Do L Troi Del Legn
-
Upload
liceo-artistico-soraperra -
Category
Documents
-
view
132 -
download
1
description
Transcript of Do L Troi Del Legn
1DÒ L TROI
DEL LEGN
LICEU
M DE
L DES
IGN
E DEL
LE A
RTI /
SCO
LA D
’ERT “
G. S
ORAP
ERRA
” POZ
ZA FA
SCIA
SCOLA LADINA DE FASCIA
Proposte per l’allestimento e la promozione di una sezione
del Museo Ladino di Fassa
Proponetes per l’alestiment e la promozion de na sezion del
Museo Ladin de Fascia
FONDAZIONE CARITRO
2
Scola Ladina de Fascia Sorastant: Mirella FlorianStr. G. Soraperra, 638036 Pozza di Fassa/Poza (TN)
Con il sostegno di Col didament de
Con la collaborazione di Co la colaborazion de
COMUN DE POZA
“Dò l troi del legn”Proposte per l’allestimento e la promozione di una sezione del Museo Ladino di Fassa Proponetes per l’alestiment e la promozion de na sezion del Museo Ladin de Fascia© Scola Ladina de Fascia
Coordinatori Progetto Coordenadores del projetProf. Vigilio Iori, Prof. Claus Soraperra
Coordinatore editoriale Coordenador editorièlProf. Claus Soraperra
Testi TescDot.ra Daniela Brovadan, prof. Ernesto Luciano Francalanci, prof. Franco Ghetta
Traduzione TraduzionOlfed, prof. Vigilio Iori
Progetto grafico Projet grafichMisign. Comunicaziun visiva - misign.it
Liceum del design e delle arti Scola d’èrt “G. Soraperra”Str. Dolomites, 738036 Pozza di Fassa/Poza (TN)
Liceo ladino delle lingue Liceo ladin di lengacStr. Dolomites, 138036 Pozza di Fassa/Poza (TN)
3DÒ L TROI
DEL LEGN
4
Index
__ Premessa Paroles dantfora6 Fondazione Caritro Fondazione Caritro
8 Sorastant de la Scola Ladina de Fascia,
Prof. Mirella Florian
10 President de l’Istitut Culturèl Ladin “Majon di Fascegn”,
Dot. Antone Pollam
__ Allestimento “l segat” Alestiment14 Prof. Franco Ghetta,
Lungo la via del legno Dò l troi del legn
18 Prof. Ernesto Luciano Francalanci,
Legnitudine: un bosco concettuale Legnitudine: n bosch conzetuèl
30 Dott.ssa Daniela Brovadan,
La fruizione didattica di una sezione museale Durèr didaticamenter na sezion museala
__ Risultati Resultac 34 Nicolò Caola
35 Nicole Dantone
36 Veronica Capovilla
37 Elias Caregnato
38 Giacomo Deflorian
39 Isacco Delladio
40 Filippo Dellasega
41 Veronica Li Vecchi, Lucrezia Liberatore
42 Erica Morandi
43 Norman Rasom
44 Federico Rauco
45 Francesca Sartori, Francesca Rover
46 Nicola Scarian
47 Moritz Schirmann
48 Lorenzo Zanetti
49 Patrick Bernard
50 Fabrizio Bozzetta
51 Danielle Cloch
52 Alessio De Marco
53 Cristian Giacomuzzi
54 Elena Giacomuzzi 1
55 Elena Giacomuzzi 2
56 Dimitry Korovin
57 Samantha Salvador
DESI
GNER
TS FE
GURA
TIVES
/ AR
TI FIG
URAT
IVE
5
58 Anna Sensato
59 Desireè Trottner
60 Mariasole Vinante
62 Aaron Zambaldi
63 Beatrice Zanon
64 Lis Bernard, Federica Morandini
66 Elisa Calzavara, Lisa Copat
68 Andrea Corradini
69 Igor Lastei
70 Gloria Rizzardi
71 Angela Salati
72 Alba Sinjari
73 Daniele Trettel
74 Massimo Valeruz
75 Alice Volcan
76 Diario di esplorazione Diarie de esplorazion
__ Quaderno didattico Codejel didatich Realizzato da Metù adum Sara Chiocchetti, Gabriella Dallaglio, Federica Detomas,
Valentina Longhi, Alice Mattia, Fabiana Morandini, Jennifer Pederiva, Giulia Pellegrin,
Arianna Secco, Amanda Tommasini
82 Introduzione
83 Piotol e l‘uccellino
94 Il gioco del memory
100 Paroles dantfora
101 Piotol e l‘ucelin
112 L jech del memory
ERTS
FEGU
RATIV
ES /
ARTI
FIGUR
ATIV
ELIC
EO LA
DIN
DI LE
NGAC
/ LIC
EO LA
DINO
DEL
LE LI
NGUE
6
Fondazion Cassa dal Sparagn de Trent e Rorei
La Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto persegue esclusivamente scopi
di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico, operando nei campi della
ricerca scientifica, dell’istruzione, delle attività culturali e del volontariato sociale. Dal
1992, anno di costituzione, la Fondazione Ca.Ri.TRo. ha erogato sul territorio più di
125 milioni di euro.
Attraverso bandi di concorso, la Fondazione interviene a favore degli Istituti di Scuola
Primaria, Secondaria di primo grado e di secondo grado della provincia di Trento
perché contribuire alla crescita qualitativa delle opportunità formative del territorio
rivolte agli studenti viene ritenuto un elemento fondamentale per lo sviluppo della
comunità e per l’evoluzione del sistema produttivo locale: per raggiungere tali obiettivi,
la Fondazione mira a promuovere le interazioni tra insegnanti e studenti appartenenti
anche a classi, indirizzi e Istituti differenti, a favorire nei processi di insegnamento e
apprendimento il connubio tra conoscenze teoriche e capacità applicative secondo
logiche mutlidisciplinari e trasversali e a programmare e realizzare azioni sperimentali
di ricerca e formazione degli insegnanti, che offrano la possibilità di innovare metodi
di lavoro e contenuti rispetto alle attività normalmente svolte nell’ambito dell’offerta
formativa degli Istituti.
Nel contesto del bando per progetti sperimentali di innovazione didattica 2012-2014,
la Fondazione ha valtutato positivamente e ha concesso un contributo per il progetto
“Do l troi del legn – Lungo la via del legno”, proposto dalla Scuola Ladina di Fassa,
che ha prodotto risultati interessanti e ha portato alla pubblicazione di questo volume
che documenta e diffonde la conoscenza delle attività realizzate.
La Fondazion Cassa dal Sparagn de Trent e Rorei à demò fins de utilità sozièla e
de promozion del svilup economich, luran ti ciampes de la enrescida scientifica, de
l’istruzion, de la ativitèdes culturèles e del volontariat sozièl. Dal 1992, an de sia
costituzion, la Fondazion Ca.Ri.Tro. à dat fora sul teritorie più che 125 milions de euro.
Tras avisc de concors, la Fondazion entervegn a pro de Istituc de Scola Populèra,
Mesèna e Auta de la provinzia de Trent ajache tor pèrt a la crescimonia calitativa
de la oportunitèdes formatives del teritorie outes ai studenc vegn conscidrà n element
fondamentèl per l svilup de la comunanza e per la evoluzion del sistem produtif del
lech: per arjonjer chisc obietives, la Fondazion chier de soscedèr la colaborazion anter
ensegnac e studenc ence de classes, ordegn e scoles desvalives, de sostegnir ti prozesc
de l’ensegnèr e de l’emparèr l conjobièr la cognoscenzes teoriches co la capazitèdes
de aplicazion aldò de logiches che tol ite più materies e a programèr e meter en esser
azions sperimentèles de enrescida e formazion di insegnanc, che sporje l met de meter
a jir vides de lurèr e contegnui neves a confront de la ativitèdes che se fèsc per solit tel
setor de la perferida formativa di Istituc.
Tel contest de l’avis de concors per projec sperimentèi de inovazion didatica 2012-
2014, la Fondazion à tout dant positivamenter e la ge à conzedù n contribut al projet
“Dò l troi del legn – Lungo la via del legno”, proponet de la Scola Ladina de Fascia, che
à metù dant ejic enteressanc, col ruèr a la publicazion de chest liber che documentea e
slaria fora la cognoscenza del lurier che l’é stat fat.
7
8
Mirella Florian Sorastant Scola Ladina de Fascia
“Do l troi del legn - Sulla via del legno” è un progetto realizzato dalla Scuola ladina di
Fassa assieme ad una pluralità di attori locali e ad altri soggetti esterni all’Istituzione.
Questa pubblicazione rappresenta la documentazione di tutto il lavoro svolto e
raccoglie il materiale relativo all’ideazione, alla progettazione e alla promozione di
spazi didattico - museali annessi alla segheria frazionale di Pozza di Fassa.
L’interdisciplinarietà del progetto ha visto coinvolte classi di diverso ordine e grado di
tutto l’Istituto, dal liceo alla scuola primaria; questa collaborazione, ha rafforzato negli
studenti e nei piccoli alunni il senso di appartenenza alla stessa comunità scolastica.
Dal punto di vista operativo, gli studenti del liceo artistico si sono occupati della ricerca
grafico-progettuale e delle soluzioni espositive, le studentesse del liceo ladino delle
lingue hanno costruito il percorso didattico ed hanno tradotto il testo di presentazione
della sezione museale nelle diverse lingue straniere, mentre gli alunni della scuola
primaria hanno collaborato alla realizzazione dei quadri del racconto di Piotol che fa
parte del percorso didattico e sono essi stessi i destinatari del percorso.
L’impostazione del lavoro, basata sul cooperative learning, ha offerto agli studenti la
possibilità di sperimentare una didattica delle competenze rivolta ad una formazione
che si fonda sul presupposto che gli studenti apprendono meglio quando costruiscono il
loro sapere in modo attivo attraverso un apprendimento fondato sull’esperienza.
Fondamentale è stato l’apporto dato dai docenti che, oltre ad accompagnare gli studenti
in questo percorso, hanno saputo organizzare momenti di formazione con esperti di
fama internazionale.
La visita a mostre e ad esposizioni - che rappresenta una delle tante proposte dell’offerta
formativa della scuola – è stata occasione di riflessione critica ed ha stimolato gli
studenti anche nella ricerca di soluzioni innovative che si sono rivelate interessanti per la
riuscita dell’idea.
Un ruolo importante nella realizzazione del progetto hanno avuto altri enti, in
particolare l’Istituto Culturale Ladino - Museo Ladino e l’A.S.U.C. di Pozza di Fassa. La
scuola, attraverso quest’esperienza, ha dimostrato di aprirsi al territorio e il territorio
ha offerto alla scuola la possibilità di operare in contesti formativi non formali, in
un’interazione che è la conferma del riconoscimento da parte della comunità della
centralità delle istituzioni formative.
La consulenza di esperti, come il prof. Cesare Poppi, il prof. Ernesto L. Francalanci, il
designer Arnaldo Tranti e l’ing. Norbert Bernard ha offerto agli studenti l’opportunità di
approfondimento di tematiche correlate al progetto ed ha rappresentato per gli studenti
una preziosa occasione di confronto e di arricchimento culturale.
Un ringraziamento va alla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto che ha
creduto nell’iniziativa che ha sostenuto finanziariamente.
Si è trattato, in sostanza, di un’esperienza assai positiva, il cui valore è anche
accresciuto dal fatto che si inserisce in un contesto particolare, caratterizzato dalla
presenza della comunità ladina dolomitica e dalla sua peculiare identità.
9
“Dò l troi del legn – Sulla via del legno” l’é n projet portà
inant da la Scola ladina de Fascia dessema a etres atores del
lech e a etres sogec fora da la Istituzion. Chesta publicazion
porta dant dut l lurier fat e l tol ite l materièl che se referesc
a la ideazion, la projetazion e la promozion di spazies
didatiches del museo de la sia de la frazion de Poza.
La interdisciplinarietà del projet à tout ite classes de orden e
degré desvalives de dut l’Istitut, dal liceo a la scola populèra;
chesta colaborazion à renforzà ti studenc e ti picoi scolees
l sentiment de partegnuda a la medema comunzanza
scolastica. Dal pont de veduda operatif, i studenc del
liceo artistich se à cruzià de la enrescida grafich-projetuèla e de la soluzions espositives, la
studentes del liceo ladin di lengac à metù ensema l percors didatich e les à traslatà l test de
prejentazion de la sezion museala ti desvalives lengac foresc, i scolees de la scola populèra
i à lurà ensema per i chèdres de la contìa de Piotol che fèsc pèrt del percors didatich e l’é ic
enstesc i destinatères del medemo percors.
L’endrez del lurier, che à sie fondament te l cooperative learning, ge à sport ai student l met de
sperimentèr na didatica de la competenzes outa a na formazion che pea via da la condizion
che i studenc empèra miec canche i met ensema sie saer a na vida ativa co l’emparèr da
l’esperienza.
De gran emportanza l’é stat l’intervent di dozenc che, estra che vidèr i studenc te chest
percors, i à sapù endrezèr momenc de formazion con esperc de nonzech internazionèl.
La vijites a mostres e espojizions – che l’é una anter n muie de autra proponetes de l’oferta de
formazion de la scola – l’é stat ocajion per pissèr a na maniera critica e les ge à dat stimol
ai studenc ence te sia enrescida de soluzions inovatives che se à palesà de gran enteress
acioche la idea sie percacenta.
Na gran pèrt te la realisazion del projet i l’à abuda etres enc, soraldut l’Istitut Cultural Ladin
– Museo Ladin e l’A.S.U.C de Poza. La scola, con chesta esperienza, l’à desmostrà de se orir
al teritorie e l teritorie ge à sport a la scola l met de lurèr te contesc formatives no formèi, te n
lurèr adum che conferma l recognosciment da man de la comunanza de la pèrt zentrèla che à
la scola.
L’intervent de esperc, desche l prof. Cesare Poppi, l prof. Ernesto L. Francalanci, l designer
Arnaldo Tranti e l’enj. Norbert Bernar, ge à sport ai studenc l met de jir più sot te la tematiches
leèdes al projet e l’à raprejentà per i studenc na ocajion preziousa de confront e de
arichiment culturèl.
N gran develpai ge va a la Fondazion Cassa dal Sparagn de Trent e Rorei che à cherdù te
chesta scomenzadiva e la l’à sostegnuda a livèl finanzièl.
Te la sostanza, l’é stat na esperienza dassen positiva e sia valuta la é amò smaorèda dal fat
che la é stata fata te n contest particolèr, caraterisà da la prejenza de la comunanza ladina
dolomitica e da sia identità particolèra.
10
Antone Polam dal Maester President de l’Istitut Cultural Ladin
Il Museo Ladino di Fassa è nato con un profondo legame con il suo territorio.
Fin dal principio è stato pensato con sezioni dislocate lungo tutta la Valle. A L Molin de Pézol /
Il Mulino a Pera di Fassa e a La Sia / La Segheria a Penia si è aggiunto negli ultimi anni
L Malghier / La caseificazione presso il nuovo Caseificio Sociale “La Mèlga de Fascia”. Ora, in
collaborazione con la Frazione di Pozza, l’Istituto Culturale Ladino sta predisponendo un nuovo
spazio didattico-museale presso la Segheria di Meida, sulla base dell’idea progettuale del Prof.
Cesare Poppi e del Direttore Fabio Chiocchetti, nata già nel 2008 e concretizzatasi negli ultimi
due anni. Si aggiunge così un’ulteriore piccola tessera al mosaico del Museo sul territorio.
Nel contempo la Scuola ladina di Fassa è diventata negli anni non solo il maggior fruitore
delle attività didattiche del Museo, ma anche una fattiva collaboratrice: senza la stretta
cooperazione dei due enti nel progetto “La scuola al museo” ci sarebbero parecchie difficoltà
nel garantire tutti i servizi didattici ora disponibili.
È quindi nata quasi spontaneamente l’idea di una collaborazione tra Scuola e Museo nell’iter
progettuale e di fruizione degli spazi presso la segheria dell’A.S.U.C. di Pozza.
La Scuola si è così fatta promotrice del progetto didattico biennale “Dò l troi del legn / Sulla
via del legno”, giunto ora alle sue fasi conclusive, finalizzato all’elaborazione di proposte per
creare questo nuovo itinerario didattico. Un articolato percorso formativo, rivolto a studenti
e professori, per lo studio e la progettazione a fini didattici di una sezione museale, è stato
predisposto dall’Istituto Culturale assieme al Prof. Poppi e con l’aiuto del personale del Museo:
Daniela Brovadan e Martina Chiocchetti, con Rebecca Sommavilla, hanno infatti seguito tutto
l’iter del progetto.
Nel corso dell’anno gli studenti del Liceo Artistico hanno trasferito sulla carta, sotto la
direzione dei loro professori e con la partecipazione del Prof.
