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1 - Scorcio del capannone industriale della Merloni a Fabriano (Ancona) nel 1965. 2 - I fratelli Ester, Vittorio, Antonio e Francesco Merloni con i rispettivi familiari. 3 - Aristide Merloni, sindaco di Fabriano dal 1951 al 1958. 1 3 4 H anno rappresentato un modello, la storia di successo di una piccola azienda marchigiana che si fa multi- nazionale. Negli ultimi tempi sono diventati anche un po’ un caso, emerso il mese scorso dopo l’annuncio della chiusura dello stabili- mento Indesit di None, in provincia di Torino, per trasferire la produzione di lavastoviglie in Polonia. Sono i Merloni, da Aristide, il pionie- re che forgiò l’impero e inventò il marchio Ari- ston (dal suo nome e dal greco “il migliore”), alla nipote Maria Paola, figlia di Vittorio, nel doppio ruolo di imprenditrice e deputato del Partito democratico diventata suo malgrado simbolo dell’industriale che licenzia, anche a sinistra. Prima corteggiata in quanto donna e imprenditrice, poi oggetto di scontro nel suo partito per gli stessi motivi. In mezzo corrono 80 anni di storia, tre generazioni – il fondato- re, quattro figli e otto nipoti – con una quarta che avanza e una crisi economica mondiale che sta colpendo più duramente, insieme alle automobili, proprio gli elettrodomestici. Raggiungere le Marche è ancora oggi un viaggio, eppure da qui i Merloni non si sono mai mossi. Anche se la maggior parte degli af- fari è all’estero, i quattro fratelli hanno man- tenuto il loro quartiere generale a Fabriano, piccola città di 31 mila abitanti in provincia di Ancona. Aristide Merloni nasce nel 1897 ad Albacina, frazione di Fabriano, e lì fonda nel 1930 le Industrie Merloni. La storia la raccon- ta Ercole Sori, professore di Storia economica all’Università politecnica delle Marche, in Merloni. Da Fabriano al mondo (Egea, 2005). Figlio di contadini, perito meccanico all’isti- tuto di Fermo, Aristide lavora in una ditta di bilance prima di mettersi in proprio. E inizia per l’appunto producendo bilance (negli anni 50 la sua è la principale ditta italiana di stru- menti per pesare a uso industriale) poi, anche su consiglio dell’amico Enrico Mattei allora presidente dell’Eni, si allarga alle bombole a gas e agli scaldabagni, infine agli elettrodo- mestici da cucina. Sono gli anni della metal- mezzadria: c’è il contadino operaio che coltiva la terra nel dopolavoro, figura chiave soprat- tutto nel nord-est, ma anche nella crescita dell’economia marchigiana. In azienda baz- zicano fin da piccoli i quattro figli: Ester fa la 80 anni di storia su un fazzoletto di terra, e un futuro da costruire. Da settimane nell’occhio del ciclone per una crisi dagli esiti incerti, la famiglia Merloni guarda avanti. Qualcuno, verso altri orizzonti. di Marco Ferrante e Silvia Bernasconi 5 2 4 - Interno di casa Merloni a Milano. 5 - Vittorio Merloni, che nel 1975 si separa dalle Industrie Merloni per fondare la Merloni Elettrodomestici, poi Indesit Company. I NUOVI CONFINI DI MERLONIA dynasty 126

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1 - Scorcio del capannone industriale della Merloni a Fabriano (Ancona) nel 1965.2 - I fratelli Ester, Vittorio, Antonio e Francesco Merloni con i rispettivi familiari. 3 - Aristide Merloni, sindaco di Fabriano dal 1951 al 1958.

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H anno rappresentato un modello, la storia di successo di una piccola azienda marchigiana che si fa multi-

nazionale. Negli ultimi tempi sono diventati anche un po’ un caso, emerso il mese scorso dopo l’annuncio della chiusura dello stabili-mento Indesit di None, in provincia di Torino, per trasferire la produzione di lavastoviglie in Polonia. Sono i Merloni, da Aristide, il pionie-re che forgiò l’impero e inventò il marchio Ari-ston (dal suo nome e dal greco “il migliore”), alla nipote Maria Paola, figlia di Vittorio, nel doppio ruolo di imprenditrice e deputato del Partito democratico diventata suo malgrado simbolo dell’industriale che licenzia, anche a sinistra. Prima corteggiata in quanto donna e imprenditrice, poi oggetto di scontro nel suo

partito per gli stessi motivi. In mezzo corrono 80 anni di storia, tre generazioni – il fondato-re, quattro figli e otto nipoti – con una quarta che avanza e una crisi economica mondiale che sta colpendo più duramente, insieme alle automobili, proprio gli elettrodomestici.

