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MONTE BARROPREMESSAI giardini di Villa Bertarelli si distendono su un’area di

circa 7000 mq. digradando a diverse quote compresetra i 370 m. e i 345 s.l.m. lungo il declivio tra la facciataposteriore della villa e la strada sottostante che collegaGalbiate a Sala al Barro.

Fondamentalmente sono costituiti da un ggiiaarrddiinnoo ffoorr--mmaallee aallll’’iittaalliiaannaa che si sviluppa su un terrazzo sorretto daun muraglione interrotto da scalinata scenografica che asua volta racchiude una fontana settecentesca e un nin-feo; ai suoi piedi si distende un più contenuto ggiiaarrddiinnooaallll’’iittaalliiaannaa con aiuole geometriche e con sseerrrraa Q comu-nicante con una ggrroottttaa aarrttiiffiicciiaallee R con scherzi d’acqua;nella parte inferiore e più consistente dell’area, modellataartificialmente a forma di anfiteatro verde, si distende unggiiaarrddiinnoo ppaaeessiissttiiccoo di impronta romantica. Il giardino quin-di si articola in tre distinte unità ed è per questo che la pre-sente illustrazione è al plurale.

A questo punto possiamo sottoscrivere con piena co-gnizione la definizione che FFrraanncceessccoo SSüüssss diede nel1980 di questo “pregevole” giardino a terrazzi multipli: didisegno intermedio tra gli schemi italiani e quelli paesag-gistici, dunque con una impostazione eclettica.

Il Parco Monte Barro, al termine dei lavori di recupe-ro, attuati su progetto del dr. agr. GGiioorrggiioo BBuuiizzzzaa, ha volu-to assumere come argomento del calendario 2006 i per-corsi verdi all’interno di questo microcosmo: ciò a memo-ria di antiche fruizioni all’insegna del diletto estetico e perpresentare nuove fruizioni rese possibili dalle attività delCCeennttrroo FFlloorraa AAuuttooccttoonnaa, gestito, su mandato regionale, dalnostro parco e avente sede proprio presso la villa con ilsupporto appunto dei giardini.

L’immagine del Tempo alato S che adorna il secen-tesco giardino di Valsanzibio (Pd) è qui assunta comemetafora dell’excursus fra passato e futuro dei nostri giar-dini; il percorso che dal camminamento sotterraneo e dal-le grotte porta all’aperto, è metafora del passaggio dall’i-gnoranza alla conoscenza o anche dalla perdizione allasalvazione.

I giardini, così come si presentano oggi, sono il risul-tato di vari interventi succedutisi nel tempo, dall’800 alprimo 900 quando proprietari della villa erano i Ballabio ei Bertarelli.

Purtroppo non possiamo disporre, al riguardo, di ade-guata documentazione, salvo che per la cancellata aforma di esedra che, di fronte all’ingresso monumentale,delimita l’ingresso al brolo T, disegnata nel 1816 dal-l’arch.GGiiuusseeppppee BBoovvaarraa e per l’ultimo periodo tra fine 800e i primi anni del Novecento, quando i Bertarelli hannoincaricato di sovrintendere ai lavori di ampliamento e rias-setto dei giardini prima l’Ing. CCaarrlloo SSaannttaammaarriiaa e subitodopo l’arch. PPiieerroo PPoorrttaalluuppppii, quest’ultimo determinanteanche nel restauro della villa tra il 1911 e il 1913.

I VALORI STRUTTURALI DEI GIARDINI

Il motivo architettonico della ricreazione degli spazidella villa rimbalza nelle architetture vegetali scandite nelparterre del primo terrazzo da arabeschi, veri capolavoridell’ars topiaria U, modellati con la potatura e cure spe-cifiche in forme prestabilite; proprio alle volute del bossotopiato, il Portaluppi si ispirò, per i girali curvilinei delle rin-ghiere in ferro battuto della facciata del palazzo rivolta adoccidente.

Un altro apporto dell’architetto milanese è riconosci-bile nella grande fontana inferiore, la cui forma trilobatarimanda alle aperture dell’incantevole loggiato, di matricedéco, che dà sul cortile d’onore della villa storica.

