è Africa n. 1_ febbraio 2012

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AMMAR AL FAKHURI NUMERO 1 | FEBBRAIO 2012 BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM E AFRICA Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova TERRA DI SPERANZA Benedetto XVI ha sempre nel cuore il futuro dell’Africa. Il 9 maggio lo incontreremo in Udienza generale a Roma.

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Bimestrale di informazione di Medici con l'Africa Cuamm

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AMMARALFAKHURI

NUMERO 1 | FEBBRAIO 2012

BIMESTRALEDI INFORMAZIONEDI

MEDICICON L’AFRICACUAMMEAFRICA

Spedizioneinabbonam

entopostaleArt.2comma20/C

Legge622/96,FilialediPadova

TERRADI SPERANZA

Benedetto XVI ha semprenel cuore il futuro dell’Africa.Il 9 maggio lo incontreremoin Udienza generale a Roma.

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ÈAFRICAPROPRIETARIOMedici con l’Africa Cuamm

DIRETTORE RESPONSABILEAnna Talami

SEGRETARIO DI REDAZIONEAlessandro Pezzin

REDAZIONEAndrea Borgato, Dante Carraro,Chiara Di Benedetto,Serena Foresi, Fabio Manenti,Luigi Mazzucato, BettinaSimoncini, Jacopo Soranzo

FOTOGRAFIEReutersArchivio Cuamm

PROGETTO GRAFICOFrancesco Camagna

REGISTRAZIONEpresso il Tribunale di PadovaRegistro stampe n.1633del 19 gennaio 1999

REDAZIONEvia San Francesco, 12635121 Padova

IMPAGINAZIONE E STAMPAPublistampa,via Dolomiti, 3638057 Pergine (Trento)

via San Francesco, 12635121 Padova Italytel. 049.8751279049.8751649fax [email protected]

AVVISO AI LETTORIQuesto periodico viene inviatoa quanti ci sostengono,perché possano verificare ladestinazione delle lorodonazioni. Medici con l’AfricaCuamm è onlus ong. Le offerteinviate sono quindi deducibilinella dichiarazione deiredditi, allegando la ricevutadell’offerta eseguita.Sostieni e partecipa al nostroimpegno in Africa, attraversouna di queste modalità:C/C POSTALEn.17101353 intestato aMedici con l’Africa CuammBONIFICO BANCARIOIBAN IT 91 H 05018 12101000000107890presso Banca Popolare EticaPadovaCARTA DI CREDITOtelefona allo 049.8751279ON LINEwww.mediciconlafrica.org5X1000codice fiscale 00677540288

Bambina nei pressidell’ospedale di Chiulo,Angola.(Archivio Cuamm)

IN QUESTO NUMEROFOTONOTIZIA ALLE PAGINE 4 E 6

IN PRIMO PIANO AFRICA: BUONA NOVELLA A PAGINA 8

FLASH DALL’AFRICA A PAGINA 11

FOCUS NELLO SVILUPPO AFRICANO CRESCE LA DISUGUAGLIANZAPIETRO VERONESE A PAGINA 12

SEGNA IN AGENDAEMANUELA CITTERIO A PAGINA 14

CANTIERE CUAMM A PAGINA 16

VISTO DA QUICALISTUS WILUNDA A PAGINA 18

BISOGNI IN PRIMO PIANO A PAGINA 19

Marina Pellis, volontaria di Medici con l’Africa Cuamm in Kenya, Etiopia e Angola,è mancata lo scorso febbraio. In questa foto, assieme al marito Giorgio e ai figli,riceve il crocifisso prima di una nuova missione in Africa. Quello di Marina è statoun percorso di vita al fianco di tanti bambini che nel suo sorriso hanno trovato curae riscatto. Per i bambini e con i bambini, i propri: ogni sua esperienza in Africa,infatti, è stata vissuta con la famiglia. Anche Paolo Rumiz, suo concittadino e amicod’infanzia, l’ha ricordata con un articolo su Il Piccolo di Trieste: un saluto toccantee limpido per una persona capace di «vedere la luce anche nella notte più nera».

L’ADDIO A MARINA PELLISAMOREPER L’AFRICAEPER I SUOIBAMBINI

DALL’ALBUM DEL CUAMM

1983

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ER vIvERE In Modo EQuIlIbRATo queste esperienze» scriveva Patrizia Spreafico daAber (uganda) nel dicembre del 1993 è indispensabile un supporto caldo e af-fettuoso «che può essere sia una famiglia o un gruppo di persone affiatate ed equi-librate o una comunità alle spalle». Medici con l’Africa Cuamm è questo patrimo-nio di relazioni, esperienze, scambi, diversità geografiche, climatiche e linguistiche,attese e bisogni che si incontrano ogni giorno in Africa e in Italia e che ci solleci-tano ad affrontare anche scelte coraggiose.

A Milano, il 6 marzo, a conclusione del tour di presentazioni del libro Il bene ostinato in 26 città d’Ita-lia, Alberto Rollo, direttore letterario di Feltrinelli, sottolineava: «Il Cuamm chiede a Paolo Rumiz di rac-contare almeno una parte di questa grande avventura dell’anima e del corpo. E viene fuori un libro in cuida una parte c’è l’Africa, ma dall’altra c’è l’unicità di un’organizzazione: uomini che amano fare, non ama-no esserci. nel racconto di Paolo – come nelle grandi storie – è come se non ci fosse una progressione sto-

rica, ma tutte queste famiglie, questi uomini che vanno a lavorare inAfrica fossero rappresentati sul grande scudo della lotta, per far sì chequesto mondo non sia brutto come talvolta viene da pensare. dentrolì ci sono questi uomini che lottano – sì, diciamolo – per un mondo mi-gliore». lo aveva ribadito Mario Calabresi direttore de La Stampa il2 marzo alla presentazione del programma “Prima le mamme e i bam-

bini” con i Presidenti delle Fondazioni di origine bancaria (Cariparo; Cariverona, Cariplo, Compagnia di SanPaolo), che hanno dato un importante sostegno economico a questo impegno quinquennale: «nella societàdell’immagine penso che un pochino più di marketing non farebbe male al Cuamm. Però mi sono resoconto di una cosa: che alla fine loro corrono non i 100 metri, ma la maratona. E per correre le maratone èbene mettere i piedi uno dopo l’altro. non è questione di fare una fiammata, di farsi vedere, di fare tantipassaggi tv in breve tempo. Questo è il 62° anno che sono sul campo. Per un’associazione è la garanzia: vuoldire che i fondamentali sono buoni, che il percorso, i passi, sono stati messi bene uno dopo l’altro. In que-sti 62 anni, hanno mandato sul campo circa 1.400 medici e non li hanno mandati per fare due settimaned’estate… la permanenza sul terreno è in media di 3 anni e mezzo. È un investimento di vita, sulla propriavita e su quella delle persone che si assistono. Quindi secondo me questo è davvero un progetto ben pen-sato». È questa dimensione di Chiesa fatta di buoni operai e braccianti che andiamo a testimoniare a Papabenedetto XvI l’8 e il 9 maggio: gli offriremo i sospiri e le attese di quelle mamme e di quei bambini chenon hanno accesso alle cure e che tante volte muoiono a casa senza assistenza e alcuna dignità.

Sarà anche un’occasione speciale per donarci tempo, riflessioni, gioia. Insomma rafforzare quei legamidi cui scriveva la dottoressa Spreafico e che, con una bella immagine, Alberto Rollo ha definito “elastico”: «C’ènel libro di Paolo, un medico che dice: “Sai che c’è sempre qualcuno che ti pensa, là”. Questa è una frase bel-lissima, non è soltanto la sensazione domestica che qualcuno da qualche parte ti pensa. Sai che qualcunomonitora la situazione. Sai che puoi avere, certo, conforto, ma anche – credo – delle drittemolto tattiche.Que-st’elastico è una delle cose che le aziende cercano disperatamente di ottenere in maniera artificiale e qui ècome se venisse dallo stesso tessuto operativo». È un bene prezioso che non vogliamo disperdere!

