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Dott. Vincenzo Pomo 1 Stato dell’arte del Piano di Prevenzione Attiva Regione Puglia 2005-07 Dott. Vincenzo Pomo 20 Luglio 2006 SATO DI ATTUAZIONE DELL’INTESA TRA STATO E REGIONI IN MATERIA SANITARIA

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Dott. Vincenzo Pomo 1

Stato dell’arte del Piano di Prevenzione

AttivaRegione Puglia 2005-07

Dott. Vincenzo Pomo

20 Luglio 2006

SATO DI ATTUAZIONE DELL’INTESA TRA STATO E REGIONI

IN MATERIA SANITARIA

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SALUTE

“…bene essenziale per lo sviluppo sociale, economico e personale…” che

vede nella “persona stessa la maggiore risorsa” … (Carta di Ottawa 1980)

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La PROMOZIONE della SALUTE si realizza

nei 2 ambiti

INDIVIDUALE E COLLETTIVO

INDIVIDUALE

- interventi finalizzati a modificare i comportamenti soggettivi (promuovere l’adozione da parte del cittadino di migliori stili di vita).

COLLETTIVO

- migliorare i contesti e le condizioni di vita rilevanti ai fini della salute.

La prevenzione della salute e sicurezza della collettività sono realizzate attraverso la costruzione

e manutenzione di una rete di prevenzione, di controllo e di gestione coordinata degli eventi,

riconoscendo nodi territoriali, regionali, nazionali, del sistema sanitario.

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L’Intesa STATO-REGIONI E PROVINCE AUTONOME

del 23 Marzo 2005

Ha previsto l’attuazione del

PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE 2005-2008

Definendo le priorità degli interventi di prevenzione da sviluppare nel prossimi triennio.

Entro il 30 giugno 2005 ogni Regione elabora il proprio piano di prevenzione per gli

anni 2005-07

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Con il D.G.R. 824 del 28/06/2005

la Regione Puglia

approva il

PIANO DI PREVENZIONE 2005-2007

Integrato con

D.G.R. 157 del 21/02/2006

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L’Assessorato alle Politiche della Salute d’intesa con l’A.Re.S. Puglia, sentiti i

responsabili dei dipartimenti di prevenzione della AUSL, ha elaborato il

PIANO e le successive integrazioni avvalendosi della collaborazione delle società scientifiche, dell’Università di Bari e dei consulenti dell’assessorato.

Tutti i progetti sono stati approvati con atto formale e presentati al Centro Nazionale per la Prevenzione e il

Controllo della Malattie del Ministero.

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Prevenzione cardiovascolare: cardiovascolare:- diffusione della carta del rischio cardiovascolare a gruppi di soggetti;

- prevenzione delle recidive nei soggetti che hanno già avuto accidenti cardiovascolari cosicché non si ripetano;

- prevenzione attiva delle complicanze del diabete di tipo II nell’adulto e nel bambino, aumentando la compliance del paziente;

SVILUPPO DEI PROGRAMMI REGIONALISVILUPPO DEI PROGRAMMI REGIONALI

Prevenzione dell’ obesità.

Piano delle vaccinazioni:- implementazioni coperture vaccinali, attestabili attraverso l’anagrafe vaccinali;- implementazione dell’offerta vaccinale per i soggetti appartenenti alle categorie a maggio rischio;- miglioramento della qualità dei servizi a delle attività vaccinali.

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Gli Screening:Gli Screening:

- ...dei tumori al seno;

- ...del cancro della cervice uterina;

- ...del cancro del colon retto.

Gli Infortuni:

- …nei luoghi di lavoro;

- …stradali;

- …domestici.

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Piano di Prevenzione AttivaPrevenzione delle Complicanze

del DiabeteIl diabete mellito è una patologia cronica a

larghissima diffusione nel mondoSecondo l’OMS nel mondo ci sono 177 milioni

di diabeticiEntro il 2025 il numero di

diabetici potrebbe

raddoppiare

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Nella regione Puglia la prevalenza di soggetti diabetici è pari al 5.4% dell’intera popolazione.

La distribuzione nelle cinque province è sovapponibile.

La maggior parte dei casi è concentrato nella fascia d’età compresa tra 60 e 79 anni.

