DOCUMENTAZIONE RISERVATA - Polizia di Stato · CEI 64-8 Criteri di applicabilità. Prescrizioni di...
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Sede Legale: Via della Croce Rossa, n. 42 - 35129 Padova (PD)
Sedi Operative: Via Cesare Battisti, n.155 - 31028 Vazzola (TV)
Via degli Olmetti, n. 46 - 00060 Formello (RM)
Telefono: +39 0422 1832425 e-mail: [email protected] web: www.elitec.it C. Fisc. e P. Iva: 04819970288
DOCUMENTAZIONE RISERVATA
PROGETTO DI REALIZZAZIONE NUOVO IMPIANTO
DI DISTRIBUZIONE CARBURANTI
PROGETTO ESECUTIVO
DATI GENERALI: Provincia di Padova
Comune di Padova
Via San Marco, n. 7/a
COMMITTENTE: AUTOCENTRO POLIZIA DI STATO PADOVA
Via San Marco, n.7/A - 35125 Padova (PD)
Cod. Fisc. : 80017260284
Cod. IPA. : HMSNLQ
PROGETTISTA: Fabrizio Pistollato
iscritto all'Ordine dei Periti Industriali e dei Periti
Industriali Laureati della Provincia di Treviso al n. 1167
RELAZIONE TECNICA
IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI ai sensi del D.M. 37/08 del 22.01.2008
COMMESSA: 16053
TIPOLOGIA: IE
ELABORATO: RL
NUMERO: 01
REVISIONE DATA DESCRIZIONE REDATTO VERIFICATO APPROVATO
0 28.01.2019 PRIMA EMISSIONE F.P. F.P. M.C.
NOME FILE: 16053_PE3_IE_RL_01_R0 - RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI.docx
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INDICE
1. PREMESSA ................................................................................................................................ 3
2. DATI TECNICI DI PROGETTO ............................................................................................ 3
2.1 IPOTESI E DATI DI PROGETTO ....................................................................................................................... 3
2.2 MODALITÀ DI PROGETTO ............................................................................................................................... 4
3. NORMATIVA DI RIFERIMENTO......................................................................................... 4
4. DESCRIZIONE DELLE OPERE IMPIANTISTICHE ......................................................... 6
4.1 SMANTELLAMENTO E MODIFICA IMPIANTI ESISTENTI ....................................................................... 6
4.2 IMPIANTO DI DISPERSIONE A TERRA E COLLEGAMENTI EQUIPOTENZIALI ................................ 6
4.3 QUADRISTICA ELETTRICA .............................................................................................................................. 6
4.4 DISTRIBUZIONE ELETTRICA .......................................................................................................................... 6
5. CLASSIFICAZIONE DELLE AREE ...................................................................................... 7
5.1 LOCALI TECNICI ................................................................................................................................................. 7
5.2 AMBIENTI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO D'INCENDIO (ART. 751.03 CEI 64-8) ............................... 7
5.3 SEZIONE BENZINE .............................................................................................................................................. 8
6. QUALITA’ E PROVENIENZA DEI MATERIALI ............................................................. 19
7. TIPOLOGIA DELLE INSTALLAZIONI ............................................................................. 19
8. PRESCRIZIONI PER LA SICUREZZA (CEI 64/8 PARTE 4 CAP. 41 SEZ. 410) .......... 20
8.1 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI ED INDIRETTI – GENERALITÀ .............................. 20
8.2 OMISSIONE DELLA PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI .............................................. 20
8.3 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI (CEI 64/8 PARTE 4 CAP. 41 SEZ. 411)...................... 21
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8.4 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI (CEI 64/8 PARTE 4 CAP. 41 SEZ. 412)...................... 23
8.5 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI (CEI 64/8 PARTE 4 CAP. 41 SEZ. 413) ................. 24
8.6 PROTEZIONE DELLE CONDUTTURE CONTRO LE SOVRACORRENTI (CEI 64/8 PARTE 4 CAP. 41 SEZ. 431) ......................................................................................................................................................................... 26
8.7 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI SOVRACCARICO (CEI 64/8 PARTE 4 CAP. 41 SEZ. 433) 28
8.8 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI CORTOCIRCUITO (CEI 64/8 PARTE 4 CAP. 41 SEZ. 434) 28
8.9 SELETTIVITÀ ...................................................................................................................................................... 30
9. CAVI E CONDUTTORI ......................................................................................................... 31
10. QUADRI ELETTRICI DI DISTRIBUZIONE.................................................................. 34
10.1 INTERRUTTORI AUTOMATICI MAGNETOTERMICI MODULARI .................................................. 34
10.2 AUTOMATICI MAGNETOTERMICI DIFFERENZIALI MODULARI ................................................. 34
10.3 INTERRUTTORI NON AUTOMATICI MODULARI ................................................................................ 35
11. IMPIANTO DI TERRA ...................................................................................................... 35
12. PROTEZIONE DALLE SCARICHE ATMOSFERICHE .............................................. 35
13. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE................................................................................... 36
14. DOCUMENTAZIONI ......................................................................................................... 37
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1. PREMESSA
Scopo del presente elaborato è la definizione delle opere elettriche inerenti gli impianti a progetto,
nonché di specificare i materiali, gli apparecchi, i metodi di lavorazione da usare e le prestazioni degli
impianti per la perfetta e completa installazione degli stessi.
L'estensione dei lavori è indicata sui disegni di progetto ed è riportata, nel presente elaborato, in
maniera idonea per la completa esecuzione degli stessi. Essa, pertanto, includerà tutte quelle opere
che si possono ragionevolmente arguire come necessarie per assicurare l'appropriato ed efficiente
funzionamento degli impianti, anche se le stesse possono non essere state specificatamente
menzionate o indicate nella presente descrizione e/o nei relativi elaborati.
I disegni di progetto indicano l'estensione e la sistemazione generale degli impianti. La posizione
delle apparecchiature, delle tubazioni e delle canalizzazioni dovrà essere quella indicata sui disegni;
essa potrà essere comunque soggetta ad eventuali modifiche derivanti dalle condizioni reali delle
strutture, onde evitare interferenze e conflitti con gli elementi di altri impianti e permettere l'accesso
ai vari componenti sia per la regolare manutenzione degli stessi che per eventuali riparazioni. Sugli
elaborati grafici di progetto non è stato possibile indicare tutti gli accessori ed i pezzi speciali;
l'Impresa dovrà pertanto, in sede esecutiva, controllare/confrontare con cura i disegni architettonici,
strutturali, meccanici ed elettrici, annotare le eventuali interferenze tra i componenti gli impianti di
sua competenza con quelli delle altre Ditte appaltatrici, organizzando il suo lavoro di conseguenza e
fornendo in definitiva tutti gli accessori e pezzi speciali che potranno essere richiesti per completare
gli impianti oggetto del presente appalto, senza pretendere alcun compenso speciale o indennità.
2. DATI TECNICI DI PROGETTO
La normativa di riferimento per la progettazione di tutti gli impianti elettrici è la normativa italiana
C.E.I. (Comitato Elettrotecnico Italiano) vigente.
Sono tenute altresì in considerazione anche le indicazioni e prescrizioni delle Autorità Locali (e-
distribuzione, Terna, VVF, USL).
In ogni caso l'Impresa dovrà attenersi ad usuali criteri di buona tecnica e di regola d'arte, sia dal punto
di vista del risparmio energetico che della sicurezza delle persone e delle cose.
2.1 IPOTESI E DATI DI PROGETTO
Tensione della distribuzione: 400/230V 3F+N
Sistema di distribuzione: (da verificare in corso di D.L.)
Caduta di tensione nel punto più lontano: 4%
Corrente di c.to-c.to trifase simmetrica presunta nel punto di fornitura (CEI 0-21): 15 kA
Potenza installata utenza: 150 kW
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2.2 MODALITÀ DI PROGETTO
Per tutti i dati tecnici riepilogativi dal dimensionamento effettuato in sede di progetto si rimanda agli
elaborati grafici allegati al presente documento.
Tutti i materiali dovranno essere idonei al luogo in cui sono installati ed utilizzati per la funzione a
cui sono destinati, dovranno avere il marchio IMQ o equivalente marchio europeo riconosciuto ed in
ogni caso rispondere alla Legge 186/68 e Legge 791/77.
Tutti i materiali plastici dovranno essere di tipo autoestinguente con prova al filo caldo minimo a
650°.
3. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
LEGGI E DECRETI
D.P.R. 462 del 22/10/01 Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e
dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di
impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi
D.Lgs. 81/08 Testo Unico sulla sicurezza
L. n. 186 del 01/03/1968 Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari,
installazioni e impianti elettrici ed elettronici.
