Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche....

42
Documentazione e ricerche Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre istituzioni pubbliche della Repubblica tunisina n. 255 22 settembre 2016

Transcript of Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche....

Page 1: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

Documentazione e ricerche

Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre istituzioni

pubbliche della Repubblica tunisina

n. 255

22 settembre 2016

Page 2: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

D o c u m e n t a z i o n e e r i c e r c h e

Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre istituzioni pubbliche

della Repubblica tunisina

n. 255

22 settembre 2016

Page 3: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

Servizio responsabile:

SERVIZIO STUDI Dipartimento Affari esteri 066760-4172 – [email protected]

Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi e Uffici:

SERVIZIO RAPPORTI INTERNAZIONALI 066760-3948 – [email protected]

La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera è destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.

File: es0524.docx

Page 4: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

I

I N D I C E

SCHEDE DI LETTURA

Scheda-paese: Repubblica di Tunisia 3

Sviluppi istituzionali e problemi della sicurezza in Tunisia (a cura del Servizio Studi) 9

La lotta alla corruzione nei provvedimenti della XVII legislatura (a cura del Servizio Studi) 25

Rapporti parlamentari con la Tunisia (a cura del Servizio Rapporti Internazionali) 31

COMPOSIZIONE DELLA DELEGAZIONE 37

Page 5: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre
Page 6: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

Schede di lettura

Page 7: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre
Page 8: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

3

SCHEDA-PAESE: REPUBBLICA DI TUNISIA

(fonte: Treccani, Atlante geopolitico 2016)

Page 9: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

4

La Tunisia è un paese del Maghreb, la fascia costiera dell’Africa settentrionale che dal Marocco si estende fino alla Libia. Dal punto di vista geopolitico si differenza da altri attori dell’area – come Algeria e Libia – perché non è ricca di risorse naturali; questa caratteristica la accomuna al Marocco e rende il paese più dipendente dai rapporti con i partner della sponda nord del Mediterraneo. La sua strategica collocazione geografica, sulla sponda sud del Canale di Sicilia e nel mezzo delle rotte mediterranee, rende d’altra parte la Tunisia un attore importante per tutti i paesi dell’Europa meridionale. Le relazioni con l’Unione Europea (Eu), con cui la Tunisia ha firmato un accordo di associazione già nel 1998, rappresentano una delle priorità di politica estera. In particolare, il paese ha i più stretti legami con la Francia, che è stata per decenni potenza coloniale in Tunisia (fino al conseguimento dell’indipendenza nel 1956), e con l’Italia, per motivi di vicinanza geografica e relazioni storiche. Nell’area maghrebina e, più in generale, mediorientale, la Tunisia mantiene buone relazioni con tutti i vicini e con tutti i paesi arabi, nonostante non manchino alcune tensioni con l’Algeria, dovute a motivi di carattere geostrategico e politico. Paese storicamente di secondo piano dal punto di vista politico e diplomatico, tanto per via della posizione marginale rispetto al cuore del Medio Oriente quanto per le sue ridotte dimensioni, tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 la Tunisia è divenuta il modello per i movimenti di protesta popolari che hanno coinvolto gran parte dei paesi dell’area: è stata il primo paese testimone di un cambio di regime, dando il via a quel fenomeno che sarebbe stato conosciuto come ‘Primavere arabe’.

Nel 2011 l’ex presidente Zine el-Abidine Ben Ali, in carica dal 1987, è stato costretto alla fuga in Arabia Saudita a seguito di due settimane di manifestazioni e proteste popolari, nelle quali circa 80 persone sono morte. Da quel momento, la Tunisia ha avviato un processo di transizione politica, instauratosi con l’elezione di un’assemblea costituente nell’ottobre del 2011. Tale organo, oltre ad avere il compito di scrivere la nuova carta costituzionale del paese, ha svolto anche le funzioni legislative, in attesa delle elezioni del 2014. Prima di questa data, l’assemblea era composta da una maggioranza che gravitava intorno al partito islamico Ennahda, il quale governava in coalizione con Ettakatol e il Congresso per la repubblica. Nonostante le divisioni politiche e sociali e il clima di polarizzazione creatosi all’indomani della vittoria del partito islamico, dopo più di due anni di discussione l’assemblea ha approvato la nuova Costituzione nel gennaio del 2014. Questo è stato solo il primo passo verso un più strutturato processo di democratizzazione, continuato con il dialogo nazionale tra i partiti per l’istituzione di un governo tecnico nel 2014 – in un clima teso per via dell’assassinio di due politici afferenti alle forze di opposizione, Chokri Belaid e Mohamed Brahmi –, che portasse il paese a nuove elezioni. Tale fase è stata guidata dal cosiddetto ‘quartetto’, vale a dire da quattro associazioni della società

Page 10: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

5

civile (il maggiore sindacato, Uggt; l’associazione degli industriali; quella degli avvocati; la Lega tunisina per i diritti umani) che, proprio per questo sforzo, nell’ottobre del 2015 è stato insignito del Premio Nobel per la pace. Nell’ottobre del 2014 le prime elezioni parlamentari democratiche della storia repubblicana, hanno visto la vittoria della formazione secolare Nidaa Tounes, guidata dall’ex ministro (fin dai primi anni della presidenza Bourguiba) e capo del governo (nel secondo governo transitorio dopo la caduta di Ben Ali), Béji Caïd Essebsi. Quest’ultimo, nel dicembre del 2014, è poi stato eletto presidente della repubblica. A seguito di tale risultato elettorale, i due maggiori partiti, Ennahda e Nidaa Tounes, hanno dato vita nel 2015 a un governo di coalizione guidato dal primo ministro Habib Essid, cui partecipano anche l’Unione patriottica libera e Afek Tounes. Nonostante i tentativi di destabilizzazione manifestatisi con gli attentati al Museo del Bardo di Tunisi nel marzo 2015 e contro un resort turistico presso Sousse nel giugno dello stesso anno, le forze politiche continuano a portare avanti il difficile processo di transizione.

Popolazione, società e diritti

La Tunisia è il paese meno popoloso di tutta l’area maghrebina, dopo la Libia. A differenza di quest’ultima, però, la Tunisia è etnicamente molto omogenea e presenta scarse divisioni dal punto di vista tribale e religioso, elemento che ne rafforza la coesione interna. La quasi totalità della popolazione, circa il 98%, è araba, mentre la minoranza berbera e quella ebrea rappresentano ciascuna l’1%. La composizione etnica si riflette a livello religioso: il 98% della popolazione professa la religione musulmana sunnita, mentre vi sono minoranze cristiane e di religione ebraica. La presenza della comunità ebraica è importante soprattutto dal punto di vista storico: gli ebrei tunisini, oggi circa 1500, vivono soprattutto sull’isola di Gerba, dove sorge una delle sinagoghe, al Ghriba, e una delle comunità ebraiche più antiche del mondo. La libertà di culto è stata garantita anche nella Costituzione del 2014, la quale comunque stabilisce che l’islam è la religione di stato.

Il tasso di crescita della popolazione è molto basso, riflesso di un tasso di fecondità minore rispetto agli altri paesi, mentre di contro l’età media è la più alta della regione. La Tunisia, del resto, ha anche una delle popolazioni più urbanizzate ed è interessata, sia in misura diretta sia indiretta, dal fenomeno dell’emigrazione, sia esterna che interna. Da un lato, centinaia di persone partono ogni anno per raggiungere l’Europa, mentre dall’altro sono molte le persone che dalle aree rurali si spostano verso quelle urbane e della costa orientale del paese. A incidere su tali scelte, vi sono spesso le difficili condizioni socioeconomiche in cui la Tunisia continua a versare, nonostante i cambiamenti politici.

La Tunisia vanta livelli di istruzione elevati e un sistema educativo – anche a livello universitario – tra i più efficienti della regione, che però non trova

Page 11: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

6

un’adeguata risposta dal punto di vista della qualità dell’offerta di lavoro; ciò ha creato negli anni uno strutturale problema di disoccupazione, soprattutto giovanile. Il tasso di alfabetizzazione è superiore a quello di molti altri paesi maghrebini e mediorientali, specie per quanto riguarda le fasce giovanili, e sono molti i tunisini che studiano in università estere. La spesa per l’istruzione della Tunisia è tra le più alte di tutta la regione e una delle più alte al mondo in termini relativi.

Dal punto di vista delle libertà politiche e civili, indubbi passi in avanti sono stati fatti durante i primi quattro anni di transizione dopo la caduta di Ben Ali. Fino al 2011 il paese era uno dei più repressivi per ciò che concerne la libertà di stampa e su internet, mentre oggi la sua posizione è notevolmente migliorata, anche se permangono alcuni problemi legati alla censura. Un altro settore in cui il paese ancora presenta delle problematicità è quello delle forze di polizia e di sicurezza: si registrano ancora casi di arresti sommari e torture in carcere, soprattutto a danno di presunti componenti di movimenti di stampo salafita, in un contesto che è diventato più polarizzato rispetto agli anni del regime di Ben Ali. Si registrano ancora casi di attivisti arrestati per reati di opinione e, più in generale, il paese risente delle contraddizioni tipiche di una realtà in via di democratizzazione. Molte critiche sono state mosse, infine, alla nuove legge sul terrorismo approvata nel luglio del 2015, che limiterebbe ulteriormente le libertà e reintroduce la pena di morte.

Economia, energia e ambiente

L’economia tunisina è penalizzata dalla scarsa disponibilità di risorse naturali. Il paese produce gran parte dell’energia consumata, ma le risorse da esportare sono esigue. Tale condizione ha fatto sì che, rispetto ad altri attori regionali, il sistema economico tunisino divenisse più dipendente dai rapporti con i paesi europei, soprattutto Francia e Italia. Questi ultimi rivestono un’importanza vitale per la Tunisia, viste le relazioni commerciali, gli investimenti e i flussi turistici che contribuiscono a mantenere l’economia nazionale in condizioni relativamente buone. Fatta eccezione per la Libia durante il periodo di Gheddafi, la Tunisia è, in termini di pil pro capite, il paese più ricco di tutta la fascia maghrebina.