Raggiungere le Marche è ancora oggi un viaggio, eppure da qui i Merloni non si sono mai mossi. Anche se la maggior parte degli af-fari è all’estero, i quattro fratelli hanno man-tenuto il loro quartiere generale a Fabriano, piccola città di 31 mila abitanti in provincia di Ancona. Aristide Merloni nasce nel 1897 ad Albacina, frazione di Fabriano, e lì fonda nel 1930 le Industrie Merloni. La storia la raccon-ta Ercole Sori, professore di Storia economica

all’Università politecnica delle Marche, in Merloni. Da Fabriano al mondo (Egea, 2005). Figlio di contadini, perito meccanico all’isti-tuto di Fermo, Aristide lavora in una ditta di bilance prima di mettersi in proprio. E inizia per l’appunto producendo bilance (negli anni 50 la sua è la principale ditta italiana di stru-menti per pesare a uso industriale) poi, anche su consiglio dell’amico Enrico Mattei allora presidente dell’Eni, si allarga alle bombole a gas e agli scaldabagni, infine agli elettrodo-mestici da cucina. Sono gli anni della metal-mezzadria: c’è il contadino operaio che coltiva la terra nel dopolavoro, figura chiave soprat-tutto nel nord-est, ma anche nella crescita dell’economia marchigiana. In azienda baz-zicano fin da piccoli i quattro figli: Ester fa la

80 anni di storia su un fazzoletto di terra, e un futuro da costruire. Da settimane nell’occhio del ciclone per una crisi dagli esiti incerti, la famiglia Merloni guarda avanti. Qualcuno, verso altri orizzonti.

di Marco Ferrante e Silvia Bernasconi

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4 - Interno di casa Merloni a Milano.5 - Vittorio Merloni, che nel 1975 si separa dalle Industrie Merloni per fondare la Merloni Elettrodomestici, poi Indesit Company.

I NUOVI CONFINIDI MERLONIA

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striali marchigiani, poi deputato della Mar-gherita (Ulivo) – dopo una vivace campagna elettorale contro Francesco Casoli, capolista di Forza Italia al Senato e imprenditore nelle cappe da cucina con Elica – e infine del Pd, non è la prima in famiglia. Ai Merloni la politi-ca piace. Seppure con una breve pausa, hanno governato Fabriano per mezzo secolo. Il non-no Aristide fu eletto sindaco con la Democra-zia Cristiana nel 1951 e riconfermato nel 1956, due anni dopo ha iniziato una lunga carriera di senatore che si è conclusa con la morte nel 1970. Francesco è stato deputato democri-stiano, senatore e ministro dei Lavori pubblici nei governi Amato e Ciampi. Antonio, sindaco Dc di Fabriano per quindici anni dal 1980 al 1995. Vittorio non ha mai fatto politica, anche per smarcarsi dai fratelli, ma è stato presiden-te di Confindustria dal 1980 al 1984.

È un uomo che non ostenta i suoi rapporti o le sue preferenze. È molto legato a Romano Pro-di, che è stato uno dei consulenti della Merloni Elettrodomestici, insieme a Nino Andreatta, per i processi di internazionalizzazione. Due amicizie che Vittorio ha condiviso con il fra-tello Francesco, oggi presidente dell’Arel. Lo scorso autunno Prodi ha fatto visita ai due fratelli a Fabriano per metterli al corrente

delle sue nuove attività. Negli anni 80 Vitto-rio aveva anche un rapporto diretto con Silvio Berlusconi per la pubblicità e i due usavano un aereo privato in comproprietà.

C’è una fotografia del 1975 che ritrae il primo viaggio degli industriali italiani in Cina. In prima fila, accanto a Deng Xiao Ping, ci sono il presidente di Confindustria Gian-ni Agnelli e Leopoldo Pirelli, alle sue spalle Vittorio Merloni, all’epoca responsabile dei rapporti internazionali. Anni dopo, Vittorio descrive al Mondo la sua elezione: «Quando i saggi mi chiamarono per annunciarmi che mi avevano scelto come candidato era la prima volta che entravo nella stanza del direttivo. Fu un fax ad annunciarmi che ero stato elet-to. Sa chi lo firmava? Luca di Montezemolo, che mi faceva gli auguri da parte dell’Avvoca-

Vittorio è molto legato a Prodi. E negli anni80 condivideva l’aereocon Silvio Berlusconi.