D.M. 37/2008 Norme per la sicurezza degli impianti
NORME CEI - UNI
CEI 0-2 Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici
CEI 0-10 Guida alla manutenzione degli impianti elettrici
CEI 11-17 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - Linee in cavo
CEI EN 61439 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri B.T.)
CEI 17-43 Metodo per la determinazione delle sovratemperature, mediante estrapolazione, per le
apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri B.T.) non
di serie (ANS)
CEI 17-70 Guida all'applicazione delle norme dei quadri di bassa tensione
CEI 23-51 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per
installazioni fisse per uso domestico o similare
CEI EN 60079-10-1
(CEI 31-87)
Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas – Parte 10 – 1
Classificazione dei luoghi pericolosi
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CEI 31-35 Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas in
applicazione della Norma CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87)
CEI EN 60079-14
(CEI 31-33)
Atmosfere esplosive Parte 14:
Progettazione, scelta e installazione degli impianti elettrici
CEI 64-8 Criteri di applicabilità. Prescrizioni di progettazione ed esecuzione. Decreto Ministeriale
22 gennaio 2008, n.37
CEI 64-12 Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario
CEI 64-14 Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori
CEI 64-50 Edilizia ad uso residenziale e terziario: Guida per l'integrazione degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
negli edifici - Criteri generali
CEI 81-10 Protezione delle strutture contro i fulmini
CEI EN 50173 Tecnologia dell'informazione - Sistemi di cablaggio strutturato
CEI - UNEL 00721 Colori di guaina dei cavi elettrici
CEI - UNEL 00722 Identificazione delle anime dei cavi
PRESCRIZIONI
CPR 305/11/UE – Regolamento Prodotti da Costruzione
Norme e-distribuzione (ENEL servizio elettrico) di omologazione materiali
Norme e tabelle UNI UNEL per materiali unificati
Norme sulla compatibilità elettromagnetica
Normative, raccomandazioni e prescrizioni INAIL (ex ISPESL) e USL
Prescrizioni del Comando dei Vigili del Fuoco territorialmente competente
Prescrizioni della Società distributrice dell’energia territorialmente competente
Prescrizioni della Società distributrice del Servizio Telefonico territorialmente competente
Prescrizioni, regolamenti e raccomandazioni di eventuali altri Enti emanate ed applicabili ai materiali e/o agli impianti
oggetto del lavoro.
MAGGIORAZIONI DIMENSIONALI RISPETTO AI VALORI MINORI CONSENTITI
DALLE NORME CEI E DI LEGGE
Ad ogni effetto, si precisa che maggiorazioni dimensionali, in qualche caso fissate dal presente
progetto, rispetto ai valori minori consentiti dalle norme CEI o di legge, sono adottate per consentire
possibili futuri limitati incrementi delle utilizzazioni, non implicanti tuttavia veri e propri ampliamenti
degli impianti.
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4. DESCRIZIONE DELLE OPERE IMPIANTISTICHE
4.1 SMANTELLAMENTO E MODIFICA IMPIANTI ESISTENTI
L’area sarà assoggettata da un intervento di smantellamento degli impianti esistenti per i quali non si
prevede il reimpiego e che destassero impedimenti alle future realizzazioni. In particolare, non
dovranno transitare cavi vetusti inutilizzati che potrebbero essere fonte di conduzione di correnti
indotte pericolose.
Per i materiali che saranno rimossi devono essere compresi nell'opera gli oneri relativi allo
smaltimento, comprensivo del loro trasporto a pubblica discarica o in altro luogo di stoccaggio, entro
la cerchia urbana, indicato dal Committente per i materiali che riterrà opportuno recuperare.
Sono altresì da ritenersi compresi nell'opera tutti i necessari aggiustamenti o modifiche di quella parte
di impianti che si intende riutilizzare al fine di renderli idonei all'uso previsto.
4.2 IMPIANTO DI DISPERSIONE A TERRA E COLLEGAMENTI
EQUIPOTENZIALI
In tutte le aree oggetto di intervento dovrà essere assicurata la connessione equipotenziale all'impianto
di dispersione a terra esistente delle masse relative ad utilizzatori elettrici quali: apparecchi di
illuminazione, prese di energia, tubazioni metalliche elettriche ed idrauliche, canalizzazioni
metalliche portacavi (per le quali dovrà essere garantita la continuità per tutto il percorso), ecc.
4.3 QUADRISTICA ELETTRICA
L’intervento prevede la modifica del quadro elettrico esistente di alimentazione e protezione delle
utenze pertinenti all’attuale impianto di distribuzione carburanti, denominato “Quadro elettrico parco
veicoli”. Le opere necessarie al suo adeguamento sono descritte all’interno del relativo schema
elettrico unifilare costituente parte integrante del presente progetto. Al termine dell’intervento l’intero
quadro dovrà essere collaudato e certificato. Lo schema dovrà essere poi interamente rielaborato con
la corretta numerazione dei dispositivi, delle linee e delle morsettiere e completato di eventuali
ulteriori informazioni ritenute costruttivamente rilevanti.
4.4 DISTRIBUZIONE ELETTRICA
La distribuzione orizzontale principale, in diramazione dal quadro elettrico generale, dovrà avvenire
prevalentemente mediante tubazioni flessibili poste interrate.
Le sezioni minime dei conduttori sono riportate negli elaborati grafici di progetto e all’interno del
presente documento.
La tipologia dei componenti dovrà rispettare le prescrizioni riportate all’interno del presente
documento, nel capitolato, negli elaborati grafici nonché nel computo metrico.
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Particolare attenzione dovrà essere posta al sistema di sgancio previsto, poiché essendo attualmente
attive due forniture elettriche in bassa tensione distinte che alimentano gli impianti esistenti
all’interno del complesso, i pulsanti di sgancio dovranno agire direttamente sulle protezioni generali
di entrambe le forniture.
5. CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
La classificazione degli ambienti è eseguita tenendo conto di tutti i fattori ambientali (geometria degli
ambienti, presenza di sostanze combustibili e/o infiammabili, massimo affollamento ipotizzabile,
ecc.) necessari alla corretta identificazione degli stessi.
Si ricorda che, una volta eseguita la classificazione dei luoghi pericolosi, è importante che nessuna
modifica all’opera o ad applicazione stessa ed alle procedure operative avvenga senza l’accordo con
i responsabili della classificazione.
5.1 LOCALI TECNICI
Per gli ambienti di questa categoria per i quali non sia svolta alcuna attività soggetta a prevenzione
incendi o sussista specifico interesse normativo, è prevista l’installazione di un impianto con
apparecchi aventi un grado di protezione min. IP 55. La distribuzione dovrà essere realizzata per
mezzo di canaline portatavi e/o tubazioni a vista.
5.2 AMBIENTI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO D'INCENDIO (ART. 751.03 CEI
64-8)
Il rischio relativo all’incendio dipende dalla probabilità che esso si verifichi e dall’entità del danno
conseguente per le persone, per gli animali e per le cose.
L’individuazione degli ambienti a maggior rischio in caso d’incendio dipende da una molteplicità di
parametri quali per esempio:
- densità di affollamento;
- massimo affollamento ipotizzabile;
- capacità di deflusso o di sfollamento;
- entità del danno ad animali e/o cose;
- comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali impiegati nei componenti
dell’edificio;
- presenza di materiali combustibili;
- tipo di utilizzazione dell’ambiente;
- situazione organizzativa per quanto riguarda la protezione antincendio (adeguati mezzi di
segnalazione ed estinzione incendi, piano di emergenza e sfollamento, addestramento del
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personale, distanza del più vicino distaccamento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco,
esistenza di Vigili del Fuoco aziendali ecc.).
Tali parametri devono essere opportunamente esaminati nel più vasto ambito della valutazione dei
rischi e della prevenzione incendi.
In generale, in assenza di valutazioni eseguite nel rispetto di quanto indicato, gli ambienti dove si
svolgono le attività elencate nel D.P.R. 151/2011, i cui progetti sono soggetti all'esame e parere
preventivo dei comandi provinciali dei vigili del fuoco ed il cui esercizio è soggetto a visita e controllo
ai fini del rilascio del “Certificato di prevenzione incendi”, sono considerati ambienti a maggior
rischio in caso di incendio. In generale, gli ambienti dove non si svolgono le attività elencate nel
D.P.R. 151/2011, non sono ambienti a maggior rischio in caso di incendio; tuttavia essi possono
essere ambienti a maggior rischio in caso di incendio se si verificano le condizioni descritte dall’art.
751.03.1.1 (CEI 64-8), ad esempio luoghi soggetti a specifiche prescrizioni dei VV.F.
