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    AVVERTENZA

    In questo volume, oltre i sliti, si adottrono ex-novo o si applicrono in modoinconsueto i seguenti segni di interpunione e d!accentaione"

    #$ il %due vrgole&, altra pusa secondaria, maggiore della s'mplice v(rgola,

    minore del punto e v(rgola) Vedi, per la giusti*icaione di questo quarto tempo letterariod!aspetto, la nota aggiunta alla %Colonia felice&,pag) #+ della sua -ltima ediione.Roma, /ommaruga, #00123

    4$ l!%accento grave.52&, c6e, seguendo la regola di 7arlo 7attaneo, gi seguita da8olo 9orini e da altri, *u impiegato a segnare tutte le parole non solo tronc6e.precipit2 ma semitronc6e .precipiti2 nonc6: sdrucciole .precpiti2, ;isdr-cciole.precpitano2 e trisdrucciole .precpitanosi2) Le parole sena accento d';;ono quindiconsiderarsi come piane .precipitare2o semipiane .precipuo2)

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    Margine alla %#esinenza in $&

    ? rasc6i diligentemente il

    nome dell!antecessore) /enonc6' tutti io ringraio e miti e spietati, perocc6' a m' giovatanto la l(rica di c6i mi ama quanto la stira di c6i m!odia) 8er pensare, per scr(vere, perv(vere intellettualmente mi ' indispensa;ile c6e le mol'cole, ora pigre, del mio cervello,riaqu(stino la primitiva rapidit e com;usti;ilit) Venga la spinta dall!appluso, vengadall!oltraggio, a m' ;asta c6e non di*etti) Ad un morso di cane, 9erolamo 7ardano,

    ;iarramente grande, dovette .com!egli narra2 il suo ingegno3 a quello dei cr(ticid';;ono il loro non poc6i scrittori) n vento in*atti ' la cr(tica, c6e, se i mccoli spegne,ingagliarda i *al)

    Non se ne o**'ndano tuttav(a, i mi'i postillatori ;en'voli3 t- 7letto Arrig6i, t-8rimo Levi, t- 8erelli, t- 8olo Fantegaa, t- 7ameroni, t- 7apuana, t- FGor) Oltrela riconoscena del letterato, vi 6a quella pure dell!uomo e questa ' tutta per voi) /e la

    *rusta ed il p-ngolo inst(gano il sangue e pi- spedito lo r'ndono a! sui u**ici, loplutonia ancor meglio il ;acio, senapismo d!a**etto) E ci dico, mentre ramm'moro inspecial modo coloro c6e 6anno e saputo lodarmi sena l!ingiuria dell!adulaione e *attospiccare il mio disadorno pensiero nella cornice del proprio) Vorr'i ani ammirare leloro *elici pensate, colle mie *use, nella presente ediione3 mi ci provi3 ma mi

    perdninoB la soluione era stura gi, n' pi- c!entrava una sola mica di sale) 8romettoloro per di sacc6eggiarli alla prima occasione)

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    ;andiera stracciata, e cercando di sgar;ugliare, coll!arcolaCo della ri*lessione, tantamatassa di segni, s'm;rami c6e, come lavoro preliminare, la si potre;;e partire in duegrandi gom(toli > quello cio' c6e s!avvolge sul generale pensiero del li;ro e quellosulla sua *orma, c6e ' quanto dire sulla id'a al minuto)

    E, cominciando dall!-ltimo, e *acendogli sopportare una seconda c6ir-rgica

    operaione, io mi ar;itrer anitutto di collocare l!Opposiione della mia nessunaFaest, come la conquistatrice acies romana, in tr' *ile > una dei saggiatori dellapurea delle parole, l!altra degli investigatori della castit della *rase, la tera de!stimatori della qualit dello stile) 7ome vedete, per spartiioni e per tagli io non la cedoa un ;eccaCo))) n' ad un meta*(sico)

    I nemici non sono poc6i) Fa, su le mnic6eB e avanti) Non 6o coraggio ;astanteper aver paura)

    /i a**accia prima la pigm'a e sparuta .perc6' ci;ata di pura crusca2 *anter(a de!gramtici, la penna in resta, la ;rac6etta *uori) 8r'ndersela con costoro > ultimo avanodi un!oste gi de;ellata > gli ' come au**arsi colle om;re del cardinal Dem;o e diDenedetto Varc6i) Non me ne ccupo quindi c6e come di partita pro-memoria in un

    ;ilancio) Huesta sc6iera ' composta, o, a dir meglio, era or * qualc6e anno, di tutticoloro c6e possed'vano *ede accademica di misera;ilit intellettuale, di coloro c6e, nonsapendo *ar li;ri, *ac'vano diionari e s!inquietvano per la corrotta italianit e peidialettismi non trattenuti da alcuna *orca e per le stesse nuove scoperte apportatrici divoc;oli nuovi) 8ur di non dire %vagone& avr';;ero sempre viaggiato in vettura) rano,in gergo scient(*ico, c6iamati cultori della istruione, *orse perc6' incaricvansi distrappare le pianticine novelle per vedere se mett'an ;ene radice) Rondvano inavvisaglia, con passo di s-g6ero, e quando accorg'vansi c6e qualc6e scrittore cercavaintrodurre nei gramaticali con*ini da essi riputati propri, merce non nominata nelle lorotari**e, lo attornivano, assaltvanlo, arrestvanlo sc6iamaando quali oc6e)

    E" %quella ' di legge&, %questa ' di contra;;ando&, a**annvansi, que! ga;ellieri,a s*ilare e palpare ogni parola di un li;ro, a stemperare, entro i lor stacci, i per(odi di un

    pvero autore *inc6' ne colasse una ;roda completamente sciapa, incolora, inodora) N',per essi, serviva la scusa della analog(a, la raccomandaione del ;uon senso, l!invitodella necessit) 8ermettendo, ad esempio, l!onomatop'ico %cricc6& perc6' si legg'a a

    pgina tale, linea tal!altra del lor ricettario, proi;(vano irremissi;ilmente il suo strettoparente %cracc6&, non trovndosi esso in nessuna parte del mastro del loro sapere)L!ttimo autore, secondo tali noti spaccintisi per legislatori, non dov'a aver orecc6ioc6e pei rumori e pei suoni protocollati, udir quindi eternamente la ampogna e il liuto,non il piano*orte mai) Juor di Toscana, ani di Jirene, ani di 8alao Riccardi, non eraletteraria salute) 8oic6' Arno non diede l!aqua con cui *u ;ollito il protoKrisotto ed

    impastato il capoKstipite dei panettoni, Filano era tenuta di a;olir sena pi- quelle sueantic6e g6iottonerie non previste dalle ediioni %dal miglior *ior ne coglie& per nonm'ttersi a risc6io di nominarle, salvoc6' non si *osse adattata a sostituirvi i pi- leg(ttiminomi di %riso giallo& e di %pan ;alestrone)& 7os(, se c!era scrittore c6e ancora trovassein is;aglio, qualc6e e**icace met*ora la quale non *osse catalogata tra %gli impacci delRosso& e %gli avani del grosso 7attani o del 7i;acca&,, tra %il regno di 7ornovaglia& ei viaggi %a Lodi, a 8iacena, a 7arpi, in 8icard(a, a 7alcinaCa, a Volterra& ,, tra il%mangiar spinaci& e %l!arru**ar matasse& e tutto il resto della ciurma galeotta delvoca;olario toscano, gui se l!avesse pur tollerataB dov'a immediatamente cacciarla3

    pena la 7rusca negli occ6i ed il Jrullone sul capiro, irati di non potere, per lui, russare dis'guito la governativa pre;enda)

    76e io molto non *ossi nelle graie di s(mili egrege persone .umini meno dil'ttere c6e di parole2 ' pi- c6iaro della loro %c6iarissimit& ora ;uCa) Non vi 6a scrittore,sempre s!intende, al saggio della loro pietra di paragone, c6e era poi una mola mugnaCa,

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    pi- di m' impuro) N' io davvero, mi sono mai incomodato a cercare, per le parole c6eadopro, maggiori di*ese di quelle c6e danno le stesse parole accoppiate, cio' del

    pensiero c6e espr(mono) ?7osa in*atti avre;;e valso rip'tere a que! ;acalari per lamill'sima volta, c6e la lingua naque prima della scrittura e l!una e l!altra innani lar'gola@ ?c6e l!Italia stette ;en(ssimo sena gramtic6e tre s'coli ;uoni e ci sare;;e

    potuta star sempre@ ?c6e quelle clssic6e elegane da essi additate a modello,capestrere come c6iamvanle con voc;olo a**atto degno della loro parlata, non 'rano,il pi- delle volte, c6e solecismi solenni .n' noi ce ne scandoleiamo2 maggiori assi diquelli c6e possa creare un originale stilista@ E, ancora" ?c6e avre;;e giovato ricantarloro sul motivo di Oraio .ut s&lva fliis ecc)2, c6e un idioma, come quals(asi altromortale *rutto, ' destinato, se non sp'gnesi in germe, a percrrere l!intero suo ciclo *inoalla maturana completa, *ino alla conc6iusiva caduta dall!l;ero della vita, e c6e l!-nicomeo di evitargli una rpida morte, ' di tras*ndergli continuamente umore, imitando qualsia la miglior lingua > si pu sempre rispndere" leggete /6aspeare, ' l!inglese3leggete R(c6ter, ' il tedesco3 ' l!italiano con Joscolo3 ' il milanese con 8orta@

    Ripeto" non avre;;e giovato ricordar loro tanto, poic6' era vano sperare c6egente la quale non s!impensieriva c6e dei mattoni lingu(stici, si accorgesse c6e, tuttiinsieme, tend'vano a rappresentar qualc6e id'a, a *ormare un letterario edi*icio)Interamente quindi perduto, per essi, sare;;e stato quanto 6o gi detto e quanto sto qu(

    per soggi-ngere a titolo di ;uona misura)E il contentino ' questo) 8oc6i tra i grandi autori, gloria dell!umanit, 6anno

    sc6ivato le ire dei cr(tici loro contemporanei tentanti di impor la cavea al genio, equasi tutti si vendicrono, dannando i lor oiletti all!eterno rid(colo) Ora, st ilcurios(ssimo *atto, c6e quelli autori s(ano appunto i pi- spesso mostrati ad esempio daisuccessori dei ;erteggiati, a volta loro da ;erteggiarsi) E, davvero, quel venosino colquale la *alsa cr(tica * tanto c6iasso, volteggiandolo minacciosa intorno alla testa deinovellini scrittori, la 6a gi ;astonata sena misericordia3 quel *iero g6i;ellino cui essadomanda, per ogni suo pasto da orco, e anne e ventr(colo, l!6a *atta pi- volte tremarecolla maestosa sua voce, come quando disse %pera naturale ' c6e uom *avella, > ma,cos( o cos(, natura lascia > poi *are a voi secondo c6e v!a;;ella)& Volendo quindiscoprir la radice di tale stranea n' pot'ndosi cr'dere c6e il ricordo de! ;u**etti e de!calci sia am;ile a! cr(tici, com!era a Rousseau quel del castigo di mademoiselleLam;ercier, ;isogner ricercarla e la troveremo *ra le astuie strat'gic6e) A guisa in*atti

    degli ra;i c6e coi cadveri inqu(nan le *onti dei loro nemici, m(rano i cr(tici, cogliautori morti, a sp'gnere i vivi)8ur non ri'scono) La treggia non caccier pi- il carro dal mondo n' il carro la

    diligena n' la diligena il *erroviario convoglio) Il progresso c6e essi com;ttono coltardo arc6i;ugio a pietra, loro risponde coi c'leri V'tterli, come lor rispondeva mediantequel rudimentale *ucile quand!essi ostinvansi a maneggiar l!arco e la *reccia, e coll!arcoquando ancora loro arme era il selcio) La umanit procedette sempre a dispetto d!ogniaccademia, d!ogni senato, d!ogni governo) 9ui se il passato avesse pi- *oradell!avvenireB /aremmo tuttora alla lingua dei lupi e degli orsi e ad uno stadio di civilta**atto corrispondente)

    Fa, seppelliti questi morti di "astati, ecco iprncipes 'ui cons(rgunt ad arma,

    p-ntano il loro sc6ioppetto e *an cecca) /ono essi gli incettatori della naionalemoralit, una compagn(a in lamentaione perpetua > di cui *anno parte i violaceipredicatori c6e ventil;ran dal p-lpito i vituperi pi- concupiscenti contro la

