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P. Diadori, Doppiaggio, sottotitoli e fenomeni di code-switching e code-mixing: la traduzione dei testi mistilingui, in Italica, Vol. 80, No. 4, 2003, pp.531-541 Abstract: Le strategie di traduzione adottate nel doppiaggio e nei sottotitoli dei film sono uno dei settori di studio dei Translation Studies. L'articolo prende in esame il caso in cui l'originale presenti il fenomeno della mescolanza e dello slittamento di codici, rilevando il diverso trattamento del testo plurilingue, a seconda che si tratti di una traduzione per il doppiaggio o per i sottotitoli. Doppiaggio, sottotitoli e fenomeni di code-switching e code-mixing: la traduzione dei testi mistilingui. Pierangela Diadori Università per Stranieri di Siena Nel suo studio sulla traduzione in sottotitoli Gottlieb (1992) si riferisce ad un'operazione molto diffusa fuori dall'Italia, in quei Paesi dove è consuetudine per il pubblico avere accesso ai film in lingua originale con sottotitoli nella propria lingua. In questi paesi le persone sviluppano una particolare abitudine a leggere le parole che compaiono in basso sullo schermo e a metterle contemporaneamente in relazione con i messaggi sonori provenienti dalle battute in lingua originale pronunciate dagli attori (se hanno una parziale conoscenza della lingua), con i suoni paraverbali trasmessi dagli attori (intonazione, ritmo, pause, tono e timbro della voce), con i suoni significativi del contesto e con i messaggi visivi della scena e delle azioni. Nello stesso capitolo citato sopra, Gottlieb (1992: 166-168, citato da Taylor, 1998: 221) riporta una lista di dieci casi possibili che possono verificarsi nel tradurre dal dialogo della sceneggiatura al testo per i sottotitoli: 1. espansione (expansion): aggiunta di spiegazioni; 2. parafrasi (paraphrase): cambiamento di qualche elemento della frase, necessario nel passaggio dalla lingua di partenza alla lingua obiettivo; 3. trasposizione (transfer): traduzione letterale; 4. imitazione (imitation): riproduzione di alcuni tratti della lingua di partenza 5. trascrizione (transcription): tentativo di riprodurre suoni che sono insoliti per entrambe le lingue, come le voci di animali; 6. slittamento (dislocation): uso di mezzi linguistici diversi per mantenere lo stesso effetto; 7. restrizione (condensation): riassunto del testo originale, senza perdite di significato; 8. riduzione (decimation): eliminazione di una parte del testo originale contenente significati non essenziali; 9. cancellazione (deletion): eliminazione totale di una parte di testo con perdita di significati; 10. rinuncia (resignation): soluzione che non soddisfa le esigenze linguistiche o semantiche del testo di partenza. Anche tradurre una sceneggiatura per la versione doppiata del film implica un adattamento linguistico e culturale che si realizza attraverso una serie di strategie, molte delle quali rispecchiano quanto abbiamo già osservato per la realizzazione dei sottotitoli. Sapino (2000: 200-213) cita quelle più importanti: 1. spostamento: si usano espressioni più colorite di quelle originali, allo scopo di caratterizzare meglio il personaggio, talvolta con variazioni semantiche che variano l'intensità del testo di partenza 2. aggiunta: inserimento di parti di testo assenti nell'originale, specialmente quando il personaggio è fuori campo, cioè nei momenti in cui sono meno presenti le esigenze di sincronizzazione labiale

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P. Diadori, Doppiaggio, sottotitoli e fenomeni di code-switching e code-mixing: la traduzione dei testi mistilingui, in Italica, Vol. 80, No. 4, 2003, pp.531-541 Abstract: Le strategie di traduzione adottate nel doppiaggio e nei sottotitoli dei film sono uno dei settori di studio dei Translation Studies. L'articolo prende in esame il caso in cui l'originale presenti il fenomeno della mescolanza e dello slittamento di codici, rilevando il diverso trattamento del testo plurilingue, a seconda che si tratti di una traduzione per il doppiaggio o per i sottotitoli. Doppiaggio, sottotitoli e fenomeni di code-switching e code-mixing: la traduzione dei testi mistilingui. Pierangela Diadori Università per Stranieri di Siena Nel suo studio sulla traduzione in sottotitoli Gottlieb (1992) si riferisce ad un'operazione molto diffusa fuori dall'Italia, in quei Paesi dove è consuetudine per il pubblico avere accesso ai film in lingua originale con sottotitoli nella propria lingua. In questi paesi le persone sviluppano una particolare abitudine a leggere le parole che compaiono in basso sullo schermo e a metterle contemporaneamente in relazione con i messaggi sonori provenienti dalle battute in lingua originale pronunciate dagli attori (se hanno una parziale conoscenza della lingua), con i suoni paraverbali trasmessi dagli attori (intonazione, ritmo, pause, tono e timbro della voce), con i suoni significativi del contesto e con i messaggi visivi della scena e delle azioni. Nello stesso capitolo citato sopra, Gottlieb (1992: 166-168, citato da Taylor, 1998: 221) riporta una lista di dieci casi possibili che possono verificarsi nel tradurre dal dialogo della sceneggiatura al testo per i sottotitoli:

