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il Ducato Periodico dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino Quindicinale - 26 marzo 2010 - Anno 19 - Numero 5 Ducato online: www.uniurb.it/giornalismo Distribuzione gratuita Spedizione in a.p. 45% art.2 comma 20/b legge 662/ 96 - Filiale di Urbino L’EDITORIALE L a dodicesima neve è in archivio. Non è stata una tragedia, ma una commedia sì. L’inverno è stato però davvero duro, sotto tutti gli aspetti, a incominciare dalla crisi. Il freddo ci è entrato dentro, anche un po’ nell’animo, Urbino o non Urbino. La Provincia ha messo a disposizione sette- centomila euro per agevolare i pagamenti delle bollette dell’acqua, dei rifiuti, per com- prare i libri di scuola, per gli abbonamenti ai bus, per prestiti a famiglie e aiuti ad aziende. La somma, assai piccola, è destinata a disoc- cupati, cassaintegrati, persone in mobilità con reddito sociale sotto i diecimila euro. E ha anche un sapore elettorale. Ma almeno è un segno di attenzione. Un piccolo fatto e non una promessa da marinaio. Da poco sono fioriti i mandorli e poi qualche pesco. Una grande voglia di sole, di giorni tranquilli e di sorrisi. I giornali popolari del passato mettevano la depressione in prima pagina unendo il bianco della neve con il nero del carbone che per giunta scarseggia- va. Poco ci è mancato che anche nell’ultimo Natale facesse una brutta fine. Disoccupazione, cassa integrazione e picco- le aziende senza credito davano cifre conte- nute, sotto controllo nel Montefeltro, sem- brava e si sperava. Però adesso è primavera, è Pasqua. “E lei che cosa pensa della brutta stagione?” “In un giardino –rispondeva il Giardiniere – ogni pianta ha la sua stagione. C’è l’estate e la primavera, ma c’è anche l’autunno e l’ inver- no. E poi, ancora la primavera e l’estate. Purchè le radici non vengano recise, tutto va bene e tutto andrà bene!” Che sia la strada di Urbino, nascosta in una metafora: passato, presente e futuro? Se proviamo a ricordare in piazza che natura e società sono tutt’uno, se ricorriamo all’alle- goria di “oltre il giardino”, qualcuno si arrab- bia: qui si parla di politica! Specialmente dove si dice, tra virgolette dal libro: “In un giardino le cose crescono…ma prima devono appassire; gli alberi devono perdere le foglie per metterne di nuove, e per diventare più grossi, più forti e più alti. Certi alberi muoiono, ma nuovi arbusti li sostitui- scono. I giardini hanno bisogno di molte cure. Però se ami il tuo giardino non ti secca lavorarci e aspettare. Allora, nella stagione giusta, sicuramente lo vedrai fiorire”. Forse sì. In tutta Italia si vota e il giardino deve fiorire, per forza. E’ la sua stagione. Tutta quella neve non era una tragedia. [email protected] Purché le radici non siano recise T ra i cinquecento karateki attesi ad Urbino per i campionati italiani c’è anche Luca Valdesi (nella foto) cinque volte campione del mondo della disciplina. E’ la prima volta che questa competi- zione si svolge nelle Marche. L’entrata al palazzetto Mondolce sarà gratuita. Due le categorie in gara, juniores e seniores a pagina 15 La carica dei 500 karateki Questa Pasqua che piace ai giovani Si aspettano le uova in offerta. Pochi i turisti in arrivo e vacanze brevi per gli urbinati Scomparse molte tradizioni. La parrocchia universitaria riscuote nuovo interesse La prima sigaretta a scuola, tra gli 11 e i 13 anni. Vogliono sentirsi grandi, ma conoscono i rischi del fumo. Per chi ha già un parente tabagista è più sempli- ce avvicinarsi alle sigarette. Tra le ra- gazze la percentuale di fumatrici è più alta. E’ la fotografia dei giovani delle scuole medie locali fatta dall’Asur 2. a pagina 4 A scuola con la sigaretta Giovani Il Montefeltro diventa terra d’avan- guardia nel settore delle energie alter- native. Entro novembre ad Acquala- gna sarà realizzato un colossale parco fotovoltaico, uno dei più grandi del centro Italia.L’impianto coprirà il fab- bisogno di 3000 famiglie tra Acquala- gna e Fermignano. a pagina 6 Nuova centrale fotovoltaica Energie alternative Il 7 aprile al Teatro Sanzio verrà allesti- to l’Edipo Re di Sofocle, interpretato da Franco Branciaroli e diretto da An- tonio Calenda. La tragedia, sul dram- ma dell’impossibilità di conoscere il destino, è trattata in chiave contem- poranea, con Edipo immaginato sul lettino di uno psicanalista freudiano. a pagina 10 Spettacoli Sanzio: un Edipo in psicoanalisi Fede profonda o puro consu- mismo? Difficile stabilirlo. Sta di fatto che il clima di coinvol- gimento per la festa della Risurrezione è ancora palpabi- le. Via Crucis e benedizione sono i rituali più seguiti. Nello stesso tempo molte tradi- zioni fra sacro e profano sono cessate. Nei ricordi degli urbi- nati le antiche consuetudini legate alla Quaresima e alla Settimana Santa, dal gioco del Punta e Cul al cinema gratuito a Pasquetta. Il business, invece, non decolla. I turisti in arrivo sono pochi, gli hotel mezzi vuoti. Gli urbinati che decidono di fare una vacanza stanno fuori appena un fine settimana e prenotano in ritardo. Per la spesa della festa, le famiglie aspettano gli sconti speciali dei supermerca- ti. alle pagine 2 e 3 Aumentano i disoccupati, i cassintegrati e molti non ri- escono ad arrivare neanche alla metà del mese. Per far fronte a tutto questo la Pro- vincia ha stanziato 700 mila euro che si trasformeranno in sconti sulle bollette di ac- qua e rifiuti, agevolazioni sui prestiti, trasporto scola- stico, acquisto di libri di te- sto e credito per le aziende in difficoltà. Chi vorrà usu- fruirne potrà fare domanda a partire dal 29 marzo. a pagina 7 Crisi Soldi alle famiglie

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il DucatoPeriodico dell’Istituto per la formazione al giornalismo di UrbinoDistribuzione gratuita Spedizione in a.p. 45% art.2 comma 20/b legge 662/ 96 - Filiale di UrbinoQuindicinale - 26 marzo 2010 - Anno 19 - Numero 5 Ducato online: www.uniurb.it/giornalismoScomparse molte tradizioni. La parrocchia universitaria riscuote nuovo interesseQuesta Pasqua che piace ai giovaniSi aspettano le uova in offerta. Pochi i turisti in arrivo e vacanze brevi per gli urbinatiFede profonda o puro con

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il DucatoP e r i o d i c o d e l l ’ I s t i t u t o p e r l a f o r m a z i o n e a l g i o r n a l i s m o d i U r b i n o

Quindicinale - 26 marzo 2010 - Anno 19 - Numero 5 Ducato online: www.uniurb.it/giornalismo

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L’EDITORIALE

La dodicesima neve è in archivio. Non èstata una tragedia, ma una commediasì. L’inverno è stato però davvero duro,

sotto tutti gli aspetti, a incominciare dallacrisi. Il freddo ci è entrato dentro, anche unpo’ nell’animo, Urbino o non Urbino.La Provincia ha messo a disposizione sette-centomila euro per agevolare i pagamentidelle bollette dell’acqua, dei rifiuti, per com-prare i libri di scuola, per gli abbonamenti aibus, per prestiti a famiglie e aiuti ad aziende.La somma, assai piccola, è destinata a disoc-cupati, cassaintegrati, persone in mobilitàcon reddito sociale sotto i diecimila euro. Eha anche un sapore elettorale. Ma almeno èun segno di attenzione. Un piccolo fatto enon una promessa da marinaio.Da poco sono fioriti i mandorli e poi qualchepesco. Una grande voglia di sole, di giornitranquilli e di sorrisi. I giornali popolari delpassato mettevano la depressione in primapagina unendo il bianco della neve con ilnero del carbone che per giunta scarseggia-va. Poco ci è mancato che anche nell’ultimoNatale facesse una brutta fine.Disoccupazione, cassa integrazione e picco-le aziende senza credito davano cifre conte-nute, sotto controllo nel Montefeltro, sem-brava e si sperava. Però adesso è primavera,è Pasqua.“E lei che cosa pensa della brutta stagione?”“In un giardino –rispondeva il Giardiniere –ogni pianta ha la sua stagione. C’è l’estate e laprimavera, ma c’è anche l’autunno e l’ inver-no. E poi, ancora la primavera e l’estate.Purchè le radici non vengano recise, tutto vabene e tutto andrà bene!”Che sia la strada di Urbino, nascosta in unametafora: passato, presente e futuro?Se proviamo a ricordare in piazza che naturae società sono tutt’uno, se ricorriamo all’alle-goria di “oltre il giardino”, qualcuno si arrab-bia: qui si parla di politica!Specialmente dove si dice, tra virgolette dallibro: “In un giardino le cose crescono…maprima devono appassire; gli alberi devonoperdere le foglie per metterne di nuove, e perdiventare più grossi, più forti e più alti. Certialberi muoiono, ma nuovi arbusti li sostitui-scono. I giardini hanno bisogno di moltecure. Però se ami il tuo giardino non ti seccalavorarci e aspettare. Allora, nella stagionegiusta, sicuramente lo vedrai fiorire”.Forse sì. In tutta Italia si vota e il giardino devefiorire, per forza. E’ la sua stagione. Tuttaquella neve non era una tragedia.

[email protected]

Purché le radici non siano recise

Tra i cinquecento karateki attesi ad Urbino per i campionati italiani c’è anche Luca Valdesi (nellafoto) cinque volte campione del mondo della disciplina. E’ la prima volta che questa competi-

zione si svolge nelle Marche. L’entrata al palazzetto Mondolce sarà gratuita. Due le categorie ingara, juniores e seniores a pagina 15

La carica dei 500 karateki

Questa Pasqua che piace ai giovaniSi aspettano le uova in offerta. Pochi i turisti in arrivo e vacanze brevi per gli urbinati

Scomparse molte tradizioni. La parrocchia universitaria riscuote nuovo interesse

La prima sigaretta a scuola, tra gli 11 ei 13 anni. Vogliono sentirsi grandi, maconoscono i rischi del fumo. Per chi hagià un parente tabagista è più sempli-ce avvicinarsi alle sigarette. Tra le ra-gazze la percentuale di fumatrici è piùalta. E’ la fotografia dei giovani dellescuole medie locali fatta dall’Asur 2.

a pagina 4

A scuola con la sigaretta

Giovani

Il Montefeltro diventa terra d’avan-guardia nel settore delle energie alter-native. Entro novembre ad Acquala-gna sarà realizzato un colossale parcofotovoltaico, uno dei più grandi delcentro Italia.L’impianto coprirà il fab-bisogno di 3000 famiglie tra Acquala-gna e Fermignano.

a pagina 6

Nuova centralefotovoltaica

Energie alternative

Il 7 aprile al Teatro Sanzio verrà allesti-to l’Edipo Re di Sofocle, interpretatoda Franco Branciaroli e diretto da An-tonio Calenda. La tragedia, sul dram-ma dell’impossibilità di conoscere ildestino, è trattata in chiave contem-poranea, con Edipo immaginato sullettino di uno psicanalista freudiano.

a pagina 10

Spettacoli

Sanzio: un Edipoin psicoanalisi

Fede profonda o puro consu-mismo? Difficile stabilirlo. Stadi fatto che il clima di coinvol-gimento per la festa dellaRisurrezione è ancora palpabi-le. Via Crucis e benedizionesono i rituali più seguiti.

Nello stesso tempo molte tradi-zioni fra sacro e profano sonocessate. Nei ricordi degli urbi-nati le antiche consuetudinilegate alla Quaresima e allaSettimana Santa, dal gioco delPunta e Cul al cinema gratuitoa Pasquetta.

Il business, invece, non decolla.I turisti in arrivo sono pochi, glihotel mezzi vuoti. Gli urbinatiche decidono di fare unavacanza stanno fuori appenaun fine settimana e prenotanoin ritardo. Per la spesa dellafesta, le famiglie aspettano glisconti speciali dei supermerca-ti.

alle pagine 2 e 3

Aumentano i disoccupati, icassintegrati e molti non ri-escono ad arrivare neanchealla metà del mese. Per farfronte a tutto questo la Pro-vincia ha stanziato 700 milaeuro che si trasformerannoin sconti sulle bollette di ac-qua e rifiuti, agevolazionisui prestiti, trasporto scola-stico, acquisto di libri di te-sto e credito per le aziende indifficoltà. Chi vorrà usu-fruirne potrà fare domandaa partire dal 29 marzo.

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Crisi

Soldi alle famiglie

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il Ducato

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Sempre nel nome del PadreSpiritualità fiacca ma ancora viva. In Quaresima i giovani sono i protagonisti

Fede profonda e consumismo, la festa della Resurrezione continua ad avere molti e diversi significati

Confessarsi almenouna volta l’anno ecomunicarsi al-meno a Pasqua. Aquanto pare nesanno qualcosa gli

urbinati, che rispettano più omeno fedelmente il terzo pre-cetto e tengono vive le tradizio-ni religiose almeno in occasio-ne delle grandi celebrazioni.Mancano solo pochi giorni aquella che rappresenta, insie-me al Natale, la più importantefestività del calendario liturgi-co cristiano; dalla domenicadelle Palme fino al 4 aprile, do-menica della Resurrezione, lasettimana santa in città ripro-pone un grande numero di ge-sti rituali cui ogni anno parte-cipano persone di tutte le età. Qui, nessuna rappresentazio-ne stravagante come accade incerti paesi della Penisola, nien-te “Turba” (la rievocazione inchiave drammatica della pas-sione di Gesù) come nella vici-na Cantiano. A Urbino i riti pas-quali sono decisamente più ti-pici. Nel periodo che va dallaquaresima alla fine delle festeuno dei momenti maggior-mente partecipati è la via Cru-cis del venerdì santo. Si parteintorno alle nove di sera dallaCroce dei missionari e si arrivafino a San Bernardino, parteci-pano un migliaio di persone fraadulti e bambini. Poi la benedi-zione delle famiglie, durante laquale i sacerdoti girano di casain casa incontrando i fedelinelle loro abitazioni. “Se si sal-ta qualcuno la gente si lamen-ta. Poi valutare se si tratti di ungesto profondo di fede o di al-tro è più complicato”. Monsi-

MANUELA BALDIgnor Sandro De Angeli, vicariodel Vescovo e parroco dellaCattedrale, non lo nasconde,“c’è una fede più fiacca”. Eppu-re nel duomo ogni domenicasera, durante la messa, urbi-nati e studenti fuori sede ri-empiono le navate della chie-sa e danno l’impressione chedopo tutto la spiritualità nonsi stia affatto disperdendo.Quest’anno sembra che anchei giovani rispondano piuttostobene alle iniziative parroc-chiali. “Ogni anno bisogna in-ventare qualcosa per attirarli”,dice padre Gianluca, dellaparrocchia universitaria diSan Domenico. “In questo pe-riodo siamo noi sacerdoti adoverli avvicinare, la nostramissione di marzo è stata tut-ta incentrata su questo”. Balli in piazza, incontri, festecon intrattenimento. E que-st’anno, per la prima volta, an-che la benedizione nelle facol-tà. “Il Rettore ci ha dimostratouna grandissima disponibilitàe la risposta dei ragazzi è stataoltre ogni aspettativa. Hannopartecipato oltre 500 studentinelle diverse facoltà, a Farma-cia c’erano più di 200 persone.La maggiore o minore affluen-za è dipesa dai presidi di facol-tà, che hanno avuto un ruolofondamentale nell’informarei giovani”. Padre Gianluca fa intendereche il calo di spiritualità non èuna tendenza, a Urbino, macambia da un anno all’altro.“Te ne accorgi subito cammi-nando per strada, osservandoi ragazzi, di come andrà”. I pri-mi tre anni di vita della parroc-chia sono stati di grande af-fluenza, agli incontri del mar-tedì sera per la catechesi, du-

rante la quaresima, c’erano dai50 ai 100 ragazzi ogni volta. Poidue anni di crollo, e quest’annodi nuovo una piccola ripresa.Durante la Pasqua il discorsosubisce qualche variazione, gliuniversitari sono i grandi as-senti. Tutti a casa. D’altronde lacelebrazione è anche sinoni-mo di vacanza. Oltre che di tu-risti in arrivo, uova di cioccola-

ta in bella esposizione e colom-be glassate dietro alle vetrine.E’ difficile stabilire se a Urbinola partecipazione della gentesia solo testimonianza del cre-do cattolico o specchio del piùbanale consumismo legato al-l’evento. O magari tutti e due,come ormai forse è “normale”che sia. La spiritualità urbina-te, insomma, barcolla ma non

molla. Alla faccia di chi profe-tizza la lenta estinzione del cat-tolico praticante, quello che vaa messa la domenica, che nondiserta le processioni di anticatradizione e che durante laquaresima, anziché andare ingiro per “happy hour”, parteci-pa agli incontri serali e ascoltala parola di Dio.