In definitiva il giovane e promettente architetto (eraallora sui venticinque anni) rivisita e arricchisce le formepreesistenti integrandole, nel secondo terrazzo con aiuolegeometriche delimitate però da cordoli con orlature arric-ciolate e con fontana circolare nei pressi dell’esedra V.

Il giardino inferiore, di impronta paesistica e romanti-ca, è molto più vasto dei due terrazzi superiori: non sivuole più domare la natura, come nel giardino all’italiana,bensì riscoprire, addolcendola, la sua “naturalità”, conuna ben selezionata varietà arborea che faccia ala al ful-cro di tutto il compendio, ossia alla dimora dei signoriBertarelli, con esemplari di alto fusto che fungono da spes-se quinte arboree W di mascheramento degli edifici con-finanti.

Anche gli stessiconfini dell’interaarea adibita a giar-dini, sono masche-rati dalla vegetazio-

ne, per creare l’illu-sione ottica di uncontinuum, fino al-

l’orizzonte.Vengono poi intro-

dotti artifici come icamminamenti sotter-ranei e le grotte, preor-

dinati a finalità ludiche: l’inseguimento e la ricerca dellevie d’uscita come occasione di piacere per i visitatori; maanche una ostentazione della magnificenza del proprie-tario, volta a suscitare moti di meraviglia e di apprezza-mento, non disgiunti da occasioni di riflessioni scientifi-che, in sintonia con lo spirito dei tempi permeato dallafilosofia positivista. Le grotte e la serra divengono studio-li e laboratori, nel grembo della terra, per inventaremondi sconosciuti con raffinato gusto enciclopedico: inesse vengono realizzati jardins d’hiver, giardini protetti,ove vengono coltivate quelle essenze che difficilmentepotrebbero acclimatarsi all’esterno.

IL PATRIMONIO BOTANICO

Ecco ora, nelle parole del dr. Giorgio Buizza, un’esau-stiva presentazione del patrimonio arboreo e arbustivo deigiardini.

“Grandi alberi fanno da cornice alla scenograficavisuale verso i laghi: faggi nelle varietà purpurea e pen-dula (Fagus sylvatica purpurea e pendula), cedri (Cedrusdeodara e C. atlantica), abeti rossi (Picea excelsa), tassi(Taxus baccata), pini silvestri (Pinus sylvestris), criptome-rie (Cryptomeria japonica) e araucarie (Araucaria arauca-na). Altri alberi di grandi dimensioni, arbusti e rampicantiforniscono note di colore con l’alternarsi delle stagioni; traquesti si ricordano le querce rosse (Quercus rubra), i car-pini (Carpinus betulus), la glicine che riveste l’esedra(Wisteria sinensis) e la vite canadese (Parthenocissusquinquefolia) i cui rami sono ormai assimilabili a veri pro-pri tronchi legnosi adagiati alla base dei muri.

Nuclei di palme (Trachycarpus fortunei) sono sparsitra le aiuole a connotare, insieme con gli allori (Laurusnobilis) e gli ulivi (Olea europaea), una condizione clima-tica e una esposizione particolarmente favorevole, tipicadell’area dei grandi laghi prealpini.

Merita una citazione un esemplare di podocarpo(Podocarpus macrophylla), a portamento arbustivo, moltoramificato e con fogliame persistente, lucente e compat-to, poco comune nei giardini della zona.

Tra le fioriture più appariscenti si notano quelle dellecamelie (Camellia japonica) e delle magnolie caducifoglie(Magnolia soulangiana) che occupano la parte centraledell’anfiteatro verde, cui si accompagnano, nel corso dellestagioni, calicanti (Calycanthus praecox), forsizie (For-sythia x intermedia), spiree (Spirea spp.), rose di diversadimensione e portamento (Rosa sarmentosa e Rosa

spp.), pruni (Prunus lusitanica), viburni (Viburnum tinus),serenelle (Syringa vulgaris), ortensie (Hydrangea horten-sis). Particolarmente appariscenti sono poi le fiorituredella già citata glicine e della bignonia (Bignonia radi-cans). Nelle zone più ombreggiate prospera infine l’edera(Hedera helix).