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La qualità dell’assistenza e la gestione integrata sul territorio sono condizioni fondamentali per un’efficace prevenzione delle complicanze ed un miglioramento della qualità di vita dei pazienti diabetici

La partecipazione attiva del paziente all’autogestione è il punto di forza per la riuscita di qualsiasi strategia assistenziale

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Obiettivi del piano:Gestione integrata dei pazienti

diabetici tra MMG e diabetologi;Formulazione di linee guida

condivise e codificate;Identificazione di indicatori di

processo e di esito;Sistema di raccolta comune dei dati

clinici;Valutazione delle criticità della

gestione integrata del paziente diabetico.

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Ambito territoriale di realizzazione del progetto

Il progetto verrà proposto a tutte le ASL della regione Puglia Le Unità Aziendali di Progetto, delle quali fanno parte un

medico di MMG, un diabetologo,un medico del Distretto e un medico del Dipartimento di Prevenzione, coordineranno le attività a livello territoriale.

Il Comitato Regionale di Progetto, costituito da un rappresentante dell’Assessorato, dell’AReS, dell’OER, della diabetologia e della medicina Generale, avrà compiti di indirizzo e monitoraggio e verifica dei requisiti di arruolamento dei Centri di Diabetologia.

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I pazienti sono reclutati in modo opportunistico dai Medici di Medicina Generale e dai centri diabetologici in base ai seguenti criteri di inclusione: persone con diabete di entrambi i sessi, di età compresa tra 20 e 75 anni, che diano il loro consenso alla partecipazione al progetto.

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Centri diabetologici e MMG

I MMG saranno reclutati sulla base della disponibilità ad ottemperare a quanto richiesto dal progetto.

La partecipazione dei MMG è su base volontaria. I medici che aderiscono si impegnano a: partecipare agli eventi formativi programmati;

arruolare almeno il 25% dei pazienti diabetici in carico, nel primo anno di attuazione del progetto,

valutare con periodicità semestrale il grado di attuazione del programma di follow-up nei pazienti arruolati;

inviare i dati relativi ai pazienti arruolati, in forma elettronica, all’OER per la valutazione degli indicatori.

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Centri diabetologici e MMG I CD saranno selezionati sulla base della rispondenza ai

requisiti strutturali ed organizzativi minimi stabiliti dal protocollo di intesa AMD–SID–SIMG (Raccomandazioni per l’organizzazione del centro di diabetologia) con particolare riguardo a: Sistema di prenotazione Possibilità di effettuare visite non programmate (almeno 20%) Disponibilità di attrezzature per la valutazione delle complicanze di

competenza (quando non demandate, tramite accordi, ad altri servizi).

Presenza di un sistema di raccolta dati informatizzato.

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Cartella clinica informatizzata

MMG: Il vigente accordo integrativo regionale per la disciplina dei rapporti con i medici della medicina generale prevede l’informatizzazione di tutti gli studi dei MMG per la gestione della scheda sanitaria di tutti gli assistiti.

CD: la tipologia di cartella clinica (cartacea/informatizzata) adottata dalle strutture diabetologiche sarà oggetto di valutazione nella prima fase del progetto.

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Condivisione delle informazioni tra MMG e CD

Sarà avviata la sperimentazione di un sistema informatizzato di raccolta dei dati clinici fondamentali condiviso da MMG e centri diabetologici, facendo riferimento alle specifiche del protocollo di intesa AMD – SID – SIMG.

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Linee guida (percorsi) per l’assistenza ai pazienti diabetici

Il progetto sarà realizzato facendo riferimento alle raccomandazioni nazionali AMD-SID-SIMG così come previsto dal progetto IGEA.

Sarà cura delle unità operative territoriali, con la supervisione del CRP, di adattare le suddette raccomandazioni ad eventuali particolari esigenze locali.

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Formazione per gli operatori

MMG: Sono state attuate iniziative di formazione rivolte ai MMG a livello locale sia da parte delle ASL (formazione obbligatoria) che delle Società Scientifiche della Medicina Generale .

CD: La formazione è assicurata nell’ambito dei programmi formativi aziendali

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Iniziative educative e materiale informativo per i pazienti

Sarà cura del CRP raccogliere il materiale utilizzato in precedenti iniziative di educazione al paziente diabetico svolte a livello locale e quello prodotto dalle società scientifiche diabetologiche e della medicina generale per realizzare un pacchetto educativo che sarà messo a disposizione di MMG e CD.