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Tradizioni perdute, gli urbinati ricordano

La processione della Madonna del giro negli anni ‘60 (foto archivio Fulvio Palma)

MATTEO FINCO

Non appena il sabato Santosi sentivano suonare lecampane (ferme da due

giorni per la Passione) si correva abagnarsi con l’acqua “la parte do-lente o sgraziata del corpo, perchémiracolosamente in quel mo-mento e per un breve attimo il li-quido acquistava proprietà tau-maturgiche”, racconta MicheleGiannotti. Giuseppe Cucco ricor-da la ricorrenza in modo legger-mente diverso: si bagnavano gliocchi, ma, specifica il prof. ToninoAntonelli, lo si faceva in chiesa conl’acqua benedetta. Tre varianti diuno stesso rito, uno di quelli legatialla Pasqua.Michele Giannotti registra i ricor-di suoi e della sua famiglia su in-ternet (www.prourbino.it): dalmercoledì delle Ceneri a Pasquet-ta una serie di riti, episodi, cantitradizionali, visite devozionali econsuetudini riempiva la Quare-sima e introduceva la primavera.

ternita di S. Giuseppe, al venerdìSanto c’era la processione del Cri-sto Morto, curata dalla confrater-nita di Sant’Andrea Avellino, oggiinglobata insieme a quelle di SanSebastiano e delle Cinque Piagheproprio da quella di San Giuseppe.Sempre il venerdì "nella chiesa diS. Francesco - ricorda Giannotti -si celebravano le Tre ore d'agonia:un frate predicatore commentavale Sette Parole pronunciate da Cri-sto durante la Passione". Il giornoprima invece si allestivano nellevarie chiese i Sepolcri, dove vieneconservato il SS. Sacramento: sitratta di repositori "addobbati contappetti, lini e parimenti neri e vio-la". Al pomeriggio e alla sera poi ifedeli li visitavano “sempre in nu-mero dispari”.Ora le cose vanno un po’ diversa-mente: col dissolversi generaliz-zato del sacro molto si è perso.Qualcuno fa benedire le uova inchiesa. Ancora oggi la confraterni-ta del Corpus Domini il sabatoSanto, verso le 10 del mattino, do-

Fra uova benedette, cinema gratis e pane distribuito in strada

po che il vescovo lo ha benedetto,distribuisce il pane in strada, an-che per i turisti, come gesto di fra-tellanza. Punta e Cul è ancora ungioco in voga: si battono l’una con-tro l’altra due uova, una con lapunta e l’altra contro l’estremitàopposta. Vince chi riesce a mante-nere il proprio uovo intatto.Capitolo corposo è quello gastro-nomico. Un tempo la colazionedel giorno di Pasqua era a base diuova e crescia di pasqua brusca(salata), preparata con lievito, fari-na, uova, formaggio, burro, olio estrutto, magari aromatizzata conla noce moscata. La versione dol-ce, insieme al biscottol (una sortadi zuppa inglese) si gustava invecea pranzo, prevalentemente a based'agnello: oltre alle coratelle e allecostatine, era (ed è) il condimentodei tagliolini, la base del brodo peri passatini e del sugo per il pancot-to. Il capretto di tradizione rinasci-mentale e i contorni di cicorie ecarciofi completavano il menu.

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Domenica delle PalmeConsegna delle palmenella cappella dell’ospe-dale, processione apiedi verso la CattedraleMercoledì SantoBenedizione degli OliiGiovedì santoin Cattedrale la Messadella “Istituzionedell’Eucaristia e delSacerdozio” e laLavanda dei piediVenerdi SantoVia Crucis cittadinadalla Croce deiMissionari a SanBernardinoSabato santoVeglia Pasquale inCattedraleDomenica dellaResurrezioneSanta Messa inCattedrale

IL PROGRAMMA

E’ bello leggere del cinema gratui-to il lunedì di Pasqua: “La gran sa-la del cinema Ducale fin dall'aper-tura era riempita dai contadini.Alcuni era la prima volta che vede-vano un film: i commenti, le escla-mazioni, le commozioni erano di-vertentissime”. Con la gluppa, unfardello fatto con un largo fazzo-letto di tela, che conteneva “uovasode, cresce di pasqua, salamini,formaggio pecorino e fiaschi di vi-no” passavano una giornata dav-vero particolare, mentre quelli chevivevano in città facevano la clas-sica scampagnata.La professoressa Maria Valeria Mi-niati, che insegna all’universitàDemolinguistica e storia degli usisociali, ricorda che “i rituali agrestiprecristiani sono stati inglobatidalla tradizione religiosa” e che sa-cro e profano si intersecano conti-nuamente.Nell’ambito strettamente religio-so, importante era il ruolo delleconfraternite. Una volta, ricordaSergio Pretelli, priore della confra-

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PRIMO PIANO

Èuna Pasqua in sordi-na quella urbinate.Chi può va in vacan-za, magari solo perpochi giorni (nellecittà d’arte, in Euro-

pa o sul mar Rosso). Chi restaaspetta le offerte nei supermer-cati per fare la spesa della festa.Chi arriva, cioè i tu–risti, rimaneper un fine settimana mordi efuggi.Alla domenica pasquale manca-no pochi giorni, ma le prenota-zioni alle agenzie di viaggio e ne-gli alberghi non sono molte, enei supermercati gli acquisti diuova e colombe sono appenainiziati. “A Natale la gente iniziaa fare spese un mese prima, mala Pasqua è diversa, tutto si esau-risce nei dieci giorni preceden-ti”, spiega Massimo, titolare delConad a Fermignano. Le persone aspettano l’iniziodelle offerte speciali, con cui siriesce a risparmiare dal 20% al40%: una colomba costa menodi tre euro e un uovo dai cinqueai dieci euro. “I prodotti che van-no di più sono quelli in offerta ein generale più economici. Per lamaggior parte dei clienti con lacrisi la qualità è passata in se-condo piano”, osserva Andrea,viceresponsabile del punto ven-dita.Anche chi decide di festeggiarela pasqua al ristorante non hafretta. Gli urbinati preferisconogli agriturismi, dove è possibilepassare l’intera giornata all’ariaaperta, mentre i turisti di solito si

riversano nei ristoranti del cen-tro. Ma in entrambi i casi i tavoliriservati per ora sono pochi. “Ab-biamo avuto poche prentazioni.In generale le persone aspettanogli ultimi giorni per decidere checosa fare”, spiega Milena dell’a-griturismo La corte della minie-ra. “Non abbiamo prenotazioni,ma le cose vanno così ogni anno,anche perché lavoriamo solocon turisti”, dicono alla Tavernadegli artisti dove, come in granparte dei ristoranti del centrostorico, non c’è un menù pas-quale. Negli agriturismi invece sipossono trovare menù a tema

con pasta e dolci fatti in casa,agnello arrosto, salumi di pro-duzione propria.Chi decide di andare in vacanzaprenota pochi giorni prima. Siaspetta, si fanno i conti, si cercadi risparmiare riducendo la va-canza all’osso (pochi giornipiuttosto che un’intera settima-na). “Le mete più gettonate sonole capitali europee e il mar Ros-so. Chi rimane in Italia ci chiedeweek end nelle città d’arte o neicentri benessere”, raccontaMauro, titolare dell’agenzia diviaggi Marchionni. A decidere diandare in vacanza, spiega Flavio

dell’agenzia Eventour, “sono lecoppie, ma anche le famiglie,che di solito prenotano moltoprima per risparmiare qualco-sa”. Per quattro-cinque giorni inun centro benessere si spendo-no circa 500 euro, dai 350 ai 450euro per un fine settimana inuna capitale europea, 700 europer una settimana in un villaggioturistico del mar Rosso.Le prenotazioni negli hotel perora non sono molte, anche se ituristi, così come gli urbinati inpartenza, non si muovono piùcon largo anticipo. “E’ riservatasolo la metà delle camere. I turi-

sti sono soprattutto italiani, maci sono anche degli americani”,spiega Giuseppe dell’hotel Bon-conte. “Da noi per il venerdì diPasqua non ci sono prenotazio-ni, mentre per sabato e domeni-ca solo la metà delle camere è ri-servata. Le persone di solito ri-mangono due giorni, mentreprima i periodi di permanenzaerano molto più lunghi”, rac-conta Ignazio dell’albergo Ita-lia.A trattenere i turisti, oltre allacrisi, sono anche le temperatureancora fredde e la mancanza diiniziative particolari. “L’annoscorso la mostra di Raffaello haportato molte persone e anchequest’anno un grande eventosarebbe utile per attirare turi-sti”, continua Ignazio. In generale, tutti gli albergatori ei ristoratori di Urbino si lamen-tano dei pochi eventi organizza-ti per la Pasqua. In programmanon ci sono molte manifesta-zioni: è prevista dall’1 aprile al 3maggio la mostra di arte con-temporanea Terzo Rinascimen-to al palazzo Ducale, una visitaguidata ai tesori delle confrater-nite religiose per la vigilia di Pas-qua e un passeggiata alla sco-perta dei luoghi di Carlo Bo eGiancarlo de Carlo per il lunedìsuccessivo. “Se qualcuno cichiama e ci chiede qual è il ca-lendario pasquale, ci troviamoin difficoltà a rispondere”, si la-menta Flavio, titolare dell’agen-zia di viaggi Eventour.

(v.u.)

Sopra, la processione disan Crescentino negli anni‘60 e a fianco l’arrivo aUrbino di monsignor Taninegli anni ‘30 (foto archivioFulvio Palma)

Pasqua, dov’è finito il business? Pochi turisti, hotel pieni solo a metà. Per la spesa le famiglie aspettano le offerte

Le agenzie di viaggi: “Le vacanze sono ridotte all’osso. Si rimane fuori solo per pochi giorni e si prenota tardi”

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il Ducato

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Immersi in una nuvola di fumoCominciano a 11 anni, fuori dalle scuole con il pacchetto di sigarette in mano

Eppure il 70% dei minori conosce bene i rischi che si corrono. Si inizia prima nelle famiglie dei tabagisti

GIULIA AGOSTINELLI

L’orologio segnacinque minuti al-le 13. Suona lac a m p a n e l l a . S iaprono le porte ei primi ragazzi si

avviano su per la salita. Scher-zano tra loro, si chiamano a vo-ce alta e si rincorrono. Fanno agara a chi arriva prima alla fer-mata degli autobus. Svoltatol’angolo, a riparo dagli sguardidei genitori che aspettano nel-le macchine e dai professoriche stanno uscendo dall’istitu-to, si passano frettolosamentel’accendino tra le mani e inizia-no a fumare. Dai gesti si capisceche per alcuni di loro è già un’a-bitudine quotidiana. Secondo i dati dei dipartimen-ti di prevenzione e delle dipen-denze patologiche dell’Asur diUrbino tra i ragazzi delle scuo-le medie del territorio, più del63% dei giovani ha acceso laprima sigaretta a 13 anni. Unafotografia che rispecchia l’an-damento a livello nazionale:quasi otto ragazzine su dieci ecinque ragazzi su dieci inizia-no a fumare prima dei 14 anni. “In un target tra gli 11 e i 15 an-ni il 21,7% delle femmine e il21,9% dei maschi ha provato afumare” spiega Marco Pompili,sociologo e statistico del dipar-timento di prevenzione, men-tre sfoglia il rapporto con i nu-meri raccolti. “L’emancipazio-ne – continua Pompili - il sen-tirsi grandi e importanti all’in-terno del gruppo è fondamen-tale per il sesso femminile. Iltarget d’inizio al fumo è piùbasso per le donne ed è più altoper gli uomini. Le femmine,crescendo prima dei maschi,anticipano di un paio di annil’inizio della prova del fumo.Anche se le ragazze, nell’adole-scenza, tendono a diminuirel’uso delle sigarette rispetto airagazzi”. La prima sigaretta (nel 9,8% deicasi) arriva nelle mani dei bam-bini già a 11 anni, quando ma-gari gli altri giochi e la fantasianon bastano più a soddisfare lavoglia di sentirsi grandi. L’imi-tazione, insieme all’agitazionee alla tristezza, sono, infatti, trai principali motivi che spingo-no i più giovani verso il fumo. “Solo il 5% dei ragazzi che fu-mano – dice Pompili - non ha acasa un familiare fumatore.Questo ti fa capire che l’am-biente ha un’influenza impor-tante sull’individuo, il qualecontinua un’abitudine che incasa non è vista come una pro-

blematica”. Nei ragazzi sembra, però, esse-re chiaro che fumare oggi unasigaretta aumenterà in futurola possibilità di poter avere deidanni alla salute. Il 69,1% degliallievi delle scuole medie urbi-nati, pensa che anche una solasigaretta al giorno può esserenociva; mentre solo l’8,2% non

sa quali siano le conseguenzedell’uso del tabacco. “ Il pro-blema – conclude Marco Pom-pili - è nell’educare i ragazzi, igenitori, ma anche il corpo do-centi. Se abbiamo una percen-tuale d’insegnanti che fuma, ilragazzo ha una percezione chein quei casi il fumo fa bene”.

