dizona_maggio2009

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47 un quartiere in movimento... un movimento di quartiere N egli occhi un’immagine su tutte: l’ospedale dell’Aquila crollato. Datato 1996, nuovo, nuovissimo per i tempi biblici dell’edilizia italiana. Ospedale che, insieme all’università, alla casa dello studente, agli edifici pubblici, si è sgretolato per un terremoto di media in- tensità. Un sisma che in Giappone o Califor- nia sarebbe ordinaria amministrazione, ben al di sotto di quello irpino del 1980, più blando di quello umbro di dodici anni fa. Eppure il disastro è stato immane, e le immagini del dramma le abbiamo tutte negli occhi. L’indomani scoppiano l’ennesimo scandalo e l’ennesimo caso giudiziario; come se la magistratura dovesse ripagare le vittime con una giustizia del giorno dopo. Scoprendo solo dopo la tragedia quello che per tutti noi è chiaro come il sole: nel paese del profitto indiscriminato si costruisce, si produce, si sfrutta, tutto e tutti senza porsi nessun tipo di remora. E non parliamo di malaffare ma di “regole del sistema”. L’edili- zia è il campione dei settori. Da gennaio sui ponteggi edili sono morti 346 operai, nell’anno 2008, quasi 600; le norme di sicurezza sono ridicole: l’obiettivo primario non è tutelare chi lavora ma accelerare i tempi aumentando i profitti dei costruttori. I materiali usati (quando non sono sabbia marina!?!) sono acquistati al massimo ribasso, ancora una volta abbattendo i costi ed aumentando i profitti: materiali fatti per durare poco ed alimentare il mercato delle manutenzioni (altri appalti ed altri profitti). E tutto ciò che oggi non è regolare, viene condo- nato domani. La magistratura, forse, colpirà i truffatori smaccati, ma non potrà mai invertire un sistema di leggi, norme e regole dettate da quei poteri forti che lucrano sulla nostra pelle. Non ci sono responsabili al liceo Darwin di Torino dove, nello scorso autunno, perse la vita Vito, un ragazzino di 17anni travolto dal soffitto della sua classe, in una scuola pubblica che dovrebbe garantire ai nostri figli l’assoluta sicurezza delle strutture. Eppure il 45% delle scuole torinesi (in Italia la media sale orrenda- mente) non sono a norma ed hanno problemi di edilizia spesso strutturali. Ma per questo non ci sono fondi, anzi, il Ministro Gelmini ne L’Italia terremotata prevede ancora meno ritenendo che investire sulla scuola sia uno spreco di risorse. Il nostro futuro, quello dei nostri figli, è davvero poco interessante per chi detiene il potere. Evidentemente più interessante è, invece, la produzione di cacciabombardieri F-35, che il Parlamento italiano ha appena approvato con uno stanziamento di oltre 13 miliardi di euro. E così, mentre i cittadini stanno animando una splendida gara di solidarietà per soste- nere, con le loro tasche e risorse, le vittime del terremoto abruzzese, i politici destinano enormi fondi alla spesa bellica. Riempiendo però giornali e tg con la promessa “nessuna baraccopoli, ricostruiremo immediatamente”. E le tante famiglie umbre, costrette a vivere dal 1997 nei container, ridono amare, pensan- do a quelle stesse promesse fatte all’indomani del loro terremoto. Subito dimenticate, non fanno più notizia, ormai. il periodico informativo di Vanchiglia http://comitatoquartierevanchiglia.blogspot.com [email protected] maggio 2009

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il periodico informativo di Vanchiglia

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un quartiere in movimento... un movimento di quartiere

Negli occhi un’immagine su tutte: l’ospedale dell’Aquila crollato. Datato 1996, nuovo, nuovissimo per i tempi biblici dell’edilizia

italiana. Ospedale che, insieme all’università, alla casa dello studente, agli edifici pubblici, si è sgretolato per un terremoto di media in-tensità. Un sisma che in Giappone o Califor-nia sarebbe ordinaria amministrazione, ben al di sotto di quello irpino del 1980, più blando di quello umbro di dodici anni fa. Eppure il disastro è stato immane, e le immagini del dramma le abbiamo tutte negli occhi.L’indomani scoppiano l’ennesimo scandalo e l’ennesimo caso giudiziario; come se la magistratura dovesse ripagare le vittime con una giustizia del giorno dopo. Scoprendo solo dopo la tragedia quello che per tutti noi è chiaro come il sole: nel paese del profitto indiscriminato si costruisce, si produce, si sfrutta, tutto e tutti senza porsi nessun tipo di remora. E non parliamo di malaffare ma

di “regole del sistema”. L’edili-zia è il campione dei settori.