Intanto, per continuare a essere concreti, diffondiamo il 5x1000!

DON DANTE CARRARODIRETTORE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

IL BENE PREZIOSODI SENTIRSI PARTE

EDITORIALE

«P

È questa dimensione di Chiesa fattadi buoni operai e braccianti che andiamoa testimoniare a Papa Benedetto XVIl’8 e il 9 maggio.

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FOLABISOTUNDE

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FOTONOTIZIA

La fine del 2011 e l’iniziodel nuovo anno hannoportato eventi tragiciche hanno squassatola Nigeria.Dopo i sanguinosi attentatidi dicembre controla popolazione cristiana,è divampata la protestaper la decisionedi interrompere i sussidiche permettevanodi mantenere accessibileil costo del carburante(nel giro di pochi giorniil prezzo è più cheraddoppiato). Unosciopero ha bloccatoil paese per cinque giornie decine di migliaiadi persone sono scesein piazza, a Lagos comenel resto del paese,per manifestare la propriarabbia. Le proteste sonodegenerate in scontriche hanno causato decinedi vittime. I manifestantihanno ottenuto unasignificativa vittoriariuscendo a indurreil presidente GoodluckJohnatan a ridurreil prezzo della benzinadel 30%, portandoloa livelli più simili a quellipre-aumento.Pochi giorni dopo,è riesplosa la violenzadegli attentati del gruppoterrorista islamico BokoHaram, lo stesso cheaveva firmato le stragidi dicembre. La città diKano è stata nuovamentesconvolta da una seriedi attacchi (bombe,sparatorie, incendi) chehanno causato più di 200vittime. Ad oggi, attentatie scontri con le forzeantiterrorismo nigerianenon accennano a finire.

NIGERIADISORDINIEVIOLENZA

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MRDALSH

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FOTONOTIZIA

ZAMBIAENTUSIASMOD’AFRICA

Il 12 febbraio lo Zambiaha vinto la Coppad’Africa, battendo infinale la Costa d’Avorio.Dal punto di vistacalcistico è un eventoformidabile. Come terminedi paragone vienein mente la vittoria dellapiccola Grecia agliEuropei del 2004.Ma c’è qualcosa di più.Non mancano, infatti,chiavi di lettura socio-culturali.Lo Zambia è una scuolacalcistica dal buonpassato, ma privadi vittorie di rilievo e dalpresente poco roseo,con giocatori sconosciuti,tesserati per clubdi bassissimo profilo.La Costa d’Avorio è unasquadra formata dagiocatori ricchi di talento,calciatori provenientidalle migliori società delmondo, stelle assolutee strapagate dell’universocalcistico. A livellotecnico e di esperienzainternazionale (nonchédi stipendio) il gapè abissale. Quasi tuttigli ivoriani giocanoin Europa; al contrario,la maggior parte deglizambiani milita in squadreafricane.È stata dunque la vittoriadei piccoli, dei poveri,degli sconosciuti controi grandi, i ricchi, le stelle.Una piccola rivincita sulcalcio potente ma aridodell’Europa. È statala vittoria dell’Africa,di chi vive in Africa.È l’energia incontenibiledi questo continente,la sua gioia di vivereche si tramuta in vogliadi farcela, di esserci,con entusiasmo, in modoinaspettato e, a volte,inspiegabile.

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APA BENEDETTO MOSTRA grande inte-resse all’Africa: perché secondo lei?Ha visitato il Camerun, l’Angola e ilBenin, ha convocato un Sinodo afri-

cano e ha pubblicato l’esortazione Africaemunus…Perché in Africa c’è una comunità cattolicain impetuosa crescita, che sta mandandomissionari verso di noi e che va cercandol’affermazione di una propria identità. Maci va anche in segno di vicinanza con queipopoli sofferenti per la fame, la guerra e lapandemia dell’Aids.

È di forte significato umano e cristianoche il Papa punti verso il Sud povero men-tre il nord ricco tira i remi in barca, spa-ventato dalla crisi economica.

Oggi «l’Africa soffre sproporzionalmente», ha det-to Benedetto XVI nel 2009 a Yaoundé. Per questo«la Chiesa sarà sempre accanto ai più poveri diquesto continente». A confinarlo nella sofferenzaha contribuito la violenza degli interessi domi-nanti, espressione della “nostra” parte di mondo.

Qual è il sentimento dell’Africa matura-to dall’uomo Ratzinger, apparentementecosì lontano dalla sensibilità gestuale efisica degli africani?

È un sentimento drammatico, a lampi e buio.una volta ha detto – a Yaoundé, nel Came-run – che oggi «l’Africa soffre sproporzional-mente» e un’altra volta – dal vaticano – hasegnalato «la gioiosa passione per la fede»dei cristiani d’Africa. Quel sentimento dram-matico fa audace la parola del Papa che nonesita a porsi – di fronte al mondo – ad «av-vocato dell’Africa», come amava dire PapaWojtyla. nel viaggio del marzo del 2009 be-nedetto ha ricordato «la scelta dei poveri»compiuta dal primo Sinodo africano (1994)e ha affermato che «la Chiesa sarà sempreaccanto ai più poveri di questo continente».

Ci racconta un episodio che trasmettequesto sentimento del Papa per l’Africa?

l’incontro del novembre scorso con i bambi-ni abbandonati presso la parrocchia di San-ta Rita a Cotonou, nel benin: la loro festa di

IN PRIMO PIANO

INTERVISTA DI ANNA TALAMI A LUIGI ACCATTOLI

Benedetto XVI accolto da una folla festantea Cotonou, in Benin. L’incontro con l’Africa,con la sua «gioiosa passione per la fede»– fede viva – è per la Chiesa fondamentalefonte di incoraggiamento. Apertura di cuoree spirito, capacità di gioire del poco,tenacia dei legami parentali, capacitàdi sopportazione, senso dell’ospitalità.Questo può venire a noi da laggiù.

L’Africa rappresenta il futuro: è il continente deigiovani ed entro 20-25 anni i cattolici africanisupereranno numericamente quelli europei. È peròanche il continente delle contraddizioni e dellasofferenza, per questo il Papa si rivolge spessoai fedeli di questa terra. Luigi Accattoli, attentovaticanista del Corriere della Sera, risponde ad alcunedomande sul rapporto tra Benedetto XVI e l’Africa.

AFRICABUONA NOVELLA

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quando elencò i mali del pianeta e qualificòl’Africa come il «continente più bisognoso»,che la violenza degli interessi dominantispinge «ai margini della globalizzazione».Egli va in Africa – ha detto alla vigilia di unodei viaggi – anche perché «gli uomini e ledonne di ogni parte del mondo volgano i lo-ro occhi all’Africa», così «assetata di giusti-zia e di pace». nell’Africae munus insiste sul-l’impegno della Chiesa «nella lotta contro le

accoglienza, l’accompagnamento danzanteverso la chiesa, la tenerezza di benedettonell’abbraccio ai più piccoli.

Quale le sembra la parola più forte cheil Papa rivolge non solo alle Chiese, maanche agli operatori che si spendono neldifficile contesto dell’Africa di oggi?

una parola forte la disse nell’aprile del 2008al Palazzo di vetro delle nazioni unite,

infermità, le malattie e le grandi pandemie»e accenna alla «defezione degli organismi»che in passato hanno dato aiuto medico eora abbandonano l’Africa: queste parolepossono essere un dono per gli operatori diMedici con l’Africa Cuamm.