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Indicatori

Indicatori di processo (1)

N° di pazienti reclutati / Totale pazienti diabetici in carico

N° di pazienti arruolati con dato di pressione arteriosa registrato negli ultimi 6 mesi/ Totale pazienti arruolati

N° di pazienti arruolati con dato di emoglobina glicata registrata negli ultimi 6 mesi/ Totale pazienti arruolati

N° di pazienti arruolati con dato di colesterolo totale registrato negli ultimi 12 mesi/ Totale pazienti arruolati

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Indicatori di processo (2)

N° di pazienti arruolati con dato di creatininemia registrato negli ultimi 12 mesi/ Totale pazienti arruolati

N° di pazienti arruolati con dato di microalbuminuria registrato negli ultimi 12 mesi/ Totale pazienti arruolati

N° di pazienti arruolati con dato di BMI registrato negli ultimi 6 mesi/ Totale pazienti arruolati

N° di pazienti arruolati con dato di rischio CV assoluto (ISS) registrato negli ultimi 12 mesi/Totale pazienti arruolati

Piano di Prevenzione Attiva_____Prevenzione delle Complicanze del Diabete____

Indicatori

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Indicatori di esito

N° di pazienti arruolati con ultimo valore registrato di

PA ≤ 130/80 / Totale pazienti arruolati;

N° di pazienti arruolati con ultimo valore registrato di emoglobina glicata ≤ 7% / Totale pazienti arruolati;

N° di pazienti arruolati con ultimo valore registrato di colesterolo totale ≤ 190 mg/dl / Totale pazienti arruolati;

N° di pazienti arruolati vaccinati per l’influenza nel corso dell’ultima campagna vaccinale / Totale dei pazienti arruolati.

Piano di Prevenzione Attiva_____Prevenzione delle Complicanze del Diabete____

Indicatori

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Modalità di rilevamento degli indicatori

I parametri necessari per il monitoraggio del paziente diabetico vengono rilevati dal MMG e/o dal CD (secondo linee guida) e riportati sulla cartella personale (diario) che il paziente porta con sé ad ogni visita programmata.

I MMG invia i dati relativi ai pazienti arruolati, in forma elettronica, all’Osservatorio Epidemiologico Regionale (OER)

L’OER raccoglie e custodisce tutti i dati relativi alla gestione del progetto, effettua il monitoraggio e la valutazione periodica degli indicatori.

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Attività dell’O.E.R.

L’Osservatorio Epidemiologico Regionale ha condotto uno studio per definire, sia pur a livello di stima, la prevalenza di soggetti diabetici nella Regione Puglia.

Sono stati utilizzati, a tale scopo, tre archivi: l’archivio SDO, l’elenco degli esenti ticket e il database delle prescrizioni farmaceutiche (antidiabetici orali e insulina).

E’ stato preso in considerazione per tutti gli archivi l’anno 2003. Per gli archivi SDO e Farmaceutica sono stati eliminati i record ripetuti.

I dati raccolti dall’OER saranno incrociati con quelli inviati dai MMG partecipanti al progetto.

Piano di Prevenzione Attiva_____Prevenzione delle Complicanze del Diabete____

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Tempi di attuazione delle varie fasi del progetto

Azioni Semestri

1 2 3 4 5 6

Costituzione comitato scientifico regionale Costituzione delle unità operative territoriali Formazione degli operatori (MMG e Spec.) e condivisione delle LG Arruolamento dei MMG e dei Centri di Diabetologia Arruolamento dei pazienti diabetici. Firma del consenso informato Costruzione del registro pazienti Valutazione degli indicatori fondamentali di processo e di esito Riunioni periodiche fra MMG, diabetologi ed OER Reportistica Monitoraggio

Piano di Prevenzione Attiva_____Prevenzione delle Complicanze del Diabete____

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Le malattie cardiovascolari in Italia da anni rappresentano uno dei più importanti problemi di sanità pubblica.Nel 2002 in Italia si sono verificati 236.000 decessi per malattie cardiovascolari che rappresentano il 42,5% del totale.

Piano di Prevenzione Attiva Prevenzione Prevenzione

del del Rischio Rischio

CardiovascolareCardiovascolare

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Principali fattori di rischio:Dieta ricca di grassi, fumo, inattività fisica, abuso di alcool.Ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, obesità.

Piano di Prevenzione Attiva Prevenzione del Rischio Cardiovascolare

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Obiettivo principale del progetto: valutazione del rischio cardiovascolare assoluto per stimare la possibilità di andare incontro ad infarto del miocardio o ictus cerebrale nel corso dei 10 anni successivi, in soggetti di età compresa tra 35 e 69 anni della popolazione pugliese.

Piano di Prevenzione Attiva Prevenzione del Rischio Cardiovascolare

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Strumenti: utilizzo della carta del rischio cardiovascolare da parte dei medici di medicina generale per arrivare alla modifica dei fattori di rischio e quindi alla prevenzione della malattia.

