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Domenica 17 aprile si è votato in 8000 comuni italiani. Prima di passare all’analisi multivariata che ha la presunzione di individuare possibili correlazioni tra esito del voto e altre variabili regione per regione, di seguito alcuni dati riguardanti la totalità dei comuni Italiani. Tenendo d’occhio la media nazionale di affluenza alle urne (32,15% escluso le circoscrizioni estero), di seguito alcuni dati: In circa il 63% dei comuni, si è registrata una percentuale inferiore alla media nazionale: o Lo 0,54% (43 comuni su 8000) ha portato alle urne meno del 10% degli elettori; o Il 6,18% si è collocato tra il 10 e il 20% o Il restante 56,64%, seppur con una percentuale superiore al 20%, ha fatto registrare una percentuale di partecipazione inferiore alla media nazionale. Il restante 37% dei comuni, invece, si è collocato al di sopra della media nazionale. Di questi: o Il 27,83% si è comunque mantenuto sotto il 40% o Il 7,41 ha fatto registrare una partecipazione che va dal 40 al 50%. Del 37% sopra la media nazionale, solo l’1,4% circa ha raggiunto il quorum, di cui: o 1,3% (un centinaio di comuni) mantenendosi sotto la soglia del 60% superata ampiamente da solo 9 comuni su 8000 (pari allo 0,11%).

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Domenica 17 aprile si è votato in 8000 comuni italiani.

Prima di passare all’analisi multivariata che ha la presunzione di individuare possibili correlazioni tra esito

del voto e altre variabili regione per regione, di seguito alcuni dati riguardanti la totalità dei comuni Italiani.

Tenendo d’occhio la media nazionale di affluenza alle urne (32,15% escluso le circoscrizioni estero), di

seguito alcuni dati:

• In circa il 63% dei comuni, si è registrata una percentuale inferiore alla media nazionale:

o Lo 0,54% (43 comuni su 8000) ha portato alle urne meno del 10% degli elettori;

o Il 6,18% si è collocato tra il 10 e il 20%

o Il restante 56,64%, seppur con una percentuale superiore al 20%, ha fatto registrare una

percentuale di partecipazione inferiore alla media nazionale.

• Il restante 37% dei comuni, invece, si è collocato al di sopra della media nazionale. Di questi:

o Il 27,83% si è comunque mantenuto sotto il 40%

o Il 7,41 ha fatto registrare una partecipazione che va dal 40 al 50%.

• Del 37% sopra la media nazionale, solo l’1,4% circa ha raggiunto il quorum, di cui:

o 1,3% (un centinaio di comuni) mantenendosi sotto la soglia del 60% superata ampiamente

da solo 9 comuni su 8000 (pari allo 0,11%).

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Dopo il secondo dato parziale relativo all’affluenza (ore 19:00), in 4 comuni si era raggiunto già il quorum. Si

tratta delle Isole Tremiti (50%) in provincia di Foggia, Solferino (53,04%) in provincia di Mantova, Baradili

(53,73%) in provincia di Oristano e Tavoleto (58,47%%) in provincia di Pesaro Urbino. Da notare come solo il

comune di Isole Tremiti sia un comune costiero il quale registra anche una bassa affluenza alle urne tra le

19 e le 23 (infatti si reca alle urne in tarda serata solo il 6% circa).

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Passando al risultato delle 23, il comune di Tavoleto si colloca al primo posto su base nazionale per

percentuale di affluenza (supera infatti il 74%). Sul podio di questa speciale classifica il comune di Baradili

con il 65,67% e ancora un comune della provincia di Pesaro Urbino: si tratta di Mombaroccio, un comune di

2157 abitanti, che fa registrare un egregio 63,46%.

Scorrendo la “top 9”, che ha superato il 60%, troviamo 3 comuni piemontesi: Moncenisio (63,33%) e

Vidracco (62,95%) per la provincia di Torino, Castelmagno (61,11%) per la provincia di Cuneo.

Gli altri tre comuni sono: Solferino (62,8%) nella provincia di Mantova, Patù (62,49%) in provincia di Lecce e

Brindisi di Montagna (61,61%) in provincia di Potenza.

Degno di nota il fatto che nessuno dei comuni citati sia un comune costiero.

