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Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 ALLEGATI al DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE 5A MECCANICA/SP

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Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13

ALLEGATI

al

DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE

5A MECCANICA/SP

ALLEGATO 1

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 1

Simulazione Prima Prova dell’esame di Stato

VERIFICA SCRITTA DI ITALIANO

Svolgi la prova scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte. La durata massima della prova è di 6 ore.

LA PATENTE Con quale inflessione di voce e quale atteggiamento di occhi e di mani, curvandosi, come chi regge rassegnatamente su le spalle un peso insopportabile, il magro giudice D’Andrea soleva ripetere: «Ah, figlio caro!» a chiunque gli facesse

qualche scherzosa osservazione per il suo strambo modo di vivere! Non era ancor vecchio; poteva avere appena quarant’anni; ma cose stranissime e quasi inverosimili, mostruosi intrecci

di razze, misteriosi travagli di secoli bisognava immaginare per giungere a una qualche approssimativa spiegazione di quel prodotto umano che si chiamava il giudice D’Andrea. E pareva ch’egli, oltre che della sua povera, umile, comunissima storia familiare, avesse notizia certa di quei

mostruosi intrecci di razze, donde al suo smunto sparuto viso di bianco eran potuti venire quei capelli crespi gremiti da negro; e fosse consapevole di quei misteriosi infiniti travagli di secoli, che su la vasta fronte protuberante gli avevano accumulato tutto quel groviglio di rughe e tolto quasi la vista ai piccoli occhi plumbei (1), e scontorto tutta la magra, misera personcina. Così sbilenco, con una spalla più alta dell’altra, andava per via di traverso, come i cani. Nessuno però, moralmente, sapeva rigar più diritto di lui. Lo dicevano tutti. Vedere, non aveva potuto vedere molte cose, il giudice D’Andrea; ma certo moltissime ne aveva pensate, e quando il pensare è più triste, cioè di notte. Il giudice D’Andrea non poteva dormire. Passava quasi tutte le notti alla finestra a spazzolarsi una mano a quei duri gremiti suoi capelli da negro, con gli occhi alle stelle, placide e chiare le une come polle di luce, guizzanti e pungenti le altre; e metteva le più vive in rapporti ideali di figure geometriche, di triangoli e di quadrati, e, socchiudendo le pàlpebre dietro le lenti, pigliava tra i peli delle ciglia la luce d’una di quelle stelle, e tra l’occhio e la stella stabiliva il legame d’un sottilissimo filo luminoso, e vi

avviava l’anima a passeggiare come un ragnetto smarrito (2). Il pensare così di notte non conferisce (3) molto alla salute. L’arcana solennità che acquistano i pensieri produce quasi sempre, specie a certuni che hanno in sé una certezza su la quale non possono riposare, la certezza di non poter nulla sapere e nulla credere non sapendo, qualche seria costipazione (4). Costipazione d’anima, s’intende. E al giudice D’Andrea, quando si faceva giorno, pare cosa buffa e atroce nello stesso tempo, ch’egli dovesse recarsi al suo ufficio d’Istruzione ad amministrare - per quel tanto che a lui toccava - la giustizia ai piccoli poveri uomini feroci. Come non dormiva lui, così sul suo tavolino nell’ufficio d’Istruzione non lasciava mai dormire nessun incartamento, a costo di ritardare di due o tre ore il desinare e di rinunziar la sera, prima di cena, alla solita passeggiata coi colleghi per il viale attorno alle mura del paese. Questa puntualità, considerata da lui come dovere imprescindibile, gli accresceva terribilmente il supplizio. Non solo d’amministrare la giustizia gli toccava; ma d’amministrarla così su due piedi. Per poter essere meno frettolosamente puntuale, credeva d’ajutarsi meditando la notte. Ma, neanche a farlo apposta, la notte (5), spazzolando la mano a quei suoi capelli da negro e guardando le stelle, gli venivano tutti i pensieri contrarii a quelli che dovevano fare al caso per lui, data la sua qualità di istruttore; così che, la mattina dopo, anziché ajutata, vedeva insidiata e ostacolata la sua puntualità da quei pensieri della notte e cresciuto enormemente lo stento di tenersi stretto a quell’odiosa sua qualità di giudice istruttore. Eppure, per la prima volta, da circa una settimana, dormiva un incartamento (6) sui tavolino del giudice D’Andrea. E

per quel processo che stava lì da tanti giorni in attesa, egli era in preda a un’irritazione smaniosa, a una tetraggine (7) soffocante. Si sprofondava tanto in questa tetraggine, che gli occhi aggrottati, a un certo punto, gli si chiudevano. Con la penna in mano, dritto sul busto, il giudice D’Andrea si metteva pisolare (8), prima racconciandosi, poi attrappandosi (9) come un baco infratito (10) che non possa più fare il bozzolo. Appena, o per qualche rumore o per un crollo più forte del capo, si ridestava e gli occhi gli andavano lì a quell’angolo del tavolino dove giaceva l’incartamento, voltava la faccia e, serrando le labbra, tirava con le nari fischianti aria aria aria e la mandava dentro, quanto più dentro poteva, ad allargar le viscere contratte dall’esasperazione, poi la ributtava

via spalancando la bocca con un versaccio di nausea, e subito si portava una mano sul naso adunco a regger le lenti che, per il sudore, gli scivolavano. Era veramente iniquo quel processo là: iniquo perchè includeva una spietata ingiustizia contro alla quale un pover uomo tentava disperatamente di ribellarsi senza alcuna probabilità di scampo. C’era in quel processo una vittima che non poteva prendersela con nessuno. Aveva voluto prendersela con due, lì in quel processo, coi primi due che gli erano

TIPOLOGIA A - Analisi del testo

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capitati sotto mano e - sissignori - la giustizia doveva dargli torti torto, senza remissione, ribadendo così, ferocemente, 1’iniquità di cui quel pover uomo era vittima. A passeggio, tentava di parlarne coi colleghi; ma questi, appena egli faceva il nome del Chiàrchiaro’(11), cioè di colui che aveva intentato il processo, si alteravano in viso e si ficcavano subito una mano in tasca a stringervi una chiave, o sotto sotto allungavano l’indice e il mignolo a far le corna, o s’afferravano sul panciotto i gobbetti d’argento, i chiodi, i corni di corallo pendenti a mo’ di ciondoli dalla catena dell’orologio. Qualcuno, più francamente, prorompeva: - Per la Madonna Santissima, ti vuoi star zitto? Ma non poteva starsi zitto il magro giudice D’Andrea. Se n’era fatta proprio una fissazione, di quel processo. Gira

gira, ricascava per forza a parlarne. Per avere un qualche lume dai colleghi - diceva - per discutere così in astratto il caso. Perché, in verità, era un caso insolito e speciosissimo (12) quello d’un jettatore che si querelava per diffamazione (13) contro i primi due che gli erano caduti sotto gli occhi nell’atto di far gli scongiuri di rito al suo passaggio. Diffamazione? Ma che diffamazione, povero disgraziato, se già da qualche anno era diffusissima in tutto il paese la sua fama di jettatore? se innumerevoli testimoni potevano venire in tribunale a giurare che egli in tante e tante occasioni aveva dato segno di conoscere quella sua fama, ribellandosi con proteste violente? Come condannare, in coscienza, quei due giovanotti quali diffamatori per aver fatto al passaggio di lui il gesto che da tempo solevano fare apertamente tutti gli altri, e primi fra tutti - eccoli là - gli stessi giudici? E il D’Andrea si struggeva; si struggeva di più incontrando per via gli avvocati, nelle cui mani si erano messi quei due giovanotti, l’esile e patitissimo avvocato Grigli, dal profilo di vecchio uccello di rapina, e il grasso Manin Baracca, il

quale, portando in trionfo su la pancia un enorme corno comperato per l’occasione e ridendo con tutta la pallida

carnaccia di biondo majale eloquente, prometteva ai concittadini che presto in tribunale sarebbe stata per tutti una magnifica festa. Orbene, proprio per non dare al paese lo spettacolo di quella «magnifica festa» alle spalle d’un povero disgraziato, il