Piano di Prevenzione Attiva Prevenzione del Rischio Cardiovascolare

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Screening…

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Il carcinoma della cervice uterina rappresenta una delle principali neoplasie nella popolazione femminile ed una delle prime cause di mortalità per tumore.

Nella Regione Puglia è stata rilevata una scarsa sensibilizzazione spontanea delle donne alla prevenzione.

Solo il 6% delle “donne bersaglio” effettua abitualmente il pap-test.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma Screening oncologici-Carcinoma

della Cervice Uterinadella Cervice Uterina

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Obiettivo principale del progetto:

Sensibilizzare le donne di età compresa tra 25 e 64 anni all’esecuzione del pap-test.

La popolazione “bersaglio” in Puglia è costituita da 1.100.000 donne della suddetta fascia d’età residenti su

tutto il territorio regionale.L’invito, mediante posta, sarà rivolto

annualmente per fasce d’età con intervallo di tre anni in modo da richiamare ogni tre anni tutta la popolazione bersaglio.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma della Cervice Uterina

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La Puglia è stata l’unica regione che ha previsto la contemporanea esecuzione del test HPV, ove necessario, alle donne che eseguono il pap-test.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma della Cervice Uterina

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La Regione Puglia ha in fase di attuazione un proprio piano di diagnosi precoce del carcinoma mammario.

É già operante nella Regione

una rete di Centri specializzati

di Diagnostica Senologica.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma Screening oncologici-Carcinoma

della Mammelladella Mammella

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Obiettivi del progetto già in corso

elevare il livello di qualità della attuale rete di diagnostica senologica

aumetare l’offerta sul territorio regionale

aumentare la domanda allargando la popolazione che attualmente si sottopone regolarmente a controlli senologici

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma della Mammella

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Dott. Vincenzo Pomo 38

Obiettivi specifici del progetto già in corso:

implementazione di una rete di unità funzionali di senologia diagnostica (percorso diagnostico ottimale ed integrato: esame clinico, mammografia, ecografia, citologia);

collegamento costante, funzionale ed informatico on line, tra la rete delle UFDS ed il centro regionale di riferimento;

istituzione di un registro regionale di patologie mammarie;

incremento di copertura diagnostica da estendere anche alla fascia di età 40-49 anni oltre che a quella di 50-69.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma della Mammella

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Estensione del progetto in corso:in accordo con le associazioni femminili ed al fine di rendere più agevole l’accesso alle strutture, in particolare limitando i disagi relativi alle prenotazioni, si intende implementare il software in dotazione, realizzando un sistema di collegamento in rete delle unità di senologia, finalizzato a dare la corretta informazione agli utenti e razionalizzare gli accessi ai servizi.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma della Mammella

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I numeri del programma:

Popolazione bersaglio: pari a 462.724;Nei tre anni si prevede l’arruolamento di circa

154.000 donne per anno; Si ipotizza un afflusso per Unitá Diagnostica

pari ad 85.000 donne nel corso del primo e del secondo anno e di 170.000 nell’ultimo anno (in relazione alla esigenza di richiamare le donne già invitate nel corso del primo anno,

considerata la cadenza biennale del test di controllo).

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma della Mammella

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Si avvia il sistema di arruolamento della popolazione bersaglio per chiamata individuale direttachiamata individuale diretta, a garanzia della massima adesione possibile al programma di screening

Obiettivo: il 55% della popolazione target

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma della Mammella

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Organizzazione del programmaLe Unitá di Diagnostica saranno

coordinate a livello locale dalle Unitá Locali di Progetto (Dipartimento di Prevenzione, Distretto Socio Sanitario, Dipartimento Immagini)

Il Progetto sará monitorato a livello Regionale da un Comitato Tecnico Scientifico

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma della Mammella

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Il carcinoma del colon-retto rappresenta nel mondo la seconda causa di morte per tumore;

L’incidenza in Italia è di

circa 30 - 50/anno per

100.000 abitanti; La sopravvivenza a 5 anni

è pari al 55%.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma

del Colon-Retto

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Il programma si compone di due sottoprogetti:

soggetti a rischio moderato

(parenti di pazienti affetti

dalla stessa malattia). soggetti a rischio medio

(popolazione normale di

età compresa tra 50 e

70 anni).

