ScoutOggiPERIODICO SCOUT

CASTANO & TURBIGOsettembre 2010 numero13

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editoriale

Anno nuovo, inizio nuovo

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Questo è il primo numero del nuovo anno Scout 2010/2011, ci auguriamo che le cose nuove quest’anno siano tante e possibil-mente belle per tutti noi, anche perché quest’anno il nostro gruppo festeggia 45 anni di vita e di servizio sul territorio del castanese.Qualcosa di nuovo, per iniziare, vorremmo proporvelo noi; prima di tutto una frase di B. P. che ci accompagnerà per tutto l’anno: “NON ACCONTENTARTI DI SAPERE UNA COSA, MA CERCA DI CONO-SCERE IL PERCHÈ E IL COME”. Que-sta frase ci ha colpiti perché in netta con-trotendenza con quella che sembra essere la direzione del mondo, sempre più teso alla superficialità ed alla conoscenza ap-prossimativa delle cose, dove ogni ogget-to, ogni relazione tra esseri umani, ogni notizia devono essere consumati nel minor tempo possibile per lasciare spazio a nuo-vi bisogni da soddisfare, nuove esigenze,

nuove aspettative. L’approfondimento, la comprensione, l’analisi sono diventati un lusso che poche persone riescono o vo-gliono concedersi.Ma perché è così importante la conoscen-za? E qual è la differenza tra sapere e cono-scere? Ci piacerebbe trovare insieme una risposta a queste e ad altre domande che si presenteranno nel corso dell’anno. Per far questo, durante le attività di quest’an-no con i nostri ragazzi, “giocheremo” per cercare insieme le risposte. Ci piacerebbe che questa ricerca diventasse patrimonio e ricchezza di tutta la comunità cittadina, attraverso il nostro operare, potessero in-dividuare uno strumento utile di crescita e di sviluppo di una coscienza comune che sia utile per la vita del Castanese.BUON INIZIO A TUTTI E... BUONA STRADA!

Diemme

Cos’è lo Scauti smo?

la curiosità...

ma cosa significa Uhuru?!?

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Lo scautismo è un metodo educativo nato dagli scritti e dalle intuizioni pedagogiche di Robert Baden – Powell.L’obiettivo del metodo scout è sviluppare le capacità globali di ogni ragazzo e ragazza in primo luogo educando al senso critico, cioè a saper distinguere il bello dal brutto, l’utile dall’inutile, il necessario dal super-fluo per scegliere ciò che è giusto e respin-gere ciò che è sbagliato.In secondo luogo è un’educazione ai valori fondamentali dell’uomo, come patrimonio inalienabile della persona. In questo pro-cesso educativo il fine da raggiungere non

Molto spesso mi viene chiesto... Come si chiama il tuo branco? Ed io puntualmente: branco Uhuru. Allora altrettanto puntual-mente arriva la seconda domanda, un po’ stupita: ma cosa significa?!?!Ebbene Uhuru è il nome del primo satel-lite dedicato all’astronomia a raggi X. Era anche conosciuto come X-ray Explorer Sa-tellite, SAS-1, o Explorer 42.Esso fu lanciato il 12 dicembre 1970 dal-la piattaforma di lancio italiana San Mar-co, e posto in orbita a 560 km di apogeo e 520 km di perigeo, 3 gradi di inclinazione, con un periodo di 96 minuti. La missione si completò nel marzo del 1973.Il satellite Uhuru fu il primo satellite in-teramente dedicato all’osservazione dei raggi X del cielo. Oltre alla scoperta di diverse sorgenti cosmiche, questo satellite rappresenta l’avvio del campo di ricerche su questo settore, prima di allora del tutto

può mai giustificare i mezzi utilizzati.La metodologia applicata all’interno dell’associazione non è basata su lezioni teoriche, ma con lo strumento dell’impara-re facendo, attraverso esperienze concrete come la vita nei boschi, la cucina al campo, la manualità, l’uso degli attrezzi, il canto, l’espressione teatrale, lo sport, la conoscen-za della natura, la competenza tecnica, la catechesi vissuta nelle attività pratiche, il servizio al prossimo, il gioco ecc.Il metodo scout è proposto ai ragazzi at-traverso educatori (capi scout) riuniti in co-munità (le Comunità Capi).