Il settore terziario contribuisce a più del 60% del pil totale tunisino ed è quindi il settore dominante; l’agricoltura pesa per più dell’8% e l’industria per il restante 30%. Nei servizi emerge il turismo, che può contare sulle bellezze naturali del paese (in particolar modo la costa) e su un notevole patrimonio archeologico, e che contribuisce da solo a circa il 20% del pil. Gli attentati del 2015 hanno messo in ginocchio l’industria del turismo tunisino, contribuendo a peggiorare la situazione economica del paese. Potenzialmente la Tunisia è ancora in grado di svilupparsi; tuttavia, non è riuscita ad attirare ingenti investimenti diretti esteri, specie in relazione agli altri attori dell’area. A pesare, vi sono le condizioni ancora molto chiuse di alcuni settori chiave, come i trasporti e le comunicazioni. Se il

Page 12: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

7

processo di transizione politica dopo la caduta di Ben Ali è andato avanti in maniera piuttosto lineare, dunque, altrettanto non si può dire per il sistema economico, ancora bisognoso di riforme strutturali. L’alto tasso di disoccupazione (comunque in calo, dal 16% del 2014 al 13,3% del 2015) che nella fascia giovanile assume dimensioni più preoccupanti, è uno dei maggiori problemi in questo senso. A ciò si aggiunge la grande disparità economica e infrastrutturale tra le zone costiere, specialmente quelle collocate a nord, attorno alla capitale Tunisi, e le zone interne e meridionali il cui sviluppo è stato nettamente trascurato dalla dittatura di Ben Ali e che sono state l’origine delle rivolte del 2011 e, allo stato attuale, sono territorio fertile per nuovi giovani radicalizzati.

I rapporti commerciali più importanti della Tunisia sono quelli con l’Eu. Francia, Italia e Germania sono i primi tre partner commerciali. La bilancia commerciale è in negativo, anche a causa delle importazioni di idrocarburi. Una fetta consistente delle entrate tunisine è rappresentata, infine, dalle rimesse estere.

Difesa e sicurezza

Sebbene la Tunisia fosse giudicata uno dei paesi più stabili della regione, la caduta del regime a seguito delle rivolte di inizio 2011 ha dimostrato come le dinamiche politiche interne e la mancanza di libertà civili avessero contribuito a creare un potenziale di instabilità difficile da controllare. Dal punto di vista interno, di particolare rilevanza è il fenomeno del salafismo politico, emerso nei quattro anni di transizione, che ha causato numerosi problemi ai governi provvisori che si sono succeduti. I contrasti sono degenerati spesso anche in scontri aperti con i movimenti laici e le forze di sicurezza, causando molti feriti e alcune vittime.

Durante il 2013, inoltre, ad assumere ancora più rilevanza è emerso il terrorismo di stampo jihadista. La Tunisia, come gli altri paesi della fascia maghrebina, è un territorio potenzialmente fertile per la proliferazione di gruppi legati al terrorismo islamico e, in particolar modo, ad al-Qaida nel Maghreb Islamico (Aqim), con il suo gruppo affiliato Uqba ibn Nafaa. Dal 2013, il terrorismo è tornato a provocare vittime e attentati in Tunisia, prima soltanto contro obiettivi militari nell’area montuosa dello Jebel Chaambi, al confine con l’Algeria. Dopo la messa al bando di Ansar al-Sharia in Tunisia, il maggiore gruppo salafita sorto dopo la caduta di Ben Ali, la situazione della sicurezza si è però notevolmente aggravata. Il 2015, in questo senso, ha segnato un anno di vera e propria svolta, in quanto si sono verificati i primi attentati indiscriminati contro civili, sia cittadini tunisini che, soprattutto, turisti. Agli attacchi contro il Museo del Bardo e contro un gruppo di turisti su una spiaggia nei pressi di Sousse, che complessivamente hanno provocato 60 vittime, si è aggiunto quello suicida contro un autobus di poliziotti in pieno centro a Tunisi nel novembre del 2015, che ne ha uccisi 12. Anche cellule legate allo Stato islamico (Is) operano in Tunisia, soprattutto

Page 13: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

8

tramite i contatti con i gruppi jihadisti nella vicina Libia, in cui si recano molti foreign fighters tunisini (la Tunisia è tra i primi paesi al mondo per numero di combattenti all’estero, in Siria, Iraq e Libia).

La sfida del terrorismo alla Tunisia in transizione

Nonostante la Tunisia rimanga nel 2016 l’unico paese, rispetto agli altri paesi convolti dalla cosiddetta ‘primavera araba’, a continuare sul cammino della transizione politica, ha ancora diverse sfide davanti a sé. Quella più grande e che sicuramente pesa di più sulla tenuta delle neonate istituzioni democratiche è rappresentata dall’emergere di forze terroriste sul proprio territorio. In maniera più evidente, tale fenomeno – reso più preoccupante dalla presenza di almeno 3000 tunisini in teatri del jihad all’estero, Siria, Iraq e Libia – si è manifestato in tutta la sua gravità durante il 2015, con gli attentati del Bardo e di Sousse. Alle radici della radicalizzazione in Tunisia vi sono due ordini di motivazioni diversi tra loro. Da un lato, vi è la cosiddetta radicalizzazione politica, spinta da motivazioni ideologiche e aumentata notevolmente con la diffusione dell’ideologia dell’Is. Dall’altro, vi sono ragioni che dipendono maggiormente da fattori socio-economici e che hanno a che fare con le disparità interne: non è un caso che uno dei maggiori centri di radicalizzazione sia l’area di Kasserine, al confine con l’Algeria, tra le più povere del paese. Di fronte a tale situazione, le azioni di antiterrorismo del governo tunisino, oltre che puntare sulla sicurezza, dovranno essere volte a migliorare anche le politiche di sviluppo.

Page 14: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

9

SVILUPPI ISTITUZIONALI E PROBLEMI DELLA SICUREZZA IN TUNISIA (a cura del Servizio Studi)

2014

Alla metà di dicembre del 2013, non senza grandi difficoltà, si raggiungeva un accordo istituzionale per porre fine all’instabilità che aveva caratterizzato il paese per tutto il 2013. Il 9 gennaio 2014 effettivamente si dimetteva il premier Laarayedh, nelle stesse ore in cui la Costituente sanciva, con un emendamento al progetto costituzionale in via di elaborazione, la completa parità giuridica tra uomini e donne – già inserita nel testo - anche nelle assemblee elettive.

La nuova Costituzione prevedeva anche, nonostante il riconoscimento dell’Islam come religione di Stato, l’esclusione della Shari’a dal quadro delle fonti dell’ordinamento giuridico dello Stato, consentendo invece libertà di fede e coscienza, e rigettando le ipotesi di apostasia quali figure di reato.

Il 26 gennaio 2014 l’ex ministro dell’industria Mehdi Jomaa riceveva l’incarico di formare un governo tecnico frutto del compromesso tra Ennahdha e le opposizioni.

Il 4 marzo il Presidente del Consiglio Matteo Renzi si recava a Tunisi per la prima missione all’estero del suo mandato: Renzi incontrava le massime cariche istituzionali del vicino paese – oltre che esponenti della vivace società civile -, alle quali rinnovava la considerazione della centralità del Mediterraneo per l’Italia, in una prospettiva di dialogo e sviluppo.

Alla fine di maggio il paese tornava a dividersi in merito allo scioglimento della Lega per la protezione della rivoluzione disposto dal Tribunale civile di Tunisi: la Lega, una formazione a carattere paramilitare, era stato costante sostegno dei governi di ispirazione islamista, con forme di violenza fisica nei confronti degli oppositori, che talvolta erano giunte all’omicidio. Lo scioglimento della Lega naturalmente determinava reazioni negative da parte del fronte islamista, ma anche di partiti come il Congresso per la Repubblica - che aveva fatto parte dei governi successivi alla caduta di Ben Alì e che si esprimeva in senso contrario al provvedimento del tribunale civile di Tunisi.

Dall’altra parte le forze che maggiormente avevano sperimentato le violenze della Lega salutavano con favore lo scioglimento di essa. Singolare era poi giudicato in diversi ambienti del paese nordafricano il fatto che di fronte alle innumerevoli violenze compiute negli ultimi anni dalla Lega lo scioglimento di essa fosse stato poi decretato per ragioni amministrative, quando lo Stato

Page 15: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

10

decideva di contestare la legalità formale della sua costituzione: indirettamente, ciò era visto come conferma dell’inerzia della giustizia penale tunisina.

Il 28 maggio la violenza si riaccendeva nella regione sudoccidentale della Tunisia, a Kasserine, in una zona limitrofa a una roccaforte dei fondamentalisti ove dall’inizio del 2013 si erano registrati due assassinii politici e una ventina di morti tra i membri delle forze dell’ordine: attorno alla mezzanotte alcuni miliziani presumibilmente fondamentalisti uccidevano quattro poliziotti durante un attacco all’abitazione del ministro degli interni Ben Jeddou, che tuttavia ne usciva illeso.

La Presidenza della Repubblica decretava un giorno di lutto nazionale, nelle stesse ore in cui si inaugurava nella capitale una conferenza internazionale sulla libertà di espressione nel mondo arabo - promossa da un’organizzazione non governativa italiana (“Un ponte per”) all’interno di un progetto cofinanziato dall’Unione europea - nella quale, in riferimento alla Tunisia, si constatava la persistente difficoltà per la libertà di espressione a causa dell’opposta pressione di forze populiste - da un lato quelle integraliste islamiche e dall’altro gruppi risorgenti di persone già appartenute al sistema di potere di Ben Alì, che proprio nella lotta agli islamisti cercavano il veicolo per riaccreditarsi sulla scena del paese.

Il 16 luglio si registrava un altro grave episodio di terrorismo nell’area del monte Chaambi, vicino al confine algerino, da tempo dichiarata a rischio per la presenza di diversi gruppi terroristici: proprio uno di tali gruppi perpetrava l’attacco a due basi di controllo dell’esercito, provocando la morte di 14 militari e il ferimento di una ventina. Le autorità proclamavano tre giorni di lutto nazionale, mentre giungeva una rivendicazione da parte di una brigata appartenente al gruppo jihadista di Ansar al-Sharia, collegato ad al-Qaida.

La Tunisia tornava al centro dell’attenzione internazionale verso la fine di ottobre, in vista delle elezioni legislative fissate per il giorno 26, e delle presidenziali del 23 novembre. L’attesa elettorale era funestata il 24 ottobre dall’assalto delle forze dell’ordine ad una casa alla periferia della capitale dove si erano asserragliati alcuni presunti terroristi: il bilancio del blitz era di sei morti, tra i quali cinque donne.

La vigilia del voto registrava ancora la massima incertezza sui risultati, anche in considerazione del divieto di pubblicazione dei sondaggi durante la campagna elettorale. Comunque, i tunisini avrebbero scelto i loro rappresentanti tra i candidati di oltre 1.300 liste in 33 circoscrizioni, sei delle quali estere. Certamente nuovo si presentava il panorama delle forze politiche tunisine, con un’accentuata polarizzazione su due raggruppamenti maggioritari, quello tra Ennahdha, Ettakatol ed il Congresso per la Repubblica, interprete dei valori più tradizionali e maggiormente legato all’islamismo; e quello guidato dalla forza politica creata nel

Page 16: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

11

giugno 2012 da Caid Essebsi, NidaaTounes, più legato al laicismo tradizionale e al nazionalismo tunisino, sulla scia di Habib Bourghiba. Proprio Essebsi aveva escluso per tutta la durata della campagna elettorale ogni possibilità di alleanza con gli islamisti di Ennahdha.