1 - Milano 1984. Da sinistra: Alfredo Biondi, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, Vitto-rio Merloni, Vincenzo Vicari. 2 - Vittorio Meloni, allora presidente di Confindustria, con Gianni Agnelli, nel 1983. 3 - Vittorio Merloni e Romano Prodi applaudono papa Giovanni Paolo II durante la visita pastorale a Milano nel maggio 1983.

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2spola tra l’officina e la stazione ferroviaria e i fratelli Francesco, Antonio e Vittorio aiutano con le bascule. I tre maschi seguono le orme del padre, mentre Ester, laureata in giurispru-denza, si occupa del patrimonio immobiliare di famiglia. Con Aristide industria, politica e famiglia sono un tutt’uno. Racconta Ercole Sori: «Nel 1970, per esempio, il figlio Vittorio, trentasettenne sposato con 4 figli, non dispo-ne ancora di uno stipendio prefissato. Prov-vede a tutto e largamente, auto Ferrari com-presa, la cassa paterna». Sui suoi investimenti in pubblicità Aristide era solito lamentarsi, «Vittorio mi spende tutti i soldi miei», diceva, salvo poi riconoscere i risultati. La prima mo-della delle Industrie Merloni è la segretaria e le fotografie sono scattate da Ester.

Nonostante Aristide avesse pianifica-to tutto per suddividere i compiti tra i figli, cinque anni dopo la sua morte in un inciden-te d’auto, i fratelli si separano con tre società indipendenti. È il 1975. Divisi ma sullo stesso territorio, le loro strade si incrociano spesso: almeno due (Antonio e Vittorio) sono in di-retta concorrenza, mentre Vittorio e Fran-cesco, con un ufficio in comune fino agli anni Novanta e un marchio – Ariston – a lungo conteso, si sono spartiti i campi di azione, mai rivali ma un po’ gelosi sì. Mentre il per-corso di Antonio rimarrà solitario, le famiglie di Francesco, Vittorio ed Ester mantengono rapporti anche azionari con partecipazioni l’uno nelle società dell’altro.Antonio è il primo a uscire, punta sulla produ-

zione in conto terzi e fa elettrodomestici per le grandi case internazionali del settore. Diven-ta uno dei più grossi terzisti d’Europa, negli anni 80 si parla della Antonio Merloni come di un miracolo industriale: produce per altri marchi a ritmi e costi competitivi, ma all’ini-zio del Duemila il meccanismo si inceppa. L’ingresso sul mercato con due marchi propri, Ardo e Asko, non aiuta l’azienda che finisce in amministrazione straordinaria. Quando en-tra in crisi, i fratelli non lo aiutano. Dopo il ri-corso alla legge Marzano, la stessa di Alitalia, la Antonio Merloni è nelle mani di tre com-missari straordinari e i tentativi di trovare un compratore sono fino ad ora andati a vuoto. Francesco guida la Merloni Termosanitari, da marzo Ariston Thermo Group. Con quaranta società in ventisei Paesi, diciannove stabili-menti e 6.800 dipendenti, è leader mondiale

nel settore del riscaldamento e ha un fattura-to annuo di 1,2 miliardi di euro. Vittorio, il più giovane, controlla la Merloni Elettrodomestici, poi Indesit Company (dal loro marchio più diffuso in Europa), che del-le tre società è quella di maggiore successo e l’unica quotata in Borsa. Vittorio Merloni spiega così, al settimanale Il Mondo, nel feb-braio 2008, il cambio di nome: «Nel 2005 abbiamo rinunciato al nome di famiglia pas-sando da Merloni Elettrodomestici a Indesit Company perché io e i miei fratelli operiamo tutti nello stesso settore. E tre aziende con lo stesso nome in campo erano troppe». La crescita del gruppo procede di pari passo con l’internazionalizzazione e lo sviluppo tecno-logico. Indesit è ora il secondo produttore di elettrodomestici in Europa per quote di mer-cato, quinto nel mondo, e il secondo gruppo

metalmeccanico italiano dopo la Fiat. Ha un giro di affari di 3,1 miliardi di euro, 17 mila dipendenti nel mondo, diciotto stabilimenti in Italia, Polonia, Gran Bretagna, Turchia e Cina, e produce ogni anno 15 milioni di elet-trodomestici con i marchi principali Indesit, Hotpoint-Ariston e Scholtès.

