DUE GRANDI DONI: L’UOMO E LA PAROLA · università Urbaniana di Roma, ha condiviso con il clero...

12
MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 10 N. 89 - FEBBRAIO 2017 DUE GRANDI DONI: L’UOMO E LA PAROLA L’altro è un dono: è scritto all’inizio del mes- saggio che il Papa ha affidato alla Chiesa per la Quaresima. Il nome di questo altro è Lazza- ro, quello della storia narrata da Gesù nel vangelo secondo Luca. È lui che «ci insegna che l’altro è un dono» e che «la giusta rela- zione con le persone consiste nel riconoscer- ne con gratitudine il valore». Alla fine del messaggio il Papa ripete un’espressione che gli è usuale e cara: la cultura dell’incontro. Vi fece ricorso anche nell’esortazione Evangelii gaudium, per indicarla come condizione per diventare «popolo» (n. 220). Quando ne parla, Francesco non pensa ai grandi meeting, ai congressi, ai festival … No. Egli pensa alla vi- ta quotidiana. Nell’omelia del 13 settembre 2016 a commento del racconto evangelico della vedova di Nain, disse: «Se io non guardo – non è sufficiente vedere, no: guardare – se io non mi fermo, se io non guardo, se io non tocco, se io non parlo, non posso fare un in- contro e non posso aiutare a fare una cultura dell’incontro … Ogni incontro è fecondo, ogni incontro restituisce le persone e le cose al lo- ro posto». Queste parole somigliano moltissi- mo a quanto Romano Guardini scriveva in un suo importante saggio dedicato all’incontro, che avviene «solo quando riconosco l’altro co- me persona; gli riconosco la libertà di esiste- re nella sua identità ed essenza; acconsento a che diventi centro di gravità a se stesso e pro- vo viva sollecitudine affinché ciò avvenga dav- vero». Tutto, però, è completato e reso addi- rittura possibile dal secondo appello che Francesco inserisce nel messaggio quaresi- male: la Parola è dono. Il tempo forte della Quaresima, difatti, è per noi cristiani invito a rivolgerci totalmente alla Parola di Dio. «L’uo- mo vivrà di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»: è questa la grande proclamazione di Gesù, che la Chiesa ripete la prima Domenica di Quaresima. Tra i due doni, dell’altro e della Parola, c’è un nesso di reciprocità perché, co- me spiega il Papa, «la Parola di Dio è una for- za viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiude- re il cuore al dono del fratello». X Marcello Semeraro, vescovo appuntamenti 12 amoris laetitia 2 milleflash 3 convegno ecumenico 4 laboratorio di counseling 5 maria donna quaresimale 6 donna ai giorni doggi 7 ordinazioni presbiterali 8 custodire la terra 9 rubrica biblica: mosè 10 il senso del bene 11 Tommaso. Piero casentini Tommaso. Piero casentini

Transcript of DUE GRANDI DONI: L’UOMO E LA PAROLA · università Urbaniana di Roma, ha condiviso con il clero...

MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 10 N. 89 - FEBBRAIO 2017

DUE GRANDI DONI: L’UOMO E LA PAROLAL’altro è un dono: è scritto all’inizio del mes-saggio che il Papa ha affidato alla Chiesa perla Quaresima. Il nome di questo altro è Lazza-ro, quello della storia narrata da Gesù nelvangelo secondo Luca. È lui che «ci insegnache l’altro è un dono» e che «la giusta rela-zione con le persone consiste nel riconoscer-ne con gratitudine il valore». Alla fine delmessaggio il Papa ripete un’espressione chegli è usuale e cara: la cultura dell’incontro. Vifece ricorso anche nell’esortazione Evangeliigaudium, per indicarla come condizione perdiventare «popolo» (n. 220). Quando ne parla,Francesco non pensa ai grandi meeting, aicongressi, ai festival … No. Egli pensa alla vi-ta quotidiana. Nell’omelia del 13 settembre2016 a commento del racconto evangelicodella vedova di Nain, disse: «Se io non guardo– non è sufficiente vedere, no: guardare – seio non mi fermo, se io non guardo, se io nontocco, se io non parlo, non posso fare un in-contro e non posso aiutare a fare una culturadell’incontro … Ogni incontro è fecondo, ogniincontro restituisce le persone e le cose al lo-ro posto». Queste parole somigliano moltissi-

mo a quanto Romano Guardini scriveva in unsuo importante saggio dedicato all’incontro,che avviene «solo quando riconosco l’altro co-me persona; gli riconosco la libertà di esiste-re nella sua identità ed essenza; acconsento ache diventi centro di gravità a se stesso e pro-vo viva sollecitudine affinché ciò avvenga dav-vero». Tutto, però, è completato e reso addi-rittura possibile dal secondo appello cheFrancesco inserisce nel messaggio quaresi-male: la Parola è dono. Il tempo forte dellaQuaresima, difatti, è per noi cristiani invito arivolgerci totalmente alla Parola di Dio. «L’uo-mo vivrà di ogni parola che esce dalla bocca diDio»: è questa la grande proclamazione diGesù, che la Chiesa ripete la prima Domenicadi Quaresima. Tra i due doni, dell’altro e dellaParola, c’è un nesso di reciprocità perché, co-me spiega il Papa, «la Parola di Dio è una for-za viva, capace di suscitare la conversione nelcuore degli uomini e di orientare nuovamentela persona a Dio. Chiudere il cuore al dono diDio che parla ha come conseguenza il chiude-re il cuore al dono del fratello».

X Marcello Semeraro, vescovo

appuntamenti 12

amoris laetitia 2

milleflash 3

convegno ecumenico 4

laboratorio di counseling 5

maria donna quaresimale 6

donna ai giorni d’oggi 7

ordinazioni presbiterali 8

custodire la terra 9

rubrica biblica: mosè 10

il senso del bene 11

Tommaso. Piero casentiniTommaso. Piero casentini

Per treserate sisono ri-

trovati nel se-minario ve-scovile i sa-cerdoti delladiocesi di Al-bano, divisi

per fasce d’età, per Metti una sera a cena – Vivere dapreti la propria stagione di vita, l’iniziativa per il vescovoe i sacerdoti della diocesi, che unisce formazione e con-vivialità. Gli incontri si sono svolti secondo il seguentecalendario: il 7 febbraio l’appuntamento è stato destina-to ai sacerdoti di età compresa tra i 25 e i 45 anni e il 21febbraio ai preti dai 46 ai 65 anni. Il 28 febbraio, invece,si ritroveranno i sacerdoti over 66 anni. Il primo incontroè stato guidato dal frate trappista padre Josè Otero, su-periore del monastero di Nostra Signora del SantissimoSacramento, a Frattocchie, il secondo da padre Loris To-massini, priore dello stesso monastero. Tema della for-mazione è stato la vita spirituale. In modo particolare irelatori hanno raccontato la bellezza e la difficoltà dellaricerca della volontà di Dio nella propria storia vocazio-nale. Sin dal discernimento della scelta di vita monasti-ca, passando attraverso la preghiera e il confronto con laguida spirituale, all’ingresso nell’ordine cistercense. No-nostante la vocazione sia diversa per stile di vita, la con-divisione è stata utile in modo particolare per quanto ri-guarda il discernimento nella preghiera. Le serate sonoproseguite con la cena fraterna, elemento importante dicondivisione e di scambio.

