Docente: Anna Elia a.a. 2012/13

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Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Corso di Laurea in Scienze dell'Amministrazione Processi migratori, territorio e politiche Docente: Anna Elia a.a. 2012/13

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Facoltà di Scienze Politiche

Dipartimento di Scienze Politiche e SocialiCorso di Laurea in

Scienze dell'Amministrazione

Processi migratori, territorio e politiche Docente: Anna Elia

a.a. 2012/13

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Progetto FEI

• "In rete - percorsi di formazione e progettazione sulle migrazioni" Progetto cofinanziato da

• Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi

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Conferenza di apertura. Ripensare le politiche migratorie, oltre l’emergenza (2)

•  Intervengono:• Prof. Maurizio Ambrosini - Università Statale di Milano• Prof. Fulvio Vassallo Paleologo – ASGI (Associazione

Studi Giuridici sulle Migrazioni) • Dott. Fabrizio Gallo - Commissione Territoriale per il

Riconoscimento della Protezione Internazionale di Crotone• Dott.ssa Maria Teresa Terrieri –CSC (Credito Senza

Confini)

 • Venerdì 1 Marzo 2013, ore 9.30 • Aula Caldora-Università della Calabria

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• L'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione è stata costituita nel 1990 e riunisce avvocati, docenti universitari, operatori del diritto e giuristi con uno specifico interesse professionale per le questioni giuridiche connesse all'immigrazione.

;

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• C.S.C. - Credito Senza Confini – è una cooperativa sociale di servizi nata per facilitare l’accesso al credito agli immigrati.

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Premesse teoriche

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• La sociologia delle migrazioni guarda al fenomeno delle migrazioni come un complesso di relazioni sociali che coinvolgono migranti, non migranti e coloro che migranti potrebbero diventarlo (Zanfrini 2004).

• Confini labili verso altre discipline. Le ricerche sociologiche ricorrono sovente agli approcci adottati da altre discipline: l’antropologia, la storia, l’economia, la psicologia sociale (Cavalli 2001)

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Migrazioni, migranti e non migranti

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Chi sono i migranti?

• Migrante: una persona che si è spostata in un paese diverso da quello di residenza abituale e che vive in quel paese da più di un anno (definizione Nazioni Unite).

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La costruzione sociale e politica della figura del migrante

• Nel linguaggio comune, nelle norme di legge e nei dispositivi istituzionali sono definiti come “immigrati” solo una parte dei cittadini stranieri residenti in Italia.

• cittadini “extra-comunitari” : “non appartenenti all’Unione Europea” (si applica comunemente ai cittadini rumeni, ne sono esentati cittadini svizzeri, giapponesi e nord-americani)

• Difficoltà ad individuare chi siano i migranti: es. figli di immigrati

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Le migrazioni: alcune specificazioni

• E-migrazione e Im-migrazione • Migrazioni interne e migrazioni

internazionali• Migrazioni come processi e come sistemi

di relazioni• Migrazioni trasnazionali

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Chi sono i migranti?

• Migrante: una persona che si è spostata in un paese diverso da quello di residenza abituale e che vive in quel paese da più di un anno

PROBLEMA

• Difficoltà ad individuare chi siano gli immigrati: es. seconde generazioni; cittadini comunitari e neo-comunitari

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Chi sono i migranti?

• Non arrivano dai paesi più poveri del mondo

• Non sono di solito i più poveri dei loro paesi

• Hanno spesso titoli di studio e competenze difficilmente riconosciute

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Le migrazioni: alcune specificazioni

• E-migrazione e Im-migrazione • Migrazioni interne e migrazioni internazionali• Migrazioni come processi e come sistemi di

relazioni• Migrazioni trasnazionali. I luoghi e i soggetti delle migrazioni:• le società di provenienza e di origine• i migranti attuali e potenziali• Il territorio