1. espansione (expansion): aggiunta di spiegazioni; 2. parafrasi (paraphrase): cambiamento di qualche elemento della frase, necessario nel

passaggio dalla lingua di partenza alla lingua obiettivo; 3. trasposizione (transfer): traduzione letterale; 4. imitazione (imitation): riproduzione di alcuni tratti della lingua di partenza 5. trascrizione (transcription): tentativo di riprodurre suoni che sono insoliti per entrambe le

lingue, come le voci di animali; 6. slittamento (dislocation): uso di mezzi linguistici diversi per mantenere lo stesso effetto; 7. restrizione (condensation): riassunto del testo originale, senza perdite di significato; 8. riduzione (decimation): eliminazione di una parte del testo originale contenente significati

non essenziali; 9. cancellazione (deletion): eliminazione totale di una parte di testo con perdita di significati; 10. rinuncia (resignation): soluzione che non soddisfa le esigenze linguistiche o semantiche del

testo di partenza. Anche tradurre una sceneggiatura per la versione doppiata del film implica un adattamento linguistico e culturale che si realizza attraverso una serie di strategie, molte delle quali rispecchiano quanto abbiamo già osservato per la realizzazione dei sottotitoli. Sapino (2000: 200-213) cita quelle più importanti:

1. spostamento: si usano espressioni più colorite di quelle originali, allo scopo di caratterizzare meglio il personaggio, talvolta con variazioni semantiche che variano l'intensità del testo di partenza

2. aggiunta: inserimento di parti di testo assenti nell'originale, specialmente quando il personaggio è fuori campo, cioè nei momenti in cui sono meno presenti le esigenze di sincronizzazione labiale

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3. chiarificazione: si spiegano espressioni che, rimandando a contesti e situazioni della nazione da cui proviene il film, possono causare difficoltà di comprensione

4. cancellazione: si eliminano parole e espressioni che rimandano alla cultura di origine del film, se si teme che queste possano risultare estranee allo spettatore.

Queste strategie si applicano ai casi in cui l'originale sonoro presenti dei modelli di lingua standard. Ma le cose si complicano quando nell'originale siano presenti delle varietà di lingua non standard (le varietà regionali di italiano, per esempio, o i diversi accenti dell'inglese, i gerghi, i registri o le varietà colloquiali che rimandano a particolari caratterizzazioni di personaggi o a particolari strati sociali). Si pensi alle sperimentazioni attuate nel doppiaggio degli accenti italoamericani (talvolta resi con un italiano regionale napoletano o siciliano), dell'inglese dei negri d'america (un tempo assimilato alla Mammy di "Via col vento", tutta dedita alla sua "padroncina", oggi manipolato a livello di ritmo o timbro di voce dei doppiatori, come mostra doppiaggio di Eddy Murphy). 1. Fenomeni di code-switching. Un ulteriore caso di difficoltà emerge quando l'originale sonoro presenta dei fenomeni di code-switching, cioè uno slittamento di codice, un passaggio da una lingua all'altra, come avviene spesso nelle interazioni fra persone (o in ambienti) bilingui. In passato i personaggi stranieri dei film si appiattivano generalmente sulla lingua dello spettatore, a scapito della verosimiglianza della storia (si pensi a "Roma città aperta" e ad altri film del dopoguerra, in cui i soldati tedeschi, tranne sporadici casi in cui parlavano in tedesco fra loro, generalmente recitavano con un improbabile italiano standard). Oggi al contrario il cinema rispecchia sempre di più la realtà plurilingue di molti ambienti caratterizzati dal contatto fra persone di lingue e culture diverse. Come si comporta qui la traduzione per i sottotitoli e il doppiaggio? 1.1. Code-switching e doppiaggio. Una tecnica diffusa (quando si tratta di casi sporadici di code-switching o di slittamenti verso lingue poco note agli spettatori), consiste nella cancellazione del divario linguistico fra le parti del discorso e nell'appiattimento sulla lingua in cui avviene la traduzione. In "Tutto su mia madre" (di Pedro Almodovar), per esempio, l'alternanza fra spagnolo (di Madrid) e catalano (di Barcellona) indicavano nell'originale il continuo tornare indietro al passato della protagonista principale (Manuela), nella Barcellona degli anni Ottanta, rispetto a Madrid, città in cui si è rifugiata per fuggire dal suo tragico presente. La traduzione però si appiattisce sull'italiano standard, perdendo le connotazioni legate alle due lingue, come vediamo in una frase in catalano pronunciata dal travestito Agrado, e tradotta in italiano nel doppiaggio e nei sottotitoli:

Agrado (al farmacista): Oye, que bona nit! (sonoro italiano: Ciao! Buonanotte!) (sottotitoli italiani: Ciao!)1

Prendiamo un altro esempio: Nel film "La vita è bella" di Roberto Benigni, tutti ricorderanno la scena finale in cui un carro armato americano attraversa il campo di concentramento e fa restare a bocca aperta Giosuè, il bambino protagonista della storia. Il soldato si affaccia dall'oblò e lo saluta, come è verosimile, in inglese:

Soldato: Hi boy! You are alone? What's your name? Bambino: (fa cenno di no con la testa, per dire che non capisce) Soldato: You don't understand, do you? I'll give you a lift, come on up here! Here you go!

1 E' da notare, in questo caso, che il linguaggio "brillante" di Agrado, ricco di coloriture espressive e gergali, viene accentuato nel doppiaggio italiano da una voce femminile particolarmente roca, diversa dal timbro dell'attore del film originale, forse per indicare la "transessualità" del personaggio che diviene così più riconoscibile per il pubblico italiano.

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In Giappone questo film non solo è stato sottotitolato, ma ne sono state fatte addirittura due versioni doppiate in giapponese: una per la televisione e una per il videonoleggio. Proprio questa scena mostra delle soluzioni traduttive diverse. Nel film doppiato per l'home-video si è scelto di mantenere la versione sonora in inglese e di sottotitolarla in giapponese:

Soldato: originale in inglese (sottotitoli giapponesi: Ciao bimbo, sei da solo? Come ti chiami?) Bambino: (cenno della testa) Soldato: originale in inglese (sottotitoli giapponesi: Non capisci l'inglese? Ti diamo un passaggio!)

Nel film per la televisione, invece, anche il soldato parla in giapponese, e questo crea la necessità di trasformare il senso delle sue frasi in relazione al cenno di diniego del bambino. Ecco come suona in italiano il dialogo giapponese di questa scena: Soldato (doppiato in giapponese): Ciao bimbo, sei da solo? La famiglia?

Bambino: (cenno della testa) Soldato (doppiato in giapponese): Ho capito, sei rimasto da solo. Ti diamo un passaggio, vieni, sali. Aspetta ti aiuto, dammi una mano, ecco.

Complessivamente tra le due versioni doppiate in giapponese de "La vita è bella", quella per l'home video è più accurata e fedele all'originale, mentre quella per la televisione (destinata a un pubblico più distratto ma forse anche meno aperto culturalmente ad altre lingue e culture) è più orientata linguisticamente e culturalmente verso il Giappone, come dimostra anche questo caso di code-switching appiattito sulla lingua dei telespettatori. L'altra scena famosa di code-switching di "La vita è bella", in cui Benigni traduce a modo suo gli ordini del soldato tedesco ai nuovi arrivati nella camerata del lager, è stata mantenuta in tedesco come nell'originale, mentre Benigni li traduce oralmente in giapponese. Nella versione del film doppiata in tedesco, invece, si è dovuti ricorrere a un artificio, lasciando la voce italiana di Benigni (che invece nel resto del film viene doppiato) e sottotitolando la scena in tedesco: solo così lo spettatore avrebbe potuto cogliere la comicità della discrepanza fra gli ordini originali e la traduzione fatta dal protagonista del film. 1.1. Code-switching e sottotitoli. Una soluzione originale per risolvere il problema di rendere comprensibile il testo ai telespettatori e di mantenere le connotazioni legate a lingue diverse dall'originale, si trova nei sottotitoli italiani per nonudenti utilizzati nel DVD del film "Un tè con Mussolini" di Franco Zeffirelli. Il film è di per sé un esempio eccellente di multilinguismo nel cinema, visto che narra le vicende di un ricco fiorentino anglofilo, della sua anziana segretaria inglese, e della comunità dei cosiddetti "anglobeceri" (gli inglesi stabilmente insediati a Firenze prima della seconda guerra mondiale), sconvolta da una ricca americana di passaggio. In alcuni casi di code-switching, in cui la versione italiana presenta delle battute in inglese, i sottotitoli traducono in italiano queste frasi, ma aggiungono la postilla "in inglese" che può così dare allo spettatore non udente una indicazione in più sul testo audio originale, pur senza osare una trascrizione del sonoro tout court.

