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a cura di Alfonso Rubinacci TECNOLOGIE DOSSIER L’ obiettivo di Tuttoscuola è pragmatico e concre- to: documentare insieme idee ed esperienze che possono costituire un’utile base di confronto con le istituzioni e i decisori politici, verificare come sul tema dell’innovazione tecnologica a scuola la cir- colazione delle informazioni possa essere utile allo sviluppo di proposte concrete. Una scelta per far sì che il sistema scolastico capace di “inventare” diventi

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a cura di Alfonso Rubinacci

TeCnoLoGIeDOSSIER

L’obiettivo di Tuttoscuola è pragmatico e concre-to: documentare insieme idee ed esperienze che possono costituire un’utile base di confronto

con le istituzioni e i decisori politici, verificare come

sul tema dell’innovazione tecnologica a scuola la cir-colazione delle informazioni possa essere utile allo sviluppo di proposte concrete. Una scelta per far sì che il sistema scolastico capace di “inventare” diventi

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patrimonio diffuso. L’agenda digi-tale scolastica non può essere un documento programmatico, né solo un piano d’azione, prima di tutto presuppone la visione di un’idea di scuola del futuro, fatta di processi organizzativi e didattici coerenti con l’attuale contesto di sviluppo tecnologico. La scuola digitale, che di fatto significa riorganizzare la realtà scolastica, è una riforma che necessita di un forte supporto politico, capace di promuovere il miglioramento degli esiti formativi. Va contrastata la “vulgata” comune secondo la quale i docenti si oppon-gono all’innovazione tecnologica e che non ci sono le competenze necessarie.

Le esperienze documentate da Tuttoscuola dimostrano naturali capacità di affrontare la digitaliz-zazione come sfida di gestione del cambiamento, partendo dalla for-mazione del personale docente per cambiare i modi di lavorare.

L’Itc è fattore d’innovazione de-cisivo nel cambiamento e nel mi-glioramento del sistema educativo e non concessione alla moda tec-nologica del momento. “Innova-zione - osserva il Prof Giancarlo Domenichini, dirigente del Liceo “V.Monti” di Cesena, … non fi-ne a se stessa o intesa solo come proposta di una didattica più ac-cattivante, ma legata strettamente al POF del nostro liceo, che pone al centro la figura dell’alunno e le sue esigenze di formazione e di educazione”.

“Nel Lazio – racconta nel cor-so dell’intervista il Direttore Ge-nerale Maddalena Novelli – sono

state attivate, a partire dall’anno scolastico 2009/2010, 234 cl@ssi 2.0 nei vari gradi d’istruzione: 75 primarie, 77 secondarie I grado, 82 secondarie II grado … (nel Lazio) sulla base di uno specifico piano sono state selezionate 39 progetti in rete gestiti e coordinati da 8 Scuole (Punti coordinanti) che prevedono l’utilizzo delle nuove tecnologie. Detta iniziativa, a supporto della diffusione delle innovazioni tec-nologiche, è finalizzata alla rea-lizzazione di attività educative e formative in particolari contesti di apprendimento…. (Inoltre) il Con-vitto Nazionale Vittorio Emanue-le II è stato individuato dal Miur quale una delle prime dieci scuole interamente 2.0.

“Necessiterebbe attivare - con-tinua il Direttore Novelli - azioni formative flessibili capaci di met-tere i docenti in condizione di uti-lizzare nel modo più proficuo le nuove tecnologie, in modo tale che esse siano criticamente scelte per un compiuto e funzionale utilizzo negli ambienti educativi e formati-vi. Detta autonomia di scelta… an-drebbe coniugata con un’autonoma gestione dei fondi da parte delle scuole, in ragione delle specificità progettuali e dei contesti socio-culturali di riferimento”.

In tale ottica, l’Ufficio Scola-stico Regionale per il Lazio, ha inteso proporre nei confronti del-le scuole, nel corso degli ultimi anni, un’azione di supporto e di accompagnamento maggiormen-te teso all’implementazione delle tecnologie didattiche e ad un deli-berato, consapevole e qualificato

utilizzo delle stesse da parte dei docenti, sempre finalizzato a ren-dere la scuola più contemporanea, più vicina allo studente che, non bisogna mai dimenticare è il vero epicentro di un sistema strutturato per formare ed educare le giovani generazioni, agevolandone l’inse-rimento nella società e nel mondo del lavoro.

La profssa Mariachiara, docen-te del liceo salesiano di Treviglio, ascoltata dal prof Michele Pellerey, docente universitario, conferma “la convinzione ormai sempre più dif-fusa che uno dei compiti educativi fondamentali della scuola nel con-testo tecnologico attuale è proprio quello di promuovere la capacità di utilizzare in maniera produtti-va e con senso di responsabilità le tecnologie mobili nell’attività di studio e di lavoro”.

Per il prof Pellerey “L’incontro con la professoressa Mariachiara è stato assai utile sia per confer-mare varie ipotesi di lavoro, sia per sfatare alcune assunzioni che poco hanno a che fare con una introdu-zione seria e valida delle tecnologie mobili. In particolare quella che la loro presenza debba necessaria-mente provocare una trasforma-zione radicale della metodologia didattica”.

“Non c’è dubbio – secondo la profssa Elisabetta Spaziani, di-rigente scolastica dell’istituto comprensivo di Anzio 1 – che la lezione frontale e il materiale car-taceo stanno attraversando un pe-riodo di “riflessione” a favore di una visione più dinamica del sa-pere grazie all’integrazione delle

FATToRe D’InnoVAZIone

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strumentazioni digitali. Sarà mi-gliore o peggiore?...Sicuramente diverso!”.

“Le nuove tecnologie - secondo il prof Gianni Orecchioni, dirigente scolastico dell’I.I.S. “Da Vinci-De Giorgio” di Lanciano – rappresen-tano per lo più nuovi strumenti al servizio della didattica … ma a volte possono avere una funzio-ne più radicalmente innovativa, in quanto rendono possibile cre-are ambienti di lavoro, capaci di aprire scenari educativi partico-larmente interessanti. E’ il caso della “classe virtuale”, costituita da un insieme di risorse online che consentono di espandere la classe “reale”, ampliandone le funzioni e rendendo possibili una serie di interazioni, potenziate nella qualità e nei contenuti…”.

“L’esperienza maturata in que-sti mesi – osserva la profssa Ste-fania Nardini, dirigente scolastico IIS “Alessandrini-Marino-Forti” di Teramo – ha evidenziato le stra-ordinarie potenzialità delle nuove tecnologie nel campo della didat-tica, sia in termini di arricchimen-to dei contenuti e dell’architettura delle lezioni, che di sollecitazione dell’interesse e della motivazione degli studenti… La figura del do-cente in questo nuovo contesto con-serva appieno la propria centralità e si carica di ulteriori importanti funzioni, come quella di guidare gli allievi nella selezione rapida e più funzionale ai percorsi didattici delle informazioni nell’ambito del-la messe variegata e spesso ridon-dante di contenuti che ora diviene disponibile”.

Gli insegnanti hanno voglia di imparare ed hanno bisogno di for-mazione per guardare con occhi diversi questa innovazione. Rap-presentano esperienze positive le iniziative “Summer School”, promosse dal Centro Studi Impa-raDigitale, che avranno luogo a Bergamo e ad Ancona nel prossimo mese di luglio.

C’è molta voglia di fare e più

competenze di quanto a volte non si immagini. Forse è mancata un’os-servazione attenta oltre che delle esperienze ufficiali contenute nel piano nazionale di scuola digitale anche delle iniziative che le istitu-zioni scolastiche hanno promosso, pur in assenza di finanziamenti del Miur.

Agli aspetti “quantitativi” deline-ati, più specificatamente correlati agli sviluppi del Piano Nazionale Scuola Digitale, alle dotazioni tec-nologiche a disposizione delle scuo-le, alla formazione del personale scolastico, alle sinergie con altri Enti e con il mondo imprenditoria-le, si affiancano riflessioni su alcu-ni significativi aspetti “qualitativi” quali la valutazione dei processi di insegnamento/apprendimento in contesti scolastici che vedono l’u-tilizzo di tecnologie didattiche, il nuovo modo di fare scuola, il nuovo modo di porsi e proporsi nei con-fronti delle giovani generazioni, in linea con il loro vissuto quotidiano ed in linea con le richieste di una so-cietà che richiede sempre più nuove

conoscenze e nuove competenze.Anche i dati di questo dossier

confermano la necessità dell’attiva-zione di un sistematico monitorag-gio, non tanto in questa fase come strumento di controllo e di valuta-zione, ma piuttosto per registrare non solo i dati quantitativi dello sviluppo attuale dell’innovazione tecnologica nella scuola ma anche per sviluppare criteri di rilevazione mirati quali, ad esempio, questio-nari di atteggiamento per docenti, ricadute sugli esiti formativi degli studenti e quanto altro ritenuto ne-cessario per la valutazione sistema-tica dei risultati raggiunti.