Impossibile separare i Merloni dalle Marche. Hanno cambiato il volto di Fabria-no, da città della carta a città della meccanica (ribattezzata Merlonia) e l’economia locale dipende in buona parte dall’andamento delle loro società. Qui almeno uno per famiglia, ma spesso di più, lavora per un’azienda Merloni o nell’indotto. La Antonio Merloni da sola dava lavoro a 3.000 persone, tutte nell’area. Il rap-porto con la politica, poi, è singolare. Maria Paola, dal 2004 al 2006 presidente degli indu-

All’inizio furono le bilance. Poi, anche su consiglio di Enrico Mattei, bombole a gas e scaldabagni.

Aristide Merloni (1897 - 1970)

Maria Mattioli

CECILIA RONCHETTIANTONIO (1926)

STEFANO MOLINELLIGIOVANNA (1975)

MARIA CECILIA LAZZARINIFRANCESCO (1925)

FRANCA CARLONIVITTORIO (1933)

1 figliaMARIA PAOLA (1963)

3 figliESMERALDA GIULIANI

PAOLO (1968)

3 figliGIUSEPPE CALARCO

ANTONELLA (1965)

1 figliaARISTIDE (1967)

ESTER (1922)

MARIA FRANCESCA (1963)

CLAUDIA (1965)

ANDREA (1967)

PARENTI (E CONCORRENTI)

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to...». Guido Carli, ex governatore della Banca d’Italia e suo predecessore alla guida degli industriali, lo definì “il più grande dei più piccoli e il più piccolo dei più grandi”. Scrive Maurizio Ricci in Anni di ferro. Merloni alla Confindustria (Ediesse, 1984): «Il presidente di maggiore successo che la Confindustria abbia avuto dagli anni 50 di Angelo Costa, o comunque dall’autunno caldo, è stato trovato per caso, se non per disperazione, tra lo scet-ticismo di molti». A Roma era considerato un provinciale. «Per pronunciare il discorso di insediamento si fa fare un vestito nuovo ma qualcuno racconta che un po’ per la fretta e un po’ per l’emozione sia arrivato da Fabriano

con il pacco sbagliato» e all’inizio si esercita con conferenze stampa simulate. Dai quattro anni di presidenza di Confindustria Vittorio esce indubbiamente rafforzato in termini politici, di contatti e visibilità. È con lui che nasce un gruppo di amici coeso – da Diego Della Valle a Luigi Abete – che porterà alla presidenza di Confindustria, nel 2004, Luca di Montezemolo.

Ciascun Merloni affronta a modo suo il delicato passaggio dalla seconda alla terza generazione. Lo scorso giugno, superati gli 80 anni di età e con l’azienda al capolinea, Antonio ha ceduto la presidenza alla sua unica

figlia, Giovanna: uno di quei casi (pochi ma in aumento) di successione al femminile. Tren-tatré anni, ingegnere meccanico, Giovanna racconta al Sole24Ore di essere cresciuta “a pane e fabbrica” in una dinastia imprendito-riale «dove siamo tutti parenti, lavoriamo nel-lo stesso distretto degli elettrodomestici mar-chigiani, ma siamo anche tutti concorrenti». Con lei lavora anche il marito, Stefano Moli-nelli. Difficile, anche se la azienda dovesse ri-prendersi, che possano mantenervi un ruolo. Il successore designato di Francesco è Paolo, 41 anni, amministratore delegato del gruppo. Laurea in Bocconi, studi ad Harvard, ha lavo-rato in McKinsey prima di entrare nell’azien-

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1 - Il matrimonio di Maria Paola Merloni con Amleto Lazzarini. A sinistra, il padre della sposa, Vittorio. 2 - Vittorio mentre accompagna la secondogenita Antonella nel giorno delle nozze, celebrate a Porto Cervo nel 2000. 3 - Paolo Merloni, amministratore delegato della Merloni Termo-Sanitari (ora Ariston Thermo Group) nel 2006. 4- Aristide Merloni, creatore del sito Motonline, su una Triumph. Con lui i suoi collaboratori Agostino Ferrari e Luigi Bianchi.

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CREDITI: Alinari, Imagoeconomica (4), Corbis, Archivio Mondadori (3), Contrasto (2), Fotogramma (2)

1 – Vittorio Merloni nel suo ufficio. 2 – Francesco Merloni nel 2005 alla St. John’s University di Roma, di cui è membro.

