DOCUMENTAZIONE DI UNA ESPERIENZA COLLABORATIVA...6. Il topolino, che aveva sentito i suoi lamenti,...

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GISCEL Lombardia SEMINARIO DI STUDIO PER DOCENTI DELLA SCUOLA PRIMARIA E SECON- DARIA DI I E II GRADO Scrivere e ri-scrivere PRODURRE TESTI A PARTIRE DA ALTRI TESTI. L.Centurelli – S.Temporiti DOCUMENTAZIONE DI UNA ESPERIENZA COLLABORATIVA Milano 18 -25 ottobre 2018

Transcript of DOCUMENTAZIONE DI UNA ESPERIENZA COLLABORATIVA...6. Il topolino, che aveva sentito i suoi lamenti,...

  • GISCEL Lombardia

    SEMINARIO DI STUDIO

    PER DOCENTI DELLA SCUOLA PRIMARIA E SECON-

    DARIA DI I E II GRADO

    Scrivere e ri-scrivere PRODURRE TESTI A PARTIRE

    DA ALTRI TESTI. L.Centurelli – S.Temporiti

    DOCUMENTAZIONE DI UNA ESPERIENZA

    COLLABORATIVA

    Milano 18 -25 ottobre 2018

  • 18 -25 OTTOBRE 2018 -MILANO

    Il materiale in allegato è stato proposto come attività nel corso dei laboratori che si

    sono svolti a Milano nelle giornate di giovedì 18 e 25 ottobre.

    La RI-SCRITTURA come forma di scrittura consente di trasformare un testo di par-

    tenza in un altro testo secondo determinati parametri.

    Come pratica didattica viene spesso trascurata o sottovalutata in quanto non se ne

    conoscono/riconoscono le potenzialità e le positive ricadute sullo sviluppo cognitivo e

    sulle abilità linguistiche degli studenti.

    Chi si impegna in un compito di riscrittura ha infatti la possibilità di percepire la lin-

    gua non solo come il campo delle regole e dei vincoli, ma anche delle grandi flessibilità

    e delle risorse molteplici in cui ciascuno può impegnare le proprie conoscenze e le pro-

    prie intuizioni giungendo a formulare soluzioni originali e inattese. Così come avviene

    per la scrittura, anche per la riscrittura esistono diverse interpretazioni:

    revisione e cioè correzione di errori ortografici, di punteggiatura o come migliora-

    mento degli scopi comunicativi;

    fase creativa esattamente come lo è la prima fase di stesura

    scrittura creativa vera e propria che prevede la fase della ideazione, della stesura

    ed infine della revisione

    Quest’ultima accezione è quella che ha orientato il percorso di lavoro proposto.

    La RI-SCRITTURA, a partire da un testo che rappresenti un esempio, un modello cui

    affidarsi, dal quale iniziare e sul quale intervenire, con la guida di consegne specifiche,

    permette di liberare lo scrittore da problemi di significato e ideazione spostando in

    questo modo l’attenzione dalla “creatività di pensiero” alla “creatività di forme”.

    La rielaborazione del testo, il gioco messo in atto per modificarlo ottenendo altri te-

    sti, è una delle operazioni più produttive e capaci di sintetizzare le varie attività lin-

    guistiche.

    Nel caso dei giochi linguistici, che rientrano tra le pratiche di riscrittura , si attiva

    invece una ricerca di soluzioni che coinvolgono l’inventiva, la creatività, la fantasia tra-

    sformando così la scrittura in una attività di problem - solving che ottiene risultati

    migliori o comunque più ricchi se affrontata in forma collaborativa.

    Nella convinzione che, se vogliamo ottenere delle idee nuove dobbiamo usare come ba-

    se delle idee vecchie, sono state proposte attività diversificate tra le quali scegliere

    le relative a forme di

    - Riscrittura cognitiva la quale coinvolge sia l’azione creativa, sia il ragionamento:

    modificando l’organizzazione di un singolo script per collegarne più di uno in modo

    creativo,

    - Riscrittura pragmatica che consiste nel riscrivere un testo variando il registro

    linguistico o le azioni comunicative

  • - Riscrittura semantica in cui rientrano gli esercizi che hanno come finalità tutto

    ciò che riguarda che fare con la competenza lessicale.