Più in dettaglio, va osservato come i tre partiti che avevano fino a quel momento guidato la Tunisia, pur scontando le differenze tra Ennahdha da un lato, e i due partiti di centro-sinistra Ettakatol e Congresso per la Repubblica dall’altro, avevano subito un notevole discredito proprio dall’insufficiente prova di governo. Per quanto concerne Ennahdha, poi, molti tunisini rimproveravano al partito islamico moderato di Ghannouci l’eccessiva tolleranza verso le iniziative aggressive dei salafiti, moltiplicatesi dopo la caduta di Ben Ali.

A riprova dello smarrimento di Ennahdha, molti osservatori evidenziavano poi come il partito, pur maggioritario nelle precedenti elezioni, non avesse un proprio candidato alle presidenziali, a differenza di Ettakatol e del Congresso per la Repubblica, che presentavano quali candidati per la carica di capo dello Stato rispettivamente il leader Mustafa ben Jaafar - presidente dell’Assemblea nazionale costituente - e Moncef Marzouki, capo dello Stato uscente - peraltro non più alla guida del Congresso per la Repubblica, al cui vertice si trovava ormai Abderraouf Ayadi.

Per quanto concerne l’altro schieramento, Nidaa Tounes si era visto spesso rimproverare di essere espressione di personaggi vicini al regime di Ben Ali, ma un indubbio punto di forza di questo partito era la candidatura di Caid Essebsi alle presidenziali, per le quali era dato per favorito.

Completavano il quadro delle forze politiche principali partecipanti alle elezioni legislative il partito repubblicano, nato nel 2012 dalla fusione di vari partiti di centro, con la figura principale nella persona di Ahmed Chebbi, anch’egli candidato alle presidenziali; e l’Unione patriottica libera del facoltoso uomo d’affari Slim Riahi, ugualmente centrista e con un’ispirazione modernista di mercato - Riahi si era anche candidato alle presidenziali del 23 novembre.

Il 26 ottobre, fortunatamente, le elezioni politiche si svolgevano regolarmente e senza incidenti di rilievo, sotto il controllo di ottantamila appartenenti alla polizia e alle forze armate, e di circa seicento osservatori internazionali. Il presidente USA Obama salutava le elezioni come tappa importante nel processo di costruzione democratica della Tunisia, e a questo giudizio positivo si associava anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. L’Alta Rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini, allora negli ultimi giorni della sua funzione di Ministro degli esteri italiano, citava la Tunisia come esempio della possibilità di realizzare quello che era apparso il progetto iniziale delle Primavere arabe, con la costruzione di istituzioni democratiche attraverso il confronto politico.

Page 17: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

12

I risultati delle elezioni vedevano l’affermazione del raggruppamento raccolto attorno a Nidaa Tounes, che conquistava una maggioranza relativa dei seggi, e con essa la possibilità di indicare il nuovo premier. Ennahdha riconosceva la sconfitta elettorale, complimentandosi con gli avversari ed invitando i propri sostenitori a festeggiare comunque la tenuta delle elezioni come vittoria del paese.

Va peraltro registrato che i risultati definitivi assegnavano 85 seggi a Nidaa Tounes e 69 ad Ennahdha, prefigurando pertanto lo scenario di una possibile forzata collaborazione per poter raggiungere la soglia minima di 109 deputati su 217 complessivi.

Decisivo per il futuro assetto di governo della Tunisia si presentava pertanto l’appuntamento del 23 novembre, primo turno di svolgimento delle elezioni presidenziali, sia per un riscontro ulteriore della forza dei rispettivi schieramenti in campo, sia perché sarebbe stato il prossimo presidente della Repubblica ad affidare l’incarico di formare il nuovo governo. Come previsto, le consultazioni registravano l’affermazione di Caid Essebsi, il quale tuttavia non riusciva a raggiungere una quota di voti tale da evitare il ballottaggio con il secondo classificato, il presidente uscente Moncef Marzouki. Questi, già familiare con gli ambienti islamisti per aver governato a lungo nella cosiddetta troika con Ennahdha ed Ettakatol, sembrava in effetti cercare di recuperare spazio politico e voti facendo appello agli ambienti islamici radicali e, sul piano internazionale, al Qatar - che invece con la vittoria nelle elezioni politiche di Nidaa Tounes sembrava aver perso una parte della propria presa sulla realtà tunisina a favore di Francia e Stati Uniti, chiaramente schierati a favore del raggruppamento laico.

Va in tal senso precisato che il risultato delle presidenziali già di per sé aveva registrato un assottigliamento della distanza tra i due raggruppamenti principali, in quanto Essebsi sfiorava il 40% dei consensi, ma Marzouki superava il 33% - ciò evidentemente perché riusciva a far convergere sulla propria persona la pressoché totalità dei voti espressi dagli elettori di Ennahdha, che pure li aveva lasciati liberi nell’espressione del voto per le presidenziali.

Il 21 dicembre il ballottaggio delle elezioni presidenziali registrava la prevista vittoria di Caid Essebsi, che prevaleva chiaramente sul capo dello Stato in carica Marzouki: per la verità questi contestava nell’immediato il risultato elettorale, denunciando brogli, e alcuni suoi sostenitori davano vita nella serata a un raduno di protesta a El Hamma, disperso dalla polizia. Nella sconfitta di Marzouki aveva probabilmente giocato anche l’atteggiamento di Ennhadha, che pure per il ballottaggio aveva lasciato libertà di voto ai propri sostenitori.

La conclusione della tornata elettorale presidenziale in Tunisia riscontrava nei giorni successivi l’apprezzamento del Consiglio d’Europa, dell’Amministrazione USA nonché dell’Alta Rappresentante per la politica estera dell’Unione europea

Page 18: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

13

Federica Mogherini. Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si felicitava con il nuovo omologo tunisino. Il 31 dicembre Essebsi giurava innanzi all’Assemblea dei rappresentanti del popolo in seduta plenaria, e alla presenza dell’esecutivo guidato da Mehdi Jomaa, di rappresentanti dei partiti politici e personalità nazionali, nonché del corpo diplomatico accreditato nel paese.

2015

La procedura per la formazione del nuovo governo iniziava il 5 gennaio 2015, quando il presidente Essebsi riceveva dal partito di maggioranza Nidaa Tounes la candidatura a futuro premier di Habib Essid. Essid, già attivo nell’alta burocrazia nel ventennio precedente la rivoluzione tunisina, e in seguito ministro dell’interno durante l’assetto di governo provvisorio succeduto alla caduta di Ben Ali, aveva a disposizione un mese di tempo, prorogabile di un ulteriore analogo periodo, per dar vita al nuovo esecutivo.

Nonostante i positivi segnali di assestamento della compagine istituzionale tunisina, il clima della sicurezza continuava a presentare qualche aspetto preoccupante, come quando ad esempio un importante esponente del gruppo terroristico tunisino Ansar al-Sharia minacciava di morte in un video dalla Siria due giornalisti che avevano aderito alla condanna del sanguinoso attacco al settimanale satirico francese Charlie Hebdo, preannunciando una specifica campagna terroristica contro i mezzi di comunicazione a impronta laica della Tunisia.

Il 23 gennaio, comunque, il premier in carica Essid presentava la sua formazione di governo al capo dello Stato Essebsi, un esecutivo con molti ministri del partito Nidaa Tounes e alcuni tecnici, ma privo di esponenti di Afek Tounes e di Ennahdha. Nei giorni successivi, evidentemente, Essid comprendeva la difficoltà che la sua formazione di governo avrebbe incontrato pochi giorni dopo nel voto di fiducia parlamentare, tanto che il 2 febbraio presentava una nuova lista di ministri, all’interno della quale era rientrato il partito Afek Tounes, e figuravano inoltre l’Unione patriottica libera e l’islamista Ennahdha – cui sarebbe andato il ministero della formazione. Con il governo così configurato - formato da 22 ministri, 2 ministri delegati e 15 segretari di Stato, e con scarsa presenza di tecnici - prendeva corpo la prospettiva di un governo di larghe intese che già i risultati delle elezioni legislative, ma soprattutto quelli delle presidenziali, avevano fatto presagire.

Il 4 febbraio effettivamente Essid si presentava in Parlamento, dove il suo governo dopo un lungo dibattito otteneva la fiducia, per entrare in carica

Page 19: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

14

due giorni dopo. Essid riceveva le pronte congratulazioni dell’Alto rappresentante della politica estera europea Federica Mogherini e del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che salutava il ruolo della Tunisia saldamente incamminata in un percorso di sviluppo democratico e di progresso economico.

Il 13 febbraio Federica Mogherini aveva occasione di esprimere direttamente alle autorità tunisine il proprio compiacimento, nel corso della visita ufficiale durante la quale incontrava il capo della Stato Essebsi e il ministro degli esteri Baccouche, affrontando tra gli altri in particolare i temi della sicurezza, nella declinazione della gravissima crisi libica e della lotta al terrorismo, oltre naturalmente al dossier sui rapporti tra Tunisia e Unione europea - nella prospettiva di un futuro accordo di libero scambio e di facilitazione dei visti per il territorio europeo.

Il terrorismo tornava però in primo piano il 18 febbraio, quando nella pericolosissima area di Boulaaba, nel Governatorato di Kasserine, verso il confine algerino, quattro appartenenti alla Guardia nazionale erano uccisi: poche ore dopo proprio la brigata Okba ibn Nafee, legata ad al Qaeda e che nella regione ha il proprio quartier generale, rivendicava i quattro omicidi, avvenuti ancora una volta nei pressi del Monte Chaambi. L’attentato veniva presentato dai jihadisti come risposta all’offensiva che le forze di sicurezza tunisine stavano attuando - ed effettivamente i quattro assassinati facevano parte di una pattuglia impegnata in un’operazione di rastrellamento.

Il 25 febbraio vi era la visita a Tunisi del Ministro degli esteri Paolo Gentiloni, il quale incontrava le massime autorità dello Stato, ribadendo il sostegno dell’Italia al percorso democratico della Tunisia, e auspicando una sempre maggiore collaborazione in tema di informazioni per la sicurezza e di contrasto al terrorismo.

All’inizio di marzo venivano colpiti alcuni gruppi terroristici, anzitutto grazie alla cooperazione tra Algeria e Tunisia già da tempo in corso: infatti reparti della Gendarmeria nazionale algerina conducevano un’operazione a poca distanza dalla frontiera con la Tunisia - e quindi dalla zona del Monte Chaambi, roccaforte dei jihadisti tunisini -, catturando 13 persone e portando un duro colpo ad un gruppo jihadista algerino affiliato al Daesh, e in rapporti di collaborazione con la brigata tunisina Okba ibn Nafee. Tre giorni dopo, il 4 marzo, un’operazione tunisina nella regione di Kasserine provocava l’uccisione di due presunti terroristi, a seguito di un’operazione di rastrellamento.

