Do Hit numero 3

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La rivista ufficiale della Federazione Italiana Hit Ball. In questo numero l'intervista a Gianluca Zanetti, la Coppa Hitalia e le premiazioni 2012

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Luglio - Agosto 2012

Anno 01 Numero 3Luglio - Agosto 2012

Direttore Responsabile Patrizia Cascino [email protected]

Reg. Tribunale di Torinon° 72 del 02/12/2011

ROC - registro opeatori della comunicazione : 22055

PeriodicitàBimestrale

Grafica e ImpaginazioneSerena [email protected]

Hanno collaborato a questo numero:Giacomo Catellani, Francesco Pellitteri, Paola Sacchettino, Gianluca Zanetti

Contributo fotograficoDario Dusio, Enrico Rolando, Luigi Gigante,Gianluca Zanetti

StampaByblos s.r.l.

Copyright ©, tutti i diritti riservati. E’vietata la riproduzione totale o parziale di testi, foto, disegni pubblicati su Do Hit, con qualsiasi mezzo, salvo espressa autorizza-zione dell’ Editore. L’editore non risponde dell’opinione espressa dagli autori.

Per collaborare con noi scrivi a:[email protected]

Per tutti il rientro dalle vacanze estive porta con sé una depressione infinita, ma alcuni sono più fortunati di altri. Per me, ad esempio, questa tristezza del rientro si mescola all’entusiasmo e all’impazienza di ributtarmi in campo e iniziare una nuova stagione agonistica. Penso che la maggior parte dei lettori di Do Hit condivida con me queste emozioni.

E allora fuoco alle polveri e iniziamo!

Quali novità ci saranno in questa stagione? Chi riuscirà a spuntarla? Ci saranno delle sorprese? Noi di Do Hit siamo pronti a raccontarvi tutto ciò che accadrà dentro e fuori dal campo.

E come prima bella notizia della nuova stagione salutiamo la neonata Federazione Spagnola a cui auguriamo un immenso in bocca al lupo per tutto il lavoro che dovrà svolgere.

In questi tempi di crisi mondiale, e italiana in particolare, la nostra ancor piccola rivista è già riuscita a raggiungere qualche traguardo: pagine di pubblicità fissate e prenotate con largo anticipo da aziende che hanno conosciuto l’Hit Ball proprio tramite le nostre pagine; nuovi lettori ad esempio nella scuola della Liguria dove l’Associazione Sinombre ha tenuto una lezione dimostrativa in primavera; nuovi lettori abbonati in alcune scuole torinesi che hanno deciso di formare delle squadre da iscrivere in campionato.

Editoriale

pag. 5 Lettera del Presidentepag. 6 Gianluca Zanetti: una vita in multitasking di Patrizia Cascino

pag. 11 Hitball itinerante: le tappe del gonfiabilepag. 14 Hit ball:un tramite per l’educazione alla legalità ed alla convivenza civile 2a parte a cura della dottoressa Paola Sacchettino

pag. 16 Come eravamo: storia dell’hit ball 3a puntata pag. 18 Premiazioni al Palaplavapag. 20 All Star Astipag. 23 24 Ore

pag.26 Hitball Mercato

Patrizia Cascino

pag. 28 Fantahitpag. 29 Coppa Hitaliapag. 30 Tutte le Associazioni affiliate FIHB pag. 31 Organigramma

Per un progetto nato per il lungo periodo e conscio delle difficoltà che la carta stampata sta incontrando in ogni dove, sono già piccole grandi conquiste.

E allora non resta che goderci le emozioni che il nuovo anno ci porterà affiancando le lunghe ore di lavoro e di studio al sano agonismo.

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I festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità Nazionale forse sono stati spazzati via troppo presto dalle vicende che ci hanno visto tutti coinvolti dopo appena pochi mesi (mi riferisco soprattutto alla crisi di bilancio dello Stato con conseguente rischio di fallimento dell’intero Paese).E’ sufficiente ricordare che sono stati a rischio gli stipendi dei dipendenti pubblici impegnati a garantire i servizi offerti dallo Stato (sanità, poste, scuole, ecc.).Voglio invece auspicare che i festeggiamenti siano al contrario serviti e non poco a sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alla necessità urgente di uno scatto d’orgoglio nazionale che coinvolga tutto il Paese.Il “made in Italy” per esempio esiste ancora ed è ancora e sempre una nostra grande peculiarità.In passato abbiamo dato prova di grande inventiva, laboriosità e intraprendenza donando a tutta l’umanità invenzioni, brevetti e opere d’arte che non hanno eguali nel mondo intero.Un grande patrimonio che il mondo ci riconosce.

“Cosucce” che hanno modificato e per sempre le abitudini di tutti i bipedi del pianeta come la radio e il telefono per fare solamente un paio di esempi e “cosucce“ che attirano milioni di turisti ogni anno da tutto il mondo su e giù per la nostra penisola perché rappresentano una cultura e una storia tra le più prestigiose al mondo.Oggi probabilmente c’è bisogno di ripartire guardando al nostro grande passato dimostrandoci tutti degni di questa storia.Ogni tanto penso per esempio ai miei nonni e al loro impegno sociale (con i relativi rischi corsi e i

relativi sacrifici) per un futuro migliore per le generazioni successive.E penso a come ci giudicherebbero se fossero qui oggi e come giudicherebbero i loro sforzi in rapporto alla situazione odierna e come giudicherebbero la classe dirigente dal dopoguerra ad oggi. Serve uno scatto di dignità e di orgoglio nazionale e patriottico.Abbiamo un debito da saldare nei confronti di quanti hanno creduto e lottato per un futuro migliore del nostro Paese.Ognuno nel suo piccolo e tutti insieme per superare le barriere del corporativismo e dell’interesse di parte che ci ha portato inevitabilmente sull’orlo del baratro.Affermando una volta per tutte che chi amministra il bene pubblico senza rispettare il criterio imprescindibile dell’interesse di tutti e della pubblica utilità non solo non assolve al proprio dovere, ma è un nemico della nostra patria e non è legittimato a proseguire nel proprio mandato e deve farsi da parte.Il 2015 sarà la nostra grande occasione. La rivincita per dirla in termini sportivi. Un’occasione imperdibile di riscatto per tutti noi. L’esposizione mondiale di Milano e (si spera) Torino Capitale Europea dello Sport metteranno l’Italia in vetrina.Il momento giusto per iniziare a far prevalere in modo indiscutibile il comune interesse, la pubblica utilità e dare a tutti (Europa compresa) un segnale forte di fiducia e di rilancio. Una rivoluzione non violenta che può e deve concretizzarsi.Un segnale forte in questo senso è arrivato dall’istituzione del Ministero della Coesione Sociale (una grande necessità condivisa) e dalle sue prime azioni e iniziative. Noi siamo pronti a offrire il nostro contributo.

Luigi Gigante

Ho presentato la nostra proposta agli assessori allo sport delle due città: L’assessore milanese Dott.ssa Chiara Bisconti e l’assessore torinese allo Sport Dott. Stefano Gallo hanno apprezzato la nostra proposta e il progetto relativo alla prima manifestazione internazionale di Hit Ball.Serve un nuovo impianto costruito per l’occasione e serve la volontà politica per mettere in vetrina e sotto i riflettori di tutto il mondo nel 2015 il nostro sport per quello che è e rappresenta e cioè una risorsa e un patrimonio nazionale.Una risorsa e un patrimonio che ha le carte in regola per diventare come tutti gli altri sport un patrimonio dell’intera umanità.Made in Italy.

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Intervista

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In questo numero il protagonista del nostro

incontro è Gianluca Zanetti, il vero “tuttofare” dell’Hit Ball.Arbitro, gestore del Palahit,

giocatore, presidente della Together Sport,

allenatore, istruttore nelle scuole, barista e molto

altro ancora. Una figura che è ormai diventata un punto di riferimento per gran parte dei tesserati

FIHB e il primo volto che molti incontrano

nel campo gonfiabile. La sua è una vita che gli

informatici chiamerebbero “multitasking” o

“multiprocessualità”.

di Patrizia Cascino

T u fai moltissime cose: arbitro, allenatore, gestore del Palahit, giocatore, barista, presidente di Società e i corsi nelle scuole. Con

tutte queste mansioni sei forse il più adatto a rispondere ad una domanda “spigolosa”: che cos’è per te Hit Ball?

Questa è una domanda da un milione di dollari perché per me è il gioco, ma è anche il lavoro, quindi è tutto come può esser niente. Quando entro in campo è il gioco, ma non solo. Perché sono anche arbitro quindi non è sempre libero sfogo come può essere per gli altri. Quando sei fuori dal campo è forse ancora più complicato perché sei tanti ruoli in una persona sola quindi devi barcamenarti tra tutte queste cose e di conseguenza devi anche pensare e pesare le parole che dici, a come le dici e a chi le dici. Soprattutto questo aspetto mi riesce molto difficile visto che sono impulsivo.