    La lingua viene percepita non solo come insieme di regole e vincoli, ma anche momento

    in cui la flessibilità e le risorse di ciascuno possono esser messe a frutto per giungere

    a scoprire e formulare soluzioni innovative e originali .

    L’intento del laboratorio è stato quello di portare i partecipanti a scoprire, ove già

    non ne fossero consapevoli, le molteplici implicazioni positive che questa pratica con-

    sente di attivare nel corso del processo di apprendimento, miglioramento, potenzia-

    mento dell’attività di scrittura .

    I partecipanti sono stati posti in condizione di lavorare in piccoli gruppi costituiti ca-

    sualmente e hanno dovuto calarsi nei panni di ipotetici studenti per sperimentare atti-

    vità replicabili poi all’interno delle singole classi .

  • TESTO 1

    IL CORVO E LA VOLPE

    1)Messer corvo aveva trovato sul davanzale della finestra un bel pezzo di formaggio:

    era proprio la sua passione e volò sul ramo di un albero per mangiarselo in santa pace.

    2)Ed ecco passare di là una volpe furbacchiona, che al primo colpo d'occhio notò quel

    magnifico pezzo di formaggio giallo.

    3)Subito pensò come rubarglielo. "Salire sull'albero non posso" si disse la volpe, "per-

    ché lui volerebbe via immediatamente, ed io non ho le ali … Qui bisogna giocare d'a-

    stuzia!".

    4)Che belle penne nere hai! - esclamò allora abbastanza forte per farsi sentire dal

    corvo; - se la tua voce è bella come le tue piume, tu certo sei il re degli uccelli! Fam-

    mela sentire, ti prego!

    5)Quel vanitoso del Corvo, sentendosi lodare, non resistette alla tentazione di far

    udire il suo brutto cra crà !, ma, appena aprì il becco, il pezzo di formaggio gli cadde e

    la volpe fu ben lesta ad afferrarlo e a scappare, ridendosi di lui.

  • RI- SCRITTURA

    ES 1

    Riscrivere il racconto proposto, modificando il ruolo del narratore (DA NARRATORE

    ESTERNO A NARRATORE INTERNO)

    Al temine del lavoro indicare

    - le difficoltà incontrate

    - le strategie adottate per superarle

    Indicare per quale classe si ritiene adatta la proposta e quali obiettivi si intendono

    perseguire

    Ricordo quel giorno in cui, svolazzando per la città di Milano, scorsi su un davanzale di

    una finestra un bel pezzo di gorgonzola. Mi avvicinai. Era cremoso e profumato. Era

    proprio la mia passione! Afferrai quel ghiotto bocconcino con il becco e volai su un

    ramo di un albero di piazzale Bacone per mangiarmelo in santa pace.

    Purtroppo arrivò una volpe furbacchiona che iniziò ad osservarmi incuriosita. Mi ac-

    corsi che fissava il mio ghiotto pranzetto. Io mi sentivo al sicuro in alto sul ramo, ma

    ero piuttosto distratto dalla sua presenza.

    Ad un tratto la volpe cominciò ad adularmi elogiando le mie belle e soffici penne nere.

    Io ero tutto inorgoglito anche perché lei era convinta che io avessi pure una bellissi-

    ma voce e che fossi il re degli uccelli. Mi chiese di cantare per sentire quanto fossi

    bravo.

    Io, emozionato, emisi il mio soave cra cra e a quel punto il mio prelibato formaggio

    cadde a terra all'improvviso e la volpe lesta lesta lo addentò…

    In un attimo rimasi a bocca asciutta mentre la volpe rideva di me.

  • ES 2

    Riscrivere il racconto proposto cambiando liberamente l’ordine delle sequenze ( per comodità

    forniamo le sequenze già separate ) porre attenzione ad inserire gli elementi linguistici fun-

    zionali a mantenere la coerenza e la coesione .