Complessivamente sono presenti nel parco circa 200individui appartenenti ad una sessantina di specie diversetra alberi, arbusti e rampicanti. A queste vanno aggiunte lenumerosissime altre specie erbacee presenti nei prati enel sottobosco, nonché le specie autoctone lombarde pro-dotte dal Centro Flora Autoctona della Regione Lombardiae recentemente messe a dimora in apposite aiuole delgiardino all’italiana ai piedi del muraglione”.

I VALORI PAESAGGISTICI E LO SPIRITODEL LUOGO (GENIUS LOCI)

L’impostazione della villa e dei giardini è finalizzata adesaltare il canale ottico che trascorre verso i laghi brian-tei, con delle postazioni predisposte per questa visione: lapprriimmaa T dall’esterno della villa oltre la strada pubblica edal brolo (attuale parcheggio) lungo l’asse dell’ingressomonumentale e del salone d’onore; una sseeccoonnddaa dal ter-razzo a piano terra X in corrispondenza dell’imboccodella scalinata; una tteerrzzaa si gode dal centro dell’esedraY attraverso un arco vegetale ricavato con rami di arbu-sti intrecciati e il contenimento della vegetazione, così daformare un “corridoio” ottico verso i laghi.

In tutti questi casi l’occhio si diletta diposare sugli specchi delle acque giungendoalle montagne attraverso prati e colline. Ladolcezza di questa visione, contrappostaalla severità di quella che possono dare alti

e terribili monti sorgenti dalle acque,è stata colta da SStteennddhhaall che nelsuo Voyage dans la Brianza (1818),

aveva descritto con stupefatta ammi-razione il paesaggio dei laghi briantei: Il

lago (di Pusiano) è delimitato a mezzogiornoda poggetti ben imboschiti che gli conferi-

scono un aspetto dolce, in contrasto conla severità dei suoi confratelli circondatida monti scoscesi.

Vi sono poi due punti di osservazio-ne che potremmo definire multidirezio-nali: uno da un poggetto semicircolareposto ai confini del compendio, sul latooccidentale, e l’altro dalla terrazza dellavilla.

A suggello di una concezione delgiardino non solo come luogo di piacereestetico, ma anche come naturale com-

plemento di una vita agiata, che può godere dei fruttidella terra e della prosperità privata, si erge nella fonta-na trilobata l’immagine classica del ppuuttttoo cchhee rreeggggee llaaccoorrnnuuccooppiiaa _, motivo che ricorre anche nei vasi scolpi-ti in pietra.

Altra struttura classica di forma ellittica e ispirata allamichelangiolesca Piazza del Campidoglio, introdotta dalPortaluppi, è ll’’eesseeddrraa `, collocata a ridosso della partecentrale e monumentale del ppeerrggoollaattoo N sorretto da pro-filati in ferro, progettato dal Santamaria. Siamo all’iniziodel percorso paesaggistico all’epoca dei Bertarelli, quasiuna piazza privata, luogo di incontri e di conversazioni edi studio all’aperto, deliziosamente ombreggiato da ram-picanti fiorenti in ogni stagione e confortato dalle visionipanoramiche. Se l’architettura è la materializzazione dellacultura, è indubbio che Portaluppi ha saputo dare unarisposta significativa, ossia poetica, al problema dell’abi-tare, costruendo l’intero ambiente fisico per questo scopoe trasfondendo nella villa e nei giardini la serenità e la gra-zia che rappresentavano un approdo, uno stile di vita perla famiglia Bertarelli.

È la vita che gioisce e si vagheggia infinita, contandosolo le ore liete, come si intuisce da una lettura intimisti-ca nel motto della meridiana horas non numero nisi sere-nas, cioè solo le ore liete meritano di essere vissute ericordate. Sono ore trascorse nel riposo operoso, all’inse-gna della concordia che sempre unisce e allieta i fratelliBertarelli e che è ricordata nella scritta al colmo dell’in-gresso monumentale: Concordia nobis haec otia fecit.

