Do Hit numero 2

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La rivista ufficiale della Federazione Italiana Hit Ball. In questo numero i campioni d'Italia 2012 e l'intervista a Marco Dolfin

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Aprile - Maggio - Giugno 2012

Anno 01 Numero 2Aprile-Maggio-Giugno 2012

Direttore Responsabile Patrizia Cascino [email protected]

Reg. Tribunale di Torinon° 72 del 02/12/2011

ROC - registro opeatori della comunicazione : 22055

PeriodicitàBimestrale

Grafica e ImpaginazioneSerena [email protected]

Hanno collaborato a questo numero:Giacomo Catellani, Francesco Pellitteri, Paola Sacchettino, Gianluca Zanetti

Contributo fotograficoDario Dusio, Enrico Rolando, Marco Dolfin, Luigi Gigante,Barbara Bonassin

StampaByblos s.r.l.

Copyright ©, tutti i diritti riservati. E’vietata la riproduzione totale o parziale di testi, foto, disegni pubblicati su Do Hit, con qualsiasi mezzo, salvo espressa autorizza-zione dell’ Editore. L’editore non risponde dell’opinione espressa dagli autori.

Per collaborare con noi scrivi a:[email protected]

La nostra stagione agonistica si è ormai conclusa con i playoff scudetto e con gli spareggi tra le serie per decidere chi viene promosso e chi è costretto a retrocedere. Un ottimo momento per introdurre novità e curiosità anche sulla nostra pagina face book approfittando della pausa estiva. Infatti, a partire dal mese di giugno, potrete trovare sul profilo di Do Hit alcune istantanee scattate dal nostro fotografo ufficiale Enrico Rolando durante le partite. Tiri, parate, adrenalina, esultanza e disperazione: in una parola Hit Ball.

Inoltre si stanno ultimando i lavori per la costruzione di un nuovo portale web della Federazione Italiana Hit Ball sul quale sarà ubicata la sezione destinata alla nostra rivista e dove potrete scaricare il modulo di abbonamento. A questo proposito ricordo a tutti gli abbonati che è possibile ritirare la propria copia presso il bar del Palahit o, se impossibilitati a farlo, di contattarmi tramite e-mail. Inoltre chi volesse ancora abbonarsi per il 2012 può farlo in qualunque momento o presso il Palahit o via mail e riceverà, al momento della sottoscrizione, anche tutti i numeri arretrati.

Come ormai di consueto rivolgo un appello a tutti quelli che vorranno

Editoriale

pag. 5 Lettera del Presidentepag. 6 Marco Dolfin: capitani si nasce di Patrizia Cascino

pag. 10 FIHB 20 ANNI : una grande festa di compleannopag. 12 Asti: primo Torneo Studentescopag. 13 A Genova si respira hit ball di Giacomo Catellani

pag. 14 Promozione a 360°: video e foto per il futuropag. 16 Scudetto 2012: 4 volte Red Devilspag. 18 Come eravamo: storia dell’hit ball 2a puntata

di Luigi Gigante

pag. 20 Hit ball:un tramite per l’educazione alla legalità

Patrizia Cascino

ed alla convivenza civile a cura della dottoressa Paola Sacchettino

pag. 21 Iniziano i tornei pag. 22 Serie A1pag. 23 Serie A2pag. 25 Serie B1pag. 26 Serie B2pag. 27 Serie C1pag. 28 Serie C2pag. 29 Organigrammapag. 30 Tutte le Associazioni affiliate FIHB pag. 31 Un mondo di corsi

collaborare con noi mandandoci articoli e/o materiale fotografico sia storico sia nuovo, possibilmente in alta risoluzione, pregandovi di contattarmi all’indirizzo e-mail: [email protected]

Ogni materiale ricevuto verrà sottoposto al giudizio della redazione e, nel caso venga ritenuto valido e conforme alla linea editoriale, sarà pubblicato.

Buona lettura a tutti!!

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Solo apparentemente i partiti e le partite (di calcio) non hanno nulla in comune.Non serve citare “il calcio oppio dei popoli”.Da sempre i partiti in modo trasversale (e non solo a Roma) hanno difeso, tutelato e sostenuto in tutti i modi il mondo del calcio (concedendo agevolazioni fiscali impensabili per le altre associazioni sportive e per i singoli cittadini, costruendo migliaia di stadi, tribune, campi di calcio, calcetto, calciotto e adesso sostituendo l’erba con quella artificiale sempre a spese dei contribuenti).Oggi sicuramente i partiti e le partite sono accomunati dall’esigenza di tornare ad essere credibili agli occhi degli italiani che li osservano con molte legittime perplessità, mettendo giustamente in dubbio la liceità dell’intera classe dirigente (in entrambi i casi) a proseguire nel loro rispettivo mandato.Un’altra cosa che accomuna le partite ai partiti è il commis-sariamento subìto recentemente dal governo attraverso un fax dell’Unione Europea (che ha coinvolto anche l’intero sistema dei partiti) e il commissariamento di qualche anno fa (oggi le cose sono ulteriormente peggiorate) della federazione più importante del CONI e cioè la FIGC.Ruberie, corruzione e malgoverno da una parte (e conseguentemente cittadini bidonati, vessati e umiliati e principi costituzionali calpestati), partite vendute e taroccate a scopo di lucro dall’altra (e conseguente-mente spettatori e scommettito-ri bidonati, principi fondanti dello sport calpestati e sostenitori delle squadre derisi e vilipesi) hanno ulte-riormente peggiorato la situazione minando in modo forse irreversibile il rapporto di fiducia con i cittadini.La scelta del titolo del Convegno del Ventennale della nostra federazione

“Venti … di aria nuova” si è rivelata azzeccata. Le nostre richieste più immediate (riconoscimento dell’Hit Ball da parte del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e inserimento del nostro sport nell’elenco delle discipline previste nell’ambito dei Giochi Sportivi Studenteschi), che

erano già condivisibili qualche anno fa, acquisiscono oggi il carattere di urgenza e in un certo senso hanno anche un valore di risarcimento per un danno accertato e perpetrato per troppi anni.Gli applausi che hanno accompagnato questa nostra richiesta durante il convegno confermano che tutto il movimento chiede a gran voce che le aspettative vengano finalmente accolte favorevolmente dagli enti preposti. L’Italia che si fa del male da sola a causa di una classe dirigente impegnata a fare gli interessi di pochi eletti anteponendo questi interessi a quelli di tutti ha fatto inesorabilmente il suo tempo e deve farsi da parte oppure dare segnali inequivocabili di inversione di tendenza e di disconti-nuità.Giovedì 12 aprile, per una felice combinazione anche in contempo-ranea alle ore 14, si sono svolte ad Asti e a Genova le fasi provinciali dei Giochi Sportivi Studenteschi di Hit Ball. A Milano, e forse anche a Vercelli, avranno luogo per la prima volta.Niente di nuovo intendiamoci perché già in passato erano state organizzate fasi provinciali a Biella e addirittura fasi interregionali Lazio e Campania (giunte alla terza edizione consecutiva). Un’ulteriore prova del fatto che il nostro sport sta sfondando sistematicamente “il muro di gomma” istituzionale che vorrebbe limitarne la diffusione.Cresce “nonostante” e non “grazie a”.E questo accade nel nostro Paese siste-maticamente quando non chiedi favori ma rivendichi semplici e sacrosanti diritti.Quando non ti assoggetti al sistema ma vuoi, in una qualche misura (sia pure piccola), contribuire a cambiare il sistema o comunque più semplicemente essere e rimanere libero di esprimere le Tue opinioni senza padroni e/o padrini.Un umile suggerimento ai partiti, al Ministero della Pubblica Istruzione e al sistema istituzionale sportivo nel suo complesso (Comitato Olimpico Nazionale Italiano e assessori allo sport locali): ponete mano al più presto alla questione dimostrando così discontinuità con un passato che si sta facendo di giorno in giorno

Luigi Gigante

sempre più ingombrante e pesante.E non si dica per favore che ci sono, in questo momento di crisi, altre priorità.Anche ammettendo che il CONI, l’esercito degli Assessori allo sport del nostro Paese (tutti senz’altro indispensabili e indipendenti…) e il Ministero della Pubblica Istruzione (compresi eventuali imboscati) si siano prodigati e occupati in passato in modo virtuoso e proficuo del bene pubblico, lo stiano facendo altrettanto bene oggi e continuino a farlo in futuro, del tempo libero da questi impegni sicuramente l’hanno avuto in passato, ne hanno oggi e ne avranno anche in futuro.Lo utilizzino per porre rimedio.L’Hit Ball ha dignità di sport, ha da tempo i requisiti per essere riconosciuto dal CONI e deve e può a buon diritto entrare a far parte delle discipline previste nell’ambito dei Giochi Sportivi Studenteschi a livello Nazionale. Si ponga rimedio.Grazie.