Francalanci e gli interventi tecnici dell’Ing. Norbert Bernard, idee
e modelli che hanno messo in luce molteplici aspetti e sensazioni
legati al bosco e al legno, sia dal punto di vista progettuale che
del design. Così la progettazione esecutiva curata dal Museo
ha potuto avvalersi anche di queste soluzioni, tutte sicuramente
ricche di spunti creativi e multisensoriali.
Successivamente, una classe del Liceo Linguistico, assieme
ai Servizi Educativi del Museo e al Prof. Iori, ha studiato un
percorso didattico specifico, rivolto agli alunni della Scuola
Primaria realizzando un piacevole quaderno operativo da
utilizzare durante il percorso.
I bambini avranno così la possibilità sia di avvicinarsi al bosco,
nostro ambiente naturale, per conoscerlo e rispettarlo, sia di
comprendere tutta la ricchezza che proviene dagli alberi anche
attraverso il lavoro dell’uomo, dal boscaiolo e dal segantino fino
al carpentiere e al falegname.
Dobbiamo anche essere grati a Giambattista Chiocchetti Cherlo
che ha prestato, per l’incremento del Museo Ladino di Fassa, gli attrezzi della sua famiglia di
carpentieri da tre generazioni, presentandoli direttamente agli studenti in un incontro nel quale
è emerso tutto il suo amore per il lavoro e per le tradizioni.
Gli alunni e gli studenti della Val di Fassa e non solo, la popolazione locale e tutti i turisti
potranno usufruire di questa nuova struttura museale e degli strumenti didattici messi a
disposizione attraverso questo progetto.
11
Per il futuro speriamo di poter proseguire nella creazione di altre sezioni – in primis quella
dedicata alla Grande Guerra – e di poter ampliare il Museo per dare nuovo spazio alla
didattica, a mostre temporanee, eventi e congressi. Accanto al risanamento e al recupero
strutturale della Moniaria e del sottotetto della Canonica, e agli altri interventi nei dintorni,
San Giovanni potrebbe nuovamente tornare ad essere il cuore vivo della Comunità ladina di
Fassa, nonché polo d’attrazione soprattutto per i giovani.
L Museo Ladin de Fascia l’é nasciù da n fon leam con sie teritorie.
Fin dal scomenz l’é stat pissà con sezions sparpagnèdes sun dut l tegnir de la Val. A L Molin
de Pezol a Pera e a La Sia de Penìa se à jontà te chisc ùltimes egn la sezion dedichèda a L
Malghier, te la neva Mèlga de Fascia. Ades, en colaborazion co la Frazion de Poza, l’Istitut
Cultural Ladin é dò a endrezèr n nef spazie didatich-museal aló da la sia de Meida, aldò de na
idea del Prof. Cesare Poppi e del Diretor Fabio Chiocchetti nasciuda jà del 2008 e metuda en
esser ti ultimes doi egn. Se jonta coscita n’autra pìcola tessera al mosaich del Museo sul teritorie.
Tel medemo temp la Scola ladina de Fascia é doventèda ti egn no demò l maor fruitor de l’atività
didatica del Museo, ma ence fativa colaboradora: zenza la strenta cooperazion di doi enc col
projet de “La scola te museo” se stentassa debel a sporjer duc i servijes didatics de anchecondì.
L’é donca nasciù béleche spontan l pensier de na colaborazion anter Scola e Museo tel lurier
de projetazion e de fruizion di spazies te la sia de l’A.S.U.C. de Poza.
La Scola de Fascia l’à donca metù n pe l projet didatich de doi egn “Dò l troi del legn / Sulla
via del legno”, che ades l’é ruà junfon, out a la elaborazion de proponetes per meter ensema
chest nef itinerarie didatich.
Dachelanvìa l’é pontà demez n rich percors formatif, out a studenc e professores, per enrescir
e projetèr a fins didatics na sezion museala, endrezà da l’Istitut Cultural dessema al Prof. Poppi
e col didament del personal del Museo: de fat, Daniela Brovadan e Martina Chiocchetti, con
Rebecca Sommavilla, les é states dò al projet entriech.
Via per l’an i studenc del Liceo Artistich à metù su papier, sot la direzion de si professores e
co la partezipazion del Prof. Francalanci e i intervenc tecnics de l’Injenier Norbert Bernard,
idees e modìe che à metù al luster desvalives aspec e sensazions leé al bosch e al legn, tant
dal pont de veduda projetuèl che da chel del design. Coscita l projet esecutif curà dal Museo
à podu se emprevaler ence de chesta soluzions, de segur duta cantes riches de creatività e
aspec multisensorièi.
Dò, na clas del Liceo ladin di lengac, dessema al Prof. Iori e ai Servijes Educatives del Museo,
l‘à studià fora n percors didatich spezifich out ai bec de la Scola Populèra e l‘à metù ensema
n piajégol codejel operatif da durèr tel percors.
I bec arà coscita l met sibe de se arvejinèr al bosch, nosc ambient naturèl, per l cognoscer e
l respetèr, sibe a dut l bon che vegn dai èlbres ence tras l lurier de l’om, dal boschier al segat
enscin al marangon e al tisler.
Amò apede, cognon esser de gra a Giambattista Chiocchetti Cherlo che à emprestà, per
smaorèr l Museo Ladin de Fascia, i èrc de sia familia de marangons da trei generazions, e
che à ence tegnù na scontrèda coi students, te chela che se à vedù dut sie amor per l lurier e
per la tradizions.
I scolees e i studenc de Fascia e de foradecà, noscia jent e duc i ghesc podarà se emprevaler de
chesta neva strutura museala e di strumenc didatics metui a la leta con chest projet.
Per l davegnir speron de ruèr a meter n pe autra sezions – chela de la “Gran Vera” dantdaldut
– e de ruèr a smaorèr l Museo per ge dèr neva lèrga a la didatica, a mostres temporanes,
evenc e congresc. Col restaure e l ressanament struturèl de la Moniarìa e del sotcuert de
la Calonia e i etres entervenc dintornvìa, Sèn Jan podessa endò doventèr l cher vif de la
Comunanza ladina de Fascia e lech de atrazion soraldut per i joegn.
12 ALLES TIMENTO
“L SEGAT” ALES
TIMENT
13 ALLES TIMENTO
“L SEGAT” ALES
TIMENT
14
Franco Ghetta L projet “Dò l troi del legn”
“Dò l troi del legn”, lungo la via del legno, questo è il tema del progetto affrontato dagli
studenti del Liceo Artistico “G. Soraperra” per studiare delle proposte per l’allestimento
di una sezione del Museo Ladino di Fassa, presso la segheria della Frazione di Pozza
dedicata all’attività del “segat” (segantino).
Il percorso lavorativo che compie il legno dal luogo di crescita costituito dal bosco, al
taglio delle piante, al trasporto a valle, alla prima lavorazione, fino al suo utilizzo e
al suo legame con la cultura materiale, diviene il punto di partenza per l’analisi delle
proposte creative degli studenti.
Nel seguire il “troi del legn” gli studenti hanno avuto modo di affrontare un percorso
didattico-conoscitivo molto stimolante e articolato, che li ha portati ad uscire
dall’ambiente scolastico per confrontarsi con realtà, situazioni e attori appartenenti al
mondo della cultura, del lavoro, degli enti pubblici amministrativi. Il progetto “Dò l troi
del legn” ha interessato diversi enti operanti sul territorio della Valle di Fassa: l’Istituto
Culturale Ladino “Majon di Fascegn” con il Museo Ladino, la Scuola Ladina di Fassa
e l’ASUC “Frazione di Pozza”, e si è avvalso del contributo di esperti legati al mondo
universitario.
Questo modo di operare contribuisce a mettere in rete idee, progetti e confronti che
aiutano a far crescere culturalmente, economicamente e socialmente un territorio,
creando valori e identità.
All’interno della Scuola Ladina di Fassa sono stati coinvolti per due anni consecutivi il
Liceo Artistico con le classi terze, poi quarte del percorso di Design e Arti Figurative
per la parte di progettazione degli ambienti e il Liceo Ladino delle Lingue per la parte
relativa alla didattica museale. Oltre che dei loro insegnanti gli studenti hanno potuto
avvalersi, in diversi momenti, del supporto di esperti esterni forniti dall’Istituto Culturale
Ladino e dall’Istituto scolastico, che hanno fornito importanti contributi formativi, culturali
e operativi per la definizione del percorso ideativo e progettuale dell’allestimento.
Il progetto è partito nell’anno scolastico 2012-13 con la classe terza nelle ore di
Progettazione del design e di Laboratorio del design.
All’inizio del percorso gli studenti hanno preso contatto con la struttura edilizia, messa
a disposizione della Frazione di Pozza presso la Segheria, e del relativo spazio esterno
di pertinenza, incominciando con il rilievo del complesso, poi con la restituzione grafica
in scala, e successivamente con la realizzazione del modellino in scala. Con queste
operazioni si è presa coscienza degli spazi, delle loro dimensioni, dell’articolazione e
della disposizione dei locali.
Lo steep successivo ha visto gli insegnanti e gli studenti mettere a punto ed elaborare il
concetto dell’allestimento, tenendo conto dei materiali e degli oggetti da esporre, con
l’obiettivo di creare un percorso che coinvolga emozionalmente i visitatori.
In questa fase gli studenti si sono avvalsi del contributo dell’antropologo prof. Cesare
Poppi e delle collaboratrici del Museo Ladin per quanto riguarda l’allestimento e
l’evoluzione del concetto di museo, e del prof. Ernesto Luciano Francalanci in riferimento
alla filosofia operativa legata al concetto di “legnitudine” con dei rimandi alla storia
del design e agli elementi culturali che intervengono nella definizione attuale del
15
concetto espositivo museale. Con il prof. Francalanci dell’Università di Venezia è stato
svolto anche un lavoro di gruppo con metodologie legate al brainstorming ed al lavoro
di equipe, dove gli studenti hanno interagito tra di loro, con gli insegnanti e con il
professore, elaborando un rizoma (insieme di elementi ed emozioni suscitati dal bosco e
dal concetto di “legnitudine”).
Da questo confronto di idee, dalle sollecitazioni ed interazioni scaturite dal lavoro di
gruppo sono emersi il concetto e l’organizzazione dell’allestimento: gli spazi esterni
attrezzati con strutture che segnalano la presenza del museo, il piano terra destinato
alla presentazione degli strumenti di lavoro appartenenti alla collezione del Museo, usati
nelle tre fasi principali del percorso “troi” del legno ed in particolare, l’abbattimento
delle piante nel bosco e la prima fatturazione sul posto, il trasporto a valle e la
lavorazione del legname nelle segherie con il taglio dei diversi pezzi, dalle assi alle
travi. Ad ogni fase sono collegati anche i resti delle lavorazioni, dai rami alle cortecce
che vengono lasciati nel bosco, fino alla segatura del taglio nelle segherie: questi
vengono associati ed esposti assieme ai diversi attrezzi usati.
Il piano superiore viene dedicato alle sensazioni e all’immaginario che il bosco e la
“legnitudine” trasmettono e comunicano: il mistero e le leggende, il susseguirsi delle
stagioni con i propri colori, suoni, odori, il tempo atmosferico, il ciclo continuo della vita
della pianta, dalla nascita alla crescita, alla maturazione, alla morte e la sua rinascita
attraverso i semi sparsi dalle pigne.
Ogni studente o gruppo di studenti del corso di Design ha elaborato uno o più di
questi temi. Gli elaborati grafici, i modellini, le rappresentazioni tridimensionali con
contengono i concetti individuati, sono stati quindi trasmessi agli studenti del corso di
Arti Figurative che hanno ulteriormente elaborato ed approfondito, con una sensibilità
prettamente artistica, le diverse tematiche, facendo interagire
le due sezioni del Liceo Artistico, incrementando ulteriormente
il valore complessivo del lavoro.
Il Liceo Ladino delle Lingue è intervenuto curando la parte
descrittiva e di didattica museale con la predisposizione di un
percorso rivolto agli alunni della scuola primaria, che verrà
presentato più avanti, e i testi per la brochure nelle diverse
lingue straniere studiate nel percorso di studi.
Tutti i lavori sono stati presentati ed esposti in pubblico dagli
studenti stessi che così hanno avuto modo di confrontarsi
con un ambito territoriale costituito da persone, enti, risorse
ambientali e culturali.
Scuola, istituzioni pubbliche e private, amministrazioni hanno
lavorato e collaborato insieme per un progetto che promuove
una risorsa naturalistica e economica tipica del nostro
territorio alpino-dolomitico con l’obiettivo di creare identità e
cultura e di conseguenza economia.
“Dò l troi del legn”, chest l’é l’argoment del projet con chel che se à confrontà i
studenc del Liceo Artistich “G. Soraperra” per portèr dant proponetes per meter en
pe na sezion del Museo Ladin de Fascia, te la senta de la sia de la Frazion de Poza
dedichèda al “segat”.
16
Dut l troi che fèsc l legn, dal bosch olache cresc i èlbres, al bater jù la piantes, al
toalèr jù te val, a sia pruma laorazion, fin a canche l vegn durà e a sie leam co la
cultura materièla, l’é l pont da olache se é peé via per l’analisa de la proponetes
creatives di studenc.
A ge jir dò al “troi del legn”, i studenc à abù l met de portèr inant n percors didatich
e de cognoscenza de gran enteress e articolà, che li à mené a jir fora da l’ambient
scolastich per se confrontèr con realtà, situazions e atores del mond de la cultura, del
lurier, di enc publics de l’aministrazion. L projet “Dò l troi del legn” à tout ite desvalives
enc che laora sul tegnir de Fascia: l’Istitut Cultural Ladin “Majon di Fascegn” col Museo
Ladin, la Scola Ladina de Fascia, l’ASUC de Poza, e l se à emprevalù del contribut de
esperc del mond universitèr.
Chesta vida de lurèr contribuesc a fèr rei de idees, projec e confronc che deida a fèr
crescer a livel culturèl, economich e sozièl n teritorie, co la creazion de valores e identità.
Te la Scola Ladina de Fascia l’é stat tout ite per doi egn alalongia l Liceo Artistich con
sia classes terzes e dapò quartes de la sezions de Design e de Èrts Feguratives per
la pèrt de la projetazion di ambienc e l Liceo Ladin di Lengac per la pèrt de didatica
museala. Estra che de si ensegnanc i studenc à podù se emprevaler, te desvalives
momenc, del didament de esperc metui a la leta da l’Istitut Cultural Ladin e da la Scola,
che i à dat de gregn contribuc formatives, culturèi e operatives per la definizion del
percors ideatif e de projetazion de l’alestiment.
L projet l’é peà via te l’an de scola 2012-2013 co la classes terzes endèna la ores de
Projetazion del design e de laboratorie del design.
Al scomenz del lurier i studenc à tout contat co la strutura, metuda a la leta da la
Frazion de Poza aló da la Sia, e col spazie foravìa che ge partegn, scomenzan col
relief de la cèsa, dapò co la raprejentazion grafica en scèla e co la realisazion aldò del
modelin en scèla. Con chest lurier se à tout coscienza di spazies, de sia dimenscions, de
la carateristiches e de la desposizion di locai.
Dò de chest i ensegnanc e i studenc à studià fora l conzet de alestiment, tegnan cont di
materièi e di ogec da meter fora, con chela de studièr n percors che tole ite i vijitadores
a livel emozionèl.
Te chesta fasa i studenc à podù se emprevaler del contribut de l’antropologh prof.
Cesare Poppi e de la colaboradores del Museo Ladin per chel che vèrda l’alestiment e
la evoluzion del conzet de museo, e del prof. Ernesto Luciano Francalanci per chel che
vèrda la filosofìa leèda al conzet de “legnitudine” con referimenc a la storia del design
e ai elemenc culturèi che vegn touc ite te la definizion atuèla del conzet espositif de n
museo. Col prof. Francalanci de l’Università de Unejia l’é stat portà inant ence n lurier
de grop con metodologìes leèdes al brainstorming e al lurier de equipe, te chel che i
studenc à lurà anter de ic, coi ensegnanc e col professor per lurèr fora n rizom (ensema
de elemenc e emozions soscedé dal bosch e dal conzet de “legnitudine”).
Da chest confront de idees, da la solezitazions e interazions vegnudes fora dal lurier
de grop l’é nasciù l conzet e l’endrez de l’alestiment: i spazies alalèrgia con strutures
che segna la prejenza del museo, l partiment ite dret durà per la prejentazion di èrc
de partegnuda de la colezion del Museo, duré te la trei fases prinzipèles del troi del
legn, tel particolèr bater jù la piantes tel bosch e i prumes lurieres sul post, toalèr la
bores e la laorazion del legnam te la sies col tai de desvalives toc, da la brees ai
treves. A vigni fasa l’é leà ence chel che resta dal lurier, dai rames a la scorzes che
17
vegn lascià tel bosch, fin a la forfola che resta dal tai te la sia: chest vegn metù fora
dessema ai èrc duré.