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    concupiscena e le ascoltatrici loro ammiranti, le ;aldracc6e, c6e 6an messo insieme;ast'voli soldi per comprarsi il rossetto della castit3 *anno parte i losc6i compilatori divirt- per il ppolo a dieci cent'simi la dispensa e i gaettieri c6e colla si*(lidecristallina alle la;;ra sermnano di pudiciia e le mamme a**annate a di*'ndere leorecc6ie premaritali delle loro *igliuole da ogni sussurro impudico, salvo a lasciarvi

    precipitar dentro un mondeaCo di ro;a, non appena quelle *igliuole s(en giunte alleg(ttimo stato di comporre adulteri3 *anno insomma parte tutti coloro, i quali veristradini della nettea p-;;lica, pel sudiciume > g(rano, sollevando, per cos( dire, lacasta *rasca di vite alle statue per poi urlare %allo scndaloB&

    Il realismo in arte ' il ;ersaglio contro il quale scgliano essi i lor giavellotti ed' insieme lo scudo con cui sen riprano i loro contrari) 8erocc6', in questo ;alordoargomento, una guerra s!' accesa c6e pi- *iera non suscitrono le due secc6ie rapite, la

    ;olognese e la greca, una guerra a cui paragone sem;r quasi sensata quella di ;u**amemoria dei clssici e dei romntici) Vuolsi c6e essa scoppiasse al primo apparire incommercio delle *otogra*(e colorate di Zola) La grrula tur;a de! letterati si part( allorain due campi > dicimoli meglio,st%uli> e gli uni si ;uttrono tosto a ginocc6i ed

    acc'sero i lumi dinani a quella *orma di arte perc6' imaginronsi c6e *osse nuova, glialtri si psero a tirar sassate contro di essa e a *isc6iare, principalmente istiiti daquella riputaione di novit) Il realismo, intanto, stava a guardare dal li;ro di Omero)

    Fa il ;ello ', c6e, a con*ndere maggiormente le id'e, e *autori e avversari,stroppiando il senso di quel *rasone empi;occa, incapronsi di *argli signi*icare, l at(tolo d!onore, qu di disdoro, quella parte soltanto di letteratura c6e studia e descrive levolutt della carne e le turpit-dini umane) A c6i si de;;a tale spilorcia interpretaionenon sappiamo) /appiamo solo, c6e, nella realt, se c!' il male colle sue innumeri *ronti,c!' pure il ;ene in tutti i sorrisi sui) Al realismo o verismo pssono quindi appartenerecon pari diritto tanto le dipinture di una cloaca, di un u;;riaco c6e rece, di cani c6es!accppiano in piaa, quanto quelle di un *ragrante roseto, di un ere c6e per la patrias!immola, di un uomo c6e respinge l!amplesso della donna del suo ;ene*attore) Nellarealt vi 6a il ;ordello in tumulto e la pac(*ica casa" 8rotgora a;derita c6e tutto vende edi*ende a seconda del preo e 9iannone c6e muta continuamente paese per non mutareopinione, e, per seguire la verit, ' da tutti perseguitato)

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    moralit sena con*ronto pi- alto degli sconc(ssimi > perc6' mal*atti > li;'rcoliapprovati dagli alti e ;assi 7onsigli scolstici > Novelle esemplari, Jior di virt- .e distolidit2 ecc) ecc) > *onte di lucro ai maestri e di e;etismo ai disc'poli)

    8ur non si pensi, con ci, c6e c6i scrive appluda a due mani al ru;ensianodelirio di polpe e di sguardi procaci c6e 6a invaso la scolaresca del giorno *atta u;;riaca

    da mea ;ottiglia di stecc6ettina gaosa) La smania sessuale ' in natura ,,

    6a dunquediritto di avere anc6!essa la sua sede nell!arte3 l!invito del sesso per non *orma tutta lavita,, manc6'vole quindi sare;;e quella letteratura c6e si occupasse esclusivamente.perdonate la *rase2 dei propri (nguini non istudiando c6e di r'nderli appariscenti, n' pi-n' meno dell!altra c6e si cappona per procurarsi una voce di ngelo) 76e, se in questadesinenza in $la nota lu;rica 6a il sopravvento, a m' preme avvertire gli egregi lettori"I$ c6e l!autore non 6a con essa seguito la traccia de! sui giovinetti colleg6i, ma 6annoquesti piuttosto seguita la sua) *a desinenza in $ venne in*atti composta nel #0+,allorc6' del rosario del carnalismo non 'rano state ancor snocciolate, almeno in Italia,c6e poc6e avemar(e e non si era ancor giunti ad alcun paternostro) 4$ c6e l!autoreinnani conc'dere al p-;;lico questa sua sgualdrinella *igliuola, gliene aveva gi

    presentato tr' altre morigerat(ssime) La ci*ra di un uomo, e mssime di uno scrittore, '*ormata, non da un -nico n-mero, ma da parecc6i) 7os(, com!e, *a desinenza in $ >li;ro non certo per monacanda > rappresenta la giovinea dell!autore, gli errori della

    poca sua carne, il suo squillo di ;icc6iere nell!orgia) Fa la giovinea gli ' oggicompletamente s*iorita) La penna c6e segn qu'i ritratti donnesc6i ' rotta per sempre)Dene st) Ogni stagione il suo *rutto) Janciullo, scrissi d!in*ania e vi o**ersi *+$ltrieri3adolescente, di adolescena e vi diedi l+$l%erto ,isani3 givine, di giovent-, ed 'ccovi

    *a desinenza in $) /e la vecc6iaCa non mi sar, come sem;ra, contesa, scriver cose davecc6io > meta*isici soliloqui, arc6eolgic6e dissertaioni > c6iss maiB anc6easc'tica) Letterariamente almeno, il ))) mem;ri c6e 6anno, comescrive Aretino a messer Dattista Zatti da Drescia, %*atto i maggiori umini del mondo, iFic6elngiolo, i Tiiano, i Ra**aello, e appresso loro, i papi, gli imperatori e i r'&nonc6' gli stessi c6e ne p(glian vergogna, > considerino, dico, questi esimii signori.del c6e caldamento li prego2 come non s(avi cdice c6e li ;;lig6i a comprar n' il

    presente n' altro li;ro del g'nere suo, e, quel c6!' pi-, a continuarne la compitaionequando si accrgono di c6e si tratta) 76i ama le comedie prive di sesso 6a i teatri sui,

    6a i ;urattini, dove pu ass(stere, sena per(colo alcuno, da quello all!in*uori diaddormentarsi, anc6e al ;allo) 8er i pveri d!intelligena provvede la caldaCa dei *rati3c!' una letteratura estes(ssima, nientemeno c6e il novantanove per cento di ogni

    ;i;lioteca) Ne pro*(ttino dunque) L!aqua non costa nulla e rin*resca) E se, dopo ci, siost(nano a spiicare le mie *rolle pernici in salm(, per poi lamentarsi di qualc6edoloruccio di ventre, colpa loroB Huesto li;ro contiene, certo, veleni, ma anc6e i velenisono -tili, ;asta sapere dosrseli, cosicc6' l!arte della salute > intendi, per ;urla, lamedicina > *onda in gran parte su di essi)

    E, ora avanti i signori triariB stavo per dire %trepiedi)& /ono la sc6iuma)))pardon!la panna dei cr(tici) anno, pressoc6' tutti, *atto studi pro*ondi > di c6e nonsi s > *uori d!Italia, l nei paesi in cui le vcali c'dono alle consonanti e l!uva al

    l-ppolo3 le loro sentene le sp-tan dall!alto delle cttedre o di que! mucc6i di residuici;ari c6e 6anno nome %riviste o rassegne& mensili o quindicinali ,, non a;;assandosic6e raramente a ragionare spropsiti ne! *ogli quotidiani, diventati, loro merc', piom;o

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    in *oglia) 7ostoro non p'rdonsi nelle scaramucce delle parole n' si *ormal(ano diqualc6e *rase c6e mostri il rosato ginocc6io pi- delle altre) Pnica loro preoccupaione 'lo stile, sono gli intenti dell!autore)

    Ora, il primo capo di accusa contro m' di tali cr(tici in mitria, ' quello c6e ioscriva troppo avvolto ed oscuro) % meno i cr(tici dalle acute

    pupille nella collttola > come sia oggi impossi;ile ad un autore, c6e al manu;riodell!organetto pre*erisca l!arco del violino, di scr(vere precisamente come quando il

    patrimonio delle id'e era di gran lunga pi- scarso dell!attuale e piscivasi c6iaro perc6'non si ;eveva c6e aqua, compreso il vino) Dastava allora di esprimere ci c6e il cuoreindividual suggeriva e la lingua materna im;occava3 ciascun paese viveva, per contosuo, dei *rutti esclusivi del proprio suolo e del proprio pensiero, n' pi- n' meno di Ippiaso*ista > vero s(m;olo di quell!'poca > c6e, insomartosi nel principio c6e ciascunuomo costituisce una completa rep-;;lica a s', ani un intero universo, si *ac'a collesue c(nic6e mani tutto, dalle cia;atte al mantello, dal letto al prano, dai m;ili allamoglie) /enonc6', oggi, si mut stile" siamo *igli di esploratori, e viaggiatori noi stessi,e, in quella maniera c6e da occidente ad oriente, dal polo antrtico all!rtico,s!incrciano e m'scolano tutti i prodotti del glo;o, tra cui mssimo l!uomo, g(ran le id'e

    pi- ancora li;eramente e si spsano e ne cr'ano altre, prol(*ic6e come in*usori) unatendena generale, questa, c6e n' le pol(tic6e tari**arie ed i cannoni dei governanti, n'gli o6im' dei grammtici e gli esorcismi dei preti sanno o potranno *renare) I mercatidel mondo .in gergo u**iciale %/tati&2 grvitano a *ndersi in uno solo) /i v a tuttovapore, e gi pu dirsi a tutto el'ttrico, verso il comunismo pi- equo e la pi- ordinataanarc6ia)

    La universale e *atale tendena trvasi poi, nel mio in*initesimale pianeta del

    corpo, preparata la sdrucciolina da cuse particolari, ani orgnic6e) luminosa,,

    comparso il sole, io pi- non scorgo c6e *umo) Vero 'c6e nel *umo perdura la *iamma e c6e, a *ora di gmito e pmice, la id'a riaquistasplendore, o, come di Virgilio e delle orse si scrisse, %frmam post (terum lingua

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    magistra prit&, ma ci non avviene c6e a preo di transaioni, di sottintesi, diripieg6i, cosicc6' il mio stile potr';;esi ;ens( assomigliare ad una donna sapientementea;;igliata, non mai ad una ;ellissima v'rgine nuda) In questo mio stesso discorso, inquesto stesso periodo > da m' lasciati pi- greggi del slito > i lettori 6anno prove a

    ;ise**e di ci c6e a**ermo) /i aggiunga la preoccupaione a**annosa di stipare quanto

    pi- senso si possa in ogni *rase .perocc6' sempre mi parve atto di letteraria disonestquello di v'ndere al p-;;lico, per li;ri scritti, volumi di carta tinta d!insigni*icanteinc6iostro23 si aggiunga lo studio, non meno mor;oso, di cacciar dapertutto maliia,a**inc6', se la sto**a od il taglio del pensiero non vale, valga almeno la *dera, e non*ar meraviglia se il modo dello scrivere mio de;;a inevita;ilmente mancare di quellatagliente so;riet c6e *orma la caratter(stica della espressione dei grandissimi ingegni ede! grandissimi stolti)

    Fa della complicaione del mio attuale pensiero, c!' un!altra cusa, pur *(sica) /ecolla continua ed ostinata meditaione, il cervello consegue la *ora di asc'ndere e lasicurea di aggirarsi pei greppi pi- vertiginosi, smarrisce, spesso, quella di camminarein pianura) 9uadagnando le ali, perde, per cos( dire, i piedi) Il prover;iale esempio del

    matemtico, c6e, sciolti i clcoli pi- su;limi, s;aglia la somma del dom'stico conto c6egli propone la cuoca, ' in r'gola per*ettamente colla verit ed ' applic;ile a tutte le arti) noto come uno de! mssimi agenti del pensiero sia il sangue, la virgiliana purpureanima)Ora, la irritaione c6e l!ostcolo tra la volont nostra e la cercata id'a prvoca ainervi dell!intelligena, invita, attira al cervello il *lusso sanguigno necessario ada;;ttere lo stesso ostcolo, e la id'a si svela) Al ragao c6e * i sui primi italianucci 'su**icente irritaione nervosa la ricerca delle parole di cui riveste la traccia temticadtagli dal maestro3 all!adolescente, la caccia alla rima ed all!armon(a del verso collequali ripete le ripetiioni di moda3 al givane, c6e aspira alla art(stica originalit, los*oro, prima di evitare le id'e e le *orme troppo stancate,,poi di scoprirne di nuove, poiancora di raddoppiare, di triplicare i sensi delle sue *rasi, *inc6', viev(a, moltiplicndosii di'sis e i ;emolle e gli altri accidenti in c6iave, arrivi a quella concentraione, a quellaingegnosa oscurit di stile c6e * la deliia degli intelligenti e la disperaione del

    pu;;licaccio) Ora, il sottoscritto, c6e 6a passato come ogni altro autore non condannatoallo sga;ello della mediocrit, tali stadi, trvasi appunto a quello c6e si potre;;ec6iamare %la distiller(a della quintessena)& Le di**icolt c6e, una ventina, una decina dianni prima, ;astvano a rieccitargli la V'nere intellettuale, oggi, perc6' superate, glielalsciano inerte) Indictegli un masso di pr*ido letterario, ei ne sapr *ar ;alare unastatua3 consegntegli, per una ;urocrtica scarpa il necessario cuoCo asinino gi tagliatoe il puntarolo e lo spago, dar punti svogliati e voi rimarrete a pi' nudo)