I dati acquisiti con il monitorag-gio potranno sicuramente aiutare i decisori politici e i dirigenti tecnici della scuola a comprendere i risul-tati della prima fase di questa azio-ne, a favorire la riflessione generale su come sia possibile consolidare in modo graduale l’innovazione tec-nologica nel sistema d’istruzione, favorendo una reale innovazione e coinvolgendo l’intera comunità scolastica.

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La prosecuzione del “viaggio” di Tuttoscuola che porta a mettere sotto i rif lettori le

esperienze di innovazione tecno-logica più significative sviluppate in alcuni contesti scolastici regio-nali, per la socializzazione dei processi attivati e del know how acquisito, passa ora per il Lazio ed è analiticamente descritto dal Direttore Generale Maria Mad-dalena Novelli, impegnata a ga-rantire un qualificato supporto ai processi di cambiamento, a dare significatività all’operare delle scuole, dei dirigenti e do-centi e degli uffici amministra-tivi. I contenuti dell’intervista/racconto del Direttore Generale Novelli mettono in luce accanto ad aspetti “quantitativi”, più speci-ficatamente correlati agli sviluppi del Piano Nazionale Scuola Digi-tale, alle dotazioni tecnologiche a disposizione delle scuole, alla formazione del personale scola-stico, alle sinergie con altri Enti, il nuovo modo di porsi e proporsi nei confronti delle giovani genera-zioni, in linea con il loro vissuto quotidiano ed in linea con le ri-chieste di una società che richiede sempre più nuove conoscenze e nuove competenze.

Direttore, il progetto di dif-fusione delle LIM, delle cl@ssi 2.0 e di Scuole 2.0 a che punto è? Quante le scuole che hanno in dotazione una o più LIM? Quante cl@ssi 2.0 e Scuole 2.0 sono state istituite?

“Lo sv i luppo rapido del le

nuove tecnologie ha creato am-bienti di comunicazione continua e informale in cui le giovani gene-razioni di “nativi digitali” trascor-rono la maggior parte del tempo (smartphone, web, facebook, twit-ter, forum…); l’insegnamento scolastico deve e vuole muoversi al cambiamento, favorendo l’uso consapevole di strumenti didattici innovativi. La rivoluzione in atto nelle modalità di comunicazione e condivisione delle informazio-ni e dei saperi spinge la scuola a fornirsi di nuovi strumenti e ad attivare nuove strategie didattiche: l’ambiente di apprendimento mul-timediale ne è la risposta. Occorre che le scuole adeguino ai mutati scenari nazionali ed internaziona-li, la qualità dell’offerta formativa.

Il “Piano Nazionale Scuola Di-gitale” (PNSD) comprende una pluralità di azioni coordinate, finalizzate a creare ambienti di apprendimento innovativi, in cui

il concetto tradizionale di classe risulti modificato e arricchito da dotazioni tecnologiche specifi-che per la didattica, in cui si spe-rimentino la trasformazione dei modelli e dell’organizzazione e l’utilizzo di nuovi contenuti, mate-riali e strumenti. Il PNSD ha quin-di previsto, a tal proposito, alcune azioni guida quali l’azione LIM in classe, l’azione cl@sse 2.0 e scuol@ 2.0. Nell’ambito del PNSD l’USR Lazio ha dato supporto alle seguenti azioni:- Piano LIM. Ha l’obiettivo di

dotare ciascuna aula di Lava-gna Interattiva Multimediale, in quanto strumento in grado di creare le condizioni, qualora in rete, per una lezione interat-tiva, multisensoriale e condivi-sa dentro e fuori dalla classe. La LIM deve essere integrata nel sistema tecnologico della scuola e permettere l’interoperabilità con altri dispositivi, in modo da

Intervista a Maddalena Novelli, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio

La “scuola digitale” nel Lazio

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favorire la partecipazione effet-tiva e la collaborazione degli stu-denti alla creazione della lezione. L’USR Lazio, nell’arco del trien-nio 2009/2011, ha provveduto all’assegnazione di fondi, con-tribuendo all’acquisto di 3.419 LIM, per altrettante classi, su tre gradi di istruzione (primaria, secondaria di primo e seconda-ria di secondo grado) nella Re-gione Lazio.

- Cl@ssi 2.0. L’azione Cl@ssi 2.0 si propone di modificare gli ambienti di apprendimento at-traverso un utilizzo costante e diffuso delle tecnologie a sup-porto della didattica quotidiana. L’azione Cl@ssi 2.0 ha richiesto ai partecipanti di elaborare un progetto di modifica dell’am-biente di apprendimento, fon-dato sulla cosiddetta Idea 2.0. L’Idea 2.0 costituente il cuore dell’iniziativa, conteneva l’e-splicitazione delle intenzioni pedagogico didattiche che si vo-levano sperimentare. L’azione coinvolge un intero consiglio di classe con l’obiettivo prioritario di innovare il modo di fare scuo-la, nelle forme e nei modi ritenu-ti più opportuni. Nel Lazio sono state attivate, a partire dall’a.s. 2009/10, 234 cl@ssi 2.0 riparti-to come di seguito nei vari gradi d’istruzione:

75 primarie 77 secondarie I grado82 secondarie II grado

- Scuole 2.0. Il Convitto Nazio-nale Vittorio Emanuele II è stato individuato dal MIUR qua-le una delle prime dieci Scuo-le interamente 2.0 di tutto il territorio nazionale, sulla base del possesso di specifici requi-siti innovativi in quanto scuola che aveva già seguito un per-corso volto alla modifica degli ambienti di apprendimento at-traverso le TIC e che si era resa disponibile ad attuare un pro-cesso di innovazione, così co-me espressamente indicato nel Bando MIUR del 20/04/2011. Il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, in qualità di scuo-la 2.0 del Lazio, sta aggiornando la propria offerta formativa, svi-luppando e realizzando un nuovo modello di scuola teso a favorire la diffusione e l’uso di strumen-ti tecnologici e propone un am-biente di apprendimento aperto in un tempo-spazio globale, formale e informale, in grado di interfacciarsi verso una rete di scuole in un’ottica di condivisio-ne del patrimonio didattico rea-lizzato. L’intendimento è quello di soddisfare efficacemente ed efficientemente il bisogno di ap-prendimento degli studenti sia nel tempo reale che nella classe virtuale, attraverso l’utilizzo di un ambiente di apprendimento multimediale nel quale è possibi-le attivare scambi ed interazioni tra insegnanti ed alunni, anche in rete con altri istituti.

- Progetti in rete. Nel Lazio, sulla base di uno specif ico Piano, sono stati selezionati e f inanziat i 39 proget t i in rete gest it i e coordinat i da 8 Scuole Polo (Punt i coor-dinanti) che prevedono l’uti-lizzo delle nuove tecnologie. Detta iniziativa, a supporto della diffusione delle inno-vazioni tecnologiche, è f i-nalizzata alla realizzazione d i at t iv it à educat ive e for-mative in par ticolar i conte-st i di apprendimento, quali la prevenz ione d i fenome-ni di dispersione scolastica, la valor izzazione del le d i-versit à e l’educaz ione a l la cit tadinanza consapevole e responsabile. I Progetti (for-mat ivi e d i r icerca-azione) sono s t a t i e l abor a t i d a l le scuole su l la base del le se -guenti tematiche:- contrasto, disagio giovani-

le, prevenzione dispersio-ne per i soggetti a r ischio di emarginazione;

- inclusione e valorizzazio-ne diversità (alunni disabi-li, DSA);

- inclusione e valorizzazio-ne alunni stranieri;

- valor izzazione eccellenze competenze alunni;

- promozione culturale, so-ciale e civile del territorio e for ma z ione d i c i t t ad i -nanza at t iva, consapevole e responsabile.”

Piano LIM Lazio

Gradi d’Istruzione LIM 2009 LIM 2010 LIM 2011 LIM 2013 LIM totali

Primaria Numero LIM 558 503272 2700

Secondaria I Numero LIM 780 587

Secondaria II Numero LIM 292 279 148 719

Totali Numero LIM 780 850 1.369 420* 3.419*

*Al numero totale vanno aggiunte ulteriori LIM acquistate con Piano LIM 2013 dalla Regione Lazio, con economie di ribasso d’asta, nell’ambito dell’Accordo operativo MIUR- Regione Lazio – USR Lazio, per un totale di circa 3.500 LIM.