Da gennaio sui ponteggi edili sono morti 346 operai, nell’anno 2008, quasi 600; le norme di sicurezza sono ridicole: l’obiettivo primario non è tutelare chi lavora ma accelerare i tempi aumentando i profitti dei costruttori. I materiali usati (quando

non sono sabbia marina!?!) sono acquistati al massimo ribasso, ancora una volta abbattendo i costi ed aumentando i profitti: materiali fatti per durare poco ed alimentare il mercato delle manutenzioni (altri appalti ed altri profitti). E tutto ciò che oggi non è regolare, viene condo-nato domani. La magistratura, forse, colpirà i truffatori smaccati, ma non potrà mai invertire un sistema di leggi, norme e regole dettate da quei poteri forti che lucrano sulla nostra pelle. Non ci sono responsabili al liceo Darwin di Torino dove, nello scorso autunno, perse la vita Vito, un ragazzino di 17anni travolto dal soffitto della sua classe, in una scuola pubblica che dovrebbe garantire ai nostri figli l’assoluta sicurezza delle strutture. Eppure il 45% delle scuole torinesi (in Italia la media sale orrenda-mente) non sono a norma ed hanno problemi di edilizia spesso strutturali. Ma per questo non ci sono fondi, anzi, il Ministro Gelmini ne

L’Italia terremotata

prevede ancora meno ritenendo che investire sulla scuola sia uno spreco di risorse. Il nostro futuro, quello dei nostri figli, è davvero poco interessante per chi detiene il potere. Evidentemente più interessante è, invece, la produzione di cacciabombardieri F-35, che il Parlamento italiano ha appena approvato con uno stanziamento di oltre 13 miliardi di euro. E così, mentre i cittadini stanno animando una splendida gara di solidarietà per soste-nere, con le loro tasche e risorse, le vittime del terremoto abruzzese, i politici destinano enormi fondi alla spesa bellica. Riempiendo però giornali e tg con la promessa “nessuna baraccopoli, ricostruiremo immediatamente”. E le tante famiglie umbre, costrette a vivere dal 1997 nei container, ridono amare, pensan-do a quelle stesse promesse fatte all’indomani del loro terremoto. Subito dimenticate, non fanno più notizia, ormai.

il periodico informativo di Vanchigliahttp://comitatoquartierevanchiglia.blogspot.com [email protected]

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gio

2009

Fa una certa impressione andare sul sito web della regione Pie-monte e leggere, nella sezione rete scolastica, “Scuola Fontana

- soppressa”. Eppure è il triste esito del piano di accorpamenti voluto dall’ormai ex-assessore alle risorse educative del co-mune di Torino, Luigi Saragnese (appena “scaricato” dalla giunta Chiamparino).Le due scuole simbolo di Borgo Vanchi-glia, Leone Fontana e Gianni Rodari, ver-ranno accorpate a Muratori e Rosselli, an-dando a costituire un istituto comprensivo unico, con sedi amministrative in via Rica-soli (sede della Muratori). Infatti, in base a un decreto del 1998 (governo di centrosi-nistra) le scuole dovrebbero mantenere un numero di alunni compreso fra 500 e 900. Le nostre due scuole hanno nel comples-so 452 alunni, quindi una cinquantina in meno del minimo previsto dalla legge, ma, nell’accorpamento, saliranno a 963, oltre 60 in più del tetto massimo. Una contrad-dizione che svela la reale natura del prov-vedimento: l’operazione serve a tagliare posti; accorpando due scuole saltano in-fatti un dirigente scolastico, un segretario e non sappiamo ancora quanti docenti e personale ATA. Ma proviamo a ricostruire l’iter con il qua-le si è prodotta questa decisione.

