Discussione tra amici nel salotto buono di Ettore e …...PARENTESI – concetto di EGREGORA...

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Angeli & Demoni Analisi storica e teosofica del fenomeno e riferimenti di fisica quantistica Discussione tra amici nel salotto buono di Ettore e Donatella Falcone

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Angeli & Demoni Analisi storica e teosofica del

fenomeno e riferimenti di fisica quantistica

Discussione tra amici nel salotto buono di

Ettore e Donatella Falcone

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Angeli – Demoni Fisica quantistica

Tema complesso, articolato, impregnato da preconcetti, inserito in molte religioni Può contenere condizionamenti profondi e radicati. Va esaminato sotto molteplici aspetti •Storico •Religioso •Filosofico •Teosofico •Psicologico •Scientifico (rigore) •Quantistico

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Il termine "diavolo" deriva dal latino tardo diabŏlus,

traduzione fin dalla prima versione della Vulgata (V

secolo d.C.) del termine greco Διάβολος, diábolos,

("dividere", "colui che divide", "calunniatore",

"accusatore"; derivato dal greco -διαβάλλω, diabàllo, composizione di dia "attraverso" bàllo, caccio attraverso, trafiggo, metaforicamente anche calunnio).

Nell'antica Grecia διάβολος era un aggettivo denotante

qualcosa, o qualcuno, calunniatore e diffamatorio; fu

usato nel III secolo a.C. per tradurre, nella Septuaginta,

l'ebraico Śātān ("avversario", "nemico", "colui che si

oppone", "accusatore in giudizio", "contraddittore"; reso

negli scritti cristiani come Satanas e qui inteso come

"avversario, nemico di Dio").

Vediamo con chi abbiamo a che fare…

Era comune pensare al valore da salvaguardare di Dio: l’Onnipotenza e al fatto che non Questa Onnipotenza non poteva essere dimostrata senza un nemico da combattere e da Sconfiggere, appunto Satanas, avversario di pari potenza ma rivolto al Male.

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Il termine "demònio" deriva dal latino tardo daemonium traslitterazione

del greco δαιμόνιον, daimónion, (sempre dal greco

δαιμόνιος, daimónios, "appartenente agli dèi", "che è in rapporto con

un δαίμων", "ammirabile", "sorprendente") e quindi collegato a

δαίμων, dáimōn, il cui significato originario in lingua greca è quello

di demone, entità soprannaturali "neutre",cioè che potevano essere sia

benevole sia malevoli. Solo col cristianesimo assunse esclusivamente

un significato negativo. Infatti tale termine greco nel Nuovo

Testamento è presente sia con l'originale senso neutro di 'divinità', che

con quello di angelo caduto.

Già nella Septuaginta, e in altre traduzioni dall'ebraico al greco, tale

termine occorreva ad indicare l'ebraico ים עיר śe'îrîm: capre) ש

selvatiche, →satiri, capre demoni), ציים (siyyim: dimoranti del deserto,

bestie selvatiche), ים דים ,(elilim: idoli') אליל šēdîm, shedim: spiriti) ש

tutelari, idolo), ד וד e (Gad: nome ebreo di un dio della Fortuna) ג יש

(yâšûd: devastare, il devastatore).

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Nell'Ebraismo non esiste il concetto di diavolo come nel Cristianesimo o

nell'Islam. In ebraico, il termine biblico ha-satan (ן ט significa (ש

"l'avversario" o l'ostacolo, o anche "l'accusatore in giudizio,

contraddittore" (sottolineando così che Dio viene visto come il Giudice finale).

Nel Libro di Giobbe (Iyov), ha-satan è la qualifica, non il nome proprio, di

un angelo sottomesso a Dio: egli è il capo-accusatore della corte divina.

Nell'Ebraismo ha-satan non è malvagio, ma piuttosto indica a Dio le cattive

azioni ed inclinazioni dell'umanità. Essenzialmente ha-satan non ha potere a

meno che gli umani non compiano azioni malvagie. Dopo che Dio fa notare la

devozione di Giobbe, ha-satan chiede il permesso di mettere alla prova la sua

fede. A quest'uomo retto vengono sottratte la famiglia, le proprietà, ed in

seguito, la salute, ma rimane ancora pieno di fede verso Dio. Alla fine di questo

libro Dio appare come un mulinello d'aria, spiegando a tutti che la giustizia

divina è imperscrutabile. Nell'epilogo vengono restituiti a Giobbe i suoi averi ed egli ha una seconda famiglia per "rimpiazzare" la prima che era deceduta. Nella Torah, ha-satan viene menzionato diverse volte. L'occasione principale è durante l'incidente del vitello d'oro: come fonte dell'inclinazione malvagia del popolo, o yetser harah, è responsabile per la costruzione da parte degli Israeliti del vitello d'oro mentre Mosè era sul Monte Sinai a ricevere la Torah da Dio. Nel libro delle Cronache, ha-satan incita Davide ad un censimento illegale. Di fatto, il Libro di Isaia, Giobbe, Qoelet e Deuteronomio hanno tutti passi in cui a Dio viene attribuito l'esercizio del controllo sovrano sul bene e sul male.

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PARENTESI – concetto di EGREGORA Sappiamo bene che vi sono molte varietà di pensiero, in generale, possiamo dire che i pensieri maligni o egoisti, quelli cattivi per essere esplicito, si identificano con la materia più grossolana, mentre i pensieri buoni ed altruistici con quella più fine, quella dei "piani superiori". Se il pensiero è sufficientemente forte e definito, si viene a creare una struttura energetica, chiamata comunemente forma-pensiero, che sarà tanto più potente e resistente, quanto più forte è stato il pensiero che l' ha generata. Quando i pensieri non sono individuali ma provenienti da un gruppo di persone, si generano "agglomerati energetici" chiamati anche "Egregore". La parola “egregor” ha la medesima radice di aggregare e deriva dal latino “grex, gregis”. La parola quindi significa raggruppare, mettere assieme. Bisogna comunque distinguere "Egregoro" da "Egregora" perchè sono due cose completamente diverse. Egregoro o Eggregoro per gli gnostici è un Essere (da alcuni è definito anche Angelo) connesso con la gerarchia superiore o con forme spirituali superiori altamente evolute, protegge ed ispira gli individui nel loro cammino evolutivo. L’Egregora è come detto prima, un aggregato di energie mentali, di forze psichiche, di bassa o alta qualità, creata da uomini o da Egregori o da Intelligenze. Più il tempo passa e più l'egregora può crescere se alimentata costantemente dall' attività psichica conscia o inconscia. Le vibrazioni emesse da un pensiero tendono a riprodursi ogni qualvolta ne hanno l'occasione. Perciò, quando urtano un altro corpo mentale, tendono a far nascere in esso una vibrazione simile a quella originaria. Una forma-pensiero si può paragonare a un accumulatore di energia pronto a scaricarsi, o a caricarsi ancor di più, se trova delle vibrazioni simili a quelle che l'hanno generata. Pertanto la potenza del pensiero di più persone unite è sempre molto più grande della somma dei loro pensieri separati, può servire per il bene o per il male (dipende quale forma pensiero l' ha creata) e può crescere fino a diventare universale, immensa, ecco che diventa molto importante stare sempre molto attenti a cosa pensiamo, desideriamo o auguriamo.

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Secondo la dottrina cattolica il diavolo è noto anche con il nome di Satana e

talvolta come Lucifero, sebbene la maggior parte degli studiosi riconoscano che

il riferimento in Isaia 14,12 a Lucifero, o la Stella del Mattino, sia in relazione al

re babilonese[14]. Secondo alcune lezioni della teologia cattolica, il Diavolo è il

più bello tra gli angeli e per un atto di orgoglio si è ribellato a Dio. La teologia

cattolica lo descrive come un essere che odia la creazione e tutta l'umanità

operando con menzogne e false promesse affinché l'essere umano rinunci alla

sua figliolanza divina, al suo legame con Dio.

Altri Cristiani (ad esempio i cristadelfiani) pensano che il diavolo nella Bibbia si

riferisca figurativamente al peccato e alla tentazione umani e a qualsiasi

sistema umano in contrapposizione a Dio.

Nel cattolicesimo il diavolo viene identificato con il serpente nel Giardino

dell'Eden, con il dragone nell'Apocalisse di Giovanni[15], e con il tentatore

dei Vangeli[16]. È menzionato più frequentemente nei Vangeli, specialmente in

riferimento alla forza trainante dietro la crocifissione di Cristo.

