DONATORI DI MUSICA - ASST DEGLI SPEDALI CIVILI DI … · formato una vera e propria scuola di...

4
SABATO 21 MARZO ORE 15,30 CONCERTO “GiPS” Trio omaggio a Django Reinhardt DONATORI DI MUSICA

Transcript of DONATORI DI MUSICA - ASST DEGLI SPEDALI CIVILI DI … · formato una vera e propria scuola di...

Page 1: DONATORI DI MUSICA - ASST DEGLI SPEDALI CIVILI DI … · formato una vera e propria scuola di chitarra gipsy jazz: Bireli Lagrene, Angelo Debarre, Stochelo Rosenberg, Tchavolo Schmitt,

SABATO 21 MARZO ORE 15,30

CONCERTO

“GiPS” Trio omaggio a Django Reinhardt

DONATORI DI

MUSICA

Page 2: DONATORI DI MUSICA - ASST DEGLI SPEDALI CIVILI DI … · formato una vera e propria scuola di chitarra gipsy jazz: Bireli Lagrene, Angelo Debarre, Stochelo Rosenberg, Tchavolo Schmitt,

Sabato 21 marzo il “GiPS” Trio proporrà nell’atrio del reparto di Oncologia

Medica degli Spedali Civili un concerto con brani tratti dal repertorio di

Django Reinhardt, tra cui i piu' famosi:

TOPSY

BLUE DRAG

S.LOUIS BLUES

ANOUMAN

SWING 39

MINOR SWING

NUAGES

ULTRAFOX

BLUES CLAIR

MONTAGNE SAINTE GENEVIEVE

VIPER'S DREAM

DOUCE AMBIANCE

LES YEUX NOIR

MELODIE AU CREPUSCULE

TEARS

SWEET GEORGIA BROWN

“GiPS” Trio

Gianpaolo Prandelli chitarra ritmica Alessandro Guastoldi chitarra solista ,

Corrado Scioscioli contrabbasso.

Page 3: DONATORI DI MUSICA - ASST DEGLI SPEDALI CIVILI DI … · formato una vera e propria scuola di chitarra gipsy jazz: Bireli Lagrene, Angelo Debarre, Stochelo Rosenberg, Tchavolo Schmitt,

Django Reinhardt nacque a Liberchies, una piccola

località presso Pont-à-Celles (in Belgio), il 23 gennaio del 1910 da una famiglia di

etnia sinti. Dopo un lungo girovagare in varie nazioni europee e nord-africane, la sua

carovana si fermò presso la periferia di Parigi, in Francia, città che fu scenario della

quasi interezza della carriera del jazzista belga.

Quando aveva solo diciotto anni Reinhardt, che aveva già iniziato una carriera da

apprezzato banjoista, subì un grave incidente. La roulotte di famiglia fu divorata da

un incendio; Django riportò gravi ustioni, tanto da perdere l'uso della gamba destra e

di parte della mano sinistra (l'anulare e il mignolo, distrutti dal fuoco, furono saldati

insieme dalla cicatrizzazione).

Questo incidente era destinato a cambiare la sua vita e la storia stessa della chitarra

jazz. Infatti, a causa della menomazione alla mano sinistra, Reinhardt dovette

abbandonare il banjo ed iniziare a suonare una chitarra che gli era stata regalata,

meno pesante e meno ruvida. Nonostante le dita atrofizzate, o forse proprio grazie a

queste, sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria e del tutto particolare

riuscendo in questo modo a vincere la menomazione ed in breve tempo fu in attività

assieme a diverse orchestre che giravano per la Francia.

