEZIONE 3
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200552
MARKETING PLAN
� Contenuti
� obiettivio definisce i traguardi che il piano vuole raggiungere in termini di volumi di vendita, quote di mercato e profitti
� strategia di marketingo presenta l’approccio generale di marketing che sarà impiegato per raggiungere gli obiettivi del piano
� piani di azione
o risponde alle domande– cosa sarà fatto? Chi lo farà? Quando sarà fatto? Quanto
costerà?
LEZIONE 3
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200553
MARKETING PLAN
� Contenuti
� previsione di conto economico
o sintetizza i risultati economico/finanziari del piano
� controlli
o specifica i sistemi di controllo che verranno applicati durante l’esecuzione del piano
PHILIP KOTLER - Marketing Management - 1993
LEZIONE 3
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200555
L’AMBIENTE DI MARKETING
� L’ambiente di marketing di un’impresa è costituito dai protagonisti e dalle forze esterneall’impresa che ne influenzano la capacità di sviluppare e mantenere positivi rapporti con la clientela obiettivo.
PHILIP KOTLER – Marketing Management - 1991
LEZIONE 3
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200556
AMBIENTE FISICO
TECNOLOGIA
AMBIENTE DEMOGRAFICO
AMBIENTE SOCIO CULTUR.
POLITICA E ISTITUZIONI
AMBIENTE ECONOMICO
MACRO
L’AMBIENTE DI MARKETING
IMPRESA
LEZIONE 3
MICRO
CONCORRENTI
PUBBLICO
FORNITORI INTERMEDIARI CLIENTI
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200557
DEMOGRAFIA
ELABORAZIONE GLOBIZ–Advanced Marketing Projects SU DATI ADV 2004
LEZIONE 3
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200558
DEMOGRAFIA
ELABORAZIONE GLOBIZ–Advanced Marketing Projects SU DATI ADV 2004
LEZIONE 3
GLOBALE
2000 2015 2030MEDIA % 65+ 11,2 14,1 19,1
25,9% 35,5%70,5%
MEDIA % 80+ 2,3 3,6 5,256,5% 44,4%
126,1%
PAESI OCCIDENTALI
2000 2015 2030MEDIA % 65+ 15,1 18,6 23,9
23,2% 28,5%58,3%
MEDIA % 80+ 3,4 5,1 7,250,0% 41,2%
111,8%
PAESI EMERGENTI
2000 2015 2030MEDIA % 65+ 5,0 7,0 11,3
40,0% 61,4%126,0%
MEDIA % 80+ 0,7 1,1 2,057,1% 81,8%
185,7%
ITALIA
2000 2015 2030MEDIA % 65+ 18,1 22,2 28,1
22,7% 26,6%55,2%
MEDIA % 80+ 4,0 6,8 9,070,0% 32,4%
125,0%
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200559
% POPOLAZIONE 65+
20002015
2030
GLOBALE
PAESI EMERGENTI
PAESI OCCIDENTALI
ITALIA
-
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
LEZIONE 3
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200560
RISCHIO OBESITA’ IN ITALIA
Fonte: Istituto Auxologico Italiano – Largo Consumo 2-2004
LEZIONE 3
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200561
ALCUNI STRUMENTI PER L’ANALISI DELL’AMBIENTE DI MARKETING
� SWOT Analysis
� Valutazione dei punti di forza, punti di debolezza, opportunità e minacce. Il termine deriva dalle iniziali di Strenghts, Weaknesses, Opportunities e Threats
STRENGHTS WEAKNESSES
OPPORTUNITIES THREATS
LEZIONE 3
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200562
ALCUNI STRUMENTI PER L’ANALISI DELL’AMBIENTE DI MARKETING
� PEST Analysis
� Tecnica per analizzare i 4 fattori esterni [Political, Economic, Sociocultural, Technological Factors] che possono influire sulla performance aziendale. Si effettua spesso utilizzando tecniche di brainstorming.
LEZIONE 3
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200565
SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING
� E’ una struttura integrata e interagente di persone, attrezzature e procedure finalizzata a raccogliere, classificare, analizzare, valutare e distribuire informazioni pertinenti, tempestive ed accurate destinate agli operatori di decisioni di mercato
PHILIP KOTLER - Marketing Management - 1993
LEZIONE 4
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200566
GLI ELEMENTI DEL SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING
ATTIVITA’
TECNOLOGIE
PROCEDURE
ORGANIZZATIVE
MODELLI E
TECNOLOGIE
PERSONE
RACCOLTA TRATTAMENTO CONSERVAZIONEDISTRIBUZIONE INTERPRETAZIONE
MOLTENI, TROILO – Ricerche di Marketing - 2003
LEZIONE 4
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200567
LE DIFFERENTI TIPOLOGIE DI DATI NEL SISTEMA INFORMATIVO DI
MARKETING
FONTI INFORMATIVE
DATI
PRIMARI
SECONDARI
INTERNE ESTERNE
LEZIONE 4
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200568
SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING
FONTI INFORMATIVE
DATI
PRIMARI
SECONDARI
INTERNE ESTERNE
DATI PROVENIENTI DA
ATTIVITA’ DI MARKETING
INTELLIGENCE
LEZIONE 4
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200569
SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING
� Marketing Intelligence
� insieme delle procedure e delle fonti interne usato dai dirigenti per ottenere le informazioni correnti sugli sviluppi e le modificazione dell’ambiente di marketing
o addestramento della forza vendita
o rapporti di vendita
o motivazione di distributori e dettaglianti
o Call Center
o centro studi
o ………
LEZIONE 4
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200570
SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING
FONTI INFORMATIVE
DATI
PRIMARI
SECONDARI
INTERNE ESTERNE
DATI PROVENIENTI DA
ATTIVITA’ DI MARKETING
INTELLIGENCE
DATI PROVENIENTI DAI
SISTEMI DI RILEVAZIONE
AZIENDALI
LEZIONE 4
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200571
SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING
� Il sistema delle rilevazioni interne
� Costi interni e risultati economico-finanziari
� Tempi di produzione e scorte disponibili
� Ciclo ordine-spedizione-fatturazione
LEZIONE 4
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200572
SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING
FONTI INFORMATIVE
DATI
PRIMARI
SECONDARI
INTERNE ESTERNE
DATI PROVENIENTI DA
ATTIVITA’ DI MARKETING
INTELLIGENCE
DATI PROVENIENTI DAI
SISTEMI DI RILEVAZIONE
AZIENDALI
DATI PROVENIENTI DA
FONTI ISTITUZIONALI O
ESTERNE ALL’IMPRESA
LEZIONE 4
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SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING
� Fonti istituzionali e pubbliche
� Istat, Unione Europea, Ocse, Ministeri, Banca d’Italia, Istituto Commercio Estero, Cnel, Enti Locali, Centri Ricerca, Censis ……
� acquisizione da fornitori specializzati (Nielsen, AGB…)
LEZIONE 4
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200574
SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING
FONTI INFORMATIVE
DATI
PRIMARI
SECONDARI
INTERNE ESTERNE
DATI PROVENIENTI DA
ATTIVITA’ DI MARKETING
INTELLIGENCE
DATI PROVENIENTI DA
RICERCHE AD HOC
DATI PROVENIENTI DAI
SISTEMI DI RILEVAZIONE
AZIENDALI
DATI PROVENIENTI DA
FONTI ISTITUZIONALI O
ESTERNE ALL’IMPRESA
LEZIONE 4
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-200575
SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING
� Ricerche di mercato
� raccolta e analisi delle informazioni rilevanti per una specifica situazione di marketing
o ricerche qualitative (spiegano i motivi del comportamento d’acquisto del consumatore)
o ricerche quantitative (misurano la struttura di un mercato-obiettivo)
LEZIONE 4
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DATA
WAREHOUSE
ACCESSO,
ESTRAZIONE
PULIZIA,
VERIFICA,
SELEZIONE
INFORMATION DELIVERY E BUSINESS INTELLIGENCE
CONTABILITA’,
ORDINI, VENDITE
CLIENTI, ACQUISTI,
PRODUZIONE
DEMOGRAFICI,
SOCIO-ECONOMICI
COMPORTAMENTALI
CLIENTE
ESTERNI
DATI DATI AGGREGATI
REPORTING
DATI DI DATI DI DETTAGLIO
DATA MINING
LEZIONE 4
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DATA MINING
� E’ il processo di selezione, esplorazione e modeling di grandi quantità di dati per scoprire relazioni non note e comportamenti (pattern) allo scopo di ottenere vantaggi di business
Fonte: SAS Institute - 1999
LEZIONE 4
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POSSIBILITA’ DEL DATA MINING
� Classificazione
� Definizione delle caratteristiche del data set
� Clustering
� Identificazione delle affinità che definiscono i gruppi in un data set che mostrano comportamenti simili e delle variabili che sono in comune
� Sequencing
� identificazione delle correlazioni tra comportamenti in un periodo predefinito
� Associazione
� identificazione delle correlazioni tra comportamenti nello stesso periodo
� Previsione
� Identificazione di trend non lineari basati su dati storici
Fonte: Meta Group - 1999
LEZIONE 4
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POSSIBILITA’ DEL DATA MINING
Quali sono i principali mot ivi che hannoindot to i l mio cliente a passare allaconcorrenza?
CLASSIFICAZIONE
Quali sono le fasce di client i a cuiposso offr ire nuovi prodot t i/ servizi?
CLUSTERING
Quali sono le probabil ità che un clienteche ha aperto un c/c acquisterà ancheil prodot to X in breve tempo?
SEQUENCING
Quali sono le probabil ità che un clienteacquist i due prodot t i completamentedifferent i?
ASSOCIAZIONE
Quale sarà i l prezzo del t itolo t ra ungiorno/mese, ecc.?
PREVISIONE
Fonte: Meta Group - 1999
LEZIONE 4
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EFFETTIVO UTILIZZO DEL SISTEMA INFORMATIVO E DELLE RICERCHE DI
MARKETING
DATI DISPONIBILI NEL
SISTEMA INFORMATIVO
O GENERATI DALLE
RICERCHE DI MARKETING
DECISIONI DI MARKETING
BASATE SULL’INTUITO
O SULL’ESPERIENZA
DEL PASSATO
SCARSA FIDUCIA;
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
E MECCANISMI OPERATIVI
NON ADEGUATI
MOLTENI, TROILO – Ricerche di Marketing - 2003
LEZIONE 4
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVAFacoltà di Architettura
Corso di Laurea Specialistica in Disegno Industrialea.a. 2004-2005
CORSO DI MARKETING ED ECONOMIA AZIENDALE IProf. MARCO FEDELI
TEORIA E TECNICATEORIA E TECNICADELLE RICERCHE DI MERCATODELLE RICERCHE DI MERCATO
DottDott. Prof. MARIO SCOLARI. Prof. MARIO SCOLARIAMMINISTRATORE DELEGATOAMMINISTRATORE DELEGATO
TESEO TESEO -- MARKETING RESEARCHMARKETING RESEARCH
MARTEDI’ 5 APRILE 2005ore 15,30AULA 5F
Seminario
La partecipazione è aperta a tutti gli studenti
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVAFacoltà di Architettura
Corso di Laurea Specialistica in Disegno Industrialea.a. 2004-2005
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TEORIA E TECNICATEORIA E TECNICADELLE RICERCHE DI MERCATODELLE RICERCHE DI MERCATO
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Seminario
La partecipazione è aperta a tutti gli studenti
LEZIONE 5
Dott. Prof. Mario ScolariAmministratore Delegato
Teseo Research
TECNICHE DELLE RICERCHE DI MERCATO
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Le Ricerche:
“I presupposti”
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1- Perché fare ricerche e studi psicologici a
sostegno del marketing ?
…quattro domande in cerca di risposta…
2 - Come è possibile distinguere tra una
ricerca metodologicamente ben fatta da una
no ?
1- Presupposti
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…quattro domande in cerca di risposta…
3 - Sono più utili le Ricerca Qualitative o
quelle Quantitative ?
4 - Per essere un bravo ricercatore è più
importante conoscere bene la Statistica o la
Psicologia Clinica ?
1- Presupposti
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1 …perché ricerche e studi psicologici ?
…quattro risposte (ma non definitive!) …
• Perché nessun “atto o comportamento umano”,
e tra questi anche i “consumi”, sono realtà di
per sé auto evidente.
1- Presupposti
• Il “buon senso” o “senso comune” non è
quindi in grado di leggerne la complessità e la
struttura . Questa va ricercata con metodi e
teorie specifiche.
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…quattro risposte (non definitive!) …
2….come distinguere tra una ricerca metodologicamente ben fatta da una no ?
• Verificando il grado di implementazione del
“metodo scientifico”. Più una Ricerca viene
condotta con queste regole maggiore sarà il grado
di affidabilità dei risultati raggiunti
1- Presupposti
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3 …meglio ricerche qualitative o quantitative?
• Se condotte con “rigore scientifico” entrambi
gli approcci sono altrettanto validi.
1- Presupposti
•La scelta dipenderà da fattori contingenti
quali tempo, costi, natura dell’obiettivo
conoscitivo ricercato, ecc
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4 ….statistica o psicologia clinica ?
• Perché scegliere rinunciando ad uno dei due
approcci ?
1- Presupposti
•Meglio adottare entrambe le prospettive, magari
in tempi diversi : i risultati di una corretta
interpretazione non potranno essere smentiti da
un’analisi statistica e viceversa.