giudice D’Andrea prese alla fine la risoluzione di mandare un usciere in casa del Chiàrchiaro per invitarlo a venire all’ufficio d’Istruzione. Anche a costo di pagar lui le spese, voleva indurlo a desistere dalla querela, dimostrandogli quattro e quattr’otto che quei due giovanotti non potevano essere condannati, secondo giustizia, e che dalla loro assoluzione inevitabile sarebbe venuto a lui certamente maggior danno, una più crudele persecuzione. Ahimè, è proprio vero che è molto più facile fare il male che il bene, non solo perché il male si può fare a tutti e il bene solo a quelli che ne hanno bisogno; ma anche, anzi sopra tutto, perché questo bisogno d’aver fatto il bene rende

spesso così acerbi e irti gli animi di coloro che si dovrebbero beneficare, che il beneficio diventa difficilissimo. Se n’accorse bene quella volta il giudice D’Andrea, appena alzò gli occhi a guardare il Chiàrchiaro, che gli era entrato nella stanza, mentr’egli era intento a scrivere. Ebbe uno scatto violentissimo e buttò all’aria le carte, balzando in piedi e gridandogli: - Ma fatemi il piacere! Che storie son queste? vergognatevi! Il Chiàrchiaro s’era combinata una faccia da jettatore, ch’era una meraviglia a vedere, S’era lasciata crescere su le

cave gote gialle una barbaccia ispida e cespugliata, s’era insellato (14) un paio di grossi occhiali cerchiati d’osso, che gli

davano un aspetto d’un barbagianni (15); aveva poi indossato un abito lustro, sorcigno (16), che gli si sgonfiava da tutte le parti. Allo scatto del giudice non si scompose. Dilatò le nari, digrignò i denti gialli e disse sottovoce: - Lei dunque non ci crede? - Ma fatemi il piacere! — ripeté il giudice D’Andre. - Non facciamo scherzi, caro Chiàrchiaro! O siete impazzito? Via, via sedete, sedete qua. E gli s’accostò e fece per posargli una mano su la spalla. Subito il Chiàrchiaro sfagliò (17) come un mulo, fremendo: - Signor giudice, non mi tocchi! Se ne guardi bene! O lei, com’è vero Dio, diventa cieco! Il D’Andrea stette a guardarlo freddamente, poi disse: - Quando sarete comodo... Vi ho mandato a chiamare per il vostro bene. Là c’è una sedia, sedete. Il Chiàrchiaro sedette e, facendo rotolar con le mani su le cosce la canna d’india (18) a mo’ d’un matterello, si mise a tentennare il capo. - Per il mio bene! Ah, lei si figura di fare il mio bene, signor giudice, dicendo di non credere alla jettatura? Il D’Andrea sedette anche lui e disse: - Volete che vi dica che ci credo? E vi dirò che ci credo! Va bene così? - Nossignore, — negò recisamente il Chiàrchiaro, con tono di chi non ammette scherzi. - Lei deve crederci sul serio , e deve anche dimostrano istruendo il processo! - Questo sarà un po’ difficile, - sorrise mestamente il D’Andrea. - Ma vediamo di intenderci, caro Chiàrcaro. Voglio dimostrarvi che la via che avete preso non è propriamente quella che possa condurvi a buon porto. - Via? porto? Che porto e che via? — domandò, aggrondato (19), il Chiàrchiaro. - Né questa d’adesso, - rispose il D’Andrea. –né quella là del processo. Già l’una e l’altra, scusate, sono tra così ... E il giudice D’Andrea infrontò (20) gl’indici delle mani per significare che le due vie gli parevano opposte. Il Chiàrchiaro si chinò e tra i due indici così infrontati del giudice ne inserì uno suo, tozzo, peloso e non molto pulito. - Non è vero niente, signor giudice! – disse, agitando quel dito.

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- Come no? — esclamò il D’Andrea, — Là accusate come diffamatori due giovani perché vi credono jettatore, e ora qua voi stesso vi presentate innanzi a me in veste di jettatore e pretendete anzi ch’io creda alla vostra jettatura. - Sissignore. - E non vi pare che ci sia contraddizione? Il Chiàrchiaro scosse più volte il capo con la bocca aperta a un muto ghigno di sdegnosa commiserazione. - Mi pare piuttosto, signor giudice, - poi disse, - che lei non capisca niente. Il D’Andrea lo guardò un pezzo, imbalordito. - Dite pure, dite pure, caro Chiàrchiaro. Forse è una verità sacrosanta questa che vi è scappata dalla bocca. Ma abbiate la bontà di spiegarmi perché non capisco niente. - Sissignore. Eccomi qua, - disse il Chiàrchiaro, accostando la seggiola. - Non solo le farò vedere che lei non capisce niente; ma anche che lei è un mio nemico. Lei, lei, sissignore. Lei crede di fare il mio bene. Il mio più acerrimo nemico! Sa o non sa che i due imputati hanno chiesto il patrocinio dell’avvocato Manin Baracca? - Sì. Questo lo so. - Ebbene, all’avvocato Manin Baracca io, Rosario Chiàrchiaro, io stesso sono andato a fornire le prove del fatto: cioè, che non solo mi ero accorto da più d’un anno che tutti, vedendomi passare, facevano le corna, ma le prove anche, prove

documentate e testimonianze irrepetibili (21) dei fatti spaventosi su cui è edificata incrollabilmente, capisce, signor giudice? la mia fama di jettatore! - Voi? Dal Baracca? - Sissignore, io. - Il giudice lo guardò, più imbalordito che mai: - Capisco anche meno di prima. Ma come? Per render più sicura l’assoluzione di quei giovanotti? E perché allora vi

siete querelato? Il Chiàrchiaro ebbe un prorompimento (22) di stizza per la durezza di mente del giudice D’Andrea; si levò in piedi,

gridando con le braccia per aria: - Ma perché io voglio, signor giudice, un riconoscimento ufficiale della mia potenza, non capisce ancora? Voglio che sia ufficialmente riconosciuta questa mia potenza spaventosa, che è ormai l’unico mio capitale! E ansimando, protese il braccio, batté forte sul pavimento la canna d’India e rimase un pezzo impostato in

quell’atteggiamento grottescamente imperioso. Il giudice D’Andrea si curvò, si prese la testa tra le mani, commosso, e ripeté: - Povero caro Chiàrchiaro mio, povero Chiàrchiaro mio, bel capitale! E che te ne fai? che te ne fai? - Che me ne faccio? - rimbeccò pronto il Chiàrchiaro. - Lei, padrone mio, per esercitare codesta professione di giudice, anche così male come la esercita, mi dica un po’, non ha dovuto prender la laurea? - La laurea, sì. - Ebbene, voglio anch’io la mia patente, signor giudice! La patente di jettatore. Col bollo. Con tanto di bollo legale! Jettatore patentato dal regio tribunale. - E poi? - E poi? Me lo metto come titolo nei biglietti da visita. Signor giudice, mi hanno assassinato (23). Lavoravo. Mi hanno fatto cacciar via dal banco (24) dov’ero scritturale, con la scusa che, essendoci io, nessuno più veniva a far debiti e pegni; mi hanno buttato in mezzo a una strada, con la moglie paralitica da tre anni e due ragazze nubili, di cui nessuno vorrà più sapere perché sono figlie mie; viviamo del soccorso che ci manda da Napoli un mio figliuolo, il quale ha famiglia anche lui, quattro bambini, e non può fare a lungo questo sacrificio per noi. Signor giudice, non mi resta altro che di mettermi a fare la professione del jettatore! Mi sono parato così. con questi occhiali, con quest’abito; mi sono

lasciato crescere la barba: e ora aspetto la patente per entrare in campo! Lei mi domanda come? Me lo domanda perché, le ripeto, lei è un mio nemico! - io? - Sissignore. Perché mostra di non credere alla mia potenza! Ma per fortuna ci credono gli altri, sa? Tutti, tutti ci credono! E ci son tante case da giuoco in questo paese! Basterà che io mi presenti; non ci sarà bisogno di dir nulla. Mi pagheranno per farmi andar via! Mi metterò a ronzare attorno a tutte le fabbriche; mi pianterò innanzi a tutte le botteghe; e tutti, tutti mi pagheranno la tassa, lei dice dell’ignoranza? io dico la tassa della salute! Perché, signor giudice, ho accumulato tanta bile e tanto odio, io, contro tutta questa schifosa umanità, che veramente credo d’aver

ormai in questi occhi la potenza di far crollare dalle fondamenta una intera città. Il giudice D’Andrea, ancora con la testa tra le mani, aspettò un pezzo che l’angoscia che gli serrava la gola desse adito(25) alla voce. Ma la voce non volle venir fuori e allora egli, socchiudendo dietro le lenti i piccoli occhi plumbei, stese le mani e abbracciò il Chiàrchiaro a lungo, forte forte, a lungo. Questi lo lasciò fare, - Mi vuoi bene davvero? - gli domandò. - E allora istruisca subito il processo, e in modo da farmi avere al più presto quello che desidero. - La patente? Il Chiàrchiaro protese di nuovo il braccio, batté la canna d’india sul pavimento e, portandosi l’altra mano al petto, ripeté con tragica solennità: - La patente.