Cordiali sportivissimi saluti

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In questo numero abbiamo incontrato Marco Dolfin,

grandissimo giocatore e bandiera da sempre,

o quasi, dei Red Devils. In un’intervista sincera

e sentita abbiamo riper-corso insieme i suoi inizi, gli anni d’oro dei Diavoli

e l’incidente che l’ha colpito lo scorso ottobre

mentre si stava recando al lavoro in moto. Un’atleta si riconosce da tutto, non

solo da come gioca in campo o da quanto dona alla propria squadra, ma

principalmente dal suo cuore e quello di Marco è

davvero grande.

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Intervista

di Patrizia Cascino

Come sempre iniziamo dalle origini, come ti sei avvicinato all’hit ball? Era il 1995/1996, avevo 14 anni, e devo dire grazie a

mio fratello Alberto se ho conosciuto l’Hit Ball. Lui ci giocava a scuola e mi propose di andare a provare con lui e i suoi amici alla scuola Chiovini con Stefania Cauda. Fu un colpo di fulmine, mi ha appassionato da subito. Proprio alla Chiovini si formò il primissimo gruppo Red Devils. Ma di quei ragazzi solo io e Federico Cuffaro abbiamo poi continuato. Gli altri, Massimiliano Zulli, Silvio Cacamo, Marco Brusasco, Raffaele Giove e Chiara Andreoni, pian piano hanno smesso. La stessa Chiara è stata la prima capitana dei Red Devils proprio i primi anni. Poi, quando lei ha smesso di giocare, sono subentrato io e da lì non ho più mollato la fascia di capitano.

Quindi hai indossato da subito la divisa rossa?In realtà no, il primo anno ho fatto solo un campionato giovanile, poi ho sospeso. Mi è venuto a cercare Silvio

Benati per chiedermi se avevo voglia di fare due tiri con la squadra di Sonia Bertin, Assad Naber, ecc. Il problema però è che ero troppo piccolo per giocare con loro e ho resistito solo un mese, poi ho nuovamente sospeso. L’anno successivo mi ha richiamato Stefania e da lì è iniziata la mia vera “carriera”.

Nello scorso numero abbiamo chiesto a Stefania cosa vuol dire allenare, ora chiediamo a te cosa vuol dire essere al-lenati da Stefania.Beh, sicuramente all’inizio ci ha fatto lavorare parecchio anche perché eravamo un gruppo pieno di energia e voglia di fare e di migliorare. Lei è sicuramente riuscita a convogliare bene tutta la nostra grinta nel modo migliore facendo sì che il nostro spirito adolescenziale si trasformasse in agonismo puro. In quel gruppo di allenamento c’erano i germogli delle due squadre che poi sono diventate Red Devils e Sotomayor. Ovviamente, nel corso degli anni, si sono aggiunte altre persone e si son creati vari miscugli tra le due formazioni. Nei primissimi Red c’erano, ad esempio, oltre a me,

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Federico Cuffaro e Daniele Botosso, poi, dalla fusione con i Sotomayor, si sono aggiunti Marco Virgilio, Stefano Benedetto, Francesco Parolin e Daniel Guzzafame.

Ma tu sei sempre stato un Red, l‘attaccamento alla maglia per eccellenza

Sì, non ho mai avuto ripensamenti e anche essere capitano da così tanti anni qualcosa vuol dire. Per me è sempre stato un onore poter indossare ipoteticamente la fascia da capitano anche perché, pur cambiando negli anni le persone, lo spirito è sempre rimasto quello dell’inizio. Il gioco veloce e la coesione di squadra sono sempre stati gli elementi fondamentali dei Red Devils. Un po’ per scelta della nostra allenatrice (come detto nell’intervista del numero scorso da Stefania Cauda ndr.) e un po’ per scelta nostra, non abbiamo mai voluto avere un giocatore principale su cui affidare l’intero gioco, ma un gruppo in cui ognuno ha il suo

ruolo, che lavora unito per raggiungere un obiettivo. E negli anni la nostra scelta è stata premiata perché, come squadra, abbiamo vinto tre volte lo scudetto e abbiamo disputato in moltissime occasioni la finale.

Già, tre scudetti vinti. Cosa si prova, quali sensazioni quando il fischio finale sancisce la vittoria di un campionato?

Noi abbiamo iniziato a vincere quasi in concomitanza con l’apertura del Palahit. Si può dire che la squadra non era proprio all’inizio, ma quasi. Il primo campionato in cui si iscrivono i Red Devils è la stagione 1998/1999. Mentre il primo scudetto risale al 2003 e io avevo solo 22 anni. L’anno successivo arrivammo in finale, ma non riuscimmo ad accaparrarci la vittoria. Prontamente, però, ci prendemmo la rivincita negli anni successivi vincendo sia nel 2005 sia nel 2006. Sono stati anni molto belli. Anche se il gruppo era sempre in continua evoluzione e alcuni anni eravamo più forti, altri meno, la squadra è sempre rimasta ad alti livelli e

ha sempre combattuto per i primi posti. Poi ovviamente anche gli altri hanno preso le contromisure e di conseguenza è diventato tutto più difficile, ma la cosa importante è che alla fine siamo sempre una squadra da battere. L’emozione della finale è indescrivibile perché quelle partite (andata, ritorno e bella ndr.) sono il compimento di un percorso durato un anno, di un obiettivo posto a settembre e raggiunto a giugno. Molte volte ti trovi a giocarti un’intera stagione nell’arco di qualche partita, o di una sola, o addirittura di un over time, perché sono molti, nell’Hit Ball, gli scudetti vinti con un over time. Sono momenti molto molto tesi, intensi e non così facili da spiegare. E’ sicuramente un bellissimo riconoscimento e una grande soddisfazione da condividere con i compagni.

Il vostro punto di forza è stato e rimane tutt’ora comunque la difesa.

All’inizio soprattutto, quando si è tutti giovani, c’è più voglia di tuffarsi in terra, di buttarsi da una parte all’altra. Ora, pur

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individuale, per quanto faccia piacere.

Ormai da due anni sei diventato medico federale prendendo il posto di Alessandro Vendrame che ha dovuto lasciare per i troppi impegni. Come sta andando?

E’ sicuramente un bel riconoscimento e mi fa molto piacere esser stato scelto per questo ruolo. E’ bello mettere a disposizione della Federazione tutti gli anni di studio e la recente specializ-zazione in ortopedia potendo essere così utile agli altri. In effetti era già un po’ di tempo che i compagni e gli altri giocatori si rivolgevano a me per avere dei consigli quando avevano dei dolori da qualche parte. Fortunatamente il nostro è uno sport in cui gli infortuni legati strettamente al gioco sono rarissimi.

L’anno scorso è stato sicuramente un anno molto importante per la tua vita: hai conseguito la specializzazione, hai compiuto trent’anni e ti sei sposato. Ma purtroppo quando la vita riserva momenti così belli, a volte, la fregatura è dietro l’angolo. A ottobre un inciden-te stradale ha fatto tremare tutti noi.

Sì, l’anno scorso mi sono fatto un bel po’ di regali. Al rientro dal viaggio di nozze, però, non abbiamo potuto

non parlando di invecchiare nel senso proprio del termine, i trent’anni, nella pratica sportiva ad alti livelli, iniziano a farsi sentire e non hai più la stessa voglia e le stesse possibilità fisiche di lanciarti ovunque. Come dicevamo già con lei, la difesa, punto forte di Red Devils e Sotomayor da sempre, è probabilmente l’impronta più visibile di Stefania.

In parte sicuramente è merito suo perché con esercizi mirati ci ha allenato a tuffarci, in parte è probabilmente anche una caratteristica nostra. Diciamo che, con l’allenamento giusto, siamo riusciti a migliorare una nostra inclinazione.

