Due donne un carisma n. 4 del 2009

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4 Pubblicazione sulla spiritualità delle sorelle Girelli ANNO XIV LUGLIO-AGOSTO 2009 Due donne un carisma O Gesù, che volete Voi dalla vostra serva? Perché ad un tempo la tirate e la respingete da Voi? Se questa è l’opera del vostro Amore, datemi forza per sostenerla fino all’ultimo termine. (Elisabetta Girelli) Ho ricevuto in questo giorno dei segreti favori dalla bontà del mio Sposo, e vorrei per sua gloria farli noti a tutto l’universo, poiché almeno supplisse colle lodi e ringraziamenti alla mia insufficienza… (Maddalena Gilelli)

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Periodico di informazione religiosa

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LUGLIO-AGOSTO 2009 14 Pubblicazione sulla spiritualitàdelle sorelle Girelli

ANNO XIV LUGLIO-AGOSTO 2009

Due donneun carisma

O Gesù, che volete Voidalla vostra serva?Perché ad un tempola tirate e la respingete da Voi?Se questa è l’opera del vostro Amore,datemi forza per sostenerlafino all’ultimo termine.

(Elisabetta Girelli)

Ho ricevuto in questo giornodei segreti favoridalla bontà del mio Sposo,e vorrei per sua gloria farli noti a tutto l’universo,poiché almeno supplisse colle lodi e ringraziamenti alla mia insufficienza…

(Maddalena Gilelli)

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2 LUGLIO-AGOSTO 2009

Pubblicazione sulla spiritualitàdelle sorelle Girelli

Anno XIV - 2009 - numero 04a cura di Giuseppina Zogno

Via F. Crispi, 23 - 25121 BresciaTel. 030.295675 - 030.3757965

E.mail: [email protected]/c postale n. 12816252

Direttore responsabile:don Antonio Fappani

Progettazione grafica e stampa:COM&PRINT srl - Brescia

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SOMMARIO

ELISABETTA GIRELLI ................................pag. 2Interrogativo bruciante e rispostasconcertante

MADDALENA GIRELLI ..............................pag. 3Paolo di Tarso una luce sul cammino

ELISABETTA GIRELLI: ..............................pag. 4Sguardo al Crocifisso tirocinio austeroper imparare l’Amore

PENSIERI DIVOTI CAVATIDALLE SACRE SCRITTURE:.................pag. 5di Maddalena Girelli

INDIRIZZO E PASCOLOALLA PIETÀ: ...........................................................pag. 6Un pensiero alla morte

CENTRO MERICIANO ................................pag. 7Assemblea dei soci e simpatizzantinel XXV di fondazione

ELISABETTA GIRELLI:Interrogativo bruciantee risposta sconcertante

La natura esuberante e affettivamente ricca di Bettina dovette imporle molti sacrifici nei rapporti con le persone, specie in collegio, durante il periodo formativo. Elisabetta, anche se in modo non sempre con-sapevole, ne ricevette ferite acute, data la sua estrema sensibilità. Le venne un giorno il sospetto che nei suoi confronti vi fosse un’aria di indifferenza… Ciò le era diventato insopportabile…Sicché, una matti-na, per uscire da quelle “strettoie” e ottenere una risposta plausibile, escogitò un originale stratagemma. Si nascose dietro le imposte del dormitorio e vi stette tutto il giorno, in attesa di vedere quel che sareb-be accaduto. Tutto l’educandato, suore e collegiali, fu mobilitato per le ricerche. Ma della ragazza nessuna traccia. Si perlustrò ogni ango-lo del collegio, senza approdare a nulla. Si allargò la ricerca in tutto il paese di Castiglione, ma senza alcun risultato positivo. Si fa sera… Le educande e le suore, inginocchiate in dormitorio, piangono e pregano a braccia aperte per la piccola “smarrita”. Elisabetta le spia da una fessura… Finalmente è soddisfatta! “Le vogliono bene, proprio dav-vero! Elisabetta vale qualcosa!...” pensa. A questo punto, la mo-nella esce tranquilla dal suo nascondiglio, pensando: “Sono prezio-sa però…” Ovviamente, seguirono le dovute correzioni… L’esempio, tuttavia, è significativo e ci mostra come l’educazione, bene imposta-ta, aiuta a crescere in ogni circostanza, anche attraverso quelle che a noi paiono “impertinenze” e diventano, invece occasioni preziose per uno sviluppo armonico della personalità femminile, che ha il suo pun-to focale nella vita affettiva.