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Nell'Islam il diavolo prende il nome di Iblis (arabo: Shaytan, un termine che si riferisce ad esseri malvagi simili al diavolo). Secondo il Corano, Dio creò Iblis dal "fuoco senza fumo" e creò l'uomo dall'argilla. La caratteristica principale del Diavolo, oltre alla hýbris, è che non ha altro potere se non quello di gettare suggestioni malvagie nel cuore degli uomini e delle donne. Secondo la teologia musulmana, Iblis venne espulso dalla grazia di Dio quando gli disobbedì scegliendo di non rendere omaggio ad Adamo, il padre dell'intera umanità. Egli sostenne di essere superiore ad Adamo, basandosi sul fatto che l'uomo, a differenza di sé, era fatto di terra. Come per gli angeli, essi si prostrarono ad Adamo per mostrare il loro omaggio e la loro obbedienza a Dio. Tuttavia a Iblis, inamovibile dal punto di vista che l'uomo era inferiore, e a cui, a differenza degli angeli, venne data la capacità di scegliere, fece la scelta di non obbedire a Dio. Ciò lo portò ad essere espulso da Dio, un atto di cui Iblis accusò l'umanità. Inizialmente, il Diavolo riuscì ad ingannare Adamo, ma una volta che le sue intenzioni divennero chiare, Adamo ed Eva si pentirono dei loro peccati davanti a Dio e vennero liberati dai loro misfatti e perdonati. Dio diede loro un forte avvertimento riguardo Iblis ed i fuochi dell'Inferno, e chiese a loro e ai loro figli (umanità) di stare

lontano dalle illusioni dei loro sensi causate dal Diavolo. Secondo i versi del Corano, la missione del Diavolo fino alla Qiyama, o Giorno della Resurrezione (yawm al-qiyāma), è quella di ingannare i figli di Adamo (l'umanità). Dopo di ciò, egli verrà posto tra i fuochi dell'Inferno insieme a coloro che ha illuso. Il Diavolo è noto anche come uno dei jinn, anche se la natura del diavolo è il fuoco e quella dei jinn è quella del nerofumo, sebbene creato dalle fiamme. Il Corano non raffigura Iblis come il nemico di Dio, poiché Dio è supremo a tutte le sue creazioni ed Iblis è solo una di queste. Il solo nemico di Iblis è l'umanità: egli vuole scoraggiare gli uomini dall'obbedire a Dio. Perciò l'umanità è avvertita del fatto che dovrà lottare (jihād) contro le malizie del Diavolo e le tentazioni che egli instillerà in loro: coloro che riusciranno in questo verranno ricompensati con il Paradiso (jannat al-firdaws), raggiungibile solo con una condotta giusta.

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A differenza del Cristianesimo, dell'Islam, e dello Zoroastrismo, l'Induismo non riconosce alcuna forza o entità malvagia principale come il Diavolo in opposizione a Dio. L'Induismo riconosce però che esseri ed entità differenti (ad esempio, gli Asura) possano compiere atti malvagi, sotto il dominio temporaneo del guna chiamato tamas, e causare sofferenze agli uomini. Le guna rajasica e tamasica del Maya sono considerate molto vicine al concetto abramitico, ovvero come le porzioni diaboliche dell'Illusione Definitiva chiamata "Prakriti". Una rappresentazione di ciò è il concetto di Advaita (non-dualismo) dove non si distinguono il bene ed il male ma semplicemente differenti livelli di comprensione. D'altra parte nell'Induismo, che dà assai spazio al contrappunto, esiste anche la nozione di dvaita (dualismo) in cui c'è un'interazione tra le tendenze buone e quelle malvagie.[32] Un'Asura importante è Rahu le cui caratteristiche sono simili a quelle del Diavolo Tuttavia, gli Indù, e i Vaishnava in particolare, credono che un avatar di Vishnu si incarni per sconfiggere il male quando raggiunge la sua massima potenza. Il concetto di Guna e Karma spiegano inoltre il male come un grado, piuttosto che come l'influenza di un diavolo. Per essere più specifici, la filosofia Indù indica che l'unica cosa esistente (Verità) è il Dio Onnipotente. Così, tutte le tendenze degli asura sono inferiori e la maggior parte esiste solamente come illusione nella mente. Gli Asura sono anche persone differenti in cui cattive motivazioni ed intenzioni (tamas) hanno temporaneamente soppiantato quelle buone (Sattva). Esseri diversi come siddha, gandharva, yaksha ed altri vengono considerati entità a differenza dell'umanità, ed in qualche modo sono superiori agli uomini.

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Secondo la dottrina cattolica il diavolo è noto anche con il nome di Satana e talvolta come Lucifero, sebbene la maggior parte degli studiosi riconoscano che il riferimento in Isaia 14,12 a Lucifero, o la Stella del Mattino, sia in relazione al re babilonese[14]. Secondo alcune lezioni della teologia cattolica, il Diavolo è il più bello tra gli angeli e per un atto di orgoglio si è ribellato a Dio. La teologia cattolica lo descrive come un essere che odia la creazione e tutta l'umanità operando con menzogne e false promesse affinché l'essere umano rinunci alla sua figliolanza divina, al suo legame con Dio. Altri Cristiani (ad esempio i cristadelfiani) pensano che il diavolo nella Bibbia si riferisca figurativamente al peccato e alla tentazione umani e a qualsiasi sistema umano in contrapposizione a Dio. Nel cattolicesimo il diavolo viene identificato con il serpente nel Giardino dell'Eden, con il dragone nell'Apocalisse di Giovanni[15], e con il tentatore dei Vangeli[16]. È menzionato più frequentemente nei Vangeli, specialmente in riferimento alla forza trainante dietro la crocifissione di Cristo.

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Sulla personalità e azione del diavolo è interessante quanto il dott. Gabriele Amorth, esorcista ufficiale della Chiesa cattolica, ricava dalle sue esperienze dirette: da esse, e da analoghe presentazioni di altri autori, emerge il pensiero cattolico circa il diavolo: essere personale che influisce nella vita di ogni uomo[17][18][19][20]. Il diavolo è uno spirito che tiene incatenati agli inferi le persone che sono in stato di peccato mortale infatti Gesù dice "chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con me disperde" 12, 30. Le persone che perseverano in questo stato fino alla morte sono condannate al supplizio eterno ([1] parte 3,articolo 8, sezione 4 versetto 1861) e vengono punite per sempre dal diavolo e dai suoi seguaci all'inferno (San Tommaso D'Aquino, Summa Teologica, supp. III, argomento 97). Al diavolo è stato dato un potere enorme in questo mondo principalmente sulla morte (Concilio di Trento, Sess. 5a, Decretum de peccato originali, canone 1: DS 1511) 2,14, secondo le parole di San Giovanni: "Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno" 5,19. Il Signore infatti si è incarnato proprio per distruggere le opere del Maligno 3,8. Il demonio preferisce agire nell'ombra senza farsi scovare perché appena viene scovato e individuato il suo potere può essere facilmente indebolito o annullato[21]. Per fare ciò il suo modo di operare preferito è la tentazione, la quale si presenta agli occhi dell'uomo sempre come una cosa attraente e "desiderabile per acquistare saggezza" 3,6. Infatti essendo uno spirito può manifestarsi in parole, pensieri o atti contrari alla legge di Dio e all'insegnamento di Gesù (San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I-II, q. 71, a. 6: Ed. Leon. 7, 8-9). Nella maggior parte dei casi preferisce lasciare le sue vittime libere di operare nel mondo per spargere la zizzania mentre perseguita e tenta particolarmente quelli che si sono decisi per Dio e per i suoi comandamenti come spiega San Giovanni nelle sue lettere.