A metà ottobre Saragnese propone un po-deroso piano di accorpamenti che desta grandi polemiche nel mondo della scuo-la, siamo nel pieno dell’autunno caldo No-Gelmini e piovono critiche da ogni parte. Il provvedimento sembra arenar-si ma l’entrata a piedi uniti del ministro Gelmini impone di attuare la legge del ‘98 entro il 3 novembre, pena la nomina di commissari straordinari. Le critiche inter-ne alla maggioranza comunale si spengono (paura di essere com-missariati?) e l’asses-sore D’Ottavio chiede ai vari assessori del torinese, Saragnese compreso, di prepara-re il piano entro il 28 ottobre. Si spengono i riflettori sul piano accorpamenti, i me-dia tacciono e il tutto passa inosservato ai più. E così, nel silenzio generale, il consiglio regionale approva il 3 marzo le modifiche al piano di dimensionamento scolastico 2009/2010 che prevede, appunto, la sop-pressione della Fontana e la nascita di un mega-isitituto comprensivo. Al danno si aggiungono le beffarde dichiarazioni dell’assessore regionale Pentenero: “La

nuova programmazione intende garan-tire l’efficace esercizio dell’au-

tonomia amministrativa, or-ganizzativa e didattica delle

istituzioni scolastiche ed offrire loro stabilità assi-curando alle comunità locali una pluralità di scelte. La dimensione è infatti la condizio-ne che permette di

offrire un servizio più ampio ed articolato.”

Taglio di istituti ed enormi mega-scuole da

1000 alunni, con meno do-centi ed una segreteria unica,

migliorano la qualità del servizio? Evidentemente no, ma come

sempre la politi-ca istituzionale fa buon viso a cattivo

ACCO(R/P)PAMENTI S C O L A S T I C ILa logica dello “scarica barile” nella pubblica istruzione

Taglio di istituti ed enormi mega-scuole da 1000 alunni, con meno

docenti ed una segreteria unica, migliorano la qualità del servizio?

Evidentemente no, ma come sempre la politica

istituzionale fa buon viso a cattivo gioco.

gioco. La “ciccia” è il piano di Saragnese, ovvero il tentativo di scaricare sulle casse dello Stato il costo di 22 delle 90 materne comunali; in futuro, ogni nuova assunzio-ne sarà a carico di Roma che, per legge, dovrebbe farsi carico di tutte le materne, non solo di 22. Viene cancellata l’auto-nomia di 4 scuole i cui dirigenti e allievi, pur rimanendo nelle loro aule o nei loro uffici, dipenderanno da un altro istituto.

E nascono 9 nuovi isti-tuti comprensivi dove bambini delle materne e scolari di elementari e medie avranno una sola struttura gerar-chica.Per far luce sulla vi-cenda parla lo stesso Saragnese: “Le doman-de per le scuole dell’in-fanzia sono andate cre-

scendo negli anni con sempre meno mezzi a disposizione. Questo spiega la volontà da parte del Comune di Torino di riequilibrare il rapporto tra scuole statali e scuole comu-nali con un maggior impegno dello Stato sulla scuola” Ma quanto spendono comu-ne e stato per le scuole di Torino? “La cit-tà di Torino spende 60 milioni di euro per la scuola e lo Stato finanzia in parte queste spese con mezzo milione di euro” Non cre-de che sia un po’ troppo ottimista pensare che il ministro Gelmini si accolli le spese mantenendo gli standard qualitativi? “Il sistema attuale non è in grado di garantire continuità neanche per il sistema comunale e nel futuro, le risorse saranno sempre di meno.”

~P

roprio una bella prospettiva… che mostra chiaramente, ancora una volta, la logica dello “scarica barile”: il comune non può accol-

larsi le spese dell’istruzione e le scarica sul-lo stato; diventando statali queste scuole saranno per forza sotto la legge Gelmini, con tutto quello che, già sappiamo, questo comporterà: maestro unico, orari ante-po-meridiani, tagli selvaggi, ecc... ecc...