    7on*esser tuttavia .ed ecco la mia scusa aggiuntina2 come, allorquando mi

    accorsi c6e non avr'i potuto per nessun verso *uggire il crescendo della complicaionestil(stica, lo a**retti e mi vi a;;andoni tutto, mirando solo di convertir la cattiva in una;uona ventura, come *, della macc6ia c6e gli goccia impreveduta sul *oglio,l!aquarellista) E veramente, l!originalit in arte 6a pi- spesso radice in di*etti c6e non invirt-) /tia certo il lettore c6e, se di un!oncia soltanto della l(mpida mente e dell!am;ile*iloso*(a di Alessandro Fanoni o del sicuro nimo e dell!ampio umorismo di 9iuseppeRovani avessi potuto disporre, non mi sar'i contentato di *are il gerogl(*ico

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    sole invernale, e, riscaldate da essa, le generaioni novelle prepareranno con impulsogagliardo il terreno ed i tralci per le vendemmie *uture)

    Tornando a noi, o piuttosto a m', io non mi lagno niente del n-mero, quale si sia,c6e estrassi nell!-ltima leva della letteratura paesana, n' dell!'sito degli s*ori coi qualitenti di assecondare e completarmi la sorte) no stile c6e *osse una rotaCa inoliata

    sare;;e la perdiione de! li;ri mi'i) no invece a viluppi, ad intoppi, a tranelli,o;;ligando il lettore a proc'der guardingo e a sostare di tempo in tempo > parlosempre del non doinale lettore oss(a dello scaltrito in que! docs di pensiero c6e sic6imano e Lam; e Fontaigne e /Qi*t e ean 8aul > segnala cose c6e una letturaveloce nascondere;;e) 8er contraccam;io, le id'e o sottintese o meo accennate .quel

    pleou emis& pants c6e Es(odo d come r'gola d!arte2 *anno s( c6!egli prenda interesseal li;ro, perocc6', interpretndolo, gli sem;ra quasi di scriverlo) N' per altra ragione lesciarade ed i %r';us& mant'ngono a molti giornali il *avore del p-;;lico) Aggiungi c6euna s(mile illuminaione a traverso la ne;;ia, *acendo aguare al lettore la vistadell!intelletto, non solo lo guida nelle id'e dell!autore assi pi- addentro c6e se questegli si *ssero di ;ella prima s*acciatamente presentate, ma insensi;ilmente gli attira il

    cervello > a modo di que! poppati arti*iciali c6e avv(ano il latte alla mammella rest(a> a meditarne di proprie) In altre parole, dall!addentellato di una *;;rica letteraria, eglitrae invito e possi;ilit di appoggirvene contro un!altra > la sua > e, da lettoremuttosi in colla;oratore, ' naturalmente condotto ad amar l!pera altr-i diventata

    propria)Ed ' al med'simo scopo di *armi l'ggere con attenta lentea c6e d'vesi ancora

    attri;uire la mia ripugnana di usare parecc6i spedienti > meglio dir'i ru**ianesmi > iquali, secondo l!opinione de! cr(tici e il gusto della plat'a, costituir';;ero i requisitiesseniali della *orma romntica, primo tra tutti l!intreccio c6e appassiona e rapisce)Huanto 6o detto, toccando dello stile c6e pi- conviene a li;ri della pasta de! mi'i, puappressapoco ridirsi parlndosi dell!intreccio) Non nego c6e una *vola concitata, densadi colpi di scena, irritante la curiosit, incalante la lettura, sia la maggiore *ortuna, anila dotesine 'ua nonper un romano sprovvisto di ogni sapore di stile e d!ogni potenad!id'a" l ' necessario in*atti c6e il leggitore percorra a rotta di collo il volume e

    prec(piti al *ine prima di accrgersi c6e l!autore ' pi- di lui soro ,,ing6iotta per cos( direil ci;o sena aver tempo di rilevarne la insipidit) Nei li;ri, invece, in cui gliavvenimenti narrati sono un mero pretesto ad espr(mere id'e ed una occasione disuggerirne, deve l!intreccio s( es(stere ma non troppo apparire, dee contentarsi di *are,non da ricamo, ma da canovaccio, adducendo careosamente il lettore sino alle -ltime

    pgine, quale cmodo cocc6io da viaggio c6e permette di osservare il paese, non gitra'ndovelo tur;inosamente quale roa in*uriata) E s(mile intreccio modesto non parmi

    c6e manc6i in questa#esinenza in $, poic6' le sue tr' parti *rmano gli atti di una solatragicommedia *a #onna, e poic6' i med'simi personaggi, c6e noi conoscemmo;am;ini nei primi cap(toli, li ritroviamo, salvo quelli c6e perdiamo provvidenialmenteper via, givani nelle scene di meo, vecc6i nelle estreme) Oltracci, vi 6a un altrolegame pi- (ntimo, c6e si tent di celare nel nesso tra la natura am;iente cos(detta%morta& da c6i non 6a *ino l!orecc6io, e la storia, il carttere, il %momento& degli attoric6e ne son circondati) 76i conosce il segreto dei pinti romani di ogart6, comprenderle mie scritte pitture) Il m;ile, la tappeer(a, la pianta, vi aqu(stano un valore ps(c6ico,vi compl'tano l!uomo, e, da s'mplici attrei teatrali, v'ngono a *ar parte integrante delruolo dei personaggi) 9li ' il coro dell!antica tragedia ridotto a *orma moderna)

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    7ome vedete da questa ultim(ssima *rase, qu( non si tira di preo colla signora7r(tica, allorc6' nota c6e io perdo > per ostinata premeditaione > la granmaggiorana del p-;;lico quella maggiorana c6e non s l'ggere se non i li;ri scritti acartteri di ditta) Osserver tuttav(a, dal canto mio, c6e tale p'rdita non ' poi cos( grave,come asser(scono, per c6i aspiri ad arricc6ire meno le case editrici c6e la letteratura) Il

    p-;;lico di un letterato non ' gi quello dell!uomo pol(tico e del canterino .cele;ritspesso e l!uno e l!altro della gola2 pei quali ' indispens;ile e *olla e contemporaneit di*autori3 non ne occrrono a lui n' migliaCa, n' centinaCa e neppure ventine in un tratto"gliene ;stano poc6i, uno anc6e, purc6' s(ano degni, a loro volta, di lode e purc6' sisucc'dano > sentinelle d!onore del nome suo > *ino al pi- lontano avvenire) Lavotaione per la dur'vole gloria di un artista non si c6iude in quel med'simo giorno incui viene proposta, ma le urne rimngono aperte nei s'coli) /e si contssero gliintellettuali custodi e ina**iatori, insino a oggi, della *ama di

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    ta;acco rosa) > %76iusa ' l!et in cui *acevate a vostro pro*itto le leggi, divorindociignominiosamente .consulta il Talmud2 solo c6e av'ssimo lasciato a**reddare la uppaai cari sposini, presum'ndoci ad-ltere .vedi in /eldeno2 sol c6e si *osse rimasteappartate con uomo c6e non ci era marito, il tempo di cucere un ovo) Fa il nostro dito6a gi tScco la vostra tarlata legislaione) Noi riusciremo a tutto) La persuasiva, dea

    della Tri;una, ' noi c6e l!a;;iamo trovata) T- lo pui dire, t- stesso, a cui *avore la*emminil parlantina seppe pi- volte rinspirar la paiena c6e il tuo laconismo av'a *attosmarrire a tui creditori e lettori)))&

    %?E c6i ti aperse i cieli d!amore@& domanda rimproverante una 'sile e pell-cidav'rgine con un sospiro c6e t'rmina in tosse %?di quell!amore c6e non muor mai, perc6'non si ci;a di vivanda mortale@ ?76i t!insegn la lgrima innamorata, seme di perla@?c6i piovve sul tuo st'rile ingegno quella luce lunare della mestiia c6e *econda i

    pensieri@ ?a c6i devi i primi vagiti po'tici@)))&%IngratissimoB& esclama con roca voce un composto di cipria, cold-cream e

    pingu'dine *loscia c6e ancor tenta di spacciarsi per donna, %c6i smor la tua smaniaamorosa@ ?c6i sai le tue la;;ra a**amate@ ?Non pi- dunque ricordi le cento volte c6e

    a;;racciasti queste mie giarettiere c6iamndomi

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    5ezione di una casa civile a due piani)

    O 8-;;lico, o solo mio R', si * porta) #ue lire e tu sei in teatro) MnimoBrisparmia un paCo di guanti, un nastro, un *iore, un sacc6ettino di dolci, e ardisci di nonscroccarmi il ;iglietto) ?76i ' mai, c6e con un cinqueKcent'simi in tasca, avre;;e tanta

    impudena di domandare, per graia, a un panattiere un panuccio@ ?non si paga,*ors!anc6e, una s;ornia c6e ti * misurare la terra tra le *ratell'voli risa del prssimo@?non si paga un amplesso c6e ti lascia un rimorso@ ?non si paga per*ino un rimedio c6eti assassina il palato, e, peggio ancora, lo stmaco@ 8-;;licoKR', trttami almeno, ti

    prego, come tratti il tuo cuoco, il tuo sarto, il tuo ertico araldo) N' ti rattenga la pietosapaura di rivedermi, tua merc', a tiro di quattro e col ;attistrada) Lo sp(rito costa moltoolio) /iamo poi troppo signori per diventare mai ricc6i)

    Animo dunqueB ti daia e riempi il tuo posto) Ve! c6e poltroneB 76e molleB o6c6e molleB /e la tua regnante Faest > come des(dero e spero e per essa e per m' >6a pranato da papa, trover qu( da disporre ampiamente la intimpanita ventraCa, e potr,cullata dal tepor della sala, succiarsi il pisolino del c6ilo, sen!altro timore da quello

    all!in*uori di p'rdere la commedia, il c6e ' *orse un guadagno3 se, invece, la ' *avoritada qualc6e polposo vellicatore contatto, la Li;(dine tua 6a di c6e stare a tutta sua vogliastipata in un disagio agiat(ssimo) E di pi-, nei ritagli di tempo, ;adando un poco anc6e am' e non isdegnando la tenue *atica di pensare il pensato, potri mantenertisull!eserciio di quella lingua italiana, in cui l!innesto lom;ardo distrugge la scr*ola*iorentina, e c6iss maiB accattarti una doina di concetti ingegnosi, da improvvisare

    poi per tui propri, cos( *acendo una *igura men ladra nel mondo della parola, e cos(con*ermndoti nella ;uona opinione, c6e tieni, sen!alcun *orse, di t')

    Fa ecco, sul limitare, tra il vorr'i e il non posso, una rispett;ile dama) unamadre, incerta tra le g6iotte promesse di un cartellone e la verginale apparena di una*anciulla, c6e le st ;raccio a ;raccio) O non tema, signoraB Entri pure a cuor sciolto)

    ,unto primo3 la vera Forale, immut;ile, eterna, v come il corso dei cieli, pel quale 'tutt!uno c6e i clcoli delle pi- pr's;iopi sp'cole ;ttano giusto od errato3 v per suoconto e ;en v) Non creda, c6e n' i li;riccioli pel popolino del castratello A, n' lecommedie per le ;im;e da latte della maestr-cola D, s(ano proprio i Fess(a damantenere questa vera Forale nel suo diritto cammino, caritidi, a parer mio, c6e sidilm;ano a sostenere una mole c6e si sostiene da s') I dieci comandamenti, cos( dettidi

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    possa lasciare vestigia nella cera ancor molle di un givane cuore, ?perc6' allora,domando, non ne 'vita Ella alla sua quasiKintatta palom;a il dom'stico esempio, reale ediuturno, ;en altro e**icace c6e non scolorite *inioni@ ?e quale casa > mi dica > non 'viva accademia ai pi- torti costumi@