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Diversi tipi di migranti

• a) gli immigrati per lavoro. • b) gli immigrati stagionali o lavoratori a contratto. • c) gli immigrati qualificati e gli imprenditori (skilled

migrations; imprenditoria etnica)• d) i familiari al seguito (ricongiungimenti familiari) • e) i rifugiati e richiedenti asilo (più ampiamente:

“migrazioni forzate”)• f) immigrati irregolari, “clandestini”, vittime del traffico di

esseri umani. • g) migranti di seconda generazione• h) migranti di ritorno• i) minori stranieri non accompagnati; minori stranieri non

accompagnati richiedenti asilo

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Europa meta di immigrazione

• il periodo della ricostruzione, dal 1945 ai primi anni ’50

• il periodo del boom economico (dalla metà degli anni ’50 al primo choc petrolifero del ’74)

• Recessione economica e blocco ufficiale delle frontiere (dal ‘74 in avanti).

• Il nuovo contesto post-fordista (accordi di Schengen, allargamento dell’Unione)

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Migrazioni fordiste e post-fordiste

Società industriale Economia post-fordista

Settori di inserimento

Industrie, miniere Terziario povero, ec. sommersa

Politiche di reclutamento

Accordi internazionali

Ingressi irregolari, reti migranti, sanatorie

Orizzonte temporale delle migrazioni

Temporaneità

(smentita)

migrazione stabilizzata; stagionale

Offerta di lavoro Subordinata Parziale autonomia

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Cause e caratteristiche dell’emigrazione nel periodo della globalizzazione (1)

• Flussi migratori indipendenti dalle politiche di programmazione dei paesi riceventi; Paesi di destinazione: “Importatori riluttanti”

• Il progressivo estendersi dell’economica sommersa: richiesta di manodopera flessibile e adattabile alle mansioni di cura e di servizio; fenomeni di sfruttamento strumentali alle carenze di manodopera locale (caso italiano);

• femminilizzazione dei processi migratori (crescita del numero delle donne che emigrano da sole – le donne rappresentano il 51% dei migranti internazionali dei paesi in via di sviluppo);

• Nuovi paesi di immigrazione in Europa: Italia e Spagna

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Cause e caratteristiche dell’emigrazione nel periodo della globalizzazione (2)

• Fattori di espulsione dovuti al divario tra i paesi del centro e della periferia;

• Cause insite nel mutamento degli stili di vita e dei modelli di consumo tradizionali;

• Aspettative di mobilità sociale conseguenza degli accresciuti livelli di scolarizzazione;

• Richiesta di manodopera qualificata da parte dei paesi riceventi piuttosto che di lavoratori a bassa qualifica, contrariamente a quanto avveniva nel periodo dell’industrializzazione di massa.

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Fattori che favoriscono le migrazioni nonostante la chiusura

delle frontiere negli anni ’70 dei paesi del centro-nord Europa

• Riunione familiare e sviluppo demografico: crescita della popolazione straniera nelle società riceventi nonostante la chiusura delle frontiere;

• Accresciuta possibilità di circolazione delle idee e delle persone nel periodo della globalizzazione.

• Immigrazione come emergenza dalla quale difendersi: una questione non più economica, ma oggetto di strategie di marketing politico da parte dei governi dei paesi di immigrazione:

• Nascita di organizzazioni specializzate nel favorire l’immigrazione “clandestina”

• Anni ’80: i trasmigranti – fenomeni di pendolarismo tra due paesi dovuti a legami sociali, economici e politici; le migrazioni stagionali.

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Le migrazioni emergenti nel periodo della globalizzazione

• Esplosione del fenomeno delle migrazioni forzate (rifugiati) come conseguenza del processo di modernizzazione dei paesi in via di sviluppo oltre che delle crisi sociali e politiche dei paesi di provenienza; nascita del fenomeno dei minori non accompagnati; le vittime di tratta.