sconosciuto.Furono scoperte ben 339 sorgenti X, fra queste la celebre  Cygnus X-1  e  Centau-rus X-3. Alla realizzazione del progetto

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Il nome del satellite Uhuru, nel linguag-gio Swahili significa libertà. Esso fu dato in onore al popolo del Kenya che permise il lancio del satellite sul suo territorio. Il nome a sua volta è legato anche alla serie TV Star Trek e al personaggio Uhura na-tiva del Kenya.

indenni il deserto approfittando dell’o-scurità. A detta di Roland, questo avrebbe infatti il potere di mandare a monte l’at-tenta organizzazione di molti mesi che ci ha condotto fin qui, in una buia notte nel deserto. Puntualissima, alle due precise, la luce di una lanterna fende il buio, rimbal-zando goffamente sui ciottoli, e si ferma davanti a noi.Il viaggio ha la connotazione di un sogno. Lasciamo la città moderna e attraversia-mo un ponte di tempo e spazio per entrare nelle terre selvagge. Lasciamo l’oscurità per raggiungere la luce. La nostra guida

lavorarono i due scienziati italiani Ric-cardo Giacconi (Premio Nobel per la fisi-ca nel 2002) e Bruno Rossi. L’importanza delle scoperte eseguite con questo satellite generò il record assoluto di citazioni su pubblicazioni scientifiche.Il nome del satellite 

Questa è, più o meno, l’inizio dell’avven-tura che ci ha intrattenuto per l’intera du-rata del campo estivo:

È una notte d’agosto nera, senza stelle, umida e fredda.Con molta cautela, i miei compagni ed io rompiamo il silenzio che ci avvolge per chiederci se Roland, il pistolero incontrato che ci dovrebbe portare sulle tracce della Torre Nera, all’inseguimento di Walther, arriverà davvero.Il fatto di aver scelto questa strana ora per il nostro viaggio servirà a farci passare

reparto ahimsa

L’avventura del campo estivo

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riesce a vedere nel buio: è un animale not-turno con un sesto senso che ci permette di superare indenni le tante ore di strada sterrata, piena di buche, sassi e un’infinità di avvallamenti, anzi veri e propri crateri!Riusciamo ad eludere i predatori notturni e ci dirigiamo con sicurezza verso il gior-no. L’alba rivela paesaggi mozzafiato, co-stellati da distese di dune e rocce e vallate in cui spuntano inaspettatamente piccolis-simi villaggi circondati da qualche albero in fiore, chiazze gialle di grano seccato al sole, cani, polli e talvolta maiali. Per stra-da adesso incontriamo uomini, donne e bambini con vanghe o altri attrezzi e pic-cole bisacce per il cibo.Dopo cinque ore di viaggio, Roland ci an-nuncia che ci stiamo avvicinando, si ini-ziano a trovare le prime tracce del passag-gio di Walther. Ci descrive la procedura e i modi in cui tirarci fuori dalle difficoltà, avanzare senza essere visti e imparare a percepire i possibili pericoli e la presenza di insidie. Poco dopo, una grande bestia si para davanti a noi - sapevano che Roland,

essendo un pistolero, aveva sensi affinati e mira perfetta – in un batter di ciglia estrae la pistola, ereditata dai suoi avi, e risolve il problema.Il viaggio prosegue per il resto della gior-nata attraversando via via spazi sempre più angusti, le case son sempre meno fre-quenti e in questo luogo nessuno risiede più sotto il solleone. I pericoli son sempre maggiori, le insidie dietro ogni angolo e si odono in lontananza i richiami dei pre-datori. Più ci addentriamo nel deserto, più troviamo tracce del passaggio di qualcuno prima di noi; Roland è sicuro di condurci nella giusta direzione, la desolazione ri-empie le vallate intorno a noi.È ormai notte quando scorgiamo i riflessi di un piccolo fuoco, ci avviciniamo molto furtivamente e, seduto in prossimità del focolare, un uomo ammantato sedeva su un grande scranno; Walther ci stava atten-dendo...