Al fine di definire le caratteristiche dell’impianto elettrico, detti ambienti sono raggruppati come
indicato negli artt. 751.03.2, 751.03.3 e 751.03.4 (CEI 64-8).
5.3 SEZIONE BENZINE
Il presente capitolo viene elaborato allo scopo di definire la classificazione dei luoghi pericolosi per
travaso e distribuzione di benzine per autotrazione (Liquidi di categoria A– D.M. 31.07.1934)
I serbatoi, gli erogatori ed i terminali dei tubi di equilibrio relativi al Gasolio sono esclusi dalla
presente classificazione, facendo riferimento alla norma CEI 64-8 – Parte 7 (Luoghi a maggior rischio
in caso di incendio).
L’impianto in oggetto sarà realizzato in pieno allineamento con i dettami dal D.M. 31.07.1934 e sue
modifiche ed integrazioni ed in particolare:
- l'impianto sarà dotato di sistema di recupero dei vapori per le benzine di tipo dedicato;
- lo scarico all'interno dei serbatoi avverrà con sistema di ciclo chiuso;
- tutte le tubazioni saranno interrate e realizzate in acciaio zincato tipo mannesman saldato
o filettato o in polietilene ad alta densità con giunzioni termosaldate;
- tutte le valvole e le apparecchiature saranno idonee all'utilizzo in presenza di idrocarburi
e (ove necessario) saranno del tipo approvato dal M.I. o dotate di marchiatura Atex tutte
le apparecchiature verranno poste in opera da personale specializzato.
Le sorgenti di emissione (SE) considerate sono di grado continuo, primo e secondo.
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Componenti dell'impianto
- Colonnina erogatrice: sarà del tipo omologato dalla D.G.S.A. Del Ministero dell'Interno e
quindi gli impianti elettrici in essa contenuti sono conformi alla Norma UNI EN 13617-
1 “Requisiti di sicurezza per la costruzione e prestazioni dei distributori di carburante e
delle unità di pompaggio remote (la norma si applica ai distributori delle stazioni di
servizio, progettati per erogare combustibili liquidi nei serbatoi di veicoli a motore, barche
e aerei leggeri e in contenitori portatili, con una portata fino a 200 l/min, e destinati
all’utilizzo e allo stoccaggio a temperature comprese tra -20 °C e +40 °C) e saranno
installate all'aperto con condizioni di ventilazione senza impedimenti.
- Serbatoi: saranno installati interrati ad una profondità minima di mt. 1,00 misurata dalla
generatrice superiore al piano finito di campagna.
- Carico dei serbatoi: potrà avvenire o direttamente dal p.d.u. del serbatoio o da una
centralina di scarico centralizzato, in entrambi i casi con sistema a ciclo chiuso con attacchi
a vite per le tubazioni di carico e di ciclo chiuso.
Sorgenti di emissione e relative zone
Come indicato nella Norma CEI EN 60079-10 e nella guida CEI 31-35 e dalle indicazioni di servizio
sono state individuate le seguenti sorgenti di emissione:
- SE01: Parte idraulica dell'erogatore
- SE02: Sfiato del degasatore dell'erogatore
- SE03: Alloggio (sacca) portapistola di erogazione
- SE04: Pozzetto scarico benzine (serbatoio o scarico decentrato)
- SE05: Terminale tubazioni di equilibrio serbatoi benzine (Vent)
Sorgenti di emissione per distributori di benzina
n. Sorgente di emissione Attività ordinaria Attività occasionale
1 Trafilamenti interni dalla parte idraulica
dell'erogatore
X
2 Sfiato degasatore dell'erogatore X
3 Sacca pistola di erogazione X
4 Sfiato dai serbatoi per eccesso di recupero
vapori
X
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n. Sorgente di emissione Attività ordinaria Attività occasionale
5 Pozzetto di scarico benzina aperto oppure
pozzetto centralina di scarico aperto
X
6 Pozzetto chiuso X
7 Disoleatore acque di piazzale X
Dati della sostanza infiammabile
Denominazione della sostanza : Benzina per autotrazione
Densità relativa all’aria dei vapori : ≥ 2,5
Massa molare massima : M = 110 kg/kmol
Limite inferiore esplodibilità (LEL) : LEL % = 1,4% in volume = 0,0625 kg/m3
Temperatura di infiammabilità :
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Dati ambientali all’aperto
Ubicazione del distributore : all’aperto
Temperatura massima ambiente : Ta = 313,1 K (40,1 °C) – dato max Tabella GC.1
Pressione atmosferica : Pa = 101300 Pa
Velocità minima dell’aria : 0,5 m/s
Disponibilità della ventilazione : buona
Fattore di efficacia : f = 2 (ambiente aperto con presenza di qualche
impedimento alla libera circolazione dell’aria)
Riferimento
NORMA EUROPEA UNI EN 13617-1 “Requisiti di sicurezza per la costruzione e prestazioni dei
distributori di carburante e delle unità di pompaggio remote”.
Dalla norma europea di riferimento (art. 5) si identificano le seguenti aree pericolose:
SE01-SE02-SE03
Interno Colonnina
Grado di ventilazione basso
Grado di emissione secondo
Disponibilità della ventilazione scarsa
Valutazione della zona Zona 1
Dz distanza assunta (a) tutto il volume interno
Esterno Colonnina
Grado di ventilazione medio
Grado di emissione secondo
Disponibilità della ventilazione buona
Valutazione della zona Zona 2
Dz distanza assunta (a) 0,20 mt (orizzontale) 0,05 mt (verticale)
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12
Sfiato degasatore erogatore
Grado di ventilazione basso
Grado di emissione primo
Disponibilità della ventilazione buona
Valutazione della zona Zona 1
Dz distanza assunta (a) 0,10 mt
Alloggio (sacca) portapistola di erogazione (interno)
Grado di ventilazione basso
Grado di emissione primo
Disponibilità della ventilazione buona
Valutazione della zona Zona 1
Dz distanza assunta (a) intero volume portapistola
Alloggio (sacca) portapistola di erogazione (esterno)
Grado di ventilazione medio
Grado di emissione secondo
Disponibilità della ventilazione buona
Valutazione della zona Zona 2
Dz distanza assunta (a) 0,20 mt (orizzontale) 0,05 mt (verticale)
Classificazione del luogo pericoloso relativo al pozzetto scarico benzine
SE04
Il pozzetto considerato ha gli stessi valori di emissione e ventilazione risultati per l'erogatore, quindi
per analogia di valutazioni, si definisce la zona del pozzetto come segue:
Interno pozzetto
- Grado di ventilazione basso
- Grado di emissione secondo
- Disponibilità della ventilazione scarsa
- Valutazione della zona Zona 1
- Dz distanza assunta (a) tutto il volume interno
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Esterno pozzetto
- Grado di ventilazione medio
- Grado di emissione secondo
- Disponibilità della ventilazione buona
- Valutazione della zona Zona 2
- Dz distanza assunta (a) 0,20 mt (orizzontale) 0,05 mt (verticale)
Classificazione del luogo pericoloso relativa al terminale tubazioni di equilibrio serbatoi
benzine (Vent) con sistema per il recupero dei vapori
SE05
Caratteristiche della emissione
Il terminale delle tubazioni di equilibrio dei serbatoi per benzine è situato in luogo decentrato,
adeguatamente ventilato e ad un’altezza minima di 2,5 m e rivolto verso l’alto.
Esso è dotato di valvola a pressione/depressione, che consente la fuoriuscita di vapore solo nel caso
vi sia superamento delle pressioni di progetto.
Nelle condizioni più sfavorevoli ciascun erogatore collegato al serbatoio potrebbe riportare il 5% di
vapore in più del liquido prelevato creando di conseguenza una sovrappressione e quindi il
presupposto per l'emissione in caso di superamento della soglia di taratura della valvola pressione-
depressione.
La sovrappressione è dovuta alla presenza del sistema di recupero vapori durante le operazioni di
rifornimento.
Per il calcolo della pozza viene considerato:
SE : terminale tubazione equilibrio serbatoi benzine
Grado di emissione : secondo
Coefficiente di sicurezza : k = 0,5
Concentrazione di emissione : X = 40% = 0,4 p.u. (dati sperimentali)
Concentrazione iniziale di emissione : X0 = 50% emissione in fase esclusivamente gassosa
Stato : vapore
Direzione dell’emissione : verso l’alto
La portata degli erogatori in esame è pari a 40 dm3/min (6,67 x 10-4 m3/sec)
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Il fattore di contemporaneità considerato nel funzionamento dei distributori è 0,5 ed il totale della
possibile emissione è dunque:
Qg = x * k * n * 5 / 100 * p * ρgas
= 2,33 x 10-4 kg/sec
A favore della sicurezza si calcola una emissione dal terminale di equilibrio di 60 s al giorno.