Anche per te innumerevoli premi personali, ogni anno solitamente fai la spola dal tuo posto al tavolo delle premiazioni. Cosa significa vincere tanto come atleta?

Quando inizi ad essere un po’ conosciuto fa sicuramente un gran piacere. Ora, col senno di poi, scambierei molto volentieri un po’ di quei premi personali per altri di squadra. E’ tutta un’altra sensazione vincere qualcosa con i compagni, condi-videre la tensione e la gioia, lavorare un intero anno insieme per raggiungere un obiettivo condiviso con gli altri è decisa-mente meglio che ricevere un premio

goderci molto la vita da neo sposati, ma capita anche quello. Diciamo che volevo testare la scelta che avevo fatto e obbiettivamente mia moglie ha superato la prova a pieni voti. I primi mesi non sono stati sicuramente dei più facili, ma la sua figura al mio fianco è stata fondamentale. Mi rendo conto che all’inizio non siamo stati troppo di compagnia, però è stato un momento molto complicato e non si riescono a spiegare tutti i momenti e le sensazioni passate in questi mesi. Subito provi delle cose, man mano che vai avanti ti rendi conto di altre, poi prendi coscienza di alcuni aspetti…chiaramente anche di alcune cose che non potrai più fare e di altre che invece hai la fortuna di tornare a fare. Anche riguardo al discorso Hit Ball è logico che all’inizio si fanno mille progetti e mille sogni, poi andando avanti ti rendi conto delle condizioni effettive del tutto, dell’impegno psico-fisico che la riabilitazione richiede, del fatto che non riesci a muovere le gambe come vorresti. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Forse tutto quello che c’è dietro non lo colgono tutti, ma io, con le mie conoscenze e il mio percorso di studi, me ne rendo conto. Quando è appena successo pensi di riuscire a rientrare addirittura per i playoff, però andando avanti ti rendi conto che non è

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possibile. E’ giusto sognare e continuare a credere, comunque, ma è anche bene prendere coscienza delle cose per quelle che sono senza costruirsi troppi castelli che se poi dovessero risultare impossibili devasterebbero lo spirito. Molto probabilmente sarà impossibile per me rientrare nei Red e in A1. Per carità è ovvio che se avrò la possibilità di tornare in piedi, anche solo con le stampelle o quant’altro, qualche tiro proverò a farlo, ma chiaramente sarà tutta un’altra cosa e bisognerà vedere se mi basterà quello che riuscirò a fare. Per fortuna ho uno spirito decisamente agonistico e cerco sempre di vincere ogni partita, anche questa. Vedrò al termine di questi mesi, o anni, di riabili-tazione cosa riuscirò a fare e come, ma sicuramente sceglierò qualcosa che

L’incoraggiamento più grande per i giovani?

Allenarsi tanto e divertirsi sempre!

sia in grado di fare bene e che possa tornare a darmi grandi soddisfazioni sportive.

Una cosa è sicura: qui, nel mondo dell’Hit Ball, una grande famiglia ce l’hai e, per quanto vorremmo tutti rivederti in campo, sarà eventualmente comunque un orgoglio poter dire che il nostro medico federale gioca ad alti livelli in qualche altro sport.

Ho sentito davvero un grande affetto da parte di tutti. E’ chiaro che alcune cose sono difficili da digerire e da far digerire alle persone che ti stanno accanto, perché chiaramente ad alcuni capita che dopo un incidente si possa tornare in campo come prima, ma ad altri va anche decisamente peggio di me. Io ringrazio ogni giorno quanto sono riuscito a recuperare, anche perché vivendo all’unità spinale di un ospedale impari che nella vita ci sono delle situazioni ben peggiori della tua, per quanto brutta possa sembrarti, e allora viene naturale ringraziare e accogliere ogni microscopico miglioramento, non di giorno in giorno, ma di mese in mese, con lo spirito giusto. Impari a non lamentarti più per quelle che prima ti sembravano cose gravissime e che ora appaiono solo più come piccolezze.

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Era il 26 marzo 1992 quando dodici persone firma-rono un foglio di carta e con quel semplice gesto permisero l’inizio di una grandissima avventura

chiamata Federazione Italiana Hit Ball. Delle 500 e più persone che praticano oggi l’Hit Ball alcune non erano neppure nate. Vent’anni, nell’arco di una vita umana sono poco meno di un quarto del totale, per uno sport, confrontato con quelli pluricentenari, equivalgono a pochi mesi di vita. Eppure di passi ne sono già stati fatti così tanti che un convegno di due ore è riuscito solo in parte a raccontarli. Già, perché per festeggiare nel modo più consono una ricorrenza così importante per noi, ma anche per la città di Torino che ha dato i natali all’Hit Ball, è stato organizzato il 31 marzo scorso un Convegno nella sede storica della SUISM, Scuola Universitaria Interfacoltà Scienze Motorie.Accoglierci nelle aule in cui si sono formati tutti i docenti di Educazione Fisica di ogni grado di Torino e non solo è stato un bel riconoscimento. Non solo. La professoressa Robecchi, Presidente della SUISM,

durante il suo intervento, ha anche annunciato che la materia Hit Ball acquisirà, a partire dal prossimo anno curricolare, ben 6 CFU (Crediti Formativi Universitari). Ormai da diversi anni i CFU sono entrati a far parte del mondo universitario e convenzionalmente 1 CFU è pari a 25 ore di lavoro. Vantare, quindi, 6 CFU significa essere considerata una materia già molto importante. Non sarà più quindi un corso che molti studenti consideravano “cuscinetto” in cui passare del tempo portandosi a casa un voto “facile”, ma sarà a tutti gli effetti uno sport insegnato e praticato dagli studenti SUISM che inizieranno a considerarlo serio e importante come lo considerano i dirigenti SUISM. Ma non si è parlato solo di questo. Quando la professoressa Robecchi si stupisce di poter conoscere l’inventore di uno sport fa pensare che sì, siamo giovani – perché in fondo del tennis, della pallavolo, del basket e di quasi qualunque altro sport non si può più conoscere il fondatore – ma grazie al mezzo di comunicazione più importante e universale che esista

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oggi, internet, si può essere conosciuti anche da chi non entra in contatto diretto con lo sport. Addirittura, la stessa professoressa afferma di aver sentito così tanto parlare dell’Hit Ball nelle tesi dei suoi studenti che ormai è come lo conoscesse da sempre. Ovviamente sia Luigi Gigante sia Silvio Benati, rispettivamente Presidente attuale e Presidente Onorario, hanno ripercorso brevemente la storia di questi ultimi vent’anni anche grazie alle immagini che passavano alle loro spalle. Grandissimo risalto ha avuto il video delle prove di gioco in India dove è stata fon-data, nel 2008, la Federazione Indiana Hit Ball grazie al lavoro e all’impegno di Tommaso Bobbio, nipote del famoso Norberto Bobbio. Tra i relatori ricordiamo anche l’intervento della dottoressa Paola Sacchettino che ha rivelato un progetto che la FIHB sta cercando di met-tere in moto: portare l’Hit Ball, sport nato per sedare il bullismo e l’aggressività dei ragazzi, nelle carceri. Speriamo che questo bel progetto abbia sèguito negli enti preposti a decidere. Altro intervento significativo

è stato quello del Delegato Regionale per il Centro Italia, Enzo Antimi. Ha aggiornato sui progressi e il sempre maggior interesse che sta riscontrando nei ragazzi delle scuole di Lazio e Umbria e non solo. Anche per quest’anno è previsto il Torneo Interregio-nale del Centro-Sud per le regioni di Campania e Lazio.Alla fine della conferenza tutti i convenuti sono stati invitati a trasferirsi presso il Palahit dove si son tenute delle prove di gioco sia tra iscritti ai campionati nazi-onali, sia tra iscritti ai campionati studenteschi. Grande presenza degli studenti del Liceo Scientifico “Carlo Cattaneo” intervenuti in massa.Un generoso buffet ha salutato tutti gli intervenuti concludendo nel migliore dei modi una bellissima festa di compleanno a cui gli amici di sempre e molti volti nuovi hanno voluto partecipare per spegnere tutti insieme le prime venti candeline e accendere un faro proiettato verso il futuro.