• Eterogeneità dei paesi di provenienza: anni ‘90 incremento delle migrazioni e differenziazione della composizione della popolazione migrante nonostante le restrizioni delle politiche migratorie. Nuovi paesi di emigrazione: Europa dell’Est, Africa sub-sahariana; Vecchi paesi di immigrazione verso le nuove destinazioni dell’Europa meridionale: Brasile, Argentina, Ecuador, Cina Filippine, Senegal, Capo Verde, Mali, Mauritania, Sud Africa

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Le cause delle migrazioni

internazionali

• Spiegazioni macro

• Spiegazioni micro

• Spiegazioni intermedie

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Spiegazioni macro

• Spiegazioni basate sui fattori di spinta e sui fattori di attrazione

• Teoria della dipendenza

• Teoria del sistema mondo

• Teorie della domanda

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Spiegazioni basate sui fattori di spinta e sui fattori di attrazione

• Push factors: fuga da condizioni di sottoviluppo e di miseria

• Pull factors: fattori di attrazione economici da parte dei sistemi economici più sviluppati

Dinamiche analoghe a quelle dei vasi comunicanti: pressione migratoria dalla sponda sud a quella nord del mediterraneo

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Teoria della dipendenza (Amin)

• Migrazioni indotte dalle relazioni coloniali e neocoloniali che riproducono lo sfruttamento del Terzo mondo attraverso rapporti di scambio ineguali.

• La fuga dei cervelli (brain drain) accresce il divario tra luoghi di origine e di destinazione dei migranti

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Teoria del sistema mondo (Wallerstein) (1)

Globalizzazione degli scambi e delle comunicazioni effetti:

• migrazioni come conseguenza della dominazione dei paesi del centro su quelli della periferia

• colonizzazione delle culture diverse da quelle occidentali. Creazione di condizioni culturali e materiali che favoriscono e accrescono le migrazioni dalle ex-colonie verso i paesi dominanti.

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Teoria del sistema mondo (Wallerstein) (2)

• Integrazione dei paesi in via di sviluppo nel mercato internazionale attraverso forme di sfruttamento da parte delle economie dominanti

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Le dinamiche di scambio ineguale e le forme di sfruttamento dei paesi in via di sviluppo (1)

• appropriazione delle risorse naturali; smercio dei prodotti industriali fabbricati nelle imprese del mondo ricco; indebitamento di paesi in via di sviluppo con il ricorso ai prestiti internazionali;

• Migrazioni e dipendenza: fenomeni di fuga delle risorse umane più qualificate e scolarizzate (brain drain)

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Le dinamiche di scambio ineguale e le forme di sfruttamento dei paesi in via di sviluppo (2)

• Esodo rurale: abbandono delle terre e movimenti migratori verso i centri urbani e verso le destinazioni extra-continentali;

• modernizzazione dell’agricoltura e processi di destrutturazione dell’economia e della società tradizionale basate su relazioni di reciprocità;

• nuove forme di dominio dello sviluppo capitalistico: gli investimenti produttivi delle multinazionali sfruttano la forza lavoro a basso costo del luogo (donne e bambini) e le risorse locali.

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Le teorie della domanda del mercato del lavoro

• Il mercato del lavoro dualistico (Piore)

• Le città globali (Sassen)

• Gli studiosi marxisti: l’esercito industriale di riserva

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La teoria dualistica del mercato del lavoro (Piore) (1): • La presenza dei lavoratori stranieri soddisfa il

fabbisogno di manodopera per i lavori più bassi nella gerarchia delle professioni da parte dei paesi industrializzati;

• processo di sostituzione tra lavoratori italiani e stranieri nel mercato del lavoro secondario; processi di sostituzione tra la forza lavoro immigrata;

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La teoria dualistica del mercato del lavoro (Piore) (2): • Disponibilità del lavoratore migrante

dovuta all’idea di provvisorietà del soggiorno; consapevolezza sulle limitate possibilità di accedere ai lavori più qualificati; guadagni più alti rispetto al luogo di origine (fenomeni di sfruttamento che limitano le aspettative economiche);

• indisponibilità dei lavoratori autoctoni per le aspettative di mobilità sociale, e non solo economica, investite nel lavoro;