L partiment soravìa l’é dedicà a la sensazions e a l’imaginarie che soscedea e
comunichea l bosch e la “legnitudine”: l mister e la contìes, l se enterzèr de la
sajons con si colores, sons, saores, l temp atmosferich, l zicle de la vita de la pianta,
da canche la nasc, la cresc, la madura e la mor, e sie renascer tras la somenzes
sparpagnèdes fora dai piotoi.
Vigni student o grop de studenc del cors de Design l’à lurà fora un o più che un de chisc
argomenc. I lurieres grafics, i modelins, la raprejentazions tridimenscionèles che à ite
i conzec troé fora, dapò i ge é stac passé ai studenc del cors de Èrts Feguratives che
à lurà fora amò più tel sotil la desvaliva tematiches, con na sensibilità artistica, lean
ensema la doi sezions del Liceo Artistich e ge dajan maor valor a dut l lurier.
L Liceo Ladin di Lengac ge é stat dò a la pèrt descritiva e de didatica museala, enjignan
n percors out a scolees de la scola populèra che vegnarà prejentà più inant, e i tesc per
la brochure ti lengac foresc studié a scola.
Duc i lurieres i é stac porté dant e metui fora per l publich dai studenc medemi che
coscita i à abùl met de se confrontèr con n ambient fat de persones, enc, ressorses
ambientèles e culturèles.
Scola, istituzions publiches e privates, aministrazions les à lurà ensema per n projet
che tegn sù na proponeta naturalistica e economica che caraterisea nosc teritorie alpin-
dolomitich co l’obietif de creèr identità e cultura e, aldò, ence economìa.
18
Ernesto L. Francalanci Legnitudine: un bosco concettuale
Il libro o la strada? Un esperimento felice, questo nostro e collettivo viaggio nell’arte
del legno, reso possibile da un intreccio fatale e fatato di fatti e di eventi: l’iniziale invito
dell’antico allievo, Claus Soraperra, divenuto ora guida a sua volta per una diversa
selva, la sapienza di una Direzione scolastica, il professionismo dei colleghi docenti,
l’attitudine culturale degli studenti, la saggezza della tradizione valliva, la conquista
quotidiana e collettiva di futuro e di internazionalità della nuova cultura ladina. In
questo esperimento la mia funzione è stata unicamente quella di farmi mediatore di
diverse energie e di molteplici discipline già agite in questa fortunata realtà (ah, se
molte Facoltà venissero qui a confrontarsi).
Quest’immagine, che riproduce un doppio dipinto su seta, esposto al National Museum
di Tokyo, può essere assunta come introduzione al nostro sperimentale viaggio e, più in
generale, come simbolo del rapporto indissolubile tra la cultura e la vita, tra lo studio
dei libri e l’esperienza del reale quotidiano. Il libro senza la conoscenza diretta del
mondo non può esserci d’aiuto, così come il percorrere l’intero sentiero dell’esistenza
non è sufficiente per comprenderne il senso.
L’artista divide la rappresentazione in due parti: il monaco - che partecipa del Tao,
termine che significa contemporaneamente “la via” e “il nulla” - sta per attraversare il
torrente passando sopra un ponte precario, ma dovrà anche oltrepassare il “nulla” tra le
due opere. Ha un libro in mano, sta leggendo.
Se si concentra nella lettura può cadere, se guarda il sentiero e il ponte smette di
leggere. Siamo davanti ad una scelta radicale: dobbiamo decidere se continuare a
Artista sconosciuto, vicino a Kano
Motonobu, abate capo del tempio
Daisen-in (1513 ca), Tokyo National
Museum, photo elf.
19
seguire il libro e rischiare di perdere la vita o stare attenti soltanto al cammino e al
passo, vivendo privi di preoccupazioni culturali e senza troppi impegnativi saperi. È
tuttavia possibile contemperare queste due possibilità?
Nell’immagine c’è qualcosa che ci permette di avanzare una risposta. Il monaco, mentre
cammina leggendo, porta, in bilico sulla spalla, oltre alla piccola confezione di cibo (il
bento), due fascine di legna, raccolta nella foresta alle sue spalle. Che relazione c’è tra
tutto ciò? Le due parole “leggere” e “legna” derivano da un’unica radice indoeuropea
leg-, radice di termini collegati con la faticosa operazione di una scelta, come infatti si
secerne nel bosco la leg-na più secca, adatta al fuoco, e come si seleziona la lec-tura,
necessaria per alimentare la fiamma del sapere. Seguire questa doppia via produce la
legge (ciò che lega): vera “re-ligione” tra il sapere e la vita. Il carattere cinese per libro
(zhai) rappresenta un fascio di bambù legato insieme e i due caratteri giapponesi che
ne derivano rappresentano, il primo, un albero, il secondo un libro!
Una mappa per il viaggio. Il viaggio nella teoria e nella pratica, tra le parole e
le cose, tra le dimensioni del pensiero e del fare, che gli studenti hanno qui intrapreso
alla ricerca di un significato filosofico e progettuale del “mondo del Legno” - e che noi
abbiamo chiamato “Legnitudine” –, nonché sull’infinità delle sue implicazioni storiche,
economiche, sociali e soprattutto estetiche e artistiche, ha lasciato tracce, ha prodotto
riflessioni. Opere. Creazioni. Progetti. Esperimenti. Confrontando il libro dei saperi con
la vita quotidiana, il lavoro, il mestiere, la professione e la produzione. Nessun progetto
può darsi senza una teoria, nessun prodotto senza un progetto: ecco a cosa serve fare
questo viaggio, che è anche un percorso nella poesia e nell’arte.
Per intraprendere questo viaggio nel mondo della Legnitudine era necessaria una mappa
e, poiché su questo tema del legno non esisteva ancora, ce la siamo costruita: una prima
mappa, suggerita da me, e con l’aiuto di un ricco apparato iconografico, è stata portata
alla discussione, al “seminario” ed allo studio, arricchendosi, alla fine, dei contributi da
parte degli studenti.
Com’è concepibile una mappa di un territorio culturale così complesso? Tale schema non
può che prendere la forma della complessità. E la complessità non è mai superficiale!
Il suo disegno, fatto di linee e di nodi – che uno studente ha chiamato intelligentemente
“nidi” – si presenta apparentemente caotico e disordinato; esso contiene invece un
ordine profondo e logico, che viene rivelato a chi decide un percorso e imbocca un
sentiero che genererà a sua volta altre vie (altre intuizioni e scoperte) e altre connessioni
ad infinitum.
Sapere prevede il classificare, ma il classificare comporta pensare tutte le relazioni
possibili! Nasce automaticamente il disegno di una rete aperta, la messa in forma
grafica di un concetto “imprendibile”. Dall’albero al labirinto, come direbbe Eco.
Questo concetto non può più essere rappresentato mediante uno schema convenzionale
a cascata o a stella, né tanto meno con quello dell’albero, cosiddetto di Porfirio, con
la sua radice e i suoi rami, ma mediante quello di una distribuzione apparentemente
caotica, multi direzionale e multidimensionale di linee. Ecco che la rete è diventata
addirittura un rizoma, vale a dire qualcosa di ancor più complesso di un labirinto,
giacché questi ha sempre una soluzione, ha sempre un’uscita.
La nostra mappa, in conclusione, rappresenta il progetto poetico-politico di un
20
superorganismo rizomatico che dimostra che tutto è rete, che “tutto è in rete”, ad un
secondo livello rispetto alla consuetudinaria percezione della realtà.
Il viaggio nel bosco concettuale. Scopo di questo studio del mondo del Legno è
quello di capirne il significato trascendentale, simbolico, transculturale, in modo tale
che, per sempre, il quaderno di disegno e il banco di lavoro possano contenere i segni
di una nuova interrogazione filosofica e di una contaminazione dell’arte: tale per cui,
d’ora in poi, ogni cammino si trasformi in un percorso di senso, ogni opera lignea sveli
la sua più segreta natura, ogni ricciolo caduto dalla pialla si trasformi in un oggetto
poetico.
I percorsi compiuti all’interno del bosco concettuale, intreccio infinito di riferimenti
teorici, filosofici, semantici, letterari, storico-artistici e tecnici, operativi e progettuali
fanno intravvedere vie che portano oltre lo stretto orizzonte della valle, della tradizione
e dell’Heimat verso territori ancora in gran parte da esplorare.
A disegnare i primi sentieri di questo bosco della Legnitudine
non sono stati solo la logica e la ragione, ma anche e
soprattutto il gioco dell’intuizione, un improvviso cortocircuito
di pensieri, un’assonanza etimologica o di suono, una
coincidenza letteraria, una memoria storica, il caso e il
desiderio.
La catena logica albero-bosco-selva-foresta-giungla produce,
per fare un esempio: la differenza tra naturale e artificiale in
natura (ma anche in sociologia e antropologia), tra bosco-
arboretum-parco, tra arboretum e giardino selvaggio, tra
floretum e antologia; o, con improvviso cortocircuito, la
relazione tra bosco e gli Holzwegen di Martin Heidegger. Ma
qui ci interrompiamo, per non perdere il sentiero.
Dopo esserci avventurati in questo viaggio ogni immagine
della natura e della realtà apparirà diversa, ponendo
definitivamente il problema di come si possa rappresentare,
raffigurare, fotografare o riprendere ciò che si è dimostrato
così infinitamente complesso, poiché tutto ciò che vedremo non è che una “percezione”
culturale prodotta da un pensiero diffuso e connettivo: l’apparente ordine del visibile
apparirà in-definibile, sconfinato, im-prendibile e, alla fine, diciamolo, disperatamente
il-leggibile; il bosco (la natura, il reale) non sarà più rappresentabile se non per
convenzioni, approssimazioni e appunti. E non è questa la tragedia “moderna” dell’arte?
È per questa ragione che elementi e dati, collocati su piani epistemologici diversi, trovano
la loro momentanea relazione in un “sistema” che fa dell’incompletezza il motivo etico
ed eroico della ricerca estenuata della verità, di quella verità della vita, del lavoro, della
creazione, che intreccia destini capricciosi di arti e di mestieri.
I nodi e i “nidi” del bosco. I nodi principali del nostro studio collettivo possono, a
questo punto, essere sinteticamente elencati, partendo dalla consapevolezza che ogni
idea, concetto, elaborazione, prodotto sono sempre collegati e collegabili tra loro:
• l’ideazione di un museo di nuova concezione, rispetto a quello assai completo che
già esiste, dovrebbe privilegiare i linguaggi virtuali e sperimentali rispetto a quelli
tradizionali, trasformando la sede espositiva in un luogo specializzato alla raccolta
e alla diffusione informatizzata di tutto ciò che è riferibile al mondo artigianale,
21
artistico e produttivo del legno a livello internazionale:
• le modalità di questo progetto culturale, di cui il museo – in collaborazione con tale
magistrale Scuola e con altri soggetti istituzionali e privati - potrebbe farsi carico,
prevedono l’interconnettività; l’accessibilià; l’internazionalismo; l’ipervalorizzazione,
la concettualizzazione e la poetizzazione.
• l’interconnettività significa adozione di logiche smart, ovvero di un’enorme velocità
di scambio di dati di comunicazione, di informazione e di attività, che permettano
di collegare tra loro in tempo reale tutti i soggetti amministrativi, commerciali e
culturali del paese e della valle, con sempre più vasti soggetti ed enti anche esterni
da coinvolgere;
• accessibilità significa l’adozione di pratiche di open source collaborativa a diffusione
sempre più estesa e capillare;
• per internazionalismo intendiamo il riconoscimento della universalità della
conoscenza e dei saperi, anche tecnici, tale per cui anche soprattutto lo stesso
studente dovrà concepire come “patria” non più solo la sua valle, ma il mondo
intero, con il quale mettersi in confronto e scambiare dati, esperienze ed opportunità
di esposizioni e scambi artistici, artigianali e commerciali;
• ipervalorizzazione della cultura del legno, a partire dalla qualità sperimentale di
questa Scuola, significa il riconoscimento del fatto che, oggi, per le logiche – anche
se talvolta aberranti – dell’economia capitalistica, l’artigianato in genere, quindi
anche quello del legno, può raggiungere i vertici della piramide del mercato (vedi
immagine);
• la concettualizzazione del lavoro artigianale e di design, anche e soprattutto a
partire da quello prodotto nel tempo della scuola, affinché ogni opera acquisti il
plusvalore dato non solo dall’estetica tradizionale, spesso eccessivamente decorativa,
ma da quello sconvolgente e destabilizzante dell’arte, che, proprio per ciò può
aprire a nuovi mercati e a un diverso inserimento culturale;
Poesia e pittura sono le occupazioni di una vita, ma dov’è che gli uomini vivono per sempre?
Vicino, le montagne si alzano in cielo con vette che puntano in alto aguzze come spade;
in lontananza, una spiaggia che disegna una curva e tonde dune di sabbia.
Il sentiero serpeggia sinuoso tra le rocce, su cui se ne sta, solitario in mezzo ai pini antichi, un tempio.
Bokusho ha tramandato le sue poesie, ed anche Sesshu è morto.
Questa mancanza infesta il paesaggio e disturba il mio sogno di primavera.
(Bokusho Shusho e) Ryoan Keigo, 1507
Poesia e pittura sono le occupazioni di una vita,
ma dov‘è che gli uomini vivono per sempre?
Vicino, le montagne si alzano in cielo con vette che
puntano in alto aguzze come spade;
in lontananza, una spiaggia che disegna una curva e
tonde dune di sabbia.
Il sentiero serpeggia sinuoso tra le rocce, su cui
se ne sta, solitario in mezzo ai pini antichi, un tempio.
Bokusho ha tramandato le sue poesie, ed anche
Sesshu è morto.
Questa mancanza infesta il paesaggio e disturba il mio
sogno di primavera.
(Bokusho Shusho e) Ryoan Keigo, 1507
22
• la poetizzazione è, alla fine, la conditio sine qua non affinché tutto questo enorme
esperimento, che tante idee, teorie, progetti e opere ha prodotto, sia concepito come
impegno poetico e filosofico, come gioco linguistico e come dominio del sorriso.
La poesia. L’arte. Ciò di cui abbiamo parlato, sorridendo, non più ex cathedra, ma
attorno allo stesso tavolo.
Il suono del bosco. Di giorno. Di notte. Il suono dei passi. In inverno. In autunno. Il
suono del lavoro nel bosco. Il suono di tutti gli strumenti di lavoro. Il suono dell’acqua.
Il suono del vento. Il suono della pietra. Il suono della canzone. Il suono dei legni. A
fiato. A corda. A percussione. Camminando con un bastone. Mille bastoni. La verga. Il
righello. Il metro. Il bastone di comando. Il direttore di orchestra. Gli archi e le frecce. I
giochi di legno. Da tavola. Da parete. Da vento. Da acqua, da cielo. Da bambini. Da
vecchi. Dame. Scacchi. Dadi. Backgammon. Le fiabe. I racconti. Le storie. Gli orienti.
I colori del legno. Del bosco, della selva. Della foresta. Del sogno. Il desiderio. La
pigna e la radice. Il ramo e il tronco. Il seme. Le ali. Il ceppo. Il trucciolo. Il ricciolo. La
decorazione. La tradizione. L’arte. Il progetto, il design. L’albero e il fungo. Gli gnomi.
La pittura. Il disegno. La fotografia. Il rilievo. La mappa dei sentieri. La proprietà. Il
documentario. Il film. I nativi. I coloni. Le strade. I binari. Le architetture. Le case. Le
capanne. I ricoveri. Le tane. Il fuoco. I profumi dei legni. Le essenze, profumi francesi.
Seguono opere. Rappresentazioni. Esposizioni. Racconti.
La Piramide del Mercato
Pezzi unici, artigianato, materiali preziosi, inaccessibilitàExtra lusso
Produzione di serie (limitate), puntano su qualità, stile e sulla
marca come tradizioneLusso lifestyle
Prodotti di moda, puntano su un buon rapporto tra qualità e prezzo, sono
sostenuti da forti campagne di marketing
Lusso accessibile
Prodotti diffusi, a buon prezzo, spinti
da promozioni su larga scala anche
di tipo lussuoso
Mastige
23
24
Ernesto L. Francalanci Legnitudine: n bosch conzetuèl
L liber o l troi? N esperiment garatà, chest nosc viac coletif te l’èrt del legn, che
à abù sia realisazion de gra a n entreciament magich del destin de fac e de evenc:
l’envit al scomenz de l’arlief da enlouta, Claus Soraperra, doventà anchecondì ence
el vida per na selva desvaliva, la sapienza de na Direzion scolastica, l profescionism
di coleghes dozenc, l se fèr ite a livel culturèl di studenc, l fondament de la tradizion
de val, l’arjonta coletiva de davegnir e de internazionalità che duc i dis porta inant la
neva cultura ladina. Te chest esperiment mia pèrt l’é stat bele chela de fèr da mediator
de energìes desvalives e de desvaliva materies jà metudes en esser te chesta realtà
fortunèda (ah, se n muie de Facoltèdes vegnissa chiò a se confrontèr).