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Leggendo la stessa classifica al contrario, i primi 8 comuni fanno registrare una percentuale di

partecipazione che va dal 5,47% (percentuale minima fatta registrare dal comune di Curon Venosta) al

7,09%.

Da notare come i primi 7 comuni per percentuale più bassa siano tutti appartenenti alla provincia di

Bolzano.

Il primo comune non della provincia di Bolzano è San Luca che fa registrare il 7,09%.

CURIOSITA’: Rignano sull’Arno, comune del Premier Matteo Renzi, seppur non raggiunga il quorum, ha

fatto registrare delle percentuali (sia parziali che definitiva) superiori alla media nazionale: 10,32% alle

13:00, 26,59% alle 19:00 e 35% alle 23:00.

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Passiamo al setaccio le regioni italiane mettendo in evidenza le percentuali minime e massime raggiunte

nei vari comuni. Facendo il punto sul colore del governo regionale, la Valle d’Aosta è governata da partiti

locali (in giallo), in azzurro le regioni di centro destra, tutte le altre sono governati dal centro-sinistra. Tra

queste, segnalate in verde, le regioni governate dal centro sinistra e in particolar modo vicine alla linea

politica del premier Renzi.

Su base nazionale, i comuni che hanno fatto registrare le percentuali più alte sono situati in tre regioni di

centro sinistra: Marche, Sardegna e Piemonte.

In Trentino, Toscana e Umbria si sono toccate punte massime inferiori al 45%.

Per quanto riguarda le punte più basse, Trentino, Calabria e Lombardia sono le uniche regioni che, con

alcuni loro comuni, non sono arrivati nemmeno all’8%. D’altro canto, La Basilicata e la Valle d’Aosta, nel

peggiore dei casi, sono comunque andati oltre il 20%. Nella Basilicata in particolare, nella peggiore delle

situazioni, almeno un elettore su quattro si è recato alle urne.

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Analizzando, per ogni singola regione, il numero di comuni che hanno raggiunto il quorum, il risultato è,

almeno in parte, discordante rispetto a quanto si è detto complessivamente per le regioni.

Seppur Basilicata e Puglia sono in linea con il risultato regionale nel contesto nazionale avendo il maggior

numero di comuni ad aver raggiunto il quorum (rispettivamente 32,06% e 13,95% dei comuni), il Veneto,

seppur la terza regione per affluenza a livello nazionale, non ha nessun comune ad aver raggiunto il

quorum.

Come il veneto, altre 7 regioni (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Toscana, Trentino e Umbria)

non hanno nessun comune ad aver raggiunto il quorum.

Dopo Basilicata e Puglia si collocano Abruzzo e Valle d’Aosta che sono riusciti a raggiungere il quorum con

rispettivamente il 4,26% e il 2,70% dei comuni.

Nelle marche, gli unici due comuni che hanno raggiunto il quorum, lo hanno superato ampiamente facendo

registrare il 63,46% e il 74,04%.

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A questo punto è interessante soffermarsi sulle regioni che hanno raggiunto il quorum con una percentuale

di comuni minore dell’1% per capire meglio a cosa sono dovute queste piccole eccezioni (eccellenze per i

promotori del referendum) regionali.

Le regioni che hanno raggiunto il quorum in uno o poco più comuni sono 9: Marche, Molise, Piemonte,

Sardegna, Liguria, Sicilia, Calabria, Lombardia e Campania.

E’ facile notare come generalmente si tratta di piccolissimi comuni dell’entroterra con qualche decina di

abitanti. Sporadicamente si arriva a qualche centinaia di abitanti.

In Sardegna e in Sicilia, abbiamo gli unici due comuni costieri italiani (ad eccezione di quelli lucani e pugliesi)

ad aver raggiunto il quorum: si tratta di Arborea in provincia di Oristano e di Sciacca in provincia di

Agrigento.

Entrambi i comuni si differenziano da tutti gli altri per una dimensione (in termine di abitanti) più

importante. Sciacca su tutte, la vera eccezione NAZIONALE, che, nonostante i suoi 40980 abitanti, è riuscita

a portare alle urne quasi il 54% degli elettori.

Da eccezioni come queste, i promotori del referendum trovano delle basi solide dalle quali ripartire.

SIMONE LAVELLA