Alessandro Paone

Il tema del discernimento, come sitrova in particolare nell’esortazio-ne apostolica Amoris laetitia di

papa Francesco, è stato al centrodella riflessione che don MaurizioGronchi, professore ordinario di Teo-logia dogmatica presso la Pontificiauniversità Urbaniana di Roma, hacondiviso con il clero diocesano nel-l’incontro di aggiornamento teologi-co, lo scorso 9 febbraio in seminario.«Amoris Laetitia – ha detto Gronchi – usa il verbo discernerenel capitolo VIII, collocandolo nel titolo in mezzo ad altri dueverbi: accompagnare e integrare la fragilità. Quando l’amorenon corrisponde più alla forma del sacramento nuziale, laChiesa si prende cura di queste persone ferite, perché possa-no ritrovare la via del Vangelo, alla luce del primato della gra-

zia di Dio che mai abbandona. Peraccompagnare e integrare le perso-ne che vivono in situazioni cosiddette“irregolari” è necessario che i pasto-ri le guardino in faccia una per una».Il relatore ha poi indicato sei precisicriteri attraverso i quali operare il di-scernimento: presentazione allaChiesa e pentimento, responsabilitàgenitoriale, reversibilità o meno del-la nuova relazione, carità e giustizia

verso il precedente partner, effetti pubblici della nuova unio-ne, testimonianza verso i fidanzati. «Al discernimento perso-nale – ha poi aggiunto don Maurizio Gronchi – dovrebbe af-fiancarsi il discernimento comunitario, che coinvolge la co-munità cristiana nell’impegnativo compito d’integrazione».

Giovanni Salsano

dalla diocesi2

Sabato 11 febbraio, inoccasione della 25a

Giornata mondiale delmalato, il vescovo MarcelloSemeraro ha celebrato laMessa presso la cattedraledi San Pancrazio, ad Albano.Vi hanno partecipato i fedeli,gli infermi e i volontari del-l’Unitalsi, l’associazione cat-tolica dedicata al serviziodegli ammalati e al loro tra-sporto in pellegrinaggiopresso santuari italiani e in-ternazionali. «Maria parla di Dio che ci prende per mano,che dà da mangiare agli affamati, che riveste gli ignudi,che rialza i miseri, e c’è sempre la mano di Dio che acca-rezza, che rialza, che respinge la superbia, l’oppressione,che si prende cura – ha detto Semeraro durante l’omelia–. Di fronte al mistero della malattia che coinvolge tutti,anche se in modi diversi, c’è ancor più bisogno di una ma-no che porga la medicina, di braccia che aiutino una tera-pia. Senza uomini e donne che si prendono cura, questonon avviene. E la nostra preghiera è per tutti coloro chesi prendono cura dell’infermo, del bisognoso, dell’amma-lato». La Giornata mondiale del malato fu istituita nel1992 da San Giovanni Paolo II, che durante il suo manda-to aveva scritto molto sul tema della sofferenza, confe-rendole un valore salvifico e di redenzione. La data dell’11febbraio coincide con la prima apparizione della Madon-na di Lourdes a Bernadette Soubirous, nel 1858, ed è ilgiorno scelto nel 2013 da papa Benedetto XVI per annun-ciare le dimissioni, a causa proprio di problemi di salute.

Monia Nicoletti

GIORNATA DEL MALATOIn cattedrale la messa con i malati per l’unzione degli infermi

METTI UNA SERA A CENADiscernimento, preghiera e testimonianza

AMORIS LAETITIA E DISCERNIMENTOLo scorso 9 febbraio don Maurizio Gronchi ha incontrato i sacerdoti della Diocesi per un incontro di formazione

milleflash 3

a cura di GIOVANNI SALSANO

Nuovo calendario per l’Oasi della saluteÈ stato definito il calendariodell’Oasi della salute, l’ambu-latorio mobile a cura dell’AF-Mal, la Caritas, le parrocchie el’Unitalsi, che consente di effet-tuare visite mediche gratuite,anche specialistiche. Davanti laparrocchia di San Pietro in For-

mis a Campoverde sarà il 3 marzo (neurologia) e il 5 maggio(medicina); allo Spirito Santo, ad Aprilia il 10 marzo (neurop-sichiatria) e il 12 maggio (cardiologia); ai Santi Anna e Gioac-chino, a Lavinio, il 17 marzo (podologia) e il 19 maggio (epi-lessia); a San Barnaba a Marino il 24 marzo (geriatria) e il 26maggio (podologia); a Sant’Eugenio a Pavona il 31 marzo(neuro pediatria) e il 9 giugno (ecografia day); alla Madonnadel Rosario, a Ciampino il 7 aprile (neurologia) e il 16 giugno(fisiatria); a Galloro il 21 aprile (ecografia day) e il 23 giugno(malattie infettive); e in piazza Pia ad Albano il 28 aprile (chi-rurgia) e il 30 giugno (neuropsichiatria).

Giubileo d’oro per il Rinnovamento nello SpiritoSi è svolto sabato 18 febbraio, nella parrocchia del SacroCuore di Anzio, l’incontro dei gruppi del Rinnovamento nel-lo Spirito Santo della diocesi di Albano, in occasione delGiubileo d’oro del movimento. Dopo l’introduzione del co-ordinatore diocesano Paolo Attanasio, l’assemblea si è av-vicinata in processione al fonte battesimale per segnarsicon l’acqua benedetta come segno di purificazione e di“rinnovamento nello Spirito”. La preghiera ha poi avuto ilsuo culmine nell’adorazione, secondo lo stile del RovetoArdente tipico del RnS, mentre al termine della celebrazio-ne la Parola ha consegnato all’assemblea il mandato di an-nunciare al mondo il regno di Dio, in comunione con tuttala Chiesa.

Riapre l’ufficio matrimoni nella zona marePer facilitare gli spostamenti dei fidanzati della zona pa-storale Mare che si preparano a celebrare le nozze cristia-ne, a partire dal 21 febbraio, è stato nuovamente apertol’Ufficio Matrimoni per la zona di Anzio e di Nettuno. Neigiorni 7 e 21 marzo, 4 e 19 aprile, 9 e 23 maggio, l’Ufficiosarà aperto presso la parrocchia dei Santi Anna e Gioac-chino, a Lavinio Stazione, con orario 9.30 – 11.30. Nei gior-ni 28 febbraio, 14 e 28 marzo, 11 aprile, 2, 16 e 30 maggio,l’Ufficio sarà aperto presso la parrocchia del SacratissimoCuore, a Nettuno, con orario: 9.30 – 11.30. Il servizio saràdisponibile nella zona Mare anche nei mesi successivi, dagiugno a settembre, secondo orari e modalità che sarannoin seguito comunicati.

Apre Spazio consulenza familiareÈ stato aperto nel vicariatoterritoriale di Anzio, pressol’oratorio della parrocchiaAssunzione della Beata Ver-gine Maria, a Lido dei Pini,lo Spazio consulenza fami-liare, un nuovo servizio gra-tuito a disposizione di tuttele persone del territorio peroffrire una “relazione d’aiu-to attraverso l’ascolto”. Lo

spazio – pensato da don Andrea Conocchia e Cecilia Fal-cetti – offre un aiuto specializzato all’individuo, alla fami-glia e alla coppia per favorire l’evoluzione positiva dellapropria personalità e delle proprie risorse personali, perrisolvere un momentaneo disagio, accompagnando la per-sona verso forme più mature e coscienti di relazioni inter-personali tali da permettere una vita personale, familiare econiugale più armonica.

Peregrinatio Mariae nella nostra DiocesiFino al 5 marzo la diocesi di Albano vivrà la Pe-regrinatio Mariae, accogliendo la Madonna diFatima (davanti alla quale ha pregato anche pa-pa Francesco), nell’anno del centenario delleapparizioni mariane alla Cova da Iria. Dopo es-sere stata accolta in alcune parrocchie di Anzioe Nettuno, la Madonna di Fatima sarà ospitatanella chiesa di San Filippo Neri, a Cecchina, fi-no a domenica 26 febbraio, giorno in cui saràportata all’ospedale Fatebefratelli di Genzano edove rimarrà fino a lunedì 27. Nella stessa gior-nata, la Vergine sarà poi accolta nella chiesadello Spirito Santo, ad Aprilia (fino al 1 marzo) e

in seguito arriverà ad Albano. Il 2 e 3 marzo sarà nel santua-rio di Santa Maria della Rotonda, prima della conclusione del-la Peregrinatio in Cattedrale, il 4 e 5 marzo.