SIGNOR GARNIERI ( alla segretaria): Dear Sir. (SOTTOTITOLI) (in inglese) Caro signore. Signor Garnieri (alla segretaria): Yours Sincerely. (SOTTOTITOLI): (in inglese) Sinceramente vostro. Luca : Good morning. (SOTTOTITOLI) (in inglese) Buongiorno.

2. Fenomeni di code-mixing.

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Diversamente dal code-switching, in cui l'interazione "slitta" da una lingua all'altra con una o più frasi, il code-mixing consiste in una mescolanza di codici, caratterizzata dall'inserimento nel discorso di parole o gruppi di parole in una lingua diversa. 2.2.Code-mixing e doppiaggio. La ricerca di Sapino sul doppiaggio in italiano del film "Portrait of a lady" (1996)2 osserva un caso di code-switching e code-mixing (inglese/francese) che nell'originale era inserito per connotare un ambiente alto-borghese in cui la conoscenza del francese costituiva un elemento di distinzione e di prestigio, così come in "Un tè con Mussolini" l'uso di parole e frasi in inglese rappresentava un tratto distintivo dell'alta società fiorentina negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale3. La soluzione degli ad attori-traduttori italiani di "Ritratto di signora" nell'adattamento dei brani bilingui è quella dell'italianizzazione dei termini francesi, soluzione che l'autrice giudica "sicuramente discutibile" (Sapino, 2000: 206)4. La strategia usata in "Un tè con Mussolini" è diversa: qui si sceglie di fornire due versioni speculari: un italiano frammisto di parole e frasi in inglese, nella versione italiana (più verosimile), un inglese frammisto di parole e espressioni italiane nella versione inglese5, poco verosimile, ma efficace nel suo insieme, in quanto portatrice di esotismi che rendo, per un pubblico inglese, l'impasto peculiare di quella lingua "mescidata" che doveva essere l'anglo-fiorentino di certi ambienti della Firenze borghese degli anni Trenta:

A B

SONORO INGLESE SONORO ITALIANO 1.Signor Guarnieri: Caro signor Keegan, most respected and famoso mercante di Manchester… 2. Miss Wallace: Dear Sir. 3. G.: I am in grande gratitudine for the massive and importante bundle of silk which will bring lacrime alegre to the eyes of molte bellissime signore Florentine. 4. W.: Thank you for the consignment to fabric, it is up to your usual standard. 5. G.: Please accept, signore, my most humble compliments and sincerissimi good wishes. 6. W.: Your Sincerely . 7. G.: Ah, Miss Wallace, that’s all for today.

1. Signor Guarnieri: Caro signor Keegan, most respected and famoso mercante di Manchester. 2.Miss Wallace: Dear Sir. 3. G.: I am in grande gratitudine for the massive and importante expedition di seta e di lana fine which will bring lacrime alegre agli occhi di molte beautiful signore Florentine. 4. W.: I vostri tessuti sono sempre di grande qualità. 5. G.: Vi prego di accettare, Sir, i miei più sincerissimi compliments and sincerissimi good wishes. 6. W.: Yours Sincerely. 7. G.: Brava Miss Wallace, è tutto per today.