    Veda qu() o un sacco di casettine qu( .e lo scuoto2 sul gusto di quelle, c6e,

    scolpite nel pino, v'ngonci da Norim;erga, la citt cara ai *anciulli) /c'lgane una,madama) ?Vuole c6e m'scoli ancora@))) scelga pure a suo agio))) ?Huesta@)) DravaB Ella6a saputo pescarsi un graioso edi*iio a due piani e sena ;otteg6e, a;itaione certo digente, c6e, per mangiare, non 6a da *ar altra *atica c6e di recarsi il ci;o alla ;occa3 digente c6e non cmpera cenci per vesti, ma vende vesti per cenci3 di gente, in una parola,

    per necessit ;uona, non perci virtuosa) Ed ecco, 8-;;lico mio, la casa3 ecco il p(ccolomondo, dove ciascuno possiede il vero suo regno, un regno in cui si comanda a c6iamiamo e ci ama" ecco il sacrario del *atale palladio della pol(tica quiete, la p'ntola3 o,se meglio v!aggrada, quel camerino dove si studia la parte da recitare in istrada e ilgenio ci appare in mutande e)))

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    insieme, * quello c6e pu, disordinando le id'e nella ricciuta testina della nipoteminore, una ;im;a novenne, la quale st a lei silla;ando la storia di Eva c6e mena pelnaso il protomrtire Adamo) /enonc6' il loro .parlo ancora di naso2 non sem;ra moltosagace se non si raggrina all!odore di ;ruciaticcio c6e esala dalla cucina) 7uocamalconsigliataB ;ada all!arrosto c6e se ne v, e non al pudore gi andato) Jai senso

    per*ino allo spasimante magnano, c6e non arriva a capire per quale ragione paventi, laprima volta, le sue *uliginose caree) 8oic6' il magnano non s del gano rivale,c6iotto nel dispensino, come tu, cuoca, non sai c6e l!ascoso, troppo ' rapito in una li;;radi cotta per ingelosir della cruda) Intanto l!arrosto v in *umo, v coi sogni leccardi dellosgo;;ante padrone)

    E questa casa, o signori, ' delle meno sconclusionate) ?Non mi crede, madama@7reder) n po! d!unguento ;occ6ino, e rincollata ' la casa, e quale pareva, torna3 eridiventa, per lui c6e passa in istrada e mai non pag di *octico, l!arca d!ogni terrestresalute)

    Fa la plat'a s!' eppa) 9iovinotti, in orc6estraB 8arlo a voi, smili agognantialle meritali s*eroidit,,a voi, nati all!amore dalle tr' pu;;licaioni e alla santa *atica del

    procreare in per*etta sintassi e alla *elicit in carta ;ollata3 parlo a voi, c6e, ancortitu;anti tra una tovaglia troppo piccina per due e due lenuola troppo ampie per uno,ergete al cielo .del letto2 i l(;eri polsi per impetrar le manette) Tu, in ;uca, irasuggeritrice) 9iovinotti, ai legg(iB Juori i *agotti e gli -*oliB

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    ATTO 8RIFO

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    /7ENA 8RIFA

    *e due popptole)

    Era un giorno qualunque di un qualunque gennaCo) Il palao dei 9ara si stava

    a;;igliando pel ;allo di gala c6e la contessa Tullia .c!' anc6e un marito, ma conta pervetro rotto2 usava di o**rire ogni anno alle stelle della citt, nel cristian(ssimo scopo disp'gnerle tutte con il *ulgore delle sue gemme, l!inaspettato della toilette, la sua ;elleaspavalda e il n-mero dei sospiranti) Tapeieri e pittori, lampadi e *ioristi, av'vanoinvaso il palao sloggindone quasi i padroni)

    peggio3 l, il lamento di un m;ile grave c6e non voleva mutar domiciliocompromettendo la sua em'rita et, o lo squillo di grndine cristallina da un lampadariocommosso3 qu, gli accordi di un piano*orte o la scordatura improvvisa di un serviio di/'vres3 in complesso, nell!aria, tale un ;roncio, tale una luna da minacciare tutt!altro c6eun divertimento)

    E s(, c6e, almeno pei servitori, la *esta ' gi nel suo pienoB /ulle cantine, nonpi- catenaccio3 le pletric6e ;otti son salassate sena piet3 nella cucina par convenutoil mercato3 tanto ' il ci;o, da spaventare la *ame) Eppure, sar una graia, quest!oggi, se

    potranno i padroni sedersi a tovaglia e alrsene non malcontenti) 8oic6' la pompa 6aucciso la comodit) La sala da prano divent un teatrino3 la scala, una serra dalvertiginoso pro*umo" quanto ai saloni, s'mplice spaio3 pura mo;iglia, le cmere) Dasti

    pensare, c6e il ;allo s!' spinto *ino allo studio dell!adiposo padrone, o;;ligndolo aevacuare d!rdine della signora, c6e intende sostituirvi un %oudoir3 s( c6e il pveroconte 9onalo, *ttosi us;ergo di scient(*ica *lemma, 6a dovuto raccSrre le sue itt'ric6ecarte e colla penna all!orecc6io, il calamaCo in saccoccia e due messali sotto le ascelle.c6' i servitori non 6anno pi- tempo, nemmen di servire2 emigrare in uno stanoneremoto, dove, ved'ndosi il *iato e so**rendo di ung6iella, lima ora una ottava di quel suoimmenso poema tra il didasclico e il rompisctole, c6e tratta %della dom'stica pace)&

    una veste diestate) E quelle ragae ag-cc6iano svelto, c6Xne le *ronti gentili, in silenio, n' siso**'rmano c6e a provvedere l!ago di nuovo *ilo, aguando, verso la cruna, occ6i c6enon 6anno dormito) /opra la sponda della *inestra iano intanto quattro grosse

    pagnotte e))) un coltello) O soCatora cucinaB o carestiosa u;ertB Tuo malgrado, ani, 'per t', se anc6e la ga;;ia di 7icio, il pssero solitario, pende muta in un canto) ccoti l(,7icio mio, irrigidito sulla incomm'st(;il sa;;iuccia, vuoto l!a;;eccatoCo, scXuttol!orciuolo, sena pi- cuore, sena lattuga, sena ancor lgrime, salvoc6' *orse da quelgattone soriano, c6e stro*inndotiKsotto le volte pi- voluttuose, guarda in s- e sospira,

    per non potere pagarti l!-ltimo u**icio)Tanto, dico, la guardaro;a era eppa di nulla, c6e Isa, la settenne ;am;ina della

    contessa, av'a dovuto tirare i sui due metri quadrati d!immunit, il suo /an Farinetto,il suo tappetino, sin contro uno sposareccio cassone, di quelli c6e con le scolture e gliintarsii diss(mulano .come l!;ito ;ello il cuor ;rutto2 la ;ianc6er(a s-dicia) Era, quel

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    tappetino, l!asilo di tutti i colletti all!mido renitenti, di tutti i nastri ri;elli al cappio oscartati dalla inst;ile moda, in una parola, di tutti i ;anditi dall!a;;igliatoCo materno3 edera l!assoluta provincia della ;am;ina e della sua amica di cartapesta, la graiosa JannG,una *antoccia, c6e le assomigliava come uovo a uovo e nell!oltremare della pupilla e nelvermiglio delle guancette, t'nere e tu**olotte, e nell!incipiena del naso e nel ;iondoK

    am;ra della capigliatura, avvantaggiando su lei in ci solo .d!assi rilievo per2 > nelsilenio)Fa siccome, quaggi-, cosa compensa cosa stando la per*eione nel complesso di

    tutte, valeva il muscoletto linguale dell!Isa e per l!una e per l!altra, ani nesovra;;ondava)

    %8vera la mia JannGB& dic'a essa accoccolata sul tappetino mentre aggiustavaintorno alla ;m;ola con la manina guantata una ;ianca sottana di raso, %quella ;rutta

    6onorine non ti 6a ancora portato l!a;ituccio di gala) ai, ' vero il gros lilla, 6ai lafaille rosa, 6ai la moire mauve, ma li 6ai messi gi tutti) 7i! c+est ind.cent compariredue volte nello stesso salon con la stessa toilette))) ?76e ne dire;;e la ;aronessa7olorno, cette d.goutante@ ?c6e ne dire;;e la Dreda, cette parvenue@))) Eppi, tu devi

    ;allare i lanciers con /ua Altea, e *ar Yg6igna g6igna a quella smor*iosa di unamarc6esaa d!Ali*e) 8vera la mia JannGB ? il noCoso papp, vero@ c6e non ti vuoledare le sou@ AvaraccioB))) a ;en ragione don 8eppo) Au*B ces maris!c6e caldoB)))Fa non pingere mica, JannG) Noi lo diremo a don 8eppo, e don 8eppo ti comprer luila vestina)&

    8ra par)ntesi3 c6i mai sia don 8eppo e quale il suo u**icio in casa del conte9onalo, non giurer'i" stanno due indii per3 l!uno c6e ogni qualvolta ' pronunciato talnome, s!increspa maliiosamente il cantuccio dei la;;ri di questa o di quella sartina3l!altro, c6e Isa, per aCutarsi la imaginaione, 6a investito della parte di lui uno -*olorosso da un soldo) E Isa, adducendo il delicato strumento a JannG, seguitava"

    %O caro il nostro don 8eppoB 'ue vous 9tes ponctuel!))) Attacca pure,Jrancesco))) /u, monti don 8eppo,& .e la ;am;ina accomodava lo u*olotto a *iancodella *antoccia, in una sctola gi di canditi2 %la mi segga qu( presso, monsieur3 tout

    pr)s))) ite! dal mercante))) E tipKtop e tipKtop e tipKtop)))%:on;our, mercante& %?In c6e posso servirla, signora contessa@& .*ac'a da

    mercante un so**ietto2 %

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    contessa)& %$llons donc,de la musi'ue!)))& % oulez-vous danser une valse avec moi,comtesse? & %8r)s-volentiers, c"evalier)& .e l( Isa accoppiava lo u*olotto a JannG2)%$imez-vous la valse, comtesse?& %A la folie, c"evalier3et vous?& %B", ;+aime les

    perdrix aux truffes,comtesse)& %*es perdrix don 8eppo!vite! le c"ampagne et lept. don 8eppo!& %@ue vous 9tes spirituelle,comtesse!& %@ue vous 9tes %ien fris9,

    c"evalier!&Fa, a questo punto, si ud( lo s;adiglio di un uscio, e apparve un metro di donna,vestita di nero, dal naso c6e respirava sussiego, cio' apparve la signora Fodesta, laguardaro;iera, una di quelle donnette dall!a**acendat(ssimo oio, indispens;ili a c6euna casa cammini come

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    /7ENA /E7ONn collegio)

    ? ;aci c6e 6an denti,caree c6e 6anno ung6ie > palleggindolo, soppesndolo, mirndolo e di sopra e disotto e all!indrio e al rovescio, per imparare, *orse, come i ;im;i si *anno) O6 simpat(e

    provvidenialiB o6 innata maternitB Fa di tanto entusiasmo il neonato non s, pelmomento, c6e *are, e d in lgrime e strilli) Amore ' dolore) Fillo comincia ;en presto asentire c6e male sia mai il ;ene delle ragae)

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    Altre, invece, non rindano mica oolog(a3 si;;ene geogra*(a) V'dile, le quattrostudiose, sotto quel p'rgolo ingraticciato, c6e attende la appenaKsemintavi om;ra3v'dile, *use in un -nico amplesso, vSlti gli sguardi a un atlante, c6e una di loro, gentilmorettina di tr'dici anni, si tien spalancato in grem;o) La giovinetta poggia il *less(;ilem(gnolo sul vecc6io dei due emis*eri, *orse accennando le analog(e tra i promontori ed i

    gol*i3 n' pare si avvegga della ;ianca cu**iaa a ;indelloni colorKpatriarca della signoraIsidora, c6e sosta a osservarle con un ;occ6ino di compiacena a traverso la grata) Fauna go;;etta tira l!amoerre della rettrice e le sp(a alcunc6'" tosto scompare il sorrisodella rettrice, tosto scompare lei stessa) Ecco riguia sull!ampio aperto volume unli;ricciuolo slegato, Wppo d!orecc6ie, e quattro sguardi vi si *(sano s-, con l!appetitocon cui mamma Eva adocc6iava quel *rutto, c6e, voi donne, sapete)

    /!udiva in questa, da una *inestra a terreno, il suono di un piano*orte) Era untremoleggiato %notturno&, un *r'mito verginale, c6e si elevava quasi a implorare piet, etoccava all!accento pi- geme;ondo, poi, sopra*atto dal duolo, ricadeva a moriresconsolatamente) E a quell!agon(a in minore, tr' quindicenni, cui le corte gonnellevol'vano ancora ;am;ine a dispetto degli occ6i, e passeggivano so;;racciate lungo il

    cortile, si so**ermrono, scam;indosi un risolino) sempre seguito dal oppicante o;o' > in un galoppato 1 e [, *inc6', viev(a,guadagnando la mano, i tasti alle dita e al ritmo le note, tutto non *u c6e un imperversar

    ;urrascoso, un tur;in(o, un cos di suoni, quale un accordatore non avre;;e saputodesiderare migliore)