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma del Colon-Retto

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Coordinamento Regionale

Coordinamento Locale (UAP)

Centro Unico di Riferimento (CUR)

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma del Colon-Retto

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Centri di Riferimento per lo screening (CRiS)

• Numero minimo di 400 CT/anno.

• Colonscopie parziali non superiore al 25% del totale.

• 20-25% di CT operative rispetto a quelle diagnosticate.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma del Colon-Retto

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PIANO DI FORMAZIONE

1.Perfezionamento di giovani endoscopisti.

2.Aggiornamento per medici specialisti, MMG, infermieri.

3.Campagna di sensibilizzione.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma del Colon-Retto

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MONITORAGGIO

• Valutazione degli indicatori.

• Istituzione del Registro Regionale CCR.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma del Colon-Retto

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SOTTOPROGETTO A

• 2500 pazienti per 1,5 = 3750 parenti

di pazienti.

• 15000 contatti nel trienno.

• 7500 CT nel triennio.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma del Colon-Retto

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SOTTOPROGETTO B

• 345000 utenti di età compresa tra i

50 e 70 anni.

• Adesione 30% positività 5%.

• 7500 CT nel triennio.

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma del Colon-Retto

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Strumenti:

- ricerca sangue occulto nelle feci (popolazione a rischio medio).

- colonscopia totale.

- (popolazione a rischio moderato).

Piano di Prevenzione Attiva Screening oncologici-Carcinoma del Colon-Retto

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Fino ad oggi sono stati raggiunti importanti obiettivi che hanno portato la Puglia al pari delle piu’ avanzate esperienze in Italia

Piano di Prevenzione Attiva Progetto Vaccinazioni

La Regione Puglia è ormai da molti anni all’avanguardia nella pianificazione e gestione dei programmi di vaccinazione.

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Il Piano Vaccini della PugliaIl Piano Vaccini della Puglia

La Regione Puglia è stata fra le prime Regioni italiane ad adottare il Piano Nazionale Vaccini

E’ fra le poche ad averne fino ad ora accolto le indicazioni nella loro completezza.

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A partire dal gennaio 2006 saranno introdotte nel calendario vaccinale dell’infanzia tre nuove importantissime vaccinazioni contro : meningococco, pneumococco e varicella.

Queste tre vaccinazioni saranno offerte attivamente e gratuitamente su tutto il territorio regionale.

Il Piano Vaccini della PugliaIl Piano Vaccini della Puglia

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Il Piano della Prevenzione sosterrà da un punto di vista progettuale il Piano vaccini secondo tre linee di programma:

Realizzazione della gestione informatizzata delle vaccinazioni

Miglioramento della qualità dell’offerta vaccinale

Aumento delle coperture nelle categorie a rischio

Piano di Prevenzione Attiva Progetto Vaccinazioni

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Piano di Prevenzione AttivaProgetto Vaccinazioni

Informatizzazione

Sarà realizzata, in collaborazione con l’Osservatorio Epidemiologico Regionale, la versione aggiornata del software GIAVA.

Il programma, che opererà su una piattaforma basata su Internet, consentirà ad ogni ambulatorio periferico di accedere alla banca dati regionale per gestire nella maniera più razionale le procedure vaccinali.

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Miglioramento della qualità

Questo obiettivo sarà raggiunto partendo dall’avvio di incontri sistematici fra gli operatori dei Servizi vaccinali, Pediatri e Medici di Medicina Generale

Saranno inoltre dotate le ASL di nuove unità di assistenti sanitari ed infermieri professionali e saranno messe in grado di poter incentivare il personale esistente

Sarà infine avviato un programma di certificazione della qualità secondo le norme ISO 9001

Piano di Prevenzione AttivaProgetto VaccinazioniProgetto Vaccinazioni

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Gruppi a rischio

Saranno attivati canali di comunicazione stabili fra Servizi di vaccinazione e differenti settori interni o esterni alla ASL, finalizzati alla identificazione dei soggetti appartenenti ai gruppi a rischio (PLS e MMG, ospedali, centri specialistici, distretti socio-sanitari, unità di statistica ed epidemiologia, associazioni di pazienti, ecc).

Piano di Prevenzione AttivaProgetto VaccinazioniProgetto Vaccinazioni

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Piano di Prevenzione Attiva

Gli infortuniGli infortuni

A) Infortuni nei luoghi di lavoro.

B) Incidenti stradali.

C) Incidenti domestici

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Ai servizi di Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di lavoro (SPESAL) dei Dipartimenti di Prevenzione delle aziende USL sono attribuite, da leggi nazionali e regionali, le competenze in materia di vigilanza, controllo, informazione e assistenza in materia di igiene e sicurezza

del lavoro.