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Maddalena Girelli è sempre sul-la breccia. Come responsabile del-la Compagnia è convinta che le sue “Figlie” devono avere in Lei un pun-to di riferimento, uno “specchio”, per usare le sue parole, nel quale riflet-tersi. Lavora perciò, con impegno al suo perfezionamento spirituale. Nene ha un temperamento virile e spesse volte la sua pazienza è mes-sa a dura prova. Le sorelle sono nu-merose… “Ha da sostenerle, aiu-tarle, da servirle, da difenderle, da indirizzarle…”. Oltre a questo lavo-ro, si aggiungono prove in famiglia. Le sorelle Girelli avevano come ospi-te, in qualità di collaboratrice do-mestica, una ragazza di nome Mar-gherita, che veniva dal mondo della prostituzione e che le Girelli spera-vano di poter “recuperare” offrendo-le un tetto, la loro amicizia e un com-penso per vivere. La ragazza era un soggetto intrattabile e portatrice di un insieme di fattori temperamenta-li che la facevano esplodere per dei nonnulla… Allora erano scenate a non finire che erodevano la pace fa-miliare. Nel diario di Maddalena, dal 23 al 25 gennaio del 1888, leggiamo:

“Giorni di molta lotta per la pazienza per le solite scene… Per fre-narmi mi venne una for-te palpitazione di cuo-re, ma Gesù mi aiutò a sostenere tutto senza perdere la quiete e la pazienza!” Per aiutarsi nel combattimento, Ne-ne fa memoria dei San-ti di cui ricorre la novena in quei giorni: S. France-sco di Sales e S. Angela. Riesce, così, ad affron-tare quasi serenamente la prova. Tuttavia, le ma-nifestazioni d’ira di Mar-gherita, la giovane ospi-

te in casa Girelli, erano così violente da rasentare l’ossessione diabolica, tanto che Nene ritenne opportuno “per cacciare Ciapino (il diavolo) di andare a chiamare il Padre Ret-tore; e così (commentava) pare di nuovo ritornata la pace in casa”.Maddalena, però, non era tranquilla e teneva il fiato sospeso, temendo di provocare, sia pure involontariamen-te, qualche nuova burrasca. Scrive: Sto sempre in guardia, e temo, ad ogni passo, di cagionare qualche rottura… Gesù mi aiuti!” Le sov-viene che quel giorno è il 25 genna-io, festa della conversione di S. Pao-lo Apostolo. Tale ricorrenza liturgica la stimola a riflettere sulle molteplici resistenze alla grazia che sono an-che in lei “La festa di oggi - scrive - mi ha fatto bene. Meditai l’opera della grazia in un’anima!. Pensai che anch’io ho ricalcitrato, oppo-nendomi tante volte alle chiama-te del Signore…”. Ciò che, a tutta prima, può sembrare un ostacolo, nella riflessione meditativa, si tra-sforma in “opportunità”. Maddalena ne fa tesoro… “Ormai io so quello

che vuole Gesù da me. Vuole che lo ami con tutto il cuore, con tut-ta l’anima, con tutte le forze…” E’ conquistata dalla figura di Paolo; s’immedesima nell’Apostolo focoso che incontra Cristo e, come lui, si ri-volge a Dio così: Signore, chi sie-te voi? Fatevi conoscere, se devo amarvi!... ho bisogno di una luce del cielo che mi illumini…”.Maddalena rifà, spiritualmente, il cammino di S. Paolo che dovette raggiungere la casa di Anania, per-ché gli cadessero le squame da-gli occhi e scopre, con cuore grato, il dono ricevuto fin dalla sua prima giovinezza: la “guida spirituale” della sua anima assetata di Dio. Allora an-nota: Vi ringrazio Signore, d’avermi provveduto un Anania che m’istru-isca e m’insegni a conoscer Voi ed a conoscer me…”.Propone, quindi, di obbedirlo nei minimi dettagli. Nel “mistero nasco-sto da secoli in Dio” che è la Chiesa, Maddalena contempla, attraverso il Padre spirituale, la sua funzione me-diatrice di luce e loda il Signore sen-za fine.