    %8veropianoB& sospir la seconda delle tr' collegiali, la ;iond(ssima Isa di9ara, dalla pupilla cerulea) E s!era *atta, Isa, una smila *anciulla, *lessuosa come unaspiga, di elegant(ssime *orme, quelle *orme nate a dar voga a una *oggia e nome a unasarta, meglio assi delle ;elle, per le quali, ani, la veste ' il mssimo danno) N' la*anciulla minacciava alla Foda una inimica) Den si ved'a, dal pretenioso suodisa;;iglio, dalla studiata spettinatura, dai guanti eterni, c6e Isa, quand!anc6e non *igliadel conte 9onalo, di donna Tullia era certo)

    %Fiss 7lelia ' proprio in guaetto col ;ar;igino,& disse allora la tera, il cuinome di Eugenia Ottonieri accompagnava la ciccia di una ragaa ;arocca, ;iancorossae *resc6(ssima, %come pomi a odorar, soave e ;uona& nello stile di quella, c6e, secredete alla Di;;ia, ten'a lontana la mu**a dalla saggea del vecc6io r'

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    di quanto poteva) %5ti puve)))con i tui apprentis commercianti) Avri i vestiti au prixde fa%ri'ue)

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    /7ENA TERZA

    @uattro salti)

    E tutta la sala pareva girare)

    /tanco del dritto, mi appoggii sul piede sinistro) Tr' volte avevo adocc6iato almio orologio, tr' al pendolo del caminetto, e gi du;itavo di raggi-nger la *ine del ;allodi donna Alessandra Datori .la mamma di Elda2 al quale, in penitena de! mi'i *uturi

    peccati, mi ero lasciato sedurre) ?o detto %;allo@& /cusate3 volevo dire, uccellatoCo dasposi)

    E, innani a m', c6e, non cacciatore n' cacciagione, inosservato osservavo, essipassvano gli inesperti anitrocc6i, ciascuno con la sua nitra allettaCola, gli uni neri elugu;ri come mortori di prima classe, le altre, meno persone c6e vesti, vesti leggierecome i loro intelletti3 tutti con quello scarso sorriso, c6e non ' un sentimento, maun!a;it-dine di galat'o, tutti con quell!impalp;ile anar(o a *iore di la;;ro, di ;en altra*amiglia della loquela, e quell!irnica galanter(a c6e non *u mai gentilea, tanto, c6e a

    c6i-dere gli occ6i, si poteva pensare di aversi sempre dinani la med'sima coppia) Fal(, da due mani guantate, una asciutta ;attuta" nitra e anitrocco dvano un saltellino, e simett'vano a girotondare) O6 c6e spettcolo ;u**oB rano vecc6i dal corto respiro, iquali, *acendo gli esami della leione di ;allo a ragaine dalle corte sottane, larimparvano3 'rano o elle .l2 appaCate con i o min-scoli isse .x2 scia;olanti piroetteintorno a delle maC-scole:e, c6e ricordvano il gran castagno dell!Etna3 era, qu, il

    pro*essore Tale, c6e, sepolto in silenio, assorto completamente ne! piedi sui, calcolavasovra il tappeto, col compasso de! stinc6i, lenta coreogr*ica geometr(a, sena ;adarealla poveretta compagna c6e si moriva di vivacit rientrata3 era l invece lo studentelloTal!altro, quasi colpito da giu;ilante pa(a .una gaosa gli av'a dato al cervello2 ilquale traeva in tumulto la ;allerina s- e gi- per la sala, sc6iacciando calli, urtandosp(goli e lacerando ;alane3 tutto sul *ondo di una m-sica ca*ra, macinata da uno di que!manu;ri di piano*orte, detti solitamente madamigelle, vera givane strega, c6e,losc6eggiando attraverso gli occ6iali, picc6iava *uori di tempo, le sue ung6ie gri*agnesulla gialla dentiera del piano, gialla come la sempre patente tastiera della ;occaccia dilei > am;o intonate ad un allegro feroce)

    7ompiuto poi il lor giro, il loro, per cos( dire, trottino di somarello, i ;aldigaroni cui gi doleva il ginocc6io, soccorsi provvidenialmente dalla ;attuta di mani,usc(vano da un!altra porta con la lor c6icca incartata, il loro mucc6io di mussolina, ericompon'ndosi il cavaliere i manic6ini e la lattuga della camicia e la ;allerinaaggiustndosi in capo le rose di cencio o castigando qualc6e velo sul seno c6e ard(a

    velleit di pudore, andvano sotto;raccio nella prssima sala a rieccitare i ;ollenti sp(ritialla credena, dove un servo imponente, pi- ;ottoni c6e panno, mesceva in clicicristallini della ;ell(ssima aqua, aggiung'ndovi anc6e, per c6i ne *aceva ricerca, uncucc6iarino d!argento) E, dappertutto, sorrisi c6e non 'rano altro se non dissimulatis;adigli) L!mido della camicia si era di**uso nel sangue3 il *reddo morale c6e vinceogni stu*a, permeava dovunque) A tratti, i vitrei gocciolotti delle lumiere mi par'vang6iaccioli3 irrigidite cascate, gli specc6i) /e ' divertirsi questo, come dolce la noCaB setale la societ ;uona, viva allor la cattivaB

    Fa anc6e il piede sinistro non mi voleva pi- r'ggere) Vidi un cantuccio con lasua sedia, vidi la sedia sena occupante3 e, colto il ;ello, la completi)

    7os(, venivo a trovarmi *ra il pesante drappeggio d!una *inestra e l!ampia gonna

    colorKverdedrago d!una signora attempata, ;a**uta, col petronciano pien di ta;acco e lemanacce sporc6e di guanti, ma tutta ori ed argenti come l!altare di una Fadonna in*ortuna)

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    seccata l!umidit > non la sua gola) E allora cerci di celare m' stesso, *ac'ndomiparte, pi- c6e potevo, del cortinaggio, e concentrando ogni mia *ora visiva e intellettivasopra una tela della parete di contro, c6e *igurava, nello stile taccagno del tempo, un7risto in meo ai %eati puperes col regna coelrum in *ondo)

    Fa e s(B ecco un colpo di tosse3 di quella secca tossetta c6e ' un arti*icio

    oratorio) Il gelo di una domanda mi lampeggi per le spalle) E di*atti"%?Non ;alla il signore@& c6i'semi la ta;accona)Ing6iott(i una spiritosa insolena c6e mi solleticava il palato, sovven-tomi a

    tempo c6e nella societ sopra**ina ;isogna guardarsi ;ene di mostrar dello sp(rito, penail passarne per privi3 e invece risposi con uno di que! monos(lla;i c6e non *announcinetto n' maglia) Fa, per la vecc6ia, tanto era) Ani, *acendo ;ottino degli indi*esimi'i campi"

    %Il signore,& proced' nasalmente %6a ragione di non volere ;allare) n verocristiano non si dim'ntica mai, in carnevale, della quar'sima) 7!' da guastarsi il suo

    ;uon naturale e comprom'ttere l!nima avvicinando tanta carne scoperta c6e pare una;ecc6er(a) Veda, a mo! d!esempio, la *iglia della padrona di casa,& e qu( la signora

    8olonia indicvami con l!occ6ialetto quant!io mirava con assi compiacena, cio' lamagn(*ica Elda, c6e tur;inava, per cos( dire, nuda in una ne;;ia di seta, %' tutta unoscndaloB ?Non le sem;ra c6e dica" r'stino pure serviti@)))

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    come stia sempre in contegno e discosta dal ;allerino) A6B noi 8olonia,& soggiunse,%siamo tutti cos(3 tutti *iniB& e, riponendo la sua manaccia sul cuore, esal un sospironed!arrosticciana e cipolle)

    Fa il piano*orteKorganetto aittisce di ;otto, e i ;allerini rimngono *uord!equili;rio, un piede a me!aria, scam;indosi con la civile tiepidit il slito %graie&)

    La modestiosa .di quella modestia, s!intende, c6e si copre la *accia colle sottane2 'tornata alla mamma3 ed io de;;o c'derle il posto, ringraindola ani con un inc6inopro*ondo)

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    /7ENA HARTA

    $mor di sorella)

    /enonc6', in quella sala, tra tante *acce c6e 'ran sol ;occ6e, nasi, occ6i, e non

    mai espressioni, ne scopr(i una, in*ine, spirante intelligena e ;ont) Ed era l!ovale e;runetta di una *anciulla, modestamente seduta a *ianco di un vener;ile vecc6Xo3 diquelle, in cui perdi tutto t' stesso e l!animo ti si aqueta3 incontrando le quali, l!uomogentile, c6e cerca, non tanto una *'mmina a s' quanto una mamma al suo ;im;o, ;aladi gioCa, ed esclama %eccolaB& N' poss(;il l!inganno) Era, la *accia di lei, di quelli ampiregistri scritti a maC-scole e sempre aperti a c6iunque, c6' nulla 6anno a celare3 tu lescendevi per la castagnina pupilla, da una sola om;ra velata, l!om;ra delle lung6e sueciglia, *in nel pensier del pensiero) La esterna armonios(ssima linea non poteva 'sserc6e l!eco di una interna armon(a)

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    %E tr',& *e! 7olom;a, riaprendo con sgar;o il ventaglio, %riguardo alla ;ont, lepermetto anc6e di cr'dere, c6e mia sorella ' un ngelo per la ;ellea, e per l!ingegnoun divolo) Ella per non st(a troppo a *idarsi di cotesta ;ont3 le lasci, come si dice, ladritta) /e non *osse l!amore c6e ancora mi lega a col'i, se non *osse il decoro della*amiglia, e quel precetto di carit c6e tanto o quanto s!6a a rispettare, potr'i spiattellarle

    certe cosette))) certe cosette da *ar isp'gnere i lumi da s') La mamma, intanto, ' crepataper lei, marcia3 il papp s!' meo intontito) O6 non temaB non ode3 ' sordo come unoscoglio) E se non c!era l io, avre;;e viaggiato dov!' la pvera mamma, anc6e lui)Jortuna c6e quel veleno s!' itoB))) dovr'i dire cacciato, ma))) ;occa taciB N' ;adi a c6iv mormorando c6!io parlo per gelos(a))) ?9elosa io@ /cempiB 8orta a m', se, come siconta .tutte ;ug(e, del resto2 la mi a;;ia *atta una cavalletta, sposando in mia vecequello smortone di un

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    /7ENA HINTA

    8ra amic"e)

    %Mon amour,& disse Isa, la nuova sposina .quell!Isa dal sempre piovoso e

    morti*icato visuccio2 entrando di pressa in un elegant(ssimo ;ito di mattina nelga;inetto della non maritata Eugenia, %due soli minutipour t+em%rasser)))&%9ioCa miaB& esclam la cicciosa Ottonieri, accorrendo all!amica .e qu( ;aci e

    ri;aci23 ma tosto s;assossi a raccSrre una ;ianca gattona di Angora, c6e le era ;alata digrem;o e gi minacciava con lo ampino lo scapigliato musetto di Ze, la pincettinadell!Isa) %9uarda casoB > venivo giusto da t')&

    %Avresti perduta la strada,& *ece la Fillerose di 9ara) %In questi giorni, nonsono pi- mia) Tanti a**ari, tanti *astidi, ti dicoB Non mi si lascia un momento tranquilla)YFarc6esina di qu))) marc6esina di l))) de;;o v'nder mouc"oirs e cac"e-nez per i

    ;im;i lattanti, de;;o distri;uire les prix alle operaCe c6e lavran di pi-, de;;o raccglierle o**erte per un monumento a don Alessandro Fanoni, l!autore, sai, dei 7ianc.s3

    de;;o))) au*B))) inaugurare con mio cognato il 8re*etto la nuova sala da ;allo)))Insomma, una persecuioneB 8are, c6e, sena di m', non si possa concl-dere nulla,quasi c6!io *ossi diventata un personaggio de cons.'uence,un altro Dismarc))) Bn dit,c6e dove non sono, c!' ;uCo, c6e l!Olimpo ' in iscipero, perc6' una *esta comincia e*inisce in m' sola3 c6e io poi giovo all!umanit assi meglio di una sur de c"arit),

    perc6' incoraggio il commercio))) etcDtera etcDtera, tutte fadaises, tutti *rasoni sensation, di que! %lagueurs di gaettieri) E sp'rano *orse scroccarmi un prano o unsorriso) Eenni! La loro F) di 9), come mi c6imano, non se ne accorge neppure) ?aitu letto, Eugeniuccia, i giornali, dove si parla del ;allo di 7orte@&

    %

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    %O6B per m',& disse Eugenia col tssico nella pupilla e nella voce il miele, %nonci tengo davvero) Non sono di quelle, io, o;;ligate a giule;;arsi al primo c6e passa pernon andare a male) o aspettato, aspetter, ma non tradisco il mio cuore) E, quanto alle*este, te le regalo) Anc6e la mamma desiderere;;e c6e ne *requentassi) YTante dice leiYc6e non pssono, *anno3 tu invece, c6e pui))) Fa io m!6o voluto sempre pigliare i

    mi'i cmodi, lasciando dire gli sciocc6i) O6 s(B vale proprio la pena di sopportare ilmartirio per uscirne pi- ;rutte di quello c6e siamo, mett'ndoci a *ora di rgani in vistaper *arci r(dere dietro))) sena contare le ra;;ie, i malanni, i d';iti, i carroini)))&

