“DON MILANI IERI ED OGGI” RIFLESSIONI DELLA CLASSE 5^ E ...

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“DON MILANI IERI ED OGGI” RIFLESSIONI DELLA CLASSE 5^ E DEL LICEO “SIGONIO” SULLA SCUOLA ITALIANA

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“DON MILANI IERI ED OGGI”

RIFLESSIONI DELLA

CLASSE 5^ E

DEL LICEO “SIGONIO”

SULLA SCUOLA ITALIANA

Una lettera sovversiva“Cara signora, lei di me non ricorderà nemmeno il nome. Ne ha bocciati tanti. Io invece ho

ripensato spesso a lei, ai suoi colleghi, a quell’istituzione che chiamate scuola, ai ragazzi

che ≪respingete≫. Ci respingete nei campi e nelle fabbriche e ci dimenticate”.

Così inizia “Lettera a una professoressa”, un libro pubblicato nel 1967 e scritto da DonLorenzo Milani insieme a otto suoi allievi della scuola di Barbiana, un paesino del Mugello, inToscana.

La citazione esemplifica la denuncia sociale del priore nei confronti della scuola italianadefinita classista poiché:

• riproduce le disuguaglianze già presenti nella società riproponendo i valori dellaclasse dominante;

• valorizza gli alunni brillanti e non recupera quelli in difficoltà;

• toglie l’unica opportunità di riscatto culturale e sociale che hanno i figli delle classioperaie.

Il libro è un vero atto di accusa nei confronti dell’istituzione scolastica che va contro gli idealidi uguaglianza che, invece, dovrebbe tutelare e sostenere. Il libro trae spunto dallabocciatura di due allievi di Don Lorenzo all'esame nella scuola pubblica.I ragazzi di Barbiana si rivolgono alla professoressa che vedono come:

• burocrate, ovvero applica alla lettera una regola senza tenere conto del retroterra socio-culturale dell’allievo (“...se un alunno merita quattro, io gli do quattro”);

• cieca di fronte alle richieste di aiuto degli alunni svantaggiati;

• indifferente alla necessità di partire dall'esperienza concreta degli allievi evitando unapedagogia accademica.

“[...] Ma se si perde loro, la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani erespinge i malati. Diventa uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile. E voive la sentite di fare questa parte nel mondo? Allora richiamateli, insistete, ricominciate tuttoda capo all’infinito a costo di passar da pazzi. Meglio passar da pazzi che essere strumento di razzismo.”

Don Milani, nella sua scuola, non andava avanti finchè l'ultimo alunno non aveva capitol'argomento. Il suo motto era “I CARE” che sottolinea quanto il metodo di insegnamento dalui utilizzato fosse caratterizzato dalla passione, dall’interesse nei confronti del sapere edalla scoperta dell’altro. Tutte carenze nel sistema scolastico pubblico.

Da Barbiana a oggi

Il percorso dell’inclusione

Abbiamo esaminato i cambiamenti avvenuti nella scuola italiana da Barbiana ad oggi. Pochi anni prima della pubblicazione di “Lettera a una professoressa”, precisamente nel 1962, erastata approvata la legge che istituiva la scuola media unica ed estendeva l’obbligo scolasticoa otto anni per attuare l’articolo 34 della Costituzione.

Altre leggi importanti sono state:

Legge 118 / 71 → l’istruzione degli alunni portatori di disabilità (mutilati e invalidi civili)deve avvenire nelle scuole pubbliche

Legge 517 / 77 → sono abolite le classi differenziali e i disabili sono inseriti nelle classi comuni

Legge 104 / 92 → vengono riconosciuti i diritti ai disabili e favorita le loro integrazione

Legge 170 / 2010 → viene riconosciuto il diritto allo studio agli alunni con DSA (programma personalizzato)

Direttiva ministeriale / 2012 → viene riconosciuto il diritto allo studio agli alunni con BES (programma personalizzato)

Ci siamo chiesti se queste leggi hanno reso la scuola italiana veramenteinclusiva e, per rispondere a questa domanda, abbiamo analizzato i dati.

Un’analisi dei dati

I ragazzi di Barbiana riportano nel libro molti dati statistici.

Questa piramide mostra il progressivo diminuire degli studenti man mano che si procedenegli studi.

• Si nota un calo delle iscrizioni femminili a partire dalle scuole medie inferiori, perchénon era ancora presente il concetto di emancipazione femminile e la figura delladonna era limitata ai lavori domestici e alla cura dei figli.

