I bambini e i giovani nelle migrazioni Docente : Anna Elia
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I bambini e i giovani nelle migrazioni
Docente: Anna EliaDipartimento di Sociologia e di Scienza Politica
Università della Calabria
28 aprile 2014
Chi sono le seconde generazioni? Chi vi rientra?
• bambini nati e cresciuti in Italia • i minori che si sono ricongiunti con i genitori • I minori non accompagnati• Minori figli di rifugiati.
Le ricerche sociologiche definiscono:
• seconda generazione in senso stretto, solo i figli di immigrati nati in Italia;
• generazione 1,5 quelli arrivati a 6-12 anni; • generazione 1,25 quelli immigrati a 13-17
anni.
Le seconde generazioni: « giovani italiani con il permesso di soggiorno »
• Discendenti di italiani: tre anni per ottenere la nazionalità;• La cittadinanza si trasmette ai figli sulla base dello Jus
sanguinis (chi è figlio di cittadino italiano - anche soltanto il padre o la madre).
• I minori di origine straniera nati in Italia: richiesta di cittadinanza italiana ai 18 anni con obbligo di residenza legale e ininterrotta sin dalla nascita (legge 91/1992).
• possono acquisire la cittadinanza italiana coloro che risiedono in Italia da almeno 10 anni dimostrando di avere i requisiti di reddito e di regolarità della residenza (legge 91/1992).
Alcuni dati
• Incremento delle nascite avvenute in Italia nel 2012 da genitori di origine straniera (circa 80 mila nel 2012, in rapporto alle 30mila nel 2000). (Dossier Unar 2013)
• I ricongiungimenti familiari. (Dossier UNAR 2013) nel 2012 i motivi familiari incidono per il 40 per cento dei permessi di soggiorni in scadenza e per il 44 per cento sui nuovi ingressi.
• In Italia dal 1998 al 2008 i permessi di soggiorno per motivi di lavoro crescono dell’87,7% ; quelli per ricongiungimento familiare del 216, 8%.
Sono esclusi dall’ottenimento della cittadinanza ai 18 anni:
• i minori che hanno trascorso dei periodi di permanenza nei paesi di origine dei genitori;
• i minori ricongiunti ai genitori;• i minori invisibili : i minori i cui genitori
perdono il contratto di lavoro e diventano “clandestini” espellibili.
La scuola come luogo primario di integrazione delle seconde generazioni:
• il diritto/obbligo scolastico per tutti i minori presenti in Italia, a prescindere dalla loro nazionalità e condizione giuridica (uguaglianza nelle opportunità formative) (art. 38, comma 1 T.U.);
• la connessione tra il tema dell’inserimento degli alunni stranieri e il tema dell’educazione interculturale (es. nuove attenzioni didattiche ai bisogni specifici dei minori stranieri);
• il tema dell’insegnamento dell’italiano si colloca come seconda lingua nel più ampio progetto del riconoscimento e della valorizzazione della lingua e della cultura d’origine. Es. di buona pratica: l’opera di mediatori linguistici e culturali; (art. 45 del Regolamento di attuazione del Testo unico ossia dal D.P.R. n. 394 del 1999)
• la scuola è al ”crocevia come luogo di interazione non conflittuale di comunità culturalmente diverse” (Zincone 2000) Commissione per le Politiche di Integrazione degli Immigrati.
I figli dei migranti nelle scuole italiane
• a.s. 2001/2002 gli alunni con cittadinanza non italiana rappresentavano il 2,2% della popolazione scolastica complessiva (196.414 alunni),
• a.s. 2012/2013 costituiscono l’8,8% (del totale (circa 787 mila alunni). (http://www.istruzione.it/allegati/2014/Miur_2012_2013.pdf) p. 14
• Nell’anno scolastico 2012/13, gli alunni stranieri sono presenti soprattutto nelle scuole primarie (circa il 10 per cento del totale degli iscritti).
• I ritmi più sostenuti di crescita si riscontrano nella secondaria di secondo grado e nella scuola dell’infanzia (dati MIUR)
art. 38 - Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero:
• 2. L'effettività del diritto allo studio è garantita dallo Stato, dalle
Regioni e dagli enti locali anche mediante l'attivazione di appositi corsi ed iniziative per l'apprendimento della lingua italiana.
• 3. La comunità scolastica accoglie le differenze linguistiche e culturali come valore da porre a fondamento del rispetto reciproco, dello scambio tra le culture e della tolleranza; a tale fine promuove e favorisce iniziative volte alla accoglienza, alla tutela della cultura e della lingua d'origine e alla realizzazione di attività interculturali comuni.