    Possibile ampliamento della consegna : inserire nella sequenza N° 5 un “MONOLOGO INTE-

    RIORE “

    Al temine indicare per iscritto

    - le difficoltà incontrate

    - le strategie adottate per superarle

    Indicare per quale classe si ritiene adatta la proposta e quali obiettivi si intendono persegui-

    re

    3)LA VOLPE Subito pensò come rubarglielo. : "Salire sull'albero non posso PER RU-

    BARE IL FORMAGGIO DEL CORVO" si disse la volpe, "perché lui volerebbe via imme-

    diatamente, ed io non ho le ali … Qui bisogna giocare d'astuzia!".

    1)INFATTI Messer corvo aveva trovato sul davanzale della finestra un bel pezzo di

    formaggio: era proprio la sua passione e volò/ PENSÒ DI VOLARE sul ramo di un albe-

    ro per mangiarselo in santa pace.

    2)Ed ecco passare di là una MESSER CORVO NON AVEVA NOTATO LO SGUARDO

    ATTENTO DELLA volpe furbacchiona CHE, NON TROVANDO CIBO DA UNA SET-

    TIMANA, STAVA CERCANDO DI CAPIRE COME RUBARGLI che al primo colpo d'oc-

    chio notò quel magnifico pezzo di formaggio giallo.

    4)Che belle penne nere hai! - esclamò allora LA VOLPE abbastanza forte per farsi

    sentire dal corvo; E CONTINUÒ LUSINGANDOLO: “se la tua voce è bella come le tue

    piume, tu certo sei il re degli uccelli! Fammela sentire, ti prego!”

    5)Quel vanitoso del Corvo, sentendosi lodare, non resistette alla tentazione di far

    udire il suo brutto cra crà !, ma, appena aprì il becco, il pezzo di formaggio gli cadde e

    la volpe fu ben lesta ad afferrarlo e a scappare, ridendosi di lui.

    “COME È STATO GENEROSO IL RE DEGLI UCCELLI! MI HA REGALATO UN PRAN-

    ZO DA REGINA IN CAMBIO DI QUATTRO LUSINGHE!” ESCLAMÒ LA VOLPE.

    INTANTO IL CORVO PENSAVA: “ SARÒ ANCHE A STOMACO VUOTO MA TUTTI

    HANNO AVUTO L’ONORE DI ASCOLTARE IL MIO CANTO SOAVE!”

  • ES 3

    Riscrivere il racconto utilizzando la tecnica del lipogramma evitando la lettera O

    1) Messer “Ali nere” vide sul davanzale una bella fetta di grana: era sicuramente la

    sua vivanda preferita e raggiunse la cima di una pianta per mangiarsela in santa pa-

    ce.

    2) Una bestia astuta e dalla pelliccia fulva che passava di là, immediatamente vide

    quella magnifica fetta gialla di grana.

    3) All’istante ebbe l’idea di rubarla e “Salire sulla pianta è inutile” si disse l’animale

    “perché lui userebbe le ali per andare via. Qui si deve essere furbi.”

    4) “Che belle penne nere hai!” disse quindi per farsi sentire da Messer “Ali nere”. “Se

    quella che emetti è una musica pari alle tue piume, tu sarai sicuramente il re degli

    uccelli! Fammela sentire, dai!”

    5) Per la sua vanità, Messer “Ali nere” a quel sentire, cedette all’idea di far udire quel

    terribile cra cra . Ma appena emise quel cra cra, la fetta di grana gli cadde e la be-

    stia astuta fu ben lesta ad afferrarla e a scappare beffardamente.

    Difficoltà incontrate:

    - Trovare sinonimi

    - Trovare parafrasi

    - Ricontrollare continuamente la consegna

    Strategie adottate:

    - Modificare il genere

    - Utilizzare sempre gli stessi sinonimi per gli elementi ripetuti nella storia

    ……………………………………………..

  • TESTO 2

    IL LEONE E IL TOPOLINO

    1. Un topolino correva avanti e indietro sopra il corpo di un leone addormentato .

    2. Quello si svegliò e afferratolo stava per mangiarselo.

    3. Ma il topolino lo scongiurò di lasciarlo libero, dicendogli che se lo avesse salvato

    gli avrebbe ricambiato il favore .

    4. Il leone sorrise e lo lasciò andare .

    5. Non molto tempo dopo il leone fu catturato da alcuni cacciatori che lo legarono

    con una corda ad un albero.