Papa Benedetto definisce l’Africa «terradi speranza»: cosa intende dire?

Così ha parlato il 22 dicembre scorso alla

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IN PRIMO PIANO

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l’Africa e conosce le proiezioni degli studio-si che prevedono il sorpasso numerico deicattolici africani su quelli europei nell’arcodi 20-25 anni.

Aprendo il Sinodo africano nell’ottobredel 2009 il Papa ha detto che «l’Africarappresenta un immenso “polmone” spi-rituale per un’umanità che appare in cri-si di fede e di speranza». Cos’ha l’Africada insegnare al mondo?

nel discorso alla Curia che ho citato prima,benedetto afferma che la «gioia di esserecristiani» degli africani li aiuta a servire ifratelli «nelle situazioni opprimenti di sof-ferenza umana». È anche a motivo di questoapprezzamento che ha voluto un cardinaleafricano, il congolese Monsengwo Pasinya,come predicatore degli Esercizi di questaQuaresima in vaticano. Il 19 novembre scor-so aveva visitato la tomba del cardinaleGantin a Cotonou e ne aveva parlato conammirazione definendolo «un amico e unesempio da seguire».

Qui siamo nella Chiesa, ma per l’uma-nità che cosa può venire dall’Africa?

«Africa, buona novella per la Chiesa, diven-talo per il mondo intero» ha detto Ratzingeril 10 febbraio scorso parlando alla Fonda-zione per il Sahel. nella tradizione africanac’è un’apertura del cuore e dello spirito cheil Papa richiama spesso, così come la capa-cità di accontentarsi e di gioire del poco, latenacia dei legami parentali, la capacità disopportare la sofferenza, il senso dell’ospita-lità. Questo può venire a noi da laggiù.

Curia Romana: «l’incontro in Africa con lagioiosa passione per la fede è stato un gran-de incoraggiamento. lì non si percepiva al-cun cenno di quella stanchezza della fede

tra noi così diffusa, niente di quel tedio del-l’essere cristiani da noi sempre nuovamen-te percepibile». Il Papa sa che il continentedove oggi la gente affolla di più le chiese è

N AFRICA VIVE OGGI circa un settimo della popolazione mondiale: un mi-liardo e cinquanta milioni di persone. Il ritmo di crescita è vertigino-so, il più alto tra tutti i continenti della Terra. Gli elevatissimi tassi dinatalità (4,7 figli per donna contro i 2,6 del resto del mondo) fannosì che ogni anno la popolazione cresca di circa 24 milioni di abitanti(+2,4%): con questo trend, gli africani potrebbero arrivare a raddop-piare prima del 2050. Se si restringe il campo d’osservazione alla po-polazione (800 milioni) dell’Africa subSahariana – l’area in cui ope-ra Medici con l’Africa Cuamm – i dati sono ancor più significativi.Gli abitanti di quest’area (circa 800 milioni) aumentano costante-mente grazie alla natalità più elevata al mondo, 5,2 figli per donna.

In molti paesi il tasso di crescita annuo supera abbondantemente il3%, come in Niger e Uganda che arrivano rispettivamente a 3,6 e3,4%. Al di sotto del Sahara si trovano i due stati più popolosi delcontinente: i colossi Nigeria (162 milioni di abitanti) ed Etiopia (87milioni).

L’Africa è anche il continente con più giovani. I dieci paesi con lamaggior percentuale di popolazione sotto i 15 anni sono tutti africa-ni e tutti dell’Africa al di sotto del Sahara: si va dal 48,9% del Nigeral 45,2% del Burkina Faso. La media di quest’area è 43%, quelladell’intero continente 41%.(Fonte: 2011 World Population Data Sheet (Population Reference Bureau).

LA POPOLAZIONE AFRICANADATI DEMOGRAFICI

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CUAMM

Bambini ugandesi. L’Uganda ha il secondo più alto tasso di crescita demografica del continente (+3,4%annuo).

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FLASH DALL’AFRICA

UGANDASOSTEGNO AI DISABILI

Nel 2012 Medici con l’Africa Cuamm porteràa termine il proprio impegno pluriennale a sostegnodei disabili nella regione del West Nile, in Uganda.Il metodo di lavoro prevede che i malati vengano

raggiunti nei lorovillaggi, con attivitàdi sensibilizzazionee cliniche mobili,che venganogarantiti farmaci,materiali di basee il supportoall’inserimento nellescuole e che le variealtre attività di

sostegno (laboratorio per la produzione di protesi,servizi fisioterapici e di assistenza, interventichirurgici) siano portate avanti nel capoluogo Arua.Le attività del progetto – che nel 2012 contano sulsupporto della Regione Toscana, del MovimentoApostolico Ciechi e di alcuni donatori privati – sonorivolte ai disabili fisici, agli epilettici e ai non vedenti.A garanzia della sostenibilità nel lungo periododi questi interventi, Medici con l’Africa Cuammè impegnata a trasferire strumenti e competenzea un’ong locale, fondata e composta da personaleCuamm, che sta rapidamente diventandoun riferimento per la comunità e le autorità localiper le attività di supporto ai disabili.

TANZANIANUOVA MATERNITÀ A TOSAMAGANGA

Lo scorso 28 gennaio è stato inaugurato il nuovoreparto maternità dell’ospedale di Tosamaganga,in Tanzania. La nuova struttura raggiunge i 600 metriquadrati e conta 40 posti letto. Il reparto qualificherà

sempre piùl’ospedale qualepunto di riferimentoper il parto in tuttoil distretto di Iringa(270.000 abitanti,65.600 donne inetà riproduttiva).Nella zona, infatti,sono presenti 70strutture sanitarie,

ma solo a Tosamaganga è possibile affrontarele complicanze gravi e garantire, ove necessario,il taglio cesareo. Un tassello indispensabile nel processodi miglioramento della qualità dei servizi maternie infantili in cui Medici con l’Africa Cuamm è impegnataquotidianamente. Alla cerimonia di inaugurazione, oltreal direttore di Medici con l’Africa Cuamm don DanteCarraro, erano presenti Pierluigi Velardi, ambasciatoreitaliano in Tanzania, mons. Tarcisius Ngalalekumtwa,vescovo di Iringa, alcuni rappresentanti del Ministerodella Salute tanzano e Filippo Girardi, amministratoredelegato di Midac, azienda veronese che ha contribuitoalla costruzione della struttura.

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ETIOPIAWOLISSO: ACCESSO ALLE CURE MATERNO-INFANTILIL’Ospedale St. Luke di Wolisso si trova nell’area centrale dell’Etiopia, uno degli stati piùpoveri e con indicatori di sviluppo umano e sanitari tra i peggiori al mondo. Nel paese soloil 6% dei parti è assistito da personale sanitario e la maggior parte delle strutture sanitarieè in cattive condizioni, con equipaggiamento insufficiente e gestita da personale privo diformazione adeguata. La malnutrizione è uno dei principali problemi sanitari che affliggonoil paese, con l’11% dei bambini al di sotto dei 5 anni gravemente malnutrito, il 47%sottopeso, il 51% affetto da rachitismo.In tale contesto, l’Ospedale di Wolisso, sin dalla sua apertura nel 2001, si è dimostrato ingrado di rispondere ai bisogni della popolazione, grazie al significativo volume di attività edi servizi forniti, notevolmente cresciuti negli 11 anni di attività. Il numero dei parti èpassato da 391 a 2.825, nel 2011; il numero di ricoveri è aumentato da 2.076 a 9.413;il numero di visite pediatriche ambulatoriali da 1.241 a 9.559; il numero di ricoveri inpediatria da 438 a 2.237. Dal 2009 è stata strutturata una vera e propria unità per iltrattamento della malnutrizione e dal 2010 un’unità per il trattamento dei neonati patologicie di basso peso, con 333 neonati ricoverati nel 2011.Allo stesso tempo, la Scuola di formazione, costruita per rispondere ai bisogni formativi dipersonale infermieristico e principale motivo alla base della costruzione dell’ospedalestesso, ha diplomato 260 infermiere professionali; 265 assistenti sanitari sono statipromossi a infermieri professionali. Dal 2010 è iniziata anche la formazione di ostetriche.Tutto questo è stato possibile grazie all’efficace partenariato tra Chiesa Cattolica Etiope,proprietaria della struttura, il Ministero della Sanità regionale dell’Oromia e Medici conl’Africa Cuamm. E grazie a chi ha contribuito a coprire i costi di gestione: i pazienti, infatti,ne sostengono il 30%, il resto è coperto da vari donatori, tra cui istituzioni pubbliche eprivate italiane. Tra queste, va sottolineata la continuità del fondamentale apporto dellaProvincia Autonoma di Trento, dal 2007 a oggi.