MADDALENA GIRELLI:Paolo di Tarso una luce sul cammino

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Il cristiano sa che l’amore, la carità, è principalmente dono di Dio.Nella lettera ai Romani S. Paolo af-ferma che lo Spirito Santo (Carità per essenza) è stato riversato nei nostri cuori mediante il battesimo. Tuttavia perché l’Amore possa rag-giungere in, noi la sua perfezione, è necessario anche un lungo tiroci-nio, un impegno ascetico costante. Nel metodo di vita tracciato da Eli-sabetta leggiamo in proposito: “Se alcuna volta sentissi grave il peso di questi proponimenti (ossia gli impegni presi per il suo progresso spirituale) che importano l’eserci-

zio d’una sì indefessa vigilanza e di una sì generosa abnegazione, io conforterò il mio spirito con qualche riflesso sulla passione di Gesù Cristo e non uscirò dalle sue piaghe finché non mi senta disposta e ferma di fare ogni vio-lenza all’amor proprio per amore di Dio”. Lo sguardo fisso sul Vol-to di Gesù crocifisso è incentivo al superamento di sé. Alla scuola del dolore, che alimenta e ingigantisce l’amore, contemplando Cristo che ha amato i suoi “fino alla fine” cioè fino a morire vittima d’amore per tutti, Bettina apprende la scienza

della Croce, impara ad amare co-me ama Gesù. Scrive: “E quando avverrà qualche cosa che mi af-fligga assai, e sentirò il mio cuo-re come oppresso dal peso della Croce, rifiuterò per amor di Dio ogni consolazione umana, non parlandone a nessuno per farmi compatire; e riservandomi per unico sfogo il confidare ciò che mi affligge al Cuor di Maria e per unico conforto il rassegnarmi di tutto cuore al volere di Dio”. Dun-que, l’arma che la Nostra impugna per vincere le sue battaglie spiri-tuali è quella del silenzio e del ri-fiuto di facili conforti umani. Tutt’al più, il ricorso sarà alla Vergine che con mano materna guiderà Elisa-betta sulla via del perfetto abban-dono alla volontà divina. Una moti-vazione ascetica di prim’ordine nel cammino di perfezionamento della Carità è di compiere tutto per amo-re di Dio. nella rinuncia generosa degli apprezzamenti umani e di qualsiasi ricompensa che non sia quella di un crescente amore. “Io intendo di abbracciare queste pratiche (propositi) solo per amo-re di Dio; e però, fin dal presen-te rifiuto ogni lode degli uomini, e non cerco da Dio altra ricom-pensa fuorché quella di cresce-re nella sua Carità”. Elisabetta è decisa a tutto, pur di raggiungere il perfetto amore “Per cui - scrive - se dovessi anche servirlo senza dolcezza, senza consolazione, senza premio, io sarei ferma di non mutare proponimento; giac-ché parmi che il servire ed amare Dio sia per se medesimo dolcez-za infinita, consolazione d’ogni travaglio, premio d’ogni fatica.