Hai iniziato...

Nel 1993, o forse 1994, ci fu il primo approccio all’Hit Ball, con un istruttore, alla scuola media Romita, ripreso poi nel 1997 al Carlo Levi quando è arrivato il prof. Gigante a presentare l’attività con l’allora Preside Duchemino, padre

tra l’altro di Francesco, un giocatore di Hit Ball dei tempi.

Insomma dei vent’anni di Federazione ne hai vissuti ben quindici! E poi da giocatore, sei diventato prima arbitro o allenatore?

Diciamo che ho iniziato sia ad arbitrare che ad allenare l’anno dopo la maturità, quindi direi che è stato simultaneo. Ormai sono primo arbitro da otto anni e abilitato per la serie A1 già da qualche anno, non ricordo quanto.

Invece sei subentrato nella gestione del Palahit nel?

Era settembre 2004! Davvero già tanto. Inoltre in questi anni anche la gestione è cambiata. Mi ricordo che all’inizio aprivi più o meno per le 17, per i turni di allenamento delle squadre di A1, e chiudevi al massimo alle 23. Ora qualche gruppo inizia ad arrivare già alle 16 e chiudi sempre minimo a mezzanotte, ma il più delle volte ben più tardi; il sabato e la domenica sono sempre più pieni tra partite e turni di allenamento. Nel periodo dei tornei studenteschi si aggiunge anche l’apertura quasi ogni mattina. Insomma un bel programma ricco. Inoltre, sempre ricompreso nella

Intervista

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Sport, cosa significa avere una società da gestire?

Alla fine, come ogni incarico, ha oneri e onori, come sempre succede quando hai da far combaciare un po’ di cose, incastri vari di allenamenti e persone con caratteri differenti. Quando devi gestire una cinquantina di persone è ovvio che qualche preoccupazione ce l’hai. Durante la passata stagione alla Together erano iscritte otto squadre: LabToHit (A1), Blue Red (A2), Rolling Balls (B1), Invictus (C1), Surgelati (C1), New Team (U16), Real Viennese e Companeros (U14). Ma il prossimo anno pare che ci sia un buon incremento che fa ben sperare anche per il nostro movimento perché sempre più persone si avvicinano al nostro sport.

I corsi nelle scuole?

Beh, è sempre bello e divertente. Nonostante le difficoltà motorie che ci sono nello spostarsi con mezzi pubblici, sacche di palloni, bracciali e ingombri vari. Purtroppo in questi ultimi anni avere un unico sport di riferimento (il calcio n.d.r.), ha minato gravemente la cultura sportiva dei giovani italiani.

Per i maschi in particolare, ma anche per le ragazze che si sentono sempre più discriminate, forse già in famiglia, ma soprattutto si considerano loro stesse “scarse” e “incapaci di fare” sport. Quindi rischi di avere magari un gruppo scolastico di 20 individui tra cui hai 10 ragazzi che fanno calcio e quindi con tutta una serie di atteggiamenti stereotipati e 10 ragazze che, se fanno sport – perché mi è anche capitato di incontrare classi in cui nessuna ragazza faceva sport –, fanno danza o pallavolo. Il problema è che quando non fai sport non sai neppure metterti in gioco o fare gioco di squadra. I ragazzi, invece, hanno un po’ più di dimestichezza pratica perché sanno cosa significa giocare in squadra, ma purtroppo sono anche molto spesso più egoisti.

Ultimo aspetto, ma di sicuro non per importanza, il giocatore. Come dicevi poco fa, quando entri in campo non sei quasi mai solo giocatore.

No, infatti. Alcuni mi fanno la battuta: “con te, quando si parla, non si sa mai se si sta parlando con il giocatore, con il gestore del Palahit, l’arbitro, il presidente di società, ...”. E quello è

mansione, c’è anche l’incastro dei turni di allenamento, ma fortunatamente fino ad ora siamo sempre riusciti a far quadrare tutto, soprattutto grazie alla disponibilità delle squadre che si sono dimostrate sempre molto comprensive e adattabili alle varie soluzioni. Poi probabilmente molti vorrebbero avere orari diversi, ma purtroppo l’impianto è uno e si fa come si può.

Passiamo alla versione allenatore. Tu hai, come società, molte squadre, quali alleni direttamente e quali demandi ad altri istruttori?

Io alleno direttamente i LabToHit, da due anni in A1, e i piccoli delle giovanili Under 14 e Under 16. Tutte le fasce intermedie, un po’ per mia logistica di incastri con gli impegni del Palahit e un po’ per motivi di Società li ho affidati alle sapienti mani di Giacomo Catellani. Sia Rolling Balls sia Blue Red sono migliorati tanto con lui che evidentemente ha saputo estrarre il loro meglio. E così portano i colori dell’Associazione bene e in alto.

Qui ci riagganciamo al fatto che tu sei anche il Presidente della Together

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l’Associazione. Magari sono giuste per te e la tua squadretta, ma non per un progetto più ampio.

Alla fine di questa lunga carrellata di ruoli possiamo infine identificare un ruolo che ti piace più di altri, che ti da’ maggiori soddisfazioni e a cui cerchi di dare la massima attenzione?

Ovviamente il gestore del Palahit, per contratto. Mi licenziano sennò. No, a parte gli scherzi, è sicuramente quello più impegnativo, ma è anche quello che alla fine da’ le maggiori gioie. Il fatto di conoscere tutti e di essere in qualche modo sempre in contatto con chi l’Hit Ball lo vive come me è l’aspetto più emozionante.

Visti i discorsi di poco fa, parliamo ipo-teticamente. Se potessi, ti piacerebbe giocare con i tuoi ragazzi?

Beh, ovvio. Mi piacerebbe sicuramente giocare in una delle mie squadre un giorno, ma c’è ancora tempo, sono ancora giovane, tutto può essere. Visti alcuni giocatori ancora ad ottimi livelli nonostante qualche anno in più, direi che ho ancora una ventina d’anni buoni

vero perché avendo più ruoli io sono tutto questo in qualsiasi momento. A volte qualcuno mi ha anche detto: “tu dovresti fare gli interessi della tua squadra”. Vero, ma la mia squadra può non essere in quel momento la priorità. Magari c’è prima la società o il Palahit e allora la squadra passa in secondo o in terzo piano.

Quali difficoltà allora a destreggiarsi in tutti questi ruoli?

La difficoltà maggiore è sicuramente quella che a volte devi inghiottire il rospo e magari sei obbligato a fare scelte che in un’altra circostanza non faresti, ma allo stesso tempo sai che deve essere così. Il segreto forse è quello di darsi un elenco di priorità che poi in caso di necessità segui. Il che significa anche che alla fine rischi di non dare priorità a te come giocatore. Io negli ultimi anni ad esempio ho girato tra squadre che non erano della mia Società più che altro per non alterare gli equilibri, perché, se ti inserisci all’interno di una squadra della tua Associazione, provi ovviamente ad avere una formazione che sia la più forte possibile e allora potresti fare delle cose non giuste per

per divertirmi e giocare, magari anche con chi è stato mio allievo.

Cambi di continuo squadra...hai tenuto il conto di tutte le squadre in cui hai militato? Cosa ti spinge a cambiare?

In realtà negli ultimi nove anni mi sono alternato per lo più tra Akuna Matata e LabToHit. Solo lo scorso anno e il prossimo ho davvero cambiato. Lo scorso negli Smasher Venaria, il prossimo sarà nei Sunnenbun. Praticamente per sette anni ho giocato solo in due squadre. Nei primi anni di gioco ho cambiato squadra solo nel nome perché il gruppo era sostanzialmente sempre il medesimo. Semplicemente ogni anno variavamo il nome: To Hit, Jamaica, Be Forever. Io, Milena Meggiorini e Marco Fontana ad esempio eravamo sempre insieme anche se magari gli altri cambiavano. Cosa mi spinge a cambiare. Mettiamola così: ho lasciato gli Akuna a malincuore perché una squadra che retrocede in quel modo, secondo me, deve cambiare necessariamente qualcosa. Probabilmente si poteva fare di più, io sicuramente potevo fare di più, ecco perché ho scelto di rimanere in

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A2 comunque e sono entrato negli Smasher Venaria. Fondamentalmente, credo siano semplicemente gli eventi che ogni volta mi spingono a cambiare. Sicuramente non cambio solo per il gusto di cambiare, cambio se c’è un motivo valido per farlo.

Ora nuovo anno e nuova squadra. Cosa ti aspetti dalla nuova avventura targata Sunnenbun?