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CUAMM

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NELLO SVILUPPO AFRICANOCRESCE LA DISUGUAGLIANZA

FOCUS

so più sfrenato. un’orgia di suv, una classe dinuovi ricchi smodati, accanto alla perduran-te miseria; prezzi da capogiro e slum, la di-seguaglianza più sfacciata con il suo corteodi violenza e di criminalità.

Eppure anche questo sviluppo distortopuò essere, a modo suo, emancipatorio. leg-giamo sull’ottimo sito Afronline (www.afronline.org) che un crescente numero di paesiafricani va riducendo la sua dipendenza da-gli aiuti internazionali. Aumenta il gettitofiscale, diminuisce la parte relativa del bilan-cio nazionale alimentata dall’estero. Secon-do l’African Economic Outlook 2011, in mediagli aiuti pro capite sono appena il 10 per cen-to di quello che ciascun africano paga di tas-se, finanziando così da sé il proprio sviluppo.dunque un accrescimento della sovranità

vera, quella economica.lo stesso Afronline ci infor-

ma però che il 2012 si annunciacatastrofico in tutta la fasciadei Paesi saheliani, dal Senegalal burkina Faso. È ampiamenteannunciata una carestia deva-stante che coinvolgerà 12 mi-lioni di persone. Con una deci-sione senza precedenti, i capi distato di sette paesi (burkina,Camerun, Ciad, Mali, Maurita-nia, niger, nigeria) hanno di-

chiarato tutti insieme l’emergenza. Qui, se sivorrà evitare una strage, gli aiuti dovrannoaumentare.

da queste notizie così contraddittorie noici limitiamo a trarre due conclusioni. Primo,che per gli uomini di buona volontà il da far-si comunque non manca. Secondo, che comeovunque sul nostro pianeta c’è una grandez-za in espansione inarrestabile in Africa: que-sta grandezza è la disuguaglianza, vero ma-le del nostro secolo. A

RCHIVIO

CUAMM

DI PIETRO VERONESE GIORNALISTA DI REPUBBLICA

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CUAMM

specie quelle estrattiva e di trasformazione.Anche il risparmio va molto bene, con laconseguenza che un altro settore in ga-gliarda espansione è quello bancario.

Tuttavia chi ha avuto occasione di fre-quentare in tempi recenti le capitali di questo“miracolo” africano sa bene quanto esso siadiseguale, sperequato, deforme. Prendiamo ilcaso più estremo, luanda, passata in menod’un decennio dall’abbrutimento di un quar-to di secolo di guerra civile al boom e al lus-

oTIzIE STRAnE E ConTRAddITToRIE ven-gono dall’Africa. Ci sono cambia-menti, evoluzioni, anche se è diffi-cile capire davvero dove il continente

stia andando – ammesso che stia andandotutto insieme da qualche parte.

I media in questo caso non aiutano, per-ché ognuno tira l’acqua al suo mulino; o me-glio, al suo titolo. Talora sottolineando fintroppo gli aspetti positivi, non si capisce sedietro pressione degli inserzionisti, che malsopportano le cattive notizie (pare faccianovendere di meno); o semplicemente perdesiderio di cambiare, di dire per una voltaqualcosa di buono di un continente che godegeneralmente (e a torto) di pessima stampa.Qualche altra volta invece insistendo nel con-sueto allarmismo, che però pare suffragatodai fatti. occorrerebbe invece uno sguardoanalitico, freddo e competente, capace didare conto delle novità alle quali accenne-remo fra un attimo, attribuendo loro il giu-sto peso e il giusto contesto.

la prima notizia, enfatizzata qualchetempo fa da una copertina dell’Economist, èche gli indicatori macroeconomici dell’AfricasubSahariana sono positivi, fortemente posi-tivi. In contrasto con quelle nordafricane– bloccate nel 2011 dalla paralisi produttivacausata dalle “primavere arabe” –, con quel-le europee e anche con quelle asiatiche inrelativo rallentamento, le economie dell’Afri-ca nera sono in robusta crescita. Si prevedequasi un più 6 per cento nell’anno in corso(più 5,8 per la precisione). Tale crescita è inparte indotta da fattori casuali e del tuttoesogeni rispetto all’economia continentale,in particolare dal costante rialzo del prezzodel petrolio, che favorisce senza sforzo al-cuno da parte loro i paesi produttori comela nigeria o l’Angola. Ma è anche causatadal progressivo irrobustirsi delle industrie,

N Gli indicatori economicidell’Africa subSahariana sonopositivi, più di quelli dei paesiasiatici e nordafricani.La crescita interessa varisettori, da quello industrialea quello bancario. Ma si trattadi uno sviluppo totalmentesbilanciato: accanto a consumidi tipo occidentale, permangonosituazioni di disperate povertàe sofferenza.

In Africa l’accesso a beni e risorse è fortementesbilanciato.

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FOCUS

L’Ocse prevede che nel2012 il Pil continentaleafricano segnerà un aumentodel 5,8%, con un notevolemiglioramento rispettoal già buon risultato del2011, più 3,7%. Questoulteriore balzo è dovuto allaripartenza delle economienordafricane, in particolaredelle esportazioni petroliferelibiche, bloccate l’annopassato dai sommovimentidelle “primavere arabe”.Il record “individuale”di incremento del Pilè detenuto dal Ghana, conun prodigioso più 13,5%.A questa notevole crescitaeconomica corrispondeun sensibile incremento delgettito fiscale, che starebbeprogressivamenteemancipando i bilanci deipaesi africani dagli aiutiinternazionali. Secondol’African Economic Outlook2011 ciascun africano hapagato di tasse nell’ultimoanno 441 dollari Usa,mentre ha ricevuto in aiutiinternazionali appena 41dollari, cioè poco meno del10%. Solo nei dodici paesipiù poveri del continenteil valore assoluto degli aiutiè superiore al gettito fiscale.La performance economicacontinentale rischia tuttaviadi essere minata nel 2012dalla prevista carestiasaheliana, che si annunciacatastrofica per almenosette paesi della regione.

A Luanda (Angola) crescitaeconomica vertiginosae consumi di tipo occidentaleconvivono con povertàe arretratezza: lo sviluppotocca solo una piccolissimaporzione dei suoi quasi5 milioni di abitanti.