Reparto Ahimsa

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       AGESCI  CASTANO  PRIMO  1      gli  scout  di  Castano  e  Turbigo                                                                            2010/11                                                                

COMUNITA’  CAPI  –  gli  educatori  Tutti  i  capi  elencati      

 

COORDINATORI  Domenico  Marando  Elisabetta  Seminara  

COLONIA  CASTORINI  AURORA  Giovanna  Belloli,  Mirella  Francone,    

Angelica  Bernales,  Nadia  Cucchetti,  Gianni  Pisoni  

BRANCO  LUPETTI  /E  UHURU  Domenico  Marando,  Luisa  Ravasio,  Fabio  

Farina,  Giuseppe  Nasti  

BRANCO  LUPETTI  /E  FIORE  ROSSO  Giacomo  Bacchiega,  Andrea  Ravelli,  

Elisabetta  Seminara  

REPARTO  ESPLORATORI/GUIDE  AHIMSA  Riccardo  Belluco,  Carlotta  Richiardi,  Mauro  Vanone,  Luca  Della  Vedova  

NOVIZIATO  /CLAN    Stefano  Morandi,  Luigi  Braga,  Andrea  Limiti,    

Paolo  Flaviani,  Alessandro  Marando  

Dai  5  ai  7  anni  

Dagli  8  agli  11  anni  

Dai  12  ai  15  anni  

Dai  16  ai  20  anni  

ASSISTENTE  ECCLESIASTICO  Don  Mauro  Viganò  

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       AGESCI  CASTANO  PRIMO  1      gli  scout  di  Castano  e  Turbigo                                                                            2010/11                                                                

COMUNITA’  CAPI  –  gli  educatori  Tutti  i  capi  elencati      

 

COORDINATORI  Domenico  Marando  Elisabetta  Seminara  

COLONIA  CASTORINI  AURORA  Giovanna  Belloli,  Mirella  Francone,    

Angelica  Bernales,  Nadia  Cucchetti,  Gianni  Pisoni  

BRANCO  LUPETTI  /E  UHURU  Domenico  Marando,  Luisa  Ravasio,  Fabio  

Farina,  Giuseppe  Nasti  

BRANCO  LUPETTI  /E  FIORE  ROSSO  Giacomo  Bacchiega,  Andrea  Ravelli,  

Elisabetta  Seminara  

REPARTO  ESPLORATORI/GUIDE  AHIMSA  Riccardo  Belluco,  Carlotta  Richiardi,  Mauro  Vanone,  Luca  Della  Vedova  

NOVIZIATO  /CLAN    Stefano  Morandi,  Luigi  Braga,  Andrea  Limiti,    

Paolo  Flaviani,  Alessandro  Marando  

Dai  5  ai  7  anni  

Dagli  8  agli  11  anni  

Dai  12  ai  15  anni  

Dai  16  ai  20  anni  

ASSISTENTE  ECCLESIASTICO  Don  Mauro  Viganò  

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I castorini quest’anno hanno vissuto un campo estivo stupendo. e sapete dove?Sull’isola che non c’è!La partenza per questa fantastica isola era da San Fedele d’Intelvi da cui tutte le mat-tine si passava attraverso un “magico per-corso che ci portava all’isola.Lì abbiamo conosciuto PETER, WENDY, GIGLIO TIGRATO E SUO PADRE, CA-PITAN UNCINO, SPUGNA e tanti altri personaggi.Con loro abbiamo creato i nostri “rifugi” che quotidianamente dovevamo mettere in ordine, tenerlo pulito e addobbarlo; ab-

biamo preparato copricapo di piume, ma-racas, sculture con fili di ferro, antistress, fermacarte coccodrillo.Siamo persino andati alle TERME dell’i-sola!E poi... GIOCATO GIOCATO GIOCA-TO...

Dopo ben sei giorni la stanchezza comin-ciava a farsi sentire. ma sono arrivati i nostri genitori e molto amorosamente ci hanno riaccompagnato ai nostri lettini in macchina evitandoci cosi un lungo volo con Peter!