• Il c.1 dell’art. 45 del Regolamento di attuazione (Testo Unico), D.P.R. n.394 /1999, stabilisce che i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all’istruzione nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani.
• Il c. 2 stabilisce che gli alunni stranieri soggetti all’obbligo di istruzione sono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che i collegi dei docenti deliberino modalità di assegnazione dell’alunno alla classe inferiore o superiore, tenendo conto di alcuni criteri quali l’ordinamento scolastico del Paese di provenienza, l’accertamento delle competenze possedute, il corso di studi seguito, il titolo di studio conseguito.
Quali sono gli aspetti della marginalità scolastica degli alunni di origine straniera?
• i meccanismi di segregazione professionale (il 77% dei ragazzi di origine straniera, orienta la propria scelta verso istituti professionali – 20 % italiani). (p. 61 dati MIUR);
• i rendimenti differenziali (ritardo scolare) (70,6% alunni stranieri contro 25,1% di italiani a.s. 2009/10). (Rapporto UNAR 2013)
• Incidenza percentuale di alunni in ritardo, con cittadinanza italiana e non, per ordine di scuola. a.s. 2012/2013 (p. 57 dati MIUR)
Quali le cause di queste discriminazioni indirette (Zanfrini 2013) degli alunni di origine straniera?
Fattori macro pertinenti al sistema didattico• l’assenza o la rappresentazione distorta degli immigrati e delle loro culture
d’origine nei libri di testo e nei materiali didattici• l’assenza di iniziative di accompagnamento e tutorship che assecondino i loro
specifici bisogni tali da sostenere i bambini e i ragazzi protagonisti di percorsi di migrazione familiare
• Sperimentazioni nelle scuole che faticano a divenire prassi consolidate (Favaro 2003) – un mancato investimento nella formazione degli insegnanti – “ripiego” sulle figure non istituzionali (mediatori, volontari, ecc.)
Fattori “micro”dovuti al retroterra familiare e comunitario• la debolezza delle risorse educative e delle competenze linguistiche • le aspettative genitoriali e i progetti migratori familiari - la distanza rispetto
alla cultura istituzionale della scuola
Quali le cause di queste discriminazioni indirette (Zanfrini 2013) degli alunni di origine straniera?
• Le ambiguità dell’approccio didattico interculturale per i bambini e i giovani al confine tra l’essere minori e immigrati
• Una mancata cittadinanza
Chi sono gli alunni di origine straniera? (Linee guida del MIUR per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri)
• Alunni con cittadinanza non italiana• Alunni con ambiente familiare non italofono• Minori non accompagnati• Alunni figli di coppie miste• Alunni adottati • Alunni rom. Sinti e caminanti• Studenti universitari con cittadinanza straniera
(3,8 per totale al 2013)
Ddl 733-B - Il pacchetto sicurezza. I principali punti che vanno ad incidere sui diritti dei bambini e dei giovani nelle migrazioni
• Ricongiungimenti - alloggio Per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari si aggiunge al certificato di idoneità alloggiativa quello igienico-sanitario entrambi rilasciati dai competenti uffici comunali.
• Esibizione del permesso di soggiorno Si introduce la necessità di esibire il permesso di soggiorno per tutti gli atti di stato civile, anche per il semplice diritto di riconoscere un figlio. Una deroga, per l’iscrizione dei minori a scuola.
• La vigilanza nelle scuole. I presidi coinvolti nelle segnalazioni
• 2008-2009 – restrizioni ai programmi di educazione interculturale nella scuola. Mozioni della Lega Nord approvata alla Camera: tetto del 30 per cento sulla presenza dei bambini figli di migranti nelle classi delle scuole primarie.
• Colpisce il dato sulle scuole primarie con la presenza di più del 30% di studenti figli di migranti, 2.500 scuole primarie concentrate soprattutto a Milano, Torino e Brescia. Il 15 per cento delle scuole italiane oggetto di una limitazione: quella del tetto del 30 per cento sulla presenza dei bambini stranieri.
• Si tratta di un provvedimento applicato nell’aa 2010/11 che intendeva razionalizzare la distribuzione degli alunni stranieri nelle scuole. Conseguenze: rischio di chiusura alcune realtà scolastiche multietniche nelle realtà metropolitane e nei quartieri a maggiore densità di popolazione straniera
• Degli esempi molto vicini a noi sono la scuola di Riace e di Acquaformosa, due sedi di progetti SPRAR dove la presenza dei bambini di famiglie rifugiate ha permesso di evitare il rischio di chiusura delle scuole.