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I cittadini: “Tutta colpa degli scoli del cimitero comunale”

Via Ca’ Raniero, una frana già vista

Il cartello del pericolo di frana sulla strada appena riaperta

Si vota domenica 28 e lunedì 29 marzo

Domenica e lunedì si vota per l’elezione delConsiglio e del Presidente della giunta regionale.Gli elettori marchigiani possono scegliere tra trecandidati. Erminio Marinelli è sostenuto da quattroliste: insieme per il presidente, lega nord, il popolodella libertà, la destra di Storace. Gian MarioSpacca, il presidente uscente, è sostenuto dasette liste: unione di centro, alleanza riformista,verdi, alleanza per l’Italia, partito democratico,Italia dei valori, liste civiche Marche. MassimoRossi è sostenuto da due liste: rifondazione comu-nisti italiani e sinistra ecologia libertà. I seggi rimarranno aperti domenica 28 marzo dalle8 alle 22 e lunedì 29 marzo dalle 7 alle 15. AUrbino i cittadini voteranno in 20 seggi. Alle ultime elezioni regionali, il 3 e 4 aprile 2005,ha votato il 75,42% degli aventi diritto. Oggi glielettori a Urbino sono 12.661.

LE ELEZIONI REGIONALI

“La cittadinanza è stufa, quelle del Comune sono chiacchiere”.Loredana Vitali abita nell’ultimo casale di via Ca’ Raniero, l’u-nica strada che porta a casa sua. Era stata interrotta e poi ri-aperta dopo la frana che ha interessato il costone di collina so-prastante. “Gliel’abbiamo detto noi di ripulire dal fogliame ilcanale che corre lungo la strada. Il vero problema nasce su inalto, i tubi di scolo del cimitero comunale si gettano a cieloaperto nel terreno confinante, che drena tutta l’acqua e poi sci-vola giù verso la strada”. La signora Vitali si è rivolta personal-mente ai giornali locali per denunciare l’inefficienza del Co-mune. Al Ducato mostra un pacco di lettere, alcune hanno untimbro che risale al 1998, tutte indirizzate al difensore civico.“Non abbiamo mai ricevuto risposta. Ora sono decisa a fare ditutto perché finalmente intervengano con una bonifica seria,e non buttando un po’ di stabilizzato per coprire le buche”.Lazzaro Spadoni, dell’ufficio tecnico, garantisce la qualità del-l’intervento. “La situazione è stata costantemente monitoratae abbiamo visto che il movimento franoso si è fermato.”Dopo la frana del 2006 sulla stessa porzione di collina, i pro-prietari del terreno avevano scritto una lettera al Comune incui esprimevano delle perplessità su come si era provveduto ariparare la strada e chiedevano lavori più incisivi sul terreno.“Oggi il Comune non poteva fare altro che riempire le buchecome ha fatto - dice il consigliere Maurizio Gambini, della li-sta “Liberi per cambiare” – ma la cosa grave è che erano statifatti investimenti molto costosi già quando era franata la stra-da, ma si è gestito il problema in modo inadeguato”.

(m.b)

GIOVANI FUMATORI

Sono le persone che hanno inziatoa fumare tra i 13 e i 14 anni.Mentre il 26,8% ha dichiarto diaver provato la prima sigaretta a11 anni.

63,4%LE RAGAZZE LO FANNO DI PIU’

Le ragazze che hanno provatoalmeno una volta a fumare sono dipiù rispetto ai maschi (21,7%).Dopo l’adolescenza questa diffe-renza scompare.

21,8%CATTIVE INFLUENZE

I tre quarti dei ragazzi che si avvici-nano al fumo in età adolescenzialehanno almeno un parente tabagi-sta. A incidere è anche il compor-tamento dei professori.

73,2%

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CITTÀ

Una scuola verdecontro i taglidel decreto Gelmini

A Trasanni un progetto centrato sull’ambiente

VERONICA ULIVIERI

Una scuola verdedove i bambinifaranno lezioneall’aperto e im-pareranno a vi-vere in modo sa-

no. E’ questo il progetto che for-se salverà la scuola di Trasannidalla chiusura, prevista dal de-creto Gelmini per i plessi conmeno di 50 alunni. Per il prossi-mo anno scolastico si può staretranquilli: gli iscritti sono 51 e laProvincia, alcuni mesi fa, ha ga-rantito il mantenimento di tuttele scuole. Ma gli alunni sono po-chi, e ogni anno il problema si ri-proporrà. La scuola di Trasanni è speciale:è immersa nel verde, ha un gran-de prato, un orto e uno stagno.Tutti i giorni i bambini, accantoal programma tradizionale, os-serveranno gli animali e cure-ranno le piante. “Il progetto halo scopo di fermare l’esodo ver-so le scuole di Urbino, in mododa raggiungere un numero dialunni ben superiore a 50 escongiurare così la chiusura”,spiega Maria Carobini, maestrain pensione che lavorerà gratui-tamente al progetto. Per invo-gliare i genitori a iscrivere i figlia Trasanni, inizierà da settem-bre 2010 anche il tempo prolun-gato, con la mensa gestita diret-tamente dai genitori che si sonoresi disponibili.Il progetto, elaborato dagli inse-gnanti della scuola insieme allapreside e a diversi esperti (di ali-mentazione, di musica, di grafi-ca) coinvolgerà tutte le materie.“Ci siamo basati sulle tante atti-vità legate all’ambiente che fac-ciamo dal 1996. Vorremmo di-

ventare anche un modello per lealtre scuole”, racconta AntonioCipollini, insegnante di inglesein pensione, che lavorerà al pro-getto.Per i cittadini di Trasanni, lascuola è il cuore e l’anima delpaese e un “essenziale veicolo diintegrazione”. Il 13 ottobre scor-so la giunta di Urbino si è di-chiarata a favore del “manteni-mento di tutti i plessi esistentinel comune” ma, in modo am-biguo, ha prospettato allo stessotempo la possibile “soppressio-ne” delle scuole elementari diTrasanni e Pieve di Cagna (daaccorpare, nell’ipotesi, a quelladi Schieti). La chiusura dellascuola di Trasanni, è scritto nel-la delibera, avrebbe anche loscopo di “favorire l’integrazionedei molti bambini extracomu-nitari attraverso la possibile re-distribuzione degli stessi all’in-terno delle classi dell’istitutoPascoli”. “E’ una cosa assurda, lanostra sede è un esempio di in-tegrazione riuscita”, si sfoga Ma-ria Carobini, che tutt’ora lavoravolontariamente a scuola peraccogliere i bimbi stranieri.Prima della giunta, sulla chiu-sura si erano espressi a settem-bre i due istituti comprensivi diUrbino, il Pascoli (in cui rientrala scuola di Trasanni) e il Volpo-ni (cui invece fanno capo Pievedi Cagna e Schieti). Le presidi, iconsigli d’istituto e i collegi do-centi (a eccezione di quello delPascoli), avevano detto un sì piùo meno sofferto alla soppressio-ne delle scuole. “In pochi anni cisarà un’ulteriore riduzione delpersonale docente e di quelloAta (amministrativo, tecnico eausiliario, ndr)”, si era giustifi-cata la preside del Pascoli Da-

LORENZO ALLEGRINI

Anche Lord Byron,poeta e politicoinglese dei primidell’Ottocento, siappassionò allabattaglia del Me-

tauro (207 a.C.) e raccontò lavittoria dei consoli romani Sa-linatore e Nerone contro il car-taginese Asdrubale, fratello diAnnibale. Ma la fama del Me-tauro non proviene soltantodalle cronache della storia:con 110 km di lunghezza, il fiu-me non ha rivali nelle Marche.E gode di buona salute: infattiil problema più grande intor-no al fiume non è l’inquina-mento, ma il rischio di esonda-zioni. E la zona critica da que-sto punto di vista è propriolungo il tratto che attraversa ilcomune di Fermignano.Nel 2006 il fiume è straripato inlocalità Borgo Sant’Antonio eTavernelle, dove si trova l’inva-so della diga del Furlo gestitadall’Enel. “In quel tratto di Me-tauro manca il cosiddetto bo-sco ripariale e cioè quello che,ai lati del fiume, aiuterebbe atrattenere frane e straripa-menti – spiega Andrea Pelle-grino dell’associazione che sioccupa di ambiente “Lupus infabula” – e il problema rimaneancora oggi”. Non si tratta co-munque dell’unico fattore: acausare le esondazioni è l’as-senza di una ripulitura siste-matica degli argini. Un’attivitàun tempo svolta dai contadini,che raccoglievano la legna e lausavano per scaldarsi. Detriti e

tronchi d’albero, soprattutto inpresenza di invasi, diminui-scono la portata del letto delfiume, rendendo più probabilile esondazioni. “Quando un al-bero si ferma sotto il ponte Ro-mano o il ponte della Petrella -si lamenta il sindaco di Fermi-gnano Giorgio Cancellieri – bi-sogna rimuoverlo con delle grue si rovinano le fondamentadelle strutture”. Ma se si chiedeal sindaco cosa sta facendol’amministrazione per la ripu-litura del fiume lui rispondeche “per il tratto che attraversala città abbiamo una conven-zione con l’Associazione Pe-scatori di Fermignano che sene occupa; per il resto, però,deve pensarci la Provincia”.L’assessore provinciale all’Am-biente Tarcisio Porto sostieneche “ci vorrebbero ingenti ri-sorse economiche” e spiegache “per ora siamo concentratisulla messa in sicurezza di af-fluenti più a monte”. SecondoPorto, il vero problema del Me-tauro è la carenza d’acqua esti-va, ma non ci sono dati precisisulle captazioni illegali per irri-gare i campi. Secondo l’Arpam, il Metauronon è un fiume inquinato. Laqualità dell’acqua, dal campio-ne raccolto a Canavaccio, dovec’è un potabilizzatore per rifor-nire l’acquedotto del comunedi Urbino in caso di emergenzaidrica, è considerata “suffi-ciente”. Un grado che i tecnicidell’Arpam giudicano “positi-vo, visto che il fiume attraversapiù centri abitati”.

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La festadi MariaVa in pensione MariaLazzari, che dal primobiennio 1990-92 haaccolto a scuola gliallievi assonnati, idocenti e gli ospitidell’Istituto per la for-mazione al giornali-smo. A lei vanno i nostrimigliori auguri e rin-graziamenti.

20 ANNI ALL’IFG

Due bambini di Trasanniosservanole rane dello stagnonel cortiledella scuola

Il Metauro è sanounico rischio

le esondazioni

Un albero incagliato sotto il ponte Romano di Fermignano

niela Tittarelli, pronunciandosiper la chiusura. A novembre2009, a far tirare un sospiro disollievo alle famiglie di Trasan-ni, è arrivato il no della Provinciaal ridimensionamento degliistituti. Ma la partita non è affatto chiu-sa. La Regione, nelle linee guidaper la programmazione dellarete scolastica 2010/2011, sol-lecita i Comuni a “eliminare lepluriclassi nelle scuole prima-rie e medie e di procedere al-l’accorpamento di plessi discuole di piccole dimensioni”.Due condizioni che fanno diTrasanni, così come Pieve diCagna e Schieti, i bersagli prefe-riti dei tagli della riforma.

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Inadeguata la pulitura degli argini

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il Ducato

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Me n t re n e lpaese ritornala polemicad a l s a p o retutto ideolo-gico tra anti-

nuclearisti duri e puri e quelliche l’atomo se lo sognano puredi notte, il Montefeltro zitto zit-to fa passi da gigante nel setto-re dell’energia alternativa av-viando la costruzione del piùimponente parco fotovoltaicodel centro Italia. Sarà Acquala-gna ad ospitare la centrale chevedrà la luce a novembre, di-ventando così la capitale dellaregione per le risorse rinnova-bili.L’opera è frutto del lavoro disquadra di tre imprese marchi-giane, di cui due del Montefel-tro: oltre a Piquadro di Cagli,gruppo imprenditoriale chespazia dall’edilizia alle energiealternative, saranno della par-tita anche Energy Resources diAncona, leader nel settore del-le rinnovabili, e ImmobiliareSartori, ditta che fa mobili. Piùprecisamente: Piquadro è lamente ideatrice del progetto,Energy Resources fa da braccioche realizzerà l’opera e Immo-biliare Sartori ci metterà il ter-reno ad Acqualagna.La notizia del nuovo impianto èrimbalzata fino ai media nazio-nali come il quotidiano LaStampa e farà sorridere chi cre-de che la ripresa economicapassi per lo sviluppo delleenergie verdi. Come Alessan-dro Cioppi, uomo di Urbino evicepresidente del gruppo PiQuadro, una delle menti dietroalla centrale che sorgerà in lo-calità “le Pole”. “Investiamo nelle fonti alter-

native - spiega Cioppi – perchétra dieci anni si punterà solo suquelle. Detto questo non me lasentirei di criticare il governoper la politica sul nucleare: seuno deve morire di fame o ac-cettare tutto alla fine è meglioaccettare tutto. Purché però siachiaro l’atomo è sorpassato”. Ilsignor Pi Quadro spiega il con-cetto con una metafora. “E’ unpo’ come investire sulla ceraquando oltre un secolo fa Tho-mas Edison illuminava NewYork e Chicago”. I numeri della centrale di Ac-qualagna fanno venire il capo-giro: stiamo parlando di oltre25 mila pannelli solari installa-ti in un area di quasi 30 milametri quadri. “L’abbiamo scel-ta dopo il parere di Enel”, pro-segue Cioppi. “Per fare unacentrale del genere servonodue condizioni: una serie diterreni rivolto verso sud, percaptare più luce possibile, e lavicinanza alle reti di media ten-sione, per evitare dispersionidi energia durante il tragitto”.L’impianto, costato circa 20milioni di euro, produrrà ognigiorno 5.300 kilowatt di poten-za. Per avere un’idea dellaquantità basti pensare che sitratta di corrente elettrica suf-ficiente a soddisfare il fabbiso-gno di oltre 3000 famiglie. L’e-nergia accumulata non usciràfuori dal Montefeltro perchèandrà ad alimentare parte del-la popolazione di Acqualagna eFermignano.In termini economici al citta-dino cambia poco, perché nongli viene in tasca nulla dal fattoche l’energia prodotta da unacentrale sia verde. “Vero, ma -ribatte Cioppi - si tratta di unbeneficio generale per la co-munità in cui vive. Un impian-

to come il nostro eviterà di im-mettere nell’atmosfera qual-cosa come 3500 tonnellate dianidride carbonica ogni annoper i due prossimi decenni.Senza contare poi che propriograzie alla riduzione delleemissioni nocive, nel territoriodi Acqualagna entrerà un con-tributo statale di circa 35-40milioni di euro”.Non solo: un parco fotovoltaicodel genere significa anche la-voro per l’indotto in arrivo, intempi di lacrime e sangue perl’economia. “Per realizzare e mantenere lacentrale servono dipendenti.Pensi ad esempio alla falciatu-ra dell’erba o la pulizia dei pan-nelli: solo per queste attivitàl’impianto darà lavoro a quat-tro persone per i prossimi ven-t’anni. Se le sembra poco oggi-giorno…”.