Accompagnamento, volto di una comunità adultaÈ entrata nel vivo in tutti i Vicariati territoriali della diocesidi Albano, la fase di riflessione e di proposta sul tema che,dallo scorso convegno pastorale diocesano di giugno, ac-compagna il cammino della Chiesa di Albano. A livello ter-ritoriale le comunità sono in movimento, attraverso il lavo-ro dei Consigli pastorali o appuntamenti di formazione, percontribuire a delineare questo nuovo stile di evangelizza-zione. Il 14 marzo dalle 16 alle 19 si terrà in Seminario ilLaboratorio pastorale sul tema Accompagnamento. Voltodi una comunità adulta per i sacerdoti della zona Colli,mentre il 21 marzo (16-19) presso la parrocchia Santi Pie-tro e Paolo in Aprilia il Laboratorio riguarderà i sacerdotidella zona Mediana e Mare. Gli incontri saranno guidati daidirettori degli uffici pastorali di curia.

dal territorio4

I CRISTIANI E L’EUROPAIl prossimo 16 marzo si terrà il Convegno regionale sull’ecumenismo

«Solo una Chiesa ricca di te-stimoni potrà ridare l’ac-qua pura del Vangelo alle

radici dell’Europa. In questo, il cam-mino dei cristiani verso la piena uni-tà è un grande segno dei tempi, maanche l’esigenza urgente di rispon-dere all’appello del Signore “perchétutti siano una sola cosa” (Gv,17,21)». Le parole di papa Francescoin occasione del conferimento delPremio Carlo Magno, avvenuto loscorso 6 maggio, saranno lo spunto per “I cristiani e l’Europa,oggi”, il convegno delle diocesi del Lazio organizzato dallacommissione per l’Ecumenismo e il dialogo della Conferenzaepiscopale laziale, che si terrà il 16 marzo presso il Santuariodel Divino Amore. Durante questa giornata, si apriranno fine-stre di riflessione e saranno fornite alcune chiavi di lettura inrelazione alle diverse presenze cristiane nell’attuale contestoeuropeo, andando oltre le semplificazioni dei messaggi me-diatici e investigando, quando è possibile, il valore aggiuntodell’umanesimo cristiano.Preceduta dalla presentazione a cura del presidente dellaCommissione per l’ecumenismo e il dialogo, il vescovo di So-

ra-Cassino-Aquino-Pontecorvomonsignor Gerardo Antonazzo, la ta-vola rotonda sarà moderata da Moni-ca Mondo, giornalista e volto diTv2000. Sono previsti gli interventi dipadre Federico Lombardi, ex diretto-re della Sala Stampa Vaticana e at-tuale presidente del Consiglio di am-ministrazione della “Fondazione va-ticana Joseph Ratzinger - BenedettoXVI”, di monsignor Siluan, vescovodella diocesi Ortodossa romena

d’Italia, e di Paolo Naso, docente di Scienza politica pressol’Università “La Sapienza” di Roma e, in passato, direttoredella rubrica “Protestantesimo” su RaiDue.Nel pomeriggio, con “Europa della speranza/Europa dellapaura”, darà il proprio apporto l’onorevole Mario Marazziti,presidente della commissione Affari sociali della Camera deideputati nonché portavoce della Comunità di Sant’Egidio.Il convegno è riconosciuto dalla Pontificia università Latera-nese come corso d’aggiornamento per i docenti. Per ulterioriinformazioni e per le iscrizioni, occorre rivolgersi all’ufficioper l’Ecumenismo e il dialogo o presso il delegato diocesano.

Matteo Lupini

La famiglia come pietra ango-lare della comunità. Un’isti-tuzione da proteggere e ac-

compagnare, anche con progetti diformazione e riflessione. Comequello organizzato a Torvaianica,nella parrocchia Beata VergineImmacolata. Ha un programmadavvero ricco l’iniziativa Famiglia egiovani 2.0: dove stiamo andan-do?. Un interrogativo davvero at-tuale, sicuramente problematico.Tuttavia, è il sottotitolo del ciclo di appuntamenti che resti-tuisce il significato autentico del messaggio: Modelli e stru-menti inediti per vivere bene il nostro tempo. Sono previstitre eventi, a cavallo tra cultura e comunicazione, che in ca-so di domande possono trasformarsi in altrettante opportu-nità di confronto sui temi proposti. Il primo incontro è previ-sto per domenica 5 marzo. Il presidente del Forum naziona-le delle associazioni familiari, nonché ex assessore alla fa-miglia del comune di Roma, Gianluigi De Palo, proporrà unasua riflessione dal titolo : Famiglia 2.0: una bellezza “priva-ta”? sul ruolo della famiglia e sul valore che ha l’intimità delfocolare domestico nell’epoca dei social network. Al secon-do appuntamento, che è fissato per venerdì 31 marzo, è sta-

to invitato come relatore FedericoBadaloni, responsabile dell’archi-tettura dell’informazione nellaDivisione digitale del GruppoEspresso. In quell’occasione, sultema Giovani, famiglia e nuovimodi di comunicare/rsi, si discu-terà delle modalità comunicativeche genitori e parenti hanno oggia disposizione per mantenere vi-vo il dialogo con i più giovani. Nel-l’ultimo incontro, il 12 maggio, il

protagonista sarà Marco Brusati, docente, esperto di comu-nicazione pastorale, direttore generale dell’associazione“Hope” e progettista di eventi ecclesiali. Brusati dirà la suasu Giovani e musica: quali modelli per figli e genitori?.Chiare le intenzioni degli organizzatori. «Abbiamo voluto or-ganizzare questo ciclo di incontri – spiegano i promotori –per favorire, nella nostra città, e nel territorio diocesano,una riflessione seria, non banale e fatta con parole nuove sudue componenti essenziali delle nostre comunità: le fami-glie e l’universo giovanile». Gli incontri, a ingresso gratuito,si svolgeranno alle 18:30 presso il salone-teatro della par-rocchia, nella centrale piazza Ungheria.

Mirko Giustini

A SCUOLA DI COMUNICAZIONEGiovani e famiglie saranno al centro di una serie di incontri a Torvaianica

dal territorio 5

LABORATORIO DI COUNSELINGRiparte librincontro, il progetto che vede i libri come strumenti utili all’esplorazione di sé

Dopo gli incontri svoltisi da aprilea novembre 2016, con il mese dimarzo giunge alla seconda edi-

zione LibrIncontro “Un libro ci prendeper mano e…”, un progetto che vede ilibri, nella molteplicità dei generi lette-rari, quali strumenti utili all’esplora-zione di sé, ma anche quali stimolo perstar insieme e scoprire nuove modalitàdi ascolto e di comunicazione. Il pro-getto si articola in sei laboratori ed ècurato da Maria Claudia Moroni, Coun-selor REICO (associazione professiona-le di counseling che opera in Italia dal 2002). Gli incontricoinvolgeranno a rotazione le biblioteche di Albano, Pavonae Cecchina (il progetto è infatti promosso dal Comune di Al-bano Laziale e dalla biblioteca comunale di Albano Laziale)e si svolgeranno dalle 10 alle 12, nelle seguenti date: saba-to 18 marzo, presso la biblioteca di Cecchina con “Teatran-do. Con stupore in scena”; sabato 1 aprile, alla biblioteca diPavona con “Giallo, suspense...senza delitto”; sabato 29aprile, alla biblioteca di Cecchina con “Poetando, so farloanch’io”; sabato 20 maggio, alla biblioteca di Pavona con “Ilcassetto della memoria” e sabato 10 giugno, presso la Bi-

blioteca di Albano, con “Mimi-amo.Quando dico senza parole”. Sarà anche da definirsi un’ulterioredata per recuperare quello che, ini-zialmente, avrebbe dovuto essere ilprimo degli incontri (il 25 febbraio),dal tema “A cavallo della metafora”.L’ingresso e la partecipazione ai la-boratori è riservato e gratuito per gliutenti delle biblioteche del consorzioSbcr (il Sistema bibliotecario dei Ca-stelli romani, ente pubblico cui aderi-scono attualmente tutti i 17 Comuni

dell’area Castelli romani), ma la prenotazione è obbligatoria.Per ricevere ulteriori informazioni o effettuare la prenotazio-ne è possibile rivolgersi alla biblioteca di Albano (viale Risor-gimento 5, tramite il recapito telefonico 069320534 o all’indi-rizzo mail: [email protected] ), oppure contat-tare la biblioteca di Pavona (via Roma 1 - Tel. 06/9313044, in-dirizzo mail: [email protected]), o la bibliote-ca di Cecchina (via Italia 1 - Tel. 06/9340205, indirizzo mail:[email protected]). Il consorzio Sbcr è an-che su Facebook: @consorzioSBCR.