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A PASSIONE PER L’AFRICA, in questo librodi Raffaele Masto, giornalista che daun ventennio esplora e racconta la vitadi questo continente, va di pari passocon la voglia di conoscerne e capirnele dinamiche sociali ed economiche. Lostile è quello del reportage. I sei capitolisono un viaggio alla scoperta di comel’Africa sta cambiando, con un’attenzioneparticolare ai nuovi modelli sorti conla presenza della Cina. È uno sguardoattento a potenzialità e contraddizioni del

continente, alla sua vita piùche alle diagnosi dei suoi“mali”, e a cure ipotizzatealtrove. «Oltre venti anni fa,quando venne scoperto il virusdell’Hiv, medici e scienziatifecero previsioni catastrofiche»scrive l’autore, «l’Aids avrebbespopolato il continente,

la crescita demografica avrebbe assuntoil segno negativo, le città si sarebberosvuotate e intere regioni sarebberodivenute desertiche. L’Africa, invece,ha smentito tutti: la sua popolazioneè cresciuta di oltre duecento milionidi persone, raggiungendo il miliardo,e gli abitanti delle caotiche e brulicantimegalopoli hanno superato in terminiassoluti quelli delle aree rurali».La vitalità demografica per Mastoè icona della vitalità della società civile,della nuova crescita economica,di un dinamismo che spesso sfugge allecategorie pre-impostate. L’autore contestaun certo modo di aiutare l’Africa chelascia inalterate le dinamiche internazio-nali: i Paesi occidentali – e a questopunto anche orientali, come la Cina ol’India – dovrebbero rinunciare ad alcunivantaggi, cominciando a pagare il giustoprezzo per le materie prime e a sfruttarei giacimenti di petrolio con misureadeguate alle riserve ambientali presenti,senza scavalcare gli ostacoli pagandoi politici corrotti di turno. Allora anchela cooperazione internazionale nonsuonerebbe più come un modo percontrobilanciare l’ingiustizia. È l’Africaa mostrare la via: «una vita più sobria,più solidale», scrive l’autore, che «ci rendapiù vitali e intonati con il mondo […]e più disponibili a vivere l’esperienzaconcreta della solidarietà».

IL TITOLORaffaele Masto, Buongiorno Africa,Bruno Mondadori, Milano 2011, pp. 208.

O SOGNAVO DI ANDARE LAGGIÙ, là doveil sole non brilla, là dove il male nonesiste». È il ritornello dei sogni infrantidei braccianti africani nei campi diraccolta dei pomodori del Sud Italia.A cantarlo a nome di tutti in un videoclipdi denuncia sono sei ragazzi del BurkinaFaso che lavorano a giornata a Boreano,in provincia di Potenza. «Sono arrivatodue anni fa e dalle immagini che vedevoin tv, l’Italia sembrava un paradiso»racconta Daise Bi, rapper ventenne

protagonista dellaclip e autore deltesto. «Tutto ènato per caso, aBoreano, duranteuna festa dellaCaritas doveimprovvisammo

un brano: ad ascoltare c’era MimmoPerrotta, che poi ha collaborato allaproduzione del filmato. Mi proposedi farne un video… Ho accettato, io chedi lavoro faccio il bracciante raccogliendopomodori e pagato in nero, perché il mioobiettivo era parlare ai miei fratelliche stanno in Africa. Ma il mio sognoadesso è andare in Francia».Il video è stato presentato il 14 gennaioa Bologna in occasione delle iniziativeper ricordare gli avvenimenti di Rosarno,l’insurrezione in Calabria dei migrantiafricani sfruttati dai caporali locali.Il titolo è Là-bas, laggiù. Il testo parladi sofferenza, di illusione e disillusione:«Quando ero piccolo vedevo l’Europacome il paradiso sulla terra / sempre gliocchi puntati al cielo e ogni volta chevedevo un aereo / mio padre mi avevaavvertito, figlio, non è il paradiso, matutte queste belle immagini che vedevoalla tv, mi hanno fatto perdere laragione ed eccomi con un visto /purtroppo vieni a vedere in Boreano 2come vivo, tutto sporco, lavoro in uncampo di pomodoro, i capi siapprofittano / e questa non è vita,ti dico amico, non devi mai sognarel’Italia / il visto che ho preso, se avessisaputo, l’avrei bruciato in Marocco / tiassicuro non ne posso più di questa vita/ non amo questa vita / vivo e tuttimi dicono perché vivo così».

IL VIDEODaise Bi, Là-bas: www.youtube.com

«ILALLE CORSE NELLE PRATERIE dell’infanzia,a Qunu, nella Provincia del CapoOrientale, alla lotta politica nelmovimento anti-apartheid, finoal sogno di un Paese arcobaleno, dovele diverse anime del Sudafrica siricompongano. Mandela, l’Africanoarcobaleno racconta ai ragazzi la vita

di uno dei leader piùimportanti del nostrotempo, divenutoil simbolo di uncambiamento epocalenel Sudafrica dellasegregazione razziale.Il libro – il cui titolooriginale è Mandela,l’Africain Multicolore(editore Rue du monde) –

è interamente illustrato con tavolea colori, tranne nella parte centrale,occupata da 27 pagine in biancoe nero per i 27 anni trascorsi in carcereda Nelson Mandela, tra il 1963e il 1990. La narrazione ripercorreil percorso di Madiba dall’infanziae adolescenza nel villaggio natale finoalla scoperta del gusto per la libertà,alla laurea in legge per arrivare allalotta civile, alla prigionia e infine allaliberazione di un intero Paese.In appendice alcune schede informativesul Sudafrica aiutano i ragazzi a capireil contesto nel quale la lotta control’apartheid si è sviluppatae a conoscere il Sudafrica di oggi.L’8 gennaio 2012 il Paese hafesteggiato i cent’anni dell’AfricanNational Congress, il partito natoper il riconoscimento dei diritti dei nerisotto l’apartheid, di cui Mandelaè diventato la guida nel 1991.Nonostante la corruzione e le condizionidi vita della popolazione ne stianooffuscando i traguardi, la storiadell’Anc resta la storia dei diritti civilidei neri sudafricani, che hanno vistola loro rinascita con la liberazionedi Mandela dopo la sua lunga prigioniae la nomina a primo presidente nerodel Sudafrica.

IL TITOLOAlain Serres e Zaü Langevin, Mandela,l’Africano arcobaleno, Emi, Bologna2011, pp. 72.

SEGNA IN AGENDA

REPORTAGEBUONGIORNOAFRICA

MUSICAROSARNO E I SOGNI INFRANTIDEI MIGRANTI AFRICANI

RAGAZZIMADIBA E IL SOGNODEL PAESE ARCOBALENO

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N TEMPO SAREBBERO STATI CHIAMATI schiavi,oggi vengono definiti clandestinio lavoratori stagionali. Ma lo sfruttamentoè rimasto lo stesso e non hannonessuna voce, nessun diritto. Neanchequello di ammalarsi o di farsi curarein ospedale perché, se privi dipermesso di soggiorno, rischiano finoa quattro anni di carcere. Ogni giornodevono procurarsi un lavoro nei campi,spostandosi dal Sud al Nord Italia.Raccolgono meloni, pomodori, olivee arance per 25 euro al giorno, poidevono sparire dentro abitazionidi fortuna e cercare di sopravvivere

malgradotutto. Moltidi loro sonoafricani.Il progettofotograficoMigrantworkers dei

reporter Michele Palazzo e AlessandroPenso racconta con le immaginila condizione degli immigrati chelavorano come stagionali nei campidella Basilicata, della Calabria e dellaPuglia, ma anche e soprattutto la lorodevastante disperazione. Unadisperazione che emerge con forza,immagine dopo immagine, proprioperché nell’approfondita ricercadi questi due autori non c’è nessunpietismo, nessun tentativo di ostentareil loro dolore, di sottolinearela drammaticità delle condizioni di vitadi queste persone considerate nonpersone. Le loro immagini si limitanoa mostrare, con serietà e rigore, dovevivono e lavorano questi immigratiirregolari. E solo questo apre un varconell’indifferenza. La mostra con leopere dei due autori è a cura di GigliolaFoschi e Andrea Dall’Asta e sta girandol’Italia. Fino a marzo è ospitata aMilano dal Centro culturale San Fedele.