    %7oreB& interruppe pressosa la marc6esina) %

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    %Non lo vedevo pi-,& la;;reggi la sposina con certo quale dispetto)%/*idoB mia gioCa) O ' a cavallo o ' da noi) A sentirlo, egli verre;;e da mamma

    per giocare alla dama, ma nessuno ci crede) Jig-rati, se un o**iciale di cavaller(apotre;;e durarla, giocando con una vecc6ia, per intere serate, e con a posta un onore c6enon si pu m'ttere in pila) ?Fa vui sapere il ;us(llis@ Zitto, ve!B Aolino '

    innamorato pao di m') ?Vedi que! *iori@ /on sui) ?Vedi quel cestellino d!argento@ 'suo) Anc6e la c6icca c6e mstic6i ' delle sue)))&Isa compresse il *aoletto alla ;occa e nel *aoletto pass il ucc6erino)%?Non ti piace *orse@& c6i'sele Eugenia, vellutando la voce)%Non amo troppo))) la menta,& ri;att' im;iita la Fillerose) %E))) e))) & riprese

    con uno s*oro %?non ti 6a mai parlato di m' l!Aolino@&%No,& *ece candidissimamente la pastosona Ottonieri, %proprio))) come se

    neanc6e esistessiB&Isa si morse le la;;ra, pllida, e diede uno strappo alla cordella di Ze)%,ardonne-moi,& disse, %se non mi posso pi- trattenere) La modista mi attende)

    Volevo stare da t' due minuti) V'diB ci sono rimasta me!ora))) e**etti dell!amiciiaB&

    E l( %mon tr.sorB > gioCa miaB& le nostre due donne si ;aciottrono conespansione, mentre Ze ring6iava e so**iava Fin(, molto di loro pi- oneste)

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    /7ENA /E/TA

    $more di figlia)

    FortoB di quali idee, di qui sentimenti .sottintesi pensieri2 ' mai grave questo

    s'mplice annunio, s( antico e pur sempre s( nuovo, di una cosciena c6e si smoccol, diun io passato alla terza personaB 8er quanto provvisti di *ilos*ic6e sottigliee >diciamo meglio, astuie > per quanto persuasi della %circolaione eterna dellamateria&, e della %immuta;ilit universa& e papagallanti, c6e %nulla sapre;;e morire& e

    per converso, c6e %tutto ' una morte& con l!assi oppa consolaione, c6e %se tanto pi-l!uomo ' *elice quanto men pensa, *elic(ssimo sar nel sepolcro&, ;asta il tocc6eggio diuna ignota agon(a c6e scenda la cappa del nostro vampeggiante camino, in quell!ora deldopoprano in cui il digestivo calore 'voca l!umanitario, a inondarci di malincon(amentre la vista di un *unereo convoglio c6e lungoKnereggi per le vie lasciando dietro dis' una tal quale solennit, ci rallenta l!allegra andatura e ci attira la mano al cappello,inconsap'vole omaggio a quella comun parentela, troppo *ra i vivi o;liata)

    E, tuttavia, non conosce la morte c6i non la scorse in una *accia adorata) OAmeliaB mia AmeliaB 'ccoti l su quel letto c6e ti doveva 'ssere vita, indi**erente inmeo a un nem;o di *iori, *iori c6e a uno a uno ti avr';;er destato altrettanti sorrisi3 l,in quella ;ianc6(ssima veste, cucita per le tue noe, ma tu pi- ;ianca di lei, i grandiocc6i disc6iusi, e pur non scorgenti l!amato, semiaperte le la;;ra, e pur non c6iedentialtre la;;ra, le mani inerti, gelate agli scottanti mi'i ;aci) Denc6' presentita da unadiuturna attesa, ;enc6' la morte di un amat(ssimo nostro sia per*ino desiderata, per tSrrelui al dolore e a;;andonrvici noi, ella sempre ne ' *-lmine) Jinc6' la paurosa parolacova in pensiero, inturgid(scono tacitamente nelle glndule loro le lgrime, sol rattenuteda una agugliata di speme) Fa la parola scocc3 rotto ' il punto, e lo scoppiar dellelgrime ci con*onde la vista)

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    Reverendo e il Fagn(*ico avr';;ero meglio esitato le lor mu**er(e sulla cttedra e ilp-lpito) In si**atti dolori non c!' c6e un sollievo, il dolore) Ad ogni *rasuccia eleganterispondeva uno strillo, ad ogni religiosa promessa uno scoppio di pianto, *inc6' la*anciulla > dallo spsimo vinta > svenne, cadendo in una ;ene im;ottita poltrona)

    O6 quanto allora mai ;ella in quell!a;;andono, c6e il caso *aceva s( art(stico,

    sparse le ner(ssime c6iome, ceree le guance, le palpe;re velate, ammaccate dalle lung6evigilieB sola) Ella stessa, incontrando lo

    specc6io, dovette stupire all!a**anno c6e traspar(vale in viso) Fa or pui s*ogarlo senaritegno, o 7olom;a, sena incmodi testimoni, c6e ad occ6i asciutti ti mis-rin lelgrime) Ella siede a scrittoCo, elegge un *ogliuo dalla nera orlatura, intinge nelcalamaCo la penna3 quindi, in un ;el carttere inglese"

    %Mio diletto %iondone3auf! finalmente)))&

    Trema la mano di lei > per la gioCa)Je;o intanto, il ;racco del generale, stava accucciato alla soglia dell!estinto

    padrone, molli le orecc6ie, melancnico il muso tra le ampacce) E, presso il muso, unascodella di uppa, intatta)

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    il minc6ione) /ono astuie coteste, c6e non ingo**(scono mai) ))) 7os(, giacc6' 6ai la*ortuna di possedere un ;el micio, tglitelo spesso in ;raccio, ;cialo smaniosamente,sempre con la pupilla al ;arone, il quale non potr non ri*l'ttere %se tant!' con un gatto,?c6e sar con un)))@& > oppure, venuto il dessert, prendi un ;iscotto e vola as*regucciarlo al tuo merlo, dico il merlo piccino))) E il grosso allora tra s' %se tale con

    quella ;estiola))) c6issB)))& e per le gengive gli correr l!aquolina) E quand!anc6e,im;aldanito dal vino, lui ti pregasse di un ;acio))) Non gi c6e tu gliene dia la prima, niente paura, *igliuolaB > non resta segno dei;aci > lsciatelo dare)

    =ugenia .aggricciando2" ma ' vecc6io, ma ' ;rutto, ma puaB5ignora :ettina .con impaiena2" non tanto, non tanto) ?7osa c!' a dire@ ?c6e ne

    sai tu@ Io, gli umini, li conosco un poc6in meglio di t') Il ;arone 7aprara, come marito,v a meraviglia) 8orta c6e l!' un piacere i sui sessant!anni) V'dilo attorno, ra**aonato,col suo sopr;ito lungo e le mani in saccoccia, col suo cilindro calcato, e sotto, un ;el

    parrucc6ino, col suo altofauxcol e gli occ6ialoni pel sole e duemila lire di denti) O6 cos(

    ce ne *osseB Ripeto, qu( non si tratta di cuore, ma di s'mplice mano3 resta, il cuore, tuosempre, e cos( l!altra mano) ?76e pi-@ ?;rami un sicuro rimedio per scongiurare lanusea@ /-;ito *atto) Huando ti pCono molti i sui anni, pensa a quante pi- p'rtic6etiene, e s!ei ti dura ancor vecc6io, conslatiB c6' anderi presto in seconda) ?8ua@ unsol *iato della sua unta cucina, e sentiri c6e *ragranaB))) ?Drutto@ ?un po! ;ue@ *'rmatialla doratura" addossa alle ;estie c6e pasce le sue ;estialit3 n-mera, mentre sproloquia,i sui ;ui, i sui sacc6i di grano, le sue ;otti di vino, e li cam;ia in tanti vestiti, in tantigioCelli, da dar scaccomatto alle tue inimic(ssime amic6e) Insomma, o *igliuola, se vuic6e tua mamma porti per t' il lutto rosa, d ascolto a queste quattr!ossa, e lsciati

    persuadere))) di quanto des(deri) Tua mamma t!insegna la strada maestra3 se tu trovi,peraltro, la scorciatoCa > lodato sia 9es-B > p(gliala)

    *a cameriera .di *retta2" il ;arone ascende le scale)))5ignora :ettina" presto, Eugenia3 via quella lagrimettaB J scintillare lo

    sguardo) AndiamoB apparecc6ia un sorriso) E tieni > .mett'ndole in mano unostraccio2 > 76e il ;arone ti colga a spolverar la mo;iglia) Io mi ritiro prudentemente)

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    olio con molta cornice dorata e stemmata, ma era un ;en magro compenso aquell!aquarello di giovinotto rossiccio, in tenuta di -ssero, c6e divideva col 7risto e colvaso l!inginocc6iatoCo di lei, il qual ritrattino, dic'a essa, dov'a aggiustarle la vista edinspirarle ;ei ;im;i) E i m'dici tutti, c6e pCon sapere le arcane vie della matrice, ledvano mille ragioni, soggiungendo al marito, tanto per consolarlo, c6e un ;im;o non

    sare;;e tardato) O6 non temere, 7aprara3 t!6anno sposato per ciBAi quali pensieri, il ;arone, *ac'ndosi ancora pi- tr;ido, incominci a masticarestiosamente lo s(garo) ?Fa c6e av'a mai, quel 8arisi, un *atuaccio di uno, ;uonosoltanto di montare a cavallo e d!ingommarsi i mostacc6i, per *ar cadere in amore tuttele mogli degli altri@ ?e c6e cosa mai, lui 7aprara, per tanto inimicarsi la sua@))) /(garomaledettoB anc6e tuB .pi- non tirava lo s(garo2 e spendolo in due, lo gett nelcamino)

    %O6 le donne di un tempoB o6 gli antic6i ingenui costumiB& sospir desioso) Faqu( lo sguardo gli cadde sopra un ritratto allato lo specc6io) Era il ritratto di sua nonna

    paterna, una dama del regime spagnuolo, vero caval di parata) 8ar'a c6e intorno lecrescesse la ro;a3 tanta graia di *u ;ecco Napoleone > dic'a della consorte, ;iliosamente *aceto" %ilglorioso mio omnimo 6a ;el c6iamarlo un affare da canap)) Io pago, intanto, lemolle)&

    E il nostro 7aprara s;ass vergognando la *ronte) Nella disgraia ei non sisentiva, ' vero, pi- solo, ma non ' detto c6e la compagn(a eccellente renda graditol!in*erno) Il *reddo lo guadagnava) 9elare con una moglie per casa ai 1 R:aumur, ' purduroB /i die! a inanimire a palettate il *uoco) Era la legna a**etta da idropis(a3 nicc6iava,

    piang'a) Neanc6e il *uoco gli vol'a attaccareBHuand!ecco, lo scattar di una toppa) Rial le pupille, e guardando nella inclinata

    specc6iera, vide spostarsi un drappeggio del magn(*ico arao c6e con la vis(;ile istoriadi Far(a piena e del contento 9iuseppe tappeava la stana, e apparire una ;ianca*igura, meo slacciata, di donna > sciolti i capelli, porporine le guance, lucid(ssimi gliocc6i) Il cuore di Nando palpit *ortemente" una vampa di caldo, c6e non irradiava dalcaminetto, lo invase3 Nando risuscitava) 8ur non osa ancor muversi, quasi oppresso daun sogno, e segue nella specc6iera, con sempre crescente emoione, il ;landoappressarsi d!Eugenia, *inc6', piegndosi ella su lui tra il s( e il no della vaporosa

    camicia, e in una voce c6e 6a dita mormorndogli il nome, e gi l!assor;endonell!an'lito ardente e nel candor delle ;raccia e nell!onda del *ragrant(ssimo seno)))Il p'ndolo, in questa, cucol meanotte)

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    in una voce stonata la ninnaKnannaB o6 strilli s( soavemente sgar;atiB o6 paradis(acie**luviB o6 insudiciatine gentili, tutta ro;a d!ngioloB