Chiara Ferrarelli

Terremoto e neve: un mix micidialeper il Centro Italia; ma la speranzanon cessa di alimentare il cuore.

Dalla prima scossa del 24 agosto il pen-siero è sempre con quanti sono nellezone dell’Italia centrale dove la terracontinua a tremare e le comunità localisono duramente provate anche dal-l’emergenza neve che rende molto diffi-coltosi gli spostamenti. La presenza e l’impegno della Caritasrestano costanti in tutti i paesi colpiti, anche quelli spessodimenticati. In tutte le zone interessate si sta completando,da parte delle Chiese locali, il monitoraggio dei bisogni acarattere sociale ed economico e si stanno avviando inter-venti mirati per la ripresa delle attività produttive, soprat-tutto nelle aree rurali.Dal punto di vista strutturale, per riannodare fin da subitorelazioni e rapporti comunitari, si è dato prontamente avvioa un programma di realizzazione di strutture polifunzionali(“Centri di comunità”), il primo dei quali è stato inauguratoad Amatrice il 24 novembre scorso, a meno di cento giornidal sisma, ed è stato utilizzato dopo le nuove scosse comecentro di primo soccorso.Relativamente alle risorse, grazie alla colletta nazionale del 18

settembre e alla generosa risposta soli-dale, sono finora pervenuti a Caritas Ita-liana circa 21,6 milioni di euro, incluso ilmilione messo a disposizione dalla Cei.Subito dopo la prima grande scossadel 24 agosto 2016 la Caritas della dio-cesi di Albano, dopo aver contattato laCaritas della diocesi di Rieti ha orga-nizzato la prima grande raccolta di ge-neri alimentari, prodotti per l’igienepersonale, coperte, abbigliamento, e

altro necessario per far fronte all’emergenza. Una seconda raccolta è stata effettuata recentemente graziealla collaborazione dei parroci e degli operatori Caritas del-le parrocchie della diocesi albanense. Nell’arco di tre setti-mane tutti i viveri sono stati consegnati alla Caritas di Rieti.«Ringraziamo le Caritas della diocesi di Albano – ha scrittola signora Donatella, del team della Caritas reatina –. Sietestati generosissimi e avete dato un contributo veramentegrande alla popolazione ferita. Ad Amatrice sono rimaste lepersone più bisognose perché chi ha potuto, logicamente,ha trovato altre sistemazioni. Vi ringraziamo veramente dicuore per il vostro contributo. Il Signore benedica tutti voiper il bene che state facendo».

Fabrizio Fontana

AMATRICE E DINTORNI: A CHE PUNTO SIAMO?Alcuni aggiornamenti da Caritas Italiana

emancipazione e ruolo sociale6

MARIA, COMPAGNA DI STRADA

Adifferenza di quanto avvie-ne nel tempo di Avvento,la liturgia latina non riser-

va spazi e celebrazioni partico-lari a Maria nel tempo di Quare-sima. Tuttavia, la riflessione sualcune narrazioni evangelicheche vedono al centro la figuramariana può divenire preziosaoccasione per comprendere piùprofondamente le dinamichedel cammino quaresimale edessere accompagnati alla cele-brazione dei misteri pasquali.

Quaresima: cammino di purificazioneCome mostra con chiarezza il Rito di Iniziazione Cristiana de-gli Adulti (n. 21), la Quaresima è prima di tutto tempo di illumi-nazione e di purificazione, tempo di grazia in cui l’ascolto del-la Parola è luce per comprendere più profondamente il miste-ro di Dio e del suo amore manifestato in Cristo e per conosce-re – in questa prospettiva – con maggiore lucidità chi si è e, inparticolare, quelle resistenze che chiudono alla recezione vita-le del dono di Dio. La Quaresima appare in tutto il suo caratte-re di cammino di liberazione, per un deciso cambiamento del-

la mente, del cuore, dello stile di vita: il donobattesimale di grazia ricevuto chiede un’appro-priazione progressiva e, ogni anno, la Chiesapropone ai credenti un cammino nell’intrecciocontinuo di illuminazione e purificazione, donodella grazia santificante di Dio e insieme ogget-to della libera accoglienza dell’uomo.

Maria: compagna di stradaIn questa accoglienza dell’amore di Dio che ri-vela il suo mistero in Cristo e che libera l’esse-re umano, donando pienezza di vita, Maria ap-pare autentica compagna di strada, perché èdonna credente, sorella nella fede, madre deicredenti. Fin dalle prime pagine del vangelo di Luca, neiracconti dell’annunciazione e nel dialogo con Elisabetta, Ma-ria di Nazareth è presentata come donna plasmata dalla gra-zia divina e come credente, radicata su una Parola che di-schiude orizzonti impensati e appella a un’obbedienza radica-le. L’espressione greca kecharitomene, abitualmente tradottacon “piena di grazia”, può essere più correttamente resa con“trasformata dalla grazia”, “oggetto di grazia che agisce”. Ildichiararsi “serva del Signore” esprime – nell’orizzonte dellavisione antico testamentaria – la scelta radicale di cammina-

Donna non si nasce, lo sidiventa diceva Simonede Beauvoir nel libro

che tanto fece scalpore cometesto di riferimento del fem-minismo ante litteram “Il se-condo sesso” del 1949. Oggi, atanti anni di distanza, dirsi didiventare ciò che si è può es-sere letto come un invito allaconsapevolezza di esseredonna e alla responsabilitàche ciò comporta in termini diautorealizzazione personale,sociale, relazionale, familiare.

Sicuramente la donna di oggi ha bisogno di dirsi chi è con co-raggio e verità, perché sono numerose le sollecitazioni cul-turali che tentano differenziazioni di significato complesse eardue. È entrato in uso parlare “identità di genere” perchédire maschile o femminile, nel nostro tempo, sembra ridutti-vo e si preferisce parlare di identità biologica (come si è fisi-camente, con attributi maschili o femminili), di identità psi-chica (come ci si sente, se uomo o donna), di identità di ruo-lo (come si è visti dagli altri e quali ruoli attribuiscono).Nei nostri giorni, il processo di adeguamento dei ruoli nel-

l’assetto sociale, culturale e lavorativo ha portato ad una“unisessualizzazione”. Tutto ciò però non sta avvenendosenza difficoltà. Le donne incontrano ancora problemi nel-l’inserimento lavorativo, e soprattutto la donna oberata diresponsabilità familiari e lavorative, incontra problemi divaria natura anche all’interno della famiglia, dove sia il rap-porto di coppia che la relazione genitoriale soffre dellamancanza di tempo dedicato e di presenza attiva. In Italia, ilmovimento di emancipazione è stato molto agguerrito e lafigura della casalinga, che tutto dedicava alla famiglia, cheviveva per la famiglia, sta rapidamente scomparendo, e ilsuo posto viene preso da una donna nuova che ha innume-revoli interessi oltre quelli domestici. Tuttavia, ci si chiede: l’emancipazione da stereotipi cultura-li richiesta alla donna di oggi genera libertà e benessereper se stessa? Oppure ci si trova davanti ad altre forme didipendenza sociale? Una piena rivoluzione femminile ha bi-sogno di consapevolezza di ciò che la donna è nella famigliaumana, partendo dalle parole della “Lettera alle Donne”del 1995 di San Giovanni Paolo II che così pone il suo inci-pit: «Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna!Con la percezione che è propria della tua femminilità tu ar-ricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla pie-na verità dei rapporti umani».