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Castles e Piore

• Processi di separazione sociale tra autoctoni e immigrati (difficili i processi di assimilazione e di ascesa sociale)

• Processi di segmentazione e di etnicizzazione del mercato del lavoro – segmenti del mercato del lavoro distinti per nazionalità

• Aggravamento delle condizioni di lavori e fenomeni di competitività tra i lavoratori stranieri

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La teoria delle città globali (S.Sassen) (1):

• polarizzazione nelle economie urbane (metropoli: New York, Los Angeles, Miami, Londra, Parigi, Francoforte, Milano, Tokyo, Osaka Sydney) di attività strategiche per l’economia globalizzata (finanza, amministrazione, servizi e terziario ad alta qualificazione);

• crescita del comparto dei servizi a bassa qualificazione (manutenzione, servizi alle persone)

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La teoria delle città globali (S.Sassen; M. Castles) (2):

• Elevata presenza di lavoro qualificato• Categorie vulnerabili (es. migranti illegali) che si

concentrano nelle città danno luogo alle “enclave entiche”: catene migratorie spontanee e “reti etniche” che alimentano l’offerta di forza lavoro disponibile ad accettare bassi salati e condizioni di lavoro gravosi

• il lavoro straniero funzionale alla manutenzione delle infrastrutture urbane ed al mantenimento del tenore di vita delle classi professionalmente privilegiate

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Segmentazione delmercato del lavoro

• Strumentalizzazione delle “diversità” legate ad una presunta “appartenenza etnica” (nazionalità, minoranze etniche)

• I migranti oggetto di esclusione sociale e causa dei problemi legati alla modernità (Bauman 1998)

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Gli “immigrati” come esercito industriale di riserva

• Una massa di lavoratori deboli serve a tenere a freno le rivendicazioni della classe operaia nazionale

• I migranti assolvendo i lavori peggiori restano separati dalla società ricevente così si evitano fenomeni di conflittualità sociale (pratiche discriminatorie verso seconde generazioni e migranti primo residenti, fenomeni di competizione tra lavoratori migranti)

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Segmentazione delmercato del lavoro

• Strumentalizzazione delle “diversità” legate ad una presunta “appartenenza etnica” (nazionalità, minoranze etniche)

• I migranti oggetto di esclusione sociale e causa dei problemi legati alla modernità (Bauman 1998)

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Critiche delle teorie macro

• Migranti come soggetti passivi, mossi da forze strutturali che li dominano

• Soggettività e autodeterminazione dei migranti vengono offuscate

• Non spiegano perché, tra quanti sono sottoposti ai medesimi vincoli e pressioni, alcuni partono e altri no

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I migranti nel mercato del lavoro contemporaneo

• La prospettiva liberale o assimilazionistica• La prospettiva strutturalista (studiosi di

orientamento marxista)• La segmentazione del mercato del lavoro

(sistema occupazionale suddiviso in nicchie dove si collocano le minoranze etniche)

• La prospettiva della nuova sociologia economica (risorse relazionali che facilitano l’incontro tra domanda e offerta di lavoro straniero; l’azione delle reti etniche)

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La prospettiva della nuova sociologia economica

• Interazione tra domanda della società ricevente e offerta immigrata (nuove professionalità e forme di imprenditoria legate alle reti etniche);

• Autonomia relativa e spazi di iniziativa degli immigrati nel MDL. Polanyi (1998) (costruzione sociale dei processi economici)

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Spiegazioni micro

• Spiegazioni basate sull’economia neoclassica

• New economics of migrations (nuova economia delle migrazioni) – la migrazione risponde ad un progetto familiare

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L’approccio neoclassico

Migrazione come scelta individuale razionale sulla base di:

• Differenze salariali tra paesi di arrivo e di partenza

• Migranti esclusivamente come lavoratori (dimensione economica delle migrazioni)

• Le migrazioni innalzerebbero i salari dei paesi di origine

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New economics of migrations

• Le migrazioni rispondono ad una scelta familiare finalizzata alla diversificazione dei rischi (investimento delle risorse della famiglia nella partenza; turnazione nei trasferimenti; reinvestimenti nelle rimesse; assicurazioni per le condizioni di vita dei familiari: acquisto proprietà, avvio attività economiche; assicurazione contro la disoccupazione e la vecchiaia);

• Incremento delle aspettative: dipendenza dalle migrazioni in assenza di garanzie politiche e sociali nel contesto di partenza.