L'inserimento di parole e frasi in italiano e qualche volta anche in vernacolo fiorentino (Ma il che la dice?) è un espediente che emerge anche altrove nel testo inglese, ma non sempre si riflette nella versione italiana, attenta a giustificare l'uso di vocaboli inglesi per ragioni non solo di connotazione ambientale ma piuttosto funzionali al contesto comunicativo, come abbiamo visto nella lettera dettata da Guarnirei (mezza in italiano e mezza in inglese) alla segretaria, per aiutarla nell'elaborazione della versione inglese destinata a un corrispondente in Inghilterra, o nel brano seguente, in cui il bambino saluta il padre in inglese per mostrargli i suoi progressi:

A B SONORO INGLESE SONORO ITALIANO

27. G.: Ma il che la dice? Can you imagine that my wife accepts a bastard? (to himself) Now I have my wife… 28. W.: Signor Guarnieri, there are not illegitimate children in

27. G.: Ah, ah! Ma avete proprio voglia di scherzare oggi! Ma ve lo immaginate mia moglie che si prende un bastardo in casa, mia moglie?

2 Il film, diretto da Jane Campion, costituisce la trasposizione filmica del romanzo omonimo di Henry Miller (1908). 3 Così si spiega anche il desiderio di Guarnirei di dare al figlio, seppur illegittimo, un'educazione da perfetto gentleman. 4 Il direttore del doppiaggio di "Ritratto di signora" ha giustificato la riduzione dei termini francesi nei dialoghi italiani con lo scopo di "ristabilire fra le due lingue una proporzione equivalente a quella riscontrabile nel romanzo": questo fa capire l'accuratezza di un'operazione che deve tener conto, in questo caso, non solo della sceneggiatura del film, ma anche delle versioni in inglese e in italiano del romanzo da cui è ispirato. 5 Nelle nostre trascrizioni le parole in lingua diversa dalla lingua del doppiaggio sono inserite in corsivo.

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this world, only illegitimate parents. 29. G.: Parole, parloni! (To himself) Ma povera scema! Ti Immagini! 30/32. W.: (To Luca) Say good morning to your father. 33. Luca: Good morning. 34. G.: Che è impazzita? Ma come si permette? O Dio bono! You bring the child here. The wife can arrive any moment. (To Luca) Tu sta’ bono, tu sta’ bono lì eh! Miss Wallace, in England such behaviour is perhaps possible but in Italy, believe me, this is the end of the world, the end of the world

28. W.: Signor Guarnieri, cercate di capire che non esistono bambini bastardi. Illegittimo è che li ha messi al mondo. 29. G.: Eh, parole, paroloni! 30. W.: Vieni! 31. G.: (sottovoce) Ma povera scema! Ma te lo immagini… 32. W.: (a Luca) Vieni, su, avanti, saluta tuo padre. 33. Luca: Good morning. 34. G.: Ma sei impazzita? Ma come vi permettete? O Dio bono, portare il ragazzino qui con mia moglie che può arrivare da un momento all’altro? Madonna… (a Luca) Tu sta’ bono eh, sta’ bono lì eh! Miss Wallace, in Inghilterra, in Inghilterra saranno possibili cose del genere ma qui in Italia credetemi, è la fine del mondo, la fine del mondo!

La caratterizzazione del personaggio, che nella versione inglese è affidata all'inserimento di parole e frasi italiane e alla pronuncia italiana dell'attore, nella versione italiana risulta piuttosto, in quest'ultimo scambio di battute, dall'uso di espressioni del vernacolo fiorentino, purtroppo non perfettamente riuscite in bocca ad un attore romano (O Dio bono… Madonna… Tu sta' bono eh, sta' bono lì eh). L'inserimento di parole straniere nel discorso può essere un artificio utilizzato anche (indipendentemente dal sonoro originale) per dare una "patina" esotica alla versione doppiata. E' questa la scelta, per esempio, del doppiaggio di "La vita è bella" in giapponese per il videonoleggio, in cui "Buongiorno principessa" viene reso con "Buongiorno ohimesama" (mentre la versione per la TV viene tradotta anche la parola "buongiorno", ormai nota anche in Giappone). In altri casi il code-mixing presente nella versione originale dà il via a percorsi brillanti e creativi nell'opera del traduttore-doppiatore, come vediamo nel film "Goodmorning Vietnam", centrato sull'inglese misto di forestierismi dei dj delle radio americane per i soldati in Vietnam. Un caso fra i tanti: "I'm stationed in Putain" (che allude, con il francesismo, al sesso mercenario frequente fra le truppe americane di stanza a Hanoi) diventa "Sono dislocato a Fikatang" (in cui il gergale "fica" viene esotizzato con il suffisso –tang, mantenendo così un alone di code-mixing paragonabile a quello dell'originale). 2.2.Code-mixing e sottotitoli. Nel caso di un sonoro che presenta fenomeni di code-mixing, i sottotitoli tendono di solito all'appiattimento verso la lingua del pubblico. In "Un tè con Mussolini", per esempio, si cambiano le componenti della frase in inglese, riproponendone il significato in italiano: la parafrasi, in questo caso, appiattisce il testo togliendo la connotazione originale conferita dalla mescolanza di codici (che nella versione italiana sonora tradisce l'ammirazione del protagonista per la cultura inglese):