La tela sempre più intensa dei rapporti italo-tunisini registrava un nuovo sviluppo il 5 marzo, quando il Ministro dell’interno Alfano incontrava al Viminale l’omologo tunisino Gharsalli, con al centro dei colloqui il problema dell’immigrazione clandestina e la cooperazione nel contrasto al terrorismo - con

Page 20: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

15

particolare riguardo alla situazione di instabilità della Libia e alle minacce che ne derivano. La collaborazione tra Italia e Tunisia proseguiva il 17 marzo, quando una delegazione di magistrati del paese nordafricano era ricevuta al Consiglio superiore della magistratura per un confronto sulla riforma della giustizia in Tunisia. Nel corso dei colloqui emergevano l’apprezzamento e l’attenzione del CSM per l’indipendenza della magistratura quale configurata nella nuova Costituzione tunisina, esempio di ciò che gli sforzi del sistema giudiziario italiano si proponevano di contribuire a realizzare in tutti i paesi del Nord Africa impegnati in processi di democratizzazione - in tal senso veniva preconizzato il possibile avvento, accanto allo spazio giuridico europeo, anche dello spazio giuridico del Mediterraneo, come fattore essenziale di stabilità regionale.

Il 17 marzo era anche il giorno in cui la Ministra tunisina del turismo, Selma Ellouni, smentendo notizie allarmistiche e minacce circolate sul web nei confronti della Tunisia, esortava a visitare il paese, da considerare a suo dire sicuro - e in effetti dopo la crisi del 2011 si era assistito ad una graduale ripresa, con oltre 250.000 turisti italiani approdati in Tunisia nel 2014.

Le parole del ministro tunisino erano tuttavia tragicamente smentite il giorno successivo, 18 marzo, dall’attacco terroristico a Tunisi, quando due jihadisti pesantemente armati dapprima tentavano di entrare in Parlamento e, non riuscendovi, ripiegavano in direzione del Museo nazionale del Bardo dove, prima di prendere in ostaggio decine di persone, uccidevano 21 persone – in maggioranza turisti a bordo di pullman sbarcati da una nave da crociera della Costa, tra i quali quattro nostri connazionali, prima di essere a loro volta uccisi dalle forze di sicurezza. Il giorno successivo il Daesh rivendicava la strage, anche se fonti dell’intelligence USA esprimevano cautela al proposito.

Il Consiglio europeo di Bruxelles del 20 marzo esprimeva sostegno alla Tunisia nella lotta al terrorismo e disponibilità a inviare una missione di sicurezza in Libia dopo l’eventuale formazione di un governo di unità nazionale: particolarmente forte l’allarme lanciato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi per una maggiore attenzione dell’Europa alle minacce provenienti dal Mediterraneo, come si era già visto capaci di investire l’intero territorio europeo. In ogni modo il Consiglio europeo incaricava l’Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini di presentare delle opzioni di intervento per il 20 aprile in relazione alla situazione libica. L’Italia peraltro insisteva anche sulla necessità di stipulare intese di collaborazione tra l’Europa e i paesi del Nord Africa in materia migratoria, potenziando altresì le missioni di monitoraggio e soccorso nel Mediterraneo.

Il 20 marzo la Tunisia offriva comunque una confortante risposta di massa, reagendo con grandi manifestazioni all’attacco terroristico di due

Page 21: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

16

giorni prima, anche in concomitanza del 59º anniversario dell’indipendenza nazionale del 1956.

Nei giorni successivi Tunisi forniva segnali di forte ripresa, con la progettata riapertura del Museo del Bardo per il 24 marzo e, soprattutto, la grande marcia dei popoli uniti contro il terrorismo fissata in apertura del Forum sociale mondiale previsto per la stessa giornata. Nel frattempo proseguivano con solerzia le indagini che, oltre ad individuare e ricercare un terzo terrorista implicato nell’attacco del 18 marzo, portavano0 all’arresto di non meno di 15 persone. Emergeva intanto che i due terroristi uccisi nel blitz delle forze di sicurezza si erano addestrati in Libia, mentre il Capo dello Stato Essebsi avvalorava la credibilità della rivendicazione del Daesh. Si procedeva altresì a rimuovere diversi alti funzionari di polizia, riconoscendo indirettamente manchevolezze nell’apparato di sicurezza della capitale nella giornata del 18 marzo: tra essi il capo del distretto di Tunisi, il capo della polizia stradale, quello per la sicurezza dei turisti e il capo della sicurezza del Museo del Bardo.

Il 25 marzo vi era l’arresto di una persona considerata la mente dell’attacco terroristico del 18 a Tunisi - si trattava di un tunisino residente in Belgio. Emergeva intanto che le persone arrestate nelle indagini successive all’attentato sarebbero state tutte appartenenti alla famigerata brigata Okba ibn Nafee, il cui capo si era in effetti recentemente distaccato dalla fedeltà ad al Qaeda nel Maghreb islamico (AQMI) per schierarsi dalla parte del Daesh. Nella stessa giornata il Consiglio dei ministri approvava il testo della nuova legge antiterrorismo, da sottoporre successivamente al parlamento. Si procedeva inoltre a chiudere o censire luoghi sospetti per la propaganda jihadista.

Il 24 marzo il Ministro degli esteri Gentiloni si era intanto recato nuovamente in Tunisia: qui era raggiunto un accordo per la cancellazione di 25 milioni di euro del debito tunisino nei confronti dell’Italia ma, ancor di più, veniva ribadita la collaborazione con Roma e Bruxelles nella lotta al terrorismo - in tal senso l’Italia e la Francia si impegnavano a tentare di includere la Tunisia tra gli obiettivi del grande piano di investimenti della Commissione europea (il c.d. piano Juncker).

Il giorno successivo il Presidente Essebsi rivolgeva un appello al popolo a “envoyer un message à l'étranger selon lequel la Tunisie continue sa lutte contre le terrorisme, mais persiste aussi dans son attachement aux réformes politiques qu'elle a faites”, attraverso la partecipazione ad una marcia internazionale per commemorare le vittime dell’attentato, che svolgeva effettivamente nella capitale tunisina domenica 29 marzo ed alla quale partecipavano tra gli altri il Presidente francese François Hollande, la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini ed il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi – che attestava la vicinanza dell’Italia, pienamente coinvolta nel dramma terroristico con la morte di alcuni connazionali, al popolo tunisino e alle autorità

Page 22: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

17

legittime del paese: “non lasceremo il futuro in mano agli estremisti”, ribadiva con fermezza il Presidente del Consiglio. La manifestazione registrava la presenza di decine di migliaia di persone giunte nella capitale da tutto il paese, nella cornice di un imponente spiegamento di forze militari – inclusa la Guardia nazionale - e di polizia: giungeva frattanto la notizia della liquidazione, nel sud del paese, di Chaled Chaib, capo della cellula Okba ibn Nafee, ucciso in un blitz delle forze di sicurezza assieme ad altri otto jihadisti.

Il 18 maggio il Capo dello Stato Sergio Mattarella si recava a Tunisi per una visita ufficiale, nel corso della quale condivideva con le autorità tunisine l’impegno contro il terrorismo e a difesa della pacifica convivenza, in un grande patto di civiltà capace di legare più che in passato le due sponde del Mediterraneo. Questi i contenuti emersi dagli incontri con il presidente Essebsi e il primo ministro Essid, che punteggiavano la giornata di Sergio Mattarella assieme alla visita al Museo nazionale del Bardo colpito dall’attentato del 18 marzo. Tra l’altro durante la visita del Capo dello Stato veniva firmato un accordo per un programma triennale di cooperazione italo-tunisino, confermando altresì quanto già annunciato in merito alla conversione, per un totale di 25 milioni di euro, del debito della Tunisia nei confronti del nostro Paese. Il Presidente della Repubblica interveniva altresì nel Parlamento tunisino riunito in seduta straordinaria, riconoscendo il carattere di dramma umanitario senza precedenti alle vicende dei flussi migratori nel Mediterraneo, rispetto ai quali dall’Europa si attendeva che se ne facesse carico in spirito di solidarietà e di accoglienza. Sergio Mattarella respingeva peraltro recisamente ogni ipotesi di intervento militare quale soluzione della questione libica, che avrebbe dovuto necessariamente passare per la decisione politica dei libici di dar vita a un governo di unità nazionale, capace di iniziare la ricostruzione di istituzioni statuali funzionanti.

Proprio in relazione all’attentato al Museo del Bardo del 18 marzo va segnalato che la

prosecuzione dell’indagine aveva condotto fino al 19 maggio all’arresto di 46 persone

ritenute coinvolte a vario titolo nell’episodio terroristico: nella serata del 19 maggio le

forze di polizia italiane procedevano all’arresto di Abdel Majid Touil, di nazionalità

marocchina ma residente a Gaggiano, nell’hinterland milanese, accusato in un primo

tempo di aver fatto parte come fiancheggiatore dell’organizzazione dell’attentato del

Bardo: successivamente diverse evidenze sembravano mostrare invece la presenza di

Touil in Italia proprio nei giorni in cui era perpetrato l’attentato. Cionondimeno, le autorità

tunisine ribadivano con forza la loro convinzione della colpevolezza di Touil, che sarebbe

stato chiamato in causa da alcuni altri arrestati sempre in relazione allo stesso episodio.

Dopo diverse schermaglie giuridiche, il 16 giugno la Quinta Corte d’appello di Milano

confermava la necessità di detenzione in carcere per Touil, ritenendo ancora attuale e

concreto il pericolo di fuga dell’indagato, per di più accusato di delitti particolarmente

gravi. La decisione della Quinta Corte d’appello era adottata nell’attesa che dalla Tunisia

giungesse la formale richiesta di estradizione, il cui incartamento avrebbe dovuto

Page 23: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

18

contenere accuse ed elementi di prova tali da consentire di precisare i capi d’imputazione

a carico di Touil. Nel frattempo, il 28 maggio si sapeva dell’arresto di un altro marocchino,

Noureddine Naibi, che secondo le autorità tunisine avrebbe conosciuto in Libia Touil e i

due tunisini dell’attentato del Bardo. Le persistenti divergenze investigative tra Italia e

Tunisia conducevano la Corte d’appello di Milano a negare l’estradizione di Touil verso la

Tunisia – chiedendo altresì l’archiviazione delle accuse a suo carico di terrorismo

internazionale e strage -, e il 28 ottobre il cittadino marocchino veniva scarcerato. La

Questura di Milano, tuttavia, ne disponeva il trattenimento nel Centro di identificazione ed

espulsione di Torino, proprio in vista del possibile rinvio del giovane in Marocco, in quanto

clandestino. Questo provvedimento della Questura non era però convalidato dal giudice

di pace del capoluogo piemontese, e Touil il 30 ottobre poteva tornare in libertà. Al

trattenimento di Touil nel CIE si erano opposti naturalmente i suoi legali, ma anche la

Procura di Torino, perché l’espulsione nella quale poteva culminare il soggiorno nel CIE

avrebbe potuto esporre il giovane a gravi rischi personali - nulla vietava infatti che una

volta in Marocco fosse estradato in Tunisia, dove la recente legislazione antiterrorismo

aveva reintrodotto fattispecie punibili con la pena capitale.