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Il mix “virtuoso” per condurre un Ricerca
Curiosità
CompetenzaPassione
Esperienza
1- Presupposti
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Le Ricerche Qualitativenel marketing e nella
pubblicità
…affrontare e percorrere i labirinti del consumatore
91 MARIO SCOLARI – Seminario presso Università di Genova – a.a. 2004/2005
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Le ricerche di marketing
Desk research
• raccolta di materiale già esistente /consultazione di fonti
=> Vengono prima e sono all’origine di eventuali sviluppi sul campo
Field research
Ricerche
qualitative
Ricerche
quantitative
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Le Ricerche Qualitative:
caratteristiche differenziali
� piccolo numero di persone coinvolte (fino a 50 circa)
� campionamento non probabilistico ( non statisticamente affidabili)
� stile di intervista interattivo /non direttivo
� maggior influenza del ricercatore
� dati più comprensibili ai non ricercatori (rispetto alle quantitative)
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Le Ricerche Qualitative:
alla ricerca dei significati
La ricerca qualitativa studia la relazione di senso che
si determina tra consumatore e oggetto/atto di consumo
ovvero
il rapporto tra personalità
dei consumatori
e personalità dei prodotti
le ragioni /motivazioni
consce e inconsce che
orientano le decisioni
e le scelte di consumo
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La relazione di senso tra consumatore e oggetto/scelta di consumo si
gioca ad almeno quattro livelli di valore tra loro interagenti
simbolicosimbolicosocialesociale
affettivoaffettivofunzionalefunzionale
Le quattro dimensioni sono sempre presenti, anche se il rapporto tra le aree può cambiare
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SimbolicoSimbolico
RICHIAMO SESSUALERICHIAMO SESSUALE
SocialeSociale
LA SCARPA LA SCARPA
DI MODADI MODA
AffettivoAffettivo
LA SCARPA DEL GIORNO DELLA LA SCARPA DEL GIORNO DELLA LAUREALAUREA
FunzionaleFunzionale
LA SCARPA LA SCARPA
CHE MI SERVECHE MI SERVE
UN ESEMPIO: LA SCARPA
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Le Ricerche Qualitative:
I campi di applicazione
� l’ambito dei ‘bisogni’ => esigenze, manifeste o nascoste,
esplicite o implicite che muovono il consumatore
� l’area dell’immagine => il modo in cui uno stimolo/
messaggio viene percepito e decodificato
Le ricerche qualitative sviluppano una conoscenza pratica
dalle finalità operative relativa a due ambiti principali:
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Le Ricerche Qualitative:
quando servono
� test pilota per ottimizzare termini, sequenza.. di un questionario
� screening di idee per nuovi prodotti, package e comunicazioni
prima della fase quantitativa
� esplorare e spiegare fenomeni emersi da studi più ampi
Il ricorso alle ricerche qualitative è indicato ogni volta che è importante
considerare una tematica attraverso lo sguardo del consumatore, usando
il suo linguaggio e costruzioni mentali (M.Goodyear)
� in sinergia con le ricerche quantitative
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� orientati al mercato: informazioni su una nuova area di prodotti
o punti vendita
� culturali: comprendere struttura, valori e dinamica di una
cultura diversa, nuova, emergente
� psicologici: capire le motivazioni, i valori, le attese e i
comportamenti del consumatore
� simbolici: capire le relazioni tra consumatore e aspetti
intangibili del brand: immagine, valori, equity
� per scopi esplorativi
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� spiegazioni di eventi quali perdita di market share, inefficacia
di una campagna, fallimento di una promozione…
� verificare le reazioni del consumatore a nuove campagne e
prodotti rispetto a quelli di successo già esistenti (disaster check,
copy test)
� per scopi esplicativi/diagnostici
� per scopi valutativi
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� elaborazione con i consumatori di nuove campagne, nuovi
prodotti
� generazione di nuove idee, nomi…
� esaminare come gli atteggiamenti si formano e modificano nel
tempo sulla base della graduale esposizione alle informazioni
� per sviluppi creativi
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Le Ricerche Qualitative: gli approcci
� approccio cognitivo (raccogliere i ‘fatti’ )
=> enfasi sugli aspetti razionali, l’esperienza e memoria, l’opinione ed i
giudizi dei consumatori
� approccio motivazionale (capire i ‘bisogni’)
=> enfasi sugli aspetti affettivi legati al consumo, sui suoi vissuti e
desideri, sulla identità personale
� approccio etnografico (descrivere i ‘rituali’)
=> enfasi sulla osservazione diretta del consumatore nel suo agire in
situazioni reali (casa, punto vendita)
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… gli approcci
� approccio semiologico (interpretare “la vita dei segni nella società”)
=> enfasi sull’analisi dei segni, simboli e codici utilizzati nella relazione
brand – consumatore nell’odierno contesto culturale
� approccio creativo (individuare l’innovazione)
=> enfasi sul pensiero divergente, sulle associazioni e immaginazioni
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Le Ricerche Qualitative: gli strumenti
Situazione sperimentaleSituazione sperimentale
Possibilità di tenere sotto Possibilità di tenere sotto controllo le variabilicontrollo le variabili
Osservazione Osservazione
PartecipataPartecipata
Migliore comprensione di Migliore comprensione di comportamenti, abitudini e comportamenti, abitudini e
rituali rituali
Discussione Discussione
di gruppodi gruppo
Esplorazione specificaEsplorazione specificastili e dinamiche sociostili e dinamiche socio--culturaliculturali
Colloquio Colloquio
IndividualeIndividuale
ApprofondimentoApprofondimentodi esperienze, valori e vissutidi esperienze, valori e vissuti
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Le Ricerche Qualitative: le tecniche
Situazione sperimentaleSituazione sperimentale
Scale di atteggiamento Scale di atteggiamento Misurazione reazioni psicoMisurazione reazioni psico--fisichefisiche
Osservazione Osservazione
PartecipataPartecipata
Griglie di osservazione e Griglie di osservazione e codificazionecodificazione
Discussione di gruppoDiscussione di gruppo
Non Non direttivitàdirettivitàTecniche cognitive, proiettive e Tecniche cognitive, proiettive e
creativecreativeOsservazione dinamicheOsservazione dinamiche
Colloquio IndividualeColloquio Individuale
Non Non direttivitàdirettivitàTecniche cognitive e proiettiveTecniche cognitive e proiettive
Osservazione aspetti non verbaliOsservazione aspetti non verbali
MARIO SCOLARI – Seminario presso Università di Genova – a.a. 2004/2005MARIO SCOLARI – Seminario presso Università di Genova – a.a. 2004/2005
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Ricerche Qualitative: le fasi
Guida/griglia•Definizione sequenza argomenti e stimoli
orientati al consumatore
•Predisposizione materiale
Briefing •Input del cliente (da interpretare)
•Prima ipotesi di modello di indagine
Progetto •Definizione obiettivi
•Definizione metodo (approccio e strumenti)
•Definizione target e disegno di ricerca
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…. le fasi
Presentazione/
rapporto
•Finalizzazione ipotesi
•Organizzazione dei risultati
•Raccomandazioni operative
Field•Colloqui individuali
•Discussione di gruppo
•Sessioni osservative
Debriefing •Organizzazione e Analisi del materiale
•Prime connessioni tra dati e ipotesi esplicative
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� Pre test
(copy test)
� Post test
• individuazione piste più promettenti
• screening preliminare di alternative
• verifica ipotesi di campagna con materiale
non definitivo
• verifica dell’efficacia
• verifica dell’impatto/ ricordo
• analisi di effetti secondari indotti
• individuazione di sviluppi/follow on
Le Ricerche qualitative sulla pubblicità
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Campagna pubblicitaria:cosa indagare
• Ricordo
• comprensione struttura narrativa
• decodifica messaggio
• impatto e gradimento
• valori percepiti
• immagine ed equity di prodotto
• profilo di consumatore potenziale
• relazioni simboliche
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Copy test:esempio di focus group
1. Ricordo spontaneo pubblicità/ mapping
2. Prima visione campagna in focus
Split –half del gruppo: gioco di ruolo
3. Seconda visione campagna a gruppo riunito
decodifica messaggio e aspetti emozionali
4. Terza visione campagna in focus
analisi aspetti esecutivi e suggerimenti
5. Confronto con campagna non in focus
verifica atteggiamenti verso focus
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Le Ricerche Quantitative
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Popolazione e campione
Campionare = osservare una parte per trarre informazioni sul tutto:
è un processo normale a cui frequentemente si ricorre ma richiede alcune cautele.
Scelta casuale ≠scelta “a casaccio”
(elezioni americane del 1936 )
Vantaggi derivanti dall’uso di campioni”probabilistici”:
• Riduzioni costi
• Riduzioni tempi
• Accuratezza ed efficienza
Stima di (V) nella popolazione
Popolazione (V) Campione (v)
CAMPIONAMENTO
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Errori di campionamento
Popolazione è l’insieme N di unità statistiche che costituiscono l’oggetto dello studio.
Le unità N della popolazione vengono osservate dal punto di vista di alcune loro
proprietà, dette variabili ( x, y, z, …)
L’indagine su di una popolazione fornisce il valore esatto di (V)
Le distribuzioni complessive delle variabili e/o le loro relazioni rappresentano i
parametri normalmente studiati (media, varianza, correlazione …)
L’indagine su di una campione (v) fornisce solo una stima di (V)
V = v ± errore di campionamento
CAMPIONAMENTO
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L’errore di campionamento aumenta :
•quanto più elevato è il livello di fiducia che il ricercatore desidera ottenere
•quanto maggiore è la variabilità della variabile studiata
•quanto è minore l’ampiezza del campione
L’errore di campionamento si riduce :
•quanto più ampia è la popolazione da cui si estrae il campione
•quanto minore è la probabilità associata agli eventi della variabile
studiata (pq)
CAMPIONAMENTO
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Campioni probabilistici (principali)
�Campionamento casuale semplice
Tutte le unità della popolazione hanno la stessa
probabilità di essere incluse nel campione
�Campionamento sistematico
le unità della popolazione vengono selezionate in base ad un
intervallo regolare ( K= intervallo di campionamento)
�Campionamento stratificato
— Proporzionale – n proporzionale a N dello strato
— Non proporzionale – n proporzionale alla varianza dello strato
CAMPIONAMENTO
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Campioni non probabilistici
�Campionamento per quote
— Definiti degli strati (in base ad opportune considerazioni) si calcola il
peso percentuale di ciascun strato sulla numerosità della popolazione .
La proporzione si moltiplica per la numerosità n stabilita per il campione
�Campionamento a scelta ragionata
— Utile in casi di popolazioni particolari e/o molto ridotte.
CAMPIONAMENTO
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Variabili
QuantitativeCardinali discrete
Cardinali continue
Politomiche
Qualitative
Dicotomiche
Nominali
Ordinali
Tipologia di Variabili
LE VARIABILI
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5035000UniversitàNessuna religioneOccupato15
6629500DiplomaNessuna religioneNon occupato14
706485Licenza elementareReligione cattolicaNon occupato13
6245400UniversitàReligione cattolicaOccupato12
4820401DiplomaAltra religioneOccupato11
4025810DiplomaAltra religioneOccupato10
5919602Licenza mediaReligione cattolicaNon occupato9
5812503Licenza elementareReligione cattolicaOccupato8
6514051Licenza mediaAltra religioneNon occupato7
6015103Licenza elementareReligione cattolicaNon occupato6
4510004Senza titoloReligione cattolicaNon occupato5
5321200Licenza mediaNessuna religioneOccupato4
6827560UniversitàReligione cattolicaNon occupato3
4215101Licenza mediaReligione cattolicaOccupato2
6117500Licenza mediaReligione cattolicaOccupato1
V6V5V4V3V2V1id
LE VARIABILI
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Occupato
Non occupato
Non occupato
Occupato
Occupato
Occupato
Non occupato
Occupato
Non occupato
Non occupato
Non occupato
Occupato
Non occupato
Occupato
Occupato
V1
V1 = Condizione occupazionale
Due sole modalità = Variabile (mutabile)
qualitativa (nominale) dicotomica
Procedure possibili:
Conteggi
Distribuzione di frequenza (assoluta e proporzionale)
LE VARIABILI
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Nessuna religione
Nessuna religione
Religione cattolica
Religione cattolica
Altra religione
Altra religione
Religione cattolica
Religione cattolica
Altra religione
Religione cattolica
Religione cattolica
Nessuna religione
Religione cattolica
Religione cattolica
Religione cattolica
V2
V2 = Religione di appartenenza
Tre modalità = Variabile qualitativa politomica
nominali (non ha senso ordinare le modalità
secondo un criterio esplicito)
Procedure possibili:
Conteggi
Distribuzione di frequenza (assoluta e proporzionale)
LE VARIABILI
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Università
Diploma
Licenza elementare
Università
Diploma
Diploma
Licenza media
Licenza elementare
Licenza media
Licenza elementare
Senza titolo
Licenza media
Università
Licenza media
Licenza media
V3
V3 = Livello di istruzione
Cinque modalità = Variabile qualitativa
politomica ordinale ( ha senso ordinare le
modalità secondo alcuni criteri espliciti, ad
esempio il tempo)
Procedure possibili:
Conteggi
Distribuzione di frequenza (assoluta e proporzionale)
Indici di tendenza centrali (se ben interpretati e opportunamente estratti)
LE VARIABILI
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0
0
5
0
1
0
2
3
1
3
4
0
0
1
0
V4
V4 = Numero di ricoveri ospedalieri (in giorni)
Variabile cardinali quantitativa discreta (4 >3)
Procedure possibili:
Conteggi
Distribuzione di frequenza (assoluta e proporzionale)
Indici di tendenza centrali
Indici di dispersione
LE VARIABILI
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35003500
29502950
648648
45404540
20402040
25812581
19601960
12501250
14051405
15101510
10001000
21202120
27562756
15101510
17501750
V5V5
V5 = Reddito mensile
Variabile cardinali quantitativa continua
Procedure possibili:
Conteggi
Distribuzione di frequenza (assoluta e proporzionale)
Indici di tendenza centrali
Indici di dispersione
Regressione lineare e altre analisi “inferenziali”
LE VARIABILI
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copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005124
1,51,0,50,0-,5-1,0-1,5
2,0
1,5
1,0
,5
0,0
-,5
-1,0
-1,5
Pierre Mantoux
Dior
Omero
Girardi
Levante
Philippe Matignon
Mappa cognitiva
MARIO SCOLARI – Seminario presso Università di Genova – a.a. 2004/2005
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005125
Categoria % nCompletamente insoddisfatto 16,00 16
Piuttosto insoddisfatto 11,00 11Abbastanza soddisfatto 49,00 49
Molto soddisfatto 24,00 24Totale (100,00) 100
15-Valutazione servizio Pronto Canon
Categoria % nCompletamente insoddisfatto 0,00 0
Piuttosto insoddisfatto 1,54 1Abbastanza soddisfatto 63,08 41
Molto soddisfatto 35,38 23Totale (65,00) 65
13-Le informazioni ottenute corrisp. a sue aspettative?