Piano di Prevenzione AttivaInfortuni nei luoghi di lavoro.Infortuni nei luoghi di lavoro.

Nel corso di questi ultimi anni la nostra regione ha partecipato a diversi iniziative di carattere nazionale:

Piano triennale di monitoraggio dell’applicazione del D.lgs 626/94 (2000/2002).

Due campagne nazionali per la sicurezza in edilizia (2003/04)

Protocollo d’intesa Regione-Inail-Ispesl sui “Nuovi flussi informativi” (2002…)

Progetto Regioni-Inail-Ispesl per una indagine sulle dinamiche degli “Infortuni Mortali” (2003/05).

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CREAZIONE DEL SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE:

- costruire un repertorio nazionale degli infortuni mortali;

- definire un modello di riferimento unico per la conduzione delle inchieste infortuni;

- mettere a disposizione di istituzioni e parti sociali (626/94) utili strumenti conoscitivi per

l’attivazione di iniziative ed azioni di contrasto e riduzione del fenomeno degli infortuni mortali e

gravi.

Piano di Prevenzione AttivaInfortuni nei luoghi di lavoro.Infortuni nei luoghi di lavoro.

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INTERVENTI DI PREVENZIONE.

A) Potenziamento delle azioni di controllo e vigilanza nel comparto delle Costruzioni.

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In Puglia nel 2004 si sono verificati 38.458 infortuni, di cui il 12,23% in edilizia; la causa più frequente è la

caduta dall’alto che costituisce il 38,5% delle

forme di evento.

Piano di Prevenzione AttivaInfortuni nei luoghi di lavoro.Infortuni nei luoghi di lavoro.

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Sintesi obiettivi specifici: individuare le criticità attraverso un’analisi della realtà e

determinare i relativi indicatori di bisogno;

potenziare le attività di vigilanza nel settore delle costruzioni;

favorire criteri di omogeneità degli interventi;

favorire attività di informazione ed assistenza verso il comparto costruzioni;

favorire il coordinamento dei soggetti istituzionali preposti alle azioni di contrasto degli infortuni sul lavoro;

valutare i risultati in seguito all’applicazione del metodo, modificando nel tempo gli strumenti sulla base di evidenza riscontrate.

Piano di Prevenzione AttivaInfortuni nei luoghi di lavoro.Infortuni nei luoghi di lavoro.

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Azioni:-Costituzione Gruppo tecnico regionale di Coordinamento;

acquisizione dati sugli infortuni gravi e mortali e definizione delle priorità dei rischi su cui rivolgere prioritariamente gli interventi di vigilanza.

-Potenziamento della vigilanza nel settore delle costruzioni.

- Organizzazione di specifici Eventi Formativi per il personale reclutato

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B) Attività di supporto alle microimprese- Formazione lavoratori che operano in quota.

C) Sostegno alla rete regionale degli RLS.

D) Progetto sicurezza nella scuola

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RISORSE ASSEGNATE NEL TRIENNIO:

5 milioni di EURO

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La sorveglianza dell’incidentalità stradale richiede il

coinvolgimeto di differenti istituzioni ciascuna interessata ad una parte del processo di

valutazione:NUOVI FLUSSI INFORMATIVI

Piano di Prevenzione Attiva

Incidenti stradali.Incidenti stradali.

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Programma di educazione alla sicurezza stradale Programma di educazione alla sicurezza stradale nelle scuole superiore: nelle scuole superiore:

- Rappresentanti studenti -Rappresentanti genitori. -Docenti referenti per la sicurezza stradale. -Altri soggetti interessati E’ prevista la distribuzione di: CD-ROM Cineforum nelle scuole. Somministrazione di questionari Distribuzione utenti di opuscoli

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Piano di Prevenzione AttivaIncidenti domestici.Incidenti domestici.

1.800.000 infortuni domestici.

270.00 ricoveri per incidenti avvenuti in casa.

Dinamica infortunistica

CADUTA (58,8%) – TAGLIO (17,9%) – SCHIACCIAMENTO (9,6%)

CUCINA (37,6%)

CAMERA DA LETTO (15,3%)

BAGNO (12,5%)

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Azioni:

Rilevazione presso il P.S.

Interventi formativi e comunicazione.

Piano di Prevenzione AttivaIncidenti domestici.Incidenti domestici.

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…Grazie dell’attenzione.

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