Il 25 maggio nella base militare tunisina di Bouchoucha un trentenne caporale dell’esercito, privato della facoltà di portare armi a seguito della manifestazione di problemi mentali, sottraeva un’arma ad un commilitone e apriva il fuoco sui militari presenti durante l’alzabandiera, uccidendone sette, tra i quali un colonnello, e ferendone una decina. Mentre le autorità tunisine parlavano di un atto completamente scollegato da ogni riferimento al terrorismo, il giorno successivo l’ISIS rivendicava la strage, compiuta a suo dire da quello che era definito un “leone solitario”. Per la verità alcuni media tunisini riferivano di una certa vicinanza del caporale a gruppi estremistici, che sarebbe stata la vera causa delle limitazioni impostegli dalle autorità militari.

La brigata Okba ibn Nafee tornava tragicamente all’attenzione generale il 15 giugno, quando nel luogo simbolo di Sidi Bouzid, dove l’autoimmolazione di un ambulante vessato dalla polizia di Ben Ali aveva dato inizio nel 2011 alle “Primavere Arabe”, erano uccisi tre agenti della Guardia nazionale in due diversi attacchi, e vi era altresì il ferimento di 11 civili.

La vera ripresa su larga scala del terrorismo in Tunisia doveva purtroppo tuttavia ancora arrivare: il 26 giugno un terrorista, Seiffeddine Rezgui, attaccava turisti stranieri sulla spiaggia di Sousse, uccidendone trentotto – 25 dei quali britannici - a colpi di Kalashnikov.

L’attentato sulla spiaggia di Sousse gettava le autorità tunisine nello sconcerto, avendo esso ancor più direttamente colpito un settore economico, quello del turismo, sul quale il paese conta moltissimo per una sua ripresa - e certamente anche da parte dei terroristi vi era il progetto di danneggiare l’industria turistica tunisina, mettendo in crisi il governo. Le indagini ipotizzavano subito l’esistenza di una rete di sostegno per il terrorista Rezgui, del quale

Page 24: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

19

emergeva che nel passato aveva lavorato come animatore turistico. Inoltre era sostanzialmente acclarato che Rezgui si era recato negli ultimi tre mesi in Libia ad addestrarsi in un campo di Ansar al-Sharia, dove avrebbe anche conosciuto i due connazionali attentatori del Bardo. Mentre una serie di arresti venivano effettuati in Tunisia, il governo decideva di schierare quasi duemila agenti supplementari armati per il pattugliamento di spiagge e hotel, nonché di procedere alla chiusura di un’ottantina di moschee considerate al di fuori del controllo statale. Le autorità tunisine riferivano il 30 giugno dell’arresto di un conoscente di Rezgui che sarebbe stato implicato nella strage di Sousse.

La concomitanza dell’addestramento dei tre terroristi tunisini in Libia portava poi le indagini nella direzione di Seifallah Ben Hassine, leader radicale islamico tunisino che proprio in Libia risiedeva dal 2013, e in quel paese sarebbe stato seguito da molti dei suoi fedeli reclutati dopo la caduta di Ben Ali e nella sostanziale inerzia delle autorità tunisine nel periodo del governo di Ennahdha. Ben Hassine, conosciuto anche come Abu Iyadh, fondatore dell’ala tunisina di Ansar al-Sharia, sarebbe tuttavia morto il 14 giugno in seguito a un attacco dei droni americani in territorio libico, nelle stesse circostanze che avrebbero portato alla morte il terrorista algerino Belmokhtar.

Il 4 luglio vi era la dichiarazione dello stato di emergenza su tutto il territorio tunisino per 30 giorni, ulteriormente rinnovabili. Il presidente Essebsi ne dava l’annuncio alla nazione in un discorso di 30 minuti, nel quale ricordava le circostanze eccezionali che il paese stava vivendo, di fronte alle quali il Capo dello Stato aveva il preciso dovere di imporre lo stato di emergenza - secondo Essebsi un altro attentato come quelli del 18 marzo e del 26 giugno avrebbe potuto condurre addirittura al crollo della compagine statale, minata dalla paura e dalla sfiducia. Lo stato d’emergenza comportava ovviamente l’estensione dei poteri dei governatori, dell’esercito e della polizia, nonché la limitazione del diritto a manifestare e radunarsi, come anche al diritto di sciopero, e l’ampliamento della facoltà di dar luogo a perquisizioni domiciliari in ogni momento, accrescendo altresì il controllo sulla stampa e le pubblicazioni di qualsiasi natura.

L’8 luglio il primo ministro Essid riferiva al parlamento, riunito in sessione straordinaria per discutere sulla proclamazione dello stato di emergenza di quattro giorni prima, sui progetti dei gruppi terroristici di compiere altri attentati per paralizzare l’economia tunisina: pertanto il governo avrebbe provveduto a costruire una barriera di 160 km su tutta la frontiera con la Libia, munita di stazioni di controllo a intervalli regolari, da completare entro il 2015. L’allarme di Essid non appariva ingiustificato, se si pensa che dopo l’attentato sulla spiaggia di Sousse, nonostante il grande impegno delle autorità di sicurezza - che avevano arrestato fino al 10 luglio 127 presunti terroristi e avevano eseguito oltre settecento perquisizioni - risultavano cancellate prenotazioni per un milione di

Page 25: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

20

pernottamenti nel paese, con una perdita stimata pari a 500 milioni di euro. Ciò induceva addirittura gli albergatori a promettere forti sconti ai tunisini residenti all’estero se si fossero recati a trascorrere le vacanze nel paese di origine.

La gravità della situazione della sicurezza conduceva il 25 luglio il parlamento tunisino, dopo tre giorni di dibattito e con un’amplissima maggioranza, ad approvare la nuova legislazione antiterrorismo: il parlamento realizzava in tal modo l’impegno del suo presidente, Mohamed Ennaceur, preso subito dopo la strage di Sousse. La nuova legislazione prevedeva un rafforzamento delle misure di sicurezza in tutto il paese, l’utilizzo accentuato delle intercettazioni telefoniche nei confronti di sospetti terroristi, una più efficace lotta alla diffusione del terrorismo con mezzi informatici, sanzioni per chi avesse rivelato l’identità di agenti infiltrati nelle organizzazioni estremiste e, infine, un maggior controllo delle fonti di finanziamento delle organizzazioni estremiste. La nuova legislazione colpiva inoltre, vietandola, l’accusa di apostasia (takfir), nonché l’eccitazione all’odio e alla violenza tra le diverse religioni o nei confronti delle minoranze religiose: per queste fattispecie la nuova legislazione reintroduceva la possibilità, dopo una moratoria de facto di un quarto di secolo, di comminare la pena capitale, prevista altresì per l’assassinio di agenti diplomatici e funzionari internazionali.

Il 9 ottobre la società civile tunisina vedeva riconosciuto al più alto livello il proprio sforzo per incamminare il paese sulla via di una democrazia stabile e pluralista, quando il Comitato norvegese per il Premio Nobel per la pace, riunito a Oslo, lo assegnava al Quartetto per il dialogo nazionale tunisino, un insieme di organizzazioni creato nell’estate del 2013, che raggruppano sindacalisti, imprenditori, attivisti per i diritti umani, avvocati. L’attribuzione del premio era motivata con l’esser riuscito il Quartetto a creare un processo politico pacifico in un momento in cui la Tunisia era sull’orlo della guerra civile. Un mese dopo il Quartetto, i cui rappresentanti si erano recati a Roma su invito del Consiglio nazionale forense italiano, lanciava un accorato appello alla Comunità internazionale per un sostegno economico alla Tunisia, in mancanza del quale il paese avrebbe potuto riprecipitare nel caos di una lotta fra opposti estremismi. Nel corso della visita a Roma i rappresentanti del Quartetto erano ricevuti dalla Presidente della Camera Laura Boldrini e da Papa Francesco, che con immagine assai efficace li definiva “artigiani della pace”.

Ulteriori conferme delle gravi preoccupazioni per la evoluzione della situazione della sicurezza in Tunisia venivano dalla constatazione che dal paese nordafricano risultava partito il più numeroso contingente dei combattenti in Siria e Iraq sotto le bandiere dell’ISIS, circa tremila persone; ma, assai più, dal nuovo attentato del 24 novembre che colpiva un autobus carico di guardie presidenziali tunisine, provocato da una bomba o da un kamikaze a bordo, con un bilancio di non meno di 12 morti e 17 feriti. Nella serata del 24 novembre il

Page 26: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

21

presidente Essebsi interveniva alla televisione dichiarando il ripristino dello stato di emergenza per 30 giorni, con un coprifuoco dalle 21 alle 5 del mattino.

2016

Il 2016 si apriva con un nuovo grave fronte di tensione e di preoccupazione per la Tunisia, che confermava l’allarme lanciato in novembre dal Quartetto per il dialogo nazionale: il 16 gennaio infatti nella regione di Kasserine un giovane disoccupato che minacciava di gettarsi nel vuoto da un pilone dell’alta tensione, essendo sfumata la sua assunzione nel Dipartimento regionale dell’istruzione, rimaneva fulminato. Nei giorni successivi all’episodio si accendeva la rivolta sociale - in apparente analogia a quanto accaduto a Sidi Bouzid nel gennaio 2011 dopo la morte dell’ambulante che innescò la rivolta contro Ben Alì -, che il 20 gennaio costringeva a chiudere le scuole e i licei di Kasserine, con i manifestanti che giungevano in prossimità della sede del governatorato. La costante dei tumulti era la richiesta di lavoro e di migliori condizioni di vita, e le adunanze culminavano spesso in scontri con le forze dell’ordine. L’estensione della protesta, con la chiusura di molti edifici pubblici e negozi e lo schieramento dell’esercito a protezione del governatorato di Kasserine, provocava la dichiarazione del coprifuoco nella città dalle 18 alle 5 del mattino. Il bilancio degli scontri era di una ventina di manifestanti e altrettanti agenti feriti. Dopo l’estensione a diversi gruppi della società la protesta divampava rapidamente anche in altre città della Tunisia. Nella stessa capitale nel pomeriggio del 20 gennaio i manifestanti invadevano pacificamente la sede del governatorato, e venivano poi ricevuti dal governatore. La pericolosità della possibile saldatura dei movimenti jihadisti con la protesta sociale non sfuggiva alle autorità tunisine, che compivano forti bombardamenti aerei nell’area del Monte Chambi per prevenire la possibilità di infiltrazione di estremisti islamici nelle manifestazioni sociali utilizzando i ben conosciuti sentieri della zona. In ogni modo gli scontri proseguivano in diverse zone del paese e a Seriana perdeva la vita un agente di 25 anni, aggredito nella sua auto a colpi di pietre dai manifestanti.