Co se pélel pissèr na mapa de n teritorie culturèl tant articolà? N schem de chesta sort
no pel che ciapèr la forma de l’articolazion. E l’articolazion no la é mai superfizièla! Sie
dessegn, fat de linies e de gropes – che n student a na vida ascorta ge à dit “coes” – l
se prejenta a na pruma parbuda caotich e dejodech; ma alincontra l’à ite n orden sot e
ligich, che se palesa a chi che cern na strèda e l tol n troi che fajarà nascer da se etres
troes (autra intuizions e descorides) e etres leames ad infinitum.
Saer veder dantfora l classifichèr, ma classifichèr porta a pissèr duc i leames possiboi!
Da chiò nasc automaticamenter l dessegn de na rei averta, meter te na forma grafica
n conzet “da no poder tor”. Da l’èlber al labirint, descheche dijessa Eco. Chest conzet
no pel più esser raprejentà con n schem convenzionèl a saut o a steila, e manco che
manco con chel de l’èlber, dit de Porfirie, con sia reijes e si rames, ma con chel de na
distribuzion che somea dejodia, con n muie de direzions, de dimenscions e de linies.
Artist descognosciù, davejin a Kano
Motonobu, abat capo del tempie
Daisen-in (1513 ca), Tokyo National
Museum, photo elf.
25
26
Coscita la rei l’é doventà adertura n rizom, schendir zeche de amò più articolà che n
labirint, ajache chest à scialdi na soluzion, l’à semper na sortida.
Noscia mapa, tinultima, moscia l projet poetich-politich de n superorganism rizomatich
che desmostra che dut l’é rei, che “dut l’é en rei”, a n secont livel ti confronc de la
percezion de la realtà de duc i dis.
L viac tel bosch conzetuèl. Fin de chest studie del mond del Legn l’é chel de entener
sie segnificat trascendental, simbolich, transculturèl, a na vida che, per semper, l codejel
da dessegn e l banch de lurier posse aer i segnes de na neva domana filosofica e de
na contaminazion de l’èrt: a na maniera che, da chiò inant, vigni viac dovente n viac
de segnificat, che vigni lurier de legn mosce sia natura più sconeta, che vigni scedola
crodèda da la pièna dovente n oget poetich.
I percorsc fac tel bosch conzetuèl, entreciament zenza fin de referimenc teorics,
filosofics, semantics, leterères, storich-aristics e tecnics, operatives e projetuèi, i fèsc
entraveder troes che mena aldelà del strent orizont de la val, de la tradizion e de
l’Heimat envers teritories amò per na gran pèrt da descorir.
A dessegnèr i prumes troes de chest bosch de la Legnitudine no l’é stat demò la logica
e la rejon, ma ence e soraldut l jech de l’intuizion, na scassèda subitousa de pensieres,
na assonanza etimologica e de son, na coinzidenza leterèra, n recort storich, l’azident
e l dejiderie.
La cedena logica èlber-bosch-selva-boscaa-giungla, per fèr n ejempie, la produsc:
la desvalivanza anter naturèl e artifizièl te la natura (ma ence te la soziologìa e
l’antropologìa), anter bosch-arboretum-parch, anter arboretum e vidor salvèrech,
anter floretum e antologìa; o, co na scassèda subitousa, la relazion anter bosch e i
Holzwegen de Martin Heidegger. Ma chiò se fermon, per no perder l troi.
Dò che sion rué ite te chest viac duta la fegures de la natura e de la realtà les somearà
desvalives, e sarà per semper l problem de coche se pel raprejentèr, fegurèr, fotografèr,
o tor jù chel che se à palesà deldut articolà e senester, ajache dut chel che vedaron no
l’é auter che na “percezion” culturèla che vegn cà da n pensier sparpagnà e conetif: la
somea de l’orden che se veit se mosciarà no-defenibol, zenza lims, da no poder tor e,
a la fin, se l dijon, da no-lejer; no sarà più possibol raprejentèr l bosch (la natura, l reèl)
che tras convenzions, aproscimazions e notes. E no él chesta la tragedia “moderna” de
l’èrt? L’é per chesta rejon che elemenc e dac, metui su pians epistemologics desvalives, i
troa per endèna sia relazion te n “sistem” che fèsc de sia incompleteza la rejon etica e
eroica de la enrescida sfadiousa de la verità, de chela verità de la vita, del lurier, de la
creazion, che encroja destins capriziousc de èrts e mestieres.
I gropes e la “coes” del bosch. I ponc prinzipèi de nosc studie coletif, a chest
pont, i pel esser registré en curt a peèr via da la consaputa che vigni idea, conzet,
elaborazion, prodot i é semper leé e da poder leèr anter ic:
• l’ideazion de n museo de neva concezion, ti confronc de chel dassen complet
che l’é jà, l cognessa ge dèr più lèrga ai lengac virtuèi e sperimentèi che no a chi
tradizionèi, fajan a na vida che la senta espositiva dovente l lech spezialisà per
regoer e sparpagnèr a livel informatisà dut chel che se referesc al mond artejanèl,
artistich e produtif del legn a livel internazionèl;
• la modalitèdes de chest projet culturèl, che l museo – en colaborazion co la Scola e
con etres sogec internazionèi e privac – podessa se tor sù, les perveit l’interconetività,
27
video 1
video 2
video 3
28
l’azessibilità, l’internazionalism, la ipervalorisazion, la conzetualisazion e la
poetisazion.
• l’interconettività vel dir tor sù logiches smart, schendir con na gran velozità de barat
di dac de comunicazion, de informazion e de atività, che dèsc l met de combinèr
anter de ic duc i sogec aministratives, comerzièi e culturèi del paìsc e de la val, con
sogec e enc da tor ite semper maores ence da foravìa;
• azessibilità vel dir tor sù vides de fèr de open source colaborativa a na difujione
semper più lèria e percacenta;
• per internazionalism entenon l recognosciment de la universalità de la cognoscenza
e di saeres, ence tecnics, a na vida che soraldut l student medemo cognarà entener
no demò sia valèda desche “patria”, ma l mond entriech, con chel che l cogn se
confrontèr e baratèr dac, esperienzes e oportunitèdes de espojizions e barac artistics,
artejanèi e comerzièi;
• ipervalorisazion de la cultura del legn, a peèr via da la calità sperimentèla
de chesta Scola, vel dir recognoscer che l’artejanat en generèl e donca ence
chel del legn, anchecondì, de gra a la logiches – vèlch outa ence aricegoles –
de l’economìa capitalistica, l pel arjonjer la pontes più autes de la piramida
del marcià (vèrda la fegura);
• la conzetualisazion del lurier artejanèl e de design, ence e soraldut a peèr via da
chel fat tel temp de la scola, acioche vigni opera tole sù l plusvalor che ge é dat no
demò da la estetica tradizionèla, da spes massa decorativa, ma da chel de l’èrt, che
destrabonesc e destabilisea e che, apontin per chest, l per averjer a neves marcé e a
n inseriment culturèl desvalif;
• la poetisazion, tinultima, l’é conditio sine qua non acioche chest esperiment dassen
gran, che à portà inant scì tanta idees, teorìes, projec e operes, l sie pissà desche
empegn poetich e filosofich, desche jech linguistich e desche poder del grignot.
Poesia e pittura sono le occupazioni di una vita, ma dov’è che gli uomini vivono per sempre?
Vicino, le montagne si alzano in cielo con vette che puntano in alto aguzze come spade;
in lontananza, una spiaggia che disegna una curva e tonde dune di sabbia.
Il sentiero serpeggia sinuoso tra le rocce, su cui se ne sta, solitario in mezzo ai pini antichi, un tempio.
Bokusho ha tramandato le sue poesie, ed anche Sesshu è morto.
Questa mancanza infesta il paesaggio e disturba il mio sogno di primavera.
(Bokusho Shusho e) Ryoan Keigo, 1507
Poejìa e pitura l’é i lurieres de na vita,
ma olà él che i omegn vif per semper?
Davejin, i monc se leva tel ciel con cimes che
ponta en aut spizes desche spèdes;
dalonc, na spiagia che dessegna na utèda e
dunes torones da saolon.
L troi va ite sche biscia anter la crepes, olache
l’é, soul te mez a pins veiores, n tempie.
Bokusho à tramanà sia poejìes, e ence
Sesshu l’é mort.
Chesta mencianza empesta l pesaje e la desturba mie
ensomech de aisciuda.
(Bokusho Shusho e)
Ryoan Keigo, 1507
29
La poejìa. L’èrt. Chel de chel che aon rejonà, con n grignot, no l’é più ex cathedra,
ma dintorn al medemo desch.
L son del bosch. De dì. De net. L son di vèresc. D’invern. D’uton. L son del lurier tel
bosch. L son de duc i èrc. L son de l’èga. L son del vent. L son de la pèra. L son de la
ciantia. L son di legnes. A fià. A corda. A percuscion. A jir con n bachet. Mile bachec.
La vischia. L lineal. L meter. L bachet de coman. L diretor de orchestra. I archec e la
frizes. La chiena. Da desch. Da parei. Da vent. Da èga. Da ciel. Da bec. Da veies.
Dames. Scaches. Dadoi. Backgammon. La patofies. La contìes. La stories. I orienc. I
colores del legn. Del bosch, de la selva. De la boscaa. De l’ensomech. L dejiderie.
L piotol e la reisc. L ram e l fust. La semenza. La ales. L ciuch. La scedola. L riciol. La
decorazion. La tradizion. L’èrt. L projet, l design. L’èlber e l fonch. I morchies. La pitura.
L dessegn. La fotografìa. L relief. La mapa di troes. La proprietà. L documentèr. L film. I
natives. I colons. La strèdes. La scines. La architetures. La cèses. La itenes. La sostes. La
tènes. L fech. La saores di legnes. La essenzes, i parfumes franzousc.
Dò vegn operes. Raprejentazions. Espojizions. Contìes.
La Piramida del Marcià
Priesc unics, artejanat, materièi preziousc, da no poder apedeExtralus
Produzions en serie (limitèdes), les ponta su la calità, sul stil e sul
marchie desche tradizionLus lifestyle
Prodoc de moda, i ponta su n bon raport anter calità e priesc, i é didé da n gran
lurier de marketing
Lus da poder apede
Prodoc sparpagné, bonmarcià, spenc
da promozions su na gran scèla ence de
na sort de lus
Mastige
30
Daniela Brovadan Fruizione didattica di una sezione museale
Alla conclusione della fase progettuale da parte degli studenti del Liceo Artistico, l’attenzione
si è spostata sull’utilizzo didattico della sezione, che ha visto il coinvolgimento della classe IV
del Liceo Ladino delle Lingue e delle classi III-IV della Scuola Primaria di Pozza. Si volevano
infatti realizzare azioni sia per far conoscere il nuovo spazio ai possibili visitatori, sia per
creare un percorso mirato per i bambini di un gruppo-classe.
Le studentesse del Liceo si sono così cimentate nel campo della promozione della sezione
museale presso un pubblico generico ma internazionale, predisponendo, con l’aiuto dei docenti
di lingue straniere, un testo di presentazione in italiano, ladino, tedesco, inglese, spagnolo e
russo. Questi testi sono stati utilizzati sia per la promozione sul web, sia per la realizzazione di
un pieghevole cartaceo.
Il passo successivo è stato quello di capire come operare in ambito didattico, come
proporre il tema e con quali modalità rivolgersi ad un gruppo di bambini. Sotto la
guida dei Servizi Educativi del Museo e coadiuvate dal Prof. Iori, le ragazze hanno
così immaginato prima e messo in pratica poi lo schema di un percorso didattico
rivolto a una classe di bambini di 8-9 anni.
Si è deciso di introdurre il tema grazie ad un racconto realizzato appositamente, nel quale
vengono nominati alcuni degli alberi che popolano i boschi della valle e viene brevemente
illustrato il percorso della pianta dall’abbattimento fino alla segheria ed alla posa in opera
del legname.
Una difficoltà con cui le ragazze si sono messe alla prova era legata allo svolgimento
dell’intero percorso didattico in lingua ladina, che quindi ha visto la predisposizione di
tutti i materiali sia in italiano che in ladino. Per questo il racconto, come poi anche le
attività pratiche, avevano anche la finalità di agevolare il processo di apprendimento e di
memorizzazione della terminologia specifica nelle due lingue.
La storia è quindi stata suddivisa in fasi per permettere l’inserimento di attività e giochi,
ideati e proposti sia per l’utilizzo con la lavagna multimediale – LIM, sia attraverso delle
schede cartacee da conservare e/o da approfondire in classe. È stato creato un gioco di
ricostruzione del nome dei principali alberi attraverso le immagini delle loro caratteristiche
visive, quali foglie, fiori o pigne e anche un Memory multiplo con cui cimentarsi a squadre o
singolarmente, le cui tessere presentano le varie fasi della lavorazione del legno e l’attrezzo
che le caratterizza, con i rispettivi nomi in italiano e in ladino. Anche il coinvolgimento
sensoriale ha trovato il suo ruolo attraverso alcune attività di riconoscimento, utilizzando il tatto
e l’olfatto, di vari parti del legno e dei prodotti della sua lavorazione.
Ancor prima di procedere alla conduzione del percorso didattico vero e proprio, si sono voluti
coinvolgere ulteriormente i bambini delle classi IV della Scuola Primaria di Pozza attraverso
la lettura, in classe, della storia di “Piotol e l’uccellino”. I bambini hanno poi realizzato, con
l’aiuto di alcuni studenti del Liceo Artistico, sei quadri che illustrano l’intero racconto, utilizzando
elementi naturali raccolti durante l’osservazione del bosco con le loro maestre.
Tutti i materiali cartacei sono infine stati raccolti all’interno del Quaderno didattico riprodotto
nelle pagine successive e stampato anche come sussidio autonomo, che è stato consegnato
a tutti gli alunni che hanno partecipato alla sperimentazione condotta in prima persona dalle
studentesse.
A tutti va il ringraziamento per aver partecipato ad un progetto molto articolato, ma al tempo
stesso interessante e valido dal punto di vista didattico.
31
Daniela Brovadan Durèr didaticamenter na sezion museala
Dò la fasa de projetazion da man di studenc del Liceo Artistich, l’empegn se à out a co durèr
a livel didatich la sezion museala, che à vedù la partezipazion de la clas IV del Liceo Ladin di
Lengac e de la classes III-IV de la Scola Populèra de Poza. De fat se volea meter a jir azions per
ge fèr cognoscer chest nef spazie a vijitadores possiboi, e per meter sù n percors aldò per i bec
de n grop-clas.
Coscita la studentes del Liceo se à dat jù tel ciamp de la promozion de la sezion museala per
n publich generich ma internazionèl, co l’enjignèr, col didament di dozenc de lengac foresc,
n test de prejentazion per talian, ladin, todesch, ingleis, spagnol e rus. Chisc tesc i é stac duré
tant per la promozion sul web, che per la realisazion de na brochure.
L vèrech dò l’é stat chel de entener co lurèr tel ciamp didatich, co portèr dant l’argoment con
che modalitèdes se oujer a n grop de bec. Sot la vida di Servijes Educatives del Museo e col
didament del prof. Iori, la touses dant se à pissà e dapò les à metù en pratega l schem de n
percors didatich out a na clas de bec de 8-9 egn.
L’é stat fat fora de scomenzèr l troi con na contìa scrita aposta, te chela che vegn nominà
valgugn di elbres che l’é ti bosc de la val e vegn contà en curt l percors de la pianta da canche
la vegn batuda jù fin a canche la vegn menèda e lurèda te la sia per doventèr legnam da durèr.
N moment empegnatif con chel che la touses se à confrontà l’era leà a portèr inant dut l percors
per ladin, e coscita duc i materièi i é stac enjigné tant per talian che per ladin. Per chest la
contìa, desche la ativitèdes concretes, les aea ence l fin de sostegnir l prozess de l’emparèr e de
memorisèr l lessich spezifich ti doi lengac.
Per chest la contìa la é stata spartida te pèrts per dèr l met
de ge meter ite ativitèdes e jeghes, pissé e proponec tant per
esser duré co la tabela multimedièla – LIM, che per esser duré
con schedes sun papier da poder tegnir e/o da ge lurèr dò te
clas. L’é stat pissà n jech de recostruzion de l’inom di èlbres più
cognosciui co la fegures de sia carateristiches visives, desche
foes, fiores o piotoi e ence n Memory multiple con chel che se pel
jièr a squadres o da soi, te chel che i toc prejenta la desvaliva
fases del lurier del legn e l’èrt che vegn durà, con sie inomes
per talian e ladin. Ence i sensc i é stac touc ite con ativitèdes
de recognosciment, tras l tast e la snèsa, de pèrts del legn e di
prodoc de canche l vegn lurà fora.