ELISABETTA GIRELLI:Sguardo al Crocifisso tirocinio austero per imparare l’Amore

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Maddalena, dopo aver riflettuto con le sue consorelle sui pericoli e gli inciampi che si incontrano sulle vie del mondo, vuole che le Figlie di S. Angela imparino dal Santo Re Davide “le regole opportune per camminare sicure” e “per schiva-re il laccio che ci tendono ovunque i nemici della nostra eterna salute”. Saremmo d’avviso che per cammi-nare senza cadere si debban tene-re gli occhi rivolti a terra. Ma que-sto serve solo per quanto riguarda le strade terrene. Non è cosi per le vie spirituali. “Davide - osser-va Maddalena - ci insegna a fare precisamente il contrario e dice: Gli occhi miei sono sempre ri-volti al Signore, perchè Egli trar-rà dal laccio i piedi miei”. E’ una operazione, questa, che il Signore fa per impedirci di cadere. Il Pro-feta vuol solo farci comprendere che i lacci intricati sono molti e noi non possiamo liberarcene da sole, senza una virtù provata. “Non ba-sta che ci rivolgiamo al Signore qualche volta ... ma per ottenere salvezza, dobbiamo sempre te-nerli fissi a Lui”. Davide con una bella similitudine scrive: “Gli occhi miei sono sempre fissi al Signo-re, come gli occhi dell’ancella sono volti alla mano della padro-na, affinché Egli abbia pietà di noi”. Maddalena enumera i motivi per i quali i servi tengono gli oc-chi rivolti ai loro padroni. In primo luogo, perchè vogliono obbedirli ad ogni cenno... In secondo luogo,

per seguirli o accompagnarli. In terzo luogo, per supplicarli di perdono, o di protezione, o di promozione: per migliorare la loro condizione sociale. Al-lo stesso modo dovrebbero fare, secondo Maddalena, le Figlie di S. Angela, per quan-to riguarda la loro vita spiri-tuale... “OBBEDIRLO ai so-li cenni, adempiendo con gran diligenza e prontezza la sua Divina Volontà, sen-za aspettare che ci faccia obbedire nostro malgrado a viva forza ... Chi obbedi-sce con puntualità non vi sarà pericolo che cada ... perchè questo è il privilegio felice dell’obbedienza, po-ter andare con sicurtà ove ogni altro si perderebbe” L’altro motivo per cui guardare a GESU’ è il seguente: “per seguirlo! e stia-mo pur certi che se calcheremo le sue vestigia, non metteremo mai i piedi in fallo. Ad ogni azio-ne, ad ogni impresa pensiamo come ha operato Gesù su questa terra. Oh, l’imitazione, la sequela di Gesù Cristo ci salverà sicura-mente dai lacci che gli tendono i nemici dell’anima nostra”. Infi-ne, Maddalena commenta in chia-ve spirituale il terzo motivo per il quale i servi guardano ai padroni: la supplica. “Su, dunque sorelle, siamo peccatori? Rivolgiamo gli occhi nostri al Signore per ot-tenere misericordia e perdono.

Siamo pericolanti? Guardiamo al Signore e gridiamo a Lui con Pie-tro: Signore, salvaci, che peria-mo!” Nonostante la nostra miseria e piccolezza, il Signore ci ha rese capaci di vivere una gloria eter-na. Maddalena, perciò, incoraggia ciascuna a tenere lo sguardo fisso “a quelle mani benefiche che ci preparano il Paradiso, e che ci tengono sospesa al capo la co-rona d’una vita immortale. Ah; si!... Le figlie di S. Angela volge-ranno tutte e sempre i loro occhi al Signore, affinché dopo aver per sua mercè schivati i pericoli che le circondano in questa vita, possano fissare perpetuamente i loro occhi nel Volto adorabile del loro Sposo Gesù”.

PENSIERI DIVOTI CAVATIDALLE SACRE SCRITTURE

di Maddalena Girelli“Gli occhi miei sono sempre rivolti al Signore,

perché Egli trarrà dal laccio i piedi miei”. (Salmo 24,15)