Un vero cataclisma si è abbattuto e continua ad abbattersi sulla scuola italiana di ogni ordine e grado. Nel tanto contestato

decreto 133 risuonano incessantemente tre parole: RAZIONALIZZARE

SEMPLIFICAREESSENZIALIZZARE

La scuola italiana ha senz’altro bisogno di essere razionalizzata, di vedere modificati e trasformati alcuni ambiti di intervento, per trovare nuove modalità di azione e rispondere così alle esigenze della socie-tà che cambia e si trasforma incessante-mente. Ma nutro fortissimi dubbi che la scuola si possa razionalizzare attraverso la semplificazione e la essenzializzazione, che tradotto significa infatti 7,8 miliardi di euro in meno. Non si capisce come le decurtazioni di personale e risorse possa-no eliminare i difetti strutturali del siste-ma educativo italiano.Questo “riordino” della scuola – che er-roneamente viene chiamato riforma – af-fonda le radici in un passato nostalgico, recuperando un modello di scuola anacro-nistico le cui parole d’ordine erano “Dio, Patria, Famiglia”. Ma la scuola e la for-mazione non possono guardare al passato perchè sui banchi di scuola siede la genera-

zione del fu-turo: per la scuola italiana è necessaria una politica capace di fu-turo!Nella “riforma” non emergono vere finalità educative, dal mo-mento che l’educa-zione è intesa come sinonimo di discipli-na e la valutazione come una pura assegnazione di voti numerici. La scuola non deve avere il compito escludente di allonta-nare i bambini “cattivi” col metodo discriminante del voto in condotta, ma quello di farsi interprete delle richieste di formazione espresse dalla società e dal territorio in cui si colloca per elaborare risposte competenti ed innescare processi formativi adeguati.Invece questo governo ci dice che inve-stire sulla formazione è uno spreco, che non servono le sperimentazioni e le in-novazioni, basta una educazione formato bignami, una scuola “al ribasso”, ridotta

LA DIDATTICA DEL RISPARMIO... ... PER UNA PEDAGOGIA DEL “TAGLIO”

ai minimi termini. Questa non-riforma apre la strada ad un nuovo filone pedagogico, la didattica del risparmio per una pedagogia del taglio. è chiaro che si tratta solo di un’occasione per fare cassa a spese delle nuove gene-razioni. Il ministro Gelmini propone so-luzioni semplici per problemi complessi; anzi, la sua soluzione è miseramente legata al numero UNO: un maestro, un voto, un libro.

A proposito di crisi economica, politiche educative e istituzioni scolastiche, invi-

tiamo tutti a partecipare alla manifestazio-ne nazionale di martedì 19 maggio, indetta contro il G8 University Summit, l’incontro

dei rettori delle università dei paesi più in-dustrializzati, responsabili per non aver mai espresso una reale criticità alla depau-perazione dell’istruzione come bene comu-ne. Questi si incontreranno nel castello del

Valentino nei giorni 17, 18 e 19 maggio per decidere ancora una volta, illegitti-mamente, le sorti dell’Uni-versità pubblica senza fare i conti con chi realmente la vive producendo ricchezza sociale.

PER SAPERNE DI PIù:

http://ondanog8.blogspot.comwww.infoaut.org/articolo/comunicato-

onda-anomala-torinese

Dopo tanto faticoso lavoro LU.PO., la Ludoteca Popola-re di Vanchiglia, è finalmente pronta! Una grande sala ac-

cogliente e colorata, che i bambini hanno immediatamente invaso dimostrando in modo inequivocabile tutto il loro apprezza-mento. Ora che lo spazio è disponibile all’uso, potrà accogliere i progetti e le idee, che sono già numerosi e saranno presto messi in pratica, per intrat-tenere i bambini in modo divertente e creativo. Come tutte le attività del Comitato di Quartiere Van-chiglia, anche la ludoteca sarà animata da persone che mettono a disposizione le loro competenze, condividendo esperien-ze passate e partecipando a progettare quelle future.La fine dei lavori (totalmente autofinan-ziati) di ristrutturazione, pulizia e allesti-mento della ludoteca, è stata salutata sa-bato 9 maggio in occasione della grande Festa di Primavera. I bambini, assoluti protagonisti, hanno partecipato numerosi ai giochi che sono stati loro proposti e altri ne hanno inventati; particolarmente apprezzati sono stati i giochi d’ac-qua, con barchette di carta e bolle di sapone.La festa è stata lo specchio di alcuni dei temi cari al comitato. Primo tra tutti il r-esistere alla crisi. Resistenza che può at-tuarsi attraverso varie iniziative, come ad esempio il mercatino del baratto allestito durante la festa: il passaggio di un oggetto da una persona che non lo usa più, e per la quale non ha quindi più nessun valore, ad un’altra che, attraverso l’uso, lo valo-rizza. Lo scambio non viene mediato dal denaro, ma unicamente dal valore d’uso dell’oggetto preso o ceduto; questa antica