Dopo il passaggio di proprietà dai Bertarelli ai Bonaiti(1938) la villa inizialmente fu denominata ex Bertarelli esuccessivamente Villa Grazia, nome molto appropriatopoiché connota con una sola parola lo stile neobarocchet-to della villa e lo spirito di questo luogo (genius loci).

NUOVI PERCORSI VERDI

Con la fine dei Bertarelli, dopo la morte del dermato-logo Ambrogio nel 1936, senza eredi come gli altri suoiquattro fratelli scomparsi in precedenza, si dissolve ancheun modo di vivere questi luoghi e si apre una stagionecontraddistinta da usi sociali della villa, adibita prima ascuola e poi a comunità di riposo per religiose anziane.

Il mutamento, spesso negativo, del paesaggio circo-stante, accentuatosi nel secondo dopoguerra a seguitodell’impetuoso sviluppo edilizio e industriale, fa sì che nonpossiamo provare le stesse sensazioni appaganti che gra-tificavano i signori di una volta dai giardini delle loro villedi delizie, quando spingevano lo sguardo da belvederi eterrazze, verso i colli beati e placidi della Brianza, divenu-ta ora perduta Brianza.

Ma nella cultura contemporanea il “verde” sembraormai avere acquisito un nuovo ruolo; accanto ai valoriestetici sono presenti quelli conoscitivi, poiché la natura ènon solo poesia, ma anche scienza.

Con l’acquisizione pubblica della villa Bertarelli e deisuoi giardini nell’ottobre 2003 si sono create le condizioniper la riappropriazione alla fruizione pubblica di un insie-me architettonico, paesistico e ambientale di rilevanteinteresse storico-artistico.

Una socialità ritardata, quella della Storia, come dice-va GGiiòò PPoonnttii, ha consegnato questa bellezza creata perl’uso esclusivo di una famiglia e del suo entourage, a tuttinoi, perché possiamo usufruirne in tutte le sue valenzescientifiche, tecnologiche, poetiche e paesaggistiche. Ed èciò che è in programma con le attività didattiche promos-se dal CCeennttrroo FFlloorraa AAuuttooccttoonnaa, un centro d’eccellenzaregionale istituito dalla Regione presso il Parco MonteBarro e che troverà sede in una porzione della Villa stori-ca Bertarelli. I percorsi didattici ¢ che si snoderanno neigiardini attraverso vialetti e ponticelli , e lungo il cam-minamento sotterraneo, la serra e la bbaannccaa ddeell ggeerrmmoo--ppllaassmmaa,, conferiranno ai giardini stessi un ruolo di grandespessore nell’Educazione Ambientale e nella salvaguardiae recupero della biodiversità vegetale.

E più in generale, i giardini, con l’apertura al pubbli-co in particolari occasioni, nel corso di visite guidate,faranno nascere nei visitatori, con la loro bellezza, senti-menti alti e “buoni”.

Il giardino all’italiana difronte a Villa Bertarelli.Primi annidel Novecento.

Così lo ricordava nel 1970PPiieerroo GGaaddddaa CCoonnttii (1902-1999),uno scrittore imparentato con iBertarelli, che aveva frequentato lavilla durante le vacanze scolasti-che: A monte della villa, di fronteall’ingresso, c’era il “brolo”, miste-riosa parola che ricordo, chesecondo i dizionari, significa verzie-re, orto o giardino attiguo a unacasa. È un vocabolo piuttosto ricer-cato e mi stupisco - ad oltre mezzosecolo di distanza - che fosse usatoin famiglia. Attualmente il brolo nonha più il giardino all’italiana di untempo, né la fontana, né tennis: èsolo una ortaglia ed anche i vialisono stati divorati dal verde.

CENTROFLORA AUTOCTONA

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Sulle ali del tempo...Percorsi verdi nei giardini di

Villa Grazia già Villa Bertarellidi Giuseppe Panzeri

Impaginazione e stampa: Cattaneo Paolo Grafiche s.r.l. - Oggiono - Lecco

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