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« È all'interno di questa confusa letteratura che il diavolo,

qualunque sia il suo nome - Satana, Belial, Mastema, Semihazaz,

ecc.- acquista le caratteristiche che gli sono proprie nel Nuovo

Testamento: angelo caduto, per lussuria o superbia, che si è fatto

nemico di Dio e dell'uomo, che egli cerca di mettere contro il suo

Creatore, e che sparge il male ovunque »

Sull'origine del diavolo nelle credenze cristiane compie una disamina non cristiana lo storico francese Georges Minois nel suo saggio Le diable[22]. Minois sottolinea che l'immagine del diavolo è indissolubilmente legata al concetto di "agonismo cosmico" e "divino". L'idea cristiana di diavolo è erede, secondo Minois, di numerosi attributi di altre religioni del vicino Oriente. Miti agonici erano presenti in area egizia (il dio Seth contro il dio Horus), babilonese (Gilgameš contro il mostro Huwawa, il dio Marduk contro il mostro Tiāmat nell'Enûma Eliš) e nella religione cananea (il dio Baal contro il dio infero Mot). Sono presenti pure elementi greco-romani: la lotta di Zeus e di suo figlio Dioniso, forze vitali, contro i Titani di Crono, divoratore dei propri figli; Eracle contro l'Idra, e Teseo contro il Minotauro. Il predecessore del diavolo ebraico-cristiano è, per Minois, Angra Mainyu (pahlavico Ahrimane) che, con il suo esercito malefico di demonii (daeva), era il principio del male nel Mazdeismo (Zoroastrismo) iranico e quindi persiano. Nell'Antico Testamento c'era un Satana accusatore ed oppositore, non una maligna potestà[23]. La concezione cambiò sotto l'influsso di testi della letteratura apocalittica non canonica dell'Ebraismo che trattava anche di una rivolta degli angeli contro Dio (Libro dei Custodi, Libro dei Giganti, Visione di Enoch, Libro di Enoch, Libro dei Giubilei, Libro di Adamo). Anche la comunità ascetico-monastica degli Esseni di Qumram, i “figli della luce”, si considerava artefice della vittoria imminente su Satana. Le due forze cosmiche rivali, il Bene ed il Male, si preparano allo scontro escatologico finale che porterà alla vittoria del bene. Sia nelle sette apocalittiche dell'Ebraismo sia nella comunità di Qumram è evidente l'influsso del dualismo metafisico iranico del Mazdeismo: Ahura Mazdā, dio del Bene e della Verità, contro Angra Mainyu, principio del Male e della Menzogna.

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Una figura simile a quella del diavolo nel Buddismo è Mara. Egli è un tentatore, che ha tentato anche Gautama Buddha cercando di sedurlo con la visione di bellissime donne che, in varie leggende, sono spesso riconosciute come le figlie di Mara. Mara personifica l'incapacità, la "morte" della vita spirituale. Egli cerca di distrarre gli uomini dal praticare una vita spirituale rendendo il noioso allettante o facendo sì che il negativo sembri positivo. Un'altra interpretazione di Mara è che lui rappresenti i desideri che sono nella mente di un uomo impedendo che questo veda la verità. In un certo senso quindi Mara non è un essere indipendente ma una parte dello stesso essere di una persona che deve essere sconfitta.

Nel mito di Osiride scopriamo che Ausar (in greco: Osiride) viene tagliato in 13 pezzi da Seth. Auset (Iside) raccoglie tutti i suoi pezzi tranne il suo fallo. Horo, figlio di Ausar e Auset decide di vendicare la morte e lo smembramento di suo padre affrontando Seth. Horo ha la meglio su Seth, e Ausar, essendo riportato in vita dalla morte diviene il signore degli inferi. È questo dramma che ci riporta al conflitto tra bene e male, con quest'ultimo incarnato da Seth: ciò comunque non significa che Seth sia stato sempre considerato un personaggio malvagio nella teologia dell'Antico Egitto. In più occasioni nella storia dell'Antico Egitto ci sono stati conflitti tra "famiglie" differenti volte alla svalutazione di un dio rispetto ad un altro. Come in molte confessioni politeistiche, i personaggi coinvolti si differenziano dalla tradizione occidentale di un diavolo con cui tutte le divinità sono strettamente in relazione. In questo caso, numerosi testi storici indicano che Seth sia lo Zio o il Fratello di Horo e che nella "sconfitta" di Seth, si possa vedere un altro discostamento dalla norma nel divoramento/assimilazione di Seth in Horo, con il risultato che quest'ultimo venga raffigurato sia con la testa di falco sia con la testa (di un animale sconosciuto) di Seth. Ciò (come nel Buddismo) rappresenta una dissoluzione della dicotomia.

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Il Libro di Enoch è un testo apocrifo di origine giudaica la

cui redazione definitiva risale al I secolo a.C., pervenuto

ad oggi integralmente in una versione in lingua

ge'ez (antica lingua dell'Etiopia), donde il nome Enoch

etiope.

Al patriarca antidiluviano Enoch, secondo

la Genesi bisnonno di Noè, la tradizione ebraico-cristiana

ha riferito 3 distinti testi, nessuno dei quali accolti negli

attuali canoni biblici ebraico o cristiano (fa eccezione 1

Enoch, accolto nella Bibbia della Chiesa Copta):

1 Enoch o Enoch etiope, solitamente indicato come libro

di Enoch;

2 Enoch o Enoch slavo o Apocalisse di Enoch o Segreti di

Enoch;

3 Enoch o Apocalisse ebraica di Enoch.

Descrivere la genesi storica del Libro di Enoch è

abbastanza complicato. Gli studiosi sono attualmente

sostanzialmente concordi[1] nel vedere in esso il frutto di

una rielaborazione conclusiva armonizzante a partire da 5

testi precedenti autonomi. Il numero 5 va probabilmente

accostato ai componenti della Torah, col proposito del

redattore finale di ricreare idealmente un

nuovo pentateuco: per tale motivo si parla talvolta

del Libro di Enoch come del Pentateuco di Enoch.

Sebbene in passato vi siano state vivaci discussioni tra gli

studiosi, grazie ai ritrovamenti di Qumran attualmente si

può stabilire con certezza che la lingua originaria dei 5

testi autonomi era l'aramaico.

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La prima sezione, indicata come Libro dei Vigilanti (cc. 1-36), è datata a inizio-metà del II secolo

a.C., in concomitanza alla rivolta in Giudea dei fratelli Maccabei contro l'occupazione ellenista. La

sottosezione costituita dai cc. 6-11, nella quale non è citato Enoch, rappresenta un nucleo

precedente al resto della sezione che ne ha catalizzato lo sviluppo. Va probabilmente datata al III

secolo a.C., anche se G. W. Nickelsburg propone il IV secolo a.C., e J. Milik la ipotizza addirittura

precedente alla formazione della Genesi (V-VI secolo a.C.). La seconda sezione, il Libro delle

Parabole (cc. 37-71), secondo la maggior parte degli studiosi è stata composta nel I secolo a.C.

(James Charlesworth si spinge fino al I secolo d.C.). Tuttavia lo studioso cattolico polacco Józef

Milik nel 1976 ha ipotizzato che il Libro dei Giganti, testo apocrifo rinvenuto tra i manoscritti non

biblici di Qumran (1Q23–4; 2Q26; 4Q203; 530–33; 6Q8), facesse in un primo tempo parte del Libro

di Enoch appunto come seconda sezione. In seguito l'attuale Libro delle Parabole, che Milik

ipotizza composto nel II-III secolo d.C.,[2] avrebbe rimpiazzato il Libro dei Giganti. Il movente

principale dell'ipotesi è nei riferimenti al Figlio dell'uomo presenti nel Libro delle Parabole, titolo di

origine giudaica (v. in particolare il Libro di Daniele c.7) ma che a partire dal Nuovo Testamento è

stato dalla tradizione cristiana attribuito a Gesù. Questo spiegherebbe inoltre l'anomala assenza

del Libro delle Parabole tra i manoscritti di Qumran. L'ipotesi però non ha trovato largo consenso

tra gli altri studiosi. La terza sezione è il Libro dell'Astronomia o Libro dei Luminari Celesti (cc. 72-

82), probabilmente di inizio II secolo a.C. Leonhard Rost posticipa la data della sezione a fine II

secolo a.C., mentre J. Milik l'anticipa a fine III-inizio II secolo a.C. La quarta sezione, il Libro dei

Sogni (cc. 83-90), è probabilmente coeva alla rivolta maccabaica (metà II secolo a.C.). La

sottosezione chiamata Apocalisse degli Animali (cc. 85-90) è da Leonhard Rost datata a fine II-

inizio I secolo a.C., mentre James C. VanderKam ipotizza per essa l'inizio del II secolo a.C.

La quinta sezione, la Lettera di Enoch (cc. 91-104), risale probabilmente alla prima metà del I

secolo a.C. La sottosezione chiamata Apocalisse delle Settimane, testimoniata come integra a

Qumran (4Q212), ma spezzata nella redazione definitiva in 93,1-10; 91,11-17, è datata a inizio II

secolo a.C. La sezione conclusiva (cc. 105-108) viene talvolta indicata come Apocalisse di Noè;

compare nelle versioni copte ma non in quelle greche.