    E la ;am;ina cresce prosperos(ssima, come ogni cosa c6e provien dal peccato,dando di s' le pi- liete promesse, nella smania, ad esempio, di mostrar le gam;ucce,mentre il ;arone 6a l!ine**;ile gioCa di udire da qu'i la;;rui, sui quali un ;acio ancor

    pena a star tutto, la loro prima ;ug(a"papp) Anc6e la ;aronessa sem;ra volerle un ;enmatto) la piccina un pretesto per m'ttere in luce la grande3 ' il piattello, dir'i, c6edomanda e raccoglie l!elogio per la mammina) Lola ' disputata *ra i due innamorati

    parenti, i quali, come se i vii c6e

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    7os( ', amici) E giacc6' la *anciulla 6a ora pigliato s( ;ene la sdrucciolina, nonsciuperemo, a seguirla, altro inc6iostro) Den s!indovina, sena troppa mag(a, in su qualli;ro ander Lola a *inire)

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    n;ection-:rou)

    %C"antal,'uelle "eure est-il?& c6iese dal letto una de;ol(ssima voce)

    %#eux "eures,madame,& rispose, dalla *inestra, madamigella 76antal, cio' unacndida cu**ia e un ;ianco grem;iale a petto, con entro una vecc6ia sena sguardo egialliccia, c6e aggiunse untuosamente" %monsieur le cur. va venir)))&

    %Buvrez tout fait)));e vous prie)&Fadamigella spalanc a**atto le imposte, e la luce, invadendo ogni ngolo, pinse

    in una pvera cuccia, sulla quale era steso, in-tile pompa, un domin aurro, unadonna ai con*ini della giovent- e della vita, cavernosa la guancia, la pupilla appannata,di una *accia peraltro c6e nuova non ci giungeva ma c6e avremmo penato assi ara**igurare se alla memoria non ci *osse soccorso un conto di sarta, c6e *ra ;iglietti di

    pegno e l'ttere spiegaate posava sul comodino, e per indirio recava % madame lamar'uise >za Millerose di Farza)&

    %Mon miroir)))& la;;reggi la malata)Fadamigella 76antal, sempre con quel suo *ar dignitoso, c6e par'a dire %a

    8arigi si serve per passatempo,& and a tSrre alla pettiniera lo specc6io e lo present allamarc6esa)

    La quale, mirndovisi"%:on #ieu,'ue ;e suis c"iffonn)e!)))n+est-ce pas? ,renez garde,'ue monsieur

    le cur. n+entre soudainement)B",mon pauvre c"ignon! C"antal,arrangez le moi, ;evous prie,& e, intanto c6e l!in*ermiera gliel rassettava, %ne vous sem%le-t-il pas,'u+une

    petite %oucle l+espi)gle me si.rait %ien sur le front?))),lacez-la moi gauc"e,ici,H eaccennava alle tempia con la trasparente manina cui 'ran gi gravi i poc6i anelli rimasti,

    %C+est ca3en m+entourant ensuite les c"eveux avec un ru%an rouge )))Mais non,tenez)))

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    JB( est mon miroir?)))Comment me trouvez-vous? 8rop ple,n+est-ce pas?,our l+amour de #ieu, C"antal,passez-moi sur les ;oues du rose-,ompadour)))et unpeu d+.mailline aux l)vres)))Merci,#ieu vous le rendra)))*aissez-moi voir,& e si guardnel p(ccolo specc6io c6e av'a potuto raccSrre ella stessa, ma per *ortuna non vide lospettcolo orrendo di un dipinto cadvere) %Comment me trouvez-vous?& ripet'

    mormorando quasi tra il sonno e la veglia) %5uis-;e en ordre pour le %al? o( 9tes-vousmes amis?)))

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    INTERFEZZO 8RIFO

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    ia p(%lica)

    Orc6estrina, a noi) ora di riattaccare) La leggera emoione par data gi-)/!intende, c6e non parliamo dei palc6i > quell!Olimpo a me!aria in cui la ur;anit

    sostituisce la cordialit, a;itato da 'sseri, i quali vanno a teatro per *are non da spettantema da spettcolo, n' si s'nton commossi c6e quando la privilegiata lor cr(tica dice loroc6e sono > parliamo della ;org6ese plat'a e del ple;'o loggione, giudiioso complessodi scriteriate individualit > donde il *isc6io e l!appluso > c6e *anno, e nel mondo dicarne e nel mondo di cartapesta, il solo 8-;;lico vero) La emoione pare dunque ceduta,e con essa, ogni om;ra d!insegnamento) I *emminili tomi com(nciano a ritentare lemasc6ili suole, i cannocc6iali son ritornati ai loro ertici *urti) E gi le go;;ettescprono dapertutto nuove storture, le sciamannate, in ogni dove, delitti di lesaK toilette)E qu( una moglie, dando del gmito in un vicin suo assi ;rutto .' il suo ;ello2 glimostra con un g6ignuo il marito, un *ior di uomo, il quale, *iduciosamente, pesa i

    pomi del sonno sull!altra spalla di lei, l( un giovinotto in prima er;a ;is;iglia grate

    insolene ad una donna gi in *ieno, c6e arrossa, non di pudore3 mentre, pi- in l, duealtre sorelle in 9es-, due (ntime amic6e s!inc'nsano vicendevolmente, a tur(;olo pieno,con il *umo di penne)

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    Fa, o6 quanto roseo di *acceB /;cciano le ragae, come i pensieri, ad untratto, per pol, come quelli, sparire, soppiantate da nuove) /ono stormi di gonne, ' un

    passer(o di voci) 7ucitore, guantaCe, crestaine, sartine, trnano dai lavorati, tutto puntele dita, e a**ollndosi con gli occ6i vogliosi alle s*olgoreggianti mostre del lusso .lemille porte al ;ordello2 dove la intatta nevata del camiciaCo e la cascata dai caldi ri*lessi

    del tappeiere si alt'rnano con le ga;;iateKdiKcappellini della modista o con le aCuole dinastri e merletti .i cenci dei ricc6i2 o con i monti di guanti .la lor pelle *ina2 > dove, aivariopinti sapori del con*ettiere, c6e vanno al palato men per la ;occa c6e per la pupillae scilgonsi in una *ragrana, succede la giovent- im;occettata e la ;elt inscatolata del

    pro*umiere, irradiante una e;;rea di odori, ed alla grande oiosit del quadraCo lap(ccola del c6incagliere, inutiler(a sott!ogni pi- indispens;ile *orma))) > pvere toseB> estasiate alla *cile letteratura, a -nica popolare, delle p-;;lic6e carte, dal ;ello stiledel ]] e dal migliore del #]]], o rapite nella ;oreale aurora del gioCelliere, dim'nticanol!oro *umante della polenta, c6e a casa le aspetta con la s;adigliosa mammina, eascltano con sempre crescente clemena il ron(o dei cala;roni c6e loro aleggianointorno, *inc6', stacctesi a *ora, quasi romp'ssero un laccio, dalla d-plice insidia, si

    ricon*ndon col ;uCo) Fa nel ;uCo le insegue, id'a *issa, il tentatore ;aluccic6(o e lor lapolenta * groppo e il pagliariccio d spine)

    Altre invece, vanno ora a ;ottega) /ono le nottoline, le ;elle a**amate, lemaritate col p-;;lico > ami vestiti da donna > c6e ci ras'ntano leste, *rusciandosericamente le loro tele incartate e lucicndoci in viso i loro specc6ietti da ldole espargendo dalle a**eranee capigliature un sentore di cipria, quasi *uggenti per non 'sser*uggite3 sono le cndide giovinette dal cappellino alla cala;rese e dalla scusa di unospartito so;;raccio, c6e ci v'ngono incontro come in cerca d!a(ta, giovinette *ioccate incitt per istudiarci anc6e la m-sica3 sono le miser(ssime ;im;e, cui *u negata l!in*ania,e le orr(;ili vecc6ie dalla lingua in*ame, c6e ci t'ngono dietro insistenti, c6iedendo lacarit, o**rendo di avvelenarci)

    E intanto, la teatral %ergamina si riunisce ai sui c6iusi) Ill-minansi i camerini,gusci di altrettante cele;rit) La istriona allo specc6io si rimposticcia il cuore serale e si%* il volto&, la virtuosa .perocc6' in medio stat vrtus2 scioglie, in attesa %di superares' stessa& a tutto entusiasmo della sorda mammana, il canarino della celeste trac6'a3mentre la trinciasalti, come una mosca c6e si so**reg6i i pie! inacc6erati, riavv(a, a tutto

    pro*itto della lievemente arra;;iata cagnetta, la polposa loquela delle sue gam;e,oppure, meo vestita da tutto un grigio, diciamo, di rumori e di odori, nel qualeinutilmente si perde il vagito c6e esala dalle latrine e l!a*ror di car;one della tradita

    mansarda, e di cui gli -ltimi ec6i, s*iorando la prigioniera, aggrappata alle s;arre esmaniosa pur del ce**o aguino, vanno a morire, evocatori di non pentiti des(i, in quellalunga cors(a, divo /oc"o dicata, dove > in tanti lettini, tutti, *uorc6' nel n-mero,

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    eguali3 dai tanti cons(mili visi, o a meglio dire, ricordi di viso > c6i-donsi tante storiedi gioCa c6e ne *anno una sola di pianto)

    Fa, ecc6'B delle storie con il sing6ioo, ne a;;iamo gi pieni i cassetti, edanc6e le sctole) Dando ai gu*iB Altra m-sica e orc6estraB A m' i giovanotti c6ev(vono all!avventata, *acendo l!amore sui pianerttoliB a m' i prudent(ssimi vecc6i, c6e

    6an sempre *atto lo io e i verginoni sena rammrico, e i %non indegni di aver perdutola primaB)))&Or, ?c6i mi dona una rossa matita@ ?Tu, 7letto mio@))) o6 graie)E la rompo)Fea ' per t', critiKcuccio, cui ogni spropsito nostro ' seme di mille tui >

    tu, gi-dice inquisitore, c6e non annasti c6e il male, per poi, se nol trovi, inv'ntarlo) Oletterario *uco, gioisciB ai qu( casi di maggiore scom-nica, eres(e da tanaglia e darogo) Troveri id'e nuove, c6' tali almeno parranno alla tua squisita ignorana, troverigagliardi sapori, c6e a t', assue*atto alle pi- scempie pappine, a;;aglieranno il palato)Fa, ?c6e vui@ A gusti scaltriti .e io sol cucino per essi2 non pu l!ingenuo mano

    piacere se non a *ora di salsa) Ani3 anc6e il sale ' talvolta lor dolce, e per ci vuol

    pepe) Viva il pepe c6e salva i panni dal tarlo > ed i li;riBE cos(, l!altra mea ' per t', autorit *ilolgica, la quale, a nome di quella

    7rusca c6e in Lom;ard(a si stima assi ne! clisteri, spaventi col tuo %non si pu& le id'ede! scolarucci c6e *anno il comporre) Fa non le nostre, ;ada) Noi, la lingua c6e Naturaci 6a dato, noi la vogliamo vi;rare come meglio ci sem;ra) /tolti voi c6e credete, coidiionari e le scuole, d!immo;iliarla, quando il pensiero, suo sangue, n' le manette n'il ;oCa non arrestrono mai, n' 7risto n' il

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    ATTO /E7ON

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    /7ENA 8RIFA

    =ropata

    /e ad uno di que! rar(ssimi giovanottini, sulle cui guance la *oglia di rosa ancornon cedette a quella di nicoiana, miracolosamente passati intatti *ra le ;am;inaCe, lemaestrine ed i preti, si domandasse, additando una processione di gente c6e pare nudritaa lucerte e pende pi- al verde c6e al giallo, mssime nelle tasc6e, e trae *in dallecalcagna i sospiri e ti risponde una cosa per l!altra, o cose c6e nessuno capisce,compresa lei, si domandasse, dico %?or c6e vedi@& certo rispondere;;e %ammalati)& Enoi, ;att'ndogli amic6evolmente la spalla, %;ravo t'& gli diremmo %6ai trucciato,

    perocc6' sono innamorati)& Fa allora il giovanottino, il quale, proprietario di unacompleta po'tica pro*umer(a, 6a letto c6e amore ' %il sole dell!nima& .vero, perc6' dalsole vien l!om;ra2, c6e sena m-sica e amore la vita non sare;;e c6e una lenta agon(a, es(mili quiproqu, ci mostrere;;e impersuaso la sorridente *ila de! sui ;ianc6(ssimi

    denti, amndole sena la ;uccia, e tirere;;e innani, platonicamente incicciando, acon*idare alla luna i sui *astidi col ;urro) N', noi, tolga *ra noi, c6e mastic6iamo da un peo coi denti del giudiio .pveridentiB gi la carie vi mina2 > quella *olla dalla tinta pantrito e dalle *iacc6e morelle alleocc6iaCe, ' proprio d!innamorati) O amore, tossicoso mieleB o amore, inevit;ilcastigoB ?c6i mai non reca qualc6e s*regio di t', *osse pure il nessuno, c6e ' di tutti il

    pi- ingrato@ ?c6i pu vantarsi *uor da! tui colpi, *inc6' di nulla pi- possa, *inc6' non lovesta l!a;ete@))) O amore, *onte di maggiore rovina c6e non la *ame e la peste, tu c6e lesei, non di rado, am;ed-eB