p=0,0000; Chi-quadrato=95,9885; df=6
Ha superato le mie aspettative;Corrisponde alle mie aspettative
Categoria % nCompletamente insoddisfatto 0,00 0
Piuttosto insoddisfatto 30,77 4Abbastanza soddisfatto 61,54 8
Molto soddisfatto 7,69 1Totale (13,00) 13
Corrisponde solo in parte ad aspettative
Categoria % nCompletamente insoddisfatto 72,73 16
Piuttosto insoddisfatto 27,27 6Abbastanza soddisfatto 0,00 0
Molto soddisfatto 0,00 0Totale (22,00) 22
Non corrisponde alle aspettative
Categoria % nCompletamente insoddisfatto 0,00 0
Piuttosto insoddisfatto 0,00 0Abbastanza soddisfatto 61,02 36
Molto soddisfatto 38,98 23Totale (59,00) 59
9-Le hanno dato subito le informazioni
p=0,0018; Chi-quadrato=12,6023; df=2
Informazioni fornite subito
Categoria % nCompletamente insoddisfatto 0,00 0
Piuttosto insoddisfatto 16,67 1Abbastanza soddisfatto 83,33 5
Molto soddisfatto 0,00 0Totale (6,00) 6
Sono stato richiamato
Segmentazioni ad albero
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-1
0
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frutta
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vino
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mi/f
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acqu
a/be
vand
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ne fr
esco
casa
lingh
i
qualità tot.
qualità Marcasì
delta
Grafici
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Apertura mentale
40
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80
Energia
Stabilità emotiva
ResponsabilitàAmicalità
21-45 anni
46-65 anni
40
50
60
70
80
Energia
Stabilità emotiva
ResponsabilitàAmicalità
21-45 anni
46-65 anni
Grafici “Pentascopio®”
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Segmentazioni ad albero
Johnsons’s Infasil Nivea Neutro R. Dous Dous Badedas Vidal Pino S. Kerastase Dove Wella Clear Pantene L’Oreal StudioLine Elseve Garnier
48,8
61,2
64,8
73,0
58,4
30
40
50
60
70
80
90
100
Energia
Stabilità emotiva
ResponsabilitàAmicalità
Apertura Mentale
+ Stabilità emotiva
+ Responsabilità
+ Energia
+ Apertura mentale
+
Amicalità+
Responsabilità
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100
95
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65 60 65
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40
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60
70
80
90
100ARIETE
LEONE
SAGITTARIO
TORO
VERGINE
CAPRICORNO
GEMELLI
BILANCIA
ACQUARIO
CANCRO
SCORPIONE
PESCI
MARIO SCOLARI – Seminario presso Università di Genova – a.a. 2004/2005
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COMPORTAMENTO D’ACQUISTO DEL CONSUMATORE
ECONOMICHE
REDDITO
SOCIOLOGICHE PSICOCOGNITIVE
STRUMENTI DI
MARKETING
CULTURA
CLASSE SOCIALE
GRUPPI DI
RIFERIMENTO
APERTURA DEL
SISTEMA SOCIALE
INTERAZIONE
INDIVID.-GRUPPI
RISCHIO DECIS.
ACQUISTO
CONVINZIONI
SOGGETTIVE
MECCANISMI DI
INFORMAZIONE
ATTEGGIAMENTI
VARIABILI
PERSONALI
ETA’
OCCUPAZIONE
PERSONALITA’
STILE DI VITA
LEZIONE 6
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IL MODELLO EKB [SEMPLIFICATO]
SISTEMA PERCETTIVOPROCESSO
DECISIONALE
SISTEMA MOTIVANTE
PROCESSO
VALUTATIVO
RISULTATO [SCELTE]
SODDISFAZIONE DISSONANZA
ENGEL, KOLLAT, BLACKWELL – Consumer Behavior – 1978 in GUATRI, VICARI, FIOCCA – Marketing -
1999
LEZIONE 6
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005134
COMPORTAMENTO D’ACQUISTO DEL CONSUMATORE
� Il sistema percettivo
� Si intende l’insieme delle informazioni acquisite in vario modo dal consumatore, che organizzate da complessi sistemi cognitivi, interagiscono con le conoscenze, i valori e gli atteggiamenti e orientano e determinano le preferenze
� Il sistema motivante
� Ci si riferisce a quella forza che innesca il comportamento d’acquisto. Se il consumatore non è sufficientemente motivato non mette in atto le azioni necessarie per compiere il processo d’acquisto
LEZIONE 6
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COMPORTAMENTO D’ACQUISTODEL CONSUMATORE
� Scala di Maslow
STIMA
SOCIALI
SICUREZZA
FISIOLOGICI
AUTOREALIZZAZIONE
BIS
OG
NI
LEZIONE 6
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COMPORTAMENTO D’ACQUISTO DEL CONSUMATORE
� Il processo valutativo
� Fase del processo d’acquisto costituita dall’insieme di elementi presi in esame dal consumatore per valutare le diverse possibili alternative esistenti. Dal processo valutativo scaturisce la decisione finale del consumatore di acquistare o no.
GUATRI,VICARI, FIOCCA - Marketing- 1999
LEZIONE 6
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STADI DEL PROCESSO DECISIONALE E VALUTATIVO
PERCEZIONE DEL PROBLEMA
VALUTAZIONE ALTERNATIVE
RICERCA INFORMAZIONI
DECISIONE D’ACQUISTO
SCELTA
USO DEL PRODOTTO
SODDISFAZIONE
FORMULAZIONE CRITERI VALUTAZIONE
VERIFICA DEI CRITERI
ATTEGGIAMENTO PRE-ACQUISTO
INTENZIONE DI ACQUISTO
INSODDISFAZIONE
ATTEGGIAMENTO POST-ACQUISTO
STADI D
EL P
ROCESSO D
ECISIONALE
STADI D
EL P
ROCESSO V
ALUTATIVO
Fonte: GUATRI, VICARI, FIOCCA - Marketing- 1999
LEZIONE 6
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ORGANIZZAZIONE E RUOLI DI ACQUISTO
� Iniziatore
� Decisore
� Influenzatore
� Compratore
� Utilizzatore
LEZIONE 6
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LA PIRAMIDE DELLA FEDELTA’
� Alla marca e al punto vendita
CONSUMATORI INFEDELI
CONSUMATORI ABITUALI
CONSUMATORI SODDISFATTI
CONSUMATORI AMICI
CONSUMATORI CONVINTI
Fonte: AACKER – Managing Brand Equity - 1991
LEZIONE 6
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COMPORTAMENTO D’ACQUISTO DEL CONSUMATORE
� Processo di fidelizzazioneSUSPECT
Fonte: Kotler on Marketing - Milano, 3-1997
REPEAT C
USTOM
ER
CLIENT
MEM
BER
ADVOCATE
PARTNER
FIRST-T
IM
E C
USTOM
ER
PROSPECT
LEZIONE 6
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005143
CONCORRENZA
� “Il marketing non è altro che una forma civilizzata di conflitto, nel quale la maggior parte delle battaglie sono vinte con le parole, con le idee, con il pensiero scientifico”
ALBERT W. EMERY
� “Induce your competitors not to invest in those products, markets and services where you expect to invest the most … that is the fundamental rule of strategy”
BRUCE HENDERSON, Founder of BCG
LEZIONE 7
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005144
CONCORRENZA
� “There is nothing more exhilarating than to be shot at without result”
WINSTON CHURCHILL
� “Chase customers, not competitors”
RHOADS, SWENSON, WITLARK
LEZIONE 7
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005145
ANALISI DELLA CONCORRENZA
�� A - Classificazione della concorrenza
� Sul piano dei desideri [relax: passeggiata, guardare la televisione, andare al bar]
� Generica [appetito: patatine, dolci, bibita]. Soddisfazione del bisogno
� Di prodotto [dolci: caramelle, cioccolato, croissant]
� Di marca [cioccolato: Ferrero, Nestlè, Lindt]
LEZIONE 7
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005146
ANALISI DELLA CONCORRENZA
Diet-Rite
cola
Diet
Pepsi
Diet
Coke
Regularcolas
FruitFlavored
Colas
Diet
lemon limes
Lemon
limes
Tea Beer
Coffee
Bottled
water
Wine
Juices
BaseballBaseball
cardscards
DrinkDrink
VideoVideo
rentalsrentals
FastFast
foodfood
Product
Brand
Product
Category
Generic
Competition
Budget
Competition
Adattato da MARRIOT SCHOOL OF MANAGEMENT - 2004
LEZIONE 7
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005147
ANALISI DELLA CONCORRENZA
� B - Classificazione della concorrenza
� prodotti similari, agli stessi clienti e a prezzi pressapoco identici - Sostituibilità - [Fiat Punto, Opel Corsa, Lancia Y, ….]
� prodotti di categorie diverse ma con sostituibilità funzionale - Soddisfazione del bisogno - [auto, moto, mezzi pubblici, ….]
� prodotti in competizione per acquisire una parte della spesa del consumatore [auto, turismo, beni durevoli, seconda casa, …]
LEZIONE 7
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005148
ANALISI DELLA CONCORRENZA
� Analisi di settore
� Numero delle aziende e grado di differenziazione
� Barriere all’entrata e all’uscita
� Struttura dei costi
� Integrazioni verticali
� Globalizzazione del settore
LEZIONE 7
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ANALISI DELLA CONCORRENZA
� Analisi del mercato
� Mappa prodotto/mercato – Esercitazione in aula
SALOTTI
SINGLEGIOVANI
FAMIGLIE
ARMADI/CAME
RETTE
CUCINE
FAMIGLIE
MATURE
LEZIONE 7
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ANALISI DELLA CONCORRENZA
� Chi sono i concorrenti?
� Quali sono le loro strategie e i loro obiettivi?
� Quali sono i loro punti di forza e di debolezza?
� Quali capacità di risposta competitiva dimostrano?
LEZIONE 7
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CONOSCERE I CONCORRENTI
Competitor
Actions
Current and paststrategies
Objectives
Organization andculture
Exit barriers
Strengths andweaknesses
Cost structure
Size, growth,profitability
Adattato da MARRIOT SCHOOL OF MANAGEMENT - 2004
LEZIONE 7
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ANALISI DELLA CONCORRENZA
� Indicatori di competitività
� quota di mercato
o misura le vendite dei vari concorrenti
� indice di notorietà
o percentuale di acquirenti che, richiesti di precisare il primo nome che hanno in mente in relazione a un certo settore, cita una data impresa
� indice delle preferenze di acquisto
o percentuale di acquirenti che, richiesti di precisare il nome dell’impresa di cui preferiscono acquistare i prodotti, cita un nome specifico
LEZIONE 7
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005155
SEGMENTAZIONE
� E’ un processo in 3 fasi:� Segmentazione
o Consiste nel suddividere il mercato in gruppi distinti e omogenei di consumatori a cui rivolgersi con prodotti e marketing mix dedicati
� Targeting o La definizione del mercato obiettivo è il processo mediante il quale viene deciso in quale segmento operare
� Positioningo Definizione della posizione competitiva del prodotto e del suo marketing mix
LEZIONE 8
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MERCATO CONSUMER DIFFERENTI SEGMENTAZIONI
A: nessuna
segmentazione
C: segmentazione
per classi di reddito (1,2 e 3)
1
1
1
2
3
3
B: segmentazione
completa
D: segmentazione
per classi di età (a, b)
a
a
ab
b
b
E: segmentazione
per classi di reddito ed età
2b
3b
3a1b
1a
1a
LEZIONE 8
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Fonte: basato su un esempio tratto da RAYMOND COREY, “Key Options in
Market Selection and Product Planning” - Harvard Business Review. 1975
MERCATO BtoB SEGMENTAZIONE A TRE STADI
PRODUTTORI DI CARTA
STAMPATORI IN CONTINUO EDITORI STAMPATORI IN PIANO
CARTE SPECIALI CARTE PATINATE CARTE RICICLATE
CLIENTI GRANDI CLIENTI MEDI CLIENTI PICCOLI
SECO
NDO IL TI
PO PR
ODOTTOSE
CONDO IL
TIPO
CLIEN
TE
SECO
NDO LA DIM
ENSI
ONE
LEZIONE 8
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SEGMENTO 1
SEGMENTO 2
SEGMENTO 3
TARGETING
SEGMENTO 1
SEGMENTO 2
SEGMENTO 3
MARKETING MIX DELL’IMPRESA
MERCATO
MARKETING MIX DELL’IMPRESA
MARKETING INDIFFERENZIATO
MARKETING DIFFERENZIATO
MARKETING CONCENTRATO
MARKETING MIX 1
MARKETING MIX 2
MARKETING MIX 3
LEZIONE 8
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TARGETING
CONCENTRAZIONE SU UN SOLO SEGMENTO
M1 M2 M3
P1
P2
P3
M1 M2 M3
P1
P2
P3
SPECIALIZZAZIONE DI PRODOTTO
M1 M2 M3
P1
P2
P3
SPECIALIZZAZIONE DI MERCATO
M1 M2 M3
P1
P2
P3
SPECIALIZZAZIONE SELETTIVA
M1 M2 M3
P1
P2
P3
COPERTURA TOTALE
Fonte: adattato da DEREK ABELL, “Defining the Business: The Starting Point of Strategic Planning” - 1980
LEZIONE 8
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TARGETING CRITERI PER LA DEFINIZIONE DEI
MERCATI OBIETTIVO
� Dimensioni e tasso di sviluppo del segmento
� Attrattività strutturale
� Obiettivi e risorse dell’impresa
LEZIONE 8
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LE CINQUE FORZE CHE DETERMINANO L’ATTRATIVITA’ DI
UN SEGMENTO
Adattato da PORTER – Competitive Strategy 1980
FORNITORI
Potere contrattuale dei
fornitori
PRODOTTI SOSTITUTIVI
Minaccia di sostituzione
del prodotto
ACQUIRENTI
Potere contrattuale degli
acquirenti
POTENZIALI NUOVI
ENTRANTI
Minaccia di mobilità
AZIENDE CONCORRENTI
Rivalità all’interno del
segmento
LEZIONE 8
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VERSO IL POSITIONING: VANTAGGIO COMPETITIVO E VALORE
� Vantaggio competitivo
� “l’insieme delle caratteristiche o attributi detenuti da un prodotto o da una marca che gli conferiscono un grado di superiorità in rapporto ai concorrenti”
JEAN JACQUES LAMBIN - Marketing – 1991
LEZIONE 8
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VERSO IL POSITIONING: VANTAGGIO COMPETITIVO E VALORE
� Vantaggio competitivo esterno
� Qualità distintive di un prodotto che costituiscono un valore per l’acquirente, aumentando la sua performance e diminuendo i costi di utilizzo [strategia di differenziazione]
� Vantaggio competitivo interno
� Superiorità nei costi di fabbricazione, amministrazione o gestione del prodotto: valore per il produttore grazie ai costi inferiori a quello dei concorrenti [strategia basata sulla produttività]
LEZIONE 8
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VERSO IL POSITIONING: VANTAGGIO COMPETITIVO E VALORE
� La differenziazione, perché?