A metà degli anni trenta, Reinhardt e il violinista Stéphane Grappelli formarono un

quintetto di soli strumenti a corda, denominato Le Quintette du Hot Club de France

che divenne presto famoso grazie anche all'appoggio dell'Hot Club de France, una

delle prime associazioni di promozione del jazz in Europa. Sull'onda di questo

successo Reinhardt si rivelò come uno dei musicisti europei più talentuosi nel jazz

tradizionale. La musica del quintetto era eccitante, carica ora di tensione, ora di

leggerezza, quasi eterea e si aveva come l'impressione che i musicisti,

nell'improvvisazione, suonassero come se avessero lo spartito davanti. Il tutto con

una ritmica (la pompe) perfetta e sincronizzata come un "orologio svizzero". Subito

dopo la seconda guerra mondiale, venne invitato negli Stati Uniti da Duke Ellington,

che lo presentò come ospite in alcuni concerti, l'ultimo dei quali alla Carnegie Hall di

New York.

Con l'avvento del bebop Reinhardt diede ulteriore prova di maturità ed originalità

artistica, incidendo dei brani memorabili con la chitarra elettrica: la poesia

Manouche, miscelata alle sonorità più moderne, fa di quegli assolo una delle pagine

più originali del jazz dell'epoca. Famose le incisioni al Club St. Germane del 1951 e

le Paris Sessione del marzo e aprile 1953. Dopo la tournée americana con Duke

Ellington, dal 1946 in poi, volle riaffermarsi come chitarrista jazz, essere un

riferimento nel panorama internazionale al pari dei grandi jazz-man americani. Brani

come Le Fleché d'or, Crazy Rithm, Brazil, September Song, mostrano un grande

dominio del linguaggio jazz oltre ad un'ottima dimestichezza con i nuovi mezzi

tecnici, soprattutto l'amplificatore che all'epoca (1950) era piuttosto recente.

Page 4: DONATORI DI MUSICA - ASST DEGLI SPEDALI CIVILI DI … · formato una vera e propria scuola di chitarra gipsy jazz: Bireli Lagrene, Angelo Debarre, Stochelo Rosenberg, Tchavolo Schmitt,

Reinhardt rallentò sensibilmente la sua attività durante i suoi ultimi anni, forse anche

per le cattive condizioni di salute; la sua decisione di non consultare medici, per

paura delle iniezioni, gli costò probabilmente la vita.

Reinhardt è ricordato sia come un eccezionale virtuoso del proprio strumento, sia

come compositore fertilissimo. Inoltre, numerose leggende nell'ambiente jazzistico ne

descrivevano la particolarissima forma mentis.

Tra i suoi brani più celebri: Minor Swing, Manoir des mes reves, Tears, Nagasaki, Belleville e soprattutto Nuages.

Molti sono i chitarristi moderni che si ispirano direttamente a Reinhardt e che hanno

formato una vera e propria scuola di chitarra gipsy jazz: Bireli Lagrene, Angelo

Debarre, Stochelo Rosenberg, Tchavolo Schmitt, Fapy Lafertin, Romane, Dorado

Schmitt, sono solo alcuni dei nomi più famosi. Nell'ambito propriamente Jazz,

chitarristi quali Jim Hall, John Scofield, Wes Montgomery, Renè Thomas e Jimmy

Raney, tanto per citarne alcuni, sono stati influenzati da Django Reinhardt.

Diversa ma pur sempre efficace fu l'ispirazione che Tony Iommi, chitarrista dei Black

Sabbath, colse da Django Reinhardt: il chitarrista inglese, ancora agli albori della sua

carriera, subì la perdita di due falangi della mano destra in seguito ad un grave

incidente avuto in fabbrica mentre lavorava ad una pressa. Ma proprio quando lo

sconforto e l'idea di abbandonare per sempre la chitarra e la musica stavano

prendendo il sopravvento, gli venne regalato un disco di Django Reinhardt. Una volta

venuto a conoscenza di come il chitarrista belga riuscisse a suonare così bene

nonostante la grave menomazione alla mano, Tony Iommi trovò il coraggio e la

determinazione per ricominciare a suonare la chitarra.

La vicenda di D. Reinhardt è molto emblematica e può essere di grande stimolo

anche per chi sta attraversando un periodo difficile della propria vita !