3. (SONORO ITALIANO)I am in grande gratitudine for the massive and importante expedition di seta e di lana fine which will bring lacrime alegre agli occhi di molte beautiful signore Florentine. 3. (SOTTOTITOLI ITALIANI) Le sono molto grato per l’importante spedizione di seta e di lana fine. Queste stoffe faranno piangere di felicità molte belle signore fiorentine.

5. (SONORO ITALIANO )Vi prego di accettare, Sir, i miei più sincerissimi compliments and sincerissimi good wishes. 5 (SOTTOTITOLI ITALIANI) Vi prego di accettare i miei più sinceri complimenti.

6 (SONORO ITALIANO) E' tutto per today. 6 (SOTTOTITOLI ITALIANI ) E’ tutto per oggi. Anche la traduzione dei sottotitoli inglesi opta per una soluzione appiattita sull'inglese, fornendo quindi una parafrasi dell'originale di cui perde totalmente la connotazione legata all'alternanza delle due lingue6:

6 Paolo Guarnirei, in questo caso, si dimostra tale ammiratore della cultura e della lingua inglese da inserire parole inglesi in italiano: la versione sonora in inglese inverte come abbiamo visto le due componenti

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1. (SONORO INGLESE) Caro signor Keegan, most respected and famoso mercante di Manchester… 1. (SOTTOTITOLI INGLESI) Dear Mr Keegan, most respected and famous merchant in Manchester. 5. (SONORO INGLESE) Please accept, signore, my most humble compliments and sincerissimi good wishes. 5. (SOTTOTITOLI INGLESI) I beg of you to accept my sincerest compliments and very good wishes.

34 (SONORO INGLESE) Che è impazzita? Ma come si permette? O Dio bono! You bring the child here. The wife can arrive any moment. (To Luca) Tu sta’ bono, tu sta’ bono lì eh! 34 (SOTTOTITOLI INGLESI) Have you gone mad? How dare you? You brought the boy here! My wife could walk in! (To Luca) You stay there. In un caso viene omessa un'intera frase in italiano pronunciata dall'attore e la prima parte della battuta (anche questa in italiano) viene riassunta in una sola parola: 29. (SONORO INGLESE) Parole, parloni! (To himself) Ma povera scema! Ti Immagini! 29. (SOTTOTITOLI INGLESI) Words! In un altro caso l'originale inglese aveva inserito una battuta in vernacolo fiorentino (Ma il che la dice?= What are you saying?) che non solo scompare nei sottotitoli, ma viene anche tradotta molto liberamente (You feel like playing games today!), con una espressione più vicina alle traduzioni italiane usate nella versione doppiata e sottotitolata (Avete proprio voglia di scherzare / Avete voglia di scherzare): 27. (SONORO INGLESE) Ma il che la dice? Can you imagine that my wife accepts a bastard? (to himself) Now I have my wife… 27. (SOTTOTITOLI INGLESI) You feel like playing games today! My wife would never accept a bastard in the house! 3. Conclusioni.

Plurilinguismo e sottotitoli. Nei sottotitoli di brani plurilingui si può trovare:

a. traduzione e indicazione della lingua originale. Nella sequenza di "Un tè con Mussolini" presa in esame, per esempio, i sottotitoli italiani e inglesi si differenziano soprattutto per il trattamento riservato alle parti bilingui (italiano-inglese) del sonoro che solo nella versione italiana mantengono un riferimento al fenomeno inserendo fra parentesi la glossa "in inglese" (forse perché si tratta in realtà di trascrizioni per non udenti).

b. traduzione: Generalmente però il sottotitolo si appiattisce sulla lingua dello spettatore e, se non indispensabili, arriva perfino a cancellare le parti in una lingua diversa da quella del film (lo abbiamo visto nell'esempio di catalano del film "Tutto su mia madre" o nei sottotitoli inglesi di "Un tè con Mussolini"). Del resto è questa una delle strategie tipiche della traduzione di servizio, orientata verso i destinatari più che rispettosa per l'originale, che si combina qui con la necessità di ridurre se necessario e rendere leggibile il testo in contemporanea allo svolgimento delle sequenze.

