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SANTO DOMINGO… QUANDO I CARAIBI DIVENTANO ESPERIENZA DI VITA! Riportiamo di seguito l'esperienza di un nostro volontario Antonio Crupi che ha scelto la bella città di Santo Domingo con le sue belle spiagge bianche e assolate non come meta di vacanza ma per vivere un'esperienza di volontariato in una scuola, in uno dei quartieri più poveri della città. Che fai quando pensi a Santo Domingo? Ti immagini già in occhiali da sole, costume ed infradito, ricoperto di crema solare, sdraiato sotto una palma, sorseggiando un rum e coca o una piña colada... mica male dai! Che fai invece quando vai a Santo Domingo a fare il volontario in una scuola, in un quartiere povero della città e i tuoi amici dominicani ti chiedono il favore di descrivere la "vera e non turistica" Santo Domingo? Beh in questo caso allora ti siedi davanti ad un foglio e provi a trasferire un minimo di quella conoscenza acquisita, di quelle emozioni provate, di quelle sfide superate, di quelle gioie vissute, avendo la certezza assoluta che non riuscirai a dire nemmeno un millesimo di quello che provi e che vorresti dire. Vorresti parlare di tante cose, senza scadere nella banalità del "io ho fatto, io ho visto", non sei tu il protagonista, non devi mai esserlo! La scena è tutta loro: dei bambini e delle loro famiglie, delle Sorelle Salesiane e della loro Missione, degli insegnanti e del loro lavoro, degli operatori locali e del loro impegno quotidiano. Vorresti parlare di ognuno degli 840 bambini che frequentano la scuola. Della loro povertà; delle infanzie negate di quelli costretti a lavorare come venditori di strada; di quelli costretti a vivere situazioni familiari complesse, crogiuolo di disperazione, abbandono e violenza; dell'immensa dignità dei genitori di altri che, nonostante le ristrettezze economiche, coccolano i figli come fossero piccoli principi dimostrando ad essi e al mondo che non è la ricchezza materiale a fare la differenza morale, bensì il tesoro di valori conservato nel nostro cuore. Vorresti parlare dell'impegno quotidiano delle Sorelle Salesiane che hanno votato la loro vita all'aiuto del prossimo, del bisognoso, sposando gli insegnamenti e l'esempio di Don Bosco. Piccoli fari bianchi, in mondi a fosche tinte, che indicano sempre un "porto sicuro" in cui approdare. Vorresti parlare degli insegnanti e degli operatori locali. Gente speciale che lascia i propri problemi personali e familiari, spesso di notevoli proporzioni, esasperati anche dalla condizione di precarietà economica e sociale in cui versa il quartiere, per donare ai bimbi un volto sereno, un sorriso sincero e per infondere loro la sicurezza e la consapevolezza che il loro mondo non è solo fatto di violenza o cattivi esempi; ma che si può essere buoni anche quando il mondo che ti circonda non lo è. Che si può vincere la sfida contro la violenza,

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SANTO DOMINGO… QUANDO I CARAIBI DIVENTANO ESPERIENZA DI VITA!

Riportiamo di seguito l'esperienza di un nostro volontario Antonio Crupi che ha scelto la bella città di Santo Domingo con le sue belle spiagge bianche e assolate non come meta di vacanza ma per vivere un'esperienza di volontariato in una scuola, in uno dei quartieri più poveri della città.

Che fai quando pensi a Santo Domingo? Ti immagini già in occhiali da sole, costume ed infradito, ricoperto di crema solare, sdraiato sotto una palma, sorseggiando un rum e coca o una piña colada... mica male dai! Che fai invece quando vai a Santo Domingo a fare il volontario in una scuola, in un quartiere povero della città e i tuoi amici dominicani ti chiedono il favore di descrivere la "vera e non turistica" Santo Domingo? Beh in questo caso allora ti siedi davanti ad un foglio e provi a trasferire un minimo di quella conoscenza acquisita, di quelle emozioni provate, di quelle sfide superate, di quelle gioie vissute, avendo la certezza assoluta che non riuscirai a dire nemmeno un millesimo di quello che provi e che vorresti dire.

Vorresti parlare di tante cose, senza scadere nella banalità del "io ho fatto, io ho visto", non sei tu il protagonista, non devi mai esserlo! La scena è tutta loro: dei bambini e delle loro famiglie, delle Sorelle Salesiane e della loro Missione, degli insegnanti e del loro lavoro, degli operatori locali e del loro impegno quotidiano.

