Domodossola

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 Durante la breve e intensa stagione di libertà del- la Repubblica dell’Ossola (9 settembre – 14 otto- bre 1944) la Val Cannobina a Ponte Falmenta e la V al d’Ossola a Ornavasso-Mergozzo costituiscono il “confine” tra la zona libera e la Repubblica di Salò. Durante le operazioni di rioccupazione dell’Ossola, che vedono impegnati 5.000 soldati tedeschi e fa- scisti al comando del ten. col. Ludwig Buck comandante del 15° reggimento di Polizia-SS, l’11-12 ottobre ’44 i nazifa- scisti attaccano la Val Can- nobina difesa dalla Divisione partigiana “Piave”. I partigia- ni resistono due giorni poi il fronte si sfalda e i tedeschi ri- salgono la valle. La mattina del 12 ottobre Al- fredo Di Dio, comandante della “Valtoce” e il colonnello Attilio Moneta, comandante della Guardia Nazionale del- la Repubblica dell’Ossola, la- sciano Malesco su due auto- mobili assistiti dalla squadra-comando per recarsi in V al Cannobina a verificare la situazione. Poco prima del Sasso di Finero cadono in un’imboscata venen- do colpiti da raffiche di mitragliatrici sparate dalle avanguardie tedesche appostate sopra l’imbocco della galleria. Un partigiano e un militare canadese, il maggiore Patterson, vennero catturati, Moneta muore sul colpo, Di Dio viene lasciato morire dissan- guato, gli altri partigiani riescono a fuggire gettan- dosi in un canalone. Il pomeriggio del 14 ottobre te- deschi e fascisti entrano in Domodossola. Sei mesi dopo le formazioni partigiane, riorganizzate dopo la sconfitta della Repubblica, liberano definitivamente l’Ossola e la Cannobina. FINERO Il “Sentiero Chiovini” Il “Sentiero Chiovini” è un itinerario escursionistico sui monti della Val Grande che percorre i luoghi del rastrellamento del giugno 1944. E’ dedicato alla memoria di Nino Chiovini (1923 – 1991), il par- tigiano “Peppo” della “Giovane Italia”, storico della Resistenza e della civiltà contadina sui monti del Verbano. Il percorsosi snoda su buoni sentieri segnalati con tabelloni illustrative e targhe storiche e richiede nove giorni di cammino; il pernottamento avviene in rifugi e bivacchi. L ’IMBOSCAT A AL SASSO DI FINERO (12 OTTOBRE 1944) Alfredo Di Dio Attilio Moneta Partigiani a Finero durante la difesa della Repubblica dell’Ossola (autunno 1944) Provincia del Verbano Cusio Ossola Unione Europea Comunità Montana Valle Vigezzo

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Durante la breve e intensa stagione di libertà del-

la Repubblica dell’Ossola (9 settembre – 14 otto-

bre 1944) la Val Cannobina a Ponte Falmenta e la

Val d’Ossola a Ornavasso-Mergozzo costituiscono il

“confine” tra la zona libera e la Repubblica di Salò.

Durante le operazioni di rioccupazione dell’Ossola,

che vedono impegnati 5.000 soldati tedeschi e fa-

scisti al comando del ten. col.

Ludwig Buck comandante del

15° reggimento di Polizia-SS,

l’11-12 ottobre ’44 i nazifa-

scisti attaccano la Val Can-

nobina difesa dalla Divisione

partigiana “Piave”. I partigia-

ni resistono due giorni poi il

fronte si sfalda e i tedeschi ri-

salgono la valle.La mattina del 12 ottobre Al-

fredo Di Dio, comandante

della “Valtoce” e il colonnello

Attilio Moneta, comandante

della Guardia Nazionale del-

la Repubblica dell’Ossola, la-

sciano Malesco su due auto-

mobili assistiti dalla squadra-comando per recarsi in

Val Cannobina a verificare la situazione. Poco prima

del Sasso di Finero cadono in un’imboscata venen-

do colpiti da raffiche di mitragliatrici sparate dalle

avanguardie tedesche appostate sopra l’imbocco

della galleria. Un partigiano e un militare canadese,

il maggiore Patterson, vennero catturati, Moneta

muore sul colpo, Di Dio viene lasciato morire dissan-

guato, gli altri partigiani riescono a fuggire gettan-

dosi in un canalone. Il pomeriggio del 14 ottobre te-

deschi e fascisti entrano in Domodossola. Sei mesi

dopo le formazioni partigiane, riorganizzate dopo la

sconfitta della Repubblica, liberano definitivamente

l’Ossola e la Cannobina.