Plurilinguismo e doppiaggio. Nel doppiaggio di brani plurilingui si possono usare queste strategie:

a. si può mantenere l'effetto-macchia dell'originale lasciando le stesse parole in L2 , purché si tratti di una lingua diversa da quella in cui avviene il doppiaggio (lasciare il discorso del soldato tedesco in "La vita è bella" tradotto in tedesco significa rinunciare all'espediente del contatto fra lingue diverse)

b. si può usare la strategia precedente e abbinare la traduzione in sottotitoli delle parti in L2 (soldato americano che parla inglese nella versione home-video di "La vita è bella",)

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c. si può mantenere il plurilinguismo dell'originale, cambiando però le parti del discorso in L2 (traduzione italiana di Benigni in camerata ne "La vita è bella" diventa, nel film doppiato in tedesco, l'elemento che riporta nel film il fenomeno di code-switching), o perfino creando dei neologismi più comprensibili al pubblico (Putain /Fikatang)

d. si possono dare delle connotazioni di bilinguismo o plurilinguismo al discorso (corrispondenti alle intenzioni della sceneggiatura originale) mediante espedienti diversi ancora. Per esempio e con l'inserimento di parole straniere nel dialogo, anche se non presenti nell'originale: come l'intercalare "Buongiorno" ne "La vita è bella" in giapponese o le espressioni fiorentine nella versione inglese di "Un tè con Mussolini") o attraverso una pronuncia straniera dei personaggi, come vediamo in "Un tè con Mussolini", dove il dialogo recitato in inglese è caratterizzato dalla pronuncia italiana (mista a frasi e parole italiane) dell'anglofilo Paolo Guarnirei, e quello in italiano è caratterizzato specularmente dalla pronuncia inglese della signorina Wallace doppiata in italiano.

Tradurre è sempre una sfida. Tradurre per i sottotitoli e il doppiaggio dei film è una sfida ancora più appassionante per i reticoli di codici che entrano in gioco. Se a tutto questo aggiungiamo la difficoltà di rendere un originale caratterizzato dal contatto fra più lingue (con fenomeni di code-switching o code-mixing) in una versione doppiata o sottotitolata per un pubblico di lingua e cultura diversa, possiamo solo guardare con estremo rispetto alle soluzioni (talvolta poco rischiose, talvolta assolutamente brillanti) adottate via via da chi di questo mestiere ha fatto una forma di arte a latere di quella cosiddetta "cinematografica". 4. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE. Baccolini R., Bollettieri Bosinelli R.M., Gavioli L. (cur.), Il doppiaggio. Trasposizioni linguistiche e culturali, CLUEB, Bologna 1994 Bollettieri Bosinelli R.M., Heiss C. (cur.), Traduzione multimediale per il cinema, la televisione e la scena, CLUEB, Bologna 1996 Brincat G., "Il doppiaggio di telefilm americani: una variante tradotta dell'italiano parlato-recitato?", in L'italiano oltre frontiera, V convegno internazionale Leuven, 22-25 aprile 1998, Leuven University Press/Franco Casati Editore, Leuven 1998, vol. I: 245-258 Diadori P., L'italiano televisivo. Aspetti linguistici, extralinguistici, glottodidattici, Bonacci, Roma 1994 Di Fortunato E., Paolinelli M., Barriere linguistiche e circolazione delle opere audiovisive: la questione doppiaggio, AIDAC, Roma 1996 Gottlieb H., "Subtitling. A New University Discipline", in Teaching Translation and Interpretating. Training, Talent and Experience, a cura di C. Dollerup e A. Loddegaard, John Benjamins, Amsterdam/Philadelphia 1992: 161-170 Kovacic I., "Subtitling strategies. A Flexible Hierarchy of Priorities", in Traduzione multimediale per il cinema, la televisione e la scena, a cura di R.M. Bollettieri Bosinelli e C. Heiss, CLUEB, Bologna 1996: 297-305

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