Amò dant de ruèr a meter a jir l percors didatich, se à volù
tor ite i bec de la clas IV de la Scola Populèra de Poza co la
letura, te clas, de la storia di “Piotol e l’ucelin”. I bec dapò i à
fat, col didament di studenc del Liceo Artistich, sie chèdres che
moscia duta la contìa, duran materièi naturèi coec sù endèna
l’osservazion del bosch con sia maestres.
Duc i materièi dapò i é stac metui ite tel Codejel didatich che vegn moscià te la piates più
inant e stampà ence desche libret autonom, che ge vegn dat a duc i scolees che tol pèrt a la
sperimentazion portèda inant en pruma persona da la studentes.
A duc ge va n gran develpai per aer tout pèrt a n projet n muie articolà, ma tel medemo temp
de gran enteress e de valuta dal pont de veduda didatich.
32
33
RISULTATIRESULTAC
34
Des
ign
Albero con ramiÈlber con rames
Assi tagliateBrees seèdes
TrucioliScedoles
Albero senza rami e cortecciaÈlber zenza rames e scorza
CortecciaScorza
AghiGranèda
SpiegazioniSpiegazions
Nicolò Caola Elemento espositivo. La natura è un’arte completa, tutto può essere rappresentato.
Element espositif. La natura l’é n’èrt entrìa, dut pel esser raprejentà.
35
Des
ign
Assi tagliateBrees seèdes
Tipologie di legnoTipologies del legn
Nicole Dantone Sgabelli, scala e pannelli espositivi. Contemplando e osservando la magia del bosco
Scagnes, scèla e tulins espositives. Vardèr e osservèr la magìa del bosch
36
Des
ign
Veronica Capovilla Scala, espositore e panchina. In cammino verso le quattro stagioni del bosco.
Scèla, espositor e banch. Ge jir dò a la cater sajons del bosch.
37
Des
ign
Elias Caregnato Espositore. Il legno come vita.
Espositor. L legn desche vita.
38
Des
ign
Giacomo Deflorian Allestimento a parete. La rinascita è una cosa costante in natura ed il bosco è un esempio.
Forniment su parei. Renascer l’é na costanta te la natura e l bosch l’é n ejempie de chest.
39
Des
ign
Isacco Delladio Espositore utensili e pannelli multimediali. Dall’apparente
irregolarità del bosco alla sua reale geometria.
Espositor èrc e tulins multimedièi. Da chel che somea no aer
regoles del bosch a sia geometrìa reèla.
Fasi della lavorazioneFases de la laorazion
Oggetto esposto
Oget metù fora
40
Des
ign
Filippo Dellasega Installazione audiovisiva interattiva.
Quel che rende speciale e fantastico il bosco è il caos di cui vive.
Instalazion audiovisiva interativa.
Chel che fèsc l bosch spezièl e fantastich l’é l caos de chel che l vif.
41
Des
ign
Veronica Li Vecchi Lucrezia Liberatore Espositore multimediale. Tanti sono gli uomini quanti sono gli alberi.
Uno diverso dall’altro, tutti unici e nessuno indispensabile.
Espositor multimedièl. I omegn i é desche i èlbres. Un desvalif da l’auter,
duc unics e nesciun da poder fèr condemanco.
42
Des
ign
Erica Morandi Installazione. Leggere il bosco attraverso la poesia.
Instalazion. Lejer l bosch tras la poejìa.
43
Des
ign
Norman Rasom Exhibit Design. “Wooden nest”
Design da esposizion. La coa del legn
44
Des
ign
Federico Rauco Percorso sensoriale. Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di
catturare, tre concetti che riassumono tutto ciò che è natura.
Troi sensoriel. L dejiderie de descorir, la voa de dèr emozions, l cust de brinchèr, trei
conzec che tol ite dut chel che l’é natura.
45
Des
ign
Francesca Sartori Francesca Rover Installazione a parete. N viac tel mister del bosch.
Instalazion sun parei. Un viaggio nel mistero del bosco.
46
Des
ign
Nicola Scarian Espositori. Estrapolare la potenza vitale e verticale degli alberi ed intrappolarla
in un piedistallo con funzione di laboratorio didattico e panca.
Espositores. Tor fora la potenza vitala e verticala di èlbres e la serèr ite te
n postament a na vida de laboratorie didatich e banch.
47
Des
ign
Moritz Schirmann Installazione. L’onda che cresce e diventa sempre più grande andando ad infrangersi.
Instalazion. L’ona doventa scialdi più grana fin a se derompir.
48
Des
ign
Lorenzo Zanetti Installazione esterna. La crescita del bosco e il lavoro dell’uomo.
Instalazion per defora. L crescer del bosch e l lurier de l‘om.
49
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Patrick Bernard Proiezioni video. La calma del bosco nel silenzio.
Proiezions video. L chiet del bosch te l‘acort.
50
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Fabrizio Bozzetta Rivestimento scala. Racchiudere la natura che si calpesta nel bosco
in uno spazio trasparente quasi gelatinoso.
Rivestiment scèla. Serèr ite la natura che se pestolea tel bosch te
n spazie trasparent, desche da gelatina.
51
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Danielle Cloch Allestimento. Esposizione delle fasi lavorative.
Alestiment. Esposizion de la fases de lurier.
52
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Alessio De Marco Installazione esterna. La scomposizione del naturale verso il cielo, per trasformarlo in artificiale.
Instalazion per defora. Descomponer l naturèl envers l ciel, per l fèr esser artifizièl.
53
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Cristian Giacomuzzi Installazione a parete con wallpaper. Tutta l’arte è imitazione della natura (Seneca)
Instalazion sun parei con wallpaper. Duta l’èrt l’é imitazion de la natura (Seneca)
54
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Elena Giacomuzzi 1 Installazione con sedute. Nella prima fase del progetto nessuna idea riusciva a
sorprendermi, ma riflettendo ho capito che per realizzare qualsiasi progetto dovevo
sorprendere per prima me stessa.
Instalazion con scagnes. Te la pruma pèrt del projet no me fajea spervaja nesciun
pensier, ma a ge pissèr dò é entenù che per realisèr n projet chechessìe cognee
dantdaldut fèr spervaja me enstessa.
55
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Elena Giacomuzzi 2 Allestimento parete. Vita, amore, rinascita.
Forniment de n parei. Vita, amor e renasciment.
56
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Dimitry Korovin Scultura esterna. Intrecci di vita.
Scultura da de fora. Entreciamenc de vita.
57
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Samantha Salvador Installazione audio interattiva. Amore e arte non abbracciano ciò che è bello, ma
abbracciano ciò che grazie a loro diventa bello, rappresentando non cose nuove ma
cose rappresentate con novità.
Instalazion audio interativa. Amor e èrt no tol ite chel che l’é bel, ma i tol ite chel che de
gra a ic l’é bel, i no raprejenta roba neves ma robes portèdes dant a na vida neva.
58
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Anna Sensato Percorso espositivo con pannelli multimediali. Scortecciare, cioè togliere la «pelle
dell’albero», spogliarlo e renderlo fragile.
Troi espositif con tulins multimedièi. Scorzèr, schendir tor jù la “pel de l’èlber”, l
deregolèr e l fèr scherpent.
59
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Desireé Trottner Espositori per oggetti. L’arte imita la natura più di quanto la natura imiti l’arte.
Espositores per ogec. L‘èrt ge fèsc dò ala natura più che la natura a l‘èrt.
60
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Mariasole Vinante 1 Installazione. La porta della conoscenza si apre dall’interno.
Instalazion. L’usc de la cognoscenza se aur dal daìte.
61
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
62
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Aaron Zambaldi Installazione esterna. Il bosco è un immenso teatro, gli alberi sono gli attori.
Instalazion da de fora. L bosch l‘é n teater zis gran, i èlbres l‘é i atores.
63
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Beatrice Zanon Installazione luminosa a soffitto. La corteccia diventata così spirale si apre lentamente e mostra
l’abbandono dal corpo del legno che lascia spazio all’esistenza della corteccia stessa.
Instalazion lumenousa dal celor. Coscita la scorza doventèda torcelin la se aur pian pian e la
moscia sie arbandon dal corp del legn che ge lascia lèrga a la esistenza de la scorza medema.
64
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Lis Bernard, Federica Morandini Pannello video multimediale. Il cammino della lavorazione del legno.
Tulin video multimedièl. L troi de la laorazion del legn.
65
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
66
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Elisa Calzavara, Lisa Copat Espositore sensoriale tattile. La forma è la parte che attira le persone per la sua
semplicità, ma i contenuti pochi li apprezzano per la loro complessità.
Espositor sensorièl per l tast. La forma l’é chel che ciapa la persones per sie esser
scempia, ma pec l’é chi che aprijia i contegnui per sie esser senester.
67
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
68
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Andrea Corradini Scultura con variazioni di luce. Il colore e la forma del bosco.
Scultura con varizions de lum. L color e la forma del bosch.
69
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Igor Lastei Contenitori sensoriali interattivi. Tramite i sensi… vedere, annusare e toccare il legno.
Contegnidores sensorièi interatives. Tras i sensc… veder, snasèr e tocèr l legn.
70
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Gloria Rizzardi Installazione e wallpaper. Natura, contrastante, magicamente dirompente, aggraziata
tempesta, come nella nostra mente sono i pensieri. Perché tutto e tutti sono Natura.
Instalazion e wallpaper. Natura, che se scontra, magìa che se engaissa, jentila
tampesta, descheche te noscia ment l’é i pensieres. Ajache dut e duc l’é Natura.
71
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Angela Salati Cilindri luminosi interattivi. Corro, scappo, evado dalla realtà. Mi immergo nella melodia del
silenzio. Assaporo ogni istante, ogni attimo, dove spazio e tempo si frantumano. Ascolto e
guardo la vita attraverso il cuore, l’anima. Respiro, soffio dell’istinto che si libera nel vento,
nell’aria. Il silenzio non esiste più…
Zelindres lumenousc interatives. Core, sciampe, vae fora da la realtà. Me fae ite te la melodìa
de l’acort. Sente la saor de vigni moment, olache spazie e temp se desfanta. Scoute e vèrde la
vita col cher, co l’ènema. Tire l fià, sofie de l’istint che sgola tel vent, te l’aria. L’acort no l’é più…
72
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Alba Sinjari Espositore. Aggiungo forme geometriche dando una vita del tutto nuova.
Espositor. A jontèr formes geometriches ge dae na vita dassen neva.
73
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Daniele Trettel Installazione esterna. La vita e la morte convivono nel ciclo naturale.
Instalazion da defora. La vita e la mort vif dessema tel zicle naturèl.
74
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Massimo Valeruz Scultura per esterno. Naturale e artificiale.
Scultura da defora. Naturèl e artifizièl.
75
Arti
figu
rativ
e È
rts fe
gura
tives
Alice Volcan Installazioni. Sentire senza ascoltare, vedere senza guardare, riflettere senza
pensare, essere presenti senza esserci.
Instalazions. Sentir zenza scutèr, veder zenza vardèr, pissèr sora zenza
pissèr, esser chiò zenza esser.
76
Diario di esplorazione. Incontri formativi attraverso uno o tanti … sentieri nel boscoIl progetto ha previsto fin da subito dei momenti di confronto fra i soggetti coinvolti, per
acquisire le informazioni necessarie al suo svolgimento. È stato organizzato un periodo di
formazione per i docenti di tutti gli ordini scolastici coinvolti e per gli studenti delle classi della
scuola secondaria di secondo grado, volto a centrare il tema su cui si è sviluppato il lavoro.
A questo sono stati affiancati incontri con esperti, sia per docenti che per studenti, sia nel
settore specifico museale che in quello più propriamente legato alla progettazione e al
design. Al termine della fase di ricerca e progettazione è seguita la presentazione dei risultati
attraverso diversi momenti di confronto con la committenza e i rispettivi enti coinvolti.
Diarie de esplorazion. Scontrèdes formative tras un o n muie de … troes tel boschL projet à pervedù fin dal scomenz momenc de confront anter i sogec touc ite, per aer la
informazion sutoles a sie esser metù a jir. L’é stat endrezà n moment de formazion per duc i
dozenc di desvalives ordegn de scola e per i studenc de la classes de la scola auta, con chela
de focalisèr l’argoment sun chel che se à portà inant l lurier.
A chest ge é stat metù apede scontrèdes con esperc, tant per dozenc che per studenc, tant
tel setor spezifich museal che te chel più leà a la projetazion e al design. A la fin de la fasa
de enrescida e projetazion l’é stat prejentà i ejic con desvalives momenc de confront co la
comitenza e coi enc che à tou pèrt.
Data Direzione Direzion
Ricognizione Recognizion Guida Vida Coordinate
Coordenèdes
Mercoledi Mercol 07.11. 2012
Museografia Museografìa
Il caso del Museo Ladino di Fassa: concezione, struttura e organizzazione L cajo del Museo Ladin de Fascia: concezion, strutura e endrez
Cesare Poppi Museo Ladino di Fassa Museo Ladin de Fascia
Mercoledi Mercol 07.11. 2012
Museografia Museografìa
Soluzioni espositive, tecniche di comunicazione, apparati didascalici Soluzions espositives, tecniches de comunicazion, aparac didascalics
Cesare Poppi Museo Ladino di Fassa Museo Ladin de Fascia
Martedi Mèrtesc 13.11.2012
Museografia Museografìa
Il Museo sul territorio: sezioni presenti e in progetto (Guida Giunti 2) L Museo sul teritorie: sezions en esser e tel projet (Vida giunti2)
Daniela Brovadan Museo Ladino di Fassa Museo Ladin de Fascia
Martedi Mèrtesc 13.11.2012
Museografia Museografìa
Il caso de “L Malghier”: progettazione e realizzazione di una sezione museale L cajo de “L Malghier”: projetazion e realisazion de na sezion museala
Fabio Chiocchetti Museo Ladino di Fassa Museo Ladin de Fascia
Mercoledi Mercol 21.11.2012
Etnografia Etnografìa
La collezione “Bepo e Jan Cherlo”, carpentieri, illustrata dal proprietario (GB. Chiocchetti) La colezion “Bepo e Jan Cherlo”, marangons, portèda dant dal patron
Daniela BrovadanGiovanni Battista Chiocchetti
Museo Ladino di Fassa Museo Ladin de Fascia
Mercoledi Mercol 21.11.2012
Etnografia Etnografìa
La lavorazione primaria del legno: fonti, oggetti, immagini attraverso l’esplorazione degli archivi del Museo L lurier primèr del legn: fontènes, ogec, retrac tras l’esplorazion di archivies del Museo
Martina ChiocchettiRebecca Sommavilla
Museo Ladino di Fassa Museo Ladin de Fascia
77
Martedi Mèrtesc 26.11.2012
Didattica Didatica
Sopralluogo presso la segheria di Pozza per la realizzazione del rilievo grafico degli spazi espositivi Soralech de la sia de Poza per l relief grafich di spazies espositives
Studenti del Liceo Artistico Studenc del Liceo Artistich
Segheria di Pozza Sia de Poza
Martedi Mèrtesc 04.12.2012
Didattica Didatica
L’importanza della didattica nella progettazione L’emportanza de la didatica te la projetazion
Daniela Brovadan Museo Ladino di Fassa Museo Ladin de Fascia
Mercoledi Mercol 28.11.2012
Didattica -Metodologia Didatica - Metodologìa
L’idea di una sezione didattico-museale presso la Segheria di Meida L’idea de na sezion didatica-museala te la Sia de Meida
Fabio Chiocchetti Museo Ladino di Fassa Museo Ladin de Fascia
Giovedi Jebia 14.02.2013
Seminario Seminarie
Il sentiero nel bosco L troi tel bosch
Ernesto Luciano Francalanci
SorastanzaAula Magna Sorastanza Sala Grana
Venerdi Vender 15.02.2013
Work in progress
Brainstorming e costruzione di uno schema concettuale Brainstorming e costruzion de n schem conzetuèl
Ernesto Luciano Francalanci
Liceo Artistico Liceo Artistich
Venerdi Vender 14.03.2013
Design della comunicazione Design de la comunicazion
Abitare il progetto, design e identità Stèr tel projet, design e identità
Arnaldo Tranti Liceo Artistico Liceo Artistich
Venerdi Vender 27.09.2013
Feedback Presentazione proposte e ricerche della sezione di design alla sezione delle arti figurative Prejentazion proponetes e enrescides de la sezion de design a la sezion de èrts feguratives
Studenti del Liceo ArtisticoStudenc del Liceo Artistich
Liceo Artistico Liceo Artistich
Giovedi Jebia 28.11.2013
Feedback Presentazione ufficiale dei risultati del Progetto Prejentazion ufizièla di ejic del Projet
Studenti del Liceo Artistico, committenti e enti coinvolti Studenc del Liceo Artistich, comitenc e enc touc ite
SorastanzaAula Magna Sorastanza Sala Grana
Giovedi Jebia 09.01.2014
Feedback Presentazione delle proposte progettuali e riflessione in merito alla fattibilità e realizzazione delle migliori idee Prejentazion de la proponetes projetuèles e reflescion su la realisazion de la idees più percacentes
Norbert Bernard Liceo Artistico Liceo Artistich
Giovedi Jebia 20.02.2014
Feedback Presentazione e discussione sui risultati delle ricerche e delle proposte progettuali Prejentazion e discuscion sui ejic de la enrescides e de la proponetes projetuèles
Ernesto Luciano Francalanci e studenti del Liceo Artistico Ernesto L. Francalanci e studenc del Liceo Artistich
Liceo Artistico Liceo Artistich
Mercoledi Mercol 14.05.2014
Didattica Didatica
Realizzazione dei Quadri illustrativi del racconto “Piotol e l’uccellino” Relisazon di Chèdres de la contìa “Piotol e l’ucelin”
Alunni della Scuola Primaria di Pozza e studenti del Liceo Artistico Scolees de la Scola Populèra de Poza e studenc del Liceo Artistich
Scuola Primaria di Pozza Scola Populèra de Poza
Giovedi Jebia 15.05.2014
Didattica Didatica
Valutazione finale del percorso didattico Valutazion finèla del percors didatich.