Il tempo di emissione (te) inteso come tempo totale annuo di emissione risulta:
te = 60 x 365 = 21900 s = 6,1 h
Calcolo della distanza pericolosa dz
A questo punto si può calcolare la distanza pericolosa (dz) dalla SE, oltre la quale la concentrazione
del vapore infiammabile è inferiore a k x LEL (formula f.GB.5.1-4)
dz = kz * (42300 * Qg * fSE * / M * kdz * LELv * wa) 0,55
= 0,55 mt (si assume a=0,75 mt)
Valutazione di Vz e del tempo di persistenza t
Il volume Vz oltre il quale la concentrazione media del vapore è inferiore a 0,5 volte il LEL, viene
calcolato tramite la formula f.5.10.3-6, mentre la portata minima dell’aria di ventilazione si ricava
dalla formula f.5.10.3-1
(dV / dt)min= Qamin = [(dG / dt)max] / (k * LELv) *(Ta / 293) = Qg / (k * LELv) *(Ta / 293)
= 0,156 mc/s
Trattasi di un ambiente all’aperto con qualche impedimento alla libera circolazione d’aria, che può
ridurre in modo trascurabile la capacità di diluizione dell’atmosfera esplosiva, pertanto si assume
come fattore di efficacia f = 2
Il calcolo del Vz è dato da:
Vz = f (dv / dt)min / C0 = f (Qa min) C0
= 0,1 mc.
Il tempo di persistenza (t) richiesto per far scendere la concentrazione media da un valore iniziale X0
a k volte il LEL, dopo l’arresto dell’emissione, viene calcolato tramite la formula f.5.10.3-13
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t = -fSE / C0 * ln (k * LELv / X0)
= 26 sec.
Conclusioni
I terminali di equilibrio dei serbatoi sono lambiti dall’aria di ventilazione ambiente, con grado
MEDIO e disponibilità BUONA.
Tipi ed estensione della zona:
- emissione di secondo grado
- grado di ventilazione medio
- disponibilità di ventilazione buona
Il luogo pericoloso è completamente di zona 2.
Distanze di sicurezza relativamente alle aree pericolose
Attrezzatura Tipo di
Zona
Distanza di pericolo attività
ordinaria in cm
Distanza di pericolo
attività occasionale
cm
Erogatore Parte idraulica Z=1
Z=2
Interno erogatore
20 cm esterno erogatore,
orizzontalmente in tutte le
direzioni e verso il basso sino
alla proiezione al suolo
5 cm. Esterno erogatore nella
parte superiore
Sfiato
degasatore
Z=1 10 cm semisfera esterna a filo
dell'erogatore
Sacca porta
pistola
Z=1
Z=2
Interno Sacca
20 cm esterno intorno alla
sacca porta pistola in tutte le
direzioni
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Attrezzatura Tipo di
Zona
Distanza di pericolo attività
ordinaria in cm
Distanza di pericolo
attività occasionale
cm
Stoccaggio Sfiato serbatoi
per eccesso
recupero vapori
Z=2 75 cm in esterno, sfera con il
centro posizionato nel punto di
sfiato
Pozzetto scarico
benzina
(chiuso)
Z=1
Z=2
Interno pozzetto
20 cm esterno orizzontalmente
intorno ai lati del pozzetto
10 cm in verticale sopra il
pozzetto
Pozzetto solo
passo d'uomo
Z=1 Interno pozzetto
Disoleatore Pozzetto di
sfioro
Z=1
Z=2
Interno pozzetto
20 cm intorno al perimetro del
pozzetto
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Scelta delle costruzioni elettriche
Al fine di poter scegliere le costruzioni elettriche idonee per luoghi pericolosi è necessario avere le
seguenti informazioni:
- Classificazione dei luoghi pericolosi
- Classe di temperatura o temperatura di accensione del gas o vapore interessato
conformemente a quanto di seguito riportato
- Dove applicabile, la classificazione del gas o vapore in relazione al gruppo o sottogruppo
delle costruzioni elettriche
- Influenze esterne e temperature ambiente
Scelta delle costruzioni elettriche in base alle zone
Costruzioni e circuiti elettrici possono essere impiegati in zona = se sono in accordo con la Norma
EN 50020 (categoria “ia” - sicurezza intrinseca).
Costruzioni elettriche per uso in zona 1
In zona 1 possono essere impiegate costruzioni elettriche per zona = o costruzioni con uno o più dei
seguenti modi di protezione:
- Custodie a prova di esplosione “d” secondo la EN 50018
- Costruzioni a sovrappressione interna “p” secondo la EN 50016
- Riempimento con sabbia “q” secondo la EN 50017
- Immersione in olio “o” secondo la EN 50015
- Sicurezza aumentata “e” secondo la EN 50019
- Sicurezza Intrinseca “i” secondo la EN 50020
- Incapsulamento “m secondo la EN 50028
Costruzioni elettriche per uso in zona 2
Le seguenti costruzioni elettriche possono essere installate in zona 2:
a. costruzioni elettriche per le zone 0 e 1
b. costruzioni elettriche progettate specificatamente per la zona 2 (per esempio con modo di
protezione “n” secondo la IEC 60079-15)
c. costruzioni elettriche conformi alle prescrizioni di una norma riconosciuta relativa a
costruzioni industriali che non hanno, durante il funzionamento normali, superfici calde in
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grado di provocare accensioni e, non producono, durante il funzionamento normale, archi o
scintille, oppure durante il funzionamento normale producono archi o scintille ma, sempre nel
funzionamento normale, i valori dei parametri elettrici (U, I, L e C) nel circuito (compresi i
cavi) non superano quelli specificati nella Norma EN 50020 con un fattore di sicurezza uguale
a 1. La valutazione deve essere fatta in conformità con le indicazioni relative agli apparecchi
e ai circuiti a limitazione di energia fornite dalla Norma IEC 60079-15.
Scelta in relazione alla temperatura di accensione del gas o del vapore
La costruzione elettrica deve essere scelta in modo tale che la massima temperatura superficiale della
stessa non raggiunga la temperatura di accensione di qualsiasi gas o vapore che può essere presente.
I simboli per le classi di temperatura, che possono essere riportati sulla costruzione elettrica, hanno il
significato di cui alla tabella seguente:
Classe di temperatura della
costruzione elettrica
Massima temperatura superficiale
della costruzione elettrica
Temperatura di accensione del
gas o del vapore
T1 450 °C >450 °C
T2 300 °C >300 °C
T3 200 °C >200 °C
T4 135 °C >135 °C
T5 100 °C >100 °C
T6 85 °C >85 °C
Dati della sostanza combustibili Gasolio
(tabella GA-2 pos. 204 – Norma CEI 31-35 fascicolo 8705)
Denominazione della sostanza : Gasolio
Densità relativa all’aria dei vapori : ≥ 3.5
Limite inferiore esplodibilità (LEL) : LEL % = 1 % in volume
Limite superiore esplodibilità (UEL) : LEL % = 6 % in volume
Temperatura di infiammabilità : 55-65 °C
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(tabella GA-2 pos. 204 – Norma CEI 31-35 fascicolo 8705)
Temperatura di accensione : 330 °C
Classificazione parte idraulica dell’erogatore
Le SE interne alla colonnina erogatrice di gasolio autotrazione determinano un ambiente a maggior
rischio in caso di incendio estesa a tutto il volume interno al corpo dell’erogatore ed al pozzetto
sottostante in caso questo non risulti riempito di sabbia.
Classificazione luogo pericoloso relativo al pozzetto passo d’uomo serbatoi interrati
Le SE contenute nel pozzetto p.d.u. determinano un ambiente a maggior rischio in caso di incendio
esteso a tutto il volume del pozzetto.
Non sono considerati ambienti a maggior rischio in caso di incendio le aree circostanti le tubazioni
di equilibrio.
6. QUALITA’ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
Tutti i componenti più significativi d'impianto, oltre a presentare le caratteristiche prescritte nel
presente progetto, dovranno essere forniti di Marchio Italiano di Qualità e corrispondere alle Tabelle
di Unificazione UNI-UNEL.
Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici devono essere adatti all'ambiente in
cui sono installati e devono avere caratteristiche tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive,
termiche o dovute all'umidità alle quali possono essere esposti durante l'esercizio.
Per i materiali la cui provenienza è prescritta dalle condizioni del capitolato d'appalto, potranno pure
essere richiesti i campioni.
E' raccomandata nella scelta dei materiali, la preferenza ai prodotti nazionali. Tutti gli apparecchi
devono riportare dati di targa ed eventuali indicazioni d'uso utilizzando la simbologia del CEI e la
lingua Italiana.