    6. Il topolino, che aveva sentito i suoi lamenti, rosicchiò la corda e lo liberò, di-

    cendogli: “Un giorno tu sorridesti di me, pensando che io non fossi in grado di

    ricambiare il favore .

    7. D’ora innanzi, invece, sarai convinto che esiste la gratitudine anche presso i to-

    pi”,

  • RI-SCRITTURA

    ES 1

    Riscrivere il racconto proposto cambiando l’ordine delle sequenze ( si consiglia di par-

    tire dall’ultima) porre attenzione ad inserire elementi gli elementi linguistici funzionali

    a mantenere la coerenza e la coesione .

    Al temine indicare

    - le difficoltà incontrate

    - le strategie adottate per superarle

    Indicare per quale classe si ritiene adatta la proposta e con quali obiettivi si intendo-

    no perseguire

    Riscrivere Il topo e il leone sfasando l’ordine cronologico delle sequenze.

    7)“D’ora innanzi sarai convinto che esiste la gratitudine anche presso i topi”, disse un

    giorno un topolino ad un leone.

    5)Infatti non molto tempo prima il leone era stato catturato da alcuni cacciatori che

    lo avevano legato con una corda ad un albero.

    6)In quell’occasione il topolino, che aveva sentito i suoi lamenti, lo aveva liberato ro-

    sicchiando la corda e gli aveva detto: “Un giorno tu sorridesti di me, pensando che io

    non fossi in grado di ricambiare il favore”.

    2)Il leone, perplesso, non ricordava a cosa facesse riferimento il topolino, ma

    quest’ultimo gli rammentò la volta in cui si era svegliato e afferratolo stava per man-

    giarselo.

    3)In quell’occasione il topolino lo aveva scongiurato di lasciarlo libero, dicendogli che

    se lo avesse salvato gli avrebbe ricambiato il favore.

    4)Gli ricordò anche che lui aveva sorriso e lo aveva lasciato andare.

    1)Tutto questo successe perché il topolino correva avanti e indietro sopra il corpo del

    leone addormentato

    Il gruppo ha riscritto il testo adottando le seguenti strategie:

    inserendo le parti colorate in azzurro e modificando/adattando le voci verbali

    Ha sostituito il discorso indiretto a quello diretto

    Ritiene la proposta adeguata ad una cl.IV che potrebbe essere proposta con obiettivo

    di abituare gli alunni al rispetto della coerenza e coesione del testo.

  • ES 2

    Riscrivere il racconto proposto cambiando liberamente l’ordine delle sequenze ( per comodità

    forniamo le sequenze già separate ) porre attenzione ad inserire gli elementi linguistici fun-

    zionali a mantenere la coerenza e la coesione .

    Possibile ampliamento della consegna : inserire nella sequenza N° 5 un “MONOLOGO INTE-

    RIORE “

    Al temine indicare per iscritto

    - le difficoltà incontrate

    - le strategie adottate per superarle

    Indicare per quale classe si ritiene adatta la proposta e quali obiettivi si intendono persegui-

    re

    1. Il nonno di Giulia disse alla nipotina: - Dopo aver ascoltato questa storia, sarai

    convinta che esiste la gratitudine anche presso i topi…

    2. Tanto tempo fa un leone fu catturato da alcuni cacciatori che lo legarono con

    una corda ad un albero.

    3. Un topolino, che aveva sentito i suoi lamenti, rosicchiò la corda e lo liberò di-

    cendogli: “Un giorno tu sorridesti di me, pensando che io non fossi in grado di

    ricambiare un tuo favore”.

    4. Infatti, molto tempo prima, il topolino si era ritrovato a correre avanti e indie-

    tro sopra il corpo del leone addormentato.

    5. Quello, svegliatosi, lo aveva afferrato per mangiarselo.

    6. Il topolino, allora, lo aveva scongiurato di lasciarlo libero, dicendogli che se lo

    avesse salvato gli avrebbe ricambiato il favore.

    7. Il leone aveva sorriso e lo aveva lasciato andare pensando: “Mai un topolino riu-

    scirà ad aiutare il Re della foresta!”.