Sportivamente parlando mi aspetto di giocarmi il campionato. Le Iene sono sicuramente due gradini sopra...due gradini che hanno anche un nome: Torelli e Francone (neo acquisti n.d.r.). Però tutte le altre partite te le vai a giocare perché il livello sarà comunque alto. I Torino Warriors dovrebbero fare un salto di qualità ascoltando un po’ di più il loro allenatore, i Blue Red cresceranno ancora e tutte le squadre giovani, anche neo promosse, saranno comunque arrembanti. Di sicuro ci sono i presupposti per avere una serie A2 molto competitiva e anche abbastanza equilibrata, il tutto a completo beneficio dello spettacolo e del divertimento. Sicuramente essendo una delle squadre neo retrocesse avremo ottime possibilità di essere nella parte alta della classifica e, mi auguro, di giocarsi fino alla fine le prime posizioni.

Nell’Hit Ball, pur non essendoci ruoli definiti, rimane comunque una propensione individuale all’uno o all’altro ruolo. C’è chi è più defender, chi più hitter, chi più attento alla regia e chi più all’estro. Tu in quale ruolo ti senti più a tuo agio?

Si può già vedere dalle squadre che alleno come l’impostazione sia incentrata sulla difesa perché per me quello è sicuramente l’aspetto più importante del gioco. Anche perché io

ho sempre detto ai miei ragazzini che di Violetto, Gallo, Comes ce ne sono pochi e se in una squadra non hai quel giocatore che ti garantisce 30 o 40 punti a partita, la vittoria la si costruisce parando il più possibile. E poi secondo me è anche una questione di atteggiamento mentale. Se sei disposto a sbucciarti il ginocchio per prendere una palla, allora probabil-mente hai anche più spirito di sacrificio nei confronti della squadra. Perché è bellissimo essere il “bomber”, ma è anche vero che il bomber senza un

gruppo alle spalle che abbia la voglia di sacrificarsi non sarebbe probabilmente un bomber. Come ha detto molte volte Violetto: “non sarei riuscito a fare così tanti hit in carriera se non avessi avuto dei compagni come quelli che ho avuto”.

Ricollegandoci a questo discorso, tu alleni una squadra che forse si può definire la Squadra con la S maiuscola perché il gruppo viene prima di tutto. Mi riferisco ovviamente ai LabToHit. Ognuno fa il suo e da’ tutto ciò che ha alla squadra. Visto che lo scorso anno si sono confrontati in A1, vedi meglio ai fini del risultato, un gruppo così coeso o la squadra con la punta di diamante e gli altri a fare il resto?

Per me è molto meglio come giocano i LabToHit perché è più bello, più spettacolare, più Hit Ball per come lo intendo io. Ai fini del risultato credo che bisognerà aspettare ancora qualche

“Per me l’Hit Ball è tutto: è divertimento, è

lavoro, è passione”

anno. Sicuramente un giocatore di talento o comunque con un buon braccio può fare la differenza in qualsiasi situazione. Violetto, Gallo, Comes, Guzzafame sicuramente hanno spostato tanto il peso delle squadre. Se hai un giocatore da 40 punti a partita è inevitabile che la squadra sia più forte, anche perché gli altri non stanno a guardare. Purtroppo, per il mio modo di vedere l’Hit Ball, il singolo individuo può ancora fare tanto la differenza. In questi anni però si è anche visto che per

fortuna non è più quello l’Hit Ball. Non perché siano antipatici i bomber, ma perché le squadre giovani, per lo più seguite da allenatori, a partire dai Red Devils e Sotomayor, hanno iniziato ad unire alla spettacolarità un po’ di sano pragmatismo, nel senso che sanno fare le cose bene. Tutti quanti sanno fare tutto, ma lo sanno fare bene.Forse quello che si è perso un po’ in

questi anni è la tecnica e la precisione nei movimenti. Mentre la “vecchia” scuola, quella nata con Gigante, Giordano, Benati era molto tecnica, ora si punta di più ad un gioco, soprattutto in A1, meno spettacolare ma più incentrato sul “tiro buono”. Mi spiego. Si cerca di fare magari il passaggio veloce, ma ben calibrato, in modo da mettere la palla sul braccio preferito all’altezza migliore del bomber per sfruttare al massimo il suo tiro preferito. In parte può essere perché i giovani non sanno forse fare ciò che sa fare Francone, tanto per fare un esempio, e questo perché si inizia a fare sport sempre più tardi. I ragazzini delle medie che incontro, come dicevo, non sempre fanno sport o l’hanno mai fatto per cui non hanno dimestichezza. Negli anni però ho anche notato che forse c’è una carenza anche di noi allenatori nel dedicare più tempo alla tecnica. Se trovi uno bravo a tirare da due, per dire, lo aiuti a migliorare in quello, ma non gli insegni altro.

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Hit Ball Itinerante

Con la scusa dell’intervista abbiamo voluto sentire dalla viva voce di Gianluca anche cosa significa viaggiare con il campo

gonfiabile e quale riscontro si ha dalle piazze o dai parchi cittadini in giro per l’Italia.

Da Brescia Sport Show a oggi sono state moltissime le tappe estive del campo gonfiabile, come ogni anno, e tu sei quasi sempre tra gli istruttori scelti per promuovere l’Hit Ball in giro per le piazze italiane e straniere. Qualche anno fa hai fatto parte della delegazione che si è spinta fino a

Barletta e oltre i confini nazionali, ma quest’anno il campo rosso non è stato certo fermo. Dove siete stati e com’è la risposta dal pubblico che si trova, in una calda passeggiata estiva, a conoscere un nuovo sport tutto torinese?

Beh quest’anno siamo stati parecchio in giro. Diciamo che Brescia, in occasione dello Sport Show, è stata la tappa più interessante e più importante, sia per la durata (3 gg di esposizione, 4 di pernot-tamento) sia per la quantità di persone che hanno voluto provare a giocare nel campo gonfiabile.Ma ci sono state anche le tappe cittadine in piazza Castello, a Venaria

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Hit Ball Itinerante

Reale, al parco Ruffini. Lì siamo andati per ben due volte, di cui una era per la consueta manifestazione di chiusura dei progetti su elementari e medie di Torino. Infine siamo andati anche a Botticino, in provincia di Brescia.Ogni volta l’esperienza e le sensazioni sono sempre particolari e ogni tappa ha il suo fascino e il suo interesse. Certamente ci sono volte con meno appeal e altre, come Brescia, molto interessanti, sia perché non ero mai stato per lavoro o per piacere lì, sia perché è interessante far parte di queste manifestazioni come espositore. Hai modo di incontrare tante realtà diverse

e imparare cose nuove.La risposta del pubblico è sempre buona, anzi direi ottima, soprattutto in quelle realtà che ancora non ci conoscono e devono ancora sperimentare il nostro sport e soprattutto il nostro modo di concepire lo sport.Devo dire che in tutti questi anni non ho mai incontrato una sola persona che mi abbia detto: “che brutto questo sport, non lo farei mai”. Forse è proprio quella la nostra forza. Chiunque abbia indosso delle scarpe da ginnastica può provare a far due tiri e dopo 5 minuti al massimo ha già imparato gran parte delle regole.La tappa per certi versi più significativa

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Hit Ball Itinerante

è stato l’ultima a Botticino. L’invito è partito proprio grazie ai contatti presi alla fiera di Brescia e al famoso passaparola che viene dopo che le persone ci conoscono.Ma negli anni il campo gonfiabile è stato il miglior biglietto da visita che la FIHB abbia presentato perché da’ la possibilità di provare con mano cosa significa giocare a Hit Ball. L’abbiamo portato a Barletta nell’estate del 2010 ed è nata un’associazione, l’abbiamo portato a Lecco la scorsa estate ed è nato un corso, solo per fare qualche esempio. Forse anche l’imponente struttura rossa di 25 metri per 15 aiuta

a farsi notare, ma è prima di tutto la nostra filosofia e semplicità di regole a conquistare.Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che ci danno spesso una mano con le tappe, a partire da Mauro Pompili, Tony Santarsia, ma anche le new entry, delle ultimissime tappe: Gennaro, Fissore, Artale, Sanfilippo, Carraro, Zanfretta, Fornace, Masseni, Lavalle e Messina che nelle ultime mani-festazioni ci hanno dato una grossa ed importante mano.