PER SAPERNE DI PIÙwww.migrantworkers.itwww.centrosanfedele.net

UFOTOGRAFIAANCORA L’AFRICA IN ITALIA:PER NON CHIUDERE GLI OCCHI

DI EMANUELA CITTERIO GIORNALISTA

AFRICA BALZA SUL GRANDE SCHERMO in Europae in diverse manifestazioni culturaliin giro per il mondo emerge la vitalitàdel cinema africano. Due fenomeniche a volte si incrociano e a volte no,ma che sono entrambi interessanti daindagare. Al Festival internazionale delcinema di Berlino (dal 9 al 19 febbraio)tre film africani hanno attirato

l’attenzione: il regista AlainGomis, quarantenne parigino,francese di secondagenerazione, ha portatosul grande schermo unariflessione sull’emigrazione

e il colonialismo, facendo tornareil protagonista del suo Aujourd’hui nelpaese d’origine, il Senegal. Il canadeseKim Nguyen, con Rebelle, ha mostratole aberrazioni della guerra civile congoleseattraverso gli occhi di una bambinasoldato, mentre il portoghese MiguelGomes in Tabu ha raccontato la storiadi amore e di avventura di una lisbonesein Africa. Da parte loro, i registi africanicontinuano a non arrendersi alla scarsitàdi finanziamenti e a proporre i lorolavori. A Ouagadougou, capitale delBurkina Faso, dal 3 all’8 marzo unacinquantina di cineaste e operatrici delcinema provenienti da una decina dipaesi africani hanno partecipato alla 2ªedizione delle Giornate cinematografichedella donna africana, una manifestazionenata dal Festival panafricano del cinemae della televisione (Fespaco), che ognianno si svolge proprio a Ouagadougou.A Milano, la XXII edizione del Festivaldel cinema africano, dell’Asiae dell’America Latina (dal 19 al 25marzo) punta per il secondo annoconsecutivo l’attenzione sull’esplosionein Africa del cinema popolare, prodottoe distribuito in video sull’onda delfenomeno nigeriano di Nollywood:il genere è quello della commediadi entertainment che svela però un’acutacapacità di analisi e catarsi sociale.

DOVE & QUANDOFestival del cinema africano, dell’Asiae dell’America Latina, Milanodal 19 al 25 marzoGiornate cinematografiche della donnaafricana, Ouagadougou dal 3 all’8 marzo

PER SAPERNE DI PIÙhttp://www.fespaco-bf.net/http://www.festivalcinemaafricano.org/

L’CINEMAIL CINEMA AFRICANODA BERLINO AMILANO

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ICONTADINI RAPPRESENTANO un terzo dellapopolazione mondiale, ma anche circala metà dei poveri e più di 800 milionidi affamati. Eppure la loro posizionenon viene considerata nei grandi verticimondiali. Secondo le associazioni dicontadini africani anche il summit“Rio + 20”, che si terrà in Brasile dal 20al 22 giugno, rischia di non mettereal centro le persone. In un documento,le associazioni di agricoltori africanihanno sintetizzato la loro posizione inoccasione del vertice, che farà il puntosullo sviluppo sostenibile a 20 anni dalsummit di Rio de Janeiro dove venneper la prima volta introdotto questoconcetto su scala mondiale. La veragreen economy, hanno scritto, dovrebbefavorire sistemi di agricoltura sostenibileche tutelano i pastori, i contadini,i pescatori e che migliorano le condizionidi vita degli agricoltori e delle loro famiglie.I paesi africani – hanno ricordato – sonoprimariamente delle economie agricole,con il 70% della popolazione impiegatain questo settore, eppure i governi delcontinente continuano a non investireabbastanza per sostenere lo sviluppoagricolo e la sovranità alimentare. Recentistudi hanno mostrato come i sistemi diagricoltura industriale intensivi contribui-scono dal 43 al 57% alle emissioni di gasserra, con la produzione, la trasformazionee il confezionamento dei prodotti, iltrasporto, i cambiamenti di destinazionedei suoli e la deforestazione. Per questo,scrivono gli agricoltori africani, è essen-ziale promuovere una vera agricolturasostenibile, favorire i piccoli agricoltorilocali e considerare nei piani di sviluppoinnanzitutto il benessere delle personee l’integrità degli ecosistemi.

PER SAPERNE DI PIÙIl sito ufficiale di “Rio + 20”:www.uncsd2012.orgL’Uneca (United Nations EconomicCommission for Africa): www.uneca.org

MEETINGRIO + 20,E L’AFRICA?

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CANTIERE CUAMME9MAGGIOUDIENZAGENERALECONBENEDETTOXVI

l 21 dICEMbRE dEllo SCoRSo Anno, a incon-trare benedetto XvI era stato don danteCarraro, assieme alla dottoressa Flaviabustreo (direttore della partnership per

la salute materna, neonatale e infantile del-l’oms). Il prossimo 9 maggio, invece, privile-gio e piacere di partecipare all’udienza ge-nerale con il Santo Padre saranno estesi amedici, dipendenti e amici di Medici conl’Africa Cuamm. l’appuntamento è alle 9.30,in Piazza S. Pietro. l’incontro sarà precedu-to martedì 8 maggio, nel pomeriggio, da unmomento di riflessione con la celebrazionedella Santa Messa. Per agevolare quanti vor-ranno recarsi a Roma per quest’occasione, Me-dici con l’Africa Cuamm ha organizzato trasfe-rimento e alloggio nella capitale. A chi vorràpartecipare si chiede la pre-iscrizione via emaila [email protected] oppure al numero te-lefonico 049.8751279 (Segreteria generale).le spese per il trasporto e il pernottamento sa-ranno a carico dei partecipanti. oltre alla par-tecipazione all’udienza generale sono previstealtre attività, come la visita a monumenti diinteresse artistico. Appena disponibili, mag-giori informazioni saranno pubblicate sul sitowww.mediciconlafrica.org e trasmesse via maila quanti avranno effettuato la pre-iscrizione.

la partecipazione all’udienza generale èuna bellissima occasione per portare al San-to Padre un messaggio fondamentale, quelloche, al momento, più di tutti impegna Medi-ci con l’Africa Cuamm: «Prima le mamme e ibambini!», per garantire l’accesso gratuito alparto sicuro e la cura del neonato. In bene-detto XvI si troverà certamente un interlocu-tore sensibile, attento da sempre alle proble-matiche e alle emergenze dell’Africa. Esempiorecente di quest’attenzione al continente piùpovero è l’esortazione apostolica postsinoda-le dello scorso novembre, Africae munus, incui il Papa spiega che poveri, affamati, mala-ti meritano un’attenzione preferenziale e la«risposta ai loro bisogni nella giustizia e nel-la carità dipende da tutti. l’Africa aspettaquesta attenzione da tutta la famiglia umanacome anche da se stessa».