colonia aurora

Peter Pan per focaccia

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trattava di attenzione agli ultimi. Anche il tema della coeducazione è stato rivisitato negli anni Settanta e oggi è attualissimo. Se andiamo a leggere gli scritti di Baden Powell sul rapporto uomo-donna ci accor-giamo che era fondato sulla parità. Senza aver bisogno delle “quote rosa”, nella nostra organizzazione, fin dall’unificazione tra l’associazione femminile e quella maschile nel 1974, c’è stata attenzione alla pari digni-tà. Esiste quindi la “diarchia” e per i ruoli educativi e di responsabilità è prevista la presenza di un uomo e di una donna.Nella società di oggi i ragazzi sono abi-tuati ad avere “tutto e subito”: invece lo scoutismo insegna il sacrificio, lo spirito di servizio, la gratuità...Siamo consapevoli di essere controcorren-te. La sfida più grande che oggi abbiamo è quella di vincere il malessere della società del benessere: la solitudine. Oggi il parados-so è avere “tutto e subito” ed essere soli. Di fronte a questo la grande risorsa che lo scou-tismo mette a disposizione è la vita comuni-taria. Magari si ha meno materialmente, ma alla fine si possiede molto di più in termini

«I ragazzi per natura sono pieni di energia e cercano sfide». Spiega così l’adesione di tan-ti giovani allo scoutismo Marco Pietripaoli, responsabile regionale dell’Agesci insieme a Saula Sironi e all’assistente ecclesiastico donAndrea Lotterie. «Gli stessi fenomeni di bullismo e prevaricazione - dice il capo scout - hanno all’origine la solitudine di ra-gazzi abbandonati a loro stessi e il desiderio di sfide, che spesso sfociano in azioni con-troproducenti e problematiche. Se invece questi giovani avessero a fianco educatori, insegnanti e genitori capaci di proporre ini-ziative positive, i ragazzi ci starebbero».In cento anni di vita il movimento scout ha saputo rinnovarsi, senza tuttavia per-dere la propria identità... Nello scouti-smo c’è stata una costante, lenta e graduale rivisitazione degli elementi fondamentali. Ci sono aspetti scritti e pensati dal nostro fondatore 100 anni fa (il protagonismo dei ragazzi, l’ascolto, la disponibilità a servire nel proprio quartiere, l’attenzione ai più deboli...) e che noi ripetiamo ancora; oggi si parla di emarginati e disabili, di stranieri e famiglie in difficoltà, ma anche allora si

Vita in comune, ri sorsa contro di sagio e solitudine

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di gioia, serenità, avventura, appartenenza... e ci si dimentica dell’aspetto materiale. Quan-do sei al campo, anche se non hai il cellulare, la coca-cola, il divano comodo di casa, non ti accorgi della loro mancanza perché in quel momento la tua vita è riempita. An-che la vita all’aria aperta e lo spirito di avventura resistono nonostante la voglia di comodità?Magari si fatica a uscire di casa e ad andare nei bo schi, specie se piove, ma quando si è con gli altri non si vorrebbe più tornare. L’avventura e la vita all’aria aperta, lonta-no dai genitori, permettono di sperimentare l’autonomia e fanno sentire più gran di. Mol-te organizzazioni e realtà ci imitano; non è un problema, ma noi inseriamo il tema dell’avven tura in un progetto educativo che da senso a tut to il cammino: la sfida non è quindi fine a se stes sa. Gli stessi educatori aiutano i ragazzi a riflette re sull’esperienza che stanno vivendo e la doman da per tutti è: che cosa ho imparato e “porto a casa” per la mia vita quotidiana? Baden Powell invitava i “suoi” scout a la sciare «il

mondo un po’ migliore di quan to non l’avete trovato». Che cosa dovreb bero fare i giovani di oggi? Occorre riscoprire la dimensione della “cittadi nanza attiva”, a partire dal proprio territorio. Le buo-ne abitudini di vita per sé e per l’ambiente, l’at tenzione ai più deboli, la pace e la fratel-lanza in ternazionale, sono dimensioni che i giovani pos sono vivere quotidianamente. Scoprirebbero che i loro problemi sono re-lativi rispetto a quelli del mondo. Scriveva Baden Powell nel suo libro La stra da verso il successo: «Se vuoi veramente intrapren dere la strada verso il successo, cioè verso la feli cità, devi dare una base religiosa alla tua vita, devi andare a cercare la felicità nella vita degli altri». Dobbiamo aiutare i giova-ni a scoprire che i loro bisogni e problemi possono trovare risposta in sieme a quelli degli altri. È questa oggi la sfida più impor-tante; se ai ragazzi se ne offre l’opportuni-tà, rispondono immediatamente.

(da “il Segno” del 2007)

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