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Una domanda al volo… ma serve la fede per credere ? Dal libro di Enoch 1 Osservate tutto ciò che si svolge nel cielo, guardate come le stelle sorgono e tramontano e non cambiano le proprie orbite, 2 non trasgrediscono contro l'ordine stabilito. Ecco a voi la terra, e prestate attenzione alle cose che Dio vi ha posto dalla prima all'ultima, come sono costanti, come nessuna cambia. Ecco l'estate e l'inverno, osservate le nuvole, la pioggia e la rugiada, e come tutta la terra è riempita d'acqua. Guardate come (in inverno) appaiono gli alberi, come diventano secchi e spargono tutte le loro foglie, ad eccezione di quattordici alberi che non perdono il loro fogliame, ma mantengono le foglie vecchie da due a tre anni finche arrivano quelle nuove. Capitolo 4 1 E ancora, osservate come nelle giornate d'estate il sole è sopra la terra e cercate ombra e riparo a causa del suo calore. E anche la terra diviene rovente con il caldo crescente, cosicché non si può camminare su di essa, o su di una roccia. Capitolo 5 1 Vedete come gli alberi si ricoprono di foglie verdi e danno i loro frutti: perciò ascoltate, e sappiate come Colui che vive per sempre ha fatto le Sue opere, 2 ed esse vanno avanti così di anno in anno e per sempre, svolgono tutti i loro compiti senza cambiamenti, come Lui ha ordinato. 3 Ed ecco come il mare ed i fiumi in modo analogo realizzano e non modificano i loro compiti, secondo i Suoi comandamenti. 4 Ma voi, non vi siete fermati, né avete adempiuto i comandamenti del Signore: voi vi siete allontanati, e con la vostra bocca impura avete pronunciato orgogliose e dure parole contro la sua grandezza. Oh, voi aridi di cuore, voi non troverete pace. Perciò maledirete i vostri giorni, e gli anni della vostra vita periranno: gli anni dei vostri tormenti saranno moltiplicati, e non troverete nessuna pietà. In quei giorni i vostri nomi saranno resi in eterna esecrazione a tutti i giusti, ed essi vi malediranno sempre, insieme con tutti i peccatori.

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I Manoscritti del Mar Morto (o Rotoli del Mar Morto) sono un insieme di manoscritti rinvenuti nei

pressi del Mar Morto. Di essi fanno parte varie raccolte di testi, tra cui i Manoscritti di Qumran,

che ne costituiscono una delle parti più importanti. I rotoli del Mar Morto sono composti da circa 900

documenti, compresi testi della Bibbia ebraica, scoperti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte dentro e

intorno al uadi di Qumran, vicino alle rovine dell'antico insediamento di Khirbet Qumran, sulla riva

nord-occidentale del Mar Morto.

I testi sono di grande significato religioso e storico, in quanto comprendono alcune fra le più antiche

copie superstiti note dei libri biblici e dei loro commenti, e conservano la testimonianza della fine del

tardo giudaismo del Secondo Tempio. Essi sono scritti in ebraico, aramaico e greco, per lo più

su pergamena, ma con alcuni scritti su papiro. Tali manoscritti datano in genere tra il 150 a.C. e

il 70 d.C. I Rotoli sono comunemente associati all'antica setta ebraica detta degli Esseni.

I Rotoli del Mar Morto sono tradizionalmente divisi in tre gruppi: manoscritti "biblici" (copie di testi

dalla Bibbia ebraica), che costituiscono circa il 40% dei rotoli identificati; manoscritti "apocrifi" o

"pseudepigrafici" (documenti noti del periodo del Secondo Tempio,

come Enoch, Giubilei, Tobia, Siracide, salmi non canonici, ecc. che non sono stati, in ultima analisi,

canonizzati nella Bibbia ebraica, ma in qualche caso sono stati accettati dalla versione greca

dei Settanta e/o utilizzati dalla tradizione rabbinica), che costituiscono circa il 30% dei rotoli

identificati; e manoscritti "settari" (documenti precedentemente sconosciuti, che descrivono le

norme e le credenze di un particolare gruppo o gruppi all'interno della maggioranza ebraica) come

la Regola della Comunità, il Rotolo della guerra, commento (in ebraico פשר, pesher) ad Abacuc e

la Regola della Benedizione, che costituiscono circa il 30% dei rotoli identificati.[3]

Fino al 1968 la maggior parte delle pergamene conosciute e dei frammenti sono stati custoditi

nel Museo Rockefeller (già noto come Museo Archeologico della Palestina), a Gerusalemme. Dopo

la guerra dei sei giorni, queste pergamene e frammenti sono stati spostati al Santuario del Libro,

presso il Museo d'Israele, che tuttora ne conserva numerosi, mentre altri sono presso l'Istituto

Orientale dell'Università di Chicago, al Seminario teologico di Princeton, all'Azusa Pacific University

e nelle mani di collezionisti privati.

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La parola "angelo" deriva dal latino angelus ed ha origine dalla parola greca ἄγγελος (traslitterazione: ággelos; pronuncia: ánghelos). Attestato nel dialetto miceneo nel XIV/XII secolo a.C. come akero, con il significato di inviato, messaggero; e, come messaggero degli Dei, il termine "angelo" appare per la prima volta nelle credenze religiose della Civiltà classica.

Nell'Ebraismo Il termine "angelo" è usato anche per l'ebraico biblico מלאך, mal'akh, sempre con il significato di "inviato", "messaggero"; anche per אביר, abbir (lett. "potente" o anche "uomo forte, valoroso" nel Salmo 78,25); per להים*א ,

'''ělōhîm (sost. masch. singolare; lett. "Legislatore Supremo, Giudice Supremo - riferito a Dio -", oppure sost. masch. plurale; lett: legislatori, giudici - riferito a persone, divinità straniere o in talune interpretazioni , spiriti celesti - nel Salmo 8,5); e per נאן .shin'an (moltitudini) nel Salmo 68,17 ש

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Il termine greco antico ánghelos (messaggero) è riferito al dio Hermes considerato il messaggero degli Dei[1].

Identica funzione viene attribuita a Iride sia nell'Iliade sia negli Inni omerici[2], così in Platone, nel Cratilo (407e-

408b) queste due divinità vengono indicate come ángheloi degli Dei. Allo stesso modo viene indicata Artemide-

Ecate (Sofrone- Scoli a Teocrito, II,12)[2] alludendo ai suoi rapporti con il mondo dei morti (Inferi). Anche Hermes è

"messaggero di Persefone" (Inscriptiones Graecae XIV, 769) e quindi in rapporto con i mondo dei morti.

In collegamento a ciò, Sam Eitrem[3] evidenzia che a Tera sono state rinvenute delle interessanti iscrizioni

sepolcrali cristiane nelle quali viene menzionato l'ánghelos del defunto (Inscriptiones Graecae III, 933 e segg.).

Nella riflessione teologico-filosofica antica un tema corrispondente alla comune nozione degli angeli è già

presente[4].

In Talete, come in Eraclito, il mondo è pieno di dei vale a dire di angeli

Per i pitagorici i sogni erano inviati agli uomini dai geni.

Anche Democrito[7] parlò di geni abitanti nello spazio.

Platone, in particolare nel Convivio, menzionò dei dáimōn che, ministri di Dio, sono vicini agli uomini per ben

ispirarli.

Con Filone di Alessandria (20 a.C. ca–50 d.C.), filosofo e teologo di cultura ebraica ed ellenistica, l'ánghelos greco

si incrocia con il mal'akh della Bibbia (così già reso nella Septuaginta) e diviene, nella sua spiegazione esegetico-

allegorica della stessa Bibbia, il nesso fra il mondo sensibile e quello del Dio trascendente unitamente alle idee,

alla sapienza e al pneuma[8]. Questo nesso si rende necessario nella teologia di Filone in quanto il Dio

trascendente non potrebbe avere un rapporto diretto con il mondo sensibile per via del male in esso contenuto[9].

A partire dal II-IV secolo, la teologia neoplatonica utilizzerà la figura dell'ánghelos, inserita nella processione

dall'Uno unitamente ai Dèmoni e agli Eroi[10], seguendo l'ordine gerarchico di: Dei, Arcangeli, Angeli, Demoni ed

Eroi[2].

Porfirio sosteneva che sono gli angeli a portare a Dio le nostre invocazioni difendendoci dai dèmoni malvagi.