Appuntamento alle 9.30, in Piazza S. Pietro. L’Udienzagenerale è una bellissima occasione per portare al SantoPadre il messaggio fondamentale che, al momento, impegnaMedici con l’Africa Cuamm: «Prima le mamme e i bambini!».IROMA 8 - 9 MAGGIOPRIMA LE MAMME E I BAMBINIINSIEME AL SANTO PADRE8MAGGIO

15.30 arrivo previsto a Roma16.00-17.00 visita delle Grotte Vaticane17.15-18.00 S. Messa a S. Pietro presieduta da mons. Antonio Mattiazzo Vescovo di Padova18.30-19.30 trasferimento negli Hotel

19.45 cena presso Hotel Parco Tirreno21.00 Talk: Gratuità delle cure per mamme e bambini: l’amore per i poveri interpella

la Chiesa. La lezione di Canova, oggi.Intervengono:mons. Antonio Mattiazzo vescovo di Padova,Luigi Accattoli scrittore e vaticanista del Corriere della Sera,don Dante Carraro direttore di Medici con l’Africa Cuamm.Modera: Piero Badaloni, giornalista(presso Hotel Parco Tirreno)

9 MAGGIO7.00 prima colazione7.30 trasferimento per il Vaticano7.50 visita privata alla Cappella Sistina, riservata solo alla nostra delegazione9.30 trasferimento in Piazza S. Pietro per l’Udienza generale13.00 distribuzione lunch box14.00 partenza

COSTIAbbiamo cercato di fare in modo che il costo fosse “di famiglia”, per facilitare a tutti la partecipazione:• 140 € a persona in camera doppia (supplemento camera singola 50 €).• 70 € a bambino da 0 a 10 anni.Il costo è comprensivo di: trasporto bus, sistemazione in albergo 3* superior o 4* standard zonaAurelia, prima colazione, cena al tavolo, box lunch, accesso alla Cappella Sistina, tassa disoggiorno. È possibile anche partecipare solo a cena e dopo cena dell’8 maggio, al costo di 40 €per gli adulti e di 30 € per i bambini (da versare al momento). Anche per quest’opzione ènecessario prenotarsi e dare conferma.

PRENOTAZIONILimite fissato entro e non oltre il 10 aprile 2012, telefonando al n. 049.8751279 o inviandoun fax al n. 049.8754738 o un’email all’indirizzo: [email protected]. Vanno specificatinome e cognome dei partecipanti, se vi sono bambini sotto i 10 anni e/o se si richiede unacamera singola, indicando un indirizzo di posta elettronica o un telefono di riferimento peril gruppo o nucleo familiare che si è iscritto. Verranno in seguito comunicati luogo e orario dipartenza. L’iscrizione si considera perfezionata solo dopo pagamento della quota intera tramitebonifico bancario all’IBAN: IT78 A 08429 12100 000000AC7885 Banca Padovana CreditoCooperativo - filiale di Padova - Stanga (indicando nome e cognome dei partecipanti nellacausale).

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l 25 MAGGIo 1963, i capi di stato e di go-verno dei 32 paesi africani che fino aquel momento erano riusciti a ottenerel’indipendenza, si incontrarono ad Addis

Abeba (Etiopia). durante questa conferenzavenne costituita l’organizzazione dell’unitàAfricana, che poi divenne unione Africana.da allora, il 25 maggio è celebrato comeAfrica day.

nel 2010 Medici con l’Africa Cuamm hainiziato a festeggiare l’African day nellepiazze italiane per sensibilizzare, con lacampagna “Mio Fratello è Africano”, l’opi-nione pubblica sulle problematiche del con-tinente africano.

Anche quest’anno vogliamo cogliere que-sta opportunità attraverso l’adesione al pro-gramma “Prima le mamme e i bambini” perl’accesso gratuito al parto sicuro e la cura delneonato. Vi chiediamo di aderire attraversouno scatto fotografico, realizzato da soli o ingruppo, in cui indossate la maglietta dellacampagna o sia presente la scritta “Prima lemamme e i bambini”. la foto sarà poi cari-cata sul sito www.africanday.it o sulla pagi-na facebook di Medici con l’Africa Cuamm.le adesioni saranno raccolte durante tuttoil periodo che precede il 25 maggio, ma, inparticolare, nella settimana dal 20 al 27maggio realizzeremo nelle piazze italiane deipunti di adesione in cui ritirare materialeinformativo e farsi scattare la foto dai volon-tari di Medici con l’Africa Cuamm. l’Africanday può essere l’occasione per avvicinareamici, parenti, colleghi, associazioni locali esportive, al continente africano attraversoun gesto semplice e coinvolgente.

Se desiderate maggiori informazioni o vo-lete collaborare per realizzare l’African daynella vostra città, potete contattare i referen-ti territoriali o visitare il sito www.mediciconlafrica.org (Jacopo Soranzo, [email protected]).

Referenti territorialiArea Nord-Est: Marcello Enio, 345.4160675; AreaCentro Sud: Ilaria Savoca Corona, 345.3717071; AreaNord Ovest: Monica Longaretti, 345.4173524

29 - 31 MARZOAPPUNTAMENTO IN PUGLIAMarzo sarà ricco di importanti appuntamenti in Puglia, organizzati dalla rete di volontari e associazioniche sostengono Medici con l’Africa Cuamm nelle province di Bari e Brindisi. Il programma prevede lapresenza in provincia di Bari, il 29 e 30marzo, e di Brindisi, il 31, di don Luigi Mazzucato, già direttoredi Medici con l’Africa Cuamm per oltre 50 anni, e di Ilaria Savoca Corona, referente per il Centro-Sud per le attività in Italia di promozione e sostegno ai progetti. Il tema degli incontri spazierà dalprogramma “Prima le mamme e i bambini” al progetto in Sud Sudan in cui sono impegnati volontaridi Molfetta (Ba), fino alla tematica del rapporto fra Medici con l’Africa Cuamm e don Tonino Bello.Per informazioni e dettagli: www.mediciconlafrica.org, [email protected] o 049.8751279.

NUOVA REFERENTE PER IL NORD-OVESTMONICA LONGARETTI NELLA FAMIGLIA CUAMMMonica Longaretti, 35 anni, bergamasca, dall’inizio dell’anno è la nuova referente per l’area Nord-Ovest: Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Si occuperà di sostenere i gruppi di volontari sulterritorio nell’organizzazione delle loro attività di sensibilizzazione e raccolta fondi. Suo principalecompito è fare da ponte tra la sede centrale di Padova e i territori di sua competenza, facendo sentirei volontari sempre vicini agli ideali e ai valori che Medici con l’Africa Cuamm porta avanti. Si occuperàanche della relazione con i donatori che vivono nella sua zona, in modo tale che ricevano puntualiaggiornamenti sui progetti che finanziano. «Sono stata accolta con grande calore da questa bellafamiglia – commenta Monica – e spero di fare del mio meglio per contribuire a dare un aiuto concretoalle persone più bisognose che vivono nei paesi in cui Medici con l’Africa Cuamm è presente. Ilsostegno alle mamme e ai bambini più poveri è il fine ultimo di tutto il nostro impegno qui in Italia».

PROFESSORI IN SALUTE GLOBALEFORMAZIONE PER DOCENTI E MEDICIQuesta volta a lezione ci sono andati i professori, per aggiornarsi su una materia tanto affascinantequanto complessa, la Salute globale. A inizio febbraio a Roma, Medici con l’Africa Cuamm ha propostoun percorso di formazione su questo tema, su cosa significhi, su quali siano i determinanti della salute– spesso da cercare nella società che ci circonda, nell’ambiente, negli stili di vita – e quali lemetodologie più appropriate per insegnarla in aula agli studenti. Si sta diffondendo, infatti, l’esigenzadi inserire questa disciplina nel curriculum di studi delle facoltà di Medicina, per preparare i medicidi domani alle sfide di un mondo globale, dove le diseguaglianze continueranno a pesare e nel qualele trame individuali e collettive saranno fortemente intrecciate. Proprio per questo motivo docenti,medici e ricercatori di molte regioni d’Italia, dalla Sardegna al Piemonte, dalla Puglia al Veneto, hannoaccettato l’invito del Cuamm e deciso di tornare sui banchi per diventare “professori in Salute globale”e contribuire a diffondere una disciplina che permetta di guardare alla salute con la lente dellagiustizia sociale. Per maggiori informazioni, www.mediciconlafrica.org/globalhealth.

AFRICANDAY 2012METTIAMOCILAFACCIA!

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM NEL TERRITORIO

E RETE CUAMM

La tappa di Giaveradel Montello (Tv)dell’African Day2010.