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da L. Pirandello, Novelle per un anno, vol.1, a cura di G. Macchia e M. Costanzo, Mondadori, Milano 1985 1. occhi plumbei: del colore del piombo, colore grigio scuro, per estensione occhi spenti, tristi. 2. ragnetto smarrito: sintetizza il rapporto tra l’uomo e l’infinito. 3. conferisce: giova 4. costipazione: blocco, dovuto a qualche ammassarsi di materiale 5. la notte: di notte 6. un incartamento: una pratica 7. tetraggine: malumore, umore nero 8. pisolare: abbandonarsi a un sonno leggero 9. attrappirsi: rattrappendosi, contraendosi 10. baco infratito: baco da seta che si raggrinza (come le pieghe di un saio da frate) e non produce un bozzolo utilizzabile 11. Chiàrchiaro: è il nome ironicamente scelto da Pirandello, per il suo “eroe”, lugubre personaggio che evoca subito oscuri e minacciosi malefici a onta del “chiaro chiaro” da cui deriva il suo appellativo 12. speciosissimo: davvero singolare e fondato su cavillosi pretesti 13. si querelava per diffamazione: sporgeva querela per diffamazione (reato commesso da chi danneggia con maldicenze la reputazione di qualcuno) 14. s’era insellato: aveva inforcato 15. barbagianni: uccello rapace notturno 16. sorcigno: scuro come la pelle di un topo 17. sfagliò: si scostò bruscamente 18. canna d’India: bastoncino da passeggio fatto con canne di bambù, piante tropicali e subtropicali dal fusto elastico e leggerissimo 19. aggrondato: incupito 20. infrontò: pose l’uno di fronte all’altro 21. irrepetibili: inattaccabili 22. prorompimento: eccesso 23. assassinato: rovinato 24. del banco: dei pegni 25. desse adito: facesse passare

Comprensione del testo Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo in non più di dieci righe. Analisi del testo Indica come sono narrati i fatti dal narratore? Nell’incipit della novella il comportamento del giudice viene definito strambo: è il narratore che lo definisce così o il giudizio che viene dalla gente, dai benpensanti? Da che cosa nasce questo giudizio? Chiàrchiaro capovolge la situazione e il giudice, capito il “gioco” del suo cliente, si presta ad assecondare il suo

disegno. Spiega perché il giudice sta dalla parte di Chiàrchiaro. Anche Chiàrchiaro, come il giudice, pensa e riflette: cogli nel personaggio le sue riflessioni e le sue sofferenze, attraverso citazioni testuali. Secondo Pirandello, Chiàrchiaro è vittima dei pregiudizi e della superstizione della società. Perché? Il racconto si conclude con un abbraccio del giudice a Chiàrchiaro, che non lo ricambia. Quali motivazioni spingono l’uno e l’altro a quel gesto? Riporta la tua interpretazione, analizzando la conclusione del racconto. Interpretazione complessiva e approfondimenti La novella affronta il tema pirandelliano del contrasto tra la «vita» e la «forma», tra «verità» e «maschera». L’individuo

è solo e prigioniero di una forma che la società gli ha imposto. Rintraccia nei testo gli elementi - relativamente al giudice D’Andrea e a Chiàrchiaro - che mettono in luce il contrasto tra «vita» e «forma», tra «verità» e «maschera». Nel personaggio di Chiàrchiaro all’“avvertimento del contrario” subentra il “sentimento dei contrario”, e dalla

“comicità” si passa all’“umorismo”. Chiarisci opportunamente questa affermazione facendo riferimento al brano tratto dal saggio L’umorismo.

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)

TIPOLOGIA B - Redazione di un “saggio breve” o di un “articolo di giornale”

ALLEGATO 1

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 5

Consegne

- Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in

parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. - Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue

conoscenze ed esperienze di studio. - Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. - Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi

che l’articolo debba essere pubblicato. - Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.

1 ARGOMENTO: L’altro e lo stesso: il tema del doppio nella letteratura e nell’arte Ambito artistico-letterario Documento 1

La nostra personalità si modifica col tempo: la personalità, infatti, non è un’entità fissa, permanente e immutabile; è una sintesi di fenomeni che varia cogli elementi che la compongono e che è in via di continua e incessante trasformazione. Nel corso di una esistenza anche normale si succedono numerose personalità distinte; ed è solo per artificio che noi le riuniamo in una sola, perché in realtà, a vent’anno di distanza, noi non abbiamo più lo stesso modo di sentire e di giudicare. [...] Ciascuno di noi non è uno, ma contiene numerose persone che non hanno tutte lo stesso valore. [...] In una stessa persona diversi fatti di coscienza possono vivere separatamente senza confondersi, e dare luogo all’esistenza simultanea di diverse coscienze e anche, in certi casi, di diverse personalità. da A. Binet, Les alterations de la personnalité, Felix Alcan, Paris 1892,

trad. it. di R. Luperini in Luigi Pirandello e Il fu Maria Pascal, Loescher, Torino 1990. Documento 2

Se ora un qualche osservatore estraneo, disinteressato avesse gettato uno sguardo solo così, in tralice, all’andatura angosciata del signor Goljadkin, anche quello si sarebbe di colpo sentito penetrare di tutto il terribile orrore delle sue sventure, e senza fallo avrebbe detto che il signor Goljadkin aveva ora un aspetto come se volesse nascondersi a se stesso chi sa dove, come se volesse fuggire chi sa dove lontano da sé! ... [...] A un tratto si fermò, come inchiodato, come colpito da un fulmine, e poi si voltò rapidamente indietro, alle spalle del viandante che lo aveva appena oltrepassato. [...] Anch’egli camminava frettoloso, anch’egli era vestito come il signor Goljadkin e imbacuccato dalla testa ai piedi, e al pari di lui sgambettava e trotterellava sul marciapiede. [...] Il fatto è che questo sconosciuto gli era parso adesso in certo qual modo noto. [...] L’uomo misterioso si fermò proprio di fronte all’uscio di casa del signor Goljadkin, bussò (cosa che avrebbe meravigliato in altro momento il signor Goljadkin). [...] Fuori di sé, l’eroe del nostro conto entrò di corsa nella sua abitazione; senza togliersi il cappotto e il cappello, attraversò il piccolo corridoio e [...] si fermò sulla soglia della propria camera. [...] Lo sconosciuto stava seduto dinanzi a lui, anch’egli in cappotto e cappello, proprio sul suo letto, sorridendo alquanto e, strizzando un po’ gli occhi, gli faceva amichevolmente cenno con il capo. Il signor Goljadkin voleva mettersi a gridare, ma non poteva - voleva protestare in qualche maniera, ma gli mancarono le forze. I capelli gli si drizzarono sul capo, ed egli si accasciò dov’era, privo di sensi dal terrore. E c’era di che, del resto il signor Goljadkin aveva perfettamente riconosciuto il suo amico notturno. L’amico notturno non era altri che lui stesso - lo stesso signor Goljadkin, un altro signor Goljadkin, ma assolutamente tal quale come lui - in una parola, come si dice, il suo doppio, sotto tutti gli aspetti.

da F. M. Dostoevskij, Il sosia, Mondadori, Milano 1990. Documento 3 In me son quasi due persone. Tu già ne conosci una: l’altra, neppure la conosco bene io stesso. Soglio dire, ch’io consto

d’un gran me e d’un piccolo me: questi due signori son quasi sempre in guerra tra di loro; l’uno è spesso all’altro

sommamente antipatico. Il primo è taciturno e assorto continuamente in pensieri, il secondo parla facilmente, scherza e non è alieno dal ridere e dal far ridere. Quando questi ne dice qualcuna un po’ scema, quegli va allo specchio e se lo bacia. Io sono perpetuamente diviso tra queste due persone. Ora impera l’una, ora l’altra. Io tengo naturalmente

moltissimo di più alla prima, voglio dire al mio gran me; mi adatto e compatisco la seconda, che in fondo è un essere come tutti gli altri, coi suoi pregi comuni e coi suoi comuni difetti. Quale dei due amerai di più, Antonietta mia?

da L. Pirandello, Lettera ad Antonietta Portulano, 7 gennaio 1894, in ,”Omnibus”, 25ottobre 1946.