Manuela Miocchi

SOCIETÀ E FAMIGLIA: IL RUOLO DELLA DONNAConsapevolezza e responsabilità per una rivoluzione sociale ancora da attuare

Shabana Azmi

protesi verso l’annuncio pasquale 7

MARIA, COMPAGNA DI STRADA NEL CAMMINO QUARESIMALEre sulle vie di un Dio che sorprende e chiama,al quale si aderisce con tutto se stessi. La for-ma del verbo all’ottativo «Avvenga di me se-condo quanto hai detto» ricorda che è in giocoun desiderio profondo e vitale di vivere secondola Parola di Dio. Il cammino quaresimale si de-ve radicare su questa stessa consapevolezza:siamo anche trasformati dalla grazia (Ef 1 usaper i cristiani lo stesso verbo usato da Luca perMaria karitoo), chiamati a maturare nel desi-derio e nella scelta di seguire il Signore, nel-l’ascolto costante della sua Parola.

Presenza silenziosa e salvificaNel corso della vita di Gesù narrata dai vange-li, Maria solo raramente è citata; da queste so-

brie ricorrenze si è però sollecitati a comprendere in modoadulto come la fede maturi, richieda il faticoso travaglio di ri-flessione e di approfondimento, si dispieghi in modo maiscontato. Maria ci è presentata come donna che «avanzò nel-la peregrinazione della fede» (Lumen gentium, 58). In alcunicasi il vangelo ci dice che «non comprese queste parole» (Lc2,50) e che «meditava queste cose/parole nel suo cuore». Ilcammino di purificazione tipico del tempo quaresimale com-

porta una riflessione disincantata sul modo in cui si reagiscea ciò che avviene, chiede di confrontarsi con la fatica di com-prendere il mistero di Dio, la sua paradossale rivelazione sul-la croce, richiede di dare parola esplicita al nostro non capire,alle nostre paure di seguire Gesù sulla via della croce. Maria,nostra sorella in una fede in cammino, mostra che per questoè necessario continuamente correlare esistenza e Parola diDio, per maturare uno sguardo credente sulla realtà. Il cammino quaresimale è tutto orientato all’annuncio pa-squale: il Messia crocifisso è stato risuscitato. Al termine deiquaranta giorni ci si ritrova a guardare il Crocifisso, nel suomomento di consegna massima al Padre e all’umanità. Il van-gelo di Giovanni pone – simbolicamente – sotto la croce di Ge-sù la madre e il discepolo amato. Maria, resa madre dei cre-denti dalla parola del Figlio, che le affida nel discepolo amatotutti i discepoli, insegna a non sottrarsi a questo confronto e amettere la propria idea di Dio – talora troppo facilmente con-solatoria e in cerca di rassicurazioni e certezze – davanti alloscandalo della croce, perché sempre ne sia illuminata e puri-ficata. Solo così si può scoprire in modo autentico la forza tra-sformatrice della vita divina nelle parole – sempre imprevistee sempre “inaudite” – dell’annuncio pasquale.

Serena NocetiTeologa e docente presso diverse facoltà teologiche

Parlare di donne e di pari op-portunità rischia, comesempre, di mostrare il pro-

blema con un approccio rivendi-cativo o a volte vittimistico. È vero,ancora oggi nel 2017, in Italia alledonne non è consentito di dare illoro pieno contributo alla società,con una partecipazione di solo il54% al mercato del lavoro, una di-soccupazione del 13% (il 2% in piùrispetto agli uomini) e salari piùbassi di quasi la metà rispetto ai colleghi maschi (GlobalGender Gap Report 2015 del World Economic Forum).La maternità continua ad essere motivo di discriminazionee, in generale, la condizione delle donne ha ancora semprea che fare con la fatica di dover armonizzare molte dimen-sioni che, nonostante la tanto sbandierata parità di genere,rimangono a loro quasi esclusivo carico: le donne lavoranoper contribuire all’economia familiare, spesso acconten-tandosi di impieghi non qualificati; il peso organizzativo del-la vita di famiglia e l’accudimento dei figli sono ancora for-temente a carico delle donne che, oltre ad essere mogli emadri, continuano a essere figlie dovendo accudire i genito-ri anziani; quando c’è una separazione, poi, l’affidamento

dei figli, se pur condiviso, ricade quasi com-pletamente su di loro.Non meno grave è l’uso del corpo delle donnenei media che continuano a mettere in scenadei cliché che presentano un’immagine stereo-tipata di donna al servizio del maschio e deisuoi istinti. La nostra società non valorizza ledifferenze maschili e femminili e, per prenderein considerazione una donna, questa deve es-sere come un uomo, dovendo rinunciare allasua specificità che nella maternità trova la suamassima espressione. Questa negazione della

propria natura è una tentazione che oggi molte donne vivonoin un desiderio di emancipazione snaturante.Dal piccolo osservatorio che è il Consultorio familiare dioce-sano, si nota però qualche piccolo segno di speranza, soprat-tutto nei corsi di preparazione al parto che vedono i papà pro-tagonisti della gravidanza con un atteggiamento collaborativoe alla ricerca di una presenza più attiva per le mogli ed i figli.La generazione, simbolicamente, esprime la differente mo-dalità di comprensione del mondo che uomini e donne han-no: in quel generare il figlio accogliendolo in sé c’è una mo-dalità di approccio alla vita, una forma mentis che, se le èconcesso, la donna porta in ogni ambito del suo impegno.

Daniela Notarfonso

DONNE E PARI OPPORTUNITÀ: UNA SFIDA VINTA?Un cammino da percorrere insieme come sfida per la società

ordinazioni presbiterali8

PASTORI DI MISERICORDIA PER IL SUO GREGGEIl prossimo 25 marzo Ambrogio Martinez e Alfonzo Perez saranno ordinati presbiteri nella Cattedrale di Albano

José Ambrogio MartinValadez è originario diJalisco in Messico. Ha

sentito la chiamata del Si-gnore a 17 anni, iniziando ilsuo cammino vocazionaleprima nella diocesi di SanJuan de Los Lagos, in Mes-sico, per poi continuare ilsuo percorso in Italia, doveè arrivato nel luglio del2008, lasciando la sua casae la sua famiglia per intra-prendere la strada che il Si-gnore gli stava preparando.Ha iniziato gli studi filosofi-

ci presso il Seminario di Anagni, per poi essere inviato in mis-sione in Messico per un anno. Rientrato in Italia, ha ripreso econcluso gli studi in Teologia, finendo la sua tappa formativacome seminarista. Il 7 ottobre 2015 è stato ordinato Diacono,svolgendo la pastorale presso la Parrocchia di Fontana di Pa-pa. Oggi è al servizio della parrocchia di San Giuseppe a Ca-salazzara.Si avvicina il giorno della sua ordinazione, che si terrà nellacattedrale di San Pancrazio ad Albano, il 25 marzo alle 18,mentre il 26 marzo alle 11 celebrerà la sua prima messa in-sieme a tutta la comunità.

Quali sono le emozioni che caratterizzano la tua vita, in que-sti giorni di avvicinamento all’ordinazione?«Sono emozioni molto forti, il Signore ha modellato in ognu-no di noi cose grandiose, progetti magnifici sin dal seno ma-terno, sin dal nostro battesimo, perché senza di Lui, senza lasua presenza accanto a me e senza la preghiera non ci sareb-be mai stata la mia risposta generosa, ovvero il dono e il ser-vizio per gli altri e per il Regno dei Cieli. Come diacono mi so-no messo al servizio della mia comunità, comprendendo co-me l’unità faccia la forza e come la preghiera unanime di tut-te le persone che mi sono state vicine inquesto percorso, abbia reso questo cam-mino più bello e pieno. Come sacerdoteho il dono di poter presentare Gesù allepersone e, soprattutto, il dono di potercamminare insieme al popolo che mi sa-rà affidato».