7. TIPOLOGIA DELLE INSTALLAZIONI
INSTALLAZIONE NELLE AREE NON CLASSIFICATE
Nelle aree non classificate dovrà essere prevista la posa delle seguenti apparecchiature elettriche:
- Cavi uni/multipolari con isolamento in gomma G16
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- Tubazioni in acciaio zincato leggero o in PVC complete di giunzioni e raccordi
- Cassette di derivazione in alluminio pressofuso o in PVC dotate di eventuali morsettiere,
pressacavi e raccordi per tubazioni
- Prese di corrente e apparecchi di comando in contenitori di resina autoestinguente
- Corpi illuminanti led per l’illuminazione ordinaria
- Corpi illuminanti led autoalimentati con autonomina min. 60’ per l’illuminazione di
emergenza/sicurezza
Il grado di protezione degli impianti sarà IP65 in funzione delle attività svolte.
8. PRESCRIZIONI PER LA SICUREZZA (CEI 64/8 PARTE 4 CAP. 41 SEZ.
410)
8.1 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI ED INDIRETTI –
GENERALITÀ
La protezione contro i contatti diretti e indiretti deve essere ottenuta applicando in modo appropriato
le misure specificate nelle seguenti sezioni della norma CEI 64/8 Parte 4 Cap.41:
- 411, per la protezione combinata contro i contatti diretti ed indiretti
- 412, per la protezione contro i contatti diretti
- 413, per la protezione contro i contatti indiretti
8.2 OMISSIONE DELLA PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
La protezione contro i contatti indiretti può essere omessa per i seguenti casi:
- mensole a muro per isolatori di linee aeree, compresi i relativi accessori, se situate fuori
portata di mano;
- pali di cemento armato con armatura metallica non accessibile;
- masse che per le loro ridotte dimensioni (approssimativamente 50 mm x 50 mm) oppure
per la loro disposizione, non possono venire afferrate o determinare un contatto con una
parte significativa del corpo umano, essendo la connessione con un conduttore di
protezione eseguibile con difficoltà e poco affidabile.
Per la scelta delle misure di protezione negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio si
applicano le prescrizioni della Sezione 751 della Parte 7 della norma CEI 64-8.
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Nel presente progetto si prevede in particolare l’adozione delle misure di protezione a seguito
descritte.
8.3 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI (CEI 64/8 PARTE 4 CAP. 41
SEZ. 411)
PROTEZIONE MEDIANTE BASSISSIMA TENSIONE: SELV E PELV
La protezione combinata contro i contatti diretti e indiretti è considerata assicurata quando:
- la tensione nominale non supera 50 V, valore efficace in c.a., e 120 V in c.c. non ondulata
(vedere Nota a 411.1.4.3);
- l’alimentazione proviene da una delle sorgenti elencate in 411.1.2;
- sono soddisfatte le condizioni di cui in 411.1.3 ed, inoltre, quelle di cui in 411.1.4 per i circuiti SELV, oppure quelle di cui in 411.1.5 per i circuiti PELV.
NOTA 1: Se il sistema è alimentato da un sistema a tensione più elevata tramite, per es.,
autotrasformatori, potenziometri, dispositivi a semiconduttori, ecc., il circuito secondario è da
considerare un’estensione del circuito primario e deve essere protetto mediante le misure di
protezione applicate al circuito primario.
NOTA 2: Per alcuni ambienti o applicazioni particolari a maggior rischio sono richiesti, nella Parte
7, limiti di tensione più bassi.
La parti attive dei circuiti SELV e PELV devono essere separate le une dalle altre, dai circuiti FELV
e da circuiti a tensione più elevata mediante separazione di protezione in accordo con l’art.411.1.3.2.
NOTA 1: Questa prescrizione non esclude il collegamento a terra del circuito PELV.
NOTA 2: In particolare, è necessario assicurare una separazione di protezione tra le parti attive di
apparecchi elettrici quali relè, contattori, interruttori ausiliari, e qualsiasi parte di un circuito a
tensione più elevata. La separazione di protezione tra due circuiti consiste in un isolamento doppio
rinforzato oppure in uno schermo metallico tra due circuiti, collegato a terra.
NOTA 3: Le prescrizioni fondamentali per una protezione di separazione delle parti attive dei circuiti
SELV da quelle dei circuiti PELV e da quelle di altri circuiti, per es. all’interno di un componente
elettrico, sono date nella Norma CEI 0-13.
La separazione di protezione tra i conduttori dei circuiti di ogni sistema SELV e PELV ed i conduttori
di qualsiasi altro circuito deve essere realizzata ricorrendo ad uno dei seguenti metodi:
- mediante conduttori separati materialmente;
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- con i conduttori dei circuiti SELV e PELV muniti, oltre che del loro isolamento principale,
di una guaina isolante;
- con i conduttori dei circuiti a tensione diversa separati da uno schermo o da una guaina
metallici messi a terra.
NOTA: Nei casi precedenti è sufficiente sia assicurato, per ciascun conduttore, l’isolamento
principale richiesto per la tensione nominale del circuito di cui il conduttore fa parte.
Circuiti a tensione diversa possono essere contenuti in uno stesso cavo multipolare o in uno stesso
raggruppamento di cavi, a condizione che i conduttori dei circuiti SELV e PELV siano isolati,
nell’insieme od individualmente, per la massima tensione presente.
Prescrizioni riguardanti solo i circuiti SELV
Le parti attive dei circuiti SELV non devono essere collegate a terra e neppure a parti attive od a
conduttori di protezione che facciano parte di altri circuiti.
Le masse non devono essere intenzionalmente collegate:
- a terra;
- a conduttori di protezione od a masse di altri circuiti elettrici;
- a masse estranee.
NOTA: Se è probabile che le masse dei circuiti SELV possano entrare in contatto, in modo non
intenzionale, con le masse di altri circuiti, la protezione contro i contatti diretti e indiretti non dipende
più unicamente dalla protezione a mezzo SELV, ma dalla misura di protezione alla quale queste
ultime masse sono soggette.
Se la tensione nominale supera 25 V, valore efficace in c.a., oppure 60 V, in c.c. non ondulata, la
protezione contro i contatti diretti deve essere assicurata da:
- barriere od involucri aventi un grado di protezione non inferiore a IPXXB, oppure
- un isolamento in grado di sopportare una tensione di prova di 500 V, valore efficace per 1
minuto, o in accordo con le relative norme di prodotto.
Se la tensione nominale non supera 25 V, valore efficace in c.a., oppure 60 V, in c.c. non ondulata,
la protezione contro i contatti diretti è generalmente assicurata; le condizioni di influenze esterne che
si riscontrano negli ambienti e nelle applicazioni particolari descritti nella Parte 7 la rendono tuttavia,
in certi casi, necessaria.
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NOTA: Una tensione in c.c. è ritenuta convenzionalmente non ondulata quando:
- l’ondulazione sinusoidale non è superiore al 10% in valore efficace, oppure
- l’ondulazione non sinusoidale presenta un valore massimo di picco non superiore a 140 V
per un sistema in c.c. con tensione nominale di 120 V, o analogamente 70 V per un sistema
in c.c. con tensione nominale di 60 V.
8.4 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI (CEI 64/8 PARTE 4 CAP. 41
SEZ. 412)
PROTEZIONE MEDIANTE ISOLAMENTO DELLE PARTI ATTIVE
L’isolamento è destinato ad impedire qualsiasi contatto con parti attive.
Le parti attive devono essere completamente ricoperte con un isolamento che possa essere rimosso
solo mediante distruzione.
L’isolamento dei componenti elettrici costruiti in fabbrica deve soddisfare le relative Norme.
Per gli altri componenti elettrici la protezione deve essere assicurata da un isolamento tale da resistere
alle influenze meccaniche, chimiche, elettriche e termiche alle quali può essere soggetto
nell’esercizio.
NOTA 1: Vernici, lacche, smalti e prodotti similari da soli non sono in genere considerati idonei per
assicurare un adeguato isolamento per la protezione contro i contatti diretti.
NOTA 2: Quando l’isolamento è applicato all’atto dell’installazione, la qualità dell’isolamento deve
in caso di dubbio essere confermata da prove simili a quelle che assicurano la qualità dell’isolamento
di componenti similari costruiti in fabbrica.
PROTEZIONE MEDIANTE INVOLUCRI O BARRIERE
Le barriere o gli involucri sono destinati ad impedire il contatto con parti attive.
Le parti attive devono essere poste entro involucri o dietro barriere tali da assicurare almeno il grado
di protezione IPXXB; si possono avere tuttavia aperture più grandi durante la sostituzione di parti,
come nel caso di alcuni portalampade o fusibili, o quando esse siano necessarie per permettere il
corretto funzionamento di componenti elettrici in accordo con le prescrizioni delle relative Norme.
