Discorso di Franco Ancona alla Cerimonia dei Ceri 2012

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07/073012 - Il discorso integrale di Franco Ancona pronunciato durante la Cerimonia dei Ceri a San Martino.

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Eccellenze reverendissime, Monsignor Nicolas Bernard Aubertin e Monsignor Filippo Santoro, a nome della Giunta municipale, del Consiglio comunale e dei cittadini, rivolgo a loro il benvenuto a Martina Franca per la Festa dei Santi Patroni Martino e Comasia. Sono particolarmente onorato dell’accoglienza che Martina dà all’arcivescovo di Tours per il legame storico tra le due città e per il comune cammino odierno perché, con il contributo culturale ed etico più vasto, si affermi l’Europa dei popoli e non si rimanga invece schiacciati dall’Europa della finanza e dei mercati.

A Monsignor Filippo Santoro vescovo metropolìta di Taranto un particolare benvenuto per la sua prima partecipazione alla festa dei Patroni della città. Le auguriamo, eccellenza, un fecondo lavoro pastorale a cui già si sta dedicando con grande generosità. Saluto e ringrazio l’arciprete don Franco Semeraro che ci riceve in questa splendida Basilica. Saluto i parroci e i sacerdoti della città, attenti custodi della fede ma anche osservatori privilegiati delle ansie e delle speranze dei fedeli. Saluto le autorità civili e militari. La loro presenza testimonia la vicinanza dello Stato alla nostra comunità e per questo e per quello che fanno per il nostro territorio noi li ringraziamo. Un particolare ringraziamento ai parlamentari, ai Consiglieri Regionali, al Presidente della Provincia, ai sindaci e alle rappresentanze istituzionali dei comuni della Valle d’Itria. La collaborazione sinergica delle istituzioni civili e religiose, dei centri di formazione scolastica, costituiscono la risposta che tutti noi dobbiamo alla volontà della nostra comunità di contribuire ad uscire dalla crisi e di raggiungere nuovi traguardi. La numerosa partecipazione dei cittadini a questo evento ci dà sostegno morale nel presenziare la secolare cerimonia laica dei Ceri, simbolo di

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luce, di ricchezza e della devozione del popolo martinese ai suoi patroni; dono della città alla Basilica per i riti religiosi. Nel 2010, è stato celebrato il settimo centenario del riconoscimento istituzionale di Martina ad opera di Filippo d’Angiò, un insediamento che in virtù delle franchigie del Principe divenne presto popolato e operoso. Fu quello un gesto lungimirante che la laboriosità dei martinesi ha ripagato edificando una grande città. In segno di riconoscimento a quella lungimiranza, per richiamare l’identità delle nostre origini e per valorizzare il senso della nostra comunità nel XXI secolo abbiamo deliberato di istituire il 12 agosto di ogni anno la Festa civile di Martina denominata MARTINA ANGIOINA. Ma già nei secoli precedenti questa terra, definita da Giovanni Paolo II° nella sua visita storica a Martina del 1989, “di grande bellezza ambientale e che guarda lo Ionio e l’Adriatico” aveva accolto prima del 1310 profughi tarantini in fuga dai continui saccheggi saraceni e, ancor prima, questa terra aveva dato rifugio e sicurezza ai viandanti e pellegrini che nel loro cammino avevano lasciato, in segno riconoscente al luogo, un’effigie in onore di Martino di Tours: un santo dall’enorme popolarità in vita e di crescente venerazione dopo la morte in Francia e in buona parte dell’Europa. La tradizione ci ha lasciato del Santo una duplice immagine: Martino cavaliere che divide il mantello con il povero e Martino vescovo che benedice. Gli agiografi narrano che, in un inverno particolarmente rigido del quarto secolo, Martino, cavaliere imperiale della Gallia, era di guardia con altri soldati alle porte della città di Amiens, quando passò un mendicante, seminudo e infreddolito che gli chiese le elemosina. Il giovane cavaliere non aveva con se denaro da dare, ma con un gesto evangelico, tagliò in due con la spada il suo mantello e lo condivise con il povero. Gli storici narrano ancora – e Monsignor Aubertin mi perdonerà se immeritatamente ne faccio menzione – che, più tardi, Martino, eletto vescovo di Tours, evangelizzò le campagne e la sua opera ebbe grande popolarità perché nell’azione pastorale diede protezione ai poveri contro le

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angherie dei Romani ed egli si prodigò per dare dignità civica alle plebi rurali. Eccellenze reverendissime, il legame tra le radici storiche di Martina e il santo di Tours esprime l’identità di una comunità, orgogliosa della sua storia e ricca di idee forti e di valori che trascendono la fede e la tradizione e che sono alla base delle scelte di vita individuali e collettive dei cittadini. Martina, per vocazione è stata ed è città ponte tra etnie differenti e tra popoli diversi; città dell’accoglienza e della solidarietà. Città della Pace. Alla luce di questi valori vogliamo ricordare, in occasione dell’esposizione della Tiara di Leone XIII, anche il monumento eretto nel 1900 a Cristo Redentore, ispirato ai valori di pace e solidarietà contenuti nell’enciclica Rerum Novarum. Negli anni passati, sua eccellenza Monsignor Benigno Papa, preoccupato dalla sofferenze di questa città per l’immobilismo amministrativo, per il tono di litigiosità della politica e del suo distacco dai bisogni dei cittadini, ha richiamato noi tutti alla riscoperta della politica come servizio teso al bene comune, al ripristino della dignità della città, a comportamenti collettivi confacenti al senso civico. Abbiamo cercato di fare tesoro anche di quella voce autorevole e noi crediamo che i valori richiamati sulla nostra identità storica siano il terreno più consono per la collaborazione fra laici e credenti e sia la spinta ideale perché l’azione amministrativa, a cui siamo stati delegati dal popolo di Martina, sia costantemente ispirata agli ideali alti del pensare e dell’agire per il bene comune. Noi vogliamo una città che per cultura e per vocazione sia “aperta” alla collaborazione con il territorio originale della valle d’Itria e con realtà anche oltre i confini nazionali. Una città che economicamente ritrovi la sua identità nell’era globale e sappia accettare le sfide del XXI secolo proponendosi per le sue risorse storiche e ambientali e per le sue produzioni di qualità.