Punto di arrivo o punto di partenza?«Sembra una domanda semplice, ma mifa molto riflettere. È soprattutto un pun-to di partenza. Da qui si parte per met-termi completamente al servizio deglialtri, di una comunità che mi vedrà comeil suo pastore, e dentro di me mi rendoconto che questa realtà è un immensodono e un privilegio, mi sento pronto persaper riconoscere e comprendere le ne-cessità e i bisogni della mia comunità,

per accompagnare il popolo nel cammino della fede. La sfidasarà rendersi conto che nessuno del Suo piccolo gregge deveessere perduto, ma tutti devono essere portati a testimoniaree a fare esperienza dell’amore che il Signore ha provato perognuno di noi».

Alfonso de Jesus PerezArango è originario diCarolina Antiochia, in

Colombia ed è in Italia dal2008. Ha seguito gli studi teo-logici presso il seminario diAnagni. Successivamente, si ètrasferito nel seminario di Al-bano Laziale, da dove è statoinviato a compiere la pastora-le nella chiesa di San Michelead Aprilia. Ha chiesto di esse-re incardinato nella diocesisuburbicaria di Albano chie-dendo al vescovo, MarcelloSemeraro, di essere accoltotra il clero diocesano e di es-sere ammesso all’Ordine Sacro del Presbiterato. Dopo un pe-riodo di attesa, in cui il vescovo ha valutato la sua richiesta, erimettendosi totalmente alla sua decisione, ha ricevuto unarisposta positiva e finalmente è imminente il giorno della suaordinazione (il 25 marzo alle 18 in Cattedrale).

Quali sono le emozioni che caratterizzano la tua vita, in que-sti giorni di avvicinamento all’ordinazione?«In tutto il mio essere le emozioni e i sentimenti che provosono molteplici e si alternano con dinamicità. La gratitudi-ne, la gioia e la lode a Dio per avermi scelto al suo serviziosono le emozioni predominanti. Ma anche la possibilità direndere visibile il dono della chiamata attraverso l’imposi-zione delle mani del Signore, del suo ministro sulla terra,ovvero sua eccellenza il vescovo.

Tra le tante emozioni del cuore, a preva-lere è la riconoscenza per un così gran-de dono, la felicità di poter ricevere que-sto privilegio e la gioia per la vita che miattende e per le grandi opere che Diocompie nel cuore di ogni sua creatura».

Punto di arrivo o punto di partenza?«L’ordinazione sacerdotale è senz’al-tro un punto di arrivo perché si trattadi un obiettivo raggiunto, ma anche, esoprattutto, un punto di partenza perintraprendere un cammino di vita rin-novato secondo l’Amore di Dio e peressere ambasciatore di misericordiapresso ogni fratello che incontreròsulla mia strada».

a cura di Irene Villani

eventi diocesani 9

CHIAMATI A CUSTODIRE LA TERRAIniziative di Pastorale sociale sul terrirorio

L’Ufficio diocesano per la Pa-storale sociale e del lavoroha iniziato, nello scorso an-

no scolastico con gli alunni dellescuole superiori di Pomezia, alcu-ni incontri di approfondimento sueconomia civile e cittadinanza re-sponsabile, allo scopo di rifletteresull’attuale situazione sociale,culturale e antropologica della no-stra società e per acquisire stru-menti di lettura del nostro tempo estrumenti di partecipazione per una cittadinanza responsabi-le. Partendo dalle criticità del nostro tempo, dal mercato divi-nizzato alla speculazione finanziaria contro il bene comune, irelatori hanno condiviso con gli studenti gli strumenti per di-ventare cittadini consapevoli: dalla leva del consumo criticoalla resistenza al dominio della finanza casinò. Questo annogli incontri di approfondimento sulle tematiche ambientali eumane hanno per tema “Quale futuro per il pianeta, quale uo-mo per il futuro”, e sono in corso di svolgimento presso l’isti-tuto superiore “Via Copernico” di Pomezia. Il primo incontro,a cura del giornalista Giampiero Valenza, si è svolto mercole-dì 15 febbraio, mentre i due successivi sono in calendario gio-vedì 2 marzo alle 15, con Maria Chiara Cefaloni, e martedì 14

marzo alle 15, con la presentazio-ne dell’enciclica Laudato si’ a curadi Emilio Baccarini, docente di an-tropologia e filosofia della religio-ne all’università di Tor Vergata. Papa Francesco nell’enciclicaLaudato si’ ci indica la necessità dipromuovere una ecologia integra-le: ambientale e umana, attivandoun cambiamento di comporta-menti e stili di vita, dalla cura de-gli ambienti urbani e rurali, ai rap-

porti sociali, all’educazione,che protegga il bene comune esappia guardare al futuro.Le tematiche di questi incontri vertono sulla mala informa-zione in campo ambientale e sulla radice umana della crisiecologica (cultura dello scarto, povertà e sfruttamento) eterminano con una lettura guidata e approfondita della“Laudato si’”.Gli incontri sono svolti in forma laboratoriale in modo da coin-volgere in maniera attiva gli studenti che, sulla base dei treincontri, potranno scrivere un elaborato di 3000 caratteri sul-la sostenibilità ambientale. I migliori tre saranno pubblicatisulla rivista “Frammenti di pace”.

Rita Leli

PROSPETTIVE DI CRESCITA IN EUROPA PER IL MUDINasce il progetto Innovamuseum coordinato dal Centro Europeo Turismo e Cultura

Continua il coinvolgimento del Mu-seo diocesano di Albano in progettiche hanno come obiettivo quello di

far conoscere un polo culturale interes-sante, spesso sconosciuto anche ai resi-denti della cittadina dei Castelli romani. Così, dopo la partenza di Se Scambio,Cambio – che prevede appuntamenti an-che per il 2017 – e del Museum Gran-dtour, arriva una nuova sfida per il MuDi:Innovamuseum, un progetto che proiettain Europa l’aspirazione alla diffusionedella cultura anche attraverso le piccolerealtà museali.Sulla strada, già tracciata a livello localeda iniziative avviate in un’ottica di coinvol-gimento delle aree culturali periferiche(non solo italiane, ma anche dei paesi par-tner europei), Innovamuseum pone tra isuoi obiettivi principali quello di conquistare il pubblicocompreso nella fascia d’età tra i 18 e i 35 anni, per porrebasi solide verso un futuro in cui il bagaglio culturale dellenuove generazioni passi attraverso realtà meno conosciu-te. Il MuDi di Albano e tutte le realtà coinvolte cercherannodi raggiungere l’obiettivo preposto, facendo leva sul connu-bio che da sempre esiste tra arte e cultura enogastronomi-

ca e sfruttando la potenza mediatica delweb e dei social media. Proprio nell’ambito di questi intenti, è sta-to lanciato un contest, appena concluso,che ha visto coinvolte cinque opere d’artepresenti nella diocesi di Albano, scelte daldirettore del museo, Roberto Libera, sul fi-lo del connubio Art &Food. Tra le operemesse in “gara”, con una totale di 18 votisu 35, ha vinto il dipinto realizzato in olio sutela di un autore sconosciuto, custoditonella chiesa di Santa Maria delle Grazie inAlbano. Nel dipinto la Vergine Immacolataè rappresentata in maniera canonica con ilpiede sinistro sulla falce di luna e sul ser-pente e ha il capo circondato da una coro-na di dodici stelle. A sinistra di chi guardasono raffigurati un santo francescano, for-se San Francesco, e dietro di lui la santa

terziaria domenicana Rosa; a destra San Giovanni Battista.Porre l’attenzione sui dettagli, esportare in Europa la forzadei piccoli musei di periferia, coinvolgere tutta la comunitàper creare un flusso turistico nazionale e generare anche unindotto economico importante sono i cardini di una sfida daaffrontare e vincere, per i ragazzi di oggi e per il loro futuro.