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tecnologico sono stati invitati a progettare dei prototipi di con-tenuti digitali, le cui componen-ti possano essere all’occorrenza estrapolate dal contesto, editate e rieditabili ad uso dei docenti per una personalizzazione dei materiali e degli strumenti, che utilizzino le potenzialità della rete e possano essere fruiti sia sulle LIM sia su altri supporti portatili. Il tutto non nell’ottica della sostituzione ma della com-plementarietà del libro di testo cartaceo per l’arricchimento del patr imonio di st rumenti a di-sposizione di docenti e discenti. Nel Lazio attualmente 2 Istituti scolastici su 20 dell’intero terri-torio nazionale, sono stati indi-viduati per la sperimentazione dei prototipi di Editoria Digitale Scolastica:- Secondarie I Grado – Area Te-

matica scienze e tecnologia - IC di Capena

- Secondarie I Grado – Area Te-matica italiano, arte, musica - IC Nino Rota di RomaIl progetto Smart School Fu-

ture, invece, è uno dei vari pro-getti di aziende che mettono a disposizione hardware e softwa-re per le scuole del Lazio ed è teso a favorire lo sviluppo della digitalizzazione nell’istruzione delle scuole primarie e seconda-rie di primo grado. In tale pro-getto sono coinvolte le seguenti Istituzioni scolastiche del Lazio:- Scuola Secondaria di pr imo

grado “Michelangelo Buonar-roti” di Roma;

- Istituto Comprensivo “Regina Margherita” di Roma;

- Istituto Comprensivo “Anzio 1” di Anzio;

- Ist ituto Comprensivo “Don Milani” di Terracina.Altre Fondazioni, come per

esempio la “Fondazione Ro-ma”, hanno messo in campo risorse economiche per avvia-re programmi di interventi per le scuole, at t i a potenziare le

- ITC “Aldo Moro” di ViterboE’ stato quindi predisposto

dall’USR Lazio, un elenco re-gionale di circa 270 docenti for-matori da utilizzare nei predetti corsi dei Poli Formativi. L’USR Lazio, ha attivato anche un pri-mo Piano di formazione, rivolto a circa 400 docenti di scuola pri-maria e scuola secondaria di pri-mo e secondo grado, sviluppato per moduli, finalizzato ad otti-mizzare l’uso degli strumenti in dotazione alle scuole e a fornire indicazioni per migliorare l’effi-cacia del percorso formativo. Le Istituzioni scolastiche, inoltre, nell’ambito della propria auto-nomia, valutano l’opportunità di avvalersi direttamente di esperti in competenze digitali.”

Ha dei riscontri di scuole che usufruiscono di pacchetti for-mativi predisposti da Gruppi editoriali (per es. RCS) o da aziende che mettono a dispo-si z ione hardware e softwa-re (per es. I l progetto del la Samsung “Smart Future”)?

E D I T O R I A D I G I T A L E SCOLASTICA

“Per quanto concerne l’Edito-ria Digitale scolastica è da evi-denziarsi come, nel corso degli ultimi anni, il mondo della scuo-la e quello dell’Editoria stiano cercando di costruire percorsi di conoscenza tesi essenzialmente ad incrementare la motivazione e l’apprendimento attivo degli studenti.

Un ulter iore passo verso la costruzione di ambienti di ap-prendimento innovativi richie-de, in aggiunta all’introduzione di tecnologie e all’at tuazione delle idee 2.0, anche l’adozione di contenuti digitali, nell’ottica di un nuovo, sistemico ed inte-grato contesto di lavoro. Con l’Azione Editoria Digitale Sco-lastica promossa dal MIUR tra-mite bandi delle scuole, autori, editori ed imprese del set tore

Quanti docenti sono stati for-mati e che durata hanno avuto i percorsi? La formazione in servizio è aff idata esclusiva-mente al MIUR e/o INDIRE oppure l’USR e le scuole si av-valgono direttamente di esper-ti in competenze digitali?

FORMAZIONE DOCENTI“Sia per quanto concerne l’a-

zione LIM che per l’azione Cl@ssi 2.0 sono stati effettuati inter-venti formativi per il personale docente coinvolto nelle predette azioni, ad opera dell’INDIRE (Istituto Nazionale di Documen-tazione, Innovazione e Ricerca Educativa) e dell’USR Lazio. Il Piano di formazione LIM si pref igge l’obiet t ivo di offr ire ai docenti un supporto stabile e costante per la progettazio-ne e la conduzione di at tività didattiche con la LIM e si ar-ticola in percorsi blended con attività in presenza (minimo 8 ore) e attività on line (minimo 10 ore e massimo 30 ore). Detti interventi hanno interessato, ad oggi, oltre 7.000 docenti del Lazio ed altri interventi forma-tivi sono in via di attuazione già a partire da quest’anno scolasti-co. Per le cl@ssi 2.0 sono stati attivati percorsi formativi per tutti i docenti del Consiglio di classe interessato che, nei pro-getti conclusi, hanno previsto anche un’assistenza coaching che si è conf igurata come in-tervento on-the-job or ientato all’acquisizione di competenze da parte dei docenti per miglio-rare la performance nel proprio contesto professionale.

Sono stati inoltre selezionati e f inanziati dal MIUR alcuni progetti formativi volti al po-tenziamento delle competenze digitali attivati presso tre Poli Formativi della regione: - Is t it uto Magist ra le “Elena

Principessa di Napoli” di Rieti- Istituto Magistrale “Marghe-

rita di Savoia” di Roma

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Digitale, destinati alla realiz-zazione di impianti wireless. In r i fer imento al le candidatu re presentate dalle scuole per l’as-segnazione di fondi finalizzati alla realizzazione di sevizi di connettività wireless, capaci di favorire l’accesso degli studen-ti e dei docenti ai materiali di-dattici e ai contenuti digitali, sono stati f inanziati i seguenti Progetti.”

L’infrastruttura tecnologi-ca attualmente disponibile è sufficiente rispetto ai bisogni delle istituzioni scolastiche? L’insufficiente disponibilità di banda larga in che misura può condizionare lo sviluppo della scuola digitale delle istituzioni scolastiche?

“Come r ilevato dall’ult imo Rapporto Ocse «Review of the I tal ian S t ra teg y for Dig i tal Schools», presentato nello scor-so luglio, nonostante il grande impegno e lo sforzo finanziario ad oggi sostenuto dal MIUR, che pur ha permesso al sistema scolastico nazionale e regionale di incrementare l’uso delle tec-nologie e di internet e di modi-ficare la didattica tradizionale, non tutte le classi e non tutte le realtà sono, di fatto, ancora coinvolte nel processo d’innova-zione tecnologica. L’auspicio è quello che si possano investire, a livello nazionale, più risorse

scolastici ha evidenziato un co-mune e positivo giudizio rispet-to ad un generale miglioramento delle competenze, del compor-tamento, della collaborazione e dei livelli di attenzione degli studenti. Più difficile invece è la rilevazione della correlazione tra la sperimentazione attuata e il miglioramento dei livelli di apprendimento. Sicuramen-te, comunque, si può parlare di miglioramento generale delle precondizioni che favoriscono l’apprendimento.”

Qual è il livello di estensio-ne della banda larga presso le scuole della regione? I fondi messi a disposizione dal MIUR 2014-2015 per il wireless nelle scuole sono sufficienti rispetto ai bisogni delle istituzioni sco-lastiche regionali?

WI-FI“Ad oggi, g ran par te del le

scuole del Lazio sono dotate di connessione ADSL. L’USR e il MIUR hanno cont r ibuito so-stanzialmente all’implementa-zione della connettività wireless nei diversi gradi d’istruzione del Lazio. Con il Progetto “Wire-less nelle scuole” il MIUR ha finanziato diverse scuole secon-darie di secondo grado del La-zio. L’USR Lazio, dal suo canto, ha at tivato, nel corso dell’a.s. 2013/14, una procedura per l’as-segnazione di fondi, nell’ambi-to del Piano Nazionale Scuola

dotazioni tecnologiche e miglio-rare la qualità della didattica.”

La formazione dei docenti è accompagnata da una va-lutazione in termini di mi-g l i or ament o de i l i ve l l i d i preparazione? Le tecnologie hanno migl iorato la qual ità delle scuole, dell’insegnamen-to e i risultati di apprendimen-to degli studenti?

“L’azione Cl@ssi 2.0 r iferi-ta al primo campione di scuo-le secondar ie di pr imo grado ha previsto che delle Agenzie esterne, la Fondazione Giovanni Agnelli e la Fondazione per la scuola Compagnia di San Pao-lo, collaborassero ad un’azione di valutazione indipendente del progetto. Gli esiti del rapporto finale costituiscono una prima significativa misurazione relati-va al processo di insegnamento/apprendimento attivato.

Generalmente è stato rileva-to, sempre relativamente a tale azione sperimentale, il conse-guimento di pari risultati o leg-germente migliori (più evidenti in italiano), per le classi speri-mentali rispetto alle altre classi di controllo e l’efficacia dell’a-zione formativa in ambiente 2.0 per quanto riguarda l’arricchi-mento delle potenzialità degli allievi; l’eff icacia dell’azione educativa, sempre in ambien-te 2.0, soprattutto nei confronti degli allievi stranieri, di quel-li con diff icoltà specif iche di apprendimento o diversamente abili.