� l’impresa può introdurre una maggiorazione di prezzo o ‘premio di prezzo’ basata sul valorepercepito dal Cliente
LEZIONE 8
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VERSO IL POSITIONING: VANTAGGIO COMPETITIVO E VALORE
� Concetto di valore prestato o valore reso
VALORE TOTALE
DEL CLIENTE
COSTO TOTALE
PER IL CLIENTE>
VALORE
PRESTATOPRESTATO= =PROFITTO
PER IL
CLIENTE
LEZIONE 8
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VERSO IL POSITIONING: VANTAGGIO COMPETITIVO E VALORE
� Determinanti del valore prestato
COSTO PSICOLOGICO
DISPENDIO DI ENERGIE
VALORE DEL TEMPO
PREZZO MONETARIO
VALORE DELL’IMMAGINE
VALORE DEL PERSONALE
VALORE DEI SERVIZI
VALORE DEL PRODOTTO
VALORE TOTALE
PER IL CLIENTE
COSTO TOTALE
PER IL CLIENTE
VALORE PRESTATO
LEZIONE 8
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INFRASTRUTTURA DELL’IMPRESA
SVILUPPO DELLA TECNOLOGIA
ACQUISIZIONE RISORSE
GESTIONE DELLE RISORSE UMANE
VERSO IL POSITIONING: VANTAGGIO COMPETITIVO E VALORE
� La catena del valore
LOGISTICA
IN ENTRATAOPERAZIONI
LOGISTICA
IN USCITA
MARKETING
E
VENDITE
SERVIZIO
ATTIVITA’ PRIMARIE
ATTIVITA’
DI
SUPPORTO
MARGINE
MARGINE
Fonte: M.E. PORTER – Il vantaggio competitivo - 1987
LEZIONE 8
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005168
VERSO IL POSITIONING: VANTAGGIO COMPETITIVO E VALORE
� Gli strumenti per la differenziazione competitiva
� Caratteristiche del prodotto
� Prestazioni
� Durabilità
� Affidabilità
� Riparabilità
� Stile
� Design
� Servizi
� Personale
� Immagine
LEZIONE 8
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POSITIONING
� Posizionamento
� “il posizionamento nasce assieme al prodotto, sia esso un bene un servizio, un’impresa, un’istituzione o anche un individuo… ma il posizionamento non ha nulla a che vedere con l’intervento sui prodotti, bensìriguarda l’intervento da effettuarsi sulla mente del possibile acquirente. Il posizionamento riguarda, cioè, il modo in cui un prodotto trova collocazione nella mente del potenziale consumatore ”
RIES-TROUT - Positioning - 1984
LEZIONE 8
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005170
POSITIONING
� Posizionamento
� “consiste nel definire l’offerta dell’impresa in modo tale da consentirle di occupare una posizione distinta e apprezzata nella mente dei clienti obiettivo”
PHILIP KOTLER - Marketing Management - 1993
LEZIONE 8
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005171
MAPPA DI POSIZIONAMENTO
B
A
CD
BASSA QUALITA’
ALTA QUALITA’
BASSO PREZZO ALTO PREZZO
LEZIONE 8
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005174
STRATEGIA DI MARKETING
PERCENTUALE QUOTA DI MERCATO
IMPRESE
40 30 20 10
LEADER IMITATRICI
SFIDANTI DI NICCHIA
LEZIONE 9
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005175
STRATEGIA DELLE IMPRESELEADER
�� I ‘I ‘doveri’doveri’ di un leaderdi un leader
�� Espansione del mercato totaleEspansione del mercato totale
oo nuovi utilizzatorinuovi utilizzatori
oo nuovi usinuovi usi
oo maggior usomaggior uso
�� Protezione ed espansione della quota di mercatoProtezione ed espansione della quota di mercato
oo Procter Procter & & GambleGamble
oo CaterpillarCaterpillar
LEZIONE 9
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005176
STRATEGIA DELLE IMPRESEINSEGUITRICI - SFIDANTI
� L’impresa si dice ‘sfidante’ quando si pone l’obiettivo di accrescere la propria quota di mercato [e quindi la propria redditività]
� Chi si attacca?� Il leader
� Imprese di uguale dimensione
� Piccole imprese
� Strategia di attacco� frontale
� ai fianchi
� accerchiamento
� aggiramento
� guerriglia
LEZIONE 9
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005177
STRATEGIA DELLE IMPRESE INSEGUITRICI - IMITATRICI
� Un’impresa si dice ‘imitatrice’ quando trae vantaggio dal leader senza interferire né sfidarlo
� Strategia del clone
� Strategia dell’imitatore
� Strategia dell’adattatore
LEZIONE 9
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005178
STRATEGIA DELLE IMPRESEDI NICCHIA
� Essere specialista
� per area geografica
� per dimensioni della clientela
� in clienti specifici
� per prodotto
� per livello di servizio
� in termini di qualità/prezzo
LEZIONE 9
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005180
IL MODELLO DEL CICLO DI VITA DEL PRODOTTO
� Costituisce uno degli strumenti concettuali fondamentali per comprendere le dinamiche competitive dell’impresa
� Durante la vita di un prodotto un’impresa deve modificare le proprie strategie di marketing a più riprese per rispondere al mutamento delle condizioni del mercato e alla pressione competitiva
� L’obiettivo dell’impresa è di protrarre il più a lungo possibile la vita utile dei propri prodotti per accrescere al massimo la redditività
KOTLER – Marketing Management 1993
LEZIONE 9
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005181
CICLO DI VITA DEL PRODOTTO
INTRODUZIONE SVILUPPO MATURITA’ DECLINO
PROFITTI
VENDITE
LEZIONE 9
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005182
CICLO DI VITA DEL PRODOTTO
� Cosa ci dice il modello?
� I prodotti hanno una vita limitata
� La vendita di un prodotto passa attraverso stadi diversi, ciascuno dei quali pone problemi particolari all’impresa
� I profitti aumentano o diminuiscono a seconda degli stadi del ciclo di vita
� I prodotti richiedono strategie diverse nei vari stadi del loro ciclo di vita
LEZIONE 9
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005183
CICLO DI VITA DEL PRODOTTO
� Introduzione
� periodo di crescita lenta delle vendite, collegato all’inserimento del prodotto sul mercato. In questa fase i profitti sono inesistenti per via delle elevate spese di introduzione del prodotto
LEZIONE 9
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005184
CICLO DI VITA DEL PRODOTTO
� Crescita
� periodo di rapida accettazione da parte del mercato con conseguente sostanziale miglioramento dei profitti
LEZIONE 9
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005185
CICLO DI VITA DEL PRODOTTO
� Maturità
� periodo di rallentamento nella crescita delle vendite dovuto al raggiungimento dell’accettazione del prodotto da parte della maggioranza degli acquirenti potenziali. I profitti si stabilizzano o diminuiscono a causa delle accresciute spese di marketing per difendere il prodotto dalla concorrenza
LEZIONE 9
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005186
CICLO DI VITA DEL PRODOTTO
� Declino
� periodo in cui si manifesta una netta tendenza alla diminuzione delle vendite e un’erosione dei profitti
LEZIONE 9
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CICLI DI VITA ANOMALI
TEMPO
VENDITE
CICLO PRIMARIO RICICLO
TEMPO
VENDITE
MODELLO A BALZI
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STILE, MODA, ENTUSIASMI
TEMPO
VENDITE
STILETEMPO
VENDITE
MODA
TEMPO
VENDITE
ENTUSIASMO PASSEGGERO
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GLI ESTREMI DEL CICLO DI VITA
TEMPO
VENDITE
TEMPO
VENDITE
PEGGIOREIDEALE
Fonte: GOLDMAN-MULLER – Measuring Shape Patterns of Product Life Cycle –1982 in KOTLER – Marketing Management -1993
LEZIONE 9
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DISTRIBUZIONE
PUBBLICITA’
PREZZO
PRODOTTO
CONCORRENTI
RIDURRE LE SPESE E ‘MUNGERE’ IL PRODOTTO
MASSIMIZZARE IL PROFITTO DIFENDENDO LA QUOTA DI MERCATO
MASSIMIZZARE LA QUOTA DI MERCATO
CREARE LA CONOSCENZA E LA PROPENSIONE ALLA PROVA
ELIMINARE PUNTI VENDITA NON REDDITIZI
PIU’ INTENSIVAINTENSIVASELETTIVA
RIDURRE IL LIVELLO DI SPESA PER IL MANTENIMENTO DEI CLIENTI
SOTTOLINEARE LE DIFFERENZE E I VANTAGGI DELLA MARCA
CONSAPEVOLEZZA E INTERESSE NEL MERCATO DI MASSA
CONOSCENZA TRA ADOTTANTI INIZIALI E RIVENDITORI
TAGLIO DEI PREZZIPAREGGIARE O BATTERE LA CONCORRENZA
PER PENETRARE IL MERCATO
SULLA BASE DEL ‘COST-PLUS’
ELIMINARE I PRODOTTI DEBOLI
DIVERSIFICARE MARCHE E MODELLI
ESTENSIONI, SERVIZI, GARANZIE
PRODOTTO BASE
RIDURRE AL MINIMOAUMENTARE PER INCORAGGIARE LA CONVERSIONE DI MARCA
RIDURRE PER APPROFITTARRE DELL’ALTA DOMANDA
INTENSA PER SPINGERE ALLA PROVA
PROMOZIONE VENDITE
CLIENTI
PROFITTI
COSTI PER IL CLIENTE
VENDITE
IN RIDUZIONE
RITARDATARI
DECLINANTI
BASSO
IN DECLINO
DECLINO
STABILE, IN RIDUZIONE
MAGGIORANZA
ALTI
BASSO
PICCO
MATURITA’
CRESCENTI
ADOTTANTI INIZIALI
CRESCENTI
MEDIO
RAPIDAMENTE CRESCENTI
CRESCITA
POCHI
INNOVATORI
NEGATIVI
ALTO
SCARSE
INTRODUZIONE
ASPETTI STRUTTURALI DEL CICLO DI VITA DEL PRODOTTO
CARATTERISTICHE
OBIETTIVI D
I M
KT
STRATEGIE
Adattato da KOTLER – Marketing Management - 1993
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CURVA DI MORTALITA’ DELLE IDEE DI NUOVI PRODOTTI
0 9% 16% 59% 79% 100%
5
58
NUM
ERO T
OTALE D
I IDEE-C
ONCETTI
TEMPO COMULATIVO
NUOVO
PRODOTTO DI
SUCCESSO
10
15
20
60
7755
12
44
77
32 1
VALUTAZIONE/SELEZIONE
ANALISI ECONOMICA
SVILUPPO PROVA COMMERCIALIZZAZIONE
Fonte: BOOZ, ALLEN, HAMILTON – New Product Management for the 1980’s - 1982
………… 1968_____ 1981
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STIMA DEI COSTI DI SELEZIONE DI UN NUOVO PRODOTTO
2.000.000500.0001:24PROVA DI MERCATO
64.0001.0001:464SELEZIONE DELLE IDEE
1.600.000200.0001:28SVILUPPO DEL PRODOTTO
13.984.0005.721.000TOTALE
10.000.0005.000.0001:22LANCIO NAZIONALE
320.00020.0001:216PROVA DEL CONCETTO
COSTO TOTALE
[US$ 1986]
COSTO PER IDEE DI
PRODOTTO [US$ 1986]
RAPPORTO DI SELEZIONE
NUMERO DELLE IDEE
STADIO
KOTLER – Marketing Management - 1993
LEZIONE 10
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PROCESSO DI DECISIONE DELLO SVILUPPO DI UN NUOVO PRODOTTO
COORDINAM. STIMOLO E
RICERCA DELLE IDEE
NELL’AMBIENTE ESTERNO E FRA IL
PERSONALE DELL’IMPRESA
IDENTIFIC.1. DEI FATTORI
INTERNI2. DELLA LORO IMPORTANZA
SVILUPPO DI CONCEPT
ALTERNATIVI DI PRODOTTO
PROPOSTE DI:1. PREZZO
2. DISTRIBUZ.3. PROMOZ.
PREPARAZ.DI:1. ANALISI DI
MERCATO2. ANALISI DI
COSTI
EFFETUAZIONE DI:1. TEST DI PRODUZIONE
2. TEST DELLE PREFERENZE DEI CONSUMATORI
3. RICERCHE SULLA MARCA
4. RICERCHE SULLE CONFEZIONI
AVVIAMENTO DI UNA
LIMITATA PRODUZ. E PREPARAZ.