  • RIASSUMERE- RI-SCRIVERE per imparare, avvalendosi di un testo espositivo con blocchi di

    informazioni

    Il testo espositivo trasmette al lettore informazioni, ne spiega alcuni aspetti e costituisce un

    documento. Le informazioni sono normalmente organizzate in blocchi che, entro certi limiti,

    possono essere spostati all’interno della struttura testuale.

    LA PATATA

    DEFINIZIONE

    La patata appartiene alla vasta famiglia delle solanacee, assieme ad alcune altre specie impor-

    tanti come il pomodoro e la melanzana. E’ una pianta annuale.

    DESCRIZIONE

    La pianta della patata ha uno stelo verde o bruno, alto da 50 a 100 centimetri circa. Le foglie,

    di color verde, sono piuttosto pelose nella parte inferiore. I fiori, bianco-violacei, hanno la

    forma di una campanula e sono raggruppati in infiorescenze che ben presto si trasformano in

    piccoli frutti tondeggianti. Essi contengono tanti piccoli semi bianchi che non sono commesti-

    bili. Commestibile è invece il tubero che si forma nel terreno per ingrossamento dei numerosi

    rizomi.

    VARIETA’

    Le varietà esistenti sono numerosissime, ma si distinguono tra loro in base alla diversa rapidi-

    tà di sviluppo: precoci, mediamente precoci, mediamente tardive, tardive. Le prime due varie-

    tà sono conosciute anche come “patate novelle”

    STORIA

    L’esatta data di inizio della coltivazione della patata rimane sconosciuta. Si ritiene, comunque,

    che ciò sia avvenuto sugli altipiani andini, al confine tra la Bolivia e il Perù, in un periodo che

    va dal 5000 al 2000 avanti Cristo: lo stesso periodo in cui l’uomo imparò ad addomesticare il

    lama.

    DIFFUSIONE

    Colombo non ebbe occasione di conoscere la patata, che fu portata per la prima volta in Euro-

    pa dagli Spagnoli intorno al 1570. Cinquant’anni più tardi la patata raggiunse gli Stati Uniti, ma

    non a Sud: ve la portarono gli europei, facendole attraversare ancora una volta l’Atlantico

  • RI-SCRITTURA

    Dopo aver letto con attenzione il testo diviso in blocchi, riscriverlo cambiando l’ordine

    dei blocchi informativi (senza indicare i titoli) e utilizzando elementi linguistici fun-

    zionali a mantenere il nuovo testo coerente e coeso.

    La patata appartiene alla vasta famiglia delle solanacee, assieme ad alcune altre spe-

    cie importanti come il pomodoro e la melanzana. E’ una pianta annuale.

    L’esatta data di inizio della coltivazione della patata rimane sconosciuta. Si ritiene,

    comunque, che ciò sia avvenuto sugli altipiani andini, al confine tra la Bolivia e il Perù,

    in un periodo che va dal 5000 al 2000 avanti Cristo: lo stesso periodo in cui l’uomo im-

    parò ad addomesticare il lama.

    Colombo non ebbe occasione di conoscere la patata, che fu portata per la prima volta

    in Europa dagli Spagnoli intorno al 1570. Cinquant’anni più tardi la patata raggiunse gli

    Stati Uniti, ma non a Sud: ve la portarono gli europei, facendole attraversare ancora

    una volta l’Atlantico

    La pianta della patata ha uno stelo verde o bruno, alto da 50 a 100 centimetri circa.

    Le foglie, di color verde, sono piuttosto pelose nella parte inferiore. I fiori, bianco-

    violacei, hanno la forma di una campanula e sono raggruppati in infiorescenze che ben

    presto si trasformano in piccoli frutti tondeggianti. Essi contengono tanti piccoli semi

    bianchi che non sono commestibili. Commestibile è invece il tubero che si forma nel

    terreno per ingrossamento dei numerosi rizomi.