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da di famiglia. Paolo non ha concorrenti ed è probabile che diventi presidente a breve. Delle due sorelle, nessuna ricopre cariche. Maria Francesca, dopo una laurea in Scien-ze politiche alla Luiss e un breve periodo in azienda, ha deciso di fare la poetessa. Sul suo sito internet si presenta così: «Sono nata altrove. Vengo da una strada diversa, che sembrava già tracciata. E invece. Qual-cosa arriva e scompiglia tutto». Scrive poe-sie e interpreta monologhi su musica suo-nata dal vivo. Opere, del 2004, è il suo libro di esordio, seguito da un duetto con Tahar Ben Jalloun sul mare. La scorsa primavera ha organizzato a Fabriano la prima edi-zione Festival delle Arti con un titolo che suona autobiografico, Poiesis. Passione nella città del fare.

A differenza dei fratelli, la successio-ne di Vittorio è ancora in evoluzione. È sal-damente a capo di Indesit e di Fineldo, la cassaforte di famiglia che controlla il 40% del gruppo. Da tempo prepara il passaggio generazionale. Prima ha deciso la netta di-stinzione tra proprietà e azienda, facendo lui per primo un passo indietro e affidando dal 1997 la gestione ai manager. Anche per questa ragione quando nel 2004 il cda della Merloni Termosanitari nominò suo nipote Paolo amministratore delegato, lo zio Vit-torio si astenne.Da quando ha deciso di separare la funzio-ne di azionista da quella dei manager, alla guida della sua azienda si sono succeduti Francesco Caio ex Olivetti (adesso con-sulente del governo per lo sviluppo della

banda larga); dal 2001 al 2004 Andrea Guerra, all’epoca il più giovane ammini-stratore delegato di una società quotata a Piazza Affari, poi passato a un’altra im-presa familiare di eccellenza, la Luxottica di Leonardo Del Vecchio; fino all’attuale a.d. Marco Milani. Poi ha assegnato un ruolo a ciascuno dei suoi quattro figli. Il 30 aprile 2008, nel giorno del suo 75° compleanno, ha nominato Andrea, 42 anni, vicepresidente del gruppo. Il fratello gemello, Aristide come il nonno, presiede la Merloni Progetti, la sorella Antonel-la è vice presidente di Fineldo e, come la sorella maggiore Maria Paola, siede nel consiglio di amministrazione di Indesit Company. Ciascuno ha avuto la sua pale-stra imprenditoriale: Maria Paola con una società di eventi, Antonella nella finanza, Aristide con un sito internet di moto. An-drea ha acquisito più competenze degli al-tri con la Benelli, per quanto il precedente non possa certo dirsi di successo. Nel 1996 rilevò lo storico marchio di motociclette fondato dalla vedova Teresa Benelli nel 1911 e portato avanti dal figlio Tonino, quattro volte campione d’Italia tra il 1927 e il 1931, ma da anni in difficoltà. Senza ri-uscire a rilanciarlo, dieci anni dopo dovet-te vendere alla società cinese QianJiang. Al momento Andrea sembra essere il pre-scelto, ma molti si chiedono che cosa farà Maria Paola. È la più simile al padre, lo ha seguito da vicino nel corso degli anni, ha su di lui una maggiore influenza. Sarebbe la prima donna a fare il capo famiglia nel capitalismo italiano.

CONTENUTI EXTRA

Per i suoi 80 anni Francesco Merloni organizzò una mostra su Gentile da Fabriano. «Ero rimasto sbalordito quando una ricerca della nostra Fondazione evidenziò che il 53% dei cittadini di Fabriano non conosce il pittore che qui è nato», spiegò.

Dal 1998 Indesit Company, con l’associazione Jonathan, mette a disposizione ogni anno alcuni contratti per inserire nel mondo del lavoro ragazzi con procedimenti penali o a rischio emarginazione.

Il villaggio olimpico ai Giochi di Pechino 2008 fu riscaldato da 6mila metri quadrati di tubi solari della Ariston Thermo Group che fornirono acqua calda agli oltre 17mila atleti.

Nel 2007 il governo di Ankara ha scelto la Indesit Company come testimonial di una campagna pubblicitaria per promuovere gli investimenti stranieri in Turchia. Indesit è presente in Turchia dal 1994, e turca è la responsabile delle risorse umane del gruppo, Neriman Ulsever.

La cena di Santa Lucia è una tradizione nelle aziende Merloni. Antonio usava organizzare tavolate da guinness: nel 2000, una cena per 10mila persone tra dipendenti e familiari.

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