Vigilio Iori, Daniela Brovadan, Rebecca Sommariva e studentesse Liceo Ladino delle Lingue Vigilio Iori, Daniela Brovadan e Dot.ra Rebecca Sommariva e studentes Liceo Ladin di Lengac
Liceo Ladino delle Lingue Liceo Ladin dei Lengac
Mercoledi Mercol21.05.2014
Didattica Didatica
Realizzazione dei Quadri illustrativi del racconto “Piotol e l’uccellino” Relisazon di Chèdres de la contìa “Piotol e l’ucelin”
Alunni della Scuola Primaria di Pozza e studenti del Liceo Artistico Scolees de la Scola Populèra de Poza e studenc del Liceo Artistich
Scuola Primaria di Pozza Scola Populèra de Poza
78
ESPERTI ESPERC
Cesare Poppi – Antropologo Antropologh
Fabio Chiocchetti – Direttore dell’Istituto Culturale Ladino e del Museo Ladino di Fassa
Diretor de l’Istitut Culturèl Ladin e del Museo Ladin de Fascia
Daniela Brovadan – Conservatore del Museo Ladino di Fassa Conservatora del Museo Ladin de Fascia
Giovanni Battista Chiocchetti – proprietario della collezione “Bepo e Jan Cherlo” Patron de la
colezion “Bepo e Jan Cherlo”
Martina Chiocchetti – Responsabile Servizi Educativi del Museo Ladino di Fassa Responsabola Servijes
Educatives del Museo Ladin de Fascia
Rebecca Sommavilla – Collaboratrice per il progetto “La scola te Museo” Colaboradora per
l projet “La scola te Museo”
Ernesto Luciano Francalanci – già professore universitario jà professor universitèr
Arnaldo Tranti – Designer della comunicazione Designer de la comunicazion
Norbert Bernard – Progettista Projetist
DOCENTI COINVOLTI DOZENC CHE À TOUT PÈRT
Liceum del Design e delle Arti figurative“G.Soraperra”
Liceum del Design e de la Èrts feguratives “G. Soraperra”
Claus Soraperra – Laboratorio della pittura (coordinatore) Laboratorie de pitura (coordenator)
Franco Ghetta – Progettazione del design Projetazion del design
Massimo Chiocchetti – Laboratorio del design Laboratorie del design
Andrea Dorigatti – Laboratorio del design Laboratorie del design
Tiziano Deflorian – Discipline plastiche e scultoree Disciplines plastiches e scultorees
Lara Steffe – Discipline grafiche e pittoriche Disciplines grafiches e pitoriches
Miriam Weber – Discipline grafiche e pittoriche Disciplines grafiches e pitoriches
Davide Deflorian – Laboratorio delle scultura Laboratorie de scultura
Luciano Lorusso – Sostegno area progettuale e laboratoriale Sostegn te la progetazion e laboratorie
Alessandro Margoni – Coprogettazione Coprojetazion
Liceo Ladino delle Lingue Liceo Ladin di Lengac
Vigilio Iori – Coordinatore OLFED Coordenador OLFED
Daniela Rasom – Lingua inglese Ingleis
Patrizia Gross – Lingua spagnola Spagnol
Ilaria Sartor – Materie letterarie e Lingua ladina Talian e Ladin
Monica Lorenz – Lingua tedesca Todesch
Elisa Moroni – Lingua russa Rus
Scuola Primaria Scola Populèra
Dolores Rasom – Area scientifica e antropologica
Elisabetta Gottardi – Area linguistica e delle educazioni Area linguistica e de la educazions
Serena Zacchia – area antropologica, delle educazioni e lingua ladina Area antropologica, de la
educazions e ladin
79
STUDENTI STUDENC
Classe Clas III/IV Sezione Design Sezion Design
Classe Clas III/IV A Sezione Arti Figurative Sezion Èrts Feguratives
Classe Clas III/IV B Sezione Arti Figurative Sezion Èrts Feguratives
Classe Clas III/IV A Liceo Ladino delle Lingue Liceo Ladin di Lengac
Scuola Primaria Pozza di Fassa Scola Populèra de Poza
ASSISTENTI ASSISTENC
Gianantonio Bettega – Laboratorio falegnameria Laboratorie de tislerai
Mirko Decrestina – Laboratorio informatica Laboratorie de informatica
Nicola Decrestina – Laboratorio pittura, scultura e design Laboratorie de pitura, scultura e design
RIFERIMENTI IN RETE REFERIMENC TE LA REI
http://www.youtube.com/watch?v=p5ONa0NunKI&feature=c4-overview&list=UUeoNadI3eIMtID02fYJFYSw
http://www.youtube.com/watch?v=iWX_VJKlPqY
http://www.youtube.com/watch?v=Tf9A8yC-JYc
80
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
QUADERNO DIDATTICO
81
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
QUADERNO DIDATTICO
82
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
INTRODUZIONEQuesto quaderno didattico è stato pensato per accompagnare gli alunni della Scuola
Primaria in un percorso didattico incentrato sulla conoscenza del bosco, delle essenze
e delle attività umane tradizionali legate alla lavorazione del legno, utilizzando anche
attività ludiche mirate a renderli partecipi del loro processo di apprendimento.
Infatti si propone di accompagnare gli alunni alla scoperta dell’allestimento de “L
Segat”, la nuova Sezione sul territorio del Museo Ladino di Fassa, oggetto di un
progetto di collaborazione tra la segheria frazionale di Meida (A.S.U.C. di Pozza),
Scuola Ladina di Fassa e Istituto Culturale Ladino. La struttura del quaderno si presta
così all’utilizzo sia all’interno della sezione museale, anche mediante il supporto
della lavagna interattiva multimediale, sia in classe, come approfondimento o metodo
per fissare meglio i concetti trattati. Il racconto di “Piotol e l’uccellino” funge da
filo conduttore dell’intero percorso, grazie a Piotol, il personaggio-mascotte, che
accompagna gli alunni nelle diverse fasi didattiche e di gioco. Le attività, le schede
didattiche e i giochi sono stati ideati dagli studenti del Liceo Linguistico, mentre i quadri
che illustrano il racconto sono stati realizzati dagli alunni della Scuola Primaria di
Pozza, con la guida e l’aiuto degli studenti del Liceo Artistico.
Come primo approccio, la storia mostra come l’uccellino, aiutato da Piotol, impara
a conoscere i diversi tipi di albero, quindi anche la prima fase del percorso prevede
l’illustrazione di alcuni dei principali alberi presenti nei nostri boschi. Nel libretto ne
sono presentati 10 in modo da permettere all’operatore didattico di selezionare quelli
maggiormente adatti al suo gruppo-classe, sui quali poi lavorare attraverso le rispettive
schede, dove i bambini dovranno individuare le corrette soluzioni tra quelle proposte.
Ad ulteriore sviluppo di questa tematica il percorso prevede un gioco di costruzione, in
cui gli alunni individuano tre immagini di particolari della stessa pianta, che poste in
sequenza comporranno il nome dell’albero.
Inoltre, poiché molta importanza nel percorso conoscitivo degli alunni ha la stimolazione
dei loro sensi, il percorso prevede alcune attività di “scoperta-riconoscimento”,
attraverso il tatto e l’olfatto, delle diverse essenze.
Riprendendo la seconda parte della storia di Piotol si passa, quindi,
alla scoperta delle attività umane legate alla lavorazione del
legno (seguendo il percorso boscaiolo – segantino – carpentiere
proposto nella sezione museale) e degli attrezzi utilizzati nel bosco:
dall’abbattimento della pianta, alle prime lavorazioni in loco dei toppi,
all’avvallamento, al trasporto in segheria e quindi alla trasformazione
in assi e travi per la carpenteria. Per agevolare la memorizzazione
terminologica è stato individuato il gioco del memory multiplo (che può
anche essere svolto su un cartellone), in cui gli alunni ricostruiscono le
varie fasi collegando le tessere che raffigurano l’attività tradizionale
al principale strumento utilizzato ed ai rispettivi nomi. Il quaderno
presenta al suoi interno le tessere da ritagliare per riproporre
quest’attività anche in classe, singolarmente o in gruppo.
Il gioco consente quindi agli alunni di essere parte attiva all’interno
del processo di conoscenza, in cui, si permetta il gioco di parole, si
mettono in gioco anche le loro abilità e le competenze acquisite.
E Piotol ci guiderà lungo “il sentiero del legno”.
83
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
PIOTOL E L’UCCELLINOEra l’inizio dell’inverno, gli uccelli erano già volati via da un bel po’, uno solo era
rimasto perché aveva un’ala ferita e faceva fatica a volare.
Quel povero uccellino ammalato chiese rifugio agli alberi: “Lasciatemi stare fra i vostri
rami fino a quando arriverà la primavera”, li pregava.
L’uccellino non sapeva proprio dove andare, aveva un gran freddo ed era sempre più
triste, tremava e piangeva in continuazione.
Sopra un grande abete c’era Piotol, il nostro amico, che sentì il lamento dell’uccellino,
e lo chiamò: “Vieni, vieni, prova lentamente a venire fino a qui, così potrò aiutarti a
scegliere l’albero migliore”.
Così Piotol e l’uccellino, tutto contento, cominciarono a guardarsi attorno.
Prima provò ad appoggiarsi su un larice.
“Non posso lasciarti tra i miei rami, mi schiacci tutti gli aghi!”, disse questo.
Allora Piotol gli propose: “Prova ad andare su quella betulla”. E l’uccellino volò lì sopra.
84
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
Ma la betulla aveva già iniziato a perdere le sue foglie e allora l’uccellino volò su un
pino. Ma siccome era molto curioso, volle provare anche ad andare su un abete bianco,
poi su un acero, ma anche questo aveva le foglie che volavano via nel vento, e poi
ancora su un pino mugo, ma così in basso si sentiva poco sicuro. Niente da fare, non
riusciva a trovare un albero che facesse al caso suo.
Piotol guardava quell’uccellino che non sapeva decidere dove posarsi. Dopo un po’ gli
indicò un albero lì accanto: era un sorbo con delle belle bacche rosse.
Ma appena l’uccellino si ricordò che i cacciatori usano spesso quell’albero per catturare
gli uccelli, volò via tutto spaventato e si posò su un bell’abete, alto, maestoso e folto.
Qui Piotol lo aiutò a prepararsi un bel nido caldo per ripararsi dal freddo durante
l’inverno, utilizzando rametti, paglia ed altri materiali trovati lì attorno, e quando vide
che l’uccellino poteva stare bene, al caldo, lo salutò e si avviò per andare a casa.
85
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
Qualche giorno dopo, durante un giretto nel bosco, vide due boscaioli che, con asce e
una gran sega, stavano tagliando un grosso abete. Piotol, molto preoccupato nel vedere
anche altri alberi già abbattuti, si fermò per capire cosa stesse succedendo. I boscaioli
colpivano il tronco con le asce, poi inserivano i cunei nel taglio che avevano fatto e con
la gran sega tagliavano completamente l’abete.
Piotol, vedendo quel povero albero cadere in terra con un grande frastuono, si spaventò
davvero e due piccole lacrime comparvero sulla sua guancia. Era triste e anche
abbastanza arrabbiato: “Cosa avrà mai fatto quell’albero per meritarsi una tal fine?”, si
chiedeva preoccupato. “E cosa faranno adesso con lui?”
Nel frattempo i due boscaioli avevano iniziato a togliere i rami e la corteccia dall’albero
fino ad ottenere un tronco bello pulito. L’avevano tagliato in tre pezzi e con gli zappini
lo stavano mettendo in posizione per farlo scendere a valle attraverso un canalone.
Il larice, su cui si era posato Piotol per guardare meglio, tremava e diceva: “Non
succederà anche a me?” Ma Piotol gli rispose: “No, credo che per oggi ne abbiano
abbastanza”, e si avvicinò ancora per vedere cosa facessero quegli uomini.
Si lasciò scivolare in quel canalone come in uno scivolo e vide gli uomini caricare
i tronchi su un grande carro trainato da due cavalli. Salì anche lui e, dopo un po’,
giunsero presso una segheria.
Sceso dal carro, Piotol volle andare a guardare: c’era una grande sega che saliva e
scendeva e un tronco che veniva tagliato in lunghezza per ricavarne delle assi.
Lì accanto c’erano altre assi messe ad essiccare.
“Con quelle assi già pronte il carpentiere potrà rifare il tetto della scuola”, diceva
uno dei segantini. “Ma un piccolo pezzo lo prendo io”, gli disse uno dei boscaioli
che avevano portato lì i tronchi, “…perché ho visto un uccellino ferito che faticava a
costruirsi un nido per stare al caldo. Gli costruirò io un piccolo nido bello caldo con
questi pezzi di legno.”
Piotol, sentendo queste parole, divenne ancora più curioso e si avvicinò per osservare.
L’uomo prese una piccola assicella, la tagliò e costruì un bel nido a forma di casetta con
un foro tondo nel mezzo.
86
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
“Ora vado a vedere!”, disse il boscaiolo e si avviò verso il bosco.
Piotol, furtivamente, saltò in una tasca dei pantaloni del boscaiolo e così tornò
nel bosco con lui.
Arrivati accanto all’abete dov’era proprio l’uccellino amico di Piotol, l’uomo posò
delicatamente il nido su un ramo e l’uccellino, vedendolo così bello e sicuro, cominciò
subito a portarvi dentro erba secca e muschio, per rendere il suo nuovo riparo più soffice.
Quando finì, si sporse dal foro e, tutto contento, ringraziò il boscaiolo e Piotol cantando
un’allegra canzoncina.
In tal modo anche Piotol comprese che con un albero si possono costruire delle belle cose!
87
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
ACEROL’acero è un albero a foglia caduca. La corteccia è sottile e di colore grigio scuro.
Solitamente le foglie hanno cinque punte e in autunno diventano gialle e cadono a terra.
Il legno è di colore chiaro e è molto pregiato, poiché viene usato nella costruzione di
strumenti musicali.
ABETE BIANCOL’abete bianco è una conifera che cresce molto in altezza. La sua corteccia è di color
grigio e si scurisce quando l’albero invecchia. Gli aghi sono attaccati uno ad uno
nel ramo e sono di color verde scuro nella parte superiore, ma più chiari nella parte
inferiore. Le pigne crescono infondo ai rami e sono rivolte all’insù verso la luce. Il suo
legno è meno prezioso di quello dell’abete rosso ed è usato soprattutto nell’industria
cartiera.
PINO MUGOIl pino mugo è una pianta aghiforme a cespuglio che cresce su terreni asciutti piuttosto
in alta quota. La sua chioma è di colore verde scuro e gli aghi sono attaccati ai rami
a gruppi di due. Ha due tipi di fiore: quelli maschili sono gialli e rilasciano il polline
che viene portato dal vento; quelli femminili sono rosso-violacei, più piccoli, e quando
sono fecondati diventano delle piccole pigne di colore verde-rossastro. Il legno è molto
resinoso.
88
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
BETULLALa betulla è un albero a foglia caduca che può raggiungere i 15-30 metri d’altezza.
La corteccia è di un bianco sporco con macchie nere. Il fogliame è verde chiaro e in
autunno diventa giallo e cade a terra. Poiché ha un legno molto elastico, viene usato per
fare sottili fogli di compensato.