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Il 12 di Aprile 2012 è stato un piccolo grande giorno per tutto l’Hit Ball. In via Diaz 8, a Genova, si è svolto il primo torneo di sole squadre liguri. E’ stata la prima volta nella

nostra storia.Questo triangolare, equiparato alla serie C2, è stato vinto dai ragazzi del Liceo Scientifico Conv. Colombo, allenati dal prof Vallebona, che in pochi mesi è riuscito a costruire una formazione solida e ben organizzata, con buone basi tecniche e un valido impianto difensivo. Il suo concreto ed infaticabile lavoro con questi ragazzi ha fatto sì che questo piccolo sogno si avverasse. La squadra del Liceo Classico D’Oria, scuola ospitante, si è piazzata seconda. Terzo posto per la formazione dell’Istituto Vittorio Emanuele Ruffini, che pur avendo conosciuto l’Hit Ball da appena tre settimane, ha tenuto testa alle altre due squadre dimostrando di avere ottimi elementi e un buon potenziale.Nell’ultimo anno, grazie al lavoro di un tecnico Federale, all’impegno della Federazione e alla passione dei professori e dei ragazzi, oltre 2000 studenti e una decina di insegnanti genovesi hanno conosciuto l’Hit Ball. E ci sono già molte scuole, per il prossimo anno, che vorrebbero aderire al progetto, completamente gratuito e finanziato al 100% dalla FIHB. Ovviamente l’obiettivo è fornire a questi ragazzi un luogo e degli istruttori per allenarsi e creare la prima, vera, squadra della Liguria. Promuovendo, durante il prossimo anno scolastico nelle ore curricolari, l’Hit Ball attraverso una presentazione a ragazzi e docenti, vogliamo diffondere la conoscenza del nostro sport nel territorio del comune di Genova e sicuramente lavoreremo sodo per raggiungere quanto prefissato.

di Giacomo Catellani

PARTITE GIOCATE

Liceo Classico D’Oria – Liceo Scientifico Conv.Colombo

12 – 16

Liceo Scientifico Conv.Colombo – Ist.Vitt.Emanuele II-Ruffini

17-8

Liceo Classico D’Oria – Ist.Vitt.Emanuele II-Ruffini

14-10

CLASSIFICA FINALE

1 posto: Liceo Scientifico Conv.Colombo2 posto: Liceo Classico D’Oria3 posto: Ist.Vitt.Emanuele II-Ruffini 13

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Negli scorsi mesi la FIHB, grazie all’intervento di professionisti legati al mondo dell’Hit Ball,

è riuscita a svecchiare e rinnovare il lato multimediale di se stessa. Infatti sono stati creati sia un nuovissimo e moderno video promozionale (di cui si sono occupati Sara e Stefano Meloni), sia un rinnovato set fotografico (a cura di Dario Dusio). Questi strumenti, accompagnati da un sito web completamente ricostruito su basi moderne e accattivanti (a cura di No Gap s.r.l.), dovranno costituire le armi con cui l’Hit Ball affronterà la sua scalata ai media di ogni estrazione e di ogni regione. Per promuovere il nostro sport presso sponsor privati, per cercare di ottenere finanziamenti e contributi pubblici, per incentivare e incuriosire media e televisioni, per presentarci nel migliore dei modi a chi non ci conosce, serviva questo tipo di materiale, ecco perché il Consiglio Federale e la Commissione Marketing e Comunicazione si sono attivati in questa direzione. Nell’era del digitale e di internet, possedere foto e video di elevata qualità professionale può – anzi dovrebbe – fare la differenza. Ora abbiamo le armi per combattere e combatteremo!

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Come sempre l’incontro tra le due finaliste che si contendono lo scudetto è emozionante e adrenalinica anche per

chi si trova al di fuori del campo. Quest’anno le due contendenti che si sono affrontate nelle finali (vittoria decisa al meglio delle tre sfide) sono state i Red Devils e il Piccolo Club. Entrambe queste formazioni hanno avuto un anno particolare. La prima ha dovuto superare il trauma dell’incidente al capitano di inizio stagione, risalire la china e riportarsi ai livelli che le sono più consoni uscendo sulla lunga distanza e disputando grandissimi playoff. La seconda, nella scorsa estate, si è completamente rivoluzionata e del “vecchio” Piccolo Club è rimasta soltanto Valentina Delvecchio. Partiti comunque tra le squadre

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favorite per il titolo hanno confermato in pieno le aspettative. Per entrambi un intero anno faticando e sudando per arrivare a queste ultime tre partite e vincere o perdere tutto nell’arco di tre ore di gioco: questa è l’essenza di una finale. In gara 1 conducono fin da subito nettamente i Diavoli Rossi che iniziano con un ritmo deciso ed efficace che li porta a chiudere i primi 45 minuti con un deciso 81 a 70, lasciando il Piccolo Club incapace di reagire all’arrembante grinta rossa. In gara 2 la musica è tutta un’altra. La formazione capitanata da Giovanni De Nichilo riesce a scrollarsi di dosso l’eccessivo nervosismo di gara 1 e, dal secondo tempo, ad impostare il proprio ritmo di gioco, prima recuperando e infine superando di misura gli avversari. Il Piccolo Club si aggiudica così, sul filo del rasoio (63-60 il finale), la possibilità di giocarsi il tutto per tutto nella “bella”.L’11 giugno, le due squadre si ritrovano

ancora una volta in campo, ma questa sarà quella decisiva: dal campo uscirà sicuramente il Campione d’Italia. Fuori dal Palahit, intanto, il cielo sembra voler esplodere, tuoni e fulmini promettono grande spettacolo e moltissima acqua.Al fischio d’inizio si rompono gli indugi ed ogni congettura e previsione della vigilia scivola via, lasciando il posto alla concentrazione e alla primordiale voglia di vincere. Man mano che il tempo passa il livello di adrenalina nel sangue dei giocatori aumenta, aiutato dal fatto che, come nella sfida di ritorno, il punteggio varia di pochissimi punti a favore dell’una o dell’altra squadra. Passa il primo quarto d’ora anche se il numeroso pubblico non l’ha neppure visto, completamente catturato dal gioco veloce e brillante delle due squadre. Il tabellone riporta un esiguo vantaggio di 20 a 18 a favore dei Diavoli, ma tutti sanno che è come fossero pari. Si rientra e gli occhi dei giocatori, prima

determinati e concentrati, sembrano man mano trasformarsi, di minuto in minuto, in intensi fari. Fuori inizia a piovere.Il secondo quarto d’ora finisce 44 pari, la tensione è alle stelle.E qualcosa nei nervi della formazione nero-verde sembra rompersi dopo appena un minuto dalla ripresa. Incassano uno, due, quattro punti di seguito e la paura di subirne ancora forse li blocca. In 15 minuti devono raccogliere la palla dalla porta 14 volte in più degli avversari.Fuori sembra debba venire giù il cielo. Tuoni e diluvio sembrano accompagnare la cavalcata dei Red Devils verso lo Scudetto. Al fischio finale di Marco Fontana il risultato che si fisserà nelle menti e nei cuori dei 14 giocatori coinvolti è di 77 a 63. Così il 20° Scudetto della FIHB verrà cucito il prossimo anno, per la quarta volta, su una maglia “indiavolata”.

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è sempre stata una vera mania e forse proprio questa mania fu galeotta…).La terna difensiva al posto del portiere unico, tradizionalmente e universalmente concepito, mi sembrò da subito molto utile per far uscire i portieri da quell’isolamento, da quel ruolo atipico e diverso dai loro compagni caratteristico di tutte le altre discipline a squadre con la porta di gioco.La solitudine dei portieri, il loro stra-n i a m e n t o dal gioco e la relativa facilità con la quale v e n g o n o indicati come responsabi l i di sconfitte e difficoltà della squadra in alcuni ambienti sportivi, era ed è un tema ancora appas-sionante per chi si occupa di sport con uno sguardo aperto s u l collettivo e sulle ricadute sociali dello sport e del tema dell’educazione attra-verso lo sport.Il continuo alternarsi tra attacco e dife-sa, garantito dalla dinamica di gioco e dal regolamento, determina l’impossibilità di speculare poco dignitosamente sul risultato parziale acquisito attraverso mezzucci, espedienti e meline varie che reputavo e reputo tuttora antitetici con i principi fondamentali di

lealtà e correttez-za sportiva.L’imprevedibilità delle traiettorie e delle situazioni di gioco legate ai rimbalzi, alle respinte e alle deviazioni, che secondo la mia opinione d e l l ’ e p o c a avevano si-

militudini solamente con il calcio e non con le altre discipline, sono garanzia da sempre di divertimento e di gradimen-to.