Di fronte al precipitare della situazione il Consiglio dei Ministri varava specifiche misure a favore dell’occupazione e dello sviluppo della regione di Kasserine, finanziando circa 500 progetti con 3 milioni di euro e disponendo l’assunzione di 6.400 disoccupati; era inoltre prevista la creazione di una commissione d’inchiesta su presunti casi di corruzione tra pubblici funzionari,

Page 27: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

22

nonché la concessione di terreni demaniali a privati e la creazione di nove società a carattere imprenditoriale. Il 22 gennaio si decretava il coprifuoco notturno in tutto il paese dalle 20 alle 5 del mattino, dopo che perfino nella periferia di Tunisi veniva saccheggiata una banca, con 44 agenti feriti e 16 arresti. Il presidente Essebsi in un discorso televisivo indicava forze interne ed esterne volte a destabilizzare la Tunisia, in particolare i gruppi jihadisti dell’ISIS in agguato alla frontiera libica. Il premier Essid annunciava fermezza da parte dello Stato, dopo aver incassato a Parigi la promessa di un miliardo di euro in cinque anni per un nuovo piano di sostegno a favore delle regioni sfavorite della Tunisia.

Le preoccupazioni del presidente Essebsi trovavano conferma il 7 marzo, quando milizie dell’ISIS attaccavano alcune caserme delle forze di sicurezza tunisine nell’ultima città prima del confine con la Libia, Ben Guerdane, e, dopo essere stati respinti, colpivano anche obiettivi civili. Alla fine si contavano 35 jihadisti morti, ma anche 11 tra le forze di sicurezza tunisine e 7 civili. Veniva decretato il coprifuoco notturno a Ben Guerdane, chiudendo temporaneamente i valichi di frontiera e intensificando i pattugliamenti aerei dei confini. Significative le parole del ministro della difesa tunisino Horchani, che annunciava una legge in base alla quale forze militari straniere avrebbero potuto stazionare sul territorio della Tunisia - alludendo evidentemente alla possibilità di richiesta di assistenza militare contro il pericolo jihadista.

Per quanto concerne le misure di sostegno alla Tunisia vale la pena di ricordare che il 10 marzo il Parlamento europeo dava il via libera definitivo al provvedimento di agevolazione all’importazione senza dazio di 35.000 tonnellate di olio d’oliva tunisino per il 2016 e altrettante per il 2017. La normativa prevedeva altresì una valutazione intermedia dell’impatto delle misure, a difesa dei produttori europei. Il provvedimento aveva destato particolari proteste proprio nel nostro Paese, con il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina che dichiarava la propria contrarietà a qualsiasi aumento permanente dei contingenti di olio tunisino da importare in franchigia di dazio. La delegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo si divideva tra 11 favorevoli e 14 contrari. Vibrate proteste venivano dalla Coldiretti e da altre associazioni di olivicoltori italiani.

Una prospettiva positiva per la Tunisia veniva il 22 maggio dal 10º Congresso generale del partito di ispirazione islamista Ennahdha, nel quale, sempre sotto l’accorta regia di Rachid Ghannouci, sembrava consumarsi una vera svolta in senso democratico, e si sanciva la separazione tra la dimensione politica e quella religiosa. Ennahdha voleva in tal modo accreditarsi come partito moderno e democratico, con aspirazioni nazionali e assolutamente contrario ad ogni forma di terrorismo e jihadismo. Con la piena adesione al percorso istituzionale nato dalla nuova Costituzione, il partito

Page 28: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

23

indicava la necessità di agire unitariamente per combattere il sottosviluppo con una politica sociale inclusiva e più giusta.

Quasi in consonanza con le scelte di Ennahdha, nel mese di giugno il presidente Essebsi lanciava un’iniziativa per la creazione di un governo di coalizione allargata, al fine di superare le difficili circostanze che la Tunisia attraversava. Il 13 luglio, poi, rappresentanti di nove partiti politici, nonché sindacali e imprenditoriali firmavano un documento, il cosiddetto Accordo di Cartagine, nel quale si metteva a punto una road map per la creazione del nuovo governo di unità nazionale e le relative priorità di intervento. Conseguentemente il 30 luglio il primo ministro in carica Essid veniva sfiduciato dal parlamento con un’ampia maggioranza: lo stesso Essid aveva del resto rifiutato di dimettersi in base ai soli sviluppi politici delle settimane precedenti, richiedendo l’espresso voto di contrarietà in parlamento.

Il 27 agosto il nuovo governo di unità nazionale, con a capo il premier Youssef Chahed, dopo una lunga seduta parlamentare otteneva in nottata a larga maggioranza la fiducia. Nella nuova compagine governativa otto dicasteri sono andati a Nidaa Tounes e sei a Ennahdha, mentre vi figurano altresì otto donne. Il programma del nuovo governo è rappresentato proprio dalle priorità dell’Accordo di Cartagine, ovvero lotta al terrorismo, alla corruzione e al contrabbando, lo sviluppo economico, l’equilibrio finanziario, la tutela dell’ambiente. Nel suo intervento parlamentare il neopremier non ha nascosto le difficoltà finanziarie del paese, indebitato per l’equivalente di più di 30 miliardi di euro.

Page 29: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre
Page 30: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

25

LA LOTTA ALLA CORRUZIONE NEI PROVVEDIMENTI DELLA XVII LEGISLATURA

(a cura del Servizio Studi)

Come è noto, numerose ricerche e relazioni di organismi nazionali e sovranazionali hanno rilevato l'estensione del fenomeno corruttivo in Italia e la consapevolezza della sua pervasività da parte dei cittadini, non mancando di stimolare l'Italia a profonde riforme di sistema.

A partire dalla seconda parte della scorsa legislatura, il legislatore si è attivato per ratificare le Convenzioni internazionali in materia (in particolare, la Convenzione delle Nazioni Unite sulla corruzione internazionale, fatta a Merida nel 2003, ratificata dalla legge n. 116 del 2009 e le Convenzioni di Strasburgo del 1999, promosse dal Consiglio d'Europa e relative alle conseguenze penali e civili della corruzione, ratificate, rispettivamente, dalla legge n. 110 del 2012 e dalla legge n. 112 del 2012), introdurre nuove fattispecie di reato, inasprire le pene per i reati già previsti e disciplinare modelli organizzativi per prevenire il fenomeno corruttivo (in questo senso è intervenuta la c.d. legge Severino, legge n. 190 del 2012).

Di seguito si dà conto degli ulteriori provvedimenti di lotta alla corruzione

approvati in questa legislatura e di quelli tuttora in corso di esame parlamentare.

La riforma dello scambio elettorale politico-mafioso (legge n. 62 del 2014)

Con l'approvazione della legge n. 62 del 2014, il Parlamento ha modificato l'art. 416-ter del codice penale, relativo al delitto di scambio elettorale politico-mafioso, definendo in modo più specifico la fattispecie penale, ampliandone la portata e riducendo l'entità della pena.

Il nuovo testo dell'art. 416-ter punisce ora con la reclusione da 4 a 10 anni chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le modalità proprie dell'associazione mafiosa, in cambio dell'erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di altra utilità. E' punito con la stessa pena chi promette di procurare voti con le medesime modalità.

Si segnala che il disegno di legge di riforma del processo penale (AS. 2067-A) all'esame del Senato propone un aumento a 6 e 12 anni dei limiti di pena per lo scambio elettorale politico. mafioso.

Page 31: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

26

Il reato di autoriciclaggio (legge n. 186 del 2014)

Con l'art. 3 della legge n. 186 del 2014 il Parlamento ha introdotto nell'ordinamento penale italiano, dopo un lungo dibattito dottrinale e dopo un travagliato iter parlamentare, il delitto di autoriciclaggio all'art 648-ter.1 c.p.

Soggetto attivo del reato è l'autore del delitto presupposto, nonché i concorrenti nel

delitto presupposto. Si tratta, pertanto, di un reato proprio. La condotta tipica consiste nell'impiegare, sostituire, trasferire, in attività economiche,

finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione del delitto presupposto.

Due elementi contribuiscono alla delimitazione dell'area di rilevanza penale del fatto: le condotte devono essere idonee ad ostacolare concretamente l'identificazione

della provenienza delittuosa del loro oggetto; i beni devono essere tassativamente destinati ad attività economiche, finanziarie,

imprenditoriali o speculative.

Non sono punibili le condotte per cui il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinate alla mera utilizzazione o al godimento personale.

Le pene previste per il delitto di autoriciclaggio variano in ragione della gravità del delitto presupposto. La pena base è la reclusione da 2 a 8 anni unita alla multa da 5 mila a 25 mila euro.

La nuova legge anticorruzione e di riforma del falso in bilancio (legge n. 69 del 2015)

Nell'attuale legislatura, oltre ai numerosi provvedimenti che hanno riformato e rafforzato il ruolo dell'Autorità nazionale anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche (ANAC), si segnala l'approvazione della legge n. 69 del 2015 che, tra l'altro, inasprisce il quadro sanzionatorio in tema di I reati contro la P.A.lotta alla corruzione. Il provvedimento è volto, in particolare, a contrastare i fenomeni corruttivi attraverso una serie di misure che vanno dall'incremento generalizzato delle sanzioni penali, comprese quelle accessorie, alla riformulazione di alcuni reati, come quelli che puniscono il falso in bilancio, per delimitare la eventuale area di non punibilità.