Le aperture devono essere piccole, compatibilmente con le prescrizioni per il corretto funzionamento
e per la sostituzione di una parte.
Le superfici superiori orizzontali delle barriere o degli involucri che sono a portata di mano devono
avere un grado di protezione non inferiore a IPXXD.
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Le barriere e gli involucri devono essere saldamente fissati ed avere una sufficiente stabilità e durata
nel tempo in modo da conservare il richiesto grado di protezione ed una conveniente separazione
dalle parti attive, nelle condizioni di servizio prevedibili, tenuto conto delle condizioni ambientali.
La chiave si intende in esemplare unico od in numero limitato, ed affidata a personale addestrato.
Quando degli apparecchi utilizzatori o dei motori non siano stati installati o siano stati rimossi, le
estremità dei conduttori non utilizzati devono venire protette con isolamenti o con involucri o barriere
aventi caratteristiche equivalenti a quelle richieste dalla Sezione 412 della norma CEI 64-8.
PROTEZIONE MEDIANTE OSTACOLI O DISTANZIAMENTO
La misure di protezione contro i contatti diretti mediante ostacoli (art. 412.3 - CEI 64-8) o mediante
distanziamento (art. 412.4 - CEI 64-8) non è ammessa.
PROTEZIONE ADDIZIONALE MEDIANTE INTERRUTTORI DIFFERENZIALI
L’uso di interruttori differenziali con corrente differenziale di intervento non superiore a 30 mA, pur
permettendo di eliminare gran parte dei rischi dovuti ai contatti diretti, non è riconosciuto quale
misura di protezione completa contro questi contatti, anche perché non permette di evitare gli
infortuni, d’altronde molto rari, provocati dal contatto simultaneo con due parti attive del circuito
protetto che si trovino a potenziali differenti.
Si deve notare che l’uso di questi interruttori differenziali permette di ottenere la protezione contro i
contatti indiretti in condizioni di messa a terra molto mediocri ed assicura anche, quando richiesta,
una migliore protezione contro gli incendi, con la rivelazione di eventuali difetti di isolamento che
diano luogo a piccole correnti verso terra.
8.5 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI (CEI 64/8 PARTE 4 CAP.
41 SEZ. 413)
PROTEZIONE MEDIANTE INTERRUZIONE AUTOMATICA DELL'ALIMENTAZIONE
Un dispositivo di protezione deve interrompere automaticamente l’alimentazione al circuito od al
componente elettrico, che lo stesso dispositivo protegge contro i contatti indiretti, in modo che, in
caso di guasto, nel circuito o nel componente elettrico, tra una parte attiva ed una massa o un
conduttore di protezione, non possa persistere, per una durata sufficiente a causare un rischio di effetti
fisiologici dannosi in una persona in contatto con parti simultaneamente accessibili, una tensione di
contatto presunta superiore alla tensione di contatto limite convenzionale (vedere Note 1 e 3).
Tuttavia, indipendentemente dalla tensione di contatto, in alcune circostanze è permesso un tempo di
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interruzione, il cui valore dipende dal tipo di sistema, non superiore a 5 s (art. 413.1.3.5) oppure ad 1
s (art. 413.1.4.2).
NOTA 1: I valori della tensione di contatto limite convenzionale UL (art. 22.4) sono 50 V in c.a. e
120 V in c.c. non ondulata per gli ambienti ordinari, mentre negli impianti o parti di impianto
corrispondenti alla sezione della Parte 7 (Sezioni 704, 705 e 710) della norma CEI 64-8 la tensione
di contatto limite convenzionale UL sono pari a 25 V in c.a. o a 60 V in c.c. non ondulata.
NOTA 2: Il termine “non ondulata” è convenzionalmente definito nella nota di 411.1.4.3.
NOTA 3: Valori del tempo di interruzione e di tensione (compresa UL) inferiori possono essere
richiesti per impianti o luoghi speciali in accordo con le Sezioni corrispondenti della Parte 7 e con
l’art. 481.3.
NOTA 4: Le prescrizioni di questo articolo si applicano ad impianti alimentati con frequenze
comprese tra 15 Hz e 1000 Hz c.a. e con c.c. non ondulata.
NOTA 5: Per i Sistemi IT l’interruzione automatica non è in genere richiesta quando si presenta il
primo guasto (413.1.5).
In assenza di indicazioni più precise ad RE può essere dato il valore di 10Ω (413.1.3.7 – CEI 64-8).
Sistemi TT
Tutte le masse protette contro i contatti indiretti dallo stesso dispositivo di protezione devono essere
collegate allo stesso impianto di terra.
Il punto neutro o, se questo non esiste, un conduttore di linea, di ogni trasformatore o di ogni
generatore, deve essere collegato a terra, in modo da permettere l’interruzione dell’alimentazione al
primo guasto franco su una massa collegata al dispersore di resistenza di terra RE, 413.1.4.2.
Nei sistemi TT si devono utilizzare dispositivi di protezione a corrente differenziale.
Deve essere soddisfatta la seguente condizione:
RE x Idn ≤ UL
dove:
RE è la la resistenza del dispersore in ohm;
Idn è la corrente nominale differenziale in ampere.
UL è la tensione di contatto limite convenzionale.
NOTA: I valori della tensione di contatto limite convenzionale UL (art. 22.4) sono 50 V in c.a. e 120
V in c.c. non ondulata per gli ambienti ordinari, mentre negli impianti o parti di impianto
corrispondenti alla sezione della Parte 7 (Sezioni 704, 705 e 710) della norma CEI 64-8 la tensione
di contatto limite convenzionale UL sono pari a 25 V in c.a. o a 60 V in c.c. non ondulata.
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Per ottenere selettività con i dispositivi di protezione a corrente differenziale nei circuiti di
distribuzione è ammesso un tempo di interruzione non superiore a 1 s.
NOTA: La protezione contro i contatti indiretti è assicurata anche quando l’impedenza di guasto non
sia trascurabile.
8.6 PROTEZIONE DELLE CONDUTTURE CONTRO LE SOVRACORRENTI
(CEI 64/8 PARTE 4 CAP. 41 SEZ. 431)
GENERALITÀ
I conduttori attivi devono essere protetti da uno o più dispositivi che interrompono automaticamente
l'alimentazione quando si produce un sovraccarico (Sezione 433) o un cortocircuito (Sezione 434),
con l'eccezione del caso in cui la sovracorrente sia limitata in accordo con la Sezione 436. Le
protezioni contro i sovraccarichi e contro i cortocircuiti devono inoltre essere coordinate in accordo
con la sezione 435.
I conduttori attivi protetti contro i sovraccarichi in accordo con la Sezione 433 sono considerati
protetti anche contro guasti che siano tali da dare luogo a sovracorrenti aventi valori dello stesso
ordine di grandezza di quelli dei sovraccarichi.
Per le condizioni di applicazione, vedere la sezione 473.
La protezione dei cavi flessibili a posa fissa ma movimentati durante l'uso rientra nell'oggetto del
presente Capitolo.
I cavi flessibili utilizzati per alimentare componenti elettrici od apparecchi utilizzatori collegati per
mezzo di prese a spina agli impianti fissi non sono necessariamente protetti contro i sovraccarichi; la
protezione di tali cavi contro i cortocircuiti è allo studio.
NATURA DEI DISPOSITIVI
I dispositivi di protezione devono essere scelti tra quelli indicati negli articoli da 432.1 a 432.3 della
norma CEI 64-8.
DISPOSITIVI CHE ASSICURANO LA PROTEZIONE SIA CONTRO I SOVRACCARICHI
SIA CONTRO I CORTOCIRCUITI
Questi dispositivi di protezione devono essere in grado di interrompere qualsiasi sovracorrente, sino
alla corrente di cortocircuito presunta nel punto in cui i dispositivi sono installati, tenuto conto del
paragrafo 434.3.1. Essi devono soddisfare le prescrizioni della Sezione 433.
Tali dispositivi di protezione possono essere:
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- interruttori automatici provvisti di sganciatori di sovracorrente
- interruttori combinati con fusibili
- fusibili
Il fusibile comprende tutte le parti che formano il dispositivo di protezione completo.
L'utilizzo di un dispositivo di protezione avente un potere di interruzione inferiore al valore della
corrente di cortocircuito presunta nel suo punto di installazione è soggetto alle prescrizioni
dell'articolo 434.3.1.
DISPOSITIVI CHE ASSICURANO SOLO LA PROTEZIONE CONTRO I
SOVRACCARICHI
Sono dispositivi di protezione con una caratteristica di funzionamento generalmente a tempo inverso,
il cui potere di interruzione può essere inferiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto in
cui essi sono installati. Questi dispositivi devono soddisfare le prescrizioni della Sezione 433.