2a puntata

In quello scantinato adibito a palestra nacque così il nostro sport.Nel corso di quell’anno scolastico

(1978-1979) l’Hit Ball iniziò a dimostrarsi efficace in modo persino sorprendente e sin dall’inizio mi convinsi della necessità di proseguire e dare al progetto il carattere più ufficiale possibile e la maggiore visibilità.Osservando quei ragazzi giocare notai soprattutto i sorrisi e il divertimento, l’aggressività controllata e controlla-bile, l’entusiasmo e la voglia di giocare che prese ben presto il sopravvento sulle provocazioni, sui conflitti sistematici, sulle discussioni e sulle polemiche sterili e inutili.Ma notai anche l’adrenalina e l’agonismo, la difesa e l’attacco in quel continuo, inevitabile, ribaltamento senza soluzioni di continuità.Ben presto mi resi conto di avere a disposizione un nuovo strumento di lavoro, adatto sotto tutti i punti di vista, e di poterlo utilizzare come arma di scambio e come strumento utile per poter educare e rieducare, per raggiungere gli obiettivi prefissati altrimenti irraggiungibili.Ma soprattutto capii, per dirla come Jovanotti, che mi avevano regalato un sogno.Gli aspetti della dinamica di gioco che seguirono mi conquistarono subito: aggressività liberata positivamente sul pallone, sport di opposizione senza contatto fisico, conseguente preven-zione degli infortuni con minori possi-bilità di conflitti e infortuni rispetto ad altre discipline sportive a squadre, t e n d e n z a alla sim-metria nei gesti supe-riore ad altri sport.Poche pause o tempi mor-ti a tutto van-taggio della continuità e del miglior utilizzo possibile del tempo a dispo-sizione durante le ore curricolari sco-lastiche (devo confessare che per me

Oltre all’imprevedibilità delle traiettorie mi piacque subito e molto il fatto che i giocatori non potessero esercitare un controllo eccessivo sul pallone, difenden-dolo, impossessandosene e mettendo in atto azioni individuali egoistiche ed esasperate.Conseguentemente mi piacque ancora di più che la dinamica di gioco che stava na-scendo non consentisse di escludere nes-sun compagno, soprattutto non consen-

tisse logiche di branco (tanti compagni contro uno) per emarginare, ta-gliare fuori, escludere e/o semplice-mente ostacolare la libera espressione e partecipazione da par-te di tutti.La logica del branco esisteva già, ma fu sot-tovaluta e come tutti i fenomeni sminuiti si in-sinuò fino a diventare il problema scolastico che è, a mio parere, ancora oggi minimiz-zato (il branco contro il secchione…) e so-prattutto impunito da parte di un’istituzione

scolastica che appare debole e disarmata e comunque incapace di difendere e tute-lare i deboli contro il branco dei presunti “forti”.Si afferma così la prevalenza della pre-potenza e soprattutto la negazione dei più elementari diritti (il diritto allo stu-dio e alla propria formazione personale) e paradossalmente la scuola assiste alla negazione di sé stessa e della sua stessa funzione consegnandosi nelle mani del branco e dei suoi scopi di disimpegno e di fancazzismo.Tornando all’Hit Ball pochi sanno che inizialmente era consentito il doppio solamente facendo rimbalzare la palla contro una parete qualsiasi tra il primo e il secondo colpo consecutivo. Questa regola intendeva incoraggiare e premiare la coordinazione e il controllo delle traiettorie e il merito dei singoli giocatori, ma ben presto venne modificata proprio per favorire la partecipazione di tutti i componenti della squadra impedendo

di Luigi Gigante

In alto uno dei primi articoli apparsi su una rivista specializzata; in basso prove di gioco

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l’eccesso di protagonismo individuale. In questo modo cercai di assecondare la libera e casuale partecipazione di tutti, determinata esclusivamente dalle traiettorie e dalla loro imprevedibilità e non tanto dalla volontà dei singoli giocatori. Il coinvolgimento totale dei giocatori durante le partite era ed è garantito dalla dinamica del gioco e dalle caratteristiche dell’impianto di gioco con le pareti considerate parte integrante della struttura. L’Hit Ball richiede un’elevata dose di impegno perché la mancanza di pause, la continuità esasperata e la necessità di concentrarsi sul gioco calandosi completamente e restando dentro all’avvenimento, fa sì che per tutta la durata della partita non ci sia alcuna possibilità di estraniarsi, di autoemar-ginarsi, defilarsi o anche solamente distrarsi e riposarsi per qualche istante.A livello scolastico mi piacque il carat-tere libero e liberatorio dei gesti fon-damentali e la loro semplicità nel primo approccio. Gesti istintivi e naturali a garanzia della partecipazione di tutti indiscriminatamente e indipendente-mente dalle rispettive capacità motorie.Non si rendeva necessario un periodo di impostazione dei fondamentali di gioco alla ricerca di automatismi spesso com-plicati e per alcuni impos-sibili.L’ immediatezza nel passare dalle parole al diverti-mento certamente fece il resto, ma fu la possibilità di intervenire sulle dinamiche inter-personali in modo incisivo, attraverso il nuovo strumento educativo, che mi colpì più di qualsiasi altro aspetto.L’introduzione dei cinque secondi complicò sin da subito il lavoro di prevaricazione delle cosiddette prime donne e cioè quei maschietti adolescenti viziati e maleducati (almeno sportiva-mente parlando) sempre rappresentati in tutte le classi, abituati dai genitori (con la complicità spesso dell’allenatore e della TV) alla competizione senza regole o con regole per nulla condivisibi-li in seno alla propria squadra che in altri

contesti consente loro di prevaricare, arrogandosi indebitamente ruoli e interventi da protagonisti lasciando ad altri i ruoli di sacrificio e il lavoro sporco, fatto di fatica e di basso profilo.Mi piacque m o l t i s s i m o poter destabiliz-zare dinamiche discutibili pre-esistenti e questo ruolo di “restauratore” di dinamiche sociali, carat-terizzate da pari dignità, da pari opportunità e da quei valori che solo alcuni sport possono consentire di affermare e difendere, fu per me molto gratificante e credo anche molto utile.Mi sono sentito spesso come un falegname con il pallino delle invenzioni alle prese con la sperimentazione di un tipo di martello speciale particolar-mente adatto e più efficace degli altri

martelli preesistenti.Oppure, meglio ancora, come un idraulico con un sistema innovativo da perfezionare per individuare rapidamente un danno, localizzarlo, per poi procedere alla riparazione e alla sostituzione delle tubazioni danneggiate ripristi-nando in tempi brevi il regolare flusso dell’acqua.Venne poi il servizio militare che inter-ruppe bruscamente il tutto contro la

mia volontà. In ambito mili-tare feci qualche tentativo, ma mi resi subito conto che l’ambiente non era esattamente ideale per portare avanti un progetto innovativo.Innovazione, sperimentazioni e iniziative fuori ordinanza non trovarono spazio tra norme intransigenti, poca fantasia e nessuna deroga.

Mi rassegnai mio malgrado a rimandare i sogni per fare spazio a turni di guardia, alle esercitazioni, a montare e smontare fucili, traversine e ponti con

i miei compagni e poi negli ultimi mesi ad allenare la squadra di pallavolo maschile del corpo del Genio Ferrovieri, a preparare atleti-camente i tennisti partecipanti ai campionati militari e a condurre alle-namenti collettivi al corpo libero a favore dei miei commilitoni.Le scuole nelle quali mi trovai in servizio negli anni successivi, dal 1981 al 1985, - e cioè

la Demonte di Caselle e succursale di Mappano, Matteotti, Manzoni, Drovet-ti, Salvaneschi e Meucci – conferma-rono quanto di buono era già emerso in precedenza.Soprattutto queste scuole, così diverse tra loro, e con classi al loro interno altrettanto dissimili, confermarono che l’Hit Ball si adattava benissimo a tutti i contesti sociali e a quasi tutte le palestre. Nel 1986 i presupposti per il primo passaggio ufficiale e per dare visibilità al progetto c’erano tutti e quell’anno scelsi la scuola di servizio (ero soprannumerario e tutti gli anni dovevo cambiare aria…) con partico-lare attenzione alle dimensioni della palestra.La scelta cadde sulla scuola media “Costantino NIGRA” di Torino e la scelta risultò nel bene e nel male molto impor-tante se non determinante.