• Il provvedimento anche se nei fatti risulta inapplicato o lascia indifferenti la gran parte degli Istituti italiani (che hanno classi con molto meno del 30% di stranieri), ma indebolisce fortemente l’immagine di una scuola interculturale. Presente nelle linee guida del MIUR 2014 relative all’integrazione alunni stranieri.
• Lungi dall’essere un provvedimento che possa eliminare le classi ghetto, viene osteggiato dalle stesse direzioni scolastiche di Lombardia, Veneto e le province di Roma e Torino, dove la percentuale di stranieri sui banchi è più elevata.
La presenza delle seconde generazioni in Italia questioni aperte:
• I problemi di una mancata cittadinanza. • Strategie di assimilazione culturale senza
opportunità di integrazione.
Esempi di associazionismo tra i giovani delle seconde generazioni
Associazione Seconda Generazione • associazione nata a Treviso 2008 per protesta contro
un’amministrazione comunale che realizza atti discriminatori. Le nuove generazione spesso richiedono i diritti negati ai genitori. Il culto islamico ad esempio che non viene praticato dai figli, diventa una modalità per il rispetto dei diritti delle minoranze.
G2 www.secondegenerazioni.it , • La rete G2-Seconde generazioni, nasce nel 2005 da figli di immigrati e
rifugiati nati o cresciuti in Italia e che lavora, principalmente, in due direzioni: «identità come incontro di culture» e «diritti negati alle seconde generazioni».
Testimonianze dalla rete G2
• “E’ complicato costruirsi un’identità quando il tuo aspetto esteriore non corrisponde al tuo accento, quando ti accorgi che gli altri hanno una percezione diversa da quella che hai di te stesso. E’ estremamente complicato per un giovane rimanere cittadini di un paese che magari non si è mai visto e di cui non si parla la lingua.” (Esponente G2, italiano di origine senegalese)
• Esponente G2, italiana di origine eritrea: «Per una volta - dice -
vorrei che si parlasse di noi come italiani. E non pensando solo a ciò che per qualcuno è un problema, ma a come le nostre differenze possono giovare alla società italiana».
L’Italia che vorremmo: http://www.secondegenerazioni.it/forum/viewtopic.php?f=15&t=52#p234
· Devono essere dichiarati cittadini italiani alla nascita coloro che nascono in Italia da genitori stranieri; senza richiedere il requisito del reddito dei genitori e devono diventarlo automaticamente, senza necessità di richiesta da parte dei genitori
· Possono diventare cittadini italiani tutti coloro che sono venuti da minorenni in Italia e che vi abbiano risieduto almeno 3 anni prima del compimento della maggiore età; non deve più essere richiesto alcun requisito di reddito;
· Un percorso agevolato di accesso alla cittadinanza, in caso di riforma della legge, dovrebbe anche prevedere i nati e cresciuti in Italia ormai maggiorenni. Una specie di "sanatoria" per quei ragazzi e ragazze che non sono potuti rientrare nella legge n. 91 del 1992 e che sarebbero esclusi da un percorso agevolato della nuova legge. Tutti costoro non sono colpevoli che la legge sia cambiata dopo tanti anni e intanto loro sono diventati grandi ma non meno "degni" di cittadinanza.
I giovani del G2 :
• I progetti finalizzati a sensibilizzare i rappresentanti del Governo sulla necessità di rivedere le regole relative all’ottenimento della cittadinanza come quello organizzato in occassione del 150° anniversario dell’unità d’Italia con Save the Children «Promessi sposi… d’Italia, questa nazionalità si deve fare» ;
• La presentazione della richiesta di cittadinanza alle più alte cariche dello Stato (la lettera indirizzata al Presidente della Repubblica del 2007 ha un forte impatto mediatico e apre uno spazio di discussione politica; raccolta di firme e sostegno alla campagna l’Italia sono anch’io da parte del Presidente Napolitano e di diverse associazioni sindacali e antirazziste);
• Dal 2010 al 2012 la Rete G2 – Seconde Generazioni, in collaborazione con Asgi, Save the children e con il contributo dell’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali),ha attivato il Progetto R.E.T.E., che prevede la possibilità di ottenere assistenza legale.
• 18 anni…in Comune!”Campagna rivolta ai neomaggiorenni figli di immigrati, promossa da Anci, Save the Children e Rete G2, che intende sensibilizzare i comuni sull’applicazione dell’Art.4 della L.91 del 1992