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Dott.ssa Carla Giubbolini, psicologa – psicoterapeuta Dott.ssa Tiziana Cassese, psicologa - psicoterapeuta

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Dott.ssa Carla Giubbolini, psicologa – psicoterapeuta

Dott.ssa Tiziana Cassese, psicologa - psicoterapeuta

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“UNA BUONA RELAZIONE CON MIO FIGLIO/A SIGNIFICA ANCHE PORRE REGOLE E LIMITI”

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AUTORITARISMO

ESTREMO

RIFLESSIONE SUL PROPRIO STILE

EDUCATIVO

(Stile educativo incentrato su uno stretto controllo, senza

STILI EDUCATIVI

PERMISSIVISMO

ASSOLUTO

(Stile educativo incentrato su uno stretto controllo, senza contrattazione, organizzando e gestendo tutti gli aspetti

del comportamento dei figli)

(Stile educativo incentrato unicamente sui bisogni dei

figli, dimenticando le proprie necessità e non definendo

regole e limiti)

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Diminuzione della capacità dell’adolescente di gestire le difficoltà (scarsa tolleranza alla frustrazione)

Diminuzione delle capacità creative e di risoluzione costruttiva dei problemi (riduzione del senso di autostima)

Difficoltà ad adeguare il proprio comportamento a regole e limiti della società

Difficoltà ad individuare una scala di valore rispetto ai propri bisogni

Permissivismo assoluto: alcune conseguenzePermissivismo assoluto: alcune conseguenze

Difficoltà ad individuare una scala di valore rispetto ai propri bisogni

Autoritarismo estremo: alcune conseguenzeAutoritarismo estremo: alcune conseguenze

• Adeguamento passivo alle regole della società ���� iperadattamento

• Difficoltà ad adeguare il proprio comportamento alle regole della società ���� estrema ribellione

• Difficoltà nello sviluppo delle capacità creative a causa di un controllo dall’esterno che demotiva dal prendere iniziative

• Scarsa capacità di riconoscimento dei propri bisogni

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Gli stili educativi possono essere influenzati da:

•CONTESTO CULTURALE•CONTESTO CULTURALE

•CONTESTO SOCIALE

•CONTESTO FAMILIARE

���� Le idee sull’educazione infantile riflettono i diversi modi di concepire l’infanzia

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Regole e limiti: perché è utile dire no?

1/1

� Aiuta a sviluppare le proprie risorse, ad essere flessibili e creativi, a cercare delle � Aiuta a sviluppare le proprie risorse, ad essere flessibili e creativi, a cercare delle

alternative

� Permette al ragazzo di sentirsi al sicuro: il “no” è come un “cancello” che limita, ma

nello stesso tempo protegge

� E’ importante sapere che c’è qualcuno disposto ad affrontare momenti sgradevoli nel

nostro interesse

� Dà l’opportunità di sviluppare strumenti per far fronte alle difficoltà. Ogni limite

fissato può rappresentare un’occasione di crescita

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Regole e limiti: perché è

utile dire no?1/2

� Permette la differenziazione, il riconoscimento dei confini tra l’io e il mondo e l’individuazione delle proprie opinioni. Spesso il litigare non è altro che un modo per il giovane di scoprire quello che pensa veramente;

� Determina la capacità di adeguare il proprio comportamento a regole e limiti della società;

� Permette di tollerare le frustrazioni, controllare gli impulsi, dominare l’ansia che nasce dall’attesa e sopportare le avversità;

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Regole e limiti: perché è

utile dire no?1/3

� Può intaccare l’immagine di genitore con qualità che tutti vorremmo ci fossero riconosciute: essere accoglienti, disponibili, sensibili, pronti al sacrificio per il bene dei figli; dire no può, in alcune occasioni, far sentire cattivi, dei “mostri”;

� Richiede di essere in contatto e consapevoli sia delle proprie emozioni che delle proprie opinioni/convinzioni, che possono a volte non essere in sintonia;

� Richiede di distinguere tra i bisogni del genitore e quelli del figlio;

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Regole e limiti: perché è

utile dire no?1/4

� Perché ogni genitore ha una propria storia ed un proprio passato di figlio, e si pone come

intermediario tra quel passato e la personalità del figlio. Le proprie emozioni possono

riaffiorare a volte consapevolmente, a volte inconsapevolmente. Il difficile, ma

affascinante, equilibrismo che i genitori compiono tra i ricordi del proprio passato, e tra i

passi verso il futuro del figlio è importante, così come l’agire facendo buon uso della

propria creatività;

� Aspetto soggettivo rispetto alla gestione del conflitto: come vivo emotivamente, nei

differenti contesti di vita, il dovermi imporre

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Sensi di colpa� si tenta di risarcire il proprio figlio quando si pensa di averlo privato

di qualcosa.