In alto e a sinistra alcune fotografie che ritraggono il primo modello sperimentale di bracciali.

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Sul piano legislativo, l’espressione “Educazione alla Convivenza civile” si ritrova per la prima volta nella legge Berlinguer 10 febbraio 2000, n. 30 sul riordino dei cicli. L’art. 3, comma 1 (punto d) della legge affida alla scuola, tra gli altri, il fine di educare “ai principi fondamen-tali della Convivenza civile”. L’art. 4, comma 1 dedicato alla natura e all’identità della scuola secondaria poi, nel ribadire che questo grado di scuola è chiamato a “consolidare, riorganizzare ed accrescere” quanto promosso nella scuola di base, ri-prende il disposto dell’art. 3, comma 1, parlando di “formazione [...] civile degli studenti, sostenendoli nella progressiva assunzione di responsabilità” (Balestri, 2008).

In considerazione del nuovo quadro giuridico di riferimento, a partire dal D.P.R. 275/99 che introduce

l’autonomia negli istituti scolastici e della circolare MIUR n. 62/03, da alcuni anni vengono attivate le otto ore di Educazione alla Convivenza civile previste dal decreto del MIT 30/6/2003 (una volta inserite nel POF - Piano di Offerta Formativa) all’interno del cur-ricolo, come approccio pluridisciplinare in orario curricolare.Fatto salvo che l’Educazione alla Con-vivenza civile dovrebbe far parte della “normale” educazione dei ragazzi in ogni contesto essi si vengano a trovare, l’attività sportiva in genere e l’Hit ball in particolare, possono e devono essere ambiti all’interno dei quali l’Educazione Civica trova la propria naturale colloca-zione espressiva ed educativa.

La scuola, la palestra ed il campo sportivo, qualunque sia l’attività che vi si svolge sono legalità, sono luoghi privilegiati sul piano delle relazioni sociali positive, poiché ci si confronta con gli altri: al loro interno bisogna rispettare delle norme e tenere una ben determinata condotta.

“E’ necessario che la famiglia e la scuola diventino i luoghi dove si sperimentano le relazioni e, quindi, si recuperano i significati, i luoghi in cui i valori e i diritti umani non devono essere solo proclamati, ma soprattutto vissuti e testimoniati perché hanno la loro

origine nella dignità della persona umana” (M. Indellicato, 2008).Nella definizione della C.M. del Ministero della Pubblica Istruzione, n. 302 del 25/10/1993 si legge:” Educare alla legalità significa elaborare e dif-fondere un’autentica cultura dei valori civili”.

Si tratta di una cultura che: - intende il diritto come espressione del patto sociale, indispensabile per costruire relazioni consapevoli tra i cittadini e tra questi ultimi e le istituzioni; - consente l’acquisizione di una nozione

più profonda ed estesa dei diritti di citta-dinanza, a partire dalla consapevolezza della reciprocità fra soggetti dotati della stessa dignità;- aiuta a comprendere come l’organizzazione della vita personale e sociale si fondi su un sistema di relazioni giuridiche;- sviluppa la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà e sicurezza, non possono considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite, volute ed una volta conquistate, protette.

Ogni forma di educazione è costituita da almeno 3 tipologie di fattori:

1. Fattore cognitivo (consapevolezza, competenza di ragionamento ed argomentazione, autoconoscenza);2. Fattore affettivo (sensibilità, rispetto per se stessi, empatia verso gli altri, amore per il bene);3. Fattore comportamentale (comuni-cazione, collaborazione, volontà realiz-zatrice).

L’interiorizzazione di un comporta-mento etico non consiste solamente nell’acquisire una serie di regole trasmesse da una generazione all’altra, ma nella costruzione di concetti morali che stanno alla base della comprensione per l’applicazione di tali regole (Balestri, 2008).

Continua...

A cura della dott.ssa Paola Sacchettino

Psicologia

“Vivere la legalità significa innanzitutto vivere il valore delle regole” (V. Servedio)

“La vita è sempre degna di essere vissuta e lo sport dà possibilità in-credibili per migliorare il proprio quotidiano e ritrovare motivazioni” (A. Zanardi)

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I mesi di maggio e giugno sono ormai tradizionalmente dedicati ai tornei che hanno quel sapore di pre-estate

che non guasta. Finita la regular season si aprono le porte del campo ai tornei: femminile, under 16 e under 14.Il femminile quest’anno contava ben sette squadre, record degli ultimi anni, e si articolava, come sempre, in un girone unico. La novità di quest’anno, però, è che grazie all’impegno e alla volontà di alcune ragazze nell’iscriversi già alle regular season, si sono create due nuove squadre: le Valkyrie (militanti in C2) e le Mmm…vabbè (direttamente discendenti dalle Tantoxgiocà della C1). In questo modo si è riusciti ad avere un torneo più lungo e più agguerrito

del solito. Tra le favorite c’erano ovviamente le Six Hit, vincitrici degli ultimi anni, ma leggermente rimaneg-giate nella formazione. Ma anche Le Incredibili, rimaste con il sestetto base e le Fuori di Te, capitanate da Julie Carpinelli e completamente rivoluzion-ate, erano date come pretendenti al titolo. Il 5 giugno, l’incontro clou del Torneo è tra Six Hit e Incredibili che occupano la prima posizione a pari merito. Dopo tre anni di dominio della formazione di Cauda, però, lo scettro passa nelle mani de Le Incredibili che si aggiudicano, con il risultato di 33 a 26, il primo posto. Seguono inevitabilmente le Six Hit e terze, ancora una volta ricon-fermate sul podio, le Fuori di Te.

Nelle giovanili, invece, bisogna registrare uno stazionamento del numero basso di squadre iscritte all’under 16: solo 3 formazioni. Ovviamente ogni partecipante occupa un gradino del podio che è stato così suddiviso: Sporting Team, New Team (precede per differenza hits), Manzoni.D’altro canto però l’under 14 è ogni anno in crescita e nell’edizione 2012 ha fatto registrare ben 10 squadre iscritte. Anche la qualità è aumentata. Molti infatti gli hit segnati e si sono potute apprezzare anche alcune azioni difensive ben strutturate. Vince la formazione Don Bosco Team, seguita da Rimbombiamo, terzo posto per Sporting Team.

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La regular season si era chiusa senza grandissime novità: Sotomayor primi per differenza hits sul Piccolo Club,

nonostante la vittoria di questi ultimi nella diciassettesima giornata. Terzi i Sunbeam, seguiti in ordine da Red Devils, Sinombre, Sunknights, Revelation, LabToHit, Le Iene e Sunnenbun. Gli ultimi due hanno dovuto assistere alla propria discesa verso la serie inferiore: i Sunnenbun d’ufficio, mentre Le Iene hanno dovuto cedere il passo a I Gadan che in due solo sfide si sono ripresi il posto nella serie maggiore. I giovanissimi LabToHit, invece, hanno tenuto duro e liquidato, non senza un po’ di fatica, gli Smasher Venaria, arrembanti dalla A2.