• Anche per i maschi le iscrizioni diminuiscono man mano che si procede versol'università, in quanto solo i figli delle famiglie benestanti potevano permettersi dicontinuare gli studi.

Abbiamo confrontato i dati di Barbiana con la situazione attuale. Nell’incontro con iresponsabili dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Modena abbiamo esaminato il seguentegrafico.

La dispersione scolastica in Emilia Romagna (maschi e femmine)

Questo grafico si riferisce agli studenti in ritardo dell'Emilia Romagna, cioè a studentifrequentanti, ma con un percorso scolastico non regolare.

• Possiamo notare che già dalle scuole medie vi sono alunni in ritardo e in particolaremaschi.

• Vi è un aumento considerevole di alunni in ritardo nel passaggio dalle medie allesuperiori e una tendenza crescente fino alla classe terza superiore.

Questo grafico, realizzato dai ragazzi di Barbiana, mostra il rapporto tra la dispersionescolastica e il mestiere del padre.

• I ragazzi che abbandonano sono per la maggior parte figli di contadini e operai;

• nel passaggio dalle elementari alle medie vi è un'alta dispersione scolastica tra i figli dei contadini (78,9%)

Dispersione scolastica in Emilia Romagna (stranieri-italiani)

Questo grafico mette a confronto gli studenti italiani con quelli stranieri. Notiamo che:

• la percentuale degli studenti stranieri frequentanti in ritardo è maggiore rispetto aquella degli italiani;

• nelle scuole primarie la percentuale degli studenti italiani in ritardo è quasiinsignificante, mentre quella degli studenti stranieri è rilevante;

• man mano che si procede negli studi la dispersione aumenta soprattutto per glistudenti stranieri;

• se si guardano i numeri totali della dispersione, si raggiunge, nell'ultimo anno discuola superiore, la preoccupante percentuale del 77%.

Dal confronto ieri/oggi emerge che:

• le femmine hanno avuto accesso all'istruzione e oggi hanno una frequenza piùregolare rispetto ai maschi;

• all’epoca di Don Milani la maggioranza dei bambini che abbandonavano la scuolaerano di estrazione sociale bassa, figli di contadini (78,9%), mentre attualmente lapercentuale più alta di dispersione scolastica riguarda i figli degli stranieri consideratii nuovi poveri;

• un’analogia tra ieri e oggi è che un ambiente familiare colto e ricco costituisce unvantaggio già in partenza;

• la dispersione scolastica è presente oggi come ieri.

Cara Professoressa...La scuola di oggi conserva ancora aspetti di un’educazione classista e non realizza appieno l’articolo 3 della Costituzione.

Qui di seguito elenchiamo alcune proposte che, secondo noi, possono colmare quelle disuguaglianzeche ancora caratterizzano il nostro sistema educativo, in modo da renderlo inclusivo e volto alla pienarealizzazione della persona.

COLLABORAZIONE E NON COMPETIZIONE: L’ABOLIZIONE DEI VOTI

“Guardate solo al voto non all’impegno che c’è dietro, ci vedete come numeri che, sesono sotto al 6, sembrano destinati a diventare sempre più bassi. Ma il vostro compito è quello di farci crescere, non inchiodarci”

Andrea Schiavon, Don Milani. Parole per timidi e disobbedienti,2017

Il primo obiettivo è quello di combattere la cattivacompetizione tra gli studenti e favorire la collaborazione ed ilsostegno reciproco. Una soluzione pratica a questo problemapotrebbe essere l’abolizione dei voti, in modo da suscitare lospontaneo interesse da parte degli alunni, che non sono piùspinti dalla semplice “caccia al voto”, ma dal profondodesiderio del sapere. Questo concetto viene espresso nel libro “Don Milani: paroleper timidi e disobbedienti” nel quale Elena, una giovanestudentessa, denuncia il sistema scolastico:“Siamo i primi a sostenere l’inutilità dello studiare unicamenteper il voto, ma spesso è l’unica soluzione che abbiamo.Sommersi dalle cose da fare, non abbiamo il tempo materiale per approfondire gli argomenti di studio,anche quelli che ci interessano.Molto spesso rinunciamo persino a capire quello che stiamo studiando: impariamo a memoria, ripetiamoper la verifica o l’interrogazione e dimentichiamo tutto in tempo brevissimo. Studiare in questa maniera (se questo può essere definito studiare) non è utile, né tanto menogratificante.