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Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 6

Documento 4

René Magritte, Il doppio segreto, 1927. Parigi, Centre Georges Pompidou

Andy Warhol, The shadow, 1981. Collezione privata.

2 ARGOMENTO: Il mondo del lavoro oggi

Ambito socio-economico Documento 1

Art. 1 – L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Art. 4 – La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che

concorra al progresso materiale o spirituale della società. Art. 35 – La repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. [...] Art. 36 – Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. [...]

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Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 7

Art. 37 – La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.[...]

da Costituzione della Repubblica italiana. Documento 2

Il lavoro precario fa male alla salute. Occorrono prevenzione e cura. Quanto prima. A fare il check-up delle condizioni in cui versa il lavoro atipico e soprattutto delle conseguenze per i lavoratori così impiegati è uno studio dell’Osha,

l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, che evidenzia l’insorgere di vari rischi legati alle nuove forme di organizzazione del lavoro. Temporaneo o a progetto, prestazione d’opera, finto lavoro “in proprio” e outsourcing:

secondo l’indagine, pubblicata nelle settimane scorse, da queste nuove forme di contratto derivano altrettanti nuovi rischi per la salute dei lavoratori. [...]. I precari hanno occupazioni più rischiose, condizioni di lavoro più scarse, e raramente ricevono una formazione adeguata su salute e sicurezza. Inoltre, la sequenza spesso convulsa e scostante di contratti a breve termine “aumenta la sensazione di insicurezza e marginalità, provocando l’incremento di stress e

preoccupazione, con rischi per la salute molto gravi”. [...]. Un altro aspetto riguarda i carichi di lavoro: le statistiche europee indicano che oltre metà degli occupati dichiara di lavorare ad alte velocità e pressione per tre quarti del tempo, con un trend che pare essere in aumento. [...]. Nella ricerca viene riscontrato anche un collegamento tra la maggiore competitività sul luogo di lavoro e gli episodi di bullismo e molestie. Infine la sottolineatura di un altro aspetto: la connessione tra lo scarso equilibrio della vita professionale e quello della vita privata e famigliare. Situazioni che fanno del lavoratore precario un soggetto a rischio e concorrono ad aumentare i danni alla salute derivanti dal lavoro. Sintomi che spingono gli operatori del settore, come l’Agenzia europea, a ribadire la necessità di trovare presto vaccini e terapie:

un maggiore controllo degli ambienti di lavoro e un incremento reale di garanzie e tutele. In altre parole: nuove, differenti politiche per un lavoro diverso, stabile e sicuro.

da T. Fabiani, Il “mal di vivere del precariato”, 6 novembre 2007, in www.repubblicait.

Documento 3 La flessibilità subìta preclude alla persona la costruzione di un’identità professionale coerente, componente essenziale

della propria identità individuale e sociale. Può un’azienda statica illudersi di aver vita lunga rendendo flessibile solo la forza lavoro? La mobilità appare - si è detto - inevitabile. Ma essa non può diventare alea perpetua, insicurezza, e privazione dei diritti del cittadino. Appare doveroso conoscere quante esistenze lavorative precarie, quante condizioni in cui è impossibile far progetti e sperare nel futuro, quante situazioni di precoce obsolescenza ed esclusione (ma quanti cinquantenni o quarantenni senza lavoro può sostenere una società?) sono dovute a miopia o irresponsabilità di imprese inette. [...]. Come fai a sentirti sicuro e quale libertà esiste per te se il tuo destino oggi, la tua pensione domani, possono dipendere dalle scelte di un broker di Wall Street, dal money manager di un fondo pensione?

da F. Novara. «il Manifesto», 15 gennaio 2005. Documento 4 Mi chiamo Roberta. Ho quarant’anni, vivo a Roma, guadagno duecentocinquantaeuro al mese. Lavoro in una scuola per studenti lavoratori, aperta dalle 18 alle 22,30. Duecentocinquantaeuro è quanto ho guadagnato nell’ultimo mese. E quasi

nulla. Vado avanti in questo lavoro quasi per inerzia, per fare punteggio. Ho un contratto a ore, un ex co. co. co che però è rimasto tale, che dovrebbe cambiare e resta così, nel caos ministeriale [...]. E difficile vivere così. Cerchi di pensare che siamo in tanti, in queste condizioni, ma il pensiero non è sufficiente a combattere l’ansia che ti dà una precarietà così forte. E quando investi la maggior parte delle tue energie nell’organizzazione dell’esistenza quotidiana è difficile, è

molto difficile immaginarsi una progettualità. Anche le passioni, anche l’amore per quello che fai sono duri da

sostenere. da A. Nove, Mi chiamo Roberta, ho quarant’anni, guadagno 250 euro al mese..., Einaudi, Torino 2006.

Documento 5

Come adeguarsi alle nuove esigenze del mercato del lavoro? Oggi sin da giovani siamo ormai chiamati a diventare responsabili e autonomi nel gestire i nostri progetti professionali, capaci di programmarci e qualificarci, facendoci carico di tutto ciò che questo comporta. La cosa più importante evidentemente è impossessarsi di quelle competenze di base utilizzabili in tutti i tipi di lavoro. Queste competenze in fondo sono sempre le solite: saper leggere, scrivere e «far di conto», a tutti i livelli. Oggi fa parte di questo bagaglio di base anche l’uso del computer (posta elettronica, internet, ecc.). Ma occorre insistere anche di più sull’idea della formazione permanente. Ci sono dei giovani che - saggiamente - fanno corsi su corsi e accumulano diplomi in attesa di entrare nel mondo del lavoro. Ma non è tutto. Bisogna convincersi che nella vita si devono sempre prevedere periodi di interruzione della vita professionale per qualificarsi meglio e aggiornarsi. L’alternanza di periodi di lavoro a momenti di formazione dovrà diventare normale.

Da «Dimensioni nuove», marzo 2004

ALLEGATO 1

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 8

Documento 6

3 ARGOMENTO: I diritti umani Ambito storico-politico Documento 1

Se si stabilisse una tavola cronologica comparativa fra le conquiste interne ed esterne dell’Umanità, ove per

“conquiste” si intendano rispettivamente la storia dell’acquisizione di consapevolezza del valore della persona umana e la storia delle scoperte tecnico-scientifiche degli uomini, non sarebbe difficile accorgersi della totale mancanza di sincronia esistente fra di esse. Per “consapevolezza di persona umana”, al di là di ogni valutazione culturale o religiosa, si intende la consapevolezza di certi inviolabili diritti che la persona umana reca in se stessa, confortati ovviamente da un diritto internazionale atto a tutelarli e a intervenire con dei tribunali preposti laddove essi vengono violati. Le conquiste “esterne” consistono invece nella capacità umana di rinvenire tutta una serie di leggi nella materia e nella

natura onde ordinare, piegare e utilizzare la materia o la natura per i propri scopi e benefici. In poche parole mi sto riferendo a Coscienza e Scienza. Ed esse, nella storia degli uomini, non sembrano andare di pari passo: anzi, presentano uno sfasamento temporale (e non solo) così clamoroso da costituire ciò che è stato definito “il paradosso della civiltà’

Quest’anno si celebra il 500 anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dall’Onu nel 1948.