Si apre quindi il tabellone dei Playoff con Sotomayor e Piccolo Club promossi d’ufficio al secondo turno e tutti gli altri a vedersela con le prime squadre delle altre serie. Ecco allora I Gadan/Gears, ToWarriors/Sinombre, RDJ/Red Devils, Sunbeam/Hit Dogs, Sunknights/Smasher Venaria, Akuna Matata/Black Mamba. Quasi tutti gli scontri si risolvono secondo pronostico, tranne uno. I ToWarriors, reduci da un bel campionato in A2 si trovano di fronte i Sinombre che nell’ultima giornata di campionato hanno battuto il Piccolo Club. Ma la risoluzione dello scontro stravolge ogni pronostico. Vincono i ToWarriors stupendo per il gioco pressoché perfetto e andando a cogliere una vittoria decisamente meritata. I Sinombre non riescono a reagire in modo adeguato e, vivendo un incubo ad occhi aperti, si ritrovano fuori dalla corsa scudetto già al primo turno. A parte questa primissima sorpresa, il resto del tabellone procede con una discreta “normalità”, per la quale accedono alle semifinali le prime quattro squadre classificate nella regular season. Una piccola curiosità: l’unica sfida giunta a gara 3 è stata quella tra Sunbeam e Sunknights, due squadre che hanno dimostrato di equivalersi in modo quasi perfetto. In semifinale tutto si riapre e l’adrenalina scorre a fiumi. Entrambi gli scontri si risolvono in gara due con la vittoria dei Red Devils sui Sotomayor e del Piccolo Club sui Sunbeam. Sotomayor e Sunbeam si ritrovano così a giocarsi la finalina 3°/4° posto e la spuntano i Soto confermando così quella superiorità dimostrata nelle 18 partite di campionato. La finale è un discorso a parte. Roberto Villa - Sunknights

foto: Enrico Rolando

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Durante la diciottesima giornata di campionato, la squadra de I Gadan subisce una sconfitta

contro i Torino Warriors che di per sé sembrerebbe innocua se non ci fosse un avvoltoio giallo-nero che non aspettava altro. Infatti con questi due punti in meno i Gadan vengono agganciati a pari punti dall’Akuna Matata che però li supera per differenza hit assestando un bel colpo di scena e passando d’ufficio in A1. Dopo un campionato condotto fin dall’inizio, i Gadan si ritrovano così a doversi giocare la promozione nello spareggio contro le Iene. Ma bastano due scontri per decretare

il ritorno de i Gadan in A1 dopo un anno di purgatorio. Altra storia per i terzi classificati, gli Smasher Venaria, che con 28 punti devono affrontare i Lab To Hit per tentare di salire in vetta. Saranno solo 4 hit (1 all’andata e 3 al ritorno) a separarli dall’impresa. Per loro sarà ancora A2.Al quarto posto chiudono i Torino Warriors che hanno già dimostrato di aver raggiunto forse la maturità giusta per giocarsi il podio il prossimo anno magari tentando anche la promozione. Li segue l’altra formazione giovane della serie, i Blue Red, che, dopo esser stati promossi l’anno scorso, hanno già dimostrato di meritarsi a pieno titolo la permanenza in questa serie. Sesti gli Hammers, che, dopo un filotto negativo nel mese di novembre, hanno saputo reagire e stabilirsi saldamente a metà classifica. L’ultimo posto sicuro è occupato dal Cielo Grande che, con il mercato estivo, era riuscito a rinforzarsi e a togliersi anche qualche bella soddisfazione (ad esempio la vittoria sull’Akuna Matata del girone di andata). In zona retrocessione Baraonda e Sunandmoon hanno dovuto affrontare le forze giovani e arrembanti provenienti dalla B1 a cui non sono riusciti ad opporsi. Entrambe le squadre hanno dovuto abbandonare il proprio posto a favore rispettivamente di Sonics e Hit Dogs che hanno conquistato la promozione con un netto 2-0. I Lighting Bugs quest’anno non sono proprio riusciti ad ingranare e alla fine devono retrocedere senza appello in B1. Un dato per il prossimo anno c’è già: la serie A2 sarà notevolmente più giovane e l’incontro-scontro gioventù-esperienza sarà molto forte.

Riccardo Gallo -Akuna Matatafoto:Enrico Rolando

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La Regular Season si è conclusa con un piccolo colpo di scena. Infatti gli Hit Dogs, dopo aver capeggiato la

classifica per quasi un mese, hanno subito prima la sconfitta contro gli Evolution che aveva già diminuito il loro vantaggio e, nell’ultima decisiva giornata, sono rovinati in malo modo contro i Sonics. Con il risultato di 105 a 68 la squadra arancio-nera perde non solo la partita, ma anche la testa della classifica e la possibilità della promozione diretta in A2. Di questo gioiscono due squadre: gli RDJ che, con la vittoria contro l’Elettropoli Asti, raggiungono gli Hit Dogs a quota 26 punti ma li superano per differenza hits negli scontri diretti, e i Sonics che agguantano all’ultimo il gradino più basso del podio (terzi a pari merito con

gli Evolution ma anche qui in vantaggio per scontri diretti) aggiudicandosi la possibilità di spareggiare per conquistarsi un posto in A2. Come da pronostico un campionato emozionante che ha regalato colpi di scena anche nell’ultima giornata. Medaglia di legno, come detto, per gli Evolution che, nella penultima partita, hanno perso contro i Pazzeschi precludendosi il primo posto e rischiando di non raggiungere il podio, come in effetti è poi successo. Al quinto posto seguono i Blue Snakes, artefici di un campionato esaltante oltre ogni aspettativa. Dopo aver battuto anche squadre sulla carta più forti e aver assaporato per un momento il primo gradino, si son ritrovati a fare i conti con gli acciacchi fisici e con cinque sconfitte di un solo punto. Rolling Balls e Pazzeschi occupano la parte centrale della classifica con 18 punti. Entrambe hanno avuto grandi performance alternate a sconfitte più o meno giustificabili. I Vikings, promossi l’anno scorso a pieni voti (nessuna sconfitta) dalla B2, hanno retto bene per la prima parte di stagione e poi sono andati decadendo sempre più, ritrovandosi alla fine terz’ultimi e obbligati a dover spareggiare contro i Citmabun per evitare la retrocessione. Altra squadra obbligata ai playout è l’Elettropoli Asti CSI che se la dovrà vedere con lo Sporting Team per mantenere il proprio posto in B1. Ultimo posto occupato stabilmente dal Baraonda Rockets che durante tutto il campionato non è riuscito a far valere le proprie ragioni se non contro l’Elettropoli Asti CSI nella partita di andata. Per loro si spalancano le porte della B2 in cui gli auguriamo di togliersi grandi soddisfazioni.Di sicuro il prossimo anno qualcosa cambierà perché scendono i Lighting Bugs e salgono i Gears. La speranza è in ogni caso che si possa assistere nuovamente ad un campionato così emozionante e equilibrato come quello di quest’anno.

Matteo Bargetto - HitDogs - foto: Enrico Rolando

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Con un colpo di reni sul rettilineo finale i Gears strappano il primo posto allo Sporting

Team. Dopo aver inanellato cinque vittorie consecutive, di cui la prima proprio contro i diretti avversari, la squadra dell’Associazione Sinombre riesce a scavalcare per differenza hit la formazione dello Sporting Team. Quest’ultima ha condotto la classifica per tutto l’anno perdendo unicamente due scontri che però sono stati fatali. In ogni caso, dopo gli scontri per la promozione contro l’Elettropoli Asti CSI, sono riusciti ad accedere alla serie B1.Alle loro spalle a ben 10 punti di distacco troviamo i Citmabun e i Triggers. Conquistano il podio i primi per differenza hit e, vincendo contro i Vikings, si guadagnano l’accesso alla B1.In una tranquilla metà classifica si sono posizionati gli Umpa Lumpa, dopo aver temuto il peggio durante il girone di andata, ma riscattandosi poi alla fine con quattro vittorie. I Gunners chiudono a 18 punti. Dalla loro parte hanno sicuramente la giovane età e se già quest’anno se la son cavata bene, il prossimo molto probabilmente saranno ancora più incisivi. I Decepticon occupano l’ultimo posto tranquillo con 12 punti. Terz’ultimi e obbligati a difendere la permanenza contro i Buccaneers si sono posizionati gli Skit. Alla fine

la spuntano nonostante le carenze di organico causate da infortuni e impegni lavorativi e in due soli scontri assicurano la salvezza. Molta più fatica per i Neon che devono lasciare il passo agli arrembanti Frhitti e Panati Venaria che con due nette vittorie salgono dalla C1 al loro posto. Infine gli Slimers staccano il biglietto per la C1 in cui, per lo meno per il prossimo anno, dovranno militare.

Barrasso Marco - Skit- foto di Enrico Rolando

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La prima regular season targata C1 si è chiusa dopo 18 partite quasi interamente dominate dalla

giovanissima squadra dei Black Mamba. La formazione verde-nera ha incassato solo due sconfitte in tutto il campionato, di cui una per un solo punto. Gli ex Bunmacit si sono imposti anche nel triangolare finale ribadendo la propria convinzione nel raggiungere la B2.Qualche punto più indietro, inseguendo per tutto il campionato, i Frhitti e Panati Venaria che, pur vincendo uno scontro diretto con i Black Mamba, non sono mai davvero riusciti a raggiungerli. Si sono comunque tolti una bella soddisfazione vincendo contro i Neon e accaparrandosi così anche loro la promozione in B2.