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I giovani hanno un’esigenza fisiologica di affermazione, di espressione della propria individualità quando si confrontano con i bisogni e

l’individualità dell’altro; sentono l’esigenza di essere protagonisti del proprio destino. Ciò impegna il mondo adulto, istituzionale o meno che sia, ad offrire opportunità per sperimentare e costruire.Le possibilità di soddisfare questi bisogni sono per lo più informali e si attuano, soprattutto, attraverso l’appartenenza al gruppo dei pari: nei gruppi informali, insieme alle valenze affettive si possono leggere gli elementi che caratterizzano il funzionamento più codificato dei gruppi formali: gerarchia, leadership, delega, conflitto, alleanze e dinamiche di opposizione/collabora-zione, inclusione/esclusione. I ragazzi raramente riflettono sul fatto che questi aspetti sono poi quelli che si riscontrano nei gruppi formali e nell’organizzazione più ampia della società (Barnato e Gardini, 2005; Mora e Rovati, 2001). Quanto attiene alla scuola e quanto al mondo esterno ad esso, rispetto all’educazione delle nuove generazioni è un problema annoso. Non c’è dubbio che più apporti provenienti da soggetti diversi che interagiscono insieme, trasmettendo messaggi congruenti e non contraddittori (come sovente avviene al giorno d’oggi), possano offrire ad un giovane un panorama ricco e vario, decisamente attraente, dei temi che va affrontando nel processo di crescita. Di questo processo fa parte la sua maturazione come individuo che, giorno dopo giorno, dovrebbe potersi sentire parte di una società più ampia rispetto a quella familiare, a quella

scolastica e del tempo libero.In questo sentirsi parte dovrebbe essere inclusa la consapevolezza che egli può avere influenza sul proprio ambiente di vita o per lo meno, che può essere in grado di non subire gli accadimenti, anche quelli che sembrano lontani e non suscettibili di essere condizionati, possedendo un certo grado di capacità critica. Sono traguardi difficili da raggiungere: si tratta di integrare nella propria identità lo status di membro di una collettività di persone interdipendenti, costruendo capacità di identificazione, interioriz-

zando valori e norme di comporta-mento coerenti con questo status. Tale costruzione non può realizzarsi che attraverso processi di acquisizione di conoscenze ed esperienze individuali e di gruppo a fianco di adulti che partecipino essi stessi a questi processi (Barnato e Gardini, 2005).Da molte ricerche emerge come nei ragazzi di oggi vi sia una forte richiesta di riconoscimento e di spazi di soggettività, che spesso vengono percepiti come negati dalla stessa struttura fisica della scuola, sempre più sovraffollata ed inefficiente che, sovente, rende difficili esperienze di associazione e condivisione attraverso le quali sperimentare nuove forme di rapporto e nuove identità. Non a caso il tema del “protagonismo giovanile” è

A cura della dott.ssa Paola Sacchettino

“E’ necessario formare i giovani alla responsabilità, alla saggezza, al coraggio e, naturalmente, alla giustizia. In particolare dovrà coltivarsi nei giovani la virtù della prudenza” (V. Bachelet)

così attuale ed è in aumento la ricerca di opportunità di aggregazione all’esterno degli spazi istituzionali.Appare difficile che, laddove non si costituisca senso di appartenenza ad una comunità, possa svilupparsi il senso di cittadinanza come status proprio di chi è pienamente membro di essa e che crea uguaglianza di diritti, doveri ed impegno verso una civile convivenza (Cannarozzo, 2005).I docenti, i genitori e tutti gli altri enti educativi (le società sportive comprese), dovranno occuparsi delle emozioni di figli ed allievi (oltre che delle proprie), entrando in empatia con le loro difficoltà relazionali, con il frequente rifiuto di studiare e di apprendere, con lo sviluppo disarmonico del corpo e con la faticosa costruzione del pensiero, con le esperienze pericolose e la ricerca del rischio nel gruppo dei pari. I ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati, capiti, tenuti in conto, riconosciuti, accompagnati a stare bene nella comunità di appartenenza e, quindi, nel mondo: l’educazione alla cittadinanza, all’affettività, alla salute, all’alimentazione corretta, al buon com-portamento sulle strade e nei luoghi pubblici, al rispetto dell’ambiente, all’impegno sportivo correttamente inteso, contribuiranno insieme a creare dei cittadini validi e responsabili nel futuro. L’Educazione alla Convivenza civile riassume in sé le tappe e le mete di un percorso dove i contesti di vita dei ragazzi possono arricchirsi di occasioni per rinforzare la consapevolezza di sé (struttura dell’identità), le conoscenze, le abilità e la disposizione a riflettere sull’esperienza del “giorno dopo giorno”: relazioni (con il gruppo dei

Psicologia

"I ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati,

capiti, tenuti in conto, riconosciuti"

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pari, con i compagni di scuola della propria cultura e di culture diverse, con i coetanei diversamente abili, con gli adulti, ecc.); interazioni (triangolo genitori-studenti-insegnanti,società sportive e famiglia, gruppo parrocchiale e gruppo del sabato sera, ecc.); perdite e successi (con gli amici dello stesso sesso e con quelli di sesso diverso, nelle competizioni sportive, ecc.); incontri e scontri (con i genitori, con i coetanei, con gli insegnanti, con gli estranei, con chi mette in crisi le personali credenze anche fuori dall’ambito familiare e scolastico, ecc.) (Cannarozzo, 2005).

Durante un’interessante chiacchierata Luigi Gigante, presidente della FIHB, mi faceva notare che nel piccolo mondo dell’Hit Ball il cartello presente nelle rispettive curve: “il tifo contro non è gradito” fa capire che la Federazione ha preso da anni una strada faticosa ed alternativa, ma della quale è orgogliosa, perché a chi lo insegna e a chi lo pratica piace questo sport che unisce anziché dividere, piace questo sport che ne esalta i valori fondanti, non quello che viene continuamente propinato dai mass media in TV, sui giornali e sul Web, che sport spesso non è.C’è poi il tentativo da lui portato avanti di porre un’alternativa al concetto di ruolo: dominante e subalterno in seno alla squadra, che consente al docente di Educazione Fisica che propone l’Hit Ball come gioco sportivo a scuola, di far vivere esperienze realmente tra pari e di creare i presupposti per un’eventuale successiva esperienza diretta di gioco, nella Società Sportiva e in Campionato.

In questo senso riteniamo che il gioco dell’Hit ball (mi unisco a Luigi in quanto Insegnante di Educazione Fisica, prima che Psicologa) possa avere una grande parte nell’ambito della formazione del cittadino, inteso come appartenenza attiva e responsabile.Il tema delle regole, della loro comprensione e condivisione, dell’accettazione/rispetto durante il gioco e l’allenamento, è un argomento centrale nello sport ed ha quindi delle ricadute positive o negative sul piano della formazione dei cittadini del futuro, a seconda dello strumento educativo che viene scelto in palestra.Il giudice/arbitro ed il regolamento di gioco (che può essere inteso come la Carta Costituzionale del gioco sportivo) così come i compagni e gli avversari (concittadini) con pari doveri, diritti e dignità sono degli evidenti paralleli che

Psicologia

alla legalità a scuola. Sperimentazi-one di modelli di intervento didattico. Firenze: Edizioni Regione Toscana.

Banterla, G., a cura di, (2005). Educare alla Convivenza civile. Problemi e ipotesi didattiche - Annali dell’Istruzione: 4/2005. Firenze: Le Monnier.

Mannetti, L. (2002). Psicologia sociale. Roma: Carocci editore.

Menesini, E. (2007). Strategie antibullismo. Rivista Psicologia Con-temporanea, 200, pp. 18-25. Milano: Giunti.

Muratori, F. (2005). Ragazzi violenti. Da dove vengono, cosa c’è dietro la loro maschera, come aiutarli. Bologna: Il Mulino.

Palmonari, A. (2001). Psicologia degli adolescenti. Bologna: Il Mulino.

Speltini, G. (2005). Minori, disagio e aiuto psicosociale. Bologna: Il Mulino.

ci mettono nella condizione di essere molto utili al riguardo.

E’ dunque per noi molto importante promuovere e far sì che il gioco dell’Hit ball si diffonda, perché lo riteniamo uno strumento importante per l’Educazione alla Legalità ed alla Convivenza civile, quella che passa ai nostri studenti per canali altamente formativi, ma non di meno piacevoli quali sono quelli dello Sport, affiancando il difficile ma fondamentale compito dei genitori e degli insegnanti nella crescita e nella formazione di futuri cittadini responsabili, attenti alle esigenze proprie e dei propri simili, empatici, emotivamente ed affettivamente maturi.Inoltre ricordiamo essere importante e non trascurabile un’altra funzione dell’Hit Ball: quella di mezzo di prevenzione/trattamento del disagio giovanile, nelle sue forme meno gravi e pesanti.

Bibliografia

Balestri, F. (a cura di), (2008). Educare

alla legalità a scuola. Sperimentazione di modelli di intervento didattico. Firenze: Edizioni Regione Toscana.