    Le varietà esistenti sono numerosissime, ma si distinguono tra loro in base alla diver-

    sa rapidità di sviluppo: precoci, mediamente precoci, mediamente tardive, tardive. Le

    prime due varietà sono conosciute anche come “patate novelle”

  • L’ONDA

    Sciacqua, sciaborda,

    scroscia ,schiocca ,schianta,

    romba, ride, canta,

    accorda, discorda,

    tutto accoglie e fonde,

    le dissonanze acute

    nelle sue volute

    profonde,

    libera e bella

    numerosa e folle,

    possente e molle,

    creatura viva

    che gode

    del suo mistero

    fugace.

    D’Annunzio

  • RI-SCRITTURA

    Dopo approfondita analisi e discussione sul contenuto e sulla forma della poesia di

    D’annunzio, costruire collettivamente un testo poetico con altro tema (ad es. la piog-

    gia, il vento, il treno, il cavallo, la caffetteria) cercando di mantenere la metrica della

    poesia di partenza. Prestare attenzione a mantenere il più possibile le categorie

    grammaticali sostituite.

    ES 1

    IL VENTO

    Onde solfeggia, ondeggia

    lotta, lamenta, lambisce

    vibra, vortica, stupisce

    sferza, volteggia

    tutti accarezza e solleva

    i vortici umani

    nei suoi ricordi lontani

    alleva,

    soffia e sibila,

    leggero e lieve,

    potente e greve,

    il suo volto

    che smuove

    il mio spirito

    intatto.

    ES 2

    IL TRENO

    Sbuffa, risuona,

    fischia, stride, frena,

    corre, urla, trema,

    s’arresta, riparte,

    tutti accoglie e porta,

    i viaggiatori intenti

    nelle sue carrozze

    discrete,

    libero e folle

    stipato e stanco,

    sudato e affranto,

    lamiera piena

    echeggia

    delle sue voci

    segrete.

  • Es 3

    LA PIOGGIA

    Cade, batte,

    schizza, scroscia, canta,

    bagna, inzuppa, allaga,

    inonda, lava,

    tutto copre e trascina,

    le piante vive

    e tutto rovina,

    fresca e leggera,

    fitta e sottile,

    insistente e gentile,

    creatura viva

    che nutre

    di vita

    la terra.

  • LA RANA E IL BUE

    1 C’era una volta una rana presuntuosa che non perdeva mai l’occasione per far vedere

    alle sue compagne quanto fosse diversa e migliore di loro. Se saltavano, lei cercava

    sempre di saltare più in alto di tutte, se si tuffavano voleva essere la prima a scende-

    re in acqua: insomma, qualsiasi cosa si facesse, voleva primeggiare.

    2 Un giorno venne ad abbeverarsi vicino al loro stagno un grosso bue e le rane scappa-

    rono tutte impaurite a nascondersi tra le canne. Poi, quando si accorsero che il bue

    non era pericoloso, si avvicinarono ad osservare la grande bestia.

    3 “Come è grosso!” disse una.

    4 E un’altra esclamò: “Per fare una rana grande come lui ci vorrebbero mille rane co-

    me noi e forse più!”.

    5 La rana presuntuosa, che all’avvicinarsi del bue si era spaventata più delle altre, si

    era invece tuffata in acqua. Dopo un po’ raggiunse le altre e, ascoltando i loro com-

    menti, osservò:

    6 “Si, è più grande di noi, ma non mi sembra poi cosi grosso!”.

    7 Le sue compagne non le dettero retta e allora la rana boriosa alzò la voce e, gon-

    fiando il petto, disse:

    8“Anch’io posso diventare grande come il bue! Guardate!”.

    9Le rane tutt’intorno si misero a ridere.

    10“Sei piccola, troppo piccola!” la prendevano in giro le compagne.

    11La rana allora gonfiò ancora di più il petto.

    12“Guardate adesso!” disse con un filo di voce per trattenere l’aria.

    13“Sei ancora piccola!” sghignazzarono le altre.

    14“E adesso?” sussurrò gonfiandosi ancora di più.

    15“Il bue è molto più grosso!” si sentì rispondere.

    16La rana boriosa e testarda fece un ultimo disperato tentativo: inspirò più aria che

  • poteva e si gonfiò, si gonfiò finchè…BUUUUMMMMM! …… SCOPPIO’

    17Le altre rane, si accorsero con spavento che la loro compagna era scomparsa.