Giamblico elaborò una gerarchia del mondo celeste sostenendo che gli angeli innalzano l'uomo dal mondo

materiale mentre i demoni li spingono a immergervisi, gli arcangeli accompagnano le loro anime nel cielo e gli eroi

si occupano del mondo. E la loro visione è ben differente:

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Tra i gruppi ebraici di età ellenistico-romana, conosciuti e documentati anche da autori greci e latini, quello degli Esseni è forse oggi il più noto, a causa della scoperta, effettuata a Qumran nel 1947, dei manoscritti del Mar Morto, appartenenti a una comunità di questo tipo. Già nell'antichità avevano scritto su di essi, per ricordare i più rilevanti, Filone Alessandrino (Quod omnis probus liber sit), Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica), che ci attesta di esserne stato discepolo, e Plinio il Vecchio (Naturalis Historia). Sulla loro origine e sul significato del nome (puri, bagnanti, silenziosi, pii) non c'è accordo tra gli studiosi. Molto probabilmente ebbero inizio dalla metà circa del II secolo a.C. in epoca maccabea, e di essi non si fa mai menzione prima degli Asmonei. Di vita appartata e solitaria, si erano organizzati, fuori dal contesto sociale, in comunità isolate di tipo monastico e cenobitico; protetti da Erode il Grande, al tempo di Gesù erano oltre 4000 e vivevano dispersi in tutto il paese; circa 150 erano quelli residenti a Qumran. Questo sito andò incontro a una fine violenta nel 68 d.C. a opera dei romani a causa del loro coinvolgimento nelle sommosse negli anni della guerra che si concluse con il crollo di Gerusalemme. Prima della fine però riuscirono a nascondere la loro biblioteca nelle grotte circonvicine. Alcuni scampati, sembra, si unirono agli zeloti di Masada e ne condivisero la sorte. Lo proverebbe il ritrovamento, durante gli scavi del 1963 a Masada, di un frammento di pergamena dei Canti della santificazione del sabato noto dai ritrovamenti della grotta 4.

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La dottrina degli angeli non era diffusa in modo uniforme nel popolo ebraico, tanto che i predicatori apocalittici del I millennio a.C. attribuivano la propria conoscenza di quanto sarebbe avvenuto negli ultimi giorni proprio al contatto con gli angeli. Come conseguenza logica, non dovevano essere facilmente "conoscibili" per gli uomini normali. Pertanto si svilupparono gruppi ristretti di accoliti e speciali pratiche iniziatiche che si potevano seguire per essere ammessi in tali gruppi, in modo da poter accedere a un livello di conoscenza superiore legato agli angeli. Per questa ragione, la massima diffusione delle credenze sugli angeli si ebbe nella società segreta degli Esseni. Essi conservavano gelosamente l'elenco dei nomi degli angeli e gli stessi manoscritti di Qumran (detti anche "manoscritti del Mar Morto") ci mostrano una complessa struttura legata agli angeli, nella quale il Principe della Luce avrebbe lottato insieme ai Figli della Luce contro il Principe delle Tenebre, nell'ultimo giorno del Creato. Nacque così il dualismo della lotta tra le forze del Bene e del Male per il destino finale dell'Uomo (Rotolo della Guerra di Qumran, 1QM 13:11). Tuttavia, altre sette non si interessarono affatto a questi argomenti escatologici e agli angeli in generale. Tra esse, i Farisei dimostrarono scarso interesse per queste creature sovrannaturali, mentre i Sadducei negavano addirittura la loro esistenza (Atti degli Apostoli 23:8), come pure la possibilità della resurrezione o di venire a contatto con gli spiriti, a causa della loro ferma opposizione a ogni tipo di misticismo.

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LA SPIRITUALITA' ESSENA

Molti dei loro insegnanti spirituali sono presenti in numerose religioni. In particolare, l'aspetto

esoterico dell'insegnamento esseno era rappresentato dall'albero della vita e dalle comunioni

essene con gli angeli di cui troviamo traccia nel libro Il Vangelo Esseno della Pace dove gli angeli

vengono chiamati energie elettromagnetiche della luce, dell'aria, della terra, dell'acqua e del se'.

L'esperienza essena si ritrova nello Zend Avesta di Zarathustra, negli insegnamenti dei Veda e nel

buddismo, dove il "sacro albero dell'illuminazione" non e' altro che l'albero della vita. In Occidente

contribuirono alla ricerca spirituale dello gnosticismo, della Cabala e del Cristianesimo.

Uno tra i principali argomenti di studio della comunita' essena riguardava il tema della resurrezione

del corpo che trovava il suo fondamento nella convinzione che ci sarebbe stato un tempo (il nostro)

in cui il corpo sarebbe risorto a nuova vita; un tempo in cui l'uomo avrebbe sconfitto la morte e i

"figli della luce" (come gli esseni si definivano) avrebbero vissuto nella Luce.

Il pensiero esseno sosteneva anche che l'essere umano, in accordo con il proprio Dio interiore,

custodisce un "progetto dell'anima" e che, aiutato dai propri angeli custodi, dalle guide e dai

maestri, arriva sulla Terra per imparare cio' che si e' prefisso, acquisendo integrita' ed esperienza

per crescere nella consapevolezza di essere di luce.

L'uomo ha quindi il suo destino di predestinazione e poco puo' fare per cambiarlo; puo' agevolarlo o

ritardarlo, ma e' solo una questione di tempo. Concetti quali "la vita dell'anima" e "la coscienza

dopo la morte fisica" erano ampiamente insegnati nelle loro scuole di saggezza e nello studio dei

simboli come l'albero della vita. Per meglio conoscere la grande esperienza spirituale tramandata

dagli esseni, occorre risalire al tempo del faraone egizio Amhenotep IV o Akhenaton della XVIII

dinastia, che impose il culto monoteistico del disco solare Aton. Venuto sulla Terra con il preciso

compito di divulgare alcune conoscenze sull'unico dio Aton, Akenathon si dedico' alla preparazione

di un popolo che successivamente avrebbe per primo prodotto un cambiamento nella coscienza,

iscritto nel DNA delle generazioni successive e che si sarebbe risvegliato a tempo debito. Il popolo

in questione erano gli esseni, portati successivamente in Palestina da Mose', che alcuni

sostengono essere stato Akenaton stesso.

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Gli Esseni vedono il mondo come terreno di lotta tra i figli della luce e i figli delle tenebre, teorizzando la magia angelica. Nel Libro dei Giubilei le teorie sulle schiere angeliche, sui nomi degli angeli, sulle loro funzioni, hanno un posto di rilievo. Soprattutto, nella loro teologia, agli angeli è riservato un ruolo importante nella guerra contro i figli delle tenebre, capeggiati da Belial.

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IL DIAVOLO EBRAICO TRA GNOSTICISMO E APOCALITTICA Il Libro di Tobia introduce un elemento importante: la magia come strumento per combattere il diavolo, e la lotta

dell’angelo contro il diavolo. È sintomatico che Asmodeo sconfitto da un esorcismo magico ripari in Alto Egitto, essendo

l’Egitto ritenuto terra di origine della magia. Il ruolo di Raffele rispecchia lo sviluppo dell’angeologia nella letteratura post

esilica, forse anche per influssi caldei e persiani. Negli ultimi secoli prima dell’era cristiana, i caratteri magici e il ruolo degli

angeli acquistano peso nella cultura ebraica, si dà molto più importanza ad angeli e demoni. È molto forte il bisogno di

dare una spiegazione diversa all’origine del male, ed acquista peso l’idea di attribuirne la colpa a spiriti cattivi, così come

acquistano spessore gli spiriti buoni (angeli) come creature “intermedie” tra Dio e l’uomo. Sono questi concetti che si

affermano presso gli esseni e negli ambienti gnostici.

Gli esseni vedono il mondo come terreno di lotta tra i figli della luce ed i figli delle tenebre, teorizzano la magia angelica.

Nel loro Libro dei Giubilei le teorie sulle schiere angeliche, sui nomi degli angeli, sulle loro funzioni hanno un posto di

rilievo. Soprattutto, nella teologia degli esseni agli angeli è riservato un ruolo importante nella guerra contro i figli delle

tenebre, capeggiati da Belial, nome che nell’Antico Testamento, come accade per satana = avversario, è sinonimo della

funzione “malizia, malvagità, cattiveria”. Nei testi degli esseni Belial diventa nome proprio. Il dominio di Belial è il tempo

presente, il suo regno sono le tenebre, il suo fine è il male, i suoi “collaboratori” sono gli “angeli di distruzione”. Belial è

stato creato da Dio per fare il male. La comunità di Qumran cade dunque nel dualismo assoluto, ma poi non riesce

spiegare perché Dio ha creato il male. L’antagonista di Belial è il “principe di splendore” che comanda sugli angeli, che

forse è l’arcangelo Michele. Un altro concetto importante che si sviluppa in questo periodo trova spazio nell’apocrifo Libro

di Enoch. È qui che si delinea appieno il mito degli angeli ribelli.In Enoch in­fatti, riprendendo l’episodio di Genesi (VI: 1-5),

si racconta che al­cuni angeli si innamora­rono delle figlie degli uomini e decisero di gene­rare dei figli con loro: «E si

presero, per loro, le mogli ed ognuno se ne scelse una e cominciarono a recarsi da loro. E si unirono con loro ed

insegnarono ad esse incantesimi e magie e mostrarono loro il taglio di piante e radici.(…) E Azazel insegnò agli uomini a

far spade, coltello, scudo, corazza da petto e mostrò loro i me­talli e il modo di lavorarli: braccialetti, ornamenti, tingere e

a­bbellire le ciglia, pietre, più di tutte le pietre, le pie­tre pre­ziose e scelte, tutte le tinture e (gli mostrò anche) il

cambia­mento del mondo. E vi fu grande scelleratezza e molto forni­care. E caddero nell’errore e tutti i loro modi di vivere

si corrup­pero. Amezarak istruì tutti gli incantatori ed i tagliatori di radici. Armaros (insegnò) la soluzione degli incantesimi.