forma di “mercato”, sviluppato a livello di quartiere, potrebbe essere di grande efficacia per opporsi dal basso alla crisi e per ricollocare in un quadro più umano il reale valore delle cose.Un altro tema della festa è stato lo stare

bene nel quartiere. L’argomento è stato proposto ai cittadini accorsi attraverso un sondaggio che, con lo slogan “cambia pro-spettiva”, ha voluto far riflettere sui rischi associati all’invaden-za delle automobili nelle aree frequenta-

te prevalentemente dall’utenza pedonale più debole, bambini e anziani. Su questo stesso tema i bambini sono stai coinvolti in un gioco di educazione stradale, dimo-strandosi automobilisti rispettosi e pedoni attenti. Per completare i festeggiamenti è stato allestito uno spazio merenda con le prelibatezze preparate e porta-te dai m e m -b r i

AL LUPO, AL LUPO!!!Il quartiere inaugura la LU.doteca PO.polare presso il Centro Sociale Occupato Askatasuna

del comitato, dove si sono rifocillati gran-di e piccini.La festa è stata inoltre per molti l’occasio-ne per conoscere il Comitato di Quartiere Vanchiglia, le persone che attualmente lo animano e per andare oltre il giardino, a scoprire i rinnovati spazi interni dell’edifi-cio occupato dal collettivo Askatasuna.In chiusura è stata raccontata alle famiglie, riunitesi nella sala teatro per un saluto fi-nale, una bella e coinvolgente favola, il cui messaggio di fondo è stato la giusta sintesi della giornata: con la partecipazione di tut-ti, anche l’impossibile diventa possibile!

Un nuovo spazio di libertà e autonomia

per grandi e piccoli è nato in quartiere, a

disposizione di chi vorrà riempirlo con la propria

voglia di partecipare e condividere tempo, saperi ed esperienze.

Sabato 9 maggio 2009, durante la FeSta di Primavera organizzata dal Comitato di Quartiere, in un Clima di grande SoCialità, SPontaneità ed entuSiaSmo, oltre Cento Cittadine e Cittadini di vanChiglia – mamme e PaPà, bambini e bambine, nonni e nonne – hanno inaugurato la lu.Po. (ludoteCa PoPolare), PreSSo gli SPazi oCCuPati autogeStiti e autorganizzati del Centro SoCiale aSkataSuna.

Per avere informazioni sulle attività future della

ludoteca, per proporre idee e contribuire con il vostro

tempo e la vostra esperienza allo sviluppo di questo

spazio, potete:

scrivere a [email protected]

passare alle riunioni del comitato

il giovedì dalle 16:30in corso regina

margherita 47

Tutto è iniziato quando, parlando dei prezzi sempre più alti, abbiamo scoperto che alcuni di noi compravano abitualmente

determinati prodotti alimentari direttamente dai produttori, cercando in tal modo di tenere insieme qualità del cibo e prezzi contenuti. Mettendo insieme le nostre conoscenze – contadini, apicoltori, allevatori – il cesto della spesa si è così arricchito; a questo punto è sorta spontanea la domanda “... ma se ognuno di noi, recandosi da un produttore per la propria spesa, comprasse anche per altri interessati a quello stesso prodotto?... forse riusciremmo a spuntare un prezzo ancora migliore!” Ad oggi possiamo fare acquisti collettivi di vino, di formaggio, di riso, di miele e di carne… ma la lista crescerà.

nell’ambito delle iniziative di r-eSiStenza alla CriSi, il Comitato di Quartiere vanChiglia Sta attivando una rete di Cittadini intereSSati all’aCQuiSto di Prodotti alimentari direttamente dai Produttori Per Coniugare Qualità del Cibo, Prezzi PoPolari, oCCaSioni di SoCialità e aggregazione dal baSSo.

Facciamo un Gap?

(Gruppo d’Acquisto Popolare)

Questo è quanto, il GAP, non sarà un servizio, ma ognuno porterà il proprio contributo in termini di contatti e di disponibilità nell’ottica del mutuo aiuto e sarà anche la scusa per scambiarci ricette e

Ecco un movimento nato in Argentina – nel rinnovato Sud America ricco di iniziative “dal basso” – nei cui valori di riferimento ci riconosciamo come Gap del Comitato di QuartiereVanchiglia.