Anche la stessa percezione dei docenti impegnati e dei dirigenti

Progetti ScuoleProgetti Area A : Ampliamento dei punti di accesso alla rete WiFi 8Progetti Area B : Ampliamento dei punti di accesso alla rete WiFi, con potenziamento del cablaggio fisico ed aggiunta di nuovi apparati (hub, switch, etc.)

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Progetti Area C : Realizzazione o adeguamento dell’infrastruttura LAN/WLAN di edificio/campus, con potenziamento del cablaggio fisico ed introduzione di nuovi apparati (hub, switch, ponti radio, etc.)

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Totale 165

Grado Istituzione scolastica N. Plessi/IstitutoPrimaria 80Secondaria Primo Grado 95Secondaria Secondo Grado 35Totali 210

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per d if fondere le tecnologie digitali nella scuola e accele-rare il processo d’innovazione tecnologica.

L’investimento di maggiori ri-sorse finanziarie è oltre che au-spicabile, indispensabile, anche per ridurre il gap con altri Paesi industrializzati, che in tale set-tore hanno prodotto un grande sforzo. Basti pensare ai Paesi Scandinavi e in generale quelli del Nord Europa che si colloca-no, a livello europeo, tra i Paesi che utilizzano al meglio le risor-se dell’Informazione e della Co-municazione Tecnologica (ICT) o a l la G ran Bret ag na , dove l’80% della classi può contare su strumenti didattici informa-tici e digitali; per non parlare di Paesi come Stati Uniti e Giap-pone, in netto vantaggio anche per quanto riguarda l’utilizzo delle infrastrutture di rete e gli investimenti nella ricerca sulle ICT. Risulta a tal f ine neces-sario riallinearsi e dar seguito, anche come sistema istruzione, alle indicazioni fornite dall’A-genda d ig it a le eu ropea , che punta a stabilire il ruolo chiave delle tecnologie dell’informa-zione e della comunicazione per il raggiungimento degli obietti-vi che l’Europa si è prefissata per il 2020, sfruttando al meglio il potenziale delle ICT per fa-vorire l’innovazione, la crescita economica e il progresso. Un primo significativo passo per la diffusione della digitalizzazione nel sistema scolastico italiano e quindi laziale, potrebbe esser rappresentato dall’at tivazione del Wi-Fi in tutte le scuole, per la connessione alla rete, a ga-ranzia di un compiuto utilizzo di tut ti i dispositivi utilizzati ai f ini didattici. La rete Inter-net, a tal f ine, può facil itare l’integrazione delle tecnologie dell’informazione e della comu-nicazione nella progettazione e nello svolgimento di attività e

La digitaLizzazione deLL’istituto Comprensivo anzio i

In meno di cinque anni la tecnologia ed in particolare i tablet sono entrati nelle case e nella vita di un considerevole numero di persone e, se è vero che anche bambini e ragazzi utilizzano sempre più gli strumenti digitali

a casa e a scuola, dobbiamo prendere atto che siamo di fronte a un cam-biamento epocale. I docenti, che hanno il compito di lavorare proprio con l’intelligenza e con le emozioni degli alunni, ne-cessitano di nuovi strumenti e strategie didattiche. La digitalizzazione della scuola è però un processo lungo e complesso! Infatti, non solo richiede notevoli investimenti economici per la connettività verso Internet e la dotazione di dispositivi d’aula, ma anche un’evoluzione socio-culturale che riguarda l’utilizzo di nuovi media e di nuove modalità didattiche ad essi associate. Elemento chiave quindi, è la disponi bilità di ICT nella scuola. L’Oc-se ha recentemente evidenziato nel suo rapporto Review of the Italian Stra-tegy for Digital Schools come l’Italia sia indietro nella scuola digitale e debba investire più risorse non solo economiche, ma anche strutturali e culturali, per portare le tecnologie digitali sui banchi di scuola e colmare il divario con altri Paesi europei come la Gran Bretagna. Un punto di partenza è il Piano Na zionale Scuola Digitale del MIuR, lan ciato nel 2007 con lo scopo di introdurre nelle scuole, anzi nelle aule, l’utilizzo quotidiano dell’ICT. un ottimo piano, ma con grandi vincoli di budget. Tale limite, infatti, non ha ancora consentito di equiparare le oltre 36 mila scuole italiane (pubbliche e private con circa otto milioni di studenti ) ai livelli della media europea. L’Istituto comprensivo “Anzio I” (Roma), che dirigo da oltre 20 anni, già dal 1997 è in linea con le direttive ministeriali. Soprattutto negli ultimi anni ab-biamo introdotto le LIM in 9 classi di scuola primaria e secondaria di primo grado a beneficio di oltre 200 alunni, con l’intento di favorire l’evoluzione del sistema didattico tradizionale, sostenere una metodologia motivante per i ra-gazzi e validare un modello di scuola digitale a sostegno della didattica per competenze, nel rispetto dei diversi stili di insegnamento e di apprendimento. Diverse sono le dotazioni ed i luoghi attrezzati nell’Istituzione scolastica: tre laboratori multimediali forniti di moderne strumentazioni, due laboratori scientifici ed uno linguistico audio-attivo comparativo dotati pure di LIM. Questi supporti permettono anche la realizzazione di percorsi sperimentali CLIL con l’insegnamento di una disciplina unicamente in lingua inglese (ge-ografia), in corso già da anni in 10 classi di Scuola Primaria. Le tecnologie aiutano inoltre il lavoro dei ragazzi nei contatti con i Partners europei attivi da (Comenius ed erasmus). In questo scenario in continua evoluzione, il no-stro Istituto, da quest’anno, è inserito con la classe IV B della Scuola Prima-ria, con la collaborazione delle prof.sse Di Bona nicoletta e Criscuolo Amelia, nell’esperienza pilota Smart Future, un progetto internazionale creato e fi-nanziato dalla Samsung per promuovere la digitalizzazione dell’istruzione e la formazione degli insegnanti. Sul territorio nazionale sono 25 le classi coinvolte per l’anno 2013. Le classi, scelte da un comitato di esperti, secon-do criteri riguardanti la presenza di un elevato numero di alunni stranieri, ragazzi con disabilità, con DSA o provenienti da un territorio disagiato, lavo-reranno per tre anni con una dotazione completa di tablet, uno per ciascun alunno e per gli insegnanti, una e-board, stampanti e software di ultima ge-nerazione in grado di poter caricare i contenuti digitali delle lezioni e consen-tire l’interazione con tutti i dispositivi. La sperimentazione didattica rientra nell’ambito della politica sociale di Samsung, volta a migliorare, attraverso l’innovazione tecnologica, la società e la qualità di vita degli individui, oltre che favorire lo sviluppo di competenze che facilitino l’inserimento dei giovani