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Scommessa fotovoltaicaUn impianto fotovoltaico è una struttura che sfrutta l'ener-gia solare per produrre energia elettrica. E’ dunque, insie-me agli impianti eolici, una delle fonti di energia cosiddet-ta “pulita”. Incentivi per chi investe nel fotovoltaico sonoprevisti dalla direttiva europea del 2001 per le fonti rinno-vabili. In Italia queste agevolazioni sono regolamentatedal “Conto Energia”, che prevede la remunerazione delsurplus di kilowatt prodotti da un privato e ridistribuitinella rete elettrica. Dal prossimo anno, però, gli incentivipotrebbero diminuire. Secondo la bozza di decreto su un“nuovo Conto Energia” uscita dal Ministero dello sviluppoeconomico, dal 2011 la remunerazione per kilowatt saràinferiore a quella attuale.

LA SCHEDA

L’energia verdeconquista il Montefeltro

Centrale pronta da novembre

In basso località“le Pole”, adAcqualagna, doveverrà realizzatol’impianto foto-voltaico. In alto pannelliper catturare laluce.

LUCA FABBRI

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ECONOMIA

ASSUNZIONI NEL 2009

53.591MOBILITÀ NEL 2009

4.141DISOCCUPATI AFEBBRAIO 2010

40.893

La Provincia ti dà una manoStanziamento di 700 mila euro per aiutare chi è stato più colpito dalla crisi

Sconti per disoccupati e cassintegrati su bollette di acqua e rifiuti, trasporto scolastico e libri di testo

Chi pensava che Ur-bino e provinciafossero immunidalla crisi econo-mica, si sbagliava.Infatti qui c’è e pu-

re tanto. Basta dare uno sguar-do all’esercito dei disoccupatisolo a febbraio 2010, ben40.893, e alle ore di cassa inte-grazione che arrivano a515.922. Imprese che fallisco-no, famiglie che non riesconoad arrivare neanche a metà delmese e che faticano per far stu-diare i loro bambini. A questoproposito anche quest’anno laProvincia, la fondazione Cassadi Risparmio di Pesaro, MarcheMultiservizi e in accordo con isindacati, hanno stanziato set-tecentomila euro per dare unsostegno a tutte queste perso-ne. “Nel 2009 abbiamo fatto unosforzo simile, anche se inferio-re di cinquantamila euro, mastavolta volevamo fare qualco-sa di più perché purtroppo so-no in molti ad averne bisogno”,ha spiegato il presidente dellaProvincia Matteo Ricci. Una ci-fra che verrà ripartita in diver-se aree: agevolazioni per i pa-gamenti delle utenze di acqua,rifiuti e microcredito a cui ver-ranno destinati duecentoot-tantamila euro, messe dallaProvincia, insieme a centomilaeuro offerti dalla fondazioneCassa di Risparmio di Pesaro ead altri centomila da parte diMarche Multiservizi, riduzioniper il trasporto scolastico percirca quarantaquattromila eu-ro, aiuti per l’acquisto di libriscolastici pari a trentacinque-mila euro e il credito per le im-prese in crisi a cui verranno de-stinati duecentomila euro.Queste agevolazioni sono ri-servate a tutti quei lavoratori efamiglie che dopo la crisi, laProvincia la fa partire dal 1 di-cembre 2008, hanno perso il la-voro, sono in cassa integrazio-ne o in mobilità. “Per quanto riguarda le bollet-te di acqua e rifiuti, ci si può re-care in uno dei centri per l’im-piego presenti sul nostro terri-torio e compilare la domandaper usufruire della riduzione. Aquesta dovrà essere allegato ilmodello Isee attualizzato (afarlo sono i centri caf ), indica-tore socio economico che assi-cura più assistenza per chi se lapassa peggio di altri”, ha spie-gato Flavio Nucci, dirigentedell’ufficio per le politiche dellavoro. Con un Isee fino a otto-mila euro si potrà avere unosconto sulle bollette di trecen-to euro, mentre con un Iseemassimo di diecimila euro lariduzione sarà di duecento eu-ro. La novità di quest’anno ri-

guarda la possibilità data allefamiglie di poter scegliere doveapplicare lo sconto. Questo si-gnifica che, ad esempio, si po-trà ripartire la riduzione di tre-cento euro solo per le bollettedell’acqua, solo per i rifiuti, op-pure dividerla per entrambe.“Le domande potranno esserepresentate a partire dal 29 mar-zo fino ad esaurimento delle

Come ottenere gli scontiCHI PUO’ USUFRUIRNE: tutti i lavoratori che dopo l’1dicembre 2008 sono disoccupati, cassa integrati o inmobilità. A CHI RIVOLGERSI: al centro per l’impiego in via Ss.Annunziata 51. Orari: lunedì, mercoledì e venerdì dalle8,30 alle 11,30; martedì e giovedì dalle 15 alle 17. QUANDO: dal 29 marzo 2010 fino a esaurimento risorseeconomiche.COSA OCCORRE: modello Isee attualizzato, copia dell’ul-tima bolletta di acqua o rifiuti, stato di famiglia e unadichiarazione dell’azienda che attesti la sospensione dallavoro del soggetto richiedente.

LA GUIDA

Dopo la luce, arriva il bonus gasC’è tempo fino al 30 aprile per chiede -

re al comune di Urbino di usufruiredei bonus energia. L’Autorità ha in-

fatti prorogato il termine per la domandadel bonus luce allineandolo a quello delgas. Chi vuole fare richiesta per le due age-volazioni dovrà rivolgersi però a Cgil e Cisle non al Comune, che ha firmato un proto-collo d’intesa con le sigle sindacali affi-dando loro le operazioni di raccolta delledomande. Solo a termini scaduti i sindaca-ti le trasferiranno al Comune che valuteràl’assegnazione degli sconti. I requisiti per richiedere i bonus sono ab-bastanza selettivi. Potranno accedere aibenefici solo le famiglie con Isee (Indica-tore situazione economica equivalente) fi-no a 7.500 euro annui o fino a 20.000 euroma con 4 o più figli a carico. Stesse agevo-lazioni anche per quelle con in casa unapersona in gravi condizioni di salute che ri-chiedano l’utilizzo di apparecchiaturemediche alimentate ad energia elettricanecessarie per la sopravvivenza. Insieme alla domanda, bisogna presenta-re anche il modello Isee 2009 riferito alladenuncia dei redditi 2008, una fattura delgas e dell’Enel, una fotocopia documentod’identità e del codice fiscale del richie-

dente oltre a quella dell’intestatario dellafornitura centralizzata (di cui si dovrà in-dicare nome e cognome) o la sua partitaIva. Per ora alla Cisl sono arrivate solo 30 do-mande per la luce (di cui 20 sono rinnovi) euna quindicina per il gas. Alla Cgil invece siparla di poco meno di 200 complessive. Lesigle sindacali non sono state in grado difare una stima di quanti saranno le richie-ste a Urbino, anche perché lo scorso annonon gestivano loro le pratiche per il bonusluce (quello del gas è stato introdotto nel2010). Secondo i prezzi stabiliti dall’Autorità perl’energia, i grafici dei costi delle bollettedella luce e del gas quest’anno hanno pre-so direzioni diverse. La luce continua adandare giù, il gas invece, comincia a risali-re. Nei primi tre mesi del 2010 la spesa perla luce si è ridotta di circa dieci euro rispet-to all’anno scorso grazie alla diminuzionedel 2,2% dei prezzi di riferimento dell’e-nergia elettrica. Risparmio che si va ad ag-giungere a quello di 39 euro accumulato intutto il 2009. Diversa la situazione sul fronte gas. Perquest’ultimo infatti, l’Autorità ha rialzato iprezzi del 2,8% comportando una crescitadella spesa di una famiglia tipo di circa 26euro. Si tratta del primo aumento, dopo unanno nel quale gli italiani avevano visto di-

minuire le bollette del gas di circa 285 eu-ro. Nonostante ci sia stato un rialzo, i prez-zi del primo trimestre di quest’anno sonocomunque inferiori di ben 13,3 punti per-centuali rispetto a quelli praticati nellostesso periodo del 2009. Vale a dire che nel-lo scorso anno il prezzo del gas è colato ve-ramente a picco. Doppia faccia anche per il raffronto con loscorso anno dell’insieme delle due spese.Se infatti, rispetto all’ultimo trimestre del2009, la spesa media delle famiglie per gase elettricità ha segnato un +1,1% nei primitre mesi di quest’anno, il confronto rimanepositivo e di molto, rispetto al primo tri-mestre 2009: -11%. Alla base del rialzo del gas c’è ovviamentel’aumento del petrolio. Mentre invece perl’energia elettrica la concorrenza fra diver-si operatori ha portato a una diminuzionedei prezzi del 10% in 15 mesi. Rispetto alsettore gas, il settore elettrico presenta sta-di più avanzati di liberalizzazione ed effi-cienza, che hanno portato a livelli di con-correnza più vantaggiosi sia per la doman-da all’ingrosso sia per i consumatori finali.Nel comune di Urbino infatti, ci sono ben24 aziende che forniscono energia elettri-ca e solo 5 che distribuiscono gas, sebbenein entrambi i settori ci siano aziende leaderdi mercato.

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YLENIA MARIANIdisponibilità economiche,quindi bisogna affrettarsi”, haaggiunto Nucci. Per il microcredito, cioè peravere dei prestiti, la proceduraè simile. Si va in un centro perl’impiego, sempre portandocon sé il modello Isee che peròstavolta potrà raggiungeremassimo i tredicimila euro, sicompila la domanda che poi

verrà girata direttamente allabanche per una valutazione.“Una volta erogato il prestitosarà la Provincia a fare da ga-rante e a pagare gli interessi,inoltre si potrà usufruire di untasso notevolmente ridotto ri-spetto al normale”, spiega Pao-lo Carloni, capo dell’ufficiomercato del lavoro. Per gli studenti che abitano apiù di quarantadue chilometridalla scuola, verrà applicatouno sconto del quaranta percento su tutte le tratte. In que-sto caso l’iter è più diretto: unavolta compilata la domandapresso un centro per l’impiego,sarà poi l’utente a portarla adAdriabus che applicherà diret-tamente lo sconto. Ma non è fi-nita qui. Per gli studenti di al-cuni istituti superiori ci sarà lapossibilità di avere, per il pros-simo anno scolastico, libri ditesto in comodato d’uso. Un occhio di riguardo va al cre-dito per tutte quelle imprese,soprattutto piccole e medie, instato di crisi. “Nel 2009 abbia-mo finanziato, per quarantottomilioni di euro, circa milledue-cento artigiani che altrimentiavrebbero chiuso bottega”, hadetto il presidente Ricci.

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Per le riduzioni di bol-lette acqua e rifiutisono arrivate inProvincia 403 doman-de, per un importo di58.000 euro ciascuno.Per i prestiti alle fami-glie, le richieste sonostate 459 per unfinanziamento di1.348.700 euro. Il 58per cento dei richie-denti erano stranieri,mentre il 42 per centoitaliani. I testi scolastici incomodato d’uso agliistituti superiori sonostati 7.314, per un tot-tale di domande pari a335.

I BENEFICI NEL 2009

ORE DI CASSA INTEGRAZIONEA FEBBRAIO 2010

515.922

FEDERICO DELL’AQUILA

Il termine ultimo per presentare le domande è il 30 aprile

Fonte: Ufficio del Mercato del Lavoro della Provincia

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il Ducato

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Èeclettico, sorpren-

dente e confusiona-rio come la sua scri-vania. Andrea Aro-matico, scrittore,saggista e giornalista

nato a Urbino nel 1966, si districatra romanzi, fumetti, riviste, ma-nifesti elettorali, sigarette Club eun Apple che troneggia in mezzoal suo tavolo. “Ho un mucchio dicose da fare” continua a ripetere,mentre la sua casella di postaelettronica si riempie di mail.Curioso vedere tutta questa atti-vità in mezzo alla sonnolentacampagna del Montefeltro.“Io sto benissimo qua a Gadana.Al massimo mi potrei muovere inuna piccola città del centro Italia.Che so, Todi, Orvieto, Siena. Frapoco comincerà la stagione dellacaccia e andrò con i miei cani al-la ricerca di asparagi selvatici ederbe di campo. Senza una di-mensione rurale farei fatica acampare”.Direttore della rivista di esoteri-smo Secreta, collaboratore delquindicinale di caccia Diana, au-tore di numerosi programmi te-levisivi, Aromatico si è dato dapoco anche alla sceneggiatura difumetti. Nemrod, uscito nel 2007,ha riscosso grande successomentre a fine di aprile uscirà Pin-kerton S.A., una serie bimestralein sei numeri.Le miniserie sembrano esserediventate l’unico futuro possibi-le per il fumetto italiano.“Non esiste più il mercato in cuisono nati Tex e Dylan Dog: unmercato ancora vergine, aperto atutte le novità e sperimentazioni,dove gli editori riuscivano facil-mente a fidelizzare il lettore pun-tando su serie lunghe. Oggi, acausa di una cultura modello fastfood, il mercato è frammentatis-simo e gli editori preferisconopuntare su serie brevi che noncomportano investimenti a lun-go termine”.La prima miniserie che hai scrit-to, Nemrod, è piena di riferimen-ti letterari e sembra percorsa os-sessivamente da una lotta trabene e male.“E’ vero, sono un maniaco osses-sivo. Sereno, però. Il fumetto par-la dello scontro tra Nemrod, il pri-mo cacciatore nel nome di Diosecondo la Bibbia, affiancatodalla sua squadra, e la Bestia 666,archetipo del male nell’Apocalis-se. E’, in fondo, lo stesso leiv mo-tiv di Guerre Stellari o del Signoredegli Anelli, ma ambientato nellanostra realtà quotidiana”.Il fumetto ha riscosso un buonsuccesso: 35mila copie il primonumero e la serie che, da dodicinumeri iniziali, ne ha aggiuntialtri 18.“Devo molto a Fabio Celoni, unodei migliori cinque fumettistid’Europa, che mi ha convinto a

rendere Nemrod un fumetto (ilprogetto iniziale era una trilogiadi romanzi, ndr) e a proporlo aStar Comics”.Veniamo al tuo ultimo lavoro,Pinkerton S.A. .“Pinkertonè un totale delirio. LaPinkerton fu la prima grande po-lizia privata del mondo, nata inAmerica prima dei servizi segre-ti. Il fumetto racconta di DirkPinkerton, presentatore tv all’a-pice del successo che, illumini-sta convinto, condanna e deridetutte le manifestazioni sopran-naturali che vengono segnalateal suo programma. Messo allestrette dal governo e senza piùun quattrino, sarà costretto a ri-vedere i suoi passi”.Anche qui male e bene che siscannano, sembra di intuire…“In Pinkerton è diverso: il malecoincide con un agnosticismototale e aprioristico, il bene conuna consapevolezza spiritualeacritica. Il bene è il dubbio, il ma-le le certezze, come quelle sban-dierate da molte religioni chepredicano l’odio anziché la spi-ritualità”.Sta parlando dell’Islam? E tutti imoderati che lo rappresenta-no?“Non esiste un Islam moderato.Islam, etimologicamente, signi-fica sottomissione e promulga-zione. L’Islam non ha scelto disviluppare il sufismo, la suacomponente più spirituale epropensa al dialogo interreligio-so, ma i suoi aspetti più aggressi-vi. E’ difficile credere a un dialo-go con chi ti considera una bi-stecca”.Ha trovato difficoltà a passaredalla narrativa al fumetto?“Solo all’inizio. Poi ho imparatoil linguaggio. Dietro ai fumettic’è un’immensa cultura: ho sco-perto interi filoni letterari leg-gendo svariati comics. Chi lo sache dietro a Dragon Ball, il piùinflazionato, c’è la leggendabuddhista di Son Goku scim-miotto?”I fumetti hanno creato grandimiti, archetipi immortali. Per-ché non succede più?“Il mito nasce quando crei unastoria o un personaggio che in-tercetta l’orizzonte di attesa diun pubblico. Tex spopolò inun’Italia mammona, perbeni-sta, moralista, clientelare, deva-stata dalla guerra. Ebbe succes-so perché Tex è un duro, un sel-vaggio, un vincente e rispose al-la voglia di libertà e di emanci-pazione di quella società. Oggigli orizzonti di attesa sono cosìparcellizzati, così rintronati dalmercato e dalla cultura del fastfood che solo chi saprà dare vo-ce a un diffusissimo malessere,creando o un eroe o una spugnache sa vivere in questa società,avrà colto nel segno”.Che cos’è per lei l’esoterismo?“L’esoterismo è un approfondi-mento individuale di tematiche