MNCI - Movimiento Nacional Campesino Indígena de Argentina

“Noi del Movimento Nazionale Contadino Indigeno siamo uomini e donne, giovani, anziani e bambini organizzati. Abbiamo incominciato dal basso. Nella lotta siamo diventati compagni. Abbiamo portato avanti la lotta per il nostro territorio, per l’acqua, per le sementi autoctone, per il nostro lavoro. Abbiamo camminato sempre con allegria. Siamo nati nei boschi, nelle valli e sulle montagne. Ma siamo nati anche nelle città. Siamo tutti parte della terra, perchè sentiamo che la terra non ha padroni. Lavoriamo difendendo la natura perchè ci dona gli alimenti, le piante per proteggere la nostra salute, le fattorie, gli strumenti di lavoro.”

[email protected]

magari riflettere sui temi dell’alimentazione e del consumo. A proposito, avete mai pensato che tutte le volte che andiamo a fare la spesa, rafforziamo o indeboliamo un sistema di mercato e di consumo?

Primo libro della Genesi - 29) E Dio disse: tutte le piante che ho disposto sulla terra producono semi affinchè vi siano di alimento.1. Da allora, per migliaia di anni, l’umanità continuò a ricevere quel dono celeste ad ogni raccolto.2. Ma un giorno alcuni signori dissero: guardate che il regalino di Dio è una porcheria rispetto ai semi transgenici creati nei nostri laboratori.3. Però superare Dio ci è costato molto caro, perciò abbiamo brevettato i nostri bio-semi e chi li semina dovrà pagarci un piccolo diritto d’autore.4. E questi signori avevano un potere così grande che i loro semi e i loro guadagni cominciarono a crescere ed estendersi su tutta la terra.5. Fu allora che dalle nazioni impoverite si alzarono voci verso il cielo: Signore!... Come è possibile che qualcuno si arricchisca facendoci pagare 6. per manipolare un regalo che hai dato a tutti?Ma Dio non dice nulla.7. Forse perchè crede che un giorno impareremo a difenderci da noi stessi. 8. «hhaaaaamm!» – «‘uona ‘a pappa tlangenica!»

A proposito di prodotti della terra...

Prima del commercio e dell’agricoltura, gli uomini vivevano raccogliendo i

prodotti spontanei della terra. Anche noi possiamo ogni tanto dimenticarci la spesa e riscoprire il nostro primordiale

animo di raccoglitori. E’ necessario prima di tutto trovare un posto dove la

terra sia ancora (o di nuovo) in grado di produrre qualcosa di spontaneo. Quindi,

via dalla città e lontano dai campi coltivati: sono le prime pendici sopra la pianura a dare maggiore soddisfazione

al raccoglitore e la primavera segna l’inizio di un lungo periodo di

abbondanza. Da maggio, ad esempio, nel sottobosco maturano le fragoline.

Il raccoglitore inesperto rischia però di cadere

vittima di un simulatore: ci sono dei frutti rossi

praticamente

Ore 7:00, buon appetito!

Uno degli errori più comuni di bambini e ragazzi, in campo alimentare, è quello di non consumare la colazione, per abitudine o per mancanza di tempo. Questo primo pasto è invece uno dei tre principali

della giornata (su 5 complessivi), in cui dovrebbe essere assunto un quinto dell’apporto calorico totale. Gli alimenti ideali per la colazione difficilmente pos-sono essere presenti nello spuntino di metà mattina a scuola. Il latte infatti non dovrebbe mai mancare,

intero o meglio parzialmente scremato; non è necessa-rio aggiungere lo zucchero perché è già dolce, contiene il lattosio. Può succedere di avere la sensazione di non

tollerare il latte: si tratta quasi sempre, specialmente dopo i 3-4 anni , di intolleranza al lattosio. Esistono

però in commercio latti in cui questo zucchero è stato “digerito” con l’uso di enzimi o con la fermentazione:

nel primo caso il latte ha un gusto più dolce perchè si è formato del glucosio, nel secondo è un po’ acido perchè si è formato dell’acido lattico. Simile a questo latte “aci-dificato” è lo yogurt che in tutte le sue versioni e gusti è

un ottimo sostituto del latte. Al latte o allo yogurt sarebbe buona abitudine aggiungere fiocchi di cereali, pane

comune, anche tostato, cacao, che migliorano la tolleranza al latte, marmellata, miele, un dolce fatto in casa o della frutta; quest’ultima può essere cruda o cotta, frullata o

spremuta, ma anche frutta secca ed essiccata.