DELLA CAMPAGNA
PUBBLICITARIA
SVILUPPO DEGLI
IMPIANTI E AVVIO DELLA PRODUZ. IN
SERIE
ELIMINAZIONE
1. GENERAZIONE DELL’IDEA.
L’IDEA SPECIFICA E’ MERITEVOLE DI CONSIDERAZIONE
?
2. SELEZIONE DELL’IDEA.L’IDEA DEL
PRODOTTO E’ COMPATIBILE
CON LE STRATEGIE
DELL’IMPRESA?
3. SVILUPPO E VERIFICA DEL CONCETTO.POSSIAMO
TROVARE UN BUON CONCEPT CHE INVOGLI A PROVARE IL PRODOTTO?
4. SVILUPPO DELLA
STRATEGIA DI MARKETING.POSSIAMO
DEFINIRE UNA VALIDA
STRATEGIA?
5. ANALISI ECONOMICA.
QUESTO PRODOTTO
SODDISFERA’ IL NOSTRO
OBIETTIVO DI PRODOTTO?
6. SVILUPPO DEL PRODOTTO.
IL PRODOTTO E’ COMMERCIALMEN
TE E TECNICAMENTE
VALIDO?
7. PROVA DI MERCATO.
LE VENDITE HANNO
SODDISFATTO LE NOSTRE
ASPETTATIVE?
8. COMMERCIALIZ
ZAZIONELE VENDITE
SONO CONFORMI
AGLI OBIETTIVI?
DOBBIAMORIESAMINARELO SVILUPPO
DEL PRODOTTO ?
E’ OPPORTUNO MODIFICAREIL PROGRAM. DI PRODOTTO
O DI MARKETING?
NONO NONONONO
NO NO
NO NOSI SI
SVILUPPO D
EI P
IANI P
ER IL
FUTURO
LEZIONE 10
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LE TECNICHE PER LA GENERAZIONE DELLE IDEE
� L’elencazione degli attributi
� Il confronto fra oggetti diversi
� L’analisi morfologica
� L’analisi delle situazioni d’uso
� Il brainstorming
� La sinettica
LEZIONE 10
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PROCEDURA DI SELEZIONE DELLE IDEE
OBIETTIVO DI PRODOTTO
OBIETTIVO DI STABILITA’ DELLE
VENDITE
OBIETTIVO DI SVILUPPO DELLE VENDITE
OBIETTIVO DI IMMAGINE AZIENDALE
HA I CAPITALI NECESSARI?
HA IL KNOW HOW NECESSARIO?
HA ATTREZZATURE PRODUTTIVE ADEGUATE?
PASSARE L’IDEA ALLO SVILUPPO CONCEPT
IDEA COMPATIBILE CON OBIETTIVI IMPRESA?
IDEA COMPATIBILE CON RISORSE IMPRESA?
SI POSSONO AVERE A UN COSTO RAGIONEVOLE?
SI PUO’ AVERE A UN COSTO RAGIONEVOLE?
SI POSSONO AVERE A UN COSTO RAGIONEVOLE?
ELIMINARE L’IDEA DEL PRODOTTO
NOSI
LEZIONE 10
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PRINCIPALI DOMANDE IN UN PRODUCT TEST
CAMBIERESTE I PRODOTTI CHE USATE ABITUALMENTE CON QUESTO NUOVO PRODOTTO?
QUESTO PRODOTTO RISPONDE REALMENTE A UN VOSTRO BISOGNO?
IL CONCETTO E’ CHIARO E FACILE DA CAPIRE?
QUALI MIGLIORAMENTI SUGGERIRESTE DI APPORTARE ALLE VARIE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO?
IN QUESTO PRODOTTO TROVATE QUALCHE VANTAGGIO PARTICOLARE RISPETTO AI PRODOTTI CONCORRENTI?
QUALE RITENETE DEBBA ESSERE IL PREZZO DI QUESTO PRODOTTO?
ACQUISTERESTE QUESTO PRODOTTO?
CHI IN PARTICOLARE POTRA’ USARE IL PRODOTTO?PREFERITE QUESTO PRODOTTO RISPETTO A QUELLO DEI CONCORRENTI?
CON QUALE FREQUENZA ACQUISTERESTE QUESTO PRODOTTO?
RITENETE CHE QUANTO AFFERMATO SIA CREDIBILE?
LEZIONE 10
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LE ATTIVITA’ DI RICERCA NELLE FASI DI SVILUPPO DEL PRODOTTO [FIAT UNO]
� Scenario socioculturale prevedibile al momento del lancio; profilo socioculturale dell’utenza e atteggiamenti emergenti nei confronti:
• Dell’auto in generale
• Della marca
• Del segmento
� Analisi dell’utenza del segmento in termini di:
• Composizione del parco auto familiare
• Fedeltà al modello posseduto
• Soddisfazione\insoddisfazione verso il modello posseduto
• Percezione dell’immagine dei modelli del segmento
� Studio esplorativo
[5-6 anni prima del lancio] in cui si definisce il concept cioè la filosofia del nuovo modello
� Clinic test
• Impatto del nuovo modello
• Caratterizzazione di immagine e posizionamento in relazione a un panorama di vetture ipotizzate come concorrenti
• Valutazione puntuale degli aspetti del prodotto
• Attese relative al prezzo
• Livello di accettazione del prototipo sul piano dell’atteggiamento di acquisto e sua dinamica nei confronti delle vetture concorrenti
� Strategia di lancio
[a un anno dal lancio]
� Test di prodotto
• Abitabilità in termini di ampiezza e distribuzione nello spazio
• Accettazione del livello di allestimento
• Coerenza esterni\interni rispetto al concept aziendale
� Delibera per l’attrezzamento
[a 2-3 anni dal lancio]: è, in pratica, l’approvazione del prototipo per quanto riguarda sia gli esterni, sia gli interni
�Test del prototipo
• Accettabilità e coerenza del protoripo con il concept aziendale
• Validità del prototipo nell’ambito delle tendenze evolutive dell’utenza
• Individuazione del panorama concorrenziale in cui si inserirà il nuovo prodotto
� Valutazione prototipo
[modello in gesso] [a 3-4 anni dal lancio]
ATTIVITA’ DI RICERCADECISIONE AZIENDALE
Fonte W.G. SCOTT – Fiat Uno - 1986
LEZIONE 10
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CLASSIFICAZIONE DEGLI UTILIZZATORI IN BASE
ALL’ADOZIONE DELLE INNOVAZIONI
TEMPO DI ADOZIONE DELLE INNOVAZIONI
2.5%
INNOVATORI
13.5%
ADOTTANTI
INIZIALI
34%
MAGGIORANZA INIZIALE
34%
MAGGIORANZA RITARDATARIA
16%
RITARDATARI
LEZIONE 10
CURVA DI ROGERSCURVA DI ROGERS
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APPROCCI PER LO SVILUPPO DI UN NUOVO PRODOTTO
�AUMENTO DEL NUMERO DEI TARGET
�MIGLIOR SERVIZIO EROGATO AI SEGMENTI INTERESSATI
AUMENTARE O DIMINUIRE LE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO O DEL SERVIZIO
BASATA SULLE MODULAZIONI
�AUMENTO DEL NUMERO DEI TARGET
�MAGGIORI OCCASIONI DI CONSUMOVARIAZIONI DI VOLUME, QUANTITA’ O FREQUENZABASATA SUI FORMATI
EFFETTI SUL MERCATOCHE COSA COMPORTATIPO DI INNOVAZIONE
�TRASFORMAZIONE DEGLI ACQUIRENTI POTENZIALI IN ACQUIRENTI EFFETTIVI
�MASSIMA PENETRAZIONE DEL PRODOTTO O DEL SERVIZIO
RIDUZIONE DEGLI SFORZI COMPIUTI DAI CLIENTI DURANTE IL PRCESSO DI ACQUISTO
BASATA SULLA RIDUZIONE DEGLI SFORZI DEI CLIENTI
�MIGLIORE SERVIZIO EROGATO AI SEGMENTI O NICCHIE INTERESSATI
�AUMENTO DELLA GAMMA DEI PRODOTTI
AGGIUNTA DI INGREDIENTI O COMPLEMENTI E\O AGGIUNTA DI SERVIZI
BASATA SULLE INTEGRAZIONI
�AUMENTO DEL NUMERO DEI TARGET
�DIFFERENZIAZIONE SECONDO GLI STILI DI VITA
MODIFICHE DELL’ESTETICA PER COMUNICARE DIVERSI STILI DI VITABASATA SULL’ESTETICA
�AUMENTO DEL NUMERO DEI TARGET
�MAGGIORI OCCASIONI DI CONSUMOMODIFICHE DEL CONTENITORE O DELLA CONFEZIONEBASATA SULLA CONFEZIONE
LEZIONE 10
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IL PROCESSO DI MARKETING
LIVELLO DELLE STRATEGIE DI MARKETING
BISOGNI BISOGNI ESCLUSI BISOGNI ESCLUSI
CLIENTI ESCLUSI CLIENTI ESCLUSI
SITUAZIONI O UTILIZZI ESCLUSI
SITUAZIONI O UTILIZZI ESCLUSI
OPPORTUNITA’
NON COLTE
OPPORTUNITA’
NON COLTE
BISOGNI
INDIVIDUATI
CLIENTI ATTUALI
E POTENZIALI
SITUAZIONI O UTILIZZI
DOVE E’ POSSIBILE ESSERE PRESENTI
MERCATO PREFISSATO
STRATEGIE DI SEGMENTAZIONE E POSIZIONAMENTO
SATURAZIONE E FRAMMENTAZIONE DEI MERCATI
PERSONE
SITUAZIONI
O UTILIZZI
LIVELLO DEL
MARKETING MIX
NESSUN MERCATOMERCATO di un determinato prodotto
NESSUN MERCATO
+ + + + + + ++ +
* * * * * * * *
x x x x x x x x x x x x x x x x
^^ ^ ^^
° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °
§ §§ §
KOTLER – TRIAS DE BES – Marketing Laterale - 2004
LEZIONE 10
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PENSIERO LATERALE E PENSIERO VERTICALE
SITUAZIONI
O UTILIZZI
BISOGNI
PERSONE
+ + + + + + + + + + ++ + + + ++ +
* * * * * * * * * * * * * * * *
x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x xx x
^^ ^ ^^ ^ ^^^^
° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °
§ §§ §
§ § §§ §§ §§
AREA DEL MARKETINGLATERALE
AREA DEL MARKETINGLATERALE
AREA DEL MARKETING VERTICALE
LEZIONE 10
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MARKETING MIX
� Una volta che l’impresa ha analizzato la domanda, ne ha compreso i bisogni e il processo d’acquisto, deve realizzare un sistema di offerta in grado di soddisfare appieno le esigenze. Si entra cioè in quel momento operativo del processo di marketing che concerne le decisioni relative al prodotto [bene o servizio], al prezzo, al modo in cui esso deve essere distribuito e comunicato.
� Il criterio guida per l’assunzione di tali decisioni è costituito dal posizionamento che l’impresa intende attribuire alla propria offerta in ciascuno dei segmenti di domanda assunti a riferimento nell’ambito della strategia competitiva.
MARTELLINI – L’impresa - 2003
LEZIONE 11
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LE MITICHE 4 P
� Product
� Price
� Place
� Promotion
LEZIONE 11
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MARKETING MIXPOLITICA DI PRODOTTO
� Per politica di prodotto si intende il complesso di decisioni circa la gestione, la modificazione o l’eventuale eliminazione di prodotti esistenti, nonché tutte le decisioni relative allo sviluppo e al lancio di nuovi prodotti
� Un prodotto è tutto ciò che può essere offerto in un mercato in quanto in grado di soddisfare un bisogno.
� Nella prospettiva di marketing un prodotto è un insieme di vantaggi, di benefici, di attese: è un aggregato composito di attributi, tangibili ed intangibili, ai quali il consumatore annette un valore.
MARTELLINI – L’impresa - 2003
LEZIONE 11
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MARKETING MIXPRODUCT
� Beni non durevoli
� beni tangibili consumati in una o in poche volte (birra, sapone, sale, …)
� Beni durevoli
� beni tangibili utilizzati molte volte (frigoriferi, utensili, abbigliamento, …)
� Servizi
� prestazioni, vantaggi e soddisfazioni (riparazioni, taglio di capelli, …)
LEZIONE 11
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MARKETING MIXATTRIBUTI DEL PRODOTTO
PRODOTTO TANGIBILE
PREZZOATTRIBUTI FISICO-FUNZIONALIESTETICA E DESIGNPACKAGINGVERSATILITA’COMPONIBILITA’COMPATIBILITA’
PRODOTTO AMPLIATO
CONSULENZA PRE-VENDITAPERSONALIZZAZIONECONSEGNAINSTALLAZIONECONDIZIONI DI PAGAMENTOECC.