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L’approccio personale con la nuova scuola fu molto diverso da quello della Media Gramsci di Settimo

Torinese e di tutte le altre sedi di servizio nel periodo compreso tra il 1978 e il 1986 (Drovetti, Salvaneschi, Meucci, Matteotti, Manzoni, Demonte di Caselle Torinese).Scoprii subito che la scuola Nigra era considerata l’anticamera del Liceo Classico Cavour (e non solo perché i due edifici sono contigui e le due scuole si trovano nel medesimo isolato che si affaccia sul Corso Tassoni a Torino).Sentirsi chiedere “Professore, che mestiere fanno i Suoi genitori?” quando fai l’insegnante e hai nel frattempo compiuto 28 anni lo considerai a buon diritto quanto meno singolare, ma ben presto capii l’impostazione decisamente classista dei vertici della scuola.Per la cronaca non mi successe in nessun altra delle 55 scuole nelle quali ho prestato servizio dal 1978 ad oggi.La fila all’atto delle prescrizioni da parte delle famiglie bene del quartiere con i vertici scolastici in pompa magna divenne anno dopo anno un momento imperdibile ed esilarante se non fosse che sottintendeva la negazione evidente dei principi costituzionali.Le famiglie a l t o l o c a t e erano lì per g a r a n t i r s i l’accesso e l’iscrizione al corso F (in sala insegnanti tra i docenti più giovani venne battezzato con il nome di corso “ F e n o m e n i ” ) mentre gli altri corsi erano considerati di qualità inferiore per ceto di appartenenza.I criteri di formazione delle classi che contestai puntualmente tutti gli anni considerandoli anti costituzionali e quindi illeciti e irregolari non furono

mai seriamente messi in discussione, forti anche del fatto che le famiglie più bisognose di assistenza per contro correvano a iscriversi al corso I (da me definito “Ingenuamente Inconsapevoli”) a tempo pieno senza sapere (oppure infis-chiandosene allegramente della discriminazione e dell’ingiustizia) a patto di poter lasciare giustamente i propri figli minori per un maggior numero di ore a scuola mentre erano in servizio lavorativo.Il tema della formazione delle classi è nel nostro Paese uno dei temi più sottovalutati. C’è molta ipocrisia sull’argomento scuola che era in voga anni fa e cioè una scuola che garantisse a tutti indiscriminatamente pari dignità e pari

opportunità al termine degli studi consentendo così alle classi meno abbienti di salire e progredire sulla scala sociale.Gli ultimi dati relativi all’immobilismo sociale confer-mano questa tesi.

Non credo che ci sia ancora oggi la necessaria consapevolezza relativa all’importanza della questione. In questo contesto certo non molto improntato al progressismo e all’innovazione mi ritrovai a proseguire il mio lavoro di speri-mentazione dell’Hit Ball.

Va detto che la fase sperimentale era ormai pressoché terminata.Nel mese di aprile del 1986 avevo già depositato alla SIAE la prima opera

a stampa con il regolamento di gioco e avevo già depositato un brevetto rivolgendomi ad una famosa e prestigiosa azienda specializzata in brevetti, marchi, ecc.C o n t e m p o r a n e a -mente depositai anche il marchio della HIT BALL Promotion disegnato da mia sorella e forte di tutto ciò mi considerai in grado di superare qualsiasi ostacolo di qualsiasi natura.Non potevo certo immaginare che

la burocrazia fosse pronta a tendere un tranello materializzandosi in una delle sue tante forme e in uno dei suoi tanti facenti funzione che si sentono realizzati quando possono vietare, ostacolare, vincolare, in una parola burocratizzare.Considerai bene l’utenza, le famiglie e soprattutto la scarsa considerazione della materia da parte della dirigenza (l’educazione fisica era considerata una pericolosa perdita di tempo rispetto alle più alte e nobili discipline alle quali i giovani dovevano applicarsi con metodo e dedizione assoluta per poter varcare la soglia del Cavour debitamente attrezzati e preparati).Per evitare spiacevoli incidenti di percorso, visto il contesto nel quale mi ero trovato a lavorare a mia insaputa (con alcuni genitori tendenzialmente diffidenti a completare il quadro), decisi di mettermi abbondantemente dalla parte della ragione sul piano della prevenzione degli infortuni

3a puntata

Il tema della

regolamento di gioco e avevo già depositato un brevetto rivolgendomi ad una famosa e prestigiosa azienda specializzata in brevetti, marchi, ecc.C o n t e m p o r a n e amente depositai anche il marchio della HIT BALL Promotion disegnato da mia sorella e forte di tutto ciò mi considerai in grado di superare qualsiasi ostacolo

la burocrazia fosse pronta a

di Luigi Gigante

In alto: la Scuola Costantino Nigraa sinistra il primo banner pubblicitario

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termine degli studi consentendo così

Non credo che ci sia ancora oggi la

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In alto: la prima pubblicazione relativa al nostro sporta sinistra: gioco sperimentale

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(unico obiettivo della dirigenza e comunque da sempre e per sempre il primo obiettivo anche per me).Di una cosa ero già consapevole nel mio delirio da brevettatore pazzo e cioè che sarebbe bastato un attimo per bruciare e compromettere il lavoro che stavo facendo e che, in altri termini, sarebbe stato sufficiente un infortunio soprattutto in quella scuola per compromettere tutto o almeno complicare in modo stramaledet-tamente grave il percorso che stavo affrontando.Le mie inconsapevoli cavie da laboratorio dell’epoca furono di conseguenza bardate e protette nel seguente modo:1) Caschetto modello hockey: cinque bianchi e cinque neri che conservo ancora come cimeli a ricordo di quel periodo.2) Corpetto protettivo decisamente autarchico composto dallo schienale degli zaini Seven comprati per l’occasione per proteggere il busto (davanti e dietro. sul petto e sul dorso) e completati da cotone esterno di sgargiante colore rosso e uniti fronte e retro da elastici bianchi del genere mutanda per intenderci… Artigianale ma funzionale allo scopo…3) Bracciali destro e sinistro (comme il faut pendant toute l’histoire) dai colori vivaci quali lilla, fucsia, rosso e viola.L’allora dodicenne Raffaele Francone (attuale giocatore di primo livello, plu-riscudettato e da allora sempre in attività) fu testimone di quel periodo nella veste di studente protagonista della speri-mentazione.Alcuni capi di abbigliamento dell’epoca che conservo come cimeli sono già stati battuti all’asta recentemente a scopo benefico e con il passare degli anni credo che siano destinati (almeno per me sicuramente) ad avere un valore sempre più grande e non solamente dal punto di vista affettivo…

Nel frattempo mia sorella aveva già disegnato non solo il marchio attuale mai modificato della HIT BALL Promotion sas ma anche quello che sarebbe poi diventato il disegno e la forma (anch’essa storica e mai modificata )dei bracciali.L ’ a z i e n d a alla quale mi rivolsi per b r e v e t t a r e l’attrezzatura di gioco e gli impianti di gioco fece il resto e disegnò un abbigliamento m o d e l l o g u e r r i e r o spaziale che mi convinse a fare una delle cose di cui mi dovrei probabilmente vergognare di più a distanza di tempo e cioè presentare la prima pubblicazione alla SIAE con il seguente titolo che pochi conoscono: “Hit ball o Visitor’s game”All’epoca infatti impazzava il telefilm in questione e mi lasciai convincere dall’opportunità di associare l’immagine della serie televisiva con

quella innovativa del nostro sport.Oggi, non so bene perché, guardo a quel periodo con tale b e n e v o l e n z a da perdonare anche questa…Il pallone cambiò e ne provai in quel periodo

v e r a m e n t e di tutti i colori e non solamente per l’aspetto squisitamente cromatico.Da questo punto di vista ci fu il rosso, poi il verde e anche il bianco e il giallo.Plastica e gomma si alternarono e si modificarono più volte fino a trovare già nel 1989 la mescola giusta che divenne quasi definitiva nel 1990.

Non ricordo con esattezza nel corso dei primi campionati ufficiali quando venne adottato il colore attuale e l’attuale composizione della mescola, ma di sicuro è ormai datato e stratestato.

Sinceramente trovo risibili e spesso p r e t e s t u o s e le critiche e le polemiche che talvolta girano attorno al pallone (sia in ambito scolastico sia in ambito agonistico) perché da una parte il pallone omologato ha dato prova di essere funzionale non solo alla dinamica di gioco ma anche alla necessaria prevenzione degli infortuni non essendo mai stato causa di infortuni gravi e/o di più

banali, ma comunque fastidiose, epistassi.