DISPOSITIVI CHE ASSICURANO SOLO LA PROTEZIONE CONTRO I
CORTOCIRCUITI
Questi dispositivi possono essere utilizzati quando la protezione contro i sovraccarichi sia ottenuta
con altri mezzi o quando, in accordo con le prescrizioni della Sezione 473, la protezione contro i
sovraccarichi possa o debba venire omessa. Essi devono essere in grado di interrompere ogni corrente
di cortocircuito inferiore od uguale alla corrente di cortocircuito presunta e devono soddisfare le
prescrizioni della Sezione 434.
Tali dispositivi possono essere:
- interruttori automatici con sganciatori di sovracorrente
- fusibili, di tipo gG od aM
CARATTERISTICHE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
Le caratteristiche tempo/corrente dei dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere
in accordo con quelle specificate nelle Norme CEI relative ad interruttori automatici ed a fusibili di
potenza.
L'utilizzo di altri dispositivi di protezione non è escluso a condizione che le loro caratteristiche
tempo/corrente assicurino la protezione specificata nel presente Capitolo.
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8.7 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI SOVRACCARICO (CEI 64/8
PARTE 4 CAP. 41 SEZ. 433)
GENERALITÀ
Devono essere previsti dispositivi di protezione per interrompere le correnti di sovraccarico dei
conduttori del circuito prima che tali correnti possano provocare un riscaldamento nocivo
all'isolamento, ai collegamenti, ai terminali o all'ambiente circondante le condutture.
COORDINAMENTO TRA CONDUTTORI E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
Le caratteristiche di funzionamento di un dispositivo di protezione delle condutture contro i
sovraccarichi devono rispondere alle seguenti due condizioni:
1) Ib ≤ In ≤ Iz
2) If ≤ 1,45 Iz
dove:
Ib è la corrente di impiego del circuito
Iz è la portata in regime permanente della conduttura (Sezione 523);
In è la corrente nominale del dispositivo di protezione.
NOTA: Per i dispositivi di protezione regolabili la corrente nominale In è la corrente di regolazione
scelta.
If è la corrente che assicura l'effettivo funzionamento del dispositivo di protezione entro il tempo
convenzionale in condizioni definite.
8.8 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI CORTOCIRCUITO (CEI 64/8
PARTE 4 CAP. 41 SEZ. 434)
GENERALITÀ
La presente sezione considera solo il caso di cortocircuiti tra i conduttori di uno stesso circuito.
Devono essere previsti dispositivi di protezione per interrompere le correnti di cortocircuito dei
conduttori del circuito prima che tali correnti possano diventare pericolose a causa degli effetti termici
e meccanici prodotti nei conduttori e nelle connessioni.
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CARATTERISTICHE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE CONTRO I CORTOCIRCUITI
Il potere di interruzione non deve essere inferiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di
installazione. E' tuttavia ammesso l'utilizzo di un dispositivo di protezione con potere di interruzione
inferiore se a monte è installato un altro dispositivo avente il necessario potere di interruzione. In
questo caso le caratteristiche dei due dispositivi devono essere coordinate in modo che l'energia che
essi lasciano passare non superi quella che può essere sopportata senza danno dal dispositivo situato
a valle e dalle condutture protette da questi dispositivi.
In alcuni casi può essere necessario prendere in considerazione, per i dispositivi situati a valle, altre
caratteristiche, quali le sollecitazioni dinamiche e l'energia d'arco.
Le informazioni necessarie devono essere ottenute dai costruttori di questi dispositivi.
Tutte le correnti provocate da un cortocircuito che si presenti in un punto qualsiasi del circuito devono
essere interrotte in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla temperatura limite
ammissibile.
Per i cortocircuiti di durata non superiore a 5 s, il tempo t necessario affinché una data corrente di
cortocircuito porti i conduttori dalla temperatura massima ammissibile in servizio ordinario alla
temperatura limite può essere calcolato, in prima approssimazione, con la formula:
√t = K x S/I
dove:
t è la durata in secondi
S è la sezione in mm²;
I è la corrente effettiva di cortocircuito in ampere, espressa in valore efficace;
K = 115 per i conduttori in rame isolati con PVC;
143 per i conduttori in rame isolati con gomma etilenpropilenica e propilene reticolato;
74 per i conduttori in alluminio isolati con PVC;
87 per i conduttori in alluminio isolati con gomma ordinaria, gomma butilica, gomma
etilenpropilenica o propilene reticolato;
115 corrispondente ad una temperatura di 160 °C, per le giunzioni saldate a stagno tra conduttori
in rame.
Note:
1) Per durate molto brevi (< 0,1 s) dove l'asimmetria della corrente è notevole e per i dispositivi di
protezione limitatori di corrente, K2 S2 deve essere superiore al valore dell'energia (I2 t) indicata
dal costruttore del dispositivo di protezione come quella lasciata passare da questo dispositivo.
2) Altri valori di k sono allo studio per:
- conduttori di piccola sezione (in particolare per sezioni inferiori a 10 mm2);
- durata del cortocircuito superiori a 5 s
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- altri tipi di giunzioni tra conduttori;
- conduttori nudi;
- cavi con isolamento minerale
3) La corrente nominale del dispositivo di protezione contro i cortocircuiti può essere superiore alla
portata dei conduttori del circuito.
8.9 SELETTIVITÀ
Allo scopo di ottenere una sempre maggiore affidabilità e continuità di servizio, i dispositivi di
protezione dell’impianto elettrico saranno scelti e coordinati per garantire un’efficace selettività
dell’impianto.
Con ciò si dovrà garantire di poter escludere dall’impianto, in caso di guasto, soltanto il circuito, la
linea o la parte d’impianto che sarà interessata dal guasto, cioè, non dovranno essere poste fuori
servizio anche le rimanenti parti dell’impianto che non saranno state interessate dal guasto stesso.
Pertanto, il coordinamento delle protezioni sarà tale che, in caso di guasto, interverrà solo il
dispositivo posto immediatamente a monte del punto in cui lo stesso sarà avvenuto.
Per conseguire tale obiettivo sarà necessario prevedere che ciascun interruttore di alimentazione, in
derivazione da ogni quadro, sia provvisto del relativo dispositivo di protezione.
La selettività sarà garantita per ogni valore di sovracorrente che si verificherà sull’impianto.
La selettività sarà garantita sia a livello di sovraccarico sia a livello di corto circuito.
Le correnti nominali dei relè magnetici e, quando necessario, degli interruttori posti a monte e a valle
di un circuito avranno valori diversi e compatibili tra loro per assicurare la selettività necessaria.
I dispositivi di protezione per il corto circuito, per consentire un affinamento dei limiti di selettività,
potranno essere anche del tipo regolabile.
Nei casi in cui il dispositivo amperometrico non potrà garantire la selettività in modo completo, si
potrà ricorrere anche all’uso della selettività cronometrica. A tale scopo, il relè magnetico posto a
monte sarà provvisto del dispositivo cronometrico regolabile.
Saranno utilizzati, altresì, interruttori di tipo selettivo, provvisti di ritardo intenzionale con più gradi
di selettività, e dispositivi di protezione di tipo elettronico e/o provvisti di microprocessore.
Le curve d’intervento dei dispositivi di protezione degli interruttori saranno scelte anche in funzione
della specificità degli impianti utilizzatori che alimenteranno.
Non sarà ammessa la protezione serie o di back-up.
La selettività sarà prevista anche per gli impianti, le linee di distribuzione e i circuiti che prevedranno
l’utilizzazione di dispositivi di protezione a corrente differenziale contro i guasti a terra.
Il valore della corrente differenziale sarà regolabile e con essa anche il tempo d’intervento. In questo
caso il dispositivo a corrente differenziale sarà integrato con un dispositivo cronometrico regolabile.
Il ritardo cronometrico sarà previsto per gli interruttori scatolati o di tipo aperto provvisti di toroidi
inseriti nel dispositivo stesso o sul cavo di partenza.
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La selettività sarà garantita anche per i circuiti terminali e per i bassi valori di corrente differenziale,
utilizzando interruttori modulari per i quali siano stati attuati, in sede costruttiva, il coordinamento
dei tempi di intervento per correnti differenziali differenti (in genere la differenza di corrente che
garantisce la selettività è data da un K=3÷10; ad esempio dispositivo a valle con Id=0,3A e dispositivo
a monte con Id=3A).
Il dispositivo situato a valle sarà di tipo generale G e il dispositivo a monte di tipo selettivo S.