FINERO

Il “Sentiero Chiovini”

Il “Sentiero Chiovini” è un itinerario escursionistico sui monti della Val Grande che percorre i luoghi

del rastrellamento del giugno 1944. E’ dedicato alla memoria di Nino Chiovini (1923 – 1991), il par-

tigiano “Peppo” della “Giovane Italia”, storico della Resistenza e della civiltà contadina sui monti del

Verbano. Il percorsosi snoda su buoni sentieri segnalati con tabelloni illustrative e targhe storiche e

richiede nove giorni di cammino; il pernottamento avviene in rifugi e bivacchi.

L’IMBOSCATA AL SASSO DI FINERO (12 OTTOBRE 1944)

Alfredo Di Dio

Attilio Moneta

Partigiani a Finero durante la difesa della Repubblica dell’Ossola(autunno 1944)

Provincia del

Verbano Cusio

OssolaUnione Europea

Comunità Montana

Valle Vigezzo

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Durante il rastrellamento della Val Grande, dopo aver

occupato e saccheggiato Cicogna il 12 giugno 1944,

dal 13 al 17 tedeschi e fascisti rastrellano la Val Pogal-

lo dando la caccia ai partigiani della formazione “Val-

dossola” di Dionigi Superti e Mario Muneghina. E’ un

rastrellamento feroce e rabbioso: due partigiani cattu-

rati all’alpe Aurà vengono legati assieme e bruciati vivi

su una catasta di legna. Il 16 giugno vengono catturati

dieci partigiani all’alpe Baldesaut, il 17 altri otto sotto

la Bocchetta di Campo. I prigionieri vengono condotti

nella “villa” di Pogallo (la dire-zione di un’impresa boschiva e

sede del comando tedesco du-

rante il rastrellamento) e rassi-

curati sulla loro sorte.

“18 giugno. Ai dieci catturati il

giorno precedente viene ordi-

nato di scavare una lunga fossa

alla base del sottostante terra-

 pieno. Essi cominciano a dubi-tare delle assicurazioni dell’uf-

ficiale tedesco. Alle undici ha

inizio la cerimonia conclusiva:

uno alla volta, ogni prigionie-

ro viene convocato nell’ufficio

della teleferica e gli vien fat-

to firmare un verbale scritto in

tedesco; poi un soldato lo ac-

compagna al margine della fos-

 sa, gli legge nella sua lingua ciò che è scritto nel foglio

che tiene in mano; lo fa spogliare, infine lo lascia solo

davanti ai sei mauser puntati. Un gutturale, secco co-

mando e la scarica parte. I mauser vengono subito ri-

caricati in attesa dell’esecuzione successiva. Presto ci

 si impratichisce e si perde minor tempo: il tedesco leg-

ge durante la svestizione, cosicché il condannato, ap-

 pena spogliato, trova il posto libero sull’orlo della fossa

 senza dover attendere che finiscano con quello che lo precede. Così muoiono i diciotto partigiani di Pogallo.”

(N. Chiovini I giorni della semina)

Oggi sul luogo dell’eccidio c’è una lapide, solo pochi

hanno un nome e una fotografia, molti solo una scrit-

ta di sei lettere: “ignoto”. Non sappiamo chi fossero,

ma conosciamo cosa li spinse a combattere su queste

montagne; sappiamo che in un mattino di inizio estate,

con il fieno alto che profumava l’aria, i loro sogni furono

infranti e i loro ideali raccolti da altri.

POGALLO

L’ECCIDIO DI POGALLO (18 GIUGNO 1944)

Il “Sentiero Chiovini”

Il “Sentiero Chiovini” è un itinerario escursionistico sui monti della Val Grande che percorre i luoghi

del rastrellamento del giugno 1944. E’ dedicato alla memoria di Nino Chiovini (1923 – 1991), il par-

tigiano “Peppo” della “Giovane Italia”, storico della Resistenza e della civiltà contadina sui monti del

Verbano. Il percorsosi snoda su buoni sentieri segnalati con tabelloni illustrative e targhe storiche e

richiede nove giorni di cammino; il pernottamento avviene in rifugi e bivacchi.

Mario Muneghina durantela liberazione di Verbania(aprile 1945)

Dionigi Superti

L’alpe Pogallo nella prima metà del Novecento.)

Provincia del

Verbano Cusio

OssolaUnione Europea

Parco Nazionale

della

Val Grande

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