di elisabetta Spaziani*

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in un contesto lavorativo sempre più competitivo, cercando di offrire loro un supporto per incrementare il “sapere”, condizione indispensabile per entrare da protagonisti nel sociale e successivamente, mondo del lavoro. Nel difficile momento economico del Paese, l’ingresso di privati e di sponsor a sostegno dei ragazzi e del loro percorso formativo rappresenta senza dubbio un forte segnale positivo per la scuola italiana. La sperimentazione prevede un mo-nitoraggio costante del percorso con una raccolta di dati da fornire poi al Ministero dell’Istruzione.Samsung ha fornito una soluzione integrata di scuola digitale, l’assistenza tecnica e la formazione dei docenti coinvolti. La Samsung School permette l’u-tilizzo di vari dispositivi tecnologici a scopo didattico grazie all’integrazione con un Software specifico creato per il mondo dell’educazione.La sperimentazione prevede un monitoraggio costante del percorso con una raccolta di dati da fornire poi al Ministero dell’Istruzione. L’azione di control-lo e valutazione è affidata al Cremit (Centro di ricerca sull’educazione ai media, all’informazione e alla Tecnologia) dell’università Cattolica di Mila-no, diretto dal prof. Pier Cesare Rivoltella con il coordinamento scientifico del prof. Pierpaolo Limone. La ricerca fa ricorso ad una metodologia che prevede l’uso di strumenti sia quantitativi (questionari) che qualitativi (osservazio-ne, interviste, focus group). Gli studi sull’uso dei tablet in ambiente didattico stanno dando risultati positivi ed anche i genitori sono contenti di essere coinvolti nel percorso, potendo seguire da vicino l‘esperienza dei figli. I tablet stanno migliorando e facilitando il rendimento degli studenti alimentando:- la motivazione dei ragazzi;- la ricerca, la condivisione e la pubblicazione di informazioni;- la collaborazione all’interno dell’aula;- lo sviluppo di abilità tecniche ed informatiche;- un approccio sempre più individuale e personalizzato dell’apprendimento;- flessibilità rispetto a spazi e tempi;- creatività e motivazione nei confronti della didattica. Ci sono stati vantaggi anche per i docenti in termini di:- organizzazione e controllo della classe;- nuovo ruolo dell’insegnante;- valutazione degli studenti accurata e mirata;- incremento di capacità tecniche ed informatiche;- qualità visiva dei materiali di apprendimento e facilità di rivisitazione;- ricerca di un approccio originale all’insegnamento;- gestione dell’aula flessibile ed interattiva.L’adozione e l’utilizzo delle strumentazioni tecnologiche costituisce, quindi, un enorme beneficio per una didattica integrata rivolta a bambini con di-sturbi di apprendimento, con disabilità, stranieri…, proponendosi come stru-mento compensativo delle incertezze e difficoltà dell’allievo, nonché valido supporto per il docente per attività di recupero mirate. Il tablet è uno stru-mento che permette all’insegnante di collegarsi in tempi velocissimi alla LIM e ai dispositivi degli altri studenti, di inviare file, tabelle, mappe concettuali, esercizi da eseguire, brani da commentare e da evidenziare, immagini, fil-mati e molto altro ancora. Lo studente, oltre ad usare il tablet come semplice supporto di integrazione al libro cartaceo e al quaderno, ne utilizza le poten-zialità per organizzare, creare e costruire presentazioni o prodotti. In questo modo gli insegnanti stanno raggiungendo il duplice scopo: sia di motivare l’alunno che di guidarlo nello sviluppo di competenze trasversali come il pro-blem solving. I ragazzi imparano anche ad organizzare, elaborare e creare un prodotto.A questo punto una riflessione è d’obbligo: ci stiamo “finalmente” avviando verso la fine della nostra vecchia organizzazione della classe così come rap-presentata nella gloriosa letteratura italiana? Non c’è dubbio che la lezione frontale e il materiale cartaceo stanno attraversando un periodo di “rifles-sione” a favore di una visione più dinamica del sapere grazie all’integra-zione delle strumentazioni digitali. Sarà migliore o peggiore?....Sicuramente diverso!*dirigente scolastico istituto comprensivo di Anzio 1

percorsi didattici. In un’ottica di programmazione strategica, ap-pare altresì opportuno, attivare forme di coordinamento sempre più strette con gli Enti locali e con le varie Fondazioni, al fine di evitare duplicazioni d’inter-venti e ottimizzare l’erogazione dei finanziamenti alle istituzio-ni scolastiche.

Di pari passo necessiterebbe attivare azioni formative f lessi-bili capaci di mettere tutti i do-centi in condizione di utilizzare nel modo più proficuo le nuove tecnologie, in modo tale che le stesse siano criticamente scelte per un compiuto e funzionale utilizzo negli ambienti educativi e formativi. Detta autonomia di scelta, che implica una matura consapevolezza in termini tec-nico-didattici, andrebbe coniu-gata con un’autonoma gestione dei fondi da par te delle scuo-le, in ragione delle specif icità progettuali e dei contesti socio-culturali di riferimento.”

Quali fattori, ad oggi, hanno contribuito maggiormente alla diffusione delle tecnologie nel-le scuole?

“La diffusione delle tecno-logie nelle scuole si fonda es-senzialmente su alcuni fattori portanti che fanno leva sull’asse docente/alunno/società. Una so-cietà come la nostra connotata da radicali e repentini cambia-menti r ichiede una scuola che possa e debba porsi in una li-nea di continuità con essa. Se la scuola non riorganizza il suo sa-pere e non rimodula la sua orga-nizzazione è una scuola portata a scavare un ampio solco tra sé e le giovani generazioni e quindi con la società: una siffatta scuo-la preparerebbe esclusivamente ad una società che non esiste più. La vera forza di cambia-mento del sistema scuola, a mio parere, sta proprio nel corpo do-cente, nel loro ottimismo, nella

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loro motivazione e nella loro professionalità, nella capacità di sapersi mettere in gioco e di attivare interventi didattici mi-rati a fornire agli studenti que-gli strumenti etici e formativi necessari per un apprendimento consapevole capace di far emer-gere le diverse intelligenze.

L’uso delle tecnologie nella didattica quotidiana agevola il successo formativo che si rea-lizza maggiormente se l’alunno è protagonista del proprio pro-cesso di apprendimento, se im-para a collaborare con gli altri, a condividere il proprio stile di apprendimento con quello dei compagni.

Nel graduale rimodellamento del processo di insegnamento/apprendimento e nella diffu-sione delle tecnologie nella di-dattica, grande rilievo assume inoltre l’operato del Dirigente scolastico quale elemento faci-litatore di processi ed elemento propulsivo del cambiamento.”

Quali sono attualmente le tecnologie e i dispositivi più diffusi nel territorio? Stanno emergendo nuove tendenze? Nuove domande da parte delle scuole?

“Anche grazie al cospicuo in-tervento del MIUR, dell’USR Lazio, della Regione Lazio, del-le Fondazioni e di alcuni Enti Locali, molte scuole sono state dotate di Lavagne Interat t ive Multimediali, che rappresenta-no, ad oggi, il dispositivo tecno-logico più diffuso nella Regione Lazio, come in tutto il territorio nazionale. La connessione wire-less ha inoltre contribuito ad un utilizzo integrato e costante dei vari dispositivi utilizzati, a più livelli, nell’ambito della didat-tica, orientando la stessa sem-pre più verso la collaborazione e valorizzando l’apprendimento informale.”

per individuare un uso effiCaCe deLLe teCnoLogie mobiLi neLL’insegnamento dobbiamo imparare dai doCenti

La professoressa Mariachiara Lama insegna latino e greco nel Liceo classico salesiano di Treviglio. Da tre anni utilizza tecnologie mobili, in concreto l’Ipad della Apple, nel suo insegnamento. Per noi che stu-

diamo i processi educativi e didattici è essenziale imparare dall’esperienza altrui, sia da quella divulgata attraverso le più varie pubblicazioni, sia da quella che possiamo cogliere osservando l’azione didattica nel suo contesto, sia dalla descrizione viva che ne fanno i protagonisti. Questo calarsi nelle si-tuazioni didattiche concrete implica contemporaneamente tener conto delle diverse discipline di insegnamento e delle assunzioni metodologiche che più o meno consapevolmente guidano l’azione del docente. A esempio, nel caso dell’insegnamento del latino e del greco si può privilegiare la capacità di lettura e interpretazione dei testi, rispetto a una produzione scritta o orale in tali lingue; dare importanza alla letteratura come fonte di coltivazione culturale e spirituale personale o come conoscenza strutturata degli autori e delle opere fondamentali, magari sotto un profilo storico; ecc. La prima questione che ho posto alla professoressa è stata molto genera-le: sulla base della sua esperienza, quale idea si è fatta circa il ruolo della

di Michele Pellerey*

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tecnologia da lei usata nell’impostare l’azione didattica? La riposta è stato netta: è uno strumento, uno strumen-to ulteriore rispetto a quelli disponibili nel passato, uno strumento che consente molte opportunità e agevolazioni in più rispetto ad altri, ma che non può sostituire l’uso di carta e penna e, quando opportuno e utile, gli stessi libri stampati. A esempio, la connessione in rete per-mette l’accesso a una impressionante raccolta di testi latini e greci e a molti dei loro più autorevoli commenti, soprattutto nei riguardi delle opere principali, che meri-ta frequentare. Si tratta di fonti di libera fruizione e gli studenti, guidati dal docente, possono costruirsi le loro antologie, scaricando i passi più significativi delle opere raggiunte, magari con accanto la loro traduzione, colle-gandoli a commenti significativi e potendo aggiungervi le proprie osservazioni e le proprie risonanze personali. In questa attività si può dare spazio anche a preferenze individuali, accostando testi che diventano come riferi-menti personali per riflettere ed emozionarsi. Si può co-struire così sia una antologia comune, o di classe, sia una più soggettiva, che evidenzia scelte più vicine alla sensibilità di ciascuno. Questa attività però è prevalentemente propria del trien-nio. Nei primi due anni l’attività didattica è più concentra-ta sullo sviluppare le basi lessicali e grammaticali delle due lingue classiche. In questo caso quali opportunità derivano dall’uso delle tecnologie mobili? In primo luogo occorre ricordare come accanto al tablet sta sempre un quaderno o blocco per scrivere. Anche perché non è facile scrivere sul tablet testi in greco antico. Ma più in gene-rale perché è bene accostare l’uso di carta e penna alla valorizzazione dello strumento. Molti insegnanti, poi, continuano a usare una grammatica stampata, anche se è possibile fruire di grammatiche digitali. Tuttavia la ti-pologia degli esercizi proposti dai testi sia stampati, sia digitali, è in genere abbastanza limitata. La rete permet-te di accedere a un ricchissima fonte di eserciziari e di proposte di attività assai variate e progressive. La loro risoluzione può poi essere registrata sul tablet, o tramite il tablet su un deposito esterno, come il Dropbox, costi-tuendo un proprio portfolio digitale, facilmente consulta-bile, modificabile. L’analisi della proprie prestazioni così registrate apre anche alla possibilità di evidenziare i propri punti deboli e di esercitarsi ulteriormente per cer-care di superarli. Tra le altre opportunità offerte dalla tecnologia vi è anche la possibilità di registrazione vo-cale e di ascolto individuale tramite cuffie. La lettura ad alta voce di un testo da parte dell’insegnante, o da parte di un lettore trovato in rete, può essere conservata e ria-scoltata, per familiarizzarsi con il modo di pronunciare in tali lingue. Ciò è particolarmente efficace quando si introduce la metrica latina, o greca, nell’esplorare la poesia.Se dovesse consigliare un suo collega, o a una sua colle-ga, che intende iniziare una strada di lavoro analoga alla sua, che cosa gli suggerirebbe subito? Certamente in pri-mo luogo gli direi di famigliarizzarsi con lo strumento. Le sue potenzialità esigono non solo una progressiva in-dividuazione delle sue caratteristiche, ma anche un loro sfruttamento sistematico, che può divenire a poco a poco quasi automatico. Se poi si è avuta un buona esperienza