MARCA
QUALITA’DIFFERENZIAZIONEIMMAGINEIDENTITA’
Adattato da GRANDINETTI – Concetti e strumenti di marketing - 2002
LEZIONE 11
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PRODOTTO AMPLIATO
VANTAGGIO ESSENZIALE
MARKETING MIXPRODUCT
PRODOTTO GENERICO
PRODOTTO ATTESO
PRODOTTO POTENZIALE
LEZIONE 11
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MARKETING MIXPRODUCT
� Vantaggio essenziale [core benefit]
� ciò che l’acquirente riceve in termini di soluzione di un bisogno o di un problema
� Prodotto ampliato
� servizi e vantaggi addizionali che caratterizzano l’offerta di un’impresa rispetto a quella dei concorrenti
LEZIONE 11
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MARKETING MIXPRODUCT
� Prodotto ampliato = vantaggio competitivo
� “la nuova competizione non si svolge fra ciò che le imprese producono nei loro stabilimenti, ma fra ciò che aggiungono ai loro prodotti sotto forma di confezione, servizio, pubblicità, assistenza della clientela, finanziamento, termini di consegna, gestione delle scorte e altri elementi apprezzati dal Cliente”
THEODORE LEVITT - The Marketing Mode - 1969
LEZIONE 11
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MARKETING MIXPRODUCT
� Packaging� insieme delle attività volte a
progettare e a realizzare il contenitore o l’involucro di un prodotto
LEZIONE 11
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MARKETING MIXPRODUCT - MARCA
MARCAugualeVALORE
LEZIONE 11
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MARKETING MIXPRODUCT - MARCA
� Marca: un prodotto, servizio, persona, luogo, definito in misura tale che l’acquirente/utilizzatore percepisca elementi [che incontrino i suoi bisogni] unici e rilevanti di valore aggiunto e che tale valore sia sostenibile nei confronti dei concorrenti
adattato da CHERNATORY E MC DONALD - 1998
LEZIONE 11
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� Brand [marca]
� nome, termine, simbolo, design o una combinazione di questi, che mira ad identificare i beni di un’impresa e a differenziarli da quelli dei concorrenti
� Brand name [nome di marca]
� quella parte della marca che può essere vocalizzata, altrimenti detta “logo”
MARKETING MIXPRODUCT - MARCA
LEZIONE 11
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005219
� Brand mark [marchio]
� la parte della marca riconoscibile ma non pronunciabile
� Trademark [marchio di fabbrica]
� la marca alla quale si conferisce protezione legale in quanto se ne afferma la proprietà
MARKETING MIXPRODUCT - MARCA
LEZIONE 11
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� Copyright
� il diritto legale di riprodurre, pubblicare e vendere la sostanza e la forma di un’opera letteraria, musicale o artistica
MARKETING MIXPRODUCT - MARCA
LEZIONE 11
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� Vantaggi della marca
� protezione legale per certe caratteristiche di unicità del prodotto che altrimenti potrebbero essere imitate dai concorrenti
� attira un fedele e redditizio gruppo di Clienti. La fedeltà alla marca protegge dalla concorrenza e offre maggior controllo nella programmazione del marketing mix
MARKETING MIXPRODUCT - MARCA
LEZIONE 11
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� facilita la segmentazione del mercato
� una buona reputazione di marca consente all’impresa di consolidare la propria immagine complessiva
MARKETING MIXPRODUCT - MARCA
LEZIONE 11
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVAFacoltà di Architettura
Corso di Laurea Specialistica in Disegno Industrialea.a. 2004-2005
CORSO DI MARKETING ED ECONOMIA AZIENDALE IProf. MARCO FEDELI
COSTRUZIONE E VALORE DELLA MARCA
NEI PRODOTTI DI DESIGN
Dott. MICHELE SUPPASenior Product Line Manager International
Football Footwear
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COSTRUZIONE E VALORE COSTRUZIONE E VALORE DELLA MARCA DELLA MARCA
NEI PRODOTTI DI DESIGNNEI PRODOTTI DI DESIGN
DottDott. MICHELE SUPPA. MICHELE SUPPASenior Senior ProductProduct Line Manager Line Manager International International
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PUMA AGPUMA AG
MARTEDI’ 24 MAGGIO 2005ore 14,30AULA 5F
Seminario
La partecipazione è aperta a tutti gli studenti
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVAFacoltà di Architettura
Corso di Laurea Specialistica in Disegno Industrialea.a. 2004-2005
CORSO DI MARKETING ED ECONOMIA AZIENDALE IProf. MARCO FEDELI
COSTRUZIONE E VALORE DELLA MARCA
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Dott. MICHELE SUPPASenior Product Line Manager International
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COSTRUZIONE E VALORE COSTRUZIONE E VALORE DELLA MARCA DELLA MARCA
NEI PRODOTTI DI DESIGNNEI PRODOTTI DI DESIGN
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MARTEDI’ 24 MAGGIO 2005ore 14,30AULA 5F
Seminario
La partecipazione è aperta a tutti gli studenti
copyright MARCO FEDELI - Marketing ed Economia Aziendale - Università di Genova a.a. 2004-2005227
EMITTENTE CODIFICA DECODIFICA RICEVENTE
RETROAZIONE RISPOSTA
MEZZO
RUMORE
MODELLO DI LASSWELL
MARKETING MIXPROMOTION
� Elementi del processo di comunicazione
MESSAGGIO
LEZIONE 13
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� Fasi di un programma di comunicazione
MARKETING MIXPROMOTION
� Identificare il pubblico obiettivo
� determinare gli obiettivi della comunicazione
� elaborare il messaggio
� scegliere i canali per la comunicazione
� definire il budget totale della promozione
� decidere il mix promozionale
� misurare i risultati
� gestire e coordinare l’intero processo
LEZIONE 13
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OGILVY ORCHESTRATION
PARLARE AI CLIENTI
CON TUTTI I MEZZI
MA CON UNA SOLA VOCE
� Communication mix
MARKETING MIXPROMOTION
CLIENTE
ADVERTIS
ING
DIR
ECT M
ARKETIN
G
PUBLIC R
ELATIONS
NEW MEDIA
SALES PROMOTION
LEZIONE 13
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� Strumenti promozionali
MARKETING MIXPROMOTION
� pubblicità
o presentazione pubblica
o persuasività
o espressività amplificata
o impersonalità
� vendita personale
o confronto personale
o preparazione del terreno
o risposta
� promozione vendite
o comunicazione
o incentivazione
o invito
� pubbliche relazioni
o alta credibilità
o superamento delle difese
o drammatizzazione
LEZIONE 13
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MARKETING MIXPROMOTION
� Efficacia e ciclo di vita del prodotto
INTRODUZIONE SVILUPPO MATURITA’ DECLINO
VENDITAPERSONALE
PUBBLICITA’E PR
VENDITE
PROMOZIONEVENDITE
EFFICACIA
LEZIONE 13
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MARKETING MIXPROMOTION
� Efficacia e processo di acquisto
PUBBLICITA’E PR
VENDITAPERSONALE
PROMOZIONEVENDITE
EFFICACIA D
ELLE SPESE PROM
OZIONALI
CONSAPEVOLEZZA
COMPRENSIONE
CONVINZIONE
ACQUISTO
RIACQUISTO
LEZIONE 13
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MIX DI COMUNICAZIONE
AAADDDVVVEEERRRTTTIIISSSIIINNNGGGCCCLLLAAASSSSSSIIICCCOOO
PPPRRR SSSAAALLLEEESSSPPPRRROOOMMMOOOTTTIIIOOONNN
DDDIIIRRREEECCCTTTMMMAAARRRKKKEEETTTIIINNNGGG
NNNEEEWWW MMMEEEDDDIIIAAA
TV UFFICIOSTAMPA
CONCORSI MAILING CD ROM
RADIO FIERE,MOSTRE,ESPOSIZIONI
GARE DIVENDITA
TELEMKT INTERNET,INTRANET
STAMPA SPONSORSHIP SCONTI DIRECTRESPONSEADVERTISING
TV SHOPPING
AFFISSIONIED ESTERNA
CONFERENZE SAMPLE CATALOGHIVPC
CINEMA RELAZIONICON LACOMUNITA’
RACCOLTAPUNTI
AAADDDVVVEEERRRTTTIIISSSIIINNNGGGCCCLLLAAASSSSSSIIICCCOOO
PPPRRR SSSAAALLLEEESSSPPPRRROOOMMMOOOTTTIIIOOONNN
DDDIIIRRREEECCCTTTMMMAAARRRKKKEEETTTIIINNNGGG
NNNEEEWWW MMMEEEDDDIIIAAA
TV UFFICIOSTAMPA
CONCORSI MAILING CD ROM
RADIO FIERE,MOSTRE,ESPOSIZIONI
GARE DIVENDITA
TELEMKT INTERNET,INTRANET
STAMPA SPONSORSHIP SCONTI DIRECTRESPONSEADVERTISING
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AFFISSIONIED ESTERNA
CONFERENZE SAMPLE CATALOGHIVPC
CINEMA RELAZIONICON LACOMUNITA’
RACCOLTAPUNTI
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MARKETING MIXPROMOTION
� Obiettivi della pubblicità� informare� persuadere� ricordare
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MARKETING MIXPROMOTION
� Misurazione dei risultati
MERCATO CONSAPEVOLE
HA PROVATO
SODDISFATTO
MERCATO CONSAPEVOLE
HA PROVATO
SODDISFATTO
100%
20%
80%
40%
60%
80%
20% 100%80%
40%30%
60%
70%20%
MARCA A MARCA B
SI
NO
LEZIONE 13
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVAFacoltà di Architettura
Corso di Laurea Specialistica in Disegno Industrialea.a. 2004-2005
CORSO DI MARKETING ED ECONOMIA AZIENDALE IProf. MARCO FEDELI
STRATEGIE E TECNICHE DI COMUNICAZIONE
PER I PRODOTTI DI DESIGN
Prof. FURIO REGGENTEConsulente di Comunicazione
STRATEGIE E TECNICHE STRATEGIE E TECNICHE DI COMUNICAZIONE DI COMUNICAZIONE
PER I PRODOTTI DI DESIGNPER I PRODOTTI DI DESIGN
Prof. FURIO REGGENTEProf. FURIO REGGENTEConsulente di ComunicazioneConsulente di Comunicazione
MARTEDI’ 7 GIUGNO 2005ore 14,30AULA 5F
Seminario
La partecipazione è aperta a tutti gli studenti
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVAFacoltà di Architettura
Corso di Laurea Specialistica in Disegno Industrialea.a. 2004-2005
CORSO DI MARKETING ED ECONOMIA AZIENDALE IProf. MARCO FEDELI
STRATEGIE E TECNICHE DI COMUNICAZIONE
PER I PRODOTTI DI DESIGN
Prof. FURIO REGGENTEConsulente di Comunicazione
STRATEGIE E TECNICHE STRATEGIE E TECNICHE DI COMUNICAZIONE DI COMUNICAZIONE
PER I PRODOTTI DI DESIGNPER I PRODOTTI DI DESIGN
Prof. FURIO REGGENTEProf. FURIO REGGENTEConsulente di ComunicazioneConsulente di Comunicazione
MARTEDI’ 7 GIUGNO 2005ore 14,30AULA 5F
Seminario
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Prof. FURIO REGGENTEStrategie e tecniche di comunicazione per i prodotti di
design
Università di GenovaUniversità di Genova
7 giugno 20057 giugno 2005
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PERCHE’ PIANIFICARE
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PERCHE’ PIANIFICARE
Tracciare gli scenariTracciare gli scenari
Definire gli obiettiviDefinire gli obiettivi
Stabilire gli investimenti necessariStabilire gli investimenti necessari
Individuare le modalità operativeIndividuare le modalità operative
Valutare i risultati e verificarne i ritorni per l’impresaValutare i risultati e verificarne i ritorni per l’impresa
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IN PRATICA
Studiare ciò che è avvenuto in passatoStudiare ciò che è avvenuto in passato
Analisi dei casi e loro interpretazioneAnalisi dei casi e loro interpretazione
Identificazione dei successi e degli insuccessiIdentificazione dei successi e degli insuccessi
Valutazione dei ritorniValutazione dei ritorni
Studiare ciò che avviene nel mercatoStudiare ciò che avviene nel mercato
Conoscere quello che hanno fatto i concorrentiConoscere quello che hanno fatto i concorrenti
Analizzare i successi e gli insuccessiAnalizzare i successi e gli insuccessi
Progettare il futuroProgettare il futuro
Conoscere le opportunità per l’aziendaConoscere le opportunità per l’azienda
Definire i processi per il raggiungimento degli obiettiviDefinire i processi per il raggiungimento degli obiettivi
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PIANO DI COMUNICAZIONE
Analisi della situazione attualeAnalisi della situazione attuale
Definizione degli obiettiviDefinizione degli obiettivi
Strategie di comunicazioneStrategie di comunicazione
Le attivitàLe attività
La tempificazioneLa tempificazione
Le risorseLe risorse
Verifica e valutazione dei risultatiVerifica e valutazione dei risultati
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ANALISI DELLA SITUAZIONE ATTUALE
Posizionamento dell’impresaPosizionamento dell’impresaImmagine reale che l’impresa ha di séImmagine reale che l’impresa ha di séScenario sociale/economico/culturale in cui l’ impresa si muoveScenario sociale/economico/culturale in cui l’ impresa si muoveContesto imprenditoriale in cui l’ impresa è parte attivaContesto imprenditoriale in cui l’ impresa è parte attivaRuolo e posizione delle istituzioni per quanto riguarda lo sviluRuolo e posizione delle istituzioni per quanto riguarda lo sviluppo ppo sociosocio--economico del paeseeconomico del paeseProblemi, condizionamenti e Problemi, condizionamenti e vincolicuivincolicui l’ impresa è soggettal’ impresa è soggettaOpportunità Opportunità
di mercatodi mercatoEconomiche (finanziamenti, fiscalizzazione di oneri,…)Economiche (finanziamenti, fiscalizzazione di oneri,…)Tecnologiche (brevetti)Tecnologiche (brevetti)
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FONTI PER RICAVARE INFORMAZIONI
L’ impresaL’ impresa
Mezzi di comunicazioneMezzi di comunicazione
Studio della documentazione disponibile (interna e Studio della documentazione disponibile (interna e esterna)esterna)
Ricerche Ricerche
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FONTI PER RICAVARE INFORMAZIONI
Situazione così come viene vista dal suo internoSituazione così come viene vista dal suo interno
Suoi problemiSuoi problemi
Sue istanzeSue istanze
Sue potenzialitàSue potenzialità
L’impresa
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FONTI PER RICAVARE INFORMAZIONI
Cosa si è detto dell’ impresa?Cosa si è detto dell’ impresa?