In particolare, quanto ai reati contro la P.A., la legge: modifica l'art. 32-ter del codice penale, relativo all'incapacità di contrattare con la

pubblica amministrazione, elevando da 3 a 5 anni la durata massima di questa pena accessoria;

modifica l'art. 32-quinquies del codice penale, che disciplina i casi nei quali alla condanna consegue l'estinzione del rapporto di lavoro o di impiego, per prevedere che l'estinzione del rapporto di lavoro o di impiego, nei confronti del dipendente di amministrazioni od enti pubblici ovvero di enti a prevalente partecipazione pubblica, consegue alla condanna alla reclusione non inferiore ai 2 anni (oggi è per pene non inferiori a 3 anni) per i delitti di peculato, concussione, corruzione per

Page 32: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

27

l'esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione in atti giudiziari, induzione indebita a dare o promettere utilità, ovvero corruzione di persona incaricata di pubblico servizio;

aumenta le pene previste dal codice penale per una serie di reati del pubblico ufficiale contro la pubblica amministrazione; in particolare, la pena per il peculato (art. 314) è la reclusione da 4 anni a 10 anni e 6 mesi (in precedenza la pena massima era di 10 anni); la pena per il reato di corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318) è la reclusione da uno a 6 anni (prima la pena massima era 5 anni); la pena per il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (art. 319) è la reclusione da 6 a 10 anni (prima da 4 a 8 anni); la pena per il reato di corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter) è la reclusione da 6 a 12 anni (prima da 4 a 10) e se dal fatto deriva l'ingiusta condanna di taluno alla reclusione non superiore a cinque anni, la pena è della reclusione da 6 a 14 anni (prima da 5 a 12 anni); se deriva l'ingiusta condanna alla reclusione superiore a cinque anni o all'ergastolo, la pena è della reclusione da 8 a 20 anni (prima da 6 a 20); la pena per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater) è la reclusione da 6 a 10 anni e 6 mesi (in precedenza da 3 a 8 anni);

introduce una ulteriore circostanza attenuante nell'art. 323-bis attraverso la quale è prevista una diminuzione della pena da un terzo a due terzi per colui che, responsabile di uno dei delitti contro la p.a., sia efficacemente adoperato per evitare che l'attività delittuosa venga portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per l'individuazione degli altri responsabili ovvero per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite;

modifica la fattispecie di concussione (art. 317 c.p.), ampliandone l'ambito soggettivo di applicazione per ricomprendervi anche "l'incaricato di un pubblico servizio", così tornando alla formulazione ante-legge Severino;

inserisce nel codice l'art. 322-quater, in materia di riparazione pecuniaria. Il nuovo articolo prevede che, con la sentenza di condanna per un delitto contro la p.a., venga sempre ordinato il pagamento di una somma pari all'ammontare di quanto indebitamente ricevuto dal pubblico ufficiale o dall'incaricato di un pubblico servizio a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell'amministrazione di appartenenza, ovvero, in caso di corruzione in atti giudiziari, in favore dell'amministrazione della giustizia, restando impregiudicato il diritto al risarcimento del danno;

modifica la disciplina del patteggiamento per condizionare l'accesso al rito speciale, con riguardo ai procedimenti per i delitti dei pubblici ufficiali contro la p.a., alla restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato;

prevede che in caso di esercizio dell'azione penale per un delitto contro la p.a., il PM debba informare dell'imputazione il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione.

Il provvedimento modifica, poi, la legge Severino (L. 190 del 2012): attribuendo all'ANAC (l'Autorità nazionale anticorruzione) anche l'esercizio

della vigilanza e del controllo sui contratti esclusi (in tutto o in parte) dall'ambito di applicazione del codice dei contratti pubblici (come i contratti segretati o che esigono particolari misure di sicurezza; gli appalti aggiudicati in base a norme internazionali; particolari contratti di servizi) ai sensi degli artt. 17 e ss. del D.Lgs. 163/2006 (Codice degli appalti);

Page 33: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

28

imponendo specifici obblighi informativi verso l'Autorità nazionale anticorruzione: da parte delle stazioni appaltanti in relazione alla procedura di scelta del contraente; da parte del giudice amministrativo in relazione a controversie sull'aggiudicazione dell'appalto e divieto di rinnovo tacito dei contratti pubblici da cui emergano nel corso del giudizio, anche in esito a una sommaria valutazione, condotte o atti contrastanti con le regole della trasparenza.

La legge n. 69 del 2015 riforma, infine, la disciplina delle false comunicazioni sociali: la novità principale è che il falso in bilancio torna ad essere un reato penale per tutte le imprese, non solo per quelle quotate in borsa, sulle quali comunque c'è una stretta. La reclusione per le società quotate va da 3 a 8 anni (prima era fra i 6 mesi e i 3 anni), mentre per le aziende non quotate va da 1 a 5 anni (rispetto alla pene precedente di massimo due anni, ma ci sono una serie di casi di esclusione che sono stati cancellati). Il testo prevede anche un inasprimento delle sanzioni amministrative.

In particolare, per quanto riguarda le società non quotate, la legge modifica l'articolo 2621 del codice civile, relativo alle false comunicazioni sociali. La previsione - che nella maggioranza dei casi riguarda le PMI - è che il reato sia d'ora in poi sempre punito con pene detentive, che possono andare da 1 a 5 anni di reclusione.

Ci sono però casi (nuovo art. 2621-bis c.c.) in cui anche il provvedimento anticorruzione prevede pene ridotte (da 6 mesi a 3 anni) per il reato di falso in bilancio: se i fatti sono di lieve entità. La lieve entità viene valutata dal giudice, in base alla

natura e alle dimensioni della società e alle modalità o agli effetti della condotta dolosa;

se i fatti riguardano società che non possono fallire (perché non superano i limiti indicati dal secondo comma dell'articolo 1 della legge fallimentare). In questo caso, il reato è perseguibile a querela di parte (della società, dei soci, dei creditori o degli altri destinatari della comunicazione sociale), e non d'ufficio.

Un nuovo art. 2621-ter c.c. prevede poi una ipotesi di non punibilità per particolare tenuità del falso in bilancio.

Alle società quotate si applica ora l'art. 2622 c.c., che prevede la reclusione da 3 a 8 anni. Anche in tal caso, aumentano le sanzioni pecuniarie previste dal citato D.Lgs 231 del 2001, che passano da 400 a 600 quote (rispetto alle precedenti da 150 a 300 quote).

I provvedimenti in corso d'esame

Il Parlamento sta tuttora affrontando il tema della lotta alla corruzione, attraverso l'esame di due diversi provvedimenti - entrambi all'esame del Senato, - relativi alla riforma della prescrizione del reato e alla tutela dei lavoratori che segnalano irregolarità.

Page 34: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

29

Per quanto riguarda la prescrizione, la riforma - già approvata dalla Camera e confluita nel disegno di legge del Governo di riforma del processo penale (A.S. 2067-A) - non modifica il principio generale, in base al quale il reato si estingue decorso il tempo corrispondente al massimo della pena edittale, e comunque un tempo non inferiore a 6 anni in caso di delitto e a 4 anni in caso di contravvenzione (articolo 157 del codice penale).

Il provvedimento, modificato in alcuni punti dal Senato, si caratterizza, invece, per le modifiche all'articolo 159 dello stesso codice, con l'introduzione di nuove ipotesi di sospensione del decorso del termine di prescrizione.

Attualmente, l'art. 159 del codice penale prevede che il corso della prescrizione

rimane sospeso in una serie di ipotesi: in ogni caso in cui la sospensione del procedimento o del processo penale o dei

termini di custodia cautelare è imposta da una particolare norma di legge; nei casi di autorizzazione a procedere; nel caso di deferimento della questione ad altro giudizi; di sospensione del procedimento o del processo penale per ragioni di impedimento

delle parti e dei difensori o assenza dell'imputato.

In base alla riforma, la prescrizione è sospesa: - per richiesta di rogatoria all'estero (con un termine massimo di

sospensione pari a sei mesi); - dopo la sentenza di condanna in primo grado, il termine di prescrizione

resta sospeso fino al deposito della sentenza di appello, e comunque per un tempo non superiore a un anno e sei mesi;

- dopo la sentenza di condanna in appello, anche se pronunciata in sede di rinvio, il termine di prescrizione resta sospeso fino alla pronuncia della sentenza definitiva e comunque ancora una volta per un tempo non superiore a un anno e sei mesi.

Viene precisato, inoltre che, in caso di assoluzione dell'imputato in secondo grado o di annullamento della sentenza di condanna ovvero di dichiarazione di nullità della decisione con conseguente restituzione degli atti al giudice, i periodi di sospensione di un anno e sei mesi (per il giudizio d'appello) e di un anno e sei mesi (per il giudizio di Cassazione) vengano ricomputati ai fini del calcolo del termine di prescrizione.

Altre novità riguardano la sospensione della prescrizione per richiesta di autorizzazione a procedere e per deferimento della questione ad altro giudizio.

Viene precisato, nel primo caso, che il termine è sospeso a decorrere dal provvedimento con il quale il pubblico ministero presenta la richiesta e fino al giorno in cui la richiesta è accolta; nel secondo, che il termine è sospeso fino al giorno in cui viene decisa la questione.

Viene poi modificato l'articolo 158 del codice penale prevedendo che, per una specifica serie di reati commessi in danno di minori, regola generale è che il termine di prescrizione decorre dal compimento dei 18 anni della vittima,

Page 35: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

30

salvo che l'azione penale non sia stata esercitata in precedenza; in quest'ultimo caso, infatti, il termine decorre dall'acquisizione della notizia di reato. I reati in questione, previsti dal codice penale, sono i maltrattamenti in famiglia (articolo 572), la riduzione in schiavitù e il commercio di schiavi (artt. 600 e 602), la prostituzione e la pornografia minorile (artt. 600 bis e ter), la detenzione di materiale pornografico minorile, anche virtuale (art. 600-quater), il turismo sessuale (art. 600-quinquies), la tratta di persone (art. 601), la violenza sessuale (art. 609-bis), atti sessuali con minorenne e la corruzione di minorenne (artt. 609-quater e quinquies), la violenza sessuale di gruppo (art. 609-octies), l'adescamento di minori (art. 609-undecies) e lo stalking (art. 612-bis).

E', poi, stabilito con una modifica all'art. 160 del codice penale che anche l'interrogatorio reso alla polizia giudiziaria, su delega del pubblico ministero, determini l'interruzione del corso della prescrizione.

Modifiche sono introdotte anche all'art. 161 dello stesso codice, che disciplina degli effetti dell'interruzione e della sospensione. Rispetto alla formulazione vigente della norma, che stabilisce come tanto la sospensione quanto l'interruzione abbiano effetto nei confronti di tutti coloro che hanno commesso il reato, la riforma distingue le due ipotesi e prevede che: l'interruzione ha effetto per tutti coloro che hanno commesso il reato; la sospensione ha effetto solo per gli imputati nei cui confronti si sta procedendo.

E' stato approvata dalla Camera anche una proposta di legge di iniziativa

parlamentare (A.S. 2208) che detta disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato.

La proposta mira a tutelare gli autori della segnalazione di illeciti o reati in ambito lavorativo, i cosiddetti whistleblower, intesi non solo come dipendenti pubblici, ma anche lavoratori privati, collaboratori, consulenti e soggetti che svolgono attività di apprendistato o tirocinio o sono assunti con contratto di formazione e lavoro.