Vorresti parlare di ognuno degli 840 bambini che frequentano la scuola. Della loro povertà; delle infanzie negate di quelli costretti a lavorare come venditori di strada; di quelli costretti a vivere situazioni familiari complesse, crogiuolo di disperazione, abbandono e violenza; dell'immensa dignità dei genitori di altri che, nonostante le ristrettezze economiche, coccolano i figli come fossero piccoli principi dimostrando ad essi e al mondo che non è la ricchezza materiale a fare la differenza morale, bensì il tesoro di valori conservato nel nostro cuore.

Vorresti parlare dell'impegno quotidiano delle Sorelle Salesiane che hanno votato la loro vita all'aiuto del prossimo, del bisognoso, sposando gli insegnamenti e l'esempio di Don Bosco. Piccoli fari bianchi, in mondi a fosche tinte, che indicano sempre un "porto sicuro" in cui approdare.

Vorresti parlare degli insegnanti e degli operatori locali. Gente speciale che lascia i propri problemi personali e familiari, spesso di notevoli proporzioni, esasperati anche dalla condizione di precarietà economica e sociale in cui versa il quartiere, per donare ai bimbi un volto sereno, un sorriso sincero e per infondere loro la sicurezza e la consapevolezza che il loro mondo non è solo fatto di violenza o cattivi esempi; ma che si può essere buoni anche quando il mondo che ti circonda non lo è. Che si può vincere la sfida contro la violenza, la droga, la miseria, l'abbandono e l'alcolismo con convinzione. Dando loro la certezza che ognuno di loro può farcela a diventare l'esempio di altri bimbi di domani.

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Vorresti parlare delle condizioni in cui versa il quartiere e la società; della preoccupante e vorticosa perdita di valori che interessa molti giovani accecati da false chimere che perdono di vista l'essenziale.

Vorresti parlare di fenomeni odiosi come il dilagare della violenza, dello spaccio di droga e dello sfruttamento della prostituzione visti come scorciatoie e opportunità per liberarsi dal giogo della povertà, ma che in realtà sono fenomeni che stanno irreversibilmente avvelenando le menti delle nuove generazioni.

Vorresti parlare di un paradiso terrestre distrutto e rovinato da una classe dirigenziale corrotta e mediocre, da una politica assente e da uno stato indifferente.

Vorresti parlare, certo, anche della tua vita quotidiana e di quelle piccole difficoltà giornaliere che possono presentarsi... ma vorresti farlo solo per poter rispondere a chi ti chiede "ma chi te l'ha fatta fare?!" che alla fine di fronte a tutto ciò che vedi, realmente, non è che stai facendo sto gran sacrificio.

Vorresti parlare della scelta del volontariato come impegno civile, come esperienza di vita, come scelta di essere e di agire. Vorresti parlare di quanto potrebbe fare ognuno di noi con un impegno minimo.

Vorresti parlare, certo, anche della tua vita quotidiana e di quelle piccole difficoltà giornaliere che possono presentarsi... ma vorresti farlo solo per poter rispondere a chi ti chiede "ma chi te l'ha fatta fare?!" che alla fine di fronte a tutto ciò che vedi, realmente, non è che stai facendo sto gran sacrificio.

Ma soprattutto vorresti parlare delle gioie ricevute facendo il volontario, dei sentimenti che albergano dentro di te e ti riempiono il cuore. Della bellezza di vedere altri mondi, altre mentalità, altri colori e poterli vivere dal didentro.

Vorresti parlare di quanto riesci a sentirti piccolo di fronte ad ognuna di queste storie, di quanto ti senti riconoscente e grato di fronte a chi, pur non avendo nulla, ti apre la propria casa e il proprio cuore chiamandoti amico o fratello; di chi è pronto a dividere il nulla con te. Di chi, circondato da meno dell'essenziale, ha la forza di dirti "io ringrazio Dio per quello che mi ha dato, perché c'è chi ha meno di me".

Vorresti parlare della speranza che nutri in fondo al tuo cuore di poter apprendere un briciolo di questa forza d'animo e di questa umiltà per farla tua e migliorare la tua vita. Vorresti parlare dell'abbraccio sincero di un bambino che ti chiede di raccontargli l'Italia.

Vorresti parlare di così tante cose che non riesci a parlarne bene di nessuna in particolare, ma in fin dei conti dovresti solo parlare di quanto, a prescindere da tutto, sia bella la vita quando è vista con gli occhi semplici di un bambino.