Quali aspetti sono stati considerati favorevolmente o in modo Quali aspetti sono stati considerati favorevolmente o in modo negativo?negativo?
Come hanno giudicato le attività,le iniziative dell’ impresa?Come hanno giudicato le attività,le iniziative dell’ impresa?
È necessario rettificare qualche giudizio?È necessario rettificare qualche giudizio?
È opportuno ridurre/È opportuno ridurre/aumentarelaaumentarela “presenza” sui giornali?“presenza” sui giornali?
Mezzi di comunicazione
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FONTI PER RICAVARE INFORMAZIONI
QualitativeQualitative
Quantitative Quantitative
Ricerche
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PUBBLICI
Grande pubblicoGrande pubblico
Clienti Clienti (attuali e potenziali)(attuali e potenziali)
DipendentiDipendenti
BancheBanche
Analisti finanziariAnalisti finanziari
GiornalistiGiornalisti
Opinion Opinion leadersleaders
Sistema distributivoSistema distributivo
Istituzioni Istituzioni
……
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DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
SSpecificpecific (specifici)(specifici)
MMeasurableeasurable (misurabili)(misurabili)
AAgreedgreed uponupon (concordati)(concordati)
RReasonableeasonable (ragionevoli)(ragionevoli)
TTrackablerackable (controllabili, valutabili)(controllabili, valutabili)
SMART
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STRATEGIE DI COMUNICAZIONE
Tipo di messaggioTipo di messaggio
Promozione immagine istituzionalePromozione immagine istituzionale
Promozione dei prodottiPromozione dei prodotti
……
Come far pervenire il messaggio al pubblicoCome far pervenire il messaggio al pubblico
Realizzazione del processo di comunicazioneRealizzazione del processo di comunicazione
StrumentiStrumenti
Tempificazione Tempificazione
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LE ATTIVITA’
Creatività Creatività
Innovazione Innovazione
Come realizzare le strategiedi comunicazione
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Fase molto importante e molto delicata della pianificazioneFase molto importante e molto delicata della pianificazione
Deve verificarsi con la realtà dei vincoli e delle esigenze Deve verificarsi con la realtà dei vincoli e delle esigenze operative dell’impresa :operative dell’impresa :
Disponibilità delle risorse necessarie al momento giustoDisponibilità delle risorse necessarie al momento giusto
La opportunità economica di attuare specifiche iniziativeLa opportunità economica di attuare specifiche iniziative
La concomitanza e la congruità con altre attivitàLa concomitanza e la congruità con altre attivitàdell’ impresa che possono togliere, o dare,dell’ impresa che possono togliere, o dare,smalto alle iniziative che stanno programmandosmalto alle iniziative che stanno programmando
Dovrà essere coerente con quelli che sarannoDovrà essere coerente con quelli che sarannoi risultati che il piano di comunicazionei risultati che il piano di comunicazioneintende raggiungereintende raggiungere
LA TEMPIFICAZIONE
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LE RISORSE
Le risorse possono essere sia :Le risorse possono essere sia :
Di tipo economicoDi tipo economico
Professionali di personaleProfessionali di personale
La definizione e l’ allocazione delle risorse è sempre di estrema difficoltà
InternoInterno
Esterno Esterno
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VERIFICA DEI RISULTATI
Esprimere un giudizio di meritoEsprimere un giudizio di merito
Ricavare dall’analisi elementi che possono Ricavare dall’analisi elementi che possono essere utilizzati per modificare il futuro piano essere utilizzati per modificare il futuro piano
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EVENTOEVENTO
Relazioni Relazioni pubblichepubbliche Pubblicità Pubblicità
Mailing Mailing
Conferenze Conferenze stampastampa
Presentazione Presentazione personalepersonale
Grande pubblicoGrande pubblico
Scuole Scuole
Pubblico Pubblico miratomirato
Gruppi di Gruppi di influenzainfluenza
Pubblico localePubblico localeIstituzioni Istituzioni pubblichepubbliche
Associazioni Associazioni
Media Media
Piano di comunicazionePiano di comunicazione
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La comunicazione con l’esterno transita attraverso i media
“ ANDARE SUI GIORNALI ”“ ANDARE SUI GIORNALI ”
Ufficio stampaUfficio stampa
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Ufficio stampaUfficio stampa
�� È l’unico servizio in grado di trasmettere È l’unico servizio in grado di trasmettere professionalmente notizie e informazioni sul professionalmente notizie e informazioni sul ‘prodotto’‘prodotto’
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PubblicitàPubblicità--Ufficio stampaUfficio stampa
�� La pubblicità “pubblicizza” un prodotto La pubblicità “pubblicizza” un prodotto acquistando lo spazioacquistando lo spazio
�� L’ufficio stampa informa ottenendo spazio L’ufficio stampa informa ottenendo spazio gratuito sottoforma di articoli e intervistegratuito sottoforma di articoli e interviste
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Il ruolo Il ruolo dell’Ufficio stampadell’Ufficio stampa
�� Concorre alla formazione dell’immagineConcorre alla formazione dell’immagine
�� Tutela l’immagineTutela l’immagine
�� Informa il cliente/potenziale clienteInforma il cliente/potenziale cliente
�� Esercita un’azione di supporto alla ‘vendita’ del Esercita un’azione di supporto alla ‘vendita’ del prodottoprodotto
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Le attività Le attività dell’Ufficio stampadell’Ufficio stampa
�� Comunicati stampaComunicati stampa
�� Conferenze stampaConferenze stampa
�� Visite dei giornalistiVisite dei giornalisti
�� IntervisteInterviste
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L’informazione deve essere:L’informazione deve essere:
�� InteressanteInteressante
�� EsattaEsatta
�� ComprensibileComprensibile
�� EssenzialeEssenziale
�� Non pubblicitariaNon pubblicitaria
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Rapporti con i giornalistiRapporti con i giornalisti
�� ProfessionaliProfessionali
�� CredibiliCredibili
�� ContinuativiContinuativi
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Mass mediaMass media
�� Agenzie di stampaAgenzie di stampa
�� Stampa locale Stampa locale
�� Quotidiani nazionali Quotidiani nazionali
�� Periodici Periodici settimanalisettimanali
mensilimensili
d’opinione
economici
sportivi
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�� Riviste specializzateRiviste specializzate
�� RadioRadio�� LocaliLocali
�� Nazionali Nazionali
�� TelevisioniTelevisioni�� LocaliLocali
�� NazionaliNazionali
�� InternetInternet
Mass mediaMass media
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�� I I comunicaticomunicati che pervengono ai giornali sono numerosi che pervengono ai giornali sono numerosi
e le e le redazioniredazioni formate da poche personeformate da poche persone
�� indirizzati personalmente al giornalistaindirizzati personalmente al giornalista
�� telefonata di preavvisotelefonata di preavviso
�� telefonata per eventuali chiarimentitelefonata per eventuali chiarimenti
Comunicati stampaComunicati stampa
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�� Comunicati che contengono Comunicati che contengono
notizie irrilevanti notizie irrilevanti
�� Telefonate noiose eTelefonate noiose e
non necessarienon necessarie
�� Incomprensione del target Incomprensione del target
e dei contenuti della testatae dei contenuti della testata
Motivi di fastidioMotivi di fastidio
80%80%
72%72%
63%63%
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�� Incapacità di rispettareIncapacità di rispettarela “la “deadlinedeadline” ”
�� Spelling scorretto del nomeSpelling scorretto del nomedel giornalistadel giornalista
34%34%
16%16%
Fonte: Indagine Politis Communications su 1.750 giornalisti - .com 23.3.2001
Motivi di fastidioMotivi di fastidio
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Il giorno ideale per le conferenze
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45
E' lo stesso, non ha preferenze
Sabato
Venerdì
Lunedì
Giovedì
Martedì
Mercoledì
Dati in %
Fonte: Eurisko 2004
20
16
8
8
6
1
41
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Il fax non piace più
0 20 40 60 80 100
Non ho preferenze
Via fax
Per posta tradizionale
Via e-mail
Dati in %
Fonte: Eurisko 2004
86
27
19
19
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PubblicitàPubblicità
�� Cosa compone un annuncioCosa compone un annuncio
�� Head line (titolo)Head line (titolo)
�� VisualVisual
�� Body copy (testo)Body copy (testo)
�� PayPay offoff
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Head lineHead line
�� Costituisce il fattore focale dell’annuncioCostituisce il fattore focale dell’annuncio
�� Comunica la promessaComunica la promessa
�� Deve essere sufficientemente creativo per catturare Deve essere sufficientemente creativo per catturare l’attenzione del destinatariol’attenzione del destinatario
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Head lineHead line
�� Deve essere calibrato sul target di riferimentoDeve essere calibrato sul target di riferimento
�� No ai titoli negativiNo ai titoli negativi
�� No ai titoli con più di 15 paroleNo ai titoli con più di 15 parole
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VisualVisual
��La parte di immagine che deve vivere in simbiosi La parte di immagine che deve vivere in simbiosi con il titolo in quanto deve aiutare il titolo a con il titolo in quanto deve aiutare il titolo a spiegarsispiegarsi
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Body copyBody copy
��Deve essere scritto in modo da creare Deve essere scritto in modo da creare attenzione e portare il discorso verso attenzione e portare il discorso verso l’essenza della proposta da vendere. l’essenza della proposta da vendere. Deve essere conciso, accattivanteDeve essere conciso, accattivante
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PayPay offoff
��E’ quella frase corta, secca, autoritaria che vive E’ quella frase corta, secca, autoritaria che vive come firma finale nell’annunciocome firma finale nell’annuncio
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Efficacia del messaggioEfficacia del messaggio
��Dipende dalla misura in cui esso persuade i Dipende dalla misura in cui esso persuade i soggetti a compiere gli atti e le scelte di consumo soggetti a compiere gli atti e le scelte di consumo desideratedesiderate
��Dipende dal grado di comprensibilità, di Dipende dal grado di comprensibilità, di memorizzabilitàmemorizzabilità, di , di distinguibilitàdistinguibilità e di incisività.e di incisività.
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I segreti della comunicazione
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Torcia
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Torcia
Solo imparando ad ascoltare si può Solo imparando ad ascoltare si può comunicare in modo efficacecomunicare in modo efficace
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Torcia
�� L’allenamento all’ascolto aiuta a capire i L’allenamento all’ascolto aiuta a capire i bisogni e le motivazioni delle persone con bisogni e le motivazioni delle persone con cui si vuole comunicare;cui si vuole comunicare;
�� Le parole contengono solo una parte del Le parole contengono solo una parte del messaggio inviato all’interlocutore;messaggio inviato all’interlocutore;
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Torcia
�� Molto deve essere captato dal tono della Molto deve essere captato dal tono della voce, gesti, abbigliamento;voce, gesti, abbigliamento;
�� L’ascolto richiede concentrazione, L’ascolto richiede concentrazione, pazienza, disponibilità, allenamento.pazienza, disponibilità, allenamento.
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Compasso
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Compasso
E’ inutile avere qualcosa da dire se E’ inutile avere qualcosa da dire se non lo si esprime in modo chiaro e non lo si esprime in modo chiaro e
sintetico.sintetico.
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Compasso
�� Idea precisa di ciò che si vuole esprimere e Idea precisa di ciò che si vuole esprimere e dell’obiettivo che si vuole raggiungere;dell’obiettivo che si vuole raggiungere;
�� Esporre con frasi brevi, parole semplici, Esporre con frasi brevi, parole semplici, linguaggio adeguato all’interlocutore;linguaggio adeguato all’interlocutore;
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Compasso
�� Discorso ordinato e razionale;Discorso ordinato e razionale;
�� Il testo deve contenere tutte le Il testo deve contenere tutte le informazioni essenziali e chiarire fin informazioni essenziali e chiarire fin dall’inizio i punti salienti.dall’inizio i punti salienti.
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Martello
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Martello
Coerenza, coraggio,Coerenza, coraggio,assertivitàassertività..
Ecco i tre pilastri per fare della Ecco i tre pilastri per fare della comunicazione il piedistallo del comunicazione il piedistallo del
proprio successoproprio successo
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Martello
�� Comunicare significa entrare in rapporto Comunicare significa entrare in rapporto con altre persone;con altre persone;
�� Occorre rispettare le idee degli altri, ma Occorre rispettare le idee degli altri, ma anche avere una piena consapevolezza anche avere una piena consapevolezza della propria identità;della propria identità;
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Martello
�� Una persona sincera, positiva, risoluta, che Una persona sincera, positiva, risoluta, che sa’sa’ fare proposte entrerà più facilmente in fare proposte entrerà più facilmente in comunicazione con gli altri;comunicazione con gli altri;
�� Lo stile ottimista e assertivo favorirà la Lo stile ottimista e assertivo favorirà la soluzione dei conflitti e aprirà molte porte.soluzione dei conflitti e aprirà molte porte.