Una conquista della civiltà di cui ci sentiamo orgogliosi. Eppure nel 1948 la Scienza ha già vinto da tempo la forza di gravità, consentendo agli uomini di volare da una parte all’altra del globo, incuranti del proprio peso; ha già reso loro

possibile trasmettere da un estremo all’altro del pianeta le loro voci e le loro immagini; è già riuscita a ottenere la

scissione dell’atomo; già da tempo erano stati formulari i principi dell’elettrodinamica dei corpi in movimento, per

giungere alla formulazione della Teoria della Relatività. [...] [Poco prima], nello stesso Paese in cui nacque e pensò il filosofo Immanuel Kant, che alla fine del XVIII secolo con il suo “imperativo categorico” spronava l’uomo a comportarsi in modo tale che «la massima della sua volontà potesse

valere anche come principio di una legge universale», più di sei milioni di Ebrei, circa un milione di Zingari e un numero non ancora quantificato dagli storici di Handicappati, Omosessuali, Artisti e Intellettuali, considerati “un’impurità della razza”, sono stati scientificamente gassati con lo Zyklon B (sostanza chimica ottenuta

scientificamente), cremati in forni ad alta temperatura (altra invenzione tecnico-scientifica), non senza che prima i loro corpi viventi siano serviti a tutta una serie di esperimenti detti scientifici. Cinquant’anni sono dunque trascorsi. E un tempo corto per la Coscienza, bisogna ammetterlo. E intanto la Scienza è andata molto più in fretta. L’uomo è arrivato sulla Luna e i suoi radiotelescopi scrutano i più profondi spazi interstellari, alla ricerca dei cosidetti “confini dell’Universo”. [...] Ma il telescopio rovesciato, di cui hanno parlato scrittori e filosofi, quello che invece di raggiungere gli spazi cosmici scruta dentro le coscienze degli uomini, pare uno strumento più difficile da utilizzare, e soprattutto da far funzionare a dovere.

A. Tabucchi, «Corriere della Sera», 7/12/1998 Documento 2

Articolo 1 - Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

ALLEGATO 1

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 9

Articolo 2 – 1. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. 2. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del Paese o del territorio cui una persona appartiene [...]. Articolo 3 - Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona. Articolo 4 - Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù. La schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma. Articolo 5 - Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti. Articolo 6 - Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica. Articolo 7 - Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un’eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad un’eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione. Articolo 8 - Ogni individuo ha diritto ad un’effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge. Articolo 9 - Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, 10/12/1948

Documento 3

Alla fine dell’anno 1222, il giorno dell’incoronazione di Sundjata Keita quale sovrano dell’Impero del Mali, fu

solennemente proclamata e tramandata oralmente la Carta Manden, una dichiarazione di diritti umani essenziali quali il diritto alla vita e il diritto alla libertà. La Carta Manden si rivolge ai ”quattro angoli dei mondo” con sette affermazioni:

ogni vita è una vita; il torto richiede una riparazione; aiutatevi reciprocamente; veglia sulla patria; combatti la servitù e la fame; che cessino i tormenti della guerra; chiunque è libero di dire, di fare e di vedere. Si trovano in questa carta i temi che saranno trattati vari secoli dopo in Occidente nelle dichiarazioni dei diritti umani: il rispetto della vita umana e della libertà dell’individuo, la giustizia e l’equità, la solidarietà.

Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Diritti umani) Documento 4

Noi riteniamo che per le relazioni internazionali nel XXI secolo vadano considerati essenziali determinati valori fondamentali. Questi valori comprendono: Libertà. Uomini e donne hanno il diritto di vivere le proprie esistenze e di crescere i propri figli in condizioni di dignità, liberi dalla fame e dal timore della violenza, dell’oppressione e dell’ingiustizia. Il governo democratico e

partecipatorio fondato sulla volontà delle persone è quello che meglio garantisce il rispetto di questi diritti. Uguaglianza. A nessun individuo e a nessuna nazione dovrà essere negata la possibilità di trarre profitto dallo sviluppo. La parità di diritti fra donne e uomini dovrà essere garantita. Solidarietà. Le sfide globali dovranno essere gestite in un modo che ne distribuisca equamente i costi e i pesi, in conformità con i principi fondamentali dell’equità e della giustizia sociale. Quelli che soffrono o che traggono minori

benefici meritano di essere aiutati da quelli che hanno ottenuto i maggiori vantaggi. Tolleranza. Gli esseri umani debbono rispettarsi gli uni con gli altri, con tutte le loro differenza di opinioni, cultura e linguaggio. Le differenze all’interno delle società e fra esse non dovrebbero venire né temute, né represse, bensì essere tenute in gran conto, quale un prezioso capitale dell’umanità. Dovrebbe essere promossa attivamente una cultura della pace e del dialogo fra tutte le civilizzazioni.

Nazioni Unite, Dichiarazione del Millennio, 20/9/2000, cit. in http:!/www.avvisopubblicoit/categorie/leggi/allegati/

dichiarazione del millennio.pdf Documenti 5 «Io so che le sue intenzioni sono buone. Ma quello che lei vuole regalarmi, io ce l’ho già. Lei vuole regalarmi il diritto di essere un uomo. Quello è un diritto che io avevo già quando sono nato. Può impedirmi di viverlo, quel diritto, se lei è il più forte, ma non potrà mai regalarmi ciò che già mi appartiene». Queste parole, che erano rivolte a un antropologo pieno di buoni sentimenti, furono pronunciate, circa un secolo fa, da un uomo nato schiavo. Ho scelto di metterle in primo piano perché ci ricordano una verità così elementare da rasentare l’evidenza: i diritti dell’uomo sono

diritti innati, inerenti alla persona. Appannaggio inalienabile di tutti gli esseri umani, sono universali per definizione. [...] Questo principio fa parte di quelle verità, per usare le parole di Thomas Jefferson, che consideriamo evidenti. E come tali, profondamente radicate nella storia dell’umanità: verità che ritroviamo, in forme diverse, in tutte le grandi

tradizioni religiose e filosofiche del pianeta. Per questa ragione, io non sono per nulla d’accordo con l’idea che il

rispetto dei diritti dell’uomo sia un lusso dei Paesi ricchi che il mondo in via di sviluppo non sarebbe ancora in grado di

permettersi. Pensare in questi termini, significa offendere il desiderio di libertà che alberga in ognuno di noi. da un discorso di K. Annan, ex Segretario generale dell’ONU, “La Stampa”, 8/12/1998

4 ARGOMENTO: Il rapporto uomo-natura nell’età della tecnica Ambito tecnico-scientifico Documento 1

ALLEGATO 1

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 10

Il ventesimo secolo è segnato dall’idea che ogni soluzione tecnica, ingegneristica, è di per sé preferibile e vincente. Se guardiamo alle grandi opere del Novecento - tunnel, dighe, impianti industriali - la cultura che domina è proprio questa. [...]. Il problema è che questa “razionalità efficiente” è diventata un idolo, ha tralasciato ogni considerazione

dell’impatto sull’ecosistema, è stata valutata in termini puramente economici. [...]. L’uragano Katrina, che non è un

disastro naturale, indipendente dalla volontà umana, è la prova del fallimento di una visione puramente “tecnica”

dell’ambiente. Chi viveva a New Orleans sapeva molto bene che certi edifici, dighe, infrastrutture, costruite

privilegiando le ragioni economiche, non avrebbero retto l’urto di uragani e maree. Katrina è il risultato di uno sviluppo disordinato, di un dissennato sfruttamento del territorio, del razzismo, della volontà di profitto a ogni costo delle grandi corporations. Katrina non è una catastrofe naturale, è la catastrofe di una concezione ingegneristica, tecnica, economicistica della società. E come Katrina c’è Bhopal, ci sono tutti gli altri disastri - desertificazione, rifiuti tossici, carestie - che hanno pesato sul mondo e sulle mentalità collettive almeno a partire dagli anni Quaranta del Novecento.

da D. Greenberg, Contro la dittatura della tecnologia, «Diario di Repubblica» , 31 dicembre 2005.