FRASSINOIl frassino è una pianta a foglia caduca alta 20-30 metri, con il tronco slanciato. La
corteccia all’inizio è liscia e di colore verde oliva, poi diventa grigia e rugosa. Le
sue foglie sono formate da 9-10 foglie più piccole, di colore verde scuro nella parte
superiore, che crescono dopo i fiori. Il legno, poiché è forte e flessibile, è usato per la
costruzione delle ruote dei carri e i manici degli attrezzi da lavoro.
LARICEIl larice è una conifera che può raggiungere i 40 metri d’altezza. La corteccia è a
scaglie, rossastra da giovane e grigia quando invecchia. È l’unica conifera che in
autunno perde le foglie aghiformi. Queste sono sottili e tenere, raggruppate a ciuffi di
20-40. I fiori maschili sono gialli e crescono sopra al ramo, mentre quelli femminili sono
rossi e posti sotto al ramo: diventeranno piccole pigne. Il suo legno è rossastro e molto
apprezzato per costruire balconi, scale e nell’edilizia.
89
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
BETULLALa betulla è un albero a foglia caduca che può raggiungere i 15-30 metri d’altezza.
La corteccia è di un bianco sporco con macchie nere. Il fogliame è verde chiaro e in
autunno diventa giallo e cade a terra. Poiché ha un legno molto elastico, viene usato per
fare sottili fogli di compensato.
FRASSINOIl frassino è una pianta a foglia caduca alta 20-30 metri, con il tronco slanciato. La
corteccia all’inizio è liscia e di colore verde oliva, poi diventa grigia e rugosa. Le
sue foglie sono formate da 9-10 foglie più piccole, di colore verde scuro nella parte
superiore, che crescono dopo i fiori. Il legno, poiché è forte e flessibile, è usato per la
costruzione delle ruote dei carri e i manici degli attrezzi da lavoro.
LARICEIl larice è una conifera che può raggiungere i 40 metri d’altezza. La corteccia è a
scaglie, rossastra da giovane e grigia quando invecchia. È l’unica conifera che in
autunno perde le foglie aghiformi. Queste sono sottili e tenere, raggruppate a ciuffi di
20-40. I fiori maschili sono gialli e crescono sopra al ramo, mentre quelli femminili sono
rossi e posti sotto al ramo: diventeranno piccole pigne. Il suo legno è rossastro e molto
apprezzato per costruire balconi, scale e nell’edilizia.
PINOIl pino è una conifera che cresce su terreni asciutti. La corteccia è rossastra e a scaglie.
Gli aghi sono lunghi da 3 a 5 centimetri, escono dal ramo a due a due e sono di un bel
colore verde scuro. Le pigne prima sono verdi e poi diventano di color marrone. Il legno
è ricco di resina e, se usato come legna da ardere, sporca molto i camini.
ABETE ROSSOL’abete rosso è una conifera che può raggiungere i 40 metri d’altezza. La corteccia
è di colore grigio e può avere uno spessore anche di 2 centimetri. I suoi aghi restano
sempre verdi e sono attaccati uno ad uno al ramo. Le pigne raggiungono i 10 centimetri
di lunghezza e crescono all’ingiù infondo ai rami. Il legno è pregiato ed è usato dai
carpentieri soprattutto per le travi e per i tetti.
SORBO DELL’UCCELLATOREIl sorbo è una pianta a foglia caduca che raggiunge i 15 metri d’altezza. La corteccia è
grigia e liscia e si scurisce quando la pianta diventa più vecchia. Le foglie sono formate
da 9-15 foglie più piccole, appuntite e seghettate, che in autunno diventano rossastre
prima di cadere a terra. I frutti, di cui sono ghiotti gli uccelli, assumono un bel colore
rosso all’inizio dell’autunno. Il legno è pregiato e si usa per lavori al tornio e per la
costruzione di mobili.
90
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
PINO CEMBRO (CIRMOLO)Il pino cembro è una conifera che cresce in alto. La corteccia è grigia e screpolata. Le
sue fronde sono formate da aghi lunghi e teneri di colore verde scuro, attaccati al ramo
a gruppi di cinque. Il suo frutto è la pigna che contiene i pinoli, buoni da mangiare. Il
legno, tenero e profumato, è molto usato per l’intaglio.
91
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
ACEROIn ogni frase sottolinea la soluzione corretta fra le due che
ti vengono proposte:
• L’acero è un albero a foglia caduca / una conifera.
• La corteccia è grossa / sottile di colore grigio scuro.
• Le foglie solitamente hanno cinque / due punte e in autunno
cadono a terra.
• Il legno è di colore chiaro / scuro.
• Il legno è molto pregiato, viene utilizzato soprattutto per la
costruzione di mobili / di strumenti musicali.
ABETE BIANCOIn ogni frase sottolinea la soluzione corretta fra le due che
ti vengono proposte:
• L’abete bianco è una conifera / un albero a foglia
caduca che cresce molto alto.
• La corteccia è di colore grigio / nero e si scurisce con
l’invecchiare della pianta.
• Gli aghi sono sopra di un bel colore bianco / verde scuro e
sotto più chiari.
• Le pigne sono lunghe e rivolte all’insù / all’ingiù verso la luce.
• Il legno è molto pregiato / non molto pregiato e neppure
molto buono da ardere.
PINO MUGOIn ogni frase sottolinea la soluzione corretta fra le due che
ti vengono proposte:
• Il pino mugo è una conifera / una pianta a foglia
caduca che cresce su terreni secchi.
• La fronda è di colore verde scuro / marrone.
• Gli aghi crescono a gruppi di 5 / 2 sul ramo.
• Le pigne si formano dai fiori femminili / maschili e hanno
un colore verde-rossastro.
• Il legno non ha resina / ha molta resina.
92
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
BETULLAIn ogni frase sottolinea la soluzione corretta fra le due che
ti vengono proposte:
• La betulla è una conifera / una pianta a foglia caduca.
• La corteccia è di colore bianco / rossastro con macchie nere
trasversali.
• Il fogliame è verde scuro / chiaro, a forma di cuore.
• In autunno le foglie diventano gialle / rosse e cadono a terra.
• Il legno è utilizzato per fare tetti / fogli sottili di
compensato.
FRASSINOIn ogni frase sottolinea la soluzione corretta fra le due che
ti vengono proposte:
• Il frassino è una conifera / una pianta a foglia caduca,
alto 20/30 metri, col tronco slanciato.
• La corteccia è liscia / screpolata, col passare degli anni
diventa rugosa.
• Le foglie crescono a due a due, formate da 4 a 5 / da 9 a 10
foglie più piccole.
• I fiori crescono in autunno / in primavera prima delle foglie.
• Il legno è flessibile, adatto per la costruzione di manici per
attrezzi / strumenti musicali.
LARICEIn ogni frase sottolinea la soluzione corretta fra le due che
ti vengono proposte:
• Il larice è una conifera / una pianta a foglia caduca, che
può raggiungere i 40 metri d’altezza.
• La corteccia quando è giovane è verde / rossastra e a
scaglie.
• È l’unica conifera che in autunno perde / non perde gli aghi.
• Gli aghi crescono d’un bel colore verde chiaro a gruppi di 10-
20 / di 20-40.
• Il legno è duro e rossastro, molto utilizzato per la costruzione di
balconi / carta.
93
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
SORBO DELL’UCCELLATOREIn ogni frase sottolinea la soluzione corretta fra le due che
ti vengono proposte:
• Il sorbo è una conifera / una pianta a foglia caduca che
raggiunge i 15 metri d’altezza.
• La corteccia è di colore grigio cenere / rossastro e col passare
degli anni diventa più grossa e scura.
• Le foglie hanno una forma allungata / rotonda e seghettata.
• I frutti assumono un bel colore rosso / azzurro all’inizio dell’autunno.
• Il legno è pregiato e serve per la costruzione di mobili / per ardere.
ABETE ROSSOIn ogni frase sottolinea la soluzione corretta fra le due che
ti vengono proposte:
• L’abete rosso è una conifera / una pianta a foglia caduca che
può raggiungere i 40 metri d’altezza.
• La corteccia è di colore grigio / rossastro e con l’invecchiare della
pianta può ingrossare fino a 2 centimetri.
• Gli aghi rimangono sempre verdi / gialli.
• Le pigne sono lunghe anche 10 centimetri e crescono all’insù /
all’ingiù sui rami.
• Il legno è pregiato e utilizzato soprattutto per ardere /
fare travi e tetti.
PINO In ogni frase sottolinea la soluzione corretta fra le due che
ti vengono proposte:
• Il pino è un albero a foglia caduca / una conifera che cresce su terreni asciutti.
• La corteccia è di colore marrone / rossastro e a scaglie.• Gli aghi sono lunghi 3 o 5 centimetri, raggruppati a due a due, di un
bel colore verde scuro / chiaro.
• Le pigne, grandi da 5 a 7 centimetri, prima sono verdi / rosse e poi diventano di color marrone.
• Il legno se usato per ardere non sporca / sporca molto i camini.
94
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
PINO CEMBRO (CIRMOLO)In ogni frase sottolinea la soluzione corretta fra le due che
ti vengono proposte:
• Il pino cembro è una pianta a foglia caduca / una conifera della famiglia dei pini.
• La corteccia è di colore grigio / nero e screpolata.• Dal ramo gli aghi escono a gruppi di 5 e sono lunghi / corti e
teneri, di colore verde scuro.• Le pigne sono di colore violetto-bruno e contengono i lamponi /
i pinoli molto buoni da mangiare.• Il legno è molto pregiato, utilizzato soprattutto per scolpire /
ardere e mantiene a lungo il profumo.
IL GIOCO DEL MEMORYQuesto gioco permette di ricostruire le varie fasi della lavorazione del legno, dall’abbattimento
della pianta fino all’utilizzo del legname nel lavoro di carpenteria. Le tessere contenute in
queste pagine centrali vanno ritagliate: le prime otto riportano l’immagine del principale
attrezzo utilizzato nelle varie fasi di lavoro, le seconde otto il loro nome, le successive otto
presentano il nome delle fasi di lavoro e le ultime otto la loro immagine.
Dopo averle mescolate, le tessere vanno disposte sul tavolo a faccia in giù e, tenendo ben
distinti i quattro gruppi, si dovranno trovare le coppie giuste scegliendo il tipo di abbinamento,
ad esempio:
immagine del lavoro – sua denominazione
attrezzo utilizzato – sua denominazione
immagine del lavoro – immagine dell’attrezzo utilizzato
denominazione del lavoro – nome dell’attrezzo utilizzato
Poi tutti gli accoppiamenti corretti potranno essere disposti nell’ordine che riproduce appunto il
susseguirsi dei vari lavori con gli strumenti utilizzati:
Abbattimento – Segone
Diramatura – Scure e Roncola
Scortecciamento – Scortecciatoio
Avvallamento – Zappino
Trasporto a strascico – Catena da strascico
Accatastamento – Calibro (Cavalletto dendrometrico)
Segagione – Pinza per allicciatura
Lavoro di carpenteria – Scure da squadratura
Chiaramente vince la squadra che riesce a fare il maggior numero di abbinamenti, o che
riesce per prima a ricostruire correttamente l’ordine con tutte le tessere.
Buon divertimento!
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
SCURE E RONCOLA
MANARIN E CORTELAC
CALIBRO
CANAÒLA
SCORTECCIATOIO
SCORZAREL
ZAPPINO
ZAPIN
PINZA PER ALLICCIATURA
ZENGHIA DA DÈR STRÈDA
CATENA DA STRASCICO
CEDENA DA BOSCH
SCURE DA SQUADRATURA
MARANGONA
SEGONE
SEON
CODEJEL DIDATICH
99
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
CODEJEL DIDATICH
100
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
PAROLES DANTFORA
Chest codejel didatich l’é stat pissà per didèr i scolees de la Scola populèra te n percors
didatich su la cognoscenza del bosch, de la essenzes e de la ativitèdes tradizionèles
de l’om leèdes al lurier del legn, col durèr ence ativitèdes ludiches che vel soscedèr
l’enteress e la partezipazion di scolees endèna che i empèra.
De fat l vel compagnèr i scolees a la descorida de l’alestiment de “L Segat”, la neva
Sezion sul teritorie del Museo Ladin de Fascia, ejit de n projet de colaborazion anter la
sia de la frazion de Meida (A.S.U.C. de Poza), Scola Ladina de Fascia e Istitut Cultural
Ladin.
La strutura del codejel ge dèsc l met de esser durà tant te la sezion museala, ence en
raport co la tabela interativa multimedièla, che te n lurier che pel esser fat te clas, per jir
più sot ti argomenc traté e i emparèr miec.
La contìa de “Piotol e l’ucelin” fèsc da vida te dut l percors, te chel che Piotol, l
personaje-mascotte, mena i scolees te la desvaliva fases didatiches e de jech. La
ativitèdes, la schedes didatiches e i jeghes i é stac pissé e studié dai studenc del Liceo
Ladin di Lengac, alincontra i chèdres che l’é te la contìa i é stac fac dai scolees de la
Scola populèra de Poza col didament di studenc del Liceo Artistich.
Desche prum moment, la storia moscia coche l’ucelin, didà da Piotol, l’empèra a
cognoscer la desvaliva sorts de piantes, coscita ence la pruma fasa del percors la
perveit l studie de valgugn di èlbres che l’é te nesc bosc. Tel codejel n’é portà dant 10
a na vida da ge dèr l met a l’operador didatich de cerner chi che se adatea miec a so
grop-clas, sun chi che dapò se pel lurèr co la schedes aldò, olache i bec cognarà cerner
la soluzions dretes anter cheles che vegn proponet. Apede chest, l percors perveit n jech
da meter ensema, con chel che i scolees troa fora trei fegures con particolères de la
medema pianta che, metudes apede, les metarà ensema l’inom de l’èlber.
Amò apede, ajache l’à na gran emportanza soscedèr i sensc di scolees per i fèr
emparèr delvers, l percors perveit ativitèdes de “descorida-recognosciment”, tras l tast e
la snèsa, de la desvaliva essenzes.
A ge jir dò a la contìa de Piotol se passa coscita a la descorida de la ativitèdes de
l’om leèdes a la laorazion del legn (dò l troi boschier – segat – marangon proponet
te la sezion museala) e di èrc duré tel bosch: dal bater jù la piantes,
ai prumes lurieres tel bosch, al toalèr la bores e les menèr a stroz te
la sia, olache les vegn tramudèdes te brees e trèves per l lurier da
marangon.
Per chest l’é stat studià fora l jech del memory te più toc (che pel esser
ence fat su n scartabel), con chel che i scolees met ensema i momenc
del lurier tras i cartoncins che moscia i lurieres tradizionèi, i èrc duré
e si inomes. L codejel, coi cartoncins da taèr fora che l’é laìte, l dèsc l
met de poder fèr chesta atività ence te clas, a livel singol o de grop.
L jech, donca, ge dèsc l met ai scolees de esser soget atif del prozess
de cognoscenza, te chel che, se lasce chest jech de paroles, se met
apontin en jech ence sia abilitèdes e la competenzes che i à metù a jir.
E Piotol ne vidarà “dò l troi del legn”.
101
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
PIOTOL E L’UCELIN
L’era l scomenz de l’invern, i ucìe i era jà demez da n pez, un demò l’era restà chiò
percheche l’aea n’ala ferida e l fajea fadìa a sgolèr.
Chel pere ucelin malà ge à domanà alberch ai èlbres: “Lasciame stèr anter vesc rames
enscin canche rua l’aisciuda”, l preèa.
L picol ucel no saea neto olà jir, l’aea n gran freit e l’era semper più mestech, l tremèa e
l vaèa dò e dò.
Soravìa n gran pec l’era Piotol, nosc amich, che l’à sentù l lament del picol ucel e l l’à
chiamà: “Gei, gei, proa pian pian a ruèr enscin chiò e dapò te didaré a cerner fora
l’èlber che te sà più bel”.
Coscita Piotol e l’ucelin, dut content, i à scomenzà a se vardèr stroz.
Dant l’ucelin à proà a se pojèr su n lèrsc.
“No posse te lascèr stèr anter mia dasces, te me schices duta la voies!” ge disc l lèrsc.
Emben Piotol ge fèsc: “Proa mo a jir sun chel bedoi”. E l’ucelin l’é sgolà lassora.
Ma l bedoi scomenzèa jà a perder la foes e coscita l’ucelin l’é sgolà su n pin. E da aló,
102
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
da tant curious che l’era, l’à volù proèr ence a jir su n avez, dapò su n aer, ma ence
chest l’aea la foes che sgolèa demez tel vent, e dapò su n baranchie, ma coscita bas l
no era segur assà. Nia, no l’era bon de troèr l’èlber che ge comedèa.