Va considerato poi che persino i palloni utilizzati nel corso dei mondiali di calcio vengono riconosciuti diversi tra loro dai portieri delle squadre nazionali a conferma del fatto che la tipologia dei palloni adottati dalle federazioni sportive può essere soggetta a piccole variazioni nel corso del tempo senza che questo debba essere necessariamente considerato motivo di discussione o di critica.In ogni caso bisogna dire e riconoscere che alla Nigra un danno i palloni sperimentali lo fecero eccome e che questo provocò l’ira funesta della dirigenza scolastica che non vedeva l’ora di trovare un pretesto per mettere i bastoni tra le ruote a quel giovane impertinente che aveva osato criticare i criteri di formazione delle classi e che andava dicendo alle/ai giovani leve che la sua materia era la più importante di tutte per tanti motivi…

risibili e spesso p r e t e s t u o s e le critiche e le polemiche che talvolta girano attorno al pallone (sia in ambito scolastico sia in ambito agonistico) perché da una parte il pallone omologato ha dato prova di essere funzionale non solo alla dinamica di gioco ma

banali, ma comunque

del nostro sport.Oggi, non so bene perché, guardo a quel periodo con tale b e n e v o l e n z a da perdonare anche questa…

v e r a m e n t e

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premiazioni 2012

Da sempre il giorno delle Premiazioni è considerato l’atto conclusivo della stagione sportiva, ma anche il momento dei saluti e degli ultimi “affari” dell’Hit Ball mercato. E’ infatti

il momento in cui per molti ci sono delle decisioni da prendere, delle offerte da fare, dei conti da chiudere. Certo, dopo inizia la Coppa Hitalia, ma sono moltissimi che, per motivi di lavoro, familiari o di vacanza non si iscrivono e di conseguenza l’intera Federazione festeggia in quel giorno la chiusura di un ennesimo campionato. Inoltre non bisogna dimenticare che quella conclusa è stata la ventesima stagione e come si poteva festeggiare meglio se non mostrando ai tesserati gli sforzi che la FIHB sta cercando di fare presso le autorità cittadine, e non solo, per poter avere una seconda casa al più presto? Se ne parlava già da molto tempo e finalmente si è riusciti a mostrare la struttura di via Plava su cui si sta lottando contro una circoscrizione reticente. In ogni caso riempiendo completamente gli spalti di questo moderno palazzetto, l’Hit Ball è riuscito a far capire quanti sostenitori ha e quante persone potrebbe portare all’interno di una struttura sot-toutilizzata ogni sera dell’anno. Un messaggio che si spera chi di dovere voglia cogliere destinandoci, se non quello stesso palazzetto, uno di egual livello in modo da dare finalmente una struttura adeguata al numero sempre maggiore di giocatori e familiari che seguono il nostro sport. Ma trattandosi di premiazioni i veri protagonisti della serata sono stati tutti gli atleti medagliati e le squadre premiate. Un tavolo riccamente imbandito di coppe e medaglie ha accolto gli aspiranti premiati, amici e parenti pronti con la macchina foto ad immortalare il momento della premiazione. Campioni indiscussi della 20^ edizione, che a distanza di pochi giorni dal responso del campo hanno potuto innalzare il meritato trofeo, sono stati i Red Devils guidati da Marco Virgilio cui è spettato il compito di innalzare per primo la più grande coppa della serata.Ma la vera ciliegina sulla torta è stata la presentazione ufficiale del nuovo video sull’Hit Ball a cura di Stefano e Sara Meloni che ha lasciato i quasi 300 spettatori a bocca aperta e non pochi sono stati i commenti positivi di chi, tra i familiari soprattutto dei più giovani, non aveva ancora idea di quali fossero le regole e il ritmo che questo gioco porta con sé. Arrivederci quindi alla prossima stagione che è già dietro l’angolo.

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premiazioni 2012

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eventi

Grande spettacolo al PalaNatta di Asti dove sabato 14 luglio le stelle dell’hit ball sono scese in campo per regalare e

regalarsi qualche ora di divertimento con la disciplina che sta conquistando negli anni la città d’Alfieri.In campo, oltre ai campioni dell’Elettropoli Asti, squadra dell’associazione sportiva Fantasticlub organizzatrice dell’evento e unica compagine astigiana a prendere parte al campionato nazionale, erano presenti i ragazzi dei licei cittadini che in questa stagione hanno dato vita al primo torneo scolastico, i tchouker dell’associazione Asti Tchoukball e diversi hitter torinesi “invitati” a questa festa in quanto nel corso del tempo hanno aiutato questa realtà ad apprezzare il lato umano di questo sport.

La serata si è divisa in quattro momenti fondamentali divisi equamente a livello di gioco e a livello associativo. La prima parte della serata ha visto un mini-torneo di quattro squadre che vedeva mescolati in maniera omogenea gli atleti presenti, così da regalare a tutti qualche momento di gioco senza prevaricazioni e l’opportunità di conoscersi ancora meglio. Dopo una fase a eliminazione diretta che ha visto trionfare per 5-4 le compagini di Hasta Pompili su gli Umpa Botta e i Tersilla Pirates sui Little Toju, le finali, vinte da Little Toju (10-5) e Hasta Pompili (8-6), hanno incominciato a riscaldare l’ambiente in vista dei due All Star Game veri e propri. Il primo ASG ha visto in campo i neofiti della disciplina: da una parte i tchouker astigiani e dall’altra i ragazzi delle

scuole più alcuni amici torinesi alle loro prime esperienze. La partita è stata molto godibile e bella, con ottimi tiri che centravano lo specchio della porta, con diverse parate spettacolari, qualche papera che mai manca ma soprattutto un gioco vivo e mai statico. Alla fine del quarto d’ora di gioco l’incontro si è concluso col risultato di 10-10.Il secondo ASG ha visto incontrarsi gli esperti hitter astigiani con gli omologhi torinesi in una partita dove la voglia di vincere ha ben presto lasciato lo spazio al puro gioco di “polvere di stelle”. I virtuosismi non sono mancati da ambo le parti come i diversi tentativi di schemi incorniciati in un gioco maschio. A fine partita, nonostante il punteggio, si è deciso di concludere l’incontro con la classica regola che accompagna

Grande festa ad Asti all’insegna dell’Hit Ball!Un torneo, due All Star Game e un sacco di premi consegnati

ASTI, PalaNatta

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ogni allenamento, a dimostrazione del clima di festa che regnava al PalaNatta: “Chi segna vince!”. Non segnaliamo lo scorer, poiché a vincere è stata l’amicizia.Dopo aver goduto il lato ludico della serata, è arrivato un momento di ulteriore aggregazione, la consegna dei premi. Il Fantasticlub non ha voluto con questo gesto distribuire un vero e proprio premio al merito ma, nel vero spirito associativo che da sempre contraddistingue il gruppo, ovvero divertirsi con ironia e capacità inventiva, premi più “goliardici”.Coi mattatori Chicco Pellitteri e Fabrizio Botta sono stati consegnati agli atleti presenti coppe di svariata forma e diverso ed inusuale materiale come un mattone d’oro (premio “Muraglia Cinese d’Oro”), un contenitore per

il cibo a forma di peperone (“El Pipppero”), una bilancia da cucina (“Giocatore di Peso”).Ogni giocatore presente ha ricevuto una medaglia di cartone, chi d’oro, chi d’argento e chi di bronzo, come ricordo di questa simpatica giornata di sport.Soddisfattissimi i presenti che rispecchiano il loro pensiero nelle parole del presidente del Fantasticlub, nonché delegato territoriale della Federazione Italiana Hit Ball, Francesco Emanuel Pellitteri: «Non è certo la nostra prima iniziativa nel nostro territorio, però ci voleva una festa estiva che riunisse quegli hitter e quei sostenitori che hanno poche possibilità di continuare l’attività nel periodo in cui il campionato è fermo. La Coppa Hitalia purtroppo si rivela un po’ complicata in quanto il livello è troppo alto per i

neofiti e tutte le partite si svolgono a Torino, quindi un appuntamento prettamente astigiano era quello che ci voleva per chiudere in bellezza una delle migliori stagioni sportive per la nostra realtà. Speriamo di ripetere il prossimo anno, ma nel frattempo riprenderà la Serie B2 per l’Elettropoli, il torneo studentesco per i giovani e prima di Natale, immancabile, ci sarà il quarto Saturday Night Hit Ball... Non mancate!» La serata si è alla fine conclusa tutti insieme al ristorante pizzeria Capri di corso Savona ad Asti per una pizzata ed un ulteriore approfondimento dell’amicizia.

eventi

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di Giacomo Catellani

Reattività. Grinta. Acrobazia. Potenza. Esplosività. Il campionato regolare ci sta abituando ad un livello di

competizione sempre più alto. Ma l’Hit Ball è anche (e soprattutto) sportività, voglia di divertirsi, gioco di squadra. E con la fine del Campionato e l’inizio incombente della Coppa Hitalia, l’arrivo dell’estate è scandito dalla 24 Ore di Hit Ball. Una manifestazione nata nel 2011 come esperimento e prima iniziativa di una neonata associazione sportiva, oggi ha conquistato giocatori e dirigenti federali.Si tratta di una giornata di puro sport, che inizia alle 10 del mattino e va avanti fino a notte inoltrata. I partecipanti si iscrivono singolarmente, specificando la loro esperienza e le loro preferenze. Vietato iscriversi come squadra e vietato porre condizioni. Sono gli organizzatori a formare le squadre, e le creano equilibrate. Così campioni ed esordienti si mescolano, i livelli si appiattiscono e tutti possono partecipare alla pari. E’ un’occasione unica per conoscersi e per imparare.Il torneo dura dodici ore e coinvolge 6 squadre. Mentre giocatori di tutte le serie si alternano in campo, fuori musica, ping pong e calciobalilla a uso libero, parole crociate, carte, gazebo nel cortile e il miglior servizio BAR che il Palahit possa ricordare tengono occupati tutti.