Queste prime due posizioni in ogni caso non sono mai state messe in discussione perché le due squadre sono scappate quasi subito prendendo un buon margine e non permettendo agli avversari di farsi mai sotto. Tutt’altra faccenda sono state le posizioni seguenti. L’occupante del terzo gradino è stato deciso l’ultima giornata regolare con il derby tra Buccaneers e Crysis (entrambi dell’Associazione Hit Dogs) da cui sono usciti vincitori i primi. Purtroppo (per il pubblico) uno scontro poco combattuto che i Buccaneers chiudono in modo abbastanza sbrigativo arraffando il terzo posto, confermato poi nel triangolare, ma perdendo poi lo spareggio contro gli Skit per la B2. Per loro si prospetta un’altra stagione in C1. Dal canto loro i Crysis non riescono ad opporsi in modo adeguato perdendo la partita decisiva e accontentandosi del quarto posto ribadito nelle due partite di triangolare. L’unica sorpresa che questi mini tornei di fine stagione hanno riservato è lo scavalcamento delle Giovani Marmotte ai danni degli Invictus. Infatti la formazione nata per gioco si è fatta le ossa e, con qualche rinforzo, è riuscita a porsi a metà classifica togliendosi grandi soddisfazioni. Gli Invictus, invece, non hanno retto la concentrazione necessaria per affrontare 18 partite e man mano hanno dovuto lasciare punti e strada agli avversari. Anche durante il triangolare non sono riusciti ad imporre il proprio gioco subendo gli avversari e chiudendo la stagione al sesto posto. Le tre piazze successive non hanno mai veramente subito degli scossoni perché fin quasi dall’inizio della stagione Skal Venaria, Surgelati e Tantoxgiocà non sono riusciti ad agganciare le altre squadre. In ogni caso la formazione di Venaria ha scampato il pericolo, mentre i Surgelati, dopo aver perso lo spareggio contro il Suism, e le Tantoxgiocà saranno costretti alla C2. Queste ultime, come le Valkyrie, hanno comunque già vinto il premio morale per aver voluto iscrivere formazioni completamente femminili ad un campionato misto contrapponendo il sesso “debole” alle squadre maschili.

Sabrina Zanfretta - Frhitti e Panati - foto: Patrizia Cascino

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Il primo anno di serie C2 si è concluso con ottimi risultati. A prevalere sono stati gli Hit Makers che hanno chiuso

le sei partite in programma imbattuti e si sono conquistati così l’accesso diretto in serie C1. Al secondo posto si è posizionata la formazione degli studenti SUISM, che, dopo aver disputato e vinto lo spareggio con i Surgelati, sono riusciti ad impossessarsi anche loro della qualificazione in C1. Terza la squadra della Sporting Young che ha subito il punto di penalità per una sanzione disciplinare nella prima giornata. Seguono a quota 6 punti gli Hitters che si sono aggiudicati una mezza classifica vincendo la metà delle partite. Un pari

merito per Don Bosco Team e Valkyrie a 4 punti. Chiude la classifica lo Sporting Alberti con zero punti.

ERRATA CORRIGE: nello scorso numero è stato scritto erroneamente che la squadra delle Valkyrie aveva vinto la prima partita a causa dell’assenza dello Sporting Young. Invece la partita è stata giocata e vinta sul campo dalla formazione completamente al femminile e solo in un secondo tempo è stata assegnata loro la vittoria a tavolino per una sanzione disciplinare impartita allo Sportin Young.

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AssociazioniARCADIA [email protected]

Revelation (A1)Lighting Bugs (A2)Hammers (A2)Sonics (B1)Slimers (B2)

FOREVER HIT

FREE TIME

HIT DOGS [email protected]

Hit Dogs (B1)Blue Snakes (B1)Crysis (C1)Giovani Marmotte (C1)Buccaneers (C1)

POLISPORTIVA [email protected]

Smashers Venaria (A2)Triggers Venaria (B2)Skal Venaria (C1)Frhitti e panati (C1)Dinners Team (Femm.)

SOCIETA’ [email protected]

Sunbeam (A1)Vikings (B1)Le Incredibili (Femm.)

ALTRE SQUADRE:

Piccolo Club (A1)[email protected]

Sunknights (A1)[email protected]

Le Iene (A1)[email protected]

Akuna Matata (A2)[email protected]

I Gadan (A2)[email protected]

Cielo Grande (A2)Grande [email protected]

RDJ (B1)[email protected]

HIT BALL TORINO [email protected]

Red Devils (A1)Sotomayor (A1)Sunnenbun (A1)Torino Warriors (A2)Evolution (B1)Pazzeschi (B1)Decepticon (B2)Gunners (B2)Citmabun (B2)Black Mamba (C1)Six Hit (Femm.)

SPORTING [email protected]

Sporting Team (B2)Umpa Lumpa (B2)

[email protected]

Sinombre (A1)Gears (B2)Skit (B2)

TOGHETHER SPORT [email protected]

LabToHit (A1)Blue Red (A2)Rolling Balls (B1)Invictus (C1)Surgelati (C1)Le Surgelate (Femm.)

AST’HIT

BARAONDABaraonda (A2)Baraonda Rockets (B1)

FANTASTICLUB [email protected] (B1)

SUNANDMOON BIELLA [email protected] (A2)

Neon (B2)[email protected]

Tantoxgiocà (C1)[email protected]

BLU HITPresidente Prof. Enzo Antimi sede ad Attigliano (Terni)

SOCIETA’ SPORTIVANAZARETHPresidente Sig. Mario Bergamo sede a Napoli

A.S.D. SVILUPPOATTIVITA’ MOTORIEPresidente sig. Gianpiero Arciprete sede a Chieri (TO)

SCUOLA PARITARIASAN GIUSEPPE CAFASSOPresidente Sig. Giovanni Tesio sede a Torino

ASSOCIAZIONESAN FRANCESCOsede a Lecco

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Corsi FIHB

HITBALL TORINOPer qualsiasi informazione rivolgersi a: Cauda Stefania tel. 333.9857264 oppure via e-mail [email protected]

Mercoledì ore 18.00-19.30 (under 14) Scuola elementare Gobettivia Romita 19 (via Guido Reni) Martedì ore 18.30-20.00 (under 18) S.M.S. Palazzeschi via Lancia 140 A.S.D. SINOMBREPer qualsiasi informazione rivolgersi a: Catellani Giacomo tel. 349.6696358 oppure via e-mail [email protected]

A Torino:Lunedì ore 20.00-22.00 Istituto Avogadro c.so San Maurizio 8Lunedì ore 20.00-22.00 S.M.S. Alberti via Tolmino 40Mercoledì ore 20.00-22.00 S.M.S. Palazzeschi via Lancia 140b

In Provincia:Sabato ore 15.00-17.00 via XX settembre, Rondissone

FANTASTICLUB ASTIPer qualsiasi informazione rivolgersi a: Pellitteri Francesco tel. 338.3736759 oppure via e-mail [email protected]

Lunedì ore 21.30-23.00 Via de Amicis 10 – Asti (all’interno del parcheggio di Via Natta)

A.S.D. HIT DOGSPer qualsiasi informazione rivolgersi a: Rolando Enrico tel. 339.2431430 oppure via e-mail [email protected] Lunedì ore 17.30-19.30 S.M.S. Maritano Via Marsigli 25Martedì ore 20.00-22.00 S.M.S. Ada Negri Via Ada Negri 23Martedì ore 22.00-24.00

Di seguito vengono descritti tutti i corsi tenuti attualmente dalle varie Associazioni affiliate

con le rispettive sedi ed orari.

Palahit Via Sansovino 130/bGiovedì ore 17.30-19.30 Palahit Via Sansovino 130/bVenerdì ore 18.30-20.30 S.M.S. Casalegno Via Acciarini 20 TOGETHER SPORTPer qualsiasi informazione rivolgersi a: Zanetti Gianluca tel. 339.4510123 oppure via e-mail [email protected]

Martedì ore 17.30-19.00 Palahit Via Sansovino 130/bMercoledì ore 17.30-19.00 Palahit Via Sansovino 130/b

LECCOMercoledì ore 20.00-22.00 Scuola Elementare Carducci

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