Piotol ge vardèa via a chel picol ucelin che no saea se dezider olà stèr. Dò n trat l ge à
moscià n èlber aló apede: l’era n melester con de bela bozoles checenes.
Ma canche l’ucelin l’é vegnù sora che i ciaciadores doura chel èlber per pochenèr i
ucìe, l’é sgolà demez dut sprigolà e l se à pojà su n bel pec, aut, maestous e fit.
Chiò Piotol ge à didà a se enjignèr na bela coa ciauda per se parèr
dal freit sora invern, fata sù con picoi rames, paa e etres materièi troé alò apede, e
canche l’à vedù che l’ucelin podea se n stèr bel al ciaut l l’à saludà e l’é peà demez per
jir a cèsa.
Passé dotrei dis, stroz tel bosch, l’à vedù doi boschieres che, con manaes e n gran seon,
103
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
i era dò à taèr jù n pec. Piotol, n muie cruzià tel veder ence autra piantes jà batudes
jù, l se à fermà a veder che che sozedea. I boschieres ge dajea ite te chel pec co la
manaes, dapò i metea ite i conesc tel tai che i aea fat e col seon i taèa deldut chel pec.
Piotol, a veder chel pere èlber crodèr jabas con n gran rebom, l se à sperdù debel e doi
picola lègremes é ciutèdes sun sia massela.
L’era mestech e ence piutost enirà: “Che arèl mai fat chel èlber per se meritèr na fin de
chesta sort?”, l se domanèa cruzià. “E che fajarèi pa ades con el?”
I doi boschieres, endèna, i aea tacà a deramèr e a scorzèr chel pec fin canche i é stac
bogn de aer na bora bela neta. I l’aea taèda jù te trei toc e coi zapins i l’à toalèda jù
per n canal.
L lèrsc olache se aea pojà Piotol a vardèr miec l zitrèa e l dijea: “No me sozedarà mia
ence a mi?” Ma Piotol ge à responet: “Na, na, me sà che per anché i n’à assà”, e l ge
é jit amò apede à veder che che fajea chi omegn.
L se à lascià sluzièr jù te chel toèl desche te na sliziadoa e l’à vedù chi omegn che
ciarièa chela bores su n gran cèr tirà da doi ciavai.
L’é montà sù ence el scin canche i é rué aló da na sia.
Desmontà dal cèr, Piotol à volù jir ite a veder: l’era n gran seon che jia sù e jù e na bora
che vegnìa taèda per lonch a fèr brees.
Aló apede l’era jà autra brees che vegnìa metudes a assa a sièr.
“Con chela brees jà enjignèdes l marangon podarà fèr sù l nef cuert de la scola”, dijea
un de chi segac. “Ma n picol toch me l tole pa gé”, ge à dit un de chi boschieres che ge
aea menà aló la bores, “che é vedù n picol ucelin ferì che stentèa a se fèr sù na coa per
stèr al ciaut. Ge faré pa gé na picola coa bela ciauda con chisc toc de legn.”
Piotol, a sentir chest, l’é vegnù amò più curious e l’é jit apede a veder.
Chel om l’à tout n picol toch de brea, l l’à seèda fora e l’à metù ensema na belota coa a
forma de ciaseta con n busc toron tedant.
“Ades vae pa a veder!”, à dit chel boschier e l’é peà demez per jir endò tel bosch.
Piotol ge é sutà ite de sconet te na guofa de la braes e coscita l’é jit endò tel bosch col
boschier.
104
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
Rué che i é stac apede al pec olache belimpont l’era l’ucelin pecont de Piotol, l’om pian
pian à metù chela coa de legn su n ram e l’ucelin, a la veder coscita bela e segura, l’à
scomenzà sobito a portèr ite mingol de erba secia e de muschie per fèr la neva coa
bela solvia. Canche l’à fenì, l’é ciutà fora dal busc e, dut content, co l’ala bona e piolan
na belota ciantia, l ge à fat n bel salut al boschier e a Piotol.
Coscita ence Piotol à entenù che con n èlber se pel fèr de bela robes!
105
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
AERL’aer l’é n èlber da foa. Sia scorza la é fina e de n color grisc scur. Per solit la foes à
cinch pontes e d’uton les doventa salices e les croda jabas. L legn l’é de n color chièr e
l’é n muie prezious, ajache l vegn durà per fèr strumenc musicai.
AVEZL’avez l’é n èlber da dascia che cresc n muie aut. Sia scorza la é de color grisc e la se
scuresc man a man che l’èlber doventa veie. La voies les é tachèdes a una a una tel ram
e les é de n color vert scur soravìa, ma più chièr sotite. Si piotoi cresc forinsom la dascia
e i se ouc en su envers la lum. Sie legn l’é chièr e l’é manco prezious che chel del pec e
l vegn durà soraldut da la industries che fèsc papier.
BARANCHIEL baranchie l’é n èlber da dascia a ciuscon, che cresc sun terens sec e piutost en aut.
Sia dascia la é de color vert scur e la voies les é tachèdes tel ram a gropes de doi. L’à
doi sorts de fiores: chi mascolins i é sai e i lascia fora l polen che vegn menà stroz dal
vent; chi feminins i é roans, più picoi, e canche i vegn fecondé i doventa de picoi piotoi
de color vert-rossic. L legn l’é pien de rèja.
106
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
BEDOIL bedoi l’é n èlber da foa che pel arjonjer i 15-30 metres de auteza. Sia scorza la
é de n color bianch paz con maces neigres. L foam l’é vert chièr e d’uton l doventa
sal e l croda jabas. Ajache l legn l’é n muie lastech, l vegn durà per fèr sfoes sotii de
compenjà.
FRASCENL frascen l’é n èlber da foa aut 20-30 metres, col fust slancent. La scorza al scomenz la é
lizia e de n color vert olif, dapò la doventa grija e enfizèda. Sia foes les é fates da 9-10
foes più picoles, de color vert scur soravìa e les cresc dò di fiores. L legn, ajache l’é fort
e flessibol, l’é bon per fèr la rodes di cères e i mènesc di èrc per lurèr.
LÈRSCL lèrsc l’é n èlber da dascia che pel vegnir aut fin a 40 metres. La scorza la é da scaes,
rossicia da joena e grija canche l’èlber doventa più veie. L’é l soul èlber da dascia che
d’uton pert la foes. Chestes les é sotiles e tendres, binèdes ensema a ciofes de 20-40. I
fiores mascolins i é sai e i cresc soravìa l ram, chi feminins enveze i é rosc e i é sotite l
ram: duc doventarà de picoi piotoi. So legn l’é dur e rossic e l’é n muie aprijià per fèr
barcons, scèles e te l’edilizia.
107
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
PINL pin l’é n èlber da dascia che cresc sun terens suc. Sia scorza la é rossicia e a scaes. La
voies les é longes 3 o 5 zentimetres, les vanza fora dal ram a doi a doi e les é de n bel
color vert scur. I piotoi dant i é verc e dapò i doventa maron. L legn l’à n muie de rèja e l
mocigna n muie i ciamins se se l doura desche legna da èrder.
PECL pec l’é n èlber da dascia che pel vegnir aut fin a 40 metres. La scorza la é de color grisc
e la pel vegnir grossa ence 2 zentimetres. Sia voies resta semper verdes e les é tachèdes
una a una tel ram. I piotoi i é lonc ence 10 zentimetres e i cresc uté en ju forinsom i rames.
L legn l’é prezious e l vegn durà dai marangons soraldut per fèr sù cuerc e treves.
MELESTERL melester l’é n èlber da foa che rua a 15 metres de auteza. Sia scorza la é grija e
lizia e la se scuresc canche l’èlber doventa più veie. La foes les é fates da 9-15 foes
più picoles, a ponta spiza e seghetèdes, e d’uton les doventa rossices dant de crodèr
jabas. I fruc i pea n bel color checen sul scomenz de l’uton e i ge sà n muie bogn ai
ucìe. L legn l’é prezious e l vegn lurà co la tornarecia e per fèr sù mobilia.
BEDOIL bedoi l’é n èlber da foa che pel arjonjer i 15-30 metres de auteza. Sia scorza la
é de n color bianch paz con maces neigres. L foam l’é vert chièr e d’uton l doventa
sal e l croda jabas. Ajache l legn l’é n muie lastech, l vegn durà per fèr sfoes sotii de
compenjà.
FRASCENL frascen l’é n èlber da foa aut 20-30 metres, col fust slancent. La scorza al scomenz la é
lizia e de n color vert olif, dapò la doventa grija e enfizèda. Sia foes les é fates da 9-10
foes più picoles, de color vert scur soravìa e les cresc dò di fiores. L legn, ajache l’é fort
e flessibol, l’é bon per fèr la rodes di cères e i mènesc di èrc per lurèr.
LÈRSCL lèrsc l’é n èlber da dascia che pel vegnir aut fin a 40 metres. La scorza la é da scaes,
rossicia da joena e grija canche l’èlber doventa più veie. L’é l soul èlber da dascia che
d’uton pert la foes. Chestes les é sotiles e tendres, binèdes ensema a ciofes de 20-40. I
fiores mascolins i é sai e i cresc soravìa l ram, chi feminins enveze i é rosc e i é sotite l
ram: duc doventarà de picoi piotoi. So legn l’é dur e rossic e l’é n muie aprijià per fèr
barcons, scèles e te l’edilizia.
108
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
ZIRML zirm l’é n èlber da dascia che cresc en aut. La scorza la é grija e mingol crepèda.
Sia dascia la é fata de bela voies longes e tendres de color vert scur, tachèdes tel ram
a gropes de cinch. So frut l’é l broudol che à ite la nicioles, bones da magnèr. L legn,
tender e con n bon odor, l’é n muie durà per zipièr e fèr scultures.
109
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
AERTe vigni pensier sotrissea la soluzion dreta anter la does che
te vegn proponet:
• L aer l’é n èlber da foa / da dascia.
• La scorza la é grossa / sotila de n color grisc scur.
• La foes per solit les à cinch / doi pontes e d’uton les
croda jabas.
• L legn l’é de n color chièr / scur.
• L legn l’é n muie prezious, l vegn durà soraldut a fèr sù mobilia
/ fèr sù strumenc musicai.
AVEZTe vigni pensier sotrissea la soluzion dreta anter la does che
te vegn proponet:
• L’avez l’é n èlber da dascia / da foa che doventa n muie aut.
• La scorza la é de color grisc / neigher che se scuresc col
doventèr veie de l’èlber.
• La voies soravìa les é de n bel color bianch / vert scur e più
chières sotite.
• I piotoi i é lonc e i se ouc en su / en ju envers la lum.
• L legn l’é n muie prezious / no tant prezious e nience tant
bon da èrder.
BARANCHIETe vigni pensier sotrissea la soluzion dreta anter la does che
te vegn proponet:
• L baranchie l’é n èlber da dascia / da foa che
cresc su terens sec.
• La dascia la é de color vert scur / maron.
• La voies cresc a gropes de 5 / 2 sul ram.
• I piotoi se forma dai fiores feminins / mascolins e
i à n color vert-rossic.
• L legn no à rèja / l’é pien de rèja.
110
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
BEDOITe vigni pensier sotrissea la soluzion dreta anter la does che
te vegn proponet:
• L bedoi l’é n èlber da dascia / da foa.
• La scorza la é de color bianch / rossic con maces neigres
de travers.
• L foam l’é vert scur / chièr, a forma de cher.
• D’uton la foes doventa sales / checenes e les croda jabas.
• L legn vegn durà per fèr cuerc / sfoes sotii de compenjà.
FRASCENTe vigni pensier sotrissea la soluzion dreta anter la does che
te vegn proponet:
• L frascen l’é n èlber da dascia / da foa, aut 20/30 metres,
col fust slancent.
• La scorza la é lizia / ruspia, col jir di egn la doventa
mingol enfizèda.
• La foes cresc a doi a doi, fates da 4 a 5 / da 9 a 10 foes
più picoles.
• I fiores cresc d’uton / d’aisciuda dant de la foes.
• L legn l’é flessìbol e l’é bon per fèr sù mènesc per èrc /
strumenc musicai.
LÈRSCTe vigni pensier sotrissea la soluzion dreta anter la does che
te vegn proponet:
• L lersc l’é n èlber da dascia / da foa, che pel vegnir aut fin
a 40 metres.
• La scorza da joena la é verda / rossicia e da scaes.
• L’é l soul èlber da dascia che d’uton pert / no pert la foes.
• La voies cresc de n bel color verdejin chièr a ciofes
de 10-20 / de 20-40.
• L legn l’é dur e rossic, m muie durà per fèr sù barcons /
papier.
111
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
MELESTERTe vigni pensier sotrissea la soluzion dreta anter la does che
te vegn proponet:
• L melester l’é n èlber da dascia / da foa che rua fin a
15 metres de auteza.
• La scorza la é de color grisc cender / rossic e col jir di egn la
doventa più grossa e scura.
• La foes à na forma longia con na ponta spiza / torona e seghetèda.
• I fruc i pea n bel color checen / brun sul scomenz de l’uton.
• L legn l’é prezious e l vegn durà per fèr sù mobilia / da èrder.
PECTe vigni pensier sotrissea la soluzion dreta anter la does che
te vegn proponet:
• L pec l’é n èlber da dascia / da foa che pel arjonjer i
40 metres de auteza.
• La scorza la é de color grisc / rossic che a doventèr veia la pel
vegnir grossa ence 2 zentimetres.
• La voies resta semper verdes / sales.
• I piotoi i é lonc ence 10 zentimetres e i cresc uté en su / en ju
forinsom i rames.
• L legn l’é prezious e l vegn durà soraldut per èrder / fèr treves e
cuerc.
PIN Te vigni pensier sotrissea la soluzion dreta anter la does che
te vegn proponet:
• L pin l’é n èlber da foa / da dascia che cresc su terens suc.
• La scorza la é de color maron / rossic e la se desfèsc a scaes.
• La voies les é longes dai 3 ai 5 zentrimetes e les é binèdes adum doi a
doi, de n bel color vert scur / chièr.
• I piotoi, gregn dai 5 ai 7 zentimetres, dant i é verc / checegn e
dapò i doventa maron.
• L legn se se l doura da èrder l no mocigna / l mocigna n muie
i ciamins.
112
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
ZIRMTe vigni pensier sotrissea la soluzion dreta anter la does che
te vegn proponet:
• L zirm l’é n èlber da foa / da dascia de la familia di pins.
• La scorza la é de color grisc / neigher e mingol crepèda.
• Dal ram la voies vegn fora a gropes de 5 e les é longes /
curtes e tendres, de color vert scur.
• I broudoi i é de color violet-brun e daìte i à la ampomoles /
la nicioles n muie bones da magnèr.
• L legn l’é n muie prezious, l vegn durà soraldut per zipièr /
èrder e l tegn n bon odor n bel trat.
L JECH DEL MEMORYChest jech dajarà l met de meter ensema i desvalives momenc del lurier del legn,
da canche se bat jù la pianta fin a canche l legnam vegn durà dal marangon.
La tesseres che l’é ite te chesta piates zentrèles les va taèdes: la prumes ot
moscia la fegura del lurier che vegn fat, te la secondes ot l’é scrit so inom, te
la terzes ot l’é l’inom de l’èrt che vegn durà te chel lurier e te la ultimes ot l’é la
fegura de chest èrt.
Metarede duta la tesseres sun desch utèdes en ju e, tegnan ben spartii i cater
gropes, cognarede troèr la cobies dretes col cerner la sort de abinament che
volede fèr:
fegura del lurier – so inom
èrt durà – sie inom
fegura del lurier – fegura de l’inom durà
inom del lurier – inom de l’èrt durà
Dapò metarede ensema duta la cobies dretes te l’orden che vegn dò, che moscia apontin i momenc di desvalives lurieres coi èrc duré:Bater jù - Seon
Sramèr – Manarin e cortelac
Scorzèr – Scorzarel
Toalèr – Zapin
Tirèr a stroz – Cedena da bosch
Meter a tasson – Canaòla
Seèr – Zenghia
Lurèr da marangon – Marangona
Ben segur, venc la squadra che é bona de fèr l maor numer de abinamenc, o
che é bona per pruma de meter ensema a na vida dreta l’orden con duta la
tesseres.
Bon spas!
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
ABBATTIMENTO
BATER JÙ
SCORTECCIATURA
SCORZÈR
TRASPORTO A STRASCICO
TIRÈR A STROZ
SEGAGIONE
SEÈR
LAVORO DI CARPENTERIA
LURÈR DA MARANGON
AVVALLAMENTO
TOALÈR
DIRAMATURA
SRAMÈR
ACCATASTAMENTO
METER A TASSON
117
Qua
dern
o di
datti
co C
odej
el d
idat
ich
Veie legn che te stes tel boschrencura la storia del temp e del vent
Ti ties anie ic lejarà de n’outa coscita dalenc
coscita intoron…
Claus Soraperra
118