    Ed ecco, nella intermin;il sequela delle v(ttime tue, un givane) A lui, ;ello,ricco, d!ingegno, tutto sorrideva all!intorno) Non un cuor gli era viWto, non una stradac6iusa, ed egli poteva, per la pre*erita, proc'dere velocemente, c6' possedeva carroa,toccando la meta, tanto per il dem'rito, quanto, il c6e ' pi- di**icile assi, per il m'rito)Eppure, il suo volto ' giallo come una *oglia a novem;re, ' vio come un ;orsello a

    Natale3 eppure, a paragone dell!nimo suo, il nero ' un allegro colore) ?76e 6a mai@ Ilm'dico, c6e lo tast e sper e ;uss, ci assicura c6!ei suona campaninamente ;ene) Fail scient(*ico occ6io non gli ' giunto al cervello, dove l!imgine di una donna gliasciuga, insai;ile spugna, ogni men vile pensiero, di una donna di cui il givane

    spsima la limsina solo di un guardo, sena osar di cercarla) 76', amore, il quale dspesso impudena, qu( 6a tolto il coraggio) Lo specc6io rende al givane ;rutta la;ellea di lui, n' intorpidito l!ingegno ' l( a con*ortarlo con rammentargli c6e eglisempre conserva quella seconda ;elt, c6e per le donne ' la prima, la numer;il ;elt3dell!ingegno ani di un tempo egli pi- non si sente se non quel ;arlume, c6e *ccialoavvisto come l!ingegno sia ito) E, s*iduciato completamente, *ugge gli amici il cuisorriso lo o**ende, *ugge l!umano consorio di cui sospetta ogni occ6iata3 *ugge, alla*ine, con un!oncia di piom;o, l!insopport;ile s' > a ventitr' anni, pensateB

    8oi, ecco un uomo di mea et) Era la gioCa delle ;rigate, il piatto migliore diun prano) Tanto tondo di corpo, quanto acuto d!ingegno, ten'a .caso non troppo*requente2 il sat(rico umore in per*etta ;ilancia colla ;ont) /carso a *ortuna > ed anc6e

    quel poco gli costava molt(ssimo > gliene avanava pur sempre per *arsi un piacere,*acendone altrui) La sua cassa a risparmi, dic'a egli, 'rano le saccocce de! sui amici,donde traeva per interesse, di poter guardare, sena rimorso il passato, e sena paura il

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    padroni) In questa, un pittore, eternamente copiando l!-nico muso di quella c6e %sola alui pare donna&, esaurisce s' in compagn(a della paiena del p-;;lico3 e intanto c6e unorganista, pensando alla maestrina normale, ;acia piangendo il consap'vol ;ar;one, lamaestrina sovvenendo di lui piicotta stiosa la sua doina di scolarucci) E vi 6a, c6i,d!ingegno, inasinisce estasiato alle truller(e c6e v'ngono da una ser*ica ;occa, oppure

    si ostina a l'gger 8etrarca e sonare 76opin a c6i non capisce se non Farc6esini eVernai3 come vi 6a, c6i, noCato alle pgine le pi- rovaniane oss(a le pi- generose,;rilla di gusto ai solecismi di cuore, peggio c6e di sintassi, di uno di que! letterini, c6e,incominciati o**rendo un ;acio, *in(scono domandando un marengo) Fa e poiB c6etragedia, l!amoreB Trema, la prima volta, il gelato cassiere contando i rotoletti dell!oro ,,

    egli non scorge pi- ci*re, si;;ene gale e sorrisi3 nega l!amico il dovuto soccorsoall!amico per soddis*are ai capricci di una inimica3 il padre stesso strappa i pendenti alla*iglia per app'nderli a orecc6ie c6e danno ascolto a c6iunque) ?76e pi-@

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    /7ENA /E7ON nime in pena, c6ep-rgansi pel 8aradiso o lo p-rgano > mi si spicca d!incontro un giovinetto con lacravatta slacciata, e all!a;;andona il cappello, gridando %io la sposo, io la sposoB&

    7on*esso3 il mio primo pensiero *u di c6i-dergli in mano uno scudo, e di dirgli%spendi questo piuttosto&3 ma mi tenni) Huel giovinetto era *uor del comune) Niuna*anciulla pi- vereconda di Nino Jiore) A lui, oltre le simpat(e pel sereno suo volto dalla

    pelle di d(ttamo e dalli occ6ioni cerulei, mi legvano quelle pel suo rar(ssimo ingegno,un ingegno cui non mancava, perc6' tale paresse, se non la mano di studio, quasigreggio diamante c6e attende la *accettatura) /enonc6', sul pi- vivo delle sperane, eracaduto il mio Nino nel letargo amoroso) 8aiena, per c6i, gi citrullo, incitrullisce deltutto, ma per c6i, nato a superare l!oc'ano, a**oga nel secc6iolino, ogni paiena v in

    *uria) 8rincipalmente, c6' ' della gente d!ingegno, come di certi ;i;li*ili, i quali,quanto pi- un li;ro ' spreato, tanto pi- lo c'rcano e mano, o come di certi mosconi,c6e, gira e rigira in un giardino di *iori, *in(scono a posar sullo sterco) Nino di*atti s!era

    pigliato di una cosa non uomo, e alto l() Non un rapporto tra loro da quello all!in*uori,c6e mancava a col'i quanto ad esso cresceva) ?Fa come, dimando io, persuadere ad une;;ro la so;riet@ ?come provare a un illuso c6e le ;ellee c6!ei mira, novello Narciso,nella sorgente de! suoi desideri, non sono se non le proprie@ ?come in*ine distorl!assetato dalla tr;ida aqua presente con la promessa di un!altra, ;enc6' cristallina,lontana@ A6im'B l!altr-i esperiena non serve3 ciascuno deve procurarsi la sua, c6e poinon si trova di avere raccolta se non giusto nell!ora di doverla lasciare, non laurendosil!uomo nella sciena del v(vere, c6e quando gi occorre .il c6e ' *orse tutt!uno2 di saperemorire) E se ' vero, c6e Nino veniva spesso da m' ad implorare consigli, egli in ciseguitava il slito veo degli ammalati d!amore, i quali scppiano tutti di con*idarsi ac6iunque, annoCando il prssimo loro come s' stessi)

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    %No, non ' il ;asso c6e mi scoraggi) il s-dicio, il sudiciume morale)))&%E io ti ripeto, ?c6e importa@ 7iasc6eduno, rotto il *ilo om;elicaie, * a s') Non

    v!6a terreno di viio in cui non possa germogliare e dar *iore la pianta della virt-, c6e,come tutte le piante, succ6ia non rado u;ert dalla stessa immondea) 7i sono corpic6e pssano illesi per qualunque contagio3 ci sono nime s( musicalmente *oggiate)))&

    %9ilda non tiene orecc6io,& sospir Nino)%Terr occ6io,& sorrisi)%9ilda ' stonata anc6e in ci)&%Allora, o mi s;aglio o una pi- *ina armon(a la rende ottusa per l!altre3 la

    letteraria armon(a)&%NemmenoB& *e! il giovinetto sconsolatamente %9ilda non s l'ggere manco)

    Ella non ' c6e natura, ' un pvero cinque*oglie)&%?7ome@& gli ri;att'i, %?te ne duoli@))) O amico, meglio cos() Finore dottrina,

    minor vanit) A *are una ;uona nutrice e una ;uona massaCa non occorre troppoal*a;eto, c6', ani, con i li;ri del giorno, l!al*a;eto ' un per(colo) 7omunqueB l!ingegnoinnato compensa sempre lo studio, c6e ' l!ingegno d!aquisto) ?Non ti par pena sciupata,

    l'ggere in altri quanto in noi st gi scritto@ E, appunto in ragione di questo suo stato diletteraria innocena, cose la ti dir la tua 9ilda ingenuamente su;limi, e tu, con essa,*uor dal timore delle sonate a organetto, potri sgropparti l!nimo li;eramente)))&

    %Fio

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    %A denti, non ' molto *elice) 8overinaB sempre la ;enda alle guance)))B&%9uance, s!intende, dal tiianesco colore, mr;ide come la cipria))) ?8arlo

    giusto, o m!inganno@&%/cusaB sono alquanto gialline) E per pelle))) 7apiriB quando s!' avuto il

    vaColo)))&

    %Fale col ;ecco il vaColoB))) ?

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    eppure vui *arla tua,, vui di una, la quale *orse con altri sare;;e *elice, *arne, costrettateco, una in*elic(ssima) Murei sensi davveroB F'diti, in conclusione, uno stuproB&

    Nino mi occ6ieggi con corruccio) Io soggiunsi"%8erdona, se mai ti dico, in is;aglio, la verit, quindi ti o**endo) Fa, quel vero

    c6e irrita, giova) L!nima tua ' *orte) Essa non c6iede, per sostenere il salutare martirio,

    n' tregue n' cloro*ormio)%76' se con altri avr'i gi c6iuso il registro, o non lo avr'i manco aperto, de;;ocon t' aggiustar le partite *ino all!-ltimo sp(cciolo) Mnimo dunque e t!annoCaB Fetdell!arte per camparla men male, st nel sapersi annoCare con leggiadr(a)

    %o parlato all!amico3 parlo ora al poeta) E a lui ricordo anitutto, c6e tal deiromani, cui d *ine o la morte dei cos( detti eri, o, quanto viene lo stesso, il lormatrimonio, tal!' di una art(stica vita) ?F perc6' so**ocar la certea nella sperana@?distr-ggere il *rutto nel *iore@ ?R'puti gloria il suicidio@ Oggid(, ;ada, alla Tragedia siride)

    %8aiena se si trattasse di una passione, diremmo, in carta s'mplice3 meglio, dicontra;;ando3 ancor meglio, con la cavata del tradimento) 8assioni tali ccciano il

    sangue in su;;uglio, *erm'ntano in genio l!ingegno3 e, dal mosto tornato a posare, sispilla un vino coi ;a**i) Al contrario, non 6avvi acciaCo d!artista, c6e non allenti in *erKdolce nella lunga lung6iera di un amor maritato, dove ;isogna rimasticare la *elicit c6es!' appena smaltita, e 7upido, gi insinutosi dalle *essure ,, per non restar carcerato inun sepolcro di ciccia, ;tteselaKv(a, intanto c6e pu, dal portone) 8oic6', a ordinare leid'e, c6e accrrono tumultuarie alla c6iamata dell!entusiasmo, pu s( giovare la calmadella stanc6ea, non per della noCa)

    %Imaginimoci poi, quando, con lo s;adiglio di essa noCa, si concerta anc6equello dell!appetito, e la miseria si asside nel vacuo *ocolare) 8urtroppoB non ' c6e unala testa) J c6e stia sempre in cucina, non sar mai in istudio) Ed ecco col-i, il qualeri*iutere;;e per s' la pi- lucrosa indelicatea, implorare per altri > i sui *igli > lemen promettenti vilt3 ecco il poeta, cui la med'sima *ame conduceva alla Jama, p'rder

    pei n-meri, il n-mero) Duona notte al poetaB /e mai l!alloro entra ancora in sua casa,sar, tutt!al pi-, per coronargli il tacc6ino)

    %E davvero c6e l!Arte ' come il come appena, invecc6iando l!artista, a;;ia il temporaggiovan(tene le pere > muter il vile spregio in una pi- vil piagger(a)

    %Ti sia dunque *amiglia, o mio Nino, quella c6e sola si addice al tuo n;ileingegno, le cui imgini scritte, quali i pinti ritratti degli avi, ti sorr(don dai palc6i di ognigentil li;rer(a > t', loro car(ssimo erede > e ti s(ano *igli i tui li;ri, c6e, come *igliveraci, se ti daranno sul primo *astidi, compensernnoti poi con cent-plici gioCe, tinutriranno in vecc6iaCa, e non potendo pi- altro, protrarranno il tuo nome) 9ente vi 6acondannata a generare umini,, gente, id'e3 ed una id'a pu dire, come di s' 9ari;aldiYequivalgo a un es'rcito) O tu amorino piccino, c6e 6ai d!uopo di scaldaletto, semprecon l!occ6io alla sola tua p'ntola, ?c6e mai mi diventi a con*ronto di quella carit

    universale per cui le geogr*ic6e carte non 6anno colori, n' *ogge la umanit3 diquell!amore, c6e non si consuma nel seno in*econdo o di Lura o di 7reia, ma,attraversando, inesaur(;ile, s'coli e generaioni, con*orta, consiglia cuori in*initi, riala

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    gli stanc6i intelletti c6e nella terra preced'ttero il corpo, o cam;ia in lacci di *iori le*erree catene c6e ne ratt'ngono il volo, s*oga nella dolcea delle po'tic6e lgrimel!astioso pianto inturgidito nella nuda realt, d a**etti, d ingegno, a cui Natura nondiede o tolse Jo