Emanuele Scigliuzzo

rubrica biblica a cura di ombretta pisano10

Il piccolo Mosè èstato salvato dalleacque. Allattato e

svezzato in seno allafamiglia di origine,una volta entrato apieno titolo alla corteegiziana, viene for-mato in tutte le disci-pline in cui venivanoformati i funzionari:la scrittura, le scien-ze, la musica. Mosè è cresciuto, èmaturato, è «potentein parole ed in opere»(At.  7,22). Anche Ge-sù sarà descritto,in  Lc.  24,19, come«potente in opere eparole», in uno deitanti accostamenti

tra lui e Mosè che troviamo nel Nuovo Testamento.Istruito, maturo, all’apice della sua vita, Mosè viveun’esperienza che lo sveglia, che gli fa prendere coscienzadel senso del suo essere al mondo. Mosè “esce” verso co-loro che riconosce come suoi fratelli e “vede il loro peso”.Egli sa di avere in mano gli strumenti e la capacità per aiu-tarli, è generoso, sa agire, conosce le parole giuste, è in-fluente. Il giovane Mosè è il prototipo della persona che hastudiato e sa raggiungere gli obiettivi che si è prefissato.Tuttavia, qualcosa si mette di traverso, e Mosè sperimentail rifiuto e il fallimento.Nel nostro testo troviamo una concentrazione significativa diverbi riferita a lui, soprattutto “uscire” e “vedere”. Una taleinsistenza vuole attirare la nostra attenzione. Mosè sa “ve-dere” a tal punto, che l’ingiustizia che egli vede gli risulta in-sopportabile. Entra in contatto con una realtà che, dimo-strandosi ben diversa da quella che si era costruito con lasua sapienza umana, lo espone all’imprevedibile che non sagestire, e ha una reazione sproporzionata: si espone fino acompromettersi, fino ad uccidere.Oltre all’uccisione dell’egiziano, un altro evento decisivofa scendere Mosè con i piedi per terra: il rifiuto da partedel fratello ebreo (“chi ti ha posto come capo e giudice sudi noi?”). Sono due eventi che, se da una parte rivelano lebuone intenzioni di Mosè, dall’altra mostrano tutta l’am-biguità del suo agire, che ancora manca di qualcosa. Ilsuo problema è proprio che nessuno lo ha costituito comegiudice di nessuno. Non ancora. E neanche il popolo è ingrado, ancora, di conoscere chi è che manda Mosè. Man-ca Dio, la sua azione, il suo intervento, la sua “discesa” inquesta storia di Mosè e del popolo che egli deve liberare.Davanti a questo fallimento, Mosè si scopre radicalmentesolo, e crolla. Con generosità immensa aveva rinunciato a

tutti i privilegiper farsi poverocon i poveri, op-presso con glioppressi e inve-ce viene respin-to proprio da co-loro ai quali vo-leva fare del be-ne. Il v. 29, purcosì scarno, èd r a m m a t i c o :«Fuggì Mosè … edivenne stranie-ro nella terra diMadian». Mosè,il coraggioso, fugge e perde tutti i diritti di uomo, perchéuno straniero, non potendo contare su una famiglia, è al-la mercé di chiunque. Mosè, dunque,“si stabilì nel paesedi Madian, e sedette presso un pozzo”, si è seduto e hadetto: basta ho diritto anch’io alla mia vita. Sembra una costante dell’agire di Dio nella vita di quelliche egli chiama. Lo vediamo anche con San Paolo: dopol’evento di Damasco, passano almeno dieci anni primache gli riesca di portare a termine una missione. Anchelui ha vissuto un periodo di grande oscurità ed isolamen-to. All’inizio predicava con entusiasmo, ma era un perso-naggio scomodo per tutti e dopo i primi tempi di predica-zione, viene rimandato a Tarso (At 9,30), dove vive lavo-rando da artigiano.Non è raro che, nei casi di queste grandi conversioni, il Si-gnore permetta un periodo di durissima prova di purifica-zione che operi un cambiamento nel modo di vedere le co-se, e che deve maturare lentamente. Immaginiamo che lareazione sia di Paolo che di Mosè sia stata anche di risen-timento: è difficile accettare il modo misterioso e incom-prensibile dell’agire di Dio. Si è investiti da mille dubbi: c’èveramente un disegno di Dio sulla mia vita oppure sonosogni del passato? Così Mosè, e così noi. Bisogna aspettare, perché è Dio cheguida e determina i tempi e gli eventi. È vero che Mosè hatagliato i ponti con la sua vita passata, che è diventatostraniero, che ha pascolato il gregge di un altro e ha vis-suto una vita radicalmente diversa dalla precedente, mabisognava che avvenisse questo. Al termine di questo im-precisato lasso di tempo,quando sembra che ancheDio si sia dimenticato dellesue promesse, Mosè usci-rà di nuovo, per pascolarele greggi. Ma qualcosa inlui è rimasto vivo, e suquesto Dio tornerà a co-struire una storia nuova.

(Continua sul prossimo numero)

MOSÈ USCÌ VERSO I SUOI FRATELLIDalla generosità al fallimento

11In quei giorni Mosè, cresciuto inetà, uscì verso i suoi fratelli. Vide illoro peso; vide pure un uomo egi-ziano colpire un uomo ebreo, unodei suoi fratelli. 12Si voltò in qua e inlà, vide che non c’era nessuno, ecolpì l’egiziano, nascondendolo poinella sabbia. 13Uscì il secondo gior-no, ed ecco che vide due uominiebrei che litigavano. Disse al catti-vo: «Perché colpisci tuo fratello?».14Disse: «Chi ti ha posto come capoe giudice su di noi? Vuoi forse ucci-dermi come hai ucciso l’egiziano?».Mosè ebbe paura e disse tra sé:«Certamente la cosa è risaputa».15Il faraone sentì parlare di questafaccenda e cercò di uccidere Mosè,ma Mosè fuggì via dal faraone, sistabilì nel paese di Madian, e se-dette presso un pozzo. (Es 2,11-15)

mondialità e cultura 11

IL SENSO DEL BENE COME ORIENTAMENTORiconoscimento del proprio limite e di quello altrui per camminare insieme

Il Bene è anche accettazione delladiversità del soggetto, l’acco-glienza dell’io che fa spazio al-

l’espressione più vera dell’identitàdell’altro, seppur diverso dal sé. Difronte a questa espressione l’io nonrimane uguale a se stesso; facendoesperienza della relazione con il tu,in un movimento duplice e circolare,succede che entrambi non rivolganopiù lo sguardo solo al loro io. E sicambia prospettiva, lo spazio occu-pato precedentemente si restringeper cederne un po’ all’altro, mentre il tempo si dilata. Si in-grandisce l’insieme, perché “Il tutto è superiore alla parte”,così come l’uomo è sempre di più, rispetto ai suoi pensieri,alle sue emozioni, ai piaceri, e ai dolori. Intrinseco, e innato,è il senso a cui si cerca di dare un significato costante e nuo-vo: ciò che Husserl chiama “Sinngebung”, ossia donazionedi senso. Questo è l’altro, già a partire dalla consapevolezzadella fondamentale coesistenza dell’io, con l’altro da sé. Po-lifemo, nelle vicende dell’Odissea, non può riconoscere Ulis-se, “Nessuno”, fino a che quest’ultimo non gli rivela il suovero nome. Dunque, la persona scaturisce da un nome pro-

prio, e si considera tale, con il rico-noscimento dell’io da parte dell’al-tro. Non viviamo soli, ma, ricordandoil pensiero di Leibniz, siamo monadiautonome individuali facenti parte diun sistema nel quale, ciò che è l’al-tro, riguarda anche me. Rimangonocosì fondamentali sia la percezionedata dalle rappresentazioni propriedella vita interiore dell’io, sia l’ap-percezione, e cioè, richiamando ilpensiero kantiano, l’unità che si rice-ve in funzione dei dati ricavati dalla

molteplicità della differenza. L’accompagnamento, in questomodo, si colloca in una dimensione protesa verso una dire-zione particolare: conoscere dall’errore dell’altro, il proprio,e, quindi, riconoscersi limitati; non aver paura di essere nu-di, autentici: «Dove sei?», «Mi sono nascosto» (“Il camminodell’uomo”, Martin Buber); affrontare la realtà con l’espe-rienza del fallimento, ma, con profezia, superare il male, invista di un unico bene: ricordare sempre l’orientamento divita, l’Amore dal quale tutti e ciascuno hanno avuto origine,dall’eternità, e, così, insieme.

