Due o tre cose che mi mancano di Roberto Bolaño, di Santiago Gamboa - la Repubblica 13.07.2013

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    embra impossibile che sia gi passato tanto tempo dal-la sua morte; eppure, vedendo il successo della sua ope-

    ra in tutto il mondo, si potrebbe anche pensare che ne siapassato poco, che tutto, in fondo, sia accaduto molto ra-pidamente. In ogni caso, non si pu dubitare che Roberto Bo-lao sia lautore di lingua spagnola del periodo posteriore alboom con maggiore impatto e presenza nella letteraturamondiale: stato una rivelazione praticamente in tutte le linguee le culture, e nella lingua spagnola uno dei pi influenti, non

    solo tra i lettori, ma anche, soprattutto, tra i giovani scrittori.Lo conobbi a Roma, nel 1999, quando venne con sua moglie

    e suo figlio a prendere degli appunti perUn romanzetto lumpen.Ricordo che mentre mi recavo al primo appuntamento con lui,a Campo dei Fiori, provavo unammirazione immensa. Avevoletto tutti i suoi libri, e I detective selvaggimi sembrava un capo-lavoro. Tutti gli autori della mia generazione la pensavano co-

    me me, e per questo Bolao era gi allora un best-seller tra gliscrittori latinoamericani. Lo leggevamo e ammiravamo tutti.Nessun altro autore delle generazioni successive al boom forse ad eccezione di Paco Ignacio Taibo II stato tanto in-fluente e letto, e non un caso che venisse dal Cile, un paese chenella sua storia vanta due premi Nobel per la Letteratura (Ne-ruda e Gabriela Mistral), ma che, dopo Jorge Edwards, negli an-

    ni Settanta, non aveva pi dato per decenni un grande narrato-re di taglio letterario.

    Il primo paese a riconoscere il suo talento fu la Francia. Ricor-do che Bolao era ancora vivo e pot vedere le 6 pagine dedica-tegli dal supplemento letterario di Libration. Il quotidiano Le

    Monde, quando non usava ancora le fotografie, loscelse come personaggio del giorno e fu la caricaturadella prima pagina, una cosa eccezionale. Il suo edi-tore francese, Christien Bourgeois, decise di pubbli-care simultaneamente 3 libri, cosa mai vista per unosconosciuto. Poi venne la Germania e gli Stati Uniti,dove il suo successo fu travolgente. Bolao fece intempo a vedere che Susan Sontag gli dedicava una pa-gina sulNew York Timesin cui elogiava il suo primo li-bro in inglese, By night in Chile(Notturno cileno). Erasolito dire che quello era il vero titolo, Di notte in Cile,che lo avevano trovato igringos, dopo che il libro ave-va subito vari cambiamenti di titolo e lui non ne eramai stato soddisfatto (il primo titolo che gli aveva mes-so era statoTormentas de mierda,Tempeste di merda).

    Ricordo soprattutto le sue lunghe chiamate telefo-niche su mille temi, quasi sempre letterari, ovvia-mente, ma anche sul cinema o il calcio, cose che lo ap-passionavano. La sua voce spezzata, al telefono, mitorna spesso alla mente, talvolta nei sogni. Un giornomi chiam da un albergo di Venezia. Quando gli chiesi che cosafacesse, disse: Sono la tipica immagine del poeta latinoameri-

    cano: mia moglie ha la tisi, mio figlio problemi adolescenziali, eio, chiuso in bagno, cerco di finire una poesia. Unaltra volta midisse: il vero capolavoro dovrebbe sempre passare inavvertito,e questo te lo posso dimostrare, ma adesso non ho tempo. Poi morto e non mi ha mai dato la sua dimostrazione.

    Salvo che negli Stati Uniti, lopera di Bolao non mai entra-ta nelle classifiche dei libri pi venduti in nessun paese, e anche

    questo un segno dei nuovi tempi. Allepoca di Garca Mrquezo di Nabokov, il talento era molto spesso (non sempre) associa-to al successo delle vendite internazionali, ma questa una co-sa che andata scomparendo. Sono rarissimi i casi, oggi, in cuiquesto avviene al di fuori delle frontiere nazionali dellautore.Lopera di Javier Maras potrebbe essere una delle eccezioni. Ingenere, i successi internazionali ce li hanno scrittori senza il mi-

    nimo riconoscimento critico e nessuna rilevanza nelle genera-zioni che vengono dopo di loro. Come la cilena Isabel Allende,regina da 30 anni, ma priva di unimmagine di autrice letteraria.Non conosco un solo scrittore di una generazione successiva al-la sua che la legga, la ammiri e ne riconosca linfluenza. Nessu-no. E nonostante il fatto che i nuovi best seller, come nel caso diRuz Zafn, siano talmente superficiali e piatti da far apparire

    quella della Allende, a confronto, quasi alta letteratura.Bolao, invece, tutto il contrario: la giovent latinoameri-

    cana lo segue in massa, giura su di lui. Gli scrittori pi giovani tro-vano nei suoi libri un mondo nel quale si riconoscono, che gliparla allorecchio, e lo stesso accade ai nuovi lettori. Alcuni loimitano, certo, e questo alla lunga gli far male. Ma soprattutto,dalla sua morte, si consolidata limmagine di un classico della

    letteratura, allaltezza di Borges o di Cortzar, due autori che luiammirava, che considerava il centro del canone nella linguaspagnola. E accanto a questa immagine, corre parallelamente ilmito: la sua morte prematura, i suoi straordinari libri inediti (co-me I dispiaceri del vero poliziotto), le polemiche sulla sua vita, ilmalinteso sulla sua presunta tossicodipendenza. Mor nellanotte tra il 14 e il 15 luglio del 2003, esattamente 10 anni fa.

    Bolao leggeva tutto, era una specie di orso divoratore. Perquesto prima di pubblicare uno qualsiasi dei miei romanzi, io la-voravo e correggevo senza posa, in modo ossessivo, perch sa-pevo che lui li avrebbe letti e avevo paura di deluderlo. Questomi port a pormi davanti alla letteratura in modo ancor pi vi-scerale, e a concepire progetti ambiziosi e rischiosi. Questa sta-ta la sua eredit. Limpegno era enorme, dato che sul suo tavoloda gioco la posta era molto alta. Quando mor, provai un grandevuoto, una tristezza enorme. Ma continuo a scrivere come seogni mia frase dovesse essere letta da lui.

    Traduzione di Luis E. Moriones

    SANTIAGO GAMBOA

    Dieci anni fa moriva lautore cileno oggi di culto

    DUE O TRE COSE

    CHE MI MANCANODI ROBERTO BOLA

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    IL RICORDO

    RobertoBolao mortoil 14luglio 2003a 50 anni