nell’uso del computer fisso o da tavolo, il passaggio all’u-so del tablet da una parte è più agevole, soprattutto per quanto riguarda lo sfruttamento della rete, ma, dall’al-tra, implica nuovi modi di rapportarsi con la tecnologia. In particolare occorre esplorare il mondo delle app (ap-plicazioni), icone sul tablet che consentono un accesso diretto a risorse informative e operative alle volte di po-tenzialità non indifferente. ne esistono di gratuite, altre a pagamento. In generale all’inizio quelle gratuite sono più che sufficienti. A esempio l’app Evernote consente di redigere, conservare, catalogare e diffondere testi scrit-ti e immagini, testi orali e video. Accanto a ciò occorre esplorare le varie forme comunicative che possono esse-re attivate per sviluppare un buon sistema di interazioni con i propri studenti, sia quanto a posta elettronica, a esempio nell’ambito di Google con il sistema delle gmail, sia quanto a valorizzazione di depositi di materiali ac-cessibili da tutti gli studenti, a esempio valorizzando l’opportunità offerta da Dropbox. Infine, può essere di no-tevole aiuto esplorare i siti dedicati esplicitamente all’in-segnamento delle proprie discipline. Molti di tali siti sono nati e si sono sviluppati con l’apporto di insegnanti e stu-denti a partire dalla loro esperienza. In una sperimentazione dell’uso dell’Ipad nell’attività scolastica sviluppata presso la contea di Los Angeles non si è potuto andare avanti in maniera produttiva e l’attivi-tà, finanziata generosamente, è stata interrotta. Gli stu-denti si erano lasciati andare a un uso improprio di tali tecnologie mobili: per giocare, per comunicare tra loro, per esplorare siti stuzzicanti le loro curiosità adolescen-ziali. Mi sono quindi domandato se qualcosa di analogo fosse capitato nelle classi della professoressa. A questo proposito essa ha confermato la convinzione ormai sem-pre più diffusa che uno dei compiti educativi fondamenta-li della scuola nel contesto tecnologico attuale è proprio quella di promuovere la capacità di utilizzare in maniera produttiva e con senso di responsabilità le tecnologie mo-bili nell’attività di studio e di lavoro. Tale impegno edu-cativo non è facile, perché i cosiddetti “nativi digitali”, lo sono principalmente per giocare e comunicare tra loro e manifestano non poche difficoltà e resistenze a sviluppa-re quelle competenze digitali che sono oggi necessarie nel contesto dei processi istruttivi e professionali. L’in-contro con la professoressa Mariachiara è stato assai utile sia per confermare varie ipotesi di lavoro, sia per sfatare alcune assunzioni che poco hanno a che fare con una introduzione seria e valida delle tecnologie mobili. In particolare quella che la loro presenza debba neces-sariamente provocare una trasformazione radicale della metodologia didattica. In realtà ogni insegnante nel cor-so della sua esperienza di insegnamento ha sviluppato, spesso in maniera implicita, una sua concezione del suo ruolo e delle forme attraverso le quali egli è in grado di ottenere i risultati attesi. Se si pensa che tale approccio sia inadeguato, occorre che egli sperimenti direttamente l’efficacia di metodologie didattiche diverse, altrimenti o rimarrà convinto della bontà di quanto è grado di svolge-re e nulla cambierà, o si adatterà a quanto a lui richiesto, ma demandando la responsabilità dei risultati attenuti a chi lo ha indotto a modificare il suo modo di procedere. *Docente Universitario

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Le nuove tecnologie rappre-sentano per lo più nuovi strumenti al servizio della

didattica, caratterizzati da sup-porti accattivanti e vicini all’e-sperienza di vita degli studenti, ma a volte possono avere una funzione più radicalmente inno-vativa, in quanto rendono pos-sibile creare inediti ambienti di lavoro, capaci di aprire scenari educativi particolarmente inte-ressanti. E’ il caso della “classe virtuale”, costituita da un insie-me di r isorse online che con-sentono di espandere la classe “reale”, ampliandone le funzioni e rendendo possibili una serie di interazioni, potenziate nel-la qualità e nei contenuti, che arricchiscono in modo conside-revole il rapporto didattico tra gli alunni e gli insegnanti e tra gli alunni stessi, in un contesto di apprendimento collaborativo che va ben oltre il tempo scuo-la. Tra i pionieri della “classe virtuale”, il prof. Giandomeni-co Antonioli lavora da oltre un decennio sperimentando nella scuola le nuove frontiere aperte dall’innovazione digitale. Que-sto gli consente di utilizzare le r isorse tecnologiche in forma integrata con l’attività didattica in presenza e di costruire un “ambiente” dove gl i st uden-ti possono trovare, accanto al-le informazioni e ai contenuti, gli strumenti per migliorare e facilitare la collaborazione e la socializzazione. Le tecnologie digitali diventano così il pre-supposto per superare modelli didattici di tipo tradizionale, ba-sati sulla lezione frontale e su un

sapere di tipo trasmissivo, che sono espressione di un approc-cio didattico ormai largamente inadeguato. Invece qui il sapere è qualcosa di vivo, aperto, mai del tutto codificato, perché co-struito insieme, e in forme sem-pre r innovate, grazie al ruolo attivo degli studenti e al lavoro dell’insegnante che li aff ian-ca, ponendosi come facilitatore dell’apprendimento e guida del processo conoscitivo. In tal mo-do si cambiano completamente le carte in tavola della tradizione scolastica e ci si trova di fronte a un nuovo “gioco didattico”, fatto di ambienti inediti, liberamente esplorabili, all’interno dei quali lo studente può costruire attiva-mente le conoscenze attraverso un processo di collaborazione e negoziazione sociale. Il riferi-mento principale per la costru-zione di una classe vir tuale è l’utilizzo di un LMS (“Learning Management System”), ovvero di una piattaforma applicativa specif ica per l’e-learning. Da questo punto di vista è indubbio che, considerando la pratica di molte istituzioni scolastiche, lo standard attuale sia costituito so-prattutto dall’utilizzo di Moodle (acronimo di “Modular Object-Oriented Dynamic Learning Environment”), una piattaforma open-source inizialmente nata per l’apprendimento a distanza, ma che poi si è evoluta in modo tale da consentirne svariati uti-lizzi, tra i quali appunto la rea-lizzazione di classi virtuali. Un

documento molto interessante e completo sull’utilizzo della piat-taforma Moodle nella didattica è il testo “Usare Moodle – ma-nuale di didattica” di Giovanni Marconato, reperibile in rete. Sicuramente, per le istituzioni scolastiche la scelta di Moodle presenta molti aspetti positivi: si tratta di un ambiente strutturato in forma modulare, che da una parte è ormai ben consolidato e dall’altra è in continua evolu-zione, con la creazione di nuovi moduli e funzionalità. La piat-taforma garantisce elevate per-formance, grande stabilità anche con volumi di traffico intenso, adeguati livelli di sicurezza e di protezione della privacy. Tutta-via Moodle, pur essendo un’ap-plicazione open-source senza costi di licenza, richiede l’in-stallazione su un proprio server e una gestione caratterizzata da particolari competenze tecniche. Inoltre, la sua stessa natura lo rende un ambiente relativamen-te “chiuso”, impegnativo e, pur se f lessibile negli utilizzi, con diverse rigidità sia per gli ammi-nistratori che per gli utenti fina-li. Per alcuni contesti allora può costituire una valida alternativa l’utilizzo di tutte quelle appli-cazioni web-based, “leggere” e “aperte”, messe a disposizione gratuitamente dal Web 2.0. Tra queste si vuole segnalare in par-ticolare “Googles Sites” che da alcuni anni utilizziamo nella no-stra scuola per la realizzazione di classi virtuali. “Google sites” è una risorsa gratuita messa a disposizione da Google insieme a molte altre (“Google Apps”)