Documento 2 I nuovi barbari siamo in realtà noi, gli umani del ventunesimo secolo, i detentori dei primati più subdoli, quelli che stanno inesorabilmente calpestando Madre Natura [...]. Quello che può compiere la natura, quando libera il suo impeto e la sua forza spaventosa, dovrebbe essere noto a tutti, tuttavia, la razza umana ha continuamente preso a intaccare un ambiente rendendolo fortemente instabile e adattandolo alle proprie esigenze. [...]. L’enorme aumento dei gas serra nell’atmosfera, l’impressionante rapidità con cui i ghiacciai

si stanno sciogliendo, l’aumento conseguente del livello degli oceani e delle temperature medie continentali, le

innumerevoli attività di trasmutazione che l’uomo compie nell’ambiente da secoli, nonché l’incredibile amplificazione

di potenza di uragani e cicloni che stanno sempre più investendo le coste continentali, sono per molti scienziati fattori fortemente inquietanti, che testimoniano lo stato febbrile in cui giace il nostro pianeta. [...]. Dovremmo scendere dal nostro cavallo di battaglia denominato Progresso, e avanzare lentamente verso colei che ci sta di fronte, la Natura, incontrarla, sentire per l’ultima volta cosa ha da dirci, capire se scendere a patti con chi ci ha generato ci potrà in qualche modo salvare, e stabilire che mondo lasciare ai nostri figli. Da questo dovremmo comprendere che, una volta che ci saremo girati, una volta che l’incontro sarà terminato, non ci saranno altri errori che ci saranno concessi. Ed in quel momento forse, quando non avremmo più nulla da dire. sarà il caso di tornare a casa a piedi. Sempre che non sia troppo tardi...

da A. Bidoia, I nuovo barbari, UNI Service, Tronto 2008. Documento 3 In qualche modo, l’antico spettro delle “forze della natura” sembra moltiplicato. E il disegno che prevede il progresso

inarrestabile dell’uomo, esaurito. «I pensatori della rivoluzione moderna avevano due ossessioni schiaccianti: riorganizzare la società secondo i principi della ragione e sottomettere la natura al controllo umano. Speravano che realizzando quelle ambizioni la vita umana avrebbe smesso di essere “cattiva, brutale e breve”. Gli umani sarebbero finalmente stati liberati dai rischi della

contingenza e protetti contro i colpi del fato e delle catastrofi, sia che queste fossero causate dall’uomo, sia che queste

fossero causate dalle forze della natura, notoriamente cieche e imprevedibili. Il “progetto dell’Illuminismo” rimane

incompiuto, come ribadisce Jùrgen Habermas; ma oggi abbiamo altri buoni motivi per credere che potrebbe essere non realizzabile. La Natura non è stata domata, sottomessa alla volontà umana e indotta a servire gli interessi umani; se le azioni umane sono servite a qualcosa, è a rendere la natura ancora più minacciosa e meno prevedibile. Ancora peggio: i tremendi pericoli che minacciano il futuro dell’umanità oggi non sono che i risultati accidentali e inattesi della lotta

dell’uomo per il controllo sul fato [...]». Intervista di Alberto Garlini a Zygmunt Bauman, «Il Giornale», 25 febbraio 2008.

Documento 4

ALLEGATO 1

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 11

La dittatura nazista, nell’intento di imporre la supremazia tedesca, abbracciò e impose l’idea di superiorità razziale che

si concretizzò in provvedimenti legislativi e si concluse con la tragica vicenda dello sterminio degli Ebrei. Ripercorrete le tappe di questo fenomeno cha ha rappresentato nella storia un ritorno alla peggiore forma di barbarie, aggiungendo riflessioni personali, scaturite dall’eventuale racconto di testimoni, da letture, da film o documentari.

I concetti di tolleranza e di intolleranza sono stati sempre riferiti alla sfera pubblica, al rapporto fra Stato e cittadino, alle discriminazioni politiche, razziali, etniche e religiose. La sfera dei rapporti privati è stata in qualche modo dimenticata, affidata esclusivamente alla sensibilità degli individui, alla cultura, all’educazione familiare e scolastica. Le ragioni

della tolleranza valgono comunque in ufficio, in fabbrica, a scuola, in casa ecc. Fate le vostre riflessioni in proposito, riferendovi alle esperienze dirette e indirette che ritenete di avere acquisito.

TIPOLOGIA C - Tema di argomento storico

TIPOLOGIA D - Tema di ordine generale

ALLEGATO 1

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 12

GRIGLIA DI VALUTAZIONE DELLA PRIMA PROVA SCRITTA TIPOLOGIA A - Analisi e commento di un testo

Allievo

Docente

Indicatori Descrittori p. in

decimi

p.

attri

buito

p. in

quindi

cesimi

p.

attribuito

Correttezza ortografica, lessicale e

morfosintattica

Ortografia e sintassi sono corrette. Il lessico è appropriato 2 3

Nel testo sono presenti alcune improprietà e imprecisioni lessicali. Pochi errori ortografici e/o morfosintattici di rilievo

1,5 2

Lessico poco appropriato. Alcuni gravi errori di ortografia e morfosintassi

1 1,5

Lessico improprio. Numerosi e gravi errori di ortografia e morfosintassi

0,5 1

Comprensione

complessiva nel rispetto dei

vincoli imposti

Tutti i concetti chiave sono individuati in modo pertinente 4 5

I concetti chiave sono individuati solo parzialmente

3 4

Sono individuati solo i concetti più elementari 2 3

Sono stati individuati solo parzialmente i concetti più elementari 1 1,5

Analisi e interpretazione

del testo attraverso la formulazione

di quesiti

Sono individuati e interpretati tutti i terni presenti nel testo

3 5

Sono individuati e interpretati solo parzialmente i temi presenti nel testo 2,5 4

Sono individuati ma non opportunamente interpretati i temi presenti nel testo

2 3

Sono individuati solo i temi più elementari senza fornire interpretazioni’ 1,5 2

Non sono individuati né interpretati i temi presenti nel testo

0,5 1

Capacità di approfondimento critico e originalità delle opinioni espresse

Giudizi e opinioni originali e criticamente motivati. Stile personale e originale

1 2

Giudizi e opinioni non sempre o non adeguatamente motivati

0,5 1

TOTALE

ALLEGATO 1

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 13

GRIGLIA DI VALUTAZIONE DELLA PRIMA PROVA SCRITTA TIPOLOGIA B - Saggio breve e articolo di giornale

Allievo

Docente

Indicatori Descrittori p. in

decimi

p.

attri

buito

p. in

quindi

cesimi

p.

attribuito

Correttezza ortografica, lessicale e

morfosintattica

Ortografia e sintassi sono corrette. Il lessico è appropriato 2 3

Nel testo sono presenti alcune improprietà e imprecisioni lessicali. Pochi errori ortografici e/o morfosintattici di rilievo

1,5 2

Lessico poco appropriato. Alcuni gravi errori di ortografia e morfosintassi 1 1,5

Lessico improprio. Numerosi e gravi errori di ortografia e morfosintassi 0,5 1

Utilizzo e

confronto del materiale

fornito dalla traccia

L’informazione è pertinente alla traccia, è

approfondita e sviluppata in ogni aspetto 4 5

Tutti gli aspetti sono esaminati e trattati correttamente ma in modo semplice e sintetico 3,5 4,5

L’analisi è adeguatamente articolata, la

trattazione piuttosto superficiale 3 4

L’impostazione è poco chiara e poco significativa rispetto alla traccia 2 3

Interpretazione e svolgimento della

traccia

Non esiste corrispondenza con la traccia proposta 1 2

I contenuti sono strutturati in modo organico con riferimento all’enciclopedia personale 3 5

I contenuti sono strutturati in modo completo ma semplice 2,5 4

I contenuti sono strutturati in modo completo ma superficiale 2 3

I contenuti sono strutturati in modo non sempre coerente, l’interpretazione è poco chiara,

frequenti i luoghi comuni 1,5 2

Pertinenza del testo alla

destinazione editoriale

I contenuti sono strutturati in modo incoerente, mancano le informazioni essenziali 1 1

Impostazione e trattazione coerente alla destinazione editoriale 1 2

TOTALE

ALLEGATO 1

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 14

GRIGLIA DI VALUTAZIONE DELLA PRIMA PROVA SCRITTA TIPOLOGIA C, D - Tema di carattere storico e di ordine generale

Allievo

Docente

Indicatori Descrittori p. in

decimi

p.

attri

buito

p. in

quindi

cesimi

p.

attribuito

Correttezza ortografica, lessicale e

morfosintattica

Ortografia e sintassi sono corrette. Il lessico è appropriato

2 3

Nel testo sono presenti alcune improprietà e imprecisioni lessicali. Pochi errori ortografici e/o morfosintattici di rilievo

1,5 2

Lessico poco appropriato. Alcuni gravi errori di ortografia e morfosintassi 1 1,5