Baraqal (istruì) gli astrologi. Kobabel (insegnò) i segni degli astri; Temel insegnò l’astrologia e Asradel insegnò il corso

della luna». Per punire tante nefandezze il Signore fa investire la Terra dal Diluvio. I segreti della magia, dell’astrologia,

dell’er­bo­risteria e della metallurgia, nonché l’arte della lavora­zione delle pie­tre preziose e quella della preparazione

delle tin­ture alchemiche, sono accomunati nella categoria delle conoscenze maledette, rivelate agli uomini dagli angeli

corrotti; esse generano scelleratezza e peccato, e il loro uso provoca la punizione divina. Enoch è un testo gnostico. Lo

gnosticismo spinge all’estremo il dualismo bene-male. C’è una folla di angeli e demoni che agisce nel mondo e nell’aldilà.

Lo stesso Jahvé, il dio creatore di questo mondo nell’AT, diventa il dio malvagio, poiché questo mondo è regno del male e

della sofferenza.

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“I prototipi di inferno e purgatorio ed il paradiso terrestre si trovano tutti nell’Amenta

Egiziana…. L’inferno Egizio non era un luogo di dolore eterno, ma di estinzione di coloro

che erano malvagi irrecuperabili. Si deve ammettere, ad onore e gloria della divinità

Cristiana, che un dio di tormento eterno è un ideale distintamente Cristiano, a cui gli

Egizi non giunsero mai. Il loro era il dio tutto parentale, Padre e Madre in uno solo il cui

cuore si pensava sanguinasse in ogni ferita di umanità sofferente, e il cui figlio era

rappresentato nel personaggio del Confortatore.”

La parola “Hell (Inferno)” è derivato anche dalla dea Europea Hel, il cui utero era un

luogo di immortalità. I Cristiani demonizzarono questo utero e lo resero un luogo di

dannazione eterna, e poiché i vulcani erano considerati entrate nell’utero della Madre

Terra, esso divenne un inferno infuocato. L’inferno originale Pagano non aveva località e

veniva spesso situato

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La natura dell’inferno è così variata con la cultura e con l’era. Alcune culture ritennero che l’inferno fosse il rigido inverno; così, era localizzato vicino al Polo Sud, il “pozzo senza fondo”, da cui si pensava venisse l’inverno. Questa varietà infernale è riflessa nelle scritture Giudeo-Cristiane: Matteo e Giuda parlano ambedue di inferno di oscurità, mentre Matteo si riferisce ad un inferno di luce/fuoco. Matteo parla anche di un inferno ove il corpo e l’anima vengono annichiliti, ed uno dove l’anima viene punita per l’eternità. Nella Bibbia in generale, l’inferno è descritto come limitato ma senza fine; esso è più alto e più basso. L’inferno viene descritto anche come un lago di fuoco e zolfo, ma un pozzo senza fondo, ecc. “La discesa all’inferno da parte del salvatore è una occorrenza comune all’interno di molte mitologie, che si trova nelle storie di Adone, Bacco, Balder, Ercole, Horus, Gesù, Krishna, Mercurio, Osiride, Quetzalcoatl e Zoroastro.25 “ Questa parte del mito rappresenta il sole che entra nell’utero dell’oscurità, notturna e stagionale. Il sole, naturalmente è il solo esperto sull’inferno lui che è ritornato per parlare di esso; da qui, è il sole che è l’autorità immortale sul dopo vita. Graves riferisce il significato di inferno all’interno del mito: “La parola che usano gli astronomi per indicare il sole nel suo punto alto di ascensione è perielio. Ora potete notare che c’è un Hell (Inferno) in questa parola (peri-hel-ion); almeno si può far risalire all’Inferno, o l’Inferno ad essa. Helion, l’ultima parte di questa parola dai Greci era pronunciata Elios, ed è sinonimo con Acheronte, che viene generalmente tradotto con Hell (inferno). Sicché noi abbiamo “peri”, che significa intorno, su, ed “helion”, Hell (inferno) – cioè, il sole attorno all’Inferno.”

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In psicologia, il fenomeno della possessione diabolica viene classificato all’interno di una categoria di problemi della psiche di cui fanno parte anche altri disturbi della personalità1 come la schizofrenia2 , l’isteria3 e disturbi vari del sonno. Scientificamente, il termine corretto per definire la “possessione diabolica” sarebbe “delirio sonnambulico di possessione”; tuttavia esistono altri due termini simili per riferirsi a tale condizione patologica: “ossessione” e “possessione”. Il primo termine fa riferimento ad un individuo il quale asserisce di essere in qualche modo tormentato esternamente da una entità indefinita, non compatibile con l’essere umano. Tali entità vengono comunemente definite delle diverse religioni esistenti con il termine “démoni”. Il fenomeno della “possessione” si ha, invece, quando l’entità disturbante prende totalmente il controllo dell’individuo, sostituendosi ad esso nella mente e nel corpo. Una volta che questo è avvenuto, l’entità annulla la volontà dell’individuo ed il corpo di questi diventa una sorta di burattino soggiogato dalla volontà dell’entità. In tali condizioni, l’entità può far compiere al corpo del posseduto atti e azioni le quali, in circostanze normali, sarebbero impossibili: contorsioni muscolo-scheletriche estreme, manifestazione di conoscenze di lingue straniere od antichissime del quale il soggetto ignora l’esistenza, personalità multiple, forza sovraumana, telepatia, chiaroveggenza, telecinesi, psicocinesi, rigurgito di fluidi vitali (sangue) o di corpi estranei all’organismo (chiodi, pezzi di vetro, pezzi di metallo arrugginito, capelli, peli animali o umani, etc). Se durante i “secoli bui” del Medioevo i casi di possessione diabolica erano all’ordine del giorno, ai giorni nostri il fenomeno appare del tutto scomparso. Coma mai?

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La risposta parrebbe essere abbastanza semplice: nel Medioevo lo studio dei disordini mentali era un’attività assolutamente assente e la “cura” di queste malattie era alquanto cruenta e discutibile, visto che molto spesso gli ammalati venivano ingiustamente condannati al rogo od altra morte violenta dalle autorità ecclesiastiche, le quali spiegavano quelli che altro non erano che problemi di natura psichica semplicisticamente tirando in ballo un’interferenza maligna o diabolica. Quello che, in questa sede, ci interessa rilevare, comunque, è altro: analizzando i casi del passato e comparandoli con quelli studiati nella nostra contemporaneità, noteremo che essi presentano parecchie analogie. Insomma, un malato mentale del Medioevo, per esempio, avrà quasi del tutto gli stessi sintomi di un malato mentale dei giorni nostri. Come si spiega, questo? Alla base di ogni disordine mentale c’è sempre un trauma a sconvolgere la mente. A questo, e parliamo di nuovo dell’”evo di mezzo”, si aggiungevano altri fattori: scarse condizioni igieniche, cattiva nutrizione, ignoranza e superstizione erano tutti fattori a favore di molteplici malattie, sia fisiche che mentali. E non sempre queste cause erano prese ed erano sufficienti a giustificare una malattia mentale, una possessione diabolica, come detto più sopra: sempre facendo riferimento, in senso esemplare, all’epoca del Medioevo, epoca di cristallizzazione culturale e radicalizzazione religiosa, secoli nei quali la vita era regolata da dogmi rigidi e in aggirabili, ricordiamo che un qualsiasi malinteso non giustificabile agli occhi delle autorità religiose, locali o nazionali, poteva finire in tragedia, spesso con la morte della persona in questione. Sicuramente, in questo senso, in questi secoli le autorità religiose hanno condotto un regime di terrore, creando una situazione di tensione in cui tutto era proibito, in cui bastava un semplice sospetto, uno sguardo, una gelosia, una vendetta ben meditata, una sola parola a chi di dovuto per scatenare una sentenza di morte. Al giorno d’oggi, grazie al superamento delle problematiche rappresentate dai fattori appena citati e soprattutto allo studio delle malattie mentali condotto con criterio scientifico, i casi di possessione sono molto più rari.