Chiara Maffeis

FESTA DELLA DONNA«Senza di lei non c’è armonia»

L’8 marzo è la Giornata inter-nazionale della donna, co-munemente chiamata Festa

della donna. Si tratta di una ricor-renza per ricordare le conquistesociali, politiche ed economichedelle donne, ma anche le discrimi-nazioni e le violenze di cui sono an-cora oggetto in tutto il mondo. Lacelebrazione, che si tiene negli Sta-ti Uniti a partire dal 1909 e in Italiadal 1922, fu ufficialmente ricono-sciuta dall’Onu nel 1977.Sfatiamo un mito. Quanti di voi so-no convinti che all’origine ci sia l’incendio che, l’8 marzo1908, costò la vita a un centinaio di donne costrette dal loropadrone a rimanere nella fabbrica tessile Cotton di NewYork? Si tratta di una bufala, una leggenda ispirata probabil-mente a una tragedia analoga, ma reale, accaduta il 25 mar-zo del 1911 in America. In Italia il simbolo è la mimosa. LaFesta della donna, soprattutto in passato, ha avuto una for-te valenza politica, coincidendo con alcune lotte femministecome il diritto di voto o all’aborto.La donna è sempre al centro dei pensieri di papa Francesco,che in più occasioni ne ha esaltato il ruolo sociale, auspican-done un miglioramento delle condizioni economiche e lavora-

tive. Basti pensare alle discrimina-zioni che molte, tutt’oggi, sono co-strette a subire sui luoghi di lavoro.Il solo desiderio di fare un figlio, inItalia, spesso basta per esserescartate ai colloqui di lavoro. Pernon parlare delle violenze fisiche edei maltrattamenti ad opera degliuomini. I dati dell’associazione Te-lefono Rosa sbattono in faccia unarealtà fatta di 58 donne uccise dapartner o ex fidanzati da gennaio agiugno 2016.«Senza la donna, non c’è l’armonia

nel mondo»: queste le bellissime parole che il Pontefice hapronunciato durante l’omelia in una recente Messa a SantaMarta. «Quando non c’è la donna, manca l’armonia. Noi dicia-mo, parlando: ma questa è una società con un forte atteggia-mento maschile, e questo, no? Manca la donna. “Sì, sì: la don-na è per lavare i piatti, per fare …”. No, no, no: la donna è perportare armonia. Senza la donna non c’è armonia. Non sonouguali, non sono uno superiore all’altro: no. Soltanto che l’uo-mo non porta l’armonia: è lei. È lei che porta quella armoniache ci insegna ad accarezzare, ad amare con tenerezza e chefa del mondo una cosa bella».

Francesco Minardi

Martin BuberMartin Buber Edmond HusserlEdmond Husserl

appunti12

Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 10, numero 89 - febbraio 2017

APPUNTAMENTI02 MARZORituro spirituale mensile del cleroL’incontro si terrà presso il seminario vescoviledalle ore 9,30.

05 MARZORito di elezione dei catecumeniL’appuntamento è alle ore 18.00 presso la catte-drale di San Pancrazio.

06 e 10 MARZOScuola di coppiaL’ufficio per la pastorale familiare organizza due in-contri di formazione per i giovani sposi. Il primo siterrà alle ore 18.00 presso la parrocchia San Giu-seppe in Pavona; il secondo alle ore 19.30 presso laparrocchia Sant’Antonio in Falasche.

14 MARZOLaboratorio pastorale - zona colliL’incontro si terrà alle ore 16.00 presso l’istitutoRegina degli apostoli (suore apostoline) in via mo-le, 3 - Castel Gandolfo.

10 MARZORiunione dei direttori di curiaL’incontro si terrà alle ore 10.00 presso la sala riu-nioni della curia vescovile.

19 MARZOCresifestIl Cresifest, festa dei cresimandi, anche quest’anno

sarà ospitato dal Centro Mariapoli (Via S. GiovanniBattista De La Salle - Castel Gandolfo) dalle ore15.00. Anche per quest’anno il tema è “Mai Soli... incerca di te”.

20 MARZORiunione dei vicari territorialiL’incontro si terrà alle ore 10.00 presso la sala riu-nioni della curia vescovile.

21 MARZOLaboratorio pastorale - zona mediana e mareL’incontro si terrà alle ore 16.00 presso la parroc-chia Santi Pietro e Paolo in Aprilia (via Ugo La Mal-fa). Il tema dell’incontro è “Accompagnamento.Volto di una comunità adulta”.

23 MARZORiunione del consiglio presbiteraleI membri del consiglio presbiterale sono convocatialle ore 10.00 presso il seminario vescovile.

25 MARZO• Ritiro spirituale dei diaconi permanenti

L’incontro si terrà alle ore 15.30 presso il semi-nario vescovile.

• Ordinazione sacerdotaleIl vescovo ordinerà presbiteri i diaconi Alfonsode Jesus Perez Arango e José Ambrogio Mar-tin Valadez. La celebrazione avrà luogo pressola cattedrale di San Pancrazio alle ore 18.00.

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:Chiara Ferrarelli, Mirko Giustini, Rita Leli, Matteo Lu-pini, Francesco Macaro, Chiara Maffeis, Valerio Messi-na, Francesco Minardi, Manuela Miocchi, Monia Nico-letti, Serena Noceti, Daniela Notarfonso, Antonello Pa-lozzi, Ombretta Pisano, Giovanni Salsano, EmanueleScigliuzzo, Irene Villani.

Piazza Vescovile, 1100041 Albano Laziale (Rm)Tel. 06/93.26.84.024 - Fax 06/93.23.844

[email protected]

Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Capo D’Acqua, 22/B00047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 26.01.2017

DISTRIBUZIONE GRATUITA

“Mai soli... in cerca di te”: torna il CresiFest della Diocesi di Albano

Il CresiFest, la festa incontro dei cresimandi della Diocesi con il vesco-vo Marcello Semeraro, è giunto alla quinta edizione, e si terrà domeni-ca 19 marzo presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo dalle 15 alle18.00. Anche quest’anno il vescovo ha voluto rivolgere personalmenteil suo invito a ciascun partecipante. «Carissimi ragazzi e ragazze chenei prossimi mesi riceverete il sacramento della Confermazione – hascritto il presule ai giovani cresimandi – siete la speranza e la gioia del-la nostra Chiesa diocesana. Il dono dello Spirito Santo farà di voi corag-giosi testimoni di vita nuova. Non potendo celebrare tutte le vostre Cre-sime, desidero incontrarvi per dirvi personalmente quanto siete pre-ziosi per la nostra Chiesa». All’appuntamento sono attesi circa novecento ragazze e ragazzi, accom-pagnati dai loro catechisti e da alcuni genitori per vivere questo evento incui sarà possibile riflettere, pregare, parlare con il vescovo e fare festacon spettacoli musicali e artistici. Sarà inoltre possibile conoscere le re-altà di alcuni uffici diocesani, che saranno presenti con alcuni stand perinformare i partecipanti riguardo le iniziative in corso e i progetti futuri. Iltema, confermato anche per questo anno, è “Mai soli”, perché chi riceveil sacramento della Confermazione può contare sulla vicinanza del pasto-re e dell’intera comunità, e la Chiesa di Albano desidera andare incontroai giovani e accompagnarli anche dopo la Cresima.Il materiale in preparazione all’incontro del 19 marzo è stato preparato eorgaßnizzato dall’Ufficio catechistico diocesano, diretto da don Jourdan

Pinheiro, dal Centro oratori diocesano e dal Servizio di pastorale giovanile, diretti da don Salvatore Surbera e don ValerioMessina e può essere scaricato sul sito www.catechisticodiocesidialbano.com. Inoltre, sarà possibile condividere foto, pen-sieri ed emozioni anche tramite social network: su Facebook è stato aperto il gruppo “CresiFest – Diocesi di Albano” (a cuisi può accedere anche da smartphone attraverso il Qr-code presente sull’invito).

Valerio Messina