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Noi abbiamo cominciato ad agire nel governo della città per essere più vicini alle istanze dei cittadini, per promuovere una politica elevata negli ideali comunitari a cui soprattutto i giovani devono educarsi; una politica autorevole capace di respingere i venti di razzismo, antisemitismo e nazionalismo che soffiano violenti in varie parti dell’Europa e del mondo; una politica che sappia recepire e dare risalto a tutte le iniziative di enti, associazioni e privati che sono orientate all’affermazione dell’idea di un’Europa come comunità dei popoli e dei cittadini. Noi seguiamo con attenzione particolare l’attività che le scuole di ogni ordine e grado vanno attuando con i fondi europei in partnership con Istituti dell’est, del nord e dell’area mediterranea dell’Europa: soggiorni per lo studio delle lingue, percorsi formativi e stage per gli alunni, progetti pilota di didattica per gli insegnanti, ospitalità nelle famiglie. Noi dobbiamo essere presenti con un’azione di raccordo perché questa opera culturale ed educativa, ampia e complessa, abbia una forte incidenza nell’intero tessuto sociale della città. Attenzione alla formazione dei giovani significa costruzione del futuro con uno sguardo rivolto al Mediterraneo e all’Europa. Noi vogliamo una città pulita, sicura e accogliente, moderna nei servizi, tutelata nei beni storici e paesaggistici, capace di migliorare e qualificare l’ospitalità dei turisti che hanno scelto i trulli e le masserie della Valle d'Itria come stabile dimora o per le loro vacanze. La loro presenza deve essere non solo una spinta considerevole per le attività turistiche, ma anche - se percepiamo le idee e i valori di cui essi sono portatori - un'opportunita' per il nostro progresso civile e sociale. . Vogliamo una città che accolga e integri con il lavoro, la casa, i servizi sociali ed educativi coloro che arrivano dall’est e dal sud del mondo per una più sicura prospettiva di vita: in particolare, a molte donne dell’est oggi sono affidate la cura e l’assistenza di centinaia di anziani e a tutte loro va riconosciuta dignità lavorativa e sociale. Anche per loro vanno promosse iniziative adeguate per una più qualificata prestazione alle persone e per un maggior inserimento nella vita della città.

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Noi abbiamo pensato anche ad un Consigliere scelto dalla comunità degli immigrati con la carica di Consigliere comunale aggiunto per l’immigrazione con l’obiettivo di dare loro dignità e voce, favorendone l’integrazione con la città. Vogliamo una città che rispetti i bambini, gli anziani, i diversamente abili, le donne, realizzando una rete di servizi efficienti anche con il contributo meritevole di tanti volontari laici e credenti. Vogliamo promuovere migliori condizioni di vita per i cittadini e le famiglie in disagio economico e sociale, assicurando più tutele in grado di arginare le forme di nuova povertà e di nuova emarginazione che la crisi di questi anni tende brutalmente a produrre. In questa città ci sono povertà anche diffuse, ma sopportate con grande dignità. Questo non deve diminuire le nostre responsabilità verso questi cittadini che sperano in un tempo migliore Il nostro impegno è per una città di qualità, amica, aperta, moderna e solidale; una città desiderabile, accogliente e sicura. Rinnovare solennemente questo impegno è il modo migliore per valorizzare le diverse sensibilità civiche, che nell’avvio della nuova stagione amministrativa stiamo riscontrando nei quartieri, nei rapporti con le istituzioni scolastiche, con le associazioni culturali e di categoria, con gli operatori della economia e delle professioni, con i giovani. C’è una comunità che vuole ritrovarsi, che mette da parte l’indifferenza e il disinteresse del passato per il bene comune, che mostra disponibilità di energie e di competenze per una cittadinanza attiva di impegno e di responsabilità e che fa sperare per il futuro. Il principio di responsabilità ci impone, in questa storica circostanza, di rivolgere un appello a tutti i cittadini per ritrovare una forte coesione sociale, un rinnovato senso civico e soprattutto il rispetto delle regole e della legalità.

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Eccellenze, vi rappresento una comunità che ha espresso già nel Consiglio Comunale del 2 Luglio scorso un grande bisogno di unità di intenti per il bene comune e per fronteggiare le notevoli emergenze presenti. Eccellenze, nel rinnovare a loro i sentimenti di ossequio e nel salutare i sacerdoti della chiesa locale e le autorità, colgo l’occasione per augurare ai cittadini e ai visitatori una buona festa civile e religiosa. Viviamo insieme la festa con il calore umano e lo spirito di fraternità che abbiamo ereditato dalle precedenti generazioni e che vogliamo trasmettere alle nuove generazioni.