LA CLASSe VIRTuALe, uno STRuMenTo eFFICACe PeR L’InnoVAZIone DIDATTICA

di Giovanni orecchioni*

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DossierTEcNoloGIEche possono essere utilizzate ef-

ficacemente per la didattica; con essa è possibile creare rapida-mente e con estrema semplicità un sito web attraverso pochis-simi passaggi, senza necessità di conoscere linguaggi di pro-grammazione, ma soprat tut to senza dover installare nessun programma su un server remo-to. Requisito preliminare per poter utilizzare “Google Sites”, così come tutti gli altri servizi messi a disposizione da Google (Gmail, YouTube, Maps, Docu-menti, Calendar e molto altro) è quello di possedere un account Google; se non lo si ha già, cre-arlo è un’operazione molto sem-plice: è sufficiente andare sulla Home page del motore di ricer-ca www.google.it e cliccare sul pulsante “Accedi” che si trova in alto a destra, seguendo poi tutta la procedura richiesta. A questo punto è possibile accede-re a tutti i servizi Google. Clic-cando sul pulsante “App” (una serie di quadratini) e poi su “Al-tri servizi Google” si visualiz-za una pagina con tutti i servizi Google; cliccando su “Sites” si accede alla pagina per creare il sito web. In rete sono disponibi-li molte guide per apprendere a utilizzare al meglio sia “Google Sites” che le altre risorse messe gratuitamente a disposizione da Google, tutte caratterizzate da estrema semplicità di utilizzo, alla por tata di qualunque do-cente e, ancora più, di qualsiasi studente. Con “Google Sites” si può utilizzare la rete Internet,

consentendo ai docenti di inse-rire materiali didattici autopro-dotti, link a siti web di interesse, a risorse software e quant’altro. Gli studenti assumono fin dall’i-nizio un ruolo attivo e creativo in quanto possono interagire con i docenti e tra di loro realizzan-do una vera e propria “comunità di apprendimento”, nella qua-le discutono, inseriscono i loro materiali, documenti, commen-ti, oppure nuove pagine e nuovi menù. I compiti svolti a casa in formato elettronico (documenti Word, fogli Excel, presentazioni PowerPoint…) vengono inseriti dagli studenti nelle loro pagine personali o in pagine dedicate, in modo che il docente possa vi-sionarli e interagire con gli al-lievi in forma diretta. Il sistema però presenta diverse soluzioni, f lessibili e funzionali al lavoro didattico programmato: in alcu-ni casi, infatti, potrebbe essere opportuno che gli studenti pro-teggano i propri lavori con delle password note al solo docente; in alt r i, gli studenti potranno collaborare e interagire tra loro nello svolgimento dei compiti e soprattutto per la realizzazione di attività progettuali.

La Home page viene utilizzata per i messaggi importanti, per segnalare le novità, per indica-re i compiti da svolgere, ecc. Si crea poi una voce di menù per ogni modulo didattico e, per ciascuno di essi, si forniscono i riferimenti principali e i link a siti signif icativi, mentre gli

studenti operano individualmen-te e inseriscono i propri lavori sia nelle versioni f inali che in itinere. Così la “classe virtua-le”, con le sue diverse funzioni, diventa “il luogo” a partire dal quale viene organizzato, svi-luppato e strutturato tutto l’in-sieme dell’attività didattica, e che fornisce ad alunni e docenti uno strumento di lavoro collet-tivo, che è insieme memoria e certif icazione del lavoro effet-tuato. In più, ciascuno studente può creare una propria pagina personale per raccogliere tutti i materiali prodotti per il pro-prio portfolio elettronico. Tutto questo segna un cambiamento profondo del modo di fare scuo-la, sviluppando negli studenti nuove competenze tecniche, ma favorendo anche l’acquisizione di un approccio critico e di una naturale attitudine al confronto ogni qualvolta si affrontano pro-blemi. Ai docenti sono richieste soprattutto capacità di coordi-namento, di stimolo, di negozia-zione e di organizzazione. Oltre a questo, tanto impegno e dedi-zione professionale: è necessario amministrare quotidianamente la classe virtuale così come si “amministra” una classe reale, attraverso un impegno continuo perché la classe virtuale, se non “alimentata” e “manutenuta”, tende rapidamente a diventare uno spazio inutile e deprimen-te. Tuttavia, la didattica basata sulla classe virtuale non è detto che aumenti il lavoro del docen-te che, avendo i propri materiali organizzati in un unico ambien-te protetto, può a sua volta “na-vigare” nella propria esperienza didattica avendo a disposizione mappe già t racciate e memo-ria di cammini e di percorsi di viaggio fatti al f ianco dei suoi allievi, ricercatori sperimentati di conoscenza.

*Dirigente Scolastico dell’I.I.S. “Da Vinci-De Giorgio” di Lanciano (CH)

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Sono trascorsi più di sei mesi dall’avvio di un anno scola-stico che ha visto l’ingresso

della Lim in tutte le aule dell’I-stituto di Istruzione Superiore “Alessandrini-Marino-Forti” di Teramo, unica scuola 2.0 del ter-ritorio abruzzese ed i tempi sono maturi per effettuare un primo bilancio dei risultati che questa grande trasformazione sta com-portando sul piano della didattica.Un’indagine condotta di recente tra tutti i docenti delle tre scuole, nelle quali si articola l’istituto, ha evidenziato che per il 70% degli insegnanti l’introduzione della Lim ha migliorato in maniera si-gnificativa la qualità della didatti-ca, mentre per il 56% di essi la Lim ha migliorato in modo apprezza-bile il rendimento degli alunni. La valutazione degli effetti di questo cambiamento appare quin-di ampiamente positiva soprattut-to sul piano della didattica, ma l’ingresso delle nuove tecnologie nelle aule si è tradotto anche in un apprezzabile risveglio del li-vello di interesse degli alunni per i contenuti disciplinari, che ora possono essere presentati in modo totalmente innovativo. Presso il nostro istituto si è fatta la scelta di sostituire completamente le tradi-zionali lavagne di ardesia con le Lim: questo ha certamente faci-litato un radicale rinnovamento della didattica, che non può più prescindere dalle soluzioni of-ferte dalle nuove tecnologie. Le motivazioni di questo incremento dell’interesse degli alunni rispetto agli standard usuali per la lezione frontale tradizionale sono sicura-mente molteplici, ma un ruolo di

rilievo si può attribuire al coin-volgimento di un maggior nume-ro di capacità, identificabili con le intelligenze multiple proposte da psicologi come H.Gardner e R.J.Sternberg. Secondo Gardner le intelligenze coinvolte nei pro-cessi di apprendimento assom-mano a nove ed interessano una pluralità di ambiti, che spazia-no da quello logico-matematico a quello linguistico-verbale, da quello visivo-spaziale a quello naturalistico, per giungere fino a quello esistenziale, secondo le sue ipotesi più recenti. Per Sternberg

le intelligenze fondamentali so-no soltanto tre: analitica, pratica e creativa. Tuttavia entrambe le visioni pervengono alla conclu-sione che un apprendimento di qualità scaturisce dal coinvolgi-mento di una pluralità di diverse capacità intellettive, che non sono equamente rappresentate negli stili cognitivi dei singoli discenti. Proprio questo risultato si con-segue con la didattica multime-diale che coinvolge, integrandoli, diversi canali comunicativi, la-sciando spazio alla personaliz-zazione degli apprendimenti in base alla fisionomia dei diversi approcci cognitivi. La didattica tradizionale monomediale - con

Il “risveglio” dell’interesse degli alunni

Primo bilancio di un’esperienza

di Stefania nardini*

Il tablet a scuolaCome e perché

Le tecnologie digitali nella scuola sono diventate, ormai, una presenza diffusa che assume tuttavia una vera valen-za pedagogica solo se riescono a migliorare i processi di

insegnamento ed apprendimento. un risultato realisticamente raggiungibile ad una condizione: che gli insegnanti siano pre-viamente preparati con piani formativi strutturati, idonei ad accrescere la loro professionalità e motivazione, a fornire com-petenze metodologiche e didattiche, a far riformulare i curricoli disciplinari e interdisciplinari nei nuovi “ambienti” digitali, a suggerire modalità di lavoro progettuale e cooperativo. Prescin-dere da questo presupposto e pensare che la sola loro presenza sia in grado di modificare le cose è pura illusione. Tra le tan-te tecnologie digitali, disponibili sul mercato a sostegno della didattica, oggi c’é anche il tablet. Uno strumento piccolo, ma-neggevole, versatile, fascinoso, di costo contenuto, facilmente trasportabile e assai flessibile, già in dotazione a molti ragazzi e famiglie. un suo uso appropriato può veramente fare la diffe-renza rispetto alla scuola tradizionale. Va in questa direzione il libro del Presidente della Fidae, Francesco Macrì: “Il Tablet a scuola. Come e perché”.