Negli impianti che necessiteranno, per la protezione contro i contatti indiretti, di dispositivi di
protezione a corrente differenziale e nei quali saranno utilizzate apparecchiature che, in caso di guasto
nel loro interno, potranno generare correnti differenziali verso terra di tipo pulsante e di tipo continuo,
non rilevabili dai normali relè differenziali di tipo “AC”, sarà prevista, per la protezione contro i
contatti indiretti, l’utilizzazione dei relè differenziali di tipo “A” e di tipo “B”, a seconda delle
caratteristiche intrinseche delle dette apparecchiature.
9. CAVI E CONDUTTORI
Tutti i cavi dovranno essere scelti in relazione al loro impiego secondo le prescrizioni contenute
all’interno degli elaborati grafici ed al capitolato tecnico prestazionale di progetto.
La maggior parte dei cavi indicati negli elaborati di progetto per il trasporto di energia, comando e
segnalazione dovrà essere del tipo FG16M16 o FG16OM16 0,6/1kV.
Per alcune applicazioni speciali (ad esempio circuiti di sicurezza e privilegiati) si prescrive l’utilizzo
di cavo con guaina resistente al fuoco tipo FG18(O)M16 0,6/1kV.
La tipologia FG16OH2M16 è utilizzata per lo scambio di segnali tra gli erogatori e i sistemi di
controllo e gestione del rifornimento (monitoraggio quantità erogata e relativo importo).
Per le linee composte da corde unipolari si prescrive che tutti i conduttori che compongono ogni
singola linea, siano graffati fra loro e riconosciuti con apposita targhetta indicatrice. Per i dettagli
sulla formazione e tipologia per ogni circuito si rimanda alla consultazione degli schemi elettrici di
progetto.
Tutti i cavi devono essere isolati per la tensione massima tra i conduttori posati nello stesso tubo o
canale. Le tubazioni interrate devono far capo a pozzetti di ispezione di adeguate dimensioni dotate
di robusti chiusini specie per le aree carrabili. Le condutture non devono essere posate in prossimità
di tubazioni che producano calore, fumi o vapori. Ogni conduttura, nell'attraversare pareti o solai di
compartimentazione al fuoco non deve modificarne le caratteristiche in termini di resistenza al fuoco
(REI).
INDIVIDUAZIONE DEI CONDUTTORI
I cavi saranno contrassegnati con etichette, in partenza da ogni quadro di distribuzione e in
corrispondenza dell’utenza alimentata, in modo da individuare prontamente il servizio e la funzione
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cui appartengono; l'individuazione potrà essere effettuata con codice alfanumerico e con dicitura
desunta dal quadro elettrico.
Non sono ammesse identificazioni con scritte a mano libera sui conduttori.
MODALITÀ DI POSA DEI CONDUTTORI
I conduttori per la distribuzione in bassa tensione dovranno essere disposti nelle tubazioni o
canalizzazioni predisposte in maniera ordinata e ben fissati agli stessi con fascette in materiale
plastico. I circuiti con conduttori in parallelo per fase dovranno essere disposti in modo simmetrico
rispetto al centro ideale del fascio di cavi.
COLORAZIONE DEI CONDUTTORI
Per quanto riguarda la colorazione dei conduttori, essa dovrà essere diversificata, in relazione alle
classi di appartenenza dei conduttori, in modo da rendere perfettamente distinguibili tra loro le tre
fasi, il neutro, e la terra.
I colori dovranno essere:
- marrone, nero, grigio, per le tre fasi di potenza
- blu chiaro per il conduttore del neutro
- giallo verde per il conduttore della terra
- rosso per i conduttori positivi in c.c.
- nero per i conduttori negativi in c.c.
Questi ultimi due dovranno essere localizzati entro apposite tubazioni, in quanto appartenenti a
circuiti a corrente continua. In genere dovranno essere identificati i singoli circuiti di forza motrice,
illuminazione e segnalamento, mediante fascette numeriche alfabetiche nel modo seguente:
- alimentazione fase 1 = L1
- alimentazione fase 2 = L2
- alimentazione fase 3 = L3
- alimentazione neutro = N
- cor. cont. negativo = L-
- cor. cont. positivo = L+
- conduttore di protezione = PE
- conduttore di terra = E
- terre logiche = LE
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SEZIONI MINIME E CADUTE DI TENSIONE AMMESSE
Le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e dalla lunghezza dei circuiti
(affinché la caduta di tensione non superi il valore del 4% della tensione a vuoto) devono essere scelte
tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori delle portate di corrente ammesse,
per i diversi tipi di conduttori, dalle tabelle di unificazione CEI-UNEL.
Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni, le sezioni minime ammesse sono:
- 0,75 mm2 per circuiti di segnalazione e telecomando
- 1,5 mm2 per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per altri apparecchi di
illuminazione e per apparecchi con potenza unitaria inferiore o uguale a 2,2 kW
- 2,5 mm2 per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza unitaria
superiore a 2,2 kW e inferiore o uguale a 3,6 kW
- 4 mm2 per montanti singoli e linee alimentanti singoli apparecchi utilizzatori con potenza
nominale superiore a 3,6 kW
Sezione minima dei conduttori del neutro:
La sezione dei conduttori neutri non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di
fase. Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mm2 la sezione dei conduttori neutri
può essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di fase, col minimo tuttavia di 16 mm2 (per
conduttori in rame).
Sezione dei conduttori di terra e protezione:
La sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano all'impianto di
terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non deve essere inferiore a quella indicata nella
tabella 1, tratta dalla tab. 54F della norma CEI 64-8. (Vedere anche le prescrizioni riportate agli artt.
543, 547.1.1, 547.1.2 e 547.1.3 della norma CEI 64-8). In dettaglio per un conduttore di fase di
sezione minore o uguale a 16 mm2 il conduttore di protezione non facente parte dello stesso cavo e
non infilato nello stesso tubo deve avere una sezione minima di 2,5 mm2 se protetto meccanicamente
e di 4 mm2 se non protetto. Per conduttore di fase di sezione maggiore di 16 mm2 il conduttore di
protezione singolo deve avere sezione minima di 16 mm2.
Sezione minima del conduttore di terra:
La sezione del conduttore di terra deve essere non inferiore a quella del conduttore di protezione
suddetta con i minimi di seguito indicati:
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- Protetto contro la corrosione ma non meccanicamente 16 (CU)
- Non protetto contro la corrosione 25 (CU)
In alternativa ai criteri sopra indicati è ammesso il calcolo della sezione minima del conduttore di
protezione mediante il metodo analitico indicato al paragrafo a) dell'art. 9.6.0 1 della norma CEI 64-
8.
10. QUADRI ELETTRICI DI DISTRIBUZIONE
L’Impresa Appaltatrice dovrà provvedere alla modifica del quadro elettrico esistente denominato
“Quadro elettrico parco veicoli” (Q.GA) secondo le indicazioni contenute all’interno dell’elaborato
grafico “SCHEMA UNIFILARE QUADRO ELETTRICO PARCO VEICOLI”. Nel dettaglio il
progetto prevede la sostituzione dell’attuale protezione magnetotermica differenziale con nuova di
caratteristica “A” e di taglia termica inferiore, nonché le protezioni sottese con altre meglio
dimensionate per le utenze a progetto.
10.1 INTERRUTTORI AUTOMATICI MAGNETOTERMICI MODULARI
In esecuzione unipolare, bipolare, tripolare, quadripolare secondo necessità possono avere una
corrente nominale massima di 63A, ed i poteri di interruzione, nominali o effettivi, dovranno essere
indicati secondo la norma internazionale IEC 947-II e proporzionati all'entità della corrente di corto
circuito nel punto di installazione in cui la protezione è stata montata, come specificato nella norma
CEI 64-8.
E' comunque indispensabile che la protezione delle linee/utenze effettuata con interruttori o altri
apparecchi, soddisfi quanto indicato nella norma CEI 64-8 relativamente alla protezione contro il
sovraccarico e contro il cortocircuito.
10.2 AUTOMATICI MAGNETOTERMICI DIFFERENZIALI MODULARI
In esecuzione bipolare o quadripolare secondo necessità, non dovranno avere una corrente nominale
superiore ai 63A, e dovranno essere rispondenti alla norma internazionale IEC 947-II Per amperaggi
superiori, sono ammessi dispositivi differenziali combinabili ad interruttori magnetotermici, in
accordo con la norma CEI EN 61009-1 / 2.
Il dispositivo differenziale si dovrà intendere esclusivamente di tipo AC, adatto quindi per correnti
alternate, sarà ammesso il tipo A per correnti pulsanti unidirezionali solo dove previsto nel progetto.
Oltre l’amperaggio di 32A è ammesso l’uso di un dispositivo differenziale combinabile con
l’interruttore magnetotermico, purché vi sia la rispondenza alla norma sopracitata.
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