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Introdotto l’argomento nelle sue linee generali, passiamo ora a trattare alcune patologie molto vicine e collegate alla possessione. La prima di queste è la schizofrenia. Il termine comprende attualmente un numero vario di sottotipi di disordini mentali, ognuno dei quali caratterizzato da sintomi e prognosi ben definiti e distinti. In generale, si tratta di un disordine psicotico il quale altera profondamente l’effetto del comportamento e della cognizione, in particolar modo la modalità in cui prende forma il pensiero. I sintomi principali della malattia vengono divisi in due gruppi: “sintomi positivi” (un eccesso o una distorsione delle normali funzioni cerebrali, ad esempio il paziente è affetto da allucinazioni di varia natura) e “sintomi negativi” (una diminuzione o perdita delle normali funzioni cerebrali, ad esempio il paziente è affetto restrizione del linguaggio), ognun dei quali con le proprie sottocategorie, come mostra il seguente diagramma:

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Sindrome da Personalità Multipla… o Disturbo Dissociativo di Personalità "...Prima di entrare in terapia non sapevo nulla delle mie 17 personalità..." A parlare è Karen Overhill , 40 anni . Che solo alla fine degli anni 90 , dopo ben 10 anni di terapia è uscita da una grave sindrome di personalità multiple : 17 alter ego coesistenti nel sua personalità divenuta "gruppo di personalità non interagenti" tra cui erano presenti "entità" come donne, uomini, bambini. Lo psichiatra che l'ha avuta in cura: Richard Baer ne ha raccontato la storia in un libro di grande successo divulgativo negli Stati Uniti : "Switching Time". Nel libro e nella sua prefazione lo psichiatra racconta che a confermare la diagnosi, in modo indiretto, dopo un anno di studio della paziente, fu una lettera di una bambina che scriveva : "Sono Clire, ho 7 anni . Vivo dentro Karen..!". testimonianza rara e sconvolgente pone le basi per porre un primo quesito : la Sindrome da P.M. , o come si dice in termini nosografici Disturbo Dissociativo di Personalità, esiste d'avvero ?

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Nel caso citato trattatasi di violenze inaudite patite da Karen nell'infanzia da parte del padre e del

nonno che la torturavano con chiodi, ferri roventi, coltelli, crocifissi ed altro per cui la bambina

"costruì" una prima personalità difensiva autonoma ; Claire che doveva essere una bambina che

subiva le torture in vece sua. Per cui Lei (cioè Karen ) assisteva dall'esterno ai supplizi ai quali la

sua alter ego veniva sottoposta. E' un primo classico esempio di dissociazione adattiva che

determina una sopravvivenza fisica. Il dolore, se eccessivo può condurre al collasso cardiaco per

cui, un distacco- rimozione del fenomeno-dolore veniva attuato come un evento non appartenente

all'organismo di Karen e, proiettato su Claire che invece ne soffriva! Altri personaggi , o se

preferiamo chiamarli entità (termine caro a chi si occupa di essoterismo) si andarono a formare con

il tempo, la seconda fu Elise che andava a scuola al posto di Kare , con maniche e pantaloni lunghi

per non mostrare le cicatrici subite. Poi fu la volta di Sidney che era invece un maschio che aveva il

compito di rapportarsi e reggere una relazione normale con il padre e con il nonno aguzzino, e poi

in seguito via, via tutte le altre, il cui compito era di costruire una cortina di alter ego che potessero

vivere una vita "normale" al posto dell'inferno che era costretta invece a viveva inconsapevolmente

Karen. Questo caso che ci appare in tutta la sua drammaticità umana apre, però una finestra di

indagine scientifica irripetibile per tentare di definire i meccanismi affascinanti e in larga misura

segreti di come una mente, ed in risposta un cervello, riesca ad elaborare sotto forma di patologia

un perfetto sistema di sopravvivenza in un ambiente ostile. Ovviamente si può osservare come la

S.P.M. possa apparire come una distorsione deviante e pericolosamente patogena per l'individuo

che ne è portatore nella normale vita sociale e di relazione , ma non si può definirla in questi termini

in altre circostanze fortemente ostili .se una persona si aggira per le tranquille stradine di una

cittadina di vacanze brandendo un fucile carico e spianandolo sui passanti ogni volta che gli

passano accanto, quella persona e quella arma costituirebbero un pericolo reale, per la comunità di

pacifici villeggianti che vivono in quel luogo. Si tratterebbe di un comportamento socio-patologico

da neutralizzare in quanto assolutamente non in linea con l'ambiente. Ma, se quello stesso

individuo si trovasse ad attraversare una zona ad altamente pericolosa come una zona di guerra, o

un a Savana, o una Jungla inesplorata, l'arma che condurrebbe con se ed il suo atteggiamento

sarebbe sicuramente consono alla situazione ambientale che gli toccherebbe vivere.

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Il nostro Universo Fisico - limiti 1. Movimenti spaziali limitati nel 3D 2. Quarta dimensione Temporale monodirezionale a spostamento costante 3. Massima velocità raggiungibile quella della Luce nel vuoto 4. Massima espansione sonora udibile da 20 Hz e 20.000 Hz in armonica 5. Colori limitati dalla frequenza del Rosso al Viola 6. Minima Temperatura raggiungibile 273 gradi kelvin (zero assoluto) 7. Totalmente inibita la funzione creazione 8. Stato predominante materiale a bassa vibrazione 9. Limitato dal tempo

Il nostro Universo Emotivo - limiti

1. Stato Duale Permanente 2. Emotività incontrollabile 3. Sistema quantico cerebrale Inibito 4. Sistema collegamento multidimensionale Inibito

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Chi c'è dietro tutto questo? Siamo solo spettatori passivi?

Perche esiste la

sofferenza ed il male?

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Secondo le Sacre Scritture:

“Dio è amore”

(1Giovanni 4: 8)

“Dio è giusto e retto”

(Deuteronomio 32:4)

“Giustizia, diritto, benignità e verità sono la

base del suo governo” (Salmo 89:14)

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Gesù disse: «Io sono

la via, la verità e la

vita» (Giovanni 14:6).

«Dio è verità»

Al principio «Tutto ciò

che Dio aveva creato

era molto buono»

(Genesi 1: 31).

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Senza dubbio, Dio non ha

nulla a che fare con

il male.

Pertanto, da dove

vengono il male,

la sofferenza e la morte?

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Nel libro dell’Apocalisse

(12: 7-9) troviamo

le seguenti parole:

«E ci fu una battaglia nel

cielo: Michele (Cristo=Mi ka EL ) e i suoi angeli

combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli

combatterono, ma non vinsero, e per loro non ci fu più

posto nel cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è

chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo,

fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furono

gettati anche i suoi angeli».

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Satana ha introdotto il male sulla terra con la

complicità dell’uomo (Genesi 3: 1-6), ed egli continua

ad agire indisturbato e con disumanità affinché molti

cristiani si allontanino dalla verità evangelica.

«Ma lo spirito dice

espressamente che nei

tempi a venire alcuni

‘cristiani’ apostateranno

dalla fede, dando retta

a spiriti seduttori e a dottrine di demoni»

(1Timoteo 4: 1).

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domanda

Come ha potuto peccare

Lucifero, se era un angelo

perfetto?

Lucifero era perfetto nel senso che, volendo,

poteva non peccare; non nel senso che non

avrebbe potuto peccare pur volendolo.

Infatti, Lucifero aveva libertà e intelligenza.

Quindi, possibilità di decisione.

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domanda

Ma allora, perché Dio non privò

Satana della libertà di

peccare? Dio non voleva angeli robot, come noi non

vogliamo figli robot.

Il Signore desidera un'adorazione spontanea, non

forzata; perciò creò degli esseri dotati della

libertà di scelta.

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domanda

Perché Dio non distrusse Satana nel

momento stesso in cui aveva

peccato?

Il Signore ha voluto concedere a tutti l'occasione di

constatare e dimostrare che le idee di Satana

avrebbero portato al disastro, in modo che nessuno

avesse dubbi sulla bontà e la giustizia di Dio. Gli

effetti del suo peccato doveno esser chiari per tutti.

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domanda

Quando Satana sarà distrutto,

come possiamo essere certi che il

peccato non riapparirà?