Parla Andrea Aromatico, sceneggiatore del fumetto

Eroi fatti in casaattento Dylan Dog,arriva PinkertonLUCA ROSSI

metafisiche. La religione diven-ta una banalizzazione e un’isti-tuzionalizzazione del camminospirituale di un individuo.Quando nel Rinascimento lachiesa andò in crisi, fiorirono,guarda caso, tutte le arti e il sa-pere nelle maggiori città italia-ne”.Anche a Urbino, patria di Raf-faello. A cosa si deve lo svuota-mento della sua città, divisa trastudenti che non la vivono, mala percorrono e cittadini che la-sciano il centro?“Conosce il motto ‘un’intelli-genza fuori dal comune’? Esisteperché al comune di Urbino nonc’è intelligenza. Paolo Volponiscrisse: ‘Quando tra le piantate ei filari vedrete nascere orride co-struzioni di cemento, allora po-trete dire che gli urbinati sonodiventati gente cattiva’. Da cap-tivus diaboli, prigionieri del de-monio. Purtroppo oggi la dina-mica urbinate si esaurisce nel-l’affittare le case del centro aglistudenti e nel comprarsi una vil-letta in campagna. Gli urbinati sisono auto reclusi in una riserva.Una riserva che ha un tessutoeconomico in crisi inarrestabi-le”.

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Dalla tv ai comics:una carriera a tutto campoSi definisce uno studioso. Andrea Aromatico, classe 1966,è giornalista, scrittore, saggista, nonchè sceneggiatore difumetti. Ha pubblicato volumi come L’alchimia. L’oro dellaconoscenza (1996), tradotto in 14 lingue, La magia (1998),Figli di Ermete. Fondamenti e storie dell’alchimia (1999),Manuale del cacciatore di beccacce (2006) e Il poeta e ilcacciatore (con Umberto Piersanti, 2008). Consulente eautore televisivo, ha collaborato alle trasmissioni di Rai 2Anima, Anima Mundi e La magia e ai palinsesti delle retiSeasons, Montefeltro e Diana Web Tv, di cui è direttore. Frapoco sarà in onda con un programma su Sky Fantasy intito-lato Secreta:alle radici del fantastico. Aromatico dirige la rivista di esoterismo e mistero Secretae collabora col quindicinale di caccia Diana. E’ autore esceneggiatore della miniserie a fumetti Nemrod e diPinkerton S.A., che verrà distribuito in tutta Italia da fineaprile.Sta infine collaborando all’organizzazione di unamostra a Milano intitolata Il mito del vero, organizzata daPaolo Lesino e Giacomo Maria Prati. (l.r.)

IL PERSONAGGIO

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CULTURA

Quattordici fogli for-mato A4 bastano amala pena per con-tenere l’elenco ditutte le proprietàdella Curia a Urbino.

Ci si trova davanti a una lista fit-tissima di appartamenti, terrenie chiese. Se però quelle quattor-dici pagine vengono sfogliate difronte a Sandro De Angelis, vica-rio del Vescovo, l’espressionedel suo volto rimane impertur-bile, non si scorge alcuna soddi-sfazione. Giunti a un terzo del-l’elenco, De Angelis interrompecon un sorriso e precisa: “Benpoche di tutte quelle proprietàappartengono a noi”. Qual è laspiegazione di questa apparen-te contraddizione? La Diocesidispone, nel centro storico, solodelle chiese e di Palazzo Petran-golini, che l’Università ha presoin affitto molti anni or sono,rimpinguando così le così lecasse vescovili. E anche nel re-sto del Comune gli immobili silimitano agli edifici di culto. Tut-to il resto è intestato all’Istitutodi Sostenamento del Clero. Masi faccia attenzione, non è unasottigliezza formale.Il patrimonio immobiliare am-monta a oltre 3000 ettari di ter-reno e comprende più di 50 ap-partamenti. Producono renditee per questo non possono esse-re gestiti direttamente dellaDiocesi. I ricavi vengono giratiin blocco a Roma, che poi li ridi-stribuisce. I vescovi urbinati,come nel resto d’Italia, hannodovuto rinunciarvi dal 14 fe-braio del 1984, anno della revi-sione dei patti lateranensi. Cra-xi chiese scusa al ritratto di Ga-ribaldi se la sua firma sotto aquella del cardinale Casaroli,che rappresentava la Santa Se-de. La struttura della Chiesa

venne in parte riorganizzata euna delle conseguenze fu la na-scita dell’Istituto di sostenta-mento del clero. Ne esiste unoper ogni diocesi, ciascuno fapoi capo all’Istituto centrale.Dal 2006 il presidente di quellourbinate è un laico, si chiamaGiovanni Palazzi. Piuttosto checon le liturgie ecclesiali e con levite dei santi ha dovuto familia-rizzare con i problemi dell’agri-coltura. La Chiesa cattolica diUrbino, come si evince dai nu-meri citati sopra, è il più grandelatifondista della città ducale edi tutta la Valle del Metauro. Ilterritorio dell’Istituto di so-stentamento coincide infatticon quello diocesano che com-prende anche Urbania e San-t’Angelo in Vado.La maggior parte dei beni ec-clesiali vengono dati in affitto. Ei locatari degli oltre 3000 ettaridi terreni sono ovviamentecentinaia di agricoltori. Se sonodevoti o mangiapreti fa pocadifferenza. L’Istituto firma con-tratti di affitto sia con la Coldi-retti, sindacato dei bracciantiex Dc, che con la Cia, ex PartitoComunista. Rimossi e dimenti-cati gli scontri fra le cooperati-ve rosse e quelle bianche deglianni ’50. Ora il vero problema èla drastica svalutazione dei ca-noni d’affitto. “Fino a pochi an-ni fa – spiega Giovanni Palazzi –incassavamo 650 euro ad etta-ro. Ora, a causa della crisi del-l’agricoltura siamo scesi a 250per le zone più redditizie”. Larendita annuale complessivaammonta a circa 300 mila euroall’anno. Anche gli appartamenti nonproducono grossi profitti. Incentro storico ne sono rimastitre, che non hanno nemmenoun grosso valore. E pensare chefino agli ’60, la Curia Urbinatepossedeva la maggior parte deipiù importanti palazzi. Tuttivenduti, nel corso degli anni,all’Università a causa dei grossicosti di manutenzione: molti,come Palazzo Battiferri, cade-vano letteralmente a pezzi. Ilgrosso degli appartamenti sitrova a Trasanni. Ce ne sono 30,che dagli anni ’70 vengono datiin affitto a giovani coppie e aprezzi popolari. È molto difficile che a Urbino infuturo la fisionomia delle pro-prietà immobiliari ecclesialicambi. L’attuale arcivescovo,Francesco Marinelli, ha inve-stito molte risorse nella valoriz-zazione dei beni culturali diproprietà dell’Arcidiocesi: co-me nel caso del Museo Albani.Contemporaneamente, laChiesa si è disfatta di tutto ciòche comportava spese eccessi-ve e pochi profitti. E’ però assaiimprobabile che possa alienarealtri pezzi importanti del pro-prio patrimonio. “Nessun gros-so gruppo immobiliare ha maimostrato interesse. Ci troviamoa vendere, in alcuni casi, picco-li appezzamenti di terreno, didue tre ettari, a contadini chehanno la loro proprietà confi-nante alla nostra”, assicura Pa-lazzi.

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GIORGIO MOTTOLA

Al centroPinkerton, il nuovopersonaggio diAndreaAromatico.In altouna tavola trattadal primo albo.A sinistralo sceneggiatoreurbinate.In basso lacopertina diNemrod 1, primaesperienzadi Aromaticocome scrittoredi fumetti

Nascita di un romanzierePieve Lanterna non esiste. “Ma potrebbe essere uno dei tanti paesini sulle collinefra l’Umbria e le Marche” dice Alessio Torino mentre prepara il caffè nel suo ordi-natissimo appartamento. Ma nel suo romanzo, Undici Decimi (Italic PequodEditore), Pieve Lanterna è l’unico luogo immaginario. Il monte Catria, il Tenetra,Urbino, Gubbio, Assisi sono invece reali, come reale è il terremoto del ’97 cheviene richiamato nel libro.Trentacinque anni, urbinate, Torino insegna Letteratura latina all’Università. E’ unostudioso di Plauto. Questo è il suo primo romanzo. “In realtà doveva uscire già nel2006, ma poi ci sono stati problemi editoriali”. Nel frattempo ha scritto anchealcuni racconti. Con I cani adorano i suoi pantaloni l’anno scorso ha vinto il concor-so letterario 8x8, organizzato da Oblique e Fandango.“Ci tengo a dirlo, non sono uno di quelli che paga per pubblicare” mette in chiaro.Fardello di cui spesso gli autori si fanno carico nelle piccole case editrici. D’altrocanto ambientare un romanzo d’esordio in una realtà di provincia è un’arma a dop-pio taglio: i luoghi di potere editoriale sono altrove, a Milano, Roma, Torino, e “lamancanza di un confronto con gli addetti ai lavori limita i giovani autori di provin-cia. Perciò anche la politica dovrebbe fare di più: cercando di incentivare la forma-zione e portando gli operatori del settore a contatto diretto con gli autori locali.Bisogna aiutare le persone a realizzarsi”. Il talento, per sbocciare, va prima coltiva-to con cura.In Undici Decimi ritroviamo le colline attorno a Urbino, Porta Valbona, la Data. Etroviamo Norman, un trentacinquenne scampato alla morte che deve riprendere avivere. Fra il presente e il passato che torna continuamente, il libro ci racconta diun uomo: come scrive nella quarta di copertina Claudio Magris, è una “geologiadell’anima”, dove i “desideri e le emozioni del cuore” convivono precariamente congli eventi e gli incontri che segnano l’esistenza. (m.f.)

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IL LIBRO

Storia della Chiesasempre meno ricca

Le proprietà immobiliari della Curia

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il Ducato

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Un Edipo Re in psicanalisiAl Teatro Sanzio, il 7 aprile, la tragedia di Sofocle riletta da Antonio Calenda

L’attore Franco Branciaroli: “Non interpreterò personaggi, ma pensieri, di cui comunicherò i significati”

Un senso di colpaoscuro e ance-strale, un pec-cato sconosciu-to ma logoran-te. Un uomo

schiacciato dal giudizio im-placabile degli dei, sovrani in-transigenti che non perdona-no, persino quando il tormen-to origina da un errore che nonsi è commesso. Un testo scrit-to centinaia e centinaia di an-ni fa, ma che mantiene inalte-rato ancora oggi il suo fascinoantico e misterioso. Il testo inquestione è Edipo Re, conce-pito tra il 430 e il 420 a.C. dalgenio creativo di uno dei tregrandi della tragedia greca,Sofocle. Il 7 aprile, il TeatroSanzio ne ospiterà una messain scena.A cimentarsi con uno dei per-sonaggi cardine della storiateatrale sarà Franco Brancia-roli, volto noto del palcosceni-co nazionale, con la regia diAntonio Calenda, direttore delTeatro stabile del Friuli Vene-

Cinema

HAPPY FAMILYCinemaNuova Lucedal 26 marzoal 7 aprileFeriali: 21.00Festivi:17.30/21.00

Regia di Gabriele Salvatores.I destini di due famiglie siincrociano a causa dei figliquindicenni decisi a sposar-si. Un incidente catapultaEzio, il protagonista-narrato-re, al centro di questo micro-

cosmo familiare. In pocheparole, due famiglie di oggi,che sfuggono alle cataloga-zioni e alle etichette, in evo-luzione continua, in equili-brio precario, vive, felici econfuse.

DRAGON TRAINERC i n e m aDucaledal 26 marzoF e r i a l i :20.00/22.00Festivi:16.00/18.00/

20.00/22.00

Regia di Dean Ceblois e

Chris Sanders. Nuovofilm di animazione in 3Ddella Dreamworks. Unragazzo vichingo nonriesce a dominare i dra-ghi, ma dopo averneconosciuto uno capiràche questi esseri posso-no essere amichevoli,affettuosi e leali. Con laloro amicizia, tutte leregole della tribù verran-no messe in discussione.