Destinatari della segnalazione - oltre l'Autorità nazionale anticorruzione, la Corte dei conti, l'autorità giudiziaria e gli organi di polizia - sono: in ambito pubblico, il responsabile per la prevenzione della corruzione nominato dall'ente a cui appartiene il segnalante; in ambito privato, l'organo di vigilanza preposto.

La segnalazione può essere anonima e deve comunque essere esaminata se adeguatamente circostanziata. Al segnalante deve essere garantita la riservatezza, devono essere escluse discriminazioni; ogni eventuale atto di ritorsione perpetrato nei confronti del segnalante è punibile con l'applicazione di sanzioni disciplinari. Spetta all' Autorità nazionale anticorruzione dettare linee guida per la presentazione e la gestione delle segnalazioni.

Page 36: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

31

RAPPORTI PARLAMENTARI CON LA TUNISIA (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

RAPPORTI PARLAMENTARI TRA LA CAMERA DEI DEPUTATI E L’ASSEMBLEA DEL POPOLO TUNISINO

Incontri bilaterali 

Il 28 gennaio 2016 la Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha incontrato il Presidente dell'Assemblea dei Rappresentanti del popolo, Mohamed Ennaceur, accompagnato da una delegazione di deputati tunisini. I due Presidenti hanno quindi svolto un intervento nel corso della prima sessione dell'incontro "Italia-Tunisia, insieme per la democrazia", dedicata al tema dei Parlamenti a sostegno della democrazia. Al termine di tale sessione i due Presidenti hanno sottoscritto il Memorandum d'intesa tra la Camera dei deputati e l'Assemblea dei Rappresentanti del popolo tunisina.

L'8 novembre 2015 la Presidente Boldrini ha ricevuto i rappresentanti del

"Quartetto del dialogo nazionale tunisino", vincitore del Premio Nobel per la Pace 2015.

Dal 28 al 29 marzo 2015 la Presidente della Camera dei deputati, Laura

Boldrini, ha effettuato una visita ufficiale in Tunisia. Durante la sua visita la Presidente ha effettuato incontri con il Presidente

dell'Assemblea dei Rappresentanti del Popolo della Repubblica di Tunisia, Mohamed Ennaceur e con Ministra della Cultura e della Salvaguardia del Patrimonio, Latifa Lakddhar, insieme ad alcune deputate e rappresentanti della società civile femminile tunisina. La Presidente ha incontrato inoltre rappresentanti della comunità italiana a Tunisi ed ha inoltre effettuato una visita al Museo Nazionale del Bardo accompagnata dal Ministra della Cultura e della Salvaguardia del Patrimonio, Latifa Lakddhar e dalla Ministra del Turismo e dell'Artigianato Selma Elloumi Rekik.

Il 29 marzo 2015 la Presidente ha partecipato alla marcia contro il terrorismo organizzata a seguito dell'atto terroristico avvenuto al “Museo Nazionale del Bardo”.

Il 10 settembre 2014, la Presidente Boldrini ha incontrato, insieme al

Presidente del Senato, Pietro Grasso, il Presidente della Repubblica di Tunisia, Mohamed Moncef Marzouki.

Page 37: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

32

In occasione del Primo Vertice dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi dell'Unione per il Mediterraneo (UpM), svoltosi a Marsiglia il 7 aprile 2013, la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha incontrato il Presidente dell'Assemblea Nazionale Costituente della Tunisia, Mustapha Ben Jaafar.

Incontri delle Commissioni

Il 12 e 13 luglio 2015, una delegazione della Commissione Affari esteri, guidata dal Presidente Cicchitto, si è recata in visita ufficiale in Tunisia.Precedentemente la Commissione esteri si era recata in Tunisia dal 18 al 21 gennaio 2015.

Il 28 maggio 2013, il Presidente della Commissione Affari esteri, Fabrizio

Cicchitto, ha incontrato l'Ambasciatore della Repubblica tunisina in Italia, Naceur Mestiri.

Protocollo di collaborazione bilaterale

Il 28 gennaio 2016, la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, e il Presidente dell'Assemblea dei Rappresentanti del Popolo della Tunisia, Mohamed Ennaceur, hanno sottoscritto un Memorandum d'intesa che stabilisce la creazione di Gruppo parlamentare di collaborazione tra le due Camere, composto da 6 deputati per ciascuna parte e coordinato in ciascuna Assemblea da un deputato con incarico istituzionale.

L'intesa prevede lo svolgimento di Vertici parlamentari con cadenza biennale,

da organizzarsi alternativamente in Italia e in Tunisia, Il Gruppo parlamentare di collaborazione ha l'obiettivo di consolidare e approfondire i legami già esistenti tra le due Camere, promuovere incontri tra Commissioni parlamentari omologhe su temi di interesse comune, favorire la cooperazione parlamentare e la formazione di posizioni convergenti in ambito multilaterale, rafforzare la cooperazione fra le due Amministrazioni.

La parte italiana del Gruppo, coordinata dal deputato Lorenzo Dellai, è

formata dai deputati: Matteo Colaninno, Titti Di Salvo, Pia Locatelli, Edmondo Cirielli e Valentino Valentini.

In preparazione dei lavori, una delegazione della parte italiana del Gruppo parlamentare di collaborazione il 26 luglio 2016 ha incontrato il Vice Ministro degli Affari esteri, Mario Giro.

Sedi multilaterali

La Tunisia partecipa alla cooperazione parlamentare nell'ambito dell'Assemblea parlamentare dell'Unione del Mediterraneo (AP-UpM),

Page 38: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

33

prendendo parte a tutte le sedi ove si svolge tale cooperazione. Alla Tunisia è stata assegnata, per il quadriennio 2008-2012 e quello successivo 2012-2016, la Presidenza della Commissione diritti della donna, carica ora ricoperta dall'on. Samira Merai-Friaa; ha esercitato la Vice Presidenza della Commissione per l'energia e l'ambiente dal 2008 al 2012; e per il quadriennio 2012-2016 esercita la Vice Presidenza della Commissione Cultura.

La Tunisia ha co-presieduto, insieme all'Italia, il Gruppo di lavoro tecnico incaricato di approfondire la questione della trasformazione del FEMIP in Banca euro mediterranea di sviluppo. La Tunisia ha esercitato la Presidenza di turno della medesima Assemblea da marzo 2006 a marzo 2007. La Tunisia partecipa altresì all'Assemblea Parlamentare Mediterranea (PAM). La Tunisia partecipa al Dialogo 5 + 5 (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Malta e Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Mauritania), la cui ultima riunione si è tenuta a Lisbona, il 20 maggio 2014.

La Tunisia è Partner mediterraneo per la cooperazione dell'OSCE. Il

Parlamento tunisino ha lo status di osservatore nel Gruppo Speciale del Mediterraneo e del Medio oriente dell'Assemblea Parlamentare della NATO. Dal 28 settembre al 1 ottobre 2015, si è svolto a Tunisia la Riunione del Gruppo Speciale Mediterraneo e Medio Oriente (GSM) dell'Assemblea NATO cui ha preso parte l'onorevole Alli.

Durante la missione i parlamentari hanno incontrato Mohamed Ennaceur, Presidente del Parlamento tunisino e il Ministro degli interni Gharsalli. Sono stati inoltre svolti incontri presso la base navale tunisina di Bizerta, la Banca Mondiale e la Delegazione UE di Tunisi. I parlamentari hanno poi partecipato a una tavola rotonda con alcuni docenti universitari sui temi delle riforme, della scuola, della lotta al terrorismo, e della disoccupazione giovanile e, successivamente, incontrato alcuni rappresentanti della società civile tunisina, di organismi internazionali e ONG.

Si ricorda inoltre che l'Assemblea parlamentare dell'OSCE ha effettuato una missione di osservazione elettorale in Tunisia in occasione delle elezioni per la costituzione dell'Assemblea Costituente, del 23 ottobre 2011.

Collaborazione amministrativa

Una funzionaria della Camera dei deputati ha effettuato una missione a Tunisi, dal 10 al 13 giugno 2015, per partecipare al seminario sul ruolo delle Assemblee parlamentari nella progettazione e implementazione dello Stato decentralizzato, nell'ambito di un programma delle Nazioni Unite per il sostegno al processo costituzionale e parlamentare e al dialogo nazionale in Tunisia.

La Camera dei deputati, congiuntamente al Senato, si sono aggiudicati, insieme al Parlamento francese, il progetto di gemellaggio europeo con l'Assemblea dei rappresentanti del popolo tunisina. Il progetto, finanziato

Page 39: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

SCHEDE DI LETTURA

34

dall'Unione europea, ha l'obiettivo collaborare con l'amministrazione dell'Assemblea tunisina nell'attuazione della nuova Costituzione, entrata in vigore nel febbraio 2014.

In particolare il progetto intende sostenere il consolidamento della governance democratica tunisina, mediante il rafforzamento dell'azione parlamentare, potenziando le competenze legislative dei parlamentari e le competenze legislative e tecniche dell'amministrazione. Il programma ha avuto inizio il 1° gennaio 2016 e durerà complessivamente 36 mesi.

Il 18 novembre 2015, si è tenuta alla Camera una visita di studio di una

delegazione di funzionari tunisini, nell'ambito del corso "Sostegno al processo di transizione democratica in Tunisia", promosso dall'Università degli studi di Roma la Sapienza e dal Ministero degli Affari esteri.

Page 40: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

Composizione della delegazione

Page 41: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre
Page 42: Documentazione e ricerche · Camera dei deputati . XVII LEGISLATURA . Documentazione e ricerche. Incontro con una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e di altre

37

Prénom Nom Fonction et Institution

Fonction

Emna Yahyahoui INLUCC Experte en investigation

Khaled Tarrouch Ministère de l’Intérieur

Directeur Général du Bureau de l’Organization et des Méthodes de Travail

Nizar Nizar Bensghaier Ministère de la Fonction Publique et de la Gouvernance

Directeur de l’Instance de la fonction publique

Jawhar Hassayoun Direction des Douanes

Chef de Service et point focal de l’organisation mondiale des douanes en matière de renforcement des capacités

Sami Oueslati

CAPJC (Centre

Africain de

Perfectionnement des

Journalistes)

Directeur Adjoint

Hayet Ouerghi Ministère des Affaires

Locales

Administrateur

conseiller affectée

à la Direction

Générale des

Collectivités Locales

Mohamed Gueddich

Assemblée des

Représentants du

Peuple

Parlementaire de la

Commission

parlementaire de Lutte

contre la corruption

Mohsen Dhaouafi

Ministère de

Développement et de

la coopération

internationale

Responsable de

l’unité de la Bonne

Gouvernance

Mohamed Daghari

Association Jeune

Chambre

Internationale (JCI-

Djerba)

Président