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L’embeddedness relazionale: la teoria del capitale sociale

• La mediazione del capitale sociale, enfatizzando il ruolo dei “legami forti” e delle reti etniche

• Enfatizza il ruolo della fiducia interna (disponibilità a condividere informazioni e risorse e ad accreditare i propri co-etnici) e della fiducia esterna (reputazione e controllo normativo sul comportamento dei membri del gruppo minoritario)

• Permette di evidenziare anche i limiti e le criticità connessi all’operare del capitale sociale (esclusione degli outsiders, obblighi di restituzione, aspettative di conformismo, inibizione dei percorsi eterodossi, segregazione professionale ed etnicizzazione dei rapporti di impiego)

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Un esempio di migrazione come scelta familiare riferito alle migrazioni dall’Africa sub-sahariana (1)

• L'Africa Occidentale Francese (AOF) comprendeva le colonie francesi di Costa d'Avorio, Senegal, Guinea francese (l'attuale Guinea) e Sudan francese (l'attuale Mali), Niger, Mauritania e Alto Volta (l'attuale Burkina Faso).

• La Valle del Senegal è una regione dell'Africa occidentale che prende il nome dal fiume Senegal che la attraversa. Questa regione è divisa tra Senegal, Mali e Mauritania

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I caratteri di un’economia di autosufficienza alimentare incentrata sulla famiglia nel periodo precoloniale:

• La famiglia allargata costituiva un centro autonomo di produzione e di consumo che soddisfaceva appieno i bisogni di autoconsumo locale; le popolazioni delle aree rurali erano dedite alla coltura cerealicola pluviale e dagli anni ‘70 soprattutto a quella irrigua

• Le comunità familiari comprendono discendenti di quattro generazioni: un anziano con o senza fratelli, le sue mogli e quelle degli eventuali fratelli, i figli sposati e no, i nipoti, ed eventuali altri congiunti. La famiglia allargata è nello stesso tempo unità di produzione e di consumo. L'unità di produzione raggruppa gli individui che lavorano insieme le terre che fornisce la produzione alimentare per i componenti della famiglia.

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Le condizioni di crisi e i cambiamenti sociali che inducono all’emigrazione nelle ex-colonie dell’area subsahariana:

• progressiva dipendenza dall'economia monetaria: la progressiva mercificazione delle relazioni sociali che un tempo poggiavano sull'aiuto reciproco;

• Fenomeni di esodo rurale e migrazioni interne dai villaggi verso i centri urbani dell’Africa occidentale;

• Le dinamiche di scambio ineguale e le forme di sfruttamento dei paesi in via di sviluppo: appropriazione delle risorse naturali; smercio dei prodotti industriali fabbricati nelle imprese del mondo ricco; indebitamento di paesi in via di sviluppo;

• Migrazioni e dipendenza: fenomeni di fuga delle risorse umane più qualificate e scolarizzate (brain drain)

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La migrazione come scelta familiare

• Le famiglie nei paesi di origine figurano come unità decisionali:

• diversificare i rischi: turnazione nei trasferimenti tra i componenti della famiglia;

• calcoli economici ed investimenti: utilizzo delle rimesse per avviare attività economiche in patria; acquisto di proprietà immobiliari; proseguimento degli studi; assicurazioni per la disoccupazioni e la vecchiaia.

• Incremento delle aspettative: dipendenza dalle migrazioni in assenza di garanzie politiche e sociali nel contesto di partenza.