REMEMBERMECinemaDucaledal 26 marzo

Feriali: 20.30 / 22.30Festivi: 16.30/18.30/20.30/ 22.30Regia di Allen Coulter. ConRobert Pattinson e PierceBrosnan. Tyler, un giovanenewyorkese, ha un rapportoconflittuale con suo padre inseguito a una tragedia che liha separati. Nella dolorosa vicenda dellafamiglia, arriva Ally, unaragazza di cui Tyler si inna-mora. Entrambi troverannoserenità e tregua dai propridolori. Presto, però, la rivela-zione di alcuni segreti mette-rà a rischio la loro unione.

cartellone

zia Giulia. La lettura che Ca-lenda dà dell’Edipo Re è tuttaimpregnata di psicoanalisi,quella targata Freud, a dimo-strazione della valenza con-temporanea di questo mito.Perché, come spiega lo stessoregista, “il teatro ha il dovere difar capire al pubblico di oggiche l’uomo, da millenni, èsempre vessato dagli stessiproblemi e che testi così anti-chi, con il loro senso universa-le, possono costituire una fon-te preziosa e attuale di metafo-re e significati”. La storia di Edipo è risaputa. Ère, benevolo e amato, della cit-tà di Tebe. La sua vita è scon-volta dalla scoperta di un’a-mara verità: inconsapevol-mente, si è macchiato del cri-mine più orrendo, l’uccisionedel padre. Per di più, ha sposa-to la propria madre e ha gene-rato dei figli con lei. Il senso dicolpa che lo assale è talmenteinsopportabile che decide diaccecarsi e andare in esilio.Calenda immagina un Edipomoderno, sdraiato sul lettinodi uno psicanalista. Il perso-

e questo genera un diffusosentimento di rabbia, che con-duce allo scontro. Proprio co-me quello che si scatena in-consapevolmente tra Edipo eil padre, desiderosi della stes-sa donna. Per superare questedinamiche di rivalità e di crisi,la comunità si unisce controuna vittima sacrificale, un ca-pro espiatorio che la purifi-cherà. Nel nostro caso, la vitti-ma sacrificale altri non è cheEdipo.La rilettura offerta dal registanon è particolare solo nell’in-terpretazione del testo, ma an-che nella messa in scena. In-nanzitutto perché Branciarolinon si limiterà a incarnare Edi-po. “Presterò volto e voce –spiega l’attore – a quattro per-sonaggi differenti, secondouna scuola contemporaneache considera le tragedie gre-che dei grandi monologhi, an-che se apparentemente cam-biano quelli che noi chiamia-mo personaggi. In realtà, sitratta di pensieri: la tragediagreca è fatta di scontri di pen-siero. Per cui, più che interpre-

naggio sofocleo è colto mentrericostruisce il proprio percor-so esistenziale, in uno statoonirico, di trance, individuan-do le radici del proprio conflit-to interiore. È un Edipo concentrato sullapropria ricerca di verità, unaverità che deve essere portataa galla a tutti i costi, per quan-to tremenda e angosciante sia.In questo percorso di analisidell’inconscio e di indaginesul passato, c’è la grandezza diun uomo che non si rassegna anon essere padrone del pro-prio destino e a lasciarsischiacciare dal peso incontro-vertibile del fato. “Infatti – so-stiene il regista – questo è ildramma dell’inconoscenza,dell’impossibilità di conosce-re il proprio destino e di sape-re la verità, che si palesa solo inuna dimensione estrema”.L’Edipo Re di Calenda non èsolo psicoanalisi, ma anche fi-losofia, soprattutto quella diRené Girard. Secondo questoantropologo contemporaneo,gli uomini tendono a deside-rare tutti il medesimo oggetto

tarli, bisogna riuscire a dirli, acomunicare quel che ci è rima-sto di questa lingua così lonta-na, ormai incomprensibile eintraducibile. La tragedia gre-ca è come un bosco in cui, alposto degli alberi, ci sono tan-te parole e l’attore deve farcomprendere i significati diquel mondo lontanissimo.L’interprete deve percorrerequesto sentiero come se fosseun grande poema sinfonico, incui la capacità è solo quella disuonare o cantare”.Il leitmotiv concettuale del-l’intero spettacolo si fonda sul“vedere”, sospinto al limitenella conclusione della trage-dia, ma richiamato costante-mente sul piano delle immagi-ni, con una scena velata di ne-ro, definita dal regista “irreale,astratta, teatralmente miste-riosa e con forti accenti icono-grafici”, a rappresentare l’op-pressivo spazio mentale in cuiEdipo è rinchiuso, e con giochidi luce che ribadiscono la dia-lettica fra bagliore e buio, chia-rezza e mistero.

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ANNALICE FURFARI

Una scena dello spettacolo teatrale EdipoRe, coperta daun velo nero, arappresentarel’oscurità dell’inconsciodel protagonista

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SPETTACOLI

un po’di Bartleby e un po’del no-taio”. Questo duo tutto familiare sarà alteatro Sanzio il 19 e 20 aprile e an-ticiperà, nella prima serata, la con-segna del premio per la Traduzio-ne “Centro Europeo per l’Editoria– Ecstra”, giunto alla sua terza edi-zione, che si inserisce come ognianno all’interno delle Giornatedella Traduzione Letteraria, orga-nizzate dall’Università degli studidi Urbino “Carlo Bo” e il Centro perl’Editoria. Daniel Pennac, si legge nell’inter-vista rilasciata a Filippo Bruna-monti del quotidiano “L’Altro”, èonorato del premio e afferma: “Miemoziona molto sapere che la giu-ria abbia compreso il mio impe-gno e la mia attività culturale a fa-vore della traduzione”. Un Premio ideato da Ecstra (Con-sorzio di cooperative culturali e tu-ristiche di Urbino) per sensibiliz-zare il pubblico alla traduzione lin-guistica e alla lettura ad alta voce dicui Pennac è corifeo internaziona-le. Ma anche, come spiega MarioRosati presidente del consorzioEcstra, per “valorizzare le oppor-tunità di incontro e di crescita cul-turale che una città come questapuò offrire ai suoi cittadini, ai gio-vani e agli studenti. L’idea è quelladi allargare ad un’utenza più am-pia, rispetto a quella prettamenteaccademica, la possibilità di pro-porre e cogliere stimoli provenien-ti da personalità di altissimo livel-lo”.

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“Bartleby”, unodei più gran-di capolavo-ri della lette-ratura inter-nazionale,

sarà messo in scena a Urbino con eper la regia di uno degli scrittori dipunta della letteratura francese:Daniel Pennac.Nato dal genio di Herman Melvil-le, “Bartleby the Scrivener” (Bart-leby lo scrivano: una storia di WallStreet) scritto a metà dell’Ottocen-to, sarà raccontato attraverso unalettura concerto dall’artista fran-cese Daniel Pennac, accompa-gnato al pianoforte dalla figlia Ali-ce. A chi gli chiede perché ha scel-to Bartleby, lo scrittore risponde:“Perché è un testo che amo e cheavrei voglia di far conoscere a piùgente possibile. E la gente la trovi ateatro. Tutti si sono impossessati diBartleby. C’è chi nella sua anores-sia progressiva ha visto il rifiuto delsistema; chi nel suo ‘I would preferdo not’ (‘Preferirei di no’) ha vistol’inizio del teatro dell’assurdo e chiinvece ha visto un no alla cupidigiaal potere. A me sconvolge anche ilnotaio, il datore di lavoro, quelloche racconta la storia (ma che in-carna il sistema), il quale finisceper fare qualunque cosa per cerca-re di capirlo. Mi interessa indagarequesto faccia a faccia tra due soli-tudini: Bartleby, l’uomo che nonvuole più interagire con gli uomi-ni, e il narratore, l’uomo che nonpuò più vivere senza comprende-re gli uomini. Credo che in noi ci sia

Mostre

TERZO RINA-SCIMENTOdal 1 aprile al3 maggioP a l a z z oDucale, Saledel Castellare

L'Associazione culturaleFamiglia Margini presenta lacollettiva "TerzoRinascimento", che punta suuna rosa di artisti contempo-ranei tesi all'evoluzione dellinguaggio estetico. Lamostra si propone l'obiettivoambizioso di riqualificare ilvalore del bello nella civiltà

odierna, con codici di espres-sione che si specchiano nellavelocità consumistica dell'at-tualità, estrapolando i verticidella sperimentazione con-cettuale.

Teatro

EDIPO RETeatro Sanziomercoledì 7aprileRegia diAntonioCalenda, con

Franco Branciaroli.Scritta intorno al 430 a.C. da

uno dei tre grandi della tra-gedia greca, Sofocle, EdipoRe riflette sulle radici delsenso di colpa ancestrale, inun mondo dal fascino anticoe misterioso, in cui l'uomosoccombe alla forza deldestino e al volere incontro-vertibile degli dei.

Incontri

CULTURA/MEDIAGli scenari contemporaneidell’informazione cultura-le. Ciclo di conferenze delDipartimento di Scienzedella Comunicazione.Media, Linguaggi,

Spettacolo.Facoltà diSociologia,Magistero,via Saffi 1514 aprile2010

Nell'ambito delle Attività cul-turali del Dipartimento diScienze della Comunicazione.Media, Linguaggi, Spettacolo,si svolgerà l'incontro conPiero Dorfles, giornalista cul-turale di punta del TG1.

Musica

JAZZ’IN PROVINCIASabato 24 marzo al teatro

Conti diAcqualagnaOre 21.15Sesto appunta-mento dellarassegna itine-

rante nei teatri storici dellaprovincia, organizzata daFano Jazz Network edall’Assessorato alla culturadella Provincia di Pesaro eUrbino. Sabato 27 marzo adAcqualagna, la capitale deltartufo, sul palco del teatroConti salirà il gotha del jazzitaliano. Grande attesa pergli artisti di punta della sera-ta: Roberto Gatto e i suoimusicisti.

“L’ a n i m i n aen passa”,dicono i fa-miliari diun vecchiodi Urbino

in attesa della sua morte. Guar-dano in alto, verso il soffitto.Aspettano di vedere passarel’anima del loro congiunto e sichiedono se sia necessario to-gliere qualche coppo dal tettoper aiutarla ad andare all’altromondo. Si tratta di una scena del terzoatto di El Presepi, traduzione indialetto urbinate di Natale inCasa Cupiello di Eduardo DeFilippo: una delle 14 opereclassiche che la Compagniadialettale urbinate ha tradottoe messo in scena nei suoi quasi8 anni di vita. Nella famosa opera di De Filip-po, però, non si trova una scenasimile, “questo perché il terzoatto lo abbiamo riscritto tuttocon i nostri detti popolari - di-ce Attilio Fini, Presidente e Di-rettore artistico della Compa-gnia - perché noi non solo tra-duciamo in vernacolo le com-medie classiche, ma facciamoanche delle ricerche sulle tra-dizioni e sui luoghi di Urbino”.Così, viene fuori che, secondole credenze popolari, quandosi muore l’anima lascia il corpoe vola via all’altro mondo. La Compagnia dialettale nasceall’interno dell’AssociazionePro Urbino nel settembre del2002, quando si rappresentòuna commedia di un autore lo-cale. “Molte delle persone cheparteciparono a quella espe-rienza hanno continuato, han-no costituito la compagnia enel 2003 ci siamo iscritti alla Fi-ta, (Federazione italiana teatroamatoriale). Ora siamo in 20,tra attori e collaboratori, e ab-biamo recitato in molti teatridella provincia per ben 89 vol-te”, dice Amleto Santoriello, re-gista e attore. De Filippo, Goldoni, Machia-velli, Boccaccio. Sono alcuni

GIULIA TORBIDONI

dei grandi del teatro che laCompagnia ha tradotto e mes-so in scena. “Il 10 aprile saremoa Pesaro, al teatro Accademia,con Dalla…Iolanda, tratto daLa Locandiera di Goldoni, do-po averla rappresentata a Urbi-no e a Sant’Angelo in Vado.Inoltre stiamo lavorando a LaCasa Nova di Paolo Cappelloni,un autore di Pesaro”. Nel corso degli anni, la Compa-gnia ha perfezionato le sue rap-presentazioni, inserendovi an-che una parte musicale che lerende più brillanti. Spesso siusano parrucche e costumielaborati, “quelli del ‘500 adesempio li abbiamo fatti in col-laborazione con Ars (Associa-zione rievocazioni storiche)”. Le spese da sostenere, comesostiene Santoriello, “sonomolte: per affittare un teatro,pagare le maschere, le pulizie e

le altre cose, si può arrivare finoa 2 mila euro a sera. Per fortuna,c’è sempre tanta gente a questispettacoli. La nostra attività èimportante perché a Urbinonon c’è quasi più nulla che ag-greghi la società. Facciamo leprove due volte a settimana,ma non abbiamo una sede:proviamo nelle chiese dove iparroci ce lo permettono”. Dopo 8 anni, la Compagniapunta sui giovani. “E’ impor-tante che ci sia il ricambio. Al-l’inizio i ragazzi possono averedelle difficoltà con il dialetto,ma poi lo apprendono perchélo abbiamo tutti nel sangue. Ildialetto è la lingua madre. Èbreve, diretto e più comprensi-bile. L’emozione passa subito:con un accento, una cadenza ouna sillaba allungata, riesci su-bito a capire cosa voglio dirti”.

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BRUNELLA DI MARTINO

Dialetto in scenaDa 8 anni le opere classiche parlano urbinate

Il presidente: “Il vernacolo è fluido e l’emozione arriva subito”

“Dalla.. Iolanda”, tratto da “La locandiera” di Goldoni

Melville in puntadi Pennac

Il 19 e 20 aprile al Sanzio

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Farmacia, obiettivo sicurezzaPrevenzione incendi: non ci sono porte antipanico. Diamantini: “Cambierei tutto”

Mancano i fondi per il progetto di adeguamento. Il preside: “Presenterò un piano triennale per le migliorie”

FEDERICO MASELLI

A fiancoil laboratorioall’ultimopiano diFarmacia. Laporta adestra apresu un terraz-zino senzascale. Sotto:il cortileinterno, con-diviso conl’albergo“SanDomenico”

ragazzi compiono esperimentiutilizzando sostanze innocue oal massimo poco nocive perchéprecedentemente diluite. Gliesperimenti più pericolosi so-no condotti dai ricercatori contutte le protezioni del caso”. Maanche che nei laboratori l’erro-re umano è sempre dietro l’an-golo. E così incidenti sono ca-

“Se avessi carta bianca, cam-bierei tutto”. Magari decen-trando proprio la facoltà a So-gesta e creando un campusuniversitario, idea accarezzatadallo stesso preside OrazioCantoni. Ma se gli studenti nonsono interessati alla propria in-columità, lo è proprio il presideche ha creato una commissio-

ne ad hoc, diretta dal professorDiamantini, con il compito di“studiare ogni aspetto della Fa-coltà, ogni mancanza e ogniproblema per implementare laqualità dei laboratori e della di-dattica, oltre alla sicurezza deinostri studenti che è fonda-mentale”. Perciò ha intenzione,una volta terminati i lavori del-la commissione, di presentareun piano finanziario a 3 anniper migliorare Farmacia. “Cre-do – dice amareggiato Cantoni– sia arrivato il momento che ifinanziamenti alle Facoltà sia-no in funzione delle esigenze”.Intanto, per il prossimo aprile,è prevista un’ esercitazione dievacuazione che coinvolge-rebbe docenti, personale tec-nico amministrativo e studen-ti. Oliviero Gessaroli, dell’Uffi-cio Prevenzioni, crede che sia“fondamentale coinvolgeretutti quanti perché imparino arispettare le procedure di eva-cuazione e a consultare le map-pe di sicurezza”.

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Nessuna uscita disicurezza cheporti diretta-mente all’ester-no della facoltàd i Fa r m a c i a .

Questo è un dato di fatto. Comeè un dato di fatto che l’edificionon è stato ancora messo com-pletamente a norma: quasi deltutto assenti i maniglioni anti-panico e poche le porte adapertura esterna come vorreb-be la legge. Il problema sicurez-za è però sentito soltanto da unmanipolo di studenti. Infattiuno dei rappresentati di Facol-tà, Vincenzo Cappella, al suoprimo mandato, non ne era aconoscenza e non aveva fattomai caso all’assenza di uscite diemergenza. “Non abbiamo maiparlato della messa in sicurez-za dell’edificio – spiega Cap-pella – perché abbiamo altrepriorità da segnalare al presi-de”. Ovvero la penuria della ve-treria (come vetrini e provette)per le esercitazioni pratiche e ipochi appelli.Esiste un progetto, ma è ancoratutto sulla carta: dovrebbe rad-drizzare le falle di Palazzo Pe-trangolini, proprietà della Cu-ria e in passato sede dell’istitu-to tecnico. Un progetto chelangue tra le scrivanie dell’am-ministrazione nonostante ilComando provinciale dei vigilide fuoco, a cui spetta l’appro-vazione definitiva, abbia chie-sto da tempo dei chiarimenti:presentato nel 2005, la man-canza di fondi non ha permes-so ancora la sua completa rea-lizzazione. Per questo sarebbe-ro state chieste delle deroghedall’Ufficio Prevenzioni. Mettere a norma la strutturanon sarà facile perché la Facol-tà, trovandosi nel centro stori-co di Urbino e per di più in unpalazzo antico, è soggetta aivincoli architettonici che la So-vrintendenza provinciale haposto a seguito del decreto le-gislativo 42 del 22 gennaio del2004, integrato dai D. Lgs. 156 e

157 del 24 marzo del 2006.Per questo genere di edifici sirichiedono delle procedureparticolari: le scale antincen-dio esterne non sarebbero con-template perché, per dirla conuna battuta del vigile del fuocoClaudio Ovarelli, “sarebbe unpugno in un occhio”. Così sicercano altri accorgimenti:

un’accurata cartografia, estin-tori, centraline per la rilevazio-ne di gas e fumo, luci al neoncon gli appropriati dispositividi sicurezza. Misure prese giàda tempo dalla Facoltà.Per velocizzare i tempi buro-cratici, spesso si è fatto appelloall’iniziativa personale. Giu-seppe Diamantini, professoreassociato di Analisi dei farmacie dei principi attivi, ha realizza-to dei fori per i tubi di scaricodei laboratori “perché se avessiaspettato l’autorizzazione…”.Insomma, una burocrazia chesembrerebbe bloccare la com-pleta messa in sicurezza di unpalazzo dove giornalmente sialternano nei laboratori centi-naia di studenti che, durante leesercitazioni, maneggiano so-stanze a volte pericolose, an-che se Diamantini avverte: “I

pitati anche a Diamantini, co-me l’esplosione di un pallonedi azoto liquido. Per fortunaniente di grave: soltanto un sal-tello in aria e una risata. Ma secapitasse qualcosa di più gra-ve? Esiste una normativa speci-fica in materia: il decreto mini-steriale 236 del 14 giugno del1989 che prevede: “Qualsiasisoluzione progettuale per ga-rantire l’accessibilità o la visi-tabilità deve comunque preve-dere una adeguata distribuzio-ne degli ambienti e gli specificiaccorgimenti tecnici per con-tenere i rischi di incendio an-che nei confronti di personecon ridotta o impedita capaci-tà motoria o sensoriale”. Requi-siti che non sembrerebbero es-sere rispettati dalla facoltà. Atal punto che Diamantini liqui-da la faccenda con una battuta:

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Precari non solo dopo gli studi ma an-che durante. E’ la condizione perma-nente degli universitari urbinati. Un

tema caro agli abitanti della città ducale,alla classe politica ma soprattutto agli stu-denti. Così chi quest’anno ha frequentatole lezioni di giornalismo radiotelevisivodel corso di laurea specialistica di Editoria,media e giornalismo e Editoria, informa-zione e sistemi documentazione ha decisodi fare una ricerca, praticamente sulla pro-pria condizione: “Lo studente provviso-rio”. Si tratta di un rapporto fatto da circa 30studenti, attraverso riprese video, intervi-

ste e un servizio radiofonico andato in on-da su radio Urca e poi pubblicato su blog esocial network. L’obiettivo era quello diparlare del rapporto tra gli universitari e lacittà. Un legame spesso inesistente. Lapermanenza a Urbino si riduce al periododegli studi, dopo la laurea il lavoro si cercaaltrove. Le conseguenze sono: scarsa par-tecipazione alla vita decisionale e la sensa-zione di essere un turista di passaggio. “Lostudente provvisorio”, affronta vari argo-menti tra cui la questione del caro affitti, leproteste degli urbinati contro il “bivacco”notturno, il mancato riconoscimento degliuniversitari come motore economico del-la città e il crescente numero di chi scegliedi fare il pendolare. “Ci sembrava opportu-

no affrontare il tema della relazione tra glistudenti e la città – spiega Alberto Sofia,presidente dell’associazione Furikorsoche ha partecipato alla realizzazione dellaricerca – perché è un tema ricorrente. Quigli studenti vengono visti come semplicifruitori. Vorremmo ribaltare questa situa-zione, abbiamo anche proposto che unostudente entri a fare parte del consiglio Co-munale”. E l’idea era anche appoggiata dalRettore, Stefano Pivato. Comunque se laproposta del consigliere dovesse restaresolo sulla carta, gli studenti non si arren-deranno: “In questo caso abbiamo pensa-to a un tavolo semestrale tra consigclio co-munale e consiglio degli studenti”.

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UNIVERSITÀ

Energia: è sottoterra Università e impresa insieme per il progetto “Geotermotec”

Nella sede dell’azienda Gulini il primo impianto geotermico a bassa temperatura

Stanno studiando dapiù di un anno l’ener-gia nascosta cento me-tri sotto la superficieterrestre e hanno co-struito il primo im-

pianto geotermico a bassa tem-peratura di Urbino.Tra poco potrebbero scoprire ilsegreto per riscaldare e climatiz-zare le nostre case a prezzi strac-ciati senza inquinare l’ambien-te. Protagonisti di questa futurarivoluzione energetica sono duegiovani laureati, Fabio Fabbri, 34anni, ingegnere chimico di Pesa-ro, e Filippo Piscaglia, geologo29enne di Fermignano. A guidar-li e a coordinare il progetto “Geo-termotec” sono tre geologi: Mar-co Menichetti dell’univeristà“Carlo Bo”, Alberto Renzulli, pre-sidente del corso di laurea inScienze geologiche, e LorenzoZanarelli dell’impresa Termoi-draulica Gulini.A farli incontrare è stato un ban-do di concorso finanziato dallaRegione Marche nel 2008 perpromuovere la collaborazionetra imprese e università: le azien-de mettono a disposizione strut-ture e capacità mentre ricercato-ri e neolaureati applicano le lorocompetenze tecnologiche neiprocessi di ricerca e sviluppoaziendale. Frutto di questa sinergia tramondo accademico e imprese,cominciata nel febbraio 2009con un finanziamento di trecen-tomila euro, è l’impianto geoter-mico costruito nella sede del-l’impresa Gulini, in via Sasso.“L’impianto - spiega Renzulli -sfrutta il sottosuolo come serba-toio di calore. Nei mesi invernaliil calore viene trasferito in super-ficie, in estate il calore in eccessoviene stoccato nel terreno. Tuttograzie alle pompe di calore geo-termico che, abbinate a dellesonde di polietilene che si svi-luppano a cento metri sotto ter-ra, sfruttano la temperatura co-stante del sottosuolo”.“Grazie alle competenze svilup-pate in questo progetto - spiegaFabio che si sta occupando della

EMILIANA PONTECORVOprogettazione della macchina diresa termica - nello studio dovelavoro godo di una maggiore au-tonomia”. Anche Filippo,che si è occupato delle in-dagini geologiche sul sito edell’installazione dellesonde in polietilene, è sta-to contattato da studi pri-vati e centri di ricerca inte-ressati al progetto: “Ho lapossibilità di occuparmi diun settore molto interes-sante e contemporanea-mente di terminare il dot-torato di ricerca”.I sistemi geotermici in Ita-lia non sono molto diffusie mancano gli incentivistatali. Nelle Marche esi-stono poche decine di im-pianti ma i costi di installa-zione sono ancora moltoelevati.Il progetto “Geotermotec”dovrebbe servire a trovarela soluzione per costruireimpianti meno costosi econ la massima efficienza. “I costi di investimento - diceRenzulli - sono recuperabili insette anni . Dopo si risparmie-rebbero 2000 euro all’anno ri-spetto ai tradizionali impianti di

climatizzazione. Inoltre si avreb-be una riduzione di circa ottotonnellate di anidride carboni-

ca”.L’impresa Gulini, fonda-ta negli anni Sessanta daMario Gulini, ha semprecreduto nelle energierinnovabili. È già dotata,infatti, di impianti foto-voltaici e solari ed è laprima azienda di Urbinoa utilizzare il geotermicoper riscaldare e climatiz-zare i propri locali. “Pri-ma di proporre il proget-to sul mercato - afferma-no Stefano e Luca Gulini,titolari della ditta - lostiamo sperimentandoper assicurarci di averottenuto i risultati volu-ti”. Il progetto termineràtra pochi mesi ma quan-do si chiede a Fabio e Fi-lippo di cosa si occupe-ranno una volta conclu-sa la collaborazione coni Gulini la risposta è uni-

voca: “Continueremo ad occu-parci di energie rinnovabili e aprogettare impianti geotermici efotovoltaici”.

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Nel disegno a sinistraè illustrato il funziona-mento di un impiantocon una sonda geoter-mica e una pompa dicalore. Nella foto inbasso l’impianto geo-termico a bassa tem-peratura del progetto“Geotermotec” nellasede dell’impresaTermoidaulica Gulini.In primo piano lapompa di calore geo-termico, cuore dellastruttura, che producel’aumento del caloreproveniente dal sotto-suolo.

Identità unica, immagine “fles-sibile”. Nel rispetto della tradi-zione. L’Università di Urbino

per rinnovare l’impatto comuni-cativo e rilanciare la propria im-magine – sull’esempio delle uni-versità nazionali e internazionalipiù prestigiose – ha presentato ilnuovo marchio di ateneo, che nesalvaguardia la storia ultracente-naria. Potrà essere utilizzato nelledieci varianti di colore previste perconferire personalità a tutte le fa-coltà e ai dipartimenti che la costi-tuiscono. Il nuovo marchio prende le mosseda quello tradizionale ricavato daun gonfalone della seconda metàdell’Ottocento che rappresentaMaria Immacolata e lo stemma deiMontefeltro. E ribadisce visiva-mente la nascita dell’Università,nel 1506, al tempo dell’ultimo du-ca della casata, Guidubaldo I. Al centro del nuovo progetto grafi-co c’è la figura dell’Immacolata,soggetto determinante per l’iden-tità dell’Ateneo – evoca l’acco-glienza, l’ospitalità, l’adesione co-mune, l’approvazione, l’abbrac-cio e quindi l’importanza dei rap-porti umani – accompagnata daitradizionali colori giallo e blu.I singoli elementi presi dall’imma-gine precedente – la corona, MariaImmacolata con l’aura dalle carat-teristiche fiamme e lo scudo – so-no stati ridisegnati esaltandone lasintesi geometrica. Il progetto èstato seguito dal dipartimento diScienze della comunicazione che,per realizzarlo, si è affidato a Ei-kon, agenzia di grafica e comuni-cazione.

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GIOVANNI PASIMENI

Studenti, la provvisorietà è garantita Il lavoro realizzato durante il corso di giornalismo radiotelevisivo

CLAUDIA BANCHELLI

Il salto creativonel marchiodell’Ateneo

Nuova veste grafica

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Sempre più veloceTraguardo: Londra

Ha diciotto anni e sogna le Olimpiadi 2012

Daniela Spadoni è una velocista e ha già debuttato in nazionale

Corre i cento metriostacoli in menodi quindici secon-di e i sessanta inmeno di nove. E'normale che di lei

si dica che brucia le tappe. Da-niela Spadoni, del centro uni-versitario sportivo di Urbino,deve ancora compiere dician-nove anni e ha già debuttatonella nazionale italiana di atle-tica leggera. Del resto i risulta-ti parlano chiaro e l'ultimo èarrivato una decina di giornifa. Ai campionati marchigianigiovanili ha corso i sessantametri con ostacoli in 8"78,nuovo record regionale. E così questo mese è arrivato ildebutto in azzurro a un trian-golare con atleti francesi e te-deschi. "E' an-data bene - rac-conta - sono an-data vicino alm i o m i g l i o rt e m p o n e l l as p e c i a l i t à 6 0metri ostacoli".Ora l'appunta-mento è per il 10e 11 aprile quan-do andrà allascuola naziona-le di atletica leg-gera a Formia. Parlando di sé siapre poco, ma alle "intervistemi sto abituando", ride. "Sonotimida", ammette. Evidente-mente la grinta la tira fuori tut-ta sulla pista. Daniela corre ve-loce perché vuole arrivare lon-tano e il prima possibile.Obiettivo: olimpiadi di Londra2012. "Certo che ci penso. Io cispero, ma forse è troppo pre-sto. Il mio sogno più grande èquello di partecipare, se nonalle prossime, a quelle dopo

ancora, a Rio de Janeiro. Poi soche vincere l'oro sarebbe diffi-cile, ma sarebbe già un grandetraguardo arrivare in finale". Per arrivarci si allena 4 o 5 voltealla settimana, per due ore emezza alla volta. Un totale di 15ore in sette giorni. "Alcune vol-te mi concentro sugli ostacoli,altre volte sulla corsa veloce".Ogni tanto il suo allenatore,Gaetano Partipilo, la fa sudaresulle salite intorno al camposportivo. "L'allenamento è im-portante, ma correre veloce ame viene naturale", dice. Se lesi chiede se ci sono segreti sor-ride e non trova risposte. E dopo l'allenamento la gior-nata non è ancora finita."Quando torno a casa la serac'è lo studio. E' faticoso, matocca farlo". Daniela frequental'istituto d'arte ad Urbino. Non

lo dice, ma daltono di voce sicapisce che pre-ferisce la pistad'atletica ai libri,ma i "risultatisono buoni an-che a scuola",assicura. "I mieicompagni fannoil tifo per me,ogni tanto ven-gono anche allegare. Non c'ènessuna invidia,anzi mi sosten-

gono". I primi supporter, però,sono i genitori: "Sono felicissi-mi", dice. Quando il discorsoscivola sul piano sentimentale,la sua voce si fa ancora più ti-mida. Per ora il fidanzato nonc'è, ma "la notorietà aiuta, ve-diamo…".Per quanto riguarda la dieta,nessun problema. Almeno finoad ora si può mangiare di tutto,"ma magari tra un po' bisogne-rà stare più attenti", dice col to-

no di voce quasi preoccupato.Quando le si chiede chi è il suomito ci si aspetterebbe che larisposta fosse Bolt, l'uomo piùveloce sulla terra. Invece Da-niela ci pensa un attimo eppoispara il nome del suo atletapreferito: Dayron Robles. "Boltè un velocista, a me piace salta-re gli ostacoli". Infatti il cubanoRobles ha vinto l'oro alle olim-piadi di Pechino nel 2008 pro-prio nei 110 ostacoli. E detieneil record mondiale in questa di-sciplina con il tempo di 12"87.Nella categoria femminile (i100 metri ostacoli) il tempo piùveloce è della bulgara YordankaDonkova con il tempo di 12"21. Il miglior tempo di Daniela inquesta distanza e con gli osta-coli alti è di 14"61. A vedere be-ne le mancano solo 2"40. Lastessa distanza che la separadal suo sogno, le Olimpiadi diLondra 2012. Urbino, fa il tifoper lei.

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FRANCESCO CIARAFFO

Sopra, DanielaSpadoni durantela gara in cui haottenuto il recordregionale. A sini-stra, duranteun’altra gara

Ad aprile andrà 2 giorni

alla scuolanazionale di atletica

leggeradi Formia

I risultati migliori di Daniela

Tempo 8”78 Ai campionati regionali giovanili del febbraio scorso nei 60 metri ostacoli indoor. L’ottimo tempo è valso il record regionale

1° posto 60 metri ostacoli

Tempo 14”31 Ai campionati italiani nel 2008. Ha corso i 100 metri ostacoli all’aperto segnando ilrecord delle Marche

3° posto 100 metri ostacoli

Tempo 14”50 Ai campionati italiani nel 2007 nei cento metri ostacoli

1° posto 100 metri ostacoli

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SPORT

Ac c o m p a g n a v atutte le domeni-che suo marito al-le partite di cal-cetto. A bordocampo tifava per

lui. Poi Federica Toccaceli inquel campo ha deciso di entra-re tutte le settimane, con la ma-glia numero “2” della ACF Fer-mignanese, squadra di calcio a5 femminile, dove riveste ilruolo di giocatore-presidente.La folgorazione è arrivata treanni fa, quando Federica hainiziato a prati-c a re q u e s t osport con alcuneamiche. E si èdetta “perchén o n c re i a m ouna società?”.“La passione l’a-vevo già da bam-bina. Poi è ovvioc h e q u a n d omanca qualcosasi inizia a sonda-re il terreno e ve-dere chi è dispo-sto a condivide-re questo nostro progetto”. Già, perché la squadra non ènata per “partitelle domenica-li”. Qui si gioca a calcio, quellovero. “Se vuoi qualcosa ottieni-lo e mettilo in campo” è il mot-to di Toccaceli. Quest’anno la Fermignanese al“femminile” ha venti tesserate,dai 19 ai 33 anni. Vengono daUrbino, Cagli, Canavaccio, manon solo: alcune di loro sonoarrivate nella città ducale perstudio e hanno deciso di ab-bracciare progetto e motto. Co-me Laura Dell’Aquila, che daTerlizzi, in provincia di Bari, siè spostata ad Urbino per stu-

diare Scienze motorie. Laura, ocome la chiama Toccaceli “IlBomber”, gioca a calcio daquando aveva 6 anni: prima inPuglia, dove ha militato nellaserie B di calcio ad undici con ilBari. Poi, arrivata nelle Marche,si è inizialmente avvicinata alCervia, sempre giocando a cal-cio ad undici. Infine “ Il Bom-ber”, dopo alcuni anni nellasquadra di calcio a 5 di Urbino,è entrata a far parte da questastagione della rosa dell’ACFFermignanese. Una realtà in forte crescita:“Quasi tutte le ragazze che si al-lenano con noi hanno iniziato

da questa stagio-ne a giocare - ri-corda Toccaceli -e abbiamo an-che aperto unascuola calcio”.Da quest’annoinfatti anche lepiù giovani po-tranno avvici-narsi al calcetto:ogni giovedì l’al-lenatore dellaACF Fermigna-nese, GabrieleCarobini (già al-

lenatore del Fano Calcio), inse-gna a tirare i “primi calci” a 10ragazzine, tutte tra i 9 ed i 14 an-ni. Non è sempre semplice per unadonna vestire la casacca di unasquadra di calcetto. “C’è timo-re di esibirsi fuori dai canonicisport femminili” dice Toccace-li. “Chi si avvicina a questosport vuole provare qualcosa didiverso e spesso inizia a casa,da piccola, a conoscere il cal-cio, ad appassionarsi”. Non è stato nemmeno faciletrovare visibilità in città. Dopotre anni, la gente inizia a parla-re dell’ACF. “Fermignano sa di

avere una squadra di calcettofemminile”. Anche gli sponsor aumentano.Visto che nessun dirigenteprende un compenso (presi-dente più staff tecnico) tutti isoldi servono alla Fermigna-nese per sopravvivere. Perchébisogna affittare i mezzi per letrasferte e “i campi per gli alle-namenti, che non costano po-co”, ricorda Toccaceli. L’ACF siallena e gioca al Pala Roller.

L’avversario è immaginarioKata, sabato e domenica campionati italiani

MICHELE MASTRANGELO

Calci, pugni e azioni di difesa davanti a unavversario immaginario. E’ l’essenzadel kata, la tecnica che fa parte delle di-

scipline del karate. I migliori campioni di questo sport sono arri-vati a Urbino e si sfideranno sabato e domeni-ca sui tappeti sistemati alpalazzetto “Mondolce”per vincere titolo di cam-pione italiano.La Fijlkam, la federera-zione di judo, lotta, kara-te e arti marziali, si aspet-ta 500 tra atleti ed atletedivisi in due categorie, ju-niores e seniores. A sfi-darsi saranno i ragazziche sono che sono risul-tati i migliori nella pro-pria regione, classifican-dosi almeno terzi a parimerito (si arriva ad inclu-dere i 5° se i partecipanti sono 12). I vincitorisi garantiranno l’accesso ai campionati mon-diali e europei. La tecnica del kata è molta antica e, se la sivuole definire, si può dire che è “narrazione dieventi di combattimento” senza un avversa-

rio. Le mosse infatti (attacco, parata e con-trattacco) non colpiscono e non si difendonoda nessuno. E’ proprio questa la spettacolari-tà della disciplina perché la concentrazionedegli atleti e la potenza dei colpi è come se fos-sero davanti non solo a uno, ma a più nemici.

I cinque arbitri intorno al tap-peto, il tatami, giudicano infat-ti la tecnica, ma anche la forzae la velocità dei colpi, il ritmo ela determinazione mentale. Gli atleti hanno a disposizionetra i 60 e i 100 secondiper ese-guire le forme obbligatorie. So-lo se si raggiunge la finale ci sipuò esibire in prove libere, chenon devono superare la duratadi uottanta secondi. Sui cin-que tappeti di 100 metri quadril’uno sistemati al palazzettosfileranno campioni con moltititoli in bacheca: Lucio Mauri-

no, Sara Battaglia e Luca Valdesi, per citarnequalcuno. Quest’ultimo ha vinto tre titolimondiali individuali e due a squadre. Per ave-re un anticipo delle gare basta andare su you-tube, dove i suoi video impazzano.

(f.c)

L’affitto è di 35 euro l’ora.L’ACF Fermignanese è iscrittaal campionato provincialeamatoriale di Calcio a 5 del-l’Uisp (Unione Italiana SportPer tutti), insieme ad altre 12squadre. I risultati sono ottimi: dopo es-sere arrivate seconde la scorsastagione, ora si trovano al quar-to posto, a quattro giornatedalla fine del campionato. E leragazze di Fermignano sono ri-

uscite addirittura a vincere persei a cinque contro le prime inclassifica, le atlete della “Sport-land”, squadra pressochè im-battibile. A fine maggio l’ACF andrà inTrentino, unica compaginemarchigiana invitata a questotorneo regionale. “Per noi è ungrande riconoscimento, unimportante premio”, esultaToccaceli.

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Una realtàin crescita e la città

si appassionaalla

Fermignanese“femminile”

Luca Valdesi in azione

A sinistraLa rosa 2009\10dell’ACFFermignanese(Foto Studio Gulini). In altoLe ragazze in azione.

Incinque,sognandoBeckhamCresce l’interesse per l’Acf Fermignanese. Da tre anni ai vertici in campionato

Venti ragazze tesserate, con dieci allieve che tutti i giovedì scoprono il pallone nella scuola calcio

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MASS MEDIA

ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: STEFANO PIVATO, Rettore dell'Università di Urbino "Carlo Bo". Vice:GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche. Consiglieri: per l'Università: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIU-SEPPE PAIONI; per l'Ordine: STEFANO FABRIZI, DARIO GATTAFONI, CLAUDIO SARGENTI; per la Regione Marche: SIMONE SOCIONOVO, LEONARDO FRATERNALE;per la Fnsi: GIOVANNI GIACOMINI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRI-CO MASCILLI MIGLIORINI. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore: RAFFAELE FIENGO

IL DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581 - fax 0722328336 www.uniurb.it/giornalismo; e-mail: [email protected] Direttore responsabile: RAFFAELE FIENGO Stampa: Arti Grafiche Editoriali Srl - Urbino - 0722328733 Registrazione TribunaleUrbino n. 154 del 31 gennaio 1991

Cinema, la terza dimensioneDopo il boom di Avatar, il 3D continua a spingere spettatori nelle sale

Rispetto al primo bimestre 2009, crescono del 40% gli incassi ai botteghini. Bene il cinema italiano

ANDREA TEMPESTINI

1922. A Los Angeles vieneproiettato “The powerof love”, una commediafirmata da Nat Deveriched Harry Fairall, nomiche ci dicono poco e

nulla. I due registi, però, oggi so-no più attuali che mai. “The po-wer of love”, raccontano le anto-logie di cinema, fu il primo filmin “treddì”, tecnologia presto ab-bandonata e riscoperta in pom-pa magna solo negli ultimi mesi.Stiamo parlando di quella stessaterza dimensione che ha per-messo ad Avatar, ultimo lungo-metraggio di James Cameron, dipolverizzare ogni precedenterecord di incassi. In Italia, solonel primo weekend, i botteghinihanno staccato biglietti per po-co meno di dieci milioni di euro. “Se l’obiettivo era riportare ilpubblico nelle sale, il 3D ha vin-to”, spiega Federico Pontiggia,redattore de “ilcinematografo.it”,il maggiore portale italiano de-dicato al cinema. Ma perché, do-po aver abbandonato la tecno-logia nei primi anni ‘30, riscopri-re la terza dimensione soltantooggi? “In un momento di profon-da crisi del cinema e dell’home-video per la pirateria on line –continua Pontiggia – il 3D ridàesclusività alla fruizione nellasala cinematografica”. Pontiggiafa un’altra interessante conside-razione, che ha come sfondosempre il web: “Gli attori oggi so-no percepiti dai teenager, chesono la fetta di pubblico piùgrossa, come obsoleti. I ragazzisono più attratti dal web: giocoforza, anche lo star system devepuntare sulla tecnologia”. Per comprendere il fenomeno3D è sufficiente un dato. “Rispet-to al primo bimestre dello scor-so anno, nel 2010 i botteghinihanno incassato il 40% in più”, sifrega le mani Paolo Orlando, re-sponsabile commerciale per i ci-nema multisala della casa di dis-tribuzione Medusa. Certo, ilboom di Avatar e la curiosità su-scitata dall’Alice nel paese dellemeravigle rivisitata da Tim Bur-ton hanno un bel peso. Ma se-condo i dati dell’European Au-diovisual Observatory, in 18 dei24 paesi europei censiti nel 2009,nei cinema gli spettatori sonocresciuti considerevolmente.Più che mai in Germania, dove siè registrato un aumento del 13%e dove, rispetto all’Italia, il 3D eraarrivato già lo scorso anno.Nel nostro paese non sono peròsoltanto i film multidimensio-nali ad andare bene. Recente-mente, gli ultimi lavori di Ozpe-tek, Virzì, Verdone, Muccino eVeronesi (secondo il quale il 3D“è una truffa, una bischerata”)hanno ottenuto successi inspe-rati. Dal primo gennaio al 3 mar-

zo 2010, per i film italiani sonostati staccati 10,3 milioni di bi-glietti, il 33,5 per cento del totale(dati Cinetel). Ancor più incredi-bile, spiega Riccardo Tozzi - pre-sidente dei produttori cinema-tografici di Anica (Associazionenazionale industrie cinemato-grafiche audiovisive multime-diali) – è che “le settimane di pro-grammazione in cui i film di Vir-zì e Verdone hanno incassato dipiù sono state la terza e la quar-ta. Qualcosa che non si era maivisto. I film rimangono più tem-po nelle sale”. Lo zampino,neanche a dirlo, è del 3D: “Ci so-no sale dedicate a tempo pieno aquesta tecnologia, e altre chetrasmettono solo film italiani. Laprogrammazione si è stabilizza-ta, i film non si mangiano più l’u-no con l’altro”.Ma non potrebbe essere proprioil 3D a mangiarsi il cinema italia-no? La tecnologia crea pubblicoed entusiasmo, ma come po-trebbe coniugarsi con le nostrecommedie? Secondo Paolo Or-lando non sarà così facile. “Laterza dimensione, intesa comeespediente per sfruttare al mas-simo i generi spettacolari, stridecon le commedie italiane. Po-trebbe semmai essere sfruttataper i film di animazione. Qual-cosa in questo senso, con il filmsulle Winx (le fatine dei cartonianimati, ndr), si sta già muoven-do”. Anche Tozzi si interroga sucome utilizzare la tecnologianelle produzioni nostrane:“Un’idea è quella di girare unmusical: potrebbe valorizzare lecoreografie dei balletti”.Per ora tutti si godono il succes-so del 3D. Per favorirne la diffu-sione, produttori, esercenti edistributori hanno sottoscrittoun accordo per contribuire allespese necessarie alla riconver-sione delle sale al digitale. Ancheperché - nonostante il prezzoancora alto per un singolo spet-tacolo in tre dimensioni - con-viene. Le vecchie e ingombrantipellicole, in media, costano allesale un migliaio di euro. Il prez-zo di un impalpabile file digitale,invece, secondo Tozzi “entroqualche anno tenderà allo zero”. Mancano invece pochissimigiorni al giorno in cui la tecnolo-gia per godersi il 3D dal propriosalotto arriverà anche in Italia.Inizialmente i costi saranno alti.La “rivoluzione domestica”, se-condo gli addetti ai lavori, do-vrebbe attecchire soprattuttoper lo sport, senza particolari ri-percussioni per i cinema. Ripe-tere a casa l’esperienza del 3D,dicono, è impossibile. Ma sol-tanto una manciata di anni fa -agli albori di internet, schermipiatti e impianti audio dolby sur-round - si diceva la stessa cosaper il cinema (senza “treddì”).

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Ad aprile, anche sul mercato italiano, arriveranno i primi modelli di tv e let-tori blu-ray (evoluzione dei dvd) per la visione domestica in 3D. La sceltasarà ampia, con schermi che vanno dai 32 ai 60 pollici. I prezzi, considera-ta la novità, non saranno particolarmente elevati. Samsung e Lg, fra leprime ad importare in Italia la tecnologia, annunciano una strategia aggres-siva: per uno schermo da 42’’ la cifra richiesta sarà di circa 2.000 euro.Per quel che riguarda i lettory blu-ray, il prezzo dovrebbe essere in media di500 euro. Più costosi gli occhialini: un paio sarà venduto con lo schermo,per gli altri si dovranno sborsare 100 euro a pezzo

’’In un momento di crisi

del cinema e dell’homevideo, se l’obiettivo della tecnologia era

riportare il pubblico nelle sale, si può dire che abbia vinto

’’LA MERAVIGLIA NEL SALOTTO DI CASA

Particolare di una platea durante la visione di un film in 3D con gli immancabili occhialetti