Ci sono le pause per il pranzo, l’aperitivo è degno di un locale di piazza Vittorio e chiunque può portare i suoi cd e giocare con la propria musica.Terminato il torneo, mentre gli esausti si cambiano e i primi vanno via, il gioco prosegue. Durante la notte il campo è a ingresso libero, senza squadre e senza limiti, a disposizione di tutti gli appassionati che ancora non vogliono andare a casa e di tutti quelli che durante il giorno lavoravano.Per tutti, alla fine, c’è una maglietta ricordo.I costi bassi, l’entusiasmo e lo spirito di questa manifestazione fanno sì che le partecipazioni siano sempre alte. Il record, ad oggi, appartiene all’ultima edizione, il 16 giugno scorso, nella quale un gruppo di indomiti innamorati di Hit Ball ha continuato a giocare fino alle 3 di notte.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei parte-cipanti di lasciarci un commento.Ed ecco i loro giudizi, riportati qui per come ce li hanno scritti: E’ stato stupendo giocare con persone che non conoscevo. La gioia di vedere sfrecciare una palla da una parte all’altra del campo con delle persone che come te condividono un amore così profondo verso uno sport del genere non è calcolabile. L’anno

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prossimo sarò ancora più motivato.Alberto Iamone.

Non avevo mai giocato ad Hit Ball prima della 24 Ore ed è stata un’esperienza unica. Giocare con persone che non si conoscono e che ti possono insegnare tante cose è la cosa più bella del gioco di squadra. Mi sono divertito tantissimo. Grazie.Gabriele Grilli.

Credo che fin quando giocherò a Hit Ball non mi perderò mai la 24 Ore. Giocare in squadre assortite, imparando dai gioca-tori di serie più alta e allo stesso tempo insegnando a quelli più inesperti dona, almeno a me, una sensazione unica che solo la 24h sa darmi. Senza contare che l’Hit Ball è uno degli sport più belli del mondo, ammettiamolo. Un grazie ai Sinombre per aver organizzato ancora una volta un così bell’evento.Daniele Gennaro

Sentire Arnaudo che ti urla da dietro:

“tira prima” non ha prezzo!! E’ un esperienza davvero divertente che ti permette di giocare e di conoscere persone simpatiche e disponibili, e che magari ti urlano un po’ dietro!Alessandro Maniscalco

Ottima organizzazione, squadre bilan-ciate, sezione BAR gestita molto bene con ampia varietà di cibi freschi e molto buoni. Grande evento, un Must a cui par-tecipare ogni anno!Daniele Botosso

E’ stata la prima 24 Ore a cui ho partecipato e sicuramente non mancherò i prossimi ap-puntamenti! Organizzazione da 10eLode, si gioca tanto ed in modo ben cadenzato, lasciando spazio al relax ma mai alla noia! Ottimo anche il servizio BAR, super fornito! Peccato solo per la piccola rappresentanza di Top Players e delle “istituzioni”.Grande idea dei Sinombre e soprattutto gestita benissimo!Alessia Visintin

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La nostra ditta e' titolare dei diritti in esclusiva relativi alla produzione e vendita degli

articoli da hitball

I nostri articoli

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Tutto l’hit ball in esclusiva dal 1991 Fornitore ufficiale e Sponsor dal 1992

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Hit Ball

L a stagione è ormai conclusa, ma si è scatenato il mercato con acquisti e cessioni. Da qualche anno tutto il periodo estivo, a partire dall’ultima partita e fino al giorno delle premiazioni e oltre,

è caratterizzato da quello che si può definire il vero Hit Ball Mercato. Infatti, con l’aumento del numero di squadre, gli spostamenti di giocatori da una formazione all’altra si incrementano ogni anno di più.

L’anno scorso ricorderemo i grandi stravolgimenti: il Piccolo Club sconvolto dal trasferimento di Violetto ai Sinombre e la diaspora di tutti i suoi compagni, tranne Delvecchio, in altre squadre: Santarsia e Minetola ai Red Devils, Villa ai Sunknights e Brognara agli Hit Dogs. Un buon 70% dei Sunbeam trasferiti a rimpolpare il Piccolo, con capitan Spagnolini a ricostruire un gruppo che poi, a sorpresa, va a prendersi il quarto posto assoluto.

E in questa estate cos’è successo? Procediamo con or-dine affrontando serie dopo serie.

In A1 si può ripartire proprio dai Sunbeam che perdono Riccardo Simini, nuovamente a favore del Piccolo Club, e che sono costretti a trovare nuovi giocatori. Ma senza perdersi d’animo acquistano Valentino Picotto (ex Hammers).

La formazione capitanata da Giovanni De Nichilo, acquistando il giovane Simini, si ritrova in otto e decide di “tagliare” Valentina Delvecchio che si ritrova così a dover cercare una nuova casa dopo sette anni di permanenza in verde-nero. Dopo così tanti anni ad altissimi livelli, però, Delvecchio decide di rifiutare il posto in A1 che capitan Virgilio le propone e di prendere una boccata d’aria nuova scendendo in A2 e raggiungendo il marito negli Hit Dogs.

I Sinombre, invece, perdono Federico Cuffaro che di propria volontà decide di scendere in B1 entrando a far parte dei Gears, di cui è allenatore, per dar man forte e tentare di raggiungere la promozione diretta in A2. Al suo posto la squadra di Catellani “arruola” Simone Guiducci che, lasciando i Sunnenbun neoretrocessi, si ritrova a giocare nuovamente insieme a Mirko Violetto.

Infine una tra le squadre di A1 maggiormente attive sul mercato ci sono i Sunknights che perdono Roberto Torelli e Raffaele Francone a favore delle Iene, retrocesse in A2, ma riacquistano Daniel Guzzafame, che ha appena aggiunto una stellina al proprio ruolino personale, e l’ancor giovane Andrea Cauda.

Insomma si può dire che il trend di questa stagione sembra essere quello di scendere dal piedistallo della serie più blasonata e rimettersi in gioco contro la nuova generazione sempre più in ascesa.

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MercatoIn A2, oltre agli spostamenti già emersi, ci sono grandi movimenti per gli Smasher Venaria e il Cielo G.

La compagine di Venaria si trova senza Gianluca Zanetti e Mauro Pompili che hanno levato le vele verso i Sunnenbun e Gabriel Niceto diretto verso i LabToHit. Al loro posto entrano Visconti (ex Frhitti e Panati) e Giorgio Santangelo (ex Triggers). Inoltre la Polisportiva Venaria acquista in toto una delle squadre storiche dell’Hit Ball: i Sunandmoon. La squadra completa la propria rosa con Enrico Salari (ex Triggers) e con un esordiente.

Ma è nel Cielo G. che ci sono i grandi rientri. Accanto a Luigi Gigante, Marco Bressello e Silvio Benati, unici superstiti della formazione 2011/2012, si conteranno Antonello Giordano, proveniente dai Sunnenbun, Manuela Agnello dai Lighting Bugs e a completare la squadra dei “professori” rientrano anche Carlo Lomater, Mario Marino e Sonia Bertin. Questi ultimi, fuori dalle scene da qualche anno, si ritroveranno ad affrontare le nuove leve presenti in A2 e ci sarà parecchio da divertirsi nell’eterna lotta esperienza contro gioventù.

Scendendo ulteriormente di categoria, in B1 troviamo i Blue Snakes che, perso capitan Alberto Calvo per infortunio, accolgono Davide Cipolletta proveniente dai Rolling Balls. Al suo posto la squadra della Together Sport acquista Alessandro D’Oria (ex Triggers). I Vikings, salvatisi in extremis, allontanano Sergio Laganà e Andrea Corgiat prendendo Daniele Morano (ex Elettropoli Asti), Gabriele Ferrero (ex Skal Venaria) e festeggiando il rientro di Serena Romio in veste di riserva. Infine i Gears acquistano, come detto, Federico Cuffaro e Matteo Turigliatto (ex Triggers), ma perdono i fratelli Sangiorgi che smettono di giocare e Carola Casassa Vigna che si sposta agli Hit Makers, new entry della serie C1.