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la sua uniformità metodologi-ca incentrata sulla trasmissione verbale dei contenuti - tende a privilegiare solamente alcune intelligenze, lasciando presso-ché inespresse le altre. I diversi linguaggi della multimedialità, che consentono di affiancare alla comunicazione verbale e ai testi scritti le rappresentazioni ico-niche statiche delle immagini e quelle animate dei video - non subite passivamente secondo una sequenzialità obbligata, ma scelte deliberatamente tramite l’azione manuale del mouse - lasciano spa-zio a quell’azione congiunta dei sensi che caratterizza il percorso naturale degli apprendimenti, nel quale giocano un loro ruolo tutti i tipi di intelligenza. L’aumento dell’interesse manife-stato dagli alunni si evidenzia, in primo luogo, tramite un incre-mento dell’attenzione nel corso della lezione. Com’è noto, durante la lezione frontale monomediale la curva dei livelli di attenzione

degli allievi tende a decrescere piuttosto velocemente dopo po-che decine di minuti, soprattut-to durante la seconda parte della mattinata. Questo andamento, considerato in genere fisiologi-co, si è dimostrato suscettibile di modificazioni in senso positivo con l’introduzione della Lim nelle classi. Il vantaggio offerto dalla lavagna multimediale deriva dalla possibilità di alternare momenti più impegnativi basati sull’espo-sizione teorica e l’analisi dei testi a momenti di verifica formativa della comprensione, supportata dalla presentazione di slide con-tenenti schemi, esercizi ed im-magini che sollecitano ancora l’attenzione e la partecipazione del gruppo classe. A questi in-terventi si possono aggiungere, in base al tempo disponibile, ul-teriori fasi di approfondimento rappresentate dalla visione di vi-deo, siti specifici o presentazio-ni multimediali. In tal modo si razionalizza l’utilizzo del tempo

della lezione e l’alternarsi delle attività proposte contribuisce a mantenere su livelli ragionevoli l’attenzione degli studenti. Dal punto di vista del docente la presenza della Lim in tutte le classi ha introdotto una vera ri-voluzione nella didattica, con la possibilità di superare comple-tamente molti di quei limiti che rendono la tradizionale lezione frontale ormai avulsa dal contesto comunicativo nel quale sono im-mersi gli studenti nativi digitali. In un mondo dove le informazio-ni viaggiano sempre più veloce-mente accompagnate a qualsiasi distanza dal loro corredo di im-magini e suoni non è più possibile affidarsi ad una comunicazione fatta solo di trasmissione ver-bale e di presentazione di testi scritti. La fruizione completa di queste nuove opportunità nella progettazione e nella gestione del-la didattica richiede comunque uno sforzo costante di aggiorna-mento sulle nuove tecnologie da parte degli insegnanti, che per la loro età si trovano in genere nella condizione di “immigrati digitali” piuttosto che in quella di “nativi digitali”. La figura del docente in questo nuovo conte-sto conserva appieno la propria centralità e si carica di ulteriori importanti funzioni, come quella di guidare gli allievi nella selezio-ne rapida e più funzionale ai per-corsi didattici delle informazioni nell’ambito della messe variegata e spesso ridondante di contenuti che ora diviene disponibile. L’esperienza maturata dai docenti in questi mesi ha evidenziato che la Lim:- rende la lezione frontale più vi-

vace ed attraente, grazie alla possibilità di arricchire i con-tenuti disciplinari mediante il supporto integrato di testi, schemi, immagini, animazioni, suoni e video;

- prolunga in maniera sensibile la durata dei periodi di attenzione

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dall’esperienza di questi mesi so-no i seguenti:- rischio di maggiore passività di

una parte degli alunni di fronte ai contenuti disciplinari presen-tati in maniera innovativa, che vengono apprezzati sul momen-to, ma non fatti propri;

- riduzione dell’impegno nello studio e nella rielaborazione in-dividuale a casa;

- assuefazione nei confronti dei nuovi stimoli, con la conse-guenza di una riduzione della capacità comunicativa delle le-zioni multimediali nel tempo;

- necessità di selezione e di controllo della validità delle informazioni che divengono fa-cilmente accessibili attraverso la rete.

Un ulteriore aspetto di criticità potrebbe riguardare l’utilizzo del libro di testo, che - grazie al corredo di contenuti digitali - in genere si può integrare agevol-mente negli itinerari didattici multimediali. In ogni caso il li-bro di testo continua a rappresen-tare un supporto fondamentale per la didattica ed uno strumento essenziale per lo svolgimento del lavoro domestico da parte degli studenti.In conclusione l’esperienza por-tata avanti in questo periodo ha messo chiaramente in luce le stra-ordinarie potenzialità della Lim e delle nuove tecnologie nel cam-po della didattica, sia in termini di arricchimento dei contenuti e dell’architettura delle lezioni, che di sollecitazione dell’interesse e della motivazione degli studenti.L’utilizzo di queste risorse non è comunque immune da qualche criticità. La gestione oculata e proficua delle potenzialità insite nelle nuove strumentazioni rima-ne in ogni caso una prerogativa demandata all’esperienza, alle strategie pedagogiche ed alle ca-pacità organizzative dei docenti.*Dirigente Scolastico IIS “Alessandrini-Marino-Forti” Teramo

presenza della Lim in aula age-vola notevolmente l’attuazione di una didattica di tipo laboratoriale: le nuove tecnologie permettono, infatti, di superare i tradizionali limiti imposti dalle caratteristi-che degli spazi scolastici e dalla disponibilità di strumentazioni scientifiche. In questo modo, l’ap-proccio di tipo laboratoriale può diventare una dimensione costan-te della didattica, indipendente dalla tipologia dell’ambiente di formazione nel quale ci si trova. Questo si può realizzare perché:- attraverso l’uso degli strumenti

multimediali, si supera la me-ra trasmissione verticale delle informazioni, ma i docenti e gli studenti sono coinvolti in un processo di costruzione e di elaborazione dei saperi;

- gli studenti apprendono in ma-niera attiva, collaborando e la-vorando in gruppo, con l’ausilio di strumenti multimediali che a loro sono familiari;

- il docente non è più il deposita-rio delle conoscenze ma diventa colui che insegna “come fare a sapere”, coinvolge e motiva lo studente facendolo sentire par-tecipe di un progetto; favorisce il lavoro di gruppo e la collabo-razione, organizza la didattica in modo flessibile, personaliz-zando i percorsi formativi di ogni studente;

- attraverso il Web si può organiz-zare la didattica in modo flessi-bile e si possono personalizzare i percorsi formativi di ciascuno studente, con un utilizzo degli spazi e dei tempi non necessa-riamente coincidente con quello della scuola attuale.

L’esperienza di questi mesi ha, tuttavia, evidenziato che l’uti-lizzo costante della Lim e delle nuove tecnologie nella didattica non è esente da alcune criticità che andrebbero considerate at-tentamente per adottare strategie che ne minimizzino l’impatto. I principali punti di criticità emersi

durante l’attività didattica, gra-zie all’alternarsi dei diversi ca-nali comunicativi;

- agevola percorsi di compren-sione più naturali, basati sul concorso di differenti modalità sensoriali;

- rende più accattivante il con-tenuto della lezione, grazie al conseguimento di una maggiore interattività ed alla possibilità di condivisione con il gruppo classe;

- sposta il focus della lezione dall’insegnante al contenuto;

- offre la possibilità di appro-fondire con rapidità i contenuti disciplinari usufruendo degli immensi spazi di ricerca offerti dalle informazioni disponibili in rete;

- fornisce una maggiore possibi-lità di respiro interdisciplinare nelle lezioni, favorendo un ap-proccio che attualizza l’unita-rietà dei saperi;

- incrementa l’entusiasmo, la par-tecipazione, la motivazione e la memorizzazione dei contenuti da parte degli studenti;

- grazie all’efficace presentazione delle informazioni contribuisce a modellare concetti e processi mentali;

- consente d i rea l i zza re si-mulazioni e di stimolare di-scussioni, con il risultato di rafforzare l’autonomia e la ca-pacità di affrontare lo studio in maniera personale;

- aumenta le possibilità di una didat t ica personalizzata ed inclusiva;

- promuove il successo formati-vo consentendo negli studenti il manifestarsi di interessi ed abilità altrimenti ignorate;

- permette di utilizzare al meglio i libri testo usufruendo appieno dei contenuti multimediali;

- consente di salvare ed archivia-re i contenuti disciplinari delle lezioni rendendoli disponibili per gli studenti.

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