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Pennello
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Pennello
Il modo in cui si dicono le cose Il modo in cui si dicono le cose prevale sempre sul loro contenutoprevale sempre sul loro contenuto
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Pennello
�� Ogni messaggio può essere confermato, Ogni messaggio può essere confermato, rinforzato, oppure smentito dal modo in cui rinforzato, oppure smentito dal modo in cui avviene la comunicazione;avviene la comunicazione;
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Pennello
�� Lo sguardo, il volto, il tono della voce, Lo sguardo, il volto, il tono della voce, l’atteggiamento, il luogo dell’incontro, tutto parla l’atteggiamento, il luogo dell’incontro, tutto parla di noi non meno dei testi e delle parole;di noi non meno dei testi e delle parole;
�� Un contesto dissonante creerà invece sconcerto Un contesto dissonante creerà invece sconcerto nell’interlocutore disturbando la trasmissione del nell’interlocutore disturbando la trasmissione del messaggio.messaggio.
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Rete
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Rete
Una solida rete di rapporti.Una solida rete di rapporti.
Ecco il frutto migliore della Ecco il frutto migliore della comunicazionecomunicazione
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Rete
�� La trama della rete va coltivata e La trama della rete va coltivata e incrementata;incrementata;
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Rete
�� Più crescono i rapporti più sarà facile Più crescono i rapporti più sarà facile ottenere informazioni e conquistare il ottenere informazioni e conquistare il rispetto e la fiducia degli interlocutori;rispetto e la fiducia degli interlocutori;
�� Costruire una rete richiede tempo e Costruire una rete richiede tempo e disponibilità.disponibilità.
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Comunicazione
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Salvo casi di incapacitàSalvo casi di incapacità
patologica, comunicare si può e sipatologica, comunicare si può e si
deve: è un modo utile e facile dideve: è un modo utile e facile di
contribuire alla pace altrui econtribuire alla pace altrui e
propria, perché il silenzio,propria, perché il silenzio,
l’assenza di segnali, è a sua voltal’assenza di segnali, è a sua volta
un segnale, ma ambiguo, eun segnale, ma ambiguo, e
l’ambiguità genera inquietudine el’ambiguità genera inquietudine e
sospetto. Negare che comunicare sisospetto. Negare che comunicare si
può è falso; si può sempre.può è falso; si può sempre.
Rifiutare di comunicare è colpa;Rifiutare di comunicare è colpa;
per la comunicazione, ed in specie,per la comunicazione, ed in specie,
per quella sua forma altamenteper quella sua forma altamente
evoluta e nobile che è il evoluta e nobile che è il
linguaggio, siamo biologicamentelinguaggio, siamo biologicamente
e socialmente predisposti.e socialmente predisposti.
Primo LeviPrimo Levi
Sommersi e salvati, 1980Sommersi e salvati, 1980
FURIO REGGENTE – Strategie e tecniche di comunicazione per i prodotti di design – Università di Genova
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVAFacoltà di Architettura
Corso di Laurea Specialistica in Disegno Industrialea.a. 2004-2005
CORSO DI MARKETING ED ECONOMIA AZIENDALE IProf. MARCO FEDELI
STRATEGIE E TECNICHE DI COMUNICAZIONE WEB
PER I PRODOTTI DI DESIGN
Dott. MASSIMO FUBINIAmministratore Delegato
TOMATO INTERACTIVE
STRATEGIE E TECNICHE STRATEGIE E TECNICHE DI COMUNICAZIONE WEB DI COMUNICAZIONE WEB
PER I PRODOTTI DI DESIGNPER I PRODOTTI DI DESIGN
DottDott. MASSIMO FUBINI. MASSIMO FUBINIAmministratore DelegatoAmministratore Delegato
TOMATO INTERACTIVETOMATO INTERACTIVE
MARTEDI’ 14 GIUGNO 2005ore 14,30AULA 5F
Seminario
La partecipazione è aperta a tutti gli studenti
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PER I PRODOTTI DI DESIGN
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PER I PRODOTTI DI DESIGNPER I PRODOTTI DI DESIGN
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MARKETING MIXPRICE
� Obiettivi della strategia di prezzo� sopravvivenza� massimizzazione dei profitti correnti� massimizzazione dei ricavi correnti� massimizzazione dei volumi di vendita� scrematura del mercato� leadership della qualità del prodotto
LEZIONE 16
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MARKETING MIXPRICE
� La domanda determina il prezzo massimo del prodotto, i costi il minimo
LEZIONE 16
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MARKETING MIXPRICE
P2
P1
Q2 Q1 Q2 Q1
QUANTITA’ DOMANDATA PER PERIODO
ELASTICITA’ANELASTICITA’
PREZZO
LEZIONE 16
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MARKETING MIXPRICE
� Meno la domanda è elastica più è conveniente alzare il prezzo
ELASTICITA’ DI PREZZO DELLA DOMANDA =
% DI CAMBIAMENTO DEL PREZZO
% DI CAMBIAMENTO NELLA QUANTITA’ DOMANDATA
LEZIONE 16
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MARKETING MIXPRICE
� Cosa determina l’anelasticità della domanda rispetto al prezzo?� Pochi o nessun prodotto sostitutivo� gli acquirenti sono lenti a modificare le loro abitudini di acquisto
� gli acquirenti ritengono che prezzi più alti siano dovuti a miglioramenti
LEZIONE 16
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MARKETING MIXPRICE
� Curva dell’esperienza
PREZZO CORRENTE
CURVA DELL’ESPERIENZA
COSTO UNITARIO
PRODUZIONE CUMULATA
1000 1500 3000
100
80
50
LEZIONE 16
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MARKETING MIXPRICE
COSTO UNITARIO
PRODUZIONE GIORNALIERA
BREVE PERIODO LUNGO PERIODO
1.000 2.000 3.000 4.000
� Costo unitario a diversi livelli di produzione
1.000
LEZIONE 16
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MARKETING MIXPRICE
� Metodi per la determinazione del prezzo� cost-plus pricing� profitto obiettivo� valore percepito� prezzi correnti
LEZIONE 16
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MARKETING MIXPRICE
� Break even point
COSTI FISSI
COSTI TOTALI
RICAVI TOTALI
VOLUME DELLE VENDITE [unità]
€
PROFITTO OBIETTIVO
PUNTO DI PAREGGIO
LEZIONE 16
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CORSO DI MARKETING ED ECONOMIA AZIENDALE IProf. MARCO FEDELI
GLOBALIZZAZIONE E VENDITE INTERNAZIONALI NEI PRODOTTI DI DESIGN
Dott. MARCO RHODirettore Commerciale
GRUPPO CONFALONIERI
GLOBALIZZAZIONE GLOBALIZZAZIONE E VENDITE INTERNAZIONALI E VENDITE INTERNAZIONALI NEI PRODOTTI DI DESIGNNEI PRODOTTI DI DESIGN
DottDott. MARCO RHO. MARCO RHODirettore CommercialeDirettore Commerciale
GRUPPO CONFALONIERIGRUPPO CONFALONIERI
MERCOLEDI’ 1 GIUGNO 2005ore 14,30AULA 5F
Seminario
La partecipazione è aperta a tutti gli studenti
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GLOBALIZZAZIONE E VENDITE INTERNAZIONALI NEI PRODOTTI DI DESIGN
Dott. MARCO RHODirettore Commerciale
GRUPPO CONFALONIERI
GLOBALIZZAZIONE GLOBALIZZAZIONE E VENDITE INTERNAZIONALI E VENDITE INTERNAZIONALI NEI PRODOTTI DI DESIGNNEI PRODOTTI DI DESIGN
DottDott. MARCO RHO. MARCO RHODirettore CommercialeDirettore Commerciale
GRUPPO CONFALONIERIGRUPPO CONFALONIERI
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Seminario
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MARKETING MIXPLACE
� Effetti della presenza di un intermediario
P
P
P
NUMERO DI CONTATTI = 9
I
NUMERO DI CONTATTI = 6
C
C
C
P
P
P
C
C
C
LEZIONE 18
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MARKETING MIXPLACE
� informazione
� promozione
� negoziazione
� conferimento dell’ordine
� finanziamento
� gestione del rischio
� distribuzione fisica
� pagamento
� trasferimento del titolo di proprietà
� Funzioni e flussi chiave
LEZIONE 18
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CANALI DI MARKETINGDEI PRODOTTI INDUSTRIALI
PRODUTTORE
AGENTE
FILIALE
DISTRIBUTORE
ACQUIRENTE
LEZIONE 18
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MARKETING MIXPLACE
RETE DIRETTA
RETE DI AGENTI
LIVELLO DELLE VENDITE
COSTI DI VENDITA
� Agenti o rete diretta?
LEZIONE 18
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I CANALI DI VENDITA
PRODUTTOREPRODUTTORE
CONSUMATORECONSUMATORE
Canale diretto
Rete di venditaRete di vendita
Canale breve
Rete di venditaRete di vendita
DettaglianteDettagliante
DettaglianteDettagliante
Canale lungo
Rete di venditaRete di vendita
GrossistaGrossista
Rete di venditaRete di vendita
LEZIONE 18
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STRUTTURE DI VENDITA AL DETTAGLIO
�� Negozi tradizionali Negozi tradizionali [< 100mq][< 100mq]
�� SuperetteSuperette [100/400mq][100/400mq]
�� Supermercato Supermercato [Alimentare [Alimentare -- grande 1000/2500mq grande 1000/2500mq ––piccolo 400/1000mq]piccolo 400/1000mq]
�� Grande magazzino Grande magazzino [non alimentare][non alimentare]
�� Ipermercati Ipermercati [Alimentare+non alimentare [Alimentare+non alimentare --> 2500 mq]> 2500 mq]
�� DiscountDiscount
�� Vendita a distanzaVendita a distanza
�� Vendita automaticaVendita automatica
�� Porta a portaPorta a porta
LEZIONE 18
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I PRIMI GRUPPI EUROPEI DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE
[A PREDOMINANZA ALIMENTARE]
92027.562FRANCIAAUCHAN
68426.795GRAN BRETAGNASAINSBURY
10.64532.500 *GERMANIAEDEKA
6.77738.400 *FRANCIAINTERMARCHE’
15.19637.430DAMIMARCAREWE
6.67835.660 *DAMIMARCAALDI
2.37540.479GRAN BRETAGNATESCO
1.35651.526DANIMARCAMETRO
AHOLD
CARREFOUR
8.38962.886OLANDA
12.00868.729FRANCIA
PUNTI DI VENDITAFATTURATO NETTO 2002
(€ Mln)NAZIONE
* lordo Fonte: EUROPEAN RETAIL INFORMATION CENTER
LEZIONE 13
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GRANDE DISTRIBUZIONE IN ITALIA
271CRAI
411SIGMA
422DESPAR
483RINASCENTE
605SISA
496CARREFOUR
715SELEX
748COOP
969INTERDIS
994CONAD
PUNTI DI VENDITAITALIA
Fonte: INFORMATION RESOURCES - 2004
LEZIONE 18
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SVILUPPO GRANDE DISTRIBUZIONE IN EUROPA
DENSITA’POPOLAZIONENUMERO DI IPER NEL 2001
125.19539.812.300318SPAGNA
52.87182.797.0001.566GERMANIA
54.92259.755.7001.088GRAN BRETAGNA
52.07459.000.0001.133FRANCIA
131.51958.000.000441ITALIA
Fonte: ELABORAZIONI GLOBIZ SU DATI MARK UP E NIELSEN - 2004
LEZIONE 18
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MARKETING MIX
�� Agenti o rete diretta?Agenti o rete diretta?
RETE DIRETTA
RETE DI AGENTI
LIVELLO DELLE VENDITE
COSTI DI VENDITA
LEZIONE 18
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RAPPORTO TRACANALE DI VENDITA E COSTI
DIMENSIONE DELLA CLIENTELA
COSTI
VENDITORI DIRETTI
AGENTI
DISTRIBUTORI
TELEMARKETING
FORZA VENDITA DIRETTA
PICCOLA E PARCELLIZZATA
PICCOLA E URBANA
MEDIA GRANDE
LEZIONE 18
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STRUTTURA DELLA FORZA VENDITA
�� TerritorialeTerritoriale
�� per prodottoper prodotto
�� per tipo clienteper tipo cliente
�� mistamista
�� per grandi clientiper grandi clienti
LEZIONE 18
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LA GESTIONE DEL TEMPO DEL VENDITORE
�� ViaggiViaggi
�� Pasti e pausePasti e pause
�� AtteseAttese
�� VenditaVendita
�� AmministrazioneAmministrazione
LEZIONE 18
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LA GESTIONE DEL TEMPO DEL VENDITORE
�� Tempo effettivo di vendita: 25% del totaleTempo effettivo di vendita: 25% del totale
LEZIONE 18
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LA GESTIONE DEL TEMPO DEL VENDITORE
�� Tempo effettivo di vendita: 25% del totaleTempo effettivo di vendita: 25% del totale
�� obiettivo: togliere al venditore il maggior numero di obiettivo: togliere al venditore il maggior numero di attività non specificatamente di vendita.attività non specificatamente di vendita.
�� Personale di vendita interno a supporto del Personale di vendita interno a supporto del venditore:venditore:
oo supporto tecnico: consigli e informazioni su argomenti supporto tecnico: consigli e informazioni su argomenti tecnicitecnici
oo assistenti di vendita: disponibilità prodotti, evasione assistenti di vendita: disponibilità prodotti, evasione ordini, problemi amministrativiordini, problemi amministrativi
oo telemarketing: prospezione di mercato, gestione telemarketing: prospezione di mercato, gestione appuntamenti, ecc.appuntamenti, ecc.
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IL NUOVO RUOLO DEL VENDITORE
�� Da assuntore di ordini a responsabile di relazioniDa assuntore di ordini a responsabile di relazioni
�� consulente dotato di creatività e atteggiamento consulente dotato di creatività e atteggiamento problem solvingproblem solving
�� costruttore di partnershipcostruttore di partnership
LEZIONE 18