ARCHIVIO

CUAMM

I

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VISTO DA QUI

ER lA MAGGIoR PARTE dEI MIEI SPoSTAMEnTI internazionali mi servo dell’aeroportoMarco Polo di venezia. nel corso dei miei primi viaggi da e per l’Africa, passarei controlli per l’immigrazione e uscire dall’aeroporto era una procedura priva dicomplicazioni. lentamente, però, le cose hanno iniziato a cambiare. Per esempio,c’è stato un giorno in cui, in fila per il controllo, mi hanno fatto aspettare, conti-nuando a farmi domande. nel tempo in cui finivano di “servire” me, tutti gli altripasseggeri hanno concluso le pratiche del controllo. Il funzionario ha cominciatoa parlarmi in italiano, ma io non ero in grado di capire bene, per via delle mie lacune linguistiche.Ha continuato a chiedermi altri documenti: io mi domandavo quali altri documenti, oltre a un pas-saporto e a un permesso di soggiorno validi, avrei dovuto possedere.

Il principale cambiamento che ho notato all’interno dell’aeroporto è stata la presenza di addettialla sicurezza in borghese (suppongo poliziotti) appena dopo il ritiro bagagli. Tutte le volte mi fer-

mavano, mi chiedevano il passaporto e il permesso di soggiorno.Ispezionavano il mio bagaglio e mi chiedevano dove abitassi, perchi lavorassi, ecc. Questi controlli non mi infastidivano, perchépensavo fossero casuali, a campione. Poi ho iniziato a notare chevenivano fermate solo persone di colore.

una volta, hanno fermato una donna nera. lei ha esibito ilsuo passaporto italiano e subito le hanno permesso di procedere.A quel punto, ho cominciato a sospettare che il colore della pellefosse un criterio-chiave nella scelta di chi dovesse essere fermato.

Ho avuto conferma di quest’ipotesi in occasione di un volo in cui i passeggeri erano tutti di pellebianca (italiani e non), tranne me. uno dopo l’altro, i viaggiatori hanno iniziato a raccogliere il lorobagaglio e a uscire dal terminal: nessuno veniva fermato. dopo aver preso la mia valigia, ho tergi-versato prima di uscire, per continuare a controllare se qualcuno venisse bloccato. Ero certo che l’ad-detto alla sicurezza avrebbe scelto me, ma volevo vedere se avrebbe bloccato anche qualcun altro.

Quando ho fatto per uscire, un agente mi ha sbarrato la strada e mi ha chiesto il passaporto, da do-ve venissi, dove stessi andando, dove abitassi e cosa facessi in Italia. A me, invece, interessava chieder-gli in base a quale criterio avesse fermato me in mezzo ai quasi 60 viaggiatori che erano passati. non hopotuto fare a meno di domandargli, inoltre, perché fosse così apertamente razzista. Quest’ultima paro-la deve averlo messo in guardia: mi ha subito ridato il passaporto e non mi ha chiesto il permesso di sog-giorno, come era nella routine dei controlli. dal momento che questa era solo una delle molte volte incui ero stato fermato in base a un criterio iniquo, non ero più disposto a tacere sull’argomento. volevoavere delle risposte, così sono andato dritto alla stazione di polizia dell’aeroporto. Ciò che stavo per fa-re era più di una semplice protesta: era far sapere che la gente di colore era a conoscenza della dispa-rità di trattamento riservata. Mi è stato detto che ero stato fermato perché non italiano. Ma gli addettialla sicurezza come potevano sapere, prima di aver visto i miei documenti, che io non sono italiano?C’erano anche altre persone non italiane sull’aereo, ma non erano state fermate. Il colore della pel-le, piuttosto che la nazionalità, era il criterio usato dagli addetti alla sicurezza per decidere chi fermare.

Essere controllati in aeroporto è comune e frequente. Se succede una o due volte, va bene. Ma seaccade parecchie volte e ti accorgi che la cosa segue un determinato schema, beh… a quel punto inizia sentire puzza di bruciato…

QUANDO IL COLORE DELLA PELLEDIVENTA DOCUMENTO D’IDENTITÀ

P

Calistus Wilunda lavora per Medici con l’Africanella sede di Padova ed è di nazionalità keniota.Per il suo lavoro si reca spesso in Africa.In questo articolo racconta come, negli ultimianni, i controlli in aeroporto, al rientro,si siano fatti sempre più attenti e “selettivi”.

DI CALISTUS WILUNDA

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BISOGNI INPRIMOPIANOECOME PUOI AIUTARCI

ANGOLAVOLONTARI IN SERVIZIO: 11Luanda: lotta alla Tb in 18 province.Uige: le attività vanno dalla formazione delpersonale al sostegno delle attività di salutepubblica dell’ospedale di Damba, al rafforzamentodella fornitura dei servizi nel municipio di Damba.Cunene:migliorare i servizi per la salute materno-infantile e ridurre l’incidenza dell’Hiv. L’interventoè focalizzato nell’ospedale di Chiulo dove vienedato supporto alla pediatria.CON 75 € GARANTISCI UN TRATTAMENTOCOMPLETO CONTRO LA TB

ETIOPIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 6A livello nazionale: supporto al coordinamento della rete delle strutturesanitarie cattoliche.Wolisso: viene garantito supporto all’ospedale San Luca e alla scuolainfermieri. Sono inoltre implementate attività di salute pubblicasul territorio.CON 2.000€ PUOI OFFRIRE UNA BORSA DI STUDIO A UN’OSTETRICA

MOZAMBICOVOLONTARI IN SERVIZIO: 11Beira: formazione in università e presenza in ospedale, miglioramentodella qualità e della diffusione delle cure per bambini sieropositivi.Moma e Mogovolas: rafforzamento del sistema sanitario distrettualeper l’erogazione dei servizi materno-infantili.CON 100 € FORNISCI UN TRATTAMENTO PER UN BAMBINO MALNUTRITO

TANZANIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 13Regione di Iringa: supporto all’attività clinica e alla gestione ospedalierae al maggiore coordinamento delle risorse umane nel distretto.Miglioramento della salute materno-infantile, attraverso attivitànelle comunità.Mikumi: gestione ospedaliera e sostegno alle cure materno-infantili.CON 150 € PUOI ASSICURARE LA TERAPIA CONTRO L’AIDS,PER UN ANNO, A UN MALATO

SUD SUDANVOLONTARI IN SERVIZIO: 8Yirol e Lui: riabilitazione delle strutture dell’ospedale e supporto alle attivitàcliniche in particolare ai servizi materno-infantili.CON 80 € FORNISCICURE PER UN BAMBINOMALATO DI POLMONITE

UGANDAVOLONTARIIN SERVIZIO: 11West-Nile: sostegno agliospedali di Angal eNypea nell’ambito dellasalute materno-infantilee iniziative di sostegnoper la disabilità.Karamoja: assistenzatecnica ai 7 distrettie alla direzione sanitariadell’ospedale di Matanye supporto alla scuolainfermieri di St. Kizito.Regione Centrale:sostegno all’ospedaledi Naggalamanell’ambito della salutematerno-infantile.Oyam: lotta alla mortalitàneonatale e materna;miglioramentodell’accesso ai servizidi salute riproduttiva.Nkozi: progetto diformazione per managersanitari presso l’UgandaMartyrs University.CON 60 € ASSICURIUN PARTO CESAREO;CON 20 € COPRI LESPESE PER UN PARTO;CON 15 € GARANTISCIUN TRASPORTOIN AMBULANZA

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SIERRA LEONEVOLONTARI IN SERVIZIO: 5Pujehun: sostegno ai servizi materno-infantilidell’ospedale e del distretto, formazionedel personale locale e supporto alla gestionedell’ospedale e del distretto.CON 50 € CURI UN BAMBINO RICOVERATOPER MALARIA

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* dato aggiornato al 01.03.2012

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