Lessico improprio. Numerosi e gravi errori di ortografia e morfosintassi

0,5 1

Conoscenza

dell’argomento e

organizzazione dei contenuti

L’informazione è pertinente alla traccia, è

approfondita e sviluppata in ogni aspetto 4 5

Tutti gli aspetti sono esaminati e trattati correttamente ma in modo semplice e sintetico

3,5 4,5

L’analisi è adeguatamente articolata, la

trattazione piuttosto superficiale 3 4

L’ideazione è poco chiara e poco significativa

rispetto alla traccia 2 3

Non sono esaminati gli argomenti proposti dalla traccia: svolgimento fuori tema 1 2

Elaborazione e

articolazione del testo

I contenuti evidenziano una elaborazione e una articolazione organica e complessa

3 5

I contenuti evidenziano una elaborazione e una articolazione organica ma semplice 2,5 4

I contenuti evidenziano uno sviluppo sufficiente-mente articolato

2 3

I contenuti evidenziano una elaborazione elementare 1,5 2

I contenuti non sono pertinenti alla traccia proposta

1 1

Capacità di approfondimento critico e originalità delle opinioni espresse

I contenuti sono strutturati in modo incoerente, mancano le informazioni essenziali 1 1

Impostazione e trattazione coerente alla destinazione editoriale 1 2

TOTALE

ALLEGATO 2

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 1

SIMULAZIONE SECONDA PROVA

ESAME STATO DI ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE

CORSO DI ORDINAMENTO

Indirizzo: MECCANICA

Tema di: DISEGNO, PROGETTAZIONE ED ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE

Lo schema riportato in figura rappresenta un motore elettrico che eroga una potenza nominale di 30

[kW] ad un regime di 650 giri al minuto e, attraverso un giunto rigido G, la trasmette ad un treno di

quattro ruote dentate a denti dritti. L’ultima ruota è solidale ad un verricello A con un tamburo di

diametro d = 50 [cm]. Il rendimento complessivo della catena cinematica rappresentata è η = 0,87 e la

velocità media di sollevamento del carico è pari ad 1,35 [m/sec].

Il candidato, fissato con motivati criteri ogni altro elemento eventualmente mancante, esegua:

- il dimensionamento completo del giunto rigido G ed uno schizzo quotato dello stesso;

- il calcolo del carico massimo Q sollevabile;

- il calcolo del modulo della coppia di ruote dentate 1 e 2.

Durata massima della prova : ore 5 È consentito soltanto l'uso di tavole numeriche, manuali tecnici e calcolatrici non programmabili. Non è consentito lasciare l’aula prima che siano trascorse2,53 ore dalla consegna del tema.

ALLEGATO 2

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 2

GRIGLIA DI VALUTAZIONE SECOMDA PROVA

Progettazione e relazione

Dimensionamento completo del giunto G punti 7

Calcolo del carico massimo sollevabile Q punti 3

Calcolo del modulo delle ruote dentate 1 e 2 punti 5

TOTALE punti: 15/30

Disegno con attrezzatura

Disegno completo del giunto con eventuali sezioni punti 8

Quotatura punti 3

Indicazione delle tolleranze e rugosità punti 4

TOTALE punti: 15/30

Il punteggio totale sarà pari alla somma della “Progettazione e relazione” e “Disegno”.

ALLEGATO 3

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 1

ISTITUTO TECNICO SETTORE TECNOLOGICO

“Enrico Fermi” via capitano Di Castri - 72021 FRANCAVILLA FONTANA (BR)

Tel. 0831/ 852132 (centr.) Fax 0831/813187

SEDE ASSOCIATA: via G. Deledda - 72026 S. PANCRAZIO SALENTINO (BR)

Tel. e fax 0831/ 666817

SIMULAZIONE

III PROVA

Discipline:

Storia, Inglese, Diritto, Matematica, Meccanica.

Durata della prova 120 minuti

Candidato/a: ___________________________________________

Classe 5A M / SP

S.Pancrazio Salentino, 5 aprile 2013

ANNO SCOLASTICO 2012/ 2013

ALLEGATO 3

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012-13 2

ALLEGATO 3

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012-13 3

ALLEGATO 3

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012-13 4

ALLEGATO 3

1.

2.

f(x)>0 per x<0

f(x)<0 per x>0

f'(2) = 0

f'(-2) = 0

f'(x)>0 per x ]-∞;-2[∪]2;+∞[

f'(x) <0 nel resto del Dominio

Verificare se la funzione è continua e derivabile per x = 2.

MATEMATICA

A) QUESITI A RISPOSTA APERTA

N.B.: Tutte le operazioni necessarie per evidenziare il personale svolgimento della prova devono essere riportate sul

presente foglio, altrimenti la risposta, anche se esatta, non sarà considerata valida.

f(0) = 0

f(-2) = 6

f(2) = -6

Dominio della funzione = ℝ

Disegna un grafico qualitativo della funzione f(x) sapendo che :

0)(lim 0mlimm xfx

42 44xy

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 5

ALLEGATO 3

3.

A C

B D

4.

A C

B D

5.

A B C D

6.

A B 1 C 0 D ∞

presenta:

[-1;+∞[

calc

oli

]-∞;-1[ ]1;+∞[ ]-1;+∞[ -

Nel punto di ascissa x = 1 la funzione

]-∞;-1] [1;+∞[

calc

oli

assume valore 0un punto di continuità

Se f(x) = tgx

un punto di discontinuità di seconda specieca

lco

liun punto di discontinuità eliminabile

calc

oli

Il dominio della funzione è:

B) QUESITI CON RISPOSTA A SCELTA MULTIPLA (una sola risposta è corretta)

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 6

al

ALLEGATO 3

7Documento C.d.C. 5AM/SP - A.S.

ALLEGATO 3

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 8

GRIGLIA DI VALUTAZIONE TERZA PROVA

Storia Risposta aperta Quesiti a risposta multipla

punti 0 nessuna risposta punti 0 risposta sbagliata

punti 0,30 risposta parziale e disorganica punti 0,25 risposta esatta

punti 0,60 risposta accettabile ed adeguatamente corretta

punti 1,00 risposta esauriente con apporti personali

TOTALE fino a punti 3,00

Inglese Risposta aperta Quesiti a risposta multipla

punti 0 nessuna risposta punti 0 risposta sbagliata

punti 0,30 risposta parziale e disorganica punti 0,25 risposta esatta

punti 0,60 risposta accettabile ed adeguatamente corretta

punti 1,00 risposta esauriente con apporti personali

TOTALE fino a punti 3,00

Diritto Risposta aperta Quesiti a risposta multipla

punti 0 nessuna risposta punti 0 risposta sbagliata

punti 0,30 risposta parziale e disorganica punti 0,25 risposta esatta

punti 0,60 risposta accettabile ed adeguatamente corretta

punti 1,00 risposta esauriente con apporti personali

TOTALE fino a punti 3,00

Matematica

Risposta aperta Quesiti a risposta multipla

punti 0 nessuna risposta punti 0 risposta sbagliata

punti 0,30 risposta parziale e disorganica punti 0,25 risposta esatta e motivata

punti 0,60 risposta accettabile ed adeguatamente corretta

punti 1,00 risposta esauriente con apporti personali

TOTALE fino a punti 3,00

Meccanica

Risposta aperta Quesiti a risposta multipla

punti 0 nessuna risposta punti 0 risposta sbagliata

punti 0,30 risposta parziale e disorganica punti 0,25 risposta esatta

punti 0,60 risposta accettabile ed adeguatamente corretta

punti 1,00 risposta esauriente con apporti personali

TOTALE fino a punti 3,00

Punteggio

del candidato

STORIA INGLESE DIRITTO MATEMATICA MECCANICA VOTO

TOTALE

______

______

______

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___/ 15

ALLEGATO 4

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 1

ISTITUTO TECNICO SETTORE TECNOLOGICO

“Enrico Fermi” via capitano Di Castri - 72021 FRANCAVILLA FONTANA (BR)

Tel. 0831/ 852132 (centr.) Fax 0831/813187

SEDE ASSOCIATA: via G. Deledda - 72026 S. PANCRAZIO SALENTINO (BR)

Tel. e fax 0831/ 666817

2^ SIMULAZIONE

III PROVA

Discipline:

Storia, Inglese, Diritto, Matematica, Meccanica.