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Il discorso sulla morte pre-sentato a ragazze che stan-no aprendosi alla vita, con l’energia prorompente degli anni giovanili, pare stridente e inadeguato. Tuttavia, Eli-sabetta non ha saputo tro-vare argomento più efficace per disingannare le fanciul-le da illusioni facili: “vede-re come vanno a finire le cose del mondo; come an-dremo a finire noi stesse. E questo - scrive la Nostra - vi metterò sotto gli occhi con due brevi riflessioni dalle qua-li ognuna potrà scegliere quella che parrà più conveniente ai bi-sogni dell’anima sua”. Chi si af-faccia al mondo nei primi anni del-la vita è pieno di entusiasmo per il futuro, per la scoperta di un’infini-tà di cose, per la realizzazione della sua persona; e ha difficoltà a pen-sare che questo stato di cose non sarà eterno. Bettina, perciò, affer-ma con energia: “Noi non dobbia-mo star sempre a questo mondo; ma un giorno o l’altro dovremo uscirne, per non tornarvi mai più! Quando dovrà venire questo gior-no nessuno lo sa, ma forse sarà più vicino che non crediamo. E frattanto? Passano i giorni come un lampo ed il Signore ci avverte di star in guardia; poiché la mor-te verrà come un ladro, quando meno l’aspettiamo. Proprio co-me un ladro la morte ha già rapi-to tante e tante, forse più giovani di noi, quando avevano tutt’altro in mente che di morire!” Queste considerazioni che all’orecchio di molte ragazze potrebbero suona-re “antiquate”, non sono poi mol-to lontane dalla realtà del nostro tempo. Direi, anzi, che sono attua-

lissime! Basta sfogliare un giorna-le e aprire il televisore per avere un quadro della situazione giovanile; di quello che succede sulle strade nei “fine settimana”, durante la notte e sul far del giorno. Non si contano le vite stroncate da incidenti stradali, provocati dall’incapacità dei giova-ni di darsi una regola, un freno, nel gestire il modo di divertirsi. Quanti sogni e illusioni si sono coltivati per concludere con la morte una “rag-giunta” pseudo-libertà! ...Al momento della morte il mondo è alle nostre spalle; ci lascia nel-la nudità e nel più totale abban-dono. Davanti a noi resta il giudi-zio di Dio e quello che, con la luce abbagliante della sua presenza, noi daremo di noi stesse. Quelli che in vita hanno amato le cose del mondo… si accorgono allora di aver amata la vanità; se ne ac-corgono quando non v’è più rime-dio. Ah, giovani, continua Elisabet-ta, chiediamo a noi stesse: torna conto per pochi anni di una vita che fugge come un lampo, rinun-ciare ad una eternità di Paradi-so? Non è pazzia servire il mondo che nel momento del maggior bi-sogno ci lascia così poveri e nudi d’ogni vero bene?”E’ saggezza riflettere per tempo sui

mali di poi ... Bettina si pone accanto con amore alle ragaz-ze inesperte per far loro aprire gli occhi sul significato di alcuni fenomeni, spesso giudicati con troppa superficialità, che le fan-no incorrere in errori madorna-li. Elisabetta le aiuta a riflettere sull’importanza del tempo. Es-so è “un tesoro prezioso con cui noi avremmo potuto com-perarci il Paradiso, e, forse, l’avremo speso in passatem-pi, o gettato in ozio, o abusato

coi peccati”.La morte spezza inesorabilmente il filo del tempo. Questa moneta pre-ziosa, che ci era stata consegnata, perchè ne usassimo per il nostro vantaggio, non ci verrà più restitu-ita. E, allora, che sarà?“Dove saranno allora gli abbiglia-menti e le studiate comodità? - scrive Bettina - Ah! di tante vanità e frascherie, di cui ora ci andia-mo caricando, appena appena ci resterà uno straccio da ricoprire le nostre misere membra, laggiù in sepoltura! Guardiamo... a che deve ridursi questo misero corpo, che noi accarezziamo tanto”.Una seria meditazione sulla sorte che ci toccherà, e non solo sotto il profilo fisico, ma ancor più dal pun-to di vista spirituale, indurrà le gio-vani ad operare scelte più oculate.Tanto e tanto le cose del mon-do si hanno da lasciare, ma vi è questa differenza, che a staccar-sene in vita per amore di Dio lo si fa molto facilmente”. Perchè la grazia l’aiuto dì Dio e le consolazioni spirituali con cui il Signore premia la nostra libera scelta, ci sostengono e la prospettiva dei beni futuri ci ren-derà dolce il passaggio da questa alla vita beata del Paradiso.