Al giudizio universale la verità sarà ormai chiara

per l'intero universo. Quindi, non ci saranno dubbi

sulla giustizia di Dio. Tutte le creature

dell'universo avranno riflettuto sulla grande

differenza tra l'amore di Dio e la cattiveria di

Satana e del male.

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Ma Allora perché esiste il male Perché esiste un Dio Buono e uno cattivo Yaveh o Heloim

In un convegno tenuto a Roma Karen L. King, studiosa di storia della cristianità ad Harvard (occupa

la cattedra di storia delle religioni più importante e antica degli Usa), ha annunciato la scoperta di

un frammento papiraceo (4 per 8 cm) del IV secolo scritto in copto (l'egiziano parlato e non

geroglifico) in cui Gesù fa riferimento a sua «moglie». Nel testo, ha spiegato la professoressa, c'è

un dialogo in cui Gesù parla di «mia moglie», chiamata «Maria». La provenienza del testo è

misteriosa, il collezionista che lo possiede ha chiesto di rimanere anonimo. La sua collocazione

storica, secondo la King, nota per essere insieme a Elaine Pagels (che insegna a Princeton) una

delle principali studiose dei vangeli gnostici, sarebbe però chiara. Apparterrebbe a quel corpus di

scritti diffusisi in Egitto a partire dal II secolo che raccontavano la vita di Gesù in maniera diversa da

quelli che ora consideriamo i Vangeli canonici. Vennero condannati dai padri della Chiesa e in gran

parte distrutti. Un buon numero di questi testi è però stato ritrovato nel 1945 presso il villaggio di

Nag Hammadi. Svariati rotoli furono nascosti, secondo la maggioranza degli studiosi, dai monaci di

un vicino monastero, forse poco convinti della “messa al bando” dei testi da parte della chiesa

ufficiale. Dalle sabbie apparirono, tra gli altri, un Vangelo di Tommaso, un Vangelo degli Egiziani, un

Vangelo secondo Filippo, e svariate Apocalissi. Da questi testi emergevano descrizioni degli

apostoli e di Gesù molto diverse da quelle a cui siamo abituati.

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" Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che fa vibrare le particelle di un atomo e che tiene insieme il minuscolo sistema solare dell’atomo… Dobbiamo supporre l’esistenza di una mente conscia e intelligente dietro a questa forza. Questa mente è la matrice di tutta la materia ". Max Planck

FISICA QUANTISTICA --- BENE E MALE --- LIBERO ARBITRIO

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CONFLITTO MILLENARIO Nessuna guerra che il nostro pianeta ha vissuto può

essere paragonata al conflitto che per millenni ha visto come antagonisti

SCIENZA E SPIRITUALITA’

Su alcuni temi fondamentali della conoscenza e della consapevolezza che possono esprimersi con alcune questioni basilari del tipo: -Organizzazione della matrice energetica (se esiste) - Vita dopo la morte (se esiste) - Religione si, no e quale ? - ecc.ecc…

La scienza afferma che per un fenomeno essere considerato autentico deve essere Misurabile, riproducibile e potere fare riferimento ad una qualche forma di teorizzazione – trattazione matematica, fisica o chimica.

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Destino L'insieme imponderabile delle cause che si pensa abbiano determinato (o siano per determinare) gli eventi della vita: l'ineluttabilità del d.; rassegnarsi al proprio d.; è d., è fatale; spesso inteso come personificazione di un essere o di una potenza superiore che regola la vita secondo leggi imperscrutabili e immutabili.

Il cosiddetto Destino, al contrario, non è altro che l’insieme delle determinazioni e della catena inesorabile delle cause e degli effetti che impone al mondo la legge della necessità: una legge che è “cieca” e “impersonale” –di per se né benefica né malefica- ma che l’essere individuale percepisce come “spietata” perché caratterizzata dal continuo alternarsi di nascita e morte, formazione e distruzione e dallo scorrere terribile del tempo che tutto consuma (Cronos che divora gli stessi figli da lui generati).

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FATO (lett.) nel mondo antico, potenza misteriosa

e invincibile che domina sugli uomini e le cose | oracolo, presagio che ne preannunciava l’opera

(lett.) il fine ultimo delle cose, la morte

Nella Grecia antica, il 'Fato' era invincibile e persino gli dei dovevano attenervisi, come affermato dalla Sibilla dell'Oracolo di Delfi. Il Fato può essere personificato come un dio o una dea. Nella cultura greca è personificato dalle tre Moire (chiamate Parche dai Romani). Una dea senza scrupoli, Nemesis, rappresentava la cieca distribuzione della fortuna per gli antichi greci come Omero, con intenzioni né buone né cattive, ma semplicemente in proporzione a seconda dei suoi desideri

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Libero Arbitrio Il libero arbitrio è il concetto

filosofico e teologico secondo il quale ogni persona è libera di scegliere da sè gli scopi del proprio agire, tipicamente perseguiti tramite volontà, nel senso che la sua possibilità di scelta è liberamente determinata.

arbìtrio, lìbero Espressione usata per indicare la libertà dell'uomo, i cui atti non sono determinati da forze superiori (di tipo soprannaturale o naturale), ma derivano da sue autonome scelte.

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In realtà la questione è…

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Qualcuno (da Spinoza fino ad alcuni teorici delle neuroscienze) considera l’esistenza del libero arbitrio un’illusione. Nessuna scelta è veramente libera, ma è condizionata da fattori esterni: fisici, meccanici, fisiologici, psicologici, sociali… Fosse così, è la fine della vita morale. Nessuna libertà, nessun male, nessuna colpa. Nessun senso, nessuna storia, nessun amore. Tutto è determinato e determinabile. Non più esseri umani, ma marionette, o pseudopotenti divinità tardo antiche. L’unica vera domanda sarebbe allora: perché preferire la vita alla morte? (A. Camus) Tutti questi condizionamenti esistono e la vera libertà passa anche per il riconoscerli, ma non inficiano la possibilità di una scelta svincolata in ultima istanza da tutti loro, imputabile solo a «io». L’ironia e l’umorismo ne sono la migliore prova. Una volta si diceva «anima».

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Quindi per dare un senso…

Nascita Salto

Quantico

Incontro Anima

Gemella

Il libero arbitrio ad ogni evento consente Infinite possibilità probabilistiche. Ad esempio se l’incontro con l’anima gemella viene rifiutato e non compreso la linea temporale cambia e il futuro verrà scritto in un modo diverso.

Incontro Anima

Gemella Mancato

Dunque possiamo dire che il futuro non esiste in quanto successione di eventi predeterminati ma esiste come il luogo delle infinite possibilità che convergono nella realtà presente (qui e ora) a seguito dell’uso del libero arbitrio che si configura come elemento determinante per il collasso della equazione d’onda quantica.

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Seminario Ipnosi Regressiva ed esomeditazione a cura del Dott. Vittorio

Paola - @ Materiale riservato

PRINCIPIO DELLA DUALITA’ Tutti gli argomenti trattati obbediscono al principio della dualità: infatti ad ogni definizione potranno essere attribuiti due significati. Queste due interpretazioni partono sempre da un fatto concreto, cioè da quello che la scienza definisce “fenomeno”. Molte delle cose che diremo potranno trovare accoglimento in ciascuno di noi attraverso una visione razionale o una visione energetico spirituale ma la cosa che conta è che ciò che affronteremo oggi è reale, accettato dalla scienza e in molti casi di aiuto a chi soffre. Il mondo in cui viviamo, questa parte di universo che abitiamo, ha delle regole ben precise e una di queste consiste proprio in questo: ad ogni passo metterci davanti più scelte per andare avanti, per credere, per capire, per relazionarci e tutto per dare valore e senso al più grande dei poteri che il genere umano possiede che si chiama:

LIBERO ARBITRIO. Dunque il mondo dove viviamo è duale e governato dal libero arbitrio.

Per quanto possibile farò sempre riferimento a fatti certi e scientifici rifugiando ipotesi mistiche, religiose, esoteriche o che necessitino di una fede in un credo.

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Ricapitolando…

• Libero arbitrio

• Legge Causa Effetto

• Pensiero e realtà quantica

E Infine la sintesi è che non esistono barriere dimensionali ma solo prigioni autocostruite e sensi di colpa e… PAURA

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Ego e Paura • la base su cui è stato costruito l’attuale livello

evolutivo è l’ego

• l’ego ha le sue fondamenta nella paura

• tutte le nostre istituzioni, la famiglia, la scuola, la religione, il governo, i partiti politici, la giustizia, il lavoro, l’economia, le relazioni sociali, sono basate sull’EGO

• tutto ciò doveva accadere per acquisire tutte le informazioni e la saggezza necessaria

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