Scrivete i vostri “dubbi alimentari” alla dott.ssa Bruna a [email protected]

identici alle fragole che, all’assaggio, non hanno nessun sapore. Questa caratteristica, abbastanza comune per le fragole acquistate, è invece relativamente rara per le fragoline selvatiche. Osservate attentamente il frutto che pensate di raccogliere: le vere fragoline sono rivolte verso terra, mentre i millantatori sono protesi verso il cielo. Le false fragole si notano subito: ti guardano invitanti dal terreno; quelle buone, invece, si mostrano solo a chi le sta proprio cercando.

Zucchini alle erbe aromatiche

1kg di zucchini, 1 cucchiaio di dragoncello tritato, 1 cucchiao di basilico prezzemolo e menta tritati, 5 cucchiai di olio, 1 spicchio d’aglio, 1 noce di burro.

Lavare gli zucchini e tagliarli in due parti nel senso della lunghezza (se sono grossi tagliare ancora le due parti in metà, sempre nel senso della lunghezza), tagliare poi a tocchetti di 2-3 centimetri. Scaldare il condimento in una padella con un generoso pizzico di sale e lo spicchio d’aglio. Quando il condimento è caldo aggiugere gli zucchini e cuocerli, coperti, a fiamma viva ( attenzione a non farli bruciare!!!). Quando sono dorati e croccanti abbassare la fiamma e aggiungere il trito di erbette aromatiche, far saltare in padella per pochi minuti in modo che gli zucchini prendano

il gusto delle erbe, regolare di sale, lasciare riposare e

servire tiepidi.

A cura della dott.ssa Bruna, pediatra e nutrizionista dell’ospedale infantile Regina Margherita

Riscopriamoci raccoglitori

Gioconda Belli Wolf Erlbruch

“LA FABBRICA DELLE FARFALLE”

edizioni E/O,

collana “il baleno”pagg. 48 - 12,50 €

Quando l’Anziana Custode della Sapienza affidò al gruppo più giovane dei Disegnatori di Tutte le Cose il Laboratorio degli Insetti, Odaer e i suoi amici si sentirono profondamente offesi. Con tutto quel che si poteva creare al mondo a loro sarebbe toccato occuparsi di... insetti! Piccoli, inutili e, diciamolo pure, anche un po’ schifosi!...

Gioconda Belli, scrittrice nicaraguense di fama internazionale di cui ricordiamo tra gli altri i romanzi per adulti “La donna abitata”, “Sofia dei presagi” e “Waslala”, racconta ne “La fabbrica delle farfalle” l’importanza dei sogni, della bellezza e del coraggio di portare avanti le proprie idee.Poetiche come il racconto sono le illustrazioni di Wolf Erlbruch: come sempre fantastico narratore di sogni.

Chi è muto non parlachi non parla non si fa sentire

chi non si fa sentire non ha diritto di lamentarsiquindi... BOTTA E RISPOSTA

a cura del pedagogista Gianni Milano

“A mio figlio che frequenta la scuola elementare non danno abbastanza compiti per casa; sono preoccupata per la sua formazione.” – Una mamma preoccupata

Meno compiti a casa e più compiti in casa. I compiti sono solo ombre, meglio l’esperienza diretta e varia. A casa il bambino ha il diritto e dovere di sperimentare una relazione vera con gli adulti, soprattutto se sono i familiari. Signora, tratti il bambino più da figlio e meno da scolaro: ci guadagnerete tutti e due.

RUBRICHE

AGENDA MAGGIO e GIUGNOMartedì 19 maggio: TORINO

manifestazione nazionale contro il G8 University Summit

concentramento ore 10:30 Palazzo Nuovo

Sabato 23 maggio: MILANODa che parte stare

grande manifestazione nazionale de@ migranti e de@ antirazzisti

Sabato 30 maggio: TORINOAntifaBoxe vs Resto d’Italia

2^ riunione nazionale palestre popolariCSOA Askatasuna - ore 22:00

11-12-13-14 giugno Festa DIZONA - un quartiere in festaBORGO VANCHIGLIA