EDUCAZIONE ALL’INTERESSE: ATTUALITÀ E RELIGIONE

“Il maestro dà al ragazzo tutto quello che crede, ama, spera. Il ragazzo crescendo ciaggiunge qualche cosa e così l’umanità va avanti”

Don Milani, Lettera a una professoressa, 1967

L’educazione deve partire innanzitutto dall’interesse deglistudenti, includendo anche argomenti di attualità.Questi ultimi sono di estrema importanza in quanto permettonoall’alunno di aprire gli occhi sul mondo che lo circonda. Un’idea innovativa potrebbe essere quella di sfruttare l’ora direligione nelle scuole come occasione di dibattito collettivo trastudenti e professori in merito a tematiche attuali che siriferiscono al nostro territorio, ma anche di carattere globale.

DIDATTICA ATTIVA: LABORATORI ED ESPERIENZA.

“A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca? Allora usiamole.” Don Primo Mazzolari

Nelle righe seguenti proponiamo la nostra didattica sperimentaleincentrata sull’attività pratica e, di conseguenza, su unaformazione integrale dello studente.Per fare ciò è necessario inserire nel programma educativo uscitedidattiche, esperienze all’interno di laboratori appositi così da,“portare la scuola nell’universo e l’universo nella scuola”, per dirlacon la pedagogista Pizzigoni, perché “Chi ascolta dimentica, chivede ricorda, chi fa impara”. (E. Martinelli, allievo di don Milani)E’, inoltre, fondamentale l’attività pratica grazie alla quale glistudenti riescono a sviluppare il proprio senso di responsabilità, lapropria manualità e la capacità di lavorare in gruppo.

EQUITÀ E SCUOLA: MUTUO-INSEGNAMENTO E RECUPERO.

“Nulla è più ingiusto che far parti uguali fra disuguali” Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, 1967

L’equità è un valore che va rispettato e sostenuto anche, esoprattutto, tra i banchi di scuola.E’ fondamentale riconoscere il valore della diversità, edessere in grado, attraverso appositi programmi educativi, divalorizzarla e di stimolare gli studenti alla scoperta del proprioessere fornendo loro gli strumenti adeguati.Tutti devono avere le stesse possibilità, ma al contempo chi si

trova in difficoltà, o in situazioni di svantaggio, deve veder riconosciuta la complessità del propriocontesto di vita, ed avere la possibilità di colmare le lacune e soprattutto il diritto di accedere alle risorse.“Voi dite d’aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. È più facile che i dispettosi siate voi...." (Lettera a una professoressa)

CREATIVITÀ E DIALOGHI APERTI.

“È solo la lingua che rende uguali. Uguale è chi sa esprimersi e intenderel’espressione altrui.”

Don Milani, Lettera a una professoressa 1967

Così come faceva Don Milani con i ragazzi di Barbiana, anche oggibisognerebbe lasciare ampio spazio al confronto tra gli alunni, inmodo da consentire la condivisione di idee e pensieri.Ci richiama l'art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero conla parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”Don Milani iniziava le sue lezioni con la lettura di un giornale; inseguito vi era un dibattito sia tra alunni, sia tra alunni e insegnante. Riservare ampio spazio alle conversazioni collettive offre, oltre che ilvantaggio di condividere le idee e i pensieri, anche la possibilità di migliorare l’abilità linguistica. Cosìfacendo si possono aiutare quei bambini che all’interno dell’ambiente familiare non sono stimolatiabbastanza, al fine di colmare le carenze linguistiche create dai diversi contesti educativi. E’, inoltre, importante lasciare libero spazio alle opinioni degli alunni che devono essere in grado dicrearsi un proprio pensiero personale. La scuola non dovrebbe solo insegnare nozioni astratte, maanche dare agli alunni gli strumenti necessari per analizzare la realtà che li circonda e sviluppare unospirito critico. E', quindi, necessario affrontare temi di attualità e iniziare discussioni aperte dove differentiopinioni si scontrano e si confrontano. Conoscere diverse opinioni e punti di vista permette, infatti, diampliare la propria visione del mondo.