In B2 i Frhitti e Panati saliti lo scorso anno perdono una gran parte dei propri giocatori e probabilmente si trasformeranno in una squadra completamente femminile cambiando anche il nome. I Triggers, sempre sotto l’ala di Venaria, acquistano Davide Centin (ex Surgelati), Umberto Ferrero (ex Sunandmoon) e un esordiente. Gli Umpa Lumpa, neoretrocessi, aumentano la compagine con Alberto Giacometti, papà di Emanuele già in rosa lo scorso anno. Gli S-kit cedono Alberto Nantiat, che va a lavorare in Belgio, e acquisiscono Stefano Bo (militante nei 5 Hit di Coppa Hitalia).

In C1 i Buccaneers riducono leggermente il proprio organico da 9 a 7 giocatori. Si sganciano Alessia Milan e Laura Freilone lasciando in mani totalmente maschili la squadra che punterà alla promozione sfiorata quest’anno. Gli Skal Venaria molto probabilmente si scioglieranno a causa di un vero e proprio esodo di giocatori: infatti Marco Rizzante, Federico Fornace, Marco Gramigna e Filippo Masseni si sono spostati nella Together Sport e molto probabilmente andranno a formare una squadra per la C2; Artale a Sanfilippo stanno valutando uno stop. Di conseguenza gli Skal, se con all’acquisizione di neofiti riusciranno a ricrearsi, sicuramente cambieranno nome. Gli Invictus perdono Lorenzo Cuonzo e Lorenzo Romano che smettono di giocare, ma riconfermano il resto della rosa.

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La seconda edizione del FANTAHIT giunge al termine. 25 i partecipanti, due tornei paralleli (F-Campionato e F-Coppa), scontri diretti ed accumulo di punti. Il gioco ritorna a settembre. Intanto, ecco i migliori di questa stagione.

LA SQUADRA DEL MOMENTOUn intero anno ai vertici, un finale di stagione da record. Ecco la squadra che per prima è riuscita a realizzare la doppietta Campionato e Coppa.

DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTEE’ stata una stagione avvincente, combattuta fino alla fine e culminata in un grandissimo successo! Centrare la doppietta coppa-campionato, la prima nella storia del FantaHit, al nostro secondo anno, è una vera impresa, ottenuta grazie a una programmazione oculata e un ottimo mercato. Il merito è da ascrivere a giocatori come Botosso, ormai da 2 anni al centro del nostro progetto, e ad acquisti mirati come quello di Guzzafame che nel momento determinante della stagione ci ha fornito quel mix di esperienza e classe che ci ha permesso di centrare il double.Rendiamo l’onore delle armi ai nostri avversari e in particolare a Federico Solinas con cui abbiamo dato vita a un serrato duello durato tutta la stagione e terminato con due spettacolari finali. Alla prossima stagione.

TOP 10 SQUADRA F-MEDIA BESTVioletto Sinombre 17,1 34Comes Sunbeam 16,3 51Botosso Sotomayor 13,3 24Belci Sotomayor 12,4 19,6Garino Sunknights 11,9 18,8Guzzafame Red Devils 11,9 28,6De Nichilo M Piccolo Club 11 20De Nichilo G Piccolo Club 10,6 16,1Gallo Akuna Matata 10,3 18,4Mocciaro Smashers Venaria 10,1 21,6

MIGLIORI PER SERIEA2Gallo Akuna Matata 10,3 18,4Mocciaro Smashers Venaria 10,1 21,6Lombardelli F TO Warriors 9,9 18B1Ferraris L Sonics 9,7 16,1Pistidda Blue Snakes 9,3 17,1Bargetto Hit Dogs 8,9 14,7B2Garrone Team 8 13,4Gesualdo Neon 5 9,8Sinicco F Umpa Lumpa 4,3 10,8C1Ubaldi Giovani Marmotte 2,8 6,7Masseni Panati 2,3 4,2Bornia Giovani Marmotte 2,1 3,7

SCHEDA SQUADRANOME: Crap!CAPITALE: 700 f.euroPRESIDENTE: Andrea LavalleSTILE DI GIOCO: varioSERIE DEBOLE: Seconda esperienza al FANTAHITTROFEI VINTI: 1 F-Campionato, 1 F-CoppaMIGLIOR PUNTEGGIO: 83,7

RECORD ATTUALIMAGGIOR NUMERO DI VITTORIE IN COPPA: 11BONUS INCASSATI: 255 f.euroFATTURATO: 1961 f.euroMIGLIOR VITTORIA IN COPPA: + 30, finale di ritornoMIGLIOR VITTORIA IN PLAYOFF: +56, in finale

ROSAA1 Belci – Sotomayor A1 Fontana N. – Piccolo ClubA1 Lupo – SotomayorA1 Guzzafame – Red DevilsA1 Santarsia – Red DevilsA1 De Nichilo M – Piccolo ClubA2 Medda – BaraondaB1 Lovera – Rolling BallsB1 Casale – RDJB2 Sangiorgi S. – Gears

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Stessa formula, stesso periodo, ma non stesse squadre. L’anno scorso a vincere furono i Sine Nomine contro degli agguerritissimi HdS. Quest’anno, come sempre succede, i nomi e la

composizione delle squadre iscritte al torneo estivo per eccellenza sono per lo più variate, in effetti si possono contare sulla punta delle dita le formazioni che rimangono uguali di anno in anno. All’edizione 2012 si sono iscritte 26 squadre suddivise in cinque gironi, quattro con cinque squadre e uno con sei squadre. In tutto sono stati quasi 200 i giocatori partecipanti. La fase a gironi si è conclusa con il mese di luglio, da metà settembre avrà inizio la fase finale che si aprirà con gli scontri degli ottavi di finale.In ogni girone erano state inserite un paio di teste di serie che non si sono fatte aspettare e che hanno chiuso la prima fase nei primi posti dei rispettivi gironi. Rispettando la formula consueta le prime tre di ogni girone hanno avuto accesso al tabellone finale – sotto riportato – e, per completare le 16 squadre ammesse, è stata scelta la migliore quarta classificata in base alla differenza hit. Ora il gioco si farà duro e le due finaliste dello scorso anno sono ancora in lizza, ma è già sicuro che non si incontre-ranno in finale perché, ammesso che vincano entrambe, si dovranno fronteggiare già nei quarti. Aspettando l’inizio della regular season un po’ di sano agonismo non può che far bene allo spirito.

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AssociazioniARCADIA [email protected]

Revelation (A1)Lighting Bugs (A2)Hammers (A2)Sonics (B1)Slimers (B2)

FOREVER HIT

FREE TIME

HIT DOGS [email protected]

Hit Dogs (B1)Blue Snakes (B1)Crysis (C1)Giovani Marmotte (C1)Buccaneers (C1)

POLISPORTIVA [email protected]

Smashers Venaria (A2)Triggers Venaria (B2)Skal Venaria (C1)Frhitti e panati (C1)Dinners Team (Femm.)

SOCIETA’ [email protected]

Sunbeam (A1)Vikings (B1)Le Incredibili (Femm.)

ALTRE SQUADRE:

Piccolo Club (A1)[email protected]

Sunknights (A1)[email protected]

Le Iene (A1)[email protected]

Akuna Matata (A2)[email protected]

I Gadan (A2)[email protected]

Cielo Grande (A2)Grande [email protected]

RDJ (B1)[email protected]

HIT BALL TORINO [email protected]

Red Devils (A1)Sotomayor (A1)Sunnenbun (A1)Torino Warriors (A2)Evolution (B1)Pazzeschi (B1)Decepticon (B2)Gunners (B2)Citmabun (B2)Black Mamba (C1)Six Hit (Femm.)

SPORTING [email protected]

Sporting Team (B2)Umpa Lumpa (B2)

[email protected]

Sinombre (A1)Gears (B2)Skit (B2)

TOGHETHER SPORT [email protected]

LabToHit (A1)Blue Red (A2)Rolling Balls (B1)Invictus (C1)Surgelati (C1)Le Surgelate (Femm.)

AST’HIT

BARAONDABaraonda (A2)Baraonda Rockets (B1)

FANTASTICLUB [email protected] (B1)

SUNANDMOON BIELLA [email protected] (A2)

Neon (B2)[email protected]

Tantoxgiocà (C1)[email protected]

BLU HITPresidente Prof. Enzo Antimi sede ad Attigliano (Terni)

SOCIETA’ SPORTIVANAZARETHPresidente Sig. Mario Bergamo sede a Napoli

A.S.D. SVILUPPOATTIVITA’ MOTORIEPresidente sig. Gianpiero Arciprete sede a Chieri (TO)

SCUOLA PARITARIASAN GIUSEPPE CAFASSOPresidente Sig. Giovanni Tesio sede a Torino

ASSOCIAZIONESAN FRANCESCOsede a Lecco

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