INDIRIZZO E PASCOLO ALLA PIETÀ:Un pensiero alla morte

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La Presidente del Centro Mericia-no, Angiolina Messali Pederzani, prima di dare il via alla relazione annuale sull’attività del Cen tro, ha ricordato come quest’anno ricorre il XXV anniversario di fondazione. A volo d’uccello, ha ripercorso le tappe più significative del cammi-no, evidenziando come il Centro, con apertura culturale e sensibilità pastorale, ha sempre tenuto fede al convegno di studio annuale di fine settembre, proponendo temi di attualità e proponendo, via-via, una stretta collaborazione con al-tre aggregazioni ecclesiali femmi-nili, per aiutare la donna ad acqui-sire una più chiara consapevolezza della sua identità e del suo ruolo nella società. Il Centro Mericiano ha operato ispi-randosi alla figura di S. Angela che, fin dal ‘500 ha impresso una svol-ta significativa a favore dell’eman-cipazione femminile. Il percorso di questi 25 anni è stato mol-to ricco - ha affer-mato la Presidente del Centro. Il conve-gno annuale ha visto succedersi al tavo-lo dei relatori figure di spicco, che hanno saputo coinvolgere i partecipanti median-te “gruppi di lavoro” volti ad approfondire i temi trattati sotto di-versi profili. Un ampliamento dell’ attività si è imposto a partire dalla celebra-zione del bicentena-rio di Canonizzazione di S. Angela Merici,

che ha visto convenire a Brescia studiosi di ogni parte del mondo. E’ stata un’opportunità per destare l’attenzione sulla Santa Bresciana, già conosciuta all’estero più che da noi (almeno sotto il profilo cultura-le). Molti bresciani, infatti, hanno testimoniato che, anche le persone più sprovvedute, attraverso gli arti-coli pubblicati sui quotidiani locali, oltre che sul settimanale cattolico, in occasione delle celebrazioni bi-centenarie hanno intravisto la pe-culiarità di S. Angela e hanno preso affezione a questa nostra singola-re concittadina. Inoltre gli echi del Convegno Internazionale, tenutosi a “Brescia -Desenzano” nel bicen-tenario della Canonizzazione di S. Angela, hanno aperto nuove piste di approfondimento sulla Merici in Università straniere. La comme-morazione della Santa ha rinsalda-to i vincoli di comunione tra le nu-

merose famiglie orsoline, religiose e laicali, che ad Angela fanno riferi-mento. L’invito della Presidente del Centro a non demordere.Anche se non tutte le iniziative hanno avuto il riscontro di un nu-trito numero di partecipanti, si può studiare il modo migliore per pro-muovere un sempre maggior nu-mero di adesioni. Agli “Amici del Centro Mericiano” la Presidente ha poi ricordato che, accanto al-le numerose sponsorizzazioni, ac-quista un significato particolare la piccola quota annua, segno di un’affezione che fa da centro pro-pulsore alle grandi iniziative che mirano a far conoscere sempre più e sempre meglio la figura di S. Angela, promuoverne la devozio-ne e giungere al traguardo della sua proclamazione, a Co-patrona, con S. Faustino e Giovita, della nostra Diocesi.

CENTRO MERICIANO:Assemblea dei soci e simpatizzanti nel XXV di fondazione

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O SS. Trinità,sorgente di ogni bene,

profondamente Vi adoroe, con la massima fiducia,Vi supplico di glorificare

le vostre fedeli ServeVenerabili Maddalena ed Elisabetta Girelli

e di concedermiper loro intercessione

la grazia...Padre nostro, Ave Maria e Gloria

N.B.: 1) Chi si rivolge al Signore con la suddetta preghiera, specie in caso di no-vena, affidi la propria intenzione all’intercessione di entrambe le venera-bili sorelle.

2) Ottenendo grazie per intercessione delle Venerabili Serve di Dio Maddalena ed Elisabetta si prega darne sollecita comunicazione a:

Compagnia S. Orsola - Figlie di S. Angela - Via Crispi, 23 - 25121 Brescia.Chi desiderasse avere questo inserto da distribuire in Parrocchia, può richieder-lo telefonando allo 030.295675.

Preghiera alle VenerabiliSorelle Girelli

per ottenere grazie!

Supplemento a “la Voce della compagnia di S. angela. BreScia”, luglio-agoSto 2009, n. 4

Elisabetta Girelli Maddalena Girelli