Queste sono le nostre idee per creare una scuola più inclusiva e a misura di studente. Le abbiamo riassunte nella tabella sottostante:

LA SCUOLA CHE HO LA SCUOLA CHE VORREI

Basata sul voto

Abolizione dei voti

Strettamente individualistica Basata sulla cooperazione

Poco utilizzo dei laboratori Utilizzo dei laboratori 2/3 volte alla settimana

Nessuna attività pratica Connubio tra insegnamento pratico e teorico

Competizione Mutuo insegnamento e attività di gruppo

Nozionistica Incentrata sull’attualità

Cultura imposta Cultura basata, in parte, anchesull’interesse dell’allievo

Lettera a una professoressa del XXI secolo

“ Salve professoressa, le sembrerà strano ricevere una lettera e non un messaggio su telefonino, eppure credo che questo sia ilmodo migliore per questa situazione. Proprio l’altro giorno sono stata con le mie compagne di classe a vedere la scuola di Barbiana fondata da Don Lorenzo Milani. Non può capire la sensazione che ho provato nello stare in quelle stanze e sedersi su quei banchi sui quali circa 50 anni fa, alcuni ragazzi, tra cui Enzo Brunetti e anche Michele Gesualdi, ricevevano un’istruzione da parte del priore. Sa la cosa che mi è rimasta più impressa ? La fatica per percorrere la salita che bisogna fare per raggiungere quella scuola; fatica che alcuni ragazzi facevano ogni giorno pur di imparare qualcosa di nuovo. Al giorno d’oggi questa forza di volontà si sta perdendo, ma non deve essere così. Noi studenti dobbiamo essere mossi dalla volontà di imparare e di arricchire il nostro bagaglio culturale, non dobbiamo impiegare del tempo a studiare per aggiudicarci il voto più alto, ma per una questione personale. Mi chiedo perché i voti non siano ancora stati aboliti, in fondo a cosa servono ? Creano solamente competizione tra noi studenti e poi, i voti non fanno le persone, noi non siamo solamente dei numeri. Tornando alla forza di volontà che caratterizzava i ragazzi di Barbiana e che oggi si va perdendo di giorno in giorno, io una soluzione per questo ce l’avrei: probabilmente se si trattassero argomenti attuali,o comunque recenti, aumenterebbe sicuramente l’interesse di tutti i miei compagni. Scommetto che se parlassimo del fenomeno dell’immigrazione, di cui l’Italia è protagonista da diversi anni, anche la Ferretti dimostrerebbe un minimo di interesse, e in quel caso sarebbe la prima volta che

si svegliasse da quel letargo profondo che la porta a dormire per tutte le ore con la testa appoggiata sul banco in ultima fila. Come fece Don Milani con i suoi ragazzi, bisognerebbe dedicare più lezioni alle conversazioni collettive, cercando di risolvere i problemi attuali. Invece, ancora oggi, la scuola è slegata dalla vita reale e l’apprendimento pratico viene messo da parte per lasciare spazio a un metodo educativo ancora troppo mnemonico, basato sulle lezioni frontali. Questo è profondamente sbagliato, bisognerebbe integrare le lezioni tradizionali con attività di laboratorio, noi studenti dobbiamo essere in grado di operare in situazioni diverse. Secondo il mio punto di vista, bisogna apprezzare e valorizzare la creatività, così come il “mutuo insegnamento”, metodo che anche Don Milani applicò nella sua scuola.

Ora la lascio andare, le ho già rubato troppo tempo che sicuramente starà impiegando per correggere le nostre verifiche sulla storia dell'800. Scusi ma perché invece di parlare del progetto politico di Napoleone, non abbiamo parlato di Carola Rakete oppure delle decisioni di Donald Trump ? Le chiedo scusa se le sono sembrata troppo furiosa, ma semplicemente vorrei che il sistema scolastico odierno migliori, e per fare ciò, secondo me, bisognerebbe mettere in atto alcuni aspetti del metodo educativo del priore fiorentino. Ricevere una formazione integrale, come quella di cui Don Milani si fece portavoce, garantisce a tutti lapossibilità di raggiungere lo stesso grado d’istruzione e in questo modo anche chi proviene da una famiglia di ceto basso può diventare medico, senza vedersi sfumare il suo sogno tra le mani, perché il suo posto è stato occupato da figlio di un medico.

Concludo riportando una frase di Don Milani, contenuta nel libro “Lettera a una professoressa” che afferma: “Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati”. Ebbene sì, la scuola deve accogliere chiunque e dare a tutti la possibilità di perfezionarsi, senza respingere nessuno per qualsiasi motivo : sesso, etnia, orientamento sessuale, provenienza o religione . ”

Un'alunna della 5^E