    18Il bue, che aveva alzato la testa nel sentire lo scoppio, si rimise a bere tranquillo,

    mentre le rane si allontanavano commentando:

    19“Chi troppo vuole, non ottiene niente…”.

    20Chi nasce piccolo non deve desiderare di essere come chi nasce grande perché

    questo può portargli dei guai.

    Riscrivere il racconto proposto, sfasando l’ordine cronologico delle sequenze ; porre

    attenzione ad inserire elementi linguistici funzionali a mantenere la coerenza e la coe-

    sione .

    Anche i conduttori di laboratorio hanno sperimentato l’attività proposta ai parteci-

    panti ,cimentandosi con un testo per così dire, più complesso e articolato.

    Quello che segue è il risultato del lavoro da loro prodotto….

    CONDUTTORI DI LABORATORIO ….IN…. GIOCO

    20) Chi nasce piccolo non deve desiderare di essere come chi nasce grande perché

    questo può portargli dei guai, lo ricorda anche il proverbio

    19)“Chi troppo vuole, non ottiene niente…”.

    18) In un prato c’era una bue che pascolava tranquillo, ad un certo punto aveva alzato

    la testa nel sentire lo uno scoppio, ma poi si rimise a bere tranquillo, mentre le rane

    che si trovavano lì vicino, si allontanavano commentando un triste fatto:

    17)(Le altre rane,) si erano accorte infatti () con spavento che (la) una loro compagna

    era scomparsa.

    16Si trattava della (La) rana boriosa e testarda che aveva fatto (fece) un ultimo di-

    sperato tentativo: aveva inspirato (inspirò) più aria che poteva e si era gonfiata (gon-

    fiò,)) finchè…BUUUUMMMMM! … era scoppiata (SCOPPIO’)

    15Poco prima di fare questa misera fine, si era sentita rispondere dalle compagne “Il

    bue è molto più grosso di te!”

    14…e poco prima aveva chiesto ancora “E adesso?” e lo aveva sussurrato (sussurrò)

    gonfiandosi ancora di più.

  • 13Ma le compagne avevano sghignazzato “Sei ancora piccola!” (sghignazzarono le al-

    tre.)

    12e ancora prima aveva esclamato “Guardate adesso!” (disse) con un filo di voce per

    trattenere l’aria.

    11)La rana aveva infatti cominciato a gonfiare il petto (allora gonfiò) ancora di più

    perché Le compagne le dicevano

    10“Sei piccola, troppo piccola!” (Le rane tutt’intorno si misero)

    9 )e si misero a ridere.

    8)“Prima, lei le aveva sfidate proclamando Anch’io posso diventare grande come il bue!

    Guardate!”.

    7 Le sue compagne non le dettero retta e allora la rana boriosa (alzò)aveva alzato la

    voce e gonfiando il petto, aveva concordato:

    6 “Sì, è più grande di noi, ma non mi sembra poi così grosso!”.

    5) La disavventura della ( C’era una volta una) rana presuntuosa ebbe inizio (La rana

    presuntuosa,) un giorno in cui all’avvicinarsi del bue si era spaventata più delle altre,

    e si era invece tuffata in acqua. Dopo un po’emersa dall’acqua raggiunse le altre e,

    sentì una compagna che, indicando il bue diceva ammirata

    4“Per fare una rana grande come lui ci vorrebbero mille rane come noi e forse più!”.

    3E un’altra esclamò: “Come è grosso!”

    2 Tutto questo accadde quel (Un) giorno in cui era venuto (venne) ad abbeverarsi

    vicino al loro stagno un grosso bue e le rane scapparono tutte impaurite a nascondersi

    tra le canne. Poi, quando si accorsero che il bue non era pericoloso, si avvicinarono ad

    osservare la grande bestia.

    1)Tra le rane ce ne era una presuntuosa che non perdeva mai l’occasione per far ve-

    dere alle sue compagne quanto fosse diversa e migliore di loro: se saltavano, lei cer-

    cava sempre di saltare più in alto di tutte, se si tuffavano voleva essere la prima a

    scendere in acqua: insomma, qualsiasi cosa si facesse, voleva primeggiare.