Durata della prova 120 minuti

Candidato/a: ___________________________________________

Classe 5A M / SP

S.Pancrazio Salentino, 14 maggio 2013

ANNO SCOLASTICO 2012/ 2013

ALLEGATO 4

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 2

STORIA

1. Che cosa si intende con l’espressione guerra fredda? (5 max righe)

2. Perché nel 1946 in Italia fu indetto un referendum istituzionale? (5 max righe)

3. Che cosa spinse Mussolini ad anticipare l’entrata in guerra?

a. La convinzione dell’imminente vittoria tedesca

b. L’accresciuta produttività dell’industria italiana

c. Le pressioni generali

d. Le pressioni della Corona

4. L’Italia entrò in guerra il:

a. 1 settembre 1939

b. 10 giugno 1940

c. 1 settembre 1940

d. 22 giugno 1941

5. Che cosa accadde l’8 settembre 1943?

a. Le truppe anglo-americane sbarcarono sulle coste francesi in Normandia dando il via alla controffensiva

sul continente

b. Fu sganciata sulla cittadina giapponese di Hiroshima la prima bomba atomica della storia

c. Il governo italiano guidato dal maresciallo Badoglio rese noto l’armistizio stipulato con gli anglo-

americani i 3 settembre a Cassibile, in Sicilia

d. La Germania firmò la resa incondizionata agli alleati ponendo fine alla guerra in Europa

6. Che cosa prevedeva il piano Marshall?

a. Un’alleanza militare tra gli stati del blocco occidentale che impegnava i paesi membri alla difesa

reciproca

b. Il conflitto politico e ideologico tra aree di influenza contrapposte

c. Una strategia di tipo politico e militare finalizzata a impedire l’espansionismo sovietico nel mondo

d. Aiuti economici statunitensi destinati alla ricostruzione postbellica dei paesi dell’Europa occidentale

ALLEGATO 4

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 3

MATERIA : INGLESE

1. Using your own words deal with the British Parliament. (No more than 5 lines).

2. Using your own words deal with Heath and Safety at work .(No more than 5 lines).

Choose the right option:

A) The World Wide Web is:

1. A worldwide network connecting millions of computers.

2. A worldwide collection of electronic documents.

3. Two or more computers and other devices connected together.

4. A network of computers within a single building or nearby buildings.

B) Robots are used to position the workpiece under the impact hammer in the following

manufacturing process:

1. Die casting.

2. Arc welding.

3. Forging.

4. Metal finishing.

C) Point-to- point path means that the robot:

1. Follows a computer generated path.

2. Follows an irregular path.

3. Records the point where it picks up a part and where it releases it.

4. None of these.

D) The cylindrical robot consists of:

1. A column and an arm.

2. A base and a column which can rotate.

3. A rotatory base, an elevation pivot and a telescoping movable axis..

4. None of these.

A____ B____ C____ D_____

ALLEGATO 4

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 4

DIRITTO

1) I costi variabili sono:

a) Costi che variano a causa di modificazioni del prezzo dei fattori;

b) I costi medi di quelle imprese che hanno, oltre un certo volume di produzione, andamento

crescente;

c) I costi che variano al variare della quantità prodotta;

d) I costi marginali quando differiscono dalla quantità prodotta.

2) Il costo medio si calcola come:

a) Rapporto fra costi fissi e quantità prodotta;

b) Media mobile del costo medio di un certo quantitativo di prodotto in più periodi;

c) Media fra i costi fissi ed i costi variabili;

d) Rapporto fra costi totali e quantità prodotta.

3) il costo marginale si definisce come:

a) il valore minimo assunto dal costo medio della produzione;

b) l’incremento dei costi totali derivante dall’incremento unitario della produzione;

c) la differenza fra costi fissi e costi variabili;

d) il valore assunto dal costo medio in seguito ad un incremento unitario della produzione.

4) I costi totali equivalgono:

a) Al prodotto della quantità per il costo marginale dell’ultima unità prodotta;

b) Alla somma dei costi variabili e dei costi fissi;

c) All’ammontare complessivo dei costi di produzione di un’impresa che produce più beni;

d) Alla somma dei costi fissi e di quelli variabili meno i costi indiretti.

ALLEGATO 4

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 5

5) COSA AFFERMA LA LEGGE DELLA PRODUTTIVITA’ MARGINALE DECRESCENTE?

6) PERCHE’ LA CURVA DEI COSTI MEDI HA UN ANDAMENTO AD “U”?

ALLEGATO 4

1.

2.

MATEMATICA

A) QUESITI A RISPOSTA APERTA

N.B.: Tutte le operazioni necessarie per evidenziare il personale svolgimento della prova devono essere

riportate sul presente foglio, altrimenti la risposta, anche se esatta, non sarà considerata valida.

Applicando il Teorema del valore medio, verificare che l’area del rettangoloide evidenziato in

figura, compreso tra la parabola

avente equazione

e l'asse delle ascisse nell’intervallo

[0 ; 3] è pari ad 1/3 dell’area OAPB.

Completare il disegno con i dati

che ritieni necessari.

dell’integrale definito.

Dopo aver calcolato l’area ABCD evidenziata in figura, compresa tra il grafico della funzione

y = x3

e l’asse delle ascisse

nell’intervallo [-1;1], fai le tue

osservazioni in merito al calcolo

3

2xy =

3

2xy =

Documento C.d.C. 5AM/SP - a.s. 2012/13 56

ALLEGATO 4

3.

A

B

C

D

4.

A

B

C

D

5.

A

B

C

D

6.?

A

B

C

D

L’integrale indefinito di una funzione f(x) è:

l’insieme di tutte le derivate di f (x ).

l’insieme di tutte le primitive di f (x ).

B) QUESITI CON RISPOSTA A SCELTA MULTIPLA (una sola risposta è corretta)

Quale delle seguenti funzioni è una primitiva della funzione

l’insieme delle funzioni ottenute da f (x ) aggiungendo una costante.

calc

oli

A che cosa è uguale l’integrale indefinito:

calc

oli

una ben precisa funzione la cui derivata è uguale a f (x ).

Quale delle seguenti uguaglianze è errata?

( ) ( )[ ] ò òò ×+×=×+× dxxghdxxfkdxxghxfk )()(

( )x

xxf

sen

cos=

( ) 1

senF x

x=

( ) senF x x=

( ) 2 cosF x x=

( ) 2 senF x x=

2

12 2x dx

x

æ ö+ -ç ÷è øò

( )dxxfò

( ) ( )dxxfkdxxfk òò ×=×

( ) ( )[ ] ( ) ( )dxxgdxxfdxxgxf òòò ×=×

( ) ( )[ ] ( ) ( )dxxgdxxfdxxgxf òòò -=-

1ln 2x x c

x- - +

4 12

3x x c

x- -

4 12

3x x x c

x- - +

1 12 2x

xx- - +

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ALLEGATO 4

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Meccanica Applicata e Macchine a Fluido Alunno: …………………………………….

Questiti a risposta libera.

1) Descrivere cosa accade alle velocità ed accelerazioni nel manovellismo di spinta (biella-

manovella):

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_________________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________

______________________________________________

2) A quali sollecitazioni è sottoposto un perno di estremità? Quali sono le altre due condizioni

che bisogna rispettare?

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_________________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________

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Questiti a risposta multipla: è possibile una sola risposta vera

3) Il diagramma di Mollier si presenta in coordinate:

a) entropia-volume specifico;

b) pressione-temperature centigrade;

c) temperature assolute-entropia;

d) altro.

4) Nell’ugello di De Laval la pressione critica pc si ha:

a) all’imbocco dell’ugello (tratto convergente);

b) nella sezione ristretta;

c) nella sezione di espansione (tratto divergente);

d) in qualsiasi della sezione convergente e divergente.

5) Indicare con quale dei metodi elencati va eseguito il calcolo della biella lenta:

a) carico di punta nella sezione prossima al piede di biella;

b) carico di punta nella sezione prossima al bottone di manovella;

c) torsione;

d) trazione nella sezione prossima al bottone di manovella.

6) Nei perni di spinta la forza:

a) è diretta perpendicolarmente all’asse dell’albero;

b) è di tipo torsionale;

c) è di tipo flessionale;

d) è diretta parallelamente all’asse dell’albero.