Il rischio è che si passi dall’assenza di limiti all’imposizione di un limite eccessivo (che

può generare altri sensi di colpa)

CRITICITÀ

Senso

di colpa

Limite

eccessivo

Assenza di

limiti

Circolo vizioso

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La fermezza nel porre i limiti è utile

per creare dei “confini” e non lascia al

ragazzo la tentazione di manipolare il

genitore per raggiungere il suo scopo,

ma di porsi come interlocutore

E’ importante non confondere la fermezza con

posizioni rigide che non permettono la

flessibilità e la possibilità di negoziare

ma di porsi come interlocutore

collaborativo e responsabile.

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IL PROBLEMA DELLA COERENZA

La possibilità di rivedere, in modo più o meno consapevole, nei nostri figli atteggiamenti

e/o comportamenti che ci appartengono (meccanismo di identificazione) può generare

contraddizioni che intralciano il mantenimento di una posizione coerente.

� Permette inoltre di riconoscere una nostra linea educativa che si mantiene

sufficientemente costante nel tempo e nelle varie circostanze.

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Spesso sono le aspettative che abbiamo nei confronti dei figli a determinare le nostre

prese di posizione, farci decidere quando è necessario un limite.

� Il conflitto può nascere quando le nostre aspettative si scontrano con il

comportamento o l’atteggiamento dei figli a cui vorremmo dire no imponendo i nostri.

ASPETTATIVE

comportamento o l’atteggiamento dei figli a cui vorremmo dire no imponendo i nostri.

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RICORDIAMOCI CHE…

• E’ molto difficile sapere cosa è giusto

• E’ inevitabile commettere errori nell’interpretare e nel valutare le situazioni.valutare le situazioni.

• Il modo in cui affrontiamo i conflitti dipende dalla nostra storia e dal nostro carattere

• Si procede per tentativi ed errori guidati dall’osservazione e dalla sensibilità

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Non esiste il genitore perfetto!

QUINDI…

"Nel lavoro di crescere i figli, le cose importanti si fanno momento per momento, mentre accadono i fatti della vita. Non esistono lezioni né momenti specifici per imparare .”

(Bruno Bettelheim)

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I GENITORI…

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ATTENTI, AUTOREVOLI E NON TROPPO ANGOSCIATI DALL’ADOLESCENZA e da

INTERNET….(Facile a dirsi!!!)

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� Non vogliono che genitori invadano la loro privacy, ma postano tanti

contenuti, foto, status che li riguardano in profili pubblici

PRIVACY: COME LA CONCEPISCONO GLI ADOLESCENTI?

contenuti, foto, status che li riguardano in profili pubblici

�Alcuni contenuti vengono pubblicati perché non considerati importanti, ma

se pensano che qualcosa sia delicato cambiano mezzo di comunicazione

�A volte fanno confusione, non sempre ragionano sul contesto sociale in

modo giusto

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�Privacy comeMANIFESTAZIONE DI FIDUCIA dei genitori

�La privacy è un’espressione di potere, di AGENTIVITA’ negli adolescenti.

�Privacy come processo per i giovani attraverso cui si cerca di avere il

controllo su una situazione gestendo impressioni, flussi di informazioni,

contesto.

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Il rischio è quello di tornare a modalità educative precedenti (autoritarie), che non

fanno parte della nuova modalità relazionale famigliare (interrompendo ogni

connessione, togliendo smartphone…)

Attuare forme di controllo nascoste, che non vengono poi discusse in famiglia

Quando ci accorgiamo che qualcosa che non va….

Attuare forme di controllo nascoste, che non vengono poi discusse in famiglia

(ribaltamento di ruolo� figlio si ritrova a dover gestire ansia del genitore)

CI INCURIOSIAMO DELLA LORO VITA ONLINE? QUALI

ASPETTI DEL SE’ IL FIGLIO STA SPERIMENTANDO ONLINE?

PENSIAMO CHE SIA UNA PERDITA DI TEMPO?

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La madre e il padre dell’adolescente sono chiamati a consegnare

progressivamente la quotidianità ai propri figli, non a controllarla

Se il ruolo materno sostiene la realizzazione del Sé infantile

Il padre sostiene la realizzazione del Sé in adolescenza aiutandolo nei processi

separativi dall’infanzia, aiutandolo a tollerare dolori e insuccessi sperimentati nel

percorso evolutivo, essere un TESTIMONE per luipercorso evolutivo, essere un TESTIMONE per lui

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VIDEOGAME

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I VIDEOGAMES SONO UN’ESPERIENZA…MA POSSONO DIVENTARE UN PROBLEMA!

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Come differenziare?FANTASTICHERIA/SOGNARE/IMMAGINARE

(S. Tisseron)Il passaggio dal gioco normale al gioco patologico si produce quando il giocatore passa da

interazioni complesse (narrative e senso motorie) a interazioni esclusivamente senso-

USO ECCESSIVO E PATOLOGICO

interazioni complesse (narrative e senso motorie) a interazioni esclusivamente senso-motorie

- INTERAZIONI SENSO-MOTORIE: sensazioni estreme sono in primo piano:emozioni primarie come angoscia, paura, collera, disgusto

- INTERAZIONI NARRATIVE: le sensazioni giocano un ruolo meno importante ela risposta motoria è meno impetuosa: il giocatore prima di agire riflette. Leemozioni in gioco sono complesse: il gioco incoraggia l’identificazione e l’empatia

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E I RISCHI E I RISCHI

DELLA RETE?DELLA RETE?

�IMMERSIONE TOTALE nella rete: la vita virtuale scalza quella reale. Emerge sensazione di onnipotenza� DIFFUSIONE DELL’IDENTITA’

�DISSOCIAZIONE (“Trance dissociativa da �DISSOCIAZIONE (“Trance dissociativa da videoterminale”):

FATTORI DI RISCHIO:Presenza di problemi familiari/relazionaliPresenza di problemi psicologiciSoggetti vulnerabili e depressi che hanno sperimentatodisapprovazione frequenti e vissuto sentimenti di inadeguatezza

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LEGGERE I FENOMENIDifferenza tra:

- USO APPASSIONATO

- IPERUTILIZZATORI:

- RITIRATI SOCIALI

- SOVRAESPOSTI SOCIALI

Non si parla di DIPENDENZA in adolescenza!

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COME, QUANDO E QUANTO FAR

AVVICINARE I BAMBINI AI NUOVI

MEDIA?

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LA REGOLA DEL:

3-6-9-12

3: entrata nella scuola dell’infanzia

6: prima elementare

9: avvenuto incontro con la lettoscrittura

11-12: passaggio alla scuola media

Tappe che rappresentano anche

spunto per capire a quale età

inserire schermi nella vita

dei bambini

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LE TRE A:

APPRENDERE L’AUTOREGOLAZIONE: fissare per i più

piccoli fasce orarie per tv o dvd e contrattare con i piùgrandi

PRATICA DELL’ALTERNANZA: diversificare gli stimoli,PRATICA DELL’ALTERNANZA: diversificare gli stimoli,

incoraggiare bambini a sviluppare attività diverse, chestimolino 5 sensi e 5 dita

ACCOMPAGNAMENTO: far raccontare al bambino le sue

esperienze con gli schermi in modo che possa utilizzaresia intelligenza spaziale che narrativa

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A PROPOSITO

DELL’AUTOREGOLAZIONE…

Educazione agli schermi inizia prima.. Quando il bambino sicostruisce punti di riferimento spaziali e temporali in unarelazione con un ambiente stabile (orari dei pasti, dellananna, rituali del bagnetto e dei denti..)

Per interiorizzare punti di riferimento temporali: non

lasciarlo davanti allo schermo e poi toglierlo

all’improvviso. Comunicare in anticipo la fine

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Schermi non interattivi (TV) non accrescono

intelligenza dei bambini, rallentano apprendimento (dai17 ai 24 mesi: per ogni ora passata davanti a dvdl’apprendimento del vocabolario diminuisce da 6 a 8

PRIMA DEI 3 ANNI

l’apprendimento del vocabolario diminuisce da 6 a 8parole rispetto a bambini che non la guardano)

Per bambini sotto i 24 mesi non esistono programmi

adatti: colonna sonora incapace di adattare suaintonazione allo stato psicologico del bambino

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PRIMA DEI 3 ANNI

Anche giocare con tv accesa in camera: da uno studio igiochi erano più corti di 30 sec. La concentrazione è più

breve

Davanti a schermo non interattivo bambino non solo èpassivo, ma anche esposto a colori e suoni di un’intensitàpassivo, ma anche esposto a colori e suoni di un’intensitàdi gran lunga superiori alle stimolazioni abituali

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DAI 3 AI 6 ANNI

VANTAGGI DEGLI SCHERMI:

Fanno lavorare due intelligenze:

INTUITIVA (incoraggiano apprendimento per prova ed errori)errori)

IPOTETICO-DEDUTTIVA (capacità di anticipazione e ritorno dell’esperienza)

Giochi di strategia ed avventura

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DAI 3 AI 6 ANNI

PERICOLI DEGLI SCHERMI

• Forte carica emozionale: bambino vive sensazioni che non hanno nulla che fare con quelle che vive nella sua vita quotidiana

• Impossibilità di dare loro un senso: il più delle volte Impossibilità di dare loro un senso: il più delle volte bambino è lasciato da solo davanti allo schermo

• Incapacità di gestire situazione potenzialmente

traumatica tramite il gioco: l’attesa di una rassicurazione che non arriva mai

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TRA I 6 E I 9 ANNI

VANTAGGI DEGLI SCHERMI

Diverse forme di intelligenza possono essere stimolate dagli schermi

Può essere stimolato apprendimento di competenze come Può essere stimolato apprendimento di competenze come la capacità di innovazione, riflessione strategica, la cooperazione

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TRA I 9 E I 12

VANTAGGI DEGLI SCHERMI

Età dello smartphone e dei videogiochi online. Preferibile usare giochi multiutente, in contatto di prossimità per favorire attività creative, di cooperazione con gli altrifavorire attività creative, di cooperazione con gli altri

SVANTAGGI DEGLI SCHERMI

Violenza dei giochi: favorisce scoppio di condotte aggressive

Distinzione tra spazio intimo e spazio pubblico (si acquisisce solo tra i 7 e 8 anni, indispensabile per navigare in internet in sicurezza)

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DOPO I 12 ANNI

VANTAGGI DEGLI SCHERMI

Età dei social network: costituiscono spazio di sperimentazione

sociale che permette loro di definirsi e definire il mondo che li circonda

Videogiochi online: sviluppano attitudine a lavorare in èquipe, la curiosità nei confronti dell’altro, l’altruismo, la reciprocità sociale

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DOPO I 12 ANNI

PERICOLI DEGLI SCHERMI

Influenza immagini violente

Uso eccessivo, NON si può parlare di dipendenzaUso eccessivo, NON si può parlare di dipendenza

(categoria da usare per adulti, non per

adolescenti)

Usi problematici degli schermi rivelano problemi

alla base: depressione, mancanza autostima,

divorzi, lutti, solitudine, etc

Importante è distinguere tra: USO ANIMATO CHE

DENOTA PASSIONE E USI PATOLOGICI

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PRIMA DEI 3 ANNI:

Non mettere tv in camera del bambino

Siate un buon esempio per lui (imitazione)

Usate tablet con lui se volete ma con tali accortezze:

• Rimanete con lui e accompagnatelo• Rimanete con lui e accompagnatelo

• Riducete momenti di gioco con dispositivi a brevi periodi della giornata e cimentatevi con lui anche in giochi tradizionali

• Non cercate di fargli apprendere chissà cosa, giocate e basta

• Informatevi su programmi adatti alle sue capacità

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� Continuate a non sistemare tv in camera loro� Controllate tempo davanti al tv� Condividete regole con baby sitter e nonni� Rispettate età indicate per film e dvd

Guardare programmi insieme in modo attivo, dando

TRA I 3 E I 6 ANNI:

� Guardare programmi insieme in modo attivo, dandovostro giudizio su immagini e invitare figlio a fare lostesso lo schermo diventa supporto per relazioniarricchenti e non di isolamento

� Privilegiare videogames in cui giocare tutti insieme

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� Continuate a non mettere tv/computer in camera� Definire regole chiare sui tempi di gioco.� Bambino può gestire suo tempo-schermo scegliendo tra i

diversi dispositivi, ma deve dedicare anche tempo ad altre attività che coinvolgano il corpo

TRA I 6 E I 9 ANNI:

attività che coinvolgano il corpo� Familiarizzate con i videogiochi, film o fumetti

Create profilo computer per vostro figlio in modo che abbia accesso a proprio spazio personale protetto

Fatelo prendere parte alla scelta di quali foto di famiglia pubblicare, bambino interiorizza suo diritto sulle immagini in cui viene rappresentato

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TRA I 9 E I 12 ANNI:

• Fissare età in cui potrà avere smartphone

• Fissate regole per il suo uso che valgano per tutta la famiglia

• Continuate a far sì che figlio distribuisca come vuole il • Continuate a far sì che figlio distribuisca come vuole il suo tempo-schermo tra vari dispositivi, ma prendetevi del tempo per parlare con lui di quel che ha visto o di quello che vede/condivide con amici (passaggio da forma di pensiero spazializzato a una costruzione narrativa)

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DOPO I 12 ANNI:

• Adolescente comincia a navigare da solo

• Fissate sempre regole d’uso, definite orari di navigazione

• Parlate con lui di quel che trova su internet

• Non esitate a parlare di molestie online e pornografia• Non esitate a parlare di molestie online e pornografia

• Stabilite un contratto a voce riguardo i suoi impegni e in merito alle vostre aspettative sui risultati scolastici

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Piccola bibliografia per saperne di più…

1. Alberto Rossetti, Simone Cosimi “Cyberbullismo”

2. Alberto Rossetti, Simone Cosimi “Nasci, cresci, posta”

3. Serge Tiesseron “3-6-9-12”

4. Matteo Lancini “Adolescenti navigati”

5. Gustavo